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    Laurea triennale in Economia e Management Corso di Economia aziendale (le6ere A C)

    9. Lecienza opera?va

    Marco Bisogno

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Classificazione dei costi e dei ricavi

    Costi misurati da uscite costi originari

    Ricavi misurati da entrate ricavi originari

    Riclassificazione nel tempo costi e ricavi imputati al periodo per competenza

    economica Riclassificazione nel tempo e nello spazio costi e ricavi di attivit produttive e di prodotti

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Efficienza operativa

    Efficienza operativa: terzo profilo delleconomicit aziendale

    Rendimento dei fattori Determinazione del costo di produzione

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Rendimento dei fattori (1)

    Esprime il grado di ottimizzazione nellimpiego delle risorse

    data dal rapporto tra volumi di prodotti ottenuti e volumi di fattori impiegati

    Calcolo riferito a: singoli fattori; aree produttive fasi di processi

    Le aree produttive rappresentano spazi fisici rilevanti sotto il profilo tecnico-operativo, in quanto racchiudono attivit (talora complesse) che presentano uniformit e peculiarit tali da suggerire o richiedere una loro gestione congiunta

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Rendimento dei fattori (2)

    Rendimento fisico dei singoli fattori

    Limiti insiti nella determinazione del rendimento fisico: il rendimento fisico pu essere calcolato rispetto ai

    singoli fattori le combinazioni produttive si sviluppano secondo

    modalit sempre mutevoli nel tempo e nello spazio Necessit di riferirsi alla produttivit economica (valore

    prodotto ottenuto/valore fattore impiegato) Comparazioni nel tempo e/o nello spazio

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    quantit fisica del prodotto ottenuto quantit fisica del fattore impiegato

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il costo di produzione (1)

    Procedimenti di determinazione

    Programmi di produzione

    Fattori produttivi

    Procedimenti di elaborazione

    Sintesi di costo

    Costi elementari

    Elaborazioni Finalit conoscitive

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il costo di produzione (2)

    Il programma di produzione consente di individuare (procedimento di determinazione) i fattori produttivi e i connessi costi elementari, soggetti a un successivo procedimento di elaborazione, funzione delle finalit conoscitive perseguite.

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il costo di produzione (3)

    Procedimenti di determinazione: consentono di configurare i costi elementari dei singoli fattori produttivi impiegati nellattivit di produzione: necessit di far riferimento sia agli specifici processi

    produttivi considerati sia a un definito intervallo temporale.

    Procedimenti di elaborazione: consentono di classificare e raggruppare i costi in aggregati ritenuti significativi. I procedimenti fondamentali sono: la classificazione (i costi elementari sono riuniti in

    classi omogenee rispetto a determinati criteri, coerenti con le finalit del calcolo);

    il raggruppamento (i costi sono progressivamente addensati, ottenendo le configurazioni di costo).

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    Il costo di produzione (4)

    Alcune finalit conoscitive determinare i prezzi di vendita; valutare la redditivit dei diversi prodotti; effettuare valutazioni di convenienza economico-

    comparata; valutare le rimanenze di magazzino; formulare giudizi sul livello di efficienza produttiva

    delle diverse fasi di produzione; monitorare landamento dei costi rispetto a diversi

    volumi produttivi ipotizzabili.

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Classificazione dei costi (1)

    In base al tempo cui si riferisce la rilevazione: costi consuntivi e costi preventivi (e costi standard).

    In base alla riferibilit a un oggetto di costo: costi speciali e costi comuni.

    In base alla modalit di attribuzione/imputazione dei costi agli oggetti di costo: costi diretti e costi indiretti; o procedimento di ripartizione e scelta della base di

    riparto. In base alla variabilit del costo rispetto a un cost driver: costi fissi e costi variabili

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Classificazione dei costi (2)

    In base agli effetti originati dalle decisioni: costi rilevanti e costi non rilevanti (costi cessanti, costi

    emergenti, costi differenziali). In base alla possibilit di eliminare i costi a seguito di talune

    decisioni: In base al grado di controllo sui costi da parte del responsabile

    di una determinata attivit o processo: costi controllabili e costi non controllabili; o centri di responsabilit.

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi preventivi e consuntivi

    Criterio di classificazione: tempo Costi consuntivi Costi preventivi Costi standard

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi speciali e costi comuni (1)

    Criterio di classificazione: riferibilit a un oggetto di costo.

    Costi speciali: relazione esclusiva di funzionalit tra il costo e loggetto di calcolo (es. centro di costo o prodotto).

    Costi comuni: relazione non esclusiva di funzionalit tra il costo e loggetto di calcolo sono relativi a fattori impiegati contemporaneamente in

    pi oggetti di costo e per i quali non possibile individuare le quantit specifiche di fattore consumato;

    imputazione ai centri di costo sulla base di un procedimento di ripartizione o allocazione.

    Pi esteso loggetto di costo, pi ampio linsieme dei costi che possono essere qualificati speciali.

