74620041 La Verita Ordine Osirideo Egizio Kremmerz Arcana Arcanorum Leone Caetani
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Esistono momenti, nella storia dell’Umanità, che possono definirsi
contingenti e decisivi, momenti in cui si può pensare che le forze oscure
del caos della controiniziazione stiano per prevalere definitivamente
spegnendo il Lume Perenne della Tradizione. Ciò è già successo in
passato e succederà ancora ma, sempre vigili ed immediati, i Veri
Custodi della Arcana Sapienza intervengono per mostrare ai viandanti
che la Luce è ancora viva.
La rivoluzione informatica è stata, indubbiamente, la terza grande
rivoluzione moderna, dopo quella industriale, iniziata in Inghilterra e
quella politico-sociale iniziata in Francia. Certamente, come tutte le
rivoluzioni, essa ha apportato benefici notevoli agli uomini ma anche
danni. Internet offre una impressionante congenie di siti, articoli,
riviste,forum ove si discute apertis verbis di qualunque argomento:
anche dei più Sacri, Arcani e Segreti, di cui, con l’arroganza tipica di
questa epoca, individui privi di qualunque competenza e titolo si
arrogano il diritto di dissertare cianciando di
“Ordini”,“Arcana”,“Trasmutazioni”, “Opere”dei quali non intuiscono
minimamente la reale essenza.
Non siamo interessati a rispondere a codesti stolti, le cui ciance sono
palesemente indizio della loro ignoranza per qualsiasi individuo di media
intelligenza e psichicamente sano: siamo invece costretti ad intervenire
attraverso lo strumento informatico, in virtù dell’imperativo che spinge gli
Iniziati ad essere calati nel Tempo in cui vivono, allo scopo di
correttamente informare coloro che sono VERAMENTE alla ricerca della
Luce di cosa sia DAVVERO l’Ordine e che cosa invece non lo sia.
Non cercate di trovarci, non vi illudiate che si possa giungere a Noi
compilando un modulo, una domanda, magari con annesso versamento
di denaro. Coloro che devono arrivare all’Ordine nascono già con tale
destino e sarà l’Ordine medesimo a trovarli tramite i suoi Emissari che -
incogniti testimoni degli eventi - vigilano costantemente individuando gli
Esseri ad Esso predestinati. Ricordate che il Vero, l’autentico Maestro è
dentro di voi:
Noi non possiamo fare nulla che in realtà voi non abbiate già fatto.
La Via Spirituale, il Cammino Dell’Arte Regale e della Apoteosis è lungo,
arduo, totalizzante ed ingrato: lo Spirito è un padrone geloso, non
illudetevi di poter giungere a qualsiasi risultato se non siete disposti a
donarvi interamente ad Esso. Solo gli Individui totalmente dediti al
“Sacer” ma contemporaneamente forniti di una mente lucida,
agile,razionale e non inclini a misticismi, elucubrazioni, fantasticherie,
possono compiere il Cammino Aureo che conduce alla meta indicata dal
Divo Pitagora ”e quando lascerai questo corpo di carne e ti involerai
verso l’etere, libero, ti accorgerai di non essere più un uomo ma un Dio,
un immortale anche tu”.
Non venire contaminati dalle lusinghe profane del mondo, non essere
corrotti dal desiderio di potere, ricchezza, fama, successo, non accettare
compromessi con la propria coscienza e con l’Etica Universale (che è
ben altra cosa della morale cattolica e borghese) ma ESSERE del
mondo, accettare le regole della civile convivenza, non turbare il quieto
vivere altrui, ricordarsi che il primo dovere di un saggio è quello di non
turbare la quiete degli ignoranti (inteso non come dispregiativo ma,
secondo l’etimo latino, ”Coloro che ignorano,che non sono a
conoscenza”). Ritirarsi dal mondo, sforzarsi di voler apparire “originali”
o“diversi” è indice di manifesta immaturità Spirituale quando non di
aperta alienazione mentale. Un grande Maestro diceva che quanto più
appariamo individui normali tanto più siamo prossimi ad una autentica
realizzazione interiore. Guardatevi dai “guru”, state lontani da coloro che
cercano di propinarvi ”effetti speciali” e ancor di più rifuggite da quelli
che si autodefiniscono maestri poiché un VERO Maestro non si
giudicherà mai tale. Siate invece esempio e modello nel mondo, di
disponibilità e di onesto agire, così che coloro che vi avvicineranno e
che hanno occhi per vedere e orecchie per ascoltare si chiedano
PERCHE’ voi siete come siete e siano spinti a seguire il vostro esempio.
LA STORIA DELL’ORDINE E LE SUE FINALITÀ
Quale è l’origine di ciò che viene denominato “Antiquus Ordo Aegypti”?
Tale denominazione e la sua moderna conformazione secondo un
modello esteriormente
libero-muratorio si deve all’Illustre Fratello Raimondo De Sangro,
Principe di Sansevero. In realtà Egli adattò alla logica dei nuovi tempi,
con la duttilità propria dei Grandi Iniziati, un Sistema Iniziatico millenario
giunto fino a Lui incorrotto tramite una ininterrotta catena lineare con
trasmissione DIRETTA bocca/orecchio.
L’inizio di tale catena è storicamente documentato, nell’archivio segreto
dell’Ordine,a partire dal faraone Amenophis IV (Ek-Nthn o Akhenathon)
ma è in realtà molto più antico, situandosi il periodo di fondazione della
nostra fratellanza attorno al 2500 A.C.
Conosciamo, ovviamente, tutti i nomi dei Sommi Pontefici e dei diversi
Membri dell’Ordine: alcuni di Essi - come Platone, Pitagora, Porfirio,
Boezio, Lullo, Bruno, Campanella - sono nomi assai noti; altri - come
Namaziano, Beccadelli, Cardano, Gualdi (che nella realtà si chiamava
Walter ed era tedesco, unico Pontefice negli ultimi mille anni di storia
dell’Ordine, dopo lo spagnolo Lullo, a non essere nato in Italia) - sono
sconosciuti ai più e noti solo dai cultori di studi specialistici.
Finalità dell’Ordine era ed è quella del tramandare (tradere/traditio) gli
Arcani Misteri attraverso i quali l’uomo si distacca via via dal piano
materiale e contingentato per evolvere fino al piano della Divinità. Tali
Misteri, insegnati nei Templi Egizi prima e in quelli Ellenici poi, con il
passare dei secoli finirono per essere osteggiati dalla Autorità costituita
fino a subire autentica persecuzione con l’avvento del Cristianesimo e
con la sua affermazione quale unica Religione ammessa nell’Impero
Romano (editto di Teodosio).
Ne consegui’ un ovvio occultamento dei Centri Iniziatici, occultamento
che non salvò Ipazia, Severino Boezio, e molti secoli dopo Giordano
Bruno dal martirio. L’Ordine decise di uscire allo scoperto nel XVII
secolo appalesandosi come “Fraternitas Rosicruciana” e pubblicando i
due celebri manifesti passati alla storia come “Fama” e “Confessio”. I
Nostri Fratelli Comenius, Andreae, Maier, Fludd, Sandivogius,
Gualdi,Santinelli, ritennero possibile un tentativo di azione sulla società
civile attraverso una sensibilizzazione delle menti più illuminate
dell’epoca, ma dovettero amaramente constatare che il mondo non era
ancora maturo e furono costretti a ritirarsi nell’ombra.
Il successore di Francesco Maria Santinelli (a sua volta successore del
Gualdi), alla guida dell’Ordine fu il pesarese Fulvio Gherli, medico
insigne che fu chiamato a Napoli per insegnare nella locale università.
Accolto dalla residua comunità egizia partenopea, Egli scelse quale
discepolo e successore Raimondo De Sangro di Sansevero, Gran
Maestro della Libera Muratoria del regno di Napoli.
Don Raimondo rivestì l’Ordine di un abitus esteriormente Massonico
creando la Loggia “La Perfetta Unione” ed il Rito di Mizraim (traduzione
ebraica della parola ”Egitto”) allo scopo di selezionare i migliori elementi,
le menti più feconde, per iniziarli ai Sacri Misteri Arcani. Raccolse
attorno a sé personalità eminenti come Teodoro, barone di Tschudy, il
cugino Luigi d’Acquino dei principi di Caramanico ed il conte Alessandro
di Cagliostro (che non era l’avventuriero Giuseppe Balsamo, come ben
spiegato da Marc Haven nella sua opera “Il Maestro Sconosciuto”)
amico e discepolo del D’Acquino. In questo ambiente di elevatissimo
livello Iniziatico fu elaborata quella “Summa Teurgica”, apice e
completamento del cammino di perfezionamento umano nota con il
nome di “Arcana-Arcanorum” e corrispondente ai Gradi 87, 88, 89, 90
del Rito di Mizraim (o Misraim). Torneremo ampiamente su questo, ma
per il momento val bene premettere che tale Sommo Deposito iniziatico
(i cui rituali sono stati pubblicati anche in internet da Labourè e dati alle
stampe da Castelli) posseduto anche da alcuni Corpi Rituali Massonici
della linea Memphis-Misraim (frutto della fusione tra i due Riti verificatasi
alla fine del XIX secolo)non possiede alcun REALE valore Trasmutatorio
se privo delle opportune istruzioni OPERATIVE,le quali vengono
trasmesse UNICAMENTE da bocca ad orecchio ai Membri dell’Ordine
Nostro.
