1 IL BATTESIMO DEI BAMBINI ED IL RINNOVAMENTO DELLA PRASSI PASTORALE.

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1 IL BATTESIMO DEI BAMBINI ED IL RINNOVAMENTO DELLA PRASSI PASTORALE

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IL BATTESIMO

DEI BAMBINI

ED IL RINNOVAMENTO

DELLA PRASSI

PASTORALE

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Sul territorio delle nostre diocesi

la richiesta del Battesimo è

un’eredità felice del passato:

se la domanda spesso

richiede di essere ri-educata,

comunque merita di essere

accolta e valorizzata.

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In un tempo di cambiamenti

rapidi e globali, la Chiesa si

sente sollecitata a trasmettere

con efficacia la fede alle

nuove generazioni:

può e deve realizzare questo

compito concentrandosi sui

grembi generatori naturali di

evangelizzazione che sono:

- la comunità ecclesiale

- la famiglia.

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Di qui lo sforzo di rinnovare la

prassi battesimale non solo

nei riti celebrativi, ma :

- nella preparazione seria dei

genitori e padrini/madrine;

- nel coinvolgimento pieno

della comunità ecclesiale,

ancora prima.

Si colma così il tradizionale

vuoto tra la celebrazione del

battesimo e quella degli altri

sacramenti dell’iniziazione

cristiana.

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Oltre la riscoperta della

grandezza e bellezza del

Battesimo per i propri figli,

viene sollecitato il risveglio

graduale della fede dei

giovani genitori, con il ritorno:

- alla sequela del Signore;

- all’appartenenza ecclesiale;

- all’assunzione dello stile di vita

evangelicamente improntato.

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LA DOMANDA

DEL BATTESIMO

COME OCCASIONE

DI

EVANGELIZZAZION

E

DELLA FAMIGLIA

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Davanti alla richiesta del sacramento si devono contemperare 2 esigenze: - la fede pasquale della Chiesa che è inscritta nel compimento stesso del rito battesimale e che decisamente supera la fede di quanti presentano il bambino al Battesimo;

-la consapevolezza almeno minimale del dono che si riceve proprio perché la grazia germinale del Signore possa essere accolta nella incomparabile dignità e coltivata con responsabilità, fino alla piena crescita e personale riappropriazione interiore.

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Diverse sono le situazioni socio-religiose dei genitori, come pure le situazioni dei figli: - c’è chi ha un legame forte e vivo con la comunità cristiana;- c’è chi è più saltuario nella partecipazione;- c’è chi è indifferente od ostile.

Molti genitori aspettano mesi e anni prima di chiedere il battesimo per il loro bambino o per più bambini assieme.

Spesso c’è forte divario nella fede stessa dei coniugi.

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L'impegno più rilevante è quello di evangelizzare tutte le svariate situazioni familiari che si incontrano: sposati civilmente, separati, divorziati risposati, coppie di fatto, conviventi, ragazze madri, famiglie di non credenti in cui un solo coniuge si dichiara cristiano. Da qui la necessità di una adeguata competenza ed una sensibilità umana e pastorale per un incontro sincero con le persone ed una autentica evangelizzazione, pur nella gradualità dei passi esigiti dal buon senso.

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Solo quando un bambino

vive nella sfera di una fede

concretamente

testimoniata in casa sarà

per lui naturale appropriarsi

per gradi della fede.

L’infanzia si presenta

sempre più stagione

determinante per la

strutturazione della

personalità, anche sotto il

profilo morale-religioso,

secondo le acquisizioni

psico-pedagogiche recenti.

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Alcuni presbiteri e collaboratori

sono così perplessi per i motivi

poco chiari e le situazioni tanto

problematiche dei genitori da

preferire il rimando a tempo

indeterminato del sacramento.

Talvolta si accendono con

questi genitori – indifferenti

od ostili, almeno

all’apparenza – conflitti

irrimediabili di

incomprensione reciproca.

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Qualche presbitero e

operatore pastorale

sopravvaluta i deboli legami

con la comunità cristiana

della famiglia che bussa e si

illude che non vi sia distanza

tra quanto i genitori

desiderano, chiedendo il

sacramento, e ciò che la

Chiesa ritiene di compiere

celebrando il Battesimo.

