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M ichelangelo a Roma Un itinerario tra i luoghi di Roma alla scoperta dei capolavori di Michelangelo Buonarroti 1. SAN PIETRO 2. CAPPELLA SISTINA 3. CAPPELLA PAOLINA 4. CASTEL SANT’ANGELO 5. PALAZZO FARNESE 6. SANTA MARIA SOPRA MINERVA 7. PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO 8. SAN PIETRO IN VINCOLI 9. SANTA MARIA MAGGIORE 10. SANTA MARIA DEGLI ANGELI 11. PORTA PIA turismo

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Michelangeloa Roma

Un itinerario tra iluoghi di Roma allascoperta deicapolavori diMichelangeloBuonarroti

1. SAN PIETRO

2. CAPPELLA SISTINA

3. CAPPELLA PAOLINA

4. CASTEL SANT’ANGELO

5. PALAZZO FARNESE

6. SANTA MARIA SOPRA

MINERVA

7. PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

8. SAN PIETRO IN VINCOLI

9. SANTA MARIA MAGGIORE

10. SANTA MARIA DEGLI

ANGELI

11. PORTA PIA

turismo

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Roma per teCollana di informazioni del Comune di Roma

Realizzazione a cura: Cosmofilm s.p.a. - Elio de Rosa EditoreDirettore editoriale: Paolo GaleottiTesti: Sofia BarchiesiOrganizzazione: Emanuela BosiPlanimetrie: Antonio D’AlessandroProgetto grafico e impaginazione: Marco C. Mastrolorenzi

Foto:

Archivio Reverenda Fabbrica di San Pietro: 6, 7, 8

Archivio Roma Sacra: 21, 22

Eleonora La Vella/Soriani f.c.v.: 17, 18, 19, 20, 23, 28, 30, 31, 32

Musei Vaticani: 10, 12

Comune di Roma: 24

Paolo Soriani: 6, 7, 16, 35

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U na serie di guide specialistiche che vogliono es-

sere un invito a prolungare il soggiorno a Roma;

un suggerimento per chi già disponga di qualche

giorno “in più” e desideri approfondire la conoscenza della

nostra città.

Itinerari appositamente studiati per accompagnare il visita-

tore nella scoperta del grande patrimonio del Rinascimento

a Roma attraverso la testimonianza di artisti sommi quali

Caravaggio, Raffaello, Michelangelo.

Passeggiate nell’arte barocca, per ammirare le splendide

architetture di Bernini e Borromini.

Un consiglio per tutti, turisti e romani, per scoprire e gode-

re in tutta tranquillità le testimonianze di epoche che tanta

parte hanno avuto nel costruire la straordinaria immagine

presente della nostra città.

Ufficio Turismodel Comune di Roma

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La pi

anta

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1. SAN PIETRO

2. CAPPELLA SISTINA

3. CAPPELLA PAOLINA

4. CASTEL SANT’ANGELO

5. PALAZZO FARNESE

6. SANTA MARIA

SOPRA MINERVA

7. PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO

8. SAN PIETRO IN VINCOLI

9. SANTA MARIA MAGGIORE

10. SANTA MARIA DEGLI ANGELI

11. PORTA PIA

F i

CastelSant’Angelo

PiazzaNavona

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Piazza delRisorgimento

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La Pianta

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Piazzadel Popolo

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PiazzaVenezia

Villa Borghese

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Pantheon

Colosseo

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San Pietro

Sul colle Vaticano, nei pressi delcirco di Nerone, fu martirizzatol’Apostolo Pietro.Lì ben presto

sorse la devozione alla memoria delprimo Papa; l’imperatore Costantinonel IV secolo edificò sul venerato se-polcro una grande basilica a 5 nava-te. Nel 1503, dopo secolari tentativi direstauro, papa Giulio II decise di di-struggere e ricostruire la nuova SanPietro secondo il progetto di DonatoBramante. L’architetto innalzò i quat-tro grandi pilastri che servirono piùtardi a sorreggere la grande cupola diMichelangelo. La basilica attuale, a trenavate e cappelle laterali, conserva cele-bri opere e monumenti di arte e di fede.

Cupola

Interno

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Michelangelo progettò la Cupola ispi-randosi a quelle del Pantheon e di S.Maria del Fiore a Firenze. Mentre la

volta interna fu poi modificata dai mosaici sudisegno del Cavalier d’Arpino, il profilo ester-no, sostanzialmente fedele all’originale miche-langiolesco, venne completato dal Della Portatra il 1588 e il 1593 con il lanternino. La Pietà, considerata “cosa mirabile” (Vasari),è opera giovanile dell’artista che rivendicò conorgoglio, nell’iscrizione lungo la cintola che at-traversa il busto della Vergine, il proprio nomee la sua origine fiorentina. Il gruppo scultoreorealizzato in un unico blocco di marmo, com-missionato il 27 agosto 1498 dal cardinaleJean Bilhères de Lagraulas e ultimato entro lafine del secolo, era probabilmente destinatoalla sepoltura del prelato nella cappella di San-ta Petronilla, nota come “Cappella del re diFrancia” in seguito alla concessione di Inno-cenzo VIII. Dopo la demolizione del sacello lascultura fu ospitata nel nuovo coro e, dal 1749,esposta nella cappella del Crocifisso, oggi de-dicata alla Pietà. L’iconografia, tipicamente

1°Itinerario

Cupola di San Pietro

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nordica, viene trasfigurata in una visione sim-bolica in cui la giovinezza della Vergine alludeall’eterna azione della Chiesa che contempla ilfiglio morto, promessa di redenzione. Dopo ilfolle attentato del 1972 la preziosa opera è cu-stodita dietro una robusta lastra di cristallo.

