1. I mutamenti fonetici e...

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1. I mutamenti fonetici e morfosintattici Un processo di trasformazione lento e graduale La trasformazione del latino parlato, che a un certo punto nell’ambito del più vasto processo che investì l’intera Europa romanizzata portò in Italia alla “nascita” dell’ita- liano, fu un processo lento e graduale e fu caratterizzata da una serie di fenomeni che coinvolsero tutto il sistema della lingua. Una serie di mutamenti interagirono influenzandosi reciprocamente e, nel giro di al- cuni secoli – tra il IV e l’VIII secolo d.C. –, portarono anche in Italia la lingua latina a essere qualcosa di profondamente diverso da quello che era all’inizio: una lingua nuova, derivata da essa e ad essa legata da stretti vincoli di parentela. Nelle pagine seguenti descriveremo e analizzeremo i più importanti mutamenti che provocarono una simile rivoluzione linguistica, per chiarire come si sono formate le attuali strutture lessicali e grammaticali della nostra lingua. I mutamenti fonetici: le vocali Il sistema delle vocali, nel passaggio dal latino all’italiano, ha subìto pochi ma im- portanti mutamenti. In particolare: le vocali toniche, cioè accentate, sono andate incontro a una serie di mutamenti dovuti al fatto che il latino aveva cinque vocali: a e i o u ma ognuna poteva essere pronunciata in due modi: con una durata breve o una du- rata lunga. La differenza di durata serviva a distinguere le parole. Così la parola ma ¯lum (con la a ¯ pronunciata lunga come se suonasse /aa/) significava “mela”; invece la parola ma ˇlum (con la a ˇ pronunciata breve) significava “male”. Nel passaggio dal la- tino all’italiano, la differenza di durata delle vocali venne progressivamente atte- nuandosi fino a scomparire, ma incise sulla trasformazione delle vocali. Infatti, al- cune di esse si modificarono in modo diverso a seconda che fossero lunghe o brevi, come risulta dallo schema seguente: latino italiano a ¯ pa ¯ nem a pane a ˘ ca ˘ nem a cane e ¯ ste ¯ lla é (chiusa) stélla e ˘ dntem è (aperta) dènte pdem piède ı ¯ amı ¯ cum i amico ı ˘ pı ˘ lum e pelo Dal latino all’italiano 1 Dal latino all’italiano

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1. I mutamenti fonetici e morfosintattici

Un processo di trasformazione lento e gradualeLa trasformazione del latino parlato, che a un certo punto nell’ambito del più vastoprocesso che investì l’intera Europa romanizzata portò in Italia alla “nascita” dell’ita-liano, fu un processo lento e graduale e fu caratterizzata da una serie di fenomeniche coinvolsero tutto il sistema della lingua.Una serie di mutamenti interagirono influenzandosi reciprocamente e, nel giro di al-cuni secoli – tra il IV e l’VIII secolo d.C. –, portarono anche in Italia la lingua latina aessere qualcosa di profondamente diverso da quello che era all’inizio: una linguanuova, derivata da essa e ad essa legata da stretti vincoli di parentela.Nelle pagine seguenti descriveremo e analizzeremo i più importanti mutamenti cheprovocarono una simile rivoluzione linguistica, per chiarire come si sono formate leattuali strutture lessicali e grammaticali della nostra lingua.

I mutamenti fonetici: le vocali

Il sistema delle vocali, nel passaggio dal latino all’italiano, ha subìto pochi ma im-portanti mutamenti. In particolare:■ le vocali toniche, cioè accentate, sono andate incontro a una serie di mutamentidovuti al fatto che il latino aveva cinque vocali:

a e i o uma ognuna poteva essere pronunciata in due modi: con una durata breve o una du-rata lunga. La differenza di durata serviva a distinguere le parole. Così la parolamalum (con la a pronunciata lunga come se suonasse /aa/) significava “mela”; invecela parola malum (con la a pronunciata breve) significava “male”. Nel passaggio dal la-tino all’italiano, la differenza di durata delle vocali venne progressivamente atte-nuandosi fino a scomparire, ma incise sulla trasformazione delle vocali. Infatti, al-cune di esse si modificarono in modo diverso a seconda che fossero lunghe o brevi,come risulta dallo schema seguente:

latino italiano

a panem a pane

a canem a cane

e stella é (chiusa) stélla

edentem è (aperta) dèntepedem iè piède

ı amıcum i amico

ı pılum e pelo

Dal latino all’italiano

1Dal latino all’italiano

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2 Approfondimenti

latino italiano

o donum ó dóno

onoctem ò (aperta) nòttebonum uo buono

u lunam u luna

u buccam ò (aperta) bòcca

■ le vocali atone, cioè non accentate, nel passaggio dal latino all’italiano, sono perlo più cadute quando si sono trovate dopo una sillaba accentata:

cálıdum → caldu(m) → caldoálterum → altru(m) → altrovírıdem → viride(m) → verde

■ i dittonghi ae, oe e au, tipici del latino, sono scomparsi riducendosi a semplici vo-cali o, nel caso del dittongo ae, anche al gruppo ie:

latino italiano

aerosae e roselaetum ie lieto

oe poenam é péna

au aurum ò óro

I mutamenti fonetici: le consonanti

Le consonanti latine hanno subìto mutamenti sia sul piano dei suoni sia sul pianodella grafia, ma nella sostanza il sistema consonantico italiano non si differenziamolto da quello del latino parlato. Vediamo le trasformazioni più importanti:

■ le consonanti c e t, quando si trovano tra due vocali, si sono trasformate in g e d:pacare → pagare patrem → padre

■ il gruppo ti + vocale si è trasformato in zi:vitium → vizio amicitiam → amicizia

■ i gruppi composti di due consonanti ct, pt, bt, ps, mn si sono semplificati trasfor-mandosi nelle consonanti doppie cc, tt, ss, nn: una delle due consonanti del gruppo,infatti, si è “assimilata”, cioè è diventata simile, all’altra:

fructum → frutto septem → setteobtinere → ottenere scripsit → scrissesomnum → sonno

■ i gruppi cl, gl, fl, pl seguiti da vocale si sono trasformati in chi, ghi, fi, pi:clamare → chiamare glaciem → ghiaccioflorem → fiore planum → piano

■ la consonante h è scomparsa all’inizio di parole:homo → uomo habilis → abilehorror → orrore

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3Dal latino all’italiano

La h è rimasta solo nelle forme del verbo habere p “avere” che potevano confondersicon altre parole: “ho” con la congiunzione “o”, “hai” con la preposizione articolata“ai” e “hanno” con il nome “anno”.■ il gruppo ph si è trasformato in f:

philosophia → filosofia phalanx → falange physica → fisicaMa il mutamento più vistoso che ha caratterizzato il passaggio dal latino all’italianosul piano delle consonanti è stato indubbiamente la caduta di tutte le consonanti fi-nali di parola:

rosam → rosa panem → pane videt → egli vedeQuesto mutamento tra l’altro è particolarmente importante perché, come vedremo,ha influito non poco su alcune trasformazioni delle strutture morfologiche e sintatti-che della frase.

I mutamenti morfosintattici

I mutamenti nel campo della morfologia hanno portato a una vera e propria rivolu-zione che coinvolge anche la sintassi. Il fenomeno più importante è stato indubbia-mente quello che ha mutato la forma delle parole e ha cambiato il loro modo diindicare la funzione che svolgevano all’interno della frase, producendo per cosìdire una grande semplificazione.

Per capire questo fenomeno osserva le frasi seguenti:latino: Paulus donat librum philosophiae Marco.italiano: Paolo dona il libro di filosofia a Marco.

In italiano noi esprimiamo il complemento di specificazione pre-mettendo al nome la preposizione di: “il libro di filosofia”. In lati-no, invece, lo stesso complemento è espresso dalla desinenza fi-nale ae del nome stesso: librum philosophiae

librum philosophi ae = il libro di filosofia.

Allo stesso modo, mentre in italiano per indicare il complementodi termine usiamo la preposizione a premessa al nome: “a Mar-co”, in latino lo stesso rapporto tra il soggetto e Marco è espressodirettamente dalla desinenza -o di Marco:

Marc o = a Marco.

