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12 febbraio 2007— 12 febbraio 2014. Cari amici e care amiche, Il giorno 12 febbraio la AGgazette ha compiuto sette anni di vita. Sono tanti? Sono pochi? Lascio a voi il giudizio, ma in ogni caso, in tutto questo tempo mi ha confortato il vostro sostegno e apprezzamento, di cui vi ringrazio. Oggi esce il numero 150. E, come per tutte le attività, è venuto il tempo di rinnovare l’abituale veste grafica che ci ha accompagnato fin qui. Quindi, grazie alla collaborazione di un valente giovane grafico, rigorosamente “free of charge”, vi propongo sempre la stessa AGgazette nei contenuti, ma nuova nella forma. E’ un format più giornalistico, meno artigianale, ma io confido che “esserci rifatti il trucco” non vi dispiacerà. Vi ringrazio e, se potete e volete, continuate a volermi bene. Un abbraccio - AG

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12 febbraio 2007— 12 febbraio 2014.

Cari amici e care amiche,

Il giorno 12 febbraio la AGgazette ha compiuto

sette anni di vita. Sono tanti? Sono pochi?

Lascio a voi il giudizio, ma in ogni caso, in tutto questo tempo

mi ha confortato il vostro sostegno e apprezzamento, di cui vi

ringrazio.

Oggi esce il numero 150.

E, come per tutte le attività,

è venuto il tempo di rinnovare l’abituale veste grafica che ci

ha accompagnato fin qui.

Quindi, grazie alla collaborazione di un valente giovane

grafico, rigorosamente “free of charge”,

vi propongo sempre la stessa AGgazette nei contenuti,

ma nuova nella forma.

E’ un format più giornalistico, meno artigianale,

ma io confido che “esserci rifatti il trucco” non vi dispiacerà.

Vi ringrazio e, se potete e volete,

continuate a volermi bene.

Un abbraccio -

AG

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ZETTE N o 150-2014

NON FIDARTI MAI NON FIDARTI MAI NON FIDARTI MAI NON FIDARTI MAI

DELL’UOMO CHE PENSA TROPPO DELL’UOMO CHE PENSA TROPPO DELL’UOMO CHE PENSA TROPPO DELL’UOMO CHE PENSA TROPPO

(PROVERBIO INDIANO)(PROVERBIO INDIANO)(PROVERBIO INDIANO)(PROVERBIO INDIANO)

AG GA

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Lettere al Direttore Il comunicato del 12 u.s. ha dato origine a molte reazioni da parte dei lettori della AGGazette. Ne riporto alcune,

che, va detto senza modestia, mi hanno fatto molto piacere.

** Caro Alberto, quando vendevi coloranti ti saresti alzato anche di notte per un fusto di Cibacron! Per questa

volta ti concedo la settimana di vacanza - Guido A.

**Caro Alberto, non sembra accettabile che si sospendano i lavori di una testata per una vacanza. Ci aspettia-

mo, al ritorno, una compensazione, diciamo almeno un supplemento di una edizione straordinaria (magari an-

che sul viaggio). - Antonio V.

**Ma non sei appena tornato? Goditi il viaggio - Roberto B.

**Quale lettrice della Gazette esprimo tutta la mia riprovazione per il ritardo nella pubblicazione del numero

150. Le ragioni addotte sono quantomeno pretestuose e fumosa l’iniziative culturale ...nel terzo mondo. Con il

massimo rispetto per i diritti fondamentali della redazione auspico che non si ripeta per il futuro una analoga

decisione che priva i lettori dei giusti diritti acquisiti. Un caro saluto e...buona vacanza - Maria Adelaide.

**I lettori comunicano il loro rammarico e vorrebbero sapere in che parte del terzo mondo si recherà il Diretto-

re della Gazette. Un premio al lettore che invierà la risposta giusta. Buon divertimento. - Francesco C.

