13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

144
Normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: La valutazione del rischio incendio e la gestione della sicurezza. “DM 10.3.1998. Legge 609/1996. a cura dell’ Ing. Antonio De Benedetto

description

Normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: "La valutazione del rischio incendio e la gestione della sicurezza. DM 10.3.1998. Legge 609/1996." 144pag. a cura dell’ Ing. Antonio De Benedetto 2016

Transcript of 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Page 1: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro:

La valutazione del rischio incendio e la gestionedella sicurezza.

“DM 10.3.1998. Legge 609/1996.

a cura dell’ Ing. Antonio De Benedetto

Page 2: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

DECRETO MINISTERIALE 10 marzo 1998

Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione

dell'emergenza nei luoghi di lavoro

(G.U. 7 aprile 1998, n. 81, suppl. ord.).

ART. 1

OGGETTO - CAMPO DI APPLICAZIONE

ATTUAZIONE ART. 13, COMMA 1, DEL DECRETO LEGISLATIVO 19

SETTEMBRE 1994, N. 626

SPUNTI E CONSIDERAZIONI SUL

Page 3: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

DLGS. 81/08

Prevenzione Incendi

FERMO RESTANDO QUANTO PREVISTO DAL DPR 577/82

(REGOLAMENTO DI PREVENZIONE INCENDI), I MINISTRI

DELL’INTERNO, DEL LAVORO …. , ADOTTANO UNO O PIÙ

DECRETI NEI QUALI SONO DEFINITI:

CRITERI DIRETTI AD INDIVIDUARE:

•Misure intese ad evitare l’insorgere di un incendio e a limitarne le

conseguenze qualora esso accada;

•Misure precauzionali d’esercizio;

•Metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle

attrezzature antincendio;

•Criteri per la gestione delle emergenze.

RICORDIAMO :

Page 4: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

RITORNANDO ALL’ART. 1 DEL DM 10.3.1998

Il decreto stabilisce i criteri per la valutazione dei rischi diincendio nei luoghi di lavoro ed indica le misure diprevenzione e di protezione antincendio da adottare, al fine diridurre l'insorgenza di un incendio e di limitarne leconseguenze qualora esso si verifichi

Il decreto si applica alle attività che si svolgono nei luoghi di lavoro come definiti del decreto legislativo n.81/2008,

Page 5: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ART. 2VALUTAZIONE DEI RISCHI DI INCENDIO

La valutazione dei rischi di incendio e le conseguentimisure di prevenzione e protezione, costituiscono partespecifica del documento.

Page 6: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

DLGS 81/2008(Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del

preposto)1. Il datore di lavoro, in relazione alla natura dell'attività

dell'azienda ovvero dell'unità produttiva, valuta, nella scelta delleattrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimiciimpiegati, nonchè nella sistemazione dei luoghi di lavoro, i rischiper la sicurezza e per la salute dei lavoratori, ivi compresi quelliriguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari.

2. All'esito della valutazione di cui al comma 1, il datore di lavoroelabora un documento contenente:

a.una relazione sulla valutazione dei rischi per la sicurezza e lasalute durante il lavoro, nella quale sono specificati i criteri adottatiper la valutazione stessa;

b. l'individuazione delle misure di prevenzione e di protezione e deidispositivi di protezione individuale, conseguente alla valutazione dicui alla lettera a);

c. il programma delle misure ritenute opportune per garantire ilmiglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza.

Page 7: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Nel documento di cui al comma 1 sono altresì riportati inominativi dei lavoratori incaricati dell'attuazionedelle misure di prevenzione incendi, lotta antincendioe di gestione delle emergenze, o quello del datore dilavoro.

STRALCIO ART DEL DLGS 81/2008(Svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei

compiti di prevenzione e protezione dai rischi).

1. Il datore di lavoro può svolgere direttamente i compitipropri del servizio di prevenzione e protezione dai rischinonchè di prevenzione incendi e di evacuazione, nei casiprevisti nell'allegato I, dandone preventiva informazione alrappresentante dei lavoratori per la sicurezza ed allecondizioni di cui ai commi successivi.

Page 8: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Nel documento di valutazione dei rischi il datore di lavoro valutail livello di rischio di incendio del luogo di lavoro classificando talelivello in una delle seguenti categorie, in conformità ai criteri di cuiall'allegato I:

a) livello di rischio elevato;

b) livello di rischio medio;

c) livello di rischio basso.

Page 9: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ART. 3MISURE PREVENTIVE, PROTETTIVE E PRECAUZIONALI DI ESERCIZIO

All'esito della valutazione dei rischi di incendio, ildatore di lavoro adotta le misure finalizzate a:

a. RIDURRE LA PROBABILITÀ DI INSORGENZA DI UN INCENDIO b. REALIZZARE LE VIE E LE USCITE DI EMERGENZA PREVISTE DAL DLGS

81/2008, PER GARANTIRE L'ESODO DELLE PERSONE IN SICUREZZA IN CASO DI INCENDIO

c. REALIZZARE LE MISURE PER UNA RAPIDA SEGNALAZIONE DELL'INCENDIO AL FINE DI GARANTIRE L'ATTIVAZIONE DEI SISTEMI DI ALLARME E DELLE PROCEDURE DI INTERVENTO

d. ASSICURARE L'ESTINZIONE DI UN INCENDIO e. GARANTIRE L'EFFICIENZA DEI SISTEMI DI PROTEZIONE

ANTINCENDIO f. FORNIRE AI LAVORATORI UNA ADEGUATA INFORMAZIONE E

FORMAZIONE SUI RISCHI DI INCENDIO

Per le attività soggette al controllo da parte deiComandi Provinciali dei Vigili del Fuoco,ledisposizioni del presente articolo si applicanolimitatamente alle lettere a, e, ed f.

Page 10: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ART. 4

CONTROLLO E MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI E DELLE ATTREZZATURE ANTINCENDIO

Gli interventi di manutenzione ed i controlli sugli impianti esulle attrezzature di protezione antincendio sono effettuati:

•nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentarivigenti,

•delle norme di buona tecnica emanate dagli organismi dinormalizzazione nazionali o europei

•in assenza di dette norme di buona tecnica, delle istruzionifornite dal fabbricante e/o dall'installatore.

Page 11: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ART. 5

GESTIONE DELL'EMERGENZA IN CASO DI INCENDIO

misure organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio

PIANO DI EMERGENZA

IL PIANO DI EMERGENZA E’ ELABORATO IN

CONFORMITÀ AI CRITERI DELL’ALLEGATO VIII.

PER I LUOGHI DI LAVORO OVE SONO OCCUPATI MENO DI10 DIPENDENTI, IL DATORE DI LAVORO NON È TENUTOALLA REDAZIONE DEL PIANO DI EMERGENZA (RIMANEFERMA COMUNQUE L'ADOZIONE DELLE NECESSARIEMISURE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI DA ATTUARE IN

CASO DI INCENDIO).

valutazione dei rischi d'incendio

Page 12: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ARTT. 6 E 7DESIGNAZIONE DEGLI ADDETTI AL SERVIZIO

ANTINCENDIO

SULLA BASE DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHID'INCENDIO E DEL PIANO DI EMERGENZA

il datore di lavoro designa uno o più lavoratori incaricatidell'attuazione delle misure di prevenzione incendi, lottaantincendio e gestione delle emergenze (o se stesso neicasi previsti dall'art. 10 del decreto suddetto).

Page 13: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

I LAVORATORI INCARICATI DELL'ATTUAZIONE DELLE MISURE DIPREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONEDELLE EMERGENZE DEVONO ESSERE ADEGUATAMENTE FORMATI.

Art. 22 ex Dlg 626/1994 e art. 7 DM 10.3.1998

L’organizzazione dei corsi di formazioneavviene a cura dei Vigili del Fuoco o di Entipubblici e privati, ai sensi della legge n°609 del 28 novembre 1996

LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI

Page 14: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

PER LE ATTIVITA’ A RISCHIO RIPORTATENELL’ALLEGATO X OCCORRE, OLTRE ALLAFREQUENZA DEI CORSI DI FORMAZIONE,L’IDONEITA’ TECNICA DEI LAVORATORIINCARICATI DELL'ATTUAZIONE DELLE MISURE DIPREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO EGESTIONE DELLE EMERGENZE.

[art. 3 legge 28 novembre 1996, n. 609]

L’IDONEITA’ TECNICA

La legge n° 609 del 28/11/1996 affida in viaesclusiva, ai Comandi Provinciali dei Vigili delFuoco, il rilascio, previo superamento di provatecnica, dell’attestato di idoneita’ a talilavoratori.

Page 15: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

a) industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del DPR n. 175/1988 e

successive modifiche e integrazioni;

b) fabbriche e depositi di esplosivi;

c) centrali termoelettriche;

d) impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili;

e) impianti e laboratori nucleari;

f) depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a

10.000 m²;

g) attività commerciali e/o espositive con superficie aperta al pubblico

superiore a 5.000 m²;

h) aeroporti, infrastrutture ferroviarie e metropolitane;

i) alberghi con oltre 100 posti letto;

elenco dei luoghi di lavoro ove si svolgono attività per le quali è

previsto che i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di

prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze,

conseguano l'attestato di idoneità tecnica di cui all'articolo 3 della

legge 28 novembre 1996, n. 609:

Art. 6 DM 10.3.1998 e allegato X

ATTESTATO DI IDONEITA’ TECNICA

Page 16: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

l) ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani;

m) scuole di ogni ordine e grado con oltre 300 persone presenti

n) uffici con oltre 500 dipendenti;

o) locali di spettacolo e trattenimento con capienza superiore a 100 posti;

p) edifici pregevoli per arte e storia, sottoposti alla vigilanza dello Stato ai

sensi del R.D. 7 novembre 1942 n. 1564, adibiti a musei, gallerie,

collezioni, biblioteche, archivi, con superficie aperta al pubblico superiore

a 1.000 m²;

q) cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione,

manutenzione e riparazione di gallerie, caverne, pozzi ed opere simili di

lunghezza superiore a 50 m;

r) cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi.

ATTESTATO DI IDONEITA’ TECNICA

Page 17: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

DECRETO 21 dicembre 2001 Aggiornamento delle tariffe dovuteper l'attivita' di formazione svolta dal Corpo nazionale dei Vigili delfuoco agli addetti di cui all'art. 12 del decreto legislativo 19settembre 1994, n. 626. (GU n. 19 del 23-1-2002)

A) Attivita' di formazione e addestramento svolto in sedi diverseda quelle del Corpo nazionale dei vigili del fuoco:

Personale docente Tariffa oraria

ore teoriche euro 114,00

ore pratiche euro 74,00

Personale non docente Tariffa oraria

operatore con qualifica di vigile euro 40,00

TARIFFE DEI CORSI PER ADDETTI ANTICENDIO TENUTI DAI VV.F.

Page 18: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

B) Attivita' di formazione svolta nelle sedi delCorpo nazionale dei vigili del fuoco.

Per ogni modulo di formazione della durata diquattro ore, viene prevista una quota di euro103,00 per ciascun partecipante (minimo 15

partecipanti).

C) Attivita' di accertamento per il rilascio dell'attestato diidoneità tecnica.

Per ciascun partecipante viene prevista una quota di euro 45,00.

TARIFFE DEI CORSI PER ADDETTI ANTICENDIO TENUTI DAI VV.F.

Page 19: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Generalità

Nel presente allegato sono stabiliti i criteri generali perprocedere alla valutazione dei rischi di incendio nei luoghidi lavoro.L'applicazione dei criteri ivi riportati non preclude l'utilizzodi altre metodologie di consolidata validità.

ALLEGATO I

Linee guida per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro

Gli allegati del D.M. 10.03.1998

Page 20: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Definizioni

Ai fini del presente decreto si definisce:

o pericolo di incendio: proprietà o qualità intrinseca di determinatimateriali o attrezzature, oppure di metodologie e pratiche di lavoro o diutilizzo di ambiente di lavoro, che presentano il potenziale di causare unincendio;

o rischio di incendio: probabilità che sia raggiunto il livello potenzialedi accadimento di un incendio e che si verifichino conseguenzedell'incendio sulle persone presenti;

o valutazione dei rischi di incendio: procedimento di valutazione deirischi di incendio in un luogo di lavoro, derivante dalle circostanze delverificarsi di un pericolo di incendio.

Page 21: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Obiettivi della valutazione dei rischi di incendio

La valutazione dei rischi di incendio deve consentire aldatore di lavoro di prendere i provvedimenti che sonoeffettivamente necessari per salvaguardare la sicurezza deilavoratori e delle altre persone presenti nel luogo di lavoro.

I provvedimenti comprendono:

la prevenzione dei rischi;

l'informazione dei lavoratori e delle altre persone presenti;

la formazione dei lavoratori;

le misure tecnico-organizzative destinate a porre inatto i provvedimenti necessari.

Page 22: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

QUALORA NON SIA POSSIBILE ELIMINARE I RISCHI

OCCORRE :

• DIMINUIRLI NELLA MISURA DEL POSSIBILE

• TENERE SOTTO CONTROLLO I RISCHI RESIDUI

La prevenzione dei rischi costituisce uno degliobiettivi primari della valutazione dei rischi.