Infatti, nelle summenzionate pubblicazioni - come pure nei Rituali
consegnati a quei Massoni che sono stati insigniti di tali Gradi - si
trovano unicamente: il rituale di ricevimento al Grado, i Syllabi e le
cosiddette Istruzioni Orali, che altro non sono se non discorsi filosofici o
ripetizioni quasi pedisseque di testi come il Kibalion. Sapere che la
parola sacra del 90 Grado è “Sophia”, e quella di passo “Iside-Osiride”,
o che la batteria del 87 Grado è un colpo unico, e che in tal grado alla
parola “Natura” si risponde “Verità”, o che la invocazione del 90 è “Pace
agli uomini” con relativa risposta “Fiat”, o che la parola sacra dell’89
grado è “Uriel” (tanto qualcun altro si è, da tempo, preso la briga di
rivelarlo) non aiuta minimamente l’Iniziato a compiere quel cammino
Trasmutatorio impossibile senza le citate “Istruzioni Operative”.
In poche parole, solo con le “Istruzioni Operative” il Grado 87
corrisponde FATTIVAMENTE all’Opera al Nero (Nigredo) ed alla
realizzazione delle forze della Terra; ed il Grado 88 diventa il
concretizzarsi dell’opera al Bianco (Albedo), con la conquista delle forze
dell’Acqua; il Grado 89 è l’Opera al Rosso (Rubedo), ove l’Iniziato
apprende a padroneggiare le Forze del Fuoco, essendo infine il 90
Grado il Compimento della Grande Opera(Auredo) ove vengono
consegnate, alla Nuova Guida Degli Uomini, le Forze Divine dell’Aria.
Qualunque persona dotata di un minimo di buon senso (ed è a costoro
che ci rivolgiamo) non può non avere già, a questo punto capito due
cose:
- A) Che tale percorso Trasmutatorio può essere compiuto Unicamente
tramite Operazioni di Altissima Teurgia le quali, per forza di cose,
devono necessariamente essere segretissime.
- B) Che tali Istruzioni possono ovviamente essere date UNICAMENTE
ad Individui Evoluti, Equilibrati, Esperti e FIDATISSIMI, e ciò spiega
come L’Ordine sia riuscito a sopravvivere nel corso dei millenni.
Riguardo al punto B) occorre precisare: nessun Individuo che non abbia
compiuto una completa rettificazione del Pensiero potrà mai esser preso
in considerazione; parimenti, Individui privi di qualsiasi brama di potere
ed al contempo liberi da fanatismo, misticismo, dogmatismo sono da
prendersi in considerazione,ovviamente con le premesse ed i distinguo
fin qui operati.
Proseguendo con la trattazione storica delle vicende dell’Ordine, non
possiamo tacere il ruolo centrale che Napoli (Neà-Polis) ha avuto a
partire dall’insediamento in quella città(soprattutto nella zona dei campi
Flegrei e nelle adiacenze della attuale zona intorno a Piazzetta Nilo) di
comunità egizie, perlopiù di origine Alessandrina.
Qui Antonio Beccadelli (detto il Panormita in quanto nato a Palermo, ma
di antica famiglia di origine bolognese) chiamato alla corte degli
Aragonesi, costituì nel XV secolo il primo nucleo di quella “Accademia
Napolitana” che sarebbe poi stata perfezionata da Giovanni Battista
Dalla Porta. Tale Accademia era una sorta di “cerchio esterno” atto a
selezionare Individui qualificati per l’ingresso nell’Ordine. In questo
contesto, dunque, si formò il giovane principe Raimondo de Sangro (la
cui madre era una Caetani d’Aragona): del suo successivo incontro con
Fulvio Gherli abbiamo detto. Va ulteriormente precisato che Egli fu
discepolo anche del Conte di Saint- Germain, un Essere che potremmo
definire come una autentica “Guida Perenne” dell’Ordine, la cui Perenne
Individualità è sovrapponibile a Colui che viene conosciuto con il nome
di Christian Rosenkreuz.
Non ci è permesso dire di più su tale argomento.
Fu parimenti a Napoli, nel palazzo De Sangro (che si affaccia tuttora
sulla Piazzetta Nilo) che Cagliostro venne iniziato agli Arcana-
Arcanorum.
Va precisato, allo scopo di rettificare le fole che girano sull’argomento,
che il cosiddetto “Rito Egizio” fondato da Cagliostro e la cui Loggia
Madre era “La Saggezza Trionfante“all’Oriente di Lione, nelle intenzioni
del Suo fondatore doveva rappresentare un equivalente della “Perfetta
Unione” fondata da Don Raimondo: un cerchio ESTERNO che aveva lo
scopo di preparare e formare i futuri Adepti dell’Ordine. Difatti il Regime
istituito da Don Raimondo, con la collaborazione del figlio Vincenzo, di
Tschoudy, del Principe d’Acquino di Caramanico e, appunto, di
Cagliostro (oltre che di altri Illustri Fratelli quale il Principe di Tricase, il
duca di Capodichino, il Principe Michelangelo Caetani, tutti legati da un
rapporto di parentela con Don Raimondo), era suddiviso in tre distinte
sezioni:
1) GradiAzzurri (Apprendista, Compagno, Maestro), secondo i rituali
“Scozzesi” poi sostituiti da quelli del “Mizraim”, che dai Gradi Scozzesi
non differiscono troppo.
2) Alti Gradi, che avevano lo scopo di preparare i Maestri Muratori al
successivo
apprendistato Ermetico. Di tali Gradi venivano praticati:
- A) il Grado di Sublime Minervale, Maestro Eletto dei 9 (corrispondente
al 9° Grado dell’attuale “Rito Scozzese” e dell’attuale “Rito di Memphis-
Misraim”).
- B) Il Grado di Cavaliere e Principe Rosa+Croce (corrispondente al 18°
Grado dei summenzionati Regimi Massonici).
- C) il Grado di Grande Eletto Cavaliere Kadosh (corrispondente al 30°
Grado del R.S.A.A. e del M.-M.). In tempi successivi a Don Raimondo
(Domenico Bocchini e Orazio de Attelis) venne aggiunto anche il 33°
Grado del R.S.A.A. (Sovrano Grande Ispettore Generale).
3) Arcana-Arcanorum, il cui deposito veniva trasmesso unicamente ai
più maturi (iniziaticamente) discepoli: il conferimento dell’87° Grado
comportava automaticamente l’ingresso nell’ANTIQUUS ORDO
AEGYPTI. Dunque la fola, spesso ripetuta e riscritta pedissequamente,
di una supposta origine “Veneziana” del Misraim è destituita da ogni
fondamento,in quanto Cagliostro concesse ad alcuni cittadini della
Repubblica Veneta (Tron,Zulian, Carburi) ed al modenese conte
Tassoni (Filalete Abrham) UNICAMENTE una patente che li autorizzava
a costituire, in quelli Stati, Logge di Rito Egizio o all’Obbedienza del
“Ordo Mizraim seu Aegypti” fondato da Don Raimondo, la cui sede era
(e SEMPRE rimarrà,per lo meno occultamente) a Napoli.
Diverso (almeno in parte) il discorso relativo al Misraim Francese poiché
il Fratello Gad Bedarride, ufficiale francese che combattè accanto agli
insorti napoletani che avevano proclamato la Repubblica nel 1799,
venne effettivamente iniziato agli Arcana-Arcanorum dal Sommo
Pontefice dell’Ordine Mario Pagano, coadiuvato da Pasquale Cirillo e
Antonio Palomba, come risulta dai nostri Archivi. Bedarride aveva 3 figli:
ad uno di questi, emigrato in Belgio, egli trasmise gli Arcana-Arcanorum,
mentre gli altri due ebbero unicamente dal padre una lettera/patente del
Misraim con il quale crearono un fantasioso sistema di tipo giudeo-
cabalistico con ben 90 gradi praticati, la maggior parte dei quali inventati
di sana pianta e recanti nomi altisonanti (e totalmente effimeri) tipo
“Sublime Kawi”, “Cavaliere dell’Arcobaleno”, “ Sublime Principe di
Scandinavia”, “ Saggio Cavaliere di Mithra”, eccetera.
Tuttavia in Francia, alla fine della sua giovane ma assai movimentata
esistenza, ritornò il barone Tshoudy, discepolo del principe Raimondo,
che ebbe cura di trasmettere gli Arcana-Arcanorum in mani qualificate
(ad esempio, all’Abate Dom Pernety, fondatore degli “Illuminati di
Avignone”).
Un notevole elemento di confusione fu inoltre la unificazione, avvenuta
nel 1882, del Rito di Memphis (fondato da Honis e Marconis de Negre)
con il Misraim originato dai due fratelli Bedarride, unificazione
ovviamente ignorata dal nostro Venerato Ordine, sedente a Napoli e
che, in quel momento, aveva quale sua Guida e Sommo Pontefice
Giustiniano Lebano. Egli era succeduto al padre Don Filippo, a sua volta
successore di Orazio de Attelis (Sette Ali), succeduto a sua volta a
Domenico Bocchini (Sebezyus). Don Giustiniano aveva sposato
Virginia, nipote di Don Domenico, rinsaldando i legami di sangue tra
quelle illustri e aristocratiche Famiglie (in massima parte imparentate
con i tre casati principeschi De Sangro - D’Aquino - Caetani) da cui
provenivano in genere i Membri dell’Ordine. Inoltre la naturale
vocazione Italica e Risorgimentale dei Nostri venerati predecessori portò
a gravi persecuzioni e ad un forzato esilio da Napoli e dal Regno delle
Due Sicilie i Fratelli dell’Ordine. Lo stesso Don Giustiniano dovette
riparare in Francia ed in Piemonte, potendo alfine rientrare a Napoli
dopo la proclamazione del Regno d’Italia (1861).
