1410-2010 · celebrazione della messa prima di rientrare in Italia. Abbiamo celebrato...

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Unità Pastorale Spilimbergo Barbeano Gradisca 1410-2010 Allegato a "Il Popolo" del 06-02-2011, settimanale cattolico. Direttore responsabile Bruno Cescon. Iscritto al N° 1 del registro periodici presso il Tribunale di Pordenone Febbraio 2011

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Unità Pastorale

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ripartiamo da Cristo

vede poco distante in una scatola di cartone il corpicino di un bimbo, il figlio di quel padre che non era riuscito a procurare al suo bambino un ambiente riscaldato e un luogo per curarlo. Questa drammatica tragedia strideva tremendamente con l’aria di festa della notte santa del Natale. Padre Ernst non riusciva a capacitarsi che un dramma così disumano fosse proprio potuto accadere a Betlemme. Nasce così in quella notte del Natale 1952 il progetto della realizzazione di un Ospedale dove potessero essere accolti e curati i bambini bisognosi di cure. Il Caritas Baby Hospital è nato per amore e vive ora grazie all’amore e alla generosità di quanti sentono di non poter pregare il Signore se la preghiera non diventa anche azione e azione di amore per gli altri. L’augurio in questo anno giubilare è che il nostro essere cristiani sia reso visibile attraverso tanti piccoli atti di amore verso gli altri, qualsiasi altro, e solo così avremo onorato la nostra storia passata di cristiani e solo così questa nostra storia potrà continuare a testimoniare Gesù che viene nel mondo sempre.

don Natale Parroco

Quest’estate abbiamo vissuto, un gruppo di parrocchiani, la bella esperienza del pellegrinaggio in Terra Santa sui passi di Gesù. Molti e significativi sono stati i momenti e le situazioni che abbiamo vissuto con grande intensità e con corale partecipazione. Tra di esse voglio ricordarne una. Era il giorno di domenica che noi avremmo vissuto prima a Betlemme e poi a Gerusalemme. L’orrendo muro che separa le due città e i due territori costringendo il popolo palestinese in una specie di carcere a cielo aperto, ci ha costretto a fare un lungo giro di 15 Km. dove ce ne sarebbero bastati 5 tanto le due città sono prossime l’una all’altra. La nostra meta era l’Ospedale “Caritas Baby Hospital” dove operano anche le suore Elisabettine. Ci fu raccontata la storia della fondazione dell’Ospedale. Esso è nato da un atto d’amore provocato da una tristissima vicenda. Nel 1952, un sacerdote svizzero, padre Ernst Schuydring era venuto pellegrino a Betlemme con un gruppo di amici. Era la notte di Natale. Mentre il piccolo gruppo, al suono festoso delle campane, si stava avviando verso la Basilica della Natività per la Messa di mezzanotte si trovò di fronte ad una scena sconvolgente. Dietro ad una tenda di profughi palestinesi, un giovane papà, con il viso scavato dalla tristezza e sconvolto dai singhiozzi, sta scavando una piccola fossa tra il fango. Padre Ernst si avvicina e

Sette occhi per vedere rotolato dal tramonto all’auroraun cielo sempre infinito,ricco di colori e pieno di domande,

occhi infine tuttiaperti per sapere in altouna luce più grande che sempre ci attende,ascolta preghiere,come fruscio avvolge benedice e sorregge la via, la verità, la vita.

Oltre la porta di esperite pietre la storia tiene un posto per la libertà di ogni atto, anche per chi distrattonon vede e non viene.Eppure insiemeimporta varcare nell’intento del cuore la soglia dell’umiltà.

Dentro, profumo di sacro muri altari e lucirimandi di pietre e colorie musica di sapienti valori,lasciarsi stupiree poi scoprire che da secoli e ancora un sogno di angelicon la meraviglia delle stelleattende a riunire in paceil principio e la finenell’amore dell’unico Padre.

Occhi aperti per la storia

Finalmente sono avviati i lavori di riapertura dei due occhi sulla facciata ovest del Duomo, chiusi con tamponamento in mattoni pieni ad una testa nel 1858, con il placet della commissione diocesana per i beni culturali e la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia.

In copertina: statua di san Girolamo del 1495, forse di G. A. Pilacorte, presbiterio, cappella del tabernacolo.San Girolamo (347-419), monaco, sacerdote e padre della Chiesa, è uno dei quattro grandi dottori della Chiesa occidentale, motivo per cui viene raffigurato con una chiesa in mano. A lui si deve la prima traduzione accurata della Bibbia dall’ebraico e dal greco in latino. Originario della Dalmazia, è legato alle nostre terre, poiché fu ad Aquileia che si fece monaco e conobbe il nostro Rufino di Concordia, con il quale però i rapporti furono difficili.

AttO d'AmOre Che COntinUA

Alessandro Serena

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ripartiamo da Cristocoscienza che rigenera i tessuti connettivi della città”.

Il mese di ottobre è stato il mese dei passaggi e degli avvicendamenti:- l’ordinazione presbiterale di don Stefano e l’assunzione del suo servizio come vicario parrocchiale delle nostre tre parrocchie,- il nuovo incarico a servizio della Chiesa di San Marco in Pordenone per don Simone accompagnato dall’unanime riconoscente grazie per il lavoro svolto tra noi in questi cinque anni,- la presenza del diacono permanente Antonio a servizio della nostra comunità e della forania.Partenze e arrivi che segnano il cammino della

vita delle comunità lungo il tempo.Voglio ancora ricordare come eventi significativi il Convegno sulle capacità che l’arte e l’architettura hanno in riferimento alla trasmissione della fede. E l’iniziativa che si ricollega alla emergenza e urgenza educativa della “scuola per genitori ed educatori” che tanta attenzione ha riscosso da parte di molti.Attorno e a sostegno di tutti questi appuntamenti e occasioni di incontro con Dio e con i fratelli ci siete voi cristiani di queste nostre comunità che in virtù della fede battesimale, in varie forme da quelle educative a quelle della carità, esprimete la gioia di far parte del popolo di Dio in cammino verso la Gerusalemme del cielo, dove preghiamo e speriamo di essere accolti da Cristo che nel passare degli anni e dei giorni rimane per tutti via, verità e vita. A chiudere il percorso giubilare ci sarà il solenne Te Deum composto per l’occasione dal M.o

Contardo e cantato da componenti dei vari cori cittadini per dire ancora nella preghiera solenne del canto: “Salva il tuo popolo Signore, guida e proteggi i tuoi figli: Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il tuo nome per sempre”.

Una comunità cristiana che ha una storia cristiana di 600 anni ha bisogno di ritornare alla sorgente della propria fede per verificarne l’autenticità e riprendere forza, freschezza e giovinezza. Così ci siamo fatti pellegrini in Terra Santa, sui passi di Gesù. Ciascuno ha certamente una sua specifica esperienza che conserva con affetto, riconoscenza e anche con un po’ di nostalgia, ma almeno un momento comunitario va ricordato. E’ la celebrazione della messa prima di rientrare in Italia. Abbiamo celebrato l’Eucaristia sulla lastra di marmo del Santo Sepolcro a testimonianza che il fondamento delle nostra fede è nel Cristo risorto e ora vivo e presente in mezzo a noi fino alla fine del mondo.

Il 15 di agosto è la solennità di Maria Assunta in cielo nostra patrona. La presenza del nostro Vescovo ci ha dato modo di rinnovare la nostra unione con tutta la chiesa diocesana e la chiesa universale. Il vescovo ci ha ricordato: “È bello e significativo ritrovarci in questo Duomo, ricco di storia e di arte mossi tutti da nessun altro interesse se non quello di sentirsi e crescere sempre più come comunità viva, fedele alla sua identità cristiana compatta e solidale. La mia preghiera e l’augurio che la comunità cristiana di Spilimbergo, che ricorda i 600 anni della sua vita, sia Chiesa viva, ricca di fiducia, di speranza; fondata sulla fede, quella che trasforma anche il sentimento del tempo e del trascorrere della nostra esistenza, così da non lasciarsi risucchiare dal passato, ma attrarre verso il futuro. La preghiera è l’augurio che tutti i cittadini di Spilimbergo si sentano un corpo solo, membra gli uni degli altri, ciascuno per la sua parte. Abbiano coscienza di una reciproca appartenenza, della condivisione di un medesimo destino e della corresponsabilità del bene comune. È questa presa di

memOriA del GiUBileOSi sta concludendo il Giubileo per i 600 anni di Chiesa della comunità di Spilimbergo. Vorrei elevare il ringraziamento al Signore e benedire il suo nome per quanto Egli ha operato per noi durante quest’anno giubilare e a volte anche nonostante noi.Vorrei così fare memoria di ciò che ha caratterizzato

quest’anno giubilare non per una autoincensazione, ma perchè nella memoria di ciò che abbiamo vissuto insieme, possiamo scorgere i passaggi di Dio in mezzo alla nostra comunità, un Dio che in Cristo ci ha assicurato che sarà con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo.

L’anno giubilare ha avuto, come ogni anno pastorale, il suo preludio nella celebrazione del 24 settembre, festa della Madonna della Mercede, nel nostro santuario mariano dell’Ancona. Lì abbiamo deposto ai piedi di Maria, nostra Madre dolcissima e fedele guardiana sui “guadi” della nostra vita, il primo abbozzo del programma pastorale che prevedeva anche il restauro e la pulitura della chiesetta e dell’affresco della Madonna.A restauro ultimato è stato poi come aver liberato l’immagine della Madonna della Mercede da tutto ciò che le impediva di mostrarsi come speciale protettrice del popolo di Spilimbergo.Con l’avvento e nel tempo del Natale abbiamo posto l’attenzione su quello che è il ruolo importante delle Zone pastorali. Gli Scouts portando la Luce di Betlemme e poi gli animatori dell’Oratorio, che hanno iniziato proprio dal giubileo ad operare in maniera organica e continuativa portandosi nelle Zone, sono stati con la loro presenza invito alla collaborazione da parte di tutti perchè tutti facciamo parte di un’unica comunità sia al centro che alla periferia.Segno esterno di questa unità è stata la realizzazione, in Santa Cecilia, del messaggio visivo trasmesso tramite il presepe dove attorno alla stupenda riproduzione del Duomo, a raggiera si vedevano rappresentate, con i loro capitelli, tutte le 10 Zone della città e le due chiese sorelle di Barbeano e di Gradisca.

Il tempo della quaresima, tempo di penitenza e di purificazione ha visto l’iniziativa della lettura e commento dei sette salmi penitenziali con la partecipazione di vari gruppi parrocchiali. L’evento, pur nella incertezza della prima edizione, ha dato motivazione per proporre anche in altri tempi dell’anno la lettura corale di passi della Bibbia, il libro santo consegnato a tutto il popolo perchè se ne possa nutrire nella sua vita.La Pasqua di risurrezione ha avuto come segno e simbolo di quest’anno giubilare il cero Pasquale, benedetto nella notte fra tutte la più santa: la santa veglia pasquale.La simbologia fatta dipingere esprime la risposta alla domanda che ha guidato tutto questo tempo santo del giubileo: “Cosa significa e come essere cristiani oggi dopo 600 anni dall’inizio della nostra parrocchia”.Sul Cero vi sono rappresentante le api: esse sono il simbolo dei cristiani uniti nella comunità, però l’ape da sola è destinata alla morte, solo la collaborazione e l’aiuto vicendevole all’interno della comunità delle api la mantiene in vita e fa crescere tutto l’alveare, così anche nella comunità la collaborazione di tutti fa crescere la comunità cristiana. Tutte le api poi sciamano verso la croce come fonte da cui attingono il nettare che dona la vita eterna. Così anche la comunità cristiana è tale se essa sa attingere dalla morte e risurrezione di Gesù Cristo la propria fede, la propria speranza e se poi in comunione con gli altri vive l’amore fraterno e l’amore del prossimo.

A maggio nelle nostre chiese e chiesette sono risuonati i canti mariani, dolcissimi ed affettuosi che i figli rivolgono alla loro Mamma del cielo, a essi hanno dato voce alcuni dei nostri cori cittadini.A conclusione del mese mariano e a perenne testimonianza di quest’anno giubilare rimane il mosaico della Madre di Dio Orante nella nicchia in via Cavedalis, mosaico offerto e realizzato da chi voleva questo segno come ringraziamento e come richiesta di aiuto per tutte le famiglie della città. Chi vi passa accanto è invitato a sostare e a pregare implorando la Madonna con queste parole: “ Vo preait, Divine Mari, che Gesù nus dei confuart”.

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ripartiamo da Cristo

facevano invece i circoncisi, gli appartenenti al popolo eletto. Come racconta il Vangelo, Gesù aveva cacciato proprio da là i cambiavalute e i venditori di colombe, rovesciandone i tavoli. A quei tempi i Gentili erano i ”popoli” diversi da Israele, in seguito divennero i popoli che non avevano ancora conosciuto il cristianesimo. é oggi? Sono coloro, dice il papa, che sono scontenti dei loro déi, riti e miti perché si rendono conto che da essi non può derivare nessuna vera salvezza in quanto produzione di mani d’uomo. Sono tutte quelle persone che sentono come l’irreligiosità del nostro tempo ha condotto a nuovi miti in apparenza liberatori ma non veramente liberanti. Il papa chiede che anche oggi si creino dei “Cortili dei Gentili” per permettere a costoro di avvicinare Dio “almeno come Sconosciuto”. Questa attenzione si chiama nuova evangelizzazione, ma il punto di partenza è importante, mi chiedo se il neonato oratorio non possa essere lui stesso in certa misura un “cortile dei gentili”. Pensiamoci!

2. LA FAMIGLIASe è vero che la luce si accende solo con la luce, la vita solo con la vita, la libertà solo con la libertà, per educare servono educatori credibili. Ma i primi educatori dei figli, maestri di umanità e se credenti esempio di fede sono, sempre, i genitori. Anzitutto è la famiglia luogo e spazio per educare alla bellezza dei legami affettivi, la responsabilità verso se stessi e verso gli altri perchè educare vuol dire aprire alla vita e trasformare la vita in dono. Ogni opera educativa sia quindi sempre posta con la domanda come coinvolgere la famiglia, come aiutare la famiglia, come sostenere la famiglia.

3. INSIEME!Insieme in una condivisione che sa da una parte privilegiare lo specifico di ogni comunità e di ogni gruppo e associazione, ma dall’altra riconosce l’importanza di una collaborazione in cui ciascuno porta il proprio contributo di esperienza e di tradizione, per il bene di tutti. L’invito allora diventa più che mai necessario ed urgente: dobbiamo crescere ulteriormente in quella fraternità di condivisione e di aiuto vicendevole. Ricordiamo le tre caratteristiche di una pastorale condivisa: fare meno, fare meglio, fare insieme. Si apre pertanto uno spazio di impegno e di servizio per le nostre parrocchie, oratori, comunità giovanili, associazioni sportive e anzitutto per le stesse famiglie cristiane, chiamate a farsi prossimo di altre famiglie per sostenerle ed assisterle nell’educazione dei figli, aiutandole così a ritrovare il senso e lo scopo della vita di coppia.

contatto con la natura. Il cogliere cioè la dimensione distensiva, tonificante, dello stare in mezzo al creato. Invito l’oratorio con l’apporto delle Associazioni AGESCI e AC ad organizzare uscite “ecologiche” con momenti conviviali di condivisione.Riappropriamoci delle bellezze artistiche di cui le nostre - zone sono molto ricche. Visitare, viaggiare, peregrinare, contemplare le innumerevoli e preziose opere d’arte di cui il nostro territorio è scrigno illustre, per quello che Turoldo direbbe: “Pulirsi gli occhi”.

La nota affermazione che è la bellezza che salverà il mondo si rende più che mai evidente in questi nostri tempi in cui assistiamo ad un abbruttirsi della vita e anche i sentimenti e gli affetti più intimi sono stracciati e offesi orribilmente, così come la dignità e il rispetto minimo alle persone. Una occasione importante sarà la Giornata mondiale della gioventù a Madrid il prossimo agosto, dove non possono mancare i giovani delle nostre parrocchie. E noi ci impegniamo a sostenerli anche economicamente.

CON CHI PARTIAMO?

1. “CORTILE DEI GENTILI”Il Papa parlando alla Curia per gli auguri di inizio anno 2010 usava questa suggestiva immagine: “Mi viene qui in mente la parola che Gesù cita dal profeta Isaia, che cioè il tempio dovrebbe essere una casa di preghiera per tutti i popoli (cfr Is 56, 7; Mc 11, 17). Egli pensava al cosiddetto cortile dei gentili. Cos’era questo “Cortile”? Il Cortile dei Gentili era lo spazio del tempio ove avevano accesso tutti i popoli, e non solo gli Israeliti, per pregare il Dio a loro ancora sconosciuto anche se non potevano accedere all’interno del tempio e celebrare quindi pienamente il mistero come

Esso è anche spazio e luogo di accoglienza e di aggregazione per le varie iniziative.Mantenere la formula delle “Domeniche insieme” - che sono percorsi di avvicinamento e di esperienza umana e cristiana nell’ambito educativo. Manteniamo la formula degli scorsi anni con il momento comunitario della celebrazione domenicale dell’Eucaristia per genitori e figli e associazioni; poi attività per i

ragazzi e proposte e dialogo su temi educativi per genitori e adulti.

Proposta di una scuola per genitori,- rivolta in modo particolare ai genitori e a coloro

che operano come educatori.A questo proposito il papa Benedetto XVI così ha scritto: “L’educazione e specialmente l’educazione cristiana, ha bisogno di quella vicinanza che è propria dell’amore. Così i ragazzi e i giovani possono essere aiutati a liberarsi da pregiudizi diffusi e possono rendersi conto che il modo di vivere cristiano è realizzabile e ragionevole, anzi, di gran

lunga il più ragionevole”.