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PARROCCHIA

E RINNOVAMENTO

PASTORALE

DA ZERO A SEI ANNI

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Il rinnovamento degli

itinerari del diventare

cristiani costituisce

un’urgente priorità

pastorale, le cui condizioni

di fattibilità sono:

- la corresponsabilità

organica degli operatori;

- i percorsi differenziati per i

genitori e i padrini/madrine;

- l’accoglienza ed il

sostegno della comunità,

soprattutto eucaristica

domenicale.

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Si deve affrontare il tema dei padrini e delle madrine affinché non siano figure insignificanti e non siano confinate soltanto alla stretta cerchia dei parenti.

Bisogna invitare i genitori a identificare come padrino e madrina una figura significativa nella maturazione umana e religiosa del figlio o della figlia, -a partire dalla prossimità del luogo di presenza ed esperienza - e fino alla quantità/qualità del tempo dedicato all’interazione.

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Il cambiamento della prassi non può certo passare sopra le teste delle persone: è una realtà che va responsabilmente compresa e scelta.

Occorre far maturare la coscienza comunitaria, opportunamente.

Risulta necessario dedicare tempo ad illustrare e a motivare il senso del cambiamento:

- nelle assemblee liturgiche domenicali;- nei momenti di incontro con i genitori; -nelle convocazioni dei Consigli Pastorali Parrocchiali o di Unità Pastorale.

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Identificare la piccola comunità che accompagna i genitori ed i padrini/madrine è la seconda priorità pastorale.

Con queste persone preparate (e non “perfette”) si può progettare un adeguato cammino di fede per le giovani famiglie.

I genitori devono percepire la presenza almeno indiretta di una comunità ecclesiale e non del prete, semplicemente, perché responsabile a livello pastorale.

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Il gruppo evangelizzante cercherà di:- Condividere la teologia della iniziazione cristiana, recuperando l'unità dei tre sacramenti.

- Identificare le tematiche di fondo che possano accompagnare genitori, padrini/madrine alla riscoperta della vita in Cristo (cf. Premesse al Rito).

- Definire il numero e la modalità degli incontri, modulando la proposta secondo le famiglie interessate. - Prevedere incontri col Parroco, di gruppo in parrocchia con le altre coppie di genitori, personalmente nelle proprie case con catechisti/e.

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La comunità può essere sensibilizzata nell'accompagnare con la preghiera.E la domenica dei Battesimi - poche volte e principalmente durante le solennità liturgiche più adatte (Veglia Pasquale, Pentecoste, Epifania, Festa del Battesimo di Gesù, Solennità Patronale) - deve assumere: • una adeguata solennità liturgica• una dimensione di calorosa ed umana accoglienza;• il senso della festa, senza dimenticare il rimando alla solidarietà e alla carità.

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Per inserire questo cammino nella comunità parrocchiale si possono ipotizzare – con l’autorizzazione del Vescovo locale - tre momenti celebrativi durante l’Eucaristia domenicale della comunità:

-la presentazione dei battezzandi e dei loro genitori (cf. accoglienza, segno della croce, impegno alla responsabilità educativa);

-l'unzione pre-battesimale;- -il rito comunitario del Battesimo (cf. i segni liturgici e il coinvolgimento attivo dell'assemblea).

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Si impongono, da zero a sei-sette anni, come itinerari ben ordinati e articolati:

• la pastorale pre-la pastorale pre-battesimale battesimale (dalla domanda del Battesimo alla prima accoglienza della famiglia);

• la celebrazione del la celebrazione del sacramentosacramento, possibilmente comunitaria;

• la pastorale post-la pastorale post-battesimalebattesimale (- dalla celebrazione fino ai tre anni del bambino; - dai tre anni fino all’inizio dell’iniziazione cristiana).

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TEMPI OBIETTIVI CONTENUTI METODO CELEBRAZIONI COMUNITA’

PREPARAZIONE

IMMEDIATA

AL BATTESIMO

Suscitare“simpatia”verso la

comunitàecclesiale

Rendere i genitori

consapevoli del significato della

richiesta del sacramento

Il mistero della vita

Il dono della fede

Il rapporto tra grazia e libertà

Incontro del Parroco con i

genitori

Incontri domiciliari dei

catechisti battesimali

Incontri dei gruppi di genitori e padrini/madrine

in parrocchia

Presentazione comunitaria dei battezzandi e unzione pre-battesimale

Battesimo comunitario in

parrocchia

Esprime padrini/madrine

Accompagna pregando

Vive la celebrazione

comunitaria del Battesimo e fa

convivialità

Lascia un ricordo (icona,

libro…)

DAL BATTESIMO

FINO ALLA

SCU

OLA

MATERNA

Svolgere la prima

evangelizzazione

Rendere responsabili i

genitori dell’azione educativa

Ragionevolezza della fede

Annuncio dei misteri cristiani

principali

Testi:BenedizionaleCatech. Bamb.

Preghiera in famiglia

Catechesi domiciliari

Incontri con altre coppie di genitori

in parrocchia

Anniversario del battesimo

Festa del papà e della mamma

Ricorrenze particolari

Conoscenza dei gruppi familiari e di altri gruppi

parrocchiali

DURANTE

LA SCUOLA

MATERNA

Accompagnare nella crescita personale di

fede

Motivare i genitori come

primi educatori dei figli

Attivare i genitori a collaborare con la scuola, l’oratorio, ecc.

Approfondimento della fede

in chiave ecclesiale

Incontri di preghiera

e di confronto con la Parola

a casae in parrocchia

Consegna del catechismo dei

bambini

Celebrazioni comunitarie

(Epifania, Maria Bambina, Mese di maggio, Festa

famiglie, ecc.)

Prime esperienza di

gruppodei bambini in oratorio

Incontri formativi dei genitori per

sapere educare meglio

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I L C A T E C E C H I S T A

B A T T E S I M A L E

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La pastorale battesimale realizza due dimensioni fondamentali della Chiesa: la missionarietà e la corresponsabilità dei fedeli laici all'interno della comunità ecclesiale.

Il parroco non si assume più da solo il peso dell'accoglienza e dell'accompa-gnamento delle famiglie; né i laici/laiche non si presentano come sostituti dei pastori o come aiutanti ausiliari.

Il contatto continuativo e diretto con le famiglie attraverso catechisti/e battesimali favorisce la mediazione culturale del Vangelo a medio livello e corrisponde oggi alle attese delle famiglie, anche se in superficie le cose sembrano manifestarsi molto diversamente.

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Ferma restando la bontà di un itinerario formativo di gruppo in parrocchia, la catechesi battesimale a domicilio è certo una interessante nuova forma di evangelizzazione.

In quanto mirata, capillare, stabile, popolare, essa è una tappa della più ampia catechesi per e con gli adulti.

Può essere assunta autonomamente proprio per la sua semplicità: si adatta ad ogni situazione pastorale e può essere guidata sia da persone che hanno un basso o medio livello culturale, purché ben preparate.

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Per un buon catechista battesimale possono essere individuati almeno questi atteggiamenti di fondo:

Gratuità: non è positivo strumentalizzare il rapporto che si instaura nella simpatia per forzare le convinzioni altrui, per contare i risultati, per gratificare il proprio operato. La missionarietà considera solo il bene, l’autentico bene della persona, alla quale è rivolto, tenendo conto della sua libertà.

Gradualità: gli uomini d'oggi hanno bisogno di una parola di speranza e di conforto. E l’annuncio, poi, va fatto tenendo conto delle situazioni concrete, rifuggendo ogni confronto aspro e lasciando cadere ogni ostilità preconcetta, promuovendo invece accoglienza e comprensione. Va sempre privilegiato chi è più lontano dal nostro modo di pensare e di agire, il che non significa mancare di chiarezza o risolutezza nelle posizioni di convinzione personale.

Prossimità: prima del destinatario, è l'evangelizzatore che deve sforzarsi di compiere interiormente il primo passo ed avanzare, sorretto dalla magnanimità d’animo sia nell’accogliere con fiduciosa larghezza sia nell’accompagnare con completa dedizione.

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IN FAMIGLIA: SCHEDE BIBLICHE PER GLI INCONTRI CON I GENITORI

(Itinerario A)

2.0 Premessa metodologica

2.1 La figura di Nicodemo (Lectio di Giovanni 3, 1-8)

2.2. Il significato del nome (Lectio di 1 Samuele 3, 1-10)

2.3 La Samaritana (Lectio di Giovanni 4, 5-22)

2.4 Il battesimo di Gesù (Lectio di Luca 3, 15-22)

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Scheda 1 - La figura di Nicodemo - (Lectio di Giovanni 3, 1-8) Introduzione Utilizzato già nella Chiesa antica come catechesi battesimale, questo racconto proprio dell'evangelista Giovanni illustra splendidamente il significato del sacramento incentrato sulla nuova nascita: se la vita nella carne – vale a dire la natura - è fragile e incerta, la vita che fiorisce dallo Spirito – ossia la grazia dall’alto – è promessa del regno eterno di Dio, perché l’uomo è impotente a darsi a salvezza. Nicodemo, fariseo, fedele custode e scrupoloso osservante della legge, maestro riconosciuto della religione, avverte nella persona, nell’insegnamento e nelle opere di Gesù una novità che sembra sconvolgere alla radice il rapporto religioso. Egli è convinto che per appartenere al regno di Dio è necessario e sufficiente la discendenza dalla stirpe di Abramo e l’osservanza della legge mosaiaca. Gesù mostra invece che per entrare nel regno di Dio occorre un rinnovamento totale e radicale: entrare nella vita come un nuovo essere non dipende da noi ma da Dio e questo avviene nel segno dell’acqua, per opera delle Spirito. Intuiamo che la figura di Nicodemo è emblematica e rispecchia l'uomo/la donna di tutti i tempi che coltiva in sé domande profonde e sinceramente va alla ricerca delle risposte più giuste. Nel colloquio diversi elementi mettono in luce la strategia pastorale di Gesù che, incrinando le iniziali certezze dell’uomo sicuro e osservante della tradizione, rilancia la re-ligione della Parola che è lui stesso, il Verbo fatto carne. Vale la pena insistere sull’orizzonte del brano evangelico che è quello della fede che salva. Infatti, i nostri rapporti di ogni tipo sono fondati sulla fiducia: diversamente nulla sarebbe stabile ed affidabile; non ci sarebbe possibilità alcuna di agire. La fede è una valutazione ragionevole di ciò che non si vede, desunta da ciò che si vede: è un’ipotesi che giustifica l’azione, che successivamente si può e si deve verificare. L’uomo non può vivere senza la fede: il problema semmai è dove riporre ragionevolmente la propria fiducia, servendosi dell’intelligenza e dell’esperienza. Credere in Gesù significa fondare il senso della propria vita sull’affidabilità del suo amore di Figlio che rivela quello del Padre: solo in questo modo viene sconfitta la minaccia insidiosa dell’idolatria, accovacciata alla porta del cuore di ciascuno e mascherata spesso dall’indifferenza religiosa. Preghiera O Signore, che non hai rifiutato di accogliere Nicodemo nella notte e con pazienza e benevolenza lo hai compreso, sostenuto ed ascoltato, rispondendo ai suoi dubbi e indicandogli la via, accompagna anche noi nel cammino di ricerca della verità, dissipa le nostre tenebre più riposte e fitte e fa' che, illuminati dal tuo Spirito e rafforzati dalla tua grazia, possiamo approdare a una fede sempre più sicura. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Lettura del testo