Anche il soggetto Paulus e il complemento oggetto librum hanno ciascuno una desi-nenza: la desinenza -us di Paulus indica che il ragazzo in questione è il soggetto del-la frase; la desinenza -um di librum indica che la cosa in questione è l’oggetto dell’a-zione.

In latino, dunque, ogni nome (come ogni aggettivo e ogni pronome) esprimeva la di-versa funzione che le parole avevano nella frase mediante apposite desinenze chevariavano funzione per funzione: ogni nome, infatti, cambiava la desinenza a secon-da dei “casi” e, quindi, a seconda delle funzioni che esso aveva nella frase.

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In latino, insomma, la desinenza di un nome non indicava soltanto il genere (maschi-le, femminile o neutro) e il numero (singolare o plurale), ma anche la sua funzionesintattica; l’insieme delle varie desinenze del nome si chiamava declinazione delnome.Quando nel latino parlato caddero le consonanti finali e venne meno la differenza dipronuncia tra la vocale a breve di rosa (nominativo e vocativo) e la a lunga di rosa(ablativo) e il dittongo ae si ridusse a e, non fu più possibile distinguere le desinenzee quindi i casi. Nacque così un’unica forma – rosa – valida per tutte le funzioni sin-tattiche.A questo punto bisognava trovare un nuovo modo per indicare la funzione sintatticadella parola nella frase. Si provvide in due modi:

■ si estese il ricorso alle preposizioni che, oltre a semplificare le cose, rendono piùchiari i rapporti tra le parole. Le preposizioni di fatto esistevano anche in latino, mavenivano usate soltanto per indicare alcuni tipi di complementi. Il latino parlato, in-vece, prese ad usarle sempre più spesso per rendere più espliciti i rapporti tra le pa-role della frase. Così, la preposizione ad, che nel latino classico era usata per indicareil complemento di moto a luogo, venne usata anche per indicare la persona o la cosasu cui va a finire l’azione espressa dal verbo, cioè il complemento di termine:

latino classico: Paulus donat rosam Liviae.

latino volgare: Paulu(s) dona(t) rosa(m) ad Livia(m).

italiano: Paolo dona una rosa a Livia.

E la preposizione de che in latino era usata, in verità piuttosto raramente, per indica-re l’idea di allontanamento e di separazione, nel latino parlato cominciò ad essere

4 Approfondimenti

Eccoti il quadro di tutte le desinenze di un nome latino, con l’indicazione del “caso”e della funzione che svolge nella frase:

esempio funzione caso desinenza corrispondentesintattica italiano

Rosa est odorosa. soggetto nominativo -a la rosa(La rosa è profumata.)

Rosae spinae pungunt. complemento genitivo -ae della rosa(Le spine della rosa di specificazionepungono.)

Rosae odorem natura dedit. complemento dativo -ae alla rosa(La natura diede alla rosa di termineil profumo.)

Apis rosam sugit. complemento accusativo -am la rosa(L’ape sugge la rosa.) oggetto

Quam odorosa es, rosa! complemento vocativo -a o rosa(Come sei profumata, di vocazioneo rosa!)

Livia comam rosa ornat. complemento ablativo -a con la rosa(Livia [si] orna i capelli di mezzocon la rosa.)

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usata per indicare un gran numero di complementi, tra cuisoprattutto il complemento di specificazione:

latino: liber Pauli

latino parlato: libru(m) de Paulu(m)opp. de Pauli

italiano: il libro di Paolo.

■ si vincolò l’ordine delle parole, che nel latino era li-bero, all’interno della frase. Così la posizione della pa-rola nella frase cominciò a indicare anche il ruolo cheessa aveva. In latino infatti si poteva dire:

Magister discipulum laudat.Magister laudat discipulum.Discipulum laudat magister.

perché la desinenza -er, tipica del soggetto, e la desinenza -um, tipica del comple-mento oggetto, facevano identificare magister come il soggetto della frase e discipu-lum come il complemento oggetto. Le tre frasi, pertanto, potevano solo significare,pur con diverse sfumature: “Il maestro loda il discepolo”, qualunque fosse l’ordinedelle parole.In italiano invece, una volta cadute le desinenze, è la posizione che le parole occupa-no nella frase a far capire, soprattutto nella lingua scritta, che ruolo sintattico hanno:

Il maestro loda il discepolo.

