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Liceo Scientifico “Ettore Majorana” - Guidonia 1 - L’EFFETTO SERRA Un numero sempre maggiore di scienziati ritiene che nell’ultimo secolo l’aumento della CO 2 legato al consumo dei combustibili fossili abbia determinato un incremento della temperatura media globale (cioè di tutto il pianeta) di circa 0.5 °C. Si prevede che un raddoppio della CO 2 possa portare nel giro di 40-50 anni ad un incremento di 3-4 °C.Alcuni scienziati, però, non concordano con questi valori, perché ritengono che i dati di cui disponiamo siano insufficienti per consentirci di fare previsioni sul futuro andamento del clima in rapporto all’effetto serra. 1) Il grafico della Fig. 1 mostra la variazione di concentrazione di CO 2 misurata a Mauna Loa, nelle Hawai, negli anni 1958-1978. La curva del grafico è detta curva di Keeling, dal nome dello scienziato americano che per primo ha effettuato misure sistematiche sulla concentrazione di CO 2 dell’aria. Le oscillazioni del grafico sono dovute alle variazioni stagionali della concentrazione di CO 2 nell’aria: quando riprende l’attività di fotosintesi delle piante, in primavera-estate, la CO 2 diminuisce, quando poi rallenta, in autunno-inverno, la CO 2 aumenta. La linea nera centrale invece rappresenta i valori medi riferiti a ciascun anno. 2) Anche in Italia, a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, si sono avviati sistemi di monitoraggio del contenuto di CO 2 dell’aria nell’Appennino tosco-emiliano, sul Monte Rosa e a Lampedusa. Osserva il grafico della Fig. 2, corrispondente ai valori registrati a Lampedusa. Le rilevazioni di ogni anno hanno inizio con un picco verso l’alto in corrispondenza del mese più freddo, proseguono raggiungendo un picco verso il basso in corrispondenza del mese più caldo, per risalire verso un nuovo picco all’inizio dell’anno successivo. Fig. 1. Curva di Feeling. Fig. 2. Valori medi della concentrazione di CO2 rilevati a Lampedusa

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1 - L’EFFETTO SERRA Un numero sempre maggiore di scienziati ritiene che nell’ultimo secolo l’aumento della CO2 legato

al consumo dei combustibili fossili abbia determinato un incremento della temperatura media

globale (cioè di tutto il pianeta) di circa 0.5 °C. Si prevede che un raddoppio della CO2 possa

portare nel giro di 40-50 anni ad un incremento di 3-4 °C.Alcuni scienziati, però, non concordano

con questi valori, perché ritengono che i dati di cui disponiamo siano insufficienti per consentirci di

fare previsioni sul futuro andamento del clima in rapporto all’effetto serra.

1) Il grafico della Fig. 1 mostra la variazione di concentrazione di CO2 misurata a Mauna Loa, nelle

Hawai, negli anni 1958-1978. La curva del grafico è detta curva di Keeling, dal nome dello

scienziato americano che per primo ha effettuato misure sistematiche sulla concentrazione di CO2

dell’aria. Le oscillazioni del grafico sono dovute alle variazioni stagionali della concentrazione di

CO2 nell’aria: quando riprende l’attività di fotosintesi delle piante, in primavera-estate, la CO2

diminuisce, quando poi rallenta, in autunno-inverno, la CO2 aumenta. La linea nera centrale invece

rappresenta i valori medi riferiti a ciascun anno.

2) Anche in Italia, a partire dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, si sono avviati sistemi di

monitoraggio del contenuto di CO2 dell’aria nell’Appennino tosco-emiliano, sul Monte Rosa e a

Lampedusa. Osserva il grafico della Fig. 2, corrispondente ai valori registrati a Lampedusa. Le

rilevazioni di ogni anno hanno inizio con un picco verso l’alto in corrispondenza del mese più

freddo, proseguono raggiungendo un picco verso il basso in corrispondenza del mese più caldo, per

risalire verso un nuovo picco all’inizio dell’anno successivo.

