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04-01-2019 Media Monitoring per Rassegna stampa del 03-01-2019

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04-01-2019

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 03-01-2019

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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ AOU Ruggi: domani presentazione del calendario dedicato alle donazioni di organi e

tessuti 1 .................................................................................................................................. Novità al Ruggi d'Aragona di Salerno: arriva il "bed manager" 2 ........................................ Ruggi: un calendario artistico sulla donazione degli organi e del sangue, alla presenza

di De Luca 3 ............................................................................................................................ Sanità in Campania: ecco il nuovo piano in 8 punti. Nuovo ospedale a Salerno e

ampliamento del Tortora a Pagani 4 .................................................................................. Boom di trapianti, un calendario per raccogliere fondi 6 ...................................................... Nuovo ospedale a Salerno e ampliamento a Pagani 7 ........................................................... Ruggi, niente assalto al pronto soccorso Scatta il nuovo piano 9 ........................................

Sanità Salerno e provincia 11 ............................................................................................................ Camici bianchi in rivolta per l' Umberto I «Presidio da potenziare, i numeri ci sono»

11 .............................................................................................................................................. Da un ospedale all'altro, muore una donna 13 ........................................................................ Incidenza tumorale: Salerno penultima in Campania 15 ........................................................ Morì dopo ore di attesa in corsia due medici rischiano il processo 17 ................................ Pazienti psichiatrici Dopo 2 anni attiva la struttura one day 19 .......................................... Sangue, un bene di tutti Aumentano le donazioni 21 ............................................................

Sanità Campania 23 ............................................................................................................................. Cardarelli, la situazione torna esplosiva 300 arrivi in 24 ore al pronto soccorso 23 ........ Medici in pensione, caccia al sostituito 25 ............................................................................... Meningite, nuovo caso chirurgo quarantenne in fin di vita al Cotugno 27 ......................... Miceli critico: sono andato via e l' unità operativa si è dissolta 29 ..................................... Ospedali riuniti, Fsi-Usae all' attacco: «È caos nella gestione dei pazienti» 31 ................. Piano ospedaliero, ritirato il ricorso 33 .................................................................................... Riabilitazione post -infarto reparto chiuso 34 ......................................................................... Sanità, otto punti per uscire dal commissariamento 36 ........................................................

Sanità nazionale 38 ............................................................................................................................. I pazienti? con il medico sono bugiardi inguaribili. 38 ........................................................... "Voglio più efficienza ma l' unità nazionale non è in discussione" 40 ................................. «LA MIGLIORE MEDICINA SIAMO NOI 42 .................................................................................... «LE CURE MEDICHE? IL PRIMO DEI DIRITTI UMANI» 44 ........................................................... «Sono stanco dei politici incompetenti» 46 .............................................................................. Il miglior virologo al mondo è italiano Ma da noi non lo dice (quasi) nessuno 48 ............. IL PAPA DONA UN OSPEDALE AI POVERI IN VATICANO 50 ..................................................... Influenza, il picco arriva con la Befana 52 ................................................................................ La dieta su misura? Inizia con la foto di muscoli ossa e mente 54 ....................................... Lettera di 130 scienziati contro le nuove fake news (e fake analisi) sui vaccini 56 .......... LUNGA VITA (PIÙ AL NORD) 60 ................................................................................................... Medici tedeschi: sono pelandroni 62 ......................................................................................... Neolaureati contro gli operatori del 118. La regione Sicilia fa litigare i giovani medici

64 .............................................................................................................................................. Professioni sanitarie, un freno agli abusi 66 ........................................................................... Se la ricerca italiana sui vaccini tocca il nervo scoperto della scienza 68 .......................... Tutti pazzi per l' autonomia Tredici regioni chiedono più competenze e risorse 70 .........

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02/01/2019 liratv.com

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AOU Ruggi: domani presentazione del calendario dedicatoalle donazioni di organi e tessuti

Meno feriti per i botti di Capodanno ma anche meno accessi, complessivamente, alpronto soccorso dell’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno. Il dato riceve la confermadal direttore di presidio, Angelo Gerbasio, che rileva come abbiano funzionato lecampagne di informazione di queste settimane. E se il 2019 inizia nel migliore deimodi per il Ruggi, il 2018 si è chiuso in positivo con un record-su espianti e trapianti.Anche per questo, il calendario aziendale che sarà presentato domani dal direttoregenerale Giuseppe Longo e dal presidente della Regione Vincenzo De Luca èinteramente dedicato alla donazione di organi, sangue e tessuti. Dodici artisticampani dedicano altrettante frasi perché la gente guardi senza paura allapossibilità di donare ad altri una speranza di vita.

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02/01/2019 salernotoday.it

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Novità al Ruggi d'Aragona di Salerno: arriva il "bedmanager"

Il suo compito è quello di garantirel’appropriatezza dei ricoveri, tra ilproblema del sovraffollamento dei Prontosoccorso e quello della diminuzione deiposti letto nelle unità operative Novità inarrivo all’azienda ospedaliera-universitaria “San Giovanni di Dio eRuggi d’Aragona” di Salerno. A breve –riporta Salernosanita - sarà istituita lafigura del bed manager. Il team Il team, presso la direzione medica di presidio,prevede: un dirigente medico individuato dal direttore medico di presidio comeresponsabile di I.A.S. ,” Bed Management e Patient Flow”, presso la Dmp; un Cpsidella D.M.P.per la figura del “Bed Manager”; un assistente sociale che prenderà incarico i pazienti a maggiore rischio di difficoltà di dimissione già dal momentodell’accettazione al Pronto Soccorso e/o al momento del ricovero nelle unitàoperative attivando tutte le dovute procedure per : assistenza domiciliare integratae dimissione protetta socio-sanitaria; un collaboratore amministrativo per le attivitàquotidiane di competenza; un dirigente medico di Triage, il quale dovrà attivaredirettamente, per i Codici Bianchi, la prenotazione in lista di attesa di DH o visitaspecialistica ambulatoriale a cui il paziente potrà accedere, con successivaimpegnativa del proprio medico curante, evitando, così, iperafflusso al P.S. egarantendo comunque una corretta ed efficace presa in carico. Il ruolo Il bedmanager è la figura interna all’assetto organizzativo di un ospedale nata pergarantire l’appropriatezza dei ricoveri, tra il problema del sovraffollamento deiPronto soccorso e quello della diminuzione dei posti letto nelle unità operative. Sitratta di un ruolo ad appannaggio non esclusivamente infermieristico, ma è evidentecome l'infermiere sia il professionista sanitario che maggiormente racchiude edamalgama nel proprio bagaglio di competenze le caratteristiche necessarieall’assolvimento di questa importante funzione.

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02/01/2019 salernotoday.it

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Ruggi: un calendario artistico sulla donazione degli organi edel sangue, alla presenza di De Luca

Dodici eccellenti artisti campani e non,hanno dedicano dodici frasi per i dodicimesi dell’anno, per sensibilizzare einvitare i cittadini a guardare alladonazione senza paura Promuovere ladonazione di organi, sangue e tessuti:questo il tema del calendario aziendaleper l’anno 2019 che sarà presentato aSalerno, giovedì 3 gennaio, alle ore 10.30, nell’Aula Scozia dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Gli artistiDodici eccellenti artisti campani e non, hanno dedicano dodici frasi per i dodici mesidell’anno, per sensibilizzare e invitare i cittadini a guardare alla donazione senzapaura, anzi con la consapevolezza di contribuire alla speranza di vita per tante altricittadini. Tra i presenti, anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo DeLuca.

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02/01/2019 puntoagronews.it

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Sanità in Campania: ecco il nuovo piano in 8 punti. Nuovoospedale a Salerno e ampliamento del Tortora a Pagani

Il mantenimento dell'equilibrioeconomico e il miglioramento dellaqualita' dell'assistenza, insieme allagaranzia di un accesso equo edomogeneo alle cure, a un programma diinformatizzazione delle reti assistenziali,al riorientamento dell'assistenzaterritoriale, all'ammodernamentodell'edilizia sanitaria, all'arruolamento dipersonale e alla riduzione della mobilita'passiva. Sono questi gli 8 punti su cui sibasa il piano triennale 2019-2021 di sviluppo e riqualificazione della sanita'campana, il programma con cui la Regione definisce il percorso per uscire dalcommissariamento e tornare alla gestione ordinaria. Il piano, che reca la firma delgovernatore e commissario alla sanita' Vincenzo De Luca, dopo essere stato inviatoai ministeri della Salute e dell'Economia per l'approvazione del Cdm, ha ricevuto lapresa d'atto della giunta regionale il 28 dicembre scorso. Il ministro Giulia Grillo siera gia' detta "disponibile" a valutare strumenti alternativi ai piani di rientro e tra itemi oggetto dell'attenzione del dicastero alla Salute nei primi mesi del 2019 ci sara'proprio il caso commissariamento Campania. Ma se da un lato De Luca insiste su unarepentina uscita dal piano di rientro visto l'equilibrio finanziario raggiunto, dall'altroil governo potrebbe esprimersi sulla nomina di un commissario diverso dalgovernatore dopo il via libera a un emendamento inserito nel decreto fiscale chedispone l'incompatibilita' tra le due cariche. Il punto principale del piano triennaleper l'uscita dal piano rientro riguarda proprio il risanamento economico delcomparto. "Negli ultimi due anni - si legge nel piano - la Regione Campania hapotuto mostrare ai tavoli ministeriali una nuova attendibilita' e credibilita' in terminidi programmazione ed esiti di salute nel processo di risanamento contabile edassistenziale". Il recupero nel periodo 2016/2018 "e' caratterizzato da unaconsolidata stabilizzazione economico-finanziaria e da una marcata crescita per gliindicatori che misurano i processi assistenziali", in particolare i risultati economicifanno registrare un segno positivo tra il 2013 e il 2017 e, in proiezione, anche per il2018 mentre i punti nella griglia Lea sono passati dai 106 del 2015 ai 152 nel 2017,vicini all'obiettivo dei 160 punti che la Regione "ritiene di superare per il 2018". Lemigliori performance che hanno fatto guadagnare punti alla Campania nella griglia

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Lea riguardano i vaccini, l'assistenza distrettuale agli anziani, i tassi diospedalizzazione e di ricovero diagnostico, la percentuale ridotta di parti cesarei e diinterventi per fratture al femore. Da questo si parte per un piano che, come disponela finanziaria 2010, se venisse approvato farebbe cessare il commissariamentosecondo i tempi e le procedure definiti nel piano stesso per il passaggio alla gestioneordinaria e aprirebbe agli obiettivi per il triennio 2019/2021 basati sugli 8 driverfondamentali fissati dalla Regione. Il nuovo "paradigma attorno a cui ruota il piano -si legge nel documento - e' il 'Paziente al centro del sistema' che diventa il fattorechiave per migliorare l'intero sistema sanitario regionale". Un presupposto su cui sifondano tutta una serie di interventi strettamente legati alla realizzazione del pianoospedaliero 2019-2021, approvato dal ministero della Salute nei giorni successivi alNatale. Tra gli investimenti in sanita', un focus a parte merita il piano per l'ediliziasanitaria dalla Regione che punta su strutture "sicure, moderne e dotate ditecnologie all'avanguardia". L'offerta ospedaliera prevede la realizzazione di 5 nuoviospedali che sostituiscono 6 strutture realizzate tra gli anni Cinquanta e Settanta. Sitratta dei nosocomi di Salerno, del San Paolo di Napoli, di Giugliano, Sessa Aurunca edel nuovo ospedale della Penisola Sorrentina, che sostituira' i due presidi di VicoEquense e Sorrento. Previsto l'ampliamento di 8 ospedali (Incurabili di Napoli, inosocomi di Pozzuoli, Ischia, Nola, Gragnano, Boscotrecase, Marcianise dell'Asl diCaserta e Pagani dell'Asl di Salerno). Per sei aziende ospedaliere (il Cardarelli diNapoli, l'azienda ospedaliera dell'universita' di Napoli Federico II, gli ospedali Ruggidi Salerno, San Pio di Benevento, il Santobono Pausillipon e l'azienda dei Colli diNapoli) si prevede un piano di efficientamento energetico mentre e' in programmal'apertura o riconversione di nuove strutture territoriali per potenziare il modelloassistenziale secondo la rete hub/spoke. Un programma di investimenti perl'aggiornamento del parco tecnologico - con previsioni di acquisto e collaudo al 90%entro la fine del 2020 - consentira', tra l'altro, la riduzione delle liste d'attesa - congaranzia di rispetto dei tempi per il 90% delle prestazioni di priorita' B e D entro il2019 - e della mobilita' passiva extraregionale e internazionale.

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03/01/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 26 EAV: € 4.972Lettori: 133.364

Boom di trapianti, un calendario per raccogliere fondi

Sarà presentato stamattina il calendariodel Ruggi per incentivare le donazioni.All' iniziativa hanno aderito eccellentiartisti campani e non, che hannodedicano dodici frasi per i dodici mesidell' anno, per sensibilizzare e invitare icittadini a guardare alla donazione senzapaura, anzi con la consapevolezza dicontribuire alla speranza di vita pertante altri cittadini. All' appuntamentosarà presente anche il governatoreVincenzo De Luca. Ad annunciarlo, nelcorso del resoconto delle attività del2018, era stato direttamente il managerGiuseppe Longo, confermando come il2018, in tema di donazioni, si fossechiuso più che positivamente per l'azienda ospedaliera e la provincia, dovesi registra una decisa impennata neiconsensi al prelievo di organi e tessutiespressi attraverso il ritiro o il rinnovodella carta d' identità. Numerieccezionali, se si pensa che fino aqualche anno fa il numero delledonazioni era pressoché nullo e se rapportati a quelli della regione Campania, doveSalerno si attesta al primo posto, con le 6 mila adesioni già espresse. Solo alcunesettimane fa, poi, al Ruggi, per la prima volta in Italia, si registrarono 3 donazioni incontemporanea. La procedura è molto semplice. Quando si ritira o si rinnova la cartad' identità, ogni maggiorenne può richiedere all' ufficiale d' anagrafe il modulo per ladichiarazione, riportando nel campo indicato la propria volontà, firmarla ericonsegnarla all' operatore. La decisione viene trasmessa in tempo reale al Sistemainformativo trapianti, la banca dati del ministero della Salute, che raccoglie tutte ledichiarazioni. sa.ru. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 7 EAV: € 1.156Lettori: 29.750

Nuovo ospedale a Salerno e ampliamento a Pagani

Il mantenimento dell' equilibrioeconomico e il miglioramento dellaqualità dell' assistenza, insieme allagaranzia di un accesso equo edomogeneo alle cure, a un programma diinformatizzazione delle reti assistenziali,al riorientamento dell' assistenzaterritoriale, all' ammodernamento dell'edilizia sanitaria, all' arruolamento dipersonale e alla riduzione della mobilitàpassiva. Sono questi gli 8 punti su cui sibasa il piano triennale 2019-2021 disviluppo e riqualificazione della sanitàcampana, il programma con cui laRegione definisce il percorso per usciredal commissariamento e tornare allagestione ordinaria. Il piano, che reca lafirma del governatore e commissario allasanità Vincenzo De Luca, dopo esserestato inviato ai ministeri della Salute edell' Economia per l' approvazione delCdm, ha ricevuto la presa d' atto dellagiunta regionale il 28 dicembre scorso. Il punto principale del piano triennale per l'uscita dal piano rientro riguarda proprio il risanamento economico del comparto. Ilnuovo «paradigma attorno a cui ruota il piano - si legge nel documento - è il"Paziente al centro del sistema" che diventa il fattore chiave per migliorare l' interosistema sanitario regionale». Un presupposto su cui si fondano tutta una serie diinterventi stretta mente legati alla realizzazione del piano ospedaliero 2019-2021,approvato dal ministero della Salute nei giorni successivi al Natale. Tra gliinvestimenti in sanità, un focus a parte merita il piano per l' edilizia sanitaria dallaRegione che punta su strutture «sicure, moderne e dotate di tecnologie all'avanguardia». L' offerta ospedaliera prevede la realizzazione di 5 nuovi ospedali chesostituiscono 6 strutture realizzate tra gli anni Cinquanta e Settanta. Si tratta deinosocomi di Salerno, del San Paolo di Napoli, di Giugliano, Sessa Aurunca e delnuovo ospedale della Penisola Sorrentina, che sostituirà i due presidi di VicoEquense e Sorrento. Previsto l' ampliamento di 8 ospedali (Incurabili di Napoli, inosocomi di Pozzuoli, Ischia, Nola, Gragnano, Boscotrecase, Marcianise dell' Asl diCaserta e Pagani dell' Asl di Salerno). Per sei aziende ospedaliere (il Cardarelli di

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Napoli, l' azienda ospedaliera dell' università di Napoli Federico II, gli ospedali Ruggidi Salerno, San Pio di Benevento, il Santobono Pausillipon e l' azienda dei Colli diNapoli) si prevede un piano di efficientamento energetico mentre è in programma l'apertura o riconversione di nuove strutture territoriali per potenziare il modelloassistenziale secondo la rete hub/spoke. Un programma di investimenti per l'aggiornamento del parco tecnologico - con previsioni di acquisto e collaudo al 90%entro la fine del 2020 - consentirà, tra l' altro, la riduzione delle liste d' attesa - congaranzia di rispetto dei tempi per il 90% delle prestazioni di priorità B e D entro il2019 - e della mobilità passiva extraregionale e internazionale.

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03/01/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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Ruggi, niente assalto al pronto soccorso Scatta il nuovopiano

Sabino Russo

Nessun «assalto di Natale» al prontosoccorso del Ruggi. Dopo i boom di arriviin via San Leonardo degli ultimi anni, ilsistema dell' emergenza-urgenza dell'azienda ospedaliera universitaria reggebene alla grande mole di accessi, checontinuano ad attestarsi intorno ai250-300 al giorno. Numeri, questi, chepotrebbero registrare una impennata neiprossimi giorni, con l' arrivo previsto delgrande freddo. Nel frattempo, la Regioneha deliberato la nuova riorganizzazioneospedaliera, che prevede 6 prontosoccorso, a cui si aggiungono Agropoli,Polla e Ravello, 1 Dea di secondo livelloe 6 Dea di primo livello. RUGGI È Dea(dipartimento emergenza-urgenza) di IIlivello (con annessi stabilimenti di Cava,Mercato San Severino, Da Procida eRavello) al servizio dell' intera provincia.Funge da hub (centro di eccellenza) nellarete dell' ictus, in quella cardiologica e inquella delle emergenze digestive,nonché centrale operativa nella retetraumatologica, spoke (centro ospedaliero periferico) di II livello per la terapia deldolore nella rete delle emergenze pediatriche. Tra le novità, vengono programmatenuove attività: chirurgia plastica, reumatologia, nonché l' unità spinale e neuro-riabilitazione. Mercato San Severino e Cava rimangono sede di pronto soccorso,facendo fronte a 155 mila accessi complessivi nel corso dell' anno. Il Da Procidariveste un ruolo rilevante nell' area della riabilitazione, anche con l' assegnazione dinuovi posti letto di lungodegenza. Il piano prevede la rimodulazione complessiva per14 posti letto con una area funzionale omogenea (neurologia e pneumologia), 56 diriabilitazione intensiva in costanza di ricovero, 22 posti di neuro-riabilitazione concentro risvegli, 15 di unità spinale e 30 di lungodegenza. Ravello, infine, conserva i20 posti letto. AGRO NOCERINO SARNESE Sono 6 i Dea di I livello e sonoprogrammati a Vallo, Nocera, Eboli/Battipaglia/Roccadaspide, Sarno, Polla e Sapri.

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Nocera è spoke nella rete ictus, hub in quella cardiologica, oltre a centro trauma dizona. È spoke nella rete delle emergenze pediatriche, in quelle digestive e riceve unpotenziamento globale delle discipline esistenti. A Nocera resta annesso l' ospedaledi Pagani, che rappresenta il polo oncologico dell' Asl. Prevista la presenza di postiletto per ematologia, oncologia, chirurgia generale a indirizzo oncologico,dermatologia a indirizzo oncologico e connessa attività di foto-dermatologia erianimazione. Onco-ematologia pediatrica verrà erogata a Nocera fino all' attivazionea Pagani, dove è previsto un servizio di cardiologia ed è programmata laradioterapia. Scafati è articolato come ospedale con pronto soccorso a indirizzopneumologico. È previsto un servizio di cardiologia. Sarno è spoke nella retecardiologica e nelle emergenze pediatriche, pronto soccorso per i traumi. DiventaDea di primo livello ed è programmata la realizzazione di un nuovo edificio. SELE-CILENTO-DIANO Vallo è al servizio dell' area sud della provincia e gli vengonoattribuiti neurologia, gastroenterologia, neonatologia, psichiatria, riabilitazione, conannesso ospedale di Agropoli, per il quale è attesa la collocazione in zona turistica edifficilmente raggiungibile, con il potenziamento come struttura in deroga con 20posti letto di medicina. Mantiene il punto nascita. Confermato il nuovo Dea di primolivello Eboli/Battipaglia/Roccadaspide, che conservano il pronto soccorso. Eboli èorientato all' area cardiologica, dove è hub ed è dotato di emodinamica. Èprogrammato un servizio di pneumologia diagnostica e interventistica senza postiletto. Battipaglia è orientato al materno-infantile, spoke nella rete dell' ictus, prontosoccorso traumi e spoke nella rete pediatrica. A Roccadaspide chirurgia generale,medicina generale, ortopedia e riabilitazione. Polla conferma il pronto soccorso ed èidentificato come spoke nella rete ictus, emergenza cardiologica e pediatriche, oltreche pronto soccorso traumi. È programmato un servizio di oncologia ambulatoriale.Sant' Arsenio diventa ospedale di comunità. Sapri è spoke nella rete cardiologica enelle emergenze pediatriche, pronto soccorso traumi. Oliveto Citra riceve lariabilitazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

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Camici bianchi in rivolta per l' Umberto I «Presidio dapotenziare, i numeri ci sono»

NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORENello Ferrigno Anche i medici scendonoin campo per l' ospedale Umberto I. Anzi,chiedono un ruolo più attivo nella catenadecisionale. Lo diranno il prossimo 9gennaio in occasione di un' assembleaorganizzata dalla Cisl Medici. «La politicasanitaria ha sottolineato Andrea Lupi,rappresentante aziendale della CislMedici deve essere impostata dai medici.Essa non si fa con la politica e con lafinanza. I diversi livelli amministrativinon coincidono con la realtà sanitaria delterritorio perché diventa un' attivitàcomprensoriale che spesso va oltre iconfini provinciali». Ed il caso di Nocerasembra calzare a pennello. «Il presidioospedaliero dell' Umberto I ha continuato- è un tutt' uno con quello di Pagani dovec' è il polo oncologico e con quello diScafati dove opera un centrospecializzato in broncopneumologia. All'incontro, che si terrà nell' aula PietroColella dell' Umberto I, interverrannoanche tutte le altre rappresentanze sindacali delle professioni sanitarie come Cgil,Cisl, Uil, Rsu e Nursind. Ci saranno anche i sindaci dell' Agro nocerino che chiedono ilpotenziamento del presidio. Nel nuovo piano ospedaliero regionale l' Umberto I èclassificato come primo livello pur effettuando attività specialistiche tipiche di unlivello superiore come la Terapia intensiva neonatale, la Neurochirurgia, l'Emodinamica. «Riconoscere questa classificazione che già avevamo prima dell'avvento dell' era Bortoletti ha continuato Lupi significa assicurare all' ospedale unmaggior numero di personale e più investimenti in tecnologie ed attrezzature». Ilpassaggio al secondo livello, secondo quanto dichiarato dal governatore dellaCampania, Vincenzo De Luca, sarebbe stato bloccato dal Ministero della salute chenon ha voluto concedere deroghe per la popolazione. Ci vorrebbero 700 milacittadini residenti nel bacino di utenza. «Il numero ha commentato Lupi è

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ampiamente superato perché il bacino ha confini estesi, Valle del Sarno e areavesuviana sino a Torre del Greco. Ma anche, dopo il ridimensionamento degliospedali di Cava de' Tirreni e Mercato San Severino, Valle metelliana e Valle dell'Irno. Basta guardare i numeri delle prestazioni per rendersene conto. Non definire l'ospedale di Nocera un Dea di secondo livello vuol dire negare tutto ciò». Il Nursind, ilsindacato delle professioni infermieristiche pone un' altra questione. «Consideratoha detto il segretario provinciale Biagio Tomasco che l' Umberto I è inquadrato comeprimo livello bisogna assumere il personale mancante raggiungendo in tal modo treobiettivi quali il contenimento del ricorso al lavoro straordinario, l' azzeramento deldemansionamento e un livello di soddisfacimento dell' utenza che prescinderà dallaclassificazione del presidio». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

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Da un ospedale all'altro, muore una donnaFrancesco Faenza

Si è spenta ieri mattina in ospedaleGerarda Giordano , 54 anni, la pazienteaffetta da Sla. La donna era ricoveratanel reparto di rianimazione dell'ospdaledi Eboli dal 18 novembre. La malattianon le ha dato scampo. Nel reparto diterapia intensiva sono giunti i nipoti e lasorella. Le difficoltà respiratorie non lehanno dato scampo. Il cuore in continuoaffanno si è fermato. La paziente eratracheotomizzata. Purtroppo i rimediadottati dai sanitari non sono serviti. Lamalattia avrebbe avuto il sopravvento.Ne erano consapevoli i sanitari e anche ifamiliari di Gerarda. La salma è statasequestrata e trasferita nell'obitorio.Sarà l'autorità giudiziaria a decidere seprocedere con l'autopsia. Perchè sulricovero della signora Giordano c'èun'indagine della Procura dellaRepubblica di Salerno. La 54enne diBattipaglia viveva a 200 metridall'ospedale Santa Maria della Speranza. La mattina del 18 novembre - eradomenica - i medici del 118 raggiunsero la sua abitazione. Gerarda fu adagiata inambulanza e trasferita all'ospedale di Battipaglia. «C'è la tac rotta, andateall'ospedale di Eboli» avrebbero detto ai familiari della donna. Le condizioni di salutedi Gerarda erano gravissime. Con o senza tac, la paziente sarebbe dovuta esserestabilizzata a Battipaglia prima del trasferimento in altro ospedale. L'ambulanzaripartì per l'ospedale di Eboli tra lo stupore dei medici del 118 e dei familiari dellapaziente. La donna giunse al Pronto soccorso in arresto cardiaco. Gerarda fu salvatain extremis dai medici De Martino (rianimatore) e Del Giorno (cardiologo).L'intervento fu decisivo. Il cuore riprese a battere, la paziente venne trasferita inrianimazione. I familiari però non accettarono che la vicenda cadesse neldimenticatoio e chiesero l'intervento dei carabinieri, denunciando quel che lororiitennero l'anomalo trasferimento da un ospedale all'altro. Nei 40 giorni di indaginesono trapelate novità. L'avvocato Carmen Rosalia , legale della famiglia Giordano, hascoperto che all'ingresso del Pronto soccorso di Battipaglia non ci sono telecamere:«Non esiste videosorveglianza esterna nè interna, così mi è stato risposto da un

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dirigente del nosocomio di Battipaglia», dice l'avvocatessa. A metà dicembre è statain ospedale a Eboli una commissione medica per accertare le condizioni dellasignora Giordano. Il pool di esperti è stato nominato dal pm che conduce le indagini.Negli ultimi giorni del 2018 le condizioni di Gerarda s'erano aggravate. Amici eparenti della famiglia Giordano si sono precipitati in ospedale ma la data delfunerale non è stata fissata.

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03/01/2019

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 6 EAV: € 1.586Lettori: 29.750

Incidenza tumorale: Salerno penultima in Campania

La Regione Campania e il governocontinueranno ad attenzionare il delicatotema Salerno è penultima. Sembrerebbegrave, detta così, ma in verità il dato èapparentemente positivo (per quel chepuò valere, visto l' argomento): infatti,insieme a Benevento, la provinciasalernitana ha fatto registrare lapercentuale più bassa di incidenzatumorale registrata fino ad oggi. Lamaglia nera relativa a questa specialeclassifica spetta alla provincia diCaserta, con un' incidenza di patologietumorali che è la più alta dell' interaregione, seguita al secondo posto da una"sorprendente" provincia di Avellino che,nonostante il livello d' impattoambientale complessivo attestatosi tra ilmedio e il basso, risulta essere anche piùin alto rispetto a Napoli, che ha unapercentuale media dell' 1,54% facenteriferimento alla media aritmetica delleincidenze registrate in ognuna delle tre Asl napoletane. Il vero punto non sta nell'analisi a sé stante ma in un percorso avviato dal governo per far sì che si pongamaggiore attenzione su diversi comuni dell' intera regione, tra cui figurano decine edecine di realtà della provincia casertana, per delineare i limiti di un' area più omeno vagamente circoscritta di quello che potremmo definire come un vero eproprio "cratere" relativo al fenomeno mediatico di Terra dei Fuochi. Ovviamentedetta così la notizia assume i caratteri di un elemento disfattista e anche un po'populista, per cui ci tocca spiegare che il dato non è assolutamente correlabilegrazie a poche righe e a qualche media aritmetica: il passaggio è ben più lungo erichiede un' attenzione notevole al fenomeno territoriale inteso a 360°, senzalasciare nessuno degli ambiti di potenziale riferimento in disparte; nel dettagliobisognerebbe inoltre partire da un report storico dei tassi d' incidenza nelle varieprovince della Campania, al fine di stabilire quale sia il tasso d' incidenzaprogressivo registratosi sul territorio nel corso degli ultimi quindici o anche vent'anni. Teniamo conto, inoltre, del fatto che la Regione Campania da qualche anno harafforzato le attività di controllo incrociato tra fenomeno ambientale e incidenza

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patologica sulla popolazione residente nei comuni della regione Campania daalmeno 5 anni: proprio in questo senso, infatti, si è mossa l' area sanitaria campanacon attività di controllo e verifica di salubrità delle produzioni agroalimentari delterritorio regionale, tenendo conto di ogni elemento che potenzialmente potrebbefornire l' opportunità di riconoscere qualche ulteriore campanello d' allarme: bastipensare che l' Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, nell' ambitodelle attività realizzate con Campania Trasparente, ha installato 150 deposimetripassivi che occorrono per stabilire i livelli d' inquinamento dell' aria, oltre ad avereffettuato oltre 50mila prelievi su matrici agroalimentari del territorio in aziendepiccole, medie e grandi. Proprio da qui è giusto partire, facendo sì che si possaanzitutto fare chiarezza su un fenomeno sempre sotto le luci dei riflettori ma mairealmente risolto, anche se la strada pare essere quella giusta. Inutile riferire quantosia importante tenere sotto controllo i fenomeni "abitudinari" che riguardano ilcomparto ambientale e che, regolarmente, influiscono non di poco sulla qualità divita dei vari comuni limitrofi: basti pensare a quante volte si è verificata, nelcasertano, la "disgrazia" dell' incendio della discarica di Bellona, o quanto sia sotto iriflettori la vicenda ormai annosa delle fonderie Pisano a Salerno, sicuramente non dipoco conto nonostante la classifica che (ci permettiamo di dirlo) potrebbe quasi fartirare un sospiro di sollievo a tanti. Se questo è vero, infatti, non è da prendere sottogamba il fenomeno in quanto tale: sono tanti, anzi troppi i decessi registrati a causadi patologie tumorali che necessitano di adeguata attenzione da parte della sanità edella politica regionale. Intanto godiamoci questo penultimo posto, facendo sì che sitratti di un monito per migliorare ulteriormente la nostra posizione in classifica edare un ulteriore segnale di "decrescita".

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03/01/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 28 EAV: € 7.072Lettori: 133.364

Morì dopo ore di attesa in corsia due medici rischiano ilprocesso

PAGANI PAGANI Nicola Sorrentino Duemedici rischiano di essere processati peromicidio colposo per la morte di CarmineRusso, 33enne di Pagani, avvenuta il 2maggio 2017. A chiedere il rinvio agiudizio è la procura di Nocera Inferiore,al termine di un' indagine che ha vistoescludere, ad oggi, responsabilità peralmeno dieci medici. L' uomo morì perun' infezione: secondo le accuse, i dueimputati avrebbero sottovalutato lo statoinfluenzale da cui era affetto il paziente.Si tratta di un medico di guardia diPagani e di uno in servizio al prontosoccorso dell' ospedale Umberto I. Perentrambi, il gip aveva già disposto infase preliminare un ulterioresupplemento di indagine. Quel giorno,Carmine Russo si rivolse alla guardiamedica per telefono, lamentando unostato influenzale e dei dolori a mani epiedi. In precedenza, si era ferito sullavoro, ma non si sarebbe fatto visitarenell' immediatezza né da un medico eneanche in ospedale. Al telefono, la guardia medica avrebbe consigliato unatachipirina che non avrebbe prodotto risultati, tanto che le condizioni dell' uomopeggiorarono, in serata, con uno svenimento evitato dai familiari. IL RICOVERO Da lì,la corsa in ospedale, a Nocera Inferiore, dopo che a Pagani gli avevano comunicatodi dirigersi direttamente all' Umberto I. Giunto in pronto soccorso, avrebbe attesodiverse ore prima di essere assistito. Dall' una circa di notte fino alle 4 del mattinosu di una barella, fino a quando non giunse il momento del ricovero presso il repartodi «Malattie Infettive». La situazione precipitò, dopo analisi e consulti, fino aldecesso in Rianimazione. La morte avvenne a seguito di una «gravissima sepsiconclusasi con un quadro clinico di insufficienza multiorganica, che avrebbe dovutoessere rilevato e affrontato già dalla mattina del primo maggio». Per la procura, cheha approfondito le indagini in fase preliminare, le responsabilità sono da attribuire a

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due soli medici. La guardia medica, che avrebbe sottovalutato il problemacomunicato dal paziente e poi, il medico del pronto soccorso, che avrebbe lasciatoRusso in stato d' attesa per ore, prima del ricovero. Pare che ad accorgersi della suapresenza fu un altro medico, che velocizzò il trasferimento in reparto. Per altreposizioni la procura ha chiesto invece un' archiviazione, essendo le condizioni dell'uomo «irreversibili», quando spettò a loro verificare il quadro clinico. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

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Pazienti psichiatrici Dopo 2 anni attiva la struttura one dayErminio Cioffi

POLLA È partito ufficialmente da ieridopo circa due anni di attesa il servizioOne day night hospital all'ospedale Curtoe destinato ai pazienti psichiatrici. Ilnuovo anno ha portato finalmente unnuovo servizio per gli abitanti del Dianoche consentirà di assistere almeno nelbreve periodo le persone affette dapatologie psichiatriche. Il servizio verràsvolto al piano terra del nosocomiopollese in un'area che si trova nelleimmediate vicinanze del Pronto soccorsoed ha 4 posti letto. Tutto è iniziato nel2016 quando fu assegnato all'ospedaledi Polla il servizio nell'ambito del PianoRegionale della rete per l'assistenzaterritoriale come braccio operativodell'Unità di Salute Mentale di SalaConsilina. Ci sono poi voluti due anni perorganizzare l'attivazione del servizio,individuare dei locali idonei e adeguarlialle esigenze richieste per un servizio diquesto tipo. Un mese fa il direttore sanitario del Curto, Luigi Mandia , avevaannunciato l'imminente attivazione del servizio ed ha rispettato i tempi che avevaprevisto anticipandoli anche di qualche giorno. Nei giorni scorsi è stata sistemata larete telematica che mancava negli uffici ed è arrivata l'autorizzazione deldipartimento di Salute Mentale. Il servizio night and day psichiatrico consentirà dipoter trattare fino a 4 pazienti che una volta stabilizzati, nell'arco delle 24 ore,saranno dimessi o se i medici non lo riterranno opportuno saranno trasferiti inun'altra struttura dell'Asl dove è consentita una degenza che vada oltre le 24 ore.Dopo 2 anni il Diano torna così ad avere una assistenza territoriale per le personeaffette da patologie psichiatriche; nel 2016, anno in cui l'Asl ha disposto la chiusuradel reparto di psichiatria dell'ospedale Santissima Annunziata di Sant'Arsenio ipazienti psichiatrici dovevano essere ricovera in strutture che si trovano in altriComuni della provincia. Nel comprensorio ci sono molte persone affette da patologiepsichiatriche gravi e meno gravi, prova ne è il consistente numero di accessi alpronto soccorso. Numerosi, sono stati anche i casi di trattamenti sanitari obbligatoridisposti dai sindaci dei comuni del comprensorio che hanno visto i destinatari del

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provvedimento ricoverati nelle strutture di Nocera Inferiore o di Vallo con tutti idisagi che ne sono conseguiti anche per le famiglie.

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03/01/2019 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 24

Sangue, un bene di tutti Aumentano le donazioniAntonella Citro

POLLA Tempo di bilanci per il centrotrasfusionale dell'ospedale di Polla che siproietta nel 2019 con numerirassicuranti e incoraggianti. «Nel 2017abbiamo registrato 1760 donazioni disangue rapportate alle 2100 del 2018:400 donazioni in più che contribuisconoall'efficienza del nostro presidioospedaliero ma significano anche aiutonei confronti di altri centri trasfusionali -afferma il dottor Carmine Oricchioprimario del centro trasfusionale pollese- nel 2017 abbiamo dato circa 170sacche di emazie concentrate a Nocera,40 a Sapri e 30 a Vallo. Quest'anno aNocera sono state inviate circa 310, 25 aVallo e 28 a Sapri». Oricchio fa ancheriferimento alla donazione col nuovoapparecchio multicomponent, ilseparatore cellulare che, nel 2017 haregistrato 128 donazioni rispetto alle 257del 2018. «Ci serviremo del programmadi plasmaferesi che partirà il 9/10 gennaio, sarà con noi una specialist in modo daapprontare la nuova donazione su una stima di 570 donatori volontari e periodici -sottolinea - i gruppi B e AB che si recano al nostro centro possono essere chiamatiper donare solo il plasma perché la regione Campania oggi è autosufficiente per ledonazioni di sangue ma non lo è per il plasma. Se i numeri ci daranno ragione,avremo un grosso incremento di circa 3000 sacche da plasmaferesi che verrebberocosì incontro al deficit campano». Numeri in aumento anche nelle prestazioniambulatoriali: da 25.768 del 2017 si è passati a 29.473 sinora tra cui 1.100trasfusioni per l'ospedale, 200 a livello ambulatoriale l'anno passato nel 2018, 1.315per l'ospedale, 312 ambulatoriali per un totale di 1.627 trasfusioni. «Per la terapiaanticoagulante orale, nel 2017 abbiamo avuto circa 65mila accessi - continuaOricchio nel 2018 sono stati 72mila. Su questo abbiamo messo appunto unprogramma trombofilico con esame di 1° e 2° livello ma facciamo anche il dosaggiocon i nuovi Doac che possono essere quantizzati e monitorizzati in questi pazienti.Nel 2019 avremo l'elastogramma che misura, tramite provetta di Pt, la viscosità delsangue. Attraverso un grafico avremo cioè l'elaborazione di una diagnosi». Da nuovo

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piano sanitario, il Curto adesso è un Dea di primo livello e ci si augura che siavranno a disposizione altre tecnologie e saranno eseguiti nuovi esami per serviremeglio il territorio. «Siamo migliorati anche nella infusione del ferro per iltrattamento delle anemie sideropeniche - continua Oricchio ringraziando il lavorosvolto dalla sua equipe e dall'associazione Fratres - nel 2017 sono state 230 leinfusioni, nel 2018 340. È in arrivo un'altra macchina per la citofluorimetria cheevidenzia la ricerca dei linfociti e garantisce il monitoraggio più accurato dei pazientitalassemici in trattamento».

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03/01/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 10.292Lettori: 133.364

Cardarelli, la situazione torna esplosiva 300 arrivi in 24 oreal pronto soccorso

IL CASO È diventata esplosiva lasituazione di difficoltà che si sta vivendoal pronto soccorso dell' ospedaleCardarelli: nella giornata di ieri, in pocomeno di 24 ore, sono giunti nella primalinea dell' ospedale collinare più ditrecento ammalati. Pazienti di tutti i tipidi cui alcuni anche molto gravi. Personecon difficoltà respiratorie, anziani colpitida ictus, adulti con complicazionioncologiche. E poi scompensati,febbricitanti, vittime di influenza e diinfezioni. Davvero un po' di tutto. L'EMERGENZA Una marea di ammalati, ingran parte di difficile gestione che si èriversata nel più grande e attrezzatoospedale della Campania. Una quantitàsorprendente di pazienti destinatacertamente ad aumentare nelle prossimeore per raggiungere il livello di pienatipico di questo periodo dell' anno, dopole feste natalizie. Una situazione di gravecrisi destinata inoltre a peggiorare con l'allerta meteo e il grande freddo alleporte che potrebbe rendere complicati anche i trasporti in emergenza. LE CIFRE Inserata in Osservazione breve, si contavano oltre 80 ricoveri e al pronto soccorsodecine di pazienti in attesa di essere visitati. Alle 20,30 il primo malato in fila peressere visitato in codice verde (di attenzione ma non urgente) aspettava dalle 13,30mentre risultavano esaurite anche le sedie e le barelle. Una situazione che ha spintoil primario del reparto, Fiorella Paladino, a fermarsi per il turno di notte che siannuncia come uno dei più difficili e complessi dell' anno. L' OSPEDALE DEL MARE L'ospedale del mare, a fronte di soli 15 medici in campo (2 per turno in prontosoccorso) ha chiesto già in mattinata uno stop ai trasferimenti del 118 in ospedale inquanto impossibilitato a gestire gli oltre 200 accessi delle ultime 24 ore. Barelle etotale congestionamento deL reparto anche nella prima linea del Cto che ha provatoa dirottare una parte dei malati nelle corsie del Monaldi. Stesse difficoltà segnalate

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al San Giovanni Bosco, zeppo di barelle e con il caos della mancanza di triage e alSan Paolo, in grave affanno a fronte delle carenze di personale medico segnalate datempo. IL LORETO MARE Ai piedi di Pilato infine il Loreto mare, uno storico ospedaledi frontiera completamente disarticolato nei servizi di pronto soccorso, con due solicardiologi nei turni, senza neurologia, privi di apparecchiature perelettroencefalogramma e una fila di pazienti di ogni foggia in arrivo continuo alpronto soccorso. LA DENUNCIA Molti malati firmano e vanno via - avverte un medico- abbiamo più di 20 barelle in Medicina, abbiamo chiamato anche i colleghi fuoriturno a dare una mano. Qui ci sono i corridoi pieni, malati piantonati e tanti pazientianche gravi che non sappiamo come gestire che si mischiano con psichiatrici esenza fissa dimora. Non so come i colleghi affronteranno la situazione domattinasenza avere reparti alle spalle in cui smistare i pazienti. L' Osservazione breve èchiusa, la Gastroenterologia limitata a una guardia che fa quello che può (4 o 5gastroscopie al giorno) e posti letto solo in Medicina, Chirurgia, Ginecologia, mentrel' Ortopedia di notte non funziona. Lavoriamo in carenza massima di medici e diinfermieri e le difficoltà sono soprattutto per i sospetti infartuati. Senza gli specialistidevono essere sistematicamente trasferiti. Domani, forse - conclude il camice bianco- arriverà un cardiologo con due specialisti in tutto che si alterneranno per tenere inpiedi l' attività del reparto dal lunedì al sabato. Ma non la domenica. L' Ortopedia èsospesa di notte. Qui non riusciamo a fare di più e c' è chi pensa ai cuscini e allecoperte che mancano come se fosse quello il problema. Qui mancano i soldati». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 25 EAV: € 9.516Lettori: 133.364

Medici in pensione, caccia al sostituitoOrnella Mincione

LA SANITA' Due medici di base vanno inpensione e circa 2.500 utenti restanosenza medico dal primo gennaio 2019.Così è iniziato l' anno per tanti cittadiniche di punto in bianco si sono ritrovatisenza medico di famiglia e che si sonovisti costretti a rivolgersi ieri conurgenza allo sportello Anagrafe delPalazzo della Salute per risolvere ilproblema. Una soluzione tutt' altro chefacile e veloce, perchè, a detta di alcuniche ieri mattina erano in fila allosportello, per poter cambiare medico,visto che il precedente è andato inpensione, devono compilare dei moduli,firmare la normativa sulla privacy (unafirma necessaria da parte di tutti imembri della fammiglia) e, cosa ancorpiù importante, scegliere il nuovomedico di riferimento territoriale. Tuttoquesto iter viene coordinato e gestito daidue impiegati (salvo malattia oimprevisti) dello sportello Anagrafesanitaria. Stando a quanto trapela dagliuffici del Palazzo della Salute, il medico che va in pensione non è obbligato acomunicare la cessazione di attività ai propri assistiti: una comunicazionetempestiva, infatti, avrebbe senza dubbio ovviato la calca allo sportello Anagrafe diieri e probabilmente dei prossimi giorni. Non è d' accordo il direttore sanitario del'Asl di Caserta Arcangelo Correra: «il mutualista che va in pensione per legge devedare comunicazione ai propri assistiti della quiescenza. Anche con un semplicecartello esposto nell' ambulatorio. E' chiaro che a qual punto l' utente si dovràrivolgere agli uffici competenti per prenderne un altro». Dunque l' ultima parola sulproprio pensionamento è sempre del medico di base. A questo punto, entra incampo il problema degli impiegati attivi: solo due per l' itera attività dello sportelloche serve l' intero distretto 12, vale a dire quasi 130.000 cittadini, alle prese ora conla difficoltà vissuta da almeno 2.000 utenti. «Gli impiegati per ora sufficienti all'ordinaria amministrazione. C' è da dire però che nelle ultime settimane abbiamoricevuto richieste di rafforzare le unità con altre di altri uffici e abbiamo consentito

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che ciò avvenisse», risponde il direttore sanitario Correra. Anche la scelta delmedico di base diventa un problema in sè per l' utente, specialmente se questi sudue piedi si ritrova a compierla davanti ad una lista di medici disponibili. Una lista,compilata dagli impiegati degli uffici, che non è prevista dalla legge ma neanchevietata: per chiunque si reca negli uffici dell' anagrafe può trovare una serie dinominativi di medici, con tanto di recapiti telefonici e sede di ambulatorio, in mododa scegliere quello più vicino alle proprie necessità. In genere, è la residenza ilrequisito più decisivo alla scelta del medico di famiglia. Da qui, altro problema:spesso l' utente può trovarsi registrato con uno stato e presso una residenza diversada quella registrata dal comune di appartenenza che può essere a sua volta ancoraaltra da quella registrata dall' anagrafe del Mef, del Ministero del' Economia eFinanza. Una mancata informatizzazione di dati univoci tra i tre enti, Asl, Mef eComune «che non dipende dall' ente locale, ma è un problema governativo.Dovrebbe esserci una collaborazione tra i tre ministeri che gestiscono questi enti ecreare una unica piattaforma», commenta Correra. Altra criticità per l' utente che sireca al Palazzo della Salute di Caserta, magari per una visita specialistica: il pazientenon può usufruire dei totem all' ingresso del palazzo, utili per pagare i ticket, perchèormai guasti da tempo indefinibile. «Abbiamo fatto una gara tempo fa, ma le ditteche si sono aggiudicate il servizio hanno avuto a loro volta dei problemi», dichiara ildirettore Arcangelo Correra. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019

Argomento: Sanità Campania

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Meningite, nuovo caso chirurgo quarantenne in fin di vita alCotugno

L' allarme L' INFEZIONE Ettore MautoneUn chirurgo di 40 anni, impiegato in unastruttura sanitaria accreditata dellaprovincia di Napoli, è in fin di vita,ricoverato dalla notte di Capodanno nellarianimazione del Cotugno a causa di unagrave e fulminante forma di meningiteda pneumococco. Il batterio che hacolpito il professionista, a differenza delmeningococco, pur essendo infettivo nonè contagioso, ma spesso presente lungole vie aeree di soggetti sani nonvaccinati. In alcuni casi il germe si fastrada verso i polmoni ovvero lemeningi, provocando gravissimeinfezioni talvolta fatali. Un batterio chediventa temibile e spesso mortale inpresenza di malattie concomitanti o difragilità dovute a malattie acute ecroniche, influenza stagionale compresa.Come per il meningococco anche per lopneumococco esiste la vaccinazione. LAFEBBRE Il medico, nei giorni successivi alNatale e prima di Capodanno, avevaaccusato da tre giorni una febbre persistente accompagnata da mal di testa. Sintomiaspecifici che avevano fatto pensare, sia al medico sia ai suoi familiari, che sitrattasse di una influenza virale trattata pertanto con antinfiammatori e farmacisintomatici. Al peggiorare della situazione clinica e in presenza di un leggeroottundimento neurologico la famiglia ha poi deciso per il ricovero in ospedale. Giuntonel pomeriggio dell' ultimo dell' anno all' ospedale del mare il chirurgo è statoimmediatamente sottoposto a indagine Tac ai polmoni, all' addome e al cervellooltre che ad elettroencefalogramma. Esami strumentali risultati tutti negativi con l'apprezzamento di altri deboli segni clinici. Un' evoluzione anomala dell' infezionecome spesso accade per lo pneumococco, in assenza dei sintomi tipici dell' infezionemeningea (rigidità nucale, piccole macchie emorragiche sulla cure a evidenziare l'inizio di una sepsi). Segni sfumati che hanno comunque insospettito l' esperto

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medico di turno al pronto soccorso dell' ospedale di Ponticelli che ha proseguitonelle indagini pensando comunque a una encefalite. Tanto da sottoporre il medico auna puntura lombare. Anche questa ha tuttavia dato esito negativo (liquor limpido)con la presenza di alcune cellule sospette. Il perdurare dei segni di sofferenza dell'encefalo hanno infine spinto i medici a somministrargli tre diversi potenti antibioticie cortisone provvedendo ad accompagnarlo in ambulanza, nella notte di Capodanno,al Cotugno. Qui dal pronto soccorso è stato poi trasferito in rianimazione. Con unaparticolare tecnica di cui dispone solo il laboratorio dell' azienda dei Colli in due oreè arrivata la diagnosi: infezione da pneumococco. Una forma fulminante dell'infezione che aveva già inflitto danni gravissimi a carico del cervello. Il medico eratra l' altro da considerare un soggetto a rischio per una pregressa esportazione dellamilza e una infezione cronica a carico di un osso del cranio. La sua vita è ora appesaa un filo e ci sono poche speranze di salvarlo. LA PROFILASSI «La meningite - avverteFiorentino Fragranza, primario della rianimazione del Cotugno - è al pari di un ictus edi un infarto una malattia tempo dipendente. I familiari di un malato al primosospetto e di fronte a una febbre che non scende e in presenza di mal di testa,rigidità ducale, ottundimento della coscienza e macchie sulla cute devono correre inun ospedale come il nostro, specializzato in malattie infettive. Solo così crescono lepossibilità di cura. E comunque la vaccinazione resta il principale strumento per laprevenzione. È indispensabile informare le famiglie sul grave rischio delle meningitibatteriche e sull' utilità salvavita della profilassi». La vaccinazione contro lopneumococco viene fatta insieme all' esavalente dell' infanzia ma è consigliataanche agli anziani, ai soggetti a rischio, al personale sanitario e a chiunque intendaaumentare le proprie difese passive contro le infezioni. Lo stesso vale per ilmeningococco. In Campania circolano tutti i ceppi del Meningococco più frequentealle nostre latitudini (A, C, W, Y e B) e la vaccinazione è stata inserita nei nuovi Lea, ilivelli essenziali di assistenza. Tuttavia la Regione consiglia la vaccinazionetetravalente che copre tutti i ceppi tranne il B che va fronteggiato con un sierodiverso e 3 o 4 richiami. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 24 EAV: € 10.834Lettori: 133.364

Miceli critico: sono andato via e l' unità operativa si èdissolta

L' INTERVISTA Domenico Miceli, 68 anni,specializzato in Cardiologia, medico dilungo corso, prima del Monaldi poi alCto, è il professionista che ha guidatofino al 31 luglio dello scorso anno, lariabilitazione cardiologica del poloospedaliero collinare. Con il suopensionamento l' unità operativa si èpraticamente dissolta. Dottor Micelicome mai la sua unità è stata soppressa?«Di fatto dopo le ferie estive del 2018, eil mio pensionamento, l' azienda haelaborato una modifica all' attoaziendale che trasforma l' unitàoperativa dipartimentale che dirigevo inun incarico professionale di altaspecializzazione. Al di là delladefinizione, che può essere fuorviante, inrealtà qualifica un professionistacardiologo che magari è particolarmenteesperto in questa disciplina, ma checontinua a svolgere la sua professione inaltri ambiti. Infatti non ha un reparto néuna equipe, non ha personale, ovverouna palestra e strutture in cui effettuare materialmente l' attività riabilitativa».Quindi oggi l' assistenza riabilitativa non viene erogata? «Di fatto no. Non c' è piùuna struttura, una palestra, uno staff dedicato: un fisioterapista e le consulenze diinternisti, pneumologi, psicologi, per poterlo fare. La riabilitazione cardiologica è unaattività multidisciplinare. Attribuirla come incarico singolo in questa disciplina èsenza operatività pratica. Mentre ha senso per altre discipline come l'ecocardiografia o le cardiopatie congenite in cui viene valorizzata la specializzazionedel singolo. Un titolo gratificato con un piccolo guadagno in busta paga». L' unitàdipartimentale che lei dirigeva come era strutturata? «Con una unità operativadotata di attrezzature e personale sebbene ridotti all' osso». Come mai nessuno haraccolto la sua eredità dunque? «Probabilmente per una questione di costi. Ledifficoltà della sanità campana sono note. Sappiamo delle difficoltà delle varie Asl. Io

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avevo avvertito per tempo, negli anni scorsi, cercando di ottenere il distacco diqualche cardiologo più giovane che potesse continuare la mia attività». Per quantianni lei ha portato avanti il reparto? «Dal 2003 fino al 2018, prima al Monaldi poi alCto. Trattavamo circa 300 pazienti l' anno». Con quali vantaggi e per che tipo dipazienti? «In prevalenza, come in tutto il mondo, trattavamo pazienti che hannosubito un intervento di cardiochirurgia che spesso prevede complicanze e sequeleanche importanti. La gestione di queste spetta alla riabilitazione cardiologica.Questa disciplina diventa importante anche nel post-infarto: una rieducazione a tuttotondo insomma. Oggi con i Drg non c' è tempo nei reparti». Spieghiamo cosa sono iDrg. «È un acronimo che riassume in inglese la tariffa con cui le aziende sanitariesono rimborsate per la prestazione erogata. Un modello che dal 1993 abbiamoimportato dagli Usa per la gestione efficiente del paziente che rende tutto il ciclodell' assistenza molto veloce, ma a volte anche meno accurata. Tanto che io sonosolito tradurre questa sigla in Dimissioni rapide garantite». I pazienti cardiopatici oradove sono indirizzati? «A Napoli esiste solo un' unità al San Gennaro ma è statadeclassata e conta su un solo medico, anche quella un po' abbandonata a se stessa.Sostanzialmente tutta questa disciplina è andata negli anni progressivamente alladeriva. Non so se con il nuovo Piano ospedaliero sarà ripresa». In alternativa c' è ilprivato accreditato? «Si, ci sono un paio di centri ma anche nel privato non èsostenuta». In altre realtà assistenziali, al Nord ad esempio, ogni unitàcardiochirurgica può invece contare sulla riabilitazione cardiologica avanzata. Comelo spiega? «Probabilmente pesa la carenza di risorse, oppure il Piano di rientro. Ci siè concentrati sull' essenziale. Sappiamo le difficoltà che hanno ancora i prontosoccorso. Eravamo all' osso e non c' era spazio per il contorno. Eppure non è unadisciplina che costa molto. Speriamo ci sia la possibilità di tornare a investire sullaprevenzione in Campania». e.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 27 EAV: € 7.915Lettori: 133.364

Ospedali riuniti, Fsi-Usae all' attacco: «È caos nella gestionedei pazienti»

SANT' AGATA DE' GOTI/3 GiuseppePiscitelli Sulla questione ospedalierainterviene la segreteria territoriale Fsi-Usae Sannio-Irpinia con una nota a firmadi Giovanni Tommaselli. Nel mirino è l'azienda ospedaliera «San Pio». A brevela Federazione sindacale indipendenti siinteresserà in maniera specifica dell'ospedale santagatese «Sant' Alfonso», aicui dipendenti sarebbero riservatedifferenziazioni dal punto di vistagiuridico ed economico rispetto agliomologhi del «Rummo». Dell' interaproblematica ospedaliera e di qualsiasimodifica ad essa connessa ne dovràdiscutere il consiglio dei sanitari. «Dall'inizio del 2018, con l' unificazione delnosocomio di Sant' Agata e del Rummo,che ha dato vita, con grande travaglio,all' Azienda ospedaliera San Pio le cose,specie nella sede di Benevento, hannopreso una piega che definire brutta è uneufemismo. È nota - scrive Tommaselli -la fuga di dirigenti medici di prestigio,così come è altrettanto nota l' oggettiva situazione caotica nel gestire i pazienti, insituazioni di carenze strutturali e di risorse umane, dovute spesso, e purtroppo, ascelte manageriali non sempre coerenti e lucide. Ultimamente in un comunicato siinneggiava alla nascita di un Dipartimento d' intensità di cure che dovrebberiguardare il dipartimento di scienze mediche dove si parla di aggregare 9 reparti.Ma da tempo è stata sospesa la pronta disponibilità per le urgenze emodialitichenotturne. Se un cittadino si reca al Pronto soccorso del Rummo dopo le 20 e habisogno di un trattamento dialitico in urgenza si vedrà trasferito in un altro ospedalecon un notevole dispendio di tempo che potrebbe addirittura risultare fatale».Tommaselli si sofferma poi sulle unità operative del Rummo: «Gastroenterologia, inun primo tempo aggregata a Medicina interna, è totalmente scomparsa. D' estateReumatologia è associata a Medicina interna. Pneumologia da tempo ha sospeso le

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visite pneumologiche e le prestazioni strumentali ambulatoriali. Il day hospital dioncologia è stato unito ad Oncologia. Il personale di Terapia intensiva cardiologica ècostretto a lavorare in condizioni di estremo disagio: mancano posti letto persoddisfare la richiesta dell' utenza, assistita in barella, monitor e apparecchiatureelettromedicali per il controllo dei parametri vitali. Sono situazioni di gestioneemergenziale che stanno diventando di routine nel silenzio assordante dei dirigenti edel management. E' assolutamente intollerabile. La centralità dell' ammalato è stataviolata nel suo diritto alla salute. È tempo di fare scelte coraggiose e non chiudersinel Palazzo di vetro. I cittadini hanno bisogno di cure immediate ed assistenzadignitosa».

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03/01/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 28 EAV: € 2.119Lettori: 133.364

Piano ospedaliero, ritirato il ricorso

Non c' è più il motivo del contendere. LaGiunta Comunale di Ariano ha deciso didesistere dall' azione intrapresa presso ilTar di Salerno avverso il Piano regionaledi programmazione della ReteOspedaliera del 17 maggio del 2016 chenon prevedeva per l' ospedale «S.Ottone Frangipane», pur avendone irequisiti, la promozione a Dea di Primolivello. Adesso che questo piano è statosostituito da quello approvato condecreto del Commissario ad Acta il 5novembre scorso, per cui non c' èragione a condurre la lite. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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03/01/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 24 EAV: € 11.328Lettori: 133.364

Riabilitazione post -infarto reparto chiuso

L' ALLARME Ettore Mautone In Campaniale Unità di Cardiologia riabilitativa sonodiventate merce rara. Lo storico repartodel Monaldi migrato poi al Cto e direttoda Domenico Miceli, è statopraticamente smantellato l' estatescorsa con il suo pensionamento. Nelfrattempo la modifica dell' atto aziendaledell' ospedale dei Colli, concordata inRegione, ha declassato l' Unitàdipartimentale di Cardiologia riabilitativaad incarico professionale di altaspecializzazione. Il termine potrebbe farpensare ad un progresso, in realtà sitratta della specializzazione più sempliceche possa essere affidata ad un dirigentemedico e non prevede autonomiagestionale e strutturale ma unasostanziale gratificazione economica(modestissima) che certifica unacompetenza e basta. Pertanto nonprevede il coordinamento di infermieri,fisioterapisti, consulenti medici, comeprima configurato e tanto meno puòprevedere posti letto, che, pur presenti nel vecchio organigramma, sono ora statitrasformati in degenze a beneficio dell' Unità operativa, ex novo istituita, diassistenza meccanica al circolo. Ossia alla Cardiochirurgia. È un peccato se si pensache tutti gli ospedali avanzati del Nord con Cardiochirurgia attiva, contano su uncentro riabilitativo di riferimento. IL CENTRO A Napoli esiste un secondo storicocentro al San Gennaro che oggi deve fare i conti con il ridimensionamento generaledi quell' ospedale e con un organico ormai ridotto a un solo medico che può faredavvero poco per assorbire la forte domanda, anche inespressa, di questeprestazioni. In Campania un' altro centro era all' ospedale di Caserta ma anche lìfunziona a scartamento ridotto e a Salerno non risulta più attivo. Qualcosa si muoveal Policlinico Federico II dove invece (da poco) è stata riattivata un' unità operativadedicata guidata da Francesco Giallauria un cardiologo esperto. Qualche luce èpresente anche nel privato accreditato come il Clinic center di Fuorigrotta. Ma aNapoli nel settore pubblico non c' è molto altro. Tant' è che la maggior parte dei

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pazienti dimessi dalla Cardiochirurgia del Monaldi anche nel post trapianto, sonooggi indirizzati nelle province di Caserta (Castel Morrone) e Benevento (IstitutoMaugeri di Telese) gestiti da cardiologi che garantiscono cicli di terapia di alcunesettimane. Ma il disagio negli spostamenti per pazienti anziani e indeboliti non ètrascurabile. Insomma, in tempi di vacche magre, al pari di altri campi dellariabilitazione e prevenzione, anche questo settore dell' assistenza è statosostanzialmente trascurato. I DATI Eppure in un anno in Campania, secondo i datidell' Associazione italiana diCardiologiaclinica preventiva eriabilitativa(Aicpr), sipotrebbero salvare almeno 300 pazienti colti da infarto sulle tremila morti evitabilicalcolate in Italia, se solo la Sanità investisse di più in questa disciplina e in generalenellaprevenzione. In Campania tra Università, ospedali e Case di cura accreditate visono 11 o forse 12 Cardiochirurgie anche di alto livello che potrebbero avere unvalido aiuto dalla riabilitazione cardiologica di pazienti classificati a rischio persedentarietà, obesità, diabete, ipertensione, fumo, colesterolo e altri fattoriambientali o familiari predisponenti. Col vantaggi di recuperare alla vita attiva chi èvittima di un infarto o un ictus ovvero dopo un intervento cardiochirugico maggiore.I PAZIENTI «Io stesso ho seguito il percorso al Cto dopo un infarto - avverte RenatoDe Maio dell' Associazione di pazienti Amici del cuore - è la branca meno conosciutadella Cardiologia - non conoscevo nessuno in quella struttura ma ho ricevuto un'efficace assistenza. Dopo due stent e due angoplastiche non potevo nemmenomuovermi. Con due clci ho recuperato tutte le mie forze. Il mio cuore ha ripreso afunzionare come se non avessi avuto nulla. In quel centro miei compagni eranotrapiantati e pazienti che avevano subito interventi ancora più importanti. Un'assistenza erogata con cura e attenzione. Ognuno di noi ha fatto piccoli ma preziosiprogressi recuperando quasi completamente la funzionalità e qualità di vita inregime di day hospital senza necessità di ricovero. Una terapia salvavita lariabilitazione cardiologica che, secondo i dati diffusi dalla Società italiana diprevenzione, riabilitazione ed epidemiologia cardiovascolare dopo un infarto einterventi di cardiochirurgia coronarica e valvolare e nello scompensocardiaco,riducono la mortalità e le riospedalizzazioni del 30%. © RIPRODUZIONERISERVATA.

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03/01/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 8 EAV: € 1.762Lettori: 29.750

Sanità, otto punti per uscire dal commissariamento

NAPOLI. Il mantenimento dell' equilibrioeconomico e il miglioramento dellaqualità dell' assistenza, insieme allagaranzia di un accesso equo edomogeneo alle cure, a un programma diinformatizzazione delle reti assistenziali,al riorientamento dell' assistenzaterritoriale, all' ammodernamento dell'edilizia sanitaria, all' arruolamento dipersonale e alla riduzione della mobilitàpassiva. Sono questi gli 8 punti su cui sibasa il piano triennale 2019-2021 disviluppo e riqualificazione della sanitàcampana, il programma con cui laRegione definisce il percorso per usciredal commissaria mento e tornare allagestione ordinaria. Il piano, che reca lafirma del governatore e commissario allasani ta' Vincenzo De Luca, dopo esserestato inviato ai ministeri della Salute edell' Economia per l' approvazione delCdm, ha ricevuto la presa d' atto dellagiunta regionale il 28 dicembre scorso. Ilministro Giulia Grillo si era già det ta«disponibile» a valutare strumenti alternativi ai piani di rientro e tra i temi oggettodell' attenzione del dicastero alla Salute nei primi mesi del 2019 ci sarà proprio ilcaso commissariamento Campania. Ma se da un lato De Luca insiste su unarepentina uscita dal piano di rientro visto l' equilibrio finanziario raggiunto, dall' altroil governo potrebbe esprimersi sulla nomina di un commissario diverso dalgovernatore dopo il via libera a un emendamento inserito nel decreto fiscale chedispone l' incompatibilita' tra le due cariche. «Negli ultimi due anni - si legge nelpiano - la Regione Campania ha potuto mostrare ai tavoli ministeriali una nuovaattendibilità e credibilità in termini di programmazione ed esiti di salute nel processodi risanamento contabile ed assistenziale». In particolare i risultati economici fannoregistrare un segno positivo tra il 2013 e il 2017 e, in proiezione, anche per il 2018mentre i punti nella griglia Lea sono passati dai 106 del 2015 ai 152 nel 2017, viciniall' obiettivo dei 160 punti che la Regione «ritiene di superare per il 2018». Lemigliori performance che hanno fatto guadagnare punti alla Campania nella griglia

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Lea riguardano i vaccini, l' assistenza distrettuale agli anziani, i tassi diospedalizzazione e di ricovero diagnostico, la percentuale ridotta di parti cesarei e diinterventi per fratture al femore. L' offerta ospedaliera prevede la realizzazione di 5nuovi ospedali che sostituiscono 6 strutture realizzate tra gli anni Cinquanta eSettanta. Si tratta dei nosocomi di Salerno, del San Paolo di Napoli, di Giugliano,Sessa Aurunca e del nuovo ospedale della Penisola Sorrentina, che sostituirà i duepresidi di Vico Equense e Sorrento. Previsto l' ampliamento di 8 ospedali (Incurabilidi Napoli, i nosocomi di Pozzuoli, Ischia, Nola, Gragnano, Boscotrecase, Marcianisedell' Asl di Caserta e Pagani dell' Asl di Salerno). Per sei aziende ospedaliere (ilCardarelli di Napoli, l' azienda ospedaliera dell' università di Napoli Federico II, gliospedali Ruggi di Salerno, San Pio di Benevento, il Santobono Pausillipon e l' aziendadei Colli di Napoli) si prevede un piano di efficientamento energetico mentre 8 inprogramma l' apertura o riconversione di nuove strutture territoriali per potenziare ilmodello assistenziale secondo la rete hub/spoke. Tra i punti più importnati quello diaprire entro 3 anni un centro di im muno -oncologia con sede nell' istituto nazionaledei tumori Pascale di Napoli. Si tratterà principalmente di un centro di ricerca chesarà anche in grado di definire percorsi diagnostici e terapeutici per i pazienti,sviluppare nuove terapie per le patologie oncologie e vaccini antitumorali,organizzare seminari, corsi e congressi di re spiro internazionale, coordinare l'attività di raccolta del materiale biologico destinato alla ricerca biomedica. Lascienza immuno-oncologica, come ricorda la Regione del piano triennale sanitario,«8 tuttora in evoluzione» e necessita di un centro che fonda la ricerca di base equella clinica in un istituto come il Pascale che ha già attivo un percorso certificatoper la somministrazione di terapie cellulari avanzate, che ogni anno assiste oltre 200pazienti affetti da linfoma di non -Hodgkin ed 8 in grado di offrire le garanzierichieste dall' Aifa per la somministrazione a base di CAR -T cells in termini disicurezza dei pazienti, adeguata conservazione del prodotto e razionalizzazione deicosti. «Le terapie immuno-oncologiche sono potenzialmente in grado di rivoluzionareil trattamento di molti tumori e possono avere un impatto positivo fondamentalesulla capacita' del paziente di tornare alla vita lavorativa e di condurre un' esistenzasana e produttiva».

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02/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 64

I pazienti? con il medico sono bugiardi inguaribili.

Seduti davanti al nostro medico,mentiamo spudoratamente. È quantoemerge da uno studio, coordinato dairicercatori dell�University of Utah Healthdi Salt Lake City su quasi 5 milapartecipanti, il cui risultato non lasciamolte incertezze: la maggioranza deipazienti (tra il 60 e l�80 per cento) nondice la verità al proprio dottore. I casi incui raccontiamo più frottole? Sempresecondo lo studio americano, è quandorispondiamo a domande su cosamangiamo e su quanta attività fisica(non) facciamo; e spesso omettiamoanche di comunicare al medico il nostrodisaccordo sui farmaci che ci prescrive(e che poi magari non prendiamo)o lascarsa comprensione delle istruzioni daseguire. «Gli americani riescono a farsembrare straordinario ciò che èpraticamente la norma» commenta Claudio Cricelli, presidente della Simg, Societàitaliana di Medicina generale. «I pazienti mentono ai medici, lo sappiamo bene. È unfenomeno vastissimo, quello della falsificazione e della mistificazione, ma dirò di più:nella relazione umana medico -paziente, si tratta di una specie di gioco del gatto conil topo, che noi siamo ben addestrati a riconoscere e a smascherare. Oltre ai casicitati dallo studio, aggiungo che - per quella che è la mia esperienza di quarant�annianni da medico di base - la stragrande maggioranza di bugie che ci vengonoraccontate riguarda la non aderenza alla terapia: i pazienti dicono di aver preso lemedicine che gli abbiamo prescritto e poi invece non è vero». Un «gioco»pericolosissimo, oltretutto, che rischia di vanificare le cure, o peggio di indurre ilmedico a una diagnosi errata. Ma perché si mente davanti a un camice bianco, pursapendo che questo, è proprio il caso di dirlo, «nuoce gravemente alla salute»? Inbase all�analisi dell�Università dello Utah (che ha condotto lo studio incollaborazione con i colleghi del Middlesex Community college di Bedford),innanzitutto per la paura di essere giudicati male, per la vergogna e anche per iltimore di deludere il proprio medico. A conferma delle ricerche di oltreoceano,arrivano gli studi italiani: alla fine del 2017, infatti, era stato il portale dedicato allepreno tazioni specialistiche Mio -Dottore a diffondere i risultati di un sondaggio tra

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gli utenti dal quale si evincevano percentuali molto simili a quelle dell�universitàamericana: due pazienti su tre ammettevano candidamente di mentire al medico.«Due su tre, in verità, mi sembrano ancora pochi» ironizza Nadia Cerutti, mediconutrizionista dell�Ospedale Fatebenefratelli di Milano. «Purtroppo anche noi medicidovremmo fare un esame di coscienza riguardo a questo problema: spesso le bugiesono figlie del poco tempo che abbiamo a disposizione. Non riusciamo, per la fretta,a entrare in sintonia con il paziente e quindi a metterlo nella condizione di esseresincero, sempre e comunque». Le bugie più diffuse tra i suoi assistiti? La dottoressanon ha dubbi: «Occupandomi di nutrizione ed endocrinologia, mi scontro quasi ognigiorno con il paziente diabetico che mi dice che �la glicemia è aumentata perché ierimi hanno costretto a mangiare tanti dolci�; oppure con la persona obesa che miracconta il classico �in settimana non ho mangiato praticamente nulla, se il peso èaumentato sarà perché sto bevendo tantissimo�. E poi, in generale, si mentepraticamente in ogni campo: i pazienti dicono al dentista di lavarsi i denti tre volte algiorno ed è tanto se arrivano a una, dicono di aver smesso di fumare quando magaril�odore di fumo li precede. È sempre stato così». E proprio perché è sempre statocosì, c�è una regola che i medici rivelano di imparare l�un l�altro, con il passaparolanei corridoi degli ospedali più che dai manuali di medicina: è la «regola del tre»:qualunque cosa noi confessiamo di bere o di mangiare, o il numero di pacchetti disigarette che ammettiamo di fumare, sappiate che il medico la moltiplica per tre.Ammettiamo un bicchiere di birra a fine serata? Sanno che ne beviamo tre.Confessiamo uno sgarro alla dieta? Sempre loro, i medici, sono a conoscenza delfatto che «le eccezioni» sono tre. Non la facciamo franca, dunque. Anche perché,«regola del tre» a parte, sulle tecniche per disinnescare il fenomeno i medici italianihanno le idee molto chiare: «Io cerco di essere il più possibile comprensivo edempatico» dice Luca Dainese,?cardiochirurgo dell�Unità operativa di Chirurgiavascolare ed endovascolare del Centro cardiologico Monzino di Milano. «Il pazientenon mente mai per volontà o divertimento, ma perché non ce la fa fisicamente astare dietro a determinate prescrizioni e quando si trova davanti al medico, che perlui in fondo è un�istituzione, si sente davvero mortificato. Ricordiamoci che spesso ipazienti hanno dietro storie personali terribili, è inutile buttargli addosso il nostro�lei deve smettere di fumare, sennò morirà�. Bisogna invece mostrargli vicinanza,fargli capire che la menzogna fa loro del male, che il percorso verso i comportamentivirtuosi possiamo farlo assieme, a poco a poco». Punta invece sulla razionalità ildottor Cricelli: «Bisogna cercare di disinnescare il �gioco� medico -paziente usandola ragione: tu mi stai assicurando che segui una dieta corretta ed equilibrata, ma labilancia mi dice un�altra cosa. Tu mi stai dicendo che prendi le medicine così comedovresti, ma la tua pressione mi racconta un�altra storia. Facendolo sempre notare,con gentilezza, le cose migliorano. Il paziente, a poco a poco, smette di fingere». Emagari, così facendo, inizia anche il suo cammino verso la guarigione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 11 EAV: € 77.159Lettori: 704.603

"Voglio più efficienza ma l' unità nazionale non è indiscussione"

ELEONORA CAPELLI

Intervista Stefano Bonaccini BOLOGNA«Quando questo governo si è insediato,l' autonomia delle Regioni sembrava unapriorità. Ora questo processo ha subitoun rallentamento. Io mi aspetto cherispettino gli impegni presi. Del resto il15 febbraio è vicino, lo vedremo prestose sono intenzioni reali o solochiacchiere». Il governatore StefanoBonaccini ha tracciato la via emiliana all'autonomia. Niente referendum, larichiesta di 15 competenze da gestiredirettamente, invece delle 23 delVeneto, accento sull' efficienzaamministrativa più che sull' identitàregionale. Ora Bonaccini preme perchéfinisca «il giochino dello scaricabarile»tra i partiti del governo Conte.Presidente, dopo aver assistito aldibattito di questi giorni, teme che l'accordo trovato con il governo Gentilonipossa tornare in alto mare? «Hoapprezzato che per la prima volta il Consiglio dei ministri ne abbia discusso, fissandoscadenze precise e ravvicinate. Spetta al governo onorare l' impegno assuntodavanti al Parlamento sull' autonomia regionale e rispettare le date indicate». Lacausa del rallentamento secondo lei va cercata nelle distanze tra la Lega e ilMovimento 5 Stelle sul tema? «Non mi occupo delle questioni tra Lega e M5s, miconfronto con il governo nel suo insieme e pretendo serietà. Con la ministra ErikaStefani c' è stata leale e buona collaborazione ora è responsabilità di entrambe leforze di maggioranza onorare gli impegni. Se falliranno la colpa sarà di entrambe».La battaglia emiliana per l' autonomia è meno connotata ideologicamente rispetto aquanto accade in Veneto o in Lombardia. Una semplificazione nel nome dell'efficienza non è più debole rispetto alla questione identitaria? «Rivendico la bontàdella nostra impostazione: non abbiamo mai chiesto un' autonomia di bandiera, mapiù competenze per sviluppare un progetto di maggior qualità dei servizi edefficienza amministrativa. Chiediamo più autonomia nel più assoluto rispetto della

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Costituzione: l' unità nazionale e la solidarietà per noi sono principi sacri». A questopunto rischia di vedere la luce una versione annacquata dell' autonomia? «Il nostroprogetto è solido e di qualità, per depotenziarlo occorrono argomenti. E noi siamopronti a confrontarci alla luce del sole. Non ho mai promesso ai miei concittadinicose impossibili. Al contrario sarà il governo a dover motivare le sue obiezioni, nelcaso. Ma io non faccio processi alle intenzioni, mi aspetto e offro massimacollaborazione. La nostra proposta, per come è congegnata, è peraltro replicabileanche per le altre Regioni, non c' è egoismo territoriale. E devo riconoscere a LucaZaia e Attilio Fontana grande correttezza istituzionale». Però c' è chi paventa ilrischio di una "secessione dei ricchi", con un Nord che va da solo tenendo per sé lamaggior parte delle risorse nazionali. Lei come risponde? «L' Emilia Romagna nonsta facendo la battaglia per un euro in più ma per gestire in modo efficace le stesserisorse che attualmente lo Stato spende per le funzioni che abbiamo chiesto. Nontoglieremo quindi nulla ad altre Regioni, a partire da quelle del Sud. Aspettiamo diverificare col governo il costo della gestione delle 15 competenze che chiediamo e distabilire il meccanismo per avere tali risorse. Trattenere direttamente qui una quotadel gettito fiscale prodotto in Emilia è la strada più efficace, ma non abbiamo maifatto la battaglia dei cosiddetti "residui fiscali". Lo ribadisco: non mettiamo indiscussione l' unità nazionale, né la solidarietà vero gli altri territori». Se lei dovessespiegare a un cittadino cosa cambia con l' autonomia, quale esempio sceglierebbe?«Abbiamo appena abolito i superticket e una parte dei ticket in sanità, ma per farlo èstato necessario chiedere allo Stato; viceversa la legge di Bilancio votata dalParlamento non ci permette di abbattere l' Irap per chi investe e produce inmontagna, come invece intendiamo fare avendo stanziato 36 milioni di euro perquesto». Quindi volete più libertà di manovra in tema di tasse? «Abbiamo chiestoche la Regione possa introdurre delle zone economiche speciali con fiscalità divantaggio, nel caso dell' Emilia Romagna il territorio della montagna è quello in cuipensiamo che le tasse per le imprese vadano ridotte. Lo faremo già quest' anno conun meccanismo di restituzione, ma vorremmo la possibilità di decidere inautonomia». © RIPRODUZIONE RISERVATA Lega e Movimento fanno il giochino delloscaricabarile Ma ora basta: il governo deve onorare l' impegno preso con gli entilocali In Emilia Romagna non stiamo facendo questa battaglia per un euro in più maper gestire meglio le risorse statali messe a disposizione Governatore in EmiliaRomagna Stefano Bonaccini, esponente del Partito Democratico, è entrato in caricail 24 novembre del 2014.

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03/01/2019 Famiglia Cristiana

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 48 EAV: € 2.149Lettori: 29.750

«LA MIGLIORE MEDICINA SIAMO NOIEugenio Arcidiacono

Alla reception dell�Istituto Mario Negri diMilano, ci dicono che Silvio Garattini staarrivando. Una donna di passaggioascolta e commenta: «Vale la penaaspettare il professore, perché è lapersona migliore del mondo». Quandoarriva, glielo riferiamo e lui scoppia aridere: «Che esagerazione! Però è veroche c�è tanta gente che mi vuole bene».Lo scorso novembre il farmacologo chenel 1963 ha fondato questo istituto,divenuto uno dei centri di ricercascientifica più rinomati al mondo, hacompiuto novant�anni. Professore, comeha trascorso il compleanno? «Qui inistituto, dove mi hanno organizzato unafesta a sorpresa. Mi hanno regalato duemaglie da calciatore: una con il numero90 e un�altra dell�Atalanta, la squadraper cui tifo». A luglio ha lasciato la guidadel Mario Negri. È cambiata la sua giornata? «Non molto. Continuo a venire qui alle 9del mattino e vado via alle 8 di sera. Non mi sento tanto diverso da venti o trent�anni fa. La curiosità di fare nuove scoperte è rimasta la stessa. 4 Quanto tempodorme? «Almeno sette ore a notte. Cerco di essere regolare perché il cervello èl�organo che lavora di più e quindi raccoglie molte scorie: quando dormiamo, lesmaltiamo. In più, