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Conservazione e gestione del paesaggio vegetale L’antropizzazione ha determinato una consistente trasformazione degli ambienti naturali, attraverso tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali in uso nel- le zone mediterranee da migliaia di anni.Tale trasformazione, contrariamente a ciò che molti pensano, ha determinato un aumento della diversità di specie e di habitat, trasformando un paesaggio monotono di foresta primaria, dominata dal leccio e poche altre essenze, in un movimentato mosaico di macchia, gariga, pascoli aridi e foresta secondaria. Così le comunità animali si sono arricchite di specie opportuniste e ad alta valenza ecologica che si sono diffuse lungo le coste, a partire dagli habitat più interni. Tuttavia, se è vero che l’uomo, con i suoi interventi, ha spesso favorito l’incremento della biodiversità in tempi pas- sati, come ci dimostra la lettura dinamica del paesaggio, ciò non è più valido attualmente, con i potenti mezzi della moderna tecnologia, che risultano inva- denti e distruttivi del fragile equilibrio biologico. Nel caso specifico della macchia, ove essa insista su una stretta fascia costie- ra, l’attività antropica di edificazione di insediamenti turistici o di infrastrutture stradali o ferroviarie può ridurre al di sotto del minimo la superficie indispensa- bile ad uno sviluppo equilibrato e ben strutturato delle diverse formazioni vege- tali. D’altra parte, paragonando la situazione attuale della vegetazione con quella presente anche solo alcuni decenni fa, notiamo che l’inurbamento e l’ab- bandono delle colture successivo all’ultimo dopoguerra hanno fatto sì che la copertura vegetale “naturale” sia talmente aumentata che alcuni aspetti di pae- saggio vegetale, allora dati da fitocenosi di sostituzione, risultano quasi com- pletamente scomparsi. Ne consegue un impoverimento floristico. Attualmente ciò che influisce maggiormente sulla trasformazione della vegeta- zione causando la regressione da tipi più evoluti e meglio strutturati a tipi degradati è il ripetersi degli incendi; ciò infatti porta da un lato alla eliminazione delle specie che hanno minore capacità di ripresa dopo l’incendio e dall’altro ad un progressivo impoverimento ed assottigliamento del suolo. Come conse- guenza quindi del passaggio del fuoco, a breve intervallo di tempo (da uno a pochi anni) si registra una involuzione delle caratteristiche strutturali e floristi- che della vegetazione. Dove i pendii sono ripidi, il dilavamento può essere mol- to intenso, soprattutto se all’incendio fa seguito una pioggia di forte intensità; è 131 Aspetti di conservazione e gestione GIUSEPPE CARPANETO · GAUDENZIO PAOLA · SIMONETTA PECCENINI Averla capirossa (Lanius senator)

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■ Conservazione e gestione del paesaggio vegetale

L’antropizzazione ha determinato una consistente trasformazione degliambienti naturali, attraverso tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali in uso nel-le zone mediterranee da migliaia di anni. Tale trasformazione, contrariamente aciò che molti pensano, ha determinato un aumento della diversità di specie e dihabitat, trasformando un paesaggio monotono di foresta primaria, dominata dalleccio e poche altre essenze, in un movimentato mosaico di macchia, gariga,pascoli aridi e foresta secondaria. Così le comunità animali si sono arricchite dispecie opportuniste e ad alta valenza ecologica che si sono diffuse lungo lecoste, a partire dagli habitat più interni. Tuttavia, se è vero che l’uomo, con isuoi interventi, ha spesso favorito l’incremento della biodiversità in tempi pas-sati, come ci dimostra la lettura dinamica del paesaggio, ciò non è più validoattualmente, con i potenti mezzi della moderna tecnologia, che risultano inva-denti e distruttivi del fragile equilibrio biologico.Nel caso specifico della macchia, ove essa insista su una stretta fascia costie-ra, l’attività antropica di edificazione di insediamenti turistici o di infrastrutturestradali o ferroviarie può ridurre al di sotto del minimo la superficie indispensa-bile ad uno sviluppo equilibrato e ben strutturato delle diverse formazioni vege-tali. D’altra parte, paragonando la situazione attuale della vegetazione conquella presente anche solo alcuni decenni fa, notiamo che l’inurbamento e l’ab-bandono delle colture successivo all’ultimo dopoguerra hanno fatto sì che lacopertura vegetale “naturale” sia talmente aumentata che alcuni aspetti di pae-saggio vegetale, allora dati da fitocenosi di sostituzione, risultano quasi com-pletamente scomparsi. Ne consegue un impoverimento floristico.Attualmente ciò che influisce maggiormente sulla trasformazione della vegeta-zione causando la regressione da tipi più evoluti e meglio strutturati a tipidegradati è il ripetersi degli incendi; ciò infatti porta da un lato alla eliminazionedelle specie che hanno minore capacità di ripresa dopo l’incendio e dall’altro adun progressivo impoverimento ed assottigliamento del suolo. Come conse-guenza quindi del passaggio del fuoco, a breve intervallo di tempo (da uno apochi anni) si registra una involuzione delle caratteristiche strutturali e floristi-che della vegetazione. Dove i pendii sono ripidi, il dilavamento può essere mol-to intenso, soprattutto se all’incendio fa seguito una pioggia di forte intensità; è

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Averla capirossa (Lanius senator)

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Una passeggiata sulle colline della rivieraligure o sulla costa amalfitana o in altrelocalità climatiche di insediamento turisti-co può riservare delle sorprese: fra glialaterni e i lentischi, che ci aspettiamo ditrovare, ci imbattiamo in una serie di pian-te assolutamente fuori luogo, ben integra-te e inserite nella lussureggiante vegeta-zione naturale. Si tratta di specie esoti-che, ossia di specie che sono al di fuoridel loro areale naturale.La storica presenza di giardini di acclima-tazione e attività vivaistiche produttive ecommerciali ha causato un incessanteprocesso di arricchimento floristico dispecie esotiche ornamentali. Se si trattadi specie provenienti da situazioni biocli-matiche affini a quelle mediterranee, essesi integrano in maniera stabile fino a sosti-tuire specie indigene locali. Si possonoricordare, ad esempio, arbusti ornamen-tali come i pitosfori (Pittosporum tobira,diffuso ovunque, e Pittosporum undula-tum), la pittosporacea australiana dai beifiori blu, Sollya heterophylla, naturalizzatanei dintorni de La Mortola, le gialle mimo-se australiane (Acacia dealbata e A. cya-nophylla), che formano veri e propriboschetti (in Francia meridionale hannoaddirittura dato il nome alla località Bor-nes-les Mimosas), l’olivagno pungente(Elaeagnus pungens), il ligustro a foglielucide (Ligustrum lucidum) e la rosa a

mazzetti (Rosa banksiae) che provengo-no dalla Cina e dal Giappone.Troviamo anche liane come i seneci sud-africani (Senecio deltoideus, Senecioangulatus), o Danaë racemosa, prove-niente dall’Asia Minore, specie introdottain coltura in Liguria come fronda verde ediffusa nel circondario perché dissemina-ta dagli uccelli.Altre specie, come la mimosa a foglieintere (Acacia saligna) e la robinia o falsa-cacia (Robinia pseudacacia), sono statepiantate estensivamente in territori inte-ressati da una forte antropizzazione perrimboschimento o per contenimento discarpate stradali.Un discorso a parte merita l’ailanto o albe-ro del paradiso (Ailanthus altissima), pro-veniente dall’estremo oriente. Venne intro-dotto in Italia nel 1760 come pianta utile e,grazie alla sua forte capacità pollonifera ealla sua abbondante disseminazione, haassunto in ambiente mediterraneo l’inva-denza che in ambito padano è propria del-la robinia. In particolare è stata documen-tata una sua costante espansione nellaRiserva Naturale dell’Isola di Montecristo.Infatti, non essendo controllato dagli erbi-vori, che lo trovano scarsamente appetibi-le per il suo sgradevole sapore, si èespanso negli spazi creati dal sovrappa-scolo della capra di Montecristo, creandoun forte squilibrio biologico.

Le specie esotiche

Ailanto o albero del paradiso (Ailanthus altissima) Pitosforo (Pittosporum tobira) Mimosa (Acacia dealbata)

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quindi ovvio che il susseguirsi dei dueeventi, incendio e pioggia intensa, portial dilavamento delle particelle più finicon conseguente eliminazione degliorizzonti superficiali del suolo. Ne risul-ta un suolo ciottoloso, povero disostanze nutritizie, sul quale possonosopravvivere solo formazioni disconti-nue costituite da specie poco esigenti.L’impoverimento floristico è perciòdovuto più all’impoverimento del suoloche al danno diretto sulle piante daparte del fuoco. C’è una stretta correla-zione tra tipo di vegetazione e frequen-za degli incendi. Di qui scaturisce l’opportunità dell’individuazione delle aree amaggior rischio di incendio. Una carta della vegetazione reale permetterebbedi localizzare i tipi di vegetazione che sono statisticamente più soggetti al feno-meno, ottenendo di fatto una carta del rischio di incendio, con possibilità quindidi finalizzare oculatamente la prevenzione e la progettazione degli interventi digestione ambientale.A lungo termine, tali interventi devono mirare a costituire coperture vegetaliarboree (in particolare la lecceta), scegliendo formazioni vegetali specifiche perla località. Questa ricostituzione deve tenere conto delle tappe dinamiche natu-rali e quindi programmare l’evoluzione del bosco non con l’impianto diretto del-le specie finali, ma attraverso l’utilizzo di specie intermedie capaci di prepararele condizioni ecologiche adatte alla situazione finale progettata. Come stadiointermedio verso la copertura a bosco, devono essere programmati interventiche si inseriscano nel naturale dinamismo delle formazioni arbustive, favoren-do le specie che più facilmente e rapidamente si propagano, in pratica le prin-cipali specie arbustive della macchia, da scegliere in accordo con le condizioniecologiche e le vicende vegetazionali locali.Ogni intervento locale deve essere studiato e strutturato in modo specifico, cosìda renderlo adatto alle caratteristiche ecologiche e vegetazionali dell’areaoggetto di gestioneÈ ovvio che il territorio, profondamente trasformato dalle attività umane, nonpotrà più tornare alle condizioni primigenie. Del resto abbiamo visto che spes-so, nel caso della vegetazione mediterranea, naturalità e biodiversità sonoinversamente proporzionali. Perciò si deve agire in base a comportamentigestionali razionali e precisi, avendo come principale obiettivo il mantenimentodi livelli di biodiversità elevati, conservando un certo livello di naturalità risultan-te da un antico equilibrio dinamico tra l’uomo protostorico e l’ambiente.