**Caro Giordanetti, sono stordito dalla tua organizzazione. Hai veramente imparato come si fa dalla burocrazia

dello Stato italiano. Un abbraccio - Renato P.

**Sono curiosa; poi ci racconterai dell’impegno culturale. - Mietta S.

**Caro Alberto, ho preso nota del comunicato della Direzione ed ho immaginato che l’intero staff (se non ricor-

do male si tratta di 1735 persone) fosse coinvolto a spese del Presidente-Editore nel viaggio culturale. Perché

non estendere a tutti gli affezionati lettori e alle affezionate lettrici il piacere di essere ospiti ( ovviamente a loro

spese) del CEO?. In attesa del numero 150, affettuosità. Sergio F.

Riservato ai collezionisti

E’ disponibile il numero “zero” della AGgazette uscito il 12 febbraio 2007.

Chi desidera riceverlo invii un semplice “SI” alla Direzione del periodico.

[email protected]

Personaggi famosi - Braccio di Ferro

Il personaggio appare per la prima volta il 17 gennaio 1929

nel fumetto Thimble Theatre (Teatro d’imbroglioni) come

comparsa ed è subito amato dal pubblico, tanto da diventar-

ne il protagonista. Il fumetto illustrava le vicende della fa-

miglia Oyl: Olive, la bella magrissima e con piedi enormi, il

suo fidanzato, Ham Gravy, e il fratello Castor.

Nome originale di Braccio di ferro : Popeye (occhio sporgen-

te). B.d.F. mangia spinaci ma non come pozione magica; l’e-

spediente fu introdotto dai fratelli Fleischer quando portaro-

no il fumetto in televisione, nel 1933. Le madri americane

credettero nel potere magico degli spinaci e, in dieci anni, le

vendite degli spinaci aumentarono del 30%. I contadini di

Crystal City, nel Texas, per ringraziarlo gli eressero una sta-

tua. Ma nel gergo degli anni venti “spinach” indicava la ma-

rijuana, importata dai marinai americani. Esclamazioni tipi-

che di B.d.F. : “Corpo di mille balene”,”Per cento pipe”.

Fu il miliardario W.R. Hearst a scoprire il creatore del fumet-

to, Elzie Crisler Segar, e comprarsi i diritti sui suoi fumetti.

Hearst si era comprato anche i diritti su Blondie, Flash Gor-

don, Jungle Jim, Mandrake, Betty Boop. In Italia la serie fu

pubblicata tra il 1963 e il 1994 dall’editore Bianconi.

Secondo Elio Vittorini B.d.F. era da pensare a fianco di per-

sonaggi di tutti i tempi. “E’ come un personaggio di Dickens,

non come uno di DeAmicis”

“Cervello è all’incirca la mia unica buona qualità. Non serve

cervello per essere buoni” (B.d.F.)

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I re d’Inghilterra non abdicano mai...o quasi Se non è nella tradizione britannica di rinun-ciare alla corona, non pochi sovrani hanno, dal Medio Evo in poi, sottoscritto l’atto di abdica-zione. Sono state rinuncie ufficiali, è vero, ma sempre costrette e forzate. La prima abdicazione avvenne sotto il regno di Edoardo II. Il sovrano, sfortunato, rinchiuso nel torrione di Kenilworth per volere di sua moglie, Isabella, detta «la lupa di Francia» degna di suo padre, Filippo il Bello, è costret-to, nel gennaio del 1327, a rinunciare al po-tere. Qualche mese più tardi Edoardo morirà mol-to opportunamente, senza tracce di violenza alcuna. Ma i suoi carcerieri avevano ricevuto dalla regina Isabella un messaggio sibillino: « Edoardum occidere nolite timere bonum est ». L’assenza di virgole permise di interpretare il messaggio in due modi: « non uccidete Edoardo, è bene temere una cosa simile » op-pure « non temete di uccidere Edoardo, è una buona cosa » Il 29 settembre del 1399, Riccardo II, eroe tragico del dramma di Shakespeare, è cos-

