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1 LA COMUNICAZIONE La comunicazione è una scienza che si è strepitosamente allargata comprendendo molto di tutto quanto viviamo ogni giorno

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LA COMUNICAZIONE

La comunicazione è una scienza che si è strepitosamente allargata comprendendo molto di tutto quanto viviamo ogni giorno

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Comunicare significa far partecipi gli altri di qualcosa, per questo serve possedere sia una buona capacità di esprimersi (saper parlare), che avere una buona capacità d’ascolto ( saper ascoltare).

Il parametro che indica l’efficacia della comunicazione è la risposta che si ottiene.

Il comunicare produce un cambiamento: infatti quando comunichiamo qualcosa a qualcuno ampliamo le informazioni a sua disposizione, confermando o modificando le su opinioni su di noi e il mondo, consentendogli di conoscersi e conoscerci meglio.

La comunicazione è assimilabile allo schema stimolo-risposta, è costituita dal passaggio o dal trasferimento di informazioni da un individuo ad un altro. Pertanto la comunicazione si ha quando due o più persone condividono lo stesso significato. È importante ricordare che il linguaggio comunicativo, che consente alle persone di comunicare opportuni “messaggi”, è di almeno tre tipi: � comunicazione verbale, cioè il linguaggio, le parole con cui trasmettiamo dati e informazioni che

rappresenta solo il 7% della comunicazione complessiva; � comunicazione paraverbale, cioè il come vengono pronunciate le parole, ossia la voce (tono, timbro,

volume, pause, silenzi,…) che rappresenta il 38% della comunicazione complessiva; � comunicazione non verbale che viene trasmessa in modo estremamente diversificato attraverso il

linguaggio del corpo e che rappresenta il 55% della comunicazione complessiva.

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Dallo schema possiamo vedere come lo scambio comunicativo dipende per il 93% dalla comunicazione non verbale.

Comunicazione verbale: la comunicazione verbale utilizza il parlato; quindi per comunicare in modo efficace è importante che tutti i soggetti coinvolti nell’interazione usino il medesimo codice comunicativo. Comunicare efficacemente non vuol dire soltanto “sapersi esprimere”, ma è di estrema importanza osservare alcune regole.

I discorsi devono succedersi regolarmente nel rispetto dell’alternanza dei turni: quando si è in molti a parlare, lo spazio di parola deve essere equamente usufruito da tutti; si deve parlare uno per volta, senza sovrapporsi e senza interrompere chi sta conducendo un discorso.

Bisogna ascoltare e prestare interesse a ciò che dice l’interlocutore.

Ci si deve attenere all’argomento di cui si parla.

Bisogna essere chiari, non devono esserci vuoti nel discorso e nemmeno eccessi di parola; non si deve dire né di più né dimeno.

Comunicazione non verbale: questa fa riferimento a tutto ciò che non ha niente a che vedere con il

parlato, fanno parte di questa: i gesti, le espressioni del volto, l’aspetto fisico, la postura, l’orientamento e le distanze nello spazio, l’abbigliamento, i cinque sensi ecc.

Nonostante ciò, gli elementi che sono estranei al linguaggio parlato, ci permettono di capire qualcosa di più di una persona, poiché sono aspetti comunicativi che hanno una notevole efficacia. Una caratteristica fondamentale della comunicazione non verbale, è il carattere di solito involontario delle informazioni che gli interlocutori forniscono di se stessi; è inevitabile fare gesti, avere espressioni

mutevoli del volto e così via. “E’ impossibile non comunicare”. In ogni situazione di relazione in cui siano presenti almeno due persone, ogni comportamento, sia esso vocale, gestuale o posturale, assume un significato comunicativo che ha effetti sull’altro. Non esiste un “Non comportamento”, l’attività o l’inattività, le parole o i silenzi,i gesti, lo sguardo e la postura hanno tutti valore di un messaggio; influenzano gli altri e gli altri, a loro volta, non possono non rispondere a queste comunicazioni. Quindi anche le caratteristiche fisiche, ad esempio il colore della pelle, l’altezza ecc, ci comunicano qualcosa. E’ evidente che: decisioni, valutazioni, reazioni o impressioni di una persona, si formano e si arricchiscono per effetto di messaggi non verbali. Attraverso di essi infatti, l’individuo raccoglie elementi su status e personalità del suo interlocutore, sulla disposizione emotiva, l’atteggiamento favorevole o ostile nei suoi confronti e, infine, sulla dinamica della comunicazione in corso. L’importanza di questi segnali è che in essi manca una vera e propria grammatica,quindi sono meno controllati e probabilmente più genuini.

