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Associazione Giuseppe De Santis - www.assodesantis.com 18 Il cinema di Michele Placido Immagini dal lavoro Incontri con: Gianluca Arcopinto Gaetano Del Mauro Ciro D’Emilio Emanuela Gasbarroni Simone Godano Morgana Forcella Ciro Formisano Wilma Labate Aldo Padovano Daniela Poggi Paolo Quaregna Raffaele Schettino Sebastiano Somma Paesaggio Audiovisivo Pontino Cinema &/è Scuola Dolly d’Oro Giuseppe De Santis 13/22 SETTEMBRE 2019 FONDI 9 NOVEMBRE 2019 ISOLA DEL LIRI

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Associazione Giuseppe De Santis - www.assodesantis.com

18

Il cinema di Michele PlacidoImmagini dal lavoro

Incontri con: Gianluca Arcopinto Gaetano Del Mauro Ciro D’Emilio Emanuela Gasbarroni Simone Godano Morgana Forcella Ciro Formisano Wilma Labate Aldo Padovano Daniela Poggi Paolo Quaregna Raffaele Schettino Sebastiano Somma

Paesaggio Audiovisivo PontinoCinema &/è ScuolaDolly d’Oro Giuseppe De Santis

13/22 SETTEMBRE 2019FONDI

9 NOVEMBRE 2019ISOLA DEL LIRI

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la nostra storiala vostra salute

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LatinaVia Don C. Torello, 51

Tel. 0773. 418079

Fondi (LT)Via Appia Km 119Tel. 0771.510684

Terracina (LT)Via Centuriazione - Calcatore

Tel. 0771.515419

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fondifilmfestivalRassegna permanente di Cultura Cinematografica

Associazione Giuseppe De SantisPiazza Domenico Purificato

(c/o Biblioteca comunale)04022 Fondi (LT)tel. 347 7576351fax: 0771 511953

[email protected]

Associazione Giuseppe De Santis

Direzione artistica: Marco GrossiOrganizzazione generale: Virginio PalazzoDelegato organizzativo: Gianluca TruglioCollaboratori: Giovanni Berardi, Valentina Fatiga,Carlotta Federici, Agnese PalazzoService audio-video-luci: ditta Bruno GentileMateriali tipografici: Grafiche PD - Progetto StampaProgetto grafico: Marco Pascarella

Presidente onorario: Giuliano MontaldoPresidente: Gianni AmelioVice Presidente: Gordana Miletic De SantisDirettore: Mario MartoneSegretario: Marco GrossiConsigliere delegato: Virginio Palazzo

Comitato scientificoGianni AmelioRoberto AndòAdriano ApràAlberto BarberaLino CapolicchioAlberto CrespiEttore De ConciliisRoberto De FrancescoGordana Miletic De SantisLuisa De SantisStefano Della CasaIaia ForteGiacomo GambettiJean GiliGiorgio GosettiMarco Grossi

Andrea MartiniMario MartoneStefano MasiPaolo MereghettiGuido MicheloneGiuliano MontaldoVirginio PalazzoGianfranco PannoneStefania ParigiAndrea PurgatoriSilvia ScolaToni ServilloGiorgio SimonelliGiovanni SpagnolettiSergio Tramonti

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Cortile Palazzo CaetaniVenerdì 13 Settembreore 19.30: Presentazione FONDIfilmFESTIVAL 2019 elibro di Virginia Less “Declinazioni” (2019, Herald Editore)

Sala Carlo LizzaniSabato 14 SettembreIMMAGINI DAL LAVOROore 19.00: “Il club dei 27” (2017, M. Zoni, 63’)

Chiostro San DomenicoIL MAGICO CONNUBIO: CINEMA E MUSICA21.00: “Il mondo che vorrei 3.0” - Concerto del CoroCantate Domino

Auditorium Banca Popolare di FondiDomenica 15 SettembreIL MAGICO CONNUBIO: CINEMA E MUSICA18.30: Presentazione CD “Morricone’s Anthology” - Concertodel Fondi Music Festival con Gabriele Pezone (Pianoforte) eAndrea Tassini (Tromba) - A seguire: cocktail

Sala Carlo LizzaniLunedì 16 SettembreIL CINEMA DI MICHELE PLACIDO18.00: “Pummarò” (1990, M. Placido, 100’)

IMMAGINI DAL LAVORO21.00: Incontro con Daniela Poggi e Ciro Formisano eproiezione di “L’esodo” (2017, C. Formisano, 104’)

Martedì 17 SettembreIL CINEMA DI MICHELE PLACIDO18.30: “Un uomo perbene” (1999, M. Zaccaro, 120’)IMMAGINI DAL LAVORO21.00: Incontro con Gianluca Arcopinto e proiezione di“Storie sospese” (2015, S. Chiantini, 95’)

Mercoledì 18 SettembreCINEMA &/È SCUOLA10.30: Incontro con gli studenti degli Istituti Superiori diFondi e proiezione di “Riso amaro” (1949, G. De Santis, 109’)IL CINEMA DI MICHELE PLACIDO16.45: “Mery per sempre” (1989, M. Risi, 98’)18.30: “Un eroe borghese” (1995, M. Placido, 93’)20.30: Incontro con Michele Placido e proiezione di “7minuti” (2016, M. Placido, 92’)

Giovedì 19 SettembreCINEMA &/È SCUOLA10.30: Incontro con gli studenti degli Istituti Superiori diFondi e proiezione di “I soliti ignoti” (1958, M. Monicelli, 102’)

IL CINEMA DI MICHELE PLACIDO17.00: “Romanzo popolare” (1974, M. Monicelli, 102’)19.00: “Il cecchino” (2012, M. Placido, 89’)PAESAGGIO AUDIOVISIVO PONTINO21.00: Incontro con Emanuela Gasbarroni e proiezionedi “Fuga per la libertà” (2018, E. Gasbarroni, 70’)

Venerdì 20 SettembreIMMAGINI DAL LAVORO19.00: Incontro con Paolo Quaregna e proiezione di“Carpineto Oltremare” (2018, P. Quaregna, 39’)CINEMA &/È SCUOLA21.00: Incontro con Morgana Forcella e Sebastiano Sommae proiezione di “Senza paura” (2018, M. Forcella, 20’)IMMAGINI DAL LAVORO21.30: Incontro con Paolo Quaregna e proiezione di “Laseconda patria” (2019, P. Quaregna, 80’)

Sabato 21 SettembreIL CINEMA DI MICHELE PLACIDO16.30: “Tre fratelli” (1981, F. Rosi, 113’)IMMAGINI DAL LAVORO19.00: “Ambrogio” (1992, W. Labate, 90’)20.30: Incontro con Gaetano Del Mauro e Aldo Padovanoe proiezione di “Tonino” (2019, G. Del Mauro, 15’)21.00: Incontro con Wilma Labate e proiezione di“Arrivederci Saigon” (2018, W. Labate, 80’)

Domenica 22 SettembreCINEMA &/È SCUOLA18.00: Presentazione progetto “Dreams” e proiezione di“Tradimenti e magie” (2018, R. Schettino, 15’)PAESAGGIO AUDIOVISIVO PONTINO18.30: Incontro con Simone Godano e il Sindaco diGaeta Cosmo Mitrano e proiezione di “Croce e delizia”(2019, S. Godano, 100’)DOLLY D’ORO GIUSEPPE DE SANTIS 201921.00: Cerimonia di premiazione e incontro con CiroD’Emilio; a seguire: proiezione di “Un giorno all’improvvi-so” (2018, C. D’Emilio, 88’)

ISOLA DEL LIRITeatro comunale CostantiniSabato 9 NovembreARTISTI DEL ‘900 IN TERRA CIOCIARA17.30: Presentazione e distribuzione volume atti del con-vegno di Frosinone (16 Novembre 2018)IL MAGICO CONNUBIO: CINEMA E MUSICA18.00: Presentazione CD “Morricone’s Anthology” - Concertodel Fondi Music Festival con Gabriele Pezone (Pianoforte) eAndrea Tassini (Tromba)

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8 Il magico connubio. Cinema e Musica12 Immagini dal lavoro14 Il club dei 2715 L’esodo18 Storie sospese19 Carpineto Oltremare20 La seconda patria21 Ambrogio22 Tonino23 Arrivederci Saigon28 Il cinema di Michele Placido32 Pummarò33 Un uomo perbene34 Mery per sempre35 Un eroe borghese36 7 minuti37 Romanzo popolare38 Il cecchino39 Tre fratelli42 Cinema &/è Scuola44 Riso amaro45 I soliti ignoti46 Senza paura47 Tradimenti e magie48 Paesaggio audiovisivo pontino50 Fuga per la libertà51 Croce e delizia54 Dolly d’Oro Giuseppe De Santis56 Un giorno all’improvviso

indice

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MUSICA E CINEMA

IL MAGICO CONNUBIO

Cinema e Musica

“Il mondo che vorrei 3.0”

Concerto del Coro Cantate Domino

Sabato 14 Settembre, ore 21.00 - Chiostro San Domenico

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L’iniziativa di beneficenza “Il mondo che vorrei 3.0” – ideata dalla direttrice del Coro “Cantate Domino”Sonia Annunziata – è promossa dall’Associazione Ferruccio Busoni in collaborazione con le AssociazioniFondi Turismo, Pro Loco Fondi, Lions Club Fondi, Sergej Rachmaninov, Giuseppe De Santis, ARS, Andos, AVISe la tipografia Arti Grafiche Kolbe, con i media partner Enrico Duratorre Photography e Radio Civita inBlue con il patrocinio di Comune di Fondi e Provincia di Latina.L’intero ricavato delle donazioni verrà devoluto per l’acquisto della lavastrumenti per la sala operatoria delpresidio ospedaliero San Giovanni di Dio di Fondi. Il progetto “Il mondo che vorrei 3.0” nasce dalla volontà di condividere con la propria comunità di apparte-nenza un gesto concreto di cui potranno beneficiare tutti i cittadini del nostro comprensorio. Spirito di ser-vizio e unità d’intenti ci hanno spinto a individuare questo obiettivo. Ogni contributo, anche minimo, è beneaccetto per il raggiungimento dello scopo. Si può contribuire sia come privati cittadini che come aziende.E’ possibile effettuare donazioni tramite bonifico ad Associazione musicale Ferruccio Busoni, Iban: IT 07 W05296 73974 CC 019 000 1053, causale: donazione per acquisto macchinario ospedale di Fondi.

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fondifilmfestival18

IL MAGICO CONNUBIO

Cinema e Musica

Presentazione CD “Morricone’s Anthology” e Concerto

In collaborazione con il Fondi Music Festival

Domenica 15 Settembre, ore 18.30 - Auditorium Banca Popolare di Fondi

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Via Appia km 118,800 Parco Commerciale AreneFONDI TERRACINA LATINA

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PROGETTAZIONE IMPIANTI (D.M. 37/08)E REDAZIONE DIRI

PREVENZIONE INCENDI (D.P.R. 151/11)

SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO(D.Lvo 81/08 E D.Lvo 106/09)

FORMAZIONE IN AMBITO DI SICUREZZANEI LUOGHI DI LAVORO

CONSULENZE TECNICHE DI PARTE ED'UFFICIO

IGIENE ED ALIMENTI(PROTOCOLLO H.A.C.C.P.)

CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI (D.Lvo 196/05)

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Immagini dal lavoro

La sezione principale del FONDIfilmFESTIVAL è unaretrospettiva di film e documentari sul tema del lavoro,uno dei motivi ricorrenti del cinema di Giuseppe DeSantis. L’obiettivo è quello di mettere a fuoco quanto dimeglio e di più interessante si produce su pellicola o invideo sull’argomento, ma anche di trarre profitto daun’esplorazione di ciò che l’immaginario cinematografi-co ha prodotto fino ad oggi su un argomento sempreattuale.Le proiezioni e gli incontri costituiscono anche occasio-ne per riflettere sull’importanza del cinema che haaffrontato e affronta - con i toni della denuncia, dellacommedia o del reportage documentaristico - il temadel lavoro: dalla condizione operaia alla mobilitazionesindacale, dalla consapevolezza del ruolo del lavoratoreallo spirito politico, dai mutamenti del contesto socialee culturale ai risvolti del disagio e della marginalità delnostro tempo.

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fondifilmfestival18

Il club dei 27L’esodo

Storie sospeseCarpineto Oltremare

La seconda patriaAmbrogio

ToninoArrivederci Saigon

Apriremo con “Il club dei 27” (2017) di Mateo Zoni, unapellicola che restituisce il mito, la visionarietà, il roman-ticismo di Giuseppe Verdi attraverso la storia di unragazzo che sogna di entrare in un’esclusiva associazio-ne dedita alla conservazione e diffusione del culto per ilMaestro.Proseguiremo con “L’esodo” (2017) di Ciro Formisano- film di denuncia ispirato a una storia vera e che ha ilgrande merito di soffermarsi sul drammatico fenomenodegli esodati, momento sociale che ha visto la dispera-zione di migliaia di lavoratori - e con “Storie sospese”(2015) di Stefano Chiantini, che si snoda attorno allaproblematica vicenda di un rocciatore che si ritrovasenza lavoro in seguito alla morte accidentale di un col-lega e alla conseguente chiusura del cantiere.Il tema dell’emigrazione italiana in Quebec è al centro didue documentari di Paolo Quaregna: “CarpinetoOltremare” (2018) e “La seconda patria” (2019). Ilprimo ci presenta la storia di una Carpinetana emigrataa Montreal nel 1953, il secondo ripercorre l’itinerario diuna famiglia pugliese che per necessità di lavoro approdaprima in Belgio e poi in Canada, raccontando la storia dialcuni “migranti economici” e dei loro figli che hannosaputo adattarsi a una nuova vita oltre oceano maiimmemori delle proprie origini.Di Wilma Labate il FONDIfilmFESTIVAL aveva ospitatonel 2008 “Signorinaeffe” (2007), ambientato nelSettembre 1980, quando dall’annuncio della FIAT dilicenziare 15.000 operai scaturì un durissimo scioperodurato ben 35 giorni. In questa edizione proponiamo ilsuo esordio, “Ambrogio” (1992), che racconta il sognonel cassetto di una ragazza che desidera diventare capi-tano di una nave, e il suo ultimo film: “ArrivederciSaigon” (2018). Il documentario ricostruisce l’incredibilestoria di una band tutta al femminile che desidera lascia-re la provincia industriale toscana e si ritrova catapultatanella guerra del Vietnam per esibirsi di fronte alle truppeamericane.Infine, con il toccante cortometraggio “Tonino” (2019)di Gaetano Del Mauro e Aldo Padovano ricordiamodoverosamente la drammatica vicenda di AntonioEsposito Ferraioli, cuoco e sindacalista ucciso dallacamorra perché portatore sano di coscienza civile e giu-stizia sociale.

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Il club dei 27

Anno 2017Durata 63’Origine ItaliaColore CGenere DocufictionProduzione Alessandra Acciai, Roberto Lombardi,Giorgio Magliulo, David Moscato, Filippo Viola perKobalt Entertainment, Malìa, Istituto Luce-CinecittàDistribuzione Istituto Luce-CinecittàSoggetto e sceneggiatura Mateo ZoniFotografia Daniele CiprìMontaggio Andrea Maguolo, Fabio Ricci(collaborazione)Scenografia Graziano PinnaCostumi Marika ArgentiniNote Immagini di repertorio tratte dall’archiviostorico LuceRegia Mateo ZoniInterpreti Giacomo Anelli, Irene Carra, PietroAnelli, Noa Zatta, Ettore Scarpa, Claudio GuainSinossi Ventisette sono le opere del massimocompositore nazionale. Nel paese del melodrammac’è il club esclusivo dei 27 - e non è il Forever 27 dellerockstar morte a quell’età - ma “solo” di vere eproprie persone che si chiamano come le opere diGiuseppe Verdi. Si presentano così: “Piacere, sono

Traviata, Rigoletto, Giovanna D’Arco... eccetera,eccetera”. Tutto scorreva nel dolce furore di questiabitanti di pianura, fino all’arrivo di un ragazzino si èprocurato una divisa, la stessa spilla, vuole essere unodi loro. Un altro miracolo del Maestro? Forse. Oprobabilmente, tutto calcolato, tra questa gente pienadi “sinistra inclinazione musicale”, come scrivevaBruno Barilli. Finzione o realtà? Sono le domande dichi si imbatte per la prima volta in questa storia,talmente incredibile da sembrare costruita neidettagli. Così reale da apparire irreale al cinema, chea sua volta è una menzogna per raccontare la verità.

IMMAGINI DA LAVORO

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L’esodo

Anno 2017Durata 104’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Farocinema Produzioni, StemoProductionDistribuzione Stemo ProductionSoggetto Ciro FormisanoSceneggiatura Ciro Formisano, Angelo PastoreFotografia Candido TorchioMontaggio Ciro FormisanoCostumi Tiziana TirabalzaMusiche Roberto UlinoNote Globo d’Oro 2018 - Gran Premio dellaStampa EsteraRegia Ciro FormisanoInterpreti Daniela Poggi (Francesca), Rosaria DeCicco (Zingara), Kiara Tomaselli (Alice), SioneDestrero (Cesare), Carlotta Bazzu (Mary), DavidWhite (Peter), Cinzia Mirabella (Maiorani), VeronicaRega (Mirella), Cinzia Susino (Giulia), Fulvia PatriziaOlivieri (Sara) Sinossi 2012. Anno del governo tecnico Monti.Francesca, 60enne, si ritrova improvvisamente nellacondizione di esodata, e quindi senza alcun reddito.Anche con Mary, la nipote che vive con lei, la situa-zione precipita, proprio a causa del disprezzo che l’a-dolescente prova per la miseria in cui sono piomba-te. Non trovando alcuna soluzione, dopo aver bussa-to a numerose porte Francesca finisce a mendicarein Piazza della Repubblica a Roma. Le persone cheattraversano quotidianamente la piazza rimangonocolpite dalla sua immagine, così distinta e così lontanadallo stereotipo della mendicante. Francesca incarnala nuova povertà italiana. Tenendo la nipote all’oscuro

di tutto, la donna riesce a superare l’imbarazzo deiprimi giorni e a conoscere diverse persone incurio-site dalla sua condizione e frequentatori della piazza.Tra questi, il tedesco Peter, uno dei primi che riescea strapparle un sorriso e con cui intraprende unatenera amicizia; un’irriverente zingara che cerca dicacciarla per difendere “la sua zona”; Cesare, uncoatto dal fare misterioso ma affidabile, che tenta diinfervorare l’animo della donna, aizzandola alla pro-testa. Le cose si complicano però, quando una gior-nalista le chiede di raccontarle la sua storia...

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IMMAGINI DA LAVORO

di Giovanni Berardi

In principio c’è stato Walter Chiari, e poi GinoBramieri. Come dire: la migliore classe d’attoreformava in teatro il carattere artistico dellagiovanissima attrice Daniela Poggi. Con il cinema poisono arrivati, nella filmografia della Poggi, i registi dellamigliore scuola dello spettacolo più puro, parliamo inquesto contesto di autori quali Steno, SergioCorbucci, Giorgio Capitani, Pasquale Festa Campanile,Luciano Salce, ma anche dei maestri di un cinema piùindiscusso quali Ettore Scola, Hector Babenco, ClaudeChabrol. Con la televisione, nelle varie fiction, è stataanche alla corte di Carlo Lizzani, Pupi Avati, EmidioGreco e in teatro vanta collaborazioni con PietroGarinei, Arnoldo Foà, Piero Maccarinelli, EnnioColtorti, Luca De Bei, Gabriele Lavia. E non le èmancato nemmeno il canto, il Festival di Sanremo adesempio, e la conduzione televisiva. Fino a raggiungereil ruolo di Francesca de L’esodo - il film che ha visto ildebutto al cinema del regista e scrittore CiroFormisano - ruolo che, per più di un motivo, ha

sottolineato fortemente l’intera filmografia di DanielaPoggi attrice cinematografica.

È vero questo, Daniela Poggi? Pur non rinnegando nulla di quello che ho fatto,certamente L’esodo è il film che mi ha dato piùopportunità per consolidare il mio rapporto conl’espressione, fondamentale per ogni attore. L’esodo èun film che mi ha visto assoluta protagonista, ed èvenuto nel momento più giusto della mia carriera,proprio nella esattezza della mia età anagrafica. Perquesto ritengo, sia il ruolo che il film, un dono davverostraordinario. Un altro film della tua filmografia che ti ha colpitoalmeno quanto L’esodo? Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari.Contentissima di essere stata parte di quel cast.

L’esodo è un film necessario, di disperata attualità,quello che un tempo si chiamava il grande cinemadell’impegno civile, e che oggi, per qualchedisgraziato motivo, in Italia non si fa quasi più. Eraquello il cinema voluto da Francesco Rosi, ElioPetri e Ugo Pirro, Damiano Damiani e GiuseppeFerrara, Carlo Lizzani e Florestano Vancini, e cheoggi il coraggio di Ciro Formisano cerca diriportare in vita, restituendolo proprio alla suaprepotente attualità. A lui chiediamo: qual è statala “necessità” che ti ha portato a realizzare questofilm?Io ho iniziato a seguire le vicende degli esodati già dal2012, proprio dal momento in cui è nato il problemadella riforma Fornero. Ho iniziato raccogliendo delletestimonianze con l’intenzione poi di farne un filmdocumentario. Successivamente mi sono reso conto

DANIELA POGGI E CIRO FORMISANO,PROTAGONISTA E REGISTA DE “L’ESODO”

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che un documentario su quell’argomento sarebbestato poco fruibile dal grande pubblico, cioè da tutticoloro i quali non erano stati direttamente colpiti dalproblema. Ho deciso quindi di farne prima unromanzo, raccogliendo in un unico personaggio,Francesca, quella serie di testimonianze. In un secondotempo è nata l’idea del film, così insieme allosceneggiatore Angelo Pastore ho deciso disceneggiare il romanzo. I problemi sono continuati, nelsenso che non trovando un produttore disposto arischiare ho deciso di produrre il film da solo. Alla fineL’esodo è stato girato con pochissimi mezzi ma congrandi soddisfazioni...