tretto lui pure, pugnale alla gola, a firmare l’atto di rinuncia. Al termine di un regno du-rato ventidue anni, spesi a spogliare la pro-pria famiglia e ricoprire di regali le sue favo-rite viene sostituito da suo cugino Henry Bo-lingbroke, duca di Lancaster, che prende il nome di Enrico IV. Riccardo morirà nella Torre di Londra a metà febbraio del 1400, pugnalato. Succedendo a suo fratello Carlo II, nel 1685, Giacomo II Stuart non nasconde l’intenzione di ristabilire la religione cattolica romana. Al termine di una guerra sanguinosa durata tre anni, il suo dispotismo fa rivivere nel paese lo spettro dell’Inquisizione; viene costretto a fuggire da Londra, in Francia sotto la prote-zione di Luigi XIV. Nel 1689 verrà destituito dal Parlamento. Ultimo caso quello di Edoardo VIII, nel 1936, quando annuncia alla radio che « stimo impos-sibile portare il peso delle responsabilità e di compiere i doveri che mi toccano in quanto re, senza l’aiuto e il sostegno della donna che amo ». ( da Point de vue )

Novità milanesi **La Biblioteca Ambrosiana ha aperto al

pubblico il nuovo allestimento del Foro roma-

no dall’antica Mediolanum, che è sotto la bi-

blioteca.

**Il FAI ha annunciato l’acquisizione della

Casa Crespi, in via Verga 14, costruita nel

1930. L’idea della donazione è dei fratelli

Gianpaolo e Alberto Crespi, d’accordo con i

due nipoti, unici parenti ed eredi, Francesco e

Monica Crespi.

Si tratta di un edificio su tre piani e il giardi-

no annesso, rimasto intatto nella struttura

originaria. Dedicato alle care affezionate lettrici della AGgazette

“L’educazione di un popolo si giudica innanzi tutto dal contegno ch’egli tiene

per la strada. Dove troverai la villania per le strade, troverai la villania nelle

case” da “La strada” dal Cuore di Edmondo De Amicis

Non è una litania moralistica; è la conferma del racconto e del suo sano monito contro il

degrado; si, un popolo comincia a corrompersi quando si corrompe il suo stile.

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La fotografia della prima pagina illustra

L’Hotel de Ville di Lione

La Disneyland del gusto italiano

Nel mese di aprile 2015, a Bologna, aprirà le por-

te Fico Italy World, una iniziativa che vede un

investimento di 40 milioni per la costruzione e

l’avvio; darà lavoro a 5mila persone e prevede

un afflusso di sei milioni di visitatori l’anno, con

un fatturato minimo iniziale di 8o milioni.

Fico è un’iniziativa finanziata per un terzo da Fa-

rinetti (Eataly) e Coop, per un terzo da banche e

finanziarie e per un terzo da Unindusria, Cdc, ar-

tigianato e mondo agricolo.

Sarà una vetrina delle eccellenze che offrirà ai

visitatori la ricostruzione delle principali filiere

produttive agro alimentari italiane.

Ognuno ha i suoi “no-tav”

Anche la California è alle prese con i “no-tav”.

Il governatore dello Stato, Jerry Brown, ha lan-

ciato il progetto di unire San Francisco e Los An-

geles con un treno superveloce. Le due città di-

stano 830 chilometri e, oggi, ci vogliono più di

otto ore in automobile per coprire la distanza.

Con il treno i tempi si ridurrebbero a 2 ore e 40

minuti.

Ma gli americani sono da sempre apparsi allergi-

ci all’alta velocità ferroviaria, e la California non

fa eccezione. Contro il progetto di 68 miliardi di

dollari per un’opera che dovrebbe entrare in

funzione nel 2030, si sono levati i proprietari dei

terreni della Central Valley che si oppongono agli

espropri dei loro terreni, ma i sondaggi dicono

che anche la maggioranza (52 per cento) degli

elettori non vuole il supertreno. Una bella patata

bollente per Jerry Brown, che a novembre si pre-

senta per essere rieletto.