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Altro fattore molto importante a cui si deve prestare molta attenzione quando si comunica, è il modo in cui gestiamo lo spazio intorno a noi, a come lo sfruttiamo e lo organizziamo, poiché anche questo parla di noi. L’organizzazione delle distanze tra le persone si definisce “prossemica”.

Nel dialogo tra due o più persone, vi sono quattro zone di distanze possibili, per ciascuna delle quali si hanno diverse modalità di comunicazione, in cui sono coinvolti i cinque sensi.

Distanza intima: è una distanza molto ravvicinata con l’interlocutore (max 45 cm.). la presenza

dell’altro è evidente e può essere talvolta coinvolgente, è la zona che la persona considera di sua proprietà. Normalmente è la distanza tra fidanzato, comunque, tra due persone intime.

Distanza personale: è la posizione che le persone assumono nella loro relazione spaziale, è indice dei rapporti sociali e/o dei sentimenti reciproci. Questa zona si estende da una soglia che consente di toccare facilmente l’altro, fino a un limite in cui due persone possono toccarsi e stringersi la mano allungando il braccio dai 45 ai 120 cm). Di norma è la distanza che separa le persine mentre lavorano.

Distanza sociale: è la distanza in cui si trattano gli affari interpersonali, mantenuta negli incontri

occasionali. E’ la distanza che rende possibile continuare a lavorare in presenza di altri senza apparire sgarbati; è la distanza che ci separa dagli estranei.

Distanza pubblica: è nettamente al di là della sfera di coinvolgimento. Di solito corrisponde alla

massima distanza possibile tra due persone in un dato ambiente , ad esempio quando siamo al ristorante.

Alcuni segnali non verbali: ☻ L’attenzione che una persona mostra rispetto a una situazione d’ascolto si riesce a capire

dalla postura del corpo; ad es. portare il busto in avanti è indice d’attenzione.

Gradimento è legato alle labbra, es. mordicchiarsi le labbra significa “vorrei ma non posso”. Giocherellare con un oggetto (matita, anello, ecc.) indica interesse. Passarsi una mano fra i capelli è collegato al desiderio di coinvolgimento. Interesse è legato all’olfatto, quindi la zona del viso vicino al naso; al contrario se ci si strofina

il dito sotto le narici. ◊◊ Riflessione: è un dialogo interiore e si manifesta con piccoli movimenti del tipo circolari.

Quando ci si tocca il mento c’è una maggiore riflessione.

Per comunicare con gli altri dobbiamo instaurare un rapporto,

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Quando la comunicazione tra due o più individui raggiunge il suo optimum si dice che si è instaurato un ottimo rapporto. Quando comunicare con una determinata persona riesce difficile si afferma che "è impossibile rapportarsi ad essa". Vi sono persone estranee che tuttavia suscitano in noi fiducia immediata, magari invece uno dei nostri vicini di casa che incrociamo di sfuggita da oltre vent’anni non ci ha mai "ispirato" fiducia.

Quando due o più esseri umani si incontrano entrano subito in moto meccanismi automatici (sia consci che inconsci) attraverso i quali l’individuo avvia un processo di confronto e di identificazione con l’altro. Se l’esito di tale processo è giudicato complessivamente positivo si instaura tra i due rapport. Quando le persone si trovano nello stato di rapport sono portate a rispondere più facilmente ai nostri stimoli, alle nostre proposte, alla nostra persona in generale.

Il rapport può essere definito come quell’empatia, quella fiducia, che è necessariamente la base su

cui ogni buon rapporto poggia. L’esperienza insegna che il rapport si costruisce più sul piano della relazione che su quello del contenuto – attraverso i gesti, il tono della voce, lo sguardo, le pause nel parlare, ecc.