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Ricordi ed emozioni del cinema fondano anche nei nostri appartamenti

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IMMAGINI DA LAVORO

Storie sospese

Anno 2015Durata 95’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Marta Manzotti e Fulvia Ciccone perFaso Film, in collaborazione con Rai CinemaDistribuzione PabloSoggetto e sceneggiatura Stefano Chiantini,Luca Benedetti, Chiara Atalanta Ridolfi, MartaManzottiFotografia Tarek Ben AbdallahMontaggio Luca Benedetti, Arianna ZaniniScenografia Paola PeraroCostumi Francesca Tessari, Susanna MastroianniMusiche Piernicola Di MuroNote Presentato in anteprima alle “Giornate degliautori – Venice Days” (Festival di Venezia 2015)Regia Stefano ChiantiniInterpreti Marco Giallini (Thomas), Maya Sansa(Giovanna), Alessandro Tiberi (Alessandro), AntonioGerardi (Ermanno), Pietro Bontempo (Tonino),

Simonetta Solder (Sandra), Giorgio Colangeli(geometra Bucci), Sandra Ceccarelli (Aurora)Sinossi Un gruppo di rocciatori rimasti disoccupatidopo la chiusura dell’ennesimo cantiere delle grandiopere a causa della morte di un collega, precipitatogiù durante un’arrampicata, si trova costretto acercare un’altra occupazione. Tra loro c’è Thomas,interpretato da Marco Giallini, con difficoltàeconomiche e una famiglia da mantenere: situazioneche lo spingerà ad accettare un lavoro in un paesinodell’Abruzzo dove il vecchio “collega di roccia”Ermanno (Antonio Gerardi) gestisce una piccolaimpresa…

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Carpineto Oltremare

Anno 2018Durata 39’Origine ItaliaColore CGenere DocumentarioProduzione Dream FilmA cura di Paolo Bovi, Cecilia Calvi, Renato Chiocca,Paolo QuaregnaMontaggio Laboratorio AMEMORIADUOMORegia Paolo QuaregnaInterpreti Rosilde Cacciotti, Claudio Cacciotti,Natalina Benedetti Cacciotti, Luciana BenedettiSinossi Natalina Benedetti Cacciotti è nata aCarpineto Romano ed è emigrata a Montreal(Canada) nel 1953. I suoi racconti, come quelli dei figli(che tra di loro parlano in inglese),  sono l’elogio dellapazienza, del coraggio e della resilienza di quellemigliaia di Carpinetani che oggi vivono lontano,prevalentemente in Canada ed Australia.

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IMMAGINI DA LAVORO

La seconda patria

Anno 2019Durata 80’Origine ItaliaColore CGenere DocumentarioProduzione Rean Mazzone, Andrea Kerkoc, PaulCadieux per Ila Palma, Dreamfilm, Istituto Luce-Cinecittà, Avocado PicturesDistribuzione Istituto Luce CinecittàSoggetto e sceneggiatura Paolo QuaregnaFotografia Jacques Desharnais, Katerine Giguère Montaggio Paolo Quaregna, Patrizia PenzoMusiche Walter CordaNote Premio MyMovies come miglior documentarioal Mantova Film Fest 2019Regia Paolo QuaregnaInterpreti Johnny Stea, Florent Vollant, Paul Tana,Tony Nardi, Pierre CurziSinossi Hanno preso una decisione radicale. Hannoscelto di lasciare la loro “amara terra”, come hannofatto negli ultimi 100 anni poco meno di 30 milioni diitaliani. Hanno fatto valigie e fagotti, attraversatofrontiere, varcato l’oceano. Di tutte le terre

americane, hanno scelto il Quebec, enclave dal saporemediterraneo, dove si parla la lingua francese,provincia radicata nella tradizione cattolica, da sempreaperta al meticciato. Sono uomini e donne di grandecoraggio e capacità di resilienza, disponibili a farecrescere in sé lo “spirito nomade”: hanno preferitoessere padroni del loro tempo piuttosto che battersi,tra fratelli, per difendere uno spazio avaro di risorse.Alcuni di essi, spingendosi nei distretti minerari delgelido nord, hanno scoperto (grazie anche a“contaminazioni” culinarie e musicali) una specialecomplicità con i “nativi” Innu, abitanti colà ben primadi ogni ondata migratoria. Il film, seguendo il camminodella famiglia Stea, da Sannicandro di Bari, primaminatori in Belgio nell’immediato dopoguerra, poilavoratori occasionali a Toronto e a Montreal, infinelavoratori nelle miniere di ferro di Schefferville, nelGrande Nord canadese, offre i ritratti di nove“migranti economici” e dei loro figli che hanno saputoadattarsi a una nuova vita, attivando nuove radici,senza perdere il legame con la loro “italianità”.

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Ambrogio

Anno 1993Durata 90’Origine ItaliaColore CGenere CommediaProduzione Giuseppe Giovannini per Cinelife,Istituto Luce, Italnoleggio CinematograficoDistribuzione Istituto Luce, ItalnoleggioCinematograficoSoggetto Sandro Petraglia, Wilma LabateSceneggiatura Sandro PetragliaFotografia Giuseppe Maccari, Mauro MarchettiMontaggio Nino BaragliScenografia Maurizio Leonardi

Costumi Sergio BalloMusiche Roberto CiottiRegia Wilma LabateInterpreti Francesca Antonelli (Anna/Ambrogio),Roberto Citran (Leo), Paolo Graziosi (il padre), FabioPoggiali (Gino Zani), Marco Galli (Stefano), EnricoBrignano (Cicogna), Luciano Federico (Oreste),Antonello Scarano (Nino), Giovanni Vettorazzo(Corrado), Anita Ekberg (Clarice), Carlos Gomez (ilmuto)Sinossi Siamo nel 1960: Coppi muore, Berruti vincei cento metri alle Olimpiadi di Roma e Anna Ambrogi,ormai diplomata capitano, si aggira per il porto diLisbona, simbolica frontiera tra la terraferma el’avvenire, tra l’Europa e i sogni, all’inutile ricerca di unimbarco. Con le gonne o con il berretto fregiato dacomandante, di donne a bordo non se ne parla...

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IMMAGINI DA LAVORO

Tonino

Anno 2019Durata 15’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Aldo Padovano per Cgil e Flai Cgilassieme alla Fondazione Pol.I.S della RegioneCampania, con l’associazione culturale “Ambress’…am press” ed il presidio paganese di “Libera –Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” incollaborazione con il Giffoni Experience nell’ambitodel programma “Giffoni per la Legalità”.DistribuzioneAssociazione culturale “Ambress’…am press”Soggetto Aldo PadovanoSceneggiatura Alfonso Tramontano Guerritore,Aldo Padovano e Federico Esposito Fotografia Gaetano Del MauroMontaggio Francesco PetroneScenografia Silvio Di MonacoCostumi Federica AmendolaMusiche Bruno FalangaNote Presentato alla 49ª edizione del Giffoni FilmFestivalRegia Gaetano Del MauroInterpreti Andrea Contaldo (Tonino), Anna RitaVitolo (sorella), Marco Villani (avvocato), ValeriaImpagliazzo (avvocato donna), Elvira Buonocore(operaia), Antonetta Capriglione (sindacalista),Domenico Bottino (giocatore carte), EspeditoFabbricatore (giocatore carte), Gianvincenzo Nastasi(uomo biliardo), Alfonso Tramontano Guerritore(uomo biliardo), Mario Carpentieri (barista), RenataSabba (bambina bar), Vincenzo Sabbatino (bambinobiliardo), Francesco Buonocore (bambino biliardo),

Lina Ruggiero (lettrice libro), Aldo Padovano (killer 1),Federico Esposito (killer 2). Sinossi “Tonino” è un cortometraggio dedicato allamemoria di Antonio Esposito Ferraioli, cuoco esindacalista Cgil ucciso dalla camorra il 30 agosto1978 a Pagani, in provincia di Salerno. Due colpi dilupara lo ferirono a morte sotto casa della sua futuramoglie. Aveva solo 27 anni. Ad oggi non ci sonocondanne né per mandanti né per gli esecutoridell’omicidio. Siamo nel 1978. È la sera del delitto. Daallora il tempo è come sospeso, ancora, nel 2018.Quarant’anni dopo la presenza del sindacalista aleggiaancora per le strade della città. Una presenza leggera,impalpabile. Nel presente egli rivive la sua storiaattraverso le tappe di una giornata ideale chericostruisce la propria vita. Non è un ritorno. È unapermanenza.

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Arrivederci Saigon

Anno 2018Durata 80’Origine ItaliaColore CGenere DocumentarioProduzione Emanuele Nespeca, Gabriele Trama perSolaria Film, Tralab, Rai Cinema, in collaborazione conRai Com Distribuzione Istituto Luce - CinecittàSoggetto Wilma Labate, Giampaolo SimiSceneggiatura Wilma LabateFotografia Daniele CiprìMontaggio Mario MarroneMusiche Mattia Carratello, Stefano RatchevNote Proiettato in anteprima alla 75ª Mostra d’ArteCinematografica di Venezia (2018)Regia Wilma LabateInterpreti Viviana Tacchella (se stessa), RossellaCanaccini (se stessa), Daniela Santerini (se stessa),Franca Deni (se stessa)Sinossi È l’incredibile storia delle “Stars”, lagiovanissima band italiana che dalla provincia toscanaviene spedita inaspettatamente in Vietnam, a suonarenella base militare americana. È composto da

giovanissime con la voglia di successo e di lasciare laprovincia industriale dove vivono, così diversa dallafamose colline del Chianti: vengono dalle acciaierie diPiombino, dal porto di Livorno e dalle fabbrichePiaggio di Pontedera. È la provincia rossa delle casedel popolo e del PCI e uscire da quella provincia è illoro sogno. Siamo nel ‘68 e ogni sogno sembrapossibile. Ricevono un’offerta che non possonorifiutare: una tournée in estremo oriente, Manila, HongKong, Singapore... Armate di strumenti musicali evoglia di cantare, partono sognando il successo ma siritrovano in guerra, e la guerra è quella vera delVietnam... Dopo cinquant’anni “Le Stars” raccontanola loro avventura vissuta per tre mesi nelle basisperdute nella giungla, tra i soldati americani e lamusica soul.

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IMMAGINI DA LAVORO

di Giovanni Berardi

«…il cinema è presenza. Non ideologia, non teoria…» dice la regista Wilma Labate, e i suoi lungometraggidi finzione - Ambrogio, La mia generazione, Domenica,Signorinaeffe - così come i suoi documentari - Lavorarestanca, Un altro mondo è possibile, Lettere dalla Palestina,Maledetta mia, Arrivederci Saigon - in qualche modotengono fede proprio a questa precisa definizione.

Gli anni Sessanta e Settanta, dunque, visti dallacultura cinematografica (che si stava formando)di Wilma Labate?Questa domanda può avere nella risposta deiconnotati nostalgici, perché riporta ad un periododecisivo e irripetibile per la cultura italiana, gli anni trala fine dei Sessanta e gli inizi dei Settanta. Erano annimolto vivaci anche da un punto di vita sociale epolitico. Poi, certamente, sono quelli che riportano allamia migliore gioventù. E a Roma, in quel periodo, c’erala possibilità concreta di vedere molto cinema,esistevano ancora tantissime sale d’essai doveprogrammavano delle complete rassegnecinematografiche, per cui io a diciotto - vent’anni hoavuto la possibilità di vedere Bergman, di vedereBuñuel, di vedere anche un film che mi ha moltoinfluenzato nel percorso della mia carriera che èMouchette di Robert Bresson. Quindi, insieme aquesto andare al cinema, anche in maniera disordinatae certo non organica, è avvenuta in me, come dire, unaformazione spontanea, cinematografica certo, maanche culturale e politica. A me già allora piacevamoltissimo il cinema, però ancora non avevo bencapito cosa fare da grande. Quando parlo del ‘68,

perché stiamo parlando di quegli anni, dico sempreche “io non ho fatto il ‘68, ma il ‘68 ha fatto me”, quindidavvero quel periodo storico mi ha aiutato a crescere,a formarmi anche in modo consapevole dico, vistoche, dopo, ho ascoltato, percepito, elaborato,riscoperto tutto, a cominciare proprio dal cinema.

Quale credi che sia la caratteristica dominante deltuo cinema? Io credo, devo dire mio malgrado, che sia un po’ lamalinconia, più che il dramma. Nel senso che c’è comeun elemento di solitudine dei personaggi, deiprotagonisti delle storie, delle poche storie che poiho deciso di realizzare. E non è un caso che sianopoche, perché mi riconosco davvero un sensoeccessivo di lentezza, sono portata a rimuginare unpo’ troppo sulle storie che racconto, a portarledavvero sulla mia carne.

Quindi lavori molto sulla sceneggiatura?Anche. Ma più che un lavoro di sceneggiatura direi chec’è a monte un grande lavoro di riflessione...

Qual è, tra i tuoi film, quello che ha comportatole maggiori difficoltà nel realizzarlo?Senz’altro La mia generazione. Una difficoltà enormeha accompagnato quell’arco produttivo… Ho dovutodavvero lottare per farlo.

Tra l’altro è uno dei pochi film che affrontano iltema del terrorismo in Italia…E sicuramente quella situazione andava raccontata,elaborata, analizzata di più dal cinema. Ma è semprestato difficile produttivamente esaurire un film su queitemi. In Italia sono stati troppo pochi i film spesi su

“IL CINEMA COME PRESENZA NELLA STORIA”.INTERVISTA A WILMA LABATE

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quella tematica… Ed è certamente un peccato, perchéè prevalso su quel tema, doloroso, il valore dellarimozione, e la rimozione porta a mettere ilfenomeno da parte, a non farci i conti criticamente, anon comprendere più davvero perché è successo.

Che rapporto ha il tuo cinema con la dimensionespettacolare?Questa è una bella domanda… Ed è stata sempreanche una bella diatriba nel cinema italiano.Comunque il cinema è sempre spettacolo, ecomunque è vero che esiste spettacolo e spettacolo.Ad esempio per me lo è anche un attore che recitabene. E per “bella interpretazione” intendo quella insottrazione, senza eccessi, un’interpretazione che nonfa troppo, bensì pochissimo… E penso in questomomento a Marcello Mastroianni, che dava sempre

l’impressione di trovarsi davanti alla macchina dapresa proprio per sbaglio, o per caso… E poi vienela fotografia: una fotografia intensa che esprimal’emozione della scena attraverso la luce è unospettacolo. È possibile però che ci siano tanti punti divista nel godere lo spettacolo, tanti sguardi…

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Via Madonna delle Grazie, 270 - 04022 Fondi (Lt) - Tel. 0771 512998www.ristorantecarrera.it

Sala banchetti - Menù degustazioni - Pausa pranzo

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Il cinema diMichele Placido

Attore tra i più carismatici e apprezzati degli ultimidecenni, Michele Placido vanta una lunga carriera cine-matografica e teatrale, oltre ad una pregevole esperien-za come autore e regista. Nato nel 1946 ad AscoliSatriano, in provincia di Foggia, è amato dal pubbliconazionale ma anche conosciuto in tutto il mondo peraver interpretato dal 1984 al 1989 il personaggio delcommissario Cattani nei primi quattro capitoli dellosceneggiato TV “La Piovra”, la più popolare fiction poli-ziesca italiana distribuita internazionalmente.La passione per la recitazione nasce quando, appenaquattordicenne, recita i dialoghi di Platone nella piazzadel suo paese natale. Si forma poi all’Accademia d’Arte

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Pummarò

Un uomo perbene

Mery per sempre

Un eroe borghese

7 minuti

Romanzo popolare

Il cecchino

Tre fratelli

Drammatica e debutta in teatro nel 1970 con la traspo-sizione dell’“Orlando furioso” di Ludovico Ariosto, perla regia di Luca Ronconi. Esordisce sul piccolo schermocon “Il Picciotto” (1973, Alberto Negrin). Raggiunge lanotorietà con il film “Romanzo popolare” (1974, MarioMonicelli). Seguono lo sceneggiato TV “Mosè” (1974,Gianfranco De Bosio) - dove interpreta Caleb - e i film“Mio Dio come sono caduta in basso” (1974, LuigiComencini), “Marcia trionfale” (1976, MarcoBellocchio), “L’Agnese va a morire” (1976, GiulianoMontaldo), “Casotto” (1977, Sergio Citti), “Fontamara”(1980, Carlo Lizzani), “Tre fratelli” (1981, FrancescoRosi).Il successo e la popolarità vengono rinnovati dalla suainterpretazione dell’eroico insegnante protagonista di“Mery per sempre” (1988, Marco Risi). Interpreta anchel’importante ruolo di Giovanni Falcone, magistrato ucci-so dalla mafia nella strage di Capaci, nell’omonimo filmdi Giuseppe Ferrara (1993). Tra le sue interpretazioni siricordano quelle in “Pizza Connection” (1985, DamianoDamiani), “Lamerica” (1994, Gianni Amelio), “Padre efiglio” (1994, Pasquale Pozzessere), “La lupa” (1996,Gabriele Lavia), “Un uomo perbene” (1999, MaurizioZaccaro), “Liberate i pesci” (1999, Cristina Comencini),“L’odore del sangue” (2004, Mario Martone),“Arrivederci amore, ciao” (2006, Michele Soavi), “Lerose del deserto “ (2006, Mario Monicelli), “La scono-sciuta” (2006, Giuseppe Tornatore), “Piano, solo” (2007,Riccardo Milani), “Razzabastarda” (2012, AlessandroGassmann).Debutta alla regia nel 1989 con “Pummarò”, film sulledifficoltà di integrazione sociale degli immigrati in Italia,presentato al Festival di Cannes; successivamente dirige“Le amiche del cuore” (1992), di cui firma anche la sce-neggiatura, “Un eroe borghese” (1995) e “Del perdutoamore” (1998), ritratto di una dolce e coraggiosa inse-gnante che cerca di ribellarsi al maschilismo del paesinomeridionale in cui vive, “Un viaggio chiamato amore”(2002), “Ovunque sei” (2004), “Romanzo criminale”(2005), storia della banda della Magliana tratta dall’omo-nimo romanzo di De Cataldo, “Vallanzasca - Gli angelidel male” (2010), “Il cecchino” (2012), “7 minuti” (2016).Dai suoi film emerge uno spiccato interesse per le pro-blematiche sociali, affrontate con grande sensibilità ecoraggio. Ma Placido è attore e autore a 360 gradi e hadato vita anche a personaggi comici e grotteschi.

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IL CINEMA DI MICHELE PLACIDO

di Giovanni Berardi

Per Michele Placido la partecipazione alFONDIfilmFESTIVAL 2019 è un ritorno in terrapontina. Come attore è stato uno dei primi, tra quellidi fama nazionale, a calcare il teatro Cafaro di Latina- che però in quel lontano 1989 era ancora chiamatoil Ridotto, questo proprio in previsionedell’ultimazione dei lavori dell’adiacente teatroGrande, poi chiamato il D’Annunzio. Nel prosceniodel Ridotto, Placido aveva portato l’amato Pirandello,L’uomo dal fiore in bocca e La carriola. E quel recitalavveniva, in un momento della sua gioventùprofessionale fatta, sino ad allora, di tantissimo cinema.Nel 2012, nella prima settimana di luglio, Placido eraancora a Sabaudia, sul set del film di MassimilianoBruno Viva l’Italia. Poi era capitato che si trovasse dinuovo a Latina, nel marzo del 2012, per le prove delsuo spettacolo teatrale Così è se vi pare, portato inprima proprio nel capoluogo, anche nei giorni in cuiun Alessandro Gassmann primaverile girava, proprioa ridosso del teatro D’Annunzio, il suo primo film daregista, Razza bastarda. In quei giorni aleggiava nell’ariala richiesta di Alessandro di chiedere a Michele unaamichevole partecipazione al suo film, e che egli subitoaveva fatta sua con assoluta gioia. Una “improvvisata”,insomma, ma anche una “rimpatriata” tra colleghi«incrociati per caso in una città», come avevano poispiegato. Ma Placido era ancora a Latina anche nellaprimavera del 2004 per girare il film di Michele SoaviArrivederci amore ciao e nell’autunno dello stesso annoper alcune riprese del suo Romanzo criminale. Masoprattutto è stato a Latina due mesi interi,nell’inverno del 2015, per girare quello che resta il suoultimo film da regista, 7 minuti. Michele Placido restauno dei pochi attori italiani ad essere propriocresciuto con il cinema italiano, superandone indenne

tutte le periodiche e gravi crisi. Lo ricordiamoassolutamente ragazzo in Romanzo popolare con UgoTognazzi e Ornella Muti e lo ritroviamo con le tempieimbiancate in L’odore del sangue di Mario Martone. Enel mezzo c’è anche un regista che è diventato infinedeciso, maturo, attento. Qualche titolo: Pummarò, Leamiche del cuore, Un eroe borghese, Del perduto amore,come dire, una produzione tra le più impegnate e trale migliori dei desolanti anni Novanta del nostrocinema. Ha affermato Placido: «Quando rispondi allechiamate di autori rigorosi, come lo sono statiMonicelli, Rosi, Comencini, come lo sono Montaldo,Bellocchio, Amelio, Moretti, Tornatore, i fratelli Taviani,impari necessariamente l’impegno e il rigore». Comesi fa, pensiamo noi, a non firmare, con il succederedella carriera, un memorabile percorso d’arte quandopuoi condividere incontrare filmografie eccelse comequelle degli autori che Placido ha ricordato? Unapromessa che certamente egli ha mantenuto sino infondo nel prosieguo della professione. Un film diPlacido autore che ci è particolarmente caro, cheamiamo davvero con le lacrime agli occhi, èdecisamente Un viaggio chiamato amore, storiadell’amore furibondo tra il poeta Diego Campana ela scrittrice Sibilla Aleramo. E non solo perché buonaparte della pellicola è stata - anche quella - risolta neiluoghi pontini di Torre Astura e Borgo Sabotino,territori in fondo cari, proprio nella realtà, anche aSibilla Aleramo, che iniziò la sua professione dimaestra proprio in questi luoghi. La Aleramo proprioin terra pontina si rivelò come una delle pioniere dellarivoluzione culturale femminile. Incontrato all’epocadella lavorazione del film a Borgo Sabotino, cosìPlacido spiegava la propria scelta di ambientare alcunesequenze tra il castello di Torre Astura (il triste rifugiodi Corradino di Svevia prima di essere tradito,catturato e infine ghigliottinato) e Borgo Sabotino,luogo naturale splendido, che sa di storia, sede di un

I SET PONTINI DI MICHELE PLACIDO

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procoio meraviglioso, ma ormai decisamente avvilitoa ridosso di una spettrale centrale nucleare:«Ricostruiamo qui la marina di Pisa, il luogo dove ilpoeta Campana viveva, non solo per motivi dicomodità logistiche, ma perché per questo film cercol’incontaminato, luoghi che davvero possono farcirisalire ai primi del Novecento, gli anni della primaGuerra mondiale. Qui, dentro questa riserva, l’aspettonaturale è rimasto davvero quello, basta guardarecome ruotano i calessi, e come possono integrarsisenza costringerci a mistificare». Nella filmografia delregista Un viaggio chiamato amore è rimasto un filmassolutamente eccelso: certo è che Sibilla Aleramo,così come anche Dino Campana, non potevano noncolpire una intelligenza come quella di Placido, nel suo

cinema anche d’attore qualche volta, ma soprattuttoda regista. Netta è sempre stata la posizioneprogressista, anche l’incedere deciso alla lotta delpopolo più umile, finanche degli aspetti vitali dellaterra, delle radici. Pensiamo in questo senso a filmcome Pummarò, Del perduto amore, Un eroe borghese,anche appunto, a Un viaggio chiamato amore, Ovunquesei e 7 minuti.

