1 IL BATTESIMO DEI BAMBINI ED IL RINNOVAMENTO DELLA PRASSI PASTORALE.
-
Upload
elario-mascia -
Category
Documents
-
view
220 -
download
2
Transcript of 1 IL BATTESIMO DEI BAMBINI ED IL RINNOVAMENTO DELLA PRASSI PASTORALE.
1
IL BATTESIMO
DEI BAMBINI
ED IL RINNOVAMENTO
DELLA PRASSI
PASTORALE
2
Sul territorio delle nostre diocesi
la richiesta del Battesimo è
un’eredità felice del passato:
se la domanda spesso
richiede di essere ri-educata,
comunque merita di essere
accolta e valorizzata.
3
In un tempo di cambiamenti
rapidi e globali, la Chiesa si
sente sollecitata a trasmettere
con efficacia la fede alle
nuove generazioni:
può e deve realizzare questo
compito concentrandosi sui
grembi generatori naturali di
evangelizzazione che sono:
- la comunità ecclesiale
- la famiglia.
4
Di qui lo sforzo di rinnovare la
prassi battesimale non solo
nei riti celebrativi, ma :
- nella preparazione seria dei
genitori e padrini/madrine;
- nel coinvolgimento pieno
della comunità ecclesiale,
ancora prima.
Si colma così il tradizionale
vuoto tra la celebrazione del
battesimo e quella degli altri
sacramenti dell’iniziazione
cristiana.
5
Oltre la riscoperta della
grandezza e bellezza del
Battesimo per i propri figli,
viene sollecitato il risveglio
graduale della fede dei
giovani genitori, con il ritorno:
- alla sequela del Signore;
- all’appartenenza ecclesiale;
- all’assunzione dello stile di vita
evangelicamente improntato.
6
LA DOMANDA
DEL BATTESIMO
COME OCCASIONE
DI
EVANGELIZZAZION
E
DELLA FAMIGLIA
7
Davanti alla richiesta del sacramento si devono contemperare 2 esigenze: - la fede pasquale della Chiesa che è inscritta nel compimento stesso del rito battesimale e che decisamente supera la fede di quanti presentano il bambino al Battesimo;
-la consapevolezza almeno minimale del dono che si riceve proprio perché la grazia germinale del Signore possa essere accolta nella incomparabile dignità e coltivata con responsabilità, fino alla piena crescita e personale riappropriazione interiore.
8
Diverse sono le situazioni socio-religiose dei genitori, come pure le situazioni dei figli: - c’è chi ha un legame forte e vivo con la comunità cristiana;- c’è chi è più saltuario nella partecipazione;- c’è chi è indifferente od ostile.
Molti genitori aspettano mesi e anni prima di chiedere il battesimo per il loro bambino o per più bambini assieme.
Spesso c’è forte divario nella fede stessa dei coniugi.
9
L'impegno più rilevante è quello di evangelizzare tutte le svariate situazioni familiari che si incontrano: sposati civilmente, separati, divorziati risposati, coppie di fatto, conviventi, ragazze madri, famiglie di non credenti in cui un solo coniuge si dichiara cristiano. Da qui la necessità di una adeguata competenza ed una sensibilità umana e pastorale per un incontro sincero con le persone ed una autentica evangelizzazione, pur nella gradualità dei passi esigiti dal buon senso.
10
Solo quando un bambino
vive nella sfera di una fede
concretamente
testimoniata in casa sarà
per lui naturale appropriarsi
per gradi della fede.
L’infanzia si presenta
sempre più stagione
determinante per la
strutturazione della
personalità, anche sotto il
profilo morale-religioso,
secondo le acquisizioni
psico-pedagogiche recenti.
11
Alcuni presbiteri e collaboratori
sono così perplessi per i motivi
poco chiari e le situazioni tanto
problematiche dei genitori da
preferire il rimando a tempo
indeterminato del sacramento.
Talvolta si accendono con
questi genitori – indifferenti
od ostili, almeno
all’apparenza – conflitti
irrimediabili di
incomprensione reciproca.
12
Qualche presbitero e
operatore pastorale
sopravvaluta i deboli legami
con la comunità cristiana
della famiglia che bussa e si
illude che non vi sia distanza
tra quanto i genitori
desiderano, chiedendo il
sacramento, e ciò che la
Chiesa ritiene di compiere
celebrando il Battesimo.
