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La privatizzazionedell’istruzionenel mondo

Alcuni dati sulle scuoleparitarie in Italia

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La privatizzazione dell’istruzione nel mondo

Le dinamiche politiche

La privatizzazione dell'istruzione è un fenomeno globale con molteplici manifestazioni,

riguarda sia i paesi del nord che quelli del sud, stati con tradizioni educative e quadri

normativi molto diversi.

La privatizzazione dell’educazione è sostenuta da un ampio spettro di attori: da gruppi di

interesse locale a organizzazioni internazionali e fondazioni private. In alcune situazioni si

riscontrano strani mix di soggetti con interessi apparentemente divergenti, come i gruppi

di minoranze etniche e think-tank conservatori, che finiscono per sostenere forme simili di

privatizzazione dell'istruzione

Da tutti questi diversi attori, la privatizzazione è presentata come una formula per

aumentare le possibilità di scelta, migliorare la qualità, aumentare l'efficienza, aumentare

l'equità (o tutte queste cose contemporaneamente) del sistema educativo.

C’è un consenso generale sul fatto che il fenomeno della privatizzazione sia in espansione.

Il trend è confermato dall’analisi di tutti gli indicatori specifici. Il fenomeno è più intenso

nei paesi a basso reddito pro capite. L’unica area geografica in cui il fenomeno espansivo è

meno marcato è l’africa sub sahariana, prevalentemente grazie all’estensione di programmi

di istruzione pubblici totalmente gratuiti a partire dagli anni ’90.

Anche la percentuale di investimento privato nell’educazione è in aumento in quasi tutti i

paesi OECD. In Italia i dati OECD stimano un aumento della componente di spesa privata

nell’educazione in forte crescita.

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Figura 1 – Andamento della spesa privata in educazione: spesa dei privati (famiglie o altri soggetti privati) come

percentuale del PIL [Fonte: OECD].

In generale, le politiche specifiche, i meccanismi sociali e le dinamiche organizzative

attraverso le quali la privatizzazione dell'istruzione avanza sono un'area di ricerca ancora

poco sviluppata. La letteratura esistente esamina gli effetti della privatizzazione nei

sistemi di istruzione concentrandosi sull’impatto della privatizzazione su dimensioni

diverse, tra cui l'accesso degli studenti e l'apprendimento, la qualità degli insegnanti e / o

le disuguaglianze educative. Tuttavia, mancano studi su come, da un punto di vista socio-

politico, la privatizzazione dell’educazione guadagni consenso.

Privatizzazione dell'istruzione non significa necessariamente un trasferimento drastico

della proprietà dei servizi educativi da mani pubbliche a private, al contrario di ciò che è

accaduto in altri settori molto privatizzati come telecomunicazioni, il trasporto areo e

l'energia, per citarne alcuni. La privatizzazione dell'istruzione è un processo che tende ad

accadere di più a livello di riorganizzazione di servizi (con una maggiore presenza di

scuole private) e di finanziamento (con famiglie e altri soggetti privati che pagano una

quota più elevata del totale spese educative) che a livello di proprietà in senso stretto.

Anche se i processi di privatizzazione dell'istruzione non necessariamente alterano le

relazioni di proprietà, essi cambiano in un significativo come i servizi educativi sono

coordinati, finanziati e controllati.

La privatizzazione dell'istruzione è un processo che si verifica con modalità diverse ma

concorrenti: offerta di servizi da parte di aziende private che erano una volta forniti dal

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settore pubblico, intervento dei privati nella governance dei soggetti pubblici,

cambiamento nel controllo delle risorse pubbliche e modifiche delle strutture attraverso le

quali il denaro pubblico viene speso. La privatizzazione dell'istruzione passa attraverso

l’offerta di voucher, leggi sulla parità scolastica, liberalizzazione del settore dell'istruzione,

incentivi fiscali o finanziamenti pubblici a soggetti privati, appalti di servizi educativi e

così via. Tutte queste misure politiche favoriscono in genere un mix tra una maggior

partecipazione del settore privato nelle attività di erogazione dei servizi educativi e un

certo livello di l'interazione tra pubblico e privato.

La letteratura distingue due tipi di tendenze nella privatizzazione dei sistemi di istruzione:

(a) la cessione a privati di parti del sitema dell'istruzione pubblica, o privatizzazione

esogena, che comporta l’apertura dei servizi pubblici alla collaborazione e alla

partecipazione del settore privato e l’utilizzo del privato per progettare, gestire o fornire

servizi al sistema dell’educazione pubblica;

(b) la privatizzazione nell'educazione pubblica o privatizzazionee endogena, cioè

l’importazione di idee, tecniche e pratiche dal settore privato nel settore pubblico, al fine di

rendere il settore pubblico più simile all’impresa.