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Basilica di San Pietro • Piazza San Pietro • 00193 Città del Vatica-noTel.: 06 69883462 (Fabbrica di San Pietro); 06 69885435 (UfficioParrocchiale); 06 69883712 (Sacrestia)

Orario: Basilica: invernale, 7.00-18.00; estivo, 7.00-19.00Grotte Vaticane: invernale, 7.00-17.00; estivo, 7.00-18.00Cupola: invernale, 8.00-17.00; estivo, 8.00-18.00Museo Storico del tesoro di San Pietro: invernale, 9.00-17.30; estivo, 9.00-18.30

La Pietà

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CappellaSistina

La cappella occupa il piano superiore di un nucleo forti-ficato all’interno dei Palazzi Apostolici. Fin dall’origine(1475-81) l’aula dedicata all’Assunta - progettata sulle

misure del Tempio di Salomone - fu cappella pontificia e se-de di Conclavi. I lavori di ristrutturazione promossi da SistoIV nel 1477 la dotarono di un prezioso pavimento cosmate-sco e di transenne marmoree, spostate in seguito per am-pliare l’area riservata al clero. I due cicli dell’Antico e NuovoTestamento affrescati tra il 1481 e l’83 dal Pinturicchio, Bot-ticelli, Cosimo Rosselli, dal Ghirlandaio e allievi avevanoorigine dalle scene, poi distrutte, del Ritrovamento di Mosèe Natività di Cristo completate dal Perugino sulla parete del-l’altare dove ora è il Giudizio Universale michelangiolesco.

2°Itinerario

9Ricostruzione della primitiva Cappella Sistina

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In seguito alla comparsa, nel 1504, di unacrepa nelle murature della Cappella Si-stina, Michelangelo ebbe l’incarico di

elaborare una nuova decorazione della volta,al posto del cielo stellato dipinto da Pier Mat-teo d’Amelia al tempo di Sisto IV. Nonostantela commissione risultasse particolarmentegravosa per l’artista, impegnato nell’intermi-nabile progetto per la sepoltura di Giulio II, ilcontratto fu stipulato il 10 maggio 1508. Giàagli inizi egli volle sottolineare la “dificoltàdel lavoro”, sostenuto da un magro compen-

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Volta

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2°Itinerario

so e dall’angoscia di non riuscire nella titani-ca opera di pittura, che lo scultore stesso rico-nosceva non essere la sua professione. Supe-rati i primi problemi tecnici, fu montato unospeciale ponteggio. I collaboratori giunti daFirenze furono motivo di insoddisfazione perMichelangelo, che alla fine decise di “gettarea terra ogni cosa che avevano fatto”. È statopossibile individuare nei particolari più debolidelle prime scene presso l’entrata il più este-so intervento dei garzoni che, a partire dal-l’autunno del 1509, sarà sempre più limitato

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Sibilla Cumana

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alle parti ornamentali e legato all’opera di pit-tori certamente meno dotati. Altrettanto com-plessa si mostrò la scelta del soggetto, com-prendente in origine soltanto la serie di dodiciApostoli disposti intorno alla zona centralecon ornati geometrici, mutato poi nel più arti-colato programma iconografico imposto dalBuonarroti. È possibile interpretare la struttu-ra architettonica della volta come un iter sim-

