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Lezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di Ta T.U. 81/08 Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 1 Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) ed elementi di un Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) Lezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di Ta T.U. 81/08 Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 2 Metodologia Non vi sono norme prefissate riguardo alle modalità di realizzazione della valutazione dei rischi (a meno, solo ed esclusivamente per le PMI, delle procedure standardizzate, che sono state elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, ex art. 6 del T.U.); in termini generali, si dovrà in ogni caso tener conto di due principi fondamentali nella fase preparatoria, e cioè: 1) strutturare la valutazione nel senso di garantire che si tiene conto di tutti i rischi e i pericoli degni di nota 2) una volta identificato un determinato rischio, iniziarne la valutazione dai princìpi fondamentali, studiando la possibilità di eliminarlo in base all’esistenza o meno di un principio di causalità (risalire al perché si è creato). Ad esempio, ciò significa chiedersi se un problema di congestione all’interno di un sistema produttivo che pone seri problemi per la sicurezza delle persone può essere evitato facendo in modo che i trasporti non avvengano all’interno delle zone di lavoro di macchine/impianti, ma unicamente su un apposito e ben segnalato percorso situato all’esterno del perimetro delle stesse. Lezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di Ta T.U. 81/08 Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 3 Metodologia 1) DATI DI INPUT: Raccolta delle Informazioni e fonti informative conoscenze ed esperienze dei lavoratori e dei preposti modalità pratiche di distribuzione/ricambio dei dispositivi di protezione individuale elenco e caratteristiche dei dispositivi di protezione individuale (DPI) forniti ai lavoratori procedure di lavoro scritte, ordini di servizio atti autorizzativi dati sugli infortuni (dall’apposito registro) e incidenti avvenuti denunce INAIL su casi di malattie professionali risultati collettivi anonimi di controlli sanitari periodici risultati di eventuali misurazioni di igiene industriale risultati di precedenti indagini condotte sulla sicurezza e sull'igiene del lavoro inclusi verbali di prescrizione degli organi di vigilanza schede tecniche e manuali operativi di macchine e impianti schede di sicurezza di sostanze/prodotti/apparecchiature/impianti in uso registro delle manutenzioni ordinarie e straordinarie denunce di impianti e verifiche periodiche numero di addetti ripartito per reparti e per mansioni con breve descrizione delle operazioni svolte lay-out dei reparti Lezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di Ta T.U. 81/08 Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 4 Metodologia 2) ELABORAZIONE: Fasi per la conduzione della valutazione e la redazione del documento definizione di tempi e modi per la verifica e/o l’aggiornamento della valutazione redazione del documento verifica dell'idoneità delle misure in atto definizione di un piano per la messa in atto delle misure individuate verifica dell'applicabilità di tali misure verifica della disponibilità di misure tecniche, organizzative, procedurali, per eliminare o ridurre l'esposizione e/o il numero di esposti stima della probabilità che tali effetti si manifestino stima della gravità degli effetti che ne possono derivare stima dell'entità delle esposizioni identificazione dei lavoratori esposti • identificazione dei fattori di rischio

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Linee guida per la stesuradel Documento di Valutazione

dei Rischi (DVR)ed elementi di un Sistema di

Gestione della Sicurezza (SGS)

Lezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di TaT.U. 81/08 – Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 2

MetodologiaNon vi sono norme prefissate riguardo alle modalità di realizzazione della valutazione dei rischi (a meno, solo ed esclusivamente per le PMI, delle procedure standardizzate, che sono state elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro , ex art. 6 del T.U.); in termini generali, si dovrà in ogni caso tener conto di due principi fondamentali nella fase preparatoria, e cioè:

1) strutturare la valutazione nel senso di garantire che si tiene conto di tutti i rischi e i pericoli degni di nota

2) una volta identificato un determinato rischio, iniziarne la valutazione dai princìpi fondamentali, studiando la possibilità di eliminarlo in base all’esistenza o meno di un principio di causalità (risalire al perché si ècreato).

Ad esempio, ciò significa chiedersi se un problema di congestione all’interno di un sistema produttivo che pone seri problemi per la sicurezza delle persone può essere evitato facendo in modo che i trasporti non avvengano all’interno delle zone di lavoro di macchine/impianti, ma unicamente su un apposito e ben segnalato percorso situato all’esterno del perimetro delle stesse.

Lezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di TaT.U. 81/08 – Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 3

Metodologia 1) DATI DI INPUT:Raccolta delle Informazioni e fonti informative

• conoscenze ed esperienze dei lavoratori e dei preposti

• modalità pratiche di distribuzione/ricambio dei dispositivi di protezione individuale

• elenco e caratteristiche dei dispositivi di protezione individuale (DPI) forniti ai lavoratori

• procedure di lavoro scritte, ordini di servizio

• atti autorizzativi

• dati sugli infortuni (dall’apposito registro) e incidenti avvenuti

• denunce INAIL su casi di malattie professionali

• risultati collettivi anonimi di controlli sanitari periodici

• risultati di eventuali misurazioni di igiene industriale

• risultati di precedenti indagini condotte sulla sicurezza e sull'igiene del lavoro inclusi verbali di prescrizione degli organi di vigilanza

• schede tecniche e manuali operativi di macchine e impianti

• schede di sicurezza di sostanze/prodotti/apparecchiature/impianti in uso

• registro delle manutenzioni ordinarie e straordinarie

• denunce di impianti e verifiche periodiche

• numero di addetti ripartito per reparti e per mansioni con breve descrizione delle operazioni svolte

• lay-out dei reparti

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Metodologia2) ELABORAZIONE: Fasi per la conduzione della

valutazione e la redazione del documento

• definizione di tempi e modi per la verifica e/o l’aggiornamento della valutazione

• redazione del documento

• verifica dell'idoneità delle misure in atto

• definizione di un piano per la messa in atto delle misure individuate

• verifica dell'applicabilità di tali misure

• verifica della disponibilità di misure tecniche, organizzative, procedurali, per eliminare o ridurre l'esposizione e/o il numero di esposti

• stima della probabilità che tali effetti si manifestino

• stima della gravità degli effetti che ne possono derivare

• stima dell'entità delle esposizioni

• identificazione dei lavoratori esposti

• identificazione dei fattori di rischio

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MetodologiaProcesso di valutazione dei rischi ai fini della re dazione del documento

DEFINIRE IL PROCESSO/ATTIVITA’ IN ESAME

SELEZIONARE UNO OPIU’ VALUTATORI COMPETENTI

IDENTIFICARE TUTTI I PERICOLI RILEVANTI

STIMARE I RISCHI ESTABILIRE LE PRIORITA’ DI AZIONE

DETERMINARE LE MISURE RICHIESTE/ VALUTARE L’EFFICACIA DI QUELLE

GIA’ ESISTENTI

ADOTTARE EVENTUALI MISURE ADDIZIONALI

MONITORARE L’EFFICACIA NELLA PRATICA DELLE MISURE ADOTTATE.

STANNO FUNZIONANDO ?

RI-ESAMINARE I PERICOLI

RI-ESAMINARE LE MISURE PER QUANTO NECESSARIO

TENERE TRACCIA DELLE INFORMAZIONI

RI-ESAME: E’ CAMBIATA

QUALCOSA ?

SI

SI

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MetodologiaCriteri da applicare per la riduzione/eliminazione dei rischi

cercare di garantire un miglioramento costante nel tempo del livello di protezione

adeguarsi al progresso tecnico e ai cambiamenti nel campo dell’informazione

Princìpi gerarchici della prevenzione dei rischi:1) evitare i rischi2) sostituire ciò che è pericoloso con ciò che non è pericoloso o lo è meno (combattere i

rischi alla fonte)3) applicare provvedimenti di protezione collettiva piuttosto che individuale (p. es.

ridurre l’esposizione a fumi di lavorazione mediante impianti di aspirazione, piuttosto che attraverso l’impiego di maschere/respiratori portatili)

Norme e orientamenti pubblicati, per es. norme tecniche nazionali (UNI, CEI) / europee (EN) / internazionali (ISO), codici di buona pratica, norme delle associazioni professionali, orientamenti dei fabbricanti ecc.

Norme legali (cogenti): le norme prescrittive devono essere applicate a prescindere dall’analisi dei rischi (es. caratt. strutt. ambienti, porte, ecc.)

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In ogni valutazione dei rischi e nelle successive operazioni destinate ad eliminarli, come pure nella messa in atto delle misure di controllo, è essenziale che i rischi non siano semplicemente «spostati», cioè che la soluzione di un problema non ne crei un altro di nuovo.Ad esempio, sarebbe di dubbio vantaggio montare doppi vetri sulle finestre di un ufficio per ridurre il rumore proveniente dall’esterno, se ciò non è accompagnato dalla messa in opera di un sistema adeguato di ventilazione.

Un altro aspetto di pari importanza è che il rischio non deve essere trasferito in un altro settore. Ad esempio, si deve evitare che lo scarico di un impianto di aspirazione di sostanze tossiche sia montato in modo tale che la sua uscita comporti rischi per un’altra zona di lavoro o per l’ambiente esterno (⇒ NECESSITA’ DI UN IMPIANTO A FILTRI o altri sistemi).

È talvolta possibile sostituire i macchinari o i materiali o comunque le altre cause di rischio, con soluzioni alternative.Ad esempio, può essere possibile sostituire i solventi a base di cloro impiegati per le pulizie con

metodi non tossici come ad esempio gli ultrasuoni, oppure con materiali meno tossici. Tuttavia, nei casi in cui si esamini una possibilità di sostituzione, è essenziale valutarne subito le implicazioni e chiedersi se l’impiego di ultrasuoni produca effetti nocivi inaccettabili o rischi elettrici, oppure se il materiale meno tossico risulti essere maggiormente infiammabile.In base agli effetti della sostituzione può essere deciso se essa sia o meno giustificabile.

