1. La questione salariale oggi Siena, 31 gennaio 2008 a cura di: Agostino Megale Riccardo Sanna.

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.La questione salariale oggi

Siena, 31 gennaio 2008

a cura di:

Agostino Megale

Riccardo Sanna

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Crisi politica… Serve maggiore stabilità al Paese. Per questo sarebbe utile che il

Presidente del Senato riuscisse nell’incarico solennemente affidatogli dal Presidente della Repubblica.

Solo con la stabilità del governo si può realizzare una legge elettorale che garantisca maggiore stabilità e meno frammentazione, ma anche trovare prime risposte alla questione salariale, attualmente derubricata.

La crisi politica genera forte incertezza anche sulla realizzazione di alcune delle conquiste del Protocollo Welfare, relativamente a:

welfare e mercato del lavoro, sicurezza sui luoghi di lavoro, unificazione enti previdenziali, deleghe sui lavori usuranti, etc.

In ogni caso, il Sindacato deve mantenere la bussola verso: L’interesse generale del Paese. L’autonomia e l’unità sindacale. La riforma della contrattazione.

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I numeri …al 2007

Fonte: elaborazioni Ires su dati Istat.

2002-2005 2005 2006 2007

PIL 0,4 0,1 1,9 1,9

Debito pubblico -3,7 -4,4 -4,5 -1,4

Avanzo primario 1,4 0,3 0,2 3,5

Produzione industriale -0,8 -1,8 2,2 0,8

Produttività del lavoro -0,1 0,3 0,2 1,1

Consumi delle famiglie 0,6 0,6 1,5 1,9

Investimenti fissi lordi 0,9 -0,5 2,3 3,4

Importazioni 0,9 0,5 4,3 6,6

Esportazioni -0,9 -0,5 5,3 12,0

(*) dati 2007 tendenziali.

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0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

3,0

I-2

00

5

II-2

00

5

III-

20

05

IV-2

00

5

I-2

00

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II-2

00

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III-

20

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IV-2

00

6

I-2

00

7

II-2

00

7

III-

20

07

IV-2

00

7

NIC DEF IPCA

L’inflazione italiana dell’ultimo periodo Nel 2006, secondo i dati Istat, il tasso di inflazione (NIC) è stato pari al 2,1%, consolidando

peraltro l’allineamento con l’Uem: lo stesso indice armonizzato si attesta per l’Italia come per l’Uem a 2,2 dal 2005.

Nel 2007, anche considerando il Delfatore dei consumi interni (DEF=1,9%) e l’Indice generale armonizzato UE (IPCA=1,9%), abbiamo stimato un’inflazione attorno ai 2 punti percentuali. Nel 2008, però, l’aumento del costo del petrolio e la ricaduta dei costi energetici porterà l’inflazione effettiva vicino i 2,5 punti.

Fonte: elaborazioni Ires su dati Istat (Indagine sui prezzi al consumo e Contabilità nazionale). Stime Ires per il IV trim. 2007.

(variazioni percentuali tendenziali)

2,6 2,8

2,2

1,71,71,71,91,91,8

2,12,11,9

ge

n-0

7

feb

-07

ma

r-0

7

ap

r-0

7

ma

g-0

7

giu

-07

lug

-07

ag

o-0

7

set-

07

ott-

07

no

v-0

7

dic

-07

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5 Fonte: elaborazioni Ires su dati Banca d’Italia.

I debiti delle famiglieA settembre 2007, il rapporto tra debito (mutui, credito al consumo, etc.) e reddito disponibile ha quasi raggiunto il 50% (circa 17 punti in più rispetto a settembre 2001).

0

5

10

15

20

25

30

35

40

45

50

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

Bancari a Medio e lungo termine Bancari a Breve termine Non bancari

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Giudizio sulla propria condizione economica

Famiglie che giudicano peggiorata la situazione

Famiglie che giudicano invariata la situazione

Famiglie con risorse economiche inadeguate

29,2% 62,3% 35,3%

20,3% 68,2% 28,1%

40,5% 51,7% 35,1%

47,6% 45,4% 40,0%

45,9% 46,4% 43,6%

43,4% 50,1% 44,0%

41,0% 51,9% 43,0%

1997

2001

2005

2006

2007

Fonte: elaborazioni Ires su dati Istat (Indagine Multiscopo)*. (*) Indagini svolte nel mese di maggio di ogni anno.

2002

2003

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Imprenditorie liberi prof.