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Uno spazio aperto nella macchia per la coltivazione dell’olivo; attorno alla pianta un muretto protettivo

Macchia nei dintorni di Arbatax (Sardegna)

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ra del 2001, già si osservavano numerose specie di coleotteri fitofagi che fre-quentavano i fiori prodotti dalle piante in rigenerazione. Durante tutta la prima-vera e l’estate, i fiori dei cisti e delle composite gialle erano pieni di edemeridi escarabeoidei in attività. Una specie del genere Amphimallon è risultata esseremolto più abbondante nelle zone di pineta bruciata che in quelle non toccatedall’incendio.Una cosa assolutamente certa è che l’eterogeneità ambientale determina unenorme incremento della diversità faunistica. Se le autorità di gestione di un’a-rea protetta di macchia mediterranea riuscissero a portare avanti la successio-ne fino a quella che viene considerata la fase climacica, ottenendo leccetamatura su tutta la superficie, la diversità di specie animali nell’area subirebbeun grande crollo e la comunità sarebbe povera e monotona, formata solo daspecie sciafile e igrofile. Il sottobosco sarebbe povero di specie vegetali appeti-bili per gli erbivori, non ospiterebbe fiori per gli insetti floricoli né cibo per gliuccelli insettivori, e non consentirebbe la termoregolazione necessaria a tantianimali, per esempio rettili e farfalle.Gli incendi spontanei e la caduta degli alberi, in generale, determinano la pre-senza di un prezioso mosaico di radure, di un’alternanza tra aree chiuse edaree aperte, mantenuta a lungo tale dall’attività dei mammiferi erbivori con laloro attività di “giardinieri”. In questo complesso mosaico di parcelle a diversefasi della successione, specie sciafile ed eliofile sia animali sia vegetali si alter-

■ La gestione della fauna

Come in tutti gli ecosistemi di macchia del mondo (in California, in Cile, nelSudafrica e in Australia), il fuoco è uno degli argomenti più dibattuti in tema diconservazione e gestione della fauna. Infatti, a parte le conseguenze dirette(positive o negative che siano) sulle piante, ci si chiede quale sia l’impatto delfuoco sugli animali. Qui la risposta si complica perché, oltre a considerare intermini ecologici l’effetto degli incendi sulla conservazione della fauna, molti sipreoccupano in termini etici degli effetti che gli incendi stessi possono averesugli animali come individui. Poiché gran parte dell’opinione pubblica è anima-lista più che ambientalista, e quindi agisce sotto spinte emotive più che razio-nali, ignorando i meccanismi evolutivi ed il funzionamento degli ecosistemi,molto spesso vengono richiesti o realizzati interventi nocivi per la conservazio-ne stessa. Un esempio tipico e reale di queste situazioni è il caso di quelle areeprotette dove sono state catturate le testuggini e messe dentro recinti protettiper evitare che muoiano durante gli incendi.Ciò ovviamente significa distruggere una popolazione naturale in equilibrio conil suo ambiente, azzerare la delicata rete di rapporti territoriali e sociali tra gliindividui e la distribuzione spaziale che essi avevano realizzato in base alladisponibilità delle risorse. Il fatto che un certo numero di testuggini muoiadurante gli incendi fa parte di un processo naturale e i loro corpi vengono poiconsumati da altri animali contribuendo al flusso dell’energia.Ovviamente, quando gli incendi sono dolosi e quindi troppo ripetuti nel tempo,il numero di testuggini e di altri animali che perdono la vita può essere troppoalto e minacciare la sopravvivenza della popolazione. Gli incendi vanno quindicombattuti quando sono troppo frequenti o interessano percentuali troppo ele-vate di un’area protetta. D’altra parte, non si tiene presente l’effetto che posso-no avere sugli animali le sostanze schiumogene usate per spegnere il fuoco.Molte nidiate di uccelli, molti rettili, mammiferi e un enorme numero di inverte-brati muoiono durante gli incendi, ma questo fa parte di un ciclo che alimenta evivifica gli organismi della macchia sempreverde. Come esistono piante pirofile(pirofite), così esistono animali che risultano favoriti degli incendi, che forse liaiutano ad evitare la concorrenza con altre specie. Un caso particolare è datodai coleotteri buprestidi del genere Melanophila (vedi il paragrafo sugli insetti)che depongono le uova sui tronchi bruciati. I cinghiali accorrono presto ad ali-mentarsi nelle schiarite formate dagli incendi, dove cercano cadaveri di anima-li bruciati e scavano facilmente nel suolo libero dalla vegetazione, alla ricerca diradici, tuberi e larve.Il recente incendio che il 4 luglio 2000 ha devastato la pineta e la macchia diCastelfusano (nei dintorni di Roma) ha rappresentato l’occasione per studiarela ricolonizzazione degli ambienti bruciati da parte degli animali. Nella primave-

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Cinciarella in cova

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139nano. Non a caso, i sentieri che attraversano la macchia rappresentano tantestrisce ecotonali dove la diversità di specie è assai alta e, durante la notte, rap-presentano le vie aeree lungo le quali volano le falene inseguite dai pipistrelliloro predatori.La gestione della macchia mediterranea deve tener presente tutto questo enon fissarsi sul perseguimento di un paesaggio uniforme che corrisponda adun modello ideale di climax, e che può significare l’impoverimento della comu-nità. La strategia migliore potrebbe essere quella di garantire un grado elevatodi anisotropia nella vegetazione, controllando gli incendi senza demonizzarli,e cercando di ricostruire equilibri tra piante, erbivori e predatori. Inoltre, nondeve fermarsi su posizioni rigide dal punto di vista etico, ma considerare l’e-ventualità di interventi finalizzati al controllo numerico delle popolazioni ani-mali quando queste minacciano la conservazione di altre specie. Dovunque inItalia si osserva l’aumento numerico delle cornacchie, degli storni e dei cin-ghiali, specie infestanti perché favorite dalle attività dell’uomo. Cornacchie estorni possono essere il motivo della rarefazione e talvolta della scomparsa dimolte specie di piccoli uccelli e di insetti, mentre i cinghiali possono rappre-sentare una minaccia per molte specie di piante (orchidacee, liliacee, amarilli-dacee, iridacee) e di animali. La presenza di mammiferi erbivori è importantein tutti gli ecosistemi e quindi anche nella macchia sempreverde che però,data la sua fisionomia, si presta ad ospitare soltanto il capriolo. Daini e muflo-

138 ni, introdotti dall’uomo in tempi più o meno antichi, sono oggetto di animatadiscussione. Nonostante la loro origine medio-orientale, questi animali sonooggi presenti in molte aree protette e rappresentano spesso la principaleattrazione per i visitatori. Togliere i daini dal Parco naturale della Maremma o imufloni dalla Sardegna sarebbe oggi un intervento accademico e assoluta-mente impopolare. Conviene però ridurre le loro popolazioni nei casi in cuiesiste il rischio di danno per la vegetazione; inoltre è opportuno mantenerequesti animali in vaste aree recintate, in vicinanza delle aree da pic-nic, chepossono funzionare da vere “zone cuscinetto”, cioè destinate ad attirare il pub-blico concentrando e sostenendo l’impatto antropico in pochi punti. Così si evi-ta che l’impatto del turismo di massa si risenta sulle aree con più elevato gra-do di naturalità.La gestione dell’attività venatoria nella macchia mediterranea dovrebbe inoltreessere pianificata tenendo conto di particolari criteri di tutela della biodiversitàlocale. In questo habitat, infatti, alcune entità tradizionalmente oggetto di pre-lievo sono particolarmente preziose perché specificamente adattate a questoambiente.Il caso più notevole è certamente quello della lepre italica (Lepus corsicanus),da secoli nota ai cacciatori dell’Italia centrale con il nome vernacolare di “mac-chiarola”. Nonostante il sapere popolare ne avesse già da tempo individuato lapeculiarità, il riconoscimento del rango specifico a questo splendido endemita

Lepre italica (Lepus corsicanus): si distingue dalla lepre comune per i fianchi nettamente bicoloriUn moscardino (Muscardinus avellanarius) su cassetta-nido