Page 23: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI INCENDIO TIENE CONTO:

a)del tipo di attività;

b)dei materiali immagazzinati e manipolati;

c) delle attrezzature presenti nel luogo di lavoro compresigli arredi;

d) delle caratteristiche costruttive del luogo di lavorocompresi i materiali di rivestimento;

e) delle dimensioni e dell'articolazione del luogo dilavoro;

f) del numero di persone presenti, siano esse lavoratoridipendenti che altre persone, e della loro prontezza adallontanarsi in caso di emergenza.

Page 24: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Criteri per procedere alla valutazione dei rischi di incendio

La valutazione dei rischi di incendio si articola nelle seguenti fasi:

a) individuazione di ogni pericolo di incendio (p.e. sostanze facilmentecombustibili e infiammabili, sorgenti di innesco, situazioni che possonodeterminare la facile propagazione dell'incendio);

b) individuazione dei lavoratori e di altre persone presenti nel luogo dilavoro esposte a rischi di incendio;

c) eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio;

d) valutazione del rischio residuo di incendio;

e) verifica della adeguatezza delle misure di sicurezza esistenti ovveroindividuazione di eventuali ulteriori provvedimenti e misure necessarie adeliminare o ridurre i rischi residui di incendio.

Page 25: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI DI INCENDIO

Materiali combustibili e/o infiammabili

Alcuni materiali presenti nei luoghi di lavoro costituiscono pericolo potenzialepoiché essi sono facilmente combustibili od infiammabili o possono facilitareil rapido sviluppo di un incendio. Si citano ad esempio :

§ vernici e solventi infiammabili;

§ gas infiammabili;

§ grandi quantitativi di carta e materiali di imballaggio; materiali plastici;

§ grandi quantità di manufatti infiammabili;

§ prodotti chimici che possono essere da soli infiammabili o che possono

reagire con altre sostanze provocando un incendio;

§ prodotti derivati dalla lavorazione del petrolio;

§ vaste superfici di pareti o solai rivestite con materiali facilmente

combustibili.

Page 26: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Sorgenti di innesco

Le sorgenti di innesco e fonti di calore sono cause potenziali diincendio o possono favorire la propagazione di un incendio.

ESEMPI :

presenza di fiamme o scintille dovute a processi di lavoro, quali taglio,affilatura, saldatura;

presenza di sorgenti di calore causate da attriti;

presenza di macchine ed apparecchiature in cui si produce calore noninstallate e utilizzate secondo le norme di buona tecnica;

uso di fiamme libere;

presenza di attrezzature elettriche non installate e utilizzate secondo lenorme di buona tecnica.

Page 27: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

1.4.2 - Identificazione dei lavoratori e di altre persone presenti esposti a rischi di incendio

Se nessuna persona sia particolarmente esposta a rischio, in particolare per i

piccoli luoghi di lavoro,

occorre solamente seguire i criteri generali finalizzati a garantire per chiunque una adeguata sicurezza antincendio.

Occorre prendere in considerazione invece i casi in cui una o più persone siano esposte a rischi particolari in caso di incendio. A titolo di esempio si possono citare i casi in cui:

ssiiaannoo pprreevviissttee aarreeee ddii rriippoossoo;;

ssiiaa pprreesseennttee ppuubbbblliiccoo ooccccaassiioonnaallee iinn nnuummeerroo ttaallee ddaa ddeetteerrmmiinnaarree ssiittuuaazziioonnee

ddii aaffffoollllaammeennttoo;;

ssiiaannoo pprreesseennttii ppeerrssoonnee llaa ccuuii mmoobbiilliittàà,, uuddiittoo oo vviissttaa ssiiaa lliimmiittaattaa;;

ssiiaannoo pprreesseennttii ppeerrssoonnee cchhee nnoonn hhaannnnoo ffaammiilliiaarriittàà ccoonn ii lluuoogghhii ee ccoonn llee

rreellaattiivvee vviiee ddii eessooddoo;;

Page 28: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ssiiaannoo pprreesseennttii llaavvoorraattoorrii iinn aarreeee aa rriisscchhiioo ssppeecciiffiiccoo ddii iinncceennddiioo;;

ssiiaannoo pprreesseennttii ppeerrssoonnee cchhee ppoossssoonnoo eesssseerree iinnccaappaaccii ddii rreeaaggiirree pprroonnttaammeennttee

iinn ccaassoo ddii iinncceennddiioo oo ppoossssoonnoo eesssseerree ppaarrttiiccoollaarrmmeennttee iiggnnaarree ddeell ppeerriiccoolloo

ccaauussaattoo ddaa uunn iinncceennddiioo,, ppooiicchhéé llaavvoorraannoo iinn aarreeee iissoollaattee ee llee rreellaattiivvee vviiee ddii

eessooddoo ssoonnoo lluunngghhee ee ddii nnoonn ffaacciillee pprraattiiccaabbiilliittàà..

Page 29: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Eliminazione o riduzione dei pericoli di incendio

Per ciascun pericolo di incendio identificato, è necessario valutare seesso possa essere:

§ eliminato;

§ ridotto;

§ sostituito con alternative più sicure;

§ separato o protetto dalle altre parti del luogo di lavoro, tenendo

presente il livello globale di rischio per la vita delle persone e leesigenze per la corretta conduzione dell'attività.

ATTENZIONE

Occorre stabilire se tali provvedimenti,

qualora non siano adempimenti di legge,

debbano essere realizzati immediatamente o possano far parte di un programma da realizzare nel tempo

.

Page 30: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

1.4.4 - Classificazione del livello di rischio di incendio

Sulla base della valutazione dei rischi è possibile classificare il livello di rischio di incendiodell'intero luogo di lavoro o di ogni parte di esso: tale livello può essere basso, medio oelevato.

A) Luoghi di lavoro a rischio di incendio basso

Si intendono a rischio di incendio basso i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sonopresenti sostanze a basso tasso di infiammabilità e le condizioni locali e di eserciziooffrono scarse possibilità di sviluppo di principi di incendio ed in cui, in caso di incendio,la probabilità di propagazione dello stesso è da ritenersi limitata.

B) Luoghi di lavoro a rischio di incendio medio

Si intendono a rischio di incendio medio i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui sonopresenti sostanze infiammabili e/o condizioni locali e/o di esercizio che possono favorirelo sviluppo di incendi, ma nei quali, in caso di incendio, la probabilità di propagazionedello stesso è da ritenersi limitata. Si riportano in allegato IX, esempi di luoghi dilavoro a rischio di incendio medio.

C) Luoghi di lavoro a rischio di incendio elevato

Si intendono a rischio di incendio elevato i luoghi di lavoro o parte di essi, in cui perpresenza di sostanze altamente infiammabili e/o per le condizioni locali e/o di eserciziosussistono notevoli probabilità di sviluppo di incendi e nella fase iniziale sussistono fortiprobabilità di propagazione delle fiamme, ovvero non è possibile la classificazione comeluogo a rischio di incendio basso o medio.

Page 31: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Rischio di incendio medio

A titolo esemplificativo e non esaustivo rientrano in tale categoria diattività:

a) i luoghi di lavoro compresi (nell'allegato al D.M. 16 febbraio 1982 enelle tabelle A e B annesse al D.P.R. n. 689 del 1959) ora DLgs151/2008, con esclusione delle attività considerate a rischio elevato;

b) i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed impieganosostanze infiammabili e si fa uso di fiamme libere, esclusi quelliinteramente all'aperto.

La formazione dei lavoratori addetti in tali attività deve essere basatasui contenuti del corso B.

Page 32: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Rischio di incendio elevato

A titolo esemplificativo e non esaustivo si riporta un elenco di attività da considerare ad elevato rischio di incendio:

a) industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del D.P.R. n. 175/1988, e successive modifiche ed integrazioni; b) fabbriche e depositi di esplosivi; c) centrali termoelettriche; d) impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili; e) impianti e laboratori nucleari; f) depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a 20.000 mq; g) attività commerciali ed espositive con superficie aperta al pubblico superiore a 10.000 mq; h) scali aeroportuali, infrastrutture ferroviarie e metropolitane; i) alberghi con oltre 200 posti letto; l) ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani; m) scuole di ogni ordine e grado con oltre 1.000 persone presenti; n) uffici con oltre 1.000 dipendenti; o) cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione, manutenzione e riparazione di gallerie, caverne, pozzi ed opere simili di lunghezza superiore a 50 m; p) cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi.

Page 33: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

I luoghi a rischio elevato comprendono:

aree dove i processi lavorativi comportano l'utilizzo di sostanze altamenteinfiammabili (p.e. impianti di verniciatura), o di fiamme libere, o laproduzione di notevole calore in presenza di materiali combustibili;

aree dove c'è deposito o manipolazione di sostanze chimiche che possono,in determinate circostanze, produrre reazioni esotermiche, emanare gas ovapori infiammabili, o reagire con altre sostanze combustibili;

aree dove vengono depositate o manipolate sostanze esplosive oaltamente infiammabili;

aree dove c'è una notevole quantità di materiali combustibili che sonofacilmente incendiabili;

edifici interamente realizzati con strutture in legno.

Page 34: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

considerazioni:

a) molti luoghi di lavoro si classificano della stessa

categoria di rischio in ogni parte. Ma una qualunque areaa rischio elevato può elevare il livello di rischio dell'interoluogo di lavoro, salvo che l'area interessata sia separatadal resto del luogo attraverso elementi separantiresistenti al fuoco;

b) una categoria di rischio elevata può essere ridotta se il

processo di lavoro è gestito accuratamente e le vie diesodo sono protette contro l'incendio;

c) nei luoghi di lavoro grandi o complessi, è possibile

ridurre il livello di rischio attraverso misure di protezioneattiva di tipo automatico quali impianti automatici dispegnimento, impianti automatici di rivelazione incendi oimpianti di estrazione fumi.

Page 35: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ATTENZIONE :

Vanno inoltre classificati come luoghi a rischio di incendioelevato quei locali ove, indipendentemente dalla presenza disostanze infiammabili e dalla facilità di propagazione dellefiamme, l'affollamento degli ambienti, lo stato dei luoghi o lelimitazioni motorie delle persone presenti, rendono difficoltosal'evacuazione in caso di incendio.

Page 36: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Adeguatezza delle misure di sicurezza

Le attività soggette al controllo obbligatorio da partedei Comandi provinciali dei vigili del fuoco cherispettano le vigenti normative di prevenzione incendisono da considerarsi adeguate anche per il presentedecreto.

Per le restanti attività, si applicano le normativevigenti nonché i criteri relativi alle misure diprevenzione e protezione riportati nel presenteallegato.

Page 37: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Qualora non sia possibile il pieno rispetto dellemisure previste nel presente allegato, si dovràprovvedere ad altre misure di sicurezzacompensative.

MISURE COMPENSATIVE DEL RISCHIO.

Page 38: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

le MISURE COMPENSATIVE DEL RISCHIO

a)Vie di esodo

1) riduzione del percorso di esodo;

2) protezione delle vie di esodo;

3) realizzazione di ulteriori percorsi di esodo e di uscite;

4) installazione di ulteriore segnaletica;

1) potenziamento dell'illuminazione di emergenza;

2) messa in atto di misure specifiche per persone disabili;

7)incremento del personale addetto alla gestione dell'emergenza edall'attuazione delle misure per l'evacuazione;

8) limitazione dell'affollamento.

B) Mezzi ed impianti di spegnimento

1) realizzazione di ulteriori approntamenti, tenendo conto dei pericoli specifici;

2) installazione di impianti di spegnimento automatico.

Page 39: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

C) Rivelazione ed allarme antincendio

1) installazione di un sistema di allarme più efficiente (p.e. sostituendo un allarmeazionato manualmente con uno di tipo automatico);

2) riduzione della distanza tra i dispositivi di segnalazione manuale di incendio;

3) installazione di impianto automatico di rivelazione incendio;

4) miglioramento del tipo di allertamento in caso di incendio (p.e. con segnali ottici inaggiunta a quelli sonori, con sistemi di diffusione messaggi tramite altoparlante, etc.);

5) nei piccoli luoghi di lavoro, risistemazione delle attività in modo che un qualsiasiprincipio di incendio possa essere individuato immediatamente dalle persone presenti.

D) Informazione e formazione

1) predisposizione di un programma di controllo e di regolare manutenzione dei luoghi dilavoro;

2) emanazione di specifiche disposizioni per assicurare la necessaria informazione sullasicurezza antincendio agli appaltatori esterni ed al personale dei servizi di pulizia emanutenzione;

3) controllo che specifici corsi di aggiornamento siano forniti al personale che usamateriali facilmente combustibili, sostanze infiammabili o sorgenti di calore in aree adelevato rischio di incendio;4) realizzazione dell'addestramento antincendio per tutti i lavoratori.