Fig. 1. Curva di Feeling. Fig. 2. Valori medi della concentrazione di CO2 rilevati a Lampedusa

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a) Osserva l’andamento complessivo del grafico della Fig. 1. Che cosa si può sostenere relativamente all’andamento della concentrazione di CO2 nel tempo? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… b) Considerando i valori medi riportati nella Fig. 1 (la linea centrale del grafico), calcola l’incremento della concentrazione della CO2 dal 1975 al 1979 compresi. Considerando poi i valori medi riportati nella Fig. 2, calcola l’incremento della concentrazione di CO2 dal 1993 al 1997 compresi. I valori degli incrementi nei due casi, sono simili o differiscono tra loro? Quali potrebbero essere le misure più efficaci per ridurre le emissioni di CO2? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………

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2 - DAI MATERIALI DELLA TERRA AI MONUMENTI DELL’UOM O In questa esercitazione potrai esaminare gli impieghi che alcuni materiali della Terra hanno avuto nel corso del tempo. Per ciascuno dei monumenti sotto elencati è indicato il tipo di materiale utilizzato per la sua costruzione. In base alle tue conoscenze o attraverso ricerche in Internet o su testi di scienze riporta le tue annotazioni (tipo di roccia, origine, composizione, possibile località di provenienza ecc.). Se una costruzione è fatta da più materiali riporta le tue osservazioni solo sulla componente indicata in corsivo a fianco del nome del monumento. Elenco: 1) amigdale, raschiatoi ed altri utensili litici selce ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 2) Colosseo travertino ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 3) Catacombe tufo ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………

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4) Elefante di Catania basalto ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 5) Teatro alla Scala granito ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 6) Empire State Building basamento in acciaio e cemento ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………

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3 - FIUMI E ALLUVIONI Leggi attentamente il seguente brano che illustra come i fiumi, anziché luoghi di svago e di ricreazione come dovrebbero essere, a volte possono provocare spaventose catastrofi.

Piove da una settimana lungo tutto il bacino del Tevere - a Perugia come a Roma - e il fiume dei romani si carica di acque limacciose dagli Appennini fino alla zona costiera. A Orte, improvvisamente, il fiume esonda e occupa l'ultima pianura libera dalle costruzioni prima della capitale. Ma non è sufficiente ad arginare la piena, che raggiunge Castel Giubileo e supera l'ultimo sbarramento artificiale all'altezza del Grande raccordo anulare. La piena arriva a ponte Flaminio, passa sotto le arcate, poi raggiunge ponte Milvio, che non è solo più antico di 2100 anni, ma anche molto più basso. I detriti, i tronchi d'albero strappati ai boschi, le immondizie e i rottami si incastrano fra le arcate e ostruiscono le luci del ponte creando un gigantesco tappo che sbarra le acque del Tevere. Appena a nord di ponte Milvio resistono gli unici argini naturali urbani ancora quasi intatti, non ci sono muri né opere di contenimento.

È un attimo: proprio lì il fiume tracima e l'alluvione investe Roma. [...]. I1 Tevere non ritrova il suo corso e si disperde nelle stradine del centro, aggira i monumenti e allaga le chiese: solo dopo ponte Marconi - ormai in periferia - rientra nel suo alveo.

Questa non è una cronaca del passato. Questo è quanto potrà avvenire nel prossimo futuro, almeno secondo uno studio dell'Istituto regionale per la protezione idrogeologica (Irpi) del Cnr e dell'Autorità di bacino del Tevere: un'alluvione a Roma, come secoli fa, quando il fiume era solito uscire dagli argini anche più di una volta all'anno, come testimoniano le targhe di marmo fissate sui muri delle chiese del centro della capitale a segnare il livello impressionante raggiunto dalle acque. La piena del 1598, per esempio, viene ricordata da una lapide affissa dai frati domenicani sulla facciata di Santa Maria sopra Minerva, uno dei luoghi più di frequente soggetti a inondazione: la lapide si trova a quasi 4 metri da terra.