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italico è arrivato soltanto da una decina d’anni, grazie ad alcuni studi di morfo-logia e genetica. La sua conservazione richiede l’adozione di misure specialidi gestione di alcune attività antropiche, fra le quali spiccano l’attenta pianifi-cazione del prelievo venatorio nelle zone di maggiore importanza per la spe-cie, e drastiche misure di contenimento (Italia centro-meridionale) o interruzio-ne (Sicilia) dell’immissione ad uso venatorio di lepre europea (Lepus euro-paeus). Quest’ultima, infatti, compete con la lepre italica nell’utilizzo dellerisorse, costringendola a contrarre le sue popolazioni rifugiandosi negli habitatmeno produttivi.Anche il capriolo italico (Capreolus capreolus italicus) mostra di essere benadattato alle dure condizioni ambientali della macchia mediterranea. La suapeculiarità è testimoniata sia dalla piccola taglia e dal caratteristico colore gial-lastro dello specchio anale, sia dalla presenza di alcuni marcatori nucleari tipi-ci del suo genoma. Decimato da secoli di prelievo venatorio, esso sembrasopravvivere soltanto in alcune popolazioni isolate dell’Italia centro-meridiona-le (Lazio: Tenuta di Castelporziano; Puglia: Foresta Umbra, Promontorio delGargano; Calabria: Monti di Orsomarso).Il principale pericolo per queste popolazioni è rappresentato dall’inquinamentogenetico dovuto alla pratica del sostegno popolazionale ad uso venatorio. L’im-missione dei più grossi caprioli centroeuropei, infatti, sembra aver già portato adiscreti fenomeni di ibridazione in diverse zone della Toscana meridionale(Maremma e Colline senesi). La conservazione del pool genico del capriolo ita-lico è dunque legata a misure che ne favoriscano l’autonoma espansione dairesidui nuclei popolazionali, eliminando nel contempo la pratica dell’immissio-ne di caprioli alloctoni ad uso venatorio.Per quando riguarda invece la conservazione della testuggine di Hermann, dicui l’Italia possiede diverse preziose popolazioni, l’attenzione delle autoritàdovrebbe essere dedicata non soltanto a impedire il prelievo di questi animali ascopo commerciale e amatoriale, ma anche a contenere le popolazioni di alcu-ne specie introdotte (testuggine moresca e testuggine marginata) che local-mente competono sul piano alimentare con quella indigena e abbassano il suotasso di natalità attraverso la produzione di ibridi sterili.Pertanto, gestire la fauna significa anche impedire che l’attività di alcune spe-cie, introdotte oppure favorite dall’uomo, finisca per causare l’estinzione di mol-te altre e l’impoverimento delle comunità biologiche.La macchia mediterranea rappresenta comunque un ambiente di grandeimportanza per la conservazione di numerose specie inserite nella DirettivaHabitat (92/43/CE): oltre alla già citata Testudo hermanni, sempre fra l’erpeto-fauna, la Direttiva ricorda anche il cervone (Elaphe quatuorlineata), il colubroleopardino (E. situla) e il discoglosso sardo (Discoglossus sardus), la cuisopravvivenza è almeno in parte legata a quella della macchia mediterranea.

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Schiusa delle uova di testuggine di Hermann (Testudo hermanni)

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143Proposte didatticheMARGHERITA SOLARI

Macchia nell’Isola di Zannone (Lazio): le piante in primo piano sono defoliate a causa della salsedine

Introduzione

L’ambiente della macchia mediterranea rappresenta un patrimonio che, puressendo sempre sotto i nostri occhi, pochi sanno apprezzare nella sua tota-lità. Le schede seguenti propongono alcuni itinerari didattici che possono for-nire spunti o suggerimenti agli insegnanti ed educatori che vogliano far scopri-re la ricchezza dell’ambiente della macchia mediterranea a ragazzi di tutte lefasce d’età.

■ Gli incendi: modelli di studio

● Obiettivi: maturare la consapevolezza dei danni che gli incendi ripetuti pro-vocano negli ambienti della macchia mediterranea; maturare comportamenticonsapevoli e capacità di giudizio e analisi; imparare l’importanza dell’uso deimodelli per la previsione dei rischi; comprendere l’utilità della prevenzione.● Livello: bambini e ragazzi della scuola elementare e di quella media inferiore(8-13 anni).● Attrezzatura: immagini di boschi, ambienti di macchia e gariga; illustrazioni eschemi sull’accrescimento delle piante pollonifere. Materiale per la realizzazio-ne dei modelli, eventuale attrezzatura per il campionamento della fauna delsuolo ad invertebrati e materiale per il relativo riconoscimento.● Eventuali collaboratori: guardie forestali, naturalisti.

FASE PRELIMINARE

1. Stesura di una lista delle possibili cause di incendio, suddividendole in varietipologie: naturali e antropiche, dolose o per incuria, ecc.2. Discussione sulle cause degli incendi; l’esame del problema può esserecondotto alla luce di fatti di cronaca o dati statistici.3. Stesura, in base a quanto emerso dai punti precedenti, di un elenco dellenorme che secondo i ragazzi sarebbero maggiormente efficaci per ridurre ilfenomeno incendi. Confronto con le principali leggi vigenti. Eventuale analisi dialcuni spot televisivi e depliant informativi con discussione sui messaggi e sul-la loro efficacia.4. Sintesi delle varie tipologie di vegetazione della macchia mediterranea e

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della gariga (in modo semplificato). Illustrazione del meccanismo di ricaccio deipolloni in alcune specie di macchia, ad esempio erica e corbezzolo.

ANALISI DEL PROBLEMA

5. Ipotizzare gli effetti dell’incendio in differenti tipi di copertura vegetale, adesempio pineta senza sottobosco arbustivo, pineta con sottobosco arbustivoad arbusti polloniferi, macchia a corbezzolo, erica e ginestra spinosa (vedi figu-ra di pag. 31).6. Costruzione di modelli in polistirolo o compensato o cartone, con sagomeper le differenti tipologie vegetali, come alberi, arbusti ed erbe. Per ogni model-lo ipotizzare le conseguenze di un incendio isolato e di incendi ripetuti. Com-pletare i modelli con fase iniziale pre-incendio, intermedia e finale. I risultatipotrebbero essere così schematizzati:- Pineta con sottobosco assente: dopo un incendio i danni sono limitati ai pinigiovani, il fuoco non raggiunge le chiome dei pini più alti; si ricostituisce l’ecosi-stema quando il terreno ridiventa maturo. Dopo vari incendi i danni possonoessere consistenti.- Pineta con sottobosco arbustivo ad arbusti polloniferi: dopo un incendio velo-ce, in quanto gli arbusti portano le fiamme fino alle chiome più alte, muoiono pinied arbusti; gli arbusti polloniferi ricostituiscono in breve tempo il sottobosco arbu-stivo, impedendo l’attecchimento di specie estranee alla cenosi iniziale. Dopo variincendi i danni sono irreparabili e portano a regressione della cenosi.- Macchia a corbezzolo, erica e ginestra spinosa: dopo un incendio, che sipropaga rapidamente, si può ricostituire nel giro di 8-10 anni la situazione ini-ziale, essendo queste specie capaci di ricacciare polloni. Dopo vari incendi idanni sono irreparabili e portano a regressione della cenosi.- In tutti i tipi di vegetazione, quindi, un singolo incendio può non essere unfatto grave, e anzi può portare beneficio, soprattutto se si considera il fatto cheil territorio incendiato presenta caratteri nuovi, favorevoli a specie sia animaliche vegetali, differenti da quelle presenti prima: ciò comporta di fatto unaumento della biodiversità.- In tutti i casi è altresì vero che una serie di incendi ripetuti crea scompensoe abbassa il grado di evoluzione di un ambiente, portando di fatto ad impove-rimento: si instaurano in tali situazioni ambienti di gariga e praterie povere ediscontinue.

ESCURSIONE

7. Studio sul territorio degli effetti di un incendio sull’ecosistema attraverso l’a-nalisi della fauna ad invertebrati del suolo quale buon elemento bioindicatoreper una ricerca comparata. Lo studio può procedere con una serie di campiona-menti in un’area che abbia subito un incendio da poco tempo (ad esempio meno

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Macchia in ripresa dopo il passaggio del fuoco: lecci, eriche e saracchi sono in piena attività vegetativa

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foglie di queste specie; microscopio e sezioni sottili delle stesse foglie; manua-le di riconoscimento di alberi e arbusti; manuale di istologia vegetale. Abbiglia-mento adeguato all’escursione.

FASE PRELIMINARE

1. Ricerca ed analisi degli andamenti della temperatura e della piovosità inalcuni climi di tipo mediterraneo, che presentino differenze relative ai periodi diaridità: termo-mediterraneo (7-8 mesi di aridità), meso-mediterraneo (5-6 mesidi aridità) e sub-mediterraneo (3-4 mesi di aridità). Analisi dei relativi termoplu-viogrammi. Riflessione sull’aridità e l’irraggiamento solare estivo negli ambientisoggetti a tali climi.2. Discussione sui probabili fattori che possono influenzare la vegetazione: diprimaria importanza si evidenzierà la siccità estiva, secondariamente le bassetemperature invernali mal sopportate dalle specie di clima caldo.3. Approfondimento su forma e funzioni dei vari organi della pianta: fusto,apparato radicale e foglie, con riferimenti ai processi metabolici di sintesi cheavvengono in queste ultime (fotosintesi, respirazione e traspirazione).4. Ricerca bibliografica sui differenti adattamenti delle piante come mezzi diresistenza all’aridità estiva. Si potrà concentrare l’attenzione per esempio sualcuni aspetti della biologia, come la concentrazione dell’attività vegetativa inprimavera, il riposo vegetativo e l’estivazione (con perdita delle foglie) in estate,la concentrazione dei due o tre mesi vegetativi in primavera per le piante annua-

di un anno) e attraverso il confronto dei risultati ottenuti con la struttura delpopolamento di un’area integra (con caratteristiche analoghe a quelle origina-rie della zona incendiata). La ripetizione dell’indagine dopo uno o due anniincrementa notevolmente la significatività dello studio. Per la fauna del suolo èpossibile effettuare una ricerca diretta (rilevando il maggior numero di speciepresenti) oppure posizionare trappole a caduta per il monitoraggio della faunaattiva negli strati superficiali del suolo. Dati complementari per altri raggruppa-menti faunistici si possono ottenere prelevando di campioni di suolo. Questipossono poi essere trattati in laboratorio mediante il riscaldamento superficialee la raccolta degli invertebrati che rifuggono la fonte di calore artificiale (meto-do Berlese).8. Analisi dei dati faunistici: dai confronti delle strutture delle comunità ad inver-tebrati può emergere l’assenza o la riduzione, ad esempio, della fauna propriadi lettiera (diplopodi, collemboli) nelle aree incendiate; la presenza di molluschigasteropodi fitofagi e anellidi decompositori risentirà anch’essa degli effetti del-l’incendio. Nell’ambito di alcuni gruppi di coleotteri del suolo si registrerà unacontrazione dei popolamenti di specie propriamente silvicole, con ridotta o limi-tata capacità di volo, ed un incremento del numero di specie alate, ubiquiste ea maggior potere di dispersione. Nella fase di ricolonizzazione aumenta sensi-bilmente sia il numero di specie sia il numero di individui, con un sostanzialeincremento della biodiversità. Si assiste infatti alla penetrazione di specie tipi-che di aree aperte e di ecotono che tendono ad occupare i nuovi ambienti residisponibili; gli elementi silvicoli tenderanno a rioccupare le aree incendiate con-temporaneamente alla ricostituzione del bosco.9. Dibattito e conclusioni: dalla riflessione condotta sulle conseguenze degliincendi nell’ambiente di macchia mediterranea dovrebbe emergere il desideriodi diffondere e promuovere comportamenti consapevoli e responsabili tra i cit-tadini, senza però dimenticare che anche questi eventi hanno una loro impor-tanza e significato nella naturale evoluzione della vegetazione e della fauna;essi possono, se sporadici, produrre arricchimento, e l’azione estrema dell’uo-mo talvolta è non indispensabile o addirittura nociva: l’uso di schiume per spe-gnere gli incendi, ad esempio, arreca molti danni a numerose specie viventi.

