INSEGNAMENTO ESPLICITO DELLE STRUTTURE SINTATTICHE A MOVIMENTO Pronomi clitici
1. Sviluppo della conoscenza della categorie lessicali in ... · sintattiche di una lingua.”...
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1. Sviluppo della conoscenza della categorie lessicali in un curricolo verticale
1Savignano sul Rubicone - 27/2/2013 -Presentazione di Daniela Bertocchi
Finalità della formazione e obiettivi
dell’incontro odierno� Condividere concetti e terminologia (curricolo verticale, sillabo;
grammatica, riflessione sulla lingua ecc.)
� Individuare, anche alla luce delle IND12, alcune tappe di un curricolo verticale di riflessione sulla lingua
� Analizzare un tema specifico di grammatica: le categorie lessicali� Definizioni
� Uso
� Distribuzione negli anni scolastici
� Confrontarsi su possibili approcci alla riflessione sulla lingua, finalizzati ad apprendimenti stabili da parte degli studenti.
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Idee di grammatica
Impara l’abc…!
Studia la Studia la grammatica!
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Che cosa si intende per “grammatica”?� Disciplina?
� Scienza?
Insieme di norme?
� “La grammatica è una disciplina che
studia le regole fonetiche,
ortografiche, morfologiche, lessicali e
sintattiche di una lingua.” (Wikipedia)
� “Grammatica: (1) Insieme delle
convenzioni normative che � Insieme di norme?
� Descrizione di una lingua?
� Riflessione sulla lingua?
convenzioni normative che
costituiscono il modo di essere di un
particolare sistema linguistico, inteso
sui piani fonologico, morfologico,
sintattico. (2) Scienza che studia le
convenzioni normative di un sistema
linguistico ai livelli fonologico,
morfologico, sintattico;
l’insegnamento di tale scienza.”
(Sabatini Coletti, Dizionario della
lingua italiana).Savignano sul Rubicone - 27/2/2013 -Presentazione di Daniela Bertocchi 4
Grammatica è….
Testualità?
Semantica?
Sintassi?Sintassi?
Morfologia?
Ortografia?
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Ambiti della prova di INVALSI di grammaticaAmbito
Ortografia
Uso di accenti e apostrofi, maiuscole e minuscole, segmentazione delle parole
(gliel’ho detto), uso delle doppie, casi di non corrispondenza tra fonemi e
grafemi (uso dell’h, della q, dei digrammi, ecc.).
Morfologia
Flessione (tratti grammaticali: genere, numero, grado, modo, tempo, persona,
aspetto, diatesi); categorie lessicali (nome, aggettivo, verbo, ecc.) e
sottocategorie (aggettivo possessivo, nome proprio, ecc.).
Formazione delle parole
Parole derivate; parole alterate; parole composte; polirematiche (ferro da stiro,
asilo nido).
Relazioni di significato tra parole; polisemia; campi semantici; famiglie lessicali;
[
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Lessico e semantica
Relazioni di significato tra parole; polisemia; campi semantici; famiglie lessicali;
usi figurati e principali figure retoriche; espressioni idiomatiche; struttura e uso
del dizionario.
Sintassi
Accordo (tra articolo e nome, tra nome e aggettivo, tra soggetto e predicato,
ecc.); sintagma (nominale, verbale, preposizionale); frase: minima, semplice (o
proposizione), complessa (o periodo); frase dichiarativa, interrogativa, ecc.;
elementi della frase semplice: soggetto (esplicito o sottinteso, in posizione pre-
verbale o post-verbale), predicato, complementi predicativi e altri complementi;
gerarchia della frase complessa: frase principale, coordinate, subordinate
(diverse tipologie); uso di tempi e modi nella frase.
Testualità
Segnali di organizzazione del testo e fenomeni di coesione: anafora, connettivi,
punteggiatura, ecc.; aspetti pragmatici del linguaggio (fenomeni del parlato,
funzioni dell’enunciato, ecc.).