12Giudizio Universale

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2°Itinerariobolico in cui appare già segnato il destino del-l’umanità, dal caos primordiale fino alla Re-denzione, indispensabile premessa agli even-ti illustrati nei due cicli di affreschi quattro-centeschi delle pareti inferiori in cui è costan-te il parallelo tra gli episodi mosaici e la vita diCristo. Dalle lunette e rispettive vele, in cuisono presentati gli Antenati di Cristo a partireda Abramo, alle quattro angolari che narranole eroiche imprese di Davide, Giuditta, Mosèed Esther fino ai troni marmorei occupati dal-la serie di Profeti e dalle Sibille, viene sempreesaltato l’intervento divino per la salvezzadell’uomo. Nei riquadri della volta, affiancatida tondi a monocromo con episodi biblici,cinque scene (la Creazione della luce, la Sepa-razione della terra dalle acque, la Creazione diEva, il Sacrificio e l’Ebbrezza di Noè) si alter-nano ad altre quattro episodi della Genesi. Ladecorazione oltre il cornicione, nell’ampiavolta celeste, illustra le mitiche origini delmondo (Creazione degli astri e delle piante),popolato dalla stirpe dei Progenitori (Creazio-ne di Adamo e Peccato originale), fino al miti-co diluvio. Il metodo di lavoro adottato, a par-tire da quest’ultima scena e cioè dal primo af-fresco eseguito, consentì a Michelangelo diprocedere direttamente nella elaborazionedei disegni e poi nella trasposizione tramite latradizionale tecnica dello spolvero o inciden-do direttamente sull’intonaco fresco. La pen-nellata fluida e trasparente, intrisa di luce,esalta la plasticità dei corpi monumentali,mentre la gamma dei colori freddi e cangiantiemersi dopo i recenti restauri (1980-89) offro-no un’inedita visione dell’arte michelangiole-sca. Anche se Giulio II riuscì a vedere ultimatala grandiosa opera dopo l’apertura della cap-pella, il 31 ottobre 1512, l’impegno di portarea termine il progetto con Giudizio Universa-le nella parete d’altare e in quella d’entrata(dove era prevista la Caduta degli Angeli ri-belli) spettò a Clemente VII. Sebbene già av-

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viata, l’intera opera fu poi attuata, in forma ri-dotta, a spese del successore Paolo III Farne-se, forse effigiato dall’artista nelle vesti di sanPietro. Iniziata il 16 aprile 1535 la costruzionedel ponteggio e la rimozione degli affreschi,compresa la coppia di lunette nella volta cheegli stesso aveva dipinto, Michelangelo fu di-sposto a continuare soltanto dopo la demoli-zione dell’intonaco che, su consiglio del vene-ziano Sebastiano del Piombo, era stato predi-sposto per la pittura ad olio e non, come pre-tendeva l’autore, per la più tradizionale tecni-ca ad affresco. La tremenda visione apocalitti-ca - certamente in relazione al Sacco di Romadel 1527 - ruota attorno al supremo gesto delCristo giudice che segna la resurrezione conl’ascesa degli eletti a sinistra e, a destra, l’ine-sorabile caduta dei dannati, nel violento vorti-ce in cui gli stessi angeli sono coinvolti, oranel trasporto degli strumenti della Passione,ora a respingere i peccatori al cospetto di Mi-nosse avvolto dal serpente. Nei suoi panniMichelangelo volle raffigurare, secondo Va-sari, uno dei primi censori dell’opera, secon-do il quale l’affresco “non era opera da cap-pella di Papa ma da stufe e d’osterie” ! La de-cisione di distruggere gli affreschi prospetta-ta da Paolo IV - mitigata nel Concilio di Trentoil 21 gennaio 1564 poco prima della morte delBuonarroti - fu attuata l’anno dopo con la ve-latura delle nudità ad opera del seguace Da-niele da Volterra, da allora noto con l’appella-tivo di “Braghettone”.

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Musei Vaticani, viale Vaticano,100 • 00165 RomaTel. 06 69884947 - 06 69884676Orario: da novembre a febbraio: da lunedì a venerdì, dalle 8.45 al-

le 12.20 (13.45); da marzo ad ottobre: da lunedì a venerdì,dalle 8.45 alle 15.20 (16.45); Tutti i sabati e l’ultima dome-nica del mese dalle 8.45 alle 12.20 (13.45).

Ingresso: intero e 12,00; fino a 14 anni, scuole e studenti fino ai 26anni, e 8,00.

Servizi: I musei sono provvisti di accesso per portatori di handicap

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CappellaPaolina

3°Itinerario

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Crocifissione di San Pietro

La Cappella venne realizzata su progetto di Anto-nio da Sangallo il Giovane nella primavera del1538. Venne poi ornata da Michelangelo non ap-

pena giunta a termine l’impresa della Sistina. Il sacello,che ricopre ancora un carattere privato, è decorato adaffreschi; nella parete sinistra è la Conversione di sanPaolo, tema che certamente allude al nome del pontefi-ce committente (Paolo III Farnese), così come la Croci-fissione di san Pietro, dipinta sulla parete opposta dal1546 al 1550, richiama il peso morale dell’apostolato. AMichelangelo si devono anche altri interventi in Vatica-no, come il progetto delle Fortificazioni già avviatodal Sangallo e della Scalinata a due rampe nel Cortiledel Belvedere, modificata agli inizi del XVIII secolo me-diante l’eliminazione della balaustra di peperino.