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi speciali e costi comuni (2)

    Costi speciali e comuni rispetto a oggetti di costo di differente ampiezza

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    Oggetti di costo Prodotto Reparto Divisione Azienda

    Costi speciali Costi speciali

    Costi speciali Costi speciali

    Costi comuni Costi comuni

    Costi comuni

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi diretti e costi indiretti (1)

    Criterio di classificazione: modalit di attribuzione/imputazione dei costi agli

    oggetti di costo. I costi diretti sono imputabili direttamente alloggetto di

    costo secondo criteri di specialit (es. prodotto tra volume del fattore impiegato e prezzo unitario).

    I costi indiretti sono imputabili alloggetto di costo secondo criteri di comunanza, applicando un procedimento di ripartizione o allocazione del costo mediante lindividuazione di basi di riparto.

    I costi comuni sono necessariamente attribuiti alloggetto di costo in modo indiretto.

    I costi speciali possono essere attribuiti alloggetto di costo in modo diretto o indiretto.

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi diretti e costi indiretti (2)

    Uno schema di sintesi

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    Modalit di imputazione

    Costi diretti

    Costi indiretti Procedimento di ripartizione

    Volume fattore x

    Prezzo unitario

    Oggetto di costo

    Basi a valore Basi quan7ta7ve

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi diretti e costi indiretti (3)

    I costi comuni sono attribuiti ai singoli oggetti di costo mediante lutilizzo di opportune basi di imputazione

    Le basi di imputazione rappresentano parametri (cost driver) indicativi del grado di assorbimento da parte delloggetto di costo delle utilit generate dal fattore produttivo cui il costo si riferisce

    Esempi: numero di interventi di manutenzione per

    limputazione ai reparti produttivi dei costi del servizio comune Manutenzioni

    numero ore di utilizzo per la ripartizione tra pi prodotti del costo di un macchinario impiegato congiuntamente per pi linee produttive

    numero ore MOD per la ripartizione dei costi di manodopera indiretta

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi diretti e costi indiretti (4)

    Il procedimento di ripartizione o allocazione del costo pu essere effettuato mediante basi di riparto: a valore (espresse in moneta: costo della manodopera,

    delle materie) o quantitative (espresse da quantit non monetarie: ore manodopera; ore macchina);

    unica o multiple. Metodo della base unica: si impiega una sola base di

    riparto per tutti i costi comuni. Metodo delle basi multiple: si impiegano diverse basi di

    riparto, facendo riferimento a parametri in grado di evidenziare la relazione che lega il costo alloggetto. Principio ispiratore: singole basi di imputazione per i

    singoli costi

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Base unica di riparto Lazienda sanitaria Gamma ha un ambulatorio nel quale

    sono effettuate prestazioni del tipo A, B e C. I costi comuni di tale ambulatorio, pari a 500, sono

    ripartiti in proporzione al tempo (minuti) di utilizzo del personale sanitario per ciascuna prestazione.

    Sulla base dei dati riportati nella tabella si proceda allimputazione di tali costi comuni alle 3 prestazioni.

    Limputazione dei costi comuni: un esempio (1)

    Prestazioni Personale sanitario (in minuti)

    A 700 B 1.000 C 800 Totale 2.500

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Base unica di riparto Ipotesi di soluzione

    Limputazione dei costi comuni: un esempio (2)

    Coefficiente di imputazione =

    Costi comuni =

    500 = 0,2 Minuti totali di impiego

    personale 2.500

    Quota di costi da imputare ad A = 0,2 x 700 = 140

    Quota di costi da imputare a B = 0,2 x 1.000 = 200

    Quota di costi da imputare a C = 0,2 x 800 = 160

    Totale 500

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Basi multiple di riparto Lazienda sanitaria Gamma ha un ambulatorio nel quale

    sono effettuate prestazioni del tipo A, B e C. I costi comuni dellambulatorio sono pari a 500 di cui 200

    per servizi amministrativi (ripartiti in base al personale sanitario) e 300 per energia elettrica (ripartiti in base al tempo di utilizzo del personale).

    Si proceda allimputazione dei costi comuni alle 3 prestazioni

    Limputazione dei costi comuni: un esempio (3)

    Prestazioni Personale sanitario

    (numero) Personale sanitario (minuti)

    A 5 700

    B 3 1.000

    C 2 800

    Totale 10 2.500

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Basi multiple di riparto Ipotesi di soluzione (costi per servizi amministrativi)

    Limputazione dei costi comuni: un esempio (4)

    Coefficiente di imputazione =

    Costi servizi amministrativi =

    200 = 20

    Numero unit di personale 10

    Quota di costi da imputare ad A = 20 x 5 = 100

    Quota di costi da imputare a B = 20 x 3 = 60

    Quota di costi da imputare a C = 20 x 2 = 40

    Totale 200

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Basi multiple di riparto Ipotesi di soluzione (costi di energia elettrica)

