150 anni di Italia - la festa che vogliamo

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Articolo di Michele Lugano, Presidente dell'Associazione Mazziniana Italiana, sezione di Camerino (Mc), sulle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia

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150enario Unità d’Italia: LA FESTA CHE VOGLIAMO

Michele Lugano

Presidente Associazione Mazziniana Italiana

Sezione “F. Bettacchi”, Camerino (Mc)

Il 17 marzo sarà finalmente festa nazionale, una festa ufficialmente celebrativa per

tutti gli italiani, e non lavorativa come qualcuno avrebbe voluto per sminuirne il significato. La deliberazione del governo, quantunque sofferta, ha finito col rispettare

la coscienza nazionale e il sentimento patrio della stragrande maggioranza degli

italiani.

Nel plaudire a tale festività, l’Associaciazione Mazziniana è grata a quanti hanno contribuito a tale

riconoscimento e, in particolare, al Presidente Napolitano che, dopo Ciampi, nonostante avversità di ogni

genere, ha saputo promuovere la rinascita della dignità italiana, collegando storicamente e idealmente la festa

dell’unità nazionale ai precorsi risorgimentali -da un lato- e all’avvento della nostra Repubblica, dall’altro.

E tuttavia, visto e considerato l’infingardo attendismo del nostro governo di fronte alla speculativa

strumentalizzazione politica, da più parti esternata (Lega e Confindustria “in primis”), non possiamo

esimerci dal sollevare una seria riflessione su alcune delle tante ragioni che, a nostro avviso, giustificano la piena festività dell’evento unitario.

La prima di esse è quella educativa. Non possiamo prescindere, nella maniera più assoluta, dall’effetto/ricaduta che la festa dell’unità d’italia avrà sui giovani e financo sui bambini (che ci guardano e

ci ascoltano!) nonchè sul futuro di una sana e salda italianità delle nuove generazioni che -oggi- prepariamo.

Ma non c’è educazione senza cultura e senza una sensibilità formativa, tanto a livello familiare e scolastico,

quanto a livello etico-civile e politico. E questa è, attualmente, non solo un’impressione ma una

constatazione profondamente triste anche perchè il cattivo esempio viene proprio dall’alto.

La seconda di esse è quella europea-internazionale.

Se è vero, come -purtroppo- è vero, che la nostra immagine identitaria è scaduta fino al discredito più

indecoroso e indecente (basti pensare al nostro capo di governo, Berlusconi, che la settimana scorsa è stato

accolto, in Finlandia, al grido di “porco” e “mafioso”) la festa del 17 marzo è l’occasione, per noi

irripetibile, di recuperare e ricostruire quella più degna e rispettabile connotazione che la nostra storia e il nostro ingegno ci hanno fatto meritare dinanzi al mondo intero.

C’è tutta quanta una nazione, quindi, da festeggiare quest’anno! Che è anche quella dei tanti italiani che risiedono oltre i confini geografico/politici del nostro Paese (dall’Europa alle Americhe, dall’Australia

all’Africa, all’Asia)!

Per difendere e custodire questa unità occorre credere ancora che la nostra bandiera sia una sola, come lo è

stata nei cuori di quanti hanno pianto, sofferto e dato la vita, per essa e per la patria, lungo tutte le ardue e,

spesso, amare prove che la storia ha chiesto loro. E non certo per dividerne i colori o per dare al Paese

istituzioni per cui ci si divide o ci si insulta; nè per costruire una società in cui i talenti fuggono e la nullità prevale ma per dimostrare che siamo un popolo, un popolo capace di ricostruire il suo futuro dalle macerie e

stupire il mondo con le sue genialità, un popolo che conosce il rispetto degli avversari e degli oppositori, che

sa perseguire e riconoscere la dignità del lavoro. Che la nostra impari finalmente ad essere una Nazione, non un risicato conteggio di bottega per sopravvivere

gli uni a danno degli altri ma un plebiscito quotidiano, frutto della volontà di stare insieme per riscattarci con

l’orgoglio e con il merito. Invero, nonostante tutto, auspichiamo che questo anniversario sia davvero di tutti

noi italiani.

L’Associazione Mazziniana camerte si augura che le 150 candeline, che spegneremo quest’anno per la nostra

amata Italia, ricordino a tutti noi che l’unità, la libertà e l’indipendenza sono un dono che viene dal passato

ma che vive di futuro; si augura altresì che questa ricorrenza ci porti la consapevolezza che quello che

abbiamo è ciò che altri hanno dato per noi e che noi daremo ai nostri figli. Sinceramente, per il 17 marzo, è questa la festa che vogliamo. Buon compleanno Italia!