1 Concerto di Carnevale - RAI

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Stagione 2019-2020 Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, Torino osn.rai.it FUORI ABBONAMENTO Venerdì 21 febbraio 2020, 20.30 JOHN AXELROD direore GIOVANNI SOLLIMA violoncello ENRICO MARIA BARONI clarineo Bernstein Gulda Concerto di Carnevale Offenbach Gershwin Ellington

Transcript of 1 Concerto di Carnevale - RAI

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Stagione 2019-2020Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, Torino

osn.rai.it

Venerdì 11 ottobre 2019, 20.00 Sabato 12 ottobre 2019, 20.30 JAMES CONLON direttore MARIANGELA VACATELLO pianoforte ROBERTO RANFALDI violino

Beethoven Mendelssohn-Bartholdy Šostakovič

1 11–12/10FUORI ABBONAMENTO

Venerdì 21 febbraio 2020, 20.30

JOHN AXELROD direttoreGIOVANNI SOLLIMA violoncelloENRICO MARIA BARONI clarinetto

BernsteinGulda

Concerto di Carnevale

OffenbachGershwin

Ellington

CONCERTO DI CARNEVALE VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 ore 20.30 John Axelrod direttoreGiovanni Sollima violoncelloEnrico Maria Baroni clarinetto

Leonard Bernstein (1918-1990)Prelude, fugue and riffs, per clarinetto e jazz ensemble (1949-1952)

Prelude for the Brass - Fugue for the Saxes - Riffs for Everyone

Durata: 10’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: 30 novembre 2012 William Eddins, Enrico Maria Baroni.

Friedrich Gulda (1930-2000) Concerto per violoncello, fiati e batteria (1980)

OuvertureIdylleCadenzaMinuettoFinale. Alla marcia

Durata: 32’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: 11 novembre 2011 Gürer Aykal, Massimo Macrì

Jacques Offenbach (1819-1880) Etude n. 11 da 12 Etudes op. 78 per violoncello solo (1855)

Durata: 3’ ca.

__________

George Gershwin (1898-1937)Cuban Overture (1932)

Durata: 10’ ca.

Prima esecuzione Rai a Torino

Duke Ellington (1899-1974)Harlem (1950) (orchestrazione di Luther Henderson)

Durata: 20’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: 20 maggio 2011 William Eddins

Il concerto è trasmesso in diretta su Radio3 per Il Cartellone di Radio3 Suite.

Nella foto Concerto del pianista e compositore Friedrich Gulda -Milano, 1962

New York Follies

«New York aveva tutta l’iridescenza del principio del mondo», scrive Francis Scott Fitzgerald in L’età del jazz, ricordando il suo incontro con la metropoli all’inizio degli anni Venti. Lo skyline della città seguiva il profilo dinamico dei grattacieli di Manhattan, ma la vita si spandeva ai suoi piedi nel reticolo di linee della planimetria, vene pulsanti del perpetuo flusso di masse umane lungo le strade principali. Il potere economico verticale e la democrazia orizzontale si confrontavano senza mediazioni nello spazio urbano. Per la prima volta nella storia, il carattere della città si manifestava nei grattacieli e nei gran-di magazzini, invece che nelle cattedrali e nei palazzi. Lo stile di una metropoli moderna come New York, uscita più forte e orgogliosa dalla tragica epopea della guerra in Europa, rap-presentava una novità sconvolgente ed entusiasmante. La vita libera, anticonformista dei suoi abitanti rispecchiava i desideri e le speranze di fiumi di persone arrivate dal vecchio mondo per sfuggire alla fame o alle persecuzioni razziali. L’incontro tra questa massa di persone in cerca di riscatto e i discendenti degli schiavi africani ha prodotto, tra le altre cose, una forma di musica nuova e incredibilmente vitale, il jazz, che ha segnato in maniera profonda il Novecento e continua a sviluppare an-cora oggi nuovi stili e linguaggi musicali. Il concerto di stasera mostra alcune delle molteplici facce dell’influenza del jazz sul-la letteratura musicale del secolo scorso.

Leonard BernsteinPrelude, fugue and riffs, per clarinetto e jazz ensemble

Leonard Bernstein, nato nel 1918, rappresenta il frutto più ma-turo dello straordinario melting pot che fu New York nel primo Novecento, una pentola ribollente in cui si amalgamavano gli elementi più disparati provenienti da tutto il mondo. Talento immenso, spirito inquieto, formidabile comunicatore, Bern-stein è stato il primo direttore d’orchestra americano a imporsi sulla scena internazionale, e anche il primo musicista ebreo a infrangere il tetto di cristallo di un’istituzione orchestrale americana. Per Bernstein, seconda generazione di ebrei russi emigrati per sfuggire ai pogrom, l’America era il Paese della li-bertà e delle opportunità. «I like the island Manhattan. Smoke on your pipe and put that in!», canta Anita in West Side Story,

mi piace Manhattan punto e basta. Il grande sogno di Bern-stein era di regalare all’America una musica propria, autentica e radicata in quella irripetibile miscela di storie e tradizioni di-verse che avevano forgiato la nazione. Leonard era convinto, e non era il primo a pensarlo, che il jazz fosse il suo elemento naturale. I suoi lavori sono cosparsi di spunti jazzistici, ma mai tanto evidenti come in Prelude, fugue and riffs, scritto per la big band di Woody Herman nel 1949. L’idea era di innestare delle forme barocche come il preludio e la fuga nel linguaggio del jazz, nel quadro di un trittico concepito come un unico blocco musicale. Il Preludio è riservato a un gruppo di ottoni, la fuga a un quintetto di sassofoni e i riffs finali, una tipica espressione dei complessi jazz per indicare i ritornelli, all’intero ensemble.

Friedrich GuldaConcerto per violoncello, fiati e batteria

Analoghe aspirazioni si trovano anche nel Concerto per vio-loncello di Friedrich Gulda, che proviene però da un contesto culturale completamente diverso. Gulda è stato uno dei più grandi pianisti del Novecento, in particolare nel repertorio classico viennese. Martha Argerich e Claudio Abbado sono stati allievi nella sua classe di pianoforte a Vienna, malgrado Gulda fosse più un fratello maggiore che un maestro. Genia-le, estroso, anarchico, insofferente alla banalità, Gulda è sta-to un musicista a tutto tondo, convinto che nessun pianista possa dirsi davvero tale se non è anche un compositore. La sua forma di ribellione allo stile di vita borghese e al neoclas-sicismo viennese è stato il jazz, che ha cominciato a praticare tra lo sbalordito sgomento dei critici e degli addetti ai lavori. Il Concerto per violoncello è stato scritto nel 1980 per Heinrich Schiff, che a detta di Gulda desiderava soprattutto registrare con lui le Sonate di Beethoven. Le Sonate non le ha avute, ma in compenso Schiff ha legato il suo nome a un concerto che ri-mane tuttora nel repertorio dei violoncellisti più aperti al cross- over come Giovanni Sollima. E qui di incroci ce ne sono dav-vero tanti, e sorprendenti, a cominciare dall’organico inusuale di un ensemble di strumenti a fiato al posto dell’orchestra. Il linguaggio classico si mescola nella maniera più eclettica con lo swing di una big band, per poi immergersi nelle atmosfere popolari delle Alpi austriache, passando dall’idillio alla marcia, dalla ninna nanna alla cadenza virtuosistica.

Jacques OffenbachEtude n. 11 da 12 Etudes op. 78 per violoncello solo

Lo Studio per violoncello solo di Offenbach non ha nulla da spartire col jazz. Il maestro di Orphée aux Enfers ha visitato gli Stati Uniti nel 1875, ben prima che spuntasse all’orizzonte la stella del jazz, ma ha lasciato nei suoi racconti sull’America e gli americani un’ulteriore testimonianza della sua brillante in-telligenza e capacità di osservazione. Offenbach nasce come violoncellista, e ha scritto per il suo strumento molte pagine, tra cui una raccolta di dodici Studi op. 78. Lo Studio scelto da Sollima è un modo per rendere omaggio a un suo predecesso-re altrettanto estroso e carismatico.

George GershwinCuban Overture

George Gershwin, a differenza di Bernstein, non è riuscito a in-frangere il tetto di cristallo. Per quanto ricco e osannato come autore di Broadway, Gershwin non è mai riuscito a farsi accetta-re dall’establishment come compositore ‘serio’, sebbene abbia fatto ogni sforzo per colmare le lacune di una formazione da autodidatta e per abbattere le barriere del pregiudizio verso un artista ebreo nell’America ancora molto intollerante degli anni Trenta. Anche Gershwin voleva contribuire a forgiare una musi-ca e un teatro di carattere americano, ma la sua precoce scom-parsa ha forse impedito lo sviluppo di un tipo di opera nuova dopo l’exploit di Porgy and Bess. Il jazz, dal canto suo, ha sentito precocemente la necessità di dotarsi di un linguaggio sinfoni-co. L’orchestra di Paul White, per esempio, è stata l’origine di uno dei primi capolavori di Gershwin, Rhapsody in Blue. Per la New York Philharmonic Orchestra, invece, Gershwin com-pose la Cuban Ouverture, diretta da Albert Coates il 16 agosto 1932 al Lewisohn Stadium. Il concerto fu una sorta di consa-crazione popolare per Gershwin, che ricordava l’evento come «la più emozionante serata che abbia mai avuto». Circa 18.000 persone erano venute ad ascoltare le sue migliori composizio-ni, e molte rimasero fuori dallo stadio. Il titolo originario del la-voro era Rumba, e rappresentava la novità della serata. Il pezzo, composto come al solito in breve tempo e terminato a ridosso del concerto, «era stato ispirato da una breve visita all’Havana. Avevo cercato di combinare i ritmi cubani con il mio materiale tematico originale. Il risultato è un’Overture sinfonica che incor-pora l’essenza della danza cubana». L’orchestra impiega anche

alcuni strumenti cubani, che dovrebbero essere sistemati di fronte al direttore, a mo’ di solisti. In quegli anni cominciava a diffondersi la conoscenza del ricco e fresco patrimonio di ritmi del mondo caraibico, grazie al crescente flusso dell’immigra-zione portoricana, che a New York aveva preso il posto della precedente ondata ebraica. A questo proposito è interessante notare il fatto che un legame sotterraneo ha collegato la musica latino-americana al mondo ebraico. Le radici di questo rapporto forse affondano nella diaspora seguita alla cacciata degli ebrei dalla Spagna nel 1492, lo stesso anno della scoperta del Nuovo Mondo. Le danze latino-americane non solo ebbero ampio spa-zio nella musica di autori come Copland e Bernstein, ma furono il cavallo di battaglia di parecchi musicisti ebrei. Cuban Overture è anche il primo frutto degli studi con Joseph Schillinger, un solido teorico russo con cui Gershwin aveva ini-ziato a lavorare in primavera. Lo stile è asciutto, meno brillante rispetto ai pezzi popolari del passato. Il linguaggio è diventa-to più complesso, più difficile da afferrare immediatamente. L’importanza della composizione, tuttavia, non consiste tanto nel risultato in sé, quanto nel fatto che indica la strada nuova su cui la musica di Gershwin s’incammina negli ultimi anni, un percorso che porta a Porgy and Bess.

Duke EllingtonHarlem (orchestrazione di Luther Henderson)

La più longeva e rinomata orchestra jazz è quella fondata da Duke Ellington negli anni Venti. È l’epoca del primo e fiorente risveglio della cultura afroamericana, la cosiddetta Harlem Re-naissance, che prende il nome dal quartiere di New York dove Ellington si trasferisce dalla nativa Washington negli anni Venti. Il cuore della vita musicale di Harlem sono i club, dove si esibiscono tutte le sere i migliori musicisti di jazz del Pae-se. Il leggendario Cotton Club diventa la casa dell’orchestra di Ellington, che sviluppa uno stile di suono e di scrittura sem-pre più elaborato e complesso. Alla fine della Seconda Guerra mondiale, il mondo del jazz e delle big band sembrava desti-nato al tramonto, soppiantato dalla nascente industria della musica pop, ma Ellington aveva acquisito un tale prestigio da consentirgli di resistere al terremoto che aveva investito il vecchio mondo dei club. In Harlem, un ampio lavoro di jazz sinfonico, Ellington riversava la nostalgia per gli anni d’oro di quel mondo, che aveva vissu-to da protagonista. Era stato niente meno che Arturo Tosca-

nini a commissionare il lavoro, in vista di un grande affresco musicale sulla città di New York, senza peraltro dirigerlo mai. Ellington scrisse una versione per orchestra jazz, registrata nel 1951 nell’album Ellington Uptown con il titolo di A Tone Pa-rallel to Harlem (Harlem Suite), ma affidando al compositore e arrangiatore Luther Anderson il compito di stendere una vera partitura sinfonica. In questa forma Harlem è stata eseguita e registrata da diverse orchestre, compresa la Hollywood Bowl diretta da John Mauceri che ha rivisto la partitura in una nuo-va versione. Il nome Harlem è intonato all’inizio da una tromba con sordina, aprendo così una carrellata di umori, ricordi, im-magini legate alla vita piena di luci e ombre, di esplosioni di gioia e ferite dolorose, di segregazione e lotte per i diritti civili della gente di colore.

Oreste Bossini

John AxelrodCon un repertorio estremamente vasto, programmi innovativi e un carismatico stile direttoriale, John Axelrod continua ad imporsi sem-pre più come uno dei direttori più interessanti del panorama odierno sinfonico e operistico. La sua tecnica persuasiva è acclamata dalla critica così come le sue capacità comunicative con le orchestre e con il pubblico.Dal 2014 John Axelrod è Direttore Principale e Direttore Artistico della Real Orquesta Sinfónica de Sevilla (ROSS), incarichi estesi fino alla Stagione 2019-2020. Altre posizioni ricoperte nel tempo sono quel-le di Direttore Principale Ospite dell’Orchestra Sinfonica di Milano “G.Verdi” (2011-17), Direttore Musicale dell’Orchestre National des Pays de la Loire (2009-2013), Direttore Principale e Musicale della Luzerner Sinfonie Orchester e del Teatro di Lucerna (2004-2009), Direttore Musicale del Festival Hollywood in Vienna (2009-2011) con l’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna, Direttore Principale della Sinfonietta di Cracovia (2001-2009), Fondatore e Direttore Musicale dell’Orchestra X di Houston in Texas (1998-2003). Dal 2001 ad oggi, John Axelrod ha diretto oltre centosessantacinque orchestre nel mondo, trenta titoli d’opera e cinquanta prime assolute. Fra le orchestre con cui collabora regolarmente figurano l’Orchestra Sinfonica della Radio di Berlino, la NDR Symphony di Amburgo, la hr-Sinfonieorchester di Francoforte, la Dresdner Philharmonie, l’Or-chestra Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra del Teatro La Feni-ce di Venezia, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orche-stre de Paris, l’Orchestra della Svizzera italiana di Lugano, l’Orchestre Philharmonique Royal di Liegi (OPRL) e l’Orchestra del Teatro Mari-inskij di San Pietroburgo. In Giappone, John Axelrod dirige regolar-mente la NHK Symphony Orchestra di Tokyo e la Kyoto Symphony Orchestra, e negli USA ha più volte diretto la Chicago Symphony, la Los Angeles Philharmonic, la National Symphony, la Columbus Sym-phony e la Philadelphia Orchestra.Nella stagione 2018/19 ha debuttato con l’Orchestra Sinfonica della Radio bavarese e con la Filarmonica della Scala.Tra gli impegni di questa stagione segnaliamo il debutto con l’Orche-stra Sinfonica della Radio-Televisione spagnola di Madrid (RTVE) e i ritorni alla Filarmonica della Scala, all’Orchestra Filarmonica dei Pae-si Bassi, alla Kyoto Symphony, all’Orchestra Filarmonica di Belgrado, all’Orchestra Filarmonica di Graz, all’Orchestra Sinfonica della Radio di Praga e ai Festival Enescu e Grafenegg.

In ambito operistico, ha diretto Candide di Bernstein al Théâtre du Châtelet, al Teatro alla Scala e al Maggio Musicale Fiorentino, Eugene Onegin al Teatro San Carlo di Napoli, Aufstieg und Fall der Stadt Maha-gonny di Kurt Weill al Teatro dell’Opera di Roma, Mirandolina di Mar-tinü al Teatro La Fenice di Venezia, la première di Lo Specchio Magico di Fabio Vacchi al Maggio Musicale Fiorentino e La traviata all’Opera di Firenze. Tra il 2004 e il 2009, al Festival di Lucerna ha diretto: Rigo-letto, The Rake’s Progress, Don Giovanni, Three Penny Opera, Falstaff e Idomeneo. Questa stagione ha diretto, tra le altre opere, Un romano a Marte di Montalti al Teatro dell’Opera di Roma.John Axelrod, inoltre, dirige spesso opere in forma di concerto e col-labora regolarmente con artisti di fama internazionale quali Nadja Michael, Thomas Hampson, Rinat Shaham, Véronique Gens, Ramón Vargas e Wallis Giunta.John Axelrod incide regolarmente sia il repertorio classico sia quel-lo contemporaneo per etichette quali Sony Classical, Warner Clas-sics, Ondine, Universal, Naïve e Nimbus. Per Telarc ha pubblicato con l’Orchestra Sinfonica di Milano “G. Verdi” e i solisti Dame Felici-ty Lott, Wolfgang Holzmair, Indra Thomas e Nicole Cabell, un album che include Sinfonie di Brahms e Lieder di Clara Schumann intitolato Brahms Beloved.Appassionato sostenitore delle nuove generazioni di musicisti, John Axelrod collabora con diverse orchestre giovanili ed è stato Direttore Principale del Pacific Music Festival di Sapporo anche nel 2019 in oc-casione del centenario dalla nascita di Bernstein. In tournée ha diret-to la Santander Orchestra in Polonia, la Schleswig-Holstein Festival Orchestra al Festival di Salisburgo, l’Orchestra Giovanile Italiana in Italia, l’Orchestra dell’Accademia alla Scala a Muscat, la Junge Nord-Deutsche Philharmonie in Germania e la Vienna Jeunesse Orchester in Austria.John Axelrod ha studiato con Leonard Bernstein, si è laureato alla Harvard University e si è diplomato al Conservatorio di San Pietro-burgo con Ilya Musin.

Foto di Stefano Bottesi

Giovanni SollimaVioloncellista di fama internazionale, Giovanni Sollima è anche uno tra i compositori italiani più eseguiti al mondo. Collabora con artisti del cali-bro di Riccardo Muti, Yo-Yo Ma, Ivan Fischer, Viktoria Mullova, Ruggero Raimondi, Mario Brunello, Kathryn Stott, Giuseppe Andaloro, Yuri Bash-met, Katia e Marielle Labèque, Giovanni Antonini, Ottavio Dantone, Patti Smith, Stefano Bollani, Paolo Fresu, Elisa e Antonio Albanese, e con or-chestre tra cui la Chicago Symphony Orchestra, la Manchester Camera-ta, la Liverpool Philharmonic Orchestra (di cui è stato Artist in residence nel 2015), l’Orchestra Reale del Concertgebouw, i Moscow Soloists, la Konzerthausorchester di Berlino, l’Australian Chamber Orchestra, Il Giar-dino Armonico, la Cappella Neapolitana, l’Accademia Bizantina, la Hol-land Baroque e l’Orchestra del Festival di Budapest (BFO).Per il cinema, il teatro, la televisione e la danza ha scritto e interpretato musiche per Peter Greenaway, John Turturro, Bob Wilson, Carlos Saura, Marco Tullio Giordana, Alessandro Baricco, Peter Stein, Lasse Gjertsen, Anatolij Vasiliev, Karole Armitage e Carolyn Carlson.Si è esibito in alcune delle più importanti sale in tutto il mondo, tra cui la Alice Tully Hall del Lincoln Center for the Performing Arts di Manhattan, la Knitting Factory di Brooklyn, la Carnegie Hall di New York, la Wigmore Hall e la Que-en Elizabeth Hall di Londra, la Salle Gaveau di Parigi, il Teatro alla Scala di Mi-lano, il Ravenna Festival, l’Opera House di Sidney e la Suntory Hall di Tokyo.Dal 2010 Sollima insegna presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dove è stato insignito del titolo di Accademico. Nel 2012 ha fondato, insieme a Enrico Melozzi, i 100 Cellos.Nel 2015 ha creato a Milano il “logo sonoro” di Expo e inaugurato il nuo-vo spazio museale della Pietà Rondanini di Michelangelo.Nel campo della composizione esplora generi diversi avvalendosi di strumenti antichi, orientali, elettrici e di sua invenzione, suonando nel Deserto del Sahara, sott’acqua, e con un violoncello di ghiaccio.La sua discografia si è aperta nel 1998 con un CD commissionato da Phi-lip Glass per la propria etichetta Point Music al quale sono seguiti undici album per Sony, Egea e Decca.Ha riportato alla luce un violoncellista e compositore del Settecento, Giovanni Battista Costanzi, di cui ha inciso nel corso degli ultimi due anni le Sonate e Sinfonie per violoncello e basso continuo per l’etichetta spagnola Glossa. Nell’ottobre 2018, alla Cello Biennale di Amsterdam, ha ricevuto il presti-giosissimo riconoscimento “Anner Bijlsma” Award.Giovanni Sollima suona un violoncello Francesco Ruggeri del 1679 (Cremona).

Foto di Francesco Prandoni

Enrico MariaBaroni

Primo Clarinetto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai dal 2000, Enrico Maria Baroni si è diplomato presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano con il massimo dei voti e ha anche conseguito, nello stesso Conservatorio e con il massimo punteggio, la laurea magistrale in discipline musicali ad indirizzo concertistico. Rite-nendo fondamentale oltre alla preparazione solistico concertistica anche la pratica della musica d’insieme, appena terminati gli studi viene selezionato come membro dell’Orchestre des Jeunes de la Méditerranée, della Schleswig-Holstein Musik Festivalorchestra e della Philharmonie der Nationen dove ha la possibilità di confron-tarsi con coetanei di diverse nazionalità e scuole. Nel 1995 vince il concorso di Secondo Clarinetto all’Orchestre de Chambre de Lau-sanne, dove svolge la sua attività per cinque anni.Con l’OSN Rai ha eseguito, come solista, la Première Rhapsodie di De-bussy diretta da Rafael de Burgos, la Sinfonia Concertante di Mozart diretta sia da Rafael de Burgos sia da Juraj Valčuha, l’op. 120 n. 1 di Brahms/Berio diretta da Roberto Abbado, e Prelude, Fugue and Riffs di Bernstein, il Concerto per clarinetto di Copland e il Concerto per cla-rinetto KV 622 di Mozart diretti da William Eddins. Ha eseguito nuova-mente il Concerto di Mozart sia con la Stresa Festival Orchestra diretta da Gianandrea Noseda sia con l’Orchestre de Chambre de Lausanne diretta da Jesus Lopez Cobos; con quest’ultima ha inoltre interpretato i Concerti per clarinetto di Weber e Stamitz. Coltiva parallelamente la passione per la musica da camera, in parti-colar modo con il quintetto Avant-Garde, finalista al concorso ARD di Monaco di Baviera, con il quale nell’arco di una decina d’anni ha suo-nato nelle più importanti stagioni musicali e con cui ha registrato due CD di arrangiamenti per quintetto a fiati di pagine di Bizet, Debussy, Ravel e Verdi. Si esibisce anche con diverse formazioni nell’ambito di stagioni musicali e Festival Nazionali ed Internazionali. Ha preso parte ad oltre cinquanta incisioni tra CD e DVD di repertorio lirico sinfonico, solistico e cameristico con diverse etichette disco-grafiche tra cui Deutsche Grammophon, Sony Classical, Erato, MDG, Denon, Teldec, Rada Film, Decca, Stradivarius, Rivoalto, Videoradio, Due Punte Classica e Amadeus. Molto attivo anche in ambito didattico, tiene regolarmente master-class presso l’Accademia “Perosi” di Biella, presso i più importanti conservatori, istituti musicali e associazioni. Dal 2017 è docente di clarinetto presso il Conservatorio “G. Puccini” di Gallarate.

Foto di Stefano Pedrelli

Enrico MariaBaroni

Violini primi*Roberto Ranfaldi (di spalla)°Giuseppe Lercara°Marco LambertiAntonio BassiLorenzo BrufattoIrene CardoPatricia GreerValerio IaccioMartina MazzonEnxhi NiniMatteo RuffoElisa SchackClaudia CurriLorenzo Gugole

Violini secondi*Roberto RighettiValentina BussoPietro BernardinRoberta CaternuoloRoberto D’AuriaAlessandro Di GiacomoMichal ĎurišRodolfo GirelliArianna LuzzaniCarola ZosiSawa Kuninobu

Viole*Luca RanieriMargherita SarchiniMatilde ScarponiGiovanni Matteo BrascioluFederico Maria FabbrisAlberto GioloAgostino MattioniDavide OrtalliClara Trullén-Sáez Greta Xoxi

Violoncelli*Pierpaolo TosoErmanno FrancoMarco Dell’AcquaStefano BlancEduardo dell’OglioPietro Di SommaCarlo PezzatiFabio Storino

Partecipano al concertoContrabbassi*Gabriele CarpaniAntonello LabancaAlessandra AvicoFriedmar DellerCecilia PerfettiVincenzo Antonio Venneri

Flauti*Alberto BarlettaLuigi ArciuliPaolo Fratini

OttavinoPaolo Fratini

Oboi*Francesco PomaricoFranco Tangari

Corno ingleseTeresa Vicentini

Clarinetti*Enrico Maria BaroniGraziano Mancini

Clarinetto bassoSalvatore Passalacqua

Saxofoni contralti*Mario GiovannelliGiovanni Alberti

Saxofoni tenori*Enrico DellantonioValerio Barbieri

Saxofono baritonoGiorgio Beberi

Fagotti*Andrea CellacchiMauro Monguzzi

ControfagottoBruno Giudice

Corni*Giovanni Emanuele UrsoMarco PanellaMarco PeciaroloMarco Tosello

Trombe*Marco BraitoAlessandro CaruanaErcole CerettaDaniele Greco D’AlceoCesare Maffioletti

Tromboni*Diego Di MarioDevid CesteAntonello Mazzucco

Trombone bassoGianfranco Marchesi

TubaMatteo Magli

Timpani*Claudio Romano

PercussioniCarmelo Giuliano GullottoAlberto OcchienaEmiliano RossiCarlo Alberto ChittolinaMatteo FloriSara GaspariniFlavia La Perna

Arpa*Ilaria Bergamin

Chitarra*Gilbert Imperial

Pianoforte*Roberto Galfione

*prime parti°concertini

www.sistemamusica.it è il nuovo portale della mu-sica classica a Torino nel quale troverete notizie, appuntamenti e approfondimenti su concerti, spet-tacoli ed eventi realizzati in città. Dal sito è inoltre possibile acquistare on line i biglietti delle principali stagioni torinesi.

www.sistemamusica.it è il nuovo portale della musica classica a Torino nel quale troverete notizie, appuntamenti e approfondimenti su concerti, spettacoli ed eventi realizzati in città. Dal sito è inoltre possibile acquistare on line i biglietti delle principali stagioni torinesi.

CONVENZIONE OSN RAI – VITTORIO PARKTutti gli abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Stagione Sinfonica OSN Rai 2018-2019 che utilizzeranno il VITTORIO PARK di PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, ritirando il tagliando di sconto presso la biglietteria dell’Auditorium Rai “A. Toscanini”, avranno diritto alla riduzione del 25% sulla tariffa oraria ordinaria. Per informazioni rivolgersi al personale di sala o in biglietteria Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione “riduzioni”.

“Racconta” il concerto il percussionista

Simone Rubino insieme ai

protagonisti.

I concerti del ciclo Classica per Tutti sono realizzati in

collaborazione con Fondazione Teatro

Ragazzi e Giovani Onlus.

SABATO 2 MARZO 2019 ore 16.00 William Eddins direttoreSimone Rubino percussioni

Minoru MikiMarimba spiritual per marimba e percussioni

Carmelo Giuliano Gullotto, Alberto Occhiena, Emiliano Rossi percussioni

Durata: 14’ ca.

Roberto BoccaDialogo per percussioni e orchestra Durata: 6’ ca.

Astor PiazzollaLibertango per marimba e orchestra(arr. Ingo Laufs)

Durata: 5’ ca.

Helmut Lachenmann Marche fatale

Durata: 6’ ca.

Paul HartCartoon

Durata: 9’ ca.

Jacques OffenbachOrhpée aux enfers, Ouverture e Can can

Durata: 10’ ca.

CLASSICA PER TUTTI N. 5CASA BEETHOVEN

SABATO 22 FEBBRAIO 2020,16.00

GIORDANO FERRANTI direttore

Ludwig van BeethovenSinfonia n. 7 in la maggiore op. 92

Estratti

Ludwig van BeethovenSinfonia n. 9 in re minore op. 125 Corale

Estratti

I concerti del ciclo Classica per Tutti sono realizzati in collaborazione con Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus.

Classica per tutti:Poltrona numerata: 10€Poltrona numerata Under35: 5€

GIOVEDÌ 27 FEBBRAIO 2020, 20.30VENERDÌ 28 FEBBRAIO 2020, 20.00

JAMES CONLON direttoreRODOLFO LEONE pianoforteALESSANDRO MILANI violinoULA ULIJONA viola

Wolfgang Amadeus Mozart La clemenza di Tito KV 621. Ouverture

Wolfgang Amadeus Mozart Concerto n. 21 in do maggiore per pianoforte e orchestra KV 467

Wolfgang Amadeus Mozart Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore per violino, viola e orchestra KV 364

27–28/0213

SINGOLO CONCERTO: Poltrona numerata30€, 28€, 26€, 15€ (ridotto Under35)

INGRESSO: Posto non assegnatoda 20€ a 9€ (ridotto Under35)

BIGLIETTERIA: Via Rossini, 15011.8104653 - [email protected] - www.osn.rai.it