    Limputazione dei costi comuni: un esempio (5)

    Coefficiente di imputazione =

    Costi energia elettrica =

    300 = 0,12 Minuti totali di impiego

    personale 2.500

    Quota di costi da imputare ad A = 0,12 x 700 = 84

    Quota di costi da imputare a B = 0,12 x 1.000 = 120

    Quota di costi da imputare a C = 0,12 x 800 = 86

    Totale 300

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Un confronto Limputazione dei costi comuni: un esempio (6)

    Prestazioni Servizi

    amm.tivi Energia elettrica

    Totale basi multiple

    Totale base unica

    A 100 84 184 140 B 60 120 180 200 C 40 96 136 160 Totale 200 300 500 500

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Andamento dei costi rispetto a un cost driver (di regola il volume di produzione)

    Costi fissi: non variano al variare del volume di attivit dellimpresa (o del centro di responsabilit)

    Costi variabili: variano al variare del volume di attivit dellimpresa (o del centro di responsabilit)

    Non esistono costi fissi in senso assoluto Tutti i costi aziendali sono sempre variabili

    Costi fissi e costi variabili (1) 25

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    I costi fissi riguardano fattori produttivi caratterizzati da un flusso rigido di servizi

    Si tratta di costi di struttura: la capacit di servizio inutilizzata non pu essere accantonata per futuri utilizzi

    In realt, la rigidit dei costi prevalentemente verso il basso

    Costi fissi e costi variabili (2) 26

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    I costi fissi e variabili (3)

    Non la natura del fattore produttivo che ne determina la qualit di costo fisso o variabile, bens la modalit di approvvigionamento (per esempio: un fattore pluriennale pu essere acquisito in locazione anzich in propriet).

    Se loggetto di imputazione dei costi unarea produttiva (es. un reparto), un costo apparentemente fisso pu diventare variabile, in considerazione della possibilit tecnica di trasferire quel fattore ad altri reparti (ci particolarmente vero per il fattore lavoro).

    La qualificazione dei costi come fissi o variabili dipende anche dallampiezza dellarco temporale assunto a riferimento: man mano che si passa da un orizzonte temporale breve a uno lungo alcuni costi fissi diventano variabili.

    Tra i costi fissi e quelli variabili si colloca una categoria intermedia: i costi semi-variabili (es. energia elettrica).

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    I costi fissi (1)

    Rappresentazione grafica: la scala di Pantaleoni

    Lampiezza del gradino indica lincremento di capacit produttiva legato allacquisto di un nuovo impianto.

    Laltezza del gradino ne evidenzia il costo. Landamento irregolare della scala segnala che il nuovo

    impianto acquistato pu differenziarsi dai precedenti sia per il costo sia per la capacit produttiva in funzione dellevoluzione tecnologica.

    Lestremo destro di ogni gradino definisce la massima capacit produttiva teorica.

    28

    Cf

    Q

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    I costi fissi (2)

    Lintervallo di rilevanza lintervallo di attivit o di volume (Q1-Q2) allinterno del quale si suppone valida una specifica relazione tra il livello di attivit/volume e il costo.

    29

    Cos

    ti fis

    si

    Volume

    Costo aggiuntivo

    Incremento di capacit

    Q1 Q2

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    I costi variabili (1)

    Rispetto al variare della produzione, i costi variabili possono avere un andamento: proporzionale: crescono proporzionalmente alla

    quantit prodotta progressivo: crescono pi che proporzionalmente

    rispetto alla quantit prodotta degressivo: crescono meno che proporzionalmente

    allaumentare della quantit prodotta

    Margine di contribuzione Ricavi costi variabili Esprime il contributo alla copertura dei costi fissi.

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    I costi variabili (2)

    Landamento dei costi variabili dipende da: variabilit del prezzo di acquisto dei fattori o efficienza esterna (componente controllabile) o andamento del mercato (componente non

    controllabile) variabilit del rendimento dei fattori o efficienza interna (componente controllabile) o vincoli tecnici (componente non controllabile).

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    I costi variabili (3)

    Rappresentazione grafica

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    C

    Q

    costo progressivo costo proporzionale

    costo degressivo

    costo semivariabile (proporzionale)

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il costo differenziale

    Variazione del costo totale in relazione al passaggio da una quantit prodotta Q a una quantit Q+T (con T sufficientemente grande da consentire adeguate valutazioni di convenienza economica).

    Esprime il costo aggiuntivo da sostenere per incrementare la produzione di un minimo tecnico.

    calcolato per valutazioni di convenienza economica Nel breve periodo e per T sufficientemente piccolo: il costo differenziale coincide con il solo costo

    variabile incrementale. La convenienza economica allincremento dei volumi

    assicurata ogni qualvolta il margine di contribuzione sulla quantit incrementale positivo.

    33

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi rilevanti e irrilevanti

    Criterio di classificazione: possibilit di eliminare i costi a seguito di talune decisioni.