La Cappella Paolina è visitabile soltanto con permesso speciale

(Rivolgersi allo 06 69884947 - 06 69883333)

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CastelSant’Angelo

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Iniziato intorno al 133 d.C. il mausoleo di Adria-no fu completato da Antonino Pio nel 139 d.C. eutilizzato come sepolcro imperiale. Alla prodi-

giosa apparizione dell’arcangelo Michele, nel 590,si deve la dedica dell’edificio - e con esso anche delPons Ælius, l’attuale Ponte Sant’Angelo - divenutoparte integrante del sistema difensivo di Aureliano.Dall’alto, la settecentesca opera del Verschaffelt ri-corda la prima statua collocata dopo la fine dellapeste del 1348. Trasformata in prigione, fu teatrodell’evasione di Benvenuto Cellini e dell’inquietan-te presenza di Cagliostro. Durante il Sacco di Ro-ma, Clemente VII riuscì a scampare all’assedio permezzo del “Passetto” che, ancora oggi, lo unisce alVaticano. Consegnato dalle truppe pontificie nel1870, fu restaurato agli inizi del secolo per ospitare,dal 1925, una ricca collezione di armi antiche e unapinacoteca.

Castel Sant’Angelo

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L’elegante Edicola marmorea nel latosud del Cortile d’Onore fu progettatada Michelangelo tra il 1514 e il 1516

come prospetto della “chapella nuova” deiSanti Cosma e Damiano eretta da LeoneX, il cui emblema campeggia al centro delfrontone, poi modificata da Raffaello daMontelupo. Dopo il restauro del 1987 è statoripristinato l’originario progetto michelan-giolesco, ad eccezione del sedile, aggiuntoanch’esso agli inizi del secolo in base a dise-gni allora ritenuti autografi.

4°Itinerario

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Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Lungotevere Castello00193 Roma • Tel. 06 6819111 • Prenotazioni 06 39967600

Orario: dal martedì alla domenica, 9.00-20.00, lunedì chiuso

Ingresso: biglietto e 5,00; ridotto e 2,50; gratuito sotto i 18 e sopra i65 anni

Servizi: il Museo è provvisto di accesso per portatori di handicapAudioguide, e 3,62 (italiano, inglese, francese, spagnolo,giapponese, tedesco)

Cappella dei Santi Cosma e Damiano, esterno

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PalazzoFarnese

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Sui terreni acquistati nel 1495, il cardinale Alessandro Far-nese aveva progettato di erigere il palazzo di famiglia, af-fidato fin dal 1513 ad Antonio da Sangallo il Giovane. L’e-

lezione del committente, divenuto nel 1534 papa con il nomedi Paolo III, impose all’architetto alcune modifiche “parendo-gli avere a fare un palazzo non più da cardinale, ma da pontefi-ce”. Completata nel lato posteriore dal Vignola e poi da Giaco-mo Della Porta, la splendida dimora fu arricchita, dal cardinaleOdoardo Farnese, con gli affreschi di Agostino e Annibale Car-racci nella volta della Galleria, vera pietra miliare del Baroccoromano. Nel 1731, alla morte dell’ultimo discendente della li-nea maschile, le importanti opere d’arte ereditate da Carlo diBorbone furono trasferite a Napoli. Il palazzo, concesso allaFrancia nel 1874, è ancora oggi sede dell’Ambasciata presso loStato Italiano.

Facciata

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M i c h e l a n g e l o ,intervenuto al-la morte del

Sangallo (1546), portòa termine il cantierefarnesiano ultimando ilpiano nobile e partedel cortile interno,giunto probabilmenteal secondo ordine.Spetta a lui la sostan-ziale modifica del pro-spetto principale, conla trasformazione del-l’originario finestronecentrale con quello at-tuale coronato “conun’arme grande bellis-sima, e varia di mar-mo, di papa Paulo ter-zo”, più tardi affiancata dai due stemmi piùpiccoli. Determinante sarà l’inserzione delmassiccio cornicione ornato dai gigli farne-siani - secondo il progetto presentato nellaprimavera del 1547, aspramente criticato daiseguaci del Sangallo - dopo le opportunecorrezioni apportate sopraelevando la fac-ciata, che un recente restauro ha riportatoagli antichi splendori. Nel cortile, la presen-za di Michelangelo, sostituito dopo la mortedel pontefice dal Vignola, si coglie nel raffi-nato fregio con ghirlande che conclude ilpiano nobile e nella personale interpretazio-ne del linguaggio classico del piano superio-re, scandito da pilastri corinzi.

5°Itinerario

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Balcone

Palazzo Farnese, Ambasciata di Francia, piazza Farnese 6700186 Roma • Tel. 06 686011Orario: visitabile su richiesta (tel. 06 68892818 - fax 06 68809791)

Servizi: il palazzo è provvisto di accesso per portatori di handicap

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Santa Mariasopra Minerva

I l nome della chiesa domenicana - eretta nell’area antica-mente riservata al culto egizio, l’ Iseum - fu sempre asso-ciato al vicino tempio di Minerva Chalcidica. Il suo interno

conserva eccezionali opere dalla fine del XIII al XIX secolo,quando l’edificio subì un radicale intevento di restauro. Oltreal superbo ciclo di affreschi di Filippino Lippi, importanti sonoi monumenti funebri di cinque pontefici da Leone X a Benedet-to XIII. Il Seicento è ben rappresentato dalle sculture della cap-pella Aldobrandini e da una celebre opera del Bernini. Nellachiesa sono sepolti Caterina da Siena, patrona d’Italia e co-pa-trona d’Europa, e il pittore domenicano Beato Angelico.