Page 40: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

1.5 - Redazione della valutazione dei rischi di incendio

Nella redazione della valutazione dei rischi deve essere indicato, in particolare:

la data di effettuazione della valutazione; i pericoli identificati;

i lavoratori ed altre persone a rischio particolare identificati;

le conclusioni derivanti dalla valutazione.

1.6 - Revisione della valutazione dei rischi di incendio

La procedura di valutazione dei rischi di incendio richiede un aggiornamento in relazione alla variazione dei fattori di rischio individuati.

Il luogo di lavoro deve essere tenuto continuamente sotto controllo per assicurare che le misure di sicurezza antincendio esistenti e la valutazione del rischio siano affidabili. La valutazione del rischio deve essere oggetto di revisione se c'è un significativo cambiamento nell'attività, nei materiali utilizzati o depositati, o quando l'edificio è oggetto di ristrutturazioni o

ampliamenti.

Page 41: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ESEMPIO DI PROCEDURA PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Page 42: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

RIEPILOGANDO

Page 43: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ALLEGATO II

MISURE INTESE A RIDURRE LA PROBABILITÀ DI INSORGENZA DEGLI INCENDI

2.1 - Generalità

All'esito della valutazione dei rischi devono essere adottateuna o più tra le seguenti misure intese a ridurre la probabilitàdi insorgenza degli incendi:

Page 44: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

AA)) MMIISSUURREE DDII TTIIPPOO TTEECCNNIICCOO::

realizzazione di impianti elettrici realizzati a regola d'arte; messa a terra di impianti, strutture e masse metalliche, al fine di

evitare la formazione di cariche elettrostatiche; realizzazione di impianti di protezione contro le scariche

atmosferiche conformemente alle regole dell'arte;

Page 45: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ventilazione degli ambienti in presenza di vapori, gas o polveri infiammabili;

Page 46: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

adozione di dispositivi di sicurezza

Page 47: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

AA)) MMIISSUURREE DDII TTIIPPOO OORRGGAANNIIZZZZAATTIIVVOO--GGEESSTTIIOONNAALLEE::

rispetto dell'ordine e della pulizia;

controlli sulle misure di sicurezza; predisposizione di un regolamento interno sulle misure di sicurezza da

osservare;

informazione e formazione dei lavoratori.

Page 48: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.
Page 49: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

2.11 - Mantenimento delle misure antincendio

[MISURE DI ESERCIZIO]

I LAVORATORI ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI DEVONO EFFETTUARE REGOLARI CONTROLLI SUI LUOGHI DI LAVORO FINALIZZATI AD ACCERTARE L'EFFICIENZA DELLE MISURE DI

SICUREZZA ANTINCENDIO.

In proposito è opportuno predisporre idonee liste di controllo.

Specifici controlli vanno effettuati al termine dell'orario di lavoro affinché il luogo stesso sia

lasciato in condizioni di sicurezza.

Page 50: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ESEMPI DI CONTROLLI DA EFFETTUARE NEI LUOGHI DI LAVORO:

a) CONTROLLARE CHE TUTTE LE PORTE RESISTENTI AL FUOCO SIANO CHIUSE, QUALORA

CIÒ SIA PREVISTO; b) CONTROLLARE CHE LE APPARECCHIATURE ELETTRICHE, CHE NON DEVONO RESTARE

IN SERVIZIO, SIANO MESSE FUORI TENSIONE; c) CONTROLLARE CHE TUTTE LE FIAMME LIBERE SIANO SPENTE O LASCIATE IN

CONDIZIONI DI SICUREZZA; d) CONTROLLARE CHE TUTTI I RIFIUTI E GLI SCARTI COMBUSTIBILI SIANO STATI

RIMOSSI; e) CONTROLLARE CHE TUTTI I MATERIALI INFIAMMABILI SIANO STATI DEPOSITATI IN

LUOGHI SICURI.

Page 51: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Allegato III

Misure relative alle vie di uscita in caso di incendio

Page 52: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Definizioni

affollamento:numero massimo ipotizzabile di lavoratori e di altre persone presenti nel luogo dilavoro o in una determinata area dello stesso;

luogo sicuro:luogo dove le persone possono ritenersi al sicuro dagli effetti di un incendio;

percorso protetto:percorso caratterizzato da una adeguata protezione contro gli effetti di un incendioche può svilupparsi nella restante parte dell'edificio. Esso può essere costituito da uncorridoio protetto, da una scala protetta o da una scala esterna.

uscita di piano:uscita che consente alle persone di non essere ulteriormente esposte al rischiodiretto degli effetti di un incendio e che può configurarsi come segue:

a) uscita che immette direttamente in un luogo sicuro;

b) uscita che immette in un percorso protetto attraverso il quale può essereraggiunta l'uscita che immette in un luogo sicuro;

c) uscita che immette su di una scala esterna.

via di uscita (da utilizzare in caso di emergenza):percorso senza ostacoli al deflusso che consente agli occupanti un edificio o un localedi raggiungere un luogo sicuro.

Page 53: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.2 - Obiettivi

IILL SSIISSTTEEMMAA DDII VVIIEE DDII UUSSCCIITTAA DDEEVVEE GGAARRAANNTTIIRREE CCHHEE LLEE PPEERRSSOONNEE PPOOSSSSAANNOO,,

SSEENNZZAA AASSSSIISSTTEENNZZAA EESSTTEERRNNAA,, UUTTIILLIIZZZZAARREE IINN SSIICCUURREEZZZZAA UUNN PPEERRCCOORRSSOO

SSEENNZZAA OOSSTTAACCOOLLII EE CCHHIIAARRAAMMEENNTTEE RRIICCOONNOOSSCCIIBBIILLEE FFIINNOO AADD UUNN LLUUOOGGOO

SSIICCUURROO..

AAII FFIINNII DDEELLLLAA VVEERRIIFFIICCAA DDEELL SSIISSTTEEMMAA DDII VVIIEE DDII UUSSCCIITTAA,, OOCCCCOORRRREE TTEENNEERREE

PPRREESSEENNTTEE::

IL NUMERO DI PERSONE PRESENTI, LA LORO CONOSCENZA DEL LUOGO DI LAVORO, LA LORO CAPACITÀ DI MUOVERSI SENZA ASSISTENZA;

DOVE SI TROVANO LE PERSONE QUANDO UN INCENDIO ACCADE;

I PERICOLI DI INCENDIO PRESENTI NEL LUOGO DI LAVORO;

IL NUMERO DELLE VIE DI USCITA ALTERNATIVE DISPONIBILI.

Page 54: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.3 - Criteri generali di sicurezza per le vie di uscita

a) Occorre disporre di vie di uscita alternative (ad eccezione di quelli di piccole dimensioni o dei locali a rischio di incendio medio o basso);

b) ciascuna via di uscita deve essere indipendente dalle altre

Page 55: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

dove è prevista più di una via di uscita, la lunghezza del percorso perraggiungere la più vicina uscita di piano non dovrebbe esseresuperiore ai valori sottoriportati:

– 15 ÷ 30 metri (tempo max di evacuazione 1 minuto) per aree a rischio di

incendio elevato– 30 ÷ 45 metri (tempo max di evacuazione 3 minuti) per aree a rischio di

incendio medio– 45 ÷ 60 metri (tempo max di evacuazione 5 minuti) per aree a rischio diincendio basso

le vie di uscita devono sempre condurre ad un luogo sicuro;

i percorsi di uscita in un'unica direzione devono essere evitati perquanto possibile.

Qualora non possano essere evitati, la distanza da percorrere fino ad unauscita di piano o fino al punto dove inizia la disponibilità di due o più vie diuscita, non dovrebbe eccedere in generale i valori sottoriportati:

– 6 ÷ 15 metri (tempo di percorrenza 30 secondi) per aree a rischio elevato

– 9 ÷ 30 metri (tempo di percorrenza 1 minuto) per aree a rischio medio

– 12 ÷ 45 metri (tempo di percorrenza 3 minuti) per aree a rischio basso

LUNGHEZZA DEI PERCORSI

Page 56: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

SCALE LE SCALE DEVONO ESSERE PROTETTE TRAMITE STRUTTURE E PORTE TAGLIAFUOCO CON DISPOSITIVO DI AUTOCHIUSURA AD ECCEZIONE DEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO A RISCHIO MEDIO O BASSO, QUANDO LA DISTANZA FINO A LUOGO SICURO NON SUPERI RISPETTIVAMENTE 45 O 60 METRI (30 E 45 METRI NEL CASO DI UNA SOLA USCITA).

Page 57: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.4 - Scelta della lunghezza dei percorsi di esodo

LLUUNNGGHHEEZZZZAA DDEEII PPEERRCCOORRSSII

AATTTTEESSTTAARRSSII,, AA PPAARRIITTÀÀ DDII RRIISSCCHHIIOO,, VVEERRSSOO II LLIIVVEELLLLII PPIIÙÙ BBAASSSSII

QQUUAANNDDOO IILL LLUUOOGGOO DDII LLAAVVOORROO SSIIAA::

frequentato da pubblico; utilizzato prevalentemente da persone che necessitano di

particolare assistenza in caso di emergenza;

utilizzato quale area di riposo; utilizzato quale area dove sono depositati e/o manipolati materiali

infiammabili.

Qualora il luogo di lavoro sia utilizzato principalmente da lavoratori e non vi sono depositati e/o manipolati materiali infiammabili, a parità di livello di rischio, possono essere adottate le distanze maggiori.

Page 58: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.5 - Numero e larghezza delle uscite di piano

IN MOLTE SITUAZIONI È DA RITENERSI SUFFICIENTE DISPORRE DI UNA SOLA

USCITA DI PIANO.

ECCEZIONI QUANDO :

aa)) ll''aaffffoollllaammeennttoo ddeell ppiiaannoo èè ssuuppeerriioorree aa 5500 ppeerrssoonnee;;

bb)) nneellll''aarreeaa iinntteerreessssaattaa ssuussssiissttoonnoo ppeerriiccoollii ddii eesspplloossiioonnee oo ssppeecciiffiiccii rriisscchhii ddii

iinncceennddiioo ee ppeerrttaannttoo,, iinnddiippeennddeenntteemmeennttee ddaallllee ddiimmeennssiioonnii ddeellll''aarreeaa oo

ddaallll''aaffffoollllaammeennttoo,, ooccccoorrrree ddiissppoorrrree ddii aallmmeennoo dduuee uusscciittee;;

cc)) llaa lluunngghheezzzzaa ddeell ppeerrccoorrssoo ddii uusscciittaa,, iinn uunn uunniiccaa ddiirreezziioonnee,, ppeerr rraaggggiiuunnggeerree

ll''uusscciittaa ddii ppiiaannoo,, iinn rreellaazziioonnee aall rriisscchhiioo ddii iinncceennddiioo,, ssuuppeerraa ii vvaalloorrii ssttaabbiilliittii

aall ppuunnttoo 33..33 lleetttteerraa ee))..

Quando una sola uscita di piano non è sufficiente, il numero delle

uscite dipende dall’affollamento e dalla lunghezza dei percorsi stabilita al punto 3.3, lettera c).

Page 59: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

LLAARRGGHHEEZZZZAA CCOOMMPPLLEESSSSIIVVAA MMIINNIIMMAA DDEELLLLEE UUSSCCIITTEE DDII PPIIAANNOO PPEERR LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO AA

RRIISSCCHHIIOO MMEEDDIIOO OO BBAASSSSOO ::

in cui:

"A" rappresenta il numero delle persone presenti al piano (affollamento);

il valore 0,60 costituisce la larghezza (espressa in metri) sufficiente

al transito di una persona (modulo unitario di passaggio); 50 indica il numero massimo delle persone che possono defluire

attraverso un modulo unitario di passaggio, tenendo conto del tempo di evacuazione.

Page 60: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE :: Il valore del rapporto A/50, se non è intero, va arrotondato al valore

intero superiore.

La larghezza delle uscite deve essere multipla di 0,60 metri, con

tolleranza del 5%.

La larghezza minima di una uscita non può essere inferiore a 0,80 metri (con tolleranza del 2%) e deve essere conteggiata pari ad un modulo

unitario di passaggio e pertanto sufficiente all'esodo di 50 persone nei luoghi di lavoro a rischio di incendio medio o basso.

Page 61: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.
Page 62: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.6 - Numero e larghezza delle scale

PPRRIINNCCIIPPIIOO GGEENNEERRAALLEE DDII VVIIEE DDII UUSSCCIITTAA AALLTTEERRNNAATTIIVVEE AANNCCHHEE PPEERR LLEE SSCCAALLEE.. CONDIZIONE PER UN’UNICA SCALA :

Possono essere serviti da una sola scala gli edifici, di altezza antincendi MAX 24 metri, adibiti a luoghi di lavoro con rischio di incendio basso o medio, dove ogni

singolo piano può essere servito da una sola uscita.

CCAALLCCOOLLOO DDEELLLLAA LLAARRGGHHEEZZZZAA DDEELLLLEE SSCCAALLEE::

AA)) SSee llee ssccaallee sseerrvvoonnoo uunn ssoolloo ppiiaannoo aall ddii ssoopprraa oo aall ddii ssoottttoo ddeell ppiiaannoo tteerrrraa,, llaa

lloorroo llaarrgghheezzzzaa nnoonn ddeevvee eesssseerree iinnffeerriioorree aa qquueellllaa ddeellllee uusscciittee ddeell ppiiaannoo

sseerrvviittoo..