Il “Synedrius”, ovvero il vertice dell’Ordine, all’epoca dell’unità d’Italia era
composto dai seguenti Fratelli: Filippo Lebano (Tatau-Rè) e suo figlio
Giustiniano (Sairitis Hus),Pasquale de Servis (Izhar Ben Escur), Antonio
de Santis (Iatricus), Gaetano Petriccione(Morenius), Domenico Angherà
(Teseus), Michelangelo Caetani (Rumon), Salvatore di Nociglia (Ehy),
Vincenzo Bortone (Heptameron), Achille Bortone (Apis), Paolo Antonio
di Caramanico (Taumà). Tutti costoro avevano compiuto
INTERAMENTE il Cammino Ermetico, forgiati o nelle difficoltà dell’esilio
o nei patimenti delle galere borboniche, tranne il Principe Caetani che
era suddito dello Stato pontificio. Diretta emanazione dell’Ordine era il
Rito di Misraim, Regime (o Scala) di Napoli, che era un Ordine
Massonico dotato di Logge, Capitoli, Senati e Areopaghi in cui venivano
praticati i vari Gradi. Alla morte terrena di don Filippo, il Sinedrio scelse
in Giustiniano Lebano il Nuovo Pontefice dell’Ordine.
Don Giustiniano aveva avuto modo di conoscere in Francia, dove Egli,
avendo stabilito solide amicizie durante il proprio esilio, si recava
sovente, il noto occultista Gerard Encausse (Papus) del quale
apprezzava la carica umana, la generosità e il tentativo di rettificare le
Obbedienze Martiniste e le Logge del Memphis-Misraim ormai sparsesi
a macchia d’olio in Europa ed in America Latina. Furono così stabiliti
protocolli di amicizia tra il Nostro Ordine e le Obbedienze (Martinismo,
Chiesa Gnostica, Ordine di Memphis-Misraim) di cui Papus era a capo.
Di conseguenza vennero affidati al Memphis-Misraim i Gradi della
“Scala di Napoli” Arcana-Arcanorum 87°, 88°, 89°, 90° ma, ovviamente,
non le relative “Istruzioni Operative”, potendo esse essere trasmesse ai
SOLI Membri dell’Ordine Egizio. Inoltre Don Giustiniano e Don Pasquale
de Servis trasmisero al Papus, a Marc Haven (ed al conte Stanilas de
Guaita, di antica famiglia bergamasca trapiantata in Francia)quegli
insegnamenti che sono alla base dei Rituali Operativi utilizzati nel Grado
II° (Iniziato Incognito) e III° (Superiore Incognito) del Martinismo: ci
riferiamo ai Riti PLENILUNARI ed a quelli EQUINOZIALI/SOLSTIZIALI,
autentiche Operazioni Teurgiche. Allo scopo di chiarire ulteriormente le
cose precisiamo che TUTTI i summenzionati Fratelli facevano parte, a
vario titolo, della Massoneria, Istituzione che allora era ancora seria e
votata ad una ricerca autenticamente spirituale, di contro alla parodia in
cui oggi si è trasformata questa Istituzione. Ad esempio Don
Giustiniano, durante l’esilio torinese, si era affiliato alla Loggia “Ausonia”
del Grande Oriente d’Italia. Il rapporto dei Membri dell’Ordine con la
Libera Muratoria era il medesimo di quello tenuto a suo tempo dal
Principe De Sangro: frequentare le Logge onde selezionare i Fratelli più
maturi per il loro successivo perfezionamento iniziatico. A tal proposito si
racconta un divertente aneddoto che riguarda Giustiniano Lebano. Egli,
durante una tornata della Loggia “Ausonia” dovette sorbirsi una verbosa
conferenza di un confratello improvvisatosi “egittologo esperto”.
Giustiniano assistette impassibile con espressione serafica alle colossali
corbellerie del conferenziere congratulandosi puntualmente con lui al
termine del discorso. Ovviamente il Confratello non sospettò mai
minimamente di avere di fronte un Iniziato ai Misteri Egizi, in grado di
esprimersi correntemente nella lingua Jeratica ed al corrente dei Segreti
più Arcani dell’Antico Egitto. Potremmo definire tale comportamento di
Don Giustiniano come espressione di quella “intelligenza sociale” che
abbiamo già esposto nelle premesse: non a caso i Fratelli che abbiamo
dianzi nominato ricoprirono frequentemente importanti cariche politiche
ed istituzionali.
Lo stesso Lebano fu Assessore del Comune di Napoli nel periodo in cui
il Confratello Petriccione ricoprì la carica di Sindaco.
Tra i nuovi Membri dell’Ordine, nati dopo l’Unità d’Italia, due si distinsero
per talento ed ingegno: Leone Caetani (Ottaviano-Ekatlos), nipote di
Michelangelo, principe di Teano e duca di Sermoneta e Pasquale del
Pezzo (Sashef), duca di Cajaniello e marchese di Campodisola. Studiosi
insigni (Don Leone fu il massimo storico contemporaneo dell’Islam e
rivoluzionò totalmente l’interpretazione storiografica sulle origini della
religione di Maometto, mentre Don Pasquale fu un matematico di
statura mondiale e Rettore dell’Ateneo Napoletano) ed impegnati
attivamente in politica (Deputato del Regno il primo, Senatore e Sindaco
di Napoli il secondo) i due giovani Confratelli furono seguiti con grande
sollecitudine da Giustiniano e dagli altri Anziani del “Synedrius” il cui più
autorevole esponente, assieme al Lebano era Pasquale de Servis.
Entrambi cercarono di risvegliare la addormentata coscienza di un’Italia
avvelenata da quasi due millenni di cristianesimo,cercando di far
penetrare nella società civile dell’epoca i princìpi fondanti della Sapienza
Egizia-Italica. Soprattutto Don Leone, schieratosi politicamente con
Leonida Bissolati ed innalzato alla morte di Lebano, nel 1910, alla carica
di Sommo Pontefice dell’Ordine avrebbe riportato cocenti delusioni da
questo tentativo, come vedremo fra poco.
Giungendo a parlare degli eventi verificatisi tra la fine del XIX secolo e
l’inizio del XX non possiamo non fare riferimento ad una personalità che,
suo malgrado, influenzerà notevolmente la successiva storia dell’Ordine:
Ciro Formisano, in arte Giuliano Kr-Emmerz.
Racconteremo dunque, finalmente, la VERITA’ su queste infelici
vicende facendo chiarezza sulle innumerevoli (e spesso malevoli)
leggende, cronache improvvisate e fole che da un secolo circolano
sull’argomento.
Iniziamo con il premettere che il Formisano (figlioccio di Don Pasquale
de Servis il quale abitava in un appartamento della madre di Ciro e che
nutriva per il giovane affetto e sollecitudine paterna, non avendo Izhar
contratto matrimonio e di conseguenza non avendo avuto prole) NON
FU MAI MEMBRO DELL’ORDINE avendone Don Giustiniano prima e
Don Leone poi verificatone l’inadeguatezza. Oltre che i primi Gradi del
Misraim le UNICHE Iniziazioni (o per usare il suo proprio bislacco
linguaggio “Iniziature”) REGOLARI da Lui avute furono i gradi Martinisti
ricevuti da Papus che lo accolse sulla base di una lettera di
raccomandazione ricevuta da Izhar. Gli storici improvvisati che
favoleggiano di un Kremmerz discepolo di Don Pasquale provino a
chiedersi perchè, potendogli egli stesso conferirgli i Gradi Martinisti,
Izhar mandò il giovane Formisano in Francia. La risposta è semplice:
tenuto conto del carattere aperto, informale (e a volte incline alla
faciloneria) di Ciro,Egli riteneva che a Parigi, nell’ambiente papussiano
(dobbiamo puntualizzare che quanto a rigorosità Iniziatica Gerard
Encausse lasciava un po’ a desiderare) il suo giovane pupillo potesse
trovare una atmosfera adatta al suo carattere ed al suo modo di
concepire l’Occultismo. Con la benevolenza che riserveremmo ad un
figlio (visto che siamo da tempo giunti dove il Formisano non giungerà
mai) diremo che Egli era un solenne pasticcione,aduso a mescolare
mesmerismo, magia caldea, spiritismo alla Kardek, cattolicesimo,
pitagorismo,cabala e martinismo in un unico caotico calderone. Gli
ignoranti seguaci di cotanto maestro, se avessero nella loro vita studiato
un poco, si accorgerebbero che TUTTE le fantasmagoriche
“Operazioni”, “Orazioni”, “Signature”, “Carmi”, “Riti” e similaria partoriti
dal buon Ciro altro non sono che maldestre copiature di Agrippa, del
Picatrix (testo di magia araba attribuito allo Pseudo-al Magribi) infarciti
con Rituali Martinisti ove ad esempio (Rituale di Catena giornaliero,
Rituale di purificazione novilunare) i SALMI PENITENZIALI
RACCOMANDATI SONO ADDIRITTURA POSTI NELL’ORDINE
SBAGLIATO! Non parliamo poi di pseudo-operazioni rituali (ad es il
cosiddetto Rito di Kons) ove si orientano pentacoli al Nord (orrore!) e si
salmodiano scongiuri a sconosciuti demoni alcuni dei quali assonanti
con le moderne coordinate bancarie (IBAM). Come vedremo ben
peggiori sono le cosiddette “Operazioni Osiridee”e ammoniamo
severamente ogni persona di buon senso,se ci tiene a mantenere la
salute fisica e psichica, di stare ben lontano da simili pazzie, oltretutto
condite con indebiti e dannosissimi digiuni ed annessi obblighi di castità
che il più delle volte fanno uscire fuori di mente gli sventurati operatori,
novelli “topolini apprendisti stregoni” e rendendoli infine docili strumenti
nelle mani di poco scrupolosi “maestri”!