Rai - ma quanto perde? Grillo dice 400 milioni, ma non è credibile. Gubitosi

afferma di essere sceso, nel 2013, a 20 milioni dai 245

del 2012. Dal 2008 al 2013 le perdite totali sono state

420 milioni. I ricavi sono scesi da 3,1 miliardi a 2,7.

Italiani doc in Europa

Tutti pensano che l’Italia ha pochi personaggi eccellenti per dirigere il nostro Paese, notoriamente bisognoso ti

talenti, giovani e anche meno giovani.

Vi è però una situazione poco nota, se non agli addetti ai lavori, che smentisce la nota pessimistica.

Basta sfogliare l’elenco telefonico dei responsabili delle più potenti lobby continentali che operano a Bruxelles

per scoprire che molti italiani sono in posizioni di grande rilievo. Massimo Ricci è Presidente e ad di Gme (Gestori

dei mercati energetici), responsabile di realizzare il mercato interno dell’energia. Emma Marcegaglia è dalla scor-

sa estate la numero uno di BusinessEurope, che rappresenta le Confindustrie europee. Pierfrancesco Vago è di-

ventato presidente di Clia Europe, sezione europea dell’Organizzazione mondiale delle compagnie croceristiche.

Matteo Bartolini è stato chiamato a capo dei Giovani coltivatori europei del Ceja. Alla segreteria generale dell’I-

ru (International road Transport Union è arrivato Umberto de Pretto. Nel 2013 è stato confermato per la quarta

volta Luigi Gambardella quale chairman di Etno, associazione europea degli operatori delle telecomunicazioni.

Massimo Garbini è presidente dell’Atm, Network Management Board della UE, che unisce service provider, com-

pagnie aeree e aeroporti del continente. Sergio Balbinot è presidente di Insurance Europe, federazione europea

degli assicuratori e riassicuratori. Giovanni Risso è presidente della Cedt ( Confederazione europea dettaglianti

tabacco).

Quasi tutti i personaggi citati continuano a ricoprire in Italia i posti di loro primaria responsabilità.

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Castello di Gradara - Marche - E’ una fortezza medioevale che sorge nel comune di Gradara.

Struttura - E’ protetto da due cinte murarie, la più esterna delle quali si estende per quasi 800 metri,

rendendo la struttura imponente.

La fortezza sorge su ua collina a 142 metri s.l.m.; il torrione principale si innalza per 30 metri dominan-

do l’intera vallata. È possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o al Monte Carpe-

gna, a ovest. Particolarmente suggestiva la visita alla rocca e del sottostante borgo storico nelle ore

notturne.

Storia - Gradara è stata, per posizione geografica, un crocevia di traffici e genti; durante il periodo me-

dioevale è stata teatro degli scontri tra i fedeli del Papato e le turbolente casate marchigiane e roma-

gnole.

Il mastio è stato costruito dalla potente famiglia dei De Griffo intorno al 1150.

Caduti in disgrazia presso il Papato venne loro sottratta l’investitura delle Curie Cretarie e affidata al

condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verrucchio, capostipite e fondatore della dinastia dei

Malatesta, i grandi Signori di Rimini, Cesena e Pesaro. Furono i Malatesta a decidere di edificare le due

cinte di mura, erette tra il XIII e il XIV secolo.

Il dominio del casato finì nel 1463 con la scomunica di Sigismondo Pandolfo Malatesta da parte del pa-

pa Pio II. Sigismondo si scontrò con Federico da Montefeltro, Duca di Urbino, che assediò Gradara per

conto della Chiesa. Sebbene non espugnata, la rocca venne consegnata in vicariato dal papa agli Sforza

di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.

Da quel momento Gradara passerà più volte in mani diverse, e alcune delle più importanti famiglie

della penisola si contenderanno il suo possesso; i Della Rovere, i Borgia, i Medici.

