1° lezione 01 03 2012 intro storia lingua

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Storia della lingua SLI III anno Dipartimento di Italianistica Università di Zadar M. Habuš

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Storia della lingua SLI

III annoDipartimento di ItalianisticaUniversità di Zadar M. Habuš

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SLI - Informazioni

ORARIO LEZIONI

Giovedì h. 10.00-12.00 aula 142

RICEVIMENTO (uff. n. 151)

Martedì h. 10.00 -12.00

(soggetto a modifiche)

Tel. 023 200-719

Indirizzo e-mail: [email protected]

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SLI - Syllabus1. Introduzione sillabo e linguistica storica. L’origine della lingua, i linguisti, i

manuali e i dizionari storici

2. Gli albori della lingua italiana - il latino classico e il latino volgare

3. Le lingue romanze, le prime testimonianze, i primi documenti

4. La fonematica, la morfosintassi e il lessico del latino volgare

5. Il Duecento

6. Il Trecento

7. Il Quattrocento

8. Il Cinquecento

9. Il Seicento

10. Il Settecento

11. L’Ottocento

12. Il Novecento

13. Il Quadro linguistico dell’Italia attuale

14. Le varietà dell’italiano e i dialetti italiani

15. Prova scritta

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SLI - Bibliografia

1. Dardano M., 2005, Manualetto di linguistica italiana, Zanichelli ed., Bologna

2. Grassi C., Sobrero A.A., Telmon T., 2007, Fondamenti di dialettologia italiana, GLF Editori Laterza, Roma-Bari

3. Marazzini C., 2002, La lingua italiana. Profilo storico, il Mulino, Bologna

4. Marazzini C., 2006, La storia della lingua italiana attraverso i testi, il Mulino, Bologna

5. Marazzini C.,2004, Breve storia della lingua italiana, il Mulino, Bologna

6. Migliorini B., 1960 (2001), Storia della lingua italiana, Bompiani, Milano

7. Patota G., 2007(2002), Nuovi lineamenti di grammatica storica dell’italiano, il Mulino, Bologna

8. Renzi L, Andreose A., 2003, Manuale di linguistica e filologia romanza, il Mulino, Bologna

9. Tekavčić P.,1972, Grammatica storica dell’italiano, il Mulino, Bologna

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Lingua

- ~ assol. la lingua letteraria (testi di l.) o nazionale, contrapposta al dialetto (parlare in lingua) - dal dizionario della lingua italiana, Devoto-Oli;

- s.f. dal latino lingua, da una radice indoeuropea *dngwa-, da larghissima attestazione: cfr. fr. langue, spagn. lengua, cat. llengua, port. lingua, prov. lengua, rum. limba, ted. Zunge, ing. tongue, got. tuggo, ecc. La forma più antica del latino era dingua (d diventa l per influsso sabino) – dal dizionario etimologico Rusconilibri

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La storia della lingua Il primo concetto si ritrova già nella De vulgari

eloquentia di Dante Alighieri che segue lo sviluppo indicato dalla Bibbia, dalla creazione in poi (punto centrale – l’episodio della Torre di Babele),

Nell’Umanesimo, l’interesse degli studiosi si concentra sulla perdita del latino, sostituito da idiomi volgari, “corrotti”,

Durante i secoli si generano due opposte tesi sullo sviluppo della lingua che vedevano 1. elementi esterni, perturbatori del sistema latino e 2. tendenze endogene del cambiamento linguistico.

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L’inizio

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Genesi 11,1 – La Torre di Babele Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.

Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar (Babilonia) e vi si stabilirono. Si dissero l’un l’altro: “Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco”. Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra”. Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: “Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare, non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”. Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.

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Genesi 11,1

11,9 – Babele è spiegata dalla radice bll “confondere”. Il nome di Babele significa in realtà “porta del dio”.