Riflessione sulla lingua “…sin dai primi anni di scolarità, i bambini hanno una naturale
predisposizione a riflettere sulla lingua…”
“…nei primi anni della scuola primaria l’uso della lingua e la riflessione su di essa vanno curate insieme”.riflessione su di essa vanno curate insieme”.
Nella scuola primaria, “gli aspetti morfologici e quelli sintattici, semantici e testuali” sono introdotti “attraverso riflessioni sull’uso…”
Questi aspetti “devono essere ripresi ciclicamente, al fine di poter operare precisazioni e approfondimenti e raggiungere una valida sistematizzazione dei concetti centrali”.
(Da IND12:39)
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Per un curricolo verticaleLo immaginiamo così, ripido e disagevole, il nostro disagevole, il nostro curricolo verticale?
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Continuità e unitarietà del
curricolo� “L’itinerario scolastico dai tre ai quattordici anni,
pur abbracciando tre gradi di scuola caratterizzati ciascuno da una specifica identità educativa e professionale, è progressivo e continuo. La professionale, è progressivo e continuo. La presenza, sempre più diffusa, degli istituti comprensivi consente la progettazione di un unico curricolo verticale e facilita il raccordo con la scuola secondaria di secondo grado”. (IND12:18)
Crescita in un contesto educativo����valorizzazione delle esperienze���� percorsi di conoscenza
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Continuità e discontinuità, due poli
dello stesso processo� Non c’è una buona scuola della continuità e una cattiva scuola della
discontinuità.
� La continuità può diventare elemento di stasi, ostacolo allo sviluppo; la discontinuità è spesso frammentazione e produce frustrazione.
� Continuità e discontinuità sono presenti in una dialettica integrata sia � Continuità e discontinuità sono presenti in una dialettica integrata sia all’interno del medesimo grado di scuola sia nella transizione da un grado all’altro.
� Tenendo conto della teoria di Vygotsky sull’area di sviluppo prossimale, una “buona” discontinuità significa “novità” (accessibile)����conflitto cognitivo����aggiustamento degli schemi esperienziali e concettuali���� sviluppo.
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Nell’ambito linguistico� “…è necessario che all’apprendimento delle lingue
venga assicurata sia trasversalità in ‘orizzontale’ sia continuità in ‘verticale’. […] La continuità verticale si realizza dalla scuola primaria alla scuola secondaria di primo grado mediante la progressione degli obiettivi primo grado mediante la progressione degli obiettivi relativi alle diverse competenze e lo sviluppo delle strategie per imparare le lingue”. (IND12: 46)
Progressione di obiettivi (per le lingue in termini di abilità)����acquisizione di strategie����sviluppo di competenze.
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Non significa che…Il raccordo non è solo “dall’alto verso il basso”, ma anche
dal grado di scuola precedente a quello seguente (ad es. quali sono gli obiettivi realmente fondamentali alla fine della scuola primaria?) fine della scuola primaria?)
Un reale raccordo è possibile solo con una progettazione comune (che è il punto di arrivo!).
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Un curricolo verticale e organico di
riflessione sulla lingua� parte preferibilmente da materiale predisposto ad hoc
tenendo conto sia delle “Indicazioni” sia dello sviluppo cognitivo degli allievi (la sequenza non è necessariamente quella di un libro di testo, che va quanto meno riorganizzato, in quanto strumento e non curricolo)
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riorganizzato, in quanto strumento e non curricolo)
� si basa su un modello chiaro, essenziale e “potente”del funzionamento della lingua madre, di cui l’insegnante deve avere precisa conoscenza e padronanza
� approda (alla fine della SSPG o anche del biennio della scuola SSSG) alla capacità di ritrovare il modello nella complessità della lingua viva.