■ Morfologia delle foglie di alcune specie di macchia mediterranea

● Obiettivi: sviluppare capacità di analisi, osservazione e confronto e formulazio-ne di ipotesi; comprendere il delicato equilibrio tra forma e funzione negli organivegetali; comprendere i rapporti tra biologia, fenologia, clima e ambiente.● Livello: ragazzi della scuola media superiore (dai 14 anni in poi); gli argo-menti, semplificati, possono essere affrontati anche con ragazzi più giovani.● Attrezzatura: carte di diffusione di specie quali leccio, oleandro, lentisco;

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Macchia bassa a timo ed elicriso

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PROSECUZIONE DEL LAVORO IN CLASSE

8. Osservazione e confronto di foglie di essenze differenti, quali ad esempioleccio, alloro, oleandro, olivo che si presentano coriacee, con spessa cuticolaed eventuale pelosità nella pagina inferiore. Confronto con foglie di specie dif-ferenti di clima continentale, quali ad esempio carpino o faggio. Osservazionedi una carta della distribuzione areale delle specie e confronto con la fascia aclima mediterraneo.9. Osservazione al microscopio e confronto di una sezione trasversale di unafoglia preferibilmente di olivo, oppure di leccio o alloro (questi ultimi più com-plessi da sezionare, meglio utilizzare vetrini reperibili in commercio) oppure dioleandro (che però rappresenta un caso estremo altamente specializzato). Por-re estrema attenzione nel taglio della sezione, soprattutto se compiuto dairagazzi, e utilizzare sempre adeguate protezioni (ad esempio guanti adeguatial ritaglio o tratti di tubo di gomma da infilare sulle dita). Nell’osservazione con-centrare l’attenzione sulla cuticola superficiale e sull’affossamento degli stomiin cavità con peli protettivi atti a limitare al massimo la traspirazione.Nella sezione di solito si possono facilmente riconoscere:dalla pagina superiore:- epidermide rivestita da spessa cuticola- ipodermide profonda alcuni strati cellulari- tessuto a palizzata- tessuto lacunosodalla pagina inferiore:- eventuali cripte tappezzate da peli con funzione di isolamento e limitazionedella traspirazione- aperture stomatiche (entro le cripte) 10.Raccolta dei dati e delle impressioni in una relazione finale.

■ Oli essenziali delle piante mediterranee

● Obiettivi: sviluppare la capacità di osservazione e di collegamento; crearel’abitudine all’indagine personale che favorisca l’esperienza e l’uso di tutti isensi nella conoscenza; maturare la consapevolezza del legame tra territorio ecultura (gastronomia)● Livello: ragazzi delle scuole elementari (6-10 anni).● Attrezzatura: abbigliamento adeguato, manuale di riconoscimento dei vege-tali, libro di ricette o pubblicazione divulgativa sulle applicazioni delle pianteofficinali.

ESCURSIONE PRELIMINARE

1. Individuare una zona, o più zone, in cui vi sia la possibilità di osservare tra la

li. Altri adattamenti che riguardano la morfologia sono la modificazione dellefoglie che divengono spinose per limitare la traspirazione, lo sviluppo di fogliecoriacee con fitta peluria che riduce irraggiamento e traspirazione, e spessacuticola protettiva, lo sviluppo di fusti legnosi piuttosto che erbacei.

ESCURSIONE

5. Una volta scelta una zona di macchia mediterranea accessibile, che pre-senti una vegetazione rappresentativa, programmare l’escursione, possibil-mente in periodo primaverile.6. Rilevare individualmente i caratteri della vegetazione più significativi traquelli studiati.7. Compiute le osservazioni ed eventualmente scattate le fotografie ritenuteutili, limitare la raccolta delle foglie allo stretto necessario per il lavoro in clas-se, al fine di non trasmettere o indurre comportamenti poco rispettosi, dalmomento che comunque si farebbe un danno inutile agli scopi dello studio;eventualmente raccogliere le foglie secche a terra.

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Sentiero naturalistico nel Parco del Cilento (Campania)

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vegetazione della macchia mediterra-nea le essenze più utilizzate nella vitaquotidiana: rosmarino, timo, santoreg-gia, lentisco, ginepro, alloro, salvia, mir-to, asparago, caprifoglio, e anche cor-bezzolo, alaterno.2. Escursione con i ragazzi nel periodoprimaverile, a fioritura avanzata.3. Assegnare ai ragazzi il compito indi-viduale di osservare forme e colori,sentire al tatto la forma e la consisten-za di foglie e fusti, utilizzare l’olfatto persentire i profumi, eventualmente stro-picciando foglie o bacche; fornire sol-tanto le poche informazioni perché evi-tino le piante tossiche (es. lentisco) enon si avvicinino con la faccia a terra inmacereti dove potrebbero essere rinta-nati rettili velenosi.

4. Guidare le osservazioni su alcune piante, le più rappresentative, utilizzate nel-la quotidianità, ovvero le più abbondanti nell’area o le meno conosciute a scelta.5. Disegnare le quattro o cinque piante su cui si è concentrata l’attenzione.Osservare i dintorni per individuare la presenza di eventuali alveari.

PROSECUZIONE DEL LAVORO IN CLASSE

6. Raccolta e scambio delle informazioni da parte dei ragazzi, previa indaginein famiglia, sull’uso di queste piante nella vita quotidiana, non soltanto in cuci-na. Confronto del nome italiano, latino ed eventualmente locale.7. Approfondimento sulle ragioni per cui le piante del clima mediterraneo sonoricche di olii essenziali come adattamento eco-fisiologico all’ambiente (resi-stenza al calore, richiamo per insetti, inappetenza per fitofagi e altre funzioni).Soltanto con ragazzi più grandi potranno essere svolti approfondimenti sullanatura chimica di queste sostanze (idrocarburi, alcooli, aldeidi, ecc.).8. Ricerca sugli eventuali usi terapeutici di alcune di queste specie.9. Creazione di un archivio con descrizione, proprietà, usi, ricette e ritratto diciascuna specie (le schede potranno contenere informazioni varie reperibili sul-le fonti bibliografiche ma anche dalla tradizione orale).

CONCLUSIONE DEL LAVORO

10.Eventuale coltivazione in classe di alcune specie della macchia mediterra-nea tra quelle studiate.

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Lentisco (Pistacia lentiscus)

Asparago (Asparagus acutifolius)

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153152 Bibliografia

AA. VV., 2000 - Natura d’Italia. Istituto Geografico De Agostini, Novara.Opera divulgativa in 8 volumi (usciti nelle edicole in 100 fascicoli). Comprende articoli monografici dedica-ti a singole specie, gruppi tassonomici, tipi di habitat ed aree protette. Testi elaborati da zoologi e botanicidi università e musei italiani.

ANPA, 2001 - La biodiversità nella regione biogeografica mediterranea. Agenzia Nazionale per la Prote-zione dell’Ambiente, Roma.Documento sulla biodiversità del mediterraneo con particolare riguardo agli ecosistemi italiani, scritto danumerosi esperti. Articolato in sezioni monografiche e box che trattano di argomenti specifici, forniscedescrizioni di habitat, esempi di utilizzo da parte dell’uomo ed iniziative per la tutela. Il materiale è conusl-tabiel anche on-line al sito www.anpa.it

GIACOMINI V., FENAROLI L., 1958 - La Flora. Collana “Conosci l’Italia”. Touring Club Italiano, Milano.Organica, ampia e accessibile trattazione della vegetazione italiana, tuttora valida nella sua impostazionegenerale nonostante il tempo trascorso dalla sua pubblicazione.

MARIOTTI M. G.,1998 - La vegetazione a sclerofille mediterranee. In: CORBETTA F., ABBATE G., FRATTAROLI A.R., PIRONE G., 1998 - S.O.S. Verde. Vegetazioni e specie da conservare. Edagricole, Bologna.Accessibile trattazione della vegetazione mediterranea anche dal punto di vista della sua tutela.

MINELLI A., CHEMINI C., ARGANO A., LA POSTA S., RUFFO A. (a cura di), 2002 - La fauna in Italia. Touring ClubItaliano e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Roma.Aggiornata e completa trattazione della fauna d’Italia, con ampi riferimenti anche agli aspetti legislativi econservativi.

MINELLI A., RUFFO S., LA POSTA S., 1993-1995 - Checklist delle specie della fauna italiana. Calderini, Bolo-gna.Elenca tutte le specie note della fauna italiana, rendendo possibile l’uso di una nomenclatura corretta eunificata. La collana è costituita da 110 fascicoli.