Questo racconto jahvista dà un’altra spiegazione della diversità dei popoli e delle lingue. Essa è il castigo di una colpa collettiva che, come quella dei progenitori (c3), è ancora una colpa di superbia. L’unione sarà restaurata solo nel Cristo salvatore: miracolo delle lingue a Pentecoste (At 2,5-12), assemblea delle nazioni in cielo (Ap 7,9-10)

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La Pentecoste

At 2, 5-7: Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. “Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propra lingua.”

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Gli indoeuropeiL’Italia, come altre aree dell’Europa, a partire dal

secondo millennio a.C. conobbe il fenomeno delle migrazioni indoeuropee.

Gli indoeuropei giunsero in Italia tra il 1.500 e 1.000 a.C. cca., portandovi la loro civiltà e le loro lingue, e sovrapponendosi alle culture locali.

Latini, Umbri, Volsci, Equi, Lucani, Siculi e altri sono tutti popoli indoeuropei. I Latini furono il popolo che seppe organizzarsi politicamente ed imporsi su tutti gli altri presenti nella penisola.

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L’espansione delle lingue IE

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L’indoeuropeo Fase linguistica molto antica della quale non

abbiamo documenti diretti, ma della quale si deve ammettere l’esistenza per spiegare le numerose e precise corrispondenze che collegano tra loro la maggior parte delle lingue europee e varie lingue d’Asia.

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Le lingue IELe sottofamiglie / lingue presenti in

Europa: celtiche (gallico, irlandese, bretone, gallese) il latino italiche (venetico, osco, umbro) germaniche (inglese, tedesco, olandese,

danese, svedese, norvegese, gotico) il greco (neogreco) l’albanese (arbëresh sostituito da shqiptar) baltiche (lituano, lettone, antico prussiano) slave (sloveno, croato, serbo, macedone,

paleoslavo, ceco, slovacco, polacco, russo, ucraino)

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I popoli presenti sulla penisola italica

ernicivolsci

Fenici e cartaginesi

etruschiliguri

piceni

umbri

sabini

sanniticampani

oenotri

iapigi

colonie greche

sicani siculi

veneti

sardilatini oschii

italici

reti

elimi

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Preindoeuropei ed indoeuropei (IT) Le lingue preindoeuropee:

il ligure fortemente intaccato dal celtico (gallicizzato), l'etrusco era già al tramonto (nessuna iscrizione posteriore all’era cristiana), il reto sopravviveva appena (fino ad Adriano). Le popolazioni degli Euganei, degli Adriatici (o Piceni), dei Sicani erano assorbite già dai Latini. Il paleosardo era in fase di estinzione.

  Le lingue indoeuropee:

il celtico è sopravvissuto fino al V sec. (Alpi elvetiche), non ci sono più iscrizioni venetiche o messapiche posteriori al I sec. a.C. L'umbro e l'osco non sono più usati come lingue ufficiali dopo il I sec. d. C. Soltanto il greco si è mantenuto, grazie al prestigio di lingua dotta e di lingua ufficiale dell'Impero orientale.

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Sostrato: antiche lingue presenti prima della conquista romanaIl ligure, l’etrusco, l’osco-umbro, il reto, il paleosardo, il greco….

Superstrato: il Latino che vi si sovrapponeSuperstrato: il Latino che vi si sovrappone (con il tempo diventa la lingua “ufficiale”, cioe’ la lingua (con il tempo diventa la lingua “ufficiale”, cioe’ la lingua

usata da maggior parte di popolazione)usata da maggior parte di popolazione)

Superstrato: le lingue dei barbari invasori (Goti, Longobardi, Franchi…)

Superstrato: apporti arabi,normanni, ecc…

Riaffiorano antiche parole, diverse per ogni regione, altre si sovrappongono

portate dagli invasori

Si formano i Si formano i volgari: ma volgari: ma come?come?

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Il sostrato, il superstrato e l’adstrato

Sostrato (dal lat. SUBSTRĀTUM, part.pass. di SUBSTENĔRE, `stendere sotto’): lingua alla quale, in una determinata area, si è sovrapposta e sostituita una lingua diversa.