Nel 1641 Gradara passò sotto il controllo diretto della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua

lunga agonia.

Quando, nel 1920, il castello venne acquistato dalla famiglia Zavettoni che diede avvio ai lavori di re-

stauro, la rocca e la cinta muraria erano ridotte allo stato di rudere.

Letteratura - Il Castello di Gradara è noto per una delle

più belle storie d’amore della letteratura italiana, nar-

rata per la prima volta da Dante, nella Divina Comme-

dia .

E’ nel girone dei lussuriosi - V° Canto dell’Inferno - che

si trovano Paolo e Francesca, i due amanti uccisi da

Giancotto, marito di lei e fratello di lui, mentre leggono

la storia di Lancillotto.

Come raggiungere Gradara.

Autostrada A14 Adriatica. Uscire al casello di Cattolica– Gabicce. Il castello è a tre chilometri.

Quando leggemmo il disiato riso

esser basciato da cotanto amante

questi, che da me non fia diviso

la bocca mi basciò tutto tremante.

Galeotto fu il libro e chi lo scrisse :

quel giorno più non vi leggemmo avante.

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La pagina economico-finanziaria

Dal mondo delle banche

Barklays ha annunciato una diminuzione degli utili

del 30% rispetto al 2013 e, nello stesso tempo,

due decisioni.

La prima è il taglio di 12mila posti di lavoro per il

2014, dopo i 7650 già effettuati nel 20 13.

7mila avverrano per le sedi in Inghilterra.

La seconda decisione riguarda l’aumento del 13%

dei bonus complessivi fino alla cifra di 2,4 miliardi

di sterline.

Il totale dei dipendenti della banca assomma a

circa 140mila unità.

—————————-

Dopo le multe, salatissime, già pagate per scorret-

tezze varie (vedi AGgazette 149) JP Morgan e Mor-

gan Stanley si sono viste addebitare altre penalità.

JP Morgan verserà altri 614 milioni di dollari per

aver truffato le autorità sottoscrivendo mutui pri-

vi di standard minimi.

Morgan Stanley, intanto, pagherà 1,25 miliardi ai

refilato della Federal Housing Finance Agency per

aver venduto ai colossi dei mutui Fannie Mac e

Freddie Mac bond immobiliari nascondendone i

veri rischi.

Per lo stesso motivo altri otto istituti hanno finora

pagato 9,1 miliardi.

Le poltrone vanno in AmericaLe poltrone vanno in AmericaLe poltrone vanno in AmericaLe poltrone vanno in America

Il passaggio è semplice: dal fondo Il passaggio è semplice: dal fondo Il passaggio è semplice: dal fondo Il passaggio è semplice: dal fondo CharmeCharmeCharmeCharme di di di di

Luca Cordero di Montezemolo al gruppo ameri-Luca Cordero di Montezemolo al gruppo ameri-Luca Cordero di Montezemolo al gruppo ameri-Luca Cordero di Montezemolo al gruppo ameri-

cano cano cano cano HaworthHaworthHaworthHaworth: : : : Poltrona Frau Poltrona Frau Poltrona Frau Poltrona Frau passa di mano per passa di mano per passa di mano per passa di mano per

oltre oltre oltre oltre 410 milioni 410 milioni 410 milioni 410 milioni di euro. Poiché i due soci ita-di euro. Poiché i due soci ita-di euro. Poiché i due soci ita-di euro. Poiché i due soci ita-

liani (Montezemolo e Moschini),detenevano il liani (Montezemolo e Moschini),detenevano il liani (Montezemolo e Moschini),detenevano il liani (Montezemolo e Moschini),detenevano il

58,6% della società, incasseranno 240 milioni, di 58,6% della società, incasseranno 240 milioni, di 58,6% della società, incasseranno 240 milioni, di 58,6% della società, incasseranno 240 milioni, di

cui 210 per Montezemolo. Sette anni dopo il 20-cui 210 per Montezemolo. Sette anni dopo il 20-cui 210 per Montezemolo. Sette anni dopo il 20-cui 210 per Montezemolo. Sette anni dopo il 20-

00006666 l’asset viene venduto al 40% in più. l’asset viene venduto al 40% in più. l’asset viene venduto al 40% in più. l’asset viene venduto al 40% in più.