Uno dei chiari segni della presenza di rapport è che la relazione diviene simbiotica, ossia gli individui tendono verso un compromesso comportamentale, una specie di punto d’intesa su uno o p iù piani della relazione. Si può notare facilmente come due cari amici vadano col tempo assimilando sempre più la gestualità reciproca, la mimica facciale, le espressioni verbali, le posture, fino al punto di venire scambiati per fratelli. Questo è dovuto al fatto che la prolungata esperienza di rapport reciproco ha generato una vera e propria simbiosi comportamentale duratura.

Gli strumenti attraverso i quali si può creare il rapport sono:

Calibrazione (Calibration);

Ricalco (Pacing o rispecchiamento);

Guida (Leading);

Per calibrazione (calibration) si intende avere la capacità di porre l'attenzione sull'altro, di osservare la sua fisiologia e il suo modo di parlare, al fine di calibrare la nostra comunicazione in base alla sua. Questo termine indica l'utilizzo di un'acutezza sensoriale in attesa che si verifichi un cambiamento da parte dell'interlocutore verso uno stato esterno (tono della voce, gestualità, colore della pelle, postura, tensione muscolare) che indica l'avvenuto cambiamento del suo stato interno.

Il ricalco o rispecchiamento (pacing o mirroring) indica entrare in rapporto con l'interlocutore e "sintonizzarsi" sulla sua frequenza. Esso quindi consiste nell'allinearsi modificando il modo di atteggiarsi, parlare e agire ricalcando i modi dell'interlocutore; consiste, quindi, nell'allinearsi modificando il modo di atteggiarsi, parlare e agire ricalcando i modi dell'interlocutore osservare il suo punto di vista.

Questo può essere fatto solo dopo aver osservato i suoi comportamenti, aver individuato

i predicati sensoriali che utilizza.

La guida (leading) rappresenta la terza e ultima fase del rapport, in cui, una volta "agganciato" l'interlocutore tramite il ricalco, è possibile modificare il proprio ritmo e l'andatura, portando questo a fare lo stesso. La guida viene considerata come la conseguenza del ricalco, e indica in termini semplici "avere un effetto sul comportamento dell'altra persona portandola al cambiamento". Usando la tecnica

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della guida il comunicatore porta l'interlocutore a una certa conclusione, presentandogli nuove alternative o nuovi punti di vista durante la conversazione per fargli prendere nuove direzioni.

Lista di Cose che Agevolano il Rapport

Essere in accordo con l’altro.

Parlare ad una velocità che l’altro possa seguire.

Uniformare la propria respirazione a quella dell’altro.

Sbattere le palpebre al ritmo dell’altro.

Annuire al ritmo dell’interlocutore, quando annuisce.

Camminare al passo e con l’andatura dell’altro.

Lista di Cose che Interferiscono sul Rapport

Essere in disaccordo con l’altro.

Parlare più velocemente di quanto l’altro possa ascoltare.

Respirare diversamente all’altro.

Sbattere le palpebre ad un ritmo diverso da quello dell’altro.

Non annuire quando l’interlocutore annuisce, o annuire ad un ritmo diverso, o muovere la testa lateralmente in segno di negazione.

Camminare ad un passo ed un andatura diversi da quelli dell’altro

RIEPILOGO

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Occhi - testa - spalle

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L’IMPORTANZA DELL’ATTENZIONE

RICONOSCIMENTI FISICI - PSICOLOGICI

RICONOSCIMENTI CONDIZIONATI –INCONDIZIONATI

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RICONOSCIMENTI POSITIVI/NEGATIVI

NESSUN RICONOSCIMENTO

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Analisi Transazionale Analisi Transazionale" indica la "transazione" ovvero lo "scambio" che si verifica tra due individui che

comunicano. Più precisamente, con Transazione si vuole intendere qualsiasi scambio che avvenga fra due o più persone: un dialogo e' una transazione, cosi come può esserlo, ad esempio, uno scambio di gesti di affetto.

