1. Introduzione - Città di Venezia | Comune di Venezia · pannelli di calcestruzzo armato...

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1. Introduzione

2. Elementi di variante rispetto alle previsioni della vigente VPRG per la città antica

3. Definizione progettuale e scelta delle alternative 3.1 Dimensioni 3.2 Mobilità 3.3 Caratteristiche formali e cromatiche 3.4 Definizione delle alternative

4. Descrizione del progetto

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1. Introduzione

Il progetto preliminare per un nuovo studentato dell’Università Ca’ Foscari di Venezia è stato definito partendo da molteplici aspetti di natura contestuale, normativa, volumetrica e programmatica e nel rispetto di un contesto fragile come quello del centro storico veneziano. L’area di progetto, di proprietà dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, è localizzata nel quartiere di Santa Marta, in una zona della città facilmente identificabile da punto di vista planimetrico perché compressa dall’imponente massa volumetrica del Cotonificio Veneziano, di proprietà dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e sede della Facoltà di Architettura, la zona portuale prospiciente il Canale della Giudecca e il quartiere popolare di Santa Marta. E’ inoltre il nodo di una serie di connessioni pedonali potenziali e dal forte interesse pubblico attualmente non valorizzate a causa di alte recinzioni murarie. L’area interessata da questo progetto preliminare si pone in continuità con l’edificio chiamato “Parallelepipedo” che è già stato protagonista di un progetto definitivo di adeguamento e recupero da adibire a residenza studentesca. Il nuovo progetto si sviluppa quindi in aderenza alle scelte progettuali definite in quel progetto e le rafforza attraverso il recupero dell’edificio denominato “Cubo” e con la realizzazione di un nuovo volume. L’area di Santa Marta ospita la Facoltà di Chimica dell’Università Ca’ Foscari, e le relative aule, uffici e laboratori. E’ intenzione dell’Università ripensare completamente l’area cambiandone la destinazione d’uso. L’inserimento di un nuovo studentato di 600 posti letto per la stessa università è soprattutto l’occasione per ripensare l’area e trasformarla in un nodo urbano strutturato da nuovi flussi pedonali.L’area è caratterizzata dalla presenza dell’edificio denominato “Cubo” nella parte centrale del sito. L’edificio, di cui è verificata l’insussistenza dell’interesse culturale (D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42), è databile ai primi anni del Novecento e ha subito numerose modifiche e nel corso degli anni. L’area presenta inoltre numerosi annessi attualmente utilizzati come depositi e officine per attività legate alla manutenzione e alle attività dei laboratori dei quali è stata verificata di cui è verificata l’insussistenza dell’interesse culturale (D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42). Nella parte meridionale dell’area è presente edificio di costruzione recente (inizio anni ’90) in pannelli di calcestruzzo armato costruito in aderenza al muro di recinzione dell’area adibito ad ospitare aule. Nella parte a nord invece è presente un blocco continuo su due livelli che ospita l’attuale accesso all’area, aule e il teatro Poli, istituzione culturale con un programma culturale importante e connesso alla vita del quartiere.

Area di progetto

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2. Elementi di variante rispetto alle previsioni della vigente VPRG per la città antica

Le norme del VPRG del Comune di Venezia per la Città Antica, individuano, per ogni edificio presente all’interno dell’ambito di progetto, il tipo di intervento ammissibile definendo i limiti di trasformabilità del singolo corpo edilizio.

Nel suo complesso, il progetto di realizzazione della “Nuova residenza universitaria Santa Marta” asseconda tutte le norme vigenti indicate del PRG ma, proprio in virtù della nuova destinazione d’uso prevista, è stato necessario prevedere alcuni elementi di variante rispetto alle previsioni della vigente VPRG per la città antica.

Edificio Kot-Knt Il piano prevede che tali edifici siano compatibili con la funzione residenziale. Visto che il progetto prevede la realizzazione di alloggi per studenti, è necessario che all’interno della categoria residenziale siano anche incluse le “abitazioni collettive”, categoria propria del progetto della nuova residenza universitaria.

Edificio 7a L’edificio 7a è identificato come Knt*; le NTA prevedono il mantenimento o il decremento del suo volume ma non la sua demolizione. Proprio per la sua posizione in un punto strategico dell’area e in vista delle sue potenzialità di riqualificazione, si rende necessaria la richiesta della sua demolizione con conseguente riconfigurazione del suo volume all’interno dell’ambito di intervento.

Edificio “Cubo” – Nr L’edificio denominato “Cubo” presenta una struttura formatasi nel tempo a seguito di interventi successi che ne hanno modificato sia l’aspetto esterno che interno. Per poter mantenere la sua traccia ormai consolidata nel contesto, è necessaria una profonda modifica della sua organizzazione spaziale interna per poter accogliere la nuova funzione di residenza universitaria. Con tale obbiettivo, al fine di ottimizzare gli spazi a disposizione, si rende necessaria una sopraelevazione con conseguente aumento del volume.

Volume dell’ambito di intervento L’ambito di intervento presenta un indice fondiario pari a 4,37 mc/mq. Il progetto per la nuova residenza universitaria prevede di ospitare 602 posti alloggio per studenti, necessitando così di un volume superiore a quello esistente nell’ambito di progetto. Si rende quindi necessario un aumento della volumetria complessiva dell’area per poter ospitare la nuova popolazione studentesca, richiedendo quindi un incremento di cubatura pari al 12.2% ottenendo così un indice di 4,98 mc/mq.

Gli elementi di variante rispetto alle previsioni della vigente VPRG per la città antica, previsti dal progetto hanno un loro comune denominatore nella ridefinizione di alcuni dei volumi esistenti e pertanto necessitano di uno strumento che permetta di garantire il controllo e coordinamento di tali interventi. Per questo si è individuato nel “Progetto Unitario”, lo strumento portante per il controllo delle trasformazioni volumetriche proposte dal progetto “Residenza universitaria Santa Marta”.

Per questi motivi, il progetto e' stato sviluppato in stretta collaborazione con la Soprintendenza in modo da poter valutare assieme tutti i punti sopra descritti. Alla stessa Soprintendenza è stato sottoposto il progetto preliminare che ha ottenuto il parere preventivo alla fattibilità degli interventi in data 31 gennaio 2013 protocollo n° 1431.

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3. Definizione progettuale e scelta delle alternative

La definizione volumetrica del progetto nasce dall’interazione di molteplici aspetti: il rispetto del vincolo paesaggistico, l’individuazione delle permanenze storiche del contesto sia urbane che volumetriche, le indicazioni del PRG e le necessità della committenza.

A seguito di un’attenta analisi storica (vedi Relazione tecnica) sono state individuate le preesistenze importanti caratterizzanti l’area non solo dal punto di vista storico artistico ma anche da quello prettamente spaziale e volumetrico. A partire da questa individuazione si è investigato su come si potessero migliorare le

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intrinseche qualità spaziali dell’area per favorire le riconnessioni urbane con il contesto e aumentare la sua vivibilità e percorribilità interna.

Il processo di studio progettuale ha individuato come, attraverso l’attuazione di azioni mirate, si potesse migliorare il rapporto con la città esistente e allo stesso tempo favorire l’inserimento sociale della nuova residenza universitaria.

3.1 Dimensioni.

Lo studentato deve ospitare almeno 600 posti letto (di cui 134 posti letto sono già stati previsti nel progetto definitivo di recupero del “Parallelepipedo” già approvato ed esterno all’ambito del progetto unitario).

La superficie totale dell’area oggetto di intervento è di 8.748 mq mentre la volumetria esistente è pari a 38.209 mc da cui si può calcolare facilmente che l’indice attuale di volume è pari 4,37 mc/mq. Se si considera che l’indice di edificabilità fondiaria ammesso nel centro storico secondo il DM 2 aprile 1968 n1444 è pari a 5mc/mq, ciò consente una ipotetica volumetria massima di 43.740 mc.

SITUAZIONE ESISTENTE:

SUPERFICIE TOTALE AREA OGGETTO DI PROGETTO UNITARIO 8.748 mq

VOLUME TOTALE ESISTENTE 38.209 mc

INDICE DERIVATO DELLA VOLUMETRIA ESISTENTE 4,37 mc/mq

DATI PROGETTO UNITARIO:

SUPERFICIE TOTALE AREA OGGETTO DI PROGETTO UNITARIO 8.748 mq

INCREMENTO DI VOLUME PER NUOVA COSTRUZIONE 12,2%

VOLUME DI NUOVA COSTRUZIONE 5.319 mc

VOLUME TOTALE PROGETTO UNITARIO 43.527 mc

INDICE DELLA VOLUMETRIA TOTALE DEL PROGETTO UNITARIO 4,98 mc/mq

Dato il contesto delicato in cui si va ad operare si è deciso di intervenire bilanciando in modo adeguato vari aspetti: il numero di stanze richieste da parte della committenza, il numero di piani massimo, le distanze minime tra edifici e un adeguato studio dello spazio aperto. In questo modo i nuovi valori ottenuti per la nuova conformazione volumetrica dell’area sono:

- volume complessivo dell’intervento di 43.527 mc (di cui 5.319 mc di nuova costruzione)- indice di edificabilità fondiaria 4,98 mc/mq - aumento di volume pari al 12,2%

Si è scelto di indagare in particolar modo due aspetti: il rapporto tra costruito e spazio aperto, e la costruzione in altezza.