Impiegati

Operai

2002-2007

Il potere d’acquisto dei redditi familiari

– 2.592 €

– 3.047 €

+ 11.984 €

Fonte: elaborazioni Ires su microdati Banca d’Italia (I bilanci delle famiglie italiane).

Secondo l’ultima Indagine sui bilanci delle famiglie (Banca d’Italia, 2008) nel 2006, ponendo il reddito familiare medio delle famiglie italiane pari a 100, il reddito delle famiglie di operai in proporzione conta una distanza di 17,6 punti (rappresentando l’82,4% della media), mentre nelle famiglie con a capo un imprenditore il reddito si staglia a quota 180,2%.

La perdita di potere d’acquisto dei redditi (a prezzi costanti 2007)* delle famiglie con p.r. operaio o impiegato nel periodo 2002-2007 si contrappone ad una crescita dei redditi delle famiglie di imprenditori e liberi professionisti che, grazie soprattutto alle politiche fiscali del governo di centro-destra registrano un allargamento della forbice con i redditi dei lavoratori dipendenti.

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Le entrate IRPEF

+18,8% +3,3%

+13,1% +14,1%

2006/2002 2007/2006

Lavoratori dipendenti e pensioni

Altri redditi

Fonte: elaborazione Ires su dati MEF.

Fermo restando che le entrate IRPEF provengono per il 75% dal lavoro dipendente (nel 2002 come nel 2007), va però registrato che nel periodo 2002-2006 l’aumento delle entrate IRPEF (ordinaria) sul lavoro dipendente è stato superiore di circa 6 punti rispetto al prelievo sugli altri redditi, mentre nel 2007 già si denota un’inversione di tendenza in cui gli altri redditi segnano circa 11 punti in più, grazie all’azione del governo, a partire dalla lotta all’evasione.

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I Gruppi professionali dell’Industria

Operai specializzati

5,39,9

48,1

13,023,9

Tecnici

25,8

21,3

15,1

34,8

Guadagno netto mensile per gruppo professionale (valori percentuali)

Impiegati generici

24,9

35,0

11,9

13,2 15,0

Quadri e Dirigenti

66,3

16,0

17,7

Fonte: elab. su dati nostra Indagine (L’Italia del lavoro oggi, Campione di 6000 interviste).

Impiegati di concetto

28,424,3

28,2 14,4

4,7

Operai non specializzati

5,1

20,0

40,7

32,6

< 800 €

800-1000 €

1001-1300 €

1301-1500 €

1501 € e +

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10

100

105

110

115

120

2002

2003

2004

2005

2006

2007

Retribuzione lorda - Dirigenti

Retribuzione lorda - Lav. Dip. medio

Inflazione effettiva

Le retribuzioni dei dirigenti privati* crescono di più…

Fonte: elab. Ires su dati Istat, Indagine OROS, lav. dip. "regolari" non agricoli (escl. i dirigenti) e INPS (dirigenti privati*, escl. pubblici e Top-manager).

Retribuzioni nominali lorde 2002-2007 - numeri indice: 2002=100

112.400 €

25.890 €

94.356 €

22.881 €

+18.044 (+19,1%)

+3.009 (+13,2%)

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Retribuzioni a confronto (1993-2006)

Retribuzioni di fatto

Retribuzioni contrattuali

Differenza

Agricoltura 2,2 2,0 0,2

Alimentari, bevande e tabacchi 3,1 3,0 0,1

Tessile-abbigliamento 3,9 2,9 1,0

Chimica e fibre 3,6 2,8 0,6

Prodotti energetici 3,4 2,8 0,6

Gomma e plastica 3,4 3,0 0,4

Metalmeccanica 3,2 3,0 0,2

Costruzioni 3,0 2,9 0,2

Commercio 3,9 3,1 0,8

Banche 3,1 2,4 0,7

Amministrazioni pubbliche 3,6 2,6 0,9

Totale 3,4 2,7 0,7

Fonte: elaborazioni Ires su dati Istat, Indice generale delle Retrib. contrattuali lorde per dip. e Retrib. di fatto lorde per ULA (Contabilità nazionale), Deflatore dei consumi interni alle famiglie e Indice dei prezzi al consumo armonizzato UE (IPCA).