    Valutazioni di convenienza economica comparata: make or buy eliminazione di linee produttive in perdita o introduzione

    di nuove linee produttive Costi e ricavi rilevanti: sono quei valori che differiscono

    nelle alternative considerate, influendo sullesito del giudizio di convenienza.

    Costi e ricavi irrilevanti: sono quei valori che sono presenti in ugual misura quali che siano le alternative poste a confronto, non influendo sullesito del giudizio di convenienza.

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi controllabili e non controllabili (1)

    Imputazione dei costi ai centri di responsabilit Aree aziendali che si ritengono rilevanti per il

    controllo economico della produzione. Ai centri di responsabilit si imputano costi e ricavi

    controllabili

    35

    INPUT

    Lavoro

    Materiali

    Servizi

    Centro di responsabilit

    OUTPUT

    Beni

    Servizi

    Centri di costo

    Centri di ricavo

    Centri di profitto

    Centri di investimento

    INPUT

    Altri CdR

    MERCATO

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi controllabili e non controllabili (2)

    Tipologie di centri di responsabilit: Centri di costo: il manager responsabile del livello di

    costo sostenuto in un determinato periodo Centri di ricavo: il manager responsabile

    dellottenimento di predefiniti livelli di ricavo (es. ufficio vendite)

    Centri di profitto: il manager responsabile sia dei ricavi (nel caso di vendita ad altro reparto si configura un prezzo di trasferimento convenzionale) sia dei costi (es. una linea produttiva)

    Centri di investimento: il manager investito anche delle decisioni relative alle strutture (divisione aziendale)

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi controllabili e non controllabili (3)

    Centri di costo: reparti di produzione: costi parametrici

    Centri di spesa Uffici di staff (amministrazione, ufficio legale ecc.):

    costi non parametrici

    37

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Costi controllabili e non controllabili (4)

    La scomposizione della combinazione produttiva in centri di responsabilit ai quali sono assegnati obiettivi in termini di: fatturato margini lordi livelli di spesa profitto

    rischia di parcellizzare in maniera non necessariamente coordinata le attivit aziendali: lindicatore di performance utilizzato potrebbe portare il singolo responsabile di centro a perseguire obiettivi non in linea con quelli aziendali complessivi.

    Lestensione dimensionale assegnata ai centri di responsabilit deve ricercare un valido compromesso tra le esigenze di specificit degli obiettivi (che inducono a dimensioni ridotte) e quelle di coordinamento (che inducono a dimensioni ampie)

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    PRODOTTI

    Centri ausiliari

    Cos7 non industriali (amministra7vi, commerciali, nanziari, ecc.)

    Centri comuni

    Cos7 di trasformazione

    industriale

    Centri nali

    Materie prime e altri cos7 di direNa

    imputazione

    F. 1: localizzazione F. 2: ribaltamento dei centri comuni F. 3: ribaltamento dei centri ausiliari F. 4: ribaltamento dai centri produRvi ai prodoR

    Iter di imputazione dei costi ai prodotti

    Centri comuni, ausiliari e finali

    39

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Una configurazione di costo, riferita a un determinato oggetto, rappresenta un addensamento di taluni elementi di costo (fattori produttivi che cedono utilit economica) sulloggetto medesimo.

    Si avranno tante possibili configurazioni quanti sono i possibili gradi di specialit ai quali si decide di volersi fermare nel processo di imputazione.

    Pi ampia la configurazione di costo accolta pi soggettivo il risultato cui si perviene.

    La scelta della configurazione di costo pi opportuna dipende dalla finalit conoscitiva per la quale il calcolo posto in essere.

    Le configurazioni di costo (1) 40

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Le configurazioni di costo (2)

    Il costo primo diretto deriva dalla somma dei costi diretti, senza alcuna imputazione di quote di costi indiretti.

    I costi diretti non sono solo quelli variabili, bens anche quelli fissi (per esempio, si ipotizzi limputazione della quota di ammortamento di un impianto specifico).

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Le configurazioni di costo (3)

    Il costo industriale (o di produzione o di fabbricazione) dato dalla somma del costo primo e dei costi da sostenere per la trasformazione delle stesse.

    A differenza del costo primo, la configurazione di costo industriale richiede la ripartizione dei costi indiretti industriali.

    Il costo industriale include i costi indiretti industriali, mentre esclude i costi indiretti non industriali (non sono inerenti alla funzione della produzione).

    Il costo di trasformazione dato dal costo industriale meno i costi delle materie prime; ottenuto sommando i costi di: manodopera diretta; altri costi diretti industriali; quote di costi indiretti di fabbricazione.

    42

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Le configurazioni di costo (4)

    Il costo complessivo (o costo pieno) una funzione di costo omnicomprensiva.