Cionondimeno, dobbiamo perlomeno riconoscere al Kremmerz una
bontà d’animo di fondo ed una ingenua velleità di operare pro salute
populi che i suoi seguaci, emuli e sodali non possedettero mai. Il fervore
altruistico del Formisano (unito ad una generosità tipicamente
partenopea) lo portarono alla creazione delle “Scuola Integrale
Ermetica” e delle ”Accademie Myriamiche” volte allo scopo di operare
una “taumaturgia ermetica” per la cura dei malati e degli indigenti ed a
rendere gli Insegnamenti ermetici accessibili.
Kremmerz presentò tale progetto al Sinedrio dell’Ordine, incontrando
una notevole opposizione soprattutto da parte di Leone Caetani e
Pasquale del Pezzo.
Don Giustiniano (legato ad Izhar da un profondissimo rapporto di
Fratellanza Spirituale che lo portò a cercare di essere il più possibile
indulgente con lo scapestrato Ciro)decise così di costituire l’Ordine
Ammonio-Osirideo il quale altro non era se non una commissione
coordinata da Don Leone e da Luciano Galleani (Lucifero Jesboama),
membro dell’Ordine ed amico personale del Kremmerz, con il compito di
vigilare sulle attività delle summenzionate Accademie. I durissimi strali
lanciati da Don Leone sulle riviste kremmerziane (in primis
“Commentarium”) e firmate con il suo proprio eteronimo
(N.R.Ottaviano)avevano il chiaro scopo di ”rettificare” le immancabili
deviazioni che tali Accademie operarono.
Sorprende che gli improvvisati storici di esoterismo ed i biografi del
Kremmerz non si siano mai soffermati sull’apparente incongruità,
operata dal Formisano, di pubblicare su proprie Riviste critiche spesso
feroci al suo proprio stesso operato come appaiono, in effetti, gli articoli
di Ottaviano a chiunque vada a rileggerli. Il motivo è semplice:
Kremmerz non poteva fare altrimenti, essendo vincolato ad un
giuramento di obbedienza nei confronti del Sinedrio e di Colui che a
partire dal 1910 ne divenne il Pontefice Massimo!
A titolo di esempio, riportiamo il seguente scritto apparso nel
“Commentarium” del 1910 a firma N.R.Ottaviano: “…..Ora dovrei dire io
quello che so sulla gnosi e sulla iniziazione [In quanto la dottrina
gnostica da precise indicazioni sulla REALE natura delle Entità
disincarnate ben differenti dalle artificiose suddivisioni, operate dal
Kremmerz, tra geni=entità create dall’uomo ed eoni=entità non prodotte
dall’uomo e sulle modalità per entrare in contatto con tali Enti: parimenti
l’iniziazione mediterranea ai Misteri è ben altra cosa che non distribuire
cordoni e fascicoli di scongiuri] intesa latinamente e questo poco poco di
chiarimento mi dispiace di non non poterlo distribuire ai poveri che non
lo sanno, perché non sono che pagàno e ammiratore del paganesimo e
divido il mondo in volgo e sapienti, i sapienti di questo poco se ne
servono per difendersi dal volgo, che i miei antenati simboleggiavano
nel cane e lo pingevano alla catena sul vestibolo della Domus familiae
con la nota scritta: cave canem: cane perché latra, addenta e
lacera. [Cave canem=Cajetana. A proposito di chi ancora si ostina a
negare che Ottaviano fosse Don Leone!]. Unico forse tra voi che non
sono iscritto alla Fratellanza [visto che Don Leone era romano diciamo a
questo punto ”e te credo!”] posso permettermi libertà di linguaggio e di
giudizio, e conservare le mie idee od esporle; e dico cioè che la
goffagine dei contemporanei che alchimizzano la occulta filosofia
cristianeggiando e democraticizzando la scienza vorrebbe mettere a
comune - è il comunismo cristiano primitivo - tutto ciò che sanno gli altri
sotto la stupida egida che la sapienza è patrimonio di tutti – invece io
ritengo che questa sapienza di cui mi interesso io è il patrimonio di pochi
per il governo degli inferiori [esplicazione magistrale del carattere
Pagano, Pitagorico ed Aristocratico dell’Ordine e delle Sue
finalità], perciò il mago re e non il mago che diventa il servitore gratuito
dei curiosi e degli oziosi. Su tale argomento sono perfettamente in
disaccordo col dott.Kremmerz, al quale mi uniscono affetto e comunità
di studii, ed il Kremmerz ne ha constatato l’errore con le pene sofferte e
i fastidi procuratisi dal 1897 [riferimento alle note tristi vicende familiari
del “mago di Portici” quali la pazzia della figlia, la morte della moglie, la
separazione dal marito dell’altra figlia, le mascalzonate del nipote che
culminarono con il celebre ”processo del mago” per la truffa perpetrata
ai danni dello sprovveduto barone Ricciardo Ricciardelli, alias Marco
Daffi] che cominciò a scrivere di queste cose viete e di trattare gli
inferi[Ottaviano si riferisce, con voluto doppio senso, sia agli inferiori, il
volgo, sia agli abitanti dell’infero tartaro evocati dalle celebri ”litanie di
invocazioni ai geni” distribuite ai membri della “Fratellanza
Myriamica”] come tanti fratelli, uso S. Francesco di Assisi.”
Volutamente abbiamo conservato l’ortografia, il corsivo, la punteggiatura
originali dell’articolo di Don Leone. Qualunque studioso in erba di
Ermetismo e qualsiasi anche superficiale conoscitore delle vicende
relative a Kremmerz sarà in grado di comprendere i CHIARISSIMI
insegnamenti contenuti nelle parole del Nostro Passato Maestro e gli
altrettanto chiari ammonimenti. Aggiungiamo che l’altrettanto celebre
lettera alla rivista “Ultra” diretta da Decio Calvari a firma N.R.
OTTAVIANO sul “diritto di non dare” chiarisce perfettamente la natura e
gli scopi dell’Ordine Egizio. Ovviamente, l’apertura verso il mondo
profano di qualcosa che pur non essendo l’Ordine poteva in qualche
modo far risalire ad Esso(“scrivere di queste cose viete”), fu purtoppo un
tragico errore.
Elementi infidi, portati dal Kremmerz nelle Accademie (in primis il suo
stolto genero, avv. Borracci) unitamente ad interventi “caritatevoli” di
santa romana chiesa provocarono il contrabbando di false operazioni
ermetiche, spacciate come deposito dell’Ordine, che furono in tempi
successivi codificate con il titolo di “Corpus Hermeticum Totius Magiae”
o più semplicemente “Corpus”. In tale aberrante accozzaglia di follie
(con successive aggiunte da parte di altri tardivi discepoli del Kremmerz,
spesso provenienti da misteriose “cassette”miracolosamente trovate,
magari da badanti di discendenti di familiari e discepoli del Kremmerz e
finale messa in vendita al prezzo di svariati milioni, incredibile dove può
giungere la dabbenagine umana!) si favoleggia di “separandi”, “magie
avatariche”, “coobazioni con unione di sperma e sangue mestruale” fino
alle “Spagyrie a due vasi” ove l’Opera al Nero,al Bianco e al Rosso
vengono indicate come rispettivamente, unione eterosessuale “per vas
nefandum” (Nigredo), senza emissione di sperma (Albedo) e durante il
flusso mestruale(Auredo) e che Gli Dei ci perdonino per aver Noi
ripetuto simili sconce e perverse nefandezze,ma lo facciamo
unicamente allo scopo di mettere in guardia i puri di cuore. Steiner
amava dire che una sana logica consente all’uomo di poter progredire
nel cammino spirituale anche in assenza di doti di veggenza: orbene in
nome di una SANA LOGICA (ovvero una logica esercitata da menti
SANE) ci si domandi come sia possibile che il Cammino Ermetico possa
coincidere con devianze o aberrazioni sessuali! Il fine di tutto ciò era
chiarissimo:mostrare come La Via Egizia Ermetica altro non fosse che
una aberrazione turpe partorita da menti malate. Il celebre motto “cui
prodest?” consente ad ogni attento lettore di comprendere come ci
fossero soprattutto i “Figli di Pietro” dietro tale infernale macchinazione
ma senza i Borracci, i Puglisi, i Borgna, i Lombardi, e via dicendo le
“nere cornacchie vaticane” non sarebbero mai potute riuscire
nell’intento.
Ad onore del povero Ciro va detto che Egli non solo fu totalmente
estraneo a tale mascalzonata ma, quando si avvide dell’inganno e delle
macchinazioni dei suoi “fidi discepoli”, il Formisano [anche, chiariamolo,
impaurito dalla veemente reazione di Don Leone che non aveva S.