(tassi di variazione composti medi annui)

Inflazione*: 3,2 2,7

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87,0

88,9

91,3

93,2

87,2

82,8

83,6

88,2

13,0

11,1

8,7

6,8

12,8

17,2

16,4

11,8

Altri servizi a imprese e a famiglie

Trasporti e comunicazioni

Commercio, alberghi e ristorazione

Energetiche ed estrattive

Altre manifatturiere

Metalmeccanica

Chimica, gomma e plastica

Tessili, abbigliamento, pelli e calzature

I salari… tra I e II livello contrattuale

Fonte: elaborazioni Ires su microdati Banca d’Italia (Indagine sulle imprese industriali e dei servizi, 2007).

Minimo da contratto nazionale (su retribuzione media lorda) 2006(valori percentuali )

(su 22.400 euro)

(su 30.100 euro)

(su 27.800 euro)

(su 26.600 euro)

(su 34.700 euro)

(su 23.800 euro)

(su 32.200 euro)

(su 26.600 euro)

CCNL R. decentrata

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2002 - 2007

Inflazione Retrib. di fatto Retrib. di fatto Inflazione

Retribuzioni (Deflatore) (OROS) (Cont. Naz.) (IPCA) Contrattuali

2002 2,8% 2,4% (–0,4) 2,0 (–0,8) 2,6% 2,1%

(–0,5) 2003 2,9% 1,8% (–1,1) 2,3 (–0,6) 2,8% 2,2% (–0,6) 2004 2,7% 2,7% ( 0,0) 3,4 (+0,7) 2,3% 2,8% (+0,5) 2005 2,3% 2,8% (+0,5) 2,7 (+0,4) 2,2% 3,1% (+0,9) 2006 2,7% 3,3% (+0,6) 3,0 (+0,3) 2,2% 2,8% (+0,6) 2007* 1,9% 2,0% (+0,1) 1,9 ( 0,0) 2,0% 2,1% (+0,1)Fonte: elab. Ires su dati Istat, Indice generale dei prezzi al consumo armonizzato UE, Indice generale delle Retribuzioni contrattuali lorde per dipendente e Retribuzioni di fatto (Indagine OROS,

lav. dipendenti "regolari" non agricoli escl. i dirigenti), Deflatore dei consumi interni e Retribuzioni lorde per ULA (Contabilità nazionale: Industria. e Servizi). (*) Stima Ires 2007.

Il potere d’acquisto 2002-2007

–0,3 +1,0 0,0

Tra il 2002 e il 2007, nonostante le retribuzioni contrattuali registrino un aumento reale di oltre un punto, le retribuzioni di fatto non sono cresciute oltre l’inflazione, sia considerando la Contabilità nazionale che l’indagine OROS, secondo la quale si registra addirittura una perdita.

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Inflazione effettiva 1,9%

2002–2007

Inflazione Retribuzioni 2002 2,8% 2,4% (–0,4%) 2003 2,9% 1,8% (–1,1%) 2004 2,7% 2,7% ( 0,0%) 2005 2,3% 2,8% (+0,5%) 2006 2,7% 3,3% (+0,6%) 2007* 1,9% 2,0% (+0,1%)

Le retribuzioni 2002-2007

Retribuzioni di fatto 2,0%

– 532 €

– 1.298 €-

+ 312 €+ 283 €

Guadagno/Perdita cumulata delle retribuzioni 2002-2007

Fonte: elab. Ires su dati Istat, Indagine OROS, lav. dip. "regolari" non agricoli (escl. i dirigenti) e Deflatore dei consumi interni alle famiglie (Contabilità nazionale) .

+ 25 €

Nel periodo 2002-2007, un lavoratore, con una retribuzione lorda media annua di 24.890 €, considerando anche la mancata restituzione del fiscal drag, perde circa –1.896 €, senza calcolare l’impatto positivo/negativo della riforma Irpef…

– 1.210 €

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Le retribuzioni di fatto 2002-2007 perdono –0,3%

Inflazione Retribuzioni 2002 2,8% 2,4% (–0,4%) 2003 2,9% 1,8% (–1,1%) 2004 2,7% 2,7% ( 0,0%) 2005 2,3% 2,8% (+0,5%)

–532 €

–1.298 €-

+ 312 €

Perdita cumulata delle retribuzioni 2002-2005

1997 - 2001 (+0,7%) Guadagno cumulato delle retribuzioni 1997-2001

2006 (2,7%) (3,3%) (+0,6%) + 283 €

Potere d’acquisto delle retribuzioni 2006-2007

2007 (1,9%) (2,0%) (+0,1%) + 25 €

Mancata restituzione fiscal drag

2002-2005 (–1,0%) –1.518 €

– 565 €

– 121 € Mancata restituzione fiscal drag

+ 154 €

–2.083 €

+ 187 €Fonte: elaborazioni Ires-Cgil su dati Istat.

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Fiscal drag 2002-2006

Totale Mancata restituzione Fiscal drag (d.l. n. 69/1989)

Fiscal drag 2002

Fiscal drag 2003

Fiscal drag 2004

Fiscal drag 2005

Fiscal drag 2006

– 172 €

– 151 €

– 124 €

– 118 €

– 686 €

– 121 €

“Restituzione fiscale” 2007 (Riforma Irpef e detrazioni in Finanziaria 2007)

Coppia di lavoratori con 2 figli Lavoratore single

+ 285 €

Addizionali regionali e comunali (incremento medio) – 137 €

(Costo annuo complessivo: 1,6-1,8 mld euro)

+ 60 €

Se fosse stata attuata la restituzione del fiscal drag, sarebbero stati interessati tutti i lavoratori. Le detrazioni da lavoro dipendente (mediamente 1.024 euro) coinvolgono solo lavoratori dipendenti e pensionati.

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17 Fonte: elaborazioni Ires su dati Ocse (Main Economic Indicators). [*] Elab. con deflatore dei consumi privati.

Confronti internazionali sull’Industria

2006 2012

Francia 115,9 126,2

Germania 105,0 112,2

Italia 102,6 104,7

Spagna 105,5 111,4

Retribuzioni orarie reali* (1998=100) Industria Manifatturiera

Regno Unito

Area Euro

118,4 133,1

110,1 118,9

1998

100

100

100

100

100

100

Se la dinamica delle retribuzioni registrata dal 1998 al 2006 confermasse lo stesso ritmo di crescita, la forbice con gli altri principali paesi industrializzati europei si accentuerebbe.

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18 Fonte: elaborazioni Ires su dati Ocse (Main Economic Indicators). [*] Elab. con deflatore dei consumi privati.

Differenziali retributivi

Confronti internazionali sull’Industria

Se la dinamica delle retribuzioni registrata negli anni Duemila confermasse lo stesso ritmo di crescita anche per il futuro, la forbice con gli altri principali paesi industrializzati si accentuerebbe.

Retribuzioni lorde. (euro)

Retribuzioni nette (euro)

Costo del lavoro. (euro)

Cuneo fiscale

Francia 30.219 21.470 42.987 50%

Germania 41.074 23.942 49.638 52%

Italia 22.759 16.538 30.288 45%

Regno Unito 41.853 30.774 46.294 34%

Spagna 20.701 16.493 27.036 39%

USA 25.507 19.497 27.503 29%

Business Sector (2005)

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Salario netto mensile (€)Differenza dal

lavoratore dipendente

standard

Lavoratore dipendente standard 1.171

Lavoratore del Mezzogiorno 969 –13,4%

Lavoratrice 961 –17,9%

Lavoratore di piccola impresa (1-19 addetti) 866 –26,2%

Lavoratore immigrato (extra-UE) 856 –26,9%

Lavoratore giovane (15-34 anni) 854 –27,1%

Le cinque differenze (2006)

Fonte: elab. su dati nostra Indagine (L’Italia del lavoro oggi, Campione di 6000 interviste).

Secondo i nostri dati oltre 14 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro al mese. Circa 7,3 milioni ne guadagnano meno di 1.000.

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Giovani lavoratori (alcuni esempi)

a) Un apprendista, in età compresa tra i 15 e i 24 anni, guadagna mediamente 736,85 euro netti mensili.

b) Un collaboratore occasionale, in età compresa tra i 15 e i 34 anni, guadagna mediamente 768,80 euro netti mensili.

c) Un co.co.pro. o co.co.co, in età compresa tra i 15 e i 34 anni, guadagna mediamente 899,04 euro netti mensili.Fonte: elab. su dati nostra Indagine (L’Italia del lavoro oggi, Campione di 6000 interviste).

Ricerca Ires (2006):

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Confronti internazionali sulla produttività

Fonte: elaborazioni e stime Ires su dati Ocse.

Produttività del lavoro per dipendente (1998=100) Business sector

Stesso ragionamento per la produttività: con il 2006 la produttività italiana riprende a crescere, ma sempre meno che nel resto dei principali paesi industrializzati europei.

1998 2006 2012

100 110,9 115,4

100 107,5 112,3

100 101,7 107,6

100 116,9 124,2

100 103,7 106,1

Francia

Germania

Italia

Spagna

Regno Unito

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Differenziali di produttività 1

31

,7

11

5,4

10

0,9 1

11

,0

83

,7

11

3,51

22

,1

13

4,3

11

5,1

10

0,1

87

,6

10

6,2

13

9,8

17

9,1

12

9,0

10

9,8

12

2,5

96

,7

98

,7

92

,3

86

,9

80

,9

10

0,6

99

,6

70

80

90

100

110

120

130

140

150

160

170

180

190

Totale 1-9 10-19 20-49 50-249 250 e +

Germania Spagna

Francia Regno Unito

Fonte: elaborazioni Ires su dati Eurostat.

Industria manifatturiera (media 2002-2005) Italia =100

Italia

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La media impresa in Italia e in EuropaMedie imprese (50-249 addetti) dell’Industria manifatturiera

Italia=100 (media 2002-2005)

100 100

129,6

91,586,9

106,1

87,6

128,8

96,799,6

70

85

100

115

130

145

Retribuzioni Produttività

ITALIA Germania Spagna Francia Regno Unito

Fonte: elaborazioni Ires su dati Eurostat.

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La produttività nei settori dell’economia italiana

Fonte: elaborazioni e stime Ires su dati Istat e DPEF.

Valore aggiunto a prezzi base per unità standard di lavoro dipendente* (variazioni percentuali medie annue)

La progressiva flessione della produttività, nell’Industria come nei Servizi, evidenzia la debolezza strutturale del sistema economico-produttivo italiano, all’interno di un contesto sempre più tecnologico ed integrato nei mercati internazionali.

(*) Quantità a prezzi concatenati, anno di riferimento 2000.

4,3

0,8

-0,7

1,3

-0,9

-0,2 -0,4

0,9

4,0

1,0

-0,5

0,6

3,0

1,1

-0,2

0,9

1992-1995 1996-2000 2001-2005 2006-2010

Industria in s.s. Costruzioni Servizi privati Totale economia

+12 +5,5 –1,0 +4,5

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25-3,0

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

TPF LP KP

La produttività totale dei fattori (TFP)

Fonte: elaborazioni IRES su dati ISTAT, La produttività totale dei fattori (2004).

La produttività del Lavoro conta una variazione media annua di 1,3 punti dal 1993, rimanendo sempre tendenzialmente al di sopra della produttività del Capitale (–0,3 punti annui): grazie ai servizi resi dal Lavoro si mantiene positiva la stessa tendenza della produttività Totale di tutti i fattori che, però, riflettendo il livello di progresso tecnologico e organizzativo di un’economia, sconta gli effetti della tendenza negativa degli investimenti e della produzione degli ultimi anni.

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Dov’è andata la produttività?!

Fonte: elaborazioni Ires su dati Istat (Contabilità nazionale).

Tra il 1992 e il 2006, in Italia, su una crescita complessiva di 16,7 punti

percentuali, in termini reali, solamente 2,2 p.p. sono andati al lavoro.

Lavoro2,2 punti Imprese

14,5 punti

87%13%

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27

80

100

120

140

160

180

200

220

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

IND

ICI

19

95

=1

00

A P

RE

ZZ

I 2

00

6

Profitti netti per dipendente (campione Mediobanca)

Retribuzioni per dipendente (Grandi Imprese)

Fonte: elaborazioni Ires su dati Istat (Grandi Imprese) e Imprese Campione Mediobanca (Industria in s.s.): profitti per dipendente = redd. operativa+redd. finanziaria ordinaria, al netto delle imposte.

Variazione media annua

0,4%

8,1%

Retribuzioni perdipendente

Profitti netti perdipendente

Quanto sono cresciuti i profitti?

1.400 grandi imprese dell’Industria: profitti +89,5%

salari +4,8%

Grandi imprese dell’Industria Istat: profitti +63,5%

Tutte le imprese dell’Industria Istat: profitti +15,5%

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L’Accordo… sulla produttività Sgravi del costo del lavoro per incentivare la produttività (di secondo

livello)– Tutto il salario di produttività viene reso pensionabile

(quindi più conveniente): per un lavoratore con 25 anni di attività, l’incremento della rendita

pensionistica mensile è di circa 40-50 euro– Allargare l’area della contrattazione decentrata

in azienda nei distretti e nei territori (“opportunità condivisa”)

Abolita la contribuzione aggiuntiva sugli straordinari introdotta nel 1995 Riteniamo che l’ora di straordinario dovrà continuare a costare di più

dell’ora ordinaria e che lo sgravio dovrà andare al lavoratore. Ciò può avvenire recuperando nei CCNL l’aumento delle

maggiorazioni per il lavoro straordinario Detassazione del premio di risultato– Come previsto dal Protocollo verranno stanziati 150 milioni di euro per il

2008

Protocollo su Welfare e Lavoro siglato il 23 luglio 2007

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Per una nuova politica dei redditi

Da qui in avanti le retribuzioni devono crescere al passo con l’inflazione effettiva e con la produttività.