BB)) SSee llee ssccaallee sseerrvvoonnoo ppiiùù ddii uunn ppiiaannoo aall ddii ssoopprraa oo aall ddii ssoottttoo ddeell ppiiaannoo tteerrrraa,, llaa

llaarrgghheezzzzaa ddeellllaa ssiinnggoollaa ssccaallaa nnoonn ddeevvee eesssseerree iinnffeerriioorree aa qquueellllaa ddeellllee uusscciittee ddii

ppiiaannoo cchhee ssii iimmmmeettttoonnoo nneellllaa ssccaallaa,, mmeennttrree llaa llaarrgghheezzzzaa ccoommpplleessssiivvaa èè

ccaallccoollaattaa iinn rreellaazziioonnee aallll''aaffffoollllaammeennttoo pprreevviissttoo iinn dduuee ppiiaannii ccoonnttiigguuii ccoonn

rriiffeerriimmeennttoo aa qquueellllii aavveennttii mmaaggggiioorr aaffffoollllaammeennttoo..

Page 63: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

LLAARRGGHHEEZZZZAA CCOOMMPPLLEESSSSIIVVAA DDEELLLLEE SSCCAALLEE PPEERR LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO AA RRIISSCCHHIIOO

DDII IINNCCEENNDDIIOO BBAASSSSOO OO MMEEDDIIOO ::

in cui: A* = affollamento previsto in due piani contigui, a partire dal 1° piano f.t.,

con riferimento a quelli aventi maggior affollamento.

Page 64: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.
Page 65: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.7 - Misure di sicurezza alternative

MMIISSUURREE AALLTTEERRNNAATTIIVVEE PPEERR LLEE VVIIEE DDII UUSSCCIITTAA QQUUAALLOORRAA NNOONN SSII PPOOSSSSAANNOO

RRIISSPPEETTTTAARREE II CCRRIITTEERRII PPRREECCEEDDEENNTTII ((PPUUNNTTII 33..33..,, 33..44,, 33..55,, 33..66)) PPEERR MMOOTTIIVVII

AARRCCHHIITTEETTTTOONNIICCII OO UURRBBAANNIISSTTIICCII

a) risistemazione del luogo di lavoro e/o della attività, così che le persone lavorino il più vicino possibile alle uscite di piano ed i pericoli non possano interdire il sicuro utilizzo delle vie di uscita;

b) riduzione del percorso totale delle vie di uscita; c) realizzazione di ulteriori uscite di piano;

d) realizzazione di percorsi protetti addizionali o estensione dei

percorsi protetti esistenti; e) installazione di un sistema automatico di rivelazione ed allarme

incendio per ridurre i tempi di evacuazione.

Page 66: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.8 - Misure per limitare la propagazione dell'incendio nelle vie di uscita

AA)) AACCCCOORRGGIIMMEENNTTII PPEERR LLAA PPRREESSEENNZZAA DDII AAPPEERRTTUURREE SSUU PPAARREETTII EE//OO SSOOLLAAII

Le aperture o il passaggio di condotte o tubazioni, su solai, pareti e soffitti, possono contribuire in maniera significativa alla rapida propagazione di fumo, fiamme e calore e possono impedire il sicuro utilizzo delle vie di uscita.

Misure per limitare le conseguenze:

provvedimenti finalizzati a contenere fiamme e fumo;

installazione di serrande tagliafuoco sui condotti.

TTAALLII PPRROOVVVVEEDDIIMMEENNTTII SSOONNOO IIMMPPOORRTTAANNTTII SSEE LLEE TTUUBBAAZZIIOONNII AATTTTRRAAVVEERRSSAANNOO MMUURRII OO SSOOLLAAII

RREESSIISSTTEENNTTII AALL FFUUOOCCOO..

Page 67: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

BB)) AACCCCOORRGGIIMMEENNTTII PPEERR II RRIIVVEESSTTIIMMEENNTTII DDII PPAARREETTII EE//OO SSOOLLAAII

La velocità di propagazione di un incendio lungo le superfici delle pareti e dei soffitti

può influenzare notevolmente la sicurezza globale del luogo di lavoro ed in particolare le possibilità di uscita per le persone.

PPRROOVVVVEEDDIIMMEENNTTOO::

RRIIMMOOZZIIOONNEE MMAATTEERRIIAALLII DDII RRIIVVEESSTTIIMMEENNTTOO

CC)) SSEEGGNNAALLEETTIICCAA AA PPAAVVIIMMEENNTTOO

Nel caso in cui un percorso di esodo attraversi una vasta area di piano, il percorso stesso deve essere chiaramente definito attraverso idonea segnaletica a pavimento.

Page 68: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

DD)) AACCCCOORRGGIIMMEENNTTII PPEERR LLEE SSCCAALLEE AA SSEERRVVIIZZIIOO DDII PPIIAANNII IINNTTEERRRRAATTII

LLee ssccaallee aa sseerrvviizziioo ddii ppiiaannii iinntteerrrraattii ddeevvoonnoo eesssseerree ooggggeettttoo ddii ppaarrttiiccoollaarrii

aaccccoorrggiimmeennttii iinn qquuaannttoo ppoossssoonnoo eesssseerree iinnvvaassee ddaall ffuummoo ee ddaall ccaalloorree nneell ccaassoo ssii

vveerriiffiicchhii uunn iinncceennddiioo nneeii llooccaallii sseerrvviittii..

PPrreeffeerriibbiillmmeennttee llee ssccaallee cchhee sseerrvvoonnoo ii ppiiaannii ffuuoorrii tteerrrraa nnoonn ddoovvrreebbbbeerroo eesstteennddeerrssii

aanncchhee aaii ppiiaannii iinntteerrrraattii..

QQuuaalloorraa uunnaa ssccaallaa sseerrvvaa ssiiaa ppiiaannii ffuuoorrii tteerrrraa cchhee iinntteerrrraattii,, qquueessttii ddeevvoonnoo eesssseerree

sseeppaarraattii rriissppeettttoo aall ppiiaannoo tteerrrraa ddaa ppoorrttee rreessiisstteennttii aall ffuuooccoo..

EE)) AACCCCOORRGGIIMMEENNTTII PPEERR LLEE SSCCAALLEE EESSTTEERRNNEE Dove è prevista una scala esterna, è necessario assicurarsi che l'utilizzo della stessa, al momento dell'incendio, non sia impedito dalle fiamme, fumo e calore che

fuoriescono da porte, finestre, od altre aperture esistenti sulla parete esterna su cui è ubicata la scala.

Page 69: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

[CONCETTO DI PROTEZIONE DELLE SCALE ESTERNE]

Page 70: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.9 - Porte installate lungo le vie di uscita

CCRRIITTEERRII

LLEE PPOORRTTEE IINNSSTTAALLLLAATTEE LLUUNNGGOO LLEE VVIIEE DDII UUSSCCIITTAA EEDD IINN CCOORRRRIISSPPOONNDDEENNZZAA

DDEELLLLEE UUSSCCIITTEE DDII PPIIAANNOO,, DDEEVVOONNOO AAPPRRIIRRSSII NNEELL VVEERRSSOO DDEELLLL''EESSOODDOO..

In ogni caso l'apertura nel verso dell'esodo è obbligatoria quando:

a) l'area servita ha un affollamento superiore a 50 persone;

b) la porta è situata al piede o vicino al piede di una scala;

c) la porta serve un'area ad elevato rischio di incendio.

Page 71: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

CCRRIITTEERRII PPEERR LLEE PPOORRTTEE TTAAGGLLIIAAFFUUOOCCOO::

LLEE PPOORRTTEE RREEII DDEEVVOONNOO EESSSSEERREE MMUUNNIITTEE DDII DDIISSPPOOSSIITTIIVVOO DDII AAUUTTOOCCHHIIUUSSUURRAA;;

PPOOSSSSOONNOO EESSSSEERREE TTEENNUUTTEE IINN PPOOSSIIZZIIOONNEE AAPPEERRTTAA,, TTRRAAMMIITTEE AAPPPPOOSSIITTII

DDIISSPPOOSSIITTIIVVII EELLEETTTTRROOMMAAGGNNEETTIICCII CCHHEE NNEE CCOONNSSEENNTTAANNOO IILL RRIILLAASSCCIIOO AA SSEEGGUUIITTOO::

ddeellll''aattttiivvaazziioonnee ddii rriivveellaattoorrii ddii ffuummoo ppoossttii iinn vviicciinnaannzzaa ddeellllee ppoorrttee;;

ddeellll''aattttiivvaazziioonnee ddii uunn ssiisstteemmaa ddii aallllaarrmmee iinncceennddiioo;;

ddii mmaannccaannzzaa ddii aalliimmeennttaazziioonnee eelleettttrriiccaa ddeell ssiisstteemmaa ddii aallllaarrmmee iinncceennddiioo;;

ddii uunn ccoommaannddoo mmaannuuaallee..

Page 72: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.10 - Sistemi di apertura delle porte

[[VVEERRIIFFIICCHHEE DDII EESSEERRCCIIZZIIOO]]

Il datore di lavoro o persona addetta, deve assicurarsi, all'inizio della giornata lavorativa, che le porte in corrispondenza delle uscite di piano e

quelle da utilizzare lungo le vie di esodo non siano chiuse a chiave o, nel caso siano previsti accorgimenti antintrusione, possano essere aperte facilmente ed immediatamente dall'interno senza l'uso di chiavi.

[[CCOONNDDIIZZIIOONNII DDII EESSEERRCCIIZZIIOO]]

Tutte le porte delle uscite che devono essere tenute chiuse durante

l'orario di lavoro, e per le quali è obbligatoria l'apertura nel verso dell'esodo, devono aprirsi a semplice spinta dall'interno.

Nel caso siano adottati accorgimenti antintrusione, si possono prevedere

idonei e sicuri sistemi di apertura delle porte alternativi. In tale circostanza tutti i lavoratori devono essere a conoscenza del particolare sistema di apertura ed essere capaci di utilizzarlo in caso di emergenza.

Page 73: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.11 - Porte scorrevoli e porte girevoli

DDIIVVIIEETTOO DDII UUTTIILLIIZZZZOO DDII PPOORRTTEE SSCCOORRRREEVVOOLLII PPEERR LLEE UUSSCCIITTEE DDII PPIIAANNOO

UUTTIILLIIZZZZOO CCOONNSSEENNTTIITTOO SSEE LLAA PPOORRTTAA ÈÈ ::

del tipo ad azionamento automatico può essere aperta nel verso dell'esodo a spinta con dispositivo

opportunamente segnalato

restare in posizione di apertura in mancanza di alimentazione elettrica.

DDIIVVIIEETTOO AANNCCHHEE PPEERR LLEE PPOORRTTEE GGIIRREEVVOOLLII

QQuuaalloorraa ssiiaa pprreevviissttoo uunn ttaallee ttiippoo ddii ppoorrttaa,, ooccccoorrrree cchhee nneellllee iimmmmeeddiiaattee

vviicciinnaannzzee ddeellllaa sstteessssaa ssiiaa iinnssttaallllaattaa uunnaa ppoorrttaa aapprriibbiillee aa ssppiinnttaa

ooppppoorrttuunnaammeennttee sseeggnnaallaattaa..

Page 74: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.12 - Segnaletica indicante le vie di uscita

LLEE VVIIEE DDII UUSSCCIITTAA EE LLEE UUSSCCIITTEE DDII PPIIAANNOO DDEEVVOONNOO EESSSSEERREE CCHHIIAARRAAMMEENNTTEE IINNDDIICCAATTEE

TTRRAAMMIITTEE SSEEGGNNAALLEETTIICCAA CCOONNFFOORRMMEE AALLLLAA VVIIGGEENNTTEE NNOORRMMAATTIIVVAA..

3.13 - Illuminazione delle vie di uscita

CCOONNDDIIZZIIOONNII ::

Tutte le vie di uscita, inclusi anche i percorsi esterni, devono essere adeguatamente illuminati per consentire la loro percorribilità in sicurezza fino all'uscita su luogo

sicuro.

Page 75: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

PPRREESSCCRRIIZZIIOONNII ::

Nelle aree prive di illuminazione naturale od utilizzate in assenza di illuminazione naturale, deve essere previsto un sistema di illuminazione di sicurezza con inserimento automatico in caso di interruzione dell'alimentazione di rete.

Page 76: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3.14 - Divieti da osservare lungo le vie di uscita

Lungo le vie di uscita occorre che sia vietata l'installazione di attrezzature che possono

costituire pericoli potenziali di incendio o ostruzione delle stesse.

INSTALLAZIONI VIETATE LUNGO LE VIE DI USCITA :

apparecchi di riscaldamento portatili di ogni tipo;

apparecchi di riscaldamento fissi alimentati direttamente da combustibili

gassosi, liquidi e solidi;

apparecchi di cottura;

depositi temporanei di arredi; sistema di illuminazione a fiamma libera;

deposito di rifiuti.