3. UN’AZIONE PERSONALE E SOCIALE

Faccio riferimento alla espressione bella di Gesù nel vangelo: ”Venite in disparte e riposatevi un po’”. Va

subito chiarito che quel “riposatevi un po’” non è da intendersi come un riposo per riprendere fiato dopo una fatica, ma più ampiamente come momento in cui “godere- contemplare - gustare”, le cose belle che il Signore ha donato a noi uomini.

Ecco allora alcune proposte pratiche.Riappropriamoci in famiglia di quelle relazioni sponsali - e parentali che rischiamo di perdere e di non vivere più per il troppo peso degli impegni extra, per la fretta delle relazioni e per la frenesia delle attività. Il pericolo è quello di non riuscire ad esprimere compiutamente, con gioia e con calma, i sentimenti fondamentali nelle relazioni umane fatte di affetto, amicizia e dialogo vero.Riappropriamoci del rapporto riposante e benefico del -

edUCAre AllA vitA BellA del vAnGelOCOME RIPARTIAMO

Prendo in mano il piano pastorale per il 2010-2011: “Crescere come comunità educanti” che è traccia importante per comporre il programma pastorale per le nostre parrocchie. Raccolgo tre indicazioni e poi cerco da esse di trarre un programma che ci faccia da orientamento per quest’anno pastorale.

1. EDUCARSI PER EDUCARELasciarsi educare dal Signore.Ritengo importante recuperare un rapporto PERSONALE con il Signore. L’accento è su quel personale che significa un rapporto diretto, un rivolgersi al Signore faccia a faccia, rivolgersi a lui con il “tu” dell’amico all’amico in una confidente, spontanea ed affettuosa relazione. Il Cristo amico tanto caro e ricorrente nelle espressioni di fede del papa, un amico che non ti lascia, che non ti abbandona, non ti scarica mai neanche quando sbagli e lo tradisci. Esso si traduce nella proposta di passare un tempo per stare con il Signore, nella relazione di amicizia semplice e calda: “O hai gust di sta cun Te”. Noi abbiamo bisogno della compagnia del Signore, siamo noi che abbiamo bisogno di stare con lui.

Le attuazioni pratiche sono queste:La consegna di un quadernetto- dove scrivere con semplicità gli appunti per il colloquio personale con il Signore.Il giovedì la “lectio divina”- dalle 20,30 alle 22,00 con la preghiera e le invocazioni individuali.Nel periodo Avvento e - Quaresima, con la collaborazione delle nostre suore che ringrazio per la loro disponibilità, verrà aperta la cappella dell’istituto e dalle 9,00 alle 11,00 e dalle 15,00 alle 17,30 di ogni giorno sarà esposto Gesù nell’Eucaristia per l’adorazione e la preghiera personale.Ripresa della Messa del sabato sera- con la presenza dei giovani che partecipano attivamente con i canti e il servizio liturgico.

2. UNA STRATEGIA CREATIVA POSITIVA E DI “ALLEANZE EDUCATIVE”Tutti noi conosciamo come stiamo attraversando una stagione che da più parti viene indicata come “emergenza educativa”. Fra tutte l’autorevolissima voce del papa: "Si parla della crescente difficoltà che s’incontra nel trasmettere alle nuove generazioni i valori-base dell’esistenza e di un retto comportamento. Prendere atto di questa emergenza non ci esime anzi ci sprona a promuovere ogni possibile proposta che ci possa aiutare ad affrontare con coraggio e con speranza questa emergenza".

In concreto queste le proposte:Rilanciare l’Oratorio.- Esso diventa punto di riferimento di proposte educative sia per i ragazzi e giovani sia per le famiglie.

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Durante l’assemblea, riunitasi venerdì 22 ottobre 2010 alle ore 20.30 nella sala Cinema/Castello, si sono susseguiti i seguenti interventi:

La “commissione Cultura” tramite il suo portavoce, 1. Alessandro Serena, presenta il convegno sul rapporto tra arte e architettura in ambito sacro, che si terrà a Spilimbergo in novembre con la presenza di otto relatori provenienti da tutta Italia (Roma, Bologna e Milano).La “commissione Caritas” illustra il progetto “0 poverty”: a 2. testimonianza della crescita del disagio sociale e del rischio povertà, tramite la raccolta di un milione di firme, questa iniziativa si prefigge di:ridurre la povertà infantile in Europa;•aumentare il livello minimo di protezione sociale tramite •assegni familiari, aumento del reddito minimo e garanzia delle pensioni;garantire il servizio sanitario ai più poveri;•garantire un lavoro a tutti.•Il CLAN di Spilimbergo presenta la ROUTE di SERVIZIO 3. presso la sede centrale della “Nostra Famiglia” a Bosisio, nella settimana dal 28 agosto al 4 settembre 2010.

In preparazione a questo impegno i ragazzi decidono di curare l’animazione teatrale per il 50esimo della “Nostra Famiglia” della sede di San Vito: in tal occasione hanno intrattenuto ragazzi con diverse disabilità in età compresa tra 1 e 18 anni; la spinta ad intraprendere tale esperienza nasce dalla volontà di confrontarsi e di mettersi in gioco con realtà critiche. E’ l’ordine delle Piccole Apostole a gestire il centro di Bosisio: una logopedista e una piccola Apostola hanno messo a disposizione dei ragazzi la loro esperienza preparando per loro alcuni incontri illustrativi sull’organizzazione del centro e sulle disabilità presenti.Cercando di far proprio il pensiero di Madre Teresa di Calcutta, i ragazzi hanno provato ad “aiutare i più poveri tra i poveri”.

Il pellegrinaggio a GERUSALEMME: con l’ausilio di un 4. power point il gruppo ha raccontato alla comunità il suo incontro con il Signore attraverso i luoghi in cui egli è vissuto.

riSOnAnze in ASSemBleA

CORSO TEOLOGICO BIBLICO"Dio eDuca il suo popolo" a cura di mons. Renato De Zan.

31 gennaio - Dio tra castigo e benevolenza verso l'umanità (Gen 3, 1-24)7 febbraio - La percezione del Signore, Dio severo (Dt 7,7-11; cfr Dt 29,1-8)14 febbraio - Dio, educatore del suo popolo (Dt 8,1-5)21 febbraio - Dio rifiuta Saul disobbediente (1 sam 15,10-31)28 febbraio - Dio corregge con le stesse cose con cui l'uomo pecca (sap 9-12)7 marzo - Gesù, il Maestro (Mt 634-41)14 marzo - Uno solo il voistro Maestro (Mt 23,1-12)21 marzo - Dio educa attraverso l'apostolo (1 cor 4,1-21)28 marzo - L'educazione al bene comune (1 cor 12,4-11)

Il progetto ORATORIO risponde al tema 5. dell’EMERGENZA EDUCATIVA attraverso una serie di proposte:un corso sul tema educativo per genitori e educatori;•un percorso di formazione per giovani, compresi tra i 15 e i •18 anni, per prepararli al ruolo di animatori dell’oratorio;un laboratorio di mosaico permanente;•un corso di teatro (a partire da gennaio);•il CINE-VITA: i venerdì sera del cineforum giovanile;•una serie di cene etniche come momenti di incontro •conviviale;delle aule studio aperte dalle 19 alle 22.30 per offrire uno •spazio agli universitari;delle aule adibite a momenti di accoglienza;•l’organizzazione di tornei;•le “DOMENICHE INSIEME”, delle quali due saranno •curate dall’oratorio con animazione per ragazzi e momenti conviviali finali;una “rete” di collaborazione tra i giovani e le associazioni •(ACI e AGESCI) per rendere la sede di Spilimbergo un punto di riferimento per la Forania.

L’assemblea si scioglie alle 22.45 dopo il canto di Compieta in Duomo.

La segretaria del CPP Ramona Lucarelli

Chiudo queste proposte per il programma pastorale con una poesia-preghiera di don Tonino Bello dedicata alla Madonna, dal titolo:

L’attesa si fa danza

Chiedete anche, l’aiuto di Mariaperche possiate danzarecome lei ha danzato, nelle ore dell’eclisse totale Fa’ che noi possiamo esser capaci di attendere Colui che verrà finalmente a togliere dal nostro corpo l’abito di lutto, e ci metterà l’abito della festa perché la festa è l’ultima vocazione dell’uomo,Noi siamo chiamati alla festa: venite tutti alla festa! E come Maria a Canadonna che danza, donna che conosce la gioiadonna che anticipa, fa svegliare l’aurora, sentinella del mattino che sveglia l’aurora, anche voi dobbiamo svegliare l’aurora,essere anticipatori della festa, gente che guarda l’orologio, per dire che della notte resta poco , e lo dice alla gente: «Resta poco, resta poco, ormai! ».

Dalla relazione introduttiva del parroco don Natale 22/10/2010

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ripartiamo da Cristo

ACCOGliAmO dOn SteFAnOocchi sono posati su di te in questo momento, qui, in questo magnifico e antico Duomo, come ieri a Barbeano e GradiscaCon l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo sei diventato “nella Chiesa e per la Chiesa, immagine reale, vivente e trasparente di Cristo sacerdote, capo e buon pastore”.

MINISTERO PASTORALEIl sacerdote è come il vignaiolo nella parabola di Gesù, che è figura stessa di Gesù: osserviamo la sua fatica nel dissodare il terreno perchè il concime che sparge con la speranza di raccogliere frutti, possa scendere fino alle radici…. Ogni giorno prega e intercede per sé e per tutti, ma in modo particolare per i più bisognosi di aiuto nel corpo e nello spirito. La fatica più grande che incontra è quella di ravvivare la fede e riscaldare i cuori aridi dei cristiani che sono indifferenti e lontani da Cristo e dalla Chiesa. è una fatica talvolta pesante e sofferta, ma sostenuta da una attesa paziente e fiduciosa. E’ la grazia del Signore che feconda i cuori dei fedeli e diventa in essi un movente che li stimola a produrre frutti di opere buone e meno foglie, vale a dire meno parole e buone intenzioni a cui non corrispondono i fatti.

AuGuRI…Invochiamo con te e per te la grazia e la benedizione del Signore sul cammino appena iniziato della tua vista di presbitero, augurandoti di cuore che sia lungo e cosparso di tante consolazioni pastorali. Amen.

Dall’OMELIA di Mons. Sergio Giavedon PER LA PRIMA S. MESSA DI DON STEFANO

GIOIA PER uNA GRANDE DONO.Oggi siamo qui, in un clima di festa ad accogliere il dono di un nuovo sacerdote, don Stefano…E’ un dono che viene dal Signore! Mediante la Chiesa, è Lui che chiama, è Lui che consacra, è Lui che invia a continuare la sua missione… è un segno visibile che il Signore elargisce continuamente alla sua Chiesa.Caro don Stefano, come su Gesù erano fissati gli occhi dei suoi compaesani, riuniti di sabato nella sinagoga di Nazareth, subito dopo aver iniziato il suo ministero pubblico, così i nostri

il nOStrO diACOnO PermAnente

A qualche settimana dal mio arrivo in questa unità pastorale di Spilimbergo, mi viene chiesto di presentarmi attraverso le pagine di questo bollettino parrocchiale. Confesso che è per me sempre difficile scrivere, soprattutto in prima persona, ma, come disse qualcuno: “Obbedisco”. Innanzitutto il nome: An-tonio Bertoli diacono (per gli amici solo Tonino o al massimo don Tonino), classe 1942 e sposato con Letizia, abbiamo cin-que figli e cinque nipoti; abitiamo in quel di Corva-Azzano X. Sono Diacono dal 13 giugno 1993. Ho prestato servizio in alcune Parrocchie, oltre la mia di residenza, e da ultimo scendo ora dalla Val Tramontina.Chi è dunque il Diacono e cosa fa? Domanda interessante e difficile da spiegare in poche righe. Dobbiamo risalire agli Atti degli Apostoli (cap. 6), per avere una prima visione del perché si è reso necessario istituire questa figura: fondamentalmente la necessità del servizio ai poveri, è servizio (diaconia) della Carità. Oltre a ciò, i primi Diaconi (i primi sette, compreso S. Stefano patrono della nostra Diocesi e della comunità di Gradisca) si prestano alla evangelizzazione e l’amministrazione del Battesimo. Ecco quindi gli ambiti principali del Diacono: servizio della Carità, della Parola, dell’ Eucaristia, amministra il Battesimo, benedice le Nozze, accompagna i fratelli defunti all’ultima dimora. Da tener sempre presente che il Diacono non è un mezzo prete né un laico particolare. Per l’ imposi-zione delle mani del Vescovo, viene inserito nel Sacramento dell’ Ordine, in quello che chiamiamo terzo Grado: Vescovo, Presbitero, Diacono. Il Diacono viene ordinato non per il Sacerdozio, ma per il Ser-vizio, si capisce quindi che non è sua competenza consacrare il Pane e il Vino nell’Eucaristia, né assolvere dai peccati nella Confessione, però se vogliamo sbizzarirci con cristiana fantasia nel ricercare servizi per lui, ce n’è “a vonde”. Da dove è de-rivata l’idea di farmi Diacono? Non da me sicuramente, anche se ho sempre bazzicato attorno alla Parrocchia, sono anche un ex seminarista; la chiamata vie-ne solo da Dio, è Lui che ti pro-pone un qualche cosa di… altro; hai voglia di resistergli, alla fine vince sempre Lui con il Suo amore, ed io Gli sono sempre riconoscente, perché dalla po-vertà del mio essere, sa ricavare un po’ di bene.Spero di essermi presentato un pò discretamente anche se con un po’ di confusione, mi perdo-nerete e mi accetterete così come sono, pregando ovviamente per me, dando lode a Colui che è sorgente di ogni bene.

Don Tonino

il BenvenUtO dellA

COmUnità

Caro don Stefano,innanzitutto benvenuto!

Siamo davvero lieti di accoglierti nelle nostre comunità di Spilimbergo, Barbeano e Gradisca e gioiamo con te nel Signore per il compimento del tuo percorso vocazionale!Ci sembra ieri che don Natale ti ha presentato come studente del seminario, poco dopo è giunta l’ora del tuo accolitato, poi, mentre ti impegnavi già in Parrocchia, soprattutto nel servizio della catechesi e con il gruppo sposi, è giunto il momento della tua ordinazione a Diacono. Hai prestato questo servizio con zelo, e, tra un campo estivo e l’altro eccoti già consacrato dal nostro Vescovo ‘SACERDOS IN AETERNUM’.Come ti ha detto il Vescovo il 2 ottobre il compito che ti aspetta non è semplice, ma nello Spirito hai un alleato potente: a lui ti affidiamo perché la tua permanenza nelle nostre comunità sia feconda.Ognuno di noi ha grandi aspettative nei tuoi confronti, ti attendono con impazienza soprattutto i giovani e i capi dell’Agesci, i ragazzi dell’ACG con i loro animatori ed educatori, ma anche gli operatori della Caritas e i membri delle varie commissioni del Consiglio Pastorale, ma tu non spaventarti, siamo certi che saprai parlare al cuore di tutti e lavorerai con profitto accanto a ciascuno.Perché tu possa esercitare nella pienezza la tua vocazione sacerdotale, ti auguriamo di essere:pronto all’ascolto come Samule (1Sam 3,10)umile come Mosè (Es 3,11)appassionato come la sposa del Cantico dei Cantici (Ct 8,6)zelante come San Paolo (1 Cor 9,16)e di certo la tua presenza tra noi porterà abbondanti frutti.

Marco

I sei nuovi ministranti.

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13Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

ripartiamo da CristoAziOne CAttOliCA

convenuti all’assemblea dove sono seguite poi le elezioni per rinnovo delle cariche. Presenti anche molti genitori dei ragazzi dell’ACR com´è consuetudine ormai dopo l’avvio voluto a suo tempo sempre dalla Cinzia. In settimana si sono riuniti poi gli eletti a formare il nuovo consiglio per questo triennio, che hanno affidato unanimemente a Stefano Spagnolo la guida dell’associazione nominandolo presidente. A lui sono affiancati la stessa Giovanatto Cinzia quale vice presidente per gli adulti, Avoledo Paolo e Lucarelli Ramona per i giovani, Filipuzzi Katia e Bado Elisa per l’ACR.Le funzioni di Segreteria sono state affidate a Lovisa Maria Rosa che da quindici anni con assiduità ed impegno fa parte del Consiglio dell’Associazione con funzioni anche diverse ed alterne. La giornata trascorsa tutti insieme è stata utile a consolidare il gruppo e trovare quella giusta carica necessaria per affrontare la programmazione per il prossimo anno associativo.Tra gli impegni assunti intanto si provvederà alla ricostruzione pur sommaria della storia dell’associazione spilimberghese i cui primi passi come organizzazione formata trovano origine nei primi anni venti.

Caro don Simone, sei entrato silenziosamente nella vita della nostra comunità...A noi è stato affidato l’importante e significativo compito di accompagnarti nell’ultimo tratto di cammino verso il sacerdozio e poi nei primi anni del tuo ministero sacerdotale.Ricordiamo tutti come questo nostro duomo vibrava di emozioni quel 8 dicembre di 5 anni fa e, sicuramente, oggi vibra di emozioni diverse, ricche delle esperienze di fede e di vita vissute insieme a te.Abbiamo cominciato a conoscerti pian piano e i tuoi commenti alla Parola di Dio e le tue celebrazioni han sempre suscitato apprezzamento tra tutti i parrocchiani, tanto da sentir spesso dire “Ce bravo cal è, al fasarà strada...”. Non solo ci hai saputo coinvolgere nelle sante messe, ma le tue preziose e ben dosate conoscenze ci hanno permesso di scoprire momenti di fede, di storia e di cultura di intere generazioni che hanno pregato ed invocato lo Spirito all’interno di queste mura.Con semplicità e misurata discrezione ti sei inserito nelle varie attività parrocchiali, in particolare con la pastorale giovanile, dalle associazioni - Azione Cattolica ed Agesci - al catechismo, dalla preparazione del Grest alla sistemazione del nuovo nascente oratorio.Ognuno di noi potrebbe dirti grazie per un suo personale motivo speciale, ma credo che tutti, dai grandi ai piccini, possiamo rendere grazie per aver fatto strada con te...Ci lasci una eredità da continuare a custodire, ma soprattutto da coltivare e moltiplicare come i talenti di Gesù...

il SAlUtO A dOn SimOne

Abbiamo camminato fianco a fianco a te e tu fianco a fianco a noi, sia nei tanti momenti gioiosi che in quelli più faticosi e tristi, ti auguriamo di continuare il cammino carico delle esperienze vissute nelle nostre comunità parrocchiali di Spilimbergo, Barbeano e Gradisca nei luoghi dove il Signore ti porterà a vivere, mantenendo la stessa spontaneità e discrezione, parlando e testimoniando Gesù così come hai fatto con noi!Da tutti e da ciascuno, grazie don Simone...

