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• Afghanistan: missione di pace o di guerra?

• Di Giulia Parolini, VB scuola primaria di Esine

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IL CORPO DEGLI ALPINIIL CORPO DEGLI ALPINI Gli alpini sono la fanteria da

montagna dell’Esercito Italiano specializzata nella guerra sui terreni montani

Costituiti ad opera del capitano Giuseppe Perrucchetti a Napoli con regio decreto legge del 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel mondo, originariamente creato per proteggere i confini montani settentrionali dell'Italia con Francia, Impero austro-ungarico e Svizzera.

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La divisaLa divisa La divisa alpina era

inizialmente degli stessi colori dell'esercito piemontese: giubba turchina e pantaloni bianchi. Ciò non consentiva una buona mimetizzazione in ambiente montano e nel 1906 nacque il "plotone grigio", composto da quaranta uomini della 45ª compagnia del "Morbegno", che fece la sua prima comparsa ufficiale a Tirano

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La divisaLa divisa Il cappello è l'elemento più rappresentativo

degli alpini, composto da elementi che indicano il grado, il reggimento e la specialità di appartenenza. L’ultima versione di cappello risale al 1910.

Lunga circa 25–30 cm, la penna è portata sul lato sinistro del cappello; di corvo, nera, per la truppa; di aquila, marrone, per i sottufficiali e di oca bianca per gli ufficiali superiori e generali.

La nappina è il dischetto nel quale viene infilata la penna. Essa cambia colore e materiale a seconda dei gradi.

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Il motto degli alpiniIl motto degli alpini ll motto "Di qui non si passa" fu

coniato dal generale Luigi Pelloux, primo ispettore generale degli alpini, che nell'ottobre 1888, durante un banchetto per la visita a Roma dell'imperatore di Germania, concluse un discorso sugli alpini dicendo:

<< Essi simboleggiano quasi, all'estrema frontiera, alle porte d'Italia, un baluardo sul cui fronte sta scritto "Di qui non si passa“.

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Le preghiereLe preghiere

La prima preghiera dell’alpino fu scritta dal col. Gennaro Sora per il suo battaglione Edolo. Essa fu in seguito modificata

Nel 1949 il mons. Giuseppe Trossi aggiunse il riferimento alla Madonna delle Nevi

San Maurizio martire, festeggiato il 22 settembre, è il santo patrono e protettore degli alpini

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La preghiera dell’alpinoLa preghiera dell’alpino

Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre

contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto,

eleviamo l'animo a Te, o Signore, che proteggi le nostre mamme, le nostre spose,

i nostri figli e fratelli lontani, e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi. Dio o nnipotente, che governi tutti gli elementi,

salva noi, armati come siamo di fede e di amore. Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della

tormenta, dall'impeto della valanga, fa che il nostro piede posi sicuro

sulle creste vertiginose, su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi,

rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera,

la nostra millenaria civiltà cristiana. E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,

Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio

di tutti gli Alpini caduti, tu che conosci e raccogli ogni anelito

e ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi.

Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni e ai nostri Gruppi. Così sia.

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Le missioniLe missioni 1888 prima missione all'estero, in Africa,

continente nel quale gli alpini hanno affrontato le guerre coloniali del Regno d'Italia.

Distinti durante la prima guerra mondiale e impiegati nei combattimenti al confine austro-ungarico contro le truppe da montagna austriache e tedesche, combatterono la cosiddetta "guerra in alta quota”

Durante la seconda guerra mondiale, gli alpini combatterono nei Balcani e sulla linea del Don, dove avvenne la tragica ritirata dell'inverno 1942-1943.

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La riorganizzazione del corpoLa riorganizzazione del corpo degli alpinidegli alpini

Nei primi anni ’90, con il venire meno della minaccia sovietica, ebbe inizio la ristrutturazione dell'esercito, che comportò per le truppe alpine la soppressione di gloriosi reparti.

Nel 2002 il Comando Truppe Alpine era formato da solo due brigate, la Taurinense e la Julia.