MMAACCCCHHIINNEE DDII VVEENNDDIITTAA EE DDII GGIIOOCCOO,, NNOONNCCHHÉÉ FFOOTTOOCCOOPPIIAATTRRIICCII PPOOSSSSOONNOO EESSSSEERREE IINNSSTTAALLLLAATTEE LLUUNNGGOO LLEE VVIIEE DDII

UUSSCCIITTAA,, PPUURRCCHHÉÉ NNOONN CCOOSSTTIITTUUIISSCCAANNOO RRIISSCCHHIIOO DDII IINNCCEENNDDIIOO NNÉÉ IINNGGOOMMBBRROO NNOONN CCOONNSSEENNTTIITTOO..

Page 77: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

CRITERI STABILITI DAL DLGS 626/1994

Page 78: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

altezza vie di fuga e uscite di sicurezza

Page 79: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ALLEGATO IV

MISURE PER LA RIVELAZIONE E L'ALLARME IN CASO DI INCENDIO

Page 80: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

4.1 – Obiettivo

OOBBIIEETTTTIIVVOO : L'obiettivo delle misure per la rivelazione degli incendi e l'allarme

è di assicurare che le persone presenti nel luogo di lavoro siano avvisate di un principio di incendio prima che esso minacci la loro incolumità.

L'allarme deve dare avvio alla procedura per l'evacuazione del

luogo di lavoro nonché l'attivazione delle procedure d'intervento.

Page 81: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

4.2 - Misure per i piccoli luoghi di lavoro

PPIICCCCOOLLII LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO AA RRIISSCCHHIIOO DDII IINNCCEENNDDIIOO BBAASSSSOO OO MMEEDDIIOO::

IILL SSIISSTTEEMMAA PPEERR DDAARREE LL''AALLLLAARRMMEE PPUUÒÒ EESSSSEERREE SSEEMMPPLLIICCEE.. ((AANNCCHHEE AA

VVOOCCEE NNEELL CCAASSOO DDII UUNNIICCOO AAMMBBIIEENNTTEE DDII LLAAVVOORROO))

IINN AALLTTRREE CCIIRRCCOOSSTTAANNZZEE::

impiegare strumenti sonori ad azionamento manuale, udibili in tutto il luogo di

lavoro;

Il percorso per raggiungere una di tali attrezzature max 30 metri;

Oppure installare un sistema di allarme elettrico a comando manuale secondo norme vigenti.

CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE::

I pulsanti per attivare gli allarmi elettrici o altri strumenti di allarme devono

essere chiaramente indicati affinché i lavoratori ed altre persone presenti possano rapidamente individuarli.

Il percorso massimo per attivare un dispositivo di allarme manuale non deve superare 30 m.

Normalmente i pulsanti di allarme devono essere posizionati negli stessi punti su tutti i piani e vicini alle uscite di piano, così che possano essere utilizzati dalle

persone durante l'esodo.

Page 82: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

4.3 - Misure per i luoghi di lavoro di grandi dimensioni o complessi

OO IILL SSIISSTTEEMMAA DDII AALLLLAARRMMEE DDEEVVEE EESSSSEERREE DDII TTIIPPOO EELLEETTTTRRIICCOO..

OO IILL SSEEGGNNAALLEE DDII AALLLLAARRMMEE DDEEVVEE EESSSSEERREE UUDDIIBBIILLEE CCHHIIAARRAAMMEENNTTEE IINN TTUUTTTTOO IILL

LLUUOOGGOO DDII LLAAVVOORROO OO IINN QQUUEELLLLEE PPAARRTTII DDOOVVEE LL''AALLLLAARRMMEE ÈÈ NNEECCEESSSSAARRIIOO..

OO NNEEII CCAASSII DDII PPRREESSEENNZZAA DDII LLIIVVEELLLLOO DDII RRUUMMOORREE EELLEEVVAATTOO,, OOCCCCOORRRROONNOO AANNCCHHEE

SSEEGGNNAALLAAZZIIOONNII OOTTTTIICCHHEE..

OO II SSEEGGNNAALLII OOTTTTIICCII NNOONN PPOOSSSSOONNOO MMAAII EESSSSEERREE UUTTIILLIIZZZZAATTII CCOOMMEE UUNNIICCOO MMEEZZZZOO DDII

AALLLLAARRMMEE..

Page 83: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

4.4 - Procedure di allarme

Normalmente le procedure di allarme sono ad unica fase, cioè, al suono dell'allarme, prende il via l'evacuazione totale.

In alcuni luoghi più complessi risulta più appropriato un sistema di allarme a più fasi

Occorre prevedere opportuni accorgimenti in luoghi dove c'è notevole presenza di pubblico.

Page 84: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

AA)) EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE IINN DDUUEE FFAASSII

Un sistema di allarme progettato per una evacuazione in due fasi, dà

un allarme di evacuazione con un segnale continuo nell'area interessata dall'incendio od in prossimità di questa, mentre le altre aree dell'edificio sono interessate da un segnale di allerta intermittente, che non deve essere inteso come un segnale di

evacuazione totale.

Qualora la situazione diventi grave, il segnale intermittente deve

essere cambiato in segnale di evacuazione (continuo), e solo in tale circostanza la restante parte dell'edificio è evacuata totalmente.

Page 85: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

BB)) EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE AA FFAASSII SSUUCCCCEESSSSIIVVEE

Un sistema di allarme basato sull'evacuazione progressiva, deve prevedere un

segnale di evacuazione (continuo) nel piano di origine dell'incendio ed in quello immediatamente sovrastante. Gli altri piani sono solo allertati con un apposito segnale e messaggio tramite altoparlante.

Dopo che il piano interessato dall'incendio e quello sovrastante sono stati evacuati,

se necessario, il segnale di evacuazione sarà esteso agli altri piani, normalmente

quelli posti al di sopra del piano interessato dall'incendio ed i piani cantinati, e si provvederà ad una evacuazione progressiva piano per piano.

In edifici alti (con altezza antincendio oltre 24 metri) l'evacuazione progressiva non può essere attuata senza prevedere una adeguata compartimentazione, sistemi di spegnimento automatici, sorveglianza ai piani ed un centro di controllo.

Page 86: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

BB)) EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE AA FFAASSII SSUUCCCCEESSSSIIVVEE

Un sistema di allarme basato sull'evacuazione progressiva, deve prevedere un

segnale di evacuazione (continuo) nel piano di origine dell'incendio ed in quello immediatamente sovrastante. Gli altri piani sono solo allertati con un apposito segnale e messaggio tramite altoparlante.

Dopo che il piano interessato dall'incendio e quello sovrastante sono stati evacuati,

se necessario, il segnale di evacuazione sarà esteso agli altri piani, normalmente

quelli posti al di sopra del piano interessato dall'incendio ed i piani cantinati, e si provvederà ad una evacuazione progressiva piano per piano.

In edifici alti (con altezza antincendio oltre 24 metri) l'evacuazione progressiva non può essere attuata senza prevedere una adeguata compartimentazione, sistemi di spegnimento automatici, sorveglianza ai piani ed un centro di controllo.

Page 87: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

4.5 - Rivelazione automatica di incendio

SCOPO

allertare le persone presenti in tempo utile per abbandonare l'area interessata dall'incendio finché la situazione sia ancora relativamente sicura.

Nella gran parte dei luoghi di lavoro un sistema di rivelazione incendio a comando manuale può essere sufficiente, tuttavia ci sono delle circostanze in cui

una rivelazione automatica di incendio è da ritenersi essenziale ai fini della sicurezza delle persone.

DDAA IINNSSTTAALLLLAARREE IINN ::

attività ricettive

quale misura compensativa

aree non frequentate

Page 88: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

4.6 - Impiego dei sistemi di allarme come misure compensative

MMIISSUURREE CCOOMMPPEENNSSAATTIIVVEE PPEERR QQUUAANNTTOO AATTTTIIEENNEE GGLLII AALLLLAARRMMII::

installazione di un impianto di allarme elettrico in sostituzione di un allarme di tipo manuale;

installazione di ulteriori pulsanti di allarme in un impianto di allarme

elettrico, per ridurre la distanza reciproca tra i pulsanti;

miglioramento dell'impianto di allarme elettrico, prevedendo un sistema di altoparlanti o allarmi luminosi;

installazione di un impianto automatico di rivelazione ed allarme.

Page 89: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ALLEGATO V

ATTREZZATURE ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI

Page 90: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Classificazione degli incendi

Ai fini del presente decreto, gli incendi sono classificati comesegue:

incendi di materiali solidi, usualmente di natura organica, cheportano alla formazione di braci;

incendi di materiali liquidi o solidi liquefacibili, quali petrolio,paraffina, vernici, oli, grassi, ecc.;

incendi di gas;

incendi di sostanze metalliche.

incendi di classe a:

incendi di classe b:

incendi di classe c:

incendi di classe d:

Page 91: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.
Page 92: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

INCENDI DI CLASSE A

L'acqua, la schiuma e la polvere sono le sostanze estinguenti piùcomunemente utilizzate per tali incendi.

Le attrezzature utilizzanti gli estinguenti citati sono estintori,naspi, idranti, od altri impianti di estinzione ad acqua.

INCENDI DI CLASSE B

Per questo tipo di incendi gli estinguenti più comunementeutilizzati sono costituiti da schiuma, polvere e anidride carbonica.

INCENDI DI CLASSE C

L'intervento principale contro tali incendi è quello di bloccare ilflusso di gas chiudendo la valvola di intercettazione o otturando lafalla. A tale proposito si richiama il fatto che esiste il rischio diesplosione se un incendio di gas viene estinto prima di intercettareil flusso del gas.

Page 93: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

INCENDI DI CLASSE D

Nessuno degli estinguenti normalmente utilizzati per gli incendidi classe a e b è idoneo per incendi di sostanze metalliche chebruciano (alluminio, magnesio, potassio, sodio). In tali incendioccorre utilizzare delle polveri speciali ed operare con personaleparticolarmente addestrato.

INCENDI DI IMPIANTI ED ATTREZZATURE ELETTRICHE SOTTO TENSIONE

Gli estinguenti specifici per incendi di impianti elettrici sonocostituiti da polveri dielettriche e da anidride carbonica.

Page 94: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Estintori portatili e carrellati

SCELTA :

in funzione della classe diincendio e del livello dirischio del luogo di lavoro.

Il numero e la capacità estinguente degli estintori portatilidevono rispondere ai valori indicati nella tabella I, per quantoattiene gli incendi di classe A e B ed ai criteri di seguito indicati:

Almeno un estintore a piano

Distanza da percorrere per utilizzareun estintore non superiore a 30 m

ORIENTATIVAMENTE :

Page 95: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

TABELLA I

Tipo di estintore Superficie protetta da un estintore

Rischio basso Rischio medio Rischio elevato

13 a – 89 b 100 m 2 - -

21 a – 113 b 150 m 2 100 m 2 -

34 a – 144 b 200 m 2 150 m 2 100 m 2

55 a – 233 b 250 m 2 200 m 2 200 m 2

Page 96: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Impianti fissi di spegnimento manuali ed automatici

IMPIANTI DI ESTINZIONEMANUALI

Quando esistono particolari rischi di incendio in aggiunta agliestintori occorre prevedere impianti di spegnimento fissi,manuali od automatici.

ATTENZIONE

L'impiego degli impianti di spegnimento non devecomportare ritardi per quanto concerne l'allarme e lachiamata dei vigili del fuoco e l'evacuazione.

Page 97: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

IMPIANTI DI ESTINZIONE AUTOMATICI

Impianti sprinkler possono essere previsti nei luoghidi lavoro di grandi dimensioni o complessi od aprotezione di aree ad elevato rischio di incendio.

La presenza di impianti automatici riduce la probabilitàdi un rapido sviluppo dell'incendio e pertanto harilevanza nella valutazione del rischio globale.

Qualora coesistano un impianto di allarme ed unoautomatico di spegnimento, essi devono esserecollegati tra di loro.

Page 98: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Ubicazione delle attrezzature di spegnimento

ESTINTORI :

lungo le vie di uscita, in prossimità delle uscite e fissati amuro.

IDRANTI E NASPI :

In punti visibili ed accessibili lungo le vie di uscita, conesclusione delle scale.

La loro distribuzione deve consentire di raggiungere ognipunto della superficie protetta almeno con il getto di unalancia.

ATTENZIONE :

I MEZZI DI ESTINZIONE DEVONO ESSERE OPPORTUNAMENTE SEGNALATI.

Page 99: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Allegato VI

Controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio

Page 100: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Tutte le misure di protezione antincendio previste:

o per garantire il sicuro utilizzo delle vie di uscita;

o per l'estinzione degli incendi;

o per la rivelazione e l'allarme in caso di incendio;

devono essere oggetto di sorveglianza, controlli periodicie mantenute in efficienza.