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Dal vangelo secondo Giovanni C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Il contesto Il colloquio tra Nicodemo e Gesù ha luogo di notte, che a quei tempi incominciava con il calar del sole, dunque alla sera. Molto si è scritto su questo particolare: desiderio di quiete e di tempo, in modo da condurre il dialogo sino in fondo e con tranquillità? Oppure paura di compromettersi? Oppure perché la notte è simbolo della situazione dell’uomo? Oppure ancora è un’annotazione poetica e ricca di fascino perché rimanda allo sfondo vuoto e nero, dove si stagliano le due figure, così che nulla distragga l’attenzione? Conveniamo facilmente che il particolare non ha solo un significato cronologico, ma simbo-lico-spirituale: probabilmente per Nicodemo la notte è il momento propizio della ricerca personale, al di fuori dell'ufficialità, in un contesto di riservatezza e magari di timidezza; per Gesù la notte è il tempo fuori orario, un tempo da perdere gratuitamente e liberamente. C'è dunque già qualcosa che favorisce il colloquio fra Gesù e Nicodemo, prima ancora delle parole che si dicono, ed è il tempo che ciascuno mette a disposizione ed è il clima di simpatia che si instaura. Si potrebbe concludere: un contesto di reciproca accoglienza e di dialogo franco; un luogo privilegiato di incontro, come la casa. Attualizzazione Diversi elementi del racconto documentano un iniziale scambio di ruoli. A parlare per primo non è Gesù (la Parola che salva), ma è Nicodemo (colui che è andato a cercare Gesù, ad ascoltare il Maestro): a parlare inizialmente è quello che dovrebbe ascoltare e ad ascoltare è colui che deve parlare! Una bella partenza anche per il catechista, oggi, che va in casa per parlare e scopre che innanzitutto è chiamato ad ascoltare e a far parlare l'altro. Ancora, a un primo sguardo, l’iniziativa è di Nicodemo, perché è lui che viene da Gesù ed è lui che parla per primo; tuttavia, a ben riflettere, il protagonista è Gesù, perché è Lui che conduce il discorso ed è di Lui che sempre si parla. Così, avviene spesso nelle nostre comunicazioni interpersonali, ma soprattutto nel dialogo con Dio. Come si presenta Nicodemo a Gesù? E’ interessante notare che non viene da Lui immediatamente con una domanda bensì con una conclusione sua e di altri: non è un uomo in ricerca, ma è sicuro e sa già e proprio in questa falsa sicurezza sta la ragione ultima della sua incomprensione di Gesù a partire dai segni che compie. Ci si domanda se non siano proprio questi gli atteggiamenti che il catechista deve provocare in chi accosta: per chi si ritiene credente, la consapevolezza che la propria fede religiosa è comunque inadeguata alla portata genuina della rivelazione; per chi è tiepido nella fede o addirittura lontano, la nostalgia della fede sicura e concreta.

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Che cosa poi risponde Gesù? Non si mette in cattedra a spiegare né una dottrina, né una liturgia, né una morale ma invita a fare un cammino che implicherà anche una dottrina, una liturgia, una morale. Innanzitutto si tratta di un cammino che assomiglia alla nascita di un bambino. Capita spesso secondo il Vangelo che l’uomo ponga domande e si dia risposte che Gesù è costretto a capovolgere, come appunto avviene qui. Gesù (apparentemente) non segue Nicodemo nel suo riconoscimento, nemmeno ribatte parlando direttamente di sé, accettando o correggendo o rifiutando l’opinione che l’interlocutore ha formulato su di Lui. Gesù sposta sempre l’attenzione sul Regno di Dio: non subito però sul significato da attribuirvi ma sulle condizioni per comprenderlo appieno e orientarsi nella vita verso il suo conseguimento. Dunque, significato del dialogo di Nicodemo con Gesù non è la spiegazione in quanto tale di una verità, ma un invito a fare un cammino. E’ facile immaginare le obiezioni che possono insorgere nell’incontro con i genitori quando si manifesta il desiderio di passare dalla richiesta del battesimo del proprio figlio al perfezionamento della propria fede adulta, o al suo risveglio, alla sua riappropriazione. Anche Nicodemo è sorpreso dall’atteggiamento di Gesù e controbatte in tono un po' infastidito con la domanda «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Infatti, era venuto per mettere in discussione Gesù e invece si vede messo lui stesso in discussione. Ci si deve aspettare allora qualche reazione di resistenza di fronte alla proposta di un percorso: la riscoperta della fede, dei sacramenti della chiesa, della coerenza morale non è sempre piana e attraente. Stando alla narrazione di Giovanni, non pare che Nicodemo sia entrato subito a far parte del gruppo dei discepoli di Gesù. Nicodemo continuerà a tenere una certa distanza da Gesù, ma non più come un estraneo osservatore, bensì come un credente a disagio nel suo ambiente, al punto da non condividere più i pregiudizi e alla fine, uscendo allo scoperto, portando gli aromi al sepolcro di Gesù. Anche, per noi vale la pazienza evangelica del contadino che attende a suo tempo i frutti, dopo aver dissodato e seminato la terra con generosità. Come nel colloquio di Gesù con Nicodemo, tutto il cammino di accompagnamento è legato a un cordiale atteggiamento di accoglienza e di disponibilità che già provoca la domanda: perché lo fa? È l'interrogativo spontaneo che la gente - poco assidua alla parrocchia o addirittura lontana - rivolge al catechista laico che spende il suo tempo nelle case altrui. Già per il semplice fatto che Nicodemo cerca Gesù si evidenzia un inizio di fede, sebbene il segno risulti ancora ambiguo. Analogamente si può pensare di chi domanda il sacramento: il genitore sa o crede di sapere il motivo, ma soltanto se messo alla prova riesce a comprenderne la ragione di fondo che lo sollecita, e quindi a purificarla o rieducarla se incoerente. Conclusione Si può pensare di chiudere l’incontro con la Benedizione della famiglia (CEI, Benedizionale nn. 404-423)

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IL RINNOVAMENTO

DELLA PRASSI

PASTORALE

POST - BATTESIMALE

DA ZERO A TRE ANNI

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Con l’avvento dei figli, la coppia diventa in senso pieno e specifico una famiglia: la Chiesa deve essere ancora più vicina ai genitori perché accolgano i loro figli e li amino come dono ricevuto dal Signore della vita, assumendo con gioia la fatica di servirli nella loro crescita umana e cristiana. (Familiaris Consortio nr. 69)

E’ necessario continuare a mettere in atto ogni attenzione e iniziativa per -favorire in ogni famiglia la formazione di un'autentica comunità di persone, -sostenere le singole coppie nel loro ulteriore compito di trasmissione della vita, -aiutarle nell'esercizio del loro originario compito educativo, -promuovere in ciascuna di esse un'autentica spiritualità familiare.

(Direttorio Pastorale Familiare nr. 107)

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La famiglia non può essere semplice destinataria di annuncio e catechesi, ma deve essere vista soggetto protagonista e specifico.

La forma di ogni proposta è quella di un cammino di co-educazione alla fede e nella fede cristiana di genitori e figli, educandosi reciprocamente nel ritmo abituale della vita familiare, con i suoi tempi, i suoi linguaggi, le sue esperienze.

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Gli stessi figli possono e devono essere man mano riconosciuti come veri soggetti attivi, capaci di sollecitare occasioni di formazione sul piano della fede anche per gli adulti secondo le differenti e progressive età.

I bambini sono capaci di interpellare con la loro presenza i genitori stessi a una riplasmazione della fede cristiana, mediante domande curiose e con intuizioni intelligenti.

In questo meraviglioso processo di crescita partecipano presto i fratelli, i nonni, gli zii, come i padrini e le madrine.

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Se nel preparare il Battesimo si constatava l’infruttuosità di un accompagnamento ristretto, a maggior ragione diventa adesso evidente l’opportunità di “percorsi formativi”.

Con una differenziazione opportuna degli obiettivi, dei temi, delle modalità nelle proposte educative, il post-battesimo riesce a configurarsi come autentico percorso “mistagogico”.

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La Chiesa italiana ha preparato il Catechismo dei bambini Lasciate che i bambini vengano a me come guida autorevole.

I genitori possono- interiorizzare per se stessi- concretizzare per i figli tutti i sapienti suggerimenti educativi del testo per la crescita umana e spirituale, - nell’orizzonte della ferialità - e della prossimità affettiva.

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E’ indubbia l’efficacia della collaborazione dei catechisti che hanno preparato i genitori al Battesimo dei figli.

La conoscenza e l’amicizia maturate nella stima e simpatia garantiranno la continuità dell’annuncio di fede, a nome di tutta la comunità parrocchiale.

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Il “primo annuncio” diventa evangelizzazione sempre più sistematica o 'catechesi' vera e propria.

Si propone la presentazione sempre più completa di ciò che Cristo ha detto, ha fatto e ha comandato di fare.

Nella rinascita e maturazione della fede, la catechesi si salda sempre più alla liturgia e alla carità nelle sue molteplici forme personali e comunitarie.