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Il primo aspetto è considerato fondamentale per la definizione di un progetto unitario in una città come Venezia e soprattutto in un nodo urbano come quello analizzato. Si è scelto quindi di realizzare nuovi spazi aperti con caratteristiche formali e spaziali diverse e con dimensioni adatte a ospitare la vita studentesca e i nuovi flussi di attraversamento pedonale.

Per quanto riguarda il secondo aspetto si è notato come il contesto sia costituito da edifici che hanno un numero di piani variabile tra i tre ed i cinque piani. Sono stati quindi individuati gli immobili più alti con cinque piani fuori terra e si è deciso di adattare il progetto al contesto realizzando i nuovi corpi di fabbrica rapportandoli alla scala degli edifici limitrofi strutturando i nuovi volumi con un numero di piani variabile solo tra tre e quattro rimanendo quindi al di sotto dei 5 piani presenti nel contesto.

Mappatura edifici limitrofi con altezze superiori ai 5 piani

Un attento studio ha portato all’individuazione degli edifici vincolati indicati dalle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Venezia. Si nota come l’unico edificio vincolato sia il “Corpo A Edificio 6” , porto nell’angolo nord-est del ambito di progetto (adibito attualmente ad aula didattica) catalogato come Kot delle N.T.A.

Per tutti gli altri edifici e’ stata richiesta una verifica dell’interesse culturale a seguito della quale è emersa l’insussistenza dell’interesse culturale.

In seguito ad approfondite analisi storiche e contestuali si è deciso di mantenere tutti gli edifici presenti sul fronte nord lungo la Calle Lunga Santa Marta in modo da preservare un fronte urbano consolidato e mantenere la presenza del teatro in quanto attività pienamente integrata nella vita cittadina. Lungo questo fronte è prevista una sola modifica per l’ ”Edificio 5°”: la falda del lato nord viene sollevata e posta in continuità con quella dell’edificio 5b recuperando così le altezze minime necessarie per poter ospitare nuove stanze per studenti.

Per quanto riguarda i depositi costruiti in aderenza al muro di confine ovest ( indicati con i nomi Edifici “7a", “8a", “8b” e “9”) destinati attualmente a stoccaggio di materiale obsoleto si propone la loro demolizione per favorire il collegamento con il quartiere di Santa Marta e l’attiguo Campiello dello Stendardo.

A sud, invece, si trovano le aule prefabbricate a due piani realizzate negli anni 90 costruite in aderenza al muro perimetrale dell’ambito di progetto. Si propone la demolizione di questo edificio per poter sfruttare al meglio la volumetria esistente e con un minimo aumento volumetrico realizzare un nuovo corpo di fabbrica al cui interno possano essere ospitati i futuri alloggi per gli studenti.

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L’edificio denominato “Cubo” invece, viste le sue generose dimensioni volumetriche ben si presta ad un riuso che permetta di realizzare una nuova configurazione spaziale interna e una migliore vivibilità e percorribilità degli spazi ad oggi carente per poter ospitare la nuova residenza universitaria.

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3.2 Mobilità.

L’area potrà diventare un nodo di flussi pedonali importante.

Come già indicato l’area presenta un interessante e potenziale sistema di mobilità interna, caratteristica che la rende “molto veneziana”. Si è scelto di potenziare il sistema pedonale nord-sud, di fatto già in uso dagli studenti e di aprire un varco sul muro a est per mettere in contatto l’area con il piccolo giardino pubblico del Campiello dello Stendardo e conseguentemente con l’intero quartiere di Santa Marta. Nella zona sud (in blu) si segnala la potenziale connessione con l’area di San Basilio.

3.3 Caratteristiche formali e cromatiche

Gli assunti iniziali sono stati quelli di definire volumi il più possibile rispettosi delle volumetrie già presenti nel contesto e scegliere colori e materiali aderenti alle cromie della città.

E’ stato necessario individuare materiali che potranno dialogare con quelli degli edifici esistenti e che possano realizzare un rapporto silenzioso senza sovrapporsi a quelli presenti.

Ad esempio per le facciate dei nuovi volumi, la finitura con pannelli prefabbiricati (ad esempio i pannelli tipo GRC) garantirebbe la realizzazione di superfici che permettono una gamma cromatica flessibile nell’accostamento con i materiali esistenti, garantirebbero la durabilità nel tempo e faciliterebbero allo stesso tempo le fasi realizzative. Lo scopo è che i nuovi materiali fungano quasi da sfondo a quelli esistenti permettendo una mutua coesistenza.

3.4 Definizione delle alternative

Le caratteristiche descritte ai punti precedenti sono state considerate fondamentali nella definizione della proposta progettuale.Sono state studiate varie conformazioni che si sviluppano principalmente a partire dalla definizione del percorso nord-sud a dalla sua intersezione con quello proveniente da est. In questo modo si genera un vuoto che funge da nucleo centrale sia nel rapporto tra i vari edifici e sia nelle percorribilità dell’area. A partire da questo punto fermo, sono state individuate varie conformazioni dei pieni. Gli edifici sono stati pensati in rapporto al miglior soleggiamento possibile e alla possibilità quindi di ospitare il minor numero possibile di stanze nei fronti nord. Si è cercato di distribuire le camere in modo democratico e di evitare di creare retri, dato che uno degli obiettivi principali è sempre stato quello di creare un nodo urbano di particolare intensità di flussi pedonali, un quartiere vivo e protagonista della vita studentesca.

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Infine si è cercato di porsi in una sorta di giusta distanza dall’edificio “Parallelepipedo” in modo da mantenerne una sorta di autonomia figurativa e riconoscibilità.

1. 2. Schemi progettuali iniziali

Schemi di progetto iniziali

La base comune delle ipotesi è quella di mantenere le facciate del “Cubo” e realizzare al suo interno una corte aperta all’uso pubblico, su cui affacciano gli alloggi degli studenti, che si trasformi nel punto principale di attraversamento dell’area. Le partizioni orizzontali del “Cubo” vengono sostituite da tre nuovi interpiani con a conclusione un nuovo coronamento che non incomba sui volumi circostanti.

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Le varie ipotesi progettuali hanno riguardato soprattutto il nuovo volume costruito a sud dell’area di intervento. Se da un lato si rende necessaria la costruzione a confine nel tratto con andamento nord-su (in modo da mantenere i 10 metri tra le facciate del nuovo edificio e quelle del Parallelepipedo), dall’altro si è deciso di distanziare il nuovo volume, con andamento est-ovest, di 5 metri dal muro di confine (VEDI SOL.1). In questo modo si raggiunge il duplice obbiettivo di avere tutti gli alloggi affacciati a sud e allo stesso tempo si realizza un giardino ad uso esclusivo su cui affacciano le stanze presenti al piano terra dell’edificio.

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4. Descrizione del progetto

Il progetto è frutto di un attento bilanciamento tra spazio aperto e volumi costruiti; è costituito dal riuso del Cubo, da un volume di nuova costruzione e dal mantenimento degli edifici sul lato nord del lotto.Oltre al delicato rapporto spaziale con l’edificio “Parallelepipedo” è stata dedicata particolare attenzione sia nel rapporto volumetrico tra nuovo e preesistenza sia nel trovare la dimensione adatta per la definizione di uno spazio aperto adatto ad accogliere la vita studentesca.

L’elemento cardine del progetto è la riqualificazione del “Cubo”che svolge una triplice funzione all’interno dell’area di progetto:

- accoglie gli alloggi degli studenti - definisce il percorso ad uso pubblico all’interno della sua corte - stabilisce al piano terra nuove relazioni tra gli spazi perimetrali aperti ad est, ovest e nord.

Per poter accogliere la funzione di residenza universitaria, era necessario ridefinire completamente l’interno dell’edificio e per questo sono stati inseriti 3 nuovi piani fuori terra oltre al piano terra (in sostituzione dei due esistenti che, in virtù dei 5 m. di interpiano, non risultavano compatibili con la nuova funzione) con un sistema distributivo interno che permettesse un affaccio degli alloggi sia all’interno della corte e sia lungo il perimetro esterno.

L’inserimento della nuova corte interna permette, oltre all’affaccio al suo interno degli alloggi garantendone le illuminazioni e areazioni necessarie, anche e soprattutto l’attraversamento al piano terra del percorso di uso pubblico che costituisce l’asse nord-sud di attraversamento dell’area. In questo modo il nuovo passaggio pubblico conferisce al Cubo l’importante ruolo di connettore urbano.