Quest'ultima modalita è fortemente connessa al programma di riforma del settore

pubblico comunemente noto come new public management (NPM). Le soluzioni di gestione

proposte dai teorici della NPM implicano la frammentazione dei servizi pubblici in piccole

unità, la decentralizzazione delle le responsabilità di bilancio in tali unità, l'introduzione di

una distinzione più chiara tra fornitori del servizio e utenti in un rapporto più simile a

quello fornitori/clienti, la promozione di una cultura manageriale di tipo aziendalistico

orientata verso la realizzazione di risultati tangibili e misurabili.

Nel settore dell'istruzione, NPM significa approccio manageriale alla governance delle

scuole, incentivi basati sui risultati per le scuole e gli insegnanti, competizione tra scuole,

e, in generale, servizi educativi fortemente orientati verso il soddsfacimento delle esigenze

delle famiglie in una logica di mercato.

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Poiché la maggior parte delle politiche di privatizzazione dei servizi pubblici porta alla

generazione di dinamiche di mercato nei sistemi di istruzione, come la concorrenza tra

operatori e la libertà di scelta degli utenti, i concetti di privatizzazione e di

commercializzazione sono legati in modo inestricabile. Il mix pubblico - privato sta

diventando sempre più centrale nell'organizzazione dei sistemi di educazione in molte

parti del mondo.

Le partnership publico-privato (PPP) prevedono contratto un più o meno stabile tra settore

privato e settore pubblico. Tramite questo contratto il settore pubblico acquista servizi dal

privato per un certo periodo, ad un certo prezzo e per certi risultati. Entrambe le parti

condividono rischi, risultati conoscenze e risorse.

Le Organizzazioni Internazionali (OCSE, WTO, WB ecc.) sono attori primari nello spingere

verso riforme dell'istruzione in direzione della managerializzazione della scuola pubblica

e verso la privatizzazione. Hanno la capacità materiale e discorsiva per analizzare le

condizioni nazionali e subnazionali e definire le priorità.

Il mercato dell’istruzione

Il mercato dell’istruzione è,

potenzialmente, il secondo

dopo quello della sanità per

dimensione.

GSV-Advisors stimava nel

2015 il valore del mercato

dell’istruzione in 4,9 mila

miliardi di dollari, con una

proiezione per il 2020 pari a

6,3 mila miliardi di dollari; nel 2014 l’intensità di venture capital nel settore ha raggiunto 2

miliardi di dollari.

La dimensione delle multinazionali dell’educazione è da grande industria, alcuni esempi

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delle più grandi (escluse le imprese cinesi, che operano in un mercato chiuso ma

vastissimo):

Bright Horizons Family Solutions (BFAM) - opera nel solo settore 0-6; ha più di 1,000

centeri per oltre 110.000 bambini distribuiti in 42 stati USA ed in Canada, oltre a Europa,

India e Puerto Rico.

Pearson – ha oltre 30.000 dipendenti in oltre 70 nazioni, è particolarmente attiva nei paesi

in via di sviluppo nel settore delle low-fee schools. In italia possiede una serie di case

editrici che producono testi didattici: Paravia, Bruno Mondadori, compresa la divisione

Edizioni Scolastiche, Pearson Education e Pearson Longman (testi di lingua inglese),

Archimede Edizioni (testi umanistici), Lang Edizioni (testi per lo studio delle lingue

straniere), Elmedi (testi per la scuola primaria), Linx Edizioni (pubblica famosi testi di

chimica, biologia e scienze della terra), Paramond (pubblicazioni in campo giuridico e

informatico), Thecna!, Lang- Longman, I pinguini. Ha acquistato recentemente il gruppo

Wall Street English.

Bridge International Academies – Bridge IA gestisce circa 500 scuole per oltre 100,000

alunni, prevalentemente in paesi in via di sviluppo (India, Kenia, Liberia, Nigeria, Uganda

ecc.), ma nei piani di sviluppo prevede di raggiungere i 10,000,000 di alunni in almeno 12

nazioni per il 2025. Come Pearson, è specializzata nelle scuole a bassissimo costo: la

docenza viene affidata a non professionisti che ricevono giorno per giorno su un tablet un

“copione” da recitare pedissequamente in classe. Bridge ha ricevuto ingenti fondi da

personalità del calibro di Bill Gates e Mark Zuckerberg, oltre che direttamente dalla Banca

Mondiale e dal Governo Inglese.

Elsevier – Quasi monopolista nel mercato delle publicazioni scientifiche: nonostante il

target di pubblico molto ristretto, il totale del mercato è stimato in 19 miliardi di sterline,

più o meno intorno a quanto vale il mercato dell’industria musicale, ma molto più

redditizio. Nel 2010 Elsevier dichiarava ricavi nel settore delle pubblicazioni scientifiche

pari a 724 milioni di sterline su entrate complessive per 2 miliardi, con un margine del 36%

– più alto di Apple, Google, o Amazon nello stesso anno.