Interno di Santa Maria Sopra Minerva

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6°Itinerario

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La prima redazione del Cristo porta-croce, eseguita il 15 giugno 1514 perMetello Vari, fu lasciata incompiuta a

causa di un difetto del marmo. L’attuale ver-sione, sbozzata a Firenze da Michelangelonel 1518, fu completata a Roma da allievi nel1521. Nonostante ciò la figura del Cristo - lacui totale nudità (poi velata dal panno) lomostra, quasi eroe pagano, in veste di Re-dentore mentre sorregge gli strumenti dellaPassione - appare di grande suggestione,anche se non più nell’edicola, originaria-mente addossata al pilastro sinistro del pre-sbiterio, distrutta nel XVIII secolo.

Chiesa di Santa Maria Sopra Minerva, piazza della Minerva, 4200186 Roma • Tel. 06 6793926 • Fax 06 6990672Orario: dal lunedì al sabato dalle 7.00 alle 19.00. Domenica dalle

8.00 alle 12.00

Servizi: la chiesa è provvista di accesso per portatori di handicap

Cristo Portacroce

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Piazza delCampidoglio

Nonostante fosse già stato avviato nel XV se-colo, l’intervento di riqualificazione dell’an-tico colle capitolino, sede del potere civico,

ebbe nuovo impulso durante il pontificato di PaoloIII. Legata ai Farnese, l’intera area fu oggetto dimodifiche dal 1535; due anni dopo fu deciso di re-staurare il Palazzo dei Conservatori con il trasferi-mento della celebre Statua equestre di Marco Au-

relio che, invano, ilcapitolo lateranenseaveva pregato di nonasportare dal sito ori-ginario. Di parerecontrario sembra es-sere stato anche Mi-chelangelo, probabil-mente già allora coin-volto nel progetto,forse limitato inizial-mente alla sola con-sulenza a propositodella modifica del ba-samento, richiestanel marzo del 1539.

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Piazza del Campidoglio

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La piazza è caratterizzata dalla celebreforma stellare a dodici punte a richia-mo di motivazioni religiose (i 12 apo-

stoli) e astrologiche (i 12 mesi e i 12 segni zo-diacali). Dopo la morte di Michelangelo, conla nomina di Giacomo Della Porta, le ideemichelangiolesche - probabilmente già fis-sate in un progetto d’insieme - furono attua-te con l’ultimazione, a destra della piazza,del prospetto del Palazzo dei Conservato-ri con l’ordine gigante, in parte modificatodal Della Porta, che edificò anche il prospi-ciente Palazzo Nuovo, portato a compi-mento a partire dal 1603. Fulcro dell’interarealizzazione architettonica michelangiole-sca è il Palazzo Senatorio, eretto dal 1573sulla struttura della doppia scalinata com-pletata su suo disegno, perfettamente in as-se con la sovrastante torre campanaria rico-struita su progetto di Martino Longhi il Vec-chio. L’effetto è amplificato dalla cordonatadi accesso alla piazza e dalla Fontana centra-le, affiancata dalle statue del Nilo e del Teve-re, aggiunta ai piedi del palazzo alla fine de-gli anni ‘80 del Cinquecento.

7°Itinerario

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Piazza del Campidoglio di notte

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La statua equestredi Marco Aurelio èuna delle rare opere

del genere pervenute finoa noi, probabilmente per-chè ritenuta di Costantino,primo imperatore cristia-no. Eretta in onore di Mar-co Aurelio, in origine eraal Laterano nella residen-za della madre DomiziaLucilla, dove nacque l’im-peratore. In quella collo-cazione rimase per tutto ilMedioevo, quando vi fuaddossata una fontana.Dopo il recente restauro,la splendida opera bron-zea, un tempo dorata, èstata trasferita all’internodel vicino Palazzo dei Con-servatori e sostituita dauna copia.

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Musei Capitolini, piazza del Campidoglio, 1 • 00186 RomaTel. 06 67102475 • Fax 06 6785488 • pren. 06 39967800www.museicapitolini.org • [email protected]

Orario: tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 9.00 alle 20.00, chiuso il25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio.

Servizi: I musei sono provvisti di accesso per portatori di handi-cap, audioguide in lingua, bar, bookshop, guardaroba, vi-site guidate in lingua condotte da archeologi e storici del-l’arte (durata h. 1,30), per singoli (ita/ing) e 3,50 - pergruppi (max 30 pers) e 80,00.

Ingresso: intero e 6,20; gratuito fino a 18 anni e oltre i 65 U.E..Pre-notazione singoli e 1,50, scuole e 6,00, gruppi e 25,00.