Tra gli altri fenomeni che caratterizzano il passaggio dal latino all’italiano sul pia-no della morfologia e che si muovono tutti nella direzione di una sostanziale sem-plificazione della struttura originaria ricordiamo anche:

■ la scomparsa del genere neutro, che in latino affiancava il maschile e il femminilee indicava le cose non animate. I nomi neutri sono per lo più diventati, in italiano, digenere maschile:

vinum → il vino mare → il mareoppure, se di numero plurale, di genere femminile singolare:

folia (= “la foglia”) → la fogliao femminile plurale

bracchia (= “le braccia”) → le braccia

■ la creazione dell’articolo determinativo e dell’articolo indeterminativo, rispet-tivamente dall’aggettivo dimostrativo ille, illa, illud (usati nel senso di “quello”, “quel-la”) e dall’aggettivo numerale unus, una, unum usato nel senso di “uno, una qualsiasi”:

latino classico latino parlato italiano

lupus illu(m) lupu(m) → il [lo] lupo il lupospeculum illu(m) speculu(m) → [il] lo speculo lo specchiomanus illa(m) manu(m) → [il] la mano la manoliber unu(m) libru(m) → un[o] libro un libro

5Dal latino all’italiano

1° posto = soggetto 2° posto = verbo 3° posto = complemento

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6 Approfondimenti

La creazione degli articoli, specialmente diquelli determinativi, è dovuta all’esigen-za del parlante di indicare oggetti,persone e animali con precisione:

illum lupum (= ‘quel lupo’)→ ill(um) lup(um)

→ ill(o) lup(o)→ “il lupo”

■ una nuova formazione semplificata della forma passiva del verbo:

latino classico latino parlato italiano

lupus!

illumlupum!

il lupo!

■ una nuova formazione, anch’essa semplificata, dei tempi composti:

latino classico latino parlato italiano

Sul piano della sintassi, oltre alla scomparsa dei casi che indicavano i rapporti tra leparole, i fenomeni più rilevanti sono:■ la tendenza del latino parlato e poi dell’italiano di sostituire la subordinazione, ti-pica del latino classico, con la coordinazione, più semplice e più vicina alle caratteri-stiche di lingua parlata con cui il volgare nasceva;■ l’affermarsi di nuove forme di subordinazione, più facili e più chiare. Per esempio:

latino classico: dico istud verum esse

latino volgare: dico quod istu(m) est verum

italiano: dico che questo è vero

le forme passive sono sinte-tiche, cioè costituite dall’u-nione della radice del verbocon particolari desinenze

am-o-r (= ‘io sono amato’)

am-a-tur (= ‘egli è amato’)

la forma passiva diventaanalitica e perifrastica: performare il passivo si usa ilparticipio passato del verbo+ le voci del verbo “essere”

amatu(m) sum (originaria-mente ‘io sono stato amato’)amatu(m) est (originaria-mente ‘egli è stato amato’)

la forma passiva si stabilizzasul modello analitico e peri-frastico del latino parlato

io sono amato

egli è amato

le forme composte sono sin-tetiche, cioè costituite dall’u-nione della radice del verbocon particolari desinenze

am-a-vi (= ‘io amai’/ ‘io hoamato’/ ‘io ebbi amato’)am-a-veram (= ‘io avevo ama-to’)

le forme composte diventa-no analitiche e perifrastiche:vengono formate con il par-ticipio passato del verbo +le voci del verbo “avere”

amatu(m) habeo (= ‘amatoho’)amatu(m) habebam (= ‘ama-to avevo’)

le forme composte si stabi-lizzano sul modello analiticoe perifrastico del latino par-lato

io ho amato

io avevo amato

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2. I mutamenti lessicali

La continuità del lessico tra il latino e l’italiano

La grande maggioranza delle parole di cui è formata la lingua italiana deriva, diretta-mente o indirettamente, dal latino.