La facciata esistente viene mantenuta e ripulita da tutte le dotazioni impiantistiche ad oggi presenti e vengono tolti tutti gli infissi esistenti lungo il perimetro. In sostituzione è previsto un nuovo rivestimento che si pone come sfondo uniforme rispetto alla facciata esistente e allo stesso tempo risolve i raccordi tra i marcapiani della facciata esterna e i solai dei nuovi livelli. Il rivestimento viene definito da una serie di pannelli fissi che però in corrispondenza delle nuove bucature si possono aprire svolgendo così anche la funzione di sistema oscurante: in questo modo l’omogeneità dello sfondo permette di far risaltare, all’esterno, la facciata originaria del Cubo.

L’ultimo livello sale oltre la linea di gronda originaria definendo un nuovo coronamento arretrato rispetto al filo esterno della facciata esistente che permette di leggere nel suo insieme le peculiarità e le irregolarità del muro perimetrale esterno originario.

Per quanto riguarda gli edifici esistenti lungo il fronte nord, vengono mantenuti tutti nel loro aspetto esteriore, ad eccezione dell’edificio 5a per il quale è previsto il rialzamento della copertura per porla in continuità con quella del 5b in modo da poter ricavare delle altezze sufficienti ad ospitare alcuni alloggi per studenti. Al loro interno vengono riviste le partizioni in modo da ospitare al piano terra piccole attività di vicinato mentre al piano superiore gli alloggi per studenti.Il ruolo del teatro Poli, un nodo culturale della vita di questa parte della città è potenziato grazie alla presenza dello studentato che porta in questa zona un alto numero di possibili fruitori.

A sud, invece, viene realizzato un nuovo volume a forma di “L” che in parte, con andamento nord-sud, insiste sul perimetro attualmente occupato da una costruzione in pannelli prefabbricati in calcestruzzo armato adibito ad aule e in parte, con andamento est-ovest, si dispone parallelo al Canale della Giudecca. Questo nuovo edificio è costruito in parte in aderenza al muro perimetrale dell’area di progetto (nella parte con sviluppo nord-

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sud), in parte invece, a distanza di 5 metri dal confine nel lato con andamento est-ovest. La prima parte ha uno sviluppo su tre piani mentre l’altra raggiunge i quattro piani dialogando così con il Cubo.

Le facciate sono definite da pannelli tipo GRC (glass reinforced concrete) disposti con andamento verticale per riprendere la scansione delle facciate sia del Cubo sia del Parallelepipedo, e che sottolineano la presenza del nuovo edificio nel rapporto con le preesistenze. I pannelli avranno caratteristiche cromatiche e tattili che dialogheranno con i materiali presenti nell’area e allo stesso tempo denoteranno la loro natura contemporanea.

Per quanto riguarda le distanze degli edifici di nuova costruzione dagli edifici confinanti è sempre rispettata una distanza minima di 10 metri dai fronti finestrati.

L’individuazione dei nuovi flussi pedonali che insistono sull’area è però l’aspetto principale che ha influenzato la conformazione dei nuovi volumi. Il passaggio nord-sud è stato una delle caratteristiche principali riscontrate nell’area assieme al collegamento est-ovest con il piccolo giardino di quartiere attraverso un varco sul muro di recinzione e un sottoportico.

Per quanto riguarda lo spazio aperto questo si divide in percorsi che strutturano gli attraversamenti ad uso pubblico e le aree inerbite. Entrambe definiscono tre ambiti principali:

- il grande vuoto centrale - le fasce lungo i percorsi principali - lo spazio attorno al Cubo

Nel primo prevale nettamente la zona inerbita disposta di fronte alle vetrate del bar posto al piano terra dell’edificio a sud. Il secondo prevede un sistema parallelo di fasce inerbite ai lati dei percorsi pedonali mentre il terzo, attorno al Cubo, si configura come area più riservata per gli studenti.

Le parti inerbite sono interrotte da vari tipi di piantumazioni e anche solo da un diverso trattamento del manto erboso in modo da rompere la monotonia di un grande piano inerbito definendo così vari ambiti diversi tra loro.

L’area è percorribile liberamente in ogni punto e sono studiati tutti gli spazi aperti in modo da non presentare retri o spazi poco adatti alla socialità, caratteristica fondamentale per uno studentato universitario.

I percorsi e gli spazi interni all’area universitaria sono aperti all’uso pubblico in quanto il progetto è pensato in continuità diretta con la vita del quartiere e universitaria. Il controllo sociale diurno è garantito posizionando le portinerie negli spazi visivamente strategici mentre in orari notturni è prevista la chiusura attraverso cancelli mobili che garantiscono un’adeguata privacy allo studentato.