Cinzia

il GrAzie di dOn SimOne.

Dall’omelia a conclusione del servizio come vicario parrocchiale (17 ottobre)…In occasione della mia ordinazione sacerdotale il Vescovo mi disse “Simone, non peccare mai contro la gioia” Una frase forte, attraverso la quale è passata e passa la mia vista di uomo e di prete…. Per me essere prete, oggi, vuol dire essere uomo di gioia…. Rendo grazie al Signore se sono riuscito a vivere questa esperienza di vita e a rendere testimonianza che incontrare la persona di Cristo e camminare alla sua sequela è oggi, attraverso tutto, motivo di gioia, nei colori, nelle luci, con la musica e le voci più mature che si intrecciamo a quelle più squillanti dei giovani; abbiamo voluto dare testimonianza nelle nostre liturgie che vivere la Fede è, anche nei gesti e nelle parole, un’opportunità per gioire. Ho sperimentato poi che vivendo con i giovani si raccolgono tante occasioni per poter gioire in maniera autentica: qui, oggi, ci sono giovani che hanno il coraggio di dire – non di gridare, ma di affermarlo con serietà – che essere credenti è motivo di gioia, e nei loro confronti mi sento debitore. Dico grazie agli educatori ed animatori dell’Azione Cattolica, per quel tempo speso bene e condiviso, e anche per quei momenti in cui abbiamo potuto vivere con serenità, senza fretta, il sapore dell’amicizia; e un grazie altrettanto sincero a tutti i Capi dell’AGESCI, i quali mi hanno accolto e voluto bene anche se non avevo le caratteristiche e la formazione vera d’un Assistente Ecclesiastico…Penso poi all’oratorio: sta sbocciando come un fiore, ed iniziano a riconoscersi i colori e a percepire la fragranza dei profumi…ogni fatica sarà sempre più piccola della gioia che è frutto dell’intelligenza, della lungimiranza, della collaborazione di tutti.Rendo grazie al Signore per quanti mi hanno aiutato ad essere portatore di gioia, per primi- voglio dirlo con forza - a don Natale e a tutti i parroci della Forania perché mi hanno dato una grande testimonianza: anche se anziani, a volte affaticati, spesso invitati a lavorare in vigne non molto gratificanti, annunciano con la loro vita semplice e coerente che essere prete è bello!...Signore ti affido la mia vita: in questi cinque anni ho cercato di essere un uomo e un prete di gioia. Perdona ogni volta che non ne sono stato capace; e il bene che ne è nato, accettalo e benedicilo.

STEFANO SPAGNOLO è IL NUOVO PRESIDENTE

Quest’anno la festività dell’Azione Cattolica, che viene celebrata in concomitanza della festa dell’Immacolata Concezione, ha visto l’impegno dei numerosi soci nel rinnovo delle cariche della sezione di Spilimbergo. Dopo la benedizione delle tessere in Duomo da parte di Mons. Natale durante la S.Messa, i soci si sono ritrovati per il pranzo sociale nei locali del centro “Mons. Tesolin” in grava, dove poi ha avuto luogo l’assemblea. La riunione è stata particolarmente importante anche perché si è provveduto al rinnovo completo delle cariche e degli incarichi in quanto sono ormai trascorsi i sei anni della presidenza Giovanatto, quindi non più rieleggibile a sensi dello statuto in vigore. Inutile sottolineare come Cinzia Giovanatto abbia caratterizzato questo suo ormai duplice mandato quale presidente dell’AC, e quindi quale prima responsabile del gruppo spilimberghese, condotto con tanta simpatia, tenacia e continuità e soprattutto attaccamento all’associazione che lei conosce bene per averla frequentata fin dagli anni della fanciullezza ed essendosi impegnata al riguardo con entusiasmo e dedizione, guadagnandosi il plauso e la cordialità non solo dei soci AC ma un po’ di tutta la parrocchia.Ha ringraziato tutti per la collaborazione e com´è nel suo stile, ha confermato: “Non ho fatto questo cammino da sola ma grazie a tutti gli aderenti e con il continuo costante e frizzante contributo del consiglio parrocchiale e del gruppo educatori”. Nota è poi la sua attenzione sempre prestata nel calibrare forme e linguaggi della proposta associativa adatta a tutti.Nei passaggi della sua relazione, che ha tenuto conto di tutti i settori, si è soffermata anche sulla esperienza vissuta a fine ottobre a Roma con l’ACR e i giovani dal Papa, dove la nostra delegazione “ha provato una forte emozione per ricaricare le pile per i prossimi anni”. Una settantina i soci iscritti a Spilimbergo, in gran parte

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ripartiamo da CristoAGeSCi sarebbe stata una bella esperienza…ma non così bella come

alla fine si è rivelata!Il primo giorno forse un po’ spaesati ci siamo avviati verso i padiglioni dove abbiamo trovato i Nostri bambini e ragazzi.Con loro abbiamo giocato, abbiamo cercato di dar loro qualcosa di bello e diverso… in cambio abbiamo ricevuto una gioia maggiore.Siamo stati subito accolti a braccia aperte dai ragazzi che, anche se non consapevolmente, ci hanno guidati, ci hanno fatto capire che in realtà non dovevamo sforzarci di essere qualcosa di diverso o migliore, ma che dovevamo semplicemente “aprire il nostro cuore e lasciarci guidare”.Ed è proprio così che giorno dopo giorno ci siamo affezionati a loro, ai loro caratteri, modi di fare, sorrisi e soprattutto alla loro grande forza!E questa forza dava a noi la gioia e la voglia di fare ogni giorno del nostro meglio, di cercare di dare ogni giorno qualcosa in più.Non potete immaginare l’ansia e la preoccupazione che c’erano dietro le quinte di “Pinocchio”.Volevamo assolutamente che riuscisse bene e quegli occhietti luccicanti quelle manine che applaudivano sono stati la prova, l’ennesima prova, che gli scout di Spilimbergo hanno lasciato davvero qualcosa di bello a Bosisio, ma sono stati anche la conferma che tutti i bambini e i ragazzi hanno dato davvero qualcosa di grande a quei 12 scout che solo pochi giorni prima erano partiti da Spilimbergo convinti che fosse solo un’avventura!A Bosisio con i Nostri bambini abbiamo vissuto emozioni uniche, irripetibili che porteremo sempre nel nostro cuore!

VACANzE DI BRANCO IN uN CREATO DA DIFENDERE.

Dal 8 al 13 Agosto scorso a Campone di Tramonti di Sotto il Branco Dhâk del Gruppo Spilimbergo 2 si è immerso nell’allegorica avventura di Elzéard Bouffier, un esemplare pastore protagonista del racconto “l’Uomo che Piantava gli Alberi” dello scrittore francese Jean Giono. La colorata armata di lupetti ha preso parte alla paziente missione del solitario pastore di “rimboschire” un’intera arida vallata ai piedi delle Alpi, vicino alla Provenza, nella prima metà del XX secolo, senza mezzi tecnologici ma con la sola perseveranza e fiducia nella Divina Provvidenza. Osservando da vicino e toccando con mano il meraviglioso creato, i lupetti hanno sperimentato le più disparate tecniche per classificare le piante, conoscerne nomi e caratteristiche e soprattutto averne cura, come il branco già fa con il Parco Scout in cui “caccia” ogni sabato pomeriggio e che concretamente, al ritorno da questa avventura, si è impegnato a infoltire di nuove piante. Superate le difficoltà e il grave rischio di vedersi il bosco rinato in mano agli sfruttamenti economici, i lupetti hanno aiutato Elzéard a riportare la vita in luoghi in cui prima c’era solo odio e aridità.

giorno e infine il 31 luglio con uno spettacolo di giocoleria ed esibizioni. L’evento si è concluso con la celebrazione di una bella Messa che ha rilanciato l’invito del campo a salpare nella barca di Dio. Il campo è stato anche l’occasione per scoprire il paesaggio che ci circondava, il Parco Nazionale d’Abruzzo, diverso dai luoghi in cui siamo soliti andare.Il Reparto Spilimbergo 1 si è spinto in un percorso molto suggestivo e tranquillo, lungo il quale è possibile scorgere qualche animale tipico della fauna del luogo, come cervi o camosci. Il sentiero giunge al lago vivo… ma non lasciatevi ingannare dal nome: questo deriva dal fatto che essendo il bacino di un ghiacciaio questo è sempre in continuo mutamento durante l’anno.L’avventura dei tre reparti è continuata fino al 5 agosto con la partecipazione alle botteghe per conoscere e/o sperimentare le proprie competenze in diversi ambiti. Particolari e originali sono state le botteghe tenute dal corpo forestale sulla salvaguardia dell’ambiente, l’antibracconaggio, le analisi delle acque e del suolo e su come difendersi dal pericolo di incendi e i controlli nell’agroalimentare.Sono bastati questi pochi giorni per lasciare un segno indelebile nel cuore di tutti, un insieme di avventure, nuove amicizie, nuove scoperte impossibili da dimenticare, che hanno permesso ai nostri reparti di uscire dal proprio “guscio” e conoscere altri modi di vivere lo scoutismo.E dopo un grande viaggio, siamo tornati a casa con grandi soddisfazioni… pronti a spiegare le vele.

Sq. Squali - Spilimbergo1

BOSISIONON SOLO uNA SEMPLICE AVVENTuRA…

Era il 29 agosto quando un gruppo di ragazzi, di scout, è partito da Spilimbergo, dal Friuli, per una nuova avventura. Forse non sapevamo cosa ci aspettava alla Nostra Famiglia di Bosisio, ma eravamo sicuri di voler servire.Eravamo sicuri della nostra scelta ed eravamo convinti che

del Sud Est Asiatico stavano spazzando le macerie, non solo materiali, degli anni bui delle dittature fasciste.La Comunità Capi Spilimbergo 1, cogliendo il segno dei tempi straordinari che stiamo vivendo, ha messo a punto una sperimentazione che riguarda il modello educativo e formativo in particolare dei Giovani Adulti.La Scelta di abbandonare la Strada sicura e consolidata che tutti conoscono non è stata facile, ma è nata dalla necessità, individuata durante la stesura del Progetto Educativo, di mettere mano ai modelli di Comunità degli adulti: il Clan e la Comunità Capi.Quello che stiamo facendo è un mettere insieme i Rover e le Scolte in cammino verso la Partenza e gli Adulti in formazione in un’unica comunità di Adulti animata dai Capi più anziani: questo perché questa crisi ci obbliga a trovare delle risposte agli interrogativi che oggi Giovani Donne e Giovani Uomini di un mondo nuovo stanno ponendo alle generazioni che li hanno preceduti; e queste generazioni hanno l’obbligo di fornire delle risposte nuove e non scontate e che non guardino indietro con sospiri nostalgici. Dobbiamo andare là dove altri non sono mai andati, perché oggi c’è una forte necessità di discontinuità rispetto a quello che c’era fino a ieri. C’è la necessità di reinventare l’organizzazione dell’Associazione, piccola comunità, perché l’organizzazione è il mezzo con cui si educa attraverso un metodo e il metodo è il linguaggio che nello scautismo mette insieme bambini, ragazzi, giovani e adulti nel branco, nel reparto e nel clan.Quello che stiamo facendo, in sintesi, è riscoprire e aggiornare una delle parole maestre dello Scautismo: essere Uomini e Donne di Frontiera. La Frontiera non è un confine, perché un confine è un luogo fisico, delimitato da fiumi o dai monti. La Frontiera, per uno Scout ed una Guida, è un limite che sta nella testa dell’Uomo e significa vincere la pigrizia, scambiata per certezze, che il quotidiano consolidato può darci.Da Esploratori e da Guide non possiamo esimerci dall’abitare la Frontiera, e la prima Frontiera da superare per chi fa Scautismo è quella di immaginare un Uomo Nuovo che sia pronto a vivere questo mondo, così diverso da quello che c’era prima della crisi.

Gigi Sedran

BARREA 2010 – CAMPO NAzIONALE NAuTICO

I reparti del Friuli-Venezia Giulia Spilimbergo 1, Cormor 1 e Fiumicello 1 hanno partecipato all’evento nazionale nautico, come conclusione dell’iniziativa Avanti Tutta - un percorso durato 2 anni all’insegna di attività nautiche.Dopo dieci ore di viaggio siamo arrivati in Abruzzo sulle rive del lago di Barrea (AQ), pronti per festeggiare il centenario dello scoutismo nautico, fondato nel 1910 dal fratello di Baden Powell.Hanno partecipato al campo oltre 1200 persone tra capi e ragazzi dal 29 luglio al 1 agosto.Come in un campo tradizionale abbiamo costruito gli angoli, organizzato i fuochi serali, senza dimenticare le attività in acqua. Il centenario vero e proprio è stato festeggiato prima con una veglia sotto le stelle, poi con un grande gioco durato tutto il

EDuCARE IN TEMPI DI CRISI.

Il primo decennio del millennio ci ha fatto conoscere gli effetti peggiori della globalizzazione e si sta concludendo con una crisi globale che ha effetti anche devastanti sulla vita delle comunità e delle persone: il mondo non sta cambiando, ma è GIA’ cambiato.“Crisi” (stato transitorio di particolare difficoltà o di turbamento, nella vita di un uomo o di una società): in ogni telegiornale, nei posti di lavoro, nei locali come ai banchi della bottega; tutti ne parlano con rassegnazione: nei luoghi di tutti i giorni si vive un lacerante conflitto fra conservazione dell’esistente e necessità di cambiamento per adeguarsi al mondo cambiato.Una crisi di dimensioni globali, se non è accompagnata da una visione di Speranza nel domani, diventa depressione non solo economica, ma anche sociale, culturale, spirituale. Insomma investe la persona in tutte le sue varie dimensioni, la quale trova difesa in due modi: chiudendosi nelle certezze della tradizione del passato (mettendosi così fuori dai tempi) o sperimentando strade nuove, innovative, in discontinuità col passato (visione del futuro e del progresso).Nel corso dei suoi 104 anni di vita, lo scautismo ha sempre saputo trovare nuovo slancio proprio nei momenti di grandi crisi: infatti il suo consolidamento avviene subito dopo la Grande Guerra e la sua diffusione a livello mondiale, accompagnata da una forte spinta di innovazione metodologica, avviene dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando l’Europa e buona parte

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ripartiamo da CristoPelleGrini in PAleStinA PelleGrini in PAleStinA

è tutto attestato in una pergamena offertaci da don Natale che presiedeva la celebrazione. Ancora oggi facciamo spesso riferimento a Cana, dove, quasi 2000 anni dopo, abbiamo condiviso propositi e promesse con quegli sposi del Vangelo che avevano tra i loro invitati Gesù e sua Madre. E comunque Gesù e sua Madre continuano ad essere testimoni ancora oggi di ogni nuova unione. A Betlemme... c’è il Caritas baby hospital che assiste bambini da pochi mesi a 12 anni: i nostri occhi impietosamente hanno guardato questa umanità indifesa, incolpevole, fino a riempirsi di lacrime... ma poi sappiamo essere generosi. Proprio lì abbiamo celebrato il Natale! E’ stato bello condividere tutto con gli altri del gruppo, perché eravamo anche un bel gruppo di persone e nessuno ha avuto fastidi o causato problemi ai responsabili; li dobbiamo proprio ringraziare per la dovizia di particolari e per il bagaglio di conoscenze che hanno messo a nostra disposizione... ma non è stata né una gita, né una vacanza: dalle levatacce all’alba in certe mattine (giusto il tempo di far colazione), fino a sera, dopo aver camminato, guardato, visitato, pregato, sali e scendi dal pullman, caldo, sete e poi arrivare all’albergo e sentirsi “consigliare” di non andare a fare la doccia prima di cena,

perché ci sono altri gruppi che aspettano e ci farebbero tardare (era prevista un’altra uscita per il dopocena per chi voleva)...la doccia a notte inoltrata dunque! è stato un pellegrinaggio anche dal punto di vista dei rapporti umani (all’aeroporto di Verona, in attesa di partire, con i controlli che facevano vuotare le tasche e non solo, e levare scarpe e calzini, abbiamo visto don Chino infilare un dito a mò di calzascarpe per aiutare uno “sconosciuto” a rinfilarsi la scarpa), e i nostri giovani che si avvicendavano a fare da chiudipista al gruppo e aiutavano così nelle “retrovie” quelli che erano in difficoltà: GRAZIE. Noi ripartiremmo volentieri, e in attesa di un’altra occasione, ascoltiamo ogni volta che è possibile e con disposizione nuova, la Parola che ogni domenica ci fa rivivere quanto abbiamo passato: ora possiamo dare un significato geografico e non solo, alla Buona Novella che è il Vangelo.