Si devono chiudere i CCNL nei tempi giusti e, contemporaneamente, estendere la contrattazione di secondo livello.

Un patto sociale. Per redistribuire nei prossimi anni una quota rilevante della produttività al salario. Il resto a innovazione, ricerca, formazione e sicurezza sul lavoro.

Un patto fiscale. È necessaria una riduzione della pressione fiscale (grazie anche alla lotta all’evasione). Bisogna continuare a concepire il fisco nella sua funzione di sostegno allo sviluppo di politiche inclusive e di cittadinanza, e quindi anche nella sua funzione redistributiva, rafforzando le detrazioni per il lavoro dipendente, oltre che il sostegno al nucleo familiare e ai giovani che studiano e/o lavorano.

Controllare l’impatto dei prezzi e della tariffe, come delle addizionali.

Cosa serve?

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L’inversione di tendenzaCon il primo e il secondo modulo IRPEF varati dal governo di centro-destra la pressione fiscale veniva allentata soprattutto ai redditi più alti, senza obiettivi di equità e redistribuzione.Con la riforma IRPEF in Finanziaria2007 sono state spostate le risorse destinate al secondo modulo (6 miliardi di euro) e ulteriori 600 milioni per ridurre il peso su oltre il 90% dei contribuenti.

Fonte: elaborazione Ires

Distribuzione per decili degli incrementi di reddito

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31 Fonte: elaborazioni Ires su dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Lavoro dipendente Guadagno o perdita di reddito disponibile nel 2007 per effetto della

riforma IRPEF prevista in Finanziaria, per classi di reddito di una famiglia con un lavoratore dipendente con coniuge e 1 figlio a carico

(valori in euro)

-1000

-900

-800

-700

-600

-500

-400

-300

-200

-100

0

100

200

300

400

500

600

700

7.5

00

10

.00

0

15

.00

0

20

.00

0

22

.00

0

25

.00

0

28

.00

0

30

.00

0

32

.00

0

35

.00

0

38

.00

0

41

.00

0

43

.00

0

45

.00

0

52

.00

0

65

.00

0

75

.00

0

coniuge e 1 figlio a carico

coniuge e 2 figli a carico

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L’impatto delle misure (1) Reddito familiare lordo annuo: 47.500 euro (Media italiana)

(Coppia di lavoratori dipendenti con 2 figli a carico)

Riforma IRPEF 2007 -262,0

Nuovi Assegni Familiari +346,0

Aumento base imponibile (deduzioni/detrazioni) + 0,3% contributi -121,7

Addizionale regionale (mediamente +0,02 punti percentuali) -36,0

Addizionale comunale (mediamente +0,04 punti percentuali) +20,5

Totale (A) -53,2

ICI (-0,12 per mille) (B) +5,4

TARSU (tariffe/mq +0,08 punti percentuali) (B) -6,5

Totale (A + B) -54,3

Fonte: elab. Ires su dati Istat (Indagine su Reddito e condizioni di vita e Indagine cui consumi delle famiglie).

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L’impatto delle misure (2) Reddito familiare lordo annuo: 40.000 euro (50% delle famiglie)

(Lavoratore dipendente con coniuge e 1 figlio a carico)

Riforma IRPEF 2007 -220,0

Nuovi Assegni Familiari +501,0

Aumento base imponibile (deduzioni/detrazioni) + 0,3% contributi -105,1

Addizionale regionale (mediamente +0,02 punti percentuali) -43,0

Addizionale comunale (mediamente +0,04 punti percentuali) +15,6

Totale (A) +148,5

ICI (-0,12 per mille) (B) +5,4

TARSU (tariffe/mq +0,08 punti percentuali) (B) -6,5

Totale (A + B) +147,4

Fonte: elab. Ires su dati Istat (Indagine su Reddito e condizioni di vita e Indagine cui consumi delle famiglie).