Marc’Aurelio

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San Pietroin Vincoli

Dall’imperatrice Licinia Eudoxia - allaquale la madre Eudocia aveva donatole catene di san Pietro rinvenute a Ge-

rusalemme per unirle a quelle che avevanolegato l’apostolo durante la prigionia roma-na - deriva il nome dell’antica Basilica Eu-dossiana, ricostruita da Sisto III nel 439-40su edifici più antichi. La tradizione vuole che,al contatto, le due reliquie si saldassero mi-racolosamente, come raffigurato nel grandedipinto al centro della volta della navata(1705-6). Nella cripta, ricostruita insieme alla

zona presbite-riale nella se-conda metàdel XIX secoloè esposta l’ur-na bronzeacon le venera-te reliquie.

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Monumento funebredi Giulio II

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Il Monumento funebre di Giulio II ebbeuna genesi complessa, documentata daben cinque contratti, che inizia con la com-

missione del pontefice, nel marzo del 1505,per un compenso di 10.000 ducati. Appenagiunto a Firenze Michelangelo si impegnò conpassione al progetto, in origine destinato allabasilica vaticana e studiato per una collocazio-ne di grande effetto. Il disegno, approvato nel-l’aprile successivo, la descrive come una co-lossale struttura piramidale isolata, arricchitanei tre piani da oltre trenta tra statue e basso-rilievi bronzei. Il monumento è caratterizzatoda un basamento con due nicchie al cui inter-no sono figure femminili alludenti alle virtùdel defunto e direttamente ispirate a prototipidi scultura antica. Il Mosè fu scolpito intornoal 1515 e poi riutilizzato al centro del monu-mento attuale dove, in origine, si apriva unadelle porte che conduceva al sacello interno.Assai più complesse saranno le modifiche ap-portate al coronamento, inizialmente concepi-to come impianto autonomo con il sarcofagoe la statua del pontefice sostenuta da figure al-

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Monumento funebre di Giulio II, particolare

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legoriche, ulteriormente semplificato comestruttura architettonica addossata ad una pa-rete e sovrastata dalla Vergine con il Bambino.Dopo la temporanea fuga a Firenze causatadal disinteresse del committente, quella chel’artista chiamerà la “tragedia della sepoltura”lo accompagnerà nelle fasi più tormentatedella sua esperienza di uomo e di artista. Nel1532 si giunse finalmente ad una soluzione el’intero monumento fu ricomposto, nel feb-braio 1545, nel transetto destro della chiesafrancescana di San Pietro in Vincoli di cui ilpontefice, appartenente all’ordine, fu titolare.Significativa è la posa del pontefice, rappresen-tato nell’atto di risorgere dal sarcofago comeper destarsi dal torpore della morte fisica.

8°Itinerario

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Chiesa di San Pietro in Vincoli, piazza di S. Pietro in Vincoli 4/a00184 Roma • Tel. 06 4882865 • Fax 06 4818969Orario: Tutti i giorni 7.30-12.30 e 15.30-18.00

Servizi: La chiesa non è provvista di accesso per portatori di handicap

Monumento funebre di Giulio II, particolare

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Santa MariaMaggiore

Fondata da papa Liberio e perciò no-ta come Basilica liberiana, fu arric-chita da Sisto III in seguito al rico-

noscimento, nel Concilio di Efeso (431),del dogma della maternità divina di Ma-ria, al quale l’edificio fu dedicato. Ne so-no prova gli splendidi mosaici della na-vata, in gran parte modificata da NiccolòIV, che aggiunse il mosaico absidale delTorriti. Al culto mariano, legato all’imma-gine della Salus Populi Romani, si ag-giunse quello della Sacra Culla, nell’ora-torio ornato da Arnolfo di Cambio. Coper-ta dal nuovo soffitto a lacunari del San-gallo, fu completata con le cappelle Sisti-na e Paolina. Al rifacimento dell’absideesterna fece seguito una ristrutturazionesia della facciata che delsontuoso ciborio sull’al-tare maggiore, ultimatoper il Giubileo del 1750.

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28 Facciata

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9°Itinerario

La Cappella Sforza, già affidata a Mi-chelangelo dal cardinale Guido Asca-nio Sforza, arciprete di Santa Maria

Maggiore, venne completata molto più tardiforse ad opera di Guglielmo Della Porta. Dal-lo schema centrale, elaborato nei progettiper la Basilica Vaticana e nella contempora-nea chiesa della Nazione Fiorentina a Roma(S. Giovanni dei Fiorentini, 1559-60), derival’estrema libertà del sacello, il cui spazio ap-pare dilatato grazie alla presenza di quattrocolonne angolari.