    Costo industriale + quote di costi generali amministrativi + quote di costi di ricerca e sviluppo + quote di oneri finanziari

    43

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Le configurazioni di costo (5)

    Il costo economico tecnico si ottiene aggiungendo ai costi pieni di prodotto gli oneri figurativi (fitti figurativi; interessi di computo; stipendio direzionale)

    Costo economico tecnico =

    Costo complessivo + Oneri figurativi

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Materie prime

    Manodopera dire0a

    Altri cos5 dire6

    Quota di cos5 indire6 di fabbr.

    Quote di costo di fa0. prod. comuni

    Interessi sul capitale di propriet

    Salario direzionale

    Costo primo

    Costo di fabbricazione

    Costo complessivo

    Costo economico-tecnico

    Costo di trasformazione

    Le configurazioni di costo (6) Rappresentazione grafica

    45

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Configurazioni di costo: un esempio (1)

    Limpresa Motti, che produce i prodotti Gamma e Teta, intende determinare il costo complessivo del prodotto Gamma, sulla base dei seguenti dati di produzione: costo unitario materie prime: 5,50; costo unitario di trasporto: 3,5; costo manodopera diretta: 8 x 3 ore; altri costi unitari accessori di acquisto: 2; costi complessivi di trasformazione industriale: 300.000 (base di riparto impiegata: ore di manodopera diretta, complessivamente pari a 15.000); costi unitari di vendita del prodotto Gamma: 10; costi di natura amministrativa: 180.000 (base di riparto impiegata: costi complessivi di acquisto delle materie prime dei prodotti Gamma e Teta, pari a 20.000); costi di marketing: 60.000 (stessa base di riparto dei costi amministrativi).

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Configurazioni di costo: un esempio (2)

    Determinazione del costo complessivo unitario di Gamma

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    Costo materie prime 5,50 Cos7 di trasporto 3,50

    Costo di trasformazione Euro 89,50

    Costo manodopera direNa (3 ore 8) 24,00 Altri cos7 accessori di acquisto 2,00 Costo primo 35,00 Quota di cos7 industriali (300.000/15.000) x 3 ore 60,00 Costo pieno industriale 95,00 Cos7 commerciali 10,00 Costo di produzione e commercializzazione 105,00 Cos7 amministra7vi (180.000/20.000) 5,5 49,50 Cos7 di marke7ng (60.000/20.000) 5,5 16,50 Costo complessivo 171,00

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Finalit conoscitive

    Valutare il contributo dei diversi prodotti alla redditivit aziendale, mediante il margine di contribuzione

    Individuare il livello di produzione e vendita che garantisce il recupero delle risorse investite, mediante la determinazione del punto di pareggio

    Valutare la convenienza economica comparata tra la produzione interna (make) o lacquisto da terzi (buy) di determinati beni

    Valutare la convenienza a eliminare o meno linee produttive in perdita.

    48

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Margine di contribuzione (1)

    La determinazione del Margine di contribuzione risulta particolarmente significativa quando lanalisi effettuata al fine di: individuare le produzioni pi convenienti, data una

    definita struttura produttiva; individuare e controllare il contributo dei centri di

    profitto al raggiungimento degli obiettivi globali dimpresa.

    Perde di significativit con riferimento alle produzioni caratterizzate da elevata prevalenza di costi comuni

    49

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Margine di contribuzione (2)

    MdC = Ricavi costi variabili

    50

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Margine di contribuzione (3)

    Il tour operator Wondertour vende tre tipologie di viaggi (Win tour, Simple tour e Fast tour), i cui dati di costo sono esposti nella tabella seguente:

    Si calcoli il margine di contribuzione unitario e il prodotto pi conveniente da vendere sul mercato.

    51

    Win tour Simple tour Fast tour Prezzo di vendita 1.000 800 850 Costo variabile unitario 800 400 600 Quan7t vendute 40 20 32 Cos5 ssi 19.000

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Margine di contribuzione (4)

    Mdc complessivo: 24.000 I tre viaggi presentano lo stesso MdC complessivo per la

    copertura dei costi fissi comuni. Tuttavia, la capacit contributiva dei tre viaggi a livello unitario diversa. Pertanto, volendo formulare un giudizio di convenienza in merito alla redditivit dei viaggi prodotti dallazienda Wondertour, il viaggio Simpletour offre la maggiore capacit contributiva unitaria alla copertura dei costi fissi.