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Reddito familiare lordo annuo: 30.000 euro (punta massima della distribuzione)(Coppia con persona di rif. lavoratore dipendente, con coniuge e 1 figlio a carico )

Riforma IRPEF 2007 -68,7

Nuovi Assegni Familiari +365,0

Aumento base imponibile (deduzioni/detrazioni) + 0,3% contributi -73,1

Addizionale regionale (mediamente +0,02 punti percentuali) -50,0

Addizionale comunale (mediamente +0,04 punti percentuali) +10,0

Totale (A) +320,6

ICI (-0,12 per mille) (C) +5,4

TARSU (tariffe/mq +0,08 punti percentuali) (C) -6,5

Totale (A + B) +319,5

L’impatto delle misure (3)

Fonte: elab. Ires su dati Istat (Indagine su Reddito e condizioni di vita e Indagine cui consumi delle famiglie).

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I vantaggi e le cose da migliorare A seguito della modifica delle aliquote e delle detrazioni

vengono favoriti i redditi sotto i 40mila euro

Sono agevolate le famiglie con più figli a carico

Dove intervenire… Sui redditi da lavoro inferiori ad un anno poiché perdono

parte della detrazione che va rapportata per intero al periodo di lavoro

Sulle addizionali che hanno visto nel cambio delle deduzioni familiari in detrazioni un aumento della base imponibile

Sui redditi degli incapienti ancora trascurati

Fonte: elaborazione Ires su dati MEF.

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La Finanziaria 2008Alcune novità:

1. Casa: riduzione dell’1,33 per mille della base imponibile ICI

sulla abitazione principale fino ad un massimo di 200 euro da sommare ai 103,29 euro già in vigore. I proprietari non devono superare i 50mila euro di reddito personale.

Per gli affittuari lo sconto fiscale varia in base al reddito (fino a 30.987) ed è compreso tra i 300 e i 150 euro. Per i giovani con reddito fino a 15.494 euro il bonus è elevato a 991,6 euro.

2. I redditi incapienti potranno usufruire per l’anno 2007 di un bonus fiscale pari a 150 euro netti da estendere ad ogni familiare fiscalmente a carico del contribuente incapiente.

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0 50 100 150 200 250 300 350 400 450

2007 2008

Torino

Milano

Venezia

Bologna

Firenze

Roma

Napoli

Bari

Cagliari

Fonte: elaborazione Ires su dati dei siti istituzionali dei Comuni d’Italia

Media annua del gettito pro–capite* (valori in euro)

ICI a confronto… nel 2008

In città come Roma, Firenze o Bologna l’imposta si dimezza (200 euro in meno). A Bologna come a Milano scende di oltre 150 euro. In altre città mediamente addirittura si annulla.

(*) 80 mq in zona semi periferica.

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1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

0

5

10

15

20

25

30

35

40

La tassazione dei redditiIn UE27, attualmente, la tassazione media effettiva (ponderata) dei redditi da lavoro dipendente è pari a 16,8%. La tassazione delle rendite è pari al 15,8%, mentre quella dei redditi d’impresa è pari a 24,4%. Sebbene la tassazione dei redditi d’impresa in Italia si attesti mediamente intorno al 19,4%, se osservassimo solo le imprese Mediobanca, dal 1999, registreremmo una tassazione media effettiva intorno al 45%, poiché il prelievo si basa sui profitti (dichiarati): quindi, il 19,4 è il risultato di una media tra le imprese che “realizzano” utili e imprese che vanno in perdita.

19,6

19,4

14,9

Lavoro

Impresa

Rendite

Fonte: elaborazione Ires su dati Eurostat.

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Le rendite finanziarie

Depositi e c/c bancari e postali. Obbligazioni private con scadenza inferiore ai 18 mesi.

Titoli di Stato, Buoni postaliObbligazioni con scadenza superiore ai 18 mesi.Dividendi e Plusvalenze

In Europa (EU 25) il livello di tassazione non è inferiore al 15% - 20%. La scelta in Italia di una sola aliquota intermedia ridurrebbe la distanza tra prelievo finanziario e da lavoro dipendente (23% - 43%). Il recupero in termini percentuali potrebbe aiutare la busta paga dei lavoratori, ad esempio, con la tassazione del “premio di risultato” alla medesima aliquota delle rendite finanziarie.