Gli alpini divennero adatti alle missioni di pace all’estero, e al mantenimento d’ordine in Italia grazie alla loro adattabilità, all’intenso addestramento e all’arruolamento volontario.

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La missione in AfghanistanLa missione in Afghanistan Maggio 2003: Battaglione "Monte Cervino“, parte della

Brigata Taurinense, giunge a Kabul nell’ambito dell'operazione Enduring Freedom, con il preciso compito di proteggere le vie d'accesso allo scalo aereo cittadino.

Da allora si sono susseguite diverse missioni con lo scopo di sostenere i civili nella ricostruzione di quella provincia.

Fin dai primi mesi di missione in Afghanistan, gli alpini hanno subito diverse perdite dovute a ordigni improvvisati e mine terrestri ai convogli con cui le forze militari si spostano nel territorio.

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Caporal MaggioreCaporal MaggioreMatteo MiottoMatteo Miotto

Nato a Thiene (Vicenza) nel 1986

Missione in Kosovo Luglio 2010 missione

in Afghanistan Gennaio 2011 funerali

di Stato

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La missione di Matteo in La missione di Matteo in AfghanistanAfghanistan

Il caporal maggiore, in forza al 7mo reggimento alpini di Belluno, Brigata Julia, era un volontario con ferma prolungata, ossia avrebbe dovuto prestare servizio per quattro anni. In questa parte del mondo prostrata dalla guerra, Matteo raggiunse la Task Force South East, nella valle del Gulistan, un’area protetta dall'esercito italiano e in precedenza difesa dai militari statunitensi. Proprio qui, alla fine di dicembre, è avvenuto l'attentato, mentre Matteo faceva la guardia in torretta.

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I funerali solenniI funerali solenni Estratto del funerale di Matteo Miotto

con lettura della lettera che l’alpino scrisse dal fronte afgano due mesi prima di morire

(Allegato al documento la traccia musicale)

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Le dichiarazioni del Le dichiarazioni del padre…padre…

“È legittimo chiedere com’è morto un figlio - dice Francesco Miotto, 63 anni, il papà di Matteo - Ieri mi hanno chiamato i suoi comandanti dall'Afghanistan dicendo che era stato colpito. L’autopsia chiarirà tutto”.

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… … e della madree della madre

Anna Dal Ferro dichiara “Matteo diceva che sarebbe tornato per la famiglia, ma la sua casa era in Afghanistan. Lui ce l'aveva nel sangue il mestiere dell'alpino, il desiderio di aiutare gli altri, e io ho sempre appoggiato le sue scelte. Mio figlio era così e non è vero che tutti questi ragazzi che vanno nelle missioni di pace all'estero lo fanno solo per i soldi».

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ConclusioniConclusioni Matteo è morto a soli 24 anni, ma sapeva

quali erano i rischi che poteva correre. Il nonno ce l’aveva fatta a tornare dalla guerra, Matteo no. Notizie così cattive non si ascoltano volentieri, soprattutto se si tratta di giovani volontari impegnati in missioni di pace. Il caporal maggiore resterà nei nostri cuori e in quelli degli Alpini, perché un ragazzo come tanti, che si è messo in gioco per un ideale.

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Riflessioni personaliRiflessioni personali Noi pensiamo che la guerra sia una cosa da

bisnonni, invece in alcune parti del mondo è la normalità. Forse qualcuno sta morendo per colpa della guerra proprio adesso mentre stai leggendo. Prima di fare questa ricerca io associavo gli Alpini alle feste di paese dove sono i protagonisti con canti, balli e “strinù”; invece sono presenti in tutte quelle situazioni di disagio come terremoti o alluvioni, sempre pronti a dare una mano in nome della SOLIDARIETA’. Anche Matteo Miotto ha messo la vita degli altri prima della sua. Sapeva bene che il rischio era alto ma- come scrisse nella sua ultima lettera- ne valeva la pena.