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Cappella Sforza

Basilica di Santa Maria Maggiore, Piazza di S. Maria Maggiore00185 Roma • Tel. 06 483195 • Fax 06 48904392Orario: 7.00-19.00

Servizi: la chiesa è provvista di pedana per portatori di handicap

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Santa Mariadegli Angeli

Le antiche terme di Diocleziano

Erette tra il 298 e il 306 d.C., le Terme di Diocleziano erano lepiù imponenti della Roma imperiale, capaci di accoglierecirca il doppio di utenti rispetto al sontuoso edificio iniziato

da Caracalla circa ottanta anni prima. Ancora oggi è possibile va-lutare l’estensione dell’intero complesso - che le fonti dicevanoornato da 3.000 vasche - tenendo conto che il suo perimetro ester-no è segnato, a sud-ovest, dall’esedra formata dagli ottocenteschiedifici al limite di via Nazionale e, più a nord, dall’aula trasformatanella chiesa di San Bernardo. Oltre all’ex Convento dei Certosini,l’area centrale ospita uffici pubblici, la Facoltà di Magistero, l’exPlanetario e i locali del Museo Nazionale Romano (già Museo del-le Terme, istituito nel 1889), le cui importanti collezioni di antichitàsono state in parte trasferite nella vicina, nuova sede di PalazzoMassimo e a Palazzo Altemps.

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30 Terme di Diocleziano

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L’a n t i c oproge t todi Urbano

II per la trasfor-mazione dell’a-rea centrale del-le antiche termedioclezianee inluogo di culto, furiproposto nel1541 e confer-mato con la bol-la di Giulio III il10 agosto 1550,ma poi abbando-nato. In relazione alla nuova arteria tracciatada Pio IV, la Strada Pia, nel 1561 il ponteficeaffidò a Michelangelo l’incarico di completa-re l’edificio, posto sotto il patrocinio del car-dinal Carlo Borromeo e nel frattempo cedutoai Certosini ai quali invece accollava l’onereper la costruzione dell’annesso convento. Li-mitando le modifiche e quindi anche le spe-se, i lavori ripresero due anni dopo e furonoultimati nel 1565. Rispettato l’asse originariodell’imponente edificio termale e utilizzandoil tepidarium come vestibolo (in origine concupola dotata di lanternino), l’immagine del-la nuova chiesa sorta sulle vestigia paganedoveva apparire come un segnale dai forticontenuti religiosi, segnato dalle monumen-tali volte a crociera sorrette dalle otto gran-dissime colonne di granito rosso e dalprofondo coro rettangolare imposto dallenecessità liturgiche, ampliato nella secondametà del XVIII secolo.

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Chiesa di Santa Maria degli Angeli, Piazza della Repubblica00185 Roma • Tel. 06 4880812 • Fax 06 4820964Orario: Tutti i giorni 7-18.30

Servizi: la chiesa è provvista di pedana per portatori di handicap

Interno

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Porta Pianelle Mura Aureliane

Il tracciato delle mura, denominate Aureliane dall’imperatore chele eresse tra il 271 e il 275 d.C., inglobò la più antica cinta repub-blicana e aree suburbane, come quella oltre il Tevere. La struttura

in opera laterizia - provvista ogni 30 metri circa di torri quadrangolariesterne - si estendeva per quasi 19 chilometri lungo cui si aprivano leporte più importanti (alcune ricostruite in età moderna) e aperture mi-nori (posterulæ). Rinforzate da Massenzio, furono completamente ri-strutturate prima da Onorio, che ne raddoppiò l’altezza, poi da Belisa-rio, con aggiunte posteriori, come quella del Sangallo. Violate da Ala-rico nel 410, il tratto delle mura presso Porta Pia fu teatro della storica“breccia” da cui penetrò l’esercito italiano il 20 settembre 1870. Il Mu-seo delle Mura, all’interno di Porta San Sebastiano, documenta la sto-ria dell’antica struttura difensiva.

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Le Mura Aureliane

Museo delle Mura Aureliane, via di Porta San Sebastiano, 1800179 Roma • Tel. 06 70475284Orario: mar-sab dalle 9.00 alle 19.00, dom dalle 9.00 alle 17.00. Luglio

e agosto: mar-dom dalle 9.00 alle 13.30. Lunedì chiusoIngresso: biglietto e 2,60; ridotto e 1,60Servizi: il Museo non è provvisto di pedana per portatori di handicap

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Fu denominata Porta Pia in onore diPio IV che, in sostituzione dell’anticaPorta Nomentana, ne impose l’apertu-

ra per collegare, mediante il nuovo rettifilourbano della Strada Pia, il palazzo pontificiodi Monte Cavallo (Quirinale) con la basilicaextraurbana di Sant’Agnese. Il progetto, giàelaborato nel mese di gennaio, fu quasi cer-tamente affidato a Michelangelo il 2 luglio1561, sebbene fosse già stato avviato qual-che mese prima. Il Portale esterno, su pro-getto di Michelangelo, fu probabilmente rea-lizzato da Virginio Vespignani autore, nel1853, del totale rifacimento dell’attico, forsecrollato alla fine del secolo, coronato dalfrontone triangolare.