13
PARROCCHIA
E RINNOVAMENTO
PASTORALE
DA ZERO A SEI ANNI
14
Il rinnovamento degli
itinerari del diventare
cristiani costituisce
un’urgente priorità
pastorale, le cui condizioni
di fattibilità sono:
- la corresponsabilità
organica degli operatori;
- i percorsi differenziati per i
genitori e i padrini/madrine;
- l’accoglienza ed il
sostegno della comunità,
soprattutto eucaristica
domenicale.
15
Si deve affrontare il tema dei padrini e delle madrine affinché non siano figure insignificanti e non siano confinate soltanto alla stretta cerchia dei parenti.
Bisogna invitare i genitori a identificare come padrino e madrina una figura significativa nella maturazione umana e religiosa del figlio o della figlia, -a partire dalla prossimità del luogo di presenza ed esperienza - e fino alla quantità/qualità del tempo dedicato all’interazione.
16
Il cambiamento della prassi non può certo passare sopra le teste delle persone: è una realtà che va responsabilmente compresa e scelta.
Occorre far maturare la coscienza comunitaria, opportunamente.
Risulta necessario dedicare tempo ad illustrare e a motivare il senso del cambiamento:
- nelle assemblee liturgiche domenicali;- nei momenti di incontro con i genitori; -nelle convocazioni dei Consigli Pastorali Parrocchiali o di Unità Pastorale.
17
Identificare la piccola comunità che accompagna i genitori ed i padrini/madrine è la seconda priorità pastorale.
Con queste persone preparate (e non “perfette”) si può progettare un adeguato cammino di fede per le giovani famiglie.
I genitori devono percepire la presenza almeno indiretta di una comunità ecclesiale e non del prete, semplicemente, perché responsabile a livello pastorale.
18
Il gruppo evangelizzante cercherà di:- Condividere la teologia della iniziazione cristiana, recuperando l'unità dei tre sacramenti.
- Identificare le tematiche di fondo che possano accompagnare genitori, padrini/madrine alla riscoperta della vita in Cristo (cf. Premesse al Rito).
- Definire il numero e la modalità degli incontri, modulando la proposta secondo le famiglie interessate. - Prevedere incontri col Parroco, di gruppo in parrocchia con le altre coppie di genitori, personalmente nelle proprie case con catechisti/e.
19
La comunità può essere sensibilizzata nell'accompagnare con la preghiera.E la domenica dei Battesimi - poche volte e principalmente durante le solennità liturgiche più adatte (Veglia Pasquale, Pentecoste, Epifania, Festa del Battesimo di Gesù, Solennità Patronale) - deve assumere: • una adeguata solennità liturgica• una dimensione di calorosa ed umana accoglienza;• il senso della festa, senza dimenticare il rimando alla solidarietà e alla carità.
20
Per inserire questo cammino nella comunità parrocchiale si possono ipotizzare – con l’autorizzazione del Vescovo locale - tre momenti celebrativi durante l’Eucaristia domenicale della comunità:
-la presentazione dei battezzandi e dei loro genitori (cf. accoglienza, segno della croce, impegno alla responsabilità educativa);
-l'unzione pre-battesimale;- -il rito comunitario del Battesimo (cf. i segni liturgici e il coinvolgimento attivo dell'assemblea).
21
Si impongono, da zero a sei-sette anni, come itinerari ben ordinati e articolati:
• la pastorale pre-la pastorale pre-battesimale battesimale (dalla domanda del Battesimo alla prima accoglienza della famiglia);
• la celebrazione del la celebrazione del sacramentosacramento, possibilmente comunitaria;
• la pastorale post-la pastorale post-battesimalebattesimale (- dalla celebrazione fino ai tre anni del bambino; - dai tre anni fino all’inizio dell’iniziazione cristiana).
