1 Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati sul territorio...
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Corso di formazione sul monitoraggio e la valutazione dei Piani di zona avviati sul territorio della Provincia di
Torino
III modulo – prima giornata
25 ottobre 2006
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I risultati dell’esercitazione del 13 aprile
“I rischi e le opportunità del processo di costruzione del PdZ”
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LA SCELTA DELL’APPROCCIO PROGRAMMATORIO
VERSO I CONTENUTI DELLE
POLITICHE
VERSO LO SVILUPPO DELLA
GOVERNANCE
PRESCRITTIVOdefinizione di
azioni, consolidamento razionalizzazion
e del sistema
Definizione \ spartizione di
ruoli, compiti e funzioni fra gli
attori in campo (chi fa che cosa)
INCREMENTALEPromozione di
sperimentazione, sviluppo,
innovazione, rischio di non consolidare
Promozione di partecipazione, spontaneismo,
possibile autoreferenzialit
à
ORIENTAMENTO DEL PDZ
M
O
D
E
L
L
O
4
I diversi approcci programmatoriRISORSE• Razionalizzare l’esistente
(rivoli)
• Grande flessibilità (orbassano)
• Senso di strutturazione e consolidamento del piano (val di susa)
RISCHI• Perdita di possibilità di
sviluppo e innovazione emerse dai tavoli (rivoli)
• Grande flessibilità (orbassano)
• Alla fine si sente di “aver fatto il compito” e sottovalutato il processo (val di susa) Non seguire le trasformazioni successive alla stesura del Pdz (val di susa)
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I diversi approcci programmatoriRISORSE
• Opportunità di confronto fra le risorse (collegno, grugliasco)
• Si è riusciti a fare programmazione integrando le risorse esistenti (Val sangone)
• Razionalizzare l’esistente e ridurre le sovrapposizioni fra i servizi del territorio (settimo)
RISCHI
• Che si rimanga solo sul piano delle risorse senza una vera e propria costruzione di politiche (collegno grugliasco)
• Ci si incaglia sulla scarsità delle risorse disponibili (val sangone)
• Rischio di smarrire le motivazioni della associazioni e dei soggetti della governance (settimo)
• Rischio che il percorso di pianificazione (troppo lungo) renda precocemente obsolete le azioni del PDZ (settimo)
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I diversi approcci programmatoriRISORSE• Fatto un lavoro di
consolidamento e conoscenza di tutti i servizi del territorio (pinerolo, val pellice, val chisone)
• Sono stati definiti dei percorsi condivisi e mediati (Chivasso)
• Rafforzamento delle relazioni (Cuorgnè , Caluso e Ciriè)
• Si stanno valorizzando le risorse esistenti e si sono mobilitate le esperienze presenti (Gassino)
RISCHI• Poca flessibilità e lavoro
limitato all’esistente, pdz più un punto di arrivo che di sviluppo a causa della scarsità di risorse (pinerolo, val pellice, val chisne)
• Autorefernzialità del piano poco permeabile al mutare dei cambiamenti (immobilità) (chivasso)
• Disinvestimento (inquietudine e cedimento del terzo settore per le incoerenze della parte politica) (Cuorgnè , Caluso e Ciriè)
• Rischio che i soggetti partecipanti rimangano legati alle proprie rappresentazioni e non si costruisca una identità collettiva di PDZ (Gassino)
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I diversi approcci programmatori
RISORSE
• E’ probabile che a seguito del piano migliorino le risposte ai cittadini fornite dai servizi (Ivrea)
RISCHI
• Privato sociale: ruolo poco chiaro e feedback negativi, difficoltà ad assumersi responsabilità programmatorie, ruolo sindacale non chiaro – tentazione politica di tagliare fuori i “tavoli” (Ivrea)
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TIPI DI VALUTAZIONE
La valutazione realizzata coinvolgendo un n. significativo
di attori implicati nella realizzazione di un servizio, che contribuiscono alla formulazione di giudizi e se ne assumono la
responsabilità rispetto alla realizzazione degli interventi
successivi
VALUTAZIONE PARTECIPATA
VALUTAZIONE PARTECIPATA
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Non basta però mettere le persone attorno a un tavolo, con un comune obiettivo valutativo,
perché magicamente si producano le condizioni per una buona valutazione.
E’ necessario che chi si assume la responsabilità di conduzione di tali processi svolga
un’attenta ed equilibrata funzione di regia che, accanto alle competenze tecniche affianchi
anche le capacità di gestione dei gruppi, le sensibilità contrattuali, le capacità di integrare
punti di vista e competenze diverse.
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ATTENZIONI METODOLOGICHE
Principio di autovalutazione
ogni soggetto interessato dalla valutazione è responsabile e
primo utilizzatore della propria valutazione
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ATTENZIONI METODOLOGICHE
Principio dei diversi livelli di valutazione
il processo di valutazione interessa tutti i livelli istitu-
zionali coinvolti nell’ erogazione di un intervento
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ATTENZIONI METODOLOGICHE
Principio di non autoreferenzialita'
per quanto possibile la valutazione deve essere basata
su riscontri oggettivi e comunque esterni al soggetto
valutatore
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ATTENZIONI METODOLOGICHE
Principio di confrontabilità:
le valutazioni devono essere condotte sulla base di criteri di giudizio e metodi omogenei e permettere
confronti nel corso del tempo, anche fra più esperienze.
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ATTENZIONI METODOLOGICHE
Principio di trasparenza:
le valutazioni devono essere condotte sulla base di criteri di trasparenza ovvero attraverso attività chiare, esplicite e
documentate per i diversi livelli e soggetti coinvolti
(chi ha diritto di sapere)
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A B
V
E C D
SCHEMA dei "tasselli" Tratto da uno spunto di G. Mazzoli -
Studio APS Milano
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SCHEMA DELLA "TENSIONE DEL VALUTATORE" tratto da Francis Alfoldi "l'evaluation en protection de l'enfance -
Théorie et méthode" Dunod 1999 paris - pg 113
Oggettività
Soggettività
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I passaggi principali: il disegno della valutazione
1. Individuazione della finalità della valutazione
2. Identificazione delle dimensioni di valutazione
3. Identificazione dei criteri
4. Identificazione degli indicatori
5. Identificazione degli Strumenti e delle Fonti informative
6. Rilevazione sul campo
7. Valutazione vera e propria (espressione di un giudizio) e identificazione degli obiettivi di miglioramento
8. Individuazione delle strategie di miglioramento
9. Restituzione dei risultati della valutazione agli stakeholders