PIGNATTI S., 1994 - Ecologia del paesaggio. UTET, Torino.Interessante trattazione del paesaggio italiano con particolare riguardo agli aspetti vegetazionali. Il volumeè completato da capitoli dedicati alla conservazione dell’ambiente ed agli aspetti culturali.

SCHNFELDER I., SCHNFELDER P., 1986 - Impariamo a conoscere la flora mediterranea. Istituto Geografico DeAgostini, Novara.Manuale illustrato con fotografie corredato da descrizioni delle specie trattate e chiavi dicotomiche per laloro determinazione. Un’ampia introduzione descrive i vari ambienti mediterranei.

Glossario

> Acidofilo: riferito a formazioni vegetazionali cheprediligono substrati acidi.> Alloctono: identifica un organismo estraneo alterritorio in cui vive.> Antropofilo: organismo che ama vivere a con-tatto con l’uomo o comunque presso i suoi manu-fatti.> Aposematica: riferito a colorazione, odore, strut-tura o atteggiamento in qualche modo atto asegnalare ad un potenziale predatore la presenzadi sistemi tossici di autodifesa. Atteggiamenti,colorazioni o strutture aposematiche sono talorapresenti anche in organismi che sono privi di que-ste difese (cfr. mimetismo batesiano).> Bioma: sostantivo che identifica un insieme dihabitat con fisionomia vegetazionale e climaticaparticolarmente omogenea, ma contemporanea-mente diffuso in diverse zone della terra. I nomi deibiomi cambiano nei diversi continenti, ma si riferi-scono ai medesimi modelli (chaparral=macchiamediterranea=maquis; tropical rain forest =forestapluviale; ecc.).> Biotopo: sostantivo riferito al luogo fisico dove sisvolge la vita. Per definizione esso viene individua-to dalle sole variabili abiotiche della stazione di cuisi tratta.> Calcicolo: riferito ad un organismo legato a sub-strati particolarmente ricchi di calcio.> Detritivoro: identifica un organismo che si nutredi detriti organici.> ecosistema: sostantivo che identifica il reticolodi relazioni (trofiche, demografiche, ecc.) fra gliorganismi viventi in un determinato habitat, o in uninsieme di habitat. Per questo il termine viene qua-si sempre seguito o preceduto da indicazioni dispecificazione territoriale (ecosistema della fore-sta pluviale, agro-ecosistema, ecc.)> Ecotonali: riferito a specie legate ad ambienti ditransizione fra habitat ben definiti (ad es. fra unafaggeta ed una prateria cacuminale).> Edafico: riferito a un parametro dell’edafon,oppure ad un organismo che vive nell’edafon. L’e-dafon è uno strato superficiale di suolo dove lecondizioni ambientali e trofiche sono compatibilicon la vita.> Eliofilo: organismo che ricerca la diretta esposi-zione ai raggi del sole.> Endemita: organismo originario ed esclusivo diun’area limitata, viene quasi sempre seguito daindicazioni di specificazione geografica. Il fenome-no corrispondente si definisce endemismo.> Euriece: specie viventi che tollerano ampievariazioni dei parametri fisico-chimici che condi-zionano la vita.> Forteto: particolare fisionomia della vegetazione,costituita da una bassa e impenetrabile boscagliache si sviluppa su substrati duri e sassosi.> Frugivoro: organismo che si nutre prevalente-mente di frutta.

> Igrofilo: organismo che ricerca condizioni di ele-vata umidità ambientale.> Litoclasifilo:organismo che ama vivere nellecavità fra le rocce.> Macroterma: specie o formazione vegetaziona-le tipica di climi caldi.> Mesofilo: organismo che rifugge condizioni divita estreme.> Meso-mediterranea: formazione vegetazionaleche rifugge le condizioni climatiche ed ambientalipiù estreme delle regioni mediterranee.> Nemorale: organismo vegetale legato al sotto-bosco, generalmente a fioritura precoce.> Ofiolite: roccia metamorfica basica; si tratta inparticolare di una varietà di serpentino.> Oligofago: riferito ad un organismo molto spe-cializzato dal punto di vista trofico. Gli organismioligofagi utilizzano un ambito particolarmenteristretto di categorie di alimenti, essendo taloralegati ad un’unica risorsa trofica.> Polifago: organismo poco specializzato dal pun-to di vista trofico. Gli organismi polifagi sono deigeneralisti in grado di utilizzare una grande varietàdi risorse alimentari.> Ripariale: organismo o formazione vegetaziona-le legata agli argini di un lago o di un fiume.> Sciafilo: organismo legato ad habitat freschi edombrosi, ad esempio quelli tipici del più fitto sotto-bosco.> Silicicolo: organismo legato a substrati partico-larmente ricchi di biossido di silicio.> Sinantropico: organismo che nella maggior par-te dei casi non può fare a meno della presenzadell’uomo.> Termofilo: organismo genericamente amantedelle alte temperature.> Termo-mediterranea: specie vivente amantedelle plaghe più calde del Bacino del Mediterra-neo.> Termoxerofilo: organismo che contemporanea-mente ricerca elevate temperature ambientali econdizioni di elevata aridità.> Umicola: riferito ad una specie animale che vivenell’humus.> Xerofilo: identifica un organismo che ricercacondizioni di elevata aridità.> Xerofitico: riferito ad orizzonte vegetazionaledominato da condizioni di elevata aridità.> Xerotermico: riferito ad un habitat caldo e arido.> Xilofago: organismo in grado di nutrirsi di legno.> Zoocenosi: comunità di animali retta da rapportiecologici.

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154 155Indice delle specieCeltis australis - 69Cerambice della quercia - 102Cerambyx - 102Cerambyx cerdo - 102Ceratis faceta - 96Ceratonia siliqua - 13, 64Ceratophyus rossii - 106Cercis siliquastrum - 61Cernuella virgata - 81Cerro - 33, 60, 61Cervo - 121, 128Cervone - 112, 141Cervus elaphus - 121Cetonia - 106Chaetophiloscia cellaria - 85Chaetophiloscia elongata - 85Chaetophiloscia sicula - 85Chalcides chalcides - 112Chalcides ocellatus - 112Chalcophora - 103Chamaecytisus hirsutus - 14Chamaecytisus spinescens - 64Chamaerops humilis - 14, 39Charaxes - 92Charaxes jasius - 90, 91, 92Chemerina caliginearia - 98Chionomys nivalis - 125Cicada orni - 89Cicala - 87, 89, 117, 124Ciclamino - 60, 67, 70Cicoria - 121Ciliegio canino - 70Ciliellopsis oglasae - 82Cimice delle piante - 87Cinciarella - 137Cinghiale - 76, 92, 121, 127,129, 136, 138Cinghiali maremmani - 129Circaetus gallicus - 75, 118Cistapion cyanescens - 106Cisto - 9, 13, 28, 33, 39, 44, 45,46, 50, 53, 55, 60, 61, 62, 67,71, 72, 73, 80, 87, 106, 137Cisto di Creta - 44, 45, 59, 60,61, 67, 69Cisto di Montpellier - 14, 44, 45,46, 52, 56, 58, 63, 73Cisto femmina - 14, 37, 39, 45,46, 55, 58, 60, 61, 63, 67Cisto giallo - 45, 73Cisto rosa - 44, 45Cistus - 44, 59, 104, 105Cistus albidus - 14, 44, 45Cistus creticus - 14, 44Cistus creticus ssp. eriocephalus- 44, 45Cistus monspeliensis - 14, 44Cistus salvifolius - 14, 44Citiso peloso - 14, 65Citiso spinoso - 64Citiso trifloro - 14, 71Civetta - 119Clamator glandarius - 117Clematide - 25, 43, 58, 70Clematis flammula - 25Cleopatra - 91

Clitocybe font-queri - 53Clonopsis gallica - 87Cobite - 108Cobitis taenia - 108Cocciniglia - 87Cochlicella acuta - 81, 82Coeliodes ilicis - 106Coleottero - 107, 117, 122, 137Coluber hippocrepis - 112Coluber viridiflavus - 112Colubro ferro di cavallo - 112Colubro lacertino - 113Colubro leopardino - 112, 141Coniglio - 123Coniglio selvatico - 76, 77, 84,118, 122, 127Coracias garrulus - 117Corbezzolo - 13, 22, 24, 25, 28,29, 30, 33, 34, 36, 37, 40, 46,50, 55, 56, 60, 61, 62, 63, 65,68, 72, 73, 79, 90, 121, 127,145, 150Coris di Montpellier - 45Coris monspeliensis - 45Cornacchia - 77, 138Cornacchia grigia - 117Coronilla di Valenza - 40, 58, 68Coronilla dondolina - 40, 67, 68,69, 70Coronilla emerus ssp. emeroides- 40Coronilla giunchiforme - 45Coronilla juncea - 45Coronilla valentina - 40Cortinario - 53Cortinario violaceo - 53Cortinarius - 53Cortinarius glaucopus - 53Cortinarius ionochlorus - 53Cortinarius splendens - 53Corylus avellana - 50Cotinus coggygria - 69Coturnix coturnix - 119Crataegus monogyna - 72Crocidura - 121Crocidura leucodon - 124Crocidura minore - 122, 124Crocidura russula - 124Crocidura russula - 124Crocidura siciliana - 124, 125Crocidura sicula - 124, 125Crocidura suaveolens - 122, 124Crocidura ventre bianco - 124Cryptocephalus bimaculatus -101Cryptocephalus blanduloides -101Cryptocephalus fulvus - 101Cryptocephalus hypochoeridis -101Cryptocephalus ilicis - 101Cryptocephalus labiatus - 101Cryptocephalus marginellus -101Cryptocephalus trimaculatus -101