MetodologiaCriteri da applicare per la riduzione/eliminazione dei rischi

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Quando si studiano le varie opzioni, come l’introduzione di nuovi sistemi di controllo e sicurezza per macchinari/impianti o di abbigliamenti protettivi per gli addetti che lavorano all’aperto, si dovranno valutare i pregi e i difetti relativi delle varie scelte. Si decideranno quindi le varie misure da porre in atto e, se necessario, le attrezzature protettive del caso.I lavoratori devono essere incoraggiati a contribui re a queste scelte , in modo da porre a frutto le loro esperienze sull’efficacia reale dei sistemi.

I dipendenti saranno, ad esempio, in grado di rilevare che un determinato sistema di controllo risulta di difficile uso in pratica (problema ergonomico-cognitivo) e potranno indicare un metodo per migliorarlo, oppure potranno aiutare a chiarire che un impianto fisso di aspirazione per un determinato locale non è in grado di eliminare adeguatamente i fumi prodotti da una determinata attività (in determinate condizioni di lavoro oppure per sottodimensionamento dell’impianto oppure per frequenti avarie)

Analogamente, è molto importante che i lavoratori partecipino alla ricerca e provino in concreto l’impiego dei dispositivi di protezione personale (DPI), chiarendo se essi non interferiscano con il lavoro da compiere o magari causino altri rischi, e se risulti difficile lavorare indossandoli, dopo un certo tempo.

MetodologiaCriteri da applicare per la riduzione/eliminazione dei rischi

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La valutazione dei rischi non deve essere intesa come attività da eseguirsi una tantum. È necessario infatti procedere alla revisione e al riesame della valutazione stessa, qualora ciò risulti necessario, per vari motivi, tra cui:1) La valutazione stessa può comportare cambiamenti significativi del processo di lavoro , come la

sostituzione di un agente chimico con un altro meno infiammabile, oppure l’impiego di macchinari/attrezzature diversi. Le possibili conseguenze di questi cambiamenti devo no essere valutate prima che essi si compiano di fatto. Nondimeno, dopo la loro introduzione, è opportuno valutare le nuove condizioni di lavoro per esaminare le conseguenze pratiche dei nuovi provvedimenti.

2) Le misure di prevenzione introdotte per ridurre i r ischi possono aver effetti sul processo di lavoro . Ad esempio l’introduzione di un sistema di permessi per la realizzazione di lavorazioni con sostanze infiammabili comporterà l’esigenza di limitarne il numero, oppure di cambiare le vie di accesso per migliorare la sicurezza del trasporto, con possibili implicazioni sulla disposizione dei materiali in deposito.

3) Le valutazioni possono non essere più applicabili, in quanto i dati o le informazioni su cui si basavano non hanno più valore o sono stati aggiornat i e rivisti.

4) Le misure di prevenzione e di protezione attualmente in atto si rivelano insufficienti, oppure obsolete , ad es. quando si dispone dì informazioni riguardo a nuovi sistemi di controllo e sicurezza.

5) In conseguenza dei risultati dell’indagine su un incidente o un incidente mancato . Le indagini sugli incidenti che hanno causato ferite o altre conseguenze per la salute possono rivelare l’esigenza di un cambiamento per impedire che si verifichino nuovamente.L’indagine sugli incidenti mancati può ugualmente apportare informazioni di grande importanza riguardo ai rischi e contribuire quindi a porre in rilievo l’urgenza di provvedimenti necessari.

MetodologiaRevisione e riesame

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MetodologiaIdentificazione dei pericoli e loro tipologia

anche detti “Categorie di rischio”

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MetodologiaIdentificazione dei pericoli e loro tipologia

(per le PMI): uso della check-list

15. Rischi chimici

14. Rischi per la presenza di esplosivi

13. Rischi di incendio ed esplosione

12. Mezzi di trasporto

11. Apparecchi di sollevamento

10. Reti e apparecchi distribuzione gas

9. Apparecchi a pressione

8. Impianti elettrici

7. Immagazzinamento di oggetti

6. Manipolazione manuale di oggetti

5. Attrezzi manuali

4. Macchine

3. Scale

2. Spazi di lavoro

1. Aree di transito

A) Rischi per la sicurezza dei lavoratori (ovverosia, di natura infortunistica)

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29. Lavoro ai video terminali

28. Carico di lavoro mentale

27. Carico di lavoro fisico

26. Illuminazione

25. Esposizione a radiazioni non ionizzanti

24. Esposizione a radiazioni ionizzanti

23. Microclima termico

22. Esposizione a vibrazioni

21. Esposizione a rumore

20. Climatizzazione locali di lavoro

19. Ventilazione industriale

18. Esposizione ad agenti biologici

17. Esposizione ad agenti cancerogeni

16. Esposizione ad agenti chimici

B) Rischi per la salute dei lavoratori (ovverosia, di natura igienico-ambientale)