Olinto e Ilvia Contardo

una testimonianza quasi involontaria, una bella esperienza! I nostri occhi si sono posati su panorami già visti in foto o in filmati, ma ora vivi, dove poter indugiare e cercare e portare via; abbiamo camminato su strade che non sono più quelle dei tempi di Gesù, e noi lo stiamo cercando; abbiamo visitato chiese e basiliche, per sentirci raccontare le nostre origini. è un sovrapporsi di sensazioni: don Laurita e anche don Chino Biscontin ci hanno spiegato ogni luogo visitato, ci hanno detto che non ci sono certezze sempre e per ogni cosa, ma siamo in presenza di scavi, di reperti, di rotoli ritrovati che riconducono e posizionano i vari passaggi e azioni di Gesù in quei luoghi; i riferimenti che i Vangeli ci danno possono trovare una collocazione quasi precisa (forse non proprio qui, ma nei paraggi!). A Nazareth abbiamo trascorso una serata nel convento dove Charles de Foucauld è vissuto per tre anni in incognito, svolgendo lavori di giardinaggio per le Clarisse che lo ospitavano... voleva forse capire il segreto di Nazareth, quei trent’anni di Gesù passati nel silenzio? E Gerusalemme, città di grandi contraddizioni, alla cui vista Gesù ha pianto; dove solo l’attraversare una strada può farti passare da un mondo ad un altro; città nel cui panorama spiccano le cupole dorate

delle moschee, oltre alle chiese e ai cimiteri di sassi. Si può solo cercare di capire: al Santo Sepolcro abbiamo visto chiudere la porta principale con tre mandate, una per ogni rappresentante di tre religioni e poi la chiave viene conservata da un quarto rappresentante, il mussulmano. La basilica del Santo Sepolcro è costruita sulla collina del Calvario o Golgota, collina fatta scavare da Costantino per edificare nel luogo dove Gesù è stato crocifisso e la tomba di famiglia di Giuseppe di Arimatea nella basilica...è vuota!Abbiamo pregato insieme, dalle Lodi del mattino ai Vesperi della sera, abbiamo partecipato alla Via Crucis in varie Stazioni a Gerusalemme, e alla processione nella basilica del Santo Sepolcro.A Nazareth eravamo in tanti in pellegrinaggio e abbiamo partecipato insieme ai giovani del posto, molto motivati e coraggiosi, alla processione aux flambeaux, che organizzano ogni sabato per le strade che circondano la basilica dell’Annunciazione; abbiamo pregato e cantato con loro nelle varie lingue, abbiamo dato testimonianza di unità, un abbraccio tra fratelli di provenienze diverse. (Abbiamo ricevuto più di quello che abbiamo dato). A Cana, noi coppie di sposi abbiamo rinnovato le promesse matrimoniali in una breve liturgia davanti agli altri pellegrini;

riPArtiremmO vOlentieri

Nelle nostre famiglie non c’era tradizione di pellegrinaggi, ma una volta all’anno ci si recava per devozione, per penitenza a “Madone di mont” (Castelmonte). Poi da giovani andavamo col Parroco in “corriera” a Barbana, a Sant’Antonio a Padova, a Monte Berico; per noi erano gite, allora non c’era altro. Un pellegrinaggio vero e proprio ci è stato proposto nel 2006 proprio in Terrasanta, da ex compagni di seminario e ci eravamo iscritti... ma è scoppiata la guerra nel frattempo e tutto è finito lì. Poi, fra le proposte per ricordare i 600 anni di parrocchia, don Natale suggerisce di andare alle origini della nostra fede: Concordia... Aquileia... Terrasanta. Finalmente! Da quel momento, ogni cosa che dovevamo programmare doveva essere collocata prima o dopo il pellegrinaggio in Terrasanta. E poi ricordiamo la preparazione con la nostra guida, don Laurita, le sue raccomandazioni... la commozione durante la visione dei filmati che ci mostrava, i documenti da rinnovare...poi ancora cercare le musiche per i canti che don Natale e don Simone avevano scelto per caratterizzare ogni celebrazione! Infine siamo partiti e... siamo tornati: è stata una ricerca diversa,

Nell’ordine dei numerosi appuntamenti individuati per celebrare con vivo interesse e partecipazione, durante questo 2010, i seicento anni di cammino della nostra parrocchia dall’anno della sua fondazione 1410, in rappresentanza di tutta la comunità, quaranta spilimberghesi, tra cui adulti, coppie sposi e giovanotti, si sono fatti pellegrini recandosi ai luoghi di origine della nostra fede, la Terra Santa.Accompagnati da don Natale, guida paterna, don Simone, guida fraterna, don Roberto, guida biblica e spirituale che assieme a don Chino ha aiutato i pellegrini nella comprensione immediata della Parola di Dio durante le varie escursioni, sono felicemente rientrati dopo aver colto significativamente e con profondità tanti aspetti della concretezza con cui Dio si è inserito nella storia umana.Una esperienza questa, del pellegrinaggio, formidabile, ricca di emozioni, che ha lasciato non poca nostalgia nel cuore di ciascuno essendosi rivelata una grande occasione di fede, di studio, di amicizia consolidata non senza sentimenti di attenzione e di solidarietà verso i più sfortunati che vivono in quella terra che, pur essendo espressione di pace per tutti, reca ancora evidenti segni di povertà, di dolore e di lacerazione.

Il deserto di Giuda

La dimora di Erode Il Grande.

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ripartiamo da Cristopresenti che mi sono sentito a casa, che ho sentito un pezzo di me appartenere alla Terra Santa e viceversa. Una Terra travagliata da sempre, come la Chiesa, come l’Uomo, come Me. Una Terra dove si trova tanto odio quanto amore nelle persone, come nella Chiesa, come nell’Uomo, come in Me. Una Terra con tanti diversi popoli, diversi per cultura, per religione, per arte, per lingua, ma così uguali nelle emozioni, nei pensieri nel desiderio di appartenenza a quella Terra, come è la Chiesa, come è l’Uomo, come sono Io.Una Terra che proprio perchè così divisa, così ricca di differenze e così ricca di emozioni umane (dalle più alte alle più basse) è AMATA follemente da Dio, come la Chiesa, come l’Uomo, come ME.Ed è così, sentendomi parte di Gerusalemme, parte della Chiesa e dell’Umanità, ho trovato parte di Me, scoprendo che anche in me c’è la guerra, c’è l’odio, c’è bassezza ed egoismo, ma anche in me c’è amore, gioia, fratellanza e santità... ma soprattutto anch’io sono amato follemente da Dio, nonostante le bassezze e i peccati. Una avventura che non si esaurisce più, perchè in questa parte di me che chiamo Terra Santa, la Parola attinge continuamente con nuove relazioni, nuovi pensieri, nuove immagini, nuove preghiere, nuova Fede. Un cammino di Fede, una Fonte Inesauribile di Fede e di acqua a cui attingere.Per questo il pellegrinaggio continua, per questo è una Terra in espansione, per questo ho una nuova consapevolezza, quella di essere amato profondamente, e una nuova visione verso l’uomo, una visione di Amore soprattutto della diversità e della povertà di spirito umana... un Amore come quello di Gesù, che piange alla vista di Gerusalemme, per la sua lontananza da Dio, ma non può fare a meno di correrle incontro per abbracciarla dalla croce, come per la Chiesa, come per l’Uomo, come per Me.

Paolo Avoledo

gestivo da farti venire un groppo in gola.Ma eccoci finalmente a GERUSALEMME, dentro le sue mura, Il Monte Sion il monte dimora di Dio, casa del Signore. Vicino c’è il Getzemani, il giardino fiorito, olivi secolari. Li c’è la basilica che custodisce la Roccia, la pietra dell’agonia protetta da un recinto in ferro battuto che non ci ha impedito di prostrarci e baciare con rispetto e devozione quella pietra santa.A Gerusalemme tre sono le pietre che abbiamo venerato. Sono conservate nella Basilica della Resurrezione. La pietra del Cal-vario dove è stata issata la croce, il patibolo di Gesù e le due pietre che hanno ricevuto la nostra umile e disarmata prostra-zione: la pietra dell’unzione del corpo di Gesù, che profuma ancora di nardo e la pietra della Risurrezione, la pietra della tomba vuota. Anche noi siamo testimoni della tomba vuota. Da qui è cam-biato il mondo, è cambiata la storia.Noi oggi vogliamo farvi partecipi di questo nostro pellegri-naggio nella certezza che come dice Isaia:

“Il sole non sarà più la tua luce di giornoné ti illuminerà più il chiarore della luna.Ma il Signore sarà per te luce eterna,il tuo Dio sarà il tuo splendoreIl sole non tramonterà più, né la tua luna si dileguerà;il Signore sarà per te luce eterna; saranno finiti i giorni del tuo lutto.”

Mario Concina

Una goccia di terra Santa

Quando mi è stato chiesto di fare questo articolo credevo sa-rebbe stato molto facile redigerlo, d’altronde avrei così tanto da raccontare...ma più provo a mettere in inchiostro le imma-gini, le emozioni, i pensieri, le preghiere che lego alla Terra Santa, più trovo difficoltà nel condensare anche una goccia di Terra Santa su questa pagina! E’ così perchè la Terra Santa è cominciata col Pellegrinaggio ma non è finita laggiù...sembra un pensiero sgrammaticato, ma quando parlo di Terra Santa,

parlo di me stesso!Mi spiego meglio: durante il pellegrinaggio ci siamo sì incontrati con i luoghi di un tempo passato in cui Gesù ha calcato le sue impronte e amato la gente che incontrava, ma soprattutto abbiamo incontrato i luoghi e le persone vive che ora Gesù ama e a cui cammina accanto, in tempo che non è passato ma è presente!Ed è in quei luoghi, tra quei volti reali e

sole che ci fiaccava.Un’altra e ancor più forte emozione davanti la Pietra di TAB-GA: come non ricordare quella grande pietra, più viva che mai, dove Don Natale e Don Simone si sono inginocchiati per primi, e si sono prostrati col capo fino a terra per con-fermare come Pietro, nello stesso luogo, la loro fedeltà a Dio, alla Chiesa e a Pietro stesso il Papa, invitandoci e ricordandoci di fare altrettanto nel silenzio, nel rispetto quale impegno so-stanziale e non formale. Una pietra fondamento della chiesa, conservata dentro una umile chiesetta lambita dalle onde del lago di Tiberiade.Eccoci poi a BETLEMME scendere nella cripta, nel luogo dove è nato Gesù. Lì uno dopo l’altro, in silenzio a inginoc-chiarci a baciare un’altra pietra, tutta rivestita d’argento, a for-ma di stella, quasi a proteggere la preziosità di quel sasso che noi uomini, nella nostra povertà, assieme al seno di Maria, abbiamo donato a un Dio perché potesse scendere tra noi e donarci il mistero della sua Infinità. Una pietra analoga la ba-ceremo anche a Ain Karin, dove nacque Giovanni Battista, la pietra del Magnificat di Maria in visita alla cugina Elisabetta.Un altro appuntamento, un’altra pietra al Monte degli Uli-vi, una pietra venerata da cristiani e mussulmani, la pietra dell’ascensione, reca ancora una impronta, si dice sia quella del piede di Gesù.Nella valle del Cedron eccoci scendere nella tomba da dove Maria è stata assunta in cielo. Qui c’è una pietra corrosa da se-coli e dalla pietà dei fedeli che ne hanno asportato pezzetti nel loro peregrinare, la pietra dove era adagiata Maria, c’è un foro

simbolico sul tet-to di questo luo-go santo. E noi eravamo lì, con la candela accesa in mano, un luogo di preghiera, di devo-zione e di santità, tutto particolare, un luogo semplice ma grandemente sug-

le Pietre di terrA SAntA

Un’esperienza unica struggente che per tanti versi ci ha emo-zionati e appassionati da rasentare la commozione. Quante meraviglie davanti ai nostri occhi! Peraltro sottoline-ate da momenti di meditazione e di riflessioni sapientemente guidate riflettendo sulla Parola di Dio, nei brani che sentiamo proclamare ogni domenica a messa dall’ambone. Tanti appuntamenti che, tra una meraviglia e l’altra, tra uno stupore e l’altro, ci hanno permesso di condividere giorni ed emozioni in amicizia e vicinanza sempre più intensi. Appun-tamenti che ci hanno permesso di lodare Iddio proprio nei luoghi dove si è incarnato il Mistero, dove Dio ha voluto come persona fisica entrare nella storia degli uomini.Il nostro pellegrinaggio in Terra Santa – a nome di tutta la parrocchia – non è stato un viaggio turistico o di relax, ma un andare incontro, andare verso… quegli eventi che hanno inci-so nella storia del mondo e quindi la nostra storia, anche quella personale. Un andare rispettoso, attento e pieno di aspettativa, lungo quelle strade, quei luoghi straordinari, attraversando de-serti e luoghi aridi, soffermandoci puntualmente sopra quelle pietre che Gesù stesso ha calcato 2000 anni fa.Non una visita a musei, a monumenti, a incanti della natura (anche quelli sì) ma soprattutto un salire continuo, anche nel-la suggestione, se volete, un salire verso Gerusalemme, verso

il Monte Sion. Pietre che ormai sono im-presse oltre che nelle foto, nella memoria e nello spirito di ciascu-no, quelle stesse pietre su cui è fondata una storia nuova. Pietre…, non concet-ti…, non parole ma concretezza. Eccoci allora al

MONTE CARMELO (la Madonna che noi veneriamo a Spilimbergo è quella del Carmelo) luogo sacro fin dalla più lontana antichità. Qui c’era il profeta Elia, dove Dio si è mani-festato in maniera eclatante quale il più grande di tutti gli altri dei. Luogo che gli egiziani chiamavano già MONTE SAN-TO.NAZARET la grotta dove “hic Verbum caro factum est” Qui il Verbo si è fatto carne. Ci siamo inginocchiati davanti a quella pietra, basamento della casa dell’annunciazione, della casa di Maria, la casa dell’“Eccomi”.MONTE TABOR. Il monte della gloria di Dio… “Il Tabor e l’Ermon cantano il tuo nome”canta il salmista, e lo abbiamo cantato anche noi. Qui dove Gesù si è trasfigurato, ci siamo inginocchiati davanti a quella roccia sotto l’altare.E dopo Naim e Cana eccoci al santuario delle Beatitudini quindi a CAFARNAO: solo pietre, le pietre del basamento della Sinagoga dove pregava Gesù, dove lui ci ha assicurato “Il Padre mio vi darà il pane vivo disceso dal cielo”. Una emozio-ne forte! non abbiamo capito se era suggestione o il calore del

PelleGrini in PAleStinA

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20 21Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

“Penso che per quanto riguarda l’iconografa e lo spazio sacro il problema non sia contenutistico se privilegiare la passione o la risurrezione, ma pragmatico nell’ordine performativo, che cioè fa ciò che dice. La difficoltà del convegno è stata proporre questo livello di riflessione nuovo nella cultura teologica e anche antropologica. John Searle (filosofo statunitense noto per i contributi alla filosofia del linguaggio e della mente) in sintesi dice che x vale y in un contesto ct, ovvero un’opera dice altro nei vari contesti. Il contesto liturgico in tutti i suoi linguaggi tende a rendere attuale la memoria dell’evento fondante. I linguaggi dello spazio e dell’icona non devono informare, ma convertire in un atto pragmatico di esperienza”. Difficilmente l’arte sacra cristiana può prescindere da una qualche forma di raffigurazione almeno di simboli, che tuttavia spesso sanno di astratti concetti cui rimandano: del divino innominabile eppur presente, (dall’alto dei cieli nel barocco), del divino fatto uomo e uomo fra gli uomini (Giotto, Masaccio, Donatello, Caravaggio) fin riscontrabile nei volti drammatici del più triste novecento (Rouault, Picasso, Munch), come hanno evidenziato Cristiano Tessari e Andrea dall’Asta. Se da una parte sta la “tradizione”, dall’altra sembra arrendevole la rinuncia dell’informale ad identificare il divino altro che in astratti rapporti di luce e colore, quasi una sorta di primitiva creazione. Una specie di fruscio di colore a sostituire le vecchie colombe dello Spirito Santo?Eppure abbiamo bisogno di riconoscere l’incarnazione e trovare prezioso il senso del vivere. Dunque è l’arte, quando è tale e rispecchia il divino, accanto e intorno alla solida fermezza del rito religioso, che può meglio tracciare la storia, tutta e di tutti, sempre perciò inesplorata. Un’arte coniugata con il sublime che ci introduce nel sacro, ci avvolge nel sottile sussurro della meraviglia che racconta la nuova alleanza tra Dio e l’uomo. Ma non tutta l’arte può essere sacra.

TENTANDO UNA PRIMA SINTESIIl convegno non ha trovato tutte le risposte ai quesiti di partenza ma, come detto da mons. Tiziano Ghirelli, è stato straordinariamente importante ed encomiabile, perché è ora che la Chiesa affronti pienamente il problema dell’arte e architettura contemporanea per la religione. Su questa frontiera dall’orizzonte sempre più ricco di possibilità, anche tecnologiche, ma incerto e con esiti spesso non esaltanti o comunque discutibili sul piano del linguaggio, il Duomo

le nUOve PrOSPettive dell’Arte SACrA

Il coraggio di guardare il passato, anche i nostri 600 anni di chiesa, sarebbe vano se non vi si cogliessero le tracce della Verità e il pensiero di un futuro migliore avrebbe vana la speranza senza credere nelle possibilità del Bene. Così nel quotidiano, il fare appare poco dignitoso senza modi e contesti con un po’ di bellezza e poesia, questo a maggior ragione nell’ambito dell’arte sacra.Bisogna varcare la soglia: entrare nel recinto del sacro, nel luogo del dialogo col divino, nella logica del Logos dove confrontare le nostre misure e purificare le nostre paurose miserie. Che cosa aiuta a rendere vitale e vivificante tutto ciò? Uno spazio adeguato per la dignità e la preziosità dei gesti rituali cui sentirsi naturalmente partecipi; un linguaggio d’immagini e luci che attraverso la familiarità di canoni culturali e cioè la comprensibilità, consenta di assaporare l’origine trascendente della bellezza e di condurci su orizzonti di Verità; una sincera umiltà come atto che consente di aprire le porte interiori perché circoli l’aria sempre nuova del Bene e della piena umanità.