Francesco come modello ma che aveva viceversa un carattere severo
ed intransigente sul modello degli Antichi Romani da cui discendeva
(Gens Cajetana appunto cave-canem), per fortuna dell’Ordine, diciamo
Noi] si affrettò a chiudere le “accademie miriamiche” e ordini o pseudo-
ordini affini (tra cui ciò che ancora sopravviveva della cosiddetta “Scuola
Ermetica Integrale”, sconfessando i suoi discepoli e chiudendosi in un
forzato esilio in quel di Bussoleil.
Purtroppo, la frittata era ormai fatta: inoltre, le successive leggi fasciste
contro le società segrete e relative persecuzioni indussero Don Leone
(che del resto era antifascista e sulla lista nera del Regime oltre,
ovviamente, che del Vaticano) a mettere in sonno l’Ordine ed ad
emigrare in Canada, anche per ragioni personali che sono pubbliche,
essendo state chiarite da Lui medesimo nella lettera all’amico Giorgio
Levi della Vida, pubblicata su vari libri e nel medesimo sito internet
dell’accademia dei Lincei.
Don Leone lasciò il deposito Iniziatico nelle mani di tre Membri
fidatissimi del Sinedrio: Pasquale del Pezzo, il figlio di questi Gaetano e
Vincenzo Gigante, giovane discepolo di Lebano morto nel 1968 ad oltre
90 anni. Direttamente o indirettamente, negli ultimi anni di vita
“Ottaviano” trasmise gli Arcani ad altri Adepti meritevoli tra questi
citiamo Philippe Encausse, figlio di Papus e l’inglese Lionel Firth, legato
da parentela sia con la celebre occultista Dion Fortun (Violet Mary Firth)
sia con lo stesso Don Leone la cui madre,Donna Ada, era inglese.
Nel 1966 Vincenzo Gigante (Ar-Por-Krat) rimise il Pontificato nelle mani
di Hermanubis (vivente) che lo trasmise a Noi. Questi i fatti, espressi nel
modo più succinto. Il resto sono chiacchiere o fantasie destituite da ogni
fondamento. Non intendiamo perdere tempo a parlare dei moderni
“continuatori ermetici” dell’opera del Kremmerz asserenti la potestà da
loro posseduta di “conferire l’iniziazione con lo sguardo” (sic!) o divenuti
seguaci di santoni indiani o addirittura denunciati da discepole per
molestie sessuali e violenza carnale, con buona pace della celebre
castità predicata (a chiacchiere) dagli emuli del “mago di Portici”!
Diciamo solo che malattie mentali e neoplasie, in specie dell’apparato
uro-genitale, hanno frequentemente falcidiato questi folli. Ricordate che
un albero si giudica dai propri frutti ed i frutti del Kremmerz sono sotto gli
occhi di tutti.
Naturalmente ogni regola ha le sue eccezioni e Noi abbiamo potuto
conoscere (ed accogliere nell’Ordine) anche nobilissimi individui che
provenivano da tali contesti ma che si sono tenuti alla larga da
equivoche “operazioni” pseudo-ermetiche.
Quanto ai vari “Memphis”, “ Misraim”, “Memphis e Misraim”, e similia,
puntualizziamo e ribadiamo quanto segue:
A) alcuni Ordini (pochissimi) Massonici, Martinisti e Gnostici sono
emanazione esteriore dell’Antiquus Ordo Aegypti: in Essi vengono
gettate le basi per una successiva cooptazione dei migliori elementi
nell’Ordine.
B) NESSUN Corpo Rituale di Memphis, Memphis-Misraim, Misraim,
possiede i VERI Arcana–Arcanorum, ovvero le “Istruzioni Operative di
Magia Eonica, relative ai Gradi 87°, 88°, 89°, 90°. I più fortunati
dispongono dei Syllabi e delle “Istruzioni Orali” che altro non sono se
non: descrizione dei Templi ove avviene il ricevimento del
candidato,spiegazione delle batterie, parole sacre, parole di passo,
filosofia del grado ovvero discorsi puramente astratti (sulla origine del
mondo, sulle leggi dell’Universo, addirittura sulle migliori modalità di
sepoltura) certamente Autentici nella misura in cui provengono dagli
originali Rituali dell’Ordine (posti, come abbiamo già detto, in forma
Massonica da Don Raimondo) ma PRIVI delle indispensabili istruzioni
operative. E meno male in quanto, ben conoscendo il livello spirituale
della quasi totalità dei Massoni attuali, possiamo facilmente concludere
che i poverini, se tentassero di compiere le Operazioni Ermetiche
decritte negli Arcana–Arcanorum, ci lascerebbero probabilmente le
penne o finirebbero in qualche ospedale psichiatrico: dunque non
turbiamone la quiete che tanto, almeno loro, danni non ne fanno
essendo, ad onor del vero, la maggior parte di essi bravissime e
degnissime persone. Singoli Membri dell’Ordine i quali, a titolo
personale, possano far parte dei summenzionati Organismi Massonici e
che posseggono le Istruzioni Operative relative agli Arcana–Arcanorum,
ovviamente ben si guardano dal parlarne con gli altri loro “Confratelli
Massoni” a meno che costoro non possiedano le indispensabili
qualificazioni per un loro ingresso nell’Ordine Nostro.
ALCUNE ISTRUZIONI “PRO SALUTE POPULI”
Dobbiamo, innanzitutto premettere che i tempi, rispetto a quelli in cui
operarono i Nostri Predecessori, sono notevolmente mutati. Oggi è
indispensabile operare una intelligente apertura onde poter cercare di
fronteggiare la gravissima crisi morale e spirituale della umanità.
Iniziamo tale opera con una spiegazione del Simbolo (Sigillo)
dell’Ordine, naturalmente con una spiegazione che definiremo “di primo
livello”.
I tre cerchi esterni (marrone, verde, azzurro) indicano i tre regni della
natura: minerale= marrone, vegetale = verde, animale = azzurro, poiché
in mare ed in cielo si formarono i primi esseri viventi. Tali colori, inoltre,
sono gli unici che vengano visualizzati quando la terra vien vista dallo
spazio, cosa che gli Antichi Egizi (a tal periodo risale il nostro Simbolo)
in teoria NON avrebbero potuto sapere!
I due quadrati intersecantesi simboleggiano i due piani della Realtà: il
visibile e l’invisibile.
L’Y (che Pitagora utilizzò anche per la propria Accademia, traendolo dal
Sigillo) è da una parte l’Uomo Cosmico con braccia alzate che prega -
da pari e non da servo - la Divinità, dall’altra la riunificazione delle 3 Vie
(di Seth, Enoch, Elia) ovvero le Tre Opere Alchemiche (Nigredo, Albedo,
Rubedo) compiute e sintetizzate nel punto giallo (Auredo) posto al
centro dell’Y ed indicante la Coscienza del Nucleo Profondo (IO)
dell’Uomo. Tale simbolo, che rendiamo ora visibile (del resto è già stato
reso noto da alcune pubblicazioni relative ai “Massonici Arcana-
Arcanorum” di cui sopra, è accompagnato da un simbolo Arcano e
Segreto noto ai soli Membri dell’Ordine Nostro.
Venendo a ciò che più interessa i seri cercatori dello Spirito, disorientati
da miriadi di pseudo-maestri, iniziati, maghi, guru e affini, possiamo dire
loro: rivolgete la vostra attenzione INNANZITUTTO all’opera di Rudolf
Steiner e del Suo Continuatore Massimo Scaligero, i quali espongono
un metodo estremamente adatto per l’uomo moderno per risvegliarne la
coscienza.
Per quanto attiene ai rapporti tra l’Ordine e questi due Grandi Maestri
possiamo solo far presente che: Steiner era Gran Maestro aggiunto
dell’Ordine di Memphis-Misraim Tedesco (96à Grado), Scaligero fu
discepolo di Giovanni Colazza (Leo del Gruppo di Ur)amico fraterno di
Don Leone. Ci si chieda PERCHE’ Colazza, esponente di primo
pianodella Società Antroposofica, orientata verso una dottrina Cristiano-
Esoterica, ma pur sempre Cristiana, recensisse, nella Rivista Krur, il
romanzo di Lawrence ”Il serpente piumato” ove si immagina che nel
moderno Messico le Antiche Divinità Azteche risorgano allontanando il
Cristianesimo da quel Paese! Lo strano (apparentemente) è il visibile
compiacimento con il quale “Leo” descrive sommariamente gli eventi
narrati dal Romanzo: i nostri più arguti lettori (o coloro che avranno
voglia di leggere sia l’articolo di Colazza in Krur, sia il Romanzo del
bravo Lawrence) tireranno le debite conclusioni.
Val bene la pena, a scanso di ogni possibile equivoco, precisare che il
Nostro Ordine nulla ha a che fare sia con la Società Antroposofica
Universale (fondata da Steiner con finalità ben diverse da quelle
attualmente perseguite da detta associazione) sia con i vari
Gruppi,Fondazioni, Riviste che si richiamano al nome di Scaligero e che
hanno il merito di evidenziare una profonda devozione al Maestro ed un
energico sforzo per divulgarne l’opera ancora poco conosciuta,
soprattutto fuori dall’Italia, ma anche il demerito di voler sovente
ricondurre il pensiero di quell’Aureo Maestro entro un magma mistico-
antroposofico o peggio ancora cattolicheggiante, lontano anni luce dalla
VERA essenza dell’Insegnamento di Scaligero. Noi, viceversa,
coerentemente alla enunciata ”intelligente apertura”, offriamo la
possibilità, attraverso le allegate istruzioni, di percorrere una Via di
Rettificazione (realizzazione
del Pensiero Libero dei Sensi) oltre la quale si incontra
INEVITABILMENTE l’Ordine
Egizio, Unico, Perenne, Ineffabile.
