07 editoriale063

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Che cosa non funziona nel mercato della musica? Dunque: Le istituzioni non fanno abbastanza per sostenerlo; molti operatori del settore non vengono neppure riconosciuti come professionisti, sia dal punto di vista normativo che economico e, d'altro canto, molti di loro si improvvisano come tali e lavorano in nero. Quello della musica è un settore debole, diviso al suo interno da piccole guerre tra poveri e anche per questo motivo viene strumentalizzato spesso dalla politica che ne sfrutta le potenzialità mediatiche alimentandone le divisioni interne. E poi, in quale altro settore è possibile rilevare una così scarsa autorevolezza di enti istituzionali come la SIAE, l'ENPALS ecc? Per non parlare delle storiche associazioni di categoria che, allontanandosi progressivamente dai principi dei loro atti costitutivi, cercano oggi semplicemente di sopravvivere. Insomma, a sentire le voci che corrono quotidianamente tra gli addetti ai lavori, sembra proprio che il mercato della musica in Italia, in questo momento di progressivo declino, non possa temere di andar peggio di così. Tuttavia anche in questo, come in altri settori del tessuto produttivo italiano, ci sono aziende sane e professionisti competenti che stanno riflettendo sulla necessità di aggregarsi nuovamente per dare uno scossone allo status quo. Nello specifico ambito dell'intrattenimento (quello che riguarda le attività di spettacolo all'interno di locali pubblici, disco pub, fino alle grandi discoteche) qualcuno sta passando già alle vie di fatto con l'obiettivo di intervenire a livello normativo sulle distorsioni presenti nel settore (vedi articolo a pag.38 dello speciale DjGear). Si tratta di nuove associazioni legate al mondo dei dj e a quello imprenditoriale, che possono contare su figure competenti dal punto di vista legale, fiscale e con aderenze politiche significative. Con ogni probabilità non sarà né la prima né l'ultima volta che il tanto demonizzato settore dei dj riuscirà a portare a casa qualche risultato, per esempio come quello già ottenuto di farsi riconoscere dalla SIAE il diritto di utilizzare file mp3 come copie di lavoro durante i live-set. I rappresentanti dei musicisti, divisi e poco concreti, faticano ancora a raggiungere i minimi obiettivi che da anni si prefiggono. [email protected] PROFESSIONE DJ PIERO CHIANURA e ditoriale 7 INS O UND 07_Editoriale 3-12-2011 9:29 Pagina 7

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Che cosa non funziona nel mercato della musica? Dunque: Le istituzioni non fanno abbastanza persostenerlo; molti operatori del settore non vengononeppure riconosciuti come professionisti, sia dal puntodi vista normativo che economico e, d'altro canto,molti di loro si improvvisano come tali e lavorano innero. Quello della musica è un settore debole, divisoal suo interno da piccole guerre tra poveri e anche perquesto motivo viene strumentalizzato spesso dallapolitica che ne sfrutta le potenzialità mediatichealimentandone le divisioni interne. E poi, in qualealtro settore è possibile rilevare una così scarsaautorevolezza di enti istituzionali come la SIAE,l'ENPALS ecc? Per non parlare delle storicheassociazioni di categoria che, allontanandosiprogressivamente dai principi dei loro atti costitutivi,cercano oggi semplicemente di sopravvivere. Insomma, a sentire le voci che corronoquotidianamente tra gli addetti ai lavori, sembraproprio che il mercato della musica in Italia, in questomomento di progressivo declino, non possa temere diandar peggio di così.Tuttavia anche in questo, come in altri settori deltessuto produttivo italiano, ci sono aziende sane e

professionisti competenti che stanno riflettendo sullanecessità di aggregarsi nuovamente per dare unoscossone allo status quo. Nello specifico ambito dell'intrattenimento (quello cheriguarda le attività di spettacolo all'interno di localipubblici, disco pub, fino alle grandi discoteche)qualcuno sta passando già alle vie di fatto conl'obiettivo di intervenire a livello normativo sulledistorsioni presenti nel settore (vedi articolo a pag.38dello speciale DjGear). Si tratta di nuove associazionilegate al mondo dei dj e a quello imprenditoriale, chepossono contare su figure competenti dal punto divista legale, fiscale e con aderenze politichesignificative. Con ogni probabilità non sarà né la prima né l'ultimavolta che il tanto demonizzato settore dei dj riuscirà aportare a casa qualche risultato, per esempio comequello già ottenuto di farsi riconoscere dalla SIAE ildiritto di utilizzare file mp3 come copie di lavorodurante i live-set. I rappresentanti dei musicisti, divisie poco concreti, faticano ancora a raggiungere iminimi obiettivi che da anni si prefiggono.

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