Cryptops - 84Ctenomeropsis nigra - 106Cuculo comune - 117Cuculo dal ciuffo - 117Cuculus canorus - 117Cyclamen purpurascens - 60, 70Cyprinus carpio - 108Cyrtopodion kotschyi - 110Cytisus - 104Cytisus scoparius - 14Cytisus villosus - 14Dafne gnidio - 39, 55, 60, 71Dafne olivella - 68Daino - 76, 120, 127, 128, 139Dama dama - 120, 128Danaë racemosa - 132Daphne gnidium - 39Daphne sericea - 68Daphnis nerii - 94, 95Daubeplusia daubei - 96Decticus albifrons - 88Deroplia troberti - 103Deschampsia - 92Dignathodon - 84Discoglosso dipinto - 110Discoglosso sardo - 110, 141Discoglossus pictus - 110Discoglossus sardus - 110, 141Dociostaurus maroccanus - 88Donnola - 127Dorycnium hirsutum - 59Drepana binaria - 96Drepana uncinula - 96Echinodera brisouti - 106Edera - 13, 46, 50, 67, 70Efedra - 43Efemera - 86Elaeagnus pungens - 132Elaphe lineata - 112Elaphe longissima - 112Elaphe quatuorlineata - 112, 141Elaphe situla - 112, 141Elicriso - 43, 55, 59, 60Eliomys quercinus - 123, 124,125Emberiza cirlus - 116Empusa - 87Eobania vermiculata - 81Erica - 28, 30, 34, 36, 37, 46, 59,73, 144, 145Erica arborea - 13, 29, 30, 33,34, 36, 37, 43, 50, 55, 56, 57,58, 60, 61, 62, 63, 65, 69, 71,72, 73, 91, 106Erica arborea - 13, 36Erica manipuliflora - 45Erica multiflora - 13Erica multiflora - 13, 22, 33, 43,45, 58, 59, 60, 62, 63, 64, 67,69, 71, 72Erica pugliese - 45Erica scoparia - 13Erica scoparia - 13, 21, 22, 39,46, 55, 56, 58, 61, 73Erinaceus concolor - 121, 122,125

Acacia cyanophylla - 132Acacia dealbata - 132, 133Acacia saligna - 132Acer monspessulanus - 46Acero minore - 46, 61, 65, 70Acherontia atropos - 95Acmaeodera - 103, 104Acmaeodera degener - 104Acmaeodera quadrifasciata -104Acmaeoderella virgulata - 104Aedes geniculatus - 98Afide - 87Agarico vinato - 53Agnocasto - 49, 61, 65, 71Agrilus - 104Agrilus marozzinii - 104Agrius convolvuli - 95Ailanthus altissima - 132Ailanto - 132Akis - 105Alaterno - 13, 33, 34, 35, 37, 39,40, 43, 46, 55, 56, 58, 60, 61,67, 68, 69, 70, 73, 91, 132, 150Albanella reale - 118Albero del paradiso vedi ailanto -132Albero di Giuda - 61, 63, 69Alborella meridionale - 108Alburnus albidus - 108Alectoris barbara - 119Algiroide magnifico - 110, 111Algiroide nano - 111Algyroides fitzingeri - 111Algyroides nigropunctatus - 110,111Allocco - 119Alloro - 13, 47, 49, 60, 61, 62,69, 149, 150Alnus glutinosa - 46Amanita - 52Amanita aspera - 52Amanita caesarea - 52Amanita curtipes - 52Amanita echinocephala - 52Amanita ovoidea - 52Amanita phalloides - 52Amanita ponderosa - 52Amanita proxima - 52Amanita verna - 52Ameles - 87Ammopolia witzenmanni - 96, 97Ampelodesmetum mauritanicae- 40Amphimallon - 106, 137Anacridium aegyptium - 88Anagyris aphyllus - 73Andrena - 107Anepia silens - 96

Anguis fragilis - 112Anillus - 99Anomala - 106Anopheles plumbeus - 98Anoxia - 106Anthaxia - 103, 104Anthaxia dimidiata - 104Anthaxia elegans - 105Anthaxia funerula - 104Anthaxia nigritula - 104Anthaxia pisanus - 105Anthaxia praeclara - 104Anthophora canescens - 107Anthyllis barba-jovis - 14Ape - 89, 107, 117Aphaenogaster - 107Aphthona nigriceps - 101Aphthona pygmaea - 101Apochima flabellaria - 97Apodemus sylvaticus - 124Aquila del Bonelli - 118Arbutus unedo - 13, 24, 36Arhopalus syriacus - 103Arisaro comune - 55Arisarum vulgare - 55Armadillidium - 85Armadillidium vulgare - 85Armadillo - 85Armadillo officinalis - 85Artemisia arborea - 62Artemisia arborescens - 62Arvicola delle nevi - 125Ascalaphus vedi Libelloides - 89Asparago - 13, 37, 56, 58, 59,60, 61, 65, 67, 68, 69, 70, 71,72, 150Asparago marino - 73Asparagus acutifolius - 13, 150Asparagus aphyllus - 73Asplenio maggiore - 55, 56Asplenium onopteris - 55Assiolo - 119Athene noctua - 119Auletobius pubescens - 106Averla - 116Averla capirossa - 116, 130Averla cenerina - 116Averla piccola - 116Bacillus atticus - 87Bacillus rossius - 86, 87Bagolaro - 69Barba di giove - 14, 39, 45, 58,59, 60, 62Barbagianni - 119Barbo - 108Barbus plebejus - 108Biacco - 112Biancone - 75, 118Biancospino - 72, 73

Blatta - 87Boleto - 52Boletus impolitus - 52Boletus rhodoxanthus - 53Bombo - 107, 117Bombus - 107Bosso - 50, 57, 61, 68, 69Bruco - 91Bufo bufo - 109Bufo viridis - 108, 109Buxus sempervirens - 57Calathus montivagus - 99Calicotome - 104, 105Calicotome infesta vedi Calicoto-me villosa - 14Calicotome spinosa - 14, 48Calicotome villosa - 14Calliptamus barbarus - 88Calluna - 58Calospilos pantarius - 97, 98Camedrio doppio - 57, 68, 105Camedrio femmina - 13, 58, 60,70, 71Camedrio siciliano - 65, 71Campaea honoraria - 98Campalita maderae - 100Canis lupo - 121Cantareus apertus - 82Capnodis cariosa - 104Capra aegagrus - 128Capra selvatica di Montecristo -128Capreolus capreolus - 121Capreolus capreolus italicus -141Caprifoglio - 39, 46, 65, 67, 150Caprifoglio mediterraneo - 13,37, 43, 55, 58, 68, 69, 71, 92Caprimulgus europaeus - 119Capriolo - 121, 127, 139Capriolo italico - 141Carabus lefebvrei - 99Carabus rossii - 99Carpa - 108Carpino - 149Carpino nero - 61, 63, 65, 67, 69Carpino orientale - 50, 61, 63Carpinus orientalis - 50Carrubazzo - 73Carrubo - 13, 25, 33, 39, 64, 65,70, 71, 72Carterus dama - 100Castagno - 50Castanea sativa - 50Catocala nymphagoga - 96Caulostrophus subsulcatus - 106Cavalletta - 87, 121Cavolaia - 91Cefalo - 108

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157156 Erinaceus europaeus - 121, 125Erithacus rubecula - 115Erodius - 105Esox lucius - 108Eucera numida - 107Eucera oraniensis - 107Eucera parvula - 107Eucrostes indigenata - 97Euforbia arborea - 13, 22, 38,39, 40, 43, 56, 58, 62, 63, 64,65, 67, 68, 70, 72, 73Euleptes europaea - 110Eupeodes - 99Euphorbia dendroides - 13, 38Eupithecia simpliciata - 97, 98Eupithecia unedonata - 97Euplagia quadripunctata - 95Eupolybothrus - 84Euscorpius - 82Euscorpius flavicaudis - 82Euthycera alaris - 98Faggio - 149Fagiano - 119Faina - 127Falco cuculo - 119Falco della regina - 118Falco eleonorae - 118Falco pecchiaiolo - 113, 118Falco peregrinus - 118Falco subbuteo - 119Falco vespertinus - 119Falcone pellegrino - 118Falena - 122, 138Falsa acacia vedi robinia - 132Farfalla - 89, 137Farfalla del corbezzolo - 91Farnetto - 65Felce - 50Felce aquilina - 21, 29Fico - 50Ficus carica - 50Fillirea - 33, 34, 46, 50, 67, 73,79, 106Fillirea a foglie strette - 14, 39,41, 43, 55, 57, 58, 59, 67, 70, 73Finocchio di mare - 72Fiorrancino - 114, 115Forbicina - 87Formica - 89, 93, 107, 119Formicaleone - 89Frassino - 46Fraxinus angustifolia - 46Fraxinus ornus - 13Gabbiano - 124Gabbiano reale - 77Ganoderma lucidum - 53Garrulus glandarius - 116Gatto domestico - 77Gatto randagio - 77Gazza - 116, 117Geco comune - 110Geco verrucoso - 110Gegenes pumilio - 93Genista - 13, 104, 105Genista corsica - 72Genista ephedroides - 73

Genista pilosa - 46Genista salzmannii - 57Genista tyrrhena - 63Ghiandaia - 116Ghiandaia marina - 117Gimnodattilo dell’Egeo - 110,111Ginepro - 22, 25, 33, 43, 57, 67,73, 79, 103, 104. 106, 127, 150Ginepro coccolone - 13, 40, 43,57, 58, 59, 60, 67, 72, 73Ginepro comune - 43Ginepro fenicio - 13, 40, 43, 56,58, 59, 60, 62, 63, 65, 67, 72, 73Ginepro rosso - 13, 34, 38, 40,43, 50, 67, 68, 69Ginestra - 13, 39, 46Ginestra a foglie di efedra - 73Ginestra dei carbonai - 14, 21,61Ginestra della Corsica - 72, 73Ginestra di Salzmann - 57Ginestra di Spagna - 14, 22, 40,41, 49, 57, 58, 61, 63, 68, 69,105Ginestra pelosa - 46Ginestra spinosa - 14, 22, 29, 30,37, 46, 48, 50, 65, 67, 71, 145Ginestra villosa - 14, 39, 49, 58,73Ginestrone - 50, 51, 57Globularia alypum - 45Gonepteryx cleopatra - 91Gongilo - 112Grillo - 87Grillone - 88Gruccione - 117Gryllomorpha dalmatina - 88Gryllus bimaculatus - 88Haemaphysalis erinacei - 84Halimium halimifolium - 45, 73Haplidia - 106Hebeloma cistophilum - 53Hedera helix - 13Helichrysum stoechas - 43Helleria brevicornis - 85Hemidactylus turcicus - 110Henia - 84Heptaulacus rasettii - 106Hesperophanes sericeus - 103Hieraaetus fasciatus - 118Hormogaster redii - 82Hyalomma lusitanicum - 84Hygrophorus nemoreus - 53Hygrophorus pseudodiscoideusvar. cistophilus - 53Hygrophorus russula - 53Hygrophorus unicolor - 53Hyla intermedia - 109Hyla meridionalis - 109Hyla sarda - 109Hyles euphorbiae - 95Hylesinus oleiperda - 106Hypena lividalis - 96Hypoponera - 107Hystrix - 127

Hystrix cristata - 126Icosium tomentosum - 103Idaea - 97Idaea distinctaria - 97Idaea efflorata - 97Idaea infirmaria - 97Idaea obsoletaria - 97Idaea ruficostata vedi Idaeadistinctaria - 97Idaea subsericeata - 97Idaea virgularia - 97Ilione trifaria - 98Ilione unipunctata - 98, 99Incensaria odorosa - 37, 65Insetto stecco - 86, 87Iphiclides podalirius - 91Iphthimus italicus - 106Iris - 87Istrice - 126Ixodes gibbosus - 84Juniperus - 103Juniperus communis - 43, 57Juniperus oxycedrus - 13, 38, 57Juniperus oxycedrus ssp. macro-carpa - 13Juniperus phoenicea - 13Jynx torquilla - 119Lacerta bilineata - 111Lactarius - 53Lactarius atlanticus - 53Lactarius mairei - 53Lactarius mairei var. ilicis - 53Lactarius tesquorum - 53Laemostenus algerinus - 99Lanius collurio - 116Lanius minor - 116Lanius senator - 116, 130Lasioglossum - 107Latrodectus tredecimguttatus -83Laurus nobilis - 13, 47Lavanda selvatica - 22, 33, 46,58, 63, 73Lavandula stoechas - 22Leccino - 52Leccinum - 52Leccinum corsicum - 52Leccinum lepidum - 52Leccio - 13, 20, 22, 25, 26, 27,28, 33, 34, 37, 43, 50, 52, 53,56, 58, 60, 61, 62, 63, 65, 67,68, 69, 71, 73, 79, 86, 87, 91,93, 96, 104, 106, 116, 122, 131,144, 146, 149Lentaggine - 13, 25, 50, 61, 63,67, 73Lentisco - 14, 33, 34, 35, 37, 39,40, 43, 46, 50, 55, 58, 59, 60,61, 62, 63, 64, 65, 67, 68, 70,71, 72, 73, 87, 104, 105, 132,146, 150, 151Lepre - 76, 122, 123Lepre comune vedi lepre euro-pea - 139Lepre europea - 141Lepre italica - 122, 123, 139

Leptanilla - 107Leptotes pirithous - 93Lepus corsicanus - 122, 139Lepus europaeus - 141Leucania putrescens - 96Libelloides - 89Libelloides coccajus - 89Libellula - 86, 117Ligustro a foglie lucide - 132Ligustrum lucidum - 132Lillatro - 13, 41, 55, 58, 60, 61,62, 64, 65, 67, 69, 70, 71, 73Limeniti - 92Limenitis - 92Limenitis camilla - 92Limenitis reducta - 92, 93Lithobius - 84Liza - 108Lodolaio - 119Lombrico - 122, 127Longitarsus ballotae - 101Longitarsus jacobaeae - 101Longitarsus lateripunctatus - 101Longitarsus luridus - 101Longitarsus pratensis - 101Longitarsus succineus - 101Longitarsus tabidus - 101Lonicera etrusca - 39Lonicera implexa - 13, 68, 69Lotus - 96Luccio - 108Lucertola adriatica - 111Lucertola campestre - 111Lucertola di Wagler - 111Lucertola muraiola - 111Lucertola ocellata - 111Lucertola tirrenica - 111Lupo - 121, 129Luscengola - 112Lycosa tarentula - 83Macaone - 91Macaone sardo - 91Magnanina - 114Magnanina sarda - 114Malmignatta o vedova neramediterranea - 83Malpolon monspessulanum -113Mandorlo selvatico - 70Mantide - 86, 87Mantide religiosa - 87Mantis - 87Marruca - 60, 61, 96Martes foina - 127Martes martes - 127Martora - 127Megachile atratula - 107Megachile variscopa - 107Megascolia sexmaculata - 101Melanargia arge - 92Melanofila - 104Melanophila - 104, 136Melanophila acuminata - 104Melanophila cuspidata - 104Meles meles - 127Meligethes - 105

Meligethes distinctus - 105Meligethes fuscus - 105Meligethes grenieri - 105Meligethes immundus - 105Meligethes lindbergi - 105Meligethes nigritus - 105Meligethes punctatus - 105Meligethinus pallidulus - 105Merlo - 115Merops apiaster - 117Messor - 107Messor barbarus - 107Messor capitatus - 107Messor meridionalis - 107Messor minor - 107Messor sanctus - 107Metadromius - 99Microlestes - 99Micromeria graeca - 45Micromeria juliana - 45Mimosa - 132, 133Mimosa a foglie intere - 132Mirto - 13, 15, 25, 37, 39, 43, 47,58, 59, 60, 61, 62, 64, 65, 67,68, 71, 73, 79, 150Molosso di Cestoni - 122Monachella - 115, 116Monticola solitarius - 115Mosca - 89Moscardino - 123, 124, 126,127, 138Muflone - 128, 139Mugil - 108Mus domesticus - 124Muscardinus avellanarius - 123,124, 138Mustela nivalis - 127Mustiolo - 122, 124, 125Myiathropa florea - 98Myrtus communis - 13, 15, 47Nanodiscus transversus - 106Nerium oleander - 46Niphona picticornis - 103Nocciolo - 50Nomisia aussereri - 83Nomisia exornata - 83Notiophilus rufipes - 99Occhiocotto - 114Ochropleura leucogaster - 96Odontoscelis - 89Oedemera atrata - 101Oedemera barbara - 101Oedemera caudata - 101Oedemera flavipes - 101Oedemera lurida - 101Oedemera nobilis - 101Oedemera podagrariae - 101Oedemera simplex - 101Oedipoda coerulescens - 88Oenanthe hispanica - 115Olea europaea var. sylvestris -13Oleandro - 8, 46, 48, 49, 65, 71,146, 149Oleastro - 13, 25, 33, 34, 39, 43,46, 50, 58, 61, 62, 63, 64, 65,

67, 70, 71, 73, 106Olisthopus - 99Olivagno pungente - 132Olivo - 26, 104, 134 149Olmo - 60Ontano - 46Ophiusa tirhaca - 97Ophonus incisus - 100Orbettino - 112Origano - 124Orniello - 13, 50, 60, 61, 62, 63,64, 65, 67, 68, 69Ornithodorus erraticus - 84Orthosia rorida - 96Oryctolagus cuniculus - 77, 122Osiride - 34, 40, 69Osmia latreillei - 107Osmia signata - 107Osmoderma eremita - 106Osyris alba - 34Otus scops - 119Ovis orientalis - 128Ovolo buono - 52Oxychilus oglasicola - 82Oxychilus pilula - 82Oxythyrea funesta - 107Pachybrachis exclusus - 101Pachybrachis salfii - 101Pachypus - 106Paliurus spina-christi - 60, 61Palma nana - 14, 39, 43, 54, 58,62, 70, 71, 72, 73, 105Palpares libelluloides - 89Pamphagus - 88Pamphagus sardus - 88Papilio hospiton - 91Papilio machaon - 91Papillifera papillaris - 81Papillifera solida - 81Paradromius - 99Paratettix meridionalis - 88Paratriodonta romana - 80Parmena algirica - 103Parmena solieri - 103Parophonus hispanus - 100Passera scopaiola - 113, 115Passero solitario - 115, 116Pennellini - 45, 55Pentodon - 106Perdix perdix - 119Perni apivorus - 113, 118Pernice sarda - 119Pero mandorlino - 70, 72Pero selvatico - 57Pettirosso - 115Phalloniscus verhoeffi - 85Phasianus colchicus - 119Phellinus torulosus - 53Pherbina mediterranea - 98Phillyrea angustifolia - 14, 41Phillyrea latifolia - 13, 41Philorhizus - 99Philoscia affinis - 85Phrissotrichum tubiferum - 106Phyllognathus - 106Pica pica - 116