Page 101: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Definizioni

§ sorveglianza:

controllo visivo atto a verificare che le attrezzature e gli impiantiantincendio siano nelle normali condizioni operative, sianofacilmente accessibili e non presentino danni materiali accertabilitramite esame visivo. La sorveglianza può essere effettuata dalpersonale normalmente presente nelle aree protette dopo averricevuto adeguate istruzioni.

controllo periodico:

insieme di operazioni da effettuarsi con frequenzaalmeno semestrale, per verificare la completa ecorretta funzionalità delle attrezzature e degli impianti.

Page 102: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

§ manutenzione:

operazione od intervento finalizzato a mantenere in efficienzaed in buono stato le attrezzature e gli impianti.

§ manutenzione ordinaria:

operazione che si attua in loco, con strumenti ed attrezzi diuso corrente. Essa si limita a riparazioni di lieve entità,abbisognevoli unicamente di minuterie e comporta l'impiego dimateriali di consumo di uso corrente o la sostituzioni di parti dimodesto valore espressamente previste.

Page 103: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

§ manutenzione straordinaria:

intervento di manutenzione che non può essere eseguito in locoo che, pur essendo eseguita in loco, richiede mezzi diparticolare importanza oppure attrezzature o strumentazioniparticolari o che comporti sostituzioni di intere parti di impiantoo la completa revisione o sostituzione di apparecchi per i qualinon sia possibile o conveniente la riparazione.

Page 104: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

L’IMPORTANZA DEI CONTROLLI SULLE VIE DI USCITA

Page 105: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

CONTROLLI SULL’APERTURA DELLE PORTE E SUI SERRAMENTI

CONTROLLI SULLE PORTE TAGLIAFUOCO

CONTROLLI SULL’EFFICIENZA DEI DISPOSITIVI DIAUTOCHIUSURA DELLE PORTE

PASSAGGI, CORRIDOI, SCALE, LIBERE DA OSTRUZIONI CHEPOSSANO COMPROMETTERNE IL SICURO UTILIZZO IN CASO DIESODO

LA SEGNALETICA DIREZIONALE E DELLE USCITE DEVE ESSERE OGGETTO DI SORVEGLIANZA PER ASSICURARNE LA VISIBILITÀ IN CASO DI EMERGENZA

TUTTE LE MISURE ANTINCENDIO PREVISTE PER MIGLIORARELA SICUREZZA DELLE VIE DI USCITA, QUALI PER ESEMPIOGLI IMPIANTI DI EVACUAZIONE FUMO, DEVONO ESSEREVERIFICATI SECONDO LE NORME DI BUONA TECNICA

Page 106: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

… SITUAZIONI DA EVITARE …

Page 107: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

…. ANCORA A PROPOSITO DI CONTROLLI DI ESERCIZIO …

SI RIPORTA LA FOTO DI UNA SCALA ESTERNA IN ACCIAIO DI UN EDIFICIO…

Page 108: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Attrezzature ed impianti di protezione antincendio

Il datore di lavoro è responsabile del mantenimento dellecondizioni di efficienza delle attrezzature ed impianti diprotezione antincendio.

Il datore di lavoro deve attuare la sorveglianza, il controllo e lamanutenzione delle attrezzature ed impianti di protezioneantincendio in conformità a quanto previsto dalle disposizionilegislative e regolamentari vigenti.

Scopo dell'attività di sorveglianza, controllo e manutenzione èquello di rilevare e rimuovere qualunque causa, deficienza, dannood impedimento che possa pregiudicare il corretto funzionamentoed uso dei presidi antincendio.

L'attività di controllo periodica e la manutenzione deve essereeseguita da personale competente e qualificato.

Page 109: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Allegato VII

Informazione e formazione antincendio

Page 110: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

7.1 - Generalità

E' obbligo del datore di lavoro fornire ai lavoratori una adeguata informazione e formazione sui principi di base della prevenzione incendi e sulle azioni da attuare in presenza di un incendio.

7.2 - Informazione antincendio

IIll ddaattoorree ddii llaavvoorroo ddeevvee pprroovvvveeddeerree aaffffiinncchhéé ooggnnii llaavvoorraattoorree rriicceevvaa uunnaa

aaddeegguuaattaa iinnffoorrmmaazziioonnee ssuu::

rriisscchhii ddii iinncceennddiioo lleeggaattii aallll''aattttiivviittàà ssvvoollttaa;;

rriisscchhii ddii iinncceennddiioo lleeggaattii aallllee ssppeecciiffiicchhee mmaannssiioonnii ssvvoollttee;;

Page 111: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

mmiissuurree ddii pprreevveennzziioonnee ee ddii pprrootteezziioonnee iinncceennddii aaddoottttaattee nneell lluuooggoo ddii llaavvoorroo ccoonn

ppaarrttiiccoollaarree rriiffeerriimmeennttoo aa::

osservanza delle misure di prevenzione degli incendi e relativo corretto

comportamento negli ambienti di lavoro;

divieto di utilizzo degli ascensori per l'evacuazione in caso di incendio; importanza di tenere chiuse le porte resistenti al fuoco; modalità di apertura delle porte delle uscite;

uubbiiccaazziioonnee ddeellllee vviiee ddii uusscciittaa;;

pprroocceedduurree ddaa aaddoottttaarree iinn ccaassoo ddii iinncceennddiioo,, eedd iinn ppaarrttiiccoollaarree::

aazziioonnii ddaa aattttuuaarree iinn ccaassoo ddii iinncceennddiioo;;

aazziioonnaammeennttoo ddeellll''aallllaarrmmee;;

pprroocceedduurree ddaa aattttuuaarree aallll''aattttiivvaazziioonnee ddeellll''aallllaarrmmee ee ddii eevvaaccuuaazziioonnee ffiinnoo aall

ppuunnttoo ddii rraaccccoollttaa iinn lluuooggoo ssiiccuurroo;;

mmooddaalliittàà ddii cchhiiaammaattaa ddeeii vviiggiillii ddeell ffuuooccoo..

ii nnoommaattiivvii ddeeii llaavvoorraattoorrii iinnccaarriiccaattii ddii aapppplliiccaarree llee mmiissuurree ddii pprreevveennzziioonnee iinncceennddii,, lloottttaa

aannttiinncceennddiioo ee ggeessttiioonnee ddeellllee eemmeerrggeennzzee ee pprroonnttoo ssooccccoorrssoo;;

Page 112: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

iill nnoommiinnaattiivvoo ddeell rreessppoonnssaabbiillee ddeell sseerrvviizziioo ddii pprreevveennzziioonnee ee pprrootteezziioonnee ddeellll''aazziieennddaa..

L’INFORMAZIONE DEVE ESSERE:

basata sulla valutazione dei rischi

fornita al lavoratore all'atto dell'assunzione

aggiornata nel caso di mutamenti della situazione del luogo di lavoro

fornita agli addetti alla manutenzione ed appaltatori

NNEEII PPIICCCCOOLLII LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO LL''IINNFFOORRMMAAZZIIOONNEE PPUUÒÒ LLIIMMIITTAARRSSII AADD

AAVVVVEERRTTIIMMEENNTTII AANNTTIINNCCEENNDDIIOO RRIIPPOORRTTAATTII TTRRAAMMIITTEE AAPPPPOOSSIITTAA

CCAARRTTEELLLLOONNIISSTTIICCAA..

Page 113: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

7.3 - Formazione antincendio

TTUUTTTTII II LLAAVVOORRAATTOORRII EESSPPOOSSTTII AA PPAARRTTIICCOOLLAARRII RRIISSCCHHII DDII IINNCCEENNDDIIOO

CCOORRRREELLAATTII AALL PPOOSSTTOO DDII LLAAVVOORROO DDEEVVOONNOO RRIICCEEVVEERREE UUNNAA SSPPEECCIIFFIICCAA

FFOORRMMAAZZIIOONNEE AANNTTIINNCCEENNDDIIOO..

TTUUTTTTII II LLAAVVOORRAATTOORRII CCHHEE SSVVOOLLGGOONNOO IINNCCAARRIICCHHII RREELLAATTIIVVII AALLLLAA

PPRREEVVEENNZZIIOONNEE IINNCCEENNDDII,, LLOOTTTTAA AANNTTIINNCCEENNDDIIOO OO GGEESSTTIIOONNEE DDEELLLLEE

EEMMEERRGGEENNZZEE,, DDEEVVOONNOO RRIICCEEVVEERREE UUNNAA SSPPEECCIIFFIICCAA FFOORRMMAAZZIIOONNEE AANNTTIINNCCEENNDDIIOO

[[CCOOMMEE DDAA AALLLLEEGGAATTOO IIXX]]..

7.4 - Esercitazioni antincendio

II LLAAVVOORRAATTOORRII DDEEVVOONNOO PPAARRTTEECCIIPPAARREE AADD EESSEERRCCIITTAAZZIIOONNII AANNTTIINNCCEENNDDIIOO

EEFFFFEETTTTUUAATTEE AALLMMEENNOO UUNNAA VVOOLLTTAA LL''AANNNNOO,, PPEERR MMEETTTTEERREE IINN PPRRAATTIICCAA LLEE PPRROOCCEEDDUURREE

DDII EESSOODDOO EE DDII PPRRIIMMOO IINNTTEERRVVEENNTTOO..

Page 114: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Nei luoghi di lavoro di piccole dimensioni, tale esercitazione deve semplicemente

coinvolgere il personale nell'attuare quanto segue:

percorrere le vie di uscita;

identificare le porte resistenti al fuoco, ove esistenti;

identificare la posizione dei dispositivi di allarme;

identificare l'ubicazione delle attrezzature di spegnimento.

AATTTTEENNZZIIOONNEE ::

LL''aallllaarrmmee ddaattoo ppeerr eesseerrcciittaazziioonnee nnoonn ddeevvee eesssseerree sseeggnnaallaattoo aaii vviiggiillii ddeell

ffuuooccoo..

Page 115: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

II LLAAVVOORRAATTOORRII DDEEVVOONNOO PPAARRTTEECCIIPPAARREE AALLLL''EESSEERRCCIITTAAZZIIOONNEE EE QQUUAALLOORRAA

RRIITTEENNUUTTOO OOPPPPOORRTTUUNNOO,, AANNCCHHEE IILL PPUUBBBBLLIICCOO.. TTAALLII EESSEERRCCIITTAAZZIIOONNII NNOONN

DDEEVVOONNOO EESSSSEERREE SSVVOOLLTTEE QQUUAANNDDOO SSIIAANNOO PPRREESSEENNTTII NNOOTTEEVVOOLLII AAFFFFOOLLLLAAMMEENNTTII

OO PPEERRSSOONNEE AANNZZIIAANNEE OODD IINNFFEERRMMEE..

NNEEII LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO DDII GGRRAANNDDII DDIIMMEENNSSIIOONNII,, IINN GGEENNEERREE,, NNOONN DDOOVVRRÀÀ

EESSSSEERREE MMEESSSSAA IINN AATTTTOO UUNN''EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE SSIIMMUULLTTAANNEEAA DDEELLLL''IINNTTEERROO LLUUOOGGOO

DDII LLAAVVOORROO..

NNEEII LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO DDII GGRRAANNDDII DDIIMMEENNSSIIOONNII,, OOCCCCOORRRREE IINNCCAARRIICCAARREE

DDEEGGLLII AADDDDEETTTTII,, OOPPPPOORRTTUUNNAAMMEENNTTEE IINNFFOORRMMAATTII,, PPEERR CCOONNTTRROOLLLLAARREE

LL''AANNDDAAMMEENNTTOO DDEELLLL''EESSEERRCCIITTAAZZIIOONNEE EE RRIIFFEERRIIRREE AALL DDAATTOORREE DDII LLAAVVOORROO SSUU

EEVVEENNTTUUAALLII CCAARREENNZZEE..

Page 116: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

UUNNAA SSUUCCCCEESSSSIIVVAA EESSEERRCCIITTAAZZIIOONNEE DDEEVVEE EESSSSEERREE MMEESSSSAA IINN AATTTTOO NNOONN

AAPPPPEENNAA::

UUNNAA EESSEERRCCIITTAAZZIIOONNEE AABBBBIIAA RRIILLEEVVAATTOO SSEERRIIEE CCAARREENNZZEE EE DDOOPPOO

CCHHEE SSOONNOO SSTTAATTII PPRREESSII II NNEECCEESSSSAARRII PPRROOVVVVEEDDIIMMEENNTTII;;

SSII SSIIAA VVEERRIIFFIICCAATTOO UUNN IINNCCRREEMMEENNTTOO DDEELL NNUUMMEERROO DDEEII

LLAAVVOORRAATTOORRII;;

SSIIAANNOO SSTTAATTII EEFFFFEETTTTUUAATTII LLAAVVOORRII CCHHEE AABBBBIIAANNOO CCOOMMPPOORRTTAATTOO

MMOODDIIFFIICCHHEE AALLLLEE VVIIEE DDII EESSOODDOO..

IInnoollttrree ::

EESSEERRCCIITTAAZZIIOONNEE CCOONNGGIIUUNNTTEE NNEELL CCAASSOO DDII PPIIUU’’ DDAATTOORRII DDII LLAAVVOORROO

NNEELLLLOO SSTTEESSSSOO EEDDIIFFIICCIIOO..