Che gli Dei Vi siano Propizi!
LINEAMENTI PER UNA TRASMUTAZIONE DELL’ESSERE UMANO
Le presenti note hanno lo scopo di fornire elementi informativi teorici e
soprattutto pratici per quello sviluppo dell’essere umano che
rappresenta il presupposto indispensabile della sua propria Apoteosis o
Osirificazione in accordo con quanto esposto dal Maestro Pitagora
nell’ultimo paragrafo dei “Versi Aurei” “(...) e quando finalmente lascerai
il tuo corpo di carne e di involerai verso l’etere, libero, ti accorgerai che
non sei più un uomo ma un Dio, un Immortale anche tu.”
1) - BREVE STORIA DELLA TRADIZIONE INIZIATICA
OCCIDENTALE
Aprescindere dalle epoche precedenti di civiltà (periodo Caldaico e
precedentemente ancora Atlantideo) possiamo correttamente affermare
che la tradizione spirituale ed iniziatica del mondo occidentale nasce e
si sviluppa nell’Antico Egitto.
Non possiamo in questa sede scendere nel particolare, ma ci limiteremo
a ricordare alcuni punti essenziali:
a) - la religione egizia non era una religione politeista, bensì enoteista
nel senso che esisteva una Divinità prevalente e generatrice (Ptha a
Memfi, Atum a Tebe, Horus ad Edfu etc.) da cui venivano generate le
altre divinità per successiva emanazione. In poche parole,il PRINCIPIO
PRIMO GENERATORE (Supremo Artefice dei Mondi) veniva
parcellizzato in successive emanazioni rappresentanti gli aspetti difformi
della Divinità Creatrice.
b) - La società egizia si incentrava sul sistema della teocrazia faraonica
essendo il Faraone (PHEER-AAR = Grande Casa) una vivente ipostasi
della Divinità.
c) - Coloro che venivano selezionati per essere ammessi ai Misteri
iniziatici, entrando così a far parte della classe sacerdotale, dovevano
essere sottoposti ad un durissimo regime preparatorio e al superamento
di gravose prove che trasformavano il Miste in autentico e compiuto
Iniziato fino alla sua completa fusione con la Divinità e pertanto in grado
di trasformarsi egli stesso in una ipostasi divina (Osirificazione) .
Tutto ciò poteva essere realizzato grazie alla differente struttura che
l’uomo antico possedeva, essendo egli dotato di una veggenza naturale
che gli consentiva un più facile distacco dal corpo ed una
comunicazione con il Divino abbastanza semplice.
Con Pitagora di Samo i misteri egizi vengono ad approdare nell’Ellade e
sul suolo Italico. Le scuole iniziatiche Greco-Italiche si incentravano
essenzialmente su tre classi o gradi di insegnamento:
1) - i piccoli misteri, ove veniva insegnato a padroneggiare il KA (Corpo
Eterico)
2) - i grandi misteri, ove veniva insegnato a padroneggiare il BA (Corpo
Astrale)
3) - l’EPOPTEIA, ovvero la Grande Opera, ove l’iniziato apprendeva le
tecniche per
il governo del proprio AKH (organizzazione dell’IO ovvero Corpo
Spirituale).
Nelle scuole Misteriche grande importanza veniva attribuita ai
TELETES, ovvero ai Riti Segreti connessi con i tre gradi dei Misteri.
Nonostante il degenerare del mondo antico, preda di una decadenza
che provocherà la caduta dell’Impero Romano ed il conseguente
imbarbarimento dell’Europa, complice anche l’avvento di una religione
egualitaria ed esclusivamente devozionistica quale il
cristianesimo(oltretutto capace di emendare dal proprio corpo dottrinario
tutti quei retaggi sopravviventi dall’antica saggezza del mondo antico,
vedi ad esempio la persecuzione della dottrina gnostica e dei successivi
movimenti manichei, bogomili e catari trattati alla stregua di movimenti
eretici) l’antica Sapienza proveniente dalla terra egizia potè essere
conservata attraverso una catena lineare di Maestri quali Plotino,
Zosimo di Panopoli, Severino Boezio , Raimondo Lullo, Gemisto
Pletone, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Francesco Zorzi,
giungendo fino al Rinascimento.
Molti di questi Maestri furono costretti a dare una veste apparentemente
cristiana ai loro insegnamenti per evitare guai anche se non tutti ci
riuscirono visto il rogo di Giordano Bruno e la prigione patita da
Tommaso Campanella e Francesco Borri.
Con Giordano Bruno e Girolamo Cardano (rispettivamente fondatore e
prosecutore del cosidetto movimento “Giordanista”) entriamo in quella
fase storica che vedrà la nascita del movimento RosiCruciano, il cui
compito fu duplice: da una parte quello di proporre un ampio
rinnovamento della società attraverso contatti con sovrani illuminati quali
Federico di Boemia e la sua consorte Elisabetta, dall’altro quello di
rendere in forma moderna ed adattabile ad un tipo umano che, calato
definitivamente nel più completo materialismo,aveva perduto qualsiasi
facoltà di connessione immediata con il Divino acquisendo nel
contempo,però, l’autocoscienza, l’ndividualità, la libertà di giudizio e di
pensiero che l’uomo antico non possedeva.
Gli esponenti visibili della “Fama Fraternitas della Rosa+ Croce” si
assunsero quindi il compito di perpetuare gli insegnamenti della Aurea
Tradizione Perenne. Si giunge così a Raimondo de Sangro, Principe di
Sansevero, a cui venne trasmesso il deposito iniziatico degli antichi
misteri attraverso tre diverse vie:
1) - il Medico Fulvio Gherli, docente all’Università di Napoli e Discepolo
diretto del Santinelli (Frà Marcantonio Casellame Chinese)
2) - La Comunità Egizia, ubicata nelle adiacenze di Piazzetta Nilo su cui
si affacciava il Palazzo dei Principi di Sansevero
3) - Il Barone Tschoudy, che fornì al De Sangro le chiavi per una
sistemazione massonicizzata dell’antico deposito Egizio – Italico –
Mediterraneo.
La genialità del Principe Raimondo e dei suoi Collaboratori/Discepoli
Luigi d’Aquino, Principe di Caramanico e del grande Alessandro Conte
di Cagliostro portò alla creazione del sistema basato su una
riproposizione degli antichi Misteri:
a) - Piccoli Misteri = gradi Azzurri
b) - Grandi Misteri = piramide scozzese (dal 4° al 33° grado)
c) - Epopteia = scala di Napoli o Arcana–Arcanorum.
Ripetiamo che non è in questa Sede che ci addentreremo in quelle
complesse vicende che portarono il sistema del Mizraim a dividersi in tre
tronconi (uno emigrato in Francia,l’altro a Venezia ed il terzo rimasto a
Napoli) ed alla successiva fusione del Rito di Mizraim con quello di
origine francese denominato Rito di Memphis (fondato da Marconis de
Negre); ci basta sapere che il deposito napoletano da Raimondo de
Sangro passò al figlio Vincenzo, e quindi a Nicola Palomba, Pasquale
Cirillo, Orazio de Attelis, Domenico Bocchini, Giustiniano Lebano ed
infine a Leone Caetani Principe di Teano e Duca di Sermoneta emigrato
in Canada durante il fascismo ed ivi morto nel 1935.
2 - LA PRATICA MAGICO-OPERATIVA PER LA REINTEGRAZIONE
DELL’UOMO
Nella “Divinazione Pantea”apparsa sulla rivista ”Commentarium” del
1910 così il Principe Caetani, utilizzando l’eteronimo ”Ottaviano” si
esprimeva: ”la Natura, nell’identico momento in cui osserviamo le
manifestazioni che ci circondano, se è un organismo vivente, è in
relazione diretta e intelligente con il nostro essere mentale… tra
l’osservatore e le cose che lo circondano si stabilisce una corrente
dinamica che riafferma il dogma magico dell’unità dell’essere…il famoso
mistero della solitudine che prelude alle podestà magiche in uomini di
nessuna preparazione
si determina allo stato di immunità psichica in tutti i solitari. Se nel
passato era possibile compiere un noviziato magico che determinasse
la immunizzazione psichica del neofita oggi,che tale preparazione non è
più possibile, solo con il vero isolamento materiale e meccanico si
possono raggiungere dei risultati”..
Il motivo per cui abbiamo voluto riportare quasi integralmente lo scritto di
Don Leone Caetani è duplice: da un lato è interessante notare che
contemporaneamente nella sua opera ”L’Iniziazione” Rudolf STEINER
scrive, a proposito della contemplazione della Natura, cose
incredibilmente simili (a conferma che entrambi attingevano dalla stessa
fonte,la TRADIZIONE PERENNE, entrambi essendo già stati Iniziati agli
Arcana–Arcanorum); dall’altro, ci preme far comprendere che
NESSUNA operazione Magica è possibile SENZA che sia stata operata
preventivamente una REALE Rettificazione dell’Io cosciente.
PRATICA
SIGNIFICATO E SCOPO DEGLI ESERCIZI
Dall’epoca Egizia è noto ad ogni Scuola Esoterica che l’Essere Umano
è costituito da
4 Componenti essenziali, dette anche “Arti Costitutivi”. Esse sono:
1 - il Corpo Fisico
2 - il Corpo Eterico
3 - il Corpo Astrale (o Anima)
4 - l’Io (o Spirito).