CONTINUANDO IL DIBATTITOA margine del convegno don Roberto Tagliaferri ribadisce che il problema per le opere d’arte sacra non è tanto il contenuto, ma il fatto che spazi e immagini per il sacro siano “performanti”, cioè aiutino a fare un’esperienza religiosa.

DIOCESI DI CONCORDIA-PORDENONEPARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE SPILIMBERGO

Sabato 20 novembre 2010SPILIMBERGO

Convegno

ARTE E ARCHITETTURA LINGUAGGI PER LA FEDE

Sala di piazza Duomo ore 9.00 – 17.00

relatori: OVIDIO POLETTO vescovo CRISTIANO TESSARI ROBERTO TAGLIAFERRI GIORGIO DELLA LONGA PAOLO GOI DANILA VENUTO CECILIA DE CARLI TIZIANO GHIRELLI ANDREA DALL’ASTA

patrocinio: Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana

Provincia di Pordenone

sostegno: Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone

collaborazioni: Scuola Mosaicisti del Friuli

UCIIM-Friuli Venezia Giulia

Comune di Spilimbergo

MOSTRA DI MOSAICI A CARATTERE RELIGIOSO chiesa di San Rocco 20 novembre 2010 – 9 gennaio 2011 aperta tutti i giorni dalle ore 9 alle 18

In attesa della pubblicazione degli atti con tutti i pregnanti interventi dei relatori, riportiamo alcuni passi dell’intervento introduttivo del nostro Vescovo.

Rivolgo il mio saluto cordiale e rispettoso a tutti i convegnisti, alle autorità, ai relatori e il mio ringraziamento ai promotori e sostenitori di questo evento, che si colloca all’interno delle celebrazioni per i 600 anni della parrocchia di Santa Maria Maggiore in Spilimbergo.è stato scritto, alcuni anni fa, che tra arte e fede c’è la voglia di ricominciare. Ci si era accorti che qualcosa non andava per il verso giusto. C’è un discorso di Paolo VI agli artisti che fa riferimento a questa situazione. Era il 7 maggio 1963. Sembra l’emblema di una volontà di riconciliazione tra universo della fede cristiana e sistema dell’arte. Vale la pena citarne qualche riga: “Abbiamo bisogno di voi… Siamo sempre stati amici. Ma come avviene tra parenti, come avviene tra amici, ci si è un po’ guastati. Non abbiamo rotto, ma abbiamo turbato la nostra amicizia… Voi ci avete un po’ abbandonato, ma riconosciamo che anche noi vi abbiamo fatto un po’ tribolare… Noi dobbiamo ritornare alleati”.Non è certo competenza mia avventurarmi dentro la storia del rapporto arte-fede. è argomento da esperti. Tra le potenzialità espressive dell’arte e la spiritualità della fede cristiana il rapporto è sempre stato profondamente dialettico e assai articolato. Mi ha fatto pensare una affermazione del Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. In un suo recente intervento, dopo aver citato il pittore Georges Braque che dice: “L’arte è fatta per turbare, mentre la scienza rassicura” pone l’interrogativo se oggi c’è una divaricazione tra la fede (o più generalmente tra la trascendenza) e l’arte. E continua: “Ai nostri giorni l’arte vuole ancora turbare, ma lo fa solo scandalizzando e provocando, non più inquietando le coscienze, le menti e i cuori, costringendoli ad affacciarsi sull’abisso dell’Infinito, dell’Oltre, dell’Altro” (Osservatore Romano, 17.11.2010) Questa constatazione meriterebbe un

confronto ampio. A me ora basta semplicemente sottolineare l’importanza dell’arte e più in generale dei beni culturali che la Chiesa pone al servizio della sua missione. L’arte diventa espressione umana dell’inesprimibile divino. Potremmo dire: la “bellezza che salva” è Cristo; la bellezza che deve sostanziare il credente è la santità; la bellezza che permette di andare al di là dei confini del finito è quella dell’arte. In tal senso l’arte è un bene umano al servizio della missione della Chiesa, al servizio della fede. L’arte religiosa “è un grande libro aperto, un invito a credere al fine di comprendere. Con bellezza sacrale attrae a sé lasciando intuire che è il Signore a venire verso ogni uomo, così come essa si accosta ai propri fruitori, disponibili anche alla riflessione religiosa, anche alla commozione”. (Giovanni Paolo II, 1981).La Chiesa trova nell’arte motivo di stupore e nello stupore l’atteggiamento favorevole per aprirsi ai divini misteri. Per questo invita gli artisti ad una creatività capace di meravigliare. “La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani – scriveva ancora Giovanni Paolo II nella lettera agli Artisti il 4 aprile 1999 – sia tale da destare in esse lo stupore. Di fronte alla sacralità della vita e dell’essere umano, di fronte alle meraviglie dell’universo, l’unico atteggiamento adeguato è quello dello stupore”. Quante opere artistiche, quanti edifici sacri, come lo stupendo Duomo di Spilimbergo, suscitano stupore!Esprimo l’auspicio che il Convegno offra l’opportunità di comprendere ancora di più l’interna connessione che lega la ricerca della bellezza dell’arte con la ricerca della verità e della bontà. Contemporaneamente auspico che la comunità cristiana di Spilimbergo e la città tutta abbia sempre consapevolezza del privilegio di essere città dotata di un patrimonio artistico notevole e di essere erede di una storia religiosa con profonde radici che la interpellano a custodire gelosamente la sua identità.

+ Ovidio Poletto Vescovo

Un convegno storico: “arte e architettura linguaggi per la fede”

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mOStrA di mOSAiCi

La Scuola Mosaicisti del Friuli, in collaborazione con la Parrocchia di Spilimbergo, a corredo del convegno

sull’arte e l’architettura sacra e per i 600 anni di Chiesa locale,

ha organizzato una mostra di mosaici a tema religioso,

allestita nella Chiesa di San Rocco a Spilimbergo,

aperta al pubblico da novembre 2010 a gennaio

2011.Sono state presentate diverse opere, esponendo immagini e icone copiate o interpretate a mosaico

dagli allievi e dai maestri della Scuola Mosaicisti del

Friuli, in vari anni di corso. Le opere sono prevalentemente

ispirate alla tradizione medievale, bizantina e moderna, riproponendo

alcuni esempi incomparabili della storia del mosaico – per esempio il San

Giovanni di Santa Sofia di Costantinopoli – oppure interpretando a mosaico soggetti religiosi ripresi da pitture murali (Vescovo, Madonna e Monaci ispirati dalle opere del Duomo di Spilimbergo), da icone (la Madre di Dio Hodighitria), da croci dipinte (Volto di Cristo, particolare della Croce di Enrico di Tedice), da dipinti (Polittico di Orvieto di Simone Martini, Tondo Doni di Michelangelo Buonarroti, Madonna della seggiola di Raffaello Sanzio). E’ un percorso che intende ragionare su un’arte di valori, dal significato profondo e simbolicamente rilevante; un’arte generata nei secoli non solo per proporre soluzioni di bellezza formale, ma anche per riflettere sulla vita, sull’identità, i progetti, i valori di una comunità, sulla condizione dell’uomo e sulla natura del mondo. Tra le arti, anche il mosaico sa rendere sensibile, visibile, tangibile il messaggio divino, evocando anche la sua dimensione invisibile: questo succede fin dall’antichità. Le superfici musive sono vibranti, giocate sull’effetto tattile e visivo suggerito dai materiali, sia artificiali (smalti e ori), sia naturali (marmi, ciottoli), le cui tessere - sapientemente giustapposte per valorizzare un segno, un’espressione, un simbolo - sono capaci di trasmettere un’emozione sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista intimo, personale. La Chiesa di San Rocco è resa più accogliente dalla presenza dei mosaici e forse in futuro potrebbe diventare un luogo di riflessione sull’arte sacra attraverso l’uso del mosaico contemporaneo, così come suggerito dai relatori in occasione del recente Convegno “Arte e Architettura: linguaggi per la Fede”.

opere contemporanee basate su strappi e trasgressioni formali, o sole “vibrazioni” astratte di colore, faticano ad entrare nello schema dell’arte sacra, perché non danno rimando ai contenuti della fede, non hanno fondamento sicuro del sentire religioso, nè fede profonda perché possa esprimersi anche attraverso forme diverse da quelle storicizzate, non ci fanno intuire il divino né richiamano il sentimento religioso legato ai temi fondamentali della vita e molto spesso perché proprio non sono per niente belle. Cerchiamo allora le altre, quelle che indovinano un nuovo ma universale modo di esprimere il senso del sacro. E bisogna che le opere di corredo alla religione siano d’arte, che comunichino qualcosa in grado di elevare la spiritualità e non di distrarla, di meravigliare per bellezza, per bontà, per verità, non per trasgressioni di umana miseria e giochi di effimero. Allora aiuteranno la fede e potranno degnamente corredare e contestualizzare i sacramenti.

Alessandro Serena

comunicare agli altri il dono dell’intuizione poetica, quel fine oltre il fine intravisto e risonante nell’intimo, come scriveva Maritain (L’intuizione creativa nell’arte e nella poesia) che ha bisogno di grande fede e onestà, nonché perizia di metodo nel fare creativo. Ci ha scritto Cristiano Tessari che “non si può dimenticare che se inizialmente -vale a dire in un’epoca storica che artisticamente viveva le più avanzate declinazioni ellenistiche- la figuratività cristiana punta a rappresentare aspetti insondati dalla idealità figurativa greca mutuandone tuttavia da essa diversi modelli, nell’età alto-moderna -vulgari per medioevale-, così come nelle manifestazioni figurative tardo-antiche, alla cosiddetta bellezza ideale se ne è andata sostituendo un’altra di matrice diversamente spirituale, maggiormente tesa a esaltare i sentimenti di compassione, pietas e condivisione nella rappresentazione di quella sofferenza del corpo e dello spirito che è valenza specifica, e senza precedenti e susseguenti, del Dio fatto uomo, propria del Cristianesimo”. Che senso ha però un’arte sacra di legarsi solo all’umano triste, senza offrire la gioia di suggerire la bellezza: direttamente nell’oggetto dell’opera, nelle strutture, nei temi, o comunque indirettamente nel linguaggio estetico, che allora diventa sì linguaggio per la fede, ed è nuova ricchezza di conoscenza, emozione ed esperienza per tutti, appena fatti attenti e coinvolti? Se poi il novecento ha trovato Cristo nei volti segnati dalle tragedie epocali, non sarà ora di conoscere meglio anche la resurrezione e guardare diversamente ai destini ultimi dell’umanità, l’escatologia? Non sarà il tempo questo di cercare nuova luce e la poesia verso la pienezza dell’umanità, che è tale se si sposa con la dignità di simili a Dio, infinitamente buono, infinitamente bello, infinitamente vero? Guardando le opere d’arte “sacra”, come nonostante tutto nel nostro duomo, è bello ritrovare il senso della storia, del rito, della verità creduta e data nella liturgia. Invece tante

di Spilimbergo è ancora apparso stupendo: “una macchina potentissima per la fede” l’ha definito nelle conclusioni don Roberto Tagliaferri, che ha plaudito ed auspicato anche lo sviluppo della proposta di mosaicare la chiesa di San Rocco, per realizzare un nuovo e prezioso emblema di fede nella città del mosaico. Ne saremo capaci? Avremo fede e sapremo trovare il nostro linguaggio migliore? Il mosaico affascina per una possibilità infinita di giocare segni e significati in una sinfonia di verità fatta di geometrie armoniche, agogica di colori e microscultura, assolutamente impegnativa di sensi ed intelletto, ciò che poi, da spettatori, ci si perde a ritrovare, ma che assume un valore straordinario e benefico quando guida il pensiero più in Alto. Allora è una scala per salire, non un labirinto. Lo si è nei numerosi esempi portati da Danila Venuto per la Scuola Mosaicisti del Friuli.

Pensando dalla parte dell’artista: l’arte non si fa per sé, ma per

Un convegno storico: “arte e architettura linguaggi per la fede”

Danila Venuto

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raffinate proposte di musica e culturai COlOri del SACrO: terrA!sei secoli dalla comunità spilimberghese, sotto l’egida della

potente famiglia degli Spilimbergo.Nella prima serata è stato presentato direttamente dal suo autore Alessandro Serena il nuovo libretto di mappatura storica e illustrazione del Duomo di Spilimbergo, appena pubblicato per l’edizione della Deputazione di Storia Patria per il Friuli. Esso riassume gli studi storici ed artistici fin qui svolti, a distanza di 25 anni dalla precedente guida, ma illustra anche nuove ed importanti prospettive di lettura ed interpretazione dell’architettura e dell’arte realizzate lungo i secoli, che danno valore e alti significati alla storia del tempio e della comunità che l’ha costruito e vissuto.Nella seconda serata il prof. Fabio Metz ha illustrato il ricchissimo sviluppo dell’attività musicale trascorso lungo la storia della parrocchia e del Duomo, dall’iniziale “collegiata” di cappellani cantori, per i quali furono fatti il grande coro ligneo e i preziosi antifonari miniati, lo sviluppo degli organi e la fila degli organisti, i compositori, gli strumentisti aggiunti, l’archivio musicale della parrocchia, fino ai grandi concerti di epoca recente. L’esperimento è dunque ben riuscito, e attende ulteriori sviluppi: come impronta di metodo vuole diventare una programmazione annuale dove tutti gli attori e le compagini musicali della città possano trovare spazio per offrire alla comunità stimolanti spaccati di musica sacra.

teSOri mUSiCAli del rinASCimentO

Polifonie e monodie sacre: un concerto di Natale. Il 20 dicembre scorso l’Ensemble Vocale Orologio sotto la direzione del maestro Davide De Lucia ha presentato con pieno successo in Duomo un raffinato programma polifonico attinto dal ricco repertorio della polifonia sacra rinascimentale. Un percorso musicale intriso di religiosità mariana e natalizia che prende avvio dai franco-fiamminghi Josquin e Mouton nella seconda metà del ‘400, prosegue con i grandi maestri del ‘500 per giungere agli splendori della policoralità di Gabrieli e Monteverdi.

GiOrnAte dellA mUSiCA SACrA

Le giornate della musica sacra, 4 e 11 ottobre 2010, offerte dalle corali cittadine e dagli organisti spilimberghesi per i 600 anni di chiesa locale, hanno raccolto un innegabile successo, con la presentazione di pregevoli opere sostenute ed eseguite con appassionato impegno di preparazione.La prima serata è coincisa con l’anniversario di fondazione del Duomo e giorno dedicato a san Francesco. Il coro del Duomo assieme al coro ANA hanno allora proposto un’interessante e bella composizione di Domenico Maria Stella: il Cantico delle creature per soli, voci bianche, coro misto, accompagnata da un piccolo ma efficace insieme strumentale. Di seguito due brave soliste, la soprano Mariangela Casagrande e la mezzosoprano Loretta Battistella, sempre sotto la vigorosa direzione del m° Olinto Contardo, hanno proposto il salmo 111 “Beatus Vir” di Antonio Vivaldi. Nella seconda parte il coro Spengenberg, diretto da Alessandro Maurutto, ha eseguito vari brani di musica religiosa con bella fusione di voci e timbri. Lorenzo Marzona ha fatto risuonare l’organo all’antica con brani di Frescobaldi e Merula.Nella seconda serata la prima parte ha dato spazio al sempre nutrito coro CAI diretto da Italo Piovesana per una serie di pezzi caratterizzati da sensibilità religiosa e poesia più popolare, mentre nella seconda parte il coro dell’Associazione Musicale G. Tomat, diretto dal m° Andrea Ghini, con sicurezza interpretativa ha proposto brani di ricca polifonia sacra, alcuni anche difficili come il Jubilate Deo di Adriano Banchieri e il Tota pulchra di Orlando Dipiazza. Il grande organo della chiesa di san Giuseppe e san Pantaleone è stato magistralmente suonato da Davide De Lucia con brani di Galuppi e la famosa e sfavillante passacaglia di Haendel.

A sottolineare il carattere culturale oltre che religioso delle serate, a metà concerto due momenti particolari hanno dato risalto alla ricca storia della parrocchia offrendo brevi spunti per apprezzare la ricchezza di opere ed attività realizzate nei

“nOveCentO SACrO”

Prezioso il concerto del 7 luglio 2010, che comprendeva oltre allo STABAT MATER di F. Poulenc, brani di Stravinskij, Cervenca, Procaccioli, Zanettovich, Fagotto, alcuni dei quali inediti.E’ raro ascoltare un programma interamente dedicato alla musica sacra del novecento, proprio perché la produzione di opere a destinazione liturgica è scarsa in un secolo condizionato da tante drammatiche vicende storiche, tormentato dalla visione dell’essere umano insofferente verso il “divino” a lui esterno. Eppure occorre anche attrezzarsi per capire la musica del nostro tempo e poter guardare avanti. Ecco perché la proposta, del resto apprezzata da oltre 200 presenti, entra a pieno titolo nell’offerta culturale programmata per i 600 anni della nostra parrocchia.La sicura direzione di Davide Pitis ha fatto risuonare intensamente forti ed eloquenti timbri sonori consentendo di esplorare i differenti approcci al Sacro musicale novecentesco.Esecutori l’orchestra dell’Accademia Musicale Naonis di Pordenone, i cori della Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro e Zoltàn Kodàly di Udine, e la soprano Ilaria Zanetti.