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Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il mercato dell’educazione scolastica

privata si rivolge prevalentemente a studenti di famiglie povere: nei paesi in via di

sviluppo interi sistemi educativi vengono affidati a privati, spesso in regime di monopolio.

Le famiglie molto ricche, invece, pur con numeri più piccoli, investono su sistemi paralleli

di educazione di qualità superiore (vera o presunta), si rivolgono cioè a scuole che

garantiscono (o promettono) istruzione di qualità più alta di quella disponibile nel paese a

fronte del pagamento di rette annuali anche molto importanti. Recentemente questa

ricerca di offerta scolastica di “élite” ha attratto sempre di più studenti che provengono

dalle famiglie della classe media agiata, che hanno aumentato la loro preferenza per

l’educazione privata passando dal 3% negli anni ‘90 al 9% nei ’10.

Alcune valutazioni

La privatizzazione dei sistemi educativi non evolve autonomamente rispetto alle riforme

della governance del settore pubblico; non ha una dimensione solamente nazionale,

autonoma dal resto del mondo; non riguarda solo la scuola, ma l’intero sistema

dell’educazione in tutti i suoi aspetti.

E’ dalla metà degli anni ’80 (e la data non è casuale) che si organizza un movimento che

non formalmente viene definito Global Education Reform Movement che è diventato

ortodossia per quanto riguarda le riforme dell’educazione nel mondo. Nasce nei paesi

anglosassioni ed è spinto da organizzazioni internazionali come OCSE, WB e altri. La sua

base teorica appartiene pienamente alla elaborazione neoliberista.

La letteratura ha identificato una serie di interventi che servono a preparare o incentivare

la privatizzazione dei sistemi dell’educazione, l’allargamento cioè degli spazi di mercato e

l’indebolimento della capacità di competizione del soggetto pubblico:

1. Standardizzazione.

i. Dei risultati: Utilizzo di strumenti di valutazione oggettivi, magari affidati a

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soggetti terzi e successivamente politiche di gestione delle istituzioni

educative standards-based. I sistemi di valutazione standard (come PISA)

spostano l’attenzione dai risultati educativi individuali verso parametri non

legati alla maturazione dei singoli studenti e alla progettualità complessa

delle scuole.

ii. Dei costi: il costo standard di sostenibilità diviene parametro di riferimento di

competitività del pubblico; apre a valutazioni di convenienza concorrente e al

finanziamento diretto delle famiglie da parte dello stato per favorire

l’autonomia di scelta pubblico/privato.

2. Riduzione delle materie insegnate. La riduzione dei costi e l’accettazione dei test

standard come misura dei risultati scolastici spinge alla semplificazione delle

materie insegnate. PISA, TIMSS e PIRLS usano come criterio per la misurazione

della performance educativa solo la lettura e le competenze matematiche e

scientifiche. Valutazioni economiche e condizionamento da parte dei test

internazionali portano a sacrificare scienze sociali, laboratori, educazione artistica e

musicale ecc.

3. Valutazione competitiva. L’uso di strumenti di valutazione per l’accreditamento, la

promozione, il finanziamento delle istitutzioni educative e dei singoli lavoratori, in

una logica di piena competizione tra istituti pubblici tra loro e tra pubblico e

privato, senza distinzione, trasforma i sistemi di educazione intesi come servizio

pubblico in campo contendibile secondo logiche puramente commerciali in cui il

pubblico è attore alla pari degli altri soggetti privati. L’abolizione del valore legale

dei titoli di studio rientra in questo aspetto.

4. Condizionamento del sistema a causa dei sistemi di valutazione. Mettere in

competizione gli istituti educativi in base ai risultati di valutazioni esterna porta a

scegliere questi soggetti a scegliere vie efficaci e a basso rischio per ottenere risultati

positivi nella valutazione, e quindi per accedere ai premi. Questo condiziona

complessivamente il sistema minimizzando la diversificazione e riducendo la

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sperimentazione.

5. Importazione di sistemi di management privati nel sistema pubblico. La logica

della competizione aperta porta come conseguenza la scelta di trasformare i

dirigenti scolastici in figure manageriali omologhe a quelli delle aziende private sia

nei rapporti con i dipendenti sia nella gestione della competizione con gli altri

istituti. Questo processo ovviamente deriva e rinforza l’egemonia culturale del

liberismo: verticalizzazione dei rapporti di lavoro, riduzione della collegialità,

investimenti in risultati di breve termine, legame con l’industria, disinteresse nella

ricerca scientifica in ambito pedagogico a favore di soluzioni di natura gestionale-

aziendale, competizione tra istituti pubblici tra loro e pubblici/privati ecc.

Questi punti hanno valore trasversale, e sono già di per se un progetto politico unitario.

Queste cinque dinamiche mettono in moto una serie di meccanismi incrociati che hanno

rilevanza intercompartimentale prima di tutto, ma anche politica generale.

Cosa accade in Italia

Se tradizionalmente tutto il pezzo dell’istruzione concorrente con la scuola statale è

associato alla Chiesa Cattolica, fuori da questo perimetro una molteplicità di soggetti non-

profit e for-profit operano in un mercato ampio e articolato. Nell’A.S. 2016/17 sono censite

oltre 8000 scuole paritarie cattoliche e quasi 5000 paritarie laiche, ed il solo pezzo cattolico

dichiarava circa 90.000 dipendenti (esclusi parasubordinati ed autonomi, quindi).

A fianco della scuola paritaria il sistema privato dell’educazione si estende dagli asili nido

fino all’educazione post-secondaria (terziaria e non terziaria), oltre al mare magnum delle

scuole per corsi singoli di vario titolo (lingue, musica, cucina… qualsiasi cosa).

Oltre a una moltitudine di micro-aziende di dimensione più o meno familiare, non

mancano in italia grandi gruppi imprenditoriali multinazionale. Per quanto sia difficile

immaginare un censimento organico dei soggetti che operano nell’ambito dell’educazione,

non è impossibile costruire un breve elenco dei nomi più importanti che si muovono nel

nostro paese.

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Alcuni gruppi stranieri che gestiscono in Italia istituti di educazione che si rivolgono ad un

pubblico italiano:

- Inspired: multinazionale inglese con scuole in quattro continenti, per 19.000

studenti (età 1 – 18), con scuole a Milano, Monza, Modena, Siena, Como;

- Benedict International Education Group: multinazionale svizzera che offre corsi di

lingua e professionali, opera in una mezza dozzina di paesi nel mondo. In Italia ha

sedi in una decina di città;

- Marymount International: Rete di scuole private religiose presenti in Europa, Stati

Uniti e America latina. In Italia è presente solo a Roma;

- Mission Laique Française: multinazionale francese presente in tutto il mondo con

109 scuole e 19 istituti affiliati, per 55.000 studenti. programma e calendario

francese, paritaria in Francia. In Italia è presente solo a Firenze.

- Galileo Global Education: gruppo di 37 scuole con 80 campus in 10 nazioni per

oltre 100.000 studenti, tutte operanti nell’ambito dell’arte, della moda e del design.

In Italia possiede Marangoni e si è comprata da poco NABA Academy e Domus

Academy, precedentemente di proprietà di Laureate (anch’essa multinazionale di

proprietà di un grande fondo d’investimento americano che gestisce 65 tra

università e istituti di alta formazione post-secondaria sparsi in tutto il mondo).

- Pearson: La più grande multinazionale dell’educazione ad oggi operante nel

mondo. In Italia non ha scuole ma fornisce corsi per docenti, materiale per

certificazioni, materiale didattico ecc.; in italia possiede i marchi WSIME e WSE

(corsi di lingua inglese).

- Gonzaga: Organizzazione dei Gesuiti che gestisce scuole ed università in tutto il

mondo, in Italia è presente a Palermo con una scuola internazionale, mentre a

Firenze ha sede il semester all’estero dell’università Gonzaga di Spokane (WA).

Si contano poi un numero consistente di scuole che non appartengono a gruppi

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internazionali ma che sono nate sul territorio italiano per offrire servizi educativi a

studenti stranieri o che offrono corsi strutturati su programmi non italiani (IB Schools in

Italia, oppure programmi di stati stranieri). Importante è anche il mercato dell’educazione

post-secondaria privata, mercato che comprende sia le università private che rilasciano

titoli con valore legale (incluse le università telematiche), sia una molteplicità di istituti –

spesso legati alle arti o alla moda – che si rivolgono a studenti che hanno finito il ciclo

superiore ma che non rilasciano titoli validi, sia il sistema dei programmi delle università

nordamericane (oltre 150 quelli iscritti ad AACUPI, per oltre 30000 studenti all’anno).