Superstrato: lingua che in una determinata area si sovrappone ad un’altra lingua già esistente, senza sostituirla (influssi su fonetica e lessico).

Adstrato: lingue esistenti in uno stesso territorio con contatti reciproci.In genere una lingua di sostrato, prima di diventarlo, era una lingua di adstrato.

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Il latino e le sue varietà Diacroniche Diatopiche Diastratiche Diafasiche Diamesiche

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Varietà diacroniche del latino Latino arcaico (dall’VIII sec. a.C. alla fine del II

sec. a.C.: Plauto, Catone, e altri); Latino preclassico (dalla fine del II sec. a.C. alla

prima metà del I sec. a.C.: Catullo, Cesare); Latino classico (dalla seconda metà del I sec.

a.C. alla morte di Augusto-14 d.C.: Cicerone, Virgilio, Orazio, Ovidio)

Latino postclassico (dalla morte di Augusto alla fine del II sec. d.C.: Seneca, Petronio, Tacito, Plinio il Giovane)

Latino tardo (dalla fine del II sec. D.C. al VII-VIII sec. d.C.: Ambrogio, Girolamo, Agostino)

Medievale…carolingio…umanistico…

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L’espansione del latino

L’impero romanodurante la dittatura

di Giulio Cesare

L’impero romano durante il principato

di Ottaviano Augusto

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Varietà diatopiche del latino Nel periodo di massima espansione, fra il II e III

sec. D.C.- dalle coste atlantiche dell’Europa fino al Reno e oltre il Danubio, dalle coste meridionali dell’Inghilterra fino a quelle settentrionali dell’Africa.

Successivamente le vicende storiche determinarono la deromanizzazione e la delatinizzazione (l’Africa-Arabi, l’Inghilterra, la Germania, …-popolazioni germaniche, la Pannonia-Ungari, la penisola balcanica-popolazioni slave)

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Augusto il primo imperatore (dal 27 a.C.)

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Varietà diastratiche In dipendenza dal livello culturale e sociale di chi

la usa.

Le differenze che si riscontrano nell’uso dei diversi strati sociali, i quali non hanno lo stesso livello di cultura.

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Varietà diafasiche Cicerone,

il più illustre dei prosatori latini, non adoperava lo stesso stile della comunicazione, la stessa lingua quando scriveva il testo delle sue orazioni, quando si cimentava in opere filosofiche (latino di alto livello) o quando scriveva lettere ad amici (latino fatto di parole familiari e colloquiali).

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Varietà diamesiche

Le differenze fra latino parlato e latino scritto non investirono soltanto il rapporto tra la grafia e la pronuncia delle parole, ma riguardarono anche aspetti importanti della grammatica, della sintassi e del lessico.

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Dal latino all’italiano? La lingua italiana, si dice comunemente, (?!?)

“deriva o nasce dal latino”. L’italiano non deriva ma continua il latino (come tutte le lingue romanze).

latino…lingua storico-naturale che fa parte della famiglia linguistica indoeuropea.

Continua da quale forma di latino?

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Dal latino all’italiano?Latino classico – lingua della letteratura e della scuola, una

lingua che riproduce nel corso dei secoli le stesse forme grammaticali, lessicali e stilistiche. Il latino classico raggiunse il suo massimo splendore nell’età di Cesare (106-43 a.C.) e con la poesia di Virgilio (70-19 a.C.)

Latino volgare (parlato) - realtà linguistica variegata e complessa, il latino parlato in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni circostanza e da ogni gruppo sociale della latinità.

Da questa realtà multiforme sorsero le varie lingue d’Europa indicate come ROMANZE o NEOLATINE, fra cui l’ITALIANO.