MetodologiaIdentificazione dei pericoli e loro tipologia

(per le PMI): uso della check-list

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40. Sorveglianza sanitaria

39. Emergenza, pronto soccorso

38. Dispositivi di protezione individuale

37. Manutenzione

36. Norme e procedimenti di lavoro

35. Partecipazione

34. Informazione

33. Formazione

32. Analisi, pianificazione e controllo

31. Compiti, funzioni e responsabilità

30. Organizzazione del lavoro

C) Rischi trasversali (Aspetti organizzativi e gestionali)

MetodologiaIdentificazione dei pericoli e loro tipologia

(per le PMI): uso della check-list

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Esempi di MetodologieMetodologia A

Metodologia B

per AMBIENTE DI LAVORO

per MANSIONE LAVORATIVA oPOSTAZIONE DI LAVORO

ELABORAZIONE SCHEDE DI SINTESI: valutazione per ambiente di lavoro ed

individuazione al suo interno di macchine/attrezzature/impianti utilizzati

oppurevalutazione per mansione, inserita in un contesto generale (ambiente di lavoro)

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Metodologia ASCHEDE DI RILEVAMENTO DEI RISCHI per

AMBIENTE DI LAVORO

Misure di SicurezzaMisure di SicurezzaMisure di SicurezzaMisure di Sicurezza

Porte

Atm. INFIAMM./ESPLOS.Sicurezza IntrinsecaImpiantoUscite

UtenzaUtenzaApparecchiaturaPareti

MisceleImpiantoMacchinaPavimenti

ESPLOSIONI / INCENDI (1)

ELETTRICI(1)

MECCANICI(1)

STRUTTURALI

A) RISCHI INFORTUNISTICI

(1) Per tali categorie si dovranno analizzare le SORGENTI di PERICOLO che potranno presentare, ognuna per proprio conto più RISCHI. A tale proposito sarà necessario tenere presente che tali RISCHI (es. elettrico, meccanico, termico, montaggio, disinformazione-avvertimento ecc.) potranno caratterizzarsi - per l’ ambiente in cui si opera - anche a causa di una possibile correlazione ed interdipendenza tra le categorie indicate.

AMBIENTE DI LAVORO (identificazione e destinazione) : xxxxxx

CARATTERISTICHE STRUTTURALI (Superficie (S); Altezz a (h); Superficie Finestrata; R=SF/SP): ATTIVITA’ SVOLTA: xxxxxx

Numero degli addetti: xx

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Metodologia ASCHEDE DI RILEVAMENTO DEI RISCHI per

AMBIENTE DI LAVORO

MuffeMicroclimaNebbieCaustiche

Radiazioni ionizzanti(es. Raggi X, raggi αααα, ββββ, γγγγ)

Misure di Sicurezza

idem

Misure di Sicurezza idem

Misure di Sicurezza - Interventi di

Prevenz.- Int. di Protez.- DPI

Misure di Sicurezza- Modalità di gestione delle sostanze (autorizzazioni, permessi, riposizione, ecc.)- DPI

.....

....Radiazioni elettromagn. non ionizzanti (es. Laser, micro-onde, UV), campi in genere

Vapori

VirusTemperature di macchinari e impiantiGasNecrotizzanti

FunghiVibrazioniFumiIrritanti

BatteriRumorePolveriCorrosive

AGENTI BIOLOGICI

AGENTIFISICI

AGENTI CHIMICISOSTANZE PERICOLOSE

B) RISCHI IGIENICO-AMBIENTALI

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Metodologia ASCHEDE DI RILEVAMENTO DEI RISCHI per

AMBIENTE DI LAVORO

Misure di SicurezzaMisure di Sicurezza

Misure di Sicurezza

Misure di Sicurezza

CONDIZIONI DI LAVORO DIFFICILI

FATTORI ERGONOMICI

FATTORI PSICOLOGICI

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

C) RISCHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DOVUTI A FAT TORI TRASVERSALI (1)

1) Tenendo già conto delle misure di sicurezza messe in atto pe i fattori precedenti A) e B)

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PROGRAMMA DI INTERVENTO CONSEGUENTE AI RISULTATI

DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DA LAVORO

AMBIENTE DI LAVORO (eventuali note esplicative al programma di intervento):_______

_______________________________________________________________________

Data________________________

RISCHI INFORTUNISTICI / IGIENICO-AMBIENTALI /

DOVUTI A FATTORI TRASVERSALI

Categorie di rischio

Piano di monitoraggio del rischio in relazione alla variazione dei cicli lavorativi e al controllo

Misure di sicurezza da porre in atto

Rischi residui

L’analisi dei rischi deve

comprendereil programma degli interventi

per il miglioramento della sicurezza.