22
TEMPI OBIETTIVI CONTENUTI METODO CELEBRAZIONI COMUNITA’
PREPARAZIONE
IMMEDIATA
AL BATTESIMO
Suscitare“simpatia”verso la
comunitàecclesiale
Rendere i genitori
consapevoli del significato della
richiesta del sacramento
Il mistero della vita
Il dono della fede
Il rapporto tra grazia e libertà
Incontro del Parroco con i
genitori
Incontri domiciliari dei
catechisti battesimali
Incontri dei gruppi di genitori e padrini/madrine
in parrocchia
Presentazione comunitaria dei battezzandi e unzione pre-battesimale
Battesimo comunitario in
parrocchia
Esprime padrini/madrine
Accompagna pregando
Vive la celebrazione
comunitaria del Battesimo e fa
convivialità
Lascia un ricordo (icona,
libro…)
DAL BATTESIMO
FINO ALLA
SCU
OLA
MATERNA
Svolgere la prima
evangelizzazione
Rendere responsabili i
genitori dell’azione educativa
Ragionevolezza della fede
Annuncio dei misteri cristiani
principali
Testi:BenedizionaleCatech. Bamb.
Preghiera in famiglia
Catechesi domiciliari
Incontri con altre coppie di genitori
in parrocchia
Anniversario del battesimo
Festa del papà e della mamma
Ricorrenze particolari
Conoscenza dei gruppi familiari e di altri gruppi
parrocchiali
DURANTE
LA SCUOLA
MATERNA
Accompagnare nella crescita personale di
fede
Motivare i genitori come
primi educatori dei figli
Attivare i genitori a collaborare con la scuola, l’oratorio, ecc.
Approfondimento della fede
in chiave ecclesiale
Incontri di preghiera
e di confronto con la Parola
a casae in parrocchia
Consegna del catechismo dei
bambini
Celebrazioni comunitarie
(Epifania, Maria Bambina, Mese di maggio, Festa
famiglie, ecc.)
Prime esperienza di
gruppodei bambini in oratorio
Incontri formativi dei genitori per
sapere educare meglio
2323
23
I L C A T E C E C H I S T A
B A T T E S I M A L E
24
La pastorale battesimale realizza due dimensioni fondamentali della Chiesa: la missionarietà e la corresponsabilità dei fedeli laici all'interno della comunità ecclesiale.
Il parroco non si assume più da solo il peso dell'accoglienza e dell'accompa-gnamento delle famiglie; né i laici/laiche non si presentano come sostituti dei pastori o come aiutanti ausiliari.
Il contatto continuativo e diretto con le famiglie attraverso catechisti/e battesimali favorisce la mediazione culturale del Vangelo a medio livello e corrisponde oggi alle attese delle famiglie, anche se in superficie le cose sembrano manifestarsi molto diversamente.
25
Ferma restando la bontà di un itinerario formativo di gruppo in parrocchia, la catechesi battesimale a domicilio è certo una interessante nuova forma di evangelizzazione.
In quanto mirata, capillare, stabile, popolare, essa è una tappa della più ampia catechesi per e con gli adulti.
Può essere assunta autonomamente proprio per la sua semplicità: si adatta ad ogni situazione pastorale e può essere guidata sia da persone che hanno un basso o medio livello culturale, purché ben preparate.
26
Per un buon catechista battesimale possono essere individuati almeno questi atteggiamenti di fondo:
Gratuità: non è positivo strumentalizzare il rapporto che si instaura nella simpatia per forzare le convinzioni altrui, per contare i risultati, per gratificare il proprio operato. La missionarietà considera solo il bene, l’autentico bene della persona, alla quale è rivolto, tenendo conto della sua libertà.
Gradualità: gli uomini d'oggi hanno bisogno di una parola di speranza e di conforto. E l’annuncio, poi, va fatto tenendo conto delle situazioni concrete, rifuggendo ogni confronto aspro e lasciando cadere ogni ostilità preconcetta, promuovendo invece accoglienza e comprensione. Va sempre privilegiato chi è più lontano dal nostro modo di pensare e di agire, il che non significa mancare di chiarezza o risolutezza nelle posizioni di convinzione personale.
Prossimità: prima del destinatario, è l'evangelizzatore che deve sforzarsi di compiere interiormente il primo passo ed avanzare, sorretto dalla magnanimità d’animo sia nell’accogliere con fiduciosa larghezza sia nell’accompagnare con completa dedizione.