Haworth Haworth Haworth Haworth è un gruppo che fattura è un gruppo che fattura è un gruppo che fattura è un gruppo che fattura 1,4 miliardi 1,4 miliardi 1,4 miliardi 1,4 miliardi di di di di

dollari nella progettazione e produzione di am-dollari nella progettazione e produzione di am-dollari nella progettazione e produzione di am-dollari nella progettazione e produzione di am-

bienti di lavoro flessibili e sostenibili. bienti di lavoro flessibili e sostenibili. bienti di lavoro flessibili e sostenibili. bienti di lavoro flessibili e sostenibili.

Alcuni dati economici di Poltrona Frau: Alcuni dati economici di Poltrona Frau: Alcuni dati economici di Poltrona Frau: Alcuni dati economici di Poltrona Frau:

ricavi 2010 : 256 mio euro ricavi 2010 : 256 mio euro ricavi 2010 : 256 mio euro ricavi 2010 : 256 mio euro ---- 2013 : 270,3 2013 : 270,3 2013 : 270,3 2013 : 270,3

reddito netto 2010 : 1,1 mio reddito netto 2010 : 1,1 mio reddito netto 2010 : 1,1 mio reddito netto 2010 : 1,1 mio ---- 2013 : 9,6 2013 : 9,6 2013 : 9,6 2013 : 9,6

andamento del titolo alla Borsa di Milano: andamento del titolo alla Borsa di Milano: andamento del titolo alla Borsa di Milano: andamento del titolo alla Borsa di Milano:

30.12.2013 : 2,35 euro 30.12.2013 : 2,35 euro 30.12.2013 : 2,35 euro 30.12.2013 : 2,35 euro ---- .17.2.2104 : 2,93 euro .17.2.2104 : 2,93 euro .17.2.2104 : 2,93 euro .17.2.2104 : 2,93 euro

Che bella la moneta debole! Honda, il colosso giapponese che tutti cono-

sciamo, nell’annunciare il bilancio del 2013 ha

reso noto che i suoi profitti sono più che rad-

doppiati, arrivando a 580 miliardi di yen

(+58%, su ricavi del +22% e consegne di auto-

vetture per 4,385 milioni di auto e di 17,32

milioni di moto).

Honda Motors ha beneficiato, rispetto al 2012,

della debolezza dello yen che ha permesso, nel

bilancio consolidato della casa madre, di au-

mentare del 15% i valori di fatturato all’estero

quando sono stati trasformati in yen.

PS - E’ il risultato opposto a quanto succede

alle ditte elvetiche che, fatturando all’estero

più del 95% del totale, vedono comprimersi i

valori quando vengono espressi in FrSv a causa

delle forza del franco, anche se bloccato intor-

no a 1,22-1,25 rispetto all’euro e 1,11-1,13 ri-

spetto al dollaro.

Lo stesso meccanismo che “castiga” le aziende

italiane che fatturano in dollari o in rubli.

50 milioni in fumo 50 milioni in fumo 50 milioni in fumo 50 milioni in fumo

Dodici anni di inutile attesa, quattro ammini-

strazioni comunali, quattro relativi progetti

per rispondere alle richieste che cambiavano

con il cambiare delle maggioranze, 15 milioni

spesi per le pratiche amministrative e per il

progetto. Tutto questo andato perduto con

50 milioni di investimenti mancati e con i 130

posti di lavoro previsti. Ai quali vanno som-

mati 14 milioni di fondi europei e altri 14 mi-

lioni a valere sulla legge 488/92. E’ il risultato

della rinuncia, dopo dodici anni di vana atte-

sa, alla rivalutazione del Grand Hotel Castello

a Mare di Taormina.

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