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Le fonti del latino volgare1. Nelle iscrizioni murarie graffite o dipinte (Pompei, Ercolano, 2. Nei glossari 3. Nelle testimonianze (lettere private o documenti) di scriventi

popolari-soldati romani;4. Nelle opere di autori che tentano di riprodurre nella lingua

scritta i tratti tipici della lingua parlata (le commedie di Plauto, Satyricon di Petronio I-Cena di Trimalchione)

5. Nella letteratura d’ispirazione cristiana (i traduttori delle Sacre Scritture come ad es. Sant’Agostino ad es. “Melius est reprehendant nos grammatici quam non intelligant populi”-Meglio che ci rimproverino i grammatici piuttosto che non ci capisca la gente)

6. Nei trattati tecnici di architettura (Vitruvio: “Non architectus potest esse grammaticus”) o culinaria, farmacologica o medicina veterinaria

7. Nelle opere di grammatici e insegnanti di latino (Valerio Probo e il suo “Appendix Probi”)

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Dal latino parlato, latino volgare all’italiano

Il latino volgare si affermò sul latino classico e si trasformò fino a diventare un’altra e ben diversa lingua.

I fattori che accelerarono questi due processi furono:

1. La perdita di potere della classe aristocratica e della sua lingua colta, perdendo il prestigio.

2. La diffusione del Cristianesimo modificando il patrimonio lessicale del latino con una forte influenza del greco (chiesa, battesimo, cresima, vescovo,…) e le traduzioni della Bibbia.

3. Le invasioni barbariche a partire dal IV sec. d.C., favorirono la diffusione del latino volgare, infliggendo un colpo mortale al latino classico.

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Il latino volgare Il volgare comincia quando i parlanti ritengono di

trovarsi di fronte non a due varietà diverse di una stessa lingua (classica o volgare, letteraria o parlata), ma a due lingue diverse.

Strumenti di conoscenza del latino volgare:1. Testi con caratteristiche del latino parlato al

livello popolare2. Confronto tra le lingue romanze3. Ricostruzione etimologica del latino volgare

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Filologi, linguisti, dialettologi

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Graziadio Isaia Ascoli(Gorizia, 1828 - Milano, 1907).Linguista, glottologo e fondatore della dialettologia italiana.

Elaborò i concetti di ‘sostrato’ (linguistico), ‘superstrato’ e ‘adstrato’. Fondò la dialettologia scientifica e rivalutò le parlate retoromanze coi suoi "saggi ladini" nonché il franco-provenzale la terza lingua romanza parlata in Francia. scomparsa con l'affermarsi del latino. Fu il fondatore, nel 1873, della rivista Archivio glottologico italiano.

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Matteo Giulio Bartoli(Albona, 22/11/1873 –Torino, 23/01/1946), linguista e glottologo italiano, laureato all'Università di Vienna e docente di Glottologia all'Università di Torino. Collaborò all'Atlante Linguistico Italiano, fu docente di Antonio Gramsci.

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Matteo Giulio BartoliBartoli, influenzato molto dal suo maestro Meyer-Lübke e da

alcune teorie di Croce e Vossler, s'interessò molto alla dialettologia italiana, disciplina allora emergente e

metodologicamente all'avanguardia, e scrisse lavori sul dialetto dalmatico, tra cui "Das

Dalmatische" (1906), il cui originale in italiano (Il Dalmatico) è andato perduto.

Bartoli è importante per le sue scoperte in fatto di geografia linguistica.

.

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Vilhelm Meyer Lübke (Dübendorf, 30 gennaio

1861 – Bonn, 4 ottobre 1936), linguista e filologo svizzero.

Romanista, fu sostenitore dell'applicazione dei principi neogrammaticali al dominio romanzo. Noto per essere stato, con Friedrich Christian Diez, uno dei fondatori della linguistica romanza.

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Il REW e altre opere Italienische Grammatik, Leipzig, Verlag von O. R.

Reisland, 1890. Grammatik der Romanischen Sprachen, Leipzig, 3

voll., Fues's Verlag (R. Reisland), 1890-1902, voll. 4.