27
IN FAMIGLIA: SCHEDE BIBLICHE PER GLI INCONTRI CON I GENITORI
(Itinerario A)
2.0 Premessa metodologica
2.1 La figura di Nicodemo (Lectio di Giovanni 3, 1-8)
2.2. Il significato del nome (Lectio di 1 Samuele 3, 1-10)
2.3 La Samaritana (Lectio di Giovanni 4, 5-22)
2.4 Il battesimo di Gesù (Lectio di Luca 3, 15-22)
28
Scheda 1 - La figura di Nicodemo - (Lectio di Giovanni 3, 1-8) Introduzione Utilizzato già nella Chiesa antica come catechesi battesimale, questo racconto proprio dell'evangelista Giovanni illustra splendidamente il significato del sacramento incentrato sulla nuova nascita: se la vita nella carne – vale a dire la natura - è fragile e incerta, la vita che fiorisce dallo Spirito – ossia la grazia dall’alto – è promessa del regno eterno di Dio, perché l’uomo è impotente a darsi a salvezza. Nicodemo, fariseo, fedele custode e scrupoloso osservante della legge, maestro riconosciuto della religione, avverte nella persona, nell’insegnamento e nelle opere di Gesù una novità che sembra sconvolgere alla radice il rapporto religioso. Egli è convinto che per appartenere al regno di Dio è necessario e sufficiente la discendenza dalla stirpe di Abramo e l’osservanza della legge mosaiaca. Gesù mostra invece che per entrare nel regno di Dio occorre un rinnovamento totale e radicale: entrare nella vita come un nuovo essere non dipende da noi ma da Dio e questo avviene nel segno dell’acqua, per opera delle Spirito. Intuiamo che la figura di Nicodemo è emblematica e rispecchia l'uomo/la donna di tutti i tempi che coltiva in sé domande profonde e sinceramente va alla ricerca delle risposte più giuste. Nel colloquio diversi elementi mettono in luce la strategia pastorale di Gesù che, incrinando le iniziali certezze dell’uomo sicuro e osservante della tradizione, rilancia la re-ligione della Parola che è lui stesso, il Verbo fatto carne. Vale la pena insistere sull’orizzonte del brano evangelico che è quello della fede che salva. Infatti, i nostri rapporti di ogni tipo sono fondati sulla fiducia: diversamente nulla sarebbe stabile ed affidabile; non ci sarebbe possibilità alcuna di agire. La fede è una valutazione ragionevole di ciò che non si vede, desunta da ciò che si vede: è un’ipotesi che giustifica l’azione, che successivamente si può e si deve verificare. L’uomo non può vivere senza la fede: il problema semmai è dove riporre ragionevolmente la propria fiducia, servendosi dell’intelligenza e dell’esperienza. Credere in Gesù significa fondare il senso della propria vita sull’affidabilità del suo amore di Figlio che rivela quello del Padre: solo in questo modo viene sconfitta la minaccia insidiosa dell’idolatria, accovacciata alla porta del cuore di ciascuno e mascherata spesso dall’indifferenza religiosa. Preghiera O Signore, che non hai rifiutato di accogliere Nicodemo nella notte e con pazienza e benevolenza lo hai compreso, sostenuto ed ascoltato, rispondendo ai suoi dubbi e indicandogli la via, accompagna anche noi nel cammino di ricerca della verità, dissipa le nostre tenebre più riposte e fitte e fa' che, illuminati dal tuo Spirito e rafforzati dalla tua grazia, possiamo approdare a una fede sempre più sicura. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Lettura del testo
29
Dal vangelo secondo Giovanni C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodemo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Il contesto Il colloquio tra Nicodemo e Gesù ha luogo di notte, che a quei tempi incominciava con il calar del sole, dunque alla sera. Molto si è scritto su questo particolare: desiderio di quiete e di tempo, in modo da condurre il dialogo sino in fondo e con tranquillità? Oppure paura di compromettersi? Oppure perché la notte è simbolo della situazione dell’uomo? Oppure ancora è un’annotazione poetica e ricca di fascino perché rimanda allo sfondo vuoto e nero, dove si stagliano le due figure, così che nulla distragga l’attenzione? Conveniamo facilmente che il particolare non ha solo un significato cronologico, ma simbo-lico-spirituale: probabilmente per Nicodemo la notte è il momento