74620041 La Verita Ordine Osirideo Egizio Kremmerz Arcana Arcanorum Leone Caetani

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Esistono momenti, nella storia dell’Umanità, che possono definirsi contingenti e decisivi, momenti in cui si può pensare che le forze oscure del caos della controiniziazione stiano per prevalere definitivamente spegnendo il Lume Perenne della Tradizione. Ciò è già successo in passato e succederà ancora ma, sempre vigili ed immediati, i Veri Custodi della Arcana Sapienza intervengono per mostrare ai viandanti che la Luce è ancora viva. La rivoluzione informatica è stata, indubbiamente, la terza grande rivoluzione moderna, dopo quella industriale, iniziata in Inghilterra e quella politico-sociale iniziata in Francia. Certamente, come tutte le rivoluzioni, essa ha apportato benefici notevoli agli uomini ma anche danni. Internet offre una impressionante congenie di siti, articoli, riviste,forum ove si discute apertis verbis di qualunque argomento: anche dei più Sacri, Arcani e Segreti, di cui, con l’arroganza tipica di questa epoca, individui privi di qualunque competenza e titolo si arrogano il diritto di dissertare cianciando di “Ordini”,“Arcana”,“Trasmutazioni”, “Opere”dei quali non intuiscono minimamente la reale essenza. Non siamo interessati a rispondere a codesti stolti, le cui ciance sono palesemente indizio della loro ignoranza per qualsiasi individuo di media intelligenza e psichicamente sano: siamo invece costretti ad intervenire attraverso lo strumento informatico, in virtù dell’imperativo che spinge gli Iniziati ad essere calati nel Tempo in cui vivono, allo scopo di correttamente informare coloro che sono VERAMENTE alla ricerca della Luce di cosa sia DAVVERO l’Ordine e che cosa invece non lo sia. Non cercate di trovarci, non vi illudiate che si possa giungere a Noi compilando un modulo, una domanda, magari con annesso versamento di denaro. Coloro che devono arrivare all’Ordine nascono già con tale destino e sarà l’Ordine medesimo a trovarli tramite i suoi Emissari che - incogniti testimoni degli eventi - vigilano costantemente individuando gli Esseri ad Esso predestinati. Ricordate che il Vero, l’autentico Maestro è dentro di voi: Noi non possiamo fare nulla che in realtà voi non abbiate già fatto. La Via Spirituale, il Cammino Dell’Arte Regale e della Apoteosis è lungo, arduo, totalizzante ed ingrato: lo Spirito è un padrone geloso, non illudetevi di poter giungere a qualsiasi risultato se non siete disposti a

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Esistono momenti, nella storia dell’Umanità, che possono definirsi

contingenti e decisivi, momenti in cui si può pensare che le forze oscure

del caos della controiniziazione stiano per prevalere definitivamente

spegnendo il Lume Perenne della Tradizione. Ciò è già successo in

passato e succederà ancora ma, sempre vigili ed immediati, i Veri

Custodi della Arcana Sapienza intervengono per mostrare ai viandanti

che la Luce è ancora viva.

La rivoluzione informatica è stata, indubbiamente, la terza grande

rivoluzione moderna, dopo quella industriale, iniziata in Inghilterra e

quella politico-sociale iniziata in Francia. Certamente, come tutte le

rivoluzioni, essa ha apportato benefici notevoli agli uomini ma anche

danni. Internet offre una impressionante congenie di siti, articoli,

riviste,forum ove si discute apertis verbis di qualunque argomento:

anche dei più Sacri, Arcani e Segreti, di cui, con l’arroganza tipica di

questa epoca, individui privi di qualunque competenza e titolo si

arrogano il diritto di dissertare cianciando di

“Ordini”,“Arcana”,“Trasmutazioni”, “Opere”dei quali non intuiscono

minimamente la reale essenza.

Non siamo interessati a rispondere a codesti stolti, le cui ciance sono

palesemente indizio della loro ignoranza per qualsiasi individuo di media

intelligenza e psichicamente sano: siamo invece costretti ad intervenire

attraverso lo strumento informatico, in virtù dell’imperativo che spinge gli

Iniziati ad essere calati nel Tempo in cui vivono, allo scopo di

correttamente informare coloro che sono VERAMENTE alla ricerca della

Luce di cosa sia DAVVERO l’Ordine e che cosa invece non lo sia.

Non cercate di trovarci, non vi illudiate che si possa giungere a Noi

compilando un modulo, una domanda, magari con annesso versamento

di denaro. Coloro che devono arrivare all’Ordine nascono già con tale

destino e sarà l’Ordine medesimo a trovarli tramite i suoi Emissari che -

incogniti testimoni degli eventi - vigilano costantemente individuando gli

Esseri ad Esso predestinati. Ricordate che il Vero, l’autentico Maestro è

dentro di voi:

Noi non possiamo fare nulla che in realtà voi non abbiate già fatto.

La Via Spirituale, il Cammino Dell’Arte Regale e della Apoteosis è lungo,

arduo, totalizzante ed ingrato: lo Spirito è un padrone geloso, non

illudetevi di poter giungere a qualsiasi risultato se non siete disposti a

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donarvi interamente ad Esso. Solo gli Individui totalmente dediti al

“Sacer” ma contemporaneamente forniti di una mente lucida,

agile,razionale e non inclini a misticismi, elucubrazioni, fantasticherie,

possono compiere il Cammino Aureo che conduce alla meta indicata dal

Divo Pitagora ”e quando lascerai questo corpo di carne e ti involerai

verso l’etere, libero, ti accorgerai di non essere più un uomo ma un Dio,

un immortale anche tu”.

Non venire contaminati dalle lusinghe profane del mondo, non essere

corrotti dal desiderio di potere, ricchezza, fama, successo, non accettare

compromessi con la propria coscienza e con l’Etica Universale (che è

ben altra cosa della morale cattolica e borghese) ma ESSERE del

mondo, accettare le regole della civile convivenza, non turbare il quieto

vivere altrui, ricordarsi che il primo dovere di un saggio è quello di non

turbare la quiete degli ignoranti (inteso non come dispregiativo ma,

secondo l’etimo latino, ”Coloro che ignorano,che non sono a

conoscenza”). Ritirarsi dal mondo, sforzarsi di voler apparire “originali”

o“diversi” è indice di manifesta immaturità Spirituale quando non di

aperta alienazione mentale. Un grande Maestro diceva che quanto più

appariamo individui normali tanto più siamo prossimi ad una autentica

realizzazione interiore. Guardatevi dai “guru”, state lontani da coloro che

cercano di propinarvi ”effetti speciali” e ancor di più rifuggite da quelli

che si autodefiniscono maestri poiché un VERO Maestro non si

giudicherà mai tale. Siate invece esempio e modello nel mondo, di

disponibilità e di onesto agire, così che coloro che vi avvicineranno e

che hanno occhi per vedere e orecchie per ascoltare si chiedano

PERCHE’ voi siete come siete e siano spinti a seguire il vostro esempio.

LA STORIA DELL’ORDINE E LE SUE FINALITÀ

Quale è l’origine di ciò che viene denominato “Antiquus Ordo Aegypti”?

Tale denominazione e la sua moderna conformazione secondo un

modello esteriormente

libero-muratorio si deve all’Illustre Fratello Raimondo De Sangro,

Principe di Sansevero. In realtà Egli adattò alla logica dei nuovi tempi,

con la duttilità propria dei Grandi Iniziati, un Sistema Iniziatico millenario

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giunto fino a Lui incorrotto tramite una ininterrotta catena lineare con

trasmissione DIRETTA bocca/orecchio.

L’inizio di tale catena è storicamente documentato, nell’archivio segreto

dell’Ordine,a partire dal faraone Amenophis IV (Ek-Nthn o Akhenathon)

ma è in realtà molto più antico, situandosi il periodo di fondazione della

nostra fratellanza attorno al 2500 A.C.

Conosciamo, ovviamente, tutti i nomi dei Sommi Pontefici e dei diversi

Membri dell’Ordine: alcuni di Essi - come Platone, Pitagora, Porfirio,

Boezio, Lullo, Bruno, Campanella - sono nomi assai noti; altri - come

Namaziano, Beccadelli, Cardano, Gualdi (che nella realtà si chiamava

Walter ed era tedesco, unico Pontefice negli ultimi mille anni di storia

dell’Ordine, dopo lo spagnolo Lullo, a non essere nato in Italia) - sono

sconosciuti ai più e noti solo dai cultori di studi specialistici.

Finalità dell’Ordine era ed è quella del tramandare (tradere/traditio) gli

Arcani Misteri attraverso i quali l’uomo si distacca via via dal piano

materiale e contingentato per evolvere fino al piano della Divinità. Tali

Misteri, insegnati nei Templi Egizi prima e in quelli Ellenici poi, con il

passare dei secoli finirono per essere osteggiati dalla Autorità costituita

fino a subire autentica persecuzione con l’avvento del Cristianesimo e

con la sua affermazione quale unica Religione ammessa nell’Impero

Romano (editto di Teodosio).

Ne consegui’ un ovvio occultamento dei Centri Iniziatici, occultamento

che non salvò Ipazia, Severino Boezio, e molti secoli dopo Giordano

Bruno dal martirio. L’Ordine decise di uscire allo scoperto nel XVII

secolo appalesandosi come “Fraternitas Rosicruciana” e pubblicando i

due celebri manifesti passati alla storia come “Fama” e “Confessio”. I

Nostri Fratelli Comenius, Andreae, Maier, Fludd, Sandivogius,

Gualdi,Santinelli, ritennero possibile un tentativo di azione sulla società

civile attraverso una sensibilizzazione delle menti più illuminate

dell’epoca, ma dovettero amaramente constatare che il mondo non era

ancora maturo e furono costretti a ritirarsi nell’ombra.