Romanisches etymologisches Worterbuch, Heidelberg, C. Winter, 1935 (3° edizione; 1° ed. 1911).

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Carlo Tagliavini(Bologna, 18 giugno 1903 – Bologna, 31 maggio 1982),

glottologo e linguista italiano.Professore universitario dal 1935, ha insegnato in

successione nelle Università di Bologna, Nimega, Budapest e, dal 1935, Padova della cui facoltà di lettere e filosofia è stato preside dal 1947 al 1952.

Membro di alcune accademie culturali, direttore dal 1927 al 1933 della rivista Studi Rumeni e collaboratore di varie riviste, è stato insegnito nel 1963 della medaglia d'oro di benemerenza della scuola, cultura e arte.

- Grammatica comparata delle lingue neolatine. Fonetica Storica, Padova,1937

- Le origini delle lingue neolatine, Bologna, Riccardo Pàtron, 1949

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Bruno Migliorini (Rovigo, 1896 –

Firenze, 1975)

Linguista, filologo ed esperantista italiano, noto per aver realizzato la prima storia scientificamente fondata della lingua italiana (1960) e per essere stato per vari anni presidente della prestigiosa Accademia della Crusca.

-Storia della lingua italiana, Firenze, Sansoni, 1960

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Petar SkokPetar Skok (Jurkovo Selo na Žumberku, 1881 – Zagreb, 1956). Illustre linguista croato, uno tra i primi ricercatori di onomastica croata, autore del Dizionario etimologico della lingua croata.

- Etimologijski rječnik hrvatskog ili srpskog jezika (4 volumi)

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Pavao Tekavčić Illustre rappresentante della linguistica croata, in particolare

della romanistica e dell’italianistica.Aveva dedicato quasi un quarto di secolo (dal 1957 al 1980) alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Zagabria, ai suoi studenti e alla sua fama scientifica.Appartiene alla tradizione orale della facoltà il racconto di come la giovane „matricola“ aveva lasciato tutti a boccaaperta quando già nei primi giorni aveva chiesto in biblioteca la celebre „Romanische Grammatik“ di Meyer-Lübke e di come egli spesso, nel corso degli studi, aveva consultato volumi e lavori destinati solo agli addetti ailavori più esperti.Discepolo e studente di Deanović e collega di Muljačić, ci lascio in eredita - Storia della lingua italiana (3 volumi)

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Gerhard Rohlfs

Gerhard Rohlfs (Berlino, 14 luglio 1892 – 12 settembre 1986).

Filologo, linguista e glottologo tedesco. Fu docente di filologia romanza all'Università di Tubinga e all'Università di Monaco di Baviera. Umanista di vasta cultura e ampi interessi, fu soprannominato l'archeologo delle parole.- Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti

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Žarko MuljačićMULJAČIĆ, Žarko, (Split, 1922-Zagreb, 2009).

Filologo, linguista, dialettologo, romanista, comparatista, illustre professore in molte università estere (Berlino).

Uno dei fondatori della Cattedra di Italianistica presso la Facolta di Lettere e Filosofia di Zara, nel 1956.

Autore di numerosi articoli, contributi,manuali e libri tuttora in utilizzo tra cui la:

- Fonologia della lingua italiana.

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Manlio CortelazzoManlio Cortelazzo (Padova, 19 dicembre 1918 – Padova, 3 febbraio 2009). Linguista italiano,

decano degli etimologisti e dei

dialettologi italiani.

- Dizionario etimologico della lingua italiana -DELI (con Paolo Zolli), Bologna, Zanichelli, 1989

- Dizionario etimologico dei dialetti italiani, (con Carla Marcato), Torino, UTET, 1992

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Nicoletta Maraschio Francesco SabatiniAttuale presidentessa dell’ Accademia della Crusca

Presidente onorario dell’Accademia della Crusca

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Gian Battista PellegriniGiovan Battista Pellegrini (1921 – 2007). Si è occupato di dialettologia italiana, filologia e linguistica romanza, germanica, slava e semitica. Si occupò di iscrizioni retiche, etrusche e soprattutto di quel «venetico» (il nome lo coniò lui).