propizio della ricerca personale, al di fuori dell'ufficialità, in un contesto di riservatezza e magari di timidezza; per Gesù la notte è il tempo fuori orario, un tempo da perdere gratuitamente e liberamente. C'è dunque già qualcosa che favorisce il colloquio fra Gesù e Nicodemo, prima ancora delle parole che si dicono, ed è il tempo che ciascuno mette a disposizione ed è il clima di simpatia che si instaura. Si potrebbe concludere: un contesto di reciproca accoglienza e di dialogo franco; un luogo privilegiato di incontro, come la casa. Attualizzazione Diversi elementi del racconto documentano un iniziale scambio di ruoli. A parlare per primo non è Gesù (la Parola che salva), ma è Nicodemo (colui che è andato a cercare Gesù, ad ascoltare il Maestro): a parlare inizialmente è quello che dovrebbe ascoltare e ad ascoltare è colui che deve parlare! Una bella partenza anche per il catechista, oggi, che va in casa per parlare e scopre che innanzitutto è chiamato ad ascoltare e a far parlare l'altro. Ancora, a un primo sguardo, l’iniziativa è di Nicodemo, perché è lui che viene da Gesù ed è lui che parla per primo; tuttavia, a ben riflettere, il protagonista è Gesù, perché è Lui che conduce il discorso ed è di Lui che sempre si parla. Così, avviene spesso nelle nostre comunicazioni interpersonali, ma soprattutto nel dialogo con Dio. Come si presenta Nicodemo a Gesù? E’ interessante notare che non viene da Lui immediatamente con una domanda bensì con una conclusione sua e di altri: non è un uomo in ricerca, ma è sicuro e sa già e proprio in questa falsa sicurezza sta la ragione ultima della sua incomprensione di Gesù a partire dai segni che compie. Ci si domanda se non siano proprio questi gli atteggiamenti che il catechista deve provocare in chi accosta: per chi si ritiene credente, la consapevolezza che la propria fede religiosa è comunque inadeguata alla portata genuina della rivelazione; per chi è tiepido nella fede o addirittura lontano, la nostalgia della fede sicura e concreta.
30
Che cosa poi risponde Gesù? Non si mette in cattedra a spiegare né una dottrina, né una liturgia, né una morale ma invita a fare un cammino che implicherà anche una dottrina, una liturgia, una morale. Innanzitutto si tratta di un cammino che assomiglia alla nascita di un bambino. Capita spesso secondo il Vangelo che l’uomo ponga domande e si dia risposte che Gesù è costretto a capovolgere, come appunto avviene qui. Gesù (apparentemente) non segue Nicodemo nel suo riconoscimento, nemmeno ribatte parlando direttamente di sé, accettando o correggendo o rifiutando l’opinione che l’interlocutore ha formulato su di Lui. Gesù sposta sempre l’attenzione sul Regno di Dio: non subito però sul significato da attribuirvi ma sulle condizioni per comprenderlo appieno e orientarsi nella vita verso il suo conseguimento. Dunque, significato del dialogo di Nicodemo con Gesù non è la spiegazione in quanto tale di una verità, ma un invito a fare un cammino. E’ facile immaginare le obiezioni che possono insorgere nell’incontro con i genitori quando si manifesta il desiderio di passare dalla richiesta del battesimo del proprio figlio al perfezionamento della propria fede adulta, o al suo risveglio, alla sua riappropriazione. Anche Nicodemo è sorpreso dall’atteggiamento di Gesù e controbatte in tono un po' infastidito con la domanda «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Infatti, era venuto per mettere in discussione Gesù e invece si vede messo lui stesso in discussione. Ci si deve aspettare allora qualche reazione di resistenza di fronte alla proposta di un percorso: la riscoperta della fede, dei sacramenti della chiesa, della coerenza morale non è sempre piana e attraente. Stando alla narrazione di Giovanni, non pare che Nicodemo sia entrato subito a far parte del gruppo dei discepoli di Gesù. Nicodemo continuerà a tenere una certa distanza da Gesù, ma non più come un estraneo osservatore, bensì come un credente a disagio nel suo ambiente, al punto da non condividere più i pregiudizi e alla fine, uscendo allo scoperto, portando gli