Il successore di Francesco Maria Santinelli (a sua volta successore del

Gualdi), alla guida dell’Ordine fu il pesarese Fulvio Gherli, medico

insigne che fu chiamato a Napoli per insegnare nella locale università.

Accolto dalla residua comunità egizia partenopea, Egli scelse quale

discepolo e successore Raimondo De Sangro di Sansevero, Gran

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Maestro della Libera Muratoria del regno di Napoli.

Don Raimondo rivestì l’Ordine di un abitus esteriormente Massonico

creando la Loggia “La Perfetta Unione” ed il Rito di Mizraim (traduzione

ebraica della parola ”Egitto”) allo scopo di selezionare i migliori elementi,

le menti più feconde, per iniziarli ai Sacri Misteri Arcani. Raccolse

attorno a sé personalità eminenti come Teodoro, barone di Tschudy, il

cugino Luigi d’Acquino dei principi di Caramanico ed il conte Alessandro

di Cagliostro (che non era l’avventuriero Giuseppe Balsamo, come ben

spiegato da Marc Haven nella sua opera “Il Maestro Sconosciuto”)

amico e discepolo del D’Acquino. In questo ambiente di elevatissimo

livello Iniziatico fu elaborata quella “Summa Teurgica”, apice e

completamento del cammino di perfezionamento umano nota con il

nome di “Arcana-Arcanorum” e corrispondente ai Gradi 87, 88, 89, 90

del Rito di Mizraim (o Misraim). Torneremo ampiamente su questo, ma

per il momento val bene premettere che tale Sommo Deposito iniziatico

(i cui rituali sono stati pubblicati anche in internet da Labourè e dati alle

stampe da Castelli) posseduto anche da alcuni Corpi Rituali Massonici

della linea Memphis-Misraim (frutto della fusione tra i due Riti verificatasi

alla fine del XIX secolo)non possiede alcun REALE valore Trasmutatorio

se privo delle opportune istruzioni OPERATIVE,le quali vengono

trasmesse UNICAMENTE da bocca ad orecchio ai Membri dell’Ordine

Nostro.

Infatti, nelle summenzionate pubblicazioni - come pure nei Rituali

consegnati a quei Massoni che sono stati insigniti di tali Gradi - si

trovano unicamente: il rituale di ricevimento al Grado, i Syllabi e le

cosiddette Istruzioni Orali, che altro non sono se non discorsi filosofici o

ripetizioni quasi pedisseque di testi come il Kibalion. Sapere che la

parola sacra del 90 Grado è “Sophia”, e quella di passo “Iside-Osiride”,

o che la batteria del 87 Grado è un colpo unico, e che in tal grado alla

parola “Natura” si risponde “Verità”, o che la invocazione del 90 è “Pace

agli uomini” con relativa risposta “Fiat”, o che la parola sacra dell’89

grado è “Uriel” (tanto qualcun altro si è, da tempo, preso la briga di

rivelarlo) non aiuta minimamente l’Iniziato a compiere quel cammino

Trasmutatorio impossibile senza le citate “Istruzioni Operative”.

In poche parole, solo con le “Istruzioni Operative” il Grado 87

corrisponde FATTIVAMENTE all’Opera al Nero (Nigredo) ed alla

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realizzazione delle forze della Terra; ed il Grado 88 diventa il

concretizzarsi dell’opera al Bianco (Albedo), con la conquista delle forze

dell’Acqua; il Grado 89 è l’Opera al Rosso (Rubedo), ove l’Iniziato

apprende a padroneggiare le Forze del Fuoco, essendo infine il 90

Grado il Compimento della Grande Opera(Auredo) ove vengono

consegnate, alla Nuova Guida Degli Uomini, le Forze Divine dell’Aria.

Qualunque persona dotata di un minimo di buon senso (ed è a costoro

che ci rivolgiamo) non può non avere già, a questo punto capito due

cose:

- A) Che tale percorso Trasmutatorio può essere compiuto Unicamente

tramite Operazioni di Altissima Teurgia le quali, per forza di cose,

devono necessariamente essere segretissime.

- B) Che tali Istruzioni possono ovviamente essere date UNICAMENTE

ad Individui Evoluti, Equilibrati, Esperti e FIDATISSIMI, e ciò spiega

come L’Ordine sia riuscito a sopravvivere nel corso dei millenni.

Riguardo al punto B) occorre precisare: nessun Individuo che non abbia

compiuto una completa rettificazione del Pensiero potrà mai esser preso

in considerazione; parimenti, Individui privi di qualsiasi brama di potere

ed al contempo liberi da fanatismo, misticismo, dogmatismo sono da

prendersi in considerazione,ovviamente con le premesse ed i distinguo

fin qui operati.

Proseguendo con la trattazione storica delle vicende dell’Ordine, non

possiamo tacere il ruolo centrale che Napoli (Neà-Polis) ha avuto a

partire dall’insediamento in quella città(soprattutto nella zona dei campi

Flegrei e nelle adiacenze della attuale zona intorno a Piazzetta Nilo) di

comunità egizie, perlopiù di origine Alessandrina.

Qui Antonio Beccadelli (detto il Panormita in quanto nato a Palermo, ma

di antica famiglia di origine bolognese) chiamato alla corte degli

Aragonesi, costituì nel XV secolo il primo nucleo di quella “Accademia

Napolitana” che sarebbe poi stata perfezionata da Giovanni Battista

Dalla Porta. Tale Accademia era una sorta di “cerchio esterno” atto a

selezionare Individui qualificati per l’ingresso nell’Ordine. In questo

contesto, dunque, si formò il giovane principe Raimondo de Sangro (la

cui madre era una Caetani d’Aragona): del suo successivo incontro con

Fulvio Gherli abbiamo detto. Va ulteriormente precisato che Egli fu

discepolo anche del Conte di Saint- Germain, un Essere che potremmo

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definire come una autentica “Guida Perenne” dell’Ordine, la cui Perenne

Individualità è sovrapponibile a Colui che viene conosciuto con il nome

di Christian Rosenkreuz.

Non ci è permesso dire di più su tale argomento.

Fu parimenti a Napoli, nel palazzo De Sangro (che si affaccia tuttora

sulla Piazzetta Nilo) che Cagliostro venne iniziato agli Arcana-

Arcanorum.

Va precisato, allo scopo di rettificare le fole che girano sull’argomento,

che il cosiddetto “Rito Egizio” fondato da Cagliostro e la cui Loggia

Madre era “La Saggezza Trionfante“all’Oriente di Lione, nelle intenzioni

del Suo fondatore doveva rappresentare un equivalente della “Perfetta

Unione” fondata da Don Raimondo: un cerchio ESTERNO che aveva lo

scopo di preparare e formare i futuri Adepti dell’Ordine. Difatti il Regime

istituito da Don Raimondo, con la collaborazione del figlio Vincenzo, di

Tschoudy, del Principe d’Acquino di Caramanico e, appunto, di

Cagliostro (oltre che di altri Illustri Fratelli quale il Principe di Tricase, il

duca di Capodichino, il Principe Michelangelo Caetani, tutti legati da un

rapporto di parentela con Don Raimondo), era suddiviso in tre distinte

sezioni:

1) GradiAzzurri (Apprendista, Compagno, Maestro), secondo i rituali

“Scozzesi” poi sostituiti da quelli del “Mizraim”, che dai Gradi Scozzesi

non differiscono troppo.

2) Alti Gradi, che avevano lo scopo di preparare i Maestri Muratori al

successivo

apprendistato Ermetico. Di tali Gradi venivano praticati:

- A) il Grado di Sublime Minervale, Maestro Eletto dei 9 (corrispondente

al 9° Grado dell’attuale “Rito Scozzese” e dell’attuale “Rito di Memphis-

Misraim”).

- B) Il Grado di Cavaliere e Principe Rosa+Croce (corrispondente al 18°

Grado dei summenzionati Regimi Massonici).

- C) il Grado di Grande Eletto Cavaliere Kadosh (corrispondente al 30°

Grado del R.S.A.A. e del M.-M.). In tempi successivi a Don Raimondo

(Domenico Bocchini e Orazio de Attelis) venne aggiunto anche il 33°

Grado del R.S.A.A. (Sovrano Grande Ispettore Generale).

3) Arcana-Arcanorum, il cui deposito veniva trasmesso unicamente ai

più maturi (iniziaticamente) discepoli: il conferimento dell’87° Grado

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comportava automaticamente l’ingresso nell’ANTIQUUS ORDO

AEGYPTI. Dunque la fola, spesso ripetuta e riscritta pedissequamente,

di una supposta origine “Veneziana” del Misraim è destituita da ogni

fondamento,in quanto Cagliostro concesse ad alcuni cittadini della

Repubblica Veneta (Tron,Zulian, Carburi) ed al modenese conte

Tassoni (Filalete Abrham) UNICAMENTE una patente che li autorizzava

a costituire, in quelli Stati, Logge di Rito Egizio o all’Obbedienza del

“Ordo Mizraim seu Aegypti” fondato da Don Raimondo, la cui sede era

(e SEMPRE rimarrà,per lo meno occultamente) a Napoli.

Diverso (almeno in parte) il discorso relativo al Misraim Francese poiché

il Fratello Gad Bedarride, ufficiale francese che combattè accanto agli

insorti napoletani che avevano proclamato la Repubblica nel 1799,

venne effettivamente iniziato agli Arcana-Arcanorum dal Sommo

Pontefice dell’Ordine Mario Pagano, coadiuvato da Pasquale Cirillo e

Antonio Palomba, come risulta dai nostri Archivi. Bedarride aveva 3 figli:

ad uno di questi, emigrato in Belgio, egli trasmise gli Arcana-Arcanorum,

mentre gli altri due ebbero unicamente dal padre una lettera/patente del

Misraim con il quale crearono un fantasioso sistema di tipo giudeo-

cabalistico con ben 90 gradi praticati, la maggior parte dei quali inventati

di sana pianta e recanti nomi altisonanti (e totalmente effimeri) tipo

“Sublime Kawi”, “Cavaliere dell’Arcobaleno”, “ Sublime Principe di

Scandinavia”, “ Saggio Cavaliere di Mithra”, eccetera.

Tuttavia in Francia, alla fine della sua giovane ma assai movimentata

esistenza, ritornò il barone Tshoudy, discepolo del principe Raimondo,

che ebbe cura di trasmettere gli Arcana-Arcanorum in mani qualificate

(ad esempio, all’Abate Dom Pernety, fondatore degli “Illuminati di

Avignone”).

Un notevole elemento di confusione fu inoltre la unificazione, avvenuta

nel 1882, del Rito di Memphis (fondato da Honis e Marconis de Negre)

con il Misraim originato dai due fratelli Bedarride, unificazione

ovviamente ignorata dal nostro Venerato Ordine, sedente a Napoli e

che, in quel momento, aveva quale sua Guida e Sommo Pontefice

Giustiniano Lebano. Egli era succeduto al padre Don Filippo, a sua volta

successore di Orazio de Attelis (Sette Ali), succeduto a sua volta a

Domenico Bocchini (Sebezyus). Don Giustiniano aveva sposato

Virginia, nipote di Don Domenico, rinsaldando i legami di sangue tra

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quelle illustri e aristocratiche Famiglie (in massima parte imparentate

con i tre casati principeschi De Sangro - D’Aquino - Caetani) da cui

provenivano in genere i Membri dell’Ordine. Inoltre la naturale

vocazione Italica e Risorgimentale dei Nostri venerati predecessori portò

a gravi persecuzioni e ad un forzato esilio da Napoli e dal Regno delle

Due Sicilie i Fratelli dell’Ordine. Lo stesso Don Giustiniano dovette

riparare in Francia ed in Piemonte, potendo alfine rientrare a Napoli

dopo la proclamazione del Regno d’Italia (1861).

Il “Synedrius”, ovvero il vertice dell’Ordine, all’epoca dell’unità d’Italia era

composto dai seguenti Fratelli: Filippo Lebano (Tatau-Rè) e suo figlio

Giustiniano (Sairitis Hus),Pasquale de Servis (Izhar Ben Escur), Antonio

de Santis (Iatricus), Gaetano Petriccione(Morenius), Domenico Angherà

(Teseus), Michelangelo Caetani (Rumon), Salvatore di Nociglia (Ehy),

Vincenzo Bortone (Heptameron), Achille Bortone (Apis), Paolo Antonio

di Caramanico (Taumà). Tutti costoro avevano compiuto

INTERAMENTE il Cammino Ermetico, forgiati o nelle difficoltà dell’esilio

o nei patimenti delle galere borboniche, tranne il Principe Caetani che

era suddito dello Stato pontificio. Diretta emanazione dell’Ordine era il

Rito di Misraim, Regime (o Scala) di Napoli, che era un Ordine

Massonico dotato di Logge, Capitoli, Senati e Areopaghi in cui venivano

praticati i vari Gradi. Alla morte terrena di don Filippo, il Sinedrio scelse

in Giustiniano Lebano il Nuovo Pontefice dell’Ordine.

Don Giustiniano aveva avuto modo di conoscere in Francia, dove Egli,

avendo stabilito solide amicizie durante il proprio esilio, si recava

sovente, il noto occultista Gerard Encausse (Papus) del quale

apprezzava la carica umana, la generosità e il tentativo di rettificare le

Obbedienze Martiniste e le Logge del Memphis-Misraim ormai sparsesi

a macchia d’olio in Europa ed in America Latina. Furono così stabiliti

protocolli di amicizia tra il Nostro Ordine e le Obbedienze (Martinismo,

Chiesa Gnostica, Ordine di Memphis-Misraim) di cui Papus era a capo.

Di conseguenza vennero affidati al Memphis-Misraim i Gradi della

“Scala di Napoli” Arcana-Arcanorum 87°, 88°, 89°, 90° ma, ovviamente,

non le relative “Istruzioni Operative”, potendo esse essere trasmesse ai

SOLI Membri dell’Ordine Egizio. Inoltre Don Giustiniano e Don Pasquale

de Servis trasmisero al Papus, a Marc Haven (ed al conte Stanilas de

Guaita, di antica famiglia bergamasca trapiantata in Francia)quegli

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insegnamenti che sono alla base dei Rituali Operativi utilizzati nel Grado

II° (Iniziato Incognito) e III° (Superiore Incognito) del Martinismo: ci

riferiamo ai Riti PLENILUNARI ed a quelli EQUINOZIALI/SOLSTIZIALI,

autentiche Operazioni Teurgiche. Allo scopo di chiarire ulteriormente le

cose precisiamo che TUTTI i summenzionati Fratelli facevano parte, a

vario titolo, della Massoneria, Istituzione che allora era ancora seria e

votata ad una ricerca autenticamente spirituale, di contro alla parodia in

cui oggi si è trasformata questa Istituzione. Ad esempio Don

Giustiniano, durante l’esilio torinese, si era affiliato alla Loggia “Ausonia”

del Grande Oriente d’Italia. Il rapporto dei Membri dell’Ordine con la

Libera Muratoria era il medesimo di quello tenuto a suo tempo dal

Principe De Sangro: frequentare le Logge onde selezionare i Fratelli più

maturi per il loro successivo perfezionamento iniziatico. A tal proposito si

racconta un divertente aneddoto che riguarda Giustiniano Lebano. Egli,

durante una tornata della Loggia “Ausonia” dovette sorbirsi una verbosa

conferenza di un confratello improvvisatosi “egittologo esperto”.

Giustiniano assistette impassibile con espressione serafica alle colossali

corbellerie del conferenziere congratulandosi puntualmente con lui al

termine del discorso. Ovviamente il Confratello non sospettò mai

minimamente di avere di fronte un Iniziato ai Misteri Egizi, in grado di

esprimersi correntemente nella lingua Jeratica ed al corrente dei Segreti

più Arcani dell’Antico Egitto. Potremmo definire tale comportamento di

Don Giustiniano come espressione di quella “intelligenza sociale” che

abbiamo già esposto nelle premesse: non a caso i Fratelli che abbiamo

dianzi nominato ricoprirono frequentemente importanti cariche politiche

ed istituzionali.

Lo stesso Lebano fu Assessore del Comune di Napoli nel periodo in cui

il Confratello Petriccione ricoprì la carica di Sindaco.

Tra i nuovi Membri dell’Ordine, nati dopo l’Unità d’Italia, due si distinsero

per talento ed ingegno: Leone Caetani (Ottaviano-Ekatlos), nipote di

Michelangelo, principe di Teano e duca di Sermoneta e Pasquale del

Pezzo (Sashef), duca di Cajaniello e marchese di Campodisola. Studiosi

insigni (Don Leone fu il massimo storico contemporaneo dell’Islam e

rivoluzionò totalmente l’interpretazione storiografica sulle origini della

religione di Maometto, mentre Don Pasquale fu un matematico di

statura mondiale e Rettore dell’Ateneo Napoletano) ed impegnati

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attivamente in politica (Deputato del Regno il primo, Senatore e Sindaco

di Napoli il secondo) i due giovani Confratelli furono seguiti con grande

sollecitudine da Giustiniano e dagli altri Anziani del “Synedrius” il cui più

autorevole esponente, assieme al Lebano era Pasquale de Servis.

Entrambi cercarono di risvegliare la addormentata coscienza di un’Italia

avvelenata da quasi due millenni di cristianesimo,cercando di far

penetrare nella società civile dell’epoca i princìpi fondanti della Sapienza

Egizia-Italica. Soprattutto Don Leone, schieratosi politicamente con

Leonida Bissolati ed innalzato alla morte di Lebano, nel 1910, alla carica

di Sommo Pontefice dell’Ordine avrebbe riportato cocenti delusioni da

questo tentativo, come vedremo fra poco.

Giungendo a parlare degli eventi verificatisi tra la fine del XIX secolo e

l’inizio del XX non possiamo non fare riferimento ad una personalità che,

suo malgrado, influenzerà notevolmente la successiva storia dell’Ordine:

Ciro Formisano, in arte Giuliano Kr-Emmerz.

Racconteremo dunque, finalmente, la VERITA’ su queste infelici

vicende facendo chiarezza sulle innumerevoli (e spesso malevoli)

leggende, cronache improvvisate e fole che da un secolo circolano

sull’argomento.

Iniziamo con il premettere che il Formisano (figlioccio di Don Pasquale

de Servis il quale abitava in un appartamento della madre di Ciro e che

nutriva per il giovane affetto e sollecitudine paterna, non avendo Izhar

contratto matrimonio e di conseguenza non avendo avuto prole) NON

FU MAI MEMBRO DELL’ORDINE avendone Don Giustiniano prima e

Don Leone poi verificatone l’inadeguatezza. Oltre che i primi Gradi del

Misraim le UNICHE Iniziazioni (o per usare il suo proprio bislacco

linguaggio “Iniziature”) REGOLARI da Lui avute furono i gradi Martinisti

ricevuti da Papus che lo accolse sulla base di una lettera di

raccomandazione ricevuta da Izhar. Gli storici improvvisati che

favoleggiano di un Kremmerz discepolo di Don Pasquale provino a

chiedersi perchè, potendogli egli stesso conferirgli i Gradi Martinisti,

Izhar mandò il giovane Formisano in Francia. La risposta è semplice:

tenuto conto del carattere aperto, informale (e a volte incline alla

faciloneria) di Ciro,Egli riteneva che a Parigi, nell’ambiente papussiano

(dobbiamo puntualizzare che quanto a rigorosità Iniziatica Gerard

Encausse lasciava un po’ a desiderare) il suo giovane pupillo potesse

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trovare una atmosfera adatta al suo carattere ed al suo modo di

concepire l’Occultismo. Con la benevolenza che riserveremmo ad un

figlio (visto che siamo da tempo giunti dove il Formisano non giungerà

mai) diremo che Egli era un solenne pasticcione,aduso a mescolare

mesmerismo, magia caldea, spiritismo alla Kardek, cattolicesimo,

pitagorismo,cabala e martinismo in un unico caotico calderone. Gli

ignoranti seguaci di cotanto maestro, se avessero nella loro vita studiato

un poco, si accorgerebbero che TUTTE le fantasmagoriche

“Operazioni”, “Orazioni”, “Signature”, “Carmi”, “Riti” e similaria partoriti

dal buon Ciro altro non sono che maldestre copiature di Agrippa, del

Picatrix (testo di magia araba attribuito allo Pseudo-al Magribi) infarciti

con Rituali Martinisti ove ad esempio (Rituale di Catena giornaliero,

Rituale di purificazione novilunare) i SALMI PENITENZIALI

RACCOMANDATI SONO ADDIRITTURA POSTI NELL’ORDINE

SBAGLIATO! Non parliamo poi di pseudo-operazioni rituali (ad es il

cosiddetto Rito di Kons) ove si orientano pentacoli al Nord (orrore!) e si

salmodiano scongiuri a sconosciuti demoni alcuni dei quali assonanti

con le moderne coordinate bancarie (IBAM). Come vedremo ben

peggiori sono le cosiddette “Operazioni Osiridee”e ammoniamo

severamente ogni persona di buon senso,se ci tiene a mantenere la

salute fisica e psichica, di stare ben lontano da simili pazzie, oltretutto

condite con indebiti e dannosissimi digiuni ed annessi obblighi di castità

che il più delle volte fanno uscire fuori di mente gli sventurati operatori,

novelli “topolini apprendisti stregoni” e rendendoli infine docili strumenti

nelle mani di poco scrupolosi “maestri”!

Cionondimeno, dobbiamo perlomeno riconoscere al Kremmerz una

bontà d’animo di fondo ed una ingenua velleità di operare pro salute

populi che i suoi seguaci, emuli e sodali non possedettero mai. Il fervore

altruistico del Formisano (unito ad una generosità tipicamente

partenopea) lo portarono alla creazione delle “Scuola Integrale

Ermetica” e delle ”Accademie Myriamiche” volte allo scopo di operare

una “taumaturgia ermetica” per la cura dei malati e degli indigenti ed a

rendere gli Insegnamenti ermetici accessibili.

Kremmerz presentò tale progetto al Sinedrio dell’Ordine, incontrando

una notevole opposizione soprattutto da parte di Leone Caetani e

Pasquale del Pezzo.

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Don Giustiniano (legato ad Izhar da un profondissimo rapporto di

Fratellanza Spirituale che lo portò a cercare di essere il più possibile

indulgente con lo scapestrato Ciro)decise così di costituire l’Ordine

Ammonio-Osirideo il quale altro non era se non una commissione

coordinata da Don Leone e da Luciano Galleani (Lucifero Jesboama),

membro dell’Ordine ed amico personale del Kremmerz, con il compito di

vigilare sulle attività delle summenzionate Accademie. I durissimi strali

lanciati da Don Leone sulle riviste kremmerziane (in primis

“Commentarium”) e firmate con il suo proprio eteronimo

(N.R.Ottaviano)avevano il chiaro scopo di ”rettificare” le immancabili

deviazioni che tali Accademie operarono.

Sorprende che gli improvvisati storici di esoterismo ed i biografi del

Kremmerz non si siano mai soffermati sull’apparente incongruità,

operata dal Formisano, di pubblicare su proprie Riviste critiche spesso

feroci al suo proprio stesso operato come appaiono, in effetti, gli articoli

di Ottaviano a chiunque vada a rileggerli. Il motivo è semplice:

Kremmerz non poteva fare altrimenti, essendo vincolato ad un

giuramento di obbedienza nei confronti del Sinedrio e di Colui che a

partire dal 1910 ne divenne il Pontefice Massimo!

A titolo di esempio, riportiamo il seguente scritto apparso nel

“Commentarium” del 1910 a firma N.R.Ottaviano: “…..Ora dovrei dire io

quello che so sulla gnosi e sulla iniziazione [In quanto la dottrina

gnostica da precise indicazioni sulla REALE natura delle Entità

disincarnate ben differenti dalle artificiose suddivisioni, operate dal

Kremmerz, tra geni=entità create dall’uomo ed eoni=entità non prodotte

dall’uomo e sulle modalità per entrare in contatto con tali Enti: parimenti

l’iniziazione mediterranea ai Misteri è ben altra cosa che non distribuire

cordoni e fascicoli di scongiuri] intesa latinamente e questo poco poco di

chiarimento mi dispiace di non non poterlo distribuire ai poveri che non

lo sanno, perché non sono che pagàno e ammiratore del paganesimo e

divido il mondo in volgo e sapienti, i sapienti di questo poco se ne

servono per difendersi dal volgo, che i miei antenati simboleggiavano

nel cane e lo pingevano alla catena sul vestibolo della Domus familiae

con la nota scritta: cave canem: cane perché latra, addenta e

lacera. [Cave canem=Cajetana. A proposito di chi ancora si ostina a

negare che Ottaviano fosse Don Leone!]. Unico forse tra voi che non

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sono iscritto alla Fratellanza [visto che Don Leone era romano diciamo a

questo punto ”e te credo!”] posso permettermi libertà di linguaggio e di

giudizio, e conservare le mie idee od esporle; e dico cioè che la

goffagine dei contemporanei che alchimizzano la occulta filosofia

cristianeggiando e democraticizzando la scienza vorrebbe mettere a

comune - è il comunismo cristiano primitivo - tutto ciò che sanno gli altri

sotto la stupida egida che la sapienza è patrimonio di tutti – invece io

ritengo che questa sapienza di cui mi interesso io è il patrimonio di pochi

per il governo degli inferiori [esplicazione magistrale del carattere

Pagano, Pitagorico ed Aristocratico dell’Ordine e delle Sue

finalità], perciò il mago re e non il mago che diventa il servitore gratuito

dei curiosi e degli oziosi. Su tale argomento sono perfettamente in

disaccordo col dott.Kremmerz, al quale mi uniscono affetto e comunità

di studii, ed il Kremmerz ne ha constatato l’errore con le pene sofferte e

i fastidi procuratisi dal 1897 [riferimento alle note tristi vicende familiari

del “mago di Portici” quali la pazzia della figlia, la morte della moglie, la

separazione dal marito dell’altra figlia, le mascalzonate del nipote che

culminarono con il celebre ”processo del mago” per la truffa perpetrata

ai danni dello sprovveduto barone Ricciardo Ricciardelli, alias Marco

Daffi] che cominciò a scrivere di queste cose viete e di trattare gli

inferi[Ottaviano si riferisce, con voluto doppio senso, sia agli inferiori, il

volgo, sia agli abitanti dell’infero tartaro evocati dalle celebri ”litanie di

invocazioni ai geni” distribuite ai membri della “Fratellanza

Myriamica”] come tanti fratelli, uso S. Francesco di Assisi.”

Volutamente abbiamo conservato l’ortografia, il corsivo, la punteggiatura

originali dell’articolo di Don Leone. Qualunque studioso in erba di

Ermetismo e qualsiasi anche superficiale conoscitore delle vicende

relative a Kremmerz sarà in grado di comprendere i CHIARISSIMI

insegnamenti contenuti nelle parole del Nostro Passato Maestro e gli

altrettanto chiari ammonimenti. Aggiungiamo che l’altrettanto celebre

lettera alla rivista “Ultra” diretta da Decio Calvari a firma N.R.

OTTAVIANO sul “diritto di non dare” chiarisce perfettamente la natura e

gli scopi dell’Ordine Egizio. Ovviamente, l’apertura verso il mondo

profano di qualcosa che pur non essendo l’Ordine poteva in qualche

modo far risalire ad Esso(“scrivere di queste cose viete”), fu purtoppo un

tragico errore.

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Elementi infidi, portati dal Kremmerz nelle Accademie (in primis il suo

stolto genero, avv. Borracci) unitamente ad interventi “caritatevoli” di

santa romana chiesa provocarono il contrabbando di false operazioni

ermetiche, spacciate come deposito dell’Ordine, che furono in tempi

successivi codificate con il titolo di “Corpus Hermeticum Totius Magiae”

o più semplicemente “Corpus”. In tale aberrante accozzaglia di follie

(con successive aggiunte da parte di altri tardivi discepoli del Kremmerz,

spesso provenienti da misteriose “cassette”miracolosamente trovate,

magari da badanti di discendenti di familiari e discepoli del Kremmerz e

finale messa in vendita al prezzo di svariati milioni, incredibile dove può

giungere la dabbenagine umana!) si favoleggia di “separandi”, “magie

avatariche”, “coobazioni con unione di sperma e sangue mestruale” fino

alle “Spagyrie a due vasi” ove l’Opera al Nero,al Bianco e al Rosso

vengono indicate come rispettivamente, unione eterosessuale “per vas

nefandum” (Nigredo), senza emissione di sperma (Albedo) e durante il

flusso mestruale(Auredo) e che Gli Dei ci perdonino per aver Noi

ripetuto simili sconce e perverse nefandezze,ma lo facciamo

unicamente allo scopo di mettere in guardia i puri di cuore. Steiner

amava dire che una sana logica consente all’uomo di poter progredire

nel cammino spirituale anche in assenza di doti di veggenza: orbene in

nome di una SANA LOGICA (ovvero una logica esercitata da menti

SANE) ci si domandi come sia possibile che il Cammino Ermetico possa

coincidere con devianze o aberrazioni sessuali! Il fine di tutto ciò era

chiarissimo:mostrare come La Via Egizia Ermetica altro non fosse che

una aberrazione turpe partorita da menti malate. Il celebre motto “cui

prodest?” consente ad ogni attento lettore di comprendere come ci

fossero soprattutto i “Figli di Pietro” dietro tale infernale macchinazione

ma senza i Borracci, i Puglisi, i Borgna, i Lombardi, e via dicendo le

“nere cornacchie vaticane” non sarebbero mai potute riuscire

nell’intento.

Ad onore del povero Ciro va detto che Egli non solo fu totalmente

estraneo a tale mascalzonata ma, quando si avvide dell’inganno e delle

macchinazioni dei suoi “fidi discepoli”, il Formisano [anche, chiariamolo,

impaurito dalla veemente reazione di Don Leone che non aveva S.

Francesco come modello ma che aveva viceversa un carattere severo

ed intransigente sul modello degli Antichi Romani da cui discendeva

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(Gens Cajetana appunto cave-canem), per fortuna dell’Ordine, diciamo

Noi] si affrettò a chiudere le “accademie miriamiche” e ordini o pseudo-

ordini affini (tra cui ciò che ancora sopravviveva della cosiddetta “Scuola

Ermetica Integrale”, sconfessando i suoi discepoli e chiudendosi in un

forzato esilio in quel di Bussoleil.

Purtroppo, la frittata era ormai fatta: inoltre, le successive leggi fasciste

contro le società segrete e relative persecuzioni indussero Don Leone

(che del resto era antifascista e sulla lista nera del Regime oltre,

ovviamente, che del Vaticano) a mettere in sonno l’Ordine ed ad

emigrare in Canada, anche per ragioni personali che sono pubbliche,

essendo state chiarite da Lui medesimo nella lettera all’amico Giorgio

Levi della Vida, pubblicata su vari libri e nel medesimo sito internet

dell’accademia dei Lincei.

Don Leone lasciò il deposito Iniziatico nelle mani di tre Membri

fidatissimi del Sinedrio: Pasquale del Pezzo, il figlio di questi Gaetano e

Vincenzo Gigante, giovane discepolo di Lebano morto nel 1968 ad oltre

90 anni. Direttamente o indirettamente, negli ultimi anni di vita

“Ottaviano” trasmise gli Arcani ad altri Adepti meritevoli tra questi

citiamo Philippe Encausse, figlio di Papus e l’inglese Lionel Firth, legato

da parentela sia con la celebre occultista Dion Fortun (Violet Mary Firth)

sia con lo stesso Don Leone la cui madre,Donna Ada, era inglese.

Nel 1966 Vincenzo Gigante (Ar-Por-Krat) rimise il Pontificato nelle mani

di Hermanubis (vivente) che lo trasmise a Noi. Questi i fatti, espressi nel

modo più succinto. Il resto sono chiacchiere o fantasie destituite da ogni

fondamento. Non intendiamo perdere tempo a parlare dei moderni

“continuatori ermetici” dell’opera del Kremmerz asserenti la potestà da

loro posseduta di “conferire l’iniziazione con lo sguardo” (sic!) o divenuti

seguaci di santoni indiani o addirittura denunciati da discepole per

molestie sessuali e violenza carnale, con buona pace della celebre

castità predicata (a chiacchiere) dagli emuli del “mago di Portici”!

Diciamo solo che malattie mentali e neoplasie, in specie dell’apparato

uro-genitale, hanno frequentemente falcidiato questi folli. Ricordate che

un albero si giudica dai propri frutti ed i frutti del Kremmerz sono sotto gli

occhi di tutti.

Naturalmente ogni regola ha le sue eccezioni e Noi abbiamo potuto

conoscere (ed accogliere nell’Ordine) anche nobilissimi individui che

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provenivano da tali contesti ma che si sono tenuti alla larga da

equivoche “operazioni” pseudo-ermetiche.

Quanto ai vari “Memphis”, “ Misraim”, “Memphis e Misraim”, e similia,

puntualizziamo e ribadiamo quanto segue:

A) alcuni Ordini (pochissimi) Massonici, Martinisti e Gnostici sono

emanazione esteriore dell’Antiquus Ordo Aegypti: in Essi vengono

gettate le basi per una successiva cooptazione dei migliori elementi

nell’Ordine.

B) NESSUN Corpo Rituale di Memphis, Memphis-Misraim, Misraim,

possiede i VERI Arcana–Arcanorum, ovvero le “Istruzioni Operative di

Magia Eonica, relative ai Gradi 87°, 88°, 89°, 90°. I più fortunati

dispongono dei Syllabi e delle “Istruzioni Orali” che altro non sono se

non: descrizione dei Templi ove avviene il ricevimento del

candidato,spiegazione delle batterie, parole sacre, parole di passo,

filosofia del grado ovvero discorsi puramente astratti (sulla origine del

mondo, sulle leggi dell’Universo, addirittura sulle migliori modalità di

sepoltura) certamente Autentici nella misura in cui provengono dagli

originali Rituali dell’Ordine (posti, come abbiamo già detto, in forma

Massonica da Don Raimondo) ma PRIVI delle indispensabili istruzioni

operative. E meno male in quanto, ben conoscendo il livello spirituale

della quasi totalità dei Massoni attuali, possiamo facilmente concludere

che i poverini, se tentassero di compiere le Operazioni Ermetiche

decritte negli Arcana–Arcanorum, ci lascerebbero probabilmente le

penne o finirebbero in qualche ospedale psichiatrico: dunque non

turbiamone la quiete che tanto, almeno loro, danni non ne fanno

essendo, ad onor del vero, la maggior parte di essi bravissime e

degnissime persone. Singoli Membri dell’Ordine i quali, a titolo

personale, possano far parte dei summenzionati Organismi Massonici e

che posseggono le Istruzioni Operative relative agli Arcana–Arcanorum,

ovviamente ben si guardano dal parlarne con gli altri loro “Confratelli

Massoni” a meno che costoro non possiedano le indispensabili

qualificazioni per un loro ingresso nell’Ordine Nostro.

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ALCUNE ISTRUZIONI “PRO SALUTE POPULI”

Dobbiamo, innanzitutto premettere che i tempi, rispetto a quelli in cui

operarono i Nostri Predecessori, sono notevolmente mutati. Oggi è

indispensabile operare una intelligente apertura onde poter cercare di

fronteggiare la gravissima crisi morale e spirituale della umanità.

Iniziamo tale opera con una spiegazione del Simbolo (Sigillo)

dell’Ordine, naturalmente con una spiegazione che definiremo “di primo

livello”.

I tre cerchi esterni (marrone, verde, azzurro) indicano i tre regni della

natura: minerale= marrone, vegetale = verde, animale = azzurro, poiché

in mare ed in cielo si formarono i primi esseri viventi. Tali colori, inoltre,

sono gli unici che vengano visualizzati quando la terra vien vista dallo

spazio, cosa che gli Antichi Egizi (a tal periodo risale il nostro Simbolo)

in teoria NON avrebbero potuto sapere!

I due quadrati intersecantesi simboleggiano i due piani della Realtà: il

visibile e l’invisibile.

L’Y (che Pitagora utilizzò anche per la propria Accademia, traendolo dal

Sigillo) è da una parte l’Uomo Cosmico con braccia alzate che prega -

da pari e non da servo - la Divinità, dall’altra la riunificazione delle 3 Vie

(di Seth, Enoch, Elia) ovvero le Tre Opere Alchemiche (Nigredo, Albedo,

Rubedo) compiute e sintetizzate nel punto giallo (Auredo) posto al

centro dell’Y ed indicante la Coscienza del Nucleo Profondo (IO)

dell’Uomo. Tale simbolo, che rendiamo ora visibile (del resto è già stato

reso noto da alcune pubblicazioni relative ai “Massonici Arcana-

Arcanorum” di cui sopra, è accompagnato da un simbolo Arcano e

Segreto noto ai soli Membri dell’Ordine Nostro.

Venendo a ciò che più interessa i seri cercatori dello Spirito, disorientati

da miriadi di pseudo-maestri, iniziati, maghi, guru e affini, possiamo dire

loro: rivolgete la vostra attenzione INNANZITUTTO all’opera di Rudolf

Steiner e del Suo Continuatore Massimo Scaligero, i quali espongono

un metodo estremamente adatto per l’uomo moderno per risvegliarne la

coscienza.

Per quanto attiene ai rapporti tra l’Ordine e questi due Grandi Maestri

possiamo solo far presente che: Steiner era Gran Maestro aggiunto

dell’Ordine di Memphis-Misraim Tedesco (96à Grado), Scaligero fu

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discepolo di Giovanni Colazza (Leo del Gruppo di Ur)amico fraterno di

Don Leone. Ci si chieda PERCHE’ Colazza, esponente di primo

pianodella Società Antroposofica, orientata verso una dottrina Cristiano-

Esoterica, ma pur sempre Cristiana, recensisse, nella Rivista Krur, il

romanzo di Lawrence ”Il serpente piumato” ove si immagina che nel

moderno Messico le Antiche Divinità Azteche risorgano allontanando il

Cristianesimo da quel Paese! Lo strano (apparentemente) è il visibile

compiacimento con il quale “Leo” descrive sommariamente gli eventi

narrati dal Romanzo: i nostri più arguti lettori (o coloro che avranno

voglia di leggere sia l’articolo di Colazza in Krur, sia il Romanzo del

bravo Lawrence) tireranno le debite conclusioni.

Val bene la pena, a scanso di ogni possibile equivoco, precisare che il

Nostro Ordine nulla ha a che fare sia con la Società Antroposofica

Universale (fondata da Steiner con finalità ben diverse da quelle

attualmente perseguite da detta associazione) sia con i vari

Gruppi,Fondazioni, Riviste che si richiamano al nome di Scaligero e che

hanno il merito di evidenziare una profonda devozione al Maestro ed un

energico sforzo per divulgarne l’opera ancora poco conosciuta,

soprattutto fuori dall’Italia, ma anche il demerito di voler sovente

ricondurre il pensiero di quell’Aureo Maestro entro un magma mistico-

antroposofico o peggio ancora cattolicheggiante, lontano anni luce dalla

VERA essenza dell’Insegnamento di Scaligero. Noi, viceversa,

coerentemente alla enunciata ”intelligente apertura”, offriamo la

possibilità, attraverso le allegate istruzioni, di percorrere una Via di

Rettificazione (realizzazione

del Pensiero Libero dei Sensi) oltre la quale si incontra

INEVITABILMENTE l’Ordine

Egizio, Unico, Perenne, Ineffabile.

Che gli Dei Vi siano Propizi!

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LINEAMENTI PER UNA TRASMUTAZIONE DELL’ESSERE UMANO

Le presenti note hanno lo scopo di fornire elementi informativi teorici e

soprattutto pratici per quello sviluppo dell’essere umano che

rappresenta il presupposto indispensabile della sua propria Apoteosis o

Osirificazione in accordo con quanto esposto dal Maestro Pitagora

nell’ultimo paragrafo dei “Versi Aurei” “(...) e quando finalmente lascerai

il tuo corpo di carne e di involerai verso l’etere, libero, ti accorgerai che

non sei più un uomo ma un Dio, un Immortale anche tu.”

1) - BREVE STORIA DELLA TRADIZIONE INIZIATICA

OCCIDENTALE

Aprescindere dalle epoche precedenti di civiltà (periodo Caldaico e

precedentemente ancora Atlantideo) possiamo correttamente affermare

che la tradizione spirituale ed iniziatica del mondo occidentale nasce e

si sviluppa nell’Antico Egitto.

Non possiamo in questa sede scendere nel particolare, ma ci limiteremo

a ricordare alcuni punti essenziali:

a) - la religione egizia non era una religione politeista, bensì enoteista

nel senso che esisteva una Divinità prevalente e generatrice (Ptha a

Memfi, Atum a Tebe, Horus ad Edfu etc.) da cui venivano generate le

altre divinità per successiva emanazione. In poche parole,il PRINCIPIO

PRIMO GENERATORE (Supremo Artefice dei Mondi) veniva

parcellizzato in successive emanazioni rappresentanti gli aspetti difformi

della Divinità Creatrice.

b) - La società egizia si incentrava sul sistema della teocrazia faraonica

essendo il Faraone (PHEER-AAR = Grande Casa) una vivente ipostasi

della Divinità.

c) - Coloro che venivano selezionati per essere ammessi ai Misteri

iniziatici, entrando così a far parte della classe sacerdotale, dovevano

essere sottoposti ad un durissimo regime preparatorio e al superamento

di gravose prove che trasformavano il Miste in autentico e compiuto

Iniziato fino alla sua completa fusione con la Divinità e pertanto in grado

di trasformarsi egli stesso in una ipostasi divina (Osirificazione) .

Tutto ciò poteva essere realizzato grazie alla differente struttura che

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l’uomo antico possedeva, essendo egli dotato di una veggenza naturale

che gli consentiva un più facile distacco dal corpo ed una

comunicazione con il Divino abbastanza semplice.

Con Pitagora di Samo i misteri egizi vengono ad approdare nell’Ellade e

sul suolo Italico. Le scuole iniziatiche Greco-Italiche si incentravano

essenzialmente su tre classi o gradi di insegnamento:

1) - i piccoli misteri, ove veniva insegnato a padroneggiare il KA (Corpo

Eterico)

2) - i grandi misteri, ove veniva insegnato a padroneggiare il BA (Corpo

Astrale)

3) - l’EPOPTEIA, ovvero la Grande Opera, ove l’iniziato apprendeva le

tecniche per

il governo del proprio AKH (organizzazione dell’IO ovvero Corpo

Spirituale).

Nelle scuole Misteriche grande importanza veniva attribuita ai

TELETES, ovvero ai Riti Segreti connessi con i tre gradi dei Misteri.

Nonostante il degenerare del mondo antico, preda di una decadenza

che provocherà la caduta dell’Impero Romano ed il conseguente

imbarbarimento dell’Europa, complice anche l’avvento di una religione

egualitaria ed esclusivamente devozionistica quale il

cristianesimo(oltretutto capace di emendare dal proprio corpo dottrinario

tutti quei retaggi sopravviventi dall’antica saggezza del mondo antico,

vedi ad esempio la persecuzione della dottrina gnostica e dei successivi

movimenti manichei, bogomili e catari trattati alla stregua di movimenti

eretici) l’antica Sapienza proveniente dalla terra egizia potè essere

conservata attraverso una catena lineare di Maestri quali Plotino,

Zosimo di Panopoli, Severino Boezio , Raimondo Lullo, Gemisto

Pletone, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Francesco Zorzi,

giungendo fino al Rinascimento.

Molti di questi Maestri furono costretti a dare una veste apparentemente

cristiana ai loro insegnamenti per evitare guai anche se non tutti ci

riuscirono visto il rogo di Giordano Bruno e la prigione patita da

Tommaso Campanella e Francesco Borri.

Con Giordano Bruno e Girolamo Cardano (rispettivamente fondatore e

prosecutore del cosidetto movimento “Giordanista”) entriamo in quella

fase storica che vedrà la nascita del movimento RosiCruciano, il cui

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compito fu duplice: da una parte quello di proporre un ampio

rinnovamento della società attraverso contatti con sovrani illuminati quali

Federico di Boemia e la sua consorte Elisabetta, dall’altro quello di

rendere in forma moderna ed adattabile ad un tipo umano che, calato

definitivamente nel più completo materialismo,aveva perduto qualsiasi

facoltà di connessione immediata con il Divino acquisendo nel

contempo,però, l’autocoscienza, l’ndividualità, la libertà di giudizio e di

pensiero che l’uomo antico non possedeva.

Gli esponenti visibili della “Fama Fraternitas della Rosa+ Croce” si

assunsero quindi il compito di perpetuare gli insegnamenti della Aurea

Tradizione Perenne. Si giunge così a Raimondo de Sangro, Principe di

Sansevero, a cui venne trasmesso il deposito iniziatico degli antichi

misteri attraverso tre diverse vie:

1) - il Medico Fulvio Gherli, docente all’Università di Napoli e Discepolo

diretto del Santinelli (Frà Marcantonio Casellame Chinese)

2) - La Comunità Egizia, ubicata nelle adiacenze di Piazzetta Nilo su cui

si affacciava il Palazzo dei Principi di Sansevero

3) - Il Barone Tschoudy, che fornì al De Sangro le chiavi per una

sistemazione massonicizzata dell’antico deposito Egizio – Italico –

Mediterraneo.

La genialità del Principe Raimondo e dei suoi Collaboratori/Discepoli

Luigi d’Aquino, Principe di Caramanico e del grande Alessandro Conte

di Cagliostro portò alla creazione del sistema basato su una

riproposizione degli antichi Misteri:

a) - Piccoli Misteri = gradi Azzurri

b) - Grandi Misteri = piramide scozzese (dal 4° al 33° grado)

c) - Epopteia = scala di Napoli o Arcana–Arcanorum.

Ripetiamo che non è in questa Sede che ci addentreremo in quelle

complesse vicende che portarono il sistema del Mizraim a dividersi in tre

tronconi (uno emigrato in Francia,l’altro a Venezia ed il terzo rimasto a

Napoli) ed alla successiva fusione del Rito di Mizraim con quello di

origine francese denominato Rito di Memphis (fondato da Marconis de

Negre); ci basta sapere che il deposito napoletano da Raimondo de

Sangro passò al figlio Vincenzo, e quindi a Nicola Palomba, Pasquale

Cirillo, Orazio de Attelis, Domenico Bocchini, Giustiniano Lebano ed

infine a Leone Caetani Principe di Teano e Duca di Sermoneta emigrato

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in Canada durante il fascismo ed ivi morto nel 1935.

2 - LA PRATICA MAGICO-OPERATIVA PER LA REINTEGRAZIONE

DELL’UOMO

Nella “Divinazione Pantea”apparsa sulla rivista ”Commentarium” del

1910 così il Principe Caetani, utilizzando l’eteronimo ”Ottaviano” si

esprimeva: ”la Natura, nell’identico momento in cui osserviamo le

manifestazioni che ci circondano, se è un organismo vivente, è in

relazione diretta e intelligente con il nostro essere mentale… tra

l’osservatore e le cose che lo circondano si stabilisce una corrente

dinamica che riafferma il dogma magico dell’unità dell’essere…il famoso

mistero della solitudine che prelude alle podestà magiche in uomini di

nessuna preparazione

si determina allo stato di immunità psichica in tutti i solitari. Se nel

passato era possibile compiere un noviziato magico che determinasse

la immunizzazione psichica del neofita oggi,che tale preparazione non è

più possibile, solo con il vero isolamento materiale e meccanico si

possono raggiungere dei risultati”..

Il motivo per cui abbiamo voluto riportare quasi integralmente lo scritto di

Don Leone Caetani è duplice: da un lato è interessante notare che

contemporaneamente nella sua opera ”L’Iniziazione” Rudolf STEINER

scrive, a proposito della contemplazione della Natura, cose

incredibilmente simili (a conferma che entrambi attingevano dalla stessa

fonte,la TRADIZIONE PERENNE, entrambi essendo già stati Iniziati agli

Arcana–Arcanorum); dall’altro, ci preme far comprendere che

NESSUNA operazione Magica è possibile SENZA che sia stata operata

preventivamente una REALE Rettificazione dell’Io cosciente.

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PRATICA

SIGNIFICATO E SCOPO DEGLI ESERCIZI

Dall’epoca Egizia è noto ad ogni Scuola Esoterica che l’Essere Umano

è costituito da

4 Componenti essenziali, dette anche “Arti Costitutivi”. Esse sono:

1 - il Corpo Fisico

2 - il Corpo Eterico

3 - il Corpo Astrale (o Anima)

4 - l’Io (o Spirito).

Il primo è posseduto anche dai minerali, il secondo (come il primo)

anche dai vegetali,il terzo (come i due precedenti) anche dagli animali

(si noti che nel genio della lingua Latina Animale è sinonimo appunto di

Anima, così come la traduzione esatta di “Persona” in Etrusco, e poi in

Latino, è “Maschera”).

Abitualmente, negli esseri umani, la gerarchia tra tali Arti Costitutivi

risulta totalmente invertita onde è il fisico, con le sue elementari pulsioni,

a dominare l’eterico, questo a sua volta governa l’astrale ed infine

l’astrale medesimo estende il suo dominio sull’Io,ovvero sullo Spirito.

Ordinariamente, negli uomini più evoluti, noi possiamo scorgere tuttalpiù

impulsi dell’Anima che ingenuamente scambiamo per manifestazioni

Spirituali, definendo perciò Pneumatico ciò che è unicamente Psichico.

Tale è anche il senso occulto della Dottrina Pitagorica sulla

TETRAKTIS. La necessaria METANOIA prevede, nell’Iniziato, il corretto

ristabilimento delle gerarchie interiori:perciò lo Spirito governerà l’Anima,

essa governerà l’Eterico, che a sua volta dominerà il Fisico. Non

essendo più possibile - in virtù delle mutate condizioni del Mondo che

stordisce l’uomo con i suoi ritmi frenetici e totalizzanti - la pratica di un

noviziato occulto paragonabile a quello dell’antichità, l’unica alternativa,

per coloro che ambiscono a seguire una via Iniziatica e re-integrativa, è

quella di assicurarsi dei momenti di solitudine e di distacco dalle proprie

abituali occupazioni seguendo un percorso ordinato di “allenamento e

sviluppo”

spirituale onde ottenere quella Rettificazione di cui parlavamo poc’anzi!

Si deve a Moderni Maestri, quali Steiner e Scaligero, l’esposizione in

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linguaggio moderno e facilmente intellegibile delle Tecniche Interiori che

stiamo per esporre.

Ma si badi: esse sono rinvenibili in forme diverse e con linguaggio

diverso in Giordano Bruno, Pico, Plotino, Pitagora, e proveniendo

dall’Antico Deposito Iniziatico dell’Aureo Egitto.

Scopo di tali Esercizi (elaborati ed insegnati dalla Fama Fraternitas

Rosa+Croce e resi poi in forma moderna, appunto, dal Fratello Rudolf

Steiner 33. 66. 90. 96.) è dunque quello di ristabilire la corretta

sequenza nel dominio tra gli Enti Costitutivi dell’Uomo, presupposto

indispensabile per la sua Re-Integrazione e per la successiva

Apoteosis. Sarebbe davvero folle, ripetiamo, istruire degli Adepti ad

Operazioni di Magia Cerimoniale o di Alta Teurgia senza dapprima

averne rettificato il pensiero, unica funzione che attualmente l’uomo ha a

sua disposizione.

Operando diversamente, si lasciano gli Individui in balia di sensazioni

somatiche (pulsioni fisiche nobilitate per attività spirituali) o di pericolose

suggestioni psico-emotive con danni incalcolabili per lo sprovveduto

operatore. Un intelletto sano comprende con immediatezza quali sono le

cose Vere e quali no. Atal proposito leggiamo l’autorevole parere di Don

Leone Caetani (Ottaviano in “Commentarium”): ”Lo sprovveduto

aspirante Mago (che se sapesse di Latino comprenderebbe derivare

“Magus” da “Immago” con tutto ciò che ne consegue),parente stretto del

già da Noi immortalato sciocco “aduso a trattare i demoni come tanti

fratelli modello san Francesco” si illude che ripetendo

pappagallescamente formule immaginifiche, sovente inventate di sana

pianta o tratte dal famigerato “Picatrix” (per i non addetti ai lavori, oscuro

trattatello di negromanzia araba, altro che “Aureo Ermetismo”, vero

Dottor K?) egli riesca a concludere qualcosa d’altro che non dilapidare il

proprio ed altrui tempo. Questo folle ritiene che, mantenendo il proprio

assetto mentale di povero omiciattolo, senza aver operato in sé, ovvero

nel proprio IO alcuna rettificazione, possa (lo sprovveduto!) raggiungere

gli Dei, invece del manicomio a cui tosto approderà... Tali miei strali

sono finanche destinati a quei sedicenti liberi Muratori adusi alla recita

ecclesiale, modello funzione cattolica, di Rituali vetusti e Sacri di cui non

comprendono neppure un fischio. E come si paludano, i tapini, come si

pavoneggiano con gli altisonanti titoli “Potentissimo”, ”Sublime”,

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”Eccellente”: stolti! voi scambiate vuota forma per contenuto, convivialità

per Sacralità, banchetto e crapula per Osirificazione. Solo il retto lavoro

su se stesso eleva l’uomo fino al piano degli Dei!”.

E’ innanzitutto essenziale che il Meditante si procuri dei momenti di

solitudine e tranquillità: meglio sarà utilizzare un ambiente, se possibile,

ad uso ESCLUSIVO della propria pratica meditativa.

RILASSAMENTO-SILENZIO (concentrazione)

Il Meditante assume una posizione confortevole, seduto. L’esatta

postura impone la colonna vertebrale dritta, il capo leggermente

inclinato, gli occhi semichiusi, le mani poggiate a piatto sulle ginocchia

(posizione del Faraone), la lingua contro il palato. Quindi egli inizierà a

concentrarsi sul proprio respiro che entra ed esce dalle

narici,sforzandosi di svuotare la mente da ogni pensiero, sensazione,

emozione, evocando in sèuno stato di profonda quiete e di silenzio

interiore.

Egli immaginerà che tutte le proprie tensioni si sciolgano - dal basso

verso l’alto - costruendo dentro di sè l’immagine di un blocco di ghiaccio

che, posto su una stufa, si scioglie in acqua. Ripeterà poi mentalmente

(o a voce alta, se è solo; e sempre evocando dentro di sè, in rapida

successione, le relative immagini): “Io sono calmo e disteso, tutto in me

è quiete, sono calmo... come in una tomba perduta, lontana e

dimenticata... come sul fondo di un lago alpino... come in una notte

siderea... come in una città addormentata nella calura di un pomeriggio

estivo. Io sono solo, profondamente in me. Io sono libero”.

E’ importante che tali immagini e le corrispondenti sensazioni vengano

sperimentate nel modo più intenso dal Meditante.

Quindi, quando egli riterrà di aver raggiunto un sufficiente stato di

atarassia animica,inizierà la pratica dei 5 esercizi della Scuola

Rosicruciana: Concentrazione,Azione o Atto

Puro,Equanimità,Positività,Spregiudicatezza.

A) - CONCENTRAZIONE:

Evocata l’immagine di un oggetto, piccolo e costruito dall’uomo (es.

spillo, matita,bottone, etc), il Praticante pone al centro della propria

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coscienza tale oggetto, valutandoneil peso, la forma, le proprietà, il

materiale da cui è costituito, ogni altra caratteristica connessa a quel

piccolo manufatto.

Qualsiasi pensiero che non riguardi l’oggetto deve essere allontanato

dalla mente.

Se ciò dovesse accadere, eliminiamo il pensiero estraneo e riprendiamo

l’analisi dell’oggetto. E’ essenziale che l’oggetto della concentrazione

non venga direttamente percepito, bensì immaginato: dopo alcuni minuti

(dai 3 ai 5) viene effettuata una sintesi della Forza-Pensiero messa in

moto. Si visualizzi un punto luminoso, interno, focalizzato a livello della

radice del naso, dove si incontrano le sopracciglie, e si associ a tale

immagine la sensazione interiore di FERMEZZA. Si evochi quindi

l’immagine di una colonna di luce che scende lungo la colonna

vertebrale, accompagnando l’immagine di tale corrente irradiante verso

il basso con la sensazione interiore di SICUREZZA.

Si termini con la seguente Meditazione:

- 1) fissare l’attenzione tra le sopracciglia pensando:

“LA LUCE E’ IN ME, IO SONO LUCE”.

- 2) spostare l’attenzione a livello della gola pensando:

“LA LUCE E’ VITA, LA LUCE DELLA VITA E’ IN ME”.

- 3) spostare l’attenzione a livello del cuore pensando:

“LA LUCE E’ CALORE, IL CALORE DELLA LUCE DIVIENE AMORE IN

ME”.

A questo punto, l’Esercizio di Concentrazione potrebbe concludersi, ma

Massimo

Scaligero suggerisce di aggiungere due fasi ulteriori, ritenendole

fondamentali: la Concentrazione Profonda e il Silenzio Interiore.

A1 - Concentrazione Profonda (o Meditazione): il Praticante, attraverso

la breve meditazione, ad esempio, di una frase proveniente dagli Antichi

Misteri, o dai Maestri Passati (“l’oro è la traccia minerale del Sole”, o

altre), prolunga ed amplia lo stato mentale raggiunto con la

Concentrazione, approfondendosi nella più intima parte del proprio Io

fino a percepirne la scaturigine Divina.