Quando i creativi raccontano il sacroRitorna nel castello di Spilimbergo, palazzo Tadea degna sede per grandi mostre, dal 3 aprile al 5 giugno prossimi, la mostra internazionale di illustrazione dedicata ai colori del sacro nella letteratura per ragazzi, quinta rassegna biennale, con la selezione di 160 opere tematiche. Le tavole sono originali e create appositamente per questa iniziativa da 95 artisti provenienti da 20 differenti paesi del mondo: dall’Est europeo all’America latina, dalla Spagna all’Italia, come pure dal Giappone al Sudafrica e dal Medioriente alle Americhe. Autentiche voci narranti appartenenti a culture diverse, ciascuno con la propria sensibilità e la propria arte, propongono un’eccezionale galleria di immagini dedicate alla terra, cogliendone gli aspetti poetici ed evocativi, e richiamando ad ognuno il compito di custodirla e di preservarne la ricchezza.Di nuovo avvincente vedere come i grandi creatori d’immagini per ragazzi riescano ad esprimere con preziosità

di modi la sensibilità religiosa sul tema TERRA!: terra nella Bibbia; terra madre, terra di miti e divinità, terra di racconti e tradizioni popolari, terra che richiede la responsabilità di tutti. Le immagini diventano veicoli per la conoscenza reciproca, il confronto e la convivenza pacifica; e strumenti diretti di dialogo per comprendere la cultura, l’arte, la religione come essenziali all’educazione.In Italia è l’unica manifestazione dedicata all’illustrazione per ragazzi a tema sacro e oggi il riferimento al sacro ci impone non di dominare, possedere e sfruttare, ma anche di ordinare le scelte personali a valori superiori, comuni e universali. Nella narrazione per immagini, la poesia fa intravedere parti di verità che stanno a fondamento della storia, della cultura, delle religioni. E racconta le valenze e le promesse della vita in modo accattivante per tutti, con la libertà ed il privilegio dell’arte.Le molte iniziative di corredo in progetto con il gruppo di illustratori e artisti, insieme a varie altre collaborazioni, consentiranno ai molti visitatori attesi, ragazzi e adulti, di assaporare felicemente straordinari momenti di arte nella nostra bella città.

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26 27Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

Barbeano Barbeano

panettoni per tutti. Infine si è proceduto con l’estrazione della lotteria composta da mille giochi a gran piacere e divertimento dei bambini che ascoltavano silenziosi i numeri estratti.Quando oramai era sceso il buio, la festa si è conclusa con i fuochi d’artificio e subito dopo tutti in pullman per il rientro a casa.Anche questa volta è stato un successo, ogni anno il numero dei palloncini gonfiati aumenta e la piazzetta si riempie sempre di più. Un grazie particolare a tutti quelli che partecipano con i loro figli e soprattutto a tutte le persone che ci danno una mano per fare il falò, gonfiare i palloncini, stampare i bigliettini, per le torte, per la vendita dei biglietti della lotteria, per i fuochi d’artificio...

Gli amici della befana

il FAlò dellA BeFAnA

Com’è tradizione oramai, il 6 gennaio, la piazzetta dietro all’asilo di Barbeano si è riempita di bambini.Dopo la consueta benedizione dei bambini nel Duomo di Spilimbergo, gran parte di loro sono saliti sul pullman diretto a Barbeano, altri, invece sono venuti in macchina con mamma e papà. E tutti insieme, dal piccolo sul passeggino al bambino delle elementari hanno, lanciato i palloncini con il messaggio d’augurio di pace. I palloncini hanno colorato il cielo e si sono

diretti verso nord. L’anno scorso quattro palloncini sono arrivati in Austria e due in Slovenia. Anche quest’anno un palloncino è già stato ritrovato in Slovenia, la signora che ha risposto al messaggio spiega che è stata molto fortunata a trovarlo nel suo giardino perchè dietro casa c’è un bosco.Poi si è acceso il falò e mentre la befana bruciava, come per magia, quella in carne ed ossa è arrivata per distribuire caramelle a grandi e piccini. Il pomeriggio è proseguito con la merenda con tè caldo per i bambini, vin brulè per gli adulti e torte e

reCitA di nAtAle

Anche quest’anno, i bambini della Scuola dell’Infanzia di Barbeano hanno festeggiato il Santo Natale insieme ai genitori e alle insegnanti, raccontando la nascita di Gesù in un modo un pò insolito.Infatti, insieme alla maestra Ilvia, insegnante di musica da qualche anno presso la sopraccitata scuola, è stata preparata una rappresentazione nella quale i bambini, protagonisti, si sono cimentati nel suonare diversi strumenti, nel cantare canzoni e nel recitare la storia della nascita di Gesù.E fin qua, voi direte, tutto “normale”... ma ... c’è un MA, la storia era raccontata da un punto di vista diverso dal solito, diverso da quello cui siamo abituati... eh si... a raccontare la loro esperienza erano gli animali, quali l’asino, il bue, le pecorelle, gli agnellini e altri animali che accompagnati dai loro padroni da Gesù, spiegano come viene vissuta da loro questa meravigliosa nascita.Successivamente è stato preparato dai genitori un rinfresco per festeggiare in compagnia questa festa la quale porta con sè sempre qualcosa di magico, di speciale, una gioia che si distingue, forse perchè e uno degli unici momenti che ci permette di fermarci a pensare a quanto siamo fortunati ad avere vicino delle persone che ci vogliono bene, che sono presenti nei momenti di dolore, ma anche in quelli di felicità. Spesso chi si lamenta per quello che ci manca, ma non si ringrazia mai abbastanza per quello che si ha davvero; nulla ripaga l’amore che solo le persone che ti conoscono davvero possono darti in modo incondizionato e senza chiedere niente in cambio, e questo è il messaggio che Gesù cerca di insegnarci attraverso le sue parole, attraverso le sue gesta.Un ringraziamento speciale va a Don Natale, al Consiglio d'Amministrazione, al coordinatore Zecchinon, alla maestra Ilvia, a Suor Leonarda e Anna, a Genny e a tutti i genitori che, come sempre, sono presenti in modo significativo in ogni iniziativa proposta dalla scuola.

Le maestre

FeStA dei lUStri

Domenica 9 maggio 2010 nella chiesa parrocchiale di Barbeano, si è celebrata la Santa Messa in onore delle coppie di sposi che hanno festeggiato il loro anniversario di matrimonio con cadenza di uno o più lustri.Il tutto si è svolto in un clima sereno. Il Coro del Duomo di Spilimbergo ha contribuito a dare maggior solennità alla cerimonia, che si è conclusa presso l’asilo con un abbondante pranzo ben organizzato dalle volontarie.Abbiamo rinnovato le nostre promesse proprio nella chiesa, dove 45 anni prima veniva celebrato il nostro matrimonio, e siamo felici di aver potuto ringraziare il Signore per quanto ricevuto durante il non sempre facile cammino a due e per avergli chiesto di non farci mai mancare la forza per continuare a testimoniare con entusiasmo la sua presenza nella nostra vita, nelle famiglie e nella società.Un pensiero speciale va a chi avrebbe dovuto festeggiare con noi ma che purtroppo non c’è più.

Francesco e Paolina

GiAnFrAnCeSCO dA tOlmezzO, nUOvO liBrO.

Alla presenza di un folto pubblico convenuto nella chiesa di Sant'Antonio, recentemente è stato presentato il libro curato da Ettore Rizzotti, riguardante i pregevolissimi affreschi del tolmezzino. Questa nuova pubblicazione rinvigorisce in maniera decisa la presenza di uno fra i più grandi pittori friulani del '400 e nello stesso tempo permette di far conoscere a tutti una fra le più belle realtà votive inserite nella campagna di Barbeano.Hanno collaborato studiosi qualificati quali Giuseppe Bergamini e Paolo Casadio cui si sono aggiunti anche i concittadini Claudio Romanzin e Stefano Tracanelli.

BARBEANO 1a comunioneBortuzzo Elisa, Codogno Asia, Giacomello Tomaso, Rovere Silvia

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28 29Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

Le attività sono proseguite nei giorni successivi con altre due proposte molto importanti e ben riuscite. La sera di sabato 8 gennaio la chiesa parrocchiale di Santo Stefano era gremita all’inverosimile per seguire il concerto diretto dal maestro Davide De Lucia, fresco direttore del coro dell’Associazione Musicale Gottardo Tomat. Per l’occasione sono stati coinvolti, oltre al coro Tomat, anche gli allievi della scuola di musica, i Piccoli Cantori di Rauscedo, l’organista Lorenzo Marzona e altri cantanti e strumentisti. Nel complesso è stato un appuntamento di grosso spessore artistico, con l’esecuzione di canti di Arcadelt, Banchieri, Mozart, Di Piazza e Pezzé; musiche d’organo di Bach, Purcell e Quartero; altri brani ancora tra cui l’Ave Maria di Pietro Mascagni e una sonata di Karl Goepfert. Ne è uscita una serata d’alto profilo, con applausi calorosi.

Il… triduo si è concluso il giorno dopo, domenica 9, con il pranzo comunitario. Oltre un centinaio di persone si sono ritrovate al “Cubo”, per condividere qualche ora in piacevole compagnia, tra un piatto di pasta, molte chiacchiere e anche un po’ di musica, visto che quest’anno è stato invitato anche un giovane suonatore di fisarmonica, che ha allietato i presenti. Tra gli ospiti, sono intervenuti anche il sindaco Francesconi, i sacerdoti dell’unità pastorale, il maestro Olinto Contardo e la maestra Ilvia Mulloni.

2011 A GrAdiSCA: Chi Ben COminCiA…

La bellezza del fuoco, il piacere della musica e il calore dello stare insieme. Il nuovo anno nella parrocchia di Gradisca è partito con tre iniziative che hanno rinsaldato il legame tra le famiglie del paese.

A incominciare dall’Epifania. Come tradizione, dopo i riti della benedizione della frutta e dell’acqua celebrati dal sacerdote in chiesa, la sera del 5 gennaio è stato acceso il tradizionale falò, allestito dai volontari dell’Associazione Gradisca. Intorno alla pira si sono ritrovate moltissime persone, che hanno festeggiato in allegria con un bicchiere di vino caldo e di tè e con una fetta di dolce. Per l’occasione, la cerimonia dell’accensione anche quest’anno è stata solennizzata dalla benedizione impartita da monsignor Natale Padovese. Per la cronaca, il responso del falò non è stato netto, ma ai più è parso che il fumo sia andato dalla parte buona (del resto, in tempi difficili come questi, non si può non guardare al futuro con un pizzico di speranza).

della gravidanza, per sorreggere il peso del ventre): Maria confortò Monica e le porse la sua cintura, come una corda di speranza cui aggrapparsi. E funzionò, perché tempo dopo il figlio Agostino si ravvide e divenne non solo un buon cristiano, ma perfino vescovo a Ippona, venerato ancora oggi come uno dei santi più importanti nella storia della Chiesa cattolica. La leggenda venne diffusa ovunque nel medioevo dai frati dell’ordine agostiniano, che proprio a Spilimbergo avevano uno dei loro centri principali di attività in Friuli. Di qui la devozione per la Madonna della Cintura, che per qualche motivo si radicò in modo speciale a Gradisca (per curiosità era in origine una Madonna della Cintura anche la

statua di Maria che si trova nella cappella Asquini della chiesa dei Frati a Spilimbergo). Sta di fatto che questa tradizione è entrata nel cuore della gente e con il tempo è diventata un collante per l’intera comunità, volano di incontri e di crescita, non solo con la cerimonia

religiosa, ma anche con la festa popolare, la “sagra”. Nell’immediato secondo dopoguerra (1945) è stata proprio la parrocchia a curare l’allestimento della sagra, mantenuta in vita fino

agli anni Novanta del ‘900. Il suo centro era nell’area della scuola materna,

ma si estendeva a occupare anche tutta la piazza Gorizia, con i portoni addobbati di tralci di vite e canne di mais, e con tavoli e panche distribuite nell’atrio dei cjanâi, i cortili comuni, intorno a cui si affacciano le case della piazza. La giornata prevedeva alcuni appuntamenti

di svago, quali i giochi popolari (la cucagna, li’ pi gnatis, la corsa tai sacs) e la musica dal vivo, occasione di divertimento per tutti. Da non sottovalutare anche la pesca di beneficenza, i cui introiti hanno permesso di sostenere nel tempo le spese di costruzione e gestione dell’asilo infantile, gli interventi di manutenzione della chiesetta di Fatima (1971), del monumento ai caduti e della pesa pubblica, oltre alla provvista di arredi e paramenti sacri. La parte popolare poi è passata al comitato festeggiamenti dell’Associazione Gradisca, che l’ha portata avanti con passione fino a quando, come accaduto per molte altre sagre in giro per il

Friuli, è caduta in disuso, stretta tra le crescenti imposizioni sanitario-burocratiche e la concorrenza di più agguerrite manifestazioni. Al giorno d’oggi si è conservata solo la parte religiosa, con il concerto di campane, la processione, l’iscrizione e la consegna delle striscioline. Un piccolo oggetto che tutti custodiscono con cura e che diventa così, in un certo senso, un segno di riconoscimento per una comunità che ha voglia di continuare a credere e a sperare.

lA CintUrA UnA trAdiziOne SenzA età

La seconda domenica di settembre, da tempo immemorabile si rinnova un rito che conserva ancora oggi la capacità di unire la comunità come poche altre occasioni, al di là di distanze politiche, geografiche o generazionali. è la devozione alla Madonna della Cintura, una delle feste più sentite dalla popolazione del paese.A preannunciare la speciale giornata, già nel pomeriggio del giovedì, venerdì e sabato precedenti le campane suonano a festa. La domenica, poi, viene celebrata la messa solenne, accompagnata dai canti del coro e presie duta di solito da un sacerdote esterno. Il pomeriggio, dopo il pranzo, si prepara la processione, che vede la statua della Vergine trasportata per le vie di Gradisca, scortata da un buon numero di fedeli aderenti alla Scuola o Confraternita della Cintura. Accanto alla chiesa parrocchiale viene allestito un banchetto, dove i fedeli vengono annotati nel registro della Confraternita e viene consegnata loro la cintura benedetta, una strisciolina annodata a un cerchietto, che si porta a casa e che i più appendono vicino al letto o in cucina, o anche allo specchietto dell’automobile, come speranza di protezione dai malanni.è in questa circostanza che i gradiscani richiamano i nomi dei loro parenti all’estero, registrati… per procura; o i bambini, i cari infermi, gli amici. Ben più che l’intero paese vi si iscrive: nei primi decenni del secolo scorso gli elenchi annuali arrivavano a comprendere fino a tremila nomi, contro una popolazione reale di poche centinaia di persone.Dal punto di vista storico, la prima notizia riferita alla Confraternita risale al 1782, nella relazione scritta dall’allora sacerdote di Provesano e Gradi sca, pre’ GioBatta Plateo, in occasione della visita pastorale del vescovo Giu seppe Maria Bressa. E di Festa della Cintura si parla anche in un documento del 1858, compilato quando la chiesa del paese venne eretta in curazia. Ma la tradizione è molto più antica. Alla base di tutto c’è una leggenda, un fatto miracoloso accaduto nei primi secoli dopo Cristo. Protagonista una mamma sconsolata e demoralizzata, Monica, devotissima cristiana con la sfortuna di avere un figlio scapestrato di nome Agostino. Una notte le apparve in sogno la Madonna, che indossava una cintura (che poi altro non sarebbe che la fascia con cui usavano cingersi le donne romane nella fase avanzata

Gradisca Gradisca

Foto di gruppo

Abitanti 541, di cui 285 maschi e 256 femmine. Famiglie residenti 222, il che vuol dire che in media ogni nucleo familiare è composto da… 2 persone e mezza. Gli stranieri ufficialmente residenti sono 79, il che equivale al 14,60% della popolazione. È questa la fotografia di Gradisca, scattata all’inizio dell’anno dal Comune in base ai dati registrati all’ufficio anagrafe.