aromi al sepolcro di Gesù. Anche, per noi vale la pazienza evangelica del contadino che attende a suo tempo i frutti, dopo aver dissodato e seminato la terra con generosità. Come nel colloquio di Gesù con Nicodemo, tutto il cammino di accompagnamento è legato a un cordiale atteggiamento di accoglienza e di disponibilità che già provoca la domanda: perché lo fa? È l'interrogativo spontaneo che la gente - poco assidua alla parrocchia o addirittura lontana - rivolge al catechista laico che spende il suo tempo nelle case altrui. Già per il semplice fatto che Nicodemo cerca Gesù si evidenzia un inizio di fede, sebbene il segno risulti ancora ambiguo. Analogamente si può pensare di chi domanda il sacramento: il genitore sa o crede di sapere il motivo, ma soltanto se messo alla prova riesce a comprenderne la ragione di fondo che lo sollecita, e quindi a purificarla o rieducarla se incoerente. Conclusione Si può pensare di chiudere l’incontro con la Benedizione della famiglia (CEI, Benedizionale nn. 404-423)
31
IL RINNOVAMENTO
DELLA PRASSI
PASTORALE
POST - BATTESIMALE
DA ZERO A TRE ANNI
32
Con l’avvento dei figli, la coppia diventa in senso pieno e specifico una famiglia: la Chiesa deve essere ancora più vicina ai genitori perché accolgano i loro figli e li amino come dono ricevuto dal Signore della vita, assumendo con gioia la fatica di servirli nella loro crescita umana e cristiana. (Familiaris Consortio nr. 69)
E’ necessario continuare a mettere in atto ogni attenzione e iniziativa per -favorire in ogni famiglia la formazione di un'autentica comunità di persone, -sostenere le singole coppie nel loro ulteriore compito di trasmissione della vita, -aiutarle nell'esercizio del loro originario compito educativo, -promuovere in ciascuna di esse un'autentica spiritualità familiare.
(Direttorio Pastorale Familiare nr. 107)
33
La famiglia non può essere semplice destinataria di annuncio e catechesi, ma deve essere vista soggetto protagonista e specifico.
La forma di ogni proposta è quella di un cammino di co-educazione alla fede e nella fede cristiana di genitori e figli, educandosi reciprocamente nel ritmo abituale della vita familiare, con i suoi tempi, i suoi linguaggi, le sue esperienze.
34
Gli stessi figli possono e devono essere man mano riconosciuti come veri soggetti attivi, capaci di sollecitare occasioni di formazione sul piano della fede anche per gli adulti secondo le differenti e progressive età.
I bambini sono capaci di interpellare con la loro presenza i genitori stessi a una riplasmazione della fede cristiana, mediante domande curiose e con intuizioni intelligenti.
In questo meraviglioso processo di crescita partecipano presto i fratelli, i nonni, gli zii, come i padrini e le madrine.
35
Se nel preparare il Battesimo si constatava l’infruttuosità di un accompagnamento ristretto, a maggior ragione diventa adesso evidente l’opportunità di “percorsi formativi”.
Con una differenziazione opportuna degli obiettivi, dei temi, delle modalità nelle proposte educative, il post-battesimo riesce a configurarsi come autentico percorso “mistagogico”.
36
La Chiesa italiana ha preparato il Catechismo dei bambini Lasciate che i bambini vengano a me come guida autorevole.
I genitori possono- interiorizzare per se stessi- concretizzare per i figli tutti i sapienti suggerimenti educativi del testo per la crescita umana e spirituale, - nell’orizzonte della ferialità - e della prossimità affettiva.
37
E’ indubbia l’efficacia della collaborazione dei catechisti che hanno preparato i genitori al Battesimo dei figli.
La conoscenza e l’amicizia maturate nella stima e simpatia garantiranno la continuità dell’annuncio di fede, a nome di tutta la comunità parrocchiale.
38
Il “primo annuncio” diventa evangelizzazione sempre più sistematica o 'catechesi' vera e propria.
Si propone la presentazione sempre più completa di ciò che Cristo ha detto, ha fatto e ha comandato di fare.
Nella rinascita e maturazione della fede, la catechesi si salda sempre più alla liturgia e alla carità nelle sue molteplici forme personali e comunitarie.
39
TEMI INTRODUTTIVI
1.Il “Vangelo” della famiglia (Il volto di Dio-Trinità nella vita coniugale e familiare)
2. Il servizio alla vita (Il figlio come benedizione, dono e compito)
3. L’arte di educare (alla verità, alla bellezza, alla bontà)
4. L’evoluzione psico-pedagocica del bambino (L’educazione graduale, armonica, integrale)
5. Lo sviluppo morale-religioso
(Il “sapore” di princìpi-atteggiamenti spirituali)
40
ITINERARIO A: IN FAMIGLIA
1. Gesù presentato al Tempio
2. Gesù ritrovato nel Tempio
3. Gesù e i bambini
4. Il salmo 8 (Grandezza del Signore e dignità dell’uomo)
5. Il salmo 131 (Sono sereno e tranquillo)
414141
IL RINNOVAMENTO
DELLA PRASSI
PASTORALE
POST - BATTESIMALE
DA TRE A SEI ANNI
42
Tra le pareti domestiche, la famiglia genera alla fede con una sua forza propria più di quanto non si possa immaginare.
Dopo il battesimo, è la famiglia – spesso allargata alla presenza preziosa dei nonni - ad offrire il contesto naturale della fede, con ricchezza di gesti semplici e abituali
La comunità cristiana, se non deve sostituirsi ai genitori, non può però non accompagnare le giovani famiglie in questo delicato compito, promuovendo occasioni educative integrative.
43
“La parrocchia è Chiesa presente tra le case degli uomini”: la suggestiva definizione dei Vescovi italiani del 2003 suscita però qualche interrogativo.
- Queste parole esprimono un sogno o una realtà? - Possono dirsi veramente il volto delle nostre parrocchie?- Oppure manifestano, al massimo, un buon desiderio?
Le trasformazioni in atto nella nostra società costringono la parrocchia a ripensarsi, a trovare occasioni, stile, linguaggio idonei ad esprimere il suo sforzo di venire incontro alle attese d’oggi.
44
È necessario che i genitori offrano ai loro figli proposte di vita familiare che siano occasioni autentiche di educazione della fede, come ad es.- la preghiera del mattino e della sera,- la celebrazione delle Feste, - la lettura comune di qualche pagina della Bibbia illustrata per i più piccoli.
Va da sé l’opportunità di interazione con altri adulti significativi della parrocchia: deve stare sempre più a cuore la scelta, la formazione e la cura degli operatori pastorali, consacrati o laici, singoli o coppie, che sono disponibili alla pastorale battesimale.
45
Il Catechismo dei bambini istituisce una analogia molto affascinante tra l’anno liturgico segnato dalle grandi solennità e le prime tappe di vita del figlio: - al tempo dell’Avvento (momento di attesa, perché come Gesù ogni bambino entra nella storia molto tempo prima della sua nascita, nella trepidazione della gravidanza),- succede il tempo del Natale (momento della luce, quella di una nuova vita, che provoca stupore, ammirazione e gioia), - prosegue col tempo dell’Epifania (momento della manifestazione, perché il mistero nascosto in ogni persona possa dispiegarsi in modo unico e irripetibile, nella sua vocazione originale e personale di Figlio di Dio, cultore e custode della creazione, costruttore del regno di Dio).
46
TEMI INTRODUTTIVI
1. La bellezza dell’educare, oltre la necessità o la possibilità di formare
2. Coniugalità e genitorialità, senza soluzione di continuità
3. Le fondamentali crescite del bambino nell’età prescolare
4. Il vasto e graduale processo di socializzazione
5. I linguaggi dell’educazione religiosa del bambino(Il linguaggio empatico, narrativo e simbolico)
47
ITINERARIO IN FAMIGLIASchede narrative
1: Il creatore del cielo e della terra2: Eva, Adamo, l’albero e Dio3: Noè e l’arca4: Abramo e Sara5: Mosè, il bimbo salvato dalle acque6: Davide scelto per essere re7: Il profeta Isaia8: L’annuncio a Maria9: Il buon samaritano10: Gesù e i bambini11: La moltiplicazione dei pani e dei pesci12: La tempesta sedata13: Signore, insegnaci a pregare14: L’angelo custode15: San Francesco di Assisi16: Santa Chiara
48
1. IL CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA
Lettura del testo Tanto tempo fa esisteva solo Dio da sempre ... non c'era nient'altro, tutto era buio. Allora Dio pensò di fare un grande sole, perché con la sua luce splendente illuminasse la terra che aveva modellato, perché ci fosse il giorno.Fece la notte scura con la luna e le stelle. Dio guardò la terra non gli piaceva, perché era vuota. Allora la fece diventare più bella: con l'acqua creò il mare. Dalla terra spuntarono l'erba, i fiori e gli alberi. Ci mise tante famiglie di animali, perché vivessero liberi sulla terra, nel cielo e nel mare. Però mancava qualcuno di importante che assomigliasse a Dio, come tu assomigli a mamma e papà. Così gli venne in mente di creare le prime due persone e scelse per loro un nome: Adamo per l'uomo ed Eva per la donna. Dio guardò tutto quello che aveva fatto, vide che ogni cosa era bella e buona e fu molto contento.