Metodologia A

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Metodologia BSCHEDE DI RILEVAMENTO DEI RISCHI per Mansione

POSSIBILICONSEGUENZE

DI UN INFORTUNIOSPECIFICAMENTE

PER QUELLAMANSIONE

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MetodologiaDEFINIZIONE DELLE MISURE DI TUTELA

Sulla base delle priorità scaturite dalla valutazione dei rischi, si può procedere a definire le misure di tutela che si ritengono motivate ed attuabili al fine di ridurre i livelli di rischio riscontrati, suddividendole in quattro categorie:

misure tecniche, misure organizzative, misure procedurali, misure di protezione personali.

Ancora in un quadro del tutto generale e preliminare alla valutazione dei rischi sul sito specifico, il complesso di misure di prevenzione e protezione da prendere in considerazione può essere ricondotto a:

o Verifica del ciclo di lavorazione, in termini di sostanze, procedimenti, impianti e modalità operative.

o Individuazione di ulteriori misure tecniche, organizzative o procedurali per contenere situazioni di rischio non trascurabile.

o Monitoraggio medico ed ambientale adeguati alla situazione evidenziata nella valutazione dei rischi.

o Controllo sui mezzi di protezione individuali e collettivi ed eventuali adeguamenti degli stessi ove necessario.

o Verifica ed impostazione della organizzazione delle misure e degli strumenti per la informazione, formazione e consultazione dei lavoratori.

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MetodologiaDEFINIZIONE DELLE MISURE DI TUTELA

Dall’analisi di rischio per mansione , l’individuazione risulterà piùspecifica, in relazione alle fasi in cui la mansione si articola ed ai fattori di rischio considerati. In questi casi, occorre inserire le misure di tutela fra gli argomenti da considerare in fase di analisi.

In altri casi e più in generale, si potranno prevedere misure di tutela di carattere specifico e generali, in risposta ad esigenze generali emerse durante la fase di valutazione.

Per AZIENDE CON RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE si suggerisce, per completezza, di riportare nella relazione di valutazione dei rischi una sintesi del RAPPORTO DI SICUREZZA, con le specifiche misure di tutela previste a livello di stabilimento.

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MetodologiaPROGRAMMA DELLE MISURE DI MIGLIORAMENTO

Le ulteriori misure di tutela ritenute necessarie dovranno essere articolate in un programma di miglioramento, che individui, per ciascuna azione (tecnica, organizzativa, ecc.): � tempi di realizzazione (in funzione del livello di rischio

stimato); ovviamente il riscontro della violazione di norme di legge (a valore cogente) richiede un intervento immediato

� responsabili dell’attuazione� responsabili della verifica dell’avvenuta realizzazione.

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Stesura finale del DVRUna struttura possibile per la relazione finale può essere così articolata:a) Descrizione generale dello stabilimento (Generale, ciclo

tecnologico, sostanze, lay-out, organizzazione)b) Censimento dei pericolic) Caratterizzazione delle sostanze utilizzate / manipolate /

stoccate (schede di rischio); in particolare degli agenti chimici

d) Popolazione esposta, mansioni rappresentativee) Misure già attuate per la salute e la sicurezzaf) Valutazione dei rischig) Misure di tutela, programma e obiettivih) Organizzazione per la Gestione della Salute e Sicurezza

(SPP: ruoli e responsabilità) e per l’EmergenzaLezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di TaT.U. 81/08 – Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 24

Stesura finale del DVRi) Allegati:· Planimetrie, schemi a blocchi, schemi organizzativi, altri elaborati· Censimento dei pericoli

· Caratterizzazione degli agenti chimici

· Programma di formazione ed addestramento (base e mirato)

· Strumenti per l’informazione, la formazione e l’addestramento· Piano di emergenza (sintesi)· Piano sanitario

· Analisi storica infortuni

· Analisi storica incidenti· Sintesi delle attività di accertamenti ambientali

· Sintesi valutazione del rumore

· Sintesi sul monitoraggio sanitario· Analisi di rischio per mansione (JSA – Job Safety Assessment)· Programma di miglioramento

· Curriculum degli estensori della relazione

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Piano di emergenzaObiettivi del pianoIl presente piano tende a perseguire i seguenti obiettivi:- affrontare l’emergenza fin dal primo insorgere per contenerne gli effetti e riportare

rapidamente la situazione in condizioni di normale esercizio; - pianificare le azioni necessarie per proteggere le persone sia all’interno che

all’esterno;- prevenire o limitare i danni all’ambiente e alle proprietà;- coordinare i servizi di emergenza, lo staff tecnico e la direzione aziendale.