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158 159Picchio - 119Picchio rosso minore - 119Picchio verde - 119Piccione - 118Picoides minor - 119Picus viridis - 119Pieris mannii - 91Pimelia - 105Pino - 30, 31, 43, 58, 87, 89,103, 104Pino d’Aleppo - 22, 29, 45, 55,67, 68, 69, 89Pino domestico - 59, 89, 127Pino marittimo - 21, 29, 57, 59,89Pinus - 103Pinus halepensis - 22, 29, 104Pinus pinaster - 21, 104Pinus pinea - 59, 104Pipistrello - 119, 122, 138Pipistrello albolimbato - 122Pipistrello di Savi - 122Pipistrellus kuhlii - 122Pipistrellus savii - 122Pistacia lentiscus - 14, 35, 151Pistacia terebinthus - 13, 64Pitosforo - 132Pittosporum tobira - 132Pittosporum undulatum - 132Platyarthrus - 85Platyarthrus caudatus - 85Platyarthrus costulatus - 85Platyarthrus hoffmannseggi - 85Platycleis intermedia - 88Podalirio - 91Podarcis melisellensis - 111Podarcis muralis - 111Podarcis sicula - 111Podarcis tiliguerta - 111Podarcis wagleriana - 111Poecilium glabratum - 103Poecilium lividum - 103Pogonocherus neuhausi - 103Polydrusus parallelus - 106Polyphylla - 106Polyporus meridionalis - 53Pomatias elegans - 81Porcellino di terra - 85Porcellio - 86Porcellio laevis - 86Porcellio orarum - 86Porcellio spatulatus - 86Porcellionides - 86Porcellionides pruinosus - 86Porcellionides sexfasciatus - 86Potosia - 106Prasium majus - 39Prinobius myardi - 103Prugnolo - 91, 127Prunella modularis - 113, 115Prunus amygdaliformis - 70Prunus mahaleb - 70Prunus spinosa - 91Pseudosphegesthes cinereus -103Psithyrus - 107

Psylliodes chrysocephalus - 101Psylliodes cupreus - 101Psylliodes gibbosus - 101Pteridium aquilinum - 21Pulicaria odora - 37Pungitopo - 13, 50, 61, 65, 67,71, 73Pyronia cecilia - 92Pyrus amygdaliformis - 70Pyrus pyraster - 57Quaglia - 119Quercia - 65, 79Quercia castagnara - 65Quercia da sughero - 13, 21, 22,32, 33, 43, 52, 60, 61, 62, 65,71, 79Quercia spinosa - 43, 70, 73Quercino - 123, 124, 126, 127Quercus calliprinos - 14Quercus cerris - 33Quercus coccifera - 14Quercus crenata - 61Quercus frainetto - 65Quercus ilex - 13, 20Quercus pubescens - 33Quercus suber - 13, 32, 71Quercus virgiliana - 65Raganella - 109Raganella italiana - 109Raganella mediterranea - 109Raganella tirrenica - 109Ragno - 122Ramarro occidentale - 111Raphidia - 89Ratto - 77Ratto nero - 124, 126, 127Rattus rattus - 124, 126Regulus ignicapillus - 114, 115Renna - 76Rhamnus alaternus - 13, 35Rhipicephalus pusillus - 84Rhodocyrtus cribripennis - 106Rhodometra sacraria - 97Riccio - 84, 121, 125Riccio orientale - 121, 122, 125Ripartites strigiceps - 53Robbia - 13, 37, 40, 56, 60, 61,65, 67, 68, 69, 70, 71, 72, 73Robinia - 132Robinia pseudacacia - 132Rosa - 13, 25, 50Rosa a mazzetti - 132Rosa banksiae - 132Rosa sempervirens - 13Rosmarino - 13, 22, 33, 37, 39,45, 53, 55, 56, 58, 59, 60, 61,64, 67, 71, 72, 73, 105, 150Rosmarinus officinalis - 13Rospo - 108, 109Rospo comune - 109Rospo smeraldino - 108, 109Rovella - 108Roverella - 33, 37, 50, 68, 69,114Rovo - 49, 87, 127Rubia peregrina - 13, 37

Rubus ulmifolius - 49Ruscus aculeatus - 13Russula - 53Russula atramentosa - 53Russula cistoadelpha - 53Russula cyanoxantha - 53Russula delica - 53Russula heterophylla - 53Russula ilicis - 53Russula monspeliensis - 53Russula nigricans - 53Russula nuragica - 53Russula prinophila - 53Russula vesca - 53Rutilus rubilio - 108Sablia prominens - 96Sablia sicula - 96Saettone - 112Salice - 46, 49Salsapariglia vedi strappabraghe- 48Saltimpalo - 115Salvia - 124, 150Santoreggia - 150Santoreggia di San Giuliano - 45Santoreggia greca - 45Santoreggia montana - 50, 64Saracco - 40, 61, 62, 68, 72, 144Sarcopoterium spinosum - 45Sarothamnus - 104Satureja montana - 50, 64Saturnia del pero - 96Saturnia pyri - 96Satyrium ilicis - 93Saxicola rubetra - 113, 115Saxicola torquata - 115Scabiosa - 104Scannabecco vedi ginestra spi-nosa - 48Scarabaeus - 106Scarabaeus laticollis - 106Scarabaeus typhon - 106Scarabaeus variolosus - 106Scarabeo - 89, 122Scaurus - 105Schendyla - 84Scheroteca targionii - 82Sciurus vulgaris - 127Scoiattolo comune - 127Scoiattolo rosso europeo vediscoiattolo comune - 127Scolopendra - 85Scolopendra cingulata - 84, 85Scolopendra oraniensis - 85Scorpione - 82Scotano - 69, 70Scricciolo - 115Semiothisa aestimaria - 98Senecio angulatus - 132Senecio deltoideus - 132Serinus serinus - 116Serpente gatto europeo - 113Sfinge del convolvolo - 95Sfinge del ligustro - 95Sfinge dell’euforbia - 95Sfinge dell’oleandro - 94, 95

Sfinge testa di morto - 95Silybum marianum - 107Sisyphus schaefferi - 106Smilax aspera - 13, 42, 48Smithistruma - 107Sollya heterophylla - 132Sommacco vedi scotano - 97Spartium - 104Spartium junceum - 14, 41Spazzaforno - 45, 71, 72, 73Sphinx ligustri - 95Spinaporci - 45, 67Spine da forno vedi ginestra spi-nosa - 48Sputacchina - 89Staehelina dubia - Storace - 61Storno - 138Strappabraghe - 13, 25, 34, 37,42, 43, 46, 48, 50, 56, 58, 60,61, 65, 67, 68, 70, 71, 73Strix aluco - 119Styrax officinalis - 61Succiacapre - 119Suncus etruscus - 122, 124, 125Sus scrofa - 121, 129Sus scrofa majori - 129Sylvia cantillans - 114Sylvia conspicillata - 114Sylvia melanocephala - 114Sylvia sarda - 114Sylvia undata - 114Syntomus - 99Tacheocampylaea tacheoides -82Tadarida teniotis - 122Talpa romana - 122Talpa romana - 122Tamarix africana - 49Tamarix gallica - 49Tamaro - 55, 64, 67Tamerice - 49, 65, 71Tamerice africana - 49, 61Tamus communis - 55Tarantolino - 110Tarentola mauritanica - 110Tasso - 127Tè siciliano - 39, 40, 58, 62, 67,73Telescopus fallax - 113Tentyria - 105Terebinto - 13, 34, 50, 63, 64,65, 69, 70, 97, 105Termite - 87, 119Testudo graeca - 110, 141Testudo hermanni - 110, 140,141Testudo marginata - 110, 141Testuggine - 136Testuggine di Hermann - 110,140, 141Testuggine marginata - 76, 110,141Testuggine moresca - 76, 110,141Teucrium - 105

Teucrium flavum - 57Teucrium fruticans - 13Teucrium siculum - 65Thera cupressata - 97Thymelaea hirsuta - 45Thymus capitatus - 45Thymus vulgaris - 9, 45Timo - 9, 45, 46, 124, 150Timo arbustivo - 45, 67, 70,71Timon lepidus - 111Tinca - 108Tinca tinca - 108Tiroloscia corsica - 85Tiroloscia macchiae - 85Topo selvatico - 124Topolino domestico - 124Toporagno - 121Toporagno crocidurino - 124Torcicollo - 119Tordo - 118Trachyzelotes barbatus - 83Trachyzelotes mutabilis - 83Trechus quadristriatus - 99Trichoniscus pusillus - 86Trifoglino irsuto - 59, 105Trochoidea pyramidata - 81Troglodytes troglodytes - 115Trox litoralis - 106Turdus merula - 115Typhloreicheia - 99Tyto alba - 119Ulex - 104Ulex europaeus - 50, 51Ulmus minor - 60Upupa - 116, 117Upupa epops - 116, 117Valgus - 106Vedovelle cespugliose - 45, 58Verzellino - 116Vespa - 89, 107, 117Viburnum tinus - 13Vipera - 121Vipera ammodytes - 125Vipera aspis - 113Vipera comune - 113Vite - 26Vite selvatica - 46Vitex agnus-castus - 49Volpe - 127Vulpes vulpes - 127Xenochlorodes beryllaria - 97Xerocomus dryophilus - 53Xerocomus persicolor - 53Xerocomus rubellus -53Xerotrica conspurcata - 81Xylocopa - 107Zanzara - 77, 89, 98Zelotes carmeli - 83Zelotes fuscotestaceus - 83Zelotes nilicola - 83Zelotes tenuis - 83Zigolo nero - 116

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Si ringraziano:Roberto Argano (Crostacei Isopodi)Paolo Audisio (Coleotteri Nitidulidi)Maurizio Biondi (Coleotteri Crisomelidi)Marco Bologna (Coleotteri Edemeridi e Meloidi)Alessandro Biscaccianti (Coleotteri Cerambicidi) Enzo Colonnelli (Coleotteri Curculionidi)Giovanni Gobbi (Coleotteri Buprestidi)Alessandro Minelli e Marzio Zapparoli (Chilopodi)Carlo Morandini (Lepidotteri)Sandro Ruffo (revisione critica del testo)Un ringraziamento, inoltre, aGiuseppina Barberis, Liliana Degiorgis,Luca Gardini, Stefano Gardini,Mariagrazia Rossi, Paola Sergo eMaura Tavano

La responsabilità di quanto riportato nel testo,nonché di eventuali errori ed omissioni, rimaneesclusivamente degli autori.

Il volume è stato realizzato con i fondi delMinistero dell’Ambiente e dellaTutela del Territorio.

Finito di stamparenel mese di dicembre 2002presso la Graphic linea print factory - Udine

Printed in Italy