- Toponomastica italiana, 10.000 nomi di citta, paesi, frazioni, regioni, contrade, fiumi, monti, spiegati nella loro origine e storia Milano, Hoepli, 1990

- Saggi di linguistica italiana : storia, struttura, societa , Torino, Boringhieri, 1975

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Tullio De Mauro(Torre Annunziata, 31 marzo 1932) linguista e politico italiano.

Ha insegnato Linguistica generale e ha diretto il Dipartimento di Scienze del Linguaggio alla Sapienza Università di Roma.Ha tradotto il Corso di linguistica generale (Cours de linguistique générale) di Ferdinand de Saussure, che, insieme ad alcuni autori strutturalisti, ha avuto una certa influenza sul pensiero di De Mauro.

Ha presieduto la Società di Linguistica Italiana (1969-73) e la Società di Filosofia del Linguaggio (1995-97).

- Storia linguistica dell'Italia unita

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Gian Luigi BeccariaGian Luigi Beccaria (Costigliole Saluzzo, 1936), linguista e storico della lingua.Dopo aver insegnato presso l'Università di Salamanca (Spagna) tra il 1960 e il 1963, prosegue la propria attività accademica all'Ateneo torinese dove dal 1970 è professore ordinario di Storia della lingua italiana. È membro dell'Accademia della Crusca.

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Luca SerianniLuca Serianni (Roma, 30 ottobre 1947), linguista e filologo italiano.Professore ordinario di Storia della lingua italiana nella Sapienza Università di Roma.È autore di una nota grammatica di riferimento della lingua italiana. Con Maurizio Trifone cura il Vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli; con Pietro Trifone ha curato una Storia della lingua italiana in tre volumi.Socio dell'Accademia della Crusca e dell'Accademia dei Lincei, è consigliere centrale della Società Dante Alighieri.

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Claudio MarazziniClaudio Marazzini (1949), titolare della cattedra di Storia della lingua italiana nella Facoltà di Lettere dell'Università del Piemonte Orientale "A.Avogadro" (sede di Vercelli). Autore di numerosi saggi (articoli e volumi) su temi di storia della lingua italiana, sulla questione della lingua, sulla storia linguistica regionale, sui rapporti lingua-dialetto, sul linguaggio letterario, sulla cultura popolare, sulla storia della linguistica...

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Vojmir VinjaVojmir Vinja (Dubrovnik, 1921- Zagreb, 2007).Filologo, romanista, etimologo croato.Professore all’Universita di Zagabria, e all’estero a Parigi, in Francia, Austria, Spagna, collaboratore al progetto Atlante Linguistico Mediterraneo.Autore di numerosi manuali e del Vocabolario etimologico croato.

- Jadranske etimologije (3 vol.)

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August KovačecAUGUST KOVAČEC (Donje Jesenje, 1938).

Illustre romanista, balcanologo e dialettologo croato, collaboratore e professore ordinario presso le Universita di Vienna, Graz e Strassbourg e Parigi.

Membro di importanti associazioni linguistiche internazionali.

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Vera Gerersdorfer

Illustre professoressa presso il Dipartimento di Romanistica della Facolta’ di Lettere e Filosofia di Zara, nota per i suoi notevoli contributi alla grammatica storica delle lingue romanze.

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Goran Filipi

Goran Filipi (Zara, 1954). Laureatosi alla Facolta di Lettere e Filosofia di Zara, ha ultimato il percorso con il dottorato di ricerca a Zagabria sulle convergenze slavo-rumene nell’area della Forlania, Istria e Dalmazia, in modo particolare sui linguaggi istrorumeni.

Professore ordinario presso la Facolta di lettere di Pola, Isola, Capodistria

- Atlante linguistico dell’ istrorumeno /Atlante dell’istrioto

- Etimologie istrorumene