A2 - Silenzio Interiore: il Praticante dovrà cercare di abbandonare

qualunque impressione, interna o esterna, interiore od esteriore, mentre

lascierà semplicemente risuonare nel proprio Io il silenzio dell’Universo.

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Si noterà, dopo un certo tempo che si praticano tali Esercizi, che essi

diverranno sempre più facili da eseguire e che alla fine ci si sentirà

tutt’uno con il Tutto. Il Meditante, in pratica riconoscerà in sé le Forze

Divine che agiscono nel Cosmo.

B) - AZIONE PURA o ATTO PURO:

Ad una ora prestabilita (ma indipendentemente da quando viene decisa

tale azione, che può essere preordinata anche solo pochi minuti prima),

il Praticante compierà un gesto molto semplice, di nessuna apparente

importanza, privo di correlazioni col normale contesto delle sue abitudini

(es. annaffiare un fiore, spostare un oggetto, slacciarsi e riallacciarsi una

scarpa o l’orologio, etc).

Nell’atto di eseguire questo l’esercizio egli visualizzerà (cioè:

immaginerà) una corrente di volontà che scorre nei suoi arti, dai

superiori agli inferiori.

C) - EQUANIMITA’:

E’ molto difficile che l’arresto delle correnti Istintivo-Emotive possa

inizialmente

avvenire nel momento esatto in cui ci accade qualcosa. Il Meditante

deve rievocare un episodio - piacevole o spiacevole - che lo abbia

particolarmente coinvolto sul piano emotivo, richiamando in sé le

sensazioni emotive allora provate.

Quindi, egli arresterà il flusso delle emozioni distaccandosi da ogni

partecipazione e osservando l’evento come se non lo riguardasse,

ponendosi come un semplice spettatore neutrale che rimane

indifferente.

Con il tempo egli riuscirà a praticare tale EQUANIMITA’ anche durante

l’accadimento di eventi potenzialmente disturbatori della propria

serenità: tale Esercizio, infatti, lo addestrerà a non rimanere preda delle

oscillazioni dell’Anima tra esaltazione ed abbattimento ed a considerare

in modo pacato ed obiettivo tutto ciò che si verifica nella propria

esistenza e nel mondo.

D) - POSITIVITA’:

Il Praticante deve sforzarsi di scorgere il positivo in ogni evento della

vita, anche in ciò che apparentemente sembra non esserlo. Si può ad

esempio rammentare come da eventi passati, che all’epoca

considerammo negativi, si siano poi in realtà poste le premesse per un

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miglioramento delle nostre condizioni, frutti positivi per sè stessi e per gli

altri.

Il Meditante, al termine di tale Esercizio, dovrà avvertire un sentimento

di positiva fiducia per la propria vita e di serena aspettativa per i disegni

degli Dei.

E) - SPREGIUDICATEZZA:

Il Meditante prende in considerazione una ipotesi assolutamente

contrastante con le proprie convinzioni, o del tutto diversa da ciò che i

propri sensi gli suggeriscono rispetto alla realtà che si è convinti di

percepire (ad esempio: ci si immagini che il campanile di una vicina

chiesa sia inclinato di 90 gradi; o che non si sia nella calura estiva, ma

in un freddo inverno nevoso; o che dove ci troviamo non sia il salotto di

casa nostra, ma la sala d’aspetto di una stazione, e così via

immaginando). Egli dovrà sforzarsi, per un attimo, di considerare come

REALE e POSSIBILE tale ipotesi apparentemente illogica. Tale

esercizio andrebbe esteso ad ogni ambito della vita, sospendendo il

giudizio di fronte ad affermazioni che contrastino con le nostre radicate

convinzioni. Aprendosi, anche per un solo istante, alla possibilità che

tale rappresentazione sia vera, il Meditante eviterà di cadere in

convinzioni dogmatiche ed idee preconcette preparandosi così ad

accogliere verità diverse da quelle che le sue personali convinzioni gli

impongono, essendo sempre interiormente

aperti!

ESERCIZI ACCESSORI

1) - Al risveglio il meditante reciterà innanzitutto:

”Nei puri raggi della luce risplende la divinità del mondo,

“In essa io riposo.

“Irradia, nel puro amore per tutti gli esseri

“l’Essenza Divina della mia anima.

“Io riposo nella divinità del mondo

“io troverò me stesso nella divinità del mondo”.

Quindi, il secondo Mantra:

“Più raggiante del sole,

“Più puro della neve,

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“Più sottile dell’Etere è il Sè,

“lo Spirito del mio cuore.

“Questo Sè sono io. Io sono questo Sè’”.

2) - Prima di addormentarsi:

il Meditante effettuerà una visione retrospettiva della giornata, iniziando

dai più recenti eventi e tornando indietro fino ad analizzare tutto ciò che

ha fatto, detto, omesso,sbagliato, nel corso del giorno. Dovrà

considerare con la massima, sincerissima obiettività i propri errori,

correggendoli mentalmente. Così, imparerà ad essere più severo ed

intransigente con se stesso rispetto a quanto non lo sia verso gli altri (in

genere accade esattamente l’opposto, onde il detto Latino ”Hac re

videre nostra mala non possumus, simul delinquunt alii, censores

sumus!”)

3) - Contemplazione (Silenzio Interiore):

Il Meditante si recherà in un luogo isolato, in mezzo alla natura. Egli

svuoterà la mente da ogni pensiero facendo tacere il proprio Sé

armonizzandosi, ascoltando e fondendosi con le Energie Naturali che lo

circondano. Egli dovrà diventare un tutt’uno con tali Forze Naturali,

proiettando se stesso nella natura e nel cosmo.

Tutto ciò, in accordo a quanto descritto nell’articolo di N. R.

OTTAVIANO (si noti che OTTAVIANO si firmava in “UR” come

ECATLOS. Leggendo tale eteronimo al rovescio otteniamo SOLTACE

ovvero il Sole (l’Io) che tace davanti alla contemplazione del Cosmo.

Questo ci dà la misura di quanto sia da ritenersi fondamentale tale

pratica).

4) - Esercizio del Seme:

Si immagini un seme e che da esso, immesso nella terra, si sviluppi un

albero, con le radici affondanti nella terra, le gemme, i fiori, le foglie, i

frutti, e dai frutti di nuovo semi.

Si immagini poi un seme artificiale (ad es. fatto di plastica) considerando

che, se seminato, esso non darà luogo a nulla.

5) - Esercizio del Colore:

Ci si concentri sul colore ROSSO, immergendosi in esso ed assumendo

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in sè tutte le caratteristiche del Rosso.

Ciò fatto, si evochi improvvisamente il colore bleu immergendosi in tale

sensazione con altrettanta totalità.

Quindi si ritorni alla evocazione del Rosso e poi ancora del Bleu.

4) Carme del Sole (Oratorio di IZHAR):

All’Alba e al Tramonto (possibilmente) il Praticante, dopo aver effettuato

opportune abluzioni, si posizionerà ad Oriente assumendo la forma di

una Y (in piedi, gambe unite,braccia allargate tendenti verso l’alto).

Reciterà, (possibilmente a voce alta):

”Magnifico Signore,

“Sale a Te purificata dal desiderio dei Tuoi raggi

“la Fiamma del mio cuore.

“Tu che benignamente vivi in tutte le creature

“insegna pure a me, Altissimo Maestro,

“L’Arte del Tuo Amore.

“Oh Unificatore per mezzo della Luce,

“allontana da me le tenebre che dividono,

“come divide la morte.

“Padre di ogni desio ardente,

“da Te nasce nelle cose la gioia di vivere

“e le cose ti amano

“Oh Sole generoso, amico delle aquile,

“incantatore dei serpenti,

“animatore della notte,

“che Tu sii benedetto,

“che Tu sii benedetto da tutti i misteri del Cielo e della Terra!”.

A questo punto si evocherà in sé la Forza e la potenza dell’astro Solare,

soprattutto

focalizzandola all’altezza del cuore.

Quindi si pronunci 7 volte il Sacro Nome di RA’.

5)- In momenti di difficoltà:

Quando la stanchezza, gli ostacoli, lo scoraggiamento sembrano farsi

troppo gravosi,risulta di grande utilità il seguente esercizio: il Meditante

focalizza davanti a sè tutte le cose, situazioni, eventi, etc, che lo

turbano; quindi immagina, all’altezza del suo cuore, un sole raggiante

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che riassorbe e fa scomparire tutto.

A questo punto reciterà:

”In Realtà non esistono difficoltà esteriori,

“ma soltanto tensioni della Psiche

“avvolgenti i drammi umani”.

6)- Esercizio della Rosa+Croce:

Il Meditante immagina un albero, osservando lo scorrere della linfa

verde al suo interno e la conseguente assenza in tale creatura vegetale

di passioni o brame.

Quindi immaginerà un essere umano (meglio che sia egli stesso)

cercando di visualizzare lo scorrere del sangue rosso al suo interno.

Proprio il sangue è il veicolo di passioni e brame. Ma esse possono

essere purificate, ed il simbolo di tale purificazione è evocato

dall’immagine di una rosa con il gambo verde e la corolla rossa. Quindi

si evocherà l’immagine di una Croce nera con 7 rose rosse disposte in

cerchio al centro della croce (punto di intersezione tra braccio

orizzontale e braccio verticale).

Quindi si reciti.

”Nel Segno della Croce;

“circondata dalle rose;

“sentendolo

“viviamo il risveglio dello Spirito del Mondo.

“Si staccano dalle profondità dell’anima

“le Forze nascoste del mistero.

“Forze che agivano in principio,

“Forze che devono agire alla fine.

“Forze nelle quali noi pensando siamo,

“nelle quali noi amando viviamo,

“nelle quali la devozione respiriamo”.

UNAS Pont.Max