Page 117: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

7.5 - Informazione scritta sulle misure Antincendio

LL''IINNFFOORRMMAAZZIIOONNEE EE LLEE IISSTTRRUUZZIIOONNII AANNTTIINNCCEENNDDIIOO PPOOSSSSOONNOO EESSSSEERREE FFOORRNNIITTEE

AAII LLAAVVOORRAATTOORRII PPRREEDDIISSPPOONNEENNDDOO AAVVVVIISSII SSCCRRIITTTTII CCHHEE RRIIPPOORRTTIINNOO LLEE AAZZIIOONNII

EESSSSEENNZZIIAALLII CCHHEE DDEEVVOONNOO EESSSSEERREE AATTTTUUAATTEE IINN CCAASSOO DDII AALLLLAARRMMEE OO DDII

IINNCCEENNDDIIOO..

TTAALLII IISSTTRRUUZZIIOONNII,, CCUUII PPOOSSSSOONNOO EESSSSEERREE AAGGGGIIUUNNTTEE DDEELLLLEE SSEEMMPPLLIICCII

PPLLAANNIIMMEETTRRIIEE IINNDDIICCAANNTTII LLEE VVIIEE DDII UUSSCCIITTAA,, DDEEVVOONNOO EESSSSEERREE IINNSSTTAALLLLAATTEE IINN

PPUUNNTTII OOPPPPOORRTTUUNNII EEDD EESSSSEERREE CCHHIIAARRAAMMEENNTTEE VVIISSIIBBIILLII..

QQUUAALLOORRAA RRIITTEENNUUTTOO NNEECCEESSSSAARRIIOO,, GGLLII AAVVVVIISSII DDEEBBBBOONNOO EESSSSEERREE RRIIPPOORRTTAATTII

AANNCCHHEE IINN LLIINNGGUUEE SSTTRRAANNIIEERREE..

Page 118: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.
Page 119: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ESEMPIO

Page 120: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

[SCHEMA RIASSUNTIVO]

Page 121: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ALLEGATO VIII

PIANIFICAZIONE DELLE PROCEDURE DA ATTUARE IN CASO DI INCENDIO

Page 122: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

8.1 - Generalità

In tutti i luoghi di lavoro dove ricorra l'obbligo di cui all'art. 5 del presente

decreto, deve essere predisposto e tenuto aggiornato un piano di emergenza.

IILL PPIIAANNOO DDII MMEERRGGEENNZZAA DDEEVVEE IINNCCLLUUDDEERREE::

aa)) llee aazziioonnii cchhee ii llaavvoorraattoorrii ddeevvoonnoo mmeetttteerree iinn aattttoo iinn ccaassoo ddii

iinncceennddiioo;;

bb)) llee pprroocceedduurree ppeerr ll''eevvaaccuuaazziioonnee ddeell lluuooggoo ddii llaavvoorroo cchhee ddeevvoonnoo

eesssseerree aattttuuaattee ddaaii llaavvoorraattoorrii ee ddaallllee aallttrree ppeerrssoonnee pprreesseennttii;;

cc)) llee ddiissppoossiizziioonnii ppeerr cchhiieeddeerree ll''iinntteerrvveennttoo ddeeii vviiggiillii ddeell ffuuooccoo ee ppeerr

ffoorrnniirree llee nneecceessssaarriiee iinnffoorrmmaazziioonnii aall lloorroo aarrrriivvoo;;

dd)) ssppeecciiffiicchhee mmiissuurree ppeerr aassssiisstteerree llee ppeerrssoonnee ddiissaabbiillii.. Il piano di emergenza deve identificare un adeguato numero di persone

incaricate di sovrintendere e controllare l'attuazione delle procedure previste.

Page 123: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

8.2 - Contenuti del piano di emergenza

FFAATTTTOORRII DDAA TTEENNEERREE PPRREESSEENNTTEE::

LLEE CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE DDEEII LLUUOOGGHHII CCOONN PPAARRTTIICCOOLLAARREE RRIIFFEERRIIMMEENNTTOO AALLLLEE VVIIEE DDII

EESSOODDOO;;

IILL SSIISSTTEEMMAA DDII RRIIVVEELLAAZZIIOONNEE EE DDII AALLLLAARRMMEE IINNCCEENNDDIIOO;;

IILL NNUUMMEERROO DDEELLLLEE PPEERRSSOONNEE PPRREESSEENNTTII EE LLAA LLOORROO UUBBIICCAAZZIIOONNEE;;

II LLAAVVOORRAATTOORRII EESSPPOOSSTTII AA RRIISSCCHHII PPAARRTTIICCOOLLAARRII;;

IILL NNUUMMEERROO DDII AADDDDEETTTTII AALLLL''AATTTTUUAAZZIIOONNEE EEDD AALL CCOONNTTRROOLLLLOO DDEELL PPIIAANNOO

NNOONNCCHHÉÉ AALLLL''AASSSSIISSTTEENNZZAA PPEERR LL''EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE ((AADDDDEETTTTII AALLLLAA GGEESSTTIIOONNEE DDEELLLLEE

EEMMEERRGGEENNZZEE,, EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE,, LLOOTTTTAA AANNTTIINNCCEENNDDIIOO,, PPRROONNTTOO SSOOCCCCOORRSSOO));;

IILL LLIIVVEELLLLOO DDII IINNFFOORRMMAAZZIIOONNEE EE FFOORRMMAAZZIIOONNEE FFOORRNNIITTOO AAII LLAAVVOORRAATTOORRII..

Page 124: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

IILL PPIIAANNOO DDII EEMMEERRGGEENNZZAA DDEEVVEE IINNCCLLUUDDEERREE IINNOOLLTTRREE ::

II DDOOVVEERRII DDEELL PPEERRSSOONNAALLEE DDII SSEERRVVIIZZIIOO IINNCCAARRIICCAATTOO DDII SSVVOOLLGGEERREE

SSPPEECCIIFFIICCHHEE MMAANNSSIIOONNII CCOONN RRIIFFEERRIIMMEENNTTOO AALLLLAA SSIICCUURREEZZZZAA AANNTTIINNCCEENNDDIIOO,,

QQUUAALLII PPEERR EESSEEMMPPIIOO:: TTEELLEEFFOONNIISSTTII,, CCUUSSTTOODDII,, CCAAPPII RREEPPAARRTTOO,, AADDDDEETTTTII AALLLLAA

MMAANNUUTTEENNZZIIOONNEE,, PPEERRSSOONNAALLEE DDII SSOORRVVEEGGLLIIAANNZZAA;;

II DDOOVVEERRII DDEELL PPEERRSSOONNAALLEE CCUUII SSOONNOO AAFFFFIIDDAATTEE PPAARRTTIICCOOLLAARRII

RREESSPPOONNSSAABBIILLIITTÀÀ IINN CCAASSOO DDII IINNCCEENNDDIIOO;;

II PPRROOVVVVEEDDIIMMEENNTTII NNEECCEESSSSAARRII PPEERR AASSSSIICCUURRAARREE CCHHEE TTUUTTTTOO IILL PPEERRSSOONNAALLEE

SSIIAA IINNFFOORRMMAATTOO SSUULLLLEE PPRROOCCEEDDUURREE DDAA AATTTTUUAARREE;;

LLEE SSPPEECCIIFFIICCHHEE MMIISSUURREE DDAA PPOORRRREE IINN AATTTTOO NNEEII CCOONNFFRROONNTTII DDEEII LLAAVVOORRAATTOORRII

EESSPPOOSSTTII AA RRIISSCCHHII PPAARRTTIICCOOLLAARRII;;

LLEE SSPPEECCIIFFIICCHHEE MMIISSUURREE PPEERR LLEE AARREEEE AADD EELLEEVVAATTOO RRIISSCCHHIIOO DDII IINNCCEENNDDIIOO;;

LLEE PPRROOCCEEDDUURREE PPEERR LLAA CCHHIIAAMMAATTAA DDEEII VVIIGGIILLII DDEELL FFUUOOCCOO,, PPEERR IINNFFOORRMMAARRLLII AALL

LLOORROO AARRRRIIVVOO EE PPEERR FFOORRNNIIRREE LLAA NNEECCEESSSSAARRIIAA AASSSSIISSTTEENNZZAA DDUURRAANNTTEE

LL''IINNTTEERRVVEENNTTOO..

Page 125: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

SSII RRIIPPOORRTTAA UUNN EESSEEMMPPIIOO DDII SSCCHHEEDDAA SSUULLLLEE

PPRROOCCEEDDUURREE DDII CCHHIIAAMMAATTAA DDEEII SSEERRVVIIZZII DDII SSOOCCCCOORRSSOO CCHHEE DDOOVVRREEBBBBEE EESSSSEERREE

AALLLLEEGGAATTAA AADD UUNN PPIIAANNOO DDII MMEERRGGEENNZZAA

Una richiesta di soccorso deve contenere almeno questi dati:

L’indirizzo dell’azienda e il numero di telefono;

Il tipo d’emergenza in corso; Persone coinvolte/feriti;

Reparto coinvolto; Stadio dell’evento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.);

Page 126: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Altre indicazioni particolari (materiali coinvolti, necessità di fermare i mezzi a distanza, ecc.);

Indicazioni sul percorso;

Le aziende più all’avanguardia spediscono periodicamente il piano d’emergenza aggiornato alla Sala Operativa 115 del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.

LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO DDII PPIICCCCOOLLEE DDIIMMEENNSSIIOONNII ::

BBAASSTTAANNOO AAVVVVIISSII SSCCRRIITTTTII CCOONNTTEENNEENNTTII NNOORRMMEE CCOOMMPPOORRTTAAMMEENNTTAALLII..

PPIIÙÙ LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO,, UUBBIICCAATTII NNEELLLLOO SSTTEESSSSOO EEDDIIFFIICCIIOO::

IILL PPIIAANNOO DDEEVVEE EESSSSEERREE EELLAABBOORRAATTOO IINN CCOOLLLLAABBOORRAAZZIIOONNEE TTRRAA II VVAARRII DDAATTOORRII

DDII LLAAVVOORROO..

Page 127: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

PPEERR II LLUUOOGGHHII DDII LLAAVVOORROO DDII GGRRAANNDDII DDIIMMEENNSSIIOONNII OO CCOOMMPPLLEESSSSII,, IILL PPIIAANNOO

DDEEVVEE IINNCCLLUUDDEERREE AANNCCHHEE UUNNAA PPLLAANNIIMMEETTRRIIAA NNEELLLLAA QQUUAALLEE SSIIAANNOO RRIIPPOORRTTAATTII::

LLEE CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE DDIISSTTRRIIBBUUTTIIVVEE DDEELL LLUUOOGGOO,, CCOONN PPAARRTTIICCOOLLAARREE RRIIFFEERRIIMMEENNTTOO

AALLLLAA DDEESSTTIINNAAZZIIOONNEE DDEELLLLEE VVAARRIIEE AARREEEE,, AALLLLEE VVIIEE DDII EESSOODDOO EEDD AALLLLAA

CCOOMMPPAARRTTIIMMEENNTTAAZZIIOONNII AANNTTIINNCCEENNDDIIOO;;

IILL TTIIPPOO,, NNUUMMEERROO EEDD UUBBIICCAAZZIIOONNEE DDEELLLLEE AATTTTRREEZZZZAATTUURREE EEDD IIMMPPIIAANNTTII DDII

EESSTTIINNZZIIOONNEE;;

LL''UUBBIICCAAZZIIOONNEE DDEEGGLLII AALLLLAARRMMII EE DDEELLLLAA CCEENNTTRRAALLEE DDII CCOONNTTRROOLLLLOO;;

LL''UUBBIICCAAZZIIOONNEE DDEELLLL''IINNTTEERRRRUUTTTTOORREE GGEENNEERRAALLEE DDEELLLL''AALLIIMMEENNTTAAZZIIOONNEE EELLEETTTTRRIICCAA,,

DDEELLLLEE VVAALLVVOOLLEE DDII IINNTTEERRCCEETTTTAAZZIIOONNEE DDEELLLLEE AADDDDUUZZIIOONNII IIDDRRIICCHHEE,, DDEELL GGAASS EE DDII

AALLTTRRII FFLLUUIIDDII CCOOMMBBUUSSTTIIBBIILLII..

Page 128: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

8.3 - Assistenza alle persone disabili in caso di incendio

8.3.1 – Generalità

OOCCCCOORRRREE CCOONNSSIIDDEERRAARREE LLEE PPEERRSSOONNEE DDIISSAABBIILLII CCHHEE PPOOSSSSOONNOO AAVVEERREE AACCCCEESSSSOO NNEELL

LLUUOOGGOO DDII LLAAVVOORROO..

LLAAVVOORRAATTOORRII DDIISSAABBIILLII ::

IILL PPIIAANNOO DDII EEMMEERRGGEENNZZAA DDEEVVEE EESSSSEERREE PPRREEDDIISSPPOOSSTTOO TTEENNEENNDDOO CCOONNTTOO

DDEELLLLEE LLOORROO IINNVVAALLIIDDIITTÀÀ..