Il primo è posseduto anche dai minerali, il secondo (come il primo)
anche dai vegetali,il terzo (come i due precedenti) anche dagli animali
(si noti che nel genio della lingua Latina Animale è sinonimo appunto di
Anima, così come la traduzione esatta di “Persona” in Etrusco, e poi in
Latino, è “Maschera”).
Abitualmente, negli esseri umani, la gerarchia tra tali Arti Costitutivi
risulta totalmente invertita onde è il fisico, con le sue elementari pulsioni,
a dominare l’eterico, questo a sua volta governa l’astrale ed infine
l’astrale medesimo estende il suo dominio sull’Io,ovvero sullo Spirito.
Ordinariamente, negli uomini più evoluti, noi possiamo scorgere tuttalpiù
impulsi dell’Anima che ingenuamente scambiamo per manifestazioni
Spirituali, definendo perciò Pneumatico ciò che è unicamente Psichico.
Tale è anche il senso occulto della Dottrina Pitagorica sulla
TETRAKTIS. La necessaria METANOIA prevede, nell’Iniziato, il corretto
ristabilimento delle gerarchie interiori:perciò lo Spirito governerà l’Anima,
essa governerà l’Eterico, che a sua volta dominerà il Fisico. Non
essendo più possibile - in virtù delle mutate condizioni del Mondo che
stordisce l’uomo con i suoi ritmi frenetici e totalizzanti - la pratica di un
noviziato occulto paragonabile a quello dell’antichità, l’unica alternativa,
per coloro che ambiscono a seguire una via Iniziatica e re-integrativa, è
quella di assicurarsi dei momenti di solitudine e di distacco dalle proprie
abituali occupazioni seguendo un percorso ordinato di “allenamento e
sviluppo”
spirituale onde ottenere quella Rettificazione di cui parlavamo poc’anzi!
Si deve a Moderni Maestri, quali Steiner e Scaligero, l’esposizione in
linguaggio moderno e facilmente intellegibile delle Tecniche Interiori che
stiamo per esporre.
Ma si badi: esse sono rinvenibili in forme diverse e con linguaggio
diverso in Giordano Bruno, Pico, Plotino, Pitagora, e proveniendo
dall’Antico Deposito Iniziatico dell’Aureo Egitto.
Scopo di tali Esercizi (elaborati ed insegnati dalla Fama Fraternitas
Rosa+Croce e resi poi in forma moderna, appunto, dal Fratello Rudolf
Steiner 33. 66. 90. 96.) è dunque quello di ristabilire la corretta
sequenza nel dominio tra gli Enti Costitutivi dell’Uomo, presupposto
indispensabile per la sua Re-Integrazione e per la successiva
Apoteosis. Sarebbe davvero folle, ripetiamo, istruire degli Adepti ad
Operazioni di Magia Cerimoniale o di Alta Teurgia senza dapprima
averne rettificato il pensiero, unica funzione che attualmente l’uomo ha a
sua disposizione.
Operando diversamente, si lasciano gli Individui in balia di sensazioni
somatiche (pulsioni fisiche nobilitate per attività spirituali) o di pericolose
suggestioni psico-emotive con danni incalcolabili per lo sprovveduto
operatore. Un intelletto sano comprende con immediatezza quali sono le
cose Vere e quali no. Atal proposito leggiamo l’autorevole parere di Don
Leone Caetani (Ottaviano in “Commentarium”): ”Lo sprovveduto
aspirante Mago (che se sapesse di Latino comprenderebbe derivare
“Magus” da “Immago” con tutto ciò che ne consegue),parente stretto del
già da Noi immortalato sciocco “aduso a trattare i demoni come tanti
fratelli modello san Francesco” si illude che ripetendo
pappagallescamente formule immaginifiche, sovente inventate di sana
pianta o tratte dal famigerato “Picatrix” (per i non addetti ai lavori, oscuro
trattatello di negromanzia araba, altro che “Aureo Ermetismo”, vero
Dottor K?) egli riesca a concludere qualcosa d’altro che non dilapidare il
proprio ed altrui tempo. Questo folle ritiene che, mantenendo il proprio
assetto mentale di povero omiciattolo, senza aver operato in sé, ovvero
nel proprio IO alcuna rettificazione, possa (lo sprovveduto!) raggiungere
gli Dei, invece del manicomio a cui tosto approderà... Tali miei strali
sono finanche destinati a quei sedicenti liberi Muratori adusi alla recita
ecclesiale, modello funzione cattolica, di Rituali vetusti e Sacri di cui non
comprendono neppure un fischio. E come si paludano, i tapini, come si
pavoneggiano con gli altisonanti titoli “Potentissimo”, ”Sublime”,
”Eccellente”: stolti! voi scambiate vuota forma per contenuto, convivialità
per Sacralità, banchetto e crapula per Osirificazione. Solo il retto lavoro
su se stesso eleva l’uomo fino al piano degli Dei!”.
E’ innanzitutto essenziale che il Meditante si procuri dei momenti di
solitudine e tranquillità: meglio sarà utilizzare un ambiente, se possibile,
ad uso ESCLUSIVO della propria pratica meditativa.
RILASSAMENTO-SILENZIO (concentrazione)
Il Meditante assume una posizione confortevole, seduto. L’esatta
postura impone la colonna vertebrale dritta, il capo leggermente
inclinato, gli occhi semichiusi, le mani poggiate a piatto sulle ginocchia
(posizione del Faraone), la lingua contro il palato. Quindi egli inizierà a
concentrarsi sul proprio respiro che entra ed esce dalle
narici,sforzandosi di svuotare la mente da ogni pensiero, sensazione,
emozione, evocando in sèuno stato di profonda quiete e di silenzio
interiore.
Egli immaginerà che tutte le proprie tensioni si sciolgano - dal basso
verso l’alto - costruendo dentro di sè l’immagine di un blocco di ghiaccio
che, posto su una stufa, si scioglie in acqua. Ripeterà poi mentalmente
(o a voce alta, se è solo; e sempre evocando dentro di sè, in rapida
successione, le relative immagini): “Io sono calmo e disteso, tutto in me
è quiete, sono calmo... come in una tomba perduta, lontana e
dimenticata... come sul fondo di un lago alpino... come in una notte
siderea... come in una città addormentata nella calura di un pomeriggio
estivo. Io sono solo, profondamente in me. Io sono libero”.
E’ importante che tali immagini e le corrispondenti sensazioni vengano
sperimentate nel modo più intenso dal Meditante.
Quindi, quando egli riterrà di aver raggiunto un sufficiente stato di
atarassia animica,inizierà la pratica dei 5 esercizi della Scuola
Rosicruciana: Concentrazione,Azione o Atto
Puro,Equanimità,Positività,Spregiudicatezza.
A) - CONCENTRAZIONE:
Evocata l’immagine di un oggetto, piccolo e costruito dall’uomo (es.
spillo, matita,bottone, etc), il Praticante pone al centro della propria
coscienza tale oggetto, valutandoneil peso, la forma, le proprietà, il
materiale da cui è costituito, ogni altra caratteristica connessa a quel
piccolo manufatto.
Qualsiasi pensiero che non riguardi l’oggetto deve essere allontanato
dalla mente.
Se ciò dovesse accadere, eliminiamo il pensiero estraneo e riprendiamo
l’analisi dell’oggetto. E’ essenziale che l’oggetto della concentrazione
non venga direttamente percepito, bensì immaginato: dopo alcuni minuti
(dai 3 ai 5) viene effettuata una sintesi della Forza-Pensiero messa in
moto. Si visualizzi un punto luminoso, interno, focalizzato a livello della
radice del naso, dove si incontrano le sopracciglie, e si associ a tale
immagine la sensazione interiore di FERMEZZA. Si evochi quindi
l’immagine di una colonna di luce che scende lungo la colonna
vertebrale, accompagnando l’immagine di tale corrente irradiante verso
il basso con la sensazione interiore di SICUREZZA.
Si termini con la seguente Meditazione:
- 1) fissare l’attenzione tra le sopracciglia pensando:
“LA LUCE E’ IN ME, IO SONO LUCE”.
- 2) spostare l’attenzione a livello della gola pensando:
“LA LUCE E’ VITA, LA LUCE DELLA VITA E’ IN ME”.
- 3) spostare l’attenzione a livello del cuore pensando:
“LA LUCE E’ CALORE, IL CALORE DELLA LUCE DIVIENE AMORE IN
ME”.
A questo punto, l’Esercizio di Concentrazione potrebbe concludersi, ma
Massimo
Scaligero suggerisce di aggiungere due fasi ulteriori, ritenendole
fondamentali: la Concentrazione Profonda e il Silenzio Interiore.
A1 - Concentrazione Profonda (o Meditazione): il Praticante, attraverso
la breve meditazione, ad esempio, di una frase proveniente dagli Antichi
Misteri, o dai Maestri Passati (“l’oro è la traccia minerale del Sole”, o
altre), prolunga ed amplia lo stato mentale raggiunto con la
Concentrazione, approfondendosi nella più intima parte del proprio Io
fino a percepirne la scaturigine Divina.
A2 - Silenzio Interiore: il Praticante dovrà cercare di abbandonare
qualunque impressione, interna o esterna, interiore od esteriore, mentre
lascierà semplicemente risuonare nel proprio Io il silenzio dell’Universo.