    52

    Win tour Simple tour Fast tour Prezzo di vendita 1.000 800 850 (-) Costo variabile unitario 800 400 600 Mdc unitario 200 400 250 Quan;t vendute 40 20 32 Mdc complessivo 8.000 8.000 8.000

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Margine di contribuzione (5)

    MdC lordo e semi-lordo

    53

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (1)

    Lanalisi del punto di pareggio (break even analysis) uno strumento che consente di quantificare il volume minimo di produzione/vendita in corrispondenza del quale i ricavi totali riescono a coprire i costi totali (punto di pareggio)

    In sede di programmazione, consente di fornire, a diversi livelli di produzione/vendita, il previsto risultato reddituale

    uno strumento di grande utilit per la costruzione del budget flessibile

    54

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (2)

    Le variabili da considerare per la costruzione del diagramma sono: CF = Costo fisso totale CVT = Costo variabile totale RT = Ricavi totali CT = Costo complessivo Cvu = Costo variabile unitario (costante in unipotesi

    di variabilit proporzionale) P = prezzo unitario di vendita (ipotizzato costante) Q = Quantit prodotta e venduta

    Le equazioni fondamentali: CT = CF + CVT CVT = Cvu x Q RT = P x Q

    55

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (3)

    La determinazione del punto di pareggio Qi = livello di produzione/vendita di pareggio RT = CT P x Qi = CF + Cvu x Qi P x Qi - Cvu x Qi = CF Qi x (P - Cvu) = CF

    P Cvu = margine di contribuzione (contributo che la vendita di ogni prodotto fornisce alla copertura dei costi fissi)

    Qi = CF

    P Cvu

    56

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (4)

    Rappresentazione grafica (con MdC positivo)

    Qe: capacit di effettivo assorbimento del mercato Qm: capacit produttiva aziendale (massima)

    C

    R

    Q

    CF

    CT

    RT

    Area delle perdite Area dei pro6

    Qi Qe Qm

    57

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (5)

    Rappresentazione grafica (con MdC negativo)

    pi si produce pi aumenta lentit della perdita

    C

    R

    Q

    CF

    CT

    RT

    Qi Qe Qm

    CV

    58

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (6)

    La costruzione del diagramma si basa su alcune ipotesi semplificatrici: Quantit prodotta = Quantit venduta Prezzo unitario di vendita costante, a prescindere

    dalla quantit venduta Costi variabili proporzionali Produzione omogenea nel tempo e nello spazio Capacit produttiva massima degli impianti

    individuata Costi fissi invariati Valori di costo e di prezzo previsti certi

    59

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (7)

    Inoltre, la B.E.A., comportando una problematica scissione dei costi nella loro componente fissa e variabile, sconta un ulteriore grado di approssimazione.

    La separazione dei costi in fissi e variabili effettuata mediante un processo di natura empirica che si fonda su: dati consuntivi (metodi sintetici: serie storica di dati); dati congetturati (metodi analitici: osservazione

    diretta).

    60

  • 22/11/15

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (8)

    Lutilizzo del metodo sintetico, per essere attendibile, richiede che siano soddisfatte due condizioni: i dati devono essere sufficientemente recenti e, nel

    periodo di riferimento, non devono esservi state significative variazioni di struttura o di mercato tali da inficiarne la validit;

    i dati possono essere utilizzati solo per previsioni di breve periodo (con il passare del tempo la struttura e le condizioni di mercato tendono a modificarsi in misura significativa).

    61

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (9)

    Determinazione di altre variabili incognite (nota Qi) Dalla relazione:

    si possono determinare: il prezzo unitario di vendita di equilibrio:

    il costo variabile proporzionale di equilibrio:

    Qi = CF

    P Cvu

    P = CF + Cvu x Qi

    Qi P =

    CF + Cvu

    Qi

    Cvu = P - CF Qi

    62

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit (10)

    Determinazione dellutile (perdita) atteso Una volta raggiunto il livello di produzione

    corrispondente al BEP, ogni unit aggiuntiva di prodotto venduta consente un utile addizionale pari al MdC apportato da quella unit (prodotta/venduta) supplementare.

    Infatti: lutile totale dal MdC totale depurato dai costi fissi:

    Utile = MdC totale - CF Alternativamente, lutile complessivo pu essere

    calcolato come somma dei MuC per ogni unit prodotta/venduta oltre quella di equilibrio:

    Utile = MuC x (Q Qi)

    63

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit: un esempio (1)

    Lazienda Sigma intende lanciare sul mercato un nuovo prodotto per il quale sono stati stimati i seguenti costi:

    Considerato che il prezzo di vendita del prodotto sar di 22 , la Direzione aziendale vuole determinare: a) il costo variabile unitario e i costi fissi totali; b) il volume di produzione/vendita e il fatturato di

    equilibrio; c) il risultato derivante da una produzione/vendita

    superiore del 15% a quella di equilibrio.

    64

    Q. x unit P. unitario Costo unitario

    Materie prime diretta A 10 0,3 3 Materia prima diretta B 5 0,2 1 Manodopera diretta - - 8 Ammortamenti 5.000 euro annui Canoni di locazione 15.000 euro annui

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit: un esempio (2)

    a) Determinazione del costo variabile unitario e dei costi fissi totali

    65

    Q. x unit P. unitario Costo unitario

    Materie prime diretta A 10 0,3 3 Materia prima diretta B 5 0,2 1 Manodopera diretta - - 8 Costo variabile unitario 12

    Ammortamenti 5.000 Canoni di locazione 15.000 Costi fissi totali 20.000

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit: un esempio (3)

    b) Determinazione del volume di produzione/vendita di equilibrio

    b) Determinazione del fatturato di equilibrio (Q* = quantit di equilibrio)

    RT = Q* x P = 2.000 x 22 = 44.000

    66

    BEP = CF

    = 20.000

    = 2.000 P Cvu 22 - 12

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit: un esempio (4)

    Rappresentazione grafica

    67

    2.000

    C

    R

    20.000

    44.000

    Q

    CF

    CT

    RT

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit: un esempio (5)

    c) Determinazione del risultato in ipotesi di volume di produzione/vendita superiore del 15% a quello di equilibrio

    Q* = 2.000 2.000 x 15% = 300 Q = 2.000 + 300 = 2.300 CF = k = 20.000 CVT = Cvu x Q = 12 x 2.300 = 27.600 RT = P x Q = 22 x 2.300 = 50.600

    68

    Ricavi totali 50.600 Costi variabili totali 27.600 MdC 23.000

    Costi fissi totali 20.000 Risultato netto 3.000

  • 22/11/15

    35

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Il diagramma di redditivit: un esempio (6)

    Rappresentazione grafica

    69

    C

    R

    Q

    CF

    CT

    RT

    20.000

    2.300

    50.600 47.600

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Punto di fuga (1)

    Qi indica la condizione minima per lingresso di unazienda in un determinato settore (punto di indifferenza).

    Il punto di fuga indica la condizione minima di permanenza dellimpresa nel settore in cui opera: limite inferiore al di sotto del quale si determina uno

    squilibrio tra entrate e uscite finanziarie; il fabbisogno finanziario cresce in modo esponenziale:

    al mancato recupero delle risorse impiegate in FFS si aggiungono gli oneri dei finanziamenti attinti.

    70

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Punto di fuga (2)

    Rappresentazione grafica del punto di fuga (1)

    V

    CT RT

    Qi Qf

    CTf CV

    CTf: comprende anche i Cos5 ssi nanziariamente misura5 CT: (rispe6o a CTf) comprende anche ammortamen5, perdite e cos5 futuri presun5 Qf: quan5t corrispondente al punto di fuga (R = CTf) Qi: quan5t corrispondente al punto di pareggio (R = CT)

    71

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Punto di fuga (3) Rappresentazione grafica del punto di fuga (2)

    V

    CT

    RT

    Qi Qa Qf

    CTr CTf

    CV

    CTf: comprende anche i Cos5 ssi nanziariamente misura5 CTr: (rispe6o a CTf) comprende anche ammortamen5 e perdite future presunte CT: (rispe6o a CTr) comprende anche i cos5 futuri presun5 Qf: quan5t corrispondente al punto di fuga (R = CTf) Qa: quan5t in cui il volume di ricavi consente di rigenerare il capitale inves5to

    72

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    37

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Limiti del diagramma di redditivit (1)

    Ipotesi semplificatrici non sempre verificate area di significativit

    Ottica di breve periodo Imprese pluri-prodotto

    73

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy (1)

    Valutazioni economiche Valutazioni strategiche Confronto delle differenti conseguenze (soprattutto in

    termini di analisi dei costi) che ciascuna alternativa potr produrre in futuro Costi emergenti Costi cessanti

    74

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    38

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy (2)

    Sono costi rilevanti: tutti i costi variabili che, nel passaggio da

    unalternativa allaltra, possono essere sostenuti (emergenti) oppure possono essere evitati (cessanti) se lalternativa presa in considerazione realizzata;

    alcuni costi fissi specifici, relativi a fattori produttivi che, nel passaggio da unalternativa allaltra: o devono essere inseriti nella combinazione (costi

    emergenti); o possono essere eliminati dalla combinazione

    produttiva (costi cessanti); o possono essere utilmente riallocati nella nuova

    combinazione produttiva, evitando il sostenimento del costo nella nuova alternativa.

    75

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy (3)

    Sono costi irrilevanti: tutti i costi fissi che gravano in ugual misura nel

    passaggio da unalternativa allaltra e non possono essere evitati.

    Nellanalisi differenziale assumono rilevanza solo i costi variabili e, in alcuni casi, i costi fissi specifici.

    76

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    39

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy: un esempio (1)

    Lazienda Iota per la realizzazione del prodotto Alfa utilizza il semilavorato Y, che attualmente realizzato internamente. Annualmente, sono realizzate 10.000 unit di Alfa, sostenendo i seguenti costi di produzione per lottenimento del semilavorato Y

    Costi unitari Costi totali

    Materie prime 20 200.000

    Manodopera diretta 10 100.000

    Energia 1 10.000

    Ammortamenti 5 50.000

    Costi industriali indiretti 2 20.000

    Totale 38 380.000

    77

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy: un esempio (2)

    Il semilavorato Y potrebbe essere acquistato esternamente al prezzo di 33 .

    La Direzione aziendale ha accertato che: gli impianti non possono essere utilizzati per altre

    produzioni; i costi indiretti industriali continueranno comunque a

    essere sostenuti; possibile procedere al licenziamento della

    manodopera diretta nel caso di abbandono della produzione.

    Si valuti la convenienza economica ad esternalizzare la produzione del semilavorato (alternativa buy).

    78

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    40

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy: un esempio (3)

    La seguente tabella riepiloga i costi dellalternativa buy:

    79

    Tipologia di costo Importo Classificazione del costo

    Materie prime 200.000 Costo rilevante (cessante)

    Manodopera diretta 100.000 Costo rilevante (cessante)

    Energia 10.000 Costo rilevante (cessante)

    Ammortamenti 50.000 Costo irrilevante

    Costi industriali indiretti 20.000 Costo irrilevante

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy: un esempio (4)

    Confronto tra le due alternative (costi unitari):

    Lacquisto esterno comporta un costo unitario aggiuntivo di 2 .

    Make Buy

    Materie prime 20 -

    Manodopera diretta 10 -

    Energia 1 -

    Ammortamenti 5 5

    Costi industriali indiretti 2 2

    Costo totale di produzione 38 7

    Costo di acquisto 33

    Totale 38 40

    80

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Make or buy: un esempio (5)

    Confronto tra le due alternative (costi totali):

    Lacquisto esterno comporta un costo complessivo aggiuntivo di 20.000 .

    Make Buy

    Materie prime 200.000 -

    Manodopera diretta 100.000 -

    Energia 10.000 -

    Ammortamenti 50.000 50.000

    Costi industriali indiretti 20.000 20.000

    Costo totale di produzione 380.000 70.000

    Costo di acquisto 330.000

    Totale 380.000 400.000

    81

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Eliminazione di linee produttive in perdita (1)

    Occorre considerare la convenienza dellintero processo produttivo.

    Se c capacit produttiva inutilizzata occorre valutare gli effetti derivanti dalleliminazione della linea produttiva in termini di quota di costi fissi che dovranno essere coperti dalle altre linee produttive.

    82

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    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Eliminazione di linee produttive in perdita (2)

    Quando si valuta leliminazione di linee produttive in perdita, occorre anche valutare lopportunit di incrementare lattivit produttiva delle linee rimaste in vita (o linserimento di una nuova linea produttiva) impiegando la capacit produttiva inutilizzata.

    La convenienza dellimpiego alternativo della capacit produttiva inutilizzata si ha se i ricavi differenziali derivanti dallincremento delle vendite dei prodotti rimasti in vita (o dei nuovi prodotti introdotti) sono maggiori dei costi differenziali sostenuti per i volumi di produzione aggiuntivi.

    83

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Eliminazione di linee produttive in perdita: esempio (1) LAzienda Kig realizza due linee di prodotti (A e B), per le quali sono stati

    rilevati i seguenti dati di sintesi:

    La Direzione aziendale ha accertato che non possibile aumentare le vendite oltre i livelli attuali; inoltre: il risultato negativo della linea A sembra essere destinato a perdurare

    anche nel prossimo futuro; gli impianti, attualmente impegnati per la produzione della linea in

    perdita, non possono essere utilizzati diversamente. Il management deve valutare se eliminare la linea produttiva A in perdita.

    A B

    Ricavi 250.000 300.000

    - Costi variabili 190.000 245.000

    MdC lordo 60.000 55.000

    - Costi fissi specifici 45.000 16.000

    MdC semilordo 15.000 39.000

    - Costi fissi comuni 20.000 20.000

    Risultato netto - 5.000 19.000

    84

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    43

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Eliminazione di linee produttive in perdita: esempio (2)

    La seguente tabella riepiloga i costi e i ricavi dellalternativa eliminazione linea in perdita A:

    85

    Tipologia di costo Importo Classificazione del costo

    Costi variabili linea A 190.000 Costo rilevante (cessante)

    Ricavi di vendita linea A 100.000 Ricavo rilevante (cessante)

    Costi fissi specifici linea A 45.000 Costo irrilevante

    Quota di costi fissi comuni linea A

    20.000 Costo irrilevante

    a.a.2015-2016 Economia aziendale

    Eliminazione di linee produttive in perdita: esempio (3)

    Il confronto tra le due alternative evidenzia i seguenti risultati operativi:

    La seconda ipotesi non risulta conveniente in quanto la linea A, pur

    generando un risultato netto negativo, presenta un margine di contribuzione positivo che concorre alla copertura dei costi fissi comuni.

    Tali costi, in ipotesi di abbandono della linea A, dovrebbero essere assorbiti interamente dai ricavi del prodotto B.

    A + B B

    Ricavi 550.000 300.000

    - Costi variabili 435.000 245.000

    MdC lordo 115.000 55.000

    - Costi fissi specifici 61.000 16.000

    MdC semilordo 54.000 39.000

    - Costi fissi comuni 40.000 40.000

    Risultato netto 14.000 -1.000

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