Nell'affrontare determinate situazioni, le persone, tendono a ripetere un "copione", ovvero le esperienze

vissute nell'infanzia, vengono continuamente riproposte come strategie operative, anche se a volte si rivelino auto-lesioniste o dolorose. L'Analisi Transazionale e' quindi una teoria psicologica che studia l'individuo all'interno dell'ambiente in cui vive, attraverso i comportamenti che manifesta. Lo scopo di questa teoria della personalità e' quello di indagare i comportamenti dei soggetti in relazione, comprendere le motivazioni per cui a volte si sente disagio ed individuare quali siano le modalità più opportune per evitare il disagio e vivere, il più possibile, in armonia. Per raggiungere questi obiettivi, l'Analisi Transazionale, scompone la struttura della personalità in tre elementi distinti (stati dell'Io):

o Il Genitore

o Il Bambino

o L'Adulto

Ognuno di questi stati di personalità si esprime, agisce ed entra in relazione con gli altri nelle diverse situazioni in cui ci veniamo a trovare e ogni stato dell’Io ha degli aspetti positivi e degli aspetti negativi.

Lo stato "Genitore" e' costituito dall'insieme dei valori recepiti durante l'infanzia dai propri educatori:

genitori, insegnanti etc.; dobbiamo distinguere che lo stato dell’Io Genitore (G) può manifestarsi nelle persone in due modi: quindi come Genitore Affettivo (GA), e come Genitore Normativo (GN).

Il Genitore Affettivo è la parte “che si prende cura di”, materna e comprensiva; si esprime in atteggiamenti di cura, protezione o di collera. Questa parte è in grado di mettere dei limiti in modo fermo, efficiente, ragionevole; dice agli altri quali comportamenti sono adeguati e quali no, facendo in modo che l’altro non si senta perdente o frustrato.

Il GA manda messaggi: “Tu sei OK”. Il tono di voce è dolce, i gesti sono attenti e rispettosi. Le parole indicano comprensione e affetto. I messaggi sono di fare piuttosto che di non fare. Per es. “Cammina più lentamente e sarà meno pericoloso” al posto di “Non correre”. Aspetti positivi: fornisce aiuto e comprensione al momento giusto, a chi ne ha bisogno e lo desidera. Il messaggio inviato è “Ti amo”. Il prendersi cura degli altri deriva da un autentico rispetto per la persona aiutata. Es.: “Vuoi una mano per questo lavoro? In caso positivo, dimmelo.” Aspetti negativi: è iperprotettivo, si sostituisce agli altri facendo le cose al posto loro quando non gli è

richiesto e non è necessario frenando perciò lo sviluppo di colui che intende aiutare. Il messaggio inviato è “Lo faccio io al posto tuo”. Il dare aiuto proviene da una posizione di superiorità che svaluta l’altro. Es.: avvicinarsi e dire “Dai che ti aiuto io”, strappando dalle mani quello che l’altro sta facendo, e completandolo al suo posto.

Il Genitore Normativo è la parte che racchiude l’insieme dei precetti, dei principi morali, delle

norme e dei giudizi sui valori, sia positivi che negativi; si esprime come parte severa, che somministra regole e dà ordini.

Il GN manda messaggi: “Tu non sei OK”. Tende a inviare messaggi di non fare anziché di fare, esagera e generalizza. Tale messaggio è trasmesso dal tono di voce, stridulo o grave, dall’uso delle parole, dall’espressione del viso, dai gesti.

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Aspetti positivi: insegna, fissa regole, mantiene le tradizioni in modo forte e deciso. Il messaggio è “Non fare così”. Le direttive genitoriale mirano autenticamente a proteggere e/o promuovere il benessere. Es.: il medico che dice al paziente “Smetta di fumare perché le fa male!” Aspetti negativi: svaluta l’altro, tende ad esagerare e generalizzare, ricorre al sarcasmo. Il messaggio è

“Sei sempre il solito” oppure “Bisogna essere un cretino per fare queste cose” o, più sottilmente, in modo lamentoso “Ma perché fai sempre così?”

Lo stato dell’Io Adulto è la parte che osserva, raccoglie, registra e utilizza ogni tipo di informazione:

informazioni interne, provenienti dagli altri stati dell’Io (G e B); informazioni esterne, provenienti dall’esperienza e dalla realtà circostante.