Si noterà, dopo un certo tempo che si praticano tali Esercizi, che essi
diverranno sempre più facili da eseguire e che alla fine ci si sentirà
tutt’uno con il Tutto. Il Meditante, in pratica riconoscerà in sé le Forze
Divine che agiscono nel Cosmo.
B) - AZIONE PURA o ATTO PURO:
Ad una ora prestabilita (ma indipendentemente da quando viene decisa
tale azione, che può essere preordinata anche solo pochi minuti prima),
il Praticante compierà un gesto molto semplice, di nessuna apparente
importanza, privo di correlazioni col normale contesto delle sue abitudini
(es. annaffiare un fiore, spostare un oggetto, slacciarsi e riallacciarsi una
scarpa o l’orologio, etc).
Nell’atto di eseguire questo l’esercizio egli visualizzerà (cioè:
immaginerà) una corrente di volontà che scorre nei suoi arti, dai
superiori agli inferiori.
C) - EQUANIMITA’:
E’ molto difficile che l’arresto delle correnti Istintivo-Emotive possa
inizialmente
avvenire nel momento esatto in cui ci accade qualcosa. Il Meditante
deve rievocare un episodio - piacevole o spiacevole - che lo abbia
particolarmente coinvolto sul piano emotivo, richiamando in sé le
sensazioni emotive allora provate.
Quindi, egli arresterà il flusso delle emozioni distaccandosi da ogni
partecipazione e osservando l’evento come se non lo riguardasse,
ponendosi come un semplice spettatore neutrale che rimane
indifferente.
Con il tempo egli riuscirà a praticare tale EQUANIMITA’ anche durante
l’accadimento di eventi potenzialmente disturbatori della propria
serenità: tale Esercizio, infatti, lo addestrerà a non rimanere preda delle
oscillazioni dell’Anima tra esaltazione ed abbattimento ed a considerare
in modo pacato ed obiettivo tutto ciò che si verifica nella propria
esistenza e nel mondo.
D) - POSITIVITA’:
Il Praticante deve sforzarsi di scorgere il positivo in ogni evento della
vita, anche in ciò che apparentemente sembra non esserlo. Si può ad
esempio rammentare come da eventi passati, che all’epoca
considerammo negativi, si siano poi in realtà poste le premesse per un
miglioramento delle nostre condizioni, frutti positivi per sè stessi e per gli
altri.
Il Meditante, al termine di tale Esercizio, dovrà avvertire un sentimento
di positiva fiducia per la propria vita e di serena aspettativa per i disegni
degli Dei.
E) - SPREGIUDICATEZZA:
Il Meditante prende in considerazione una ipotesi assolutamente
contrastante con le proprie convinzioni, o del tutto diversa da ciò che i
propri sensi gli suggeriscono rispetto alla realtà che si è convinti di
percepire (ad esempio: ci si immagini che il campanile di una vicina
chiesa sia inclinato di 90 gradi; o che non si sia nella calura estiva, ma
in un freddo inverno nevoso; o che dove ci troviamo non sia il salotto di
casa nostra, ma la sala d’aspetto di una stazione, e così via
immaginando). Egli dovrà sforzarsi, per un attimo, di considerare come
REALE e POSSIBILE tale ipotesi apparentemente illogica. Tale
esercizio andrebbe esteso ad ogni ambito della vita, sospendendo il
giudizio di fronte ad affermazioni che contrastino con le nostre radicate
convinzioni. Aprendosi, anche per un solo istante, alla possibilità che
tale rappresentazione sia vera, il Meditante eviterà di cadere in
convinzioni dogmatiche ed idee preconcette preparandosi così ad
accogliere verità diverse da quelle che le sue personali convinzioni gli
impongono, essendo sempre interiormente
aperti!
ESERCIZI ACCESSORI
1) - Al risveglio il meditante reciterà innanzitutto:
”Nei puri raggi della luce risplende la divinità del mondo,
“In essa io riposo.
“Irradia, nel puro amore per tutti gli esseri
“l’Essenza Divina della mia anima.
“Io riposo nella divinità del mondo
“io troverò me stesso nella divinità del mondo”.
Quindi, il secondo Mantra:
“Più raggiante del sole,
“Più puro della neve,
“Più sottile dell’Etere è il Sè,
“lo Spirito del mio cuore.
“Questo Sè sono io. Io sono questo Sè’”.
2) - Prima di addormentarsi:
il Meditante effettuerà una visione retrospettiva della giornata, iniziando
dai più recenti eventi e tornando indietro fino ad analizzare tutto ciò che
ha fatto, detto, omesso,sbagliato, nel corso del giorno. Dovrà
considerare con la massima, sincerissima obiettività i propri errori,
correggendoli mentalmente. Così, imparerà ad essere più severo ed
intransigente con se stesso rispetto a quanto non lo sia verso gli altri (in
genere accade esattamente l’opposto, onde il detto Latino ”Hac re
videre nostra mala non possumus, simul delinquunt alii, censores
sumus!”)
3) - Contemplazione (Silenzio Interiore):
Il Meditante si recherà in un luogo isolato, in mezzo alla natura. Egli
svuoterà la mente da ogni pensiero facendo tacere il proprio Sé
armonizzandosi, ascoltando e fondendosi con le Energie Naturali che lo
circondano. Egli dovrà diventare un tutt’uno con tali Forze Naturali,
proiettando se stesso nella natura e nel cosmo.
Tutto ciò, in accordo a quanto descritto nell’articolo di N. R.
OTTAVIANO (si noti che OTTAVIANO si firmava in “UR” come
ECATLOS. Leggendo tale eteronimo al rovescio otteniamo SOLTACE
ovvero il Sole (l’Io) che tace davanti alla contemplazione del Cosmo.
Questo ci dà la misura di quanto sia da ritenersi fondamentale tale
pratica).
4) - Esercizio del Seme:
Si immagini un seme e che da esso, immesso nella terra, si sviluppi un
albero, con le radici affondanti nella terra, le gemme, i fiori, le foglie, i
frutti, e dai frutti di nuovo semi.
Si immagini poi un seme artificiale (ad es. fatto di plastica) considerando
che, se seminato, esso non darà luogo a nulla.
5) - Esercizio del Colore:
Ci si concentri sul colore ROSSO, immergendosi in esso ed assumendo
in sè tutte le caratteristiche del Rosso.
Ciò fatto, si evochi improvvisamente il colore bleu immergendosi in tale
sensazione con altrettanta totalità.
Quindi si ritorni alla evocazione del Rosso e poi ancora del Bleu.
4) Carme del Sole (Oratorio di IZHAR):
All’Alba e al Tramonto (possibilmente) il Praticante, dopo aver effettuato
opportune abluzioni, si posizionerà ad Oriente assumendo la forma di
una Y (in piedi, gambe unite,braccia allargate tendenti verso l’alto).
Reciterà, (possibilmente a voce alta):
”Magnifico Signore,
“Sale a Te purificata dal desiderio dei Tuoi raggi
“la Fiamma del mio cuore.
“Tu che benignamente vivi in tutte le creature
“insegna pure a me, Altissimo Maestro,
“L’Arte del Tuo Amore.
“Oh Unificatore per mezzo della Luce,
“allontana da me le tenebre che dividono,
“come divide la morte.
“Padre di ogni desio ardente,
“da Te nasce nelle cose la gioia di vivere
“e le cose ti amano
“Oh Sole generoso, amico delle aquile,
“incantatore dei serpenti,
“animatore della notte,
“che Tu sii benedetto,
“che Tu sii benedetto da tutti i misteri del Cielo e della Terra!”.
A questo punto si evocherà in sé la Forza e la potenza dell’astro Solare,
soprattutto
focalizzandola all’altezza del cuore.
Quindi si pronunci 7 volte il Sacro Nome di RA’.
5)- In momenti di difficoltà:
Quando la stanchezza, gli ostacoli, lo scoraggiamento sembrano farsi
troppo gravosi,risulta di grande utilità il seguente esercizio: il Meditante
focalizza davanti a sè tutte le cose, situazioni, eventi, etc, che lo
turbano; quindi immagina, all’altezza del suo cuore, un sole raggiante
che riassorbe e fa scomparire tutto.
A questo punto reciterà:
”In Realtà non esistono difficoltà esteriori,
“ma soltanto tensioni della Psiche
“avvolgenti i drammi umani”.
6)- Esercizio della Rosa+Croce:
Il Meditante immagina un albero, osservando lo scorrere della linfa
verde al suo interno e la conseguente assenza in tale creatura vegetale
di passioni o brame.
Quindi immaginerà un essere umano (meglio che sia egli stesso)
cercando di visualizzare lo scorrere del sangue rosso al suo interno.
Proprio il sangue è il veicolo di passioni e brame. Ma esse possono
essere purificate, ed il simbolo di tale purificazione è evocato
dall’immagine di una rosa con il gambo verde e la corolla rossa. Quindi
si evocherà l’immagine di una Croce nera con 7 rose rosse disposte in
cerchio al centro della croce (punto di intersezione tra braccio
orizzontale e braccio verticale).
Quindi si reciti.
”Nel Segno della Croce;
“circondata dalle rose;
“sentendolo
“viviamo il risveglio dello Spirito del Mondo.
“Si staccano dalle profondità dell’anima
“le Forze nascoste del mistero.
“Forze che agivano in principio,
“Forze che devono agire alla fine.
“Forze nelle quali noi pensando siamo,
“nelle quali noi amando viviamo,
“nelle quali la devozione respiriamo”.
UNAS Pont.Max