Classificazione delle emergenzeLe emergenze ipotizzabili sono classificabili nelle seguenti categorie:• emergenze incendio, di origine interna o esterna;• emergenze esterne di origine antropica (incidente esterno con sprigionamento di

sostanze tossiche e/o infiammabili);• emergenze esterne dovute a fenomeni meteorologici o naturali di particolare gravità

(tromba d’aria, onda di piena, terremoto ecc.).

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Piano di emergenzaOrganizzazione dell’emergenzaL’organizzazione di un’emergenza è basata sui seguenti principi:• è conforme allo schema organizzativo della sede onde evitare confusione dei ruoli;• è definita in maniera precisa e adeguatamente approfondita per le persone

direttamente interessate allo scopo di assicurare la massima tempestività in condizioni di pericolo.

Sistema di comunicazione dell’emergenza

Segnali per allarme generaleI segnali ottici e acustici che attivano l’allarme generale sono ubicati nelle aree ................... e vengono attivati a carico di ..............

Comunicazioni telefonicheDal centralino .................. e da tutti gli apparecchi telefonici posizionati negli uffici è possibile contattare sia numeri interni che esterni.

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Piano di emergenzaAttivazione del pianoSono di seguito indicate le azioni che devono essere eseguite dalle varie funzioni

aziendali in caso di segnalazioni di pericolo per persone o cose all’interno e all’esterno dell’azienda.

Il centro di coordinamento dell’emergenza è situato nell’ufficio .... che avrà il compito di coordinare l’emergenza e di mantenere i contatti con le autorità esterne.

Nel suddetto ufficio si decideranno le azioni più opportune per affrontare l’emergenza e, se il caso, per coordinare l’evacuazione generale.

......

......

......

Azioni previste in base al Tipo di emergenza

Nome e Cognome

Nome e Cognome

Nome e Cognome

Nome e Cognome

Altro personale

Responsabile della squadra di emergenza

Coordinatore dei contatti esterni

Coordinatore dell’emergenza

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Piano di emergenzaProcedure di evacuazione generaleIl coordinatore dell’emergenza è autorizzato a decidere l’evacuazione dell’azienda.Tutto il personale, compresi i componenti della squadra di emergenza, raggiungerà

l’area di raduno ubicata in area .... (indicata su planimetrìa) e opportunamente segnalata.

Sono previste le aree di raccolta ubicate in : .... (indicate su planimetrìa)

Indicare nel seguito le procedure dettagliate di evacuazione in base al tipo di emergenza

Dotazione antincendio, equipaggiamento e mezzi di p rotezioneL’equipaggiamento della squadra di emergenza viene custodito presso il locale

..................; responsabile della distribuzione e della relativa manutenzione e rimpiazzo è il sig. ......................

La dotazione di protezione antincendio è la seguente: .........................I mezzi di protezione a disposizione per l’emergenza sono i seguenti: .......................L’equipaggiamento della squadra di emergenza è il seguente: ................

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Elementi di un SGS

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Controlli e verifiche del SGS

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Azioni e riesame per miglioramento

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Gestione di infortuni / incidenti / simili

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Esempio:valutazione del rischio in

una generica PMI

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DOCUMENTO DELLA SICUREZZA *

(art. 4 D.Lgs. 626/94) * da I.S.P.E.S.L. “Linee guida per la valutazione nella piccola e media impresa”

Ditta____________________________________________________________

Sede Sociale_______________________________________Tel.____________

Città_____________________________________________Prov.(__________)

Sede operativa_____________________________________Tel.____________

Città_____________________________________________Prov.(__________)

Attività svolta dalla Ditta:____________________________________________

Numero dei dipendenti:___________________

Datore di lavoro____________________________________________________

Ambienti di lavoro n.______________________

All.1___________________________________

All.2___________________________________

All.3___________________________________

All.4 Planimetria generale dell’azienda e planimetria di ciascun ambiente analizzato

USL territoriale di appartenenza della ditta (sede operativa) ________________________________________________________________

Descrizione del ciclo lavorativo dell’intera azienda e dei criteri seguiti nella valutazione dei Rischi: ______________________________________________

Per ciascun ambiente di lavoro si allegal’analisi dei rischi effettuata

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Il “DOCUMENTO DELLA SICUREZZA” è stato elaborato, previa consultazione del Rappresentante dei lavoratori per la Sicurezza1 , da:

Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione:

__________________________ __________________________(Cognome e nome) Firma

Il Medico competente2:

__________________________ __________________________(Cognome e nome) Firma

Il Datore di lavoro

__________________________ __________________________(Cognome e nome) Firma

Data___________

Per presa visione del Rappresentante della Sicurezza

___________________________Firma

1 ove già designato o eletto2 ove prevista la Sorveglianza Sanitaria dei lavoratori

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Schede di rilevazione dei rischi per posti di lavoro

- Individuazione dei pericoli- Stima, valutazione e

classificazione dei rischiSchede di sintesi per ambienti di lavoro

- Riepilogo dei rischi- Assegnazione delle priorità

di intervento

Programma degli interventi

Fasi di elaborazione dell’analisi dei rischi

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SCHEDE DI RILEVAZIONE DEI RISCHI PER POSTI DI LAVORO

Es.(*): Macchina automatica XYZ di lavorazione ad alimentazione manuale ed a comando

assistito da computer.