L’Adulto è quindi indispensabile alla sopravvivenza stessa dell’individuo, poiché consente d i affrontare efficacemente il mondo esterno. Anche per lo stato dell’Io Bambino sul piano funzionale dobbiamo distinguere: Il Bambino Adattato (BA), che ha una funzione di rispetto e di adattamento alle norme; si esprime ogniqualvolta una persona ricorre ad un sistema di comportamenti noti per vivere in armonia con le “figure genitoriali” e/o per ottenerne segni di attenzione (carezze). Il Bambino Libero (BL), che ha una funzione di espressione libera, non vincolata da leggi e perciò esprime spontaneità, voglia di divertirsi ed una funzione creativa-intuitiva, porta la persona a trovare una buona soluzione per ogni questione. Bambino Libero Aspetti positivi: reagisce all’ambiente in modo affettivo esprimendosi liberamente, senza prestare attenzione a regole o limiti genitoriali. Es.: “Ehi, ragazzi! Ho un’idea per divertirci domenica”. Aspetti negativi: può danneggiare se stesso e gli altri non tenendo conto della realtà. Es.: “Facciamo una corsa!” (su una strada pericolosa alterati dall’alcool, …) Bambino Adattato Aspetti positivi: acquisisce ed utilizza automaticamente quei comportamenti che gli permettono di raggiungere i suoi scopi, ottiene quello che vuole senza disagio per sé e per gli altri, e risparmia un bel po’ di energia mentale. Es.: Il soldato che saluta l’ufficiale, così da non essere punito. Aspetti negativi: reagisce rifiutandosi di adattarsi ai messaggi genitoriali, anche se ciò sarebbe ragionevole: si comporta perciò in maniera lesiva, poiché ha imparato dall’esperienza che così facendo

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attira l’attenzione degli altri. Es.: Il soldato che non saluta il suo superiore e poi si chiede quale sia il motivo della sua punizione. Ci si può ribellare in maniera più sottile: dimenticando, procrastinando, facendo piccoli errori, i capricci, mettendo il broncio, definendosi, autoaccusandosi, sentendosi confusi o arrabbiati. Spesso i sentimenti sono di rabbia, frustrazione, depressione, colpevolezza e confusione. Il messaggio è “Non riuscirai a farmelo fare” oppure “Non sono capace”. Possiamo ancora aggiungere il piccolo professore: creativo, intuitivo e manipolativo

Possiamo schematizzare quanto detto finora con il seguente modello che esprime in quale modo le strutture degli stati dell’Io si manifestano a livello comportamentale:

Per comprendere meglio passiamo ora ad illustrare i differenti stati dell’Io mediante l’analisi del dialogo interno di un ragazzo di 16 anni di fronte ad una bella ragazza:

Mi sembra una sgualdrinella_____________________Genitore Normativo Ma forse è una ragazza perbene__________________Genitore Affettivo Ci sono delle possibilità che possa uscire con me_____Adulto Mi piace molto, è carina_________________________Bambino Libero Ma si accorgerà certamente che io non valgo

e quindi è meglio lasciar perdere__________________Bambino Adattato

Nella vita sociale di ogni giorno l’analisi dei comportamenti verbali e gestuali ci fornisce dati preziosissimi per riflettere sul proprio vissuto, sul modo di socializzare, sul metodo adottato per impostare gli scambi relazionali, sulla percezione che hanno di noi gli altri, ponendo tale percezione a confronto con la personale immagine di sé. Il tipo di vestiario, i gesti, l’atteggiamento, le parole, la voce, ed altri indizi, aiutano a riconoscere quale stato dell’Io viene attivato. Le caratteristiche dei vari comportamenti degli stati dell’Io sono indicati nella seguente tabella:

GENITORE AFFETTIVO

GENITORE NORMATIVO

ADULTO BAMBINO LIBERO

BAMBINO ADATTATO

VOCABOLARIO Ti voglio bene Bravo… Magnifico…

Devi… Sii… Dovresti… Bisogna che… Ridicolo… Sempre…

Come? Perché? Chi? Mi sembra… Quando?