12,5%27%20%20%

23% - 43% Premi di risultatoFonte: elaborazione Ires

Oggi Oggi

Domani

Oggi

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L’evasione fiscale L’evasione in Italia è il quasi il doppio di quella di Paesi come

la Francia, la Germania e il Regno Unito Mentre è quasi quattro volte quella presente in Austria, Irlanda

e Olanda Il sommerso dell’Italia è superiore del 60% alla media dei Paesi

dell’Ocse tanto che il nostro Paese raggiunge circa il 27% del valore aggiunto dell’economia sommersa

In Italia ci sono circa 3,4 milioni di lavoratori e lavoratrici irregolari su cui le imprese non pagano tasse e contributi. Di questi circa 800 mila fanno un doppio lavoro come evidente in “nero”

Si evade anche con il “doppio lavoro” In Italia al fisco viene nascosto circa il 17 – 18% del Pil reale :

230 – 245 miliardi

Fonte: elaborazione Ires su dati MEF.

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Chi evade di più (?)

Si evade il 21% della base imponibile Irap e il 33% base imponibile Iva (dichiarazioni dei redditi 2004)

Si evade tanto al Nord quanto al Sud

Si evade di più nel settore dei servizi

Si evade di più nelle piccole e medie imprese(quasi il 40% della base imponibile Irap)

Con l’evasione si perdono in mancate entrate circa 7 punti percentuali di Pil.Fonte: elaborazione Ires su dati MEF.

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Gli obiettivi prioritari: L’evasione fiscale costituisce un problema rilevante: riduce il gettito

fiscale generando problemi nel bilancio dello Stato e indirizzando il prelievo sulle basi imponibili che è meno agevole sottrarre alla tassazione (ad esempio il lavoro dipendente); tende a produrre disparità di trattamento tra soggetti con uguale capacità contributiva; introduce distorsioni tra gli operatori economici alterando le condizioni di concorrenza sui mercati. Serve, pertanto, una seria politica di contrasto all’evasione (già avviata dal Governo Prodi) mediante un patto fiscale in cui tutti i soggetti, a partire dai sindacati e dalle imprese, si considerino impegnati

È necessario che tutti paghino le tasse per una redistribuzione equa delle risorse ed una riduzione della pressione fiscale in particolare sul lavoro dipendente

Le tasse sono uno strumento necessario per la qualificazione, la modernizzazione e la costruzione di uno Stato sociale (servizi, infrastrutture, sanità, assistenza) in grado di fornire risposte adeguate ai bisogni della collettività

Il Patto fiscale

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Il Patto fiscalePer realizzare questi obiettivi bisogna investire 1 punto di Pil circa 13 – 14 miliardi.

L’incremento delle entrate attraverso il contrasto all’evasione fiscale è uno strumento indispensabile alla produzione delle risorse necessarie per la realizzazione degli obiettivi. In particolare la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente e sulle pensioni come richiamato nella

Piattaforma unitaria di Cgil – Cisl – Uil del 24 novembre 2007.

Pagare tutti le tasse per far pagare di meno il lavoro dipendente ed i soggetti più deboli

Fonte: elaborazione Ires

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La Piattaforma fiscale(Cgil – Cisl – Uil)

Riduzione delle tasse sul lavoro: Aumento delle detrazioni da lavoro dipendente e

da pensione Rimodulazione delle aliquote fiscali Dote fiscale Eliminazione dell’aggravio di tassazione TFRRiduzione delle imposte sulla previdenza complementare

Ridurre le tasse sugli aumenti contrattuali Attuazione del federalismo fiscale Politiche fiscali per la casa Tariffe e prezzi

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Direttivi unitari Cgil, Cisl e Uil Le condizioni concrete di lavoro (ritmi, turni, orari, organizzazione del

lavoro, precarietà, etc.) devono tornare al centro dell’attenzione e dell’impegno dell’intero Paese, a partire dalle responsabilità concrete del mondo delle imprese.

I direttivi denunciano il ritardo dell’esecutivo nell’avviare il confronto con le parti sociali sui temi della crescita e della redistribuzione attraverso l’alleggerimento del carico fiscale su dipendenti e pensionati, un efficace intervento calmieratore sui prezzi e le tariffe, una crescita della produttività e dei salari ad essa collegati, una rivalutazione delle pensioni attraverso l’attivazione del tavolo previsto dal protocollo del 23 luglio 2007.

È urgente una prima e immediata risposta. Altri obiettivi da realizzare gradualmente sulla base delle risorse misurate di volta in volta, negli anni successivi.

Sulla base dei recenti risvolti politici, occorrerebbe tradurre la giornata di lotta e di mobilitazione generale prevista per il 15 febbraio

in una giornata d’informazione e orientamento dei lavoratori sulle proposte che il Sindacato ha redatto nella Piattaforma.