Esercizio di approfondimento Prova a confrontare il disegno di pagina 72 del Catechismo dei Bambini con quello di
pagina 63: cosa trovi di uguale e di diverso? Quale ti piace di più e perché? Disegna anche tu il sole nel cielo oppure il mare con la spiaggia o ancora il parco della tua città con i prati, gli alberi, i fiori, le fontane: dove ti collocheresti con i tuoi amici o i tuoi familiari?
Osserva le fotografie del Catechismo a pagina 128 e a pagina 129: quali stagioni sono rappresentate? Quante ne mancano? Cosa accade in ognuna? Quale preferisci?
Cosa vedi, cosa senti di giorno? E invece di notte? Ti piace la luce? Ti spaventa il buio? Chissà quante volte hai guardato l’acqua: dove scorre? A che cosa serve? Noi ti sei mai chiesto chi li ha fatti e perché? Fatti aiutare a rispondere dalla tua
mamma, dal tuo papà, oppure dai tuoi nonni.
49
1. NOE’ E L’ARCA
Lettura del testo Passarono molti anni, erano nati tanti uomini, tra questi c'era Noè, che era un uomo buono, amico di Dio. Un giorno Dio chiamò Noè e gli disse: “Ho bisogno del tuo aiuto. Prendi della legna e costruisci una barca grande che diventerà la casa per la tua famiglia: ci entrerai tu, tua moglie e i tuoi figli, Sem, Cam e Jafet con le loro mogli, una coppia di tutti gli animali. lo manderò una grande pioggia che coprirà tutta la terra; ma voi sarete al sicuro. Noè aveva una grande fiducia in Dio, perciò costruì la barca che chiamò arca, facendosi aiutare dai suoi figli. Quando l'arca fu pronta vi entrò con tutta la sua famiglia e tutti gli animali, maschio e femmina: le giraffe dal collo lungo, le pecore dal morbido mantello, i leoni feroci, i conigli saltellanti, gli elefanti dalle lunghe proboscidi, i serpenti striscianti. Piovve, piovve, piovve, per quaranta giorni e quaranta notti e tutta la terra diventò un grande mare, ma l'arca non affondò. Finalmente finì di piovere, Noè aspettò un po' di tempo e poi liberò una colomba per vedere se il sole avesse asciugato la terra. Essa ritornò, portando nel becco un rametto di ulivo: era il segno che era rifiorita la natura e che c'era pace tra cielo e terra. Noè aprì la porta e gli animali corsero felici e coi loro versi: belati, ruggiti, ululati, cinguettii riempirono il cielo e la terra di festa. Nel cielo apparve un grande arcobaleno che abbracciava il mondo, segno e ricordo dell'amicizia di Dio con tutti gli uomini. Noè e la sua famiglia in quella terra, costruirono una casa dove poter vivere volendosi bene.
Esercizio di approfondimento Hai mai osservato l’arcobaleno e ti sei mai stupito della sua bellezza? Quando arriva e
quanto perdura nel cielo? Quanti colori ha? Quali sono? E tu sai già usare tutti i colori? Quanti animali sai riconoscere nell’arca di Noè disegnata a pagina 77 del Catechismo?
Quale animale ti piace di più? Disegnalo e appendilo nella tua cameretta. Quale albero o fiore ti piace di più? Disegnalo e appendilo vicino all'animale. Se come Noè dovessi salvare un animale da qualche pericolo, come lo proteggeresti? Componi una piccola preghiera con le tue parole per ringraziare il Signore di tutti i suoi
doni.
5050
GRAZIE
PER L’
CCOGLIENZA
E L’ ATTENZIONE