Borgo Sabotino: Placido e Berardi sul set di Un viaggio chiamato amore (2001)

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IL CINEMA DI MICHELE PLACIDO

Pummarò

Anno 1990Durata 100’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Claudio Bonivento per Numero UnoInternational, Cineuropa ’92, Rai RadiotelevisioneItalianaDistribuzione FilmauroSoggetto Michele Placido, Sandro Petraglia, StefanoRulliSceneggiatura Michele Placido, Sandro Petraglia,Stefano RulliFotografiaVilko FilacMontaggio Ruggero MastroianniScenografia Lorenzo BaraldiMusiche Lucio Dalla, Mauro MalavasiRegia Michele PlacidoInterpreti Thywill A.K. Amenya (Kwaku, fratello diPummarò), Pamela Villoresi (Eleonora, assistentesociale), Jacqueline Williams (Nanù, donna diPummarò), Gerardo Scala (Il “Professore”), Nicola DiPinto (Palombo), Franco Interlenghi (protettore delle

prostitute), Tom Felleghy (Commissario di poliziatedesco), Stephen Asenso Donkor (Isidore), MichelePlacido, Makuna Kabongo, Salvatore Billa, OttavianoDell’AcquaSinossi Il giovane ghanese Giobbe emigra in Italiasognando di poter raccogliere abbastanza denaro perpagare gli studi del fratello Kwaku che sogna diandarsi a perfezionare in medicina in Canada. Dopoun po’ di tempo è Kwaku stesso ad imbarcarsi perraggiungerlo. Il giovane, da poco laureatosi, arrivaprima nei pressi del casertano, nei campi di lavorodove il fratello, affettuosamente chiamato da tuttiPummarò, come sono chiamati coloro che lavoranonella raccolta dei pomodori, ha lasciato le ultimetracce. Ma non lo trova perché è sparito nel nulla persfuggire alla polizia e alla camorra. Qui comincial’avventura drammatica di Kwaku, verso nord lungotutto lo stivale, alla ricerca di Pummarò.

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Un uomo perbene

Anno 1999Durata 120’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Giovanni Di Clemente per ClemiCinematografica, in collaborazione con MediatradeDistribuzione Buena Vista International ItaliaSoggetto Silvia TortoraSceneggiatura Umberto Contarello, MaurizioZaccaro Fotografia Pasquale RachiniMontaggio Anna NapoliScenografia Nino FormicaCostumi Laura CotantiniMusiche Pino DonaggioNote David di Donatello a Leo Gullotta per il Migliorattore non protagonista, Nastro d’Argento per ilMiglior soggettoRegia Maurizio ZaccaroInterpreti Michele Placido (Enzo Tortora), StefanoAccorsi (avv. Raffaele Della Valle), Mariangela Melato(Anna Tortora), Giovanna Mezzogiorno (SilviaTortora), Leo Gullotta (Giovanni Pandico), GiulianoGemma (avv. Alberto Dall’Ora), Pino Ammendola (avv.Antonio Coppola), Franco Castellano (Felice DiPersia, magistrato), Costantino Carrozza (Maresciallodei Carabinieri), Luigi Diberti (Diego Marmo, PubblicoMinistero), Daniela Giordano (Rosalba Castellini),Cinzia Monreale (Nadia Marzano), Vincenzo Peluso(Gianni Melluso), Mariano Rigillo (Giorgio Fontana,magistrato), Franco Trevisi (Giuseppe Margutti,pittore), Augusto Zucchi (Lucio Di Pietro, magistrato),Franco Diogene (avvocato della signora Marzano),Paola Ajmone Rondo (signora Della Valle), Umberto

Bellissimo (Domenico Barbara), Bruno Bilotta(Salvatore Sanfilippo), Aurora Cancian (Miranda) Sinossi Il 17 giugno 1983, alle quattro del mattino,Enzo Tortora, noto presentatore di programmitelevisivi di successo, viene arrestato all’Hotel Plaza diRoma: il pentito Giovanni Pandico ha fatto il suo nomecome affiliato alla Nuova Camorra Organizzata ecorriere della cocaina per conto di Raffaele Cutolo.La difesa viene assunta dagli avvocati Della Valle,Dall’Ora e Coppola. Nei mesi successivi Tortorasostiene confronti con gli altri pentiti Melluso e Villa,che insistono nelle accuse. Il 17 agosto 1984 iltribunale di Napoli emette l’ordinanza di rinvio agiudizio per 640 imputati tra cui Tortora. Il 4 febbraio1985 inizia il processo di primo grado che si chiude il17 settembre successivo con la condanna di Tortoraa dieci anni e sette mesi di reclusione. Il 20 maggio1986 prende il via il processo di appello. Il 1°settembre l’avvocato Della Valle pronuncia l’arringadella difesa con un intervento di sette ore. Il 15settembre, alle 11 di mattina, la corte pronuncia ilverdetto: Enzo Tortora è assolto con formula piena,sentenza confermata dalla Cassazione il 17 giugno1987.

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IL CINEMA DI MICHELE PLACIDO

Mery per sempre

Anno 1988Durata 98’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Claudio Bonivento per Numero UnoInternationalDistribuzione AcademySoggetto Tratto dall’omonimo romanzo di AurelioGrimaldiSceneggiatura Sandro Petraglia, Stefano Rulli, TonySperandeo (consulente per il dialetto)Fotografia Mauro MarchettiMontaggio Claudio Di MauroScenografia Massimo SpanoCostumi Roberta Guidi Di BagnoMusiche Giancarlo BigazziNote Nastro d’Argento 1990 al Miglior produttoreRegia Marco RisiInterpreti Michele Placido (Marco Terzi), ClaudioAmendola (Pietro Giancona), Francesco Benigno(Natale Sperandeo), Alessandro Di Sanzo (Mery), TonySperandeo (Turris, guardia carceraria), RobertoMariano (Antonio Patanè), Maurizio Prollo (ClaudioCatalano), Filippo Genzardi (Matteo Mondello),Giovanni Alamia (Marra, guardia carceraria), AlfredoLi Bassi (Carmelo Vella), Salvatore Termini (King Kong),Gianluca Favilla (direttore carcere), AuroraQuattrocchi (madre di Mery)Sinossi In attesa di una sistemazione definitivapresso un liceo siciliano, il professor Marco Terzi,trasferito dal Nord, accetta l’incarico di insegnare nelcarcere minorile “Malaspina” di Palermo. Spessoosteggiato dalla direzione e inviso alle guardie, Terzitenta di impartire le sue lezioni ad un gruppo diragazzi turbolenti, tra i quali spiccano Pietro, analfabeta

e scippatore; Natale, il più violento del gruppo con ilcoltello sempre alla mano; Mery, un travestitodiciassettenne rifiutato dalla sua famiglia che si trovaal “Malaspina” per aver gravemente ferito un clienteoccasionale; Claudio, poco più che adolescente,insidiato dal compagno Carmelo e poi bollato da tutticome spione; Antonio che, essendo diventato padre,andrà in permesso con il professore a dareun’occhiata al rampollo in un ospedale parlermitano.

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Un eroe borghese

Anno 1994Durata 93’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Pietro Valsecchi per Taodue Film,Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico, LucaFormenton per MACT Productions, Mediaset, CanalPlus, Corsan ProductionsDistribuzione Istituto Luce, ItalnoleggioCinematografico,Soggetto Tratto dall’omonimo romanzo di CorradoStajanoSceneggiatura Graziano Diana, Angelo Pasquini Fotografia Luca BigazziMontaggio Claudio Di MauroScenografia Francesco FrigeriCostumi Claudio CordaroMusiche Pino DonaggioNote David di Donatello 1995 al Miglior produttore,David di Donatello speciale a Michele PlacidoRegia Michele PlacidoInterpreti Fabrizio Bentivoglio (avv. GiorgioAmbrosoli), Michele Placido (Maresciallo SilvioNovembre), Omero Antonutti (Michele Sindona),Philippine Leroy-Beaulieu (Analori Ambrosoli), DaanHugaert (Joseph Aricò), Pascal Druant (Magnoni),Laura Betti (dottoressa Trebbi), Ricky Tognazzi(Sarcinelli), Roberto Abbati (prof. Marino), GiulianoMontaldo (Calvi), Luigi Dall’Aglio (Gallo), Laure Killing(moglie di Novembre), Emanuele Gallo Perozzi(Filippo Ambrosoli), Lara Silvestri (FrancescaAmbrosoli), Sebastiano Silvestri (Umberto Ambrosoli)Sinossi Nel 1974, l’avvocato Giorgio Ambrosoliviene nominato commissario liquidatore della BancaPrivata Italiana. Quarantenne, uomo corretto, onesto

ed innamorato della moglie Annalori e dei tre figli -Filippo, Francesca, Umberto - si mette al lavoro,mentre all’esterno clienti e depositari tumultano peri loro conti. Lavoratore indefesso, Ambrosoli non saancora in quale groviglio di misteri si trova e qualesfida si è assunto: la Banca, con sede a Milano, è infattidel siciliano Michele Sindona, ultrapotente finanziere.La “mappa” delle banche e delle società che possiedeè fittissima, in Italia e fuori confine. Sindona è fuggitoa New York e dall’Hotel Pierre dà i suoi ordini...

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IL CINEMA DI MICHELE PLACIDO

7 minuti

Anno 2016Durata 92’Origine Italia, Francia, SvizzeraColore CGenere DrammaticoProduzione Federica Vincenti per GoldenartProduction, Manny Films, Ventura Film con Rai CinemaDistribuzione Koch MediaSoggetto Stefano Massini, Michele PlacidoSceneggiatura Stefano Massini, Michele Placido,collaborazione di Toni Trupia Fotografia Arnaldo CatinariMontaggio Consuelo CatucciScenografia Nino FormicaCostumi Andrea CavallettoMusiche Paolo BuonvinoNote Selezione ufficiale alla Festa del Cinema diRoma 2016Regia Michele PlacidoInterpreti Ambra Angiolini (Greta), CristianaCapotondi (Isabella), Fiorella Mannoia (Ornella), MariaNazionale (Angela), Violante Placido (Marianna),Clémence Poésy (Hira), Sabine Timoteo (Micaela),Ottavia Piccolo (Bianca), Anne Consigny (MadameRochette), Michele Placido (Michele Varazzi), LuisaCattaneo (Sandra), Erika D’Ambrosio (Alice), BalkissaMaiga (Kidal), Bruno Cariello, Lee Colbert, DonatoPlacido, Gerardo Placido Sinossi I proprietari di un’azienda tessile italianacedono la maggioranza della proprietà a unamultinazionale. Sembra che non siano previstilicenziamenti, operaie e impiegate possono tirare unsospiro di sollievo. Ma c’è una piccola clausolanell’accordo che la nuova proprietà vuole far firmareal Consiglio di fabbrica. Undici donne dovranno

decidere per sé e in rappresentanza di tutta lafabbrica, se accettare la richiesta dell’azienda. A pocoa poco il dibattito si accende, ad emergere prima delvoto finale saranno le loro storie, fatte di speranza ericordi. Un caleidoscopio di vite diversissime epulsanti, vite di donne, madri, figlie. Il film è ispirato aduna storia vera, accaduta in Francia nel 2012

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Romanzo popolare

Anno 1974Durata 102’Origine Italia, FranciaColore CGenere CommediaProduzione Edmondo Amati per CapitolinaProduzioni Cinematografiche, Les Films GalaxieDistribuzione Fida CinematograficaSoggetto Age, Furio Scarpelli, Mario MonicelliSceneggiatura Age, Furio Scarpelli, MarioMonicelli, Ugo Tognazzi (coll. dialoghi milanesi), EnzoJannacci (coll. dialoghi milanesi), Giuseppe Viola (coll.dialoghi milanesi)Fotografia Luigi KuveillerMontaggio Ruggero MastroianniScenografia Lorenzo BaraldiCostumi Luciana MarinucciMusiche Enzo JannacciNote David di Donatello 1975 per la MiglioresceneggiaturaRegia Mario MonicelliInterpreti Ugo Tognazzi (Giulio Basletti), OrnellaMuti (Vincenzina Basletti), Michele Placido (agenteGiovanni Pizzullo), Pippo Starnazza (SalvatoreArmetta), Jone Greghi (suora infermiera), Pietro

Barreca, Alvaro Vitali, Lorenzo Piani, Nicolina Gapetti,Alvaro De Vita, Gennaro Cuomo, Vincenzo Crocitti,Gaetano Germanà, Francesco MazzieriSinossi L’attempato e scapolo operaio milaneseGiulio Basletti sposa Vincenzina Rotunno, la figliocciache ha tenuto a battesimo 18 anni prima nel corso diuna fugace trasferta a Montecagnano, in provincia diAvellino. Impegnato nei sindacati e teoricamenteaperto alle istanze degli anni ‘70, il solido lavoratoreriesce, col sudore della propria fronte, ad assicurareal piccolo Ciccio e all’appariscente mogliettinameridionale l’appartamento nuovo, il frigo, la tv e la750. Il caso, tuttavia, permette l’ingresso in casa suadel poliziotto Giovanni Pizzullo...

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IL CINEMA DI MICHELE PLACIDO

Il cecchino

Anno 2013Durata 89’Origine Francia, Italia, BelgioColore CGenere ThrillerProduzione Fabio Conversi per Babe Films, ClimaxFilms, Filmarno, in collaborazione con RanEntertainment, Rai Cinema, Studio Canal, France 2Cinéma, Appaloos Films, Apidev 2010, RTBF, Canal +,Cine Plus, France Television, Cinemage 6, Unietoile 9,Cofimage 23 Distribuzione 01 DistributionSoggetto e sceneggiatura Denis Brusseaux,Cedric MelonFotografia Arnaldo CatinariMontaggio Consuelo Catucci, Sébastien PrangèreScenografia Jean-Jacques GernolleCostumi Virginie MontelMusiche Nicolas Errèra, Evgueni Galperine, SachaGalperineNote Presentato fuori concorso al FestivalInternazionale del Film di Roma (2012)Regia Michele PlacidoInterpreti Daniel Auteuil (Capitano Mattei), LucaArgentero (Nico), Violante Placido (Anna), Mathieu

Kassovitz (Vincent Kaminski), Olivier Gourmet(Franck), Francis Renaud (Eric), Nicolas Briançon(Meyer), Jérôme Pouly (David), Arly Jover (Kathy),Michele Placido (Giovanni), Christian Hecq (Gerfaut),Sébastien Lagniez (Ryan), Fanny Ardant (La donna diGiovanni)Sinossi Parigi. Il capitano Mattei sta finalmente perarrestare una nota banda di rapinatori, mal’operazione va a monte a causa di un cecchino,appostato sul tetto di un palazzo, che ha preso di mirai poliziotti accorsi sul posto. I malviventi riescono amettersi in fuga, ma il ferimento di uno di loropermetterà a Mattei di scatenare una rocambolescacaccia all’uomo...

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Tre fratelli

Anno 1981Durata 113’Origine Italia, FranciaColore CGenere DrammaticoProduzione Giorgio Nocella, Antonio Macrì perIter Film, GaumontDistribuzione Gaumont ItaliaSoggetto Tonino Guerra, Francesco Rosi(liberamente tratto dal racconto Il terzo figlio di AndrejPlatonov) Sceneggiatura Tonino Guerra, Francesco RosiFotografia Pasqualino De SantisMontaggio Ruggero MastroianniScenografia Andrea CrisantiCostumi Gabriella PescucciMusiche Piero PiccioniNote Candidato all’Oscar come Miglior filmstraniero (1981)Regia Francesco RosiInterpreti Philippe Noiret (Raffaele Giuranna),Michele Placido (Nicola Giuranna), VittorioMezzogiorno (Rocco Giuranna/Donato da giovane),Charles Vanel (Donato Giuranna), Andréa Ferréol

(moglie di Raffaele), Maddalena Crippa (Giovanna,moglie di Rocco), Sara Tafuri (Rosaria), Maria Zoffoli(Marta, la figlia di Rocco), Simonetta Stefanelli(Caterina Giuranna da giovane), Pietro Biondi(giudice), Accursio Di Leo (amico al bar), LuigiInfantino (amico al bar), Girolamo Marzano (amico diNicola), Gina Pontrelli (Caterina Giuranna da anziana),Cosimo Milone (figlio di Raffaele), Maria AntoniaCapotorto (impiegata postale), Tino Schirinzi (amicodi Raffaele), Francesco Capotorto (amico al bar),Cristoforo Chiapparino (amico al bar), Nando Murolo(amico al bar) Sinossi Un vecchio contadino, Donato Giuranna,dopo la morte di sua moglie è rimasto solo nella suamasseria delle Murge. Sceso in paese, telegrafa ai trefigli il grave lutto che li ha colpiti. Raffaele ha 50 anni,è giudice a Roma, coinvolto nei processi ai terroristi;Nicola, quarantenne, è assistente in un riformatoriodi Napoli; mentre Rocco, che ha 30 anni, è operaio aTorino, separato dalla moglie, con una bambina, Marta,che lo accompagnerà nel lungo viaggio in auto. I trefratelli si incontrano nella casa paterna...

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Via Flacca km 9 (Litorale di Fondi) 04022 Fondi (LT) ItaliaTel 0771.555.063 - Fax 0771.556.262

www.ledune.it

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Via Veneto, 2 - Tel 0771.511792 - 0771.515871 - [email protected]

20 ANNI AL SERVIZIO DEL TERRITORIO

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Con questa sezione del FONDIfilmFESTIVAL, pensataper avvicinare le giovani generazioni a una fruizione con-sapevole del linguaggio della Settima Arte, ci si prefiggeda anni di arricchire maggiormente l’offerta formativasul cinema nel mondo scolastico cittadino. Sin dal 1999,anno della sua costituzione, l’Associazione Giuseppe DeSantis è impegnata costantemente nell’organizzazione diiniziative di promozione e valorizzazione del cinema e dieducazione al linguaggio cinematografico.Il cinema non può essere introdotto a scuola soltanto inmaniera strumentale, per avvicinare gli allievi alle diverse

Cinema &/è Scuola

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materie. Ci sono epoche che hanno espresso se stessecon la musica, altre con la danza e con la poesia, altreancora con il teatro o con la letteratura. Il nostrotempo ha espresso se stesso in modo particolare attra-verso il cinema, la televisione e i media audiovisivi.Possedere una cultura in tali ambiti significa pertantoessere in grado di instaurare un rapporto attivo e cri-tico con la miriade di immagini in movimento che col-piscono ogni soggetto nella civiltà degli schermi in cuisiamo immersi.Come nella precedente edizione del FFF, la sezione2019 include la proiezione di un film del Neorealismo(“Riso amaro”, 1949, Giuseppe De Santis) e uno dellaCommedia all’italiana (“I soliti ignoti”, 1958, MarioMonicelli), rimarcando l’ideale continuità tra i due filo-ni. Il movimento culturale del Neorealismo trovò ter-reno fertile in un’Italia in piena crisi (anni ’40 e ’50),mostrando, in modo innovativo, l’enorme difficoltàsociale di quegli anni. Dopo un decennio dalla fine deglieventi bellici l’Italia iniziò a vedere uno spiraglio di lucee di conseguenza cominciò a svilupparsi un nuovogenere cinematografico, che ebbe uno straordinariosuccesso: la Commedia all’italiana, i cui film non eranosemplice intrattenimento, ma un reale spaccato dellanuova società che avanzava, in grado di evidenziaretematiche e problematiche dell’epoca.La sezione si completa con la proiezione dei cortome-traggi “Senza paura” (2018) di Morgana Forcella - chefocalizza l’attenzione su tematiche che riguardano ilfenomeno del “bullismo” e del “cyber-bullismo” - e“Tradimenti e magie” (2018) di Raffaele Schettino,direttore tecnico e organizzativo del progetto“Dreams”, promosso dal Miur-Mibac.L’iniziativa Cinema &/è Scuola è solo una delle mol-teplici attività che l’Associazione Giuseppe De Santisrivolge al mondo della scuola in provincia di Latina:numerose, infatti, sono state negli anni le iniziative pen-sate per insegnanti, alunni delle Scuole Medie e studen-ti degli Istituti Superiori, tra cui cineforum, corsi di alfa-betizzazione al linguaggio cinematografico e concorsi.

Riso amaroI soliti ignotiSenza paura

Tradimenti e magie

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CINEMA &/è SCUOLA

Riso amaro

Anno 1949Durata 109’Origine ItaliaColore B/NGenere DrammaticoFormato 1.33:1Produzione Dino De Laurentiis per Lux FilmDistribuzione Lux FilmSoggetto Giuseppe De Santis, Carlo Lizzani, GianniPucciniSceneggiatura Corrado Alvaro, Giuseppe DeSantis, Carlo Lizzani, Carlo Musso, Ivo Perilli, GianniPucciniFotografia Otello MartelliMontaggio Gabriele VarrialeScenografia Carlo EgidiCostumi Anna GobbiMusiche Goffredo Petrassi (la canzone Il baion è diRoman Batrov [Armando Trovajoli])Note Nomination all’Oscar a Giuseppe De Santis eCarlo Lizzani per il miglior soggetto

Regia Giuseppe De SantisInterpreti Vittorio Gassman (Walter Granata),Silvana Mangano (Silvana Melega), Raf Vallone (MarcoGalli), Doris Dowling (Francesca), Checco Rissone(Aristide), Nico Pepe (Beppe), Adriana Sivieri(Celeste), Lia Corelli (Amelia), Maria Grazia Francia(Gabriella), Dedi Ristori (Anna), Anna Maestri (Irene),Mariemma Bardi (Gianna), Maria Capuzzo (Argentina),Isabella Zennaro (Giuliana), Carlo Mazzarella(Mascheroni), Ermanno Randi (Paolo), AntonioNediani (Nanni), Mariano Englen (capomonda)Sinossi Francesca, indotta dal suo amante Walter,ruba una preziosa collana a una cliente dell’albergo incui lavora come cameriera. Per sfuggire alla polizia siunisce alle mondine che stanno partendo in treno perla stagione lavorativa. Tra le mondariso c’è ancheSilvana, un’affascinante ragazza con la testa piena disogni. Silvana scopre la vera identità di Francesca eriesce a impossessarsi della collana rubata. Walter, perriprendere la collana, cerca di sedurre Silvana, cheaveva stretto una relazione con Marco, un giovanesergente in servizio nei pressi della risaia…

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I soliti ignoti

Anno 1958Durata 102’Origine ItaliaColore B/NGenere CommediaProduzione Franco Cristaldi per VidesCinematografica, Lux Film, CinecittàDistribuzione Lux FilmSoggetto Age, Furio ScarpelliSceneggiatura Age, Furio Scarpelli, Suso Cecchid’Amico, Mario Monicelli Fotografia Gianni Di VenanzoMontaggio Adriana NovelliScenografia Piero GherardiCostumi Piero GherardiMusiche Piero UmilianiNote Nastro d’Argento per la Migliore sceneggiaturae per il Migliore attore protagonista a VittorioGassmanRegia Mario MonicelliInterpreti Totò (Dante Cruciani), Vittorio Gassman(Peppe er Pantera), Marcello Mastroianni (Tiberio),Renato Salvatori, (Mario Angeletti), Carla Gravina(Nicoletta), Claudia Cardinale (Carmelina), Tiberio

Murgia (Ferribotte), Memmo Carotenuto (Cosimo),Rossana Rory (Norma), Carlo Pisacane (Capannelle),Gina Rovere (Teresa, moglie di Tiberio), GinaAmendola (la “mamma” di Mario), Elena Fabrizi(signora Ada), Elvira Tonelli (Assunta), Mario Feliciani(il giudice), Mimmo Poli (un detenuto), Mario DeSimone (il rigattiere), Nino Marchetti (impiegato delbanco dei pegni), Aldo Trifiletto (Fernando, il portiere) Sinossi Cosimo, piccolo ladro di periferia, è inprigione per il furto di una macchina. Alcuni suoi amici,Capannelle (un vecchio stalliere un po’ matto), Mario(ladro suo malgrado), Ferribotte (un sicilianogelosissimo della sorella), Tiberio (fotografo e ladroper vocazione), decidono di cercare qualcuno che siaccusi del furto per far scarcerare Cosimo. TrovanoPeppe, un pugile di quart’ordine, che dietro compensodichiara di essere il responsabile del furto. Peppe nonviene creduto e viene rilasciato: prima di uscire diprigione, con uno stratagemma, si fa confidare daCosimo il progetto di un furto con scasso.Riacquistata la libertà, Peppe si mette a capo dellabanda e, con l’aiuto degli amici, prepara l’esecuzionedel colpo vagheggiato da Cosimo: svaligiare lacassaforte del Monte di Pietà…

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CINEMA &/è SCUOLA

Senza paura

Anno 2018Durata 20’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Sebastiano Somma per M&S KARTISIA- MIUR Direzione Generale per lo StudenteSoggetto e sceneggiatura Morgana ForcellaFotografia Gabriele FratiniMontaggio Simone De RossiMusiche Pino DonaggioNote Premio Speciale Social Movies - VII edizioneFoggia Film FestivalRegia Morgana ForcellaInterpreti Giacomo Caropreso (Matteo), CartisiaEsposito (Luna), Pietro Pontini (Ivan), Chiara Bonaccini(Alessia), Edoardo Carucci (Davide), Gabriele Castello(Giorgio), Sebastiano Somma (preside), Massimo Vanni(custode scuola), Morgana Forcella (mamma), NicolòFronticelli Baldelli (Nicolò), Adele Attisani(vicepreside)Sinossi Matteo, un ragazzo di 13 anni, dopo laseparazione dei genitori e l’allontanamento volontario

del padre vive unmomento di fragilità chelo porterà a cedere allelusinghe di un gruppo dibulli nella scuola chefrequenta, che locoinvolgeranno inesperienze negative.Il cortometraggio, chevede come interpretialcuni alunni dell’Istitutosecondario di primo

grado “G. Petrassi” di Roma e la partecipazionestraordinaria di Sebastiano Somma, focalizzal’attenzione su tematiche che riguardano il fenomenodel “bullismo” e del “cyber-bullismo” persensibilizzare, educare e prevenire atti di violenza,capaci di manifestarsi nelle forme più diverse eaberranti, ma tutte accomunate da uno stessodenominatore: l’offesa e la mortificazione di ciò chediverge dai supposti canoni prevalenti. L’opera è statagirata all’interno dell’Istituto “G. Petrassi” e, in virtùdella sua finalità educativa, si fa portavoce di alcunivalori che possano aiutare a prevenire il bullismoattraverso il dialogo e il rispetto degli altri.

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Tradimenti e magie

Anno 2018Durata 15’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Groucho cinema srlDistribuzione Groucho cinema srlSoggetto e sceneggiatura Domenico delMastro, Raffaele SchettinoFotografia Paolo BraviMontaggio Raffaele Schettino, Sergio AlberiniScenografia e costumi Salvatore ForinoMusiche Francesco Schettino, Daniele Sepe Regia Raffaele SchettinoInterpreti Mara Calcagni, Birgit Sonja Berg, RaffaeleSchettino

Sinossi Sud Italia, inizio ‘900. Una tavola imbandita:Donato e Anna, coppia sposata, e Marisa che ha unastoria extraconiugale con Donato. Anna, ubriaca, riveladi essere a conoscenza della storia adulterina e, sfinita,si va a stendere in camera. Marisa rivela a Donato diessere incinta: Donato reagisce fuggendo di casa.Vorrebbe vivere con entrambe, ma si tratterebbe dipoligamia, vietata dalla legge. Donato è confuso, madeve intervenire e risolvere la situazione. Si avvia sullastrada del ritorno per dire a Marisa che deveallontanarsi e che lui si assumerà la responsabilitàeconomica di lei e del bambino. Intanto, a casa, le duedonne, dopo un forte alterco, finiscono perraggiungere un momento di intimità, quando Marisa,incinta, constata il livello di disperazione di Anna chenon riesce ad avere figli. In un rituale tragicomico,magico e concreto, le due donne decideranno divivere insieme e di fare una famiglia “allargata” conDonato. Basato su una storia vera.

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Paesaggio AudiovisivoPontino

L’Associazione Giuseppe De Santis è da sempre impe-gnata, con iniziative molteplici, nella valorizzazione dellanostra provincia in campo audiovisivo, inteso come unadelle espressioni culturali di un territorio consideratonella sua globalità e quale efficace strumento per la suaconoscenza e valorizzazione, connesso anche con il turi-smo culturale e lo sviluppo locale.Da alcuni anni il FONDIfilmFESTIVAL con la sezionePaesaggio Audiovisivo Pontino promuove la pro-duzione audiovisiva sui nostri luoghi tramite la proiezio-ne di documentari, cortometraggi e film con attinenza alterritorio, o comunque realizzati da registi pontini al finedi valorizzarne la produzione artistica.Il paesaggio pontino è stato e continua ad essere metaprediletta di cinema e TV, per la suggestiva bellezza deisuoi luoghi. Ma ciò che ci si propone di valorizzare inquesta sezione sono anche quei lavori, spesso autoctoni,che meritano adeguata visibilità per la qualità del raccon-to e delle immagini, che assumono un’importanza parti-colare in ragione dei temi trattati e spesso non riesconoad approdare nei circuiti distributivi.Il cinema e l’audiovisivo rappresentano la più forte ana-

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logia tra espressione artistica e realtà. Si prestano per-tanto a favorire specifiche qualità dei territori, concor-rendo alla costruzione di un’immagine turistica dellaregione, e possono elevare il livello di attenzione eresponsabilizzazione nei confronti dei nostri luoghi ead accrescere la conoscenza di vicende storiche pococonosciute.Quest’ultimo aspetto è uno dei peculiari pregi di “Fugaper la libertà” (2018) di Emanuela Gasbarroni. Nonsono in molti, infatti, a sapere che dal 1957, dopo l’in-vasione dell’Ungheria, al 1989, anno della caduta delMuro di Berlino, è stato attivo a Latina un campo diaccoglienza per rifugiati. La regista si è chiesta dove fos-sero finite alcune di queste persone, è andata a cercar-le, ha ricostruito le loro storie. Il suo film è un mosaicodi storie, ma è anche una Storia dell’Europa degli ultimisessant’anni. Ed è qualcosa di estremamente attuale: èuna sensazione strana assistere alle vicende di uncampo profughi così vicino a noi, oggi che di campi nevediamo tanti ma ci sembrano qualcosa di lontano. Eche non ci riguarda.La proiezione del recente film di Simone Godano,“Croce e delizia” (2019) - incentrato sulle difficoltà del“coming out” e sulle ipocrisie e le fratture dei nucleifamiliari e capace di percorrere le strade della satira edel dramma con abilità e sensibilità emotiva - ci con-sente di riflettere sulle opportunità offerte dal cinetu-rismo, ovvero quella tipologia di turismo legata all’usci-ta di film o fiction ambientate in determinati luoghi: unimportante veicolo di promozione con ricadute eco-nomiche dirette e indirette sui territori. Scenario dellapellicola è Gaeta, in questi ultimi anni set cinematogra-fico di numerosi film e serie TV: da “Questi giorni”(2016, Giuseppe Piccioni) a “Capri-Revolution” (2018,Mario Martone), da “L’amica geniale” (2018, SaverioCostanzo) agli imminenti “The New Pope” di PaoloSorrentino e “Bloodmoon”, lo spin-off del “Trono dispade”.

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Fuga per la libertàCroce e delizia

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Fuga per la libertà

Anno 2018Durata 70’Origine ItaliaColore CGenere DocumentarioProduzione Mela MagnumSceneggiatura Emanuela GasbarroniCamera e Direzione della Fotografia MarcoPasquiniColor correction Sebastiano Saro GrecoMontaggio Nicola MoruzziMusiche Mauro De MartinoFonici Fabio Fortunati, Paolo Giugliani, BrankoTopalovicAudio Mixage Fabio FortunatiNote Candidato come Miglior Documentario alla58ª edizione dei Globi d’OroRegia Emanuela GasbarroniInterpreti Alex, Aurelia, MihaiSinossi A metà degli anni ‘60 la famiglia di Emanuelaha ospitato alcuni rifugiati politici fuggiti dall’Europa

orientale,  che erano ospitati per alcuni mesi nelcampo profughi di Latina. In casa sua ci sono ancoraoggi molte foto e lettere. Emanuela  inizia una ricerca.Trova Alex, che aveva 22 anni quando nel 1982 fuggìdalla Romania. Poi Aurelia, polacca, fuggita all’età di 20anni nel 1980. E Mihai, che ha scritto un libro sulla suafuga negli anni Settanta dalla Romania. Cosa èdiventata la loro vita, e che cosa ricordano di quelperiodo di transizione da Est a Ovest? Dopo moltianni Alex, Aurelia e Mihai fanno un viaggio nel loropassato, ricordando la loro ricerca della libertà,tornando al campo profughi, incontrando le personeche lavoravano lì e trovando molti documenti negliarchivi: fotografie, carte, numeri e lettere.

PAESAGGIO AUDIOVISIVO PONTINO

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Croce e delizia

Anno 2019Durata 100’Origine ItaliaColore CGenere CommediaProduzione Matteo Rovere e Roberto Sessa perWarner Bros. Entertainment Italia, Picomedia,GroenlandiaDistribuzione Warner Bros. PicturesSoggetto Simone Godano, Giulia SteigerwaltSceneggiatura Giulia SteigerwaltFotografia Daniele CiprìMontaggio Davide VizziniScenografia Tonino ZeraCostumi Monica GaetaniMusiche Andrea FarriNote Candidato ai Nastri d’Argento 2019 comeMiglior commedia e Migliore attore di commedia(Fabrizio Bentivoglio, Alessandro Gassman)Regia Simone GodanoInterpreti Alessandro Gassman (Carlo), JasmineTrinca (Penelope), Fabrizio Bentivoglio (Tony), FilippoScicchitano (Sandro), Lunetta Savino (Ida), AnnaGaliena (Giulietta), Rosa Diletta Rossi (Carolina),

Clara Ponsot (Olivia), Giandomenico Cupaiuolo(Gianlucone)Sinossi I Castelvecchio sono una famiglia dieccentrici, hanno una mentalità aperta, ma sononarcisisti e disuniti. I Petagna sono tutto l’opposto:gente molto affiatata, di estrazione sociale più umile,dai valori tradizionali ma conservatori. Come maiqueste due famiglie così diverse si ritrovano atrascorrere le vacanze estive insieme? Lo sanno soloi capifamiglia Tony e Carlo: il loro inaspettato annuncioscardinerà gli equilibri delle due famiglie masoprattutto quelli dei rispettivi primogeniti Penelopee Sandro.

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Dolly d’OroGiuseppe De Santis

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L’Associazione ha istituito nel 1999, alla memoria delMaestro, un riconoscimento per le giovani leve delnostro cinema: il “Dolly d’Oro Giuseppe De Santis”,attribuito al miglior regista emergente dell’anno.Con il premio - una statuetta in bagno d’oro che raf-figura un dolly in miniatura, simbolo della cifra stili-stica di De Santis - ci si propone di rinnovare l’atten-zione che il regista di Fondi aveva sempre rivolto aigiovani che muovevano i primi passi nel mondo delcinema.A partire dalla quinta edizione il premio – dopoessere stato ospitato dalla Mostra Internazionaled’Arte Cinematografica di Venezia e dal Torino FilmFestival – viene attribuito nel corso delFONDIfilmFESTIVAL.Questi i vincitori delle precedenti edizioni: MarcoBechis, Alessandro Piva, Paolo Sorrentino, AndreaPorporati, Francesco Patierno, Antonio Bocola ePaolo Vari, Vincenzo Marra, Kim Rossi Stuart,Alessandro Angelini, Andrea Molaioli, StefanoTummolini, Susanna Nicchiarelli, Alice Rohrwacher,Guido Lombardi, Claudio Giovannesi, Sydney Sibilia,Laura Bispuri, Gabriele Mainetti, Daniele Vicari,Damiano e Fabio D’Innocenzo.Nel 2019 l’Associazione conferisce il “Dolly d’OroGiuseppe De Santis” all’esordiente Ciro D’Emilio.

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DOLLY D’ORO GIUSEPPE DE SANTIS

Un giorno all’improvviso

Anno 2018Durata 88’Origine ItaliaColore CGenere DrammaticoProduzione Maurizio Piazza per Lungta Film, RaiCinemaDistribuzione No.Mad EnterteinmentSoggetto e sceneggiatura Cosimo Calamini,Ciro D’EmilioFotografia Salvatore LandiMontaggio Gianluca ScarpaScenografia Antonella Di MartinoCostumi Rossella ApreaMusiche Bruno FalangaNote In concorso alla 75ª Mostra d’ArteCinematografica di Venezia, sezione Orizzonti (2018)Regia Ciro D’EmilioInterpreti Anna Foglietta (Miriam Improta),Giampiero De Concilio (Antonio Improta), Fabio DeCaro (Carlo), Massimo De Matteo (Michele Astarita),Biagio Forestieri (Mister Colasanti), Giuseppe Cirillo(Peppe Lambiase), Lorenzo Sarcinelli (StefanoCaccialepre), Franco Pinelli (Mimmo Rea), AlessiaQuaratino (Sara)Sinossi Antonio ha diciassette anni e un sogno:essere un calciatore in una grande squadra. Vive in unapiccola cittadina di una provincia campana, una terrain cui cavarsela non è sempre così facile. A rendereancora più complessa la situazione c’è la bellissimaMiriam, una madre dolce ma fortemente problematicache lui ama più di ogni altra persona al mondo. InoltreCarlo, il padre di Antonio, li ha abbandonati quandolui era molto piccolo e Miriam è ossessionata dall’idea

di ricostruire la sua famiglia. Per fortuna c’è il calcio esoprattutto i suoi amici: Stefano Caccialepre, ilcentravanti della squadra e Peppe Lambiase, ilfantasista, dalla battuta sempre pronta, perditempoper vocazione e con il fiuto per cacciarsi sempre neiguai. All’improvviso la vita sembra regalare ad Antonioe Miriam una vera occasione: un talent scout, MicheleAstarita, sta cercando delle giovani promesse daportare nella Primavera del Parma e quando lo vedegiocare, Antonio in campo è una vera rivelazione. Maogni sogno ha un prezzo molto alto da pagare...

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«Finalmente, un bel film italiano. Merito dell’esor-diente Ciro D’Emilio che dirige, con bravura, unasuperba Anna Foglietta, madre psicolabile, accuditacon premura dal figlio Antonio (un grande GiampieroDe Concilio), diciassettenne promessa del calcio, chedivide la sua vita tra allenamenti, provini, turni nottur-ni da benzinaio e l’orto di famiglia».

(Maurizio Acerbi, Il Giornale, 29 Novembre 2018)

«L’opera prima del trentaduenne pompeiano si giocabene il jolly di una prova davvero fuori dal comunedella Foglietta, attrice e donna bella e brava, ma spes-so secondo noi impigliata in ruoli rigidi o ripetitiviche ne ostacolano gli scatti in alto ampiamente allasua portata. Qui sorregge con intensità a tratti tra-volgente il ruolo della madre alla deriva del diciasset-tenne calciatore di belle speranze Antonio (DeConcilio, anch’esso esordiente e meritevole), tantopremurosa nei suoi confronti quanto mentalmentedevastata ed emotivamente irresponsabile nei rap-porti con la comunità vesuviana in cui vive e con ilbrutale padre del ragazzo da cui è stata abbandonata.[…] D’Emilio non ricorre ai soliti ricatti sociologiciné ai facili simbolismi altisonanti restando incollato

coraggiosamente al proprio tratto compositivoasciutto e lineare e proponendo al pubblico comecauzione di una crescita alquanto assicurata un filmin grado di coniugare il naturalismo alla Ken Loachcon accenti sensuali e introversi moraviani e moran-tiani».

(Valerio Caprara, Il Mattino, 29 Novembre 2018)

«Così come Antonio, Un giorno all’improvviso respiracon il suo ritmo, scorre in modo naturale e si svolgeverso una direzione chiara, cominciando lentamente– non senza dolore, errori e mancanze – a staccarsidalla madre, dall’albero, dalla sua zona di comfort, perdiventare un frutto consistente e genuino, che pren-de una forma propria. Che anche se non ha tutte lemisure giuste e forse non ha ancora raggiunto lamaturità, riesce a far vedere tutti i suoi colori esoprattutto, promette l’arrivo di una bella annata».

(Paula Frederick, Sentieriselvaggi,it, 29 Novembre2018)

«Un giorno all’improvviso è l’opera prima di CiroD’Emilio, un piccolo film piuttosto curato, incentratosu un rapporto rovesciato tra madre e figlio, con

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quest’ultimo che cerca di non far affondare una naveche imbarca acqua da tutte le parti, rivestendo a tuttigli effetti il ruolo del responsabile di casa. Una situa-zione difficile, che richiama in causa il desiderio di unriscatto sociale, con gli anni teoricamente felici, tra-sformati in una prova che non concede il tempo perpiangersi addosso. Contemporaneamente, all’oriz-zonte c’è il sogno di diventare un calciatore, unapprodo che consentirebbe di cambiare vita, lascian-dosi alle spalle un paese senza niente di buono daoffrire, soprattutto guardando le prospettive. Quindi,la figura di Antonio è ben delineata, così come quelladi Miriam colpisce per i lampi di dolcezza e ingover-nabile compulsività, forte dell’interpretazione febbri-le di una Anna Foglietta in gran spolvero. Due perso-naggi incastrati in un limbo governato da preoccupa-zioni assortite, con la chimera di una vita normaleche Ciro D’Emilio conduce in porto senza regalareinutili e illusorie favole».

(Filmtv.it)

«Come l’omonimo coro reso famoso dai tifosi delNapoli, Un giorno all’improvviso racconta una storia diamore incondizionato e di fedeltà dove il calcio rap-presenta la speranza di una vita migliore. […] Opera

prima di Ciro D’Emilio, il lungometraggio presentatoa Venezia 75 nella sezione Orizzonti è un film intensoe doloroso che con un’ottima recitazione affrontalucidamente il tema della malattia mentale. D’Emilioha detto di essersi ispirato a Sweet Sixteen di KenLoach per affrontare il difficile rapporto tra madre efiglio adolescente. Di affine all’opera di Loach in Ungiorno all’improvviso c’è anche il tono essenziale, l’in-tensità degli interpreti e un pessimismo che non can-cella la profondità dei sentimenti. La Campania comela Scozia o l’Inghilterra del Nord, perché quella cheracconta D’Emilio è una storia universale che parla didisperazione, amore e di un successo che senza affet-ti perde tutto il proprio significato».

(Costanza Morabito, Cinematografo.it)

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De Filippissrl

C A R R O Z Z E R I A

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