Più esattamente, come risulta dal grafico qui sotto, possiamo dire che l’italiano è co-stituito per oltre il 60% di parole di origine latina e per il restante 40% di parole,spesso anch’esse di origine latina, provenienti da tutte le altre lingue messe insieme:

Questa schiacciante presenza, nel lessico dell’italiano, delle parole di origine latina,rispetto a quelle derivanti da tutte le altre lingue messe insieme è una prova evidentedello stretto rapporto che esiste tra il latino e l’italiano.Le numerosissime parole della lingua latina presenti in italiano vi sono pervenute indue modi diversi:■ alcune parole sono entrate nell’italiano direttamente dal latino parlato. Usatequotidianamente dalla gente comune, esse, attraverso questo lungo processo di tra-smissione orale si sono per così dire “conservate” nell’uso, subendo varie modifichenella forma e, spesso, anche nel significato:

latino italianoflorem (“fiore”) fioredominam (“padrona”) donnacalidum (“caldo”) caldocaptivum (“prigioniero”) cattivo

Queste parole, che sono arrivate fino a noi attraverso una lenta evoluzione del lin-guaggio parlato, sono tutte parole di tradizione popolare o ininterrotta.

7Dal latino all’italiano

latino

greco

francese

inglese

(da C. Marello, Le parole dell’italiano, con adattamenti)

Origine delle parole italianeIn arancione il numero di parole

altre lingue: germanico,portoghese, olandese, ebraico,giapponese, russo, turco,serbocroato, ceco, ungherese,polacco, cinese (per lo più attraversoil francese e l’inglese) ecc.

arabo

provenzale

tedesco

spagnolo60,91%(17 020)

0,53% (149)

0,94% (262)1,01% (282)

1,48% (413)6,83%(1908)

12,17%(3 401)

15,57%(4 352)

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■ altre parole, invece, non provengono dal latino parlato, ma dal latino classicoscritto. Recuperate dalle persone dotte direttamente dai testi latini antichi, sono sta-te inserite nell’italiano a partire dal Duecento, quando ormai l’italiano si era costitui-to come lingua, e successivamente tra il Quattrocento e il Cinquecento e poi su su at-traverso i secoli fino ad oggi. Le parole così ripescate dal latino, essendo restate al“fresco” nei libri e nelle biblioteche, sono rimaste quasi sempre intatte nella forma enel significato, subendo per lo più soltanto la caduta della desinenza finale:

floram → flora gaudium → gaudionobilem → nobile plagiare → plagiare

Le parole che sono arrivate a noi attraverso questi recuperi a distanza di tempo sonodette parole di tradizione dotta o interrotta.

In molti casi, però, è successo che la stessa parola latina ci sia pervenuta attraversoambedue i canali:

latino italiano

tradizione popolare tradizione dotta

Come vedi, il punto di partenza è lo stesso, ma i risultati sono diversi, sia nella formasia nel significato. Prendiamo il caso del latino area (spazio aperto, aia): attraverso lanormale evoluzione sulla bocca dei parlanti si è trasformato in “aia” e si è specializzatonel solo significato di ‘terreno, spianato e rassodato, davanti alla casa coloniale’. Invece,come recupero dotto ha conservato la forma e si è specializzato nei significati, menopopolari, di “superficie circoscritta”, “spazio geografico”, “misura di superficie”. Questodoppio canale di derivazione delle parole spiega anche l’esistenza di coppie come ghiac-cio / glaciale, fiore / floreale: la prima parola di ogni coppia è entrata in italiano diretta-mente, attraverso la lingua parlata dal popolo (glaciem → “ghiaccio”; florem → “fiore”);la seconda parola, invece, è stata recuperata in un secondo tempo dalle persone colte(glacialem → “glaciale”; florealem → “floreale”).

Un discorso tutto diverso, infine, bisogna fare per parole del tipo di alibi, bis, gratis,ad interim (= ‘nel frattempo, per il momento’), curriculum, forum, alter ego, a priori,lapsus, ultimatum, deficit e simili: esse infatti sono vere e proprie parole latine, pre-levate dal lessico latino nelle loro forme originarie e usate come tali.