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Nella scuola dell’infanzia“I bambini si presentano alla scuola dell’infanzia con un patrimonio linguistico significativo, ma con competenze differenziate, che vanno attentamente osservate e valorizzate. In un ambiente linguistico curato e stimolante i bambini sviluppano nuove capacità quando interagiscono tra di loro, chiedono spiegazioni, confrontano punti di vista, progettano giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze. I bambini giochi e attività, elaborano e condividono conoscenze. I bambini imparano ad ascoltare storie e racconti, dialogano con adulti e compagni, giocano con la lingua che usano, provano il piacere di comunicare, si cimentano con l’esplorazione della lingua scritta. […] Appropriati percorsi didattici sono finalizzati all’estensione del lessico, alla corretta pronuncia di suoni, parole e frasi, alla pratica delle diverse modalità di interazione verbale (ascoltare, prendere la parola, dialogare, spiegare), contribuendo allo sviluppo di un pensiero logico e creativo”.
IND12,”I discorsi e le parole”: 27
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Nella scuola primariala sistematicità (nella consapevolezza del
docente) incontra e orienta le naturali scoperte dell’allievo, passando gradualmente dall’ “occasionalità” delle osservazioni a un
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dall’ “occasionalità” delle osservazioni a un loro orientamento specifico, sempre a partire dall’esperienza linguistica; si introduce gradualmente una limitata e ragionata terminologia specifica.
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�Nella scuola secondaria di 1° grado� gli studenti diventano consapevoli della
completezza e della coerenza logica del modello di analisi
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modello di analisi
� arrivano a una visione più complessa e organica del sistema lingua e incominciano a metterlo in rapporto organico con la testualità.
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Da “Indicazioni 2012”, Traguardi al termine
della scuola primaria
� “Riflette sui testi propri e altrui per cogliere regolarità morfosintattiche e caratteristiche del lessico; riconosce che le diverse scelte linguistiche sono correlate alla varietà di situazioni comunicative.varietà di situazioni comunicative.
� Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi”. (pag. 31)
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Compiti correlati delle prove
INVALSI di grammatica� Riconoscere le categorie lessicali (parti del
discorso).
� Riconoscere parole variabili e invariabili.
� Identificare meccanismi di formazione delle parole.� Identificare meccanismi di formazione delle parole.
� Riconoscere l’organizzazione delle parole in campi semantici e famiglie lessicali.
[cfr. fascicolo pp.3-4]
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Da “Indicazioni 2012”, Traguardi al termine
della scuola secondaria di 1° grado
� “Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative al lessico, alla morfologia, all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice e complessa, ai connettivi testuali; frase semplice e complessa, ai connettivi testuali; utilizza le conoscenze metalinguistiche per comprendere appieno i significati dei testi e per correggere i propri scritti”. (pag. 34)
19Savignano sul Rubicone - 27/2/2013 -Presentazione di Daniela Bertocchi
Compiti correlati delle prove INVALSI di
grammatica (morfologia e lessico)
� Riconoscere e saper denominare i tratti grammaticali (numero, genere, grado, persona, tempo, modo, aspetto, diatesi)
� Riconoscere le relazioni di significato tra parole � Riconoscere le relazioni di significato tra parole (sinonimia, antonimia, iperonimia, ecc.)
� Riconoscere fenomeni di polisemia
[cfr. fascicolo pp.5-9]
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Possibili criteri di classificazione
delle “categorie lessicali”
� Criteri formali, fondati sulle caratteristiche della forma della parola
Criteri di co-occorrenza� Criteri di co-occorrenza
� Criteri semantici, fondati sul significato delle parole.