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Porta Pia

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La vi

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La vita dell’artista

ACaprese, piccolo centro della Toscana, dal podestàLudovico di Leonardo di Buonarroto Simoni e daFrancesca di Neri di Miniato del Sera nacque, il 6

marzo 1475, Michelangelo. Nell’ambiente artistico fiorenti-no, ben lontano dall’attività paterna, il giovane, rimasto or-fano della madre a sei anni, fu introdotto nel 1488 dal suoamico Francesco Granacci, per mezzo del quale ottenne unperiodo di apprendistato nella bottega di Domenico Ghir-landaio. Le sue non comuni qualità gli consentirono, subi-to dopo, di far parte del circolo mediceo nel giardino pres-so San Marco e di frequentare, a palazzo Medici, l’élite diumanisti selezionata da Lorenzo il Magnifico. Insieme alleprime esperienze nel campo della statuaria antica, elabo-rate nel rilievo della Battaglia tra Centauri e Lapiti, Miche-langelo coltivò la sua passione poetica incoraggiato da let-terati e filosofi. L’arrivo dell’esercito di Carlo VIII nel 1494lo costringerà a fuggire dalla città e rifugiarsi a Bologna,dove porterà a termine alcune statue per l’altare di San Do-menico. Soltanto nel primo soggiorno romano (1496-1501)riuscirà ad ottenere importanti incarichi con il sostegnodel ricco banchiere Jacopo Galli, acquirente del suo Bacco(Firenze, Museo del Bargello) e garante nella commissionedella Pietà vaticana richiesta dall’ambasciatore del re diFrancia. Ormai famoso, a Firenze il suo carattere irruento esospettoso gli procurerà i primi dissapori con i suoi più il-lustri colleghi, tra cui Leonardo, in relazione ai suoi impe-gni: il David (Firenze, Gallerie dell’Accademia), simbolodelle virtù civiche, e la Battaglia di Cascina, il grande pro-getto ad affresco rimasto irrealizzato nel 1504. Il Tondo Do-ni precede le grandiose imprese romane che il neoelettoGiulio II gli affiderà a partire dal 1505. Questi saranno glianni dell’interminabile progetto per il sepolcro papale chelo tormenterà per 40 anni e rischierà di incrinare i rapporticon il pontefice in seguito all’improvvisa fuga dell’artista a

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Michelangelo

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La vita

Firenze, risolta conl’intervento del gon-faloniere Piero Sode-rini. Fiero di natura eorgoglioso al puntodi firmare il suo ca-polavoro giovanile,la Pietà, soltanto peraverla sentito attri-buire ad un altro edisposto ad affronta-re le ire del ponteficeimpaziente di vedereultimata la Volta Si-stina, fu un genio solitario e ribelle, amato, ma anche odia-to dai suoi rivali, tra cui i Sangallo. Dopo gli importantiprogetti fiorentini per la facciata di San Lorenzo (non rea-lizzata), con l’annessa Sacrestia Nuova, le Tombe Mediceee la prodigiosa intuizione architettonica attuata nella Bi-blioteca Laurenziana, Michelangelo sarà di nuovo chiama-to a Roma nell’interminabile cantiere vaticano, anche peravviare fondamentali interventi urbanistici ma, soprattut-to, per ultimare la decorazione della Cappella Sistina. Inquesta opera traspare l’ansia religiosa dell’artista ormai inetà avanzata - già influenzato dalla predicazione del Savo-narola - che si materializza nel sublime “non finito” delleultime Pietà. Risale a quegli anni il suo sodalizio spiritualecon Vittoria Colonna e, ancor prima, l’amicizia con il nobileTommaso de’ Cavalieri al quale donerà i suoi disegni, ac-quistati nel 1587 dai Farnese. Molti saranno distrutti dallostesso Michelangelo prima di morire, il 18 febbraio 1564,nella sua abitazione romana presso Santa Maria di Loreto,demolita in occasione della costruzione del Palazzo delleAssicurazioni Generali (lapide sul posto). La salma, per vo-lontà del nipote, fu tumulata in Santa Croce a Firenze.

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Pietro Melandri, ritratto di Michelangelo

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Le Op

ere

• Bologna, San Domenico:Santi Petronio, Procolo e angelo reggicandelabro

• Bruges, Notre-Dame:Madonna con il Bambino (Madonna di Bruges)

• Firenze, Casa Buonarroti:Battaglia fra Centauri e LapitiMadonna della scala

• Firenze, Galleria degli Uffizi:Sacra Famiglia con san Giovannino (Tondo Doni) (tem-pera su tavola)

• Firenze, Galleria dell’Accademia:David

• Firenze, Museo Nazionale del Bargello:Madonna con il Bambino (Tondo Pitti) Bacco

• Firenze, San Lorenzo, Sacrestia Nuova:Monumenti funebri di Giuliano duca di Nemours e Lo-renzo de’ Medici, duca di UrbinoBiblioteca Laurenziana

• Londra, Royal Academy:Madonna con il Bambino e san Giovannino (Tondo Taddei)

• Londra, National Gallery:Seppellimento di Cristo (tempera su tavola)

• Milano, Civiche Raccolte d’Arte Antica (Castello Sforzesco):Pietà Rondanini

• Parigi, Musée du Louvre:Prigione morente e Prigione ribelle

• Siena, Duomo:Santi Pietro, Paolo, Pio e Gregorio (Altare Piccolomini)

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Le principali opere diMichelangelo nei grandimusei e nelle chiese del mondo