Dalla costruzione dei grandi argini in pietra nel 1870 - dopo l'ultima, paurosa alluvione – il Tevere non ha più causato danni a Roma. Ma bastano davvero gli argini a impedire le alluvioni?

Ho percorso in gommone il Tevere da Orte alla foce di Ostia: nella vasta pianura a nord della capitale il fiume si snoda in ampi meandri e si muove come un grande serpente d'acqua che scorre sinuoso creando un universo ormai percepibile solo dal basso. Fatto non solo di muraglie di pietra e argini, ma anche di passeggiate a piedi, di tranquillità e di oasi naturalistiche. E appena si entra in città ad accoglierti è un mondo tutto da scoprire. Sotto ponte Matteotti – in pieno centro di Roma - vivono nutrie, germani e perfino aironi e variopinti martin pescatori, in un ecosistema marginale appena sotto al traffico più caotico che si possa immaginare. Un tempo il Tevere era quasi tutto così. [...]. Decine di romani <<veri>> si godevano i bagni e il sole lungo gli argini e sui barconi ancorati alle rive, mentre i ciriolari pescavano le anguille appena più a valle e dagli impalcati venivano calate le reti a bilancia.

Era il Tevere del dopoguerra e di Poveri ma belli, quello di Barcarolo romano, molto più che un corso d'acqua, parte integrante del tessuto sociale cittadino, via di comunicazione primaria e crocevia di sentimenti, di fughe e di speranze.

Oggi il Tevere non è più biondo: quello era il colore dei sedimenti trasportati dalla corrente che, una volta, arrivavano integri al mare e rinascevano naturalmente le spiagge seguendo i ritmi naturali del pianeta. Ma le cave disseminate a decine sul greto e le dighe impoveriscono sensibilmente il carico sedimentario del Tevere, che si presenta oggi di un colore verdastro, mentre le spiagge laziali - private del loro apporto naturale di sabbia - sono alla mercé dell'erosione marina, problema molto grave soprattutto a Ostia. [...]

tratto da: Mario Tozzi, Gaia, Rizzoli 2004.

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Rispondi ora alle seguenti domande: 1) Che cosa sono e in quale tratto del fiume si formano i meandri? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 2) In che modo i fiumi sono collegati all'erosione marina delle spiagge e alla loro progressiva sparizione? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 3) Al giorno d'oggi la gente trascura i fiumi; sembra avere dimenticato che le più antiche società sono figlie dei fiumi e che gran parte delle vicende dell'umanità si sono dipanate lungo i corsi d’acqua. Ti ricordi di qualche fiume che ha avuto un ruolo importante nella storia? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………

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4) Nel 1966-una devastante alluvione colpì un'altra importantissima città d'arte italiana, provocando ingenti danni anche al patrimonio artistico. Di quale città si tratta e da quale fiume è attraversata? Fai una ricerca per documentarti su questa tremenda sciagura. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 5) Se vivi in una città attraversata da un fiume o nei pressi di una città attraversata da un fiume sei a conoscenza di esondazioni che si sono verificate in tempi recenti? In tal caso documentati su queste esondazioni. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………

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4 - L’ERUZIONE DEL VESUVIO DEL 1944 Leggi attentamente il seguente brano che si riferisce all'eruzione del Vesuvio del 1944.

Uno scricchiolìo orrendo correva nell' aria, come d'ossa rotte, stritolate. E su quell'alto strepito, sui

pianti, sugli urli di terrore del popolo, che correva qua e là brancolando per le vie come cieco, si

alzava, squarciando il cielo, un temibile grido. Il Vesuvio urlava nella notte, sputando sangue e

fuoco. Dal giorno che vide l'ultima rovina di Ercolano e Pompei, sepolte vive nella tomba di cenere

e lapilli non s'era mai udita in cielo una così orrenda voce [....].