I mutamenti a livello di lessico

Nel passaggio dal latino all’italiano, il patrimonio lessicale latino, cioè l’insieme delleparole della lingua latina classica ha seguito, per quello che riguarda la forma delleparole, una linea di tendenza ben precisa: il latino parlato ha scelto e fatto pervenireper via diretta all’italiano la forma dell’uso rispetto a quella del latino degli scrittori.

8 Approfondimenti

areacausamaculaaugustumstirpemverecundiasolidum

aiacosamacchiaagosto (il mese) sterpovergognasoldo (= denaro)

areacausamaculaaugusto (= sacro)stirpeverecondiasolido (= compatto)

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In particolare:■ il parlante, tra due sinonimi, uno appartenenteal latino classico e uno appartenente al latino popo-lare, tramanda sempre la parola più popolare, cioèpiù vicina alla sua esperienza quotidiana. Così tra ilclassico equus e il latino popolare caballus trasmettecaballu(m) → “cavallo”. Tra il latino classico ignis,‘fuoco’ e il latino popolare focus, ‘focolare’, scegliefocu(m) → “fuoco”. E tra os, oris, ‘bocca’ e bucca,trasmette bucca(m) → “bocca”.■ il parlante, di un nome, tende a usare e a tra-mandare non la forma semplice, ma qualche alte-rata, di solito il diminutivo, perché la sente comepiù espressiva. Così, invece di auris, ‘orecchio’, usaauricula, ‘piccolo orecchio’ e la tramanda nella for-ma oricola, orecla → “orecchio, orecchia”. Allo stes-so modo, invece di frater, ‘fratello’, usa fratellus (fratellino), e lo tramanda nella for-ma fratellu(m) → “fratello”.

auris → auricola → oricla → orecchia■ il parlante, di un verbo, tende a usare non la forma semplice, ma la forma fre-quentativa, cioè quella che indica l’azione ripetuta, perché la sente come più chiarae espressiva. Così, invece che su canere, ‘cantare’, punta su cantare, ‘cantare di conti-nuo’ e la tramanda: “cantare”. Allo stesso modo, invece di salire, ‘saltare’, usa e tra-manda saltare, ‘continuare a saltare’ → “saltare”.

I mutamenti a livello di significato

Nel passaggio dal latino all’italiano, spesso le parole non cambiano significato:

canem → cane filiam → figlia ridere → ridere.

Sono frequenti, però, anche i casi in cui nel corso dell’evoluzione della parola, sisono verificati mutamenti di significato. È il caso di una parola come “donna”, chein italiano indica genericamente una persona di sesso femminile, mentre la corri-spondente parola latina domina significava “signora, padrona”. Nel passaggio dal la-tino all’italiano, dunque, domina ha subìto non solo una serie di mutamenti nellaforma:

domina → domna → donna

ma anche un mutamento di significato, che l’ha portata da un significato particola-re a uno più generale:

“signora, padrona della casa” → “persona di sesso femminile”.

9Dal latino all’italiano

os bucca

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Lo stesso è avvenuto con la parola salarium, che è passata da un significato preciso auno più generico:

La parola latina domus, invece, ha percorso il cammino inverso, passando da un si-gnificato generico a uno particolare e specifico:

La parola casa, poi, ha subìto un processo di nobilitazione di significato:

10 Approfondimenti

forma latina

significato latino significato italiano

forma italiana

salarium salario

razione di sale spettante a un soldato come ricompensa

remunerazione in denaro di un lavoratore

forma latina

significato latino significato italiano

forma italiana

domum duomo

casa chiesa principale di una città (in quanto “casa” del vescovo)

forma latina

significato latino significato italiano

forma italiana

casa casa

capanna casa

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ESERCIZI FORMATIVI

ES

ER

CIZ

IF

OR

MA

TIV

I

Dal latino all’italiano

I mutamenti fonetici e morfosintattici

Nelle seguenti vignette individua le parole latine che si sono trasformate in paroledella lingua italiana. Poi copiale sul quaderno e scrivi accanto la parola o le parole ita-

liane derivate e/o corrispondenti per significato.

Nel passaggio dal latino all’italiano le vocali e i dittonghi hanno spesso subìto muta-menti. Confronta le seguenti parole latine con le parole italiane da esse derivate, poi

trascrivile sul quaderno e individua, sottolineandole, le vocali che hanno subìto dei muta-menti.

Anche numerose consonanti e gruppi consonantici hanno subìto delle trasformazioninel passaggio dal latino all’italiano. Confronta le seguenti parole latine con le parole

italiane da esse derivate, poi copiale sul quaderno e individua, sottolineandole, le conso-nanti che hanno subìto dei mutamenti.

Esamina attentamente le seguenti frasi latine e la loro traduzione, poi rispondi sulquaderno alle domande.

1. Le parole latine cambiano desinenza a seconda della funzione logica che rivestono?2. In latino esistono, come in italiano, gli articoli determinativi e indeterminativi?3. L’ordine delle parole in latino è identico a quello che usiamo abitualmente in italiano?4. In latino si usano meno preposizioni che in italiano?

4

3

2

1

(da Insuperabilis Snupius, European Language Institute)

saeculum → secolocoelum → cielo coena → cenabonus → buono

supra → sopranovus → nuovopaucus → poco aeternus → eterno

multus → moltobucca → boccasecurus → sicurosi → se

benevolentia → benevolenzafamilia → famiglia flamma → fiamma hortus → orto

victima → vittimatemplum → tempioconsilium → consiglioanphora → anfora

patricius → patrizioscrinium → scrigno basium → baciohabere → avere

a.Puella dominis rosas donat.La fanciulla dona delle rose alle padrone.

b. Domina puellae liberalitatem laudat.La padrona loda la generosità della fanciulla.

c. Dominae audiunt puellarum voces.Le padrone ascoltano le voci delle fanciulle.

d. Magister librum puellis donavit.Il maestro ha donato un libro alla fanciulle.

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I mutamenti lessicali

Molte parole italiane, pur conservando immutata o quasi la forma latina da cui deri-vano, hanno subìto modificazioni anche molto rilevanti per quanto riguarda il signifi-

cato.Ti diamo qui una serie di parole segnalando di ognuna il significato che aveva in lati-no: indica tu sul quaderno il significato che ha assunto in italiano. Spiega quindi se nel pas-saggio alla lingua italiana il termine ha assunto un significato più ampio o ristretto, o piùspecifico o generico, rispetto a quello che aveva in latino.

1. Latino mulier = donna / italiano moglie = Il termine è passato da un significato a uno .

2. Latino parentes = genitori / italiano parenti = Il termine è passato da un significato a uno .

3. Latino magistratus = funzionario pubblico / italiano magistrato = Il termine è passato da un significato a uno .

Scrivi Il latino volgare prima e l’italiano poi hanno spesso privilegiato tra due sinòni-mi quello più facile da scrivere o da pronunciare. In questo modo alcuni termini latini

in un primo tempo non sono sopravvissuti nell’italiano delle origini. È accaduto però in al-cuni casi che a distanza di tempo, le parole un tempo scartate siano poi riaffiorate in altreparole che appartengono alla stessa area di significato. Un esempio è la parola latina fur(ladro) che è stata prima sostituita dalla parola ladro (derivante dal più popolare terminelatino latro) e poi è ricomparsa nella parola furto.A questo proposito spiega sul quadernoil significato di ciascuna delle parole in corsivo nelle seguenti frasi e ricostruiscine l’origineaiutandoti con il vocabolarietto sottostante.

1. Che cosa penseranno i posteri degli uomini del Duemila?

2. Gabriele è un tipo molto equilibrato.

3. Il signor Rossi acquista ogni giorno un quotidiano diverso.

4. Michele ha esposto oralmente la sua ricerca sul petrolio.

5. Albeggiava, quando siamo partiti per l’escursione in montagna.

6. Fu firmata finalmente una tregua tra i belligeranti.

7. Il figlio dei signori Verdi vorrebbe intraprendere la carriera militare.

8. Abbiamo modificato il nostro itinerario: passeremo da Madrid prima di andare a Lisbona.

9. Matteo, perché hai un atteggiamento così ostile nei confronti della geometria?

6

più ristrettopiù ampio

5

ES

ER

CIZ

IF

OR

MA

TIV

I

latino italiano

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iter, itineris viaggio

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