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Ingmar Bergman 1 Ingmar Bergman « In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziose di Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità a secondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà » (Ingmar Bergman, La lanterna magica, autobiografia, 1987) Ernst Ingmar Bergman Oscar al miglior film straniero 1961 Oscar al miglior film straniero 1962 Oscar alla memoria Irving G. Thalberg 1971 Oscar al miglior film straniero 1984 Ernst Ingmar Bergman (/'ɪŋmar 'bærjman/; Uppsala, 14 luglio 1918 Fårö, 30 luglio 2007) è stato un regista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore e produttore cinematografico svedese. È considerato una delle personalità più eminenti della storia della cinematografia mondiale. Biografia

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Ingmar Bergman 1

Ingmar Bergman

« In realtà io vivo continuamente nella mia infanzia: giro negli appartamenti nella penombra, passeggio per le vie silenziosedi Uppsala, e mi fermo davanti alla Sommarhuset ad ascoltare l'enorme betulla a due tronchi, mi sposto con la velocità asecondi, e abito sempre nel mio sogno: di tanto in tanto, faccio una piccola visita alla realtà »(Ingmar Bergman, La lanterna magica, autobiografia, 1987)

Ernst Ingmar Bergman Oscar al miglior filmstraniero 1961

Oscar al miglior film straniero 1962 Oscar alla memoria Irving G. Thalberg 1971

Oscar al miglior film straniero 1984

Ernst Ingmar Bergman (/'ɪŋmar 'bærjman/; Uppsala, 14 luglio 1918 –Fårö, 30 luglio 2007) è stato un regista, sceneggiatore, drammaturgo,scrittore e produttore cinematografico svedese. È considerato una dellepersonalità più eminenti della storia della cinematografia mondiale.

Biografia

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Gli anni giovanili

Il padre di Ingmar Bergman, Erik (1886-1970), pastoreluterano, mentre tiene un sermone nella chiesa Hedvig

Eleonora a Stoccolma nel 1930 (circa). Fotoconservata al museo cittadino di Stoccolma

("Stockholms Stadsmuseum")

Nato ad Uppsala da un pastore luterano, Erik, e da KarinÅkerblom, proveniente da una famiglia benestante di Stoccolma,Ingmar trascorse l'infanzia seguendo gli spostamenti del padrenelle case parrocchiali di vari paesini e fu educato secondo iconcetti luterani di "peccato, confessione, punizione, perdono egrazia", temi che saranno poi ricorrenti nei suoi film. Mentre lapaternità è certa non è sicuro che la vera madre sia stata KarinÅkerblom: sembra infatti che la madre naturale fosse HedvigSjöberg.

Il padre iniziò il suo ministero pastorale presso l'ospedale diUppsala, poi venne prima nominato pastore della chiesaHedvig-Eleonora di Stoccolma e infine cappellano della CorteReale; pur essendo un eccellente oratore aveva un temperamentoirritabile, come sostiene Bergman nella sua biografia: "Nonpotevamo fischiare, non potevamo camminare con le mani intasca. Improvvisamente decideva di provarci una lezione e chis'impappinava veniva punito. Soffriva molto per il suo uditoeccessivamente sensibile, i rumori forti lo esasperavano"[1].Erik impartì al figlio un'educazione molto severa, le cui tracce siriscontreranno spesso nei suoi film; la figura del padre sarà portatasullo schermo in tre film: Fanny e Alexander (1982), Con lemigliori intenzioni (1992) e Conversazioni private (1996).La madre "aveva un eccessivo carico di lavoro, era tesissima, non riusciva a dormire, faceva uso di forti sedativi, cheavevano effetti collaterali quali l'irrequietezza e l'ansia"[2].

Ingmar aveva un fratello maggiore di quattro anni[3] e una sorella minore di quattro anni. In una situazione familiarecosì oppressiva sono da ricercare le ragioni dei suoi dubbi esistenziali e soprattutto della sua continua ricerca di unDio che non rappresenti solamente un rito, ma amore.Il rapporto conflittuale con i genitori portò così il giovane Ingmar a rinchiudersi in un suo mondo liberatorio efantasioso con il quale sostituiva quello reale e quando a dodici anni gli venne regalato il primo proiettorecinematografico trovò, nel mondo fantastico della pellicola con le sue luci e le sue ombre, quello che cercava.Nel 1936, dopo l'ennesimo scontro con i genitori, partì per Stoccolma dove andò a vivere da solo.Dopo gli studi superiori ed il servizio militare, si iscrisse all'Università di Stoccolma per frequentare un corso distoria della letteratura (laureandosi successivamente con una tesi su August Strindberg) ed entrò per la prima volta incontatto con il mondo del teatro e del cinema. Iniziò ad occuparsi di teatro studentesco dirigendo una compagniafilodrammatica presso la stessa università e scrivendo testi per alcuni drammi. Nel 1940 divenne aiuto regista pressoil "Teatro reale dell'opera", (anche se senza stipendio).Una ragazza del corpo di ballo lo aiutò finanziariamente fintanto che riuscì ad ottenere l'incarico di suggeritore perl'Orfeo all'inferno con un compenso di tredici corone a sera. Il giovane, raggiunta la tranquillità economica, si mise ascrivere intensamente e produsse, nel giro di due anni, ben dodici drammi e un'opera lirica.Nel 1942, uno dei suoi drammi, La morte di Kasper, venne messo in scena per decisione del direttore del teatro studentesco e questo fatto segnò la sua fortuna. Ad assistere allo spettacolo vi erano infatti in platea il neodirettore della "Svensk Filmindustri", Carl Anders Dymling, e Stina Bergman, vedova del drammaturgo Hjalmar Bergman, responsabile della sezione manoscritti che, colpita dalla rappresentazione, lo convocò il giorno seguente e lo assunse con uno stipendio di cinquecento corone al

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mese.

I primi film e il teatroNel 1944 uno dei suoi scritti venne letto dal regista Gustaf Molander che insistette per ricavarne un film. Ilmanoscritto venne acquistato dalla Svensk Filmindustri per cinquemila corone e, con la regia di Alf Sjöberg che lotradusse in immagini, e la collaborazione di Bergman stesso come segretario di edizione, fu girato Hets (Tormento),storia di un professore, soprannominato "Caligola", severo e opprimente con i suoi allievi. Stig Järrel, l'attoreprotagonista, venne truccato in modo che assomigliasse al capo della Gestapo, Himmler. Il film venne moltoapprezzato soprattutto in quanto attacco al nazismo. Tormento vincerà un premio nel 1946 durante il primo Festivaldi Cannes del Secondo dopoguerra.Durante la lavorazione del film, Bergman venne nominato direttore dello "Stadsteater" di Helsingborg, uno dei teatripiù antichi di tutta la Svezia, ma presto subentrarono difficoltà finanziarie perché le sovvenzioni ad esso destinateerano state girate al nuovo teatro di Malmö.

La fase romanticaPochi mesi dopo questa prima esperienza cinematografica, gli venne proposto di dirigere un film adattato dallacommedia dell'autore teatrale danese Leck Fischer, La bestia madre. Crisi (Kris), uscito nelle sale nel 1946, è lastoria di una ragazza che dopo molte avventure ritrova finalmente la madre e sposa il giovane che da molto tempoera innamorato di lei. Il tema conduttore del film è quello dello scontro tra generazioni e, come scrive AlfonsoMoscato[4] si tratta di "uno scontro che, equilibrato in periodo di normalità, è qui acuito dal materialismo dilagantenella società postbellica". Benché il film non avesse avuto successo, il produttore indipendente Lorens Marmstedoffrì al regista una nuova occasione e gli commissionò un nuovo film: Piove sul nostro amore, pellicola di modestaqualità a causa, come Bergman stesso ammette, della scarsa padronanza dei mezzi tecnici che aveva all'epoca.Malgrado ciò, l'opera non manca di spunti interessanti, che anticipano il modo bergmaniano di fare cinema.All'inizio dell'autunno del 1946, Bergman si trasferì a Goteborg, dove venne nominato primo regista presso il teatrodella città, debuttando con Caligola di Albert Camus e mettendo in scena altri suoi drammi, deciso a portare avantisenza tregua sia l'attività di regista cinematografico sia quella di regista teatrale. Nel 1947 seguiranno, grazie allafiducia di Marmsted, due film tratti ancora una volta da opere teatrali, La terra del desiderio e Musica nel buio, doveprevale la tematica del disagio giovanile e della fuga dalla realtà che connota anche i successivi film fino a Un'estated'amore, con il quale può dirsi conclusa la prima fase romantica della sua produzione. L'attenzione suscitata daquesto ultimo lavoro, spinge la Svensk Filmindustri a commissionargli, nel 1948, la sceneggiatura di La furia delpeccato ed Eva con la regia di Gustaf Molander ed un film, Città portuale, tratto da un romanzo di Olle Länsberg.L'insuccesso della pellicola condusse però ad un nuovo taglio dei fondi. Ma è ancora grazie all'aiuto di LorensMarmsted, che Bergman riuscirà a realizzare nello stesso anno La prigione, tratto da un suo stesso soggetto, e primofilm significativo della sua carriera. Il film, pur non essendo un capolavoro, destò un certo interesse, tanto daconvincere la Svensk Filmindustri a dare ancora fiducia al regista, che poté così realizzare: nel 1949, il film Sete,tratto dalle novelle di Birgit Tengroth, Verso la gioia, interpretato in modo magistrale da Sjöström e Ciò nonaccadrebbe qui, un film anticomunista, del quale però non firma né il soggetto né la sceneggiatura, che narra lastoria di una profuga che nella Stoccolma della seconda guerra mondiale cerca di sfuggire alle spie comuniste.Sempre in questo periodo, Bergman mise in scena anche due testi teatrali: Rachele e il fattorino del cinema eUscirsene a mani vuote.

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I primi successiSolo poco dopo, nel 1950, scrisse Un'estate d'amore, film che risente intensamente dello stato d'animo in cuiBergman si trovava in quel periodo e nel quale dimostra, per la prima volta, tutte le sue possibilità espressive. Eglidichiarerà durante un'intervista a Jörn Donner:[5] "Fu il primo film in cui cominciai a sentirmi veramente in grado diesprimermi. Era già parecchio che dirigevo film. A quell'epoca ero quel che si dice a digiuno di preparazione tecnica;anzi, dal lato tecnico, ero preoccupato, incerto e pasticcione. Però c'è una cosa da tener presente: che a quei tempi latecnica era molto più complicata di oggi".Dopo Un'estate d'amore, a causa delle proteste per una tassa statale che era stata messa sui divertimenti, il cinemasvedese subì un forte rallentamento e Bergman venne licenziato dalla Svensk Filmindustri.Gun ispirò al regista il personaggio di Karin Lobelius in Donne in attesa, film che venne realizzato nel 1952 epresentato l'anno seguente alla Mostra di Venezia senza grande successo. Seguirà nel 1953 Monica e il desiderio cheverrà considerato un film-scandalo, a causa della insolente sensualità dell'attrice Harriet Andersson che, girandosispontaneamente verso la camera, regala uno dei migliori primi piani di sempre, a detta dello stesso Ingmar. L'attrice,a quel tempo, era appena ventenne e Bergman le si legherà sentimentalmente: Harriet Andersson diventerà con novefilm realizzati in collaborazione con il regista, una delle sue attrici preferite.Nel 1953, fallita l'aspirazione di essere assunto al Dramatiska Teatern di Stoccolma, accettò l'offerta delloStadsteater, il Teatro Municipale di Malmö, che lo assunse come regista e presso il quale rimarrà per otto anni,producendo tredici regie. In questo periodo perfezionò la collaborazione con alcuni attori già affermati chediventeranno anche presenze stabili nei suoi film: oltre alla già citata Harriet Andersson, Gunnel Lindblom, Max vonSydow, Erland Josephson, Ingrid Thulin, e Bibi Andersson. In quello stesso anno Bergman mise in scena Seipersonaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello e Il castello di Kafka con l'adattamento di Max Brod, mentre per ilcinema produsse un film molto triste ambientato nel mondo del circo dal titolo Una vampata d'amore.Nel 1954 mise in scena al teatro di Malmö una "Vedova allegra" e un balletto dal titolo Giochi crepuscolari, mentreper il cinema passò dal dramma alla commedia con Una lezione d'amore.Nel 1955 realizzò una commedia che la critica ha giudicato mediocre, Sogni di donna, ma anche il film che lo fececonoscere al pubblico di tutta Europa, Sorrisi di una notte d'estate, opera raffinata tra la commedia e il dramma chevenne premiato a Cannes per il suo "umorismo poetico": è tra il 1956 e il 1959 che avvenne la sua consacrazioneinternazionale.

Il successo internazionale

Ingmar Bergman durante la lavorazione di Il posto delle fragole,1957

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« CAVALIERE: Io voglio sapere. Non credere. Non supporre. Voglio sapere. Voglio che Dio mi tenda la mano, mi sveli ilsuo volto, mi parli.MORTE: Il suo silenzio non ti parla? »

(Ingmar Bergman, da Il settimo sigillo[6])

Nel 1956 Bergman terminò Il settimo sigillo il cui soggetto deriva da un atto unico che aveva scritto nel 1954 per unsaggio di recitazione degli allievi dell'"Accademia Drammatica" di Malmö. Si trattava di una rappresentazioneintitolata Pittura su legno e durava circa cinquanta minuti. Due anni dopo, Bergman espresse il desiderio ditrasformare Pittura su legno in un film, ma il suo produttore rifiutò: dovette quindi aspettare il successo al Festival diCannes di Sorrisi di una notte d'estate per riproporre il progetto. Questa volta la risposta fu positiva, a patto però chela lavorazione del film non durasse oltre i trenta giorni. Nella sua autobiografia[7], Bergman scriverà a proposito delfilm: "è un film disuguale cui tengo molto perché venne girato con mezzi poverissimi, facendo appello alla vitalità eall'amore. Nel bosco notturno dove viene bruciata la strega si intravedono tra gli alberi le finestre delle case diRasunda" .Il film rese più solida la fama del regista, che ottenne nel 1957 il "Premio speciale della giuria" al "Festival diCannes" e nel 1958 ricevette il "Gran Premio dell'Accademia francese" del cinema. Nel 1960 il film venne proiettatoin Italia e si guadagnò il Nastro d'argento, in Spagna invece, ottenne il Labaro d'oro. Ma il film indubbiamente piùfamoso, responsabile della fama internazionale e duratura di Bergman è certamente Il posto delle fragole, uscito nel1958 in un periodo di intensa attività teatrale dell'autore. Egli vi si dedicò con grande impegno, tanto che alla finedelle riprese dovette essere ricoverato in una clinica per esaurimento nervoso. Il film è una serena meditazione sullavita e sulla morte e ottenne l'Orso d'oro al Festival di Berlino e il premio della critica al Festival di Venezia.Ma l'esaurimento non fermò il regista, che dopo soli tre mesi, ritornò al lavoro sugli schermi svedesi con un nuovofilm: Alle soglie della vita che gli fece ottenere il premio come miglior metteur en scéne e alle quattro protagonisteun premio unico per la loro interpretazione. La critica però non accolse il film con entusiasmo ed esso fu relegato trale sue opere minori.Bergman si rifece presto con il film Il volto che ottenne nel 1959 il premio speciale della giuria al Festival di Veneziaper "la miglior regia, originalità poetica e stile", mentre il Leone d'oro venne assegnato ex aequo a La grande guerradi Mario Monicelli e a Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini. I giornalisti vollero però assegnare a Il volto,in segno di polemica, il Premio Pasinetti come opera migliore della rassegna.

Un periodo di pausaDopo Il volto, Bergman si concesse un periodo di pausa, concludendo la collaborazione col Malmö Stadsteater erallentando l'attività cinematografica.Si impegnò invece in una tournée teatrale a Parigi e a Londra e il 1º settembre del 1959 si sposò per la quarta voltacon la pianista Käbi Laretei, dalla quale ebbe il figlio Daniel Sebastian, al quale dedicherà qualche anno dopo ilcortometraggio intitolato Daniel. Moriva nel frattempo il direttore della Svensk Filmindustri e veniva nominato alsuo posto un amico di Bergman, Manne Fant, che lo invitò subito a collaborare come consigliere artistico.In quegli anni lavorò anche alla neonata televisione svedese, realizzando: Venetianskan nel 1958, Rabies nel 1959 eOväder nel 1960.

La ripresa dell'attività cinematograficaNel 1960, con La fontana della vergine, tratto da una ballata svedese del XIV secolo, che gli valse il suo primoOscar, Bergman riprese l'attività cinematografica vera e propria.Il film, a differenza dei precedenti, affronta una tematica religiosa e rinuncia quasi del tutto al dialogo per affidarsiunicamente alle immagini che si snodano con un ritmo lento e assorto e crea un forte lirismo. Film apparentementetra i più cupi di Bergman, esso in verità rimane una delle sue opere maggiormente aperte alla speranza.

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Subito dopo La fontana della vergine, Bergman si dedicò ad un'opera più allegra che definirà, nei titoli di testa un"rondò capriccioso": L'occhio del diavolo.

La "Trilogia del silenzio di Dio"

Ingmar Bergman e Jörgen Lindström nel 1963 durante la lavorazionede Il silenzio.

Alla fine degli anni sessanta venne chiamato a lavorarenel Teatro reale svedese, il "Kungliga DramatiskaTeatern" di Stoccolma e nel 1961 ricevette la nomina didirettore.Pensava intanto alla realizzazione di un film diversodagli altri, ambientato su di un'isola. Andò così avisitare le isole Orcadi che però non riuscirono asoddisfarlo e, su suggerimento di qualcuno, si recò nelBaltico dove scoprì, nella brulla e desolata isola diFårö, il paesaggio ideale che gli ispirerà in quegli annila "trilogia del silenzio di Dio". Come in uno specchioricevette l'Oscar come miglior film straniero e vennepresentato al Festival di Berlino del 1962 ottenendo ilpremio dell'OCIC (Office Catholique International du Cinèma, organizzazione cattolica del cinema), Luci d'inverno(1962), premiato a Berlino e a Vienna e Il silenzio (1963), uno tra i suoi film che diedero maggior scandalo.

Uno scherzo autobiografico

Nel 1963 produsse "Ett Drömspel", un film per la televisione e il film di ispirazione autobiografica A proposito ditutte queste... signore, che venne presentato fuori concorso nella serata inaugurale della XXV Mostra di Venezia nel1964, suscitando reazioni contrastanti e giudicato dai più un intermezzo dopo le fatiche della trilogia. Come scrisseGrazzini[8] si tratta di "uno scherzo autobiografico, una vacanza, ma anche un boomerang. Giunto all'apice dellafama, salutato come uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo, Bergman avverte di essere in pericolo dimorte, qualora si prenda troppo sul serio. Conosce bene le insidie che comporta lo splendido isolamento dell'artista.Se ci raspate dentro, vedete che la critica ha lo stesso tremore di quella, tragica, che in Come in uno specchioaffrontava i rapporti tra l'opera d'arte e la sua ispirazione... Si ride poco per essere un film comico. Ma Bergman ha ildiritto di farci scherzi di cattivo gusto".Dopo A proposito di tutte queste...signore, durante l'estate del 1965, Bergman si mise a lavorare all'idea di un film dadedicare agli attori da intitolare Mangiatori d'uomini, ma proprio in quel periodo cadde in una profonda depressionee solo durante la convalescenza scriverà la trama di quello che diventerà poi Persona, che inaugurerà una serie difilm dove saranno in primo piano fantasmi e incubi.

La tetralogia di Fårö

Il primo di questa serie, denominata la "tetralogia di Fårö", sarà, appunto, Persona del 1964, che siglerà il distacco diBergman dal Teatro Reale e il suo ritiro nell'isola di Fårö, che aveva acquistato e dove abiterà fino alla sua morte.Dirà a Jörn Donner nell'intervista Come in uno specchio:[9] "capitai in questo paesaggio di Fårö, con la sua assenzadi colori, la sua durezza e le sue proporzioni straordinariamente ricercate e precise, dove si ha l'impressione dientrare in un mondo che è esterno, e del quale non siamo che una minuscola particella, come gli animali e le piante.Come sia accaduto non lo so, ma qui ho messo le radici e ora credo che la mia vita abbia nuovamente delle radici".

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Daniel, figlio di Ingmar Bergman, diventato anche luiregista

Dopo Persona, Bergman accettò di collaborare ad un film in ottoepisodi dal titolo Stimulantia, realizzato da un gruppo di registigiovani, come Richard Donner, e meno giovani, come GustafMolander, che si proponeva di individuare le cose più stimolantidella vita. Per Bergman scelse come argomento della sua opera "ilbambino" ed intitolò il suo episodio Daniel dedicandolo al figlionato dalla sua unione con la pianista Käbi Laretei.

Nel 1966, Bergman riprese in mano il manoscritto che avevaabbozzato nell'estate del 1965, I mangiatori d'uomini, e da esso,dopo averlo rimaneggiato, nacque il semi-horror L'ora del lupo.

Il regista aveva intanto trasformato l'isola di Fårö in una Cinecittàe lì realizzò interamente, nel 1967, il film sulla guerra Lavergogna, film piuttosto contrastato e che ebbe contestazioni epolemiche, perché secondo alcuni critici assumeva, a propositodella guerra in Vietnam, una posizione qualunquista.

Nel 1968 Bergman realizzò il film Passione, ultimo film direttoper la Svensk Filmindustri prima di mettersi in proprio, proiettatoper la prima volta il 10 ottobre del 1969.

L'incontro con la televisione

Nel marzo del 1969, avvenne il suo primo incontro con latelevisione, con il breve film in bianco e nero intitolato Il rito, che presentò egli stesso alle emittenti televisive diSvezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca.

Gli anni settantaNel 1969, Bergman realizzò un documentario di forte impegno sociale per la televisione svedese, intitolatoFårödokument, che venne proiettato per la prima volta il 10 novembre 1970, dedicato alla sua isola Fårö doveprotagonista è la gente dell'isola, alla quale viene dato spazio per esporre i propri problemi e rivendicare i suoi diritti.Nel 1970, quasi come per contrasto all'opera impegnata appena terminata, Bergman realizzò un film, che si riveleràessere tra i più superficiali, dal titolo L'adultera. Il film si rivelerà un grande insuccesso, trascinando nuovamente ilregista in difficoltà economiche, dalle quali riuscirà a risollevarsi nel 1972 grazie all'inaspettato successo mondiale diSussurri e grida, film ricco di valori formali e sostanziali che ottenne numerosi premi.

I film e la televisione

L'anno seguente girerà Scene da un matrimonio, nato come serie ad episodi per la televisione e trasformato poi in unfilm di quasi tre ore, premiato dalla associazione dei critici americani come miglior film del 1973.Seguirà poi il film televisivo Misantropen nel 1974, ispirato all'opera di Molière e la realizzazione di un film-opera intitolato Il flauto magico, dove finalmente poteva realizzare il sogno di venticinque anni prima. Si trovava infatti a quei tempi a Malmö e avrebbe voluto dirigere Il flauto magico, ma non aveva osato per il timore di non possedere gli attori adatti e la maturità necessaria. Ora, grazie al rapporto con la televisione, egli poteva parlare di Mozart che, insieme a Chopin e a Wagner, era uno dei suoi compositori più amati e presenti, con la loro musica, in tanti dei suoi film. Il film fu lodato dai critici cinematografici e ancor più dai musicofili. Il cinefilo G. Legrand scriverà su Positif:[10] "più intelligente, più agile, il ritmo dell'illustrazione della musica non è meno strettamente collegato alla musica, che anzi esso la raddoppia, la rende anche più esplicita, senza mai sostituirvisi". Nel 1976 Bergman realizzò, quasi come appendice a "Il flauto magico", ancora una breve opera televisiva anch'essa di notevole valore, dal titolo

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Il ballo delle ingrate, del quale non si può parlare come di un vero e proprio balletto ma ad un'azione mimata inmusica.Il dramma psicologico L'immagine allo specchio, sempre del 1976, nacque anch'esso come film televisivo articolatoin quattro episodi di cinquanta minuti ciascuno, trasformato in un film della durata di 135 minuti, che vennepresentato al Festival di Cannes. Si tratta di un'opera che lo stesso Bergman giudicherà nella sua autobiografia[11]

non tra i migliori affermando: "la stanchezza artistica sogghignava sotto la tela sottile".

Un periodo di profonda crisi e di intenso lavoro

Nel 1976 Bergman possedeva la sua casa cinematografica, la "Cinematograph", che aveva sede in un bel palazzo diStoccolma, era appena terminata la sceneggiatura del film L'immagine allo specchio, gli appoggi erano notevoli, icontatti presi con i produttori statunitense erano stati utili, Dino De Laurentiis aveva accettato di produrre lasceneggiatura del film L'uovo del serpente e l'ultimo matrimonio con Ingrid von Rosen sembrava solido: nientepoteva far immaginare la tempesta che stava per arrivare.Il 30 gennaio, mentre al teatro "Dramaten" si svolgevano le prove di Danza di morte di Strindberg, arrivaronoall'improvviso due poliziotti, che condussero Bergman a centro di polizia in quanto indagato per frode fiscale. Leperipezie legali impegnarono il regista ben nove anni, anche se si risolsero con il pagamento di una somma nonesagerata: 180.000 corone. Ma i giornali divulgarono con insistenza la notizia e Bergman, che era stato costretto atrasferirsi con la moglie nell'appartamento a Grev Turegatan, fu colto da una forte crisi depressiva che lo tennerinchiuso per tre mesi nel reparto psichiatrico di Karolinska. Nel marzo del 1977 Bergman poté ritornare a Fårö ma,non ancora libero dalle sue angosce, si buttò intensamente nel lavoro e in questo periodo nacque il soggetto diSinfonia d'autunno con il titolo provvisorio di Madre, Figlia e Madre. Ma a fine ottobre, sempre assillato dallaburocrazia, decise di allontanarsi dalla Svezia e, dopo aver depositato i suoi averi su un conto bloccato si recòinsieme alla moglie prima a Parigi e in seguito a Copenaghen, decidendo nel frattempo che L'uovo del serpentesarebbe stato girato negli studi della "Bavaria Film" a Monaco di Baviera.L'estate venne trascorsa a Los Angeles con una puntata a Francoforte per ritirare il Premio Goethe, una nostalgicavisita a Faro e ancora a Monaco, il 28 ottobre 1977, per assistere alla prima del film.Nel 1978 dopo il film tedesco L'uovo del serpente Bergman, che nel frattempo aveva risolto i suoi problemi con ilfisco, realizzò un film norvegese, Sinfonia d'autunno. Il film segna l'incontro con Ingrid Bergman, che non recitavanei Paesi scandinavi dal 1940, fatta eccezione per l'episodio di Stimulanzia diretto da Gustaf Molander. Ancora conattori tedeschi, tra il 1979 e il 1980, il regista realizzò, nei "Bavaria Filmstudios", Un mondo di marionette:possedeva ancora uno studio a Monaco e aveva contatti con la Repubblica federale. Il film segna il ritorno al biancoe nero, al quale Bergman era molto affezionato, ma non ebbe un buon successo di critica, a cominciare da quellatedesca.

Gli anni ottantaAl ritorno dalla Germania si ritirerà sull'isola di Fårö e nel 1982 realizzerà quello che doveva essere, nelle sueintenzioni, il suo ultimo film e pertanto un congedo al cinema, Fanny e Alexander, meraviglioso ritratto di Uppsala,la sua città natale, tra il 1907 e il 1909. I personaggi sono una sessantina, e al centro della storia, un pastoreprotestante elegantissimo e perfido, proprio come il padre del regista. Il film doveva durare sei ore, ma la durata fubocciata in sede di censura, così la versione per la televisione durerà cinque ore, quella per il cinema tre ore.Nacque un capolavoro con elementi fortemente autobiografici e, come scrive Giovanni Grazzini:[12]"un riassunto diquarant'anni di cinema". Dopo il successo di Fanny e Alexander Bergman, negli anni seguenti, a dimostrazione che ilsuo congedo dal cinema non era stato definitivo, realizza nel 1983 il parapsicologico Dopo la prova, nato per latelevisione, ma presentato in seguito a Cannes e distribuito dapprima come un normale film e poi in videocassetta.Nel 1986 diresse ancora il teorico Il segno, che denota la ancor grande attività artistica del regista, malgrado l'etàavanzata.

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Pur non girando più film, Bergman non cessò l'attività e si occupò ancora di lavori televisivi come, nel 1986, ilcortometraggio Il volto di Karin dedicato alla madre e continuò a dedicarsi al teatro. Sempre nel 1986 venne invitatoin televisione per realizzare una lunga intervista di 57 minuti, nella quale raccontava i tempi e i metodi dellalavorazione del film Fanny e Alexander; l'intervista fu proposta per il pubblico nazionale.Dal 1988 al 1992 continuò l'attività teatrale e televisiva in maniera meno intensa ma ugualmente produttiva, che avràpoi termine con il quarantaquattresimo lungometraggio intitolato Vanità e affanni dove verranno adottate per laprima volta tecniche digitali.

Gli anni novanta e la televisione

Le scene in interno di molti film di Bergman sono state girate negli studiFilmstaden a nord di Stoccolma (1925 circa)

Lasciato il cinema per dedicarsi al teatro,Bergman tuttavia scrisse nel 1991 lesceneggiature di Con le migliori intenzioni,una produzione televisiva di sei ore, adattatapoi allo schermo in due ore e quaranta conla direzione di Bille August, il registadanese che aveva vinto nel 1989 l'Oscar peril miglior film straniero con Pelle allaconquista del mondo. Dal film venne trattoil libro intitolato La buona volontà che portain calce la firma di Bergman.

Nell'aprile del 1991 portò in Italia un'operascritta dal giapponese Yukio Mishima,Madame de Sade, che venne rappresentata aParma al "Festival dell'attore".Nello stesso mese venne rappresentato nelpiccolo teatrino all'ultimo piano del "Dramaten di Stoccolma" la sua regia di Peer Gynt di Ibsen con l'interpretazionedi Bibi Andersson e in giugno Bergman diresse Le baccanti di Euripide, con la musica di Daniel Börtz, all'"Opera diStoccolma" che ottenne un grande consenso di pubblico.

Sempre nel 1991 si occupò della sceneggiatura del film Soendagsbarn diretto dal figlio Daniel, che tratta di unepisodio della fanciullezza di Bergman, in particolare delle passeggiate che faceva in bicicletta con il padre,raccontato nell'autobiografia Lanterna magica[13]. Tra il 1992 e il 1994 Bergman produsse una serie sfortunata difilm televisivi: Markisinnan De Sade (1992), Backanterna (1993) e Sista Skriket (1994). Nel 1995 divenne membroonorario dell'Unione dei Teatri d'Europa.Nel 1996 Bergman collaborò al film Conversazioni private con la regia di Liv Ullmann e nel 1997 decise di ritornaredietro la macchina da presa realizzando, per la televisione svedese, Vanità e affanni, splendido film ambientato nel1925 nell'ospedale psichiatrico in cui fu rinchiuso nel 1977: la storia è quella di un uomo che vuole fare il primo filmdella storia del cinema, e nonostante la pellicola si guasti, decide di recitarlo come in teatro.In quello stesso anno, in polemica con i critici cinematografici, egli rifiutò di ritirare il premio alla carrieraconferitogli a Cannes. Nel 1999 regala a Liv Ullmann la nuova sceneggiatura per il film L'infedele e presenta inteatro I cineasti, sul tema dell'alcolismo.

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Gli ultimi anni

Gli studi Filmstaden di Stoccolma come si presentano attualmente (2005)

Nel 2000 ha girato per la televisioneBildmakarna, che racconta di come VictorSjöström, il grande regista svedese, nel1921, girò uno dei suoi film più famosi: Ilcarretto fantasma.

Ha poi proseguito la sua attività teatrale,regalando per le scene e per lo schermo unaedizione de Il flauto magico mozartiano,unica nella sua forte visionaria fascinazione,pur senza lasciare la macchina da presa.

Nel 2002, ha pubblicato il volumeImmagini, con molte fotografie cheriguardano la sua infanzia.

Nel 2003 girò Sarabanda, il seguito diScene da un matrimonio, che con altrequattro reti europee venne cofinanziato dallaRai e che fu girato con tecniche digitali. Sulset Bergman disse: "questo è il mio ultimo film".

Il 20 gennaio 2005 Bergman ha ricevuto il Premio Federico Fellini - che aspira a diventare il "Premio Nobel delcinema" - per l'eccellenza della sua produzione artistica cinematografica.Il 30 luglio 2007, all'età di 89 anni, muore nella sua casa di Fårö, un'isola svedese del mar Baltico, lo stesso giornodella scomparsa del regista italiano Michelangelo Antonioni.

Vita sentimentaleNel corso della sua vita Ingmar Bergman si è sposato cinque volte ed ha avuto nove figli.Nel 1943 Bergman sposò Else Fischer, ballerina e coreografa che gli darà una figlia, la futura scrittrice Lena.Nel 1945, durante la lavorazione del film Hets (Tormento), la moglie e la figlia si ammalarono di tisi e furonoricoverate in due diversi sanatori; Bergman, per sostenere le spese, si adattò a redigere manoscritti per la societàcinematografica per cui lavorava.In quel periodo conobbe Ellen Lundström, anche lei ballerina e coreografa, con la quale avviò una relazione; quandolei rimase incinta, decise di divorziare per sposarla. Da Ellen ebbe quattro figli.Nel 1946 Bergman e la moglie Ellen andarono a vivere a Goteborg.Durante l'estate del 1949, mentre stava girando gli esterni a Helsingborg di Verso la gioia, Bergman conobbe lagiornalista Gun Hagberg, "una ragazza dieci e lode, bella, alta, sportiva, intensi occhi blu, riso aperto, disponibile,fiera, integra, piena di forza femminile".[14], con la quale iniziò una relazione che continuò al ritorno in sede.Nel 1950 ottenne il divorzio da Ellen; nel frattempo Gun era rimasta incinta ed era andata ad abitare da lui. Bergmansi trovò così a dover mantenere due mogli e cinque figli. Si adattò a produrre sceneggiature per conto di altri e arealizzare dei cortometraggi pubblicitari. Nel 1951 sposa Gun Grut, che diventò così la sua terza moglie.Verso la fine degli anni '50 Bergman conobbe la pianista Käbi Laretei. Nel 1959 la sposò (quarta moglie). Nel 1964 Bergman s'innamorò dell'attrice Liv Ullmann. Dalla loro relazione nacque nel 1966 una figlia, Linn (che prese il cognome della madre). Bergman lasciò la moglie e andò a vivere con Liv e la figlia. Nel 1969 Bergman divorziò da Käbi Laretei. Nel 1974 terminò il legame con Liv Ullmann.

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L'anno seguente il regista sposò Ingrid von Rosen[15], Dal 1976 Bergman prese la residenza all'estero per non avereproblemi con il fisco svedese. Nel 1995 Ingrid morì. La morte della von Rosen fu per Bergman un duro colpo. Il dolore per la perdita lo fece caderein uno stato di forte depressione; il regista, che nel frattempo era ritornato a vivere in patria, si ritirò nell'isoletta diFårö, nel Mar Baltico, dove condusse una vita solitaria fino alla morte. Bergman trovò parziale conforto dal fatto che tutti i suoi otto figli erano diventati attori, quasi tutti teatrali.Oltre a Liv Ullmann, le attrici con cui Bergman condivise la sua vita furono Bibi Andersson e Ingrid Thulin.

StileIngmar Bergman ha coniugato in maniera unica l'interrogarsi sui temi universali dell'esistenza umana con l'utilizzodelle tecniche del linguaggio cinematografico: se, da un lato, ha innalzato le sue sceneggiature alla profondità di untesto letterario, dall'altro la forza figurativa dei suoi film è paragonabile a quella dei migliori autori della settima arte.Un esempio di questo straordinario connubio è uno dei suoi film più famosi, Il settimo sigillo: i dialoghi tra ipersonaggi possiedono l'intensità di una rappresentazione teatrale; nello stesso tempo, il film è preso da esempiodalle scuole di regia come modello per lo studio delle relazioni che sovrintendono la composizione dell'immagine.Generalmente Bergman scriveva le sue sceneggiature, riflettendo su di esse per mesi o anni prima di iniziare lastesura definitiva. I suoi primi film sono strutturati con attenzione, e sono o basati su suoi testi teatrali o scritti incollaborazione con altri autori.Bergman scelse di essere mite nelle relazioni con gli attori, riteneva infatti di avere una grande responsabilità versoloro, li vedeva come collaboratori spesso in una vulnerabile posizione psicologica.

Filmografia

Regista cinematografico• Crisi (Kris) (1946)• Piove sul nostro amore (Det regnar på vår kärlek) (1946)• La terra del desiderio (Skepp till India land) (1947)• Musica nel buio (Musik i mörker) (1947)• Città portuale (Hamnstad) (1948)• La prigione (Fängelse) (1949)• Sete (Törst) (1949)• Verso la gioia (Till glädje) (1949)• Ciò non accadrebbe qui (Sånt händer inte här) (1950)• Un'estate d'amore (Sommarlek) (1951)• Donne in attesa (Kvinnors väntan) (1952)• Monica e il desiderio (Sommaren med Monika) (1953)• Una vampata d'amore (Gycklarnas afton) (1953)• Una lezione d'amore (En lektion i kärlek) (1954)• Sogni di donna (Kvinnodröm) (1955)• Sorrisi di una notte d'estate (Sommarnattens leende) (1955)• Il settimo sigillo (Det sjunde inseglet) (1957)• Il posto delle fragole (Smultronstället) (1957)• Alle soglie della vita (Nära livet) (1958)• Il volto (Ansiktet) (1958)• La fontana della vergine (Jungfrukällan) (1960)• L'occhio del diavolo (Djävulens öga) (1960)

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• Come in uno specchio (Såsom i en spegel) (1961)• Luci d'inverno (Nattvardsgästerna) (1963)• Il silenzio (Tystnaden) (1963)• A proposito di tutte queste... signore (För att inte tala om alla dessa kvinnor) (1964)• Persona (1966)• Stimulantia (1967) - episodio "Daniel"• L'ora del lupo (Vargtimmen) (1968)• La vergogna (Skammen) (1968)• Passione (En passion) (1969)• L'adultera (Beröringen) (1971)• Sussurri e grida (Viskningar och rop) (1973)• Scene da un matrimonio (Scener ur ett äktenskap) (1973)• Il flauto magico (Trollflöjten) (1974)• L'immagine allo specchio (Ansikte mot ansikte) (1976)• L'uovo del serpente (The Serpent's Egg) (1977)• Sinfonia d'autunno (Höstsonaten) (1978)• Un mondo di marionette (Aus dem Leben der Marionetten) (1980)• Fanny e Alexander (Fanny och Alexander) (1982)• Dopo la prova (Efter repetitionen) (1984)• Vanità e affanni (Larmar och gör sig till) (1997)

Regista televisivo• Venetianskan (1958)• Rabies (1959)• Oväder (1960)• Ett Drömspel (1963)• Don Juan (1965) - miniserie• Il rito (Riten) (1969)• Misantropen (1974)• Il ballo delle ingrate (De fördömda kvinnornas dans) (1976)• Dopo la prova (Efter repetitionen) (1984)• Karin's Face (Karins Ansikte) (1984) - cortometraggio• Il segno (De Två saliga) (1986)• Markisinnan De Sade (1992)• Backanterna (1993)• Sista Skriket (1995)• Bildmakarna (2000)• Sarabanda (Saraband) (2003)

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Solo sceneggiatura• Spasimo (Hets) (1944)• La furia del peccato o "La donna senza volto" (Kvinna utan ansikte) (1947)• Eva (1948)× "la banda della città vecchia" (Medan Stader Sover) (1950)• "I divorziati" (Frånskild) (1951)• "La sesta coppia fuori" (Sista paret ut) (1956)× "Luce nella notte" (Nattens Ljus) (1957)• "Parco dei divertimenti" (Lustgården) (1961)• Trämålning (1963) - Film TV• La riserva (Reservatet) (1970)• The Lie (1970-73) - Serie TV• Den goda viljan (1991) - Miniserie TV• Con le migliori intenzioni (Den goda viljan) (1992)• Il figlio della domenica (Söndagsbarn) (1992)• Conversazioni private (Enskilda samtal) (1996) - Film TV• L'infedele (Trolösa) (2000)

Teatrografia

Regista teatrale• Caligola (1946)• I cineasti (1999)

Bibliografia

Libri scritti da Bergman• Pittura su legno (1955), Einaudi (ISBN 88-06-16036-2)• Fanny e Alexander. Un romanzo (1987), Ubulibri (ISBN 88-7748-066-1)• La lanterna magica (1990), Garzanti (ISBN 88-11-67414-X)• Nati di domenica (1993), Garzanti (ISBN 88-11-65068-2)• Con le migliori intenzioni (1994), Garzanti (ISBN 88-11-66999-5)• Conversazioni private (1999), Garzanti (ISBN 88-11-66872-7)• Il quinto atto (2000), Garzanti (ISBN 88-11-66236-2)• Ingmar Bergman: tutto il teatro (2000), Ubulibri (ISBN 88-7748-148-X)• Tre diari ("Tre Dagböker", 2004, trad. it. 2008), Iperborea (ISBN 978-88-7091-160-2)

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Alcuni libri su Bergman in italiano• Sergio Trasatti, Ingmar Bergman, Il Castoro Cinema n. 156, Editrice Il Castoro, 2005, ISBN 8880330101• I sussurri e le grida (1988), di Guido Aristarco, Sellerio editore• Conversazione con Ingmar Bergman (1990), di Stig Björkman e Olivier Assayas, Lindau (ISBN 88-7180-274-8)• Ingmar Bergman (1993), di Sergio Trasatti, Il Castoro Cinema (ISBN 88-8033-010-1)• I re del cinema (1999), di Costanzo Costantini, Gremese (ISBN 88-7742-068-5)• Ingmar Bergman (1999), Gremese (ISBN 88-7742-338-2)• Ingmar Bergman. Segreti e magie (2000), di Sergio Arecco, Le Mani (ISBN 88-8012-154-5)• Fårö, la Cinecittà di Ingmar Bergman (2001), di Aldo Garzia, Sandro Teti editore, (ISBN 88-88249-02-8)• Ingmar Bergman. Il settimo sigillo (2002), di Fabrizio Marini, Lindau (ISBN 88-7180-410-4)• La politica degli autori. I testi (2003), Minimum Fax (ISBN 88-87765-72-3)• Bergmanorama, di Jean-Luc Godard• Il libro che affiora. Suggestioni dal cinema di Ingmar Bergman (2008), di Alberto Corsani, Edizioni SEB

27(ISBN 978-88-86618-63-2)• Ingmar Bergman. Il volto e le maschere (2008), di Francesco Netto, Edizioni Ente dello Spettacolo (ISBN

978-88-85095-42-7)• Ingmar Bergman (2009), a cura di Antonio Costa, Marsilio (Collana "Sequenze d'autore" a cura di Paolo

Bertetto), Venezia (ISBN 978-88-317-9671-2)• Bergman.The Genius (2010), di Aldo Garzia, Editori Riuniti University press, Roma (ISBN 978-88-6473-053-0)

Sceneggiature di film• L'immagine allo specchio (1977), Einaudi• L'uovo del serpente (1974), Einaudi• Fanny e Alexander (1982), Ubulibri• Il settimo sigillo ("Det sjunde inseglet", 1957, trad. it. 1994), Iperborea (ISBN 978-88-7091-041-4)• Il posto delle fragole ("Smultronstället", 1957, trad. it. 2004), Iperborea (ISBN 978-88-7091-122-0)• Sarabanda ("Saraband", 2003, trad. it. 2005), Iperborea (ISBN 88-7091-133-0)• Il giorno finisce presto ("Dagen slutar tidigt", 1948, trad. it. 2008), Iperborea (ISBN 978-88-7091-161-9)

Note[1] Ingmar Bergman, Lanterna magica, Milano, Garzanti, 1987, pag. 125[2] Ingmar Bergman, Lanterna magica, op. cit., pag. 125[3] Che tenterà più tardi il suicidio e andrà a vivere a Uppsala.[4] Alfonso Moscato, Ingmar Bergman. La realtà e il suo doppio, Roma, Edizioni Paoline, 1981, pag. 34[5] Jörn Donner, Bergman: "Sono un impostore", "Epoca", 14 luglio 1971[6] Ingmar Bergman, Il settimo sigillo, Iperborea, Milano 1994, p.28[7] Ingmar Bergman, La lanterna magica, op, cit., pag. 246[8] Corriere della sera, 28 agosto 1964[9] Bergman a Jörn Donner nell'intervista Come in uno specchio, cit., pag. 82[10] "Positif", fascicolo n. 1. 1977, pag. 108[11] Ingmar Bergman, La lanterna magica, cit, pag. 211[12] Giovanni Grazzini, Fanny e Alexander, "Corriere della sera, 10 settembre 1983[13] Ingmar Bergman, Lanterna magica, op. cit., pag. 239 e seguenti[14] Ingmar Bergman, Lanterna magica, op. cit., pag. 148[15] Da sposta assunse il nome del marito: Ingrid Bergman, da non confondere con l'attrice cinematografica morta nel 1982.

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Altri progetti

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Collegamenti esterni• Omaggio a Bergman con testi ed un filmato (http:/ / qohelet. altervista. org/ Bergman. htm)• Scheda personaggio e film (http:/ / www. film. it/ cinema/ schedapersonaggio. php?id=25140)• (EN, IT) Scheda su Ingmar Bergman (http:/ / www. imdb. it/ name/ nm0000005/ ) dell'Internet Movie Database• (EN) Bergmanorama: molte immagini e informazioni su Bergman (http:/ / bergmanorama. webs. com)• La Fårö di Bergman, sul sito dell'Ente svedese del turismo (http:/ / www. visitsweden. com/ svezia/ Cosa-fare/

Cultura/ Faro/ )• Ingmar Bergman, il più grande di tutti (http:/ / lorenzocostanzini. wordpress. com/ 2007/ 07/ 30/

maurizio-pollini-al-pianoforte-per-la-precisione/ )• Ingmar Bergman è ora nel "posto delle fragole" (http:/ / www. associazioneclaramaffei. org/ claraCMS/ articolo.

jsp?id=1_1& sub=1& art=1)• Bergman scambiato in culla (http:/ / www. corriere. it/ spettacoli/ 11_maggio_26/

ingmar-bergman-scambiato-in-culla_2e0ba6f0-87d4-11e0-8601-a1952c3da2ae. shtml)• Dal quotidiano svedese Dagens Nyheter (http:/ / www. dn. se/ kultur-noje/ film-tv/

ingmar-bergman-var-inte-biologisk-son-till-sin-mor)

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Fonti e autori delle voci 16

Fonti e autori delle vociIngmar Bergman  Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=46302533  Autori:: .anaconda, .jhc., AKappa, Al Pereira, Alexander VIII, Alexdonnoli, AndreA, AnjaQantina, Archeologo,Ares, Ariel, ArtAttack, AttoRenato, Bart ryker, Basilero, Berto, Calle Widmann, Castagna, Caulfield, Centrifuga, Cilento Marco, Cloj, CommonsDelinker, El Tarantiniese, Elcaracol, Elikrotupos,Ermanon, Felisopus, Filnik, Gac, Gacio, Gaetanolamparelli1957, Gawain78, Gian-, Ginosal, GiòGiò, Guam, Gvf, Hashar, Hellis, Henriette, Iardo, IngBerg, Io', Jack, JackLamb, L'Essere correttodal Forse, Leonardoprosperi, Lependu, Lucius, Madaki, Marcol-it, Margherita, Maria.martelli, Mariangelasweden, Mark Hymann-Adler, Marko86, Massimiliano Lincetto, Mau db,Moongateclimber, Natox, Nic.com, Nicoli, No2, Olando, Oliva18, Orric, Ovlaf, Paginazero, Panairjdde, Peter Benjamin, Peterciaccio, Piero, Pietrodn, Pirru, Pracchia-78, Purodha, Raffaespo,Rago, Retaggio, Richzena, Roberto Frana, Rutja76, Salvatore ruggiero, Sentruper, Shaka, Simo82, Simonegambirasio, Siorse, Sirabder87, Snowdog, Sofiarossi, SpeDIt, Starmaker, Stexbell,Suisui, SunOfErat, Superchilum, Sverige87, TierrayLibertad, Torsolo, Twice25, Utente 7, Vecchiaguardia, Vincent vega, Voldemort87, Webkid, Whatnwas, Ysogo, ZoeLeonheart, Zorzo Mirco,211 Modifiche anonime

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