MANSIONI DEL LAV.: carico/scarico pezzi; controllo pezzi ; supervisione

xPeso totale dei pezzi caricati/scaricati dall’operatore superiore a ... quintali al giorno

n. 8 – Movimentazione manuale dei carichi

xSimbolo del Segnale di guasto (visualizzato sullo schermo) non conosciuto o poco

n. 9 – Segnalazioni di anomalie/guasti

xParti mobili prive di dispositivi di protezionen. 7 – Macchine, apparecchi mobili, apparecchi di sollevamento

VERIFICHE POSITIVEn. 6 – Aerazione

xSgrassaggio dei pezzi con tri-cloro-etilene sul posto di lavoro per le necessità di controllo

n. 5 – Sostanze pericolose

xDifferenze di temp., umiditàn. 4 – Ambiente termico

xVibrazioni della macchina ostacolanti la scrittura dei campionamenti

n. 3 – Vibrazioni

xAmbiente rumoroson. 2 – Rumore

xRiflessi sullo schermon. 1 – Illuminazione

DCBA

Gravità del rischioRISCHIO RISCONTRATOFattore valutato BASSA ALTA

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xa) Vernice del reparto degradata

OPERATORI INTERNI ALL’AZIENDAn. 15 – Imprese esterne

xVerifica dell’impianto elettrico non eseguitan. 14 – Elettricità

ASSENTIn. 13 – Radiazioni ionizzanti

VERIFICHE DEI SISTEMI PRESENTI E DELLE MISURE ORGANIZZATIVE POSITIVE

n. 12 – Incendio, esplosione

xb) Spazio tra muro e macchina < ... cm

n. 11 – Sistemazione dei

locali di lavoro

xPosto in piedi senza sedile: posizione poco ergonomica

n. 10 – Sistemazione del posto di lavoro

DCBA

Gravità del rischioRISCHIO RISCONTRATOFattore valutato

(*) Esempio tratto da “Manuale per l’applicazione del D.Lgs.626/94 (V edizione -2003)” - S.Rovetta

SCHEDE DI RILEVAZIONE DEI RISCHI PER POSTI DI LAVORO

Gravità crescente

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SCHEDE DI SINTESI PER AMBIENTI DI LAVORO E MACCHINE

Es.(*): Reparto di lavorazione (insieme di postazioni e macchine)

11 – a)

Vernice del reparto degradata

1 -

Riflessi sullo schermo della macchina XYZ per cattiva illuminazione

3 - Vibrazioni causate dalla macchina XYZ

4 -

Problema di climatizzazione, differenze di temperatura, problemi di umidità

9 - Simboli del pannello a schermo della macchina XYZ poco conosciuti

10 – Problema ergonomico nella postura sulla macchina XYZ

11 – b)

Spazio tra macchina XYZ e muro insufficiente

2 –

Rumore > 95dB(A)

5 – Uso del tri-cloro-etilene su macchina XYZ

7 – Parti mobili della macchina XYZ prive di dispositivi di protezione

8 –

Operazioni di carico/scarico manuale su macchina XYZ troppo gravose

14 –

Impianto elettrico non verificato

(A)

(B)

(C)

(D)

Priorità di azione e programmazione degli interventi e del controllo di attuazione

Si possono anche tenere distinti i problemi comuni al reparto da quelli specifici delle macchine.Rumore: richiesti approfondimenti (attribuibile maggiormente a qualche macchina in particolare o all’ambiente in genere ?)

(*) Esempio tratto da “Manuale per l’applicazione del D.Lgs.626/94 (V edizione -2003)” - S.Rovetta

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PROGRAMMA DEGLI INTERVENTI

Misurazione:

Verifiche:

Misure di prevenzione immediate:

Ricorso ad uno specialista (medico del lavoro, consulente esterno, organismo autorizzato,..):

Misure di prevenzione a medio termine:

Misure di prevenzione a breve termine:

Disposizioni da prendere (*)

Natura del rischio:

(*) Esempio tratto da “Manuale per l’applicazione del D.Lgs.626/94 (V edizione -2003)” - S.Rovetta

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Esempio:valutazione del rischio in

una falegnameria

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X

Rimuovere periodicamente la segatura e mettere in funzione gli aspiratori delle macchinePREDISPORRE LA MANUTENZIONE PERIODICA DEGLI ASPIRATORI

Temperatura: adeguata;Umidità: AdeguataRicambio aria: AdeguatoAllo stato attuale sono presenti polveri di segatura di legno in tutto l'ambiente di lavoro.