Voglio. Non voglio. Accidenti! Urca! Cavolo!

Per favore… Provare Sperare Non posso. Se vuoi...

TONO DI VOCE

Dolce Soave Calda Rassicurante

Profonda Severa Stridula Disgustata

Uguale

Libera Forte Energica

Piagnucolante Diffidente Conciliante

GESTI

Sorriso Abbraccio Braccia aperte Accettazione

Indice puntato Fronte aggrottata Agitare i pugni

Pensosi Vigilanti Aperti

Disinibiti Rilassati Spontanei

Imbronciati Tristi Ingenui

ATTEGGIAMENTO

Comprensivo Amorevole Generoso

Autoritario Moralizzante Di giudizio Di minaccia

Retto Valutazione dei dati

Voglioso Divertente Mutevole

Di richiesta Vergognoso

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Analisi delle transazioni Le transazioni sono degli scambi comunicativi tra due persone: un dialogo è una serie di transazioni, così come lo può essere uno scambio di gesti affettuosi. L’analisi delle transazioni ha lo scopo di favorire il controllo del comportamento nelle relazioni interpersonali, ovvero il controllo sociale da parte della struttura dell’adulto. Infatti questa analisi permette la diagnosi degli stati dell’Io che hanno emesso gli stimoli e le risposte. Utilizzando lo schema GAB, possiamo rappresentare uno scambio relazionale utilizzando i vettori di comunicazione in uso presso gli analisti transazionali. Le transazioni possono essere dirette e chiare come nelle cosiddette transazioni parallele, dove sono interessati gli stessi stati dell’ego dei due interlocutori e complesse quando coinvolge più di uno stato dell’Io (fig. 3)

A seconda della direzione dei vettori di comunicazione si hanno transazioni complementari, con vettori paralleli, e transazioni incrociate quando i vettori si intersecano (fig. 4).

La qualità del messaggio transazionale può essere di tipo sociale, relativo al contenuto verbale, di tipo psicologico, relativo prevalentemente al linguaggio non verbale (mimiche del volto, gesti, posture, tonalità vocali, ecc.). Tale duplice presenza può essere raffigurata come in fig. 5

Le transazioni parallele, dove sono interessati gli stessi stati dell’Io dei due interlocutori,

rappresentano le situazioni più facili, poiché nella transazione viene usato lo stesso codice e

viene messo in gioco il medesimo sistema di valori; la comunicazione potrebbe pertanto

continuare all’infinito.

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- Questi giovani sono maleducati -Che ore sono?. -Che forza!

e ribelli. - Sono le tre. - Cavoli, sono proprio

- Chissà come andremo a finire. bravi!

primo “si assiste ad uno scambio tra due persone al livello Genitore, si potrebbe trattare di due persone

del buon tempo passato che stanno commentando, in forma di giudizi dogmatici, certi comportamenti della gioventù d’oggi”; nel secondo si tratta di uno scambio tra due persone al livello Adulto, può essere una normale richiesta di informazione; nel terzo è proposto uno scambio che coinvolge due persone al livello Bambino, potrebbe riguardare due tifosi di calcio mentre guardano l’incontro domenicale della loro squadra preferita. Le transazioni parallele che coinvolgono stati dell’Io diversi, come quelli sopra riportati, possono avere luogo senza serie difficoltà, poiché gli stati dell’ego dei due interlocutori sono chiari e ben definiti, e ciò sta a significare che ogni interlocutore accoglie il proprio ruolo nello scambio, ossia accetta di buon grado il ruolo che l’altro gli definisce.