Page 129: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

8.3.2 - Assistenza alle persone che utilizzano sedie a rotelle ed a quelle con mobilità ridotta

Nel predisporre il piano di emergenza, il datore di lavoro deve prevedere una adeguata assistenza alle persone disabili che utilizzano sedie a rotelle ed a quelle con mobilità limitata.

ATTENZIONE:

Gli ascensori non devono essere utilizzati per l'esodo, salvo che siano stati appositamente realizzati per tale scopo.

Quando non sono installate idonee misure per il superamento di barriere architettoniche, occorre che alcuni lavoratori siano addestrati al trasporto delle persone disabili.

Page 130: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.
Page 131: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

8.3.3 - Assistenza alle persone con visibilità o udito menomato o limitato

IIll ddaattoorree ddii llaavvoorroo ddeevvee aassssiiccuurraarree cchhee ii llaavvoorraattoorrii ccoonn vviissiibbiilliittàà

lliimmiittaattaa,, ssiiaannoo iinn ggrraaddoo ddii ppeerrccoorrrreerree llee vviiee ddii uusscciittaa..

IInn ccaassoo ddii eevvaaccuuaazziioonnee ddeell lluuooggoo ddii llaavvoorroo,, ooccccoorrrree cchhee llaavvoorraattoorrii,,

ffiissiiccaammeennttee iiddoonneeii eedd aappppoossiittaammeennttee iinnccaarriiccaattii,, gguuiiddiinnoo llee ppeerrssoonnee ccoonn

vviissiibbiilliittàà mmeennoommaattaa oo lliimmiittaattaa..

DDuurraannttee ttuuttttoo iill ppeerriiooddoo ddeellll''eemmeerrggeennzzaa ooccccoorrrree cchhee uunn llaavvoorraattoorree,,

aappppoossiittaammeennttee iinnccaarriiccaattoo,, aassssiissttaa llee ppeerrssoonnee ccoonn vviissiibbiilliittàà mmeennoommaattaa oo

lliimmiittaattaa..

NNeell ccaassoo ddii ppeerrssoonnee ccoonn uuddiittoo lliimmiittaattoo oo mmeennoommaattoo ooccccoorrrree cchhee uunnaa

ppeerrssoonnaa aappppoossiittaammeennttee iinnccaarriiccaattaa,, aalllleerrttii ll''iinnddiivviidduuoo mmeennoommaattoo..

Page 132: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

8.3.4 - Utilizzo di ascensori

CCOONNDDIIZZIIOONNII::

LLEE PPEERRSSOONNEE DDIISSAABBIILLII PPOOSSSSOONNOO UUTTIILLIIZZZZAARREE UUNN AASSCCEENNSSOORREE SSOOLLOO SSEE ÈÈ UUNN

AASSCCEENNSSOORREE PPRREEDDIISSPPOOSSTTOO PPEERR LL''EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE OO ÈÈ UUNN AASSCCEENNSSOORREE

AANNTTIINNCCEENNDDIIOO,, EEDD IINNOOLLTTRREE TTAALLEE IIMMPPIIEEGGOO DDEEVVEE AAVVVVEENNIIRREE SSOOLLOO SSOOTTTTOO IILL

CCOONNTTRROOLLLLOO DDII PPEERRSSOONNAALLEE PPIIEENNAAMMEENNTTEE AA CCOONNOOSSCCEENNZZAA DDEELLLLEE PPRROOCCEEDDUURREE

DDII EEVVAACCUUAAZZIIOONNEE..

Page 133: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

ALLEGATO IX

CONTENUTI MINIMI DEI CORSI DI FORMAZIONEPER ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI,LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLEEMERGENZE, IN RELAZIONE AL LIVELLO DIRISCHIO DELL'ATTIVITÀ

Page 134: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

99..11 -- GGEENNEERRAALLIITTÀÀ

II CCOONNTTEENNUUTTII MMIINNIIMMII DDEEII CCOORRSSII DDII FFOORRMMAAZZIIOONNEE PPEERR AADDDDEETTTTII AALLLLAA

PPRREEVVEENNZZIIOONNEE IINNCCEENNDDII,, LLOOTTTTAA AANNTTIINNCCEENNDDIIOO EE GGEESSTTIIOONNEE DDEELLLLEE

EEMMEERRGGEENNZZEE IINN CCAASSOO DDII IINNCCEENNDDIIOO,, DDEEVVOONNOO EESSSSEERREE CCOORRRREELLAATTII AALLLLAA

TTIIPPOOLLOOGGIIAA DDEELLLLEE AATTTTIIVVIITTÀÀ EEDD AALL LLIIVVEELLLLOO DDII RRIISSCCHHIIOO DDII IINNCCEENNDDIIOO

DDEELLLLEE SSTTEESSSSEE,, NNOONNCCHHÉÉ AAGGLLII SSPPEECCIIFFIICCII CCOOMMPPIITTII AAFFFFIIDDAATTII AAII

LLAAVVOORRAATTOORRII..

TTEENNEENNDDOO CCOONNTTOO DDEEII SSUUDDDDEETTTTII CCRRIITTEERRII,, SSII RRIIPPOORRTTAA AA TTIITTOOLLOO

EESSEEMMPPLLIIFFIICCAATTIIVVOO UUNNAA EELLEENNCCAAZZIIOONNEE DDII AATTTTIIVVIITTÀÀ IINNQQUUAADDRRAABBIILLII NNEEII

LLIIVVEELLLLII DDII RRIISSCCHHIIOO EELLEEVVAATTOO,, MMEEDDIIOO EE BBAASSSSOO NNOONNCCHHÉÉ II CCOONNTTEENNUUTTII

MMIINNIIMMII EE LLEE DDUURRAATTEE DDEEII CCOORRSSII DDII FFOORRMMAAZZIIOONNEE AADD EESSSSEE CCOORRRREELLAATTII..

II CCOONNTTEENNUUTTII PPRREEVVIISSTTII NNEELL PPRREESSEENNTTEE AALLLLEEGGAATTOO PPOOSSSSOONNOO EESSSSEERREE

OOGGGGEETTTTOO DDII AADDEEGGUUAATTAA IINNTTEEGGRRAAZZIIOONNEE IINN RREELLAAZZIIOONNEE AA SSPPEECCIIFFIICCHHEE

SSIITTUUAAZZIIOONNII DDII RRIISSCCHHIIOO..

Page 135: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

9.2 - Attività a rischio di incendio elevato

La classificazione di tali luoghi avviene secondo i criteri di cui all'allegato I al presente decreto.

A titolo esemplificativo e non esaustivo si riporta un elenco di attività da

considerare ad elevato rischio di incendio:

a) industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del D.P.R. n. 175/1988, e successive modifiche ed integrazioni; b) fabbriche e depositi di esplosivi; c) centrali termoelettriche; d) impianti di estrazione di oli minerali e gas combustibili;

e) impianti e laboratori nucleari; f) depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a 20.000 mq;

g) attività commerciali ed espositive con superficie aperta al pubblico superiore a 10.000 mq; h) scali aeroportuali, infrastrutture ferroviarie e metropolitane; i) alberghi con oltre 200 posti letto;

l) ospedali, case di cura e case di ricovero per anziani; m) scuole di ogni ordine e grado con oltre 1.000 persone presenti;

n) uffici con oltre 1.000 dipendenti; o) cantieri temporanei o mobili in sotterraneo per la costruzione, manutenzione e riparazione

di gallerie, caverne, pozzi ed opere simili di lunghezza superiore a 50 m; p) cantieri temporanei o mobili ove si impiegano esplosivi.

I corsi di formazione per gli addetti nelle sovrariportate attività devono essere basati sui contenuti e durate riportate nel corso C.

Page 136: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

9.3 - Attività a rischio di incendio medio

A titolo esemplificativo e non esaustivo rientrano in tale categoria di attività:

a) i luoghi di lavoro compresi nell'allegato al D.M. 16 febbraio 1982 e nelle tabelle A e B annesse al D.P.R. n. 689 del 1959, con esclusione delle attività considerate a rischio elevato; b) i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed impiegano sostanze infiammabili e si fa uso di fiamme libere, esclusi quelli interamente all'aperto.

La formazione dei lavoratori addetti in tali attività deve essere basata sui contenuti del corso B.

Page 137: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

9.4 - Attività a rischio di incendio basso

Rientrano in tale categoria di attività quelle non classificabili a medio ed elevato rischio e dove, in generale, sono presenti sostanze scarsamente infiammabili, dove

le condizioni di esercizio offrono scarsa possibilità di sviluppo di focolai e ove non sussistono probabilità di propagazione delle fiamme.

La formazione dei lavoratori addetti in tali attività deve essere basata sui contenuti del corso A.

Page 138: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

9.5 - Contenuti dei corsi di formazione

Corso a: corso per addetti antincendio in attività a rischio di incendio basso (durata 4 ore)

1) L'incendio e la prevenzione (1 ora) - Principi della combustione; - prodotti della combustione; - sostanze estinguenti in relazione al tipo di incendio;

- effetti dell'incendio sull'uomo; - divieti e limitazioni di esercizio; - misure comportamentali.

2) Protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio (1 ora) - Principali misure di protezione antincendio; - evacuazione in caso di incendio; - chiamata dei soccorsi.

3) Esercitazioni pratiche (2 ore) - Presa visione e chiarimenti sugli estintori portatili; - istruzioni sull'uso degli estintori portatili effettuata o avvalendosi di sussidi audiovisivi o tramite dimostrazione pratica.

Page 139: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Corso b: corso per addetti antincendio in attività a rischio di incendio medio (durata 8 ore)

1) L'incendio e la prevenzione incendi (2 ore) - Principi sulla combustione e l'incendio; - le sostanze estinguenti; - triangolo della combustione;

- le principali cause di un incendio; - rischi alle persone in caso di incendio; - principali accorgimenti e misure per prevenire gli incendi.

2) Protezione antincendio e procedure da adottare in caso di incendio (3 ore) - Le principali misure di protezione contro gli incendi; - vie di esodo; - procedure da adottare quando si scopre un incendio o in caso di allarme; - procedure per l'evacuazione;

- rapporti con i vigili del fuoco; - attrezzature ed impianti di estinzione; - sistemi di allarme; - segnaletica di sicurezza;

- illuminazione di emergenza.

Page 140: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3) Esercitazioni pratiche (3 ore) - Presa visione e chiarimenti sui mezzi di estinzione più diffusi; - presa visione e chiarimenti sulle attrezzature di protezione individuale;

- esercitazioni sull'uso degli estintori portatili e modalità di utilizzo di naspi e idranti.

Corso c: corso per addetti antincendio in attività a rischio di incendio elevato (durata 16 ore)

1) L'incendio e la prevenzione incendi (4 ore) - Principi sulla combustione; - le principali cause di incendio in relazione allo specifico ambiente di lavoro; - le sostanze estinguenti;

- i rischi alle persone ed all'ambiente; - specifiche misure di prevenzione incendi; - accorgimenti comportamentali per prevenire gli incendi;

- l'importanza del controllo degli ambienti di lavoro;

- l'importanza delle verifiche e delle manutenzioni sui presidi antincendio. 2) La protezione antincendio (4 ore) - Misure di protezione passiva;

- vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti; - attrezzature ed impianti di estinzione; - sistemi di allarme; - segnaletica di sicurezza;

- impianti elettrici di sicurezza; - illuminazione di sicurezza.

Page 141: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

3) Procedure da adottare in caso di incendio (4 ore)

- Procedure da adottare quando si scopre un incendio; - procedure da adottare in caso di allarme; - modalità di evacuazione;

- modalità di chiamata dei servizi di soccorso; - collaborazione con i vigili del fuoco in caso di intervento;

- esemplificazione di una situazione di emergenza e modalità procedurali-operative. 4) Esercitazioni pratiche (4 ore) - Presa visione e chiarimenti sulle principali attrezzature ed impianti di spegnimento;

- presa visione sulle attrezzature di protezione individuale (maschere, autoprotettore, tute, etc.);

- esercitazioni sull'uso delle attrezzature di spegnimento e di protezione individuale.

Page 142: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

RIEPILOGANDO

ATTUAZIONE DEI PIANI D’EMERGENZA. LEGISLAZIONE

Art.5 del D.M.I. 10/03/98 ( G.U. n°81 del 07/04/98 )

Esito valutazione dei rischi

Datore di lavoro

Piano d’emergenza

Predisposto secondo Allegato VIII del D.M.

10/03/98

Applicazione

a) Attività DPR 689/1959; b) Attività del D.M. 16/02/82;

c) Attività con 10 lavoratori dipendenti.

Attuazione

a) Lavoratori incaricati Art. 4, comma 5, lettera a) - D.L.vo 626/94;

b) Datore di lavoro: casi previsti art.10 D.L.vo 626/94-Allegato I

Page 143: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.

Organizzazione aziendale con riferimento alla sicurezza

Page 144: 13-La valutazione del RISCHIO- DM10.3.1998"144pag.