Microclima

X

Migliorare l'indice di manutenzione degli apparecchi luminosi così da portarlo a 0.75.Intonacando le pareti l'indice di utilizzazione può portarsi a 0.4.In queste condizioni occorre installare altri 5 neon da 58 W per avere i 150 lux richiesti.Tutti i neon devono essere protetti a norma di legge.

Sono presenti 7 neon da 58 W non protetti posti ad un'altezza di 3.20 m.L'indice di ambiente è 4.0;Il fattore di utilizzazione è 0.25;Il fattore di manutenzione è 0.5;L'illuminamento risultante è 40 Lux.Esso è pertanto insufficiente dovendo essere almeno 150 Lux.

Illuminazione

X

Proteggere gli interruttori del servizio a norma di legge.Migliorare il grado di pulizia e manutenzione

Il servizio è presente ed areato e dotato di acqua.Gli interruttori non sono protetti. Il livello di pulizia e manutenzione è insoddisfacente.

Servizi Igienici

X

Ripulire ed intonacare le pareti, preferibilmente in colore chiaro.

Le pareti sono allo stato grezzo; il livello di pulizia e manutenzione è insoddisfacente

Pareti

X

Migliorare il grado di pulizia e manutenzione del pavimento

cemento grezzo; grado di pulizia insoddisfacente; non sono presenti buche.

Pavimento

X

Ripulire ed intonacare il tetto, preferibilmente in colore chiaro

La copertura non è intonacata. In alcuni punti occorre migliorare il livello di pulizia e manutenzione

TettoLuogo di Lavoro in generale

MGGLMLMisure di sicurezza da adottare e tempificazione

StatoPunto di verifica

Fattore di rischio

SCHEDE DI SINTESI PER L’AMBIENTE DI LAVORO (UNICO)

ML: Molto LieveL: LieveG: GraveMG: Molto Grave

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SCHEDE DI SINTESI PER L’AMBIENTE DI LAVORO (UNICO)

X

La macchina è a norma del DPR 547/’55 (CONFORME ALLA NORMATIVA PRE-VIGENTE),

NONOSTANTE CIO’, UNA REVISIONE DELLA MACCHINA SECONDO I REQUISITI DI SICUREZZA IMPOSTI DAL T.U. 81/’08 (RIGUARDANTI LE ATTREZZATURE DI LAVORO IN GENERALE) E’ASSOLUTAMENTE NECESSARIA.AD ESEMPIO, SI RISCONTRA:- ASSENZA DI PULSANTE DI EMERGENZA MULTI-BLOCCO

Al fine di ridurre il rischio di incidenti vengono inoltre proposte le seguenti misure:- guanti di protezione omologati contro le aggressioni meccaniche;- dispositivi di protezione degli occhi.

- dispositivi di protezione dell'udito.

Inoltre deve essere predisposta la scheda di manutenzione

Modello: XXX Tipo YYYPotenza assorbita in trifase: 1.2 Hpcos Ф: 0.8.

A norma del DPR 547/’55:VERIFICHE:Protezione dagli organi di trasmissione:AdeguataProtezione dei motori e degli organi di collegamento: AdeguataProtezione degli organi di lavoro:AdeguataSistemi di sicurezza della macchina:interruttore generaleProtezione degli organi di comando: AdeguataSistemi di avviamento: AdeguataProtezioni specifiche: CuffiaScheda manutenzione: Non predisposta

Sega circolare (Vedi Allegato ....)

Attrezzature &Manutenzione

X

Posizionare correttamente gli estintori e segnalarli in maniera appropriata.

Apporre inoltre segnaletica anti-incendio CON TUTTI I NECESSARI DIVIETI.ES.

Sia per la quadratura del locale che per la quantità di legno stoccato l'attività non è soggetta a CPI. Esistono comunque due estintori a polvere di 6 Kg ciascuno.

Non sono posizionati e correttamente segnalati

Impianto antincendio

Estintori

Incendio

X

Adeguare l'impianto elettrico a quanto richiesto dalla normativa vigente.

L'impianto non è adeguato alle disposizioni della legge 46/90

ImpiantiImpianti Elettrici

... ECC.Lezioni di Elementi di Sicurezza degli Impianti Industriali – A.A. 2012/13 – Fac. di ingegneria del Politecnico di Bari, sede di TaT.U. 81/08 – Linee guida per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi ed elementi di un SGS 44

Riferimenti bibliografici e normativi

� DG V CEE - Linee guida Cee sulla valutazione dei risc hi sul lavoro

� Linee guida ISPESL per la valutazione del rischio –Applicazione alla piccola e media impresa (da sito internet http://www.ispesl.it/)

� S. Rovetta, “Manuale per l’applicazione del D.Lgs. 626/94” – Ed. EPC, 2006

� Linee Guida per un sistema di gestione dellasalute e sicurezza sul lavoro (SGSL) – UNI-INAIL (http://www.uni.com/it/comunicare/articoli/2003/uni _inail_2003.htm)