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31Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

ripartiamo da CristoOrAtOriO

vAlenzA edUCAtivA Per lA Città

SPAzIO AGLI OVER 20

Tra le mille attività che prendono lentamente e velocemente forma in Oratorio spiccano la riedizione di una già sperimentata e l’innovazione di un’altra “mooolto stuzzicante”!La prima riguarda l’edizione invernale del CineVita, che ha visto rimodulare la propria attività per un’edizione di film tutti proiettati in Oratorio, a differenza della precedente edizione che portava i film nelle realtà dello spilimberghese in cui si svolgono temi trattati dal film. La rassegna, intitolata “I Venerdì Giovani” ha presentato: “Prova a Prendermi”, “La Scorta”, “Il Colore della Libertà”, “Alive”. Tutti film tesi a raccontare storie reali, di uomini reali, con i loro dubbi, le loro scoperte, il loro modo di affrontare la vita. Proprio grazie a questi temi, purtroppo o grazie alla bassa partecipazione, a seguito delle proiezioni si sono sviluppati dibattiti partecipati, condivisi, mettendo al centro prima le sensazioni legate ai film e poi le singole storie personali, in uno spirito di “accesa” condivisione!Il secondo evento riguarda l’inizio di una proposta “new”: una serie di cene etniche, cominciata a dicembre con la Cena Spagnola. Ovviamente ai fornelli non poteva esserci persona più azzeccata Stefano “Spagna” Spagnolo, ormai famoso in tutta la diocesi anche per essere esperto cuoco di Paella! Il Menù, tutto a base di piatti tipici della Espana: Pan con queso y salchichas, Tortilla espanola, Ensalada de pimentos y caballa, Paella de Marisco, Crema Catalana, il tutto innaffiato ovviamente da Cervezas, Sangria e agua....Le cene per motivi organizzativi sono a numero chiuso, e la sala è sempre piena... ovviamente non si tratta di “solo” cucina, ma viene anche proposta l'animazione a tema, vedesi la cena spagnola, dove una Carla in versione ballerina di flamenco ha acceso la serata!Prossima Cena: Cena Mexico il 4 febbraio non mancheranno le carnevalate... nè il chili... nè il divertimento!

iniziale, i ragazzi ci hanno creduto, si sono divertiti e facendolo si sono aperti agli altri, hanno compreso come l’animazione richieda programmazione per riuscire al meglio e che fa parte integrante della vita, nella relazione quotidiana con gli altri. Alla fine sono rimasti entusiasti di questa esperienza, tanto che hanno richiesto loro stessi di continuare il percorso costituendo un gruppo teatrale per il futuro.Il secondo gruppo si è tenuto all’Oratorio il mercoledì sera, con lo scopo di insegnare ai giovani l’organizzazione e la programmazione di un evento e dell’animazione all’interno di esso. Non si sono fermati a questo, si sono messi concretamente in gioco: hanno fatto animazione ai bambini e ragazzi delle “Coppie sposi” e di quei genitori che partecipavano al “Corso per genitori ed educatori”, tenutosi i sabato sera di dicembre e gennaio; hanno organizzato all’Oratorio i tornei “Guitar Hero” e “Pes” aperti a tutti i ragazzi e giovani; e hanno animato la prima Domenica Insieme del 21 novembre.Il corso quindi ha permesso di apprendere come creare la “scaletta”, diversificandola in base all’età e tipo di pubblico, alle tempistiche e alle esigenze. Sono riusciti ad incrementare la loro coordinazione come gruppo, valorizzando le qualità di ciascuno, migliorando l’organizzazione e liberando la loro fantasia.All’inizio non avevano ben chiaro il lavoro che aspettava loro, non credevano forse nelle loro qualità, ma si sono messi in gioco, e infine sono giunti a difendere le loro idee, affrontando le difficoltà insieme, imparando a conoscersi meglio e a crescere sia come persone che come gruppo. Il percorso non si ferma qui. Per il futuro gli obiettivi sono: migliorare il background degli animatori; partecipare maggiormente alla vita della comunità; coinvolgere nel progetto del “gruppo animatori Oratorio” i ragazzi della terza media e i cresimandi; aumentare le collaborazioni con le varie associazioni dello spilimberghese; e in ultimo, ma non meno importante, accrescere il numero dei componenti del team.Per questo 2011 appena iniziato il gruppo degli animatori dell’Oratorio c’è ed è “operativo”, pronto per le nuove sfide che si prospettano all’orizzonte.

Paola Driol

formazione personale e di gruppo, sia di pratica diretta“sul campo”.Si sono costituiti due gruppi di formazione, uno il lunedì e uno il mercoledì: quello di Animazione tenuto da Paolo Avoledo e quello di Logistica tenuto da Zaccaria Mazzillis.Il primo si è incentrato sull’idea di “fare animazione” inteso come sfidarsi in quanto persona. Il corso, nelle varie lezioni, ha trattato temi come: studio del corpo e ciò che comunica, affrontando da soli il palco; la tensione interessante del corpo in unione con la propria voce; concetto di animare = dare anima, le emozioni; empatia e l’importanza del lavoro di squadra; creazione di un’animazione; giocoleria. Si è rivelata un’esperienza complessa, ma forse per questo più interessante. Il gruppo, infatti, era formato da giovani con esperienze diverse sul teatro, chi con una certa dimestichezza e chi invece alle prime armi, senza dimenticare la diversa risposta di ognuno allo stare sul palco; per questo le sei lezioni si sono tenute nel cinema Castello, in Piazza Duomo. La partecipazione è stata buona, anche da fuori Spilimbergo, e nonostante il timore

… IL GRuPPO ANIMATORI LA PIETRA D’ANGOLO DEL FuTuRO ORATORIO.

… L’OBIETTIVO …Nato dopo il Grest dello scorso anno dall’idea di non abbandonare i ragazzi fino all’anno dopo, ma continuare a lavorare con loro e farli crescere come animatori e sopratutto come gruppo. Lavorando sullo spirito di squadra, sulla voglia di migliorare e fare amicizia divertendosi....… E QUINDI …Da settembre abbiamo cominciato con circa una ventina di ragazzi, i lunedì e i mercoledì, ad incontrarci per pianificare il da farsi durante l’inverno e soprattutto preparare i corsi che da novembre in poi gli animatori avrebbero frequentato per migliorare ed espandere le loro conoscenze, ma questo lo lascio a Paola che vi darà più informazioni.La prima esperienza è stata Roma dal 29 al 31 ottobre dove un gruppo di circa 18 ragazzi condotti da me e Marino hanno partecipato alla giornata nazionale dall’AZIONE CATTOLICA, un’esperienza che è servita per rinforzare il gruppo nascente. … E ORA SI PARTE …Dal 13 novembre fino al 22 gennaio il gruppo è stato messo alla prova da una serie di sabati di animazione che facevano da supporto agli incontri per i giovani sposi in oratorio e alla scuola per genitori.In media avevamo dai 40 ai 30 bambini che divisi in medie ed elementari\asilo abbiamo fatto scatenare in giochi e balletti….

uLTIMISSIME SuLLA FORMAzIONE

I mesi di novembre e dicembre si sono rivelati ricchi di impegni per il gruppo di animatori dell’Oratorio di Spilimbergo, sia di

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33Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

ripartiamo da Cristo

partecipanti, che si sono sfidati su due gironi e tra i quali ha prevalso Enrico Clarin in una finale giocata su megaschermo.Al torneo di PES del 7 dicembre, ha portato a casa il premio ed il titolo Luca Zoldan, dopo una lunga serata in cui quasi una trentina di partecipanti si sono succeduti alle console sfidandosi in quattro gironi.E non è finita qui, altri tornei verranno organizzati in questo 2011, a partire già dal mese di febbraio. Tenetevi informati sul nostro sito e sul blog, e nel caso desideriate partecipare non vi rimarrà che darci le vostre adesioni. Noi saremo felicissimi di accogliervi!

Simone

DALLO SPORT ALL’APERTO A QuELLO DIGITALE

Tra le tante attività di formazione ed animazione proposte nell’arco dell’ultimo anno, si aggiungono anche i tornei sportivi, e non solo, a partire da novembre siamo anche sbarcati nei tornei digitali!Facendo qualche passo indietro cominciamo con il primo grande torneo organizzato dall’oratorio, una giornata estiva dedicata allo sport e allo stare insieme. Così, domenica 29 agosto, presso la Polisportiva Aquila, si è tenuto, per l’arco dell’intera giornata, il primo SOS, il Summer Open Sport, torneo multi sport over 14, nel quale sei squadre si sono affrontate in avvincenti partite di basket e pallavolo, combattute manches di tiro alla fune e una divertente bio-staffetta. Il tutto è stato ovviamente coronato da un pranzo ed una cena conviviale con tutti i partecipanti e gli organizzatori.Quest’anno, macinando vittorie in quasi tutte le discipline, ha portato a casa il primo premio la squadra dell’associazione sportiva Rugby Spilimbergo. Le altre squadre partecipanti vedevano schierarsi la divertente Bastian Contrada, il gruppo degli animatori del Grest, una squadra di giovani spilimberghesi e le vecchie glorie (accompagnate da tutta la famiglia). Ovviamente è nostra intenzione rendere il torneo un evento annuale, nel quale varie squadre dello spilimberghese e delle foranie si affrontano per aggiudicarsi la coppa che deterranno per un intero anno, rimettendola in gioco quello successivo.L’altro evento sportivo è stato invece il torneo di ping-pong, organizzato sia per confermare che per lanciare il nuovo gruppo che ogni giovedì sera si riunisce all’interno della nostra sede. Domenica 19 dicembre, si sono affrontati, dalle dieci del mattino, su quattro campi, dodici giocatori, che dopo una prima sessione a gironi si sono giocati il torneo in una avvincente fase eliminatoria conclusasi alle cinque del pomeriggio con una combattutissima finale. Accesa la discussione nei giorni successivi quando è trapelata la notizia che a vincere il torneo è stato proprio Marino Marchesin, il responsabile dell’oratorio!Arriviamo così ai due tornei serali organizzati per i giovani, come accennato all’inizio si tratta di due tornei digitali, uno dedicato a Guitar hero ed il secondo a PES (Pro Evolution Soccer), entrambi per la console PS2 (play station). Il primo si è svolto la sera del 19 novembre, con la presenza di dodici

i SOGni

CARNEVALE A SPILIMBERGO

Nel mese di gennaio e febbraio l’Oratorio, con la collaborazione del Flus, dedicherà parte del proprio tempo alla programmazione e realizzazione dell’animazione e dell’allestimento del Carnevale Spilimberghese, che si svolgerà domenica 27 febbraio 2011.Il tema della giornata è stato individuato nei 150 anni dell’Unità d’Italia, quindi i numerosi punti gioco, gestiti dai ragazzi dell’Oratorio e dal Flus, avranno come perno principale la nostra bellissima penisola, la nostra storia e non ultimo il Tricolore.Scalderemo, quindi, il pomeriggio di febbraio con una festa che sarà sicuramente… molto, molto colorata.

DOPOSCuOLA

L’attività che è ancora in fase embrionale, ma sulla quale si basano molte aspettative dell’Oratorio è il doposcuola.Il nostro sogno è proprio quello di riuscire a rendere l’Oratorio uno spazio in cui anche la cultura e lo studio trovino il loro posto e dove grandi e piccoli possano ritrovarsi per studiare insieme, condividere del tempo, non solo con attività ludiche, ma anche aiutandosi vicendevolmente nei programmi scolastici. Ci piacerebbe molto arrivare a realizzare una banca del tempo nella quale le conoscenze di ciascuno in determinate materie possano essere messe a servizio di altri a cui mancano e viceversa.

INCONTRI CON L’AuTORE

Ecco questo è proprio un grande sogno!Ma con impegno, dedizione e costanza riusciremo a realizzare in un futuro, speriamo, non molto lontano. L’idea è quella di riuscire a creare degli eventi in cui protagonisti saranno i “professionisti della parola” ovvero gli scrittori, i quali tramite relazioni, dibattiti e trasmettendo anche degli insegnamenti ci diano la possibilità di avvicinarci a questa mondo in bianco e nero fatto di emozioni, storie a lieto fine e drammi, saggi e saggi e romanzi storici, favole e chi più ne ha più ne metta...

il sito

Con l’inizio del 2011 è operativo il sito dell’oratorio dove potrete avere tutte le informazioni possibili sulle attività del medesimo. Inoltre è attivo il sevizio per la prenotazione delle sale per attività ricreative culturali ed a carattere sociale.

Visitateci: ecco gli indirizzi utili

sito: www.oratorioinretespilimbergo.orge-mail: [email protected]: http://oratoriospilimbergo.blogspot.com/Facebook: oratorioinretespilimbergo

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35Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

ripartiamo da Cristo

nelle varie situazioni.

Mi sono stati dati “nuovi occhi per guardare”: fermarsi ad osservare “da fuori” comportamenti e reazioni ad eventi quotidiani mi ha fatto riflettere soprattutto su me stessa e sul mio approccio nella relazione con i miei figli. Da persona istintiva, ho avuto la possibilità di trovare la calma per considerare alcuni avvenimenti sotto un’altra luce, a scoprire le vere esigenze dei miei figli e ad essere talvolta un po’ più comprensiva.

è l’ennesima conferma che riesci ad accettare i consigli e “le critiche” solo quando è un estraneo a dirtele nonostante gli amici te l’abbiano fatto notare da tempo!

La semplicità con la quale sono state proposte le metodologie potrebbe far pensare che sia facile metterle in pratica, ma la realtà è molto diversa perché spesso, nonostante l’impegno, mi sono ritrovata a ricadere negli stessi meccanismi.

Ritengo, comunque, che valga la pena iniziare con costanza ad applicare quanto ascoltato, senza scoraggiarsi, per riuscire a godere dei frutti di una buona dinamica familiare.

Quindi: “buon lavoro” a tutti!

Elena Fratini

SCUOlA Per GenitOri ed edUCAtOri Positiva l’iniziativa della Parrocchia di proporre alle famiglie della Comunità un’occasione di riflessione sulla relazione genitori (educatori) – figli.

Le serate hanno consentito a noi genitori un confronto sui comportamenti dei figli, sulle metodologie per una positiva comunicazione e sulle strategie per far emergere i loro talenti “naturali” con il fine di crescere adulti responsabili, consapevoli e pertanto “felici”.

Il dottor Lorenzo Battistutta, relatore già conosciuto nelle “Domeniche insieme”, ha dato una lettura dei comportamenti delle persone corrispondenti a diversi tipi di intelligenza (razionale, emotiva ed istintuale) ed ha affrontato temi anche delicati come il miglioramento comportamentale, la valenza del premio e delle punizioni nell’educazione, l’adolescenza e la canalizzazione dell’energia sessuale durante questo periodo.

Personalmente ho trovato confortante riscontrare, nelle parole di una persona autorevole, i principi educativi che abbiamo assunto nella nostra famiglia, così come è stato positivo poterli condividere con altri genitori.

Ascoltare le descrizioni delle tipologie comportamentali in base alle tre intelligenze ha creato un clima sereno tra i partecipanti ed è stato divertente vedere i sorrisetti e le gomitate passare da una persona all’altra man mano che la platea si è immedesimata

CentrO di ASCOltO

loro diversità culturale stentano ad integrarsi.La Caritas non ha la pretesa di sostituirsi alle Istituzioni Pubbliche, non ha nemmeno le risorse umane e materiali. Quello che si è potuto e si può fare è accogliere con attenzione tutti coloro che per qualche necessità bussano alla porta. Nel 2010, sono state 145 le persone che più volte hanno frequentato il Centro (555 incontri). A molti di loro, soprattutto alle famiglie con bimbi, sono stati distribuiti alimenti (302 borse-spesa) e generi di prima necessità, indumenti, coperte, carrozzine e prodotti vari per neonati.A tutti non è mai mancato l’ascolto, l’accoglienza, il conforto e l’orientamento.Certamente si può fare di più e meglio. Tutta la comunità cristiana infatti è chiamata all’esercizio della carità, attraverso le piccole azioni quotidiane, con la testimonianza di scelte e stili di vita, con il vivere fraternamente e con l’impegno per la promozione della giustizia.

M.R.

POVERTA’: Cosa possiamo fare?

Nella recente pubblicazione che illustra il percorso storico delle principali istituzioni benefiche della nostra Spilimbergo si riporta che negli anni 1330-1340 esistevano in città tre Hospitali (S. Giovanni Eremita, San Pantaleone e S. Giovanni Battista). Tali istituzioni si prendevano cura non solo degli ammalati poveri, ma anche dei pellegrini, dei viandanti e delle persone indigenti che non avevano mezzi per vivere né una famiglia che provvedesse a loro. Il più delle volte l’hospitale era costituito da un ambiente unico; lungo le pareti laterali trovavano posto i letti (vedasi ancora le piccole rientranze nei muri della Chiesa di S. Giovanni, dove venivano posti al sicuro i lumi) e, nella parete di fondo, l’altare per la celebrazione della S. Messa. Ciò a significare che all’epoca la cura dell’anima e del corpo erano inscindibili. Coloro che venivano accolti avrebbero trovato attenzione alla loro persona, conforto, ristoro e sollievo alle prime necessità.Gli hospitali si sono evoluti nel tempo e hanno dato vita ad altre realtà diversamente finalizzate e strutturate ma sempre frutto dello spirito di giustizia e di solidarietà che anima ancora i nostri concittadini.Oggi a seguito del cambiamento del modo di vivere e della dimensione sempre più multiculturale della nostra società le tipologie di povertà che si riscontravano al tempo degli hospitali si sono ampliate e diversificate.Dall’attività svolta presso il Centro di Ascolto Caritas di Spilimbergo, emerge che ancora oggi la mancanza dei beni primari quali cibo, vestiti, casa, salute, lavoro, affligge molte persone. Spesso però questi bisogni nascondono esigenze più significative e profonde e molte volte strettamente connesse tra loro quali il disagio sociale e psicologico, l’emarginazione, l’abbandono, la fragilità delle famiglie, la solitudine.Sono disoccupati a causa della crisi economica che ha investito tutto il mondo, capi famiglia che non sanno come sbarcare il lunario per l’esiguità del loro salario a fronte di spese troppo elevate per l’affitto, le bollette ecc.., donne con figli, abbandonate dal partner e senza alcun reddito, persone con malattie invalidanti o con disagio e fragilità psichiche che si sentono sole e hanno difficoltà a tessere relazioni con agli altri, famiglie che per la

PERCORSO DI FORMAzIONE CARITAS PARROCCHIALI

Mercoledì 2 febbraio ore 20.30“Quaderno della povertà”

Martedì 22 febbraio ore 20.30Lectio divina, con suor Lea Montuschi: “Il Buon Samaritano”

Martedì 1 marzo ore 20.30“Povertà: vogliamo parlarne!”

Sala mansarda della Casa della Gioventù

Magazzino della S. Vincenzo, dono per le borse spesa.

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37Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

ripartiamo da CristoAll’ AnCOnA … Un’AltrA emOziOne

senza fatica e senza dover con difficoltà decifrare: “31 8bre 1728 celebrò la Sa Mesa in questa Chiesa mons. Erizzo Vescovo di Concordia”Ora mi resta l’impegno di rovistare le carte d’archivio alla ricerca di qualche dato riferito alla presenza di Mons. Jacopo (Giacomo) Maria Erizzo, allora Vescovo di Concordia (61° vescovo, dal 1724 al 1760), in quel giorno a Spilimbergo, nel nostro Santuario dell’Ancona. Forse fu l’unico Vescovo a celebrar Messa qui dentro, ma per quale circostanza? Forse un ex voto? Ho trovato intanto che fu proprio mons. Erizzo a insignire il 3 agosto 1758 col titolo di Arciprete, il parroco pro tempore di Spilimbergo. Da allora il Duomo è chiesa arcipretale e Arciprete il suo rettore.

