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Arte Marinara - Lezione 10
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CORSO DI ARTE MARINARA
Lezione 10 (Aggiornamento10 marzo 2004)
3.3. Lo stile di vita
Per semplificare la trattazione successiva, mi limiterò ad ipotizzare per scenario del
nostro scritto un’imbarcazione
cabinata di dimensioni fra i 9 ed i 16
metri, il cui armatore sia anche lo
skipper. E’ questa la situazione più
diffusa, cioè quella di una barca che
consenta di navigare senza
equipaggio professionale, anche per
significative traversate sia a motore,
sia a vela.
Lo stile di vita a bordo di uno
yacht è determinato da due fattori
strettamente collegati fra loro, la
personalità dello skipper armatore ed
il tipo di barca.
Uno yacht è inevitabilmente l’immagine dello skipper, che sceglie il proprio mezzo
nautico in base al censo, e, nell’ambito delle possibilità di spesa, in funzione delle
finalità che vuole conseguire. Il primo basilare elemento che condiziona lo stile di vita a
bordo è la grande scelta che lo skipper armatore ha fatto fra vela e motore. Se l’armatore
predilige un mezzo di trasporto per mare o una casa al mare flottante, sceglie la barca a
motore. Se invece vuole un mezzo per vivere il mare, sceglie la barca a vela. Poi
subentrano i fattori di scelta di secondo livello, cioè gli obiettivi complementari che
vuole conseguire lo skipper armatore in funzione della propria personalità e dei propri
gusti: status symbol, sport, giocattolone, masochismo, liberazione dai condizionamenti,
desiderio di navigare, piattaforma per i bagni, ricerca museale, ecc.
Pertanto, le affinità di indole fra skipper ed i membri dell’equipaggio sono
essenziali per la buona riuscita di una crociera: essi devono condividere lo stesso stile di
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vita marinaro, cercando soddisfazione e piacere negli stessi eventi, in modo da vivere in
piena armonia le permanenze in porto, ed ancor di più le navigazioni.
3.3.1. Stile di vita sulle imbarcazioni a motore
La personalità di uno skipper armatore di yachts a motore condiziona
relativamente poco lo stile di vita a bordo. Questo risulta molto omogeneo su ogni
tipo di tali imbarcazioni, improntato generalmente ad un rilassato assetto
vacanziero.
La finalità delle crociere è quella di godersi gradevoli gite al mare: le
navigazioni di trasferimento in genere sono brevi, le soste in porto sono lunghe,
alternate a oziose fonde in assolati sorgitori balneari. La vita a bordo è agevole e
rilassata, anche se si svolge in spazi relativamente ristretti. Le libagioni ed i pasti
costituiscono l’attività più impegnativa di bordo. In sintesi, si continua a proiettare
sullo scenario marino il proprio stile di vita cittadino. Le turbative possono venire
solo da qualche seria avaria ai complessi macchinari di bordo, o da occasionale
cattivo tempo, in particolare se sopravviene durante qualche navigazione di
trasferimento più lunga
Unica eccezione a questa tipologia di vita marinara superficiale e mondana,
sono le rare imbarcazioni a motore dei pochi skipper giramondo, caratterizzate da
scafi pesanti e molto marini, da motori diesel lenti e potenti, da coperte ingombre
delle cose più strane, vere e proprie “house boats” per famiglie o per gruppi atipici
di marinai, che eleggano il girovagare
per mare a scopo della propria vita o
delle proprie vacanze.
Una situazione intermedia fra
questi due estremi, è la vita a bordo di
uno yacht a motore il cui skipper
armatore sia amante della pesca
d’altura. In tal caso gli aspetti mondani
si attenuano drasticamente, poiché le
permanenze per mare divengono più lunghe per consentire proficue battute di
pesca. Contestualmente lo stile di vita si stabilizza su comportamenti più sobri ed
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essenziali, condizionati dalla ricerca delle migliori condizioni per la singolar
tenzone, fatta di astuzie e di tecnica, finalizzata all’appassionante cattura del pesce.
In tale scenario matura facilmente un’ossessione: si corre il rischio di passare
dalla… ittiofagia alla… ittiofobia, essendo costretti a mangiare per giorni e giorni
solo il prelibato pescato, fino alla nausea!
3.3.2. Stile di vita sulle imbarcazioni a vela
Sulle imbarcazioni a vela l’armatore-skipper condiziona in maniera
determinante lo stile di vita. La scelta della barca sicuramente è stata influenzata
molto di più dal suo carattere, che si evidenzia subito dall’apparenza comoda o
spartana, lussuosa o marinara, sportiva carica di vele e di manovre o tirata a lustro
in maniera maniacale.
A questi elementi di base si
aggiunga che, in navigazione, lo
skipper domina l’andamento della
vita a bordo con le proprie
decisioni di condotta
dell’imbarcazione: ogni individuo
è necessariamente coinvolto alla
manovra ed all’attività di bordo,
svolge cioè un ruolo più prossimo
a quello di effettivo membro
dell’equipaggio, anziché di
passeggero ospite. Tutto ciò è reso
più complesso dal fatto che gli
spazi a bordo, più ristretti e disagevoli che su uno yacht a motore, costringono a
maggiore promiscuità. Inoltre in navigazione lo sbandamento, il rollio ed il
beccheggio della barca rendono ogni attività più difficile. Ciò vale in particolare
sulle imbarcazioni più piccole e più anziane; ma resta valido anche sulle più
moderne, equipaggiate con rollafiocco, rollaranda ed altri marchingegni che
facilitano la manovra delle vele, dove l’apporto dell’equipaggio è più facile, meno
faticoso e quindi più accessibile alle capacità anche di persone non particolarmente
esperte.
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Ripeto quindi, fino ad essere noioso, che l’affinità di indole fra skipper e
membri dell’equipaggio è il fattore più importante per la felice riuscita di un
imbarco su uno yacht a vela, affinché una crociera auspicabilmente piacevole non
si trasformi in una crociata irrimediabilmente disastrosa.