� Criteri sintattici, fondati sulla funzione della parola all’interno della frase
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Esempi di classificazione� “Il nome è la parte del discorso
che serve ad indicare un essere, una idea, un fatto”. (Margherini, in
http://spazioinwind.libero.it/grammatica/index.htm)
“Il verbo è la parte del discorso
� "I nomi sono morfologicamente marcati per le categorie grammaticali del genere e del numero. Genere e numero vengono indicati da un unico
� “Il verbo è la parte del discorso più importante. Infatti esprime il modo di essere della persona, dell'animale o della cosa di cui si parla, cioè del "soggetto", o l'azione da questo fatta o subìta”.(Margherini, in http://spazioinwind.libero.it/grammatica/index.htm)
vengono indicati da un unico morfema" (Salvi- Vanelli:130).
� "Il verbo segnala attraverso la desinenza ('parte finale') la persona e il numero del soggetto con cui concorda. Il verbo trasmette inoltre informazioni relative al tempo, all'aspetto e alla modalità". (Lo Duca: 51)
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Che fare?� Scrive Colombo (2012):
“Il punto di vista morfologico, integrato da qualche elemento sintattico, è sufficiente per l’identificazione e la definizione rigorosa delle categorie lessicali. la definizione rigorosa delle categorie lessicali. Esempio: un nome è una parola dotata intrinsecamente di genere, flessibile secondo il numero. ”
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I guai di una definizione solo
semantica: un’esperienza di ricercaUn’espressione da analizzare era «un mazzo di asparagi novelli». Un gruppo di ragazzi classifica novelli come nome, con questa motivazione: «Io ho messo nome perché mi sembrava il nome degli asparagi, perché gli asparagi si chiamano novelli». Se la funzione del nome è quella di «chiamare le cose», rispecchiando una predeterminata gerarchia degli enti, il ragionamento ha una sua logica. Viceversa, c’è una qualche difficoltà a riconoscere un nome in una sua logica. Viceversa, c’è una qualche difficoltà a riconoscere un nome in mazzo: «Perché può essere sia un aggettivo che un nome, perché indica sia una quantità che una qualità».
In generale, molti ragazzi non riescono a separare l’idea del nome da quella di un oggetto materiale: «Il nome sarebbe una cosa che si tocca». Tutta una classe ha messo difficoltà in «altre parole» con questa motivazione: «non è un nome, non è un oggetto, non è un animale, una persona, è una cosa che non si può toccare, è astratta e quindi è un aggettivo».
(Da Colombo A., “Casellario grammaticale”, Italiano & Oltre, n. 5/1987: 209-211)
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Una definizione corretta e
accessibile
VERBO
"Parte variabile del discorso: è l'elemento dinamico che mette in moto, nella mente del parlante, il mette in moto, nella mente del parlante, il meccanismo [la scena] che dà luogo alla frase. Attraverso la flessione, esprime il tempo, la persona, il modo, l'aspetto, la diatesi".
(Lo Duca- Provenzano: 104)
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Ma serve?“La morfosintassi dovrebbe fornire una batteria di strumenti concettuali e procedure indispensabili a ogni altro approccio riflesso alla lingua: che si tratti di lessico, di strutture testuali, di analisi stilistiche, di retorica e pragmatica della scrittura, di variazioni funzionali o di storia linguistica, ad ogni passo ci si variazioni funzionali o di storia linguistica, ad ogni passo ci si imbatte nella necessità di usare categorie come “nome”, “verbo”, “soggetto”, tempi e modi, strutture di frase ecc. Queste categorie dovrebbero essere fondate in modo chiaro, razionale e organico: si tratta di costruire un lessico tecnico condiviso e insieme di indurre un atteggiamento analitico e critico senza il quale la riflessione sulla lingua non è riflessione”.
Da Colombo A., “Per un’“educazione linguistica essenziale”: la riflessione sulla lingua”, La didattica, n. 3/1997: 51-55.
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Le categorie lessicali nelle prove INVALSI
Vedi fascicolo, pp. 3-9
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A partire dall’esperienza delle scuole di Bolzano (“Sillabo di riflessione sulla lingua per la scuola Primaria e di riflessione sulla lingua per la scuola Primaria e Secondaria di I° grado”): esempi di sillabo relativi alle categorie lessicali NOME e VERBO
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Il “nome”: scuola primariaClasse Contenuto
1° Nome proprio (di persone, animali, luoghi) e nome comune (di oggetti)
2° Numero
Genere naturale e grammaticale
Nome proprio e nome comune
Articolo e nomeArticolo e nome
3° "Radice" e desinenza
Singolare e plurale
Nomi di base - nomi alterati
4° Nomi numerabili e non numerabili
Nomi collettivi
Nomi derivati
5° Nomi alterati e derivati
Nomi polirematici
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Il “nome”: scuola SPGClasse Contenuto
1° Nomi comuni e propri; numerabili, non numerabili, collettivi; derivati, alterati,
falsi derivati, falsi alterati
Nomi composti e polirematici
Formazione del femminile dei nomi di persona e di animali
Formazione del plurale: plurale regolare; nomi invariabili in -i; nomi monosillabici
e nomi tronchi; nomi di origine straniera; nomi in -cia e in -giae nomi tronchi; nomi di origine straniera; nomi in -cia e in -gia
2° /
3° Plurale irregolare dei nomi (da controllare sul dizionario)
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Il “verbo”: scuola primariaClasse Contenuto
1° NO (solo accenni )
2° Riconoscimento
Linea del tempo: adesso, prima, dopo (presente, passato, futuro)
3° La persona3° La persona
"Radice" e desinenza
4° "Radice" e desinenza
Le tre coniugazioni
La persona
Il presente (per esprimere presente e futuro)
Tempi semplici e tempi composti
Verbi ausiliari
5° Tempi verbali dell'indicativo
Tempi semplici e tempi composti
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Il “verbo”: scuola SPGClasse Contenuto
1°Verbi transitivi e intransitivi
Diatesi attiva e passiva
Le informazioni "nascoste" nel verbo
Coniugazione dei verbi regolari
Verbi regolari e irregolari
Modi finiti e indefiniti
Uso dei tempi nell'indicativo/ alternanza dei tempi del passato nelle narrazioni (aspetto del Uso dei tempi nell'indicativo/ alternanza dei tempi del passato nelle narrazioni (aspetto del
verbo)
Esprimere ordini/ inviti: imperativo, congiuntivo; infinito
Modo congiuntivo
Modo condizionale
Coniugazione attiva di tutti i modi e di tutti i tempi
Coniugazione passiva del modo indicativo
2°Diatesi attiva e passiva
Verbi predicativi e verbi copulativi
Le diverse categorie di "avere" e "essere"
Verbi regolari e irregolari: in particolare passato remoto e participio passato
3°Verbi modali; verbi fraseologici
Coniugazione passiva nel congiuntivo, condizionale, infinito, gerundio
"Si" passivante
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Il sillabo: osservazioni e cautele� Il sillabo non deve diventare “l’indice” di un ennesimo manuale. Si deve
convenire su un’impostazione (ad es. che si va dalla frase nel suo insieme all’analisi degli elementi e che ci sono “contenuti” essenziali, a cui non si può rinunciare), ma poi la collocazione dei contenuti nelle varie classi può essere ragionevolmente modificata, purché si rispetti la varie classi può essere ragionevolmente modificata, purché si rispetti la sequenzialità logica.
� La costruzione di un sillabo e la realizzazione in classe di un curricolo richiedono un’elevata competenza professionale: infatti l’insegnante propone agli allievi contenuti che, specie nei primi anni, possono anche sembrare frammentari e affrontati “in superficie”, ma deve sempre avere ben chiaro un modello di riferimento, che comprende: modello di descrizione della lingua; gradualità e ciclicità dei contenuti; approccio didattico alla riflessione sulla lingua.
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È l’approccio che fa la differenza
La riflessione sulla lingua, se condotta in modo induttivo e senza induttivo e senza un’introduzione troppo precoce della terminologia specifica, contribuisce a una maggiore duttilità nel capire i testi e riflettere e discutere sulle proprie produzioni.