Mario Concina

PreSePiO vivente

Accompagnati dalla maestra Marilena, una cinquantina di bambini in costumi dell’epoca hanno percorso le vie del centro storico, facendo rivivere alla città il mistero della nascita di Gesù.Numerosi i figuranti che hanno consentito questa sacra rappresentazione, conclusa nel vallo dove sorgeva l’antico convento. Nenie e canti natalizi in lingua friulana, sotto la direzione della maestra Ilvia, hanno arricchito questa ricorrenza ripristinata in città dopo una decina d’anni.

Solo la determinazione di Don Natale nell’intento di completare finalmente il sapiente lavoro intrapreso lo scorso anno all’Ancona, e che poteva forse già bastare, ha permesso la riapertura del cantiere dentro il Santuario. Lo ho voluto, infatti, ancor più bello, sì, ma ora anche soprattutto più sano nei muri e nelle fondamenta!Nella tornata attuale si è voluto metter mano dentro la Sacristia, come aveva annunciato, per consolidare quei muri secenteschi e fugare quelle persistenti, invincibili tracce di umidità che al pari della tignola pel ferro, sgranano, sfarinano, feriscono inesorabilmente gli intonaci alle pareti, ai soffitti e ai pavimenti.Ebbene, anche stavolta la delicatezza della mano esperta con la martellina di precisione di Guido Chivilò – non dubitavamo – usata sotto l’occhio vigile dell’ostinato “impresario” committente, Don Natale, ci ha donato giorni fa un’altra emozione per un’altra scoperta, un’altra perla importante, un altro significativo tassello per il completamento degli studi sulla chiesa e in definitiva sulla storia della comunità.Dopo l’affascinante scoperta della data posta sull’affresco della Madonna, sopra l’altare, che ha visto la luce lo scorso anno, dopo secoli, recentemente invece, in luogo più appartato, più nascosto e segreto, dove solitamente i fedeli non accedono, lì dove si conservano i paramenti e i vasi sacri, in sacristia, ecco apparire inaspettatamente, durante i lavori, sotto il vecchio, grigiastro ed ammuffito intonaco che veniva attentamente asportato, ancora una iscrizione d’epoca, impressa anche questa da mano ignota ma senz’altro devota. Una scritta apposta sul muro, pare velocemente, ma con calco perfetto, con mano ferma anche se un po’ disordinatamente, con intenso pigmento rosso, fissata nel tempo per ricordare un evento importante, specie per allora.Non potevo mancare all’appuntamento, quale “padrino e testimone” già della prima scoperta, assieme a Don Natale. Proprio per questo, venni subito convocato dall’“impresario” per… rivivere il dono di quella emozione già provata la scorsa estate.Don Natale, Don Stefano, anche lui convenuto, ed io, eccoci lì, per primi a rileggere dopo quasi trecento anni, chiaramente,

1A COMuNIONEAviani Luca, Aviani Marco, Ba Simone, Bellucci Lisa, Bier Alice, Blarasin Giulia, Bortolussi Luna, Brunello Gabriele, Bruno Debora, Cecon Alessio, Ciriani Stefano, Cominotto Matteo, Cossalter Luca, Crovato Elisa, Da Prat Andrea, Degan Alessandro, Dilorenzo Martina, Donolo Alessandro, Drndalovski Dario, Fasano Martina, Ghirardi Monica, Gotti Anna Elena, Imperatori Pa-ola, Lemmo Irene, Londero Lisa, Mies Maira, Morassutti Gabriele, Peresson Agnese, Perissinotto Luca, Piasentin Sara, Piva Lucio, Sanna Davide, Serantoni Alberto, Slaviero Faye, Soresi Damiano, Tamai Maria Josè, Toffolo Daniele, Toniutti Elisa, Tronati Vanessa, Truant Cristina, Valeri Sandro, Zanet Elena.

CRESIMATIBassani Leonardo, Blarasin Francesca, Bortot Bruno, Canderan Matteo, Catania Giulia, Cedolin Federico, Ciraolo Alessandro, Colautti Kevin, Colautti Piergiorgio, Colonnello Veronica, Colussi Delia, Copat Giulia, Crispo Gabriele, D’Innocente Alessia, De Marchi Laura, Di Giovanni Federico, Di Paolo Felice, Fabris Davide Maria, Fasano Chiara, Ferrari Eleonora, Fonda Chiara, Galante Franco, Giacomello Noemi, Macorigh Massimiliano, Maragno Alberto, Menegon Maurizio, Martina Francesco, Moghnie Giada, Molinaro Michele, Notari Riccardo, Pitussi Roberto, Pradolin Marco, Reda Sara, Regalia Eleonora, Rigutto Tommaso, Rizzotti Marco, Serena Marina, Sias Thomas, Spinazzè Michela, Tolomio Elena, Tramontin Alessia, Venier Aurora, Venuto Linda, Zannier Erica.Presepio di santa Cecilia.

Il presepio vivente

Edizione Natale 2010

Page 20: 1410-2010 · celebrazione della messa prima di rientrare in Italia. Abbiamo celebrato l’Eucaristia sulla lastra di marmo del Santo Sepolcro a testimonianza che il fondamento delle

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Seicentouno...

39Parrocchie di Spilimbergo Barbeano Gradisca

ripartiamo da CristoOFFERTEAdozioni Kenya: 26.402,00; Giornata Missionaria: 2.181,81; Pane per amor di Dio: 2.095,79; Carità del Papa: 1.299,29; Terra Santa: 70,00; Giornata Seminario: 1.316,27; Caritas parrocchiale: 1.720,00; Pane S. Antonio - off. poveri: 1.789,35; Terremoto Haiti: 5.547,99; Mercatino Caritas: 4.563,00.Totale: 46.985,50

GESTIONE ORDINARIA - ENTRATEElemosine festive: 68.498,35; Elemosine occasionali speciali: 677,97; Offerte in memoria di defunti: 100,00; Candele votive: 19.745,13; Battesimi: 2.290,00; Matrimoni: 2.900,00; Funerali: 9.690,00; Benedizione famiglie: 30,00; Altre offerte: 7.828,69; Affitto fabbricati: 33.481,50; Cedole e int. titoli: 7.828,69; Proventi vari: 3.950,00; Diarie sacerdoti: 7.200; Offerte opere pastorali: 3.046,00.Totale: 167.376,18

uSCITEOneri bancari: 254,34; Imposte comunali: 3.938,10; Altre imposte: 109,00; Assicurazioni: 8.648,32;Servizio parroco: 5.875,20; Servizio altri sacerdoti: 684,48; Servizio sacrestano: 36.571,62; Relatori incontri e conferenze: 2.850,00; Altre prestazioni di terzi: 7.817,62; Pubblicazioni/stampe/sussidi liturgici: 6.760,62; Liturgia e canto: 483,00; Addobbo floreale: 250,00; Catechesi e pastorale: 1.658,95; Vino e particole per S. Messa: 750,00; Arredi/paramenti/accessori liturgici: 322,20; Vigilanza e sicurezza: 655,64; Energia elettrica: 10.448,67; Spese telefoniche: 1.210,00; Spese riscaldamento canonica: 19.659,79; Spese acquedotto: 477,97; Cancelleria e carta da stampa: 1.218,15; Macchine e materiale vario da ufficio: 1.082,82; Spese postali: 441,80; Pulizie locali parrocchiali: 1.352,00; Materiale pulizia e manutenzione ordinaria: 25,00; Manutenzione ordinaria: 7.530,28; Attrezzatura minuta: 968,50; Iniziative conviviali: 4.014,90; Spese vitto e servizio: 6.675,55; Spese opere pastorali: 348,00; Altri costi: 708,00; Interessi mutui e finanziamenti: 8.279,08.Totale: 142.069,60

AVANzO GESTIONE ORDINARIA: 25.306,58

GESTIONE STRAORDINARIA - ENTRATEDonazioni: 1.990,00; Contributi regionali: 67.098,51.Totale: 69.088,51

uSCITERistrutturazione Centro Giovanile “Tesolin”: 69.763,46; Ristrutturazione Ancona: 5.642,87; Altri costi straordinari: 43.045,27.Totale: 118.451,60

DISAVANzO GESTIONE STRAORDINARIA : 49.363,09DISAVANzO COMPLESSIVO ANNO 2010: 27.618,61

nUOve ediziOni Per lA COmUnità

In occasione degli importanti lavori di sistemazione del Santuario dell'Ancona, durante i quali si è anche recuperato egregiamente l'affresco miracoloso raffigurante la Madonna col Bambino, sopra l'altare, la Parrocchia ha dato alle stampe una accurata, puntuale ed interessante ricerca sulla storia del Santuario, cui ha atteso il nostro concittadino Mario Concina, e che si può reperire dentro la chiesa o in canonica. Trattasi di un libretto semplice ma ricco di informazioni riguardanti le vicende, l'arte, le devozioni ed i segni di affetto che la nostra comunità ha espresso durante i 300 anni di vita di questa chiesa. Un altro tassello importante per ricordare i 600 anni della nostra comunità, come ha voluto ricordare Don Natale, benedicente, in occasione della riapertura del Santuario l'estate scorsa, con l'accorata preghiera "Reste cun no, cjare Mari, reste simpri cun no".

Si intitola “Medici, preghiere e unghie d’alce” ed è stato presentato poco prima di Natale davanti a un folto pubblico in palazzo Tadea. Frutto di tre anni di lavoro di un gruppo di studiosi locali, riuniti nel Comitato Studi San Giovanni, il volume prende le mosse dalle vicende della cappella dell’ospedale, che una decina di anni fa pareva destinata ad essere demolita, e invece è stata recuperata grazie alla ferma azione della popolazione. Da lì il lavoro si estende, per dare uno spaccato della storia della solidarietà e dell’assistenza a Spilimbergo dal Duecento ai giorni nostri: dall’ospedale alla casa di riposo per anziani, dalle suore della Divina Volontà al mondo del volontariato.

E’ stata presentata lunedì 4 ottobre 2010, nell’anniversario della fondazione del Duomo ed all’interno dei concerti della prima delle Giornate della Musica Sacra, la pubblicazione della nuova sintesi storica: DUOMO DI SANTA MARIA MAGGIORE - SPILIMBERGO per le edizioni della Deputazione di Storia Patria per il Friuli. Era da tempo evidente la necessità di rileggere la storia, l’arte e l’architettura cercando di ritrovare i significati liturgici e i tratti della vita spirituale della comunità in riferimento al tempio, ciò che non era stato possibile fare 25 anni fa nelle pubblicazioni del 700° anniversario della fondazione, apparse un po’ aride sotto questo aspetto, seppur scientificamente pregevoli e tuttora attuali per molti aspetti. Il risultato del lavoro di Alessandro Serena è una sintesi storica che segue il percorso turistico di visita: da Santa Cecilia, l’esterno, l’ingresso principale sotto i sette occhi della facciata ovest, l’impianto architettonico, la navata meridionale, il presbiterio, la navata settentrionale, la cripta, lo sguardo di sintesi finale. Questo consente comunque di ritrovare i successivi caratteri unitari delle varie epoche e delle varie sistemazioni, scanditi dalle opere d’arte e opere di necessità strutturale o liturgico-culturale: il tempo e lo spazio del sacro, fortemente segnato dall’evidenza degli affreschi del ‘300, dalle pitture e sculture dell’età umanistica, dal riordino controriformista, dai lavori di consolidamento, dalla finale cultura del restauro, fin quasi a sentire l’esigenza di nuovi apporti e nuovi segni, per cui si dicono problemi aperti (al mecenatismo in primis) il portale, gli amboni, l’organo, l’altare. Nuovi studi, ancora con molti interrogativi, rilevano la presenza della cosiddetta “sezione aurea” nelle misure principali dell’edificio, e danno un’interpretazione della catechesi del ciclo di affreschi, avendo trovato ragione di corrispondenze di significato narrativo e teologico.Che valore ha il Duomo? Una domanda che resta impertinente, perché è incommensurabile

il mistero del sacro che per generazioni tanti hanno vissuto grazie al Duomo, una somma di preghiera, di grazia, di infinito, che non è dato poter valutare, ma solo cogliere come prospettiva benedicente nella propria interiore umiltà. Questo libretto, reperibile in Duomo, per il carattere imposto e i vincoli della collana organizzata dalla Deputazione di Storia Patria, rimane allora come base ad un ulteriore e più esteso lavoro per una aggiornata prossima guida turistica.

SPILIMBERGOBattesimiEisendle Alexandra, Barberio Mattia Gennaro, Innocente Gaia, D’Andrea Marianna, Vedovato Mattia, Toffolo Gabriele, Napoli Gabriele Alberto, Cerone Davide, Menegon Davide, Marioni Alessandro, Mellina Gottardo Sofia, Da Prat Ivano, Da Prat Serena, Tommasini Caterina, Falcomer Thomas, Chiappetta Kelly, Spagnolo Simone, Colonnello Emma, Fagotto Diego, Troisi Maria Vittoria, Siripongpreeda William, Tamai Blanca, Tamai Esmeralda, Cazzitti Cecilia, Guazzo Lucrezia, Miorini Andrea, Dessoni Francesco, Bozza Tommaso, Roccasecca Samuele, Del Ben Filippo, Del Ben Giacomo, Cinque Elisa, Rizzotti Alessia, Collina Lorenzo, Mazziol Irene, Bassutti Alice, Gallina Antonio Massimo, Roberts Alec, Toffolini Davide. MatrimoniMoretti Nicolas e Rizzi Manju, Menegon Marco e Bresciani Verena, Scopel Stefano e Illume Vittoria, Donolo Giulio e Frigerio Serena, Persello Federico e Tambosso Sara, Latiano Massimiliano e Fusco Serena, Infanti Diego e Risoia Alessia, Hagiu Marian Mihai e Zapodeanu Ana Maria, Iob Luca e Brusadin Federica, De Benedictis Domenico e Cocinelli Sabrina, Rizzotti Marco e Cavic Iva, Travisanutto Paolo e Pintore Luisella, Turtoro Luigi e David Michela. DefuntiIndri Guido, Laganà Santo Salvatore, Canderan Annibale, Perino Codogno Rosa, Buffon Eleonora, Mazzolini Luigi, Gregoris Arrigo, Bazzano Ferrando Olga, Totis Miani Lucia Fides, Fratini Riccardo, Spagnol Gino, Cedolin Benito, Messina Paranta Nunzio, Valvason Ricetto Elena, Covallero Angelo, Pezzetta Indri Nevia, Mian Petovello Anna, Codogno Giacomo, Cecon Angelo, Romanin don Alfredo, Larise Paglietti Anna, Feltrin Vittorio, Sandri Pietro, Foretich Bonaventura, Catalano Dado Antonina, Di Fano Annibale, Amatruda Sabatino Lucia, Toneatti Giovanni, Poli Marzona Ebe, Pedemonte Ciraolo Giovanna, Mongiat Felicita, Corazza Pasut Lina, Miracolo Giuseppe, Marcuzzi Gambin Elsa, Simoni Pillin Orsola, Simonutti Luigi, Del Toso Aldo, Doratiotto Galasso Annunciata, Notari Massimiliano, Mirolo Mario, Tomasello Aureliano, Pascuttini Angelo, Grillo Renzo, Sacilotto Sergio, Zorzini Serafino Beppina, Zavagno Libera Italia, Leone Avon Francesca, Canderan Dean Angela, Molinaro Ennio, Gerussi Quinto, Bozzer Giovanni, Battiston Marcellina, Chivilò Cozzarizza Elena, Ortis Daniele, Muzzo Russo Giuseppina, Collesan Lino, Gaspardo Alice, Quas Guglielmo, Codogno Bonutto Severina, Beshiri Varvara, Colosetti Di Benedetto Teresa, Mongiat Mario, Cazzitti Adele, Miotto Laurora Lea, Pillilini Brovedani Giovanna, Rossi Gian Alfredo, Colonnello Renzo, Avon Giordano, Ottoborgo Zavagno Ada, Politti Juan Carlos (Gianni), Venaruzzo Luciano, Cancian Dino, Cancian Renato, Dei Negri Roberto.

BARBEANOBattesimiScaramozza Giorgia, Ghedin Cristiana, Colonnello Ludovica, Pignat Giulia, Visentin Alessia, Campardo Lonardo, Casasola Cristina. DefuntiRomano Valentinis Teresa, Barbui Galasso Italia, Cedolin Domenico, Sartor Giovanni, Bortuzzo Manazzone Rosanna, De Nardo Guerrino, Sbrizzi Ferrario Nilda, Castelli Bortuzzo Brigida, Scantimburgo Vignando Margherita, Buiatti Guerrino.

GRADISCABattesimi: Tesan Alessio, Casellan Achille.Defunti: Crozzoli Rosina, Maragno Primo, Galasso Assunta.

il Santuariodella Beata Vergine

dell’Ancona

Parrocchia Santa Maria Maggiore

SPiliMbergo

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Si ringraziano: la FONDAZIONE CRUP, la Provincia di Pordenone, il Comune di Spilimbergo, la BCC di San Giorgio e Meduno, per il convinto sostegno al programma di celebrazione dei nostri 600 anni di Chiesa. Grazie ai generosi donatori che hanno consentito la realizzazione di storiche opere e grazie a quanti si sono adoperati ed impegnati nella realizzazione degli eventi straordinari che danno nuova prospettiva alla comunità. Si ringraziano i donatori delle foto all'archivio della parrocchia, ogni riproduzione è vietata.

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Concerto e Benedizione del vescovo

CON LA PARTECIPAZIONE DI SCUOLE E ASSOCIAZIONI MUSICALI DELLO SPILIMBERGHESE

E LA DIREZIONE DEL MAESTRO OLINTO CONTARDO

la comunItà è InvItata alla solenne conclusIone del GIubIleo

duomo dI santa maRIa maGGIoRedomenIca 6 maRzo ore 15,30

Per SOli, COrO di vOCi BiAnChe, COrO miStO e OrCheStrA

600 anni di Chiesa1410-2010