Sotto tre esempi di transazioni parallele tra stati dell’ego diversi: nel primo esempio la transazione parte dallo “stato dell’ego Bambino di chi inizia lo scambio, che si rivolge in cerca di sostegno e protezione ad uno stato dell’ego Genitore del suo interlocutore, potrebbe benissimo essere rappresentata da un rapporto fra un automobilista che cerca di giustificare un’infrazione stradale con un argomentare piagnucoloso ed un vigile burbero ma accomodante che sgrida ma è disposto a perdonare”; nel secondo esempio lo stimolo di partenza dell’interlocutore è attivato dal suo livello Bambino al livello Adulto del suo destinatario, ciò potrebbe delinearsi come un momento di crisi professionale di un marito che al rientro a casa manifesta alla moglie “timori ed angosce in forma emotiva di autodenigrazione, e riceve dalla moglie una serie di consigli fondati su ragioni logiche per superare la crisi”; nel terzo esempio “lo stimolo di chi avvia lo scambio viene determinato dal livello Adulto, ma si indirizza al livello Genitore del destinatario, configura una particolare situazione nella quale una persona conscia delle proprie debolezze invoca l’intervento del suo interlocutore, che con atteggiamento autoritario gli impedisca di agire contro ai suoi interessi, come un marito sofferente di pressione alta che invita la moglie a nascondergli la scatola dei dolciumi di cui è particolarmente goloso.”

- Lo so, lo so… dovevo mettere - - Anche oggi sono tornato tardi - - Questa scatola di dolci le cinture. e sono stanco. Non ce la faccio più. non è buona per me. Mi scuso ma …. - Questo lavoro mi carica d’ansia, - Perché non la nascondi - Mi raccomando signorina, non so se mi piace e non so - dalla. mia vista? tenga presente che… se è quello giusto per me - Caro, sei certamente molto stanco - Senz’altro, caro.

per parlare così. Ogni nuovo lavoro Lascia fare a me! dà ansia e ciò non aiuta certo a vedere la situazione con obiettività.

“Quando stimolo e reazione si incrociano sul diagramma transazionale del GAB, la comunicazione si interrompe”. Pertanto quando l’interlocutore destinatario non accetta il ruolo che l’emittente gli attribuisce e

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risponde da un diverso stato dell’ego si verifica una transazione incrociata,quella comunicazione si

interrompe ed un’altra ne prende probabilmente il posto (l’esempio di un marito che chiede alla

moglie: “Cara dove sono i miei gemelli?” (richiesta di informazione da Adulto ad Adulto) e la

moglie, che probabilmente è stanca o nervosa, risponde “Cercali, dove li hai lasciati!”

(risposta da Genitore a Bambino). E’ certo che lo scambio finirà con una lite; se la moglie avesse invece risposto “Non lo so ma ora ti aiuto a cercarli” (risposta da Adulto ad Adulto), lo scambio avrebbe potuto proseguire in un’atmosfera serena. Ancora un esempio in cui una madre ordina ad una figlia di riordinare la sua stanza dicendo “Chiara, vai ad ordinare la tua stanza!” e la figlia risponde “ Tu non hai alcun diritto di dirmi questo, alla mia età. In questa casa solo il papà può dare gli ordini perché è lui che porta a casa i soldi.”

In questi esempi di transazioni incrociate è evidente che almeno uno dei due interlocutori tende a scaricare all’esterno cioè a proiettare sull’altro interlocutore il suo disagio, la sua rabbia, la sua frustrazione o il suo rancore. E’ naturale che tale stato psichico negativo diventi causa di blocco non permettendo che la comunicazione possa aver luogo tra due persone. Perché la comunicazione sia efficace è necessario che ambedue gli interlocutori siano disponibili a farla crescere in un clima propizio. L’emittente pertanto deve porre grande attenzione a come imposta il messaggio (stimolo), perché in

genere la risposta (reazione transazionale) viene sintonizzata su di esso. E’ necessario che dal ricevente venga posta uguale attenzione all’adeguata comprensione del messaggio. Se quest’ultimo non fosse sufficientemente chiaro il ricevente può porre delle domande di chiarificazione, per es. “Puoi spiegarmi meglio? Vuoi essere così cortese da ripetere ciò che hai detto perché non ho afferrato bene?”, oppure può ricorrere alla riformulazione del messaggio ricevuto, per es. “Se non ho capito male, tu pensi che … , Se ho ben interpretato tu vuoi dire,…”. E’ naturale che sia nel porgere il messaggio che nel rispondervi sia data importanza a tutti gli elementi verbali e non verbali precedentemente indicati, poiché il paralinguaggio gioca un ruolo importante nello scambio comunicativo pari a quello del linguaggio stesso.