Un'immensa nube nera simile al sacco della seppia (e “seccia” è chiamata appunto tale nube),

gonfia di cenere e lapilli infocati si andava strappando a fatica dalla vetta del Vesuvio e, spinta dal

vento, che per miracolosa fortuna di Napoli soffiava da nordovest, si trascinava lentamente nel cielo

verso Castellamare di Stabia. Lo strepito che faceva quella nera nube gonfia di lapilli rotolando nel

cielo era simile al cigolio di un carro carico di pietre che si avvii per una strada sconvolta. Ogni

tanto, da qualche strappo della nube, si rovesciava sulla terra e sul mare un diluvio di lapilli, che

cadevano sui campi e sulla dura crosta delle onde col fragore, appunto, di un carro che rovesci il suo

carico: e i lapilli, toccando il terreno e la dura crosta marina sollevavano nembi di polvere rossastra

che si spandeva in cielo oscurando gli astri, [....].

Nell'aprile del 1944, dopo avere per giorni e giorni squassatola terra e vomitato torrenti di fuoco, il

Vesuvio si era spento. Non si era spento a poco a poco ma d'un tratto: avvoltasi la fronte in un

sudario di fredde nuvole aveva gettato all'improvviso un grido, e il gelo della morte aveva

impietrito le sue vene di lava ardente. Il dio di Napoli, il totem del popolo napoletano, era morto.

tratto da: C. Malaparte, La pelle, Mondadori 2001.

Rispondi ora alle seguenti domande: 1) A quale altra eruzione del Vesuvio ci si riferisce nel brano? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………

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2) Indica le cause che sono all'origine delle violente eruzioni del Vesuvio. Quali sono le caratteristiche principali di queste eruzioni? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 3) Perché le eruzioni esplosive come quelle del Vesuvio sono anche chiamate “pliniane”? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 4) Perché dopo un'eruzione si formano nuvole (nel testo: avvoltasi la fronte in un sudario di fredde nuvole…)? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………

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5 - COME COMPORTARSI DURANTE UN TERREMOTO Per cominciare L’attività proposta fa riferimento al sisma avvenuto in Umbria nel l982 che colpì città come Gubbio, Nocera Umbra, Foligno. La carta delle isosisme (linee che uniscono i punti in cui si è registrata la stessa intensità sismica) di Fig. 1 è stata costruita dall'lstituto Nazionale di Geofisica in base alle risposte ai questionari distribuiti alla popolazione delle località colpite dal sisma.

1 Leggi attentamente i passi riportati nella Tabella 1, ottenuti da lettere scritte ad amici lontani per raccontare l'esperienza del terremoto oppure da altra fonte documentaria. Da questi testi si ricavano indicazioni sull'intensità del terremoto (testi in corsivo) e sui comportamenti tenuti in genere dalle popolazioni colpite dal sisma (testi sottolineati). 2 I numeri si riferiscono a un dato comportamento: per ciascuno scrivi nella colonna “Comportamento” se secondo te è corretto oppure scorretto. Scrivi inoltre di fianco a ogni frase scritta in corsivo, che si riferisce ai danni subiti, il valore dell'intensità del terremoto in quella località secondo la scala Mercalli (v. Fig. 2).

Fig. 1. Isosisme del terremoto del 17 ottobre 1982 in Umbria (sopra). Fig. 2. Scala Mercalli-Cancani-Sieberg* (a destra).

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Tabella 1. Valutazione dei comportamenti durante un terremoto.

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Rispondi inoltre alle seguenti domande. 1 – Qual è il valore della scala Mercalli raggiunto nella zona epicentrale del terremoto? ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 2 - La casa in cui abiti si trova in una zona sismica? Motiva la tua risposta. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 3 – Sei a conoscenza di altri forti terremoti che si sono verificati in Italia negli ultimi decenni? Se si, scrivi dove si sono verificati e quando. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… 4 – La distribuzione di vulcani e terremoti sulla superficie terrestre è uniforme oppure questi fenomeni sono particolarmente concentrati in alcune aree? Fai un esempio. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………