(IND12: 39)
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Un’attività facile facile per la 2° primaria:
nomi comuni e nomi propri� Cerca l'intrusoL'insegnante predispone dei cartellini con alcune stringhe di nomi
propri, all'interno delle quali si trova un nome comune (e viceversa). Sia i nomi propri sia i nomi comuni sono scritti in stampatello maiuscolo. Gli alunni devono scoprire l'intruso (il stampatello maiuscolo. Gli alunni devono scoprire l'intruso (il nome proprio o il nome comune).
CASA - ALBERO -PESCE-ELISA
CINA- BOLZANO-GIACOMO- PENNA
� Maiuscolo o minuscolo?L'insegnante predispone dei cartellini con gli stessi nomi propri e
comuni dell'attività precedente, scritti da un lato in stampatello e dall'altro in corsivo. Gli alunni individuano la convenzione ortografica dell'iniziale maiuscola dei nomi propri.
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Gli aspetti del verbo in 1° SSPG
� Alternanza imperfetto / passato prossimo e imperfetto / passato remoto nelle narrazioni
Mentre Cappuccetto Rosso camminava nel bosco, incontrò il lupo...
Era una bella giornata, splendeva il sole e Maria è uscita per una passeggiata.
� L'insegnante fornisce brevi testi a buchi; gli alunni li completano � L'insegnante fornisce brevi testi a buchi; gli alunni li completano con le forme verbali adeguate, che verranno inserite in una tabella in modo tale da evidenziare l'aspetto espresso dal verbo.
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Frase Che cosa esprime il verbo
Al mare mangiavo sempre pesce
Abitudine, azione ripetuta
Il necessario rapporto con i testi
TESTI
Per apprendimenti
stabili
RIFLESSIONI SUI TESTI
GENRALIZZAZIONE DEGLI USI
FORMULAZIONE DELLA REGOLA
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Esempio per la classe 1° della SSPG� La riflessione sull'uso dei tempi verbali dell'indicativo
viene svolta direttamente sui testi affrontati nel corso dell'anno e guidata dall'insegnante grazie alla discussione.� Gli alunni sottolineano in modo diverso i vari tempi verbali,
ipotizzando il motivo per cui si usa un tempo o un altro.� Gli alunni sottolineano in modo diverso i vari tempi verbali,
ipotizzando il motivo per cui si usa un tempo o un altro.� Gli alunni individuano nei testi il "tempo-guida" e cercano le
possibili ragioni dei cambiamenti di tempo all'interno di uno stesso testo.
� Gli alunni riportano tutti i verbi del testo letto in una tabella che ne evidenzi modo e tempo ed eventualmente usi particolari.
� Gli alunni trasportano al presente storico un testo scritto al passato, e riflettono sui cambiamenti avvenuti.
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Conclusioni (provvisorie)� Si ipotizza che il curricolo verticale in genere, e in particolare quello di
riflessione sulla lingua, porti ad apprendimenti stabili, evitando o riducendo il fenomeno per cui oggi si studia moltissima grammatica, ma di grammatica non si sa nulla neppure all’università. È un’ipotesi da verificare.
� Modalità induttive e “laboratoriali” di riflessione sulla lingua � Modalità induttive e “laboratoriali” di riflessione sulla lingua dovrebbero contribuire a sviluppare processi logici quali l’osservazione, la comparazione, la categorizzazione, la formulazione e la verifica di ipotesi, con una ricaduta positiva anche in altre discipline, in particolare quelle scientifiche.
� “…il ruolo probabilmente più significativo della riflessione sulla lingua è quello metacognitivo: la riflessione concorre infatti a sviluppare le capacità di categorizzare, di connettere, di analizzare, di indurre e dedurre, utilizzando di fatto un metodo scientifico”. (IND12: 39)
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