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Alcuni dati sull’educazione privata paritaria in

Italia (dati ISTAT e MIUR)

Scuole paritarie in italia, evoluzione dall’ A.S. 2000/01

Ripartizione scuole cattoliche e scuole laiche, a partire dall’A.S. 2010/11

Scuole paritarie cattoliche in Italia (2010-17) Anno

scolastico Scuole dell’infanzia Scuole primarie Scuole sec. di I

grado Scuole sec. di II

grado Totale

2010-11 7.049 1.133 588 601 9.371

2011-12 6.610 1.130 591 621 8.952

2012-13 6.542 1.126 585 661 8.914

2013-14 6.431 1.106 570 656 8.736

2014-15 6.402 1.103 558 628 8.691

2015-16 6.260 1.093 543 630 8.526

2016-17 6.101 1.067 531 623 8.322

Scuole paritarie in italia Anno

scolastico Infanzia Primaria Sec. I grado Sec. II grado Totale

2000-01 6.976 624 405 705 8.710

2001-02 8.533 1.106 593 1.094 11.326

2002-03 9.031 1.287 641 1.307 12.266

2003-04 8.860 1.343 648 1.317 12.168

2004-05 9.123 1.427 661 1.365 12.576

2005-06 9.245 1.448 667 1.358 12.718

2006-07 9.311 1.467 666 1.451 12.895

2007-08 9.570 1.502 682 1.498 13.252

2008-09 9.846 1.499 676 1.538 13.559

2009-10 9.935 1.511 670 1.544 13.670

2010-11 10.259 1.540 682 1.668 14.149

2011-12 9.767 1.509 683 1.585 13.544

2012-13 9.940 1.512 692 1.703 13.847

2013-14 9.781 1.493 677 1.674 13.625

2014-15 9.668 1.482 654 1.694 13.498

2015-16 9.508 1.468 650 1.641 13.267

2016-17 9.284 1.436 640 1.606 12.966

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Scuole paritarie non cattoliche (2010 – 2017)

Anno scolastico Scuole dell’infanzia Scuole primarie

Scuole sec. di I grado

Scuole sec. di II grado Totale

2010-11 3.210 407 94 1.067 4.778

2011-12 3.157 379 92 964 4.592

2012-13 3.398 386 107 1.042 4.933

2013-14 3.350 387 107 1.018 4.889

2014-15 3.266 379 96 1.066 4.807

2015-16 3.248 375 107 1.011 4.741

2016-17 3.183 369 109 983 4.644

Distribuzione per provincia delle scuole non statali

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Scuole e Alunni per territorio (a.s. 2014/2015)

n. scuole n. alunni % scuole paritarie

% alunni in paritarie

Molise 2 165 0,7 0,5

Basilicata 13 706 2,8 1

Umbria 23 1.331 4,5 1,3

Marche 50 3.315 5,6 1,8

Friuli-Venezia Giulia 51 4.489 7,2 3,4

Sardegna 57 4.098 5,1 2,2

Abruzzo 68 4.300 8 2,8

Calabria 76 4.387 4,5 1,7

Liguria 93 10.459 11,3 6,4

Puglia 109 9.711 5,9 1,8

Toscana 163 14.434 8,7 3,4

Emilia Romagna 174 20.703 9,1 4,1

Piemonte 196 21.920 8,3 4,5

Veneto 262 27.271 9,9 4,7

Sicilia 366 24.394 12 3,6

Lazio 514 50.326 18,9 7,4

Campania 677 55.319 18,7 6,5

Lombardia 779 93.275 16,3 8,1

Totale 3.673 350.603 11,4 4,9

Incidenza percentuale degli alunni di scuola paritaria sul totale del sistema nazionale di istruzione (2007-17)

Anno scolastico Infanzia Primaria Secondaria di I

grado Secondaria di II

grado Totale

2007-08 39,8 6,92 4,08 5,57 11,95

2008-09 39,91 6,79 4,06 5,73 11,92

2009-10 39,73 6,85 4,12 5,71 12,03

2010-11 39,59 7,02 4,13 5,68 12,19

2011-12 39,17 7,03 4,16 5,44 12,07

2012-13 38,77 6,89 4,01 5,13 11,81

2013-14 37,64 6,70 3,81 4,41 11,20

2014-15 37,17 6,54 3,63 4,16 10,87

2015-16 36,96 6,42 3,64 4,13 10,67

2016-17 36,41 6,31 3,70 3,93 10,37

Visione d’insieme: personale dipendente per tipologia di scuola (a.s.2014/15), esclusa infanzia.

Scuola paritaria-gestione laica Scuola paritaria - Gestione religiosa

Occupati Di cui donne (%) Occupati Di cui donne (%)

Primaria 13.504 85,6 39.543 86,7

Secondaria I grado 1.207 79,1 4.329 74,5

Secondaria II grado 13.948 67,0 5.718 72,8

Totale 28.659 76,3 49.590 84,0

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Situazione dell scuole paritarie cattoliche, in dettaglio, anno scolastico 2016/17.

Coordinatori attività educative: 7.905

- di cui donne 89,4%

- di cui laici 62,1%

Personale docente complessivo: 54.092

- di cui donne 87,2%

- di cui laici 87,1%

Docenti a tempo indeterminato: 36.040

- di cui donne 89,1%

- di cui laici 95,1%

Docenti a tempo determinato: 13.101

- di cui donne 82,5%

- di cui laici 94,2%

Docenti a titolo gratuito: 4.951

- di cui donne 85,0%

- di cui laici 10,9%

Docenti di sostegno: 3.445

- di cui donne 91,7%

- di cui laici 94,3%

Docenti a tempo pieno: 31.302

- di cui donne 92,1%

- di cui laici 87,7%

Docenti a tempo parziale: 22.790

- di cui donne 80,3%

- di cui laici 86,3%

Personale non docente

Addetti all’amministrazione: 9.483

- di cui donne 82,6%

- di cui laici 72,0%

Addetti alla cucina: 9.084

- di cui donne 94,1%

- di cui laici 85,9%

Addetti alla vigilanza/pulizia: 15.706

- di cui donne 91,2%

- di cui laici 83,2%

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Risultati: distribuzione dei voti, licenza di scuola secondaria di primo grado (a.s. 2014/15).

Distribuzione dei voti, licenza di scuola secondaria di secondo grado (a.s. 2014/15).

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Situazione reddituale delle famiglie, redditi 2013, iscritti anno 2014/15

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Situazione comparativa per provincia, dati per 100.000 abitanti

REGIONE/ PROVINCIA

Incidenza scuole per 100.000

abitanti

Incidenza alunni per

100.000 abitanti

Reddito medio dei genitori (valore mediano x 1000 €)

Alunni con almeno

un genitore laureato

(%)

Alunni con entrambi

i genitori occupati (%)

Statali Paritarie Statali Paritarie Statali Paritarie Statali Paritarie Statali Paritarie

Piemonte 49 4 10.407 495 18,8 29,2 22 46,2 57,9 67,3

Torino 39 5 10.393 640 19,4 29,9 23,8 47,8 57,6 67,2

Vercelli 62 2 10.856 182 18 29,2 17,4 48,3 57,8 71,3

Novara 46 6 10.132 808 18,8 30,8 20,9 47,2 55,6 69,3

Cuneo 66 2 11.534 107 18,8 30,1 19,8 42,4 64,1 69,1

Asti 57 5 9.905 319 17 24,9 18,6 37 55,7 64,3

Alessandria 54 3 9.335 391 17,5 25,2 21,5 39,7 52,6 66,6

Biella 64 3 9.973 199 19,5 30,5 20,8 49,1 62,4 68,3

Verbano-Cusio-Ossola

75 4 10.654 346 17,5 22 19,4 28,6 51,9 62,7

Liguria 46 6 9.603 661 18,3 25,7 25,2 44,3 52,4 61,2

Imperia 61 4 9.790 396 15,2 20,1 19,6 34,7 46,8 57,5

Savona 52 4 9.881 408 17,5 21,4 23,5 41,2 53,5 60,8

Genova 39 8 9.351 908 19,6 27,1 27,8 45,7 53,9 61,7

La Spezia 53 2 10.049 280 17,9 23,9 23,2 44,5 51,1 60,9

Lombardia 40 8 10.532 933 19,7 33,1 22,8 48,8 54,6 63,1

Varese 43 11 11.033 996 19,3 29,2 21,5 42,9 52,2 60,8

Como 48 9 10.006 918 18,4 28 21,3 42 48,8 55,9

Sondrio 71 2 11.713 119 17,6 32,4 18,6 55,6 52,2 69,1

Milano 28 8 9.857 1.127 22 39,2 29,1 58,7 58,8 62,7

Bergamo 49 9 11.389 1.107 18,6 29,6 17,6 37,1 51 65,8

Brescia 47 7 11.281 796 17,3 28,5 18,1 39,6 49,4 62,5

Pavia 45 6 9.912 464 18,6 28,5 22,8 49,1 54,4 64,6

Cremona 51 5 10.968 616 18,9 28,4 19,6 48,5 55,4 68,5

Mantova 47 2 10.678 152 18,1 23,9 19,9 35,5 55,9 58,9

Lecco 48 10 10.764 1.080 21 31,8 21 43,3 56,9 65,9

Lodi 48 5 11.159 535 19,8 32,1 20 53 56,5 69,9

Monza e Brianza 32 8 10.322 1.158 21,4 33,9 23,9 47,6 57,9 63,9

Veneto 48 5 11.308 553 18,6 28,5 20,5 43,8 56,3 65,3

Verona 44 7 11.053 850 18,2 28,3 20,9 42,6 57,7 63,9

Vicenza 49 4 12.548 366 19 28,6 18,4 39,9 56,7 66

Belluno 81 6 10.640 448 20,4 25,8 20,3 42,7 66,5 73,5

Treviso 50 7 11.999 789 18 27,7 18,9 39,3 54,4 64,1

Venezia 40 4 10.533 364 18,7 26,2 21,4 43,9 53,8 63,5

Padova 48 4 10.964 524 18,7 32,1 23,8 55,1 56,3 67,8

Rovigo 59 2 9.947 110 16,8 24,2 18,9 43,7 56,3 74,1

Friuli-V.G. 53 4 10.411 366 19,9 27,7 24 47,1 59,4 67,5

Udine 59 5 10.536 404 19,7 26,4 22,8 43,1 59,8 67,4

Gorizia 62 4 10.331 238 19,2 23,6 22,5 41,9 54,4 61,1

Trieste 43 3 9.200 319 21,6 32,1 32,9 65,6 60,7 69,5

Page 19: 1 ££ £ £ 1...potenzialmente, il secondo dopo quello della sanità per dimensione. GSV-Advisors stimava nel 2015 il valore del mercato dell’istruzione in 4,9 mila miliardi di

Pordenone 48 3 11.144 393 19,4 29,2 20,9 43,8 59,9 68,4

Emilia-R. 39 4 10.869 465 20,1 30,8 25,2 53,8 61 69,5

Piacenza 47 3 10.600 208 19,2 29,5 24,1 46,1 58,2 65,8

Parma 42 5 10.739 537 20,6 32,7 25,6 51,5 61,5 71,7

Reggio Emilia 43 3 11.580 421 19,8 28,4 20,2 41,4 58,6 72,5

Modena 36 3 11.813 391 20,6 35 22,7 57,5 61,8 72

Bologna 35 5 10.094 631 22,4 35,3 31,2 60 65,2 71

Ferrara 44 2 10.083 167 19,4 33,1 25,4 61,3 61,9 72,5

Ravenna 32 4 10.452 437 19,9 26,1 25 45,3 63,1 71,2

Forlì-Cesena 40 3 11.444 305 19,3 27,9 24,6 56,8 62,5 72,7

Rimini 39 5 11.132 855 16,8 23,6 23,9 52,2 48,4 56,7

Marche 54 3 11.559 214 17,1 21,7 24,9 41,1 56 58,6

Pesaro e Urbino 56 2 11.581 200 17 23 25,8 49,9 54,7 63,8

Ancona 50 3 11.751 124 18,8 23,3 27,1 46,5 60,2 57,9

Macerata 58 3 11.523 158 17 22,7 24,3 35,6 57,4 62,6

Ascoli Piceno 53 7 11.822 577 15,5 20,2 22,5 36,4 48,3 54,6

Fermo 57 2 10.741 151 15,5 22,5 20,7 36,3 54,1 56,1

Toscana 46 4 10.788 385 18,1 25,9 24,1 45,3 57 63,9

Massa-Carrara 65 4 10.445 307 16,1 24,1 21,8 43,8 47 59,8

Lucca 55 3 10.688 197 17,3 25,3 22,9 46,9 51,5 58,6

Pistoia 44 3 11.477 270 16,4 21,6 18,8 34,5 53,6 59,8

Firenze 34 8 10.542 713 20 28 27,1 48,9 62 64,9

Livorno 35 5 10.370 390 17,9 22,8 22,6 36,7 53,5 59,2

Pisa 48 1 10.735 120 19 32 28 58,9 58,2 69,6

Arezzo 57 3 11.331 249 17,6 22,7 22,5 41,3 59,8 67,9

Siena 51 2 10.865 176 18,9 27,9 28,7 55,8 62,3 69,1

Grosseto 70 3 10.610 169 15,7 24,5 21,3 46,7 49,8 63,1

Prato 33 5 11.384 592 17,5 23,5 17,9 34,7 55,9 63,4

Umbria 55 3 11.129 149 16,5 23,1 26,9 51,5 53,8 63,7

Perugia 55 3 11.315 172 16,6 23 27,1 50 55,5 64,7

Terni 56 2 10.594 82 16,1 23,9 26,2 60,6 48,8 57,5

Lazio 37 9 10.765 854 16,3 26,1 27,3 47,4 42 51

Viterbo 50 7 10.275 419 14 19,4 20,5 35,9 40,4 49,5

Rieti 82 1 11.087 55 14,7 18,9 21,1 32,9 41,8 50

Roma 31 10 10.565 1.046 17,8 27,1 30,2 48,4 44,6 51,4

Latina 43 4 11.786 343 13,3 17,2 19,4 34,4 35,1 47,1

Frosinone 66 4 11.556 300 12,9 19,8 19,9 42,8 30,8 47

Abruzzo 50 12 13.476 944 10,2 12,5 17,7 27 21,9 31,7

L'Aquila 54 11 14.164 733 10,1 12,7 16,4 28,9 20,1 31,9

Teramo 84 4 12.349 339 10,6 15,4 20 42,1 34 44,3

Pescara 38 15 13.838 1.283 9,8 12,3 16,7 26,3 19,1 31

Chieti 81 5 11.679 387 11,6 13,9 20,1 28,6 32,4 38,9

Molise 62 8 12.865 534 10,8 13 20,6 26,3 24,8 32

Campobasso 59 5 11.109 323 14,6 19,9 24,4 41,7 43,4 54,4

Isernia 68 4 10.406 371 14,7 20,3 26,5 47,5 44,1 62,3

Campania 57 2 10.699 132 14,1 18,2 21,4 27 44,6 49,3

Caserta 46 9 11.966 587 14,8 21,8 26,8 46,2 41,1 54,3

Benevento 64 5 11.275 220 14,9 16,6 23,1 30,9 43,9 45,8

Page 20: 1 ££ £ £ 1...potenzialmente, il secondo dopo quello della sanità per dimensione. GSV-Advisors stimava nel 2015 il valore del mercato dell’istruzione in 4,9 mila miliardi di

Napoli 85 1 11.318 53 12,7 18,4 22,8 49 38,4 51,7

Avellino 82 1 11.823 73 12,6 18,4 22,4 49 38 51,7

Salerno 92 - 10.000 - 13,1 - 23,7 - 39,7 -

Puglia 42 3 12.949 237 11,3 16,5 17,2 36,6 28,7 41,4

Foggia 49 4 13.445 346 10,6 12,2 16,6 26,4 27,4 34,6

Bari 36 2 13.131 214 12 21,2 19,3 43,7 29,5 45

Taranto 40 4 12.769 301 12,3 15,4 15,6 28,9 28,3 38,6

Brindisi 40 2 12.502 131 11,5 12,9 15,1 26,3 31,9 34,2

Lecce 51 3 12.239 228 11 21,2 18,6 52,6 31,2 51,6

Barletta-Andria-Trani

35 2 13.740 170 9,5 13,6 13,1 21,4 21,7 34,3

Basilicata 80 2 12.362 122 12 15,6 19 34,1 34,8 47

Potenza 89 2 12.117 79 12,2 18 18,5 45 35,3 53,3

Matera 62 3 12.817 204 11,6 13,8 19,7 25,9 34 42,2

Calabria 82 4 12.550 222 9,9 14,1 19,2 37,8 28,4 36,7

Cosenza 86 4 11.958 193 9,6 13,8 20,2 34,1 28,5 39,7

Catanzaro 84 3 12.311 168 10,6 15,7 20,8 44,3 28,6 41,2

Reggio di Calabria 71 5 12.824 370 10,1 13,8 19,1 38,8 28,4 33

Crotone 77 2 13.938 64 9,2 15,2 15,6 31,2 27,8 46,1

Vibo Valentia 102 2 13.269 130 9,8 14 16,7 37,1 27,8 34,7

Sicilia 53 7 12.661 479 10,1 15,7 16,9 34,9 24,1 37

Trapani 55 2 12.923 160 10,7 9,8 15,7 12,5 26,2 23,1

Palermo 44 8 12.726 675 9,9 18,4 16,2 39,7 21,4 39,2

Messina 74 7 11.167 424 11,2 17,3 20,7 45 29,9 43,7

Agrigento 55 6 13.172 337 9,3 12,1 15,2 19,1 22,4 28,1

Caltanissetta 53 5 13.884 283 10,1 12,4 16,1 19,6 21,7 27,6

Enna 68 2 12.719 119 9,7 10,3 16,6 7,7 24,9 21,6

Catania 47 11 12.797 676 9,8 15,2 17,6 35,6 22,5 35,9

Ragusa 45 6 12.971 338 9,6 12,6 16,1 26,6 31,1 39

Siracusa 52 5 12.519 303 10,8 13,9 16,5 25,6 24 36,9

Sardegna 64 3 10.873 246 12,9 22,2 17,5 43,6 36 53,1

Sassari 59 4 11.186 162 13 18,7 18,9 34,4 38,2 51

Nuoro 86 2 11.895 60 12,4 15,9 16,7 11,7 38,1 47,1

Cagliari 51 5 10.683 496 13,7 23,5 21,2 48,6 35,7 53,9

Oristano 76 1 10.375 77 12,4 20,2 14,2 46,8 37 62,5

Olbia-Tempio 64 1 11.277 102 12,4 17,7 13,3 44,9 35 46,8

Ogliastra 116 - 12.271 - 12,5 - 14,6 - 37,9 -

Medio Campidano 65 4 9.744 94 11,4 25 11,7 37,1 32,3 53,3

Carbonia-Iglesias 63 5 10.001 228 12,3 18,5 12,5 23,3 29,8 50,2

Italia 48 6 11.520 594 15,2 25,1 21,6 43,2 43,7 54,8