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TEMI INTRODUTTIVI

1.Il “Vangelo” della famiglia (Il volto di Dio-Trinità nella vita coniugale e familiare)

2. Il servizio alla vita (Il figlio come benedizione, dono e compito)

3. L’arte di educare (alla verità, alla bellezza, alla bontà)

4. L’evoluzione psico-pedagocica del bambino (L’educazione graduale, armonica, integrale)

5. Lo sviluppo morale-religioso

(Il “sapore” di princìpi-atteggiamenti spirituali)

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ITINERARIO A: IN FAMIGLIA

1. Gesù presentato al Tempio

2. Gesù ritrovato nel Tempio

3. Gesù e i bambini

4. Il salmo 8 (Grandezza del Signore e dignità dell’uomo)

5. Il salmo 131 (Sono sereno e tranquillo)

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IL RINNOVAMENTO

DELLA PRASSI

PASTORALE

POST - BATTESIMALE

DA TRE A SEI ANNI

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Tra le pareti domestiche, la famiglia genera alla fede con una sua forza propria più di quanto non si possa immaginare.

Dopo il battesimo, è la famiglia – spesso allargata alla presenza preziosa dei nonni - ad offrire il contesto naturale della fede, con ricchezza di gesti semplici e abituali

La comunità cristiana, se non deve sostituirsi ai genitori, non può però non accompagnare le giovani famiglie in questo delicato compito, promuovendo occasioni educative integrative.

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“La parrocchia è Chiesa presente tra le case degli uomini”: la suggestiva definizione dei Vescovi italiani del 2003 suscita però qualche interrogativo.

- Queste parole esprimono un sogno o una realtà? - Possono dirsi veramente il volto delle nostre parrocchie?- Oppure manifestano, al massimo, un buon desiderio?

Le trasformazioni in atto nella nostra società costringono la parrocchia a ripensarsi, a trovare occasioni, stile, linguaggio idonei ad esprimere il suo sforzo di venire incontro alle attese d’oggi.

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È necessario che i genitori offrano ai loro figli proposte di vita familiare che siano occasioni autentiche di educazione della fede, come ad es.- la preghiera del mattino e della sera,- la celebrazione delle Feste, - la lettura comune di qualche pagina della Bibbia illustrata per i più piccoli.

Va da sé l’opportunità di interazione con altri adulti significativi della parrocchia: deve stare sempre più a cuore la scelta, la formazione e la cura degli operatori pastorali, consacrati o laici, singoli o coppie, che sono disponibili alla pastorale battesimale.

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Il Catechismo dei bambini istituisce una analogia molto affascinante tra l’anno liturgico segnato dalle grandi solennità e le prime tappe di vita del figlio: - al tempo dell’Avvento (momento di attesa, perché come Gesù ogni bambino entra nella storia molto tempo prima della sua nascita, nella trepidazione della gravidanza),- succede il tempo del Natale (momento della luce, quella di una nuova vita, che provoca stupore, ammirazione e gioia), - prosegue col tempo dell’Epifania (momento della manifestazione, perché il mistero nascosto in ogni persona possa dispiegarsi in modo unico e irripetibile, nella sua vocazione originale e personale di Figlio di Dio, cultore e custode della creazione, costruttore del regno di Dio).

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TEMI INTRODUTTIVI

1. La bellezza dell’educare, oltre la necessità o la possibilità di formare

2. Coniugalità e genitorialità, senza soluzione di continuità

3. Le fondamentali crescite del bambino nell’età prescolare

4. Il vasto e graduale processo di socializzazione

5. I linguaggi dell’educazione religiosa del bambino(Il linguaggio empatico, narrativo e simbolico)

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ITINERARIO IN FAMIGLIASchede narrative

1: Il creatore del cielo e della terra2: Eva, Adamo, l’albero e Dio3: Noè e l’arca4: Abramo e Sara5: Mosè, il bimbo salvato dalle acque6: Davide scelto per essere re7: Il profeta Isaia8: L’annuncio a Maria9: Il buon samaritano10: Gesù e i bambini11: La moltiplicazione dei pani e dei pesci12: La tempesta sedata13: Signore, insegnaci a pregare14: L’angelo custode15: San Francesco di Assisi16: Santa Chiara

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1. IL CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA

Lettura del testo Tanto tempo fa esisteva solo Dio da sempre ... non c'era nient'altro, tutto era buio. Allora Dio pensò di fare un grande sole, perché con la sua luce splendente illuminasse la terra che aveva modellato, perché ci fosse il giorno.Fece la notte scura con la luna e le stelle. Dio guardò la terra non gli piaceva, perché era vuota. Allora la fece diventare più bella: con l'acqua creò il mare. Dalla terra spuntarono l'erba, i fiori e gli alberi. Ci mise tante famiglie di animali, perché vivessero liberi sulla terra, nel cielo e nel mare. Però mancava qualcuno di importante che assomigliasse a Dio, come tu assomigli a mamma e papà. Così gli venne in mente di creare le prime due persone e scelse per loro un nome: Adamo per l'uomo ed Eva per la donna. Dio guardò tutto quello che aveva fatto, vide che ogni cosa era bella e buona e fu molto contento.

Esercizio di approfondimento Prova a confrontare il disegno di pagina 72 del Catechismo dei Bambini con quello di

pagina 63: cosa trovi di uguale e di diverso? Quale ti piace di più e perché? Disegna anche tu il sole nel cielo oppure il mare con la spiaggia o ancora il parco della tua città con i prati, gli alberi, i fiori, le fontane: dove ti collocheresti con i tuoi amici o i tuoi familiari?

Osserva le fotografie del Catechismo a pagina 128 e a pagina 129: quali stagioni sono rappresentate? Quante ne mancano? Cosa accade in ognuna? Quale preferisci?

Cosa vedi, cosa senti di giorno? E invece di notte? Ti piace la luce? Ti spaventa il buio? Chissà quante volte hai guardato l’acqua: dove scorre? A che cosa serve? Noi ti sei mai chiesto chi li ha fatti e perché? Fatti aiutare a rispondere dalla tua

mamma, dal tuo papà, oppure dai tuoi nonni.

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1. NOE’ E L’ARCA

Lettura del testo Passarono molti anni, erano nati tanti uomini, tra questi c'era Noè, che era un uomo buono, amico di Dio. Un giorno Dio chiamò Noè e gli disse: “Ho bisogno del tuo aiuto. Prendi della legna e costruisci una barca grande che diventerà la casa per la tua famiglia: ci entrerai tu, tua moglie e i tuoi figli, Sem, Cam e Jafet con le loro mogli, una coppia di tutti gli animali. lo manderò una grande pioggia che coprirà tutta la terra; ma voi sarete al sicuro. Noè aveva una grande fiducia in Dio, perciò costruì la barca che chiamò arca, facendosi aiutare dai suoi figli. Quando l'arca fu pronta vi entrò con tutta la sua famiglia e tutti gli animali, maschio e femmina: le giraffe dal collo lungo, le pecore dal morbido mantello, i leoni feroci, i conigli saltellanti, gli elefanti dalle lunghe proboscidi, i serpenti striscianti. Piovve, piovve, piovve, per quaranta giorni e quaranta notti e tutta la terra diventò un grande mare, ma l'arca non affondò. Finalmente finì di piovere, Noè aspettò un po' di tempo e poi liberò una colomba per vedere se il sole avesse asciugato la terra. Essa ritornò, portando nel becco un rametto di ulivo: era il segno che era rifiorita la natura e che c'era pace tra cielo e terra. Noè aprì la porta e gli animali corsero felici e coi loro versi: belati, ruggiti, ululati, cinguettii riempirono il cielo e la terra di festa. Nel cielo apparve un grande arcobaleno che abbracciava il mondo, segno e ricordo dell'amicizia di Dio con tutti gli uomini. Noè e la sua famiglia in quella terra, costruirono una casa dove poter vivere volendosi bene.

Esercizio di approfondimento Hai mai osservato l’arcobaleno e ti sei mai stupito della sua bellezza? Quando arriva e

quanto perdura nel cielo? Quanti colori ha? Quali sono? E tu sai già usare tutti i colori? Quanti animali sai riconoscere nell’arca di Noè disegnata a pagina 77 del Catechismo?

Quale animale ti piace di più? Disegnalo e appendilo nella tua cameretta. Quale albero o fiore ti piace di più? Disegnalo e appendilo vicino all'animale. Se come Noè dovessi salvare un animale da qualche pericolo, come lo proteggeresti? Componi una piccola preghiera con le tue parole per ringraziare il Signore di tutti i suoi

doni.

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GRAZIE

PER L’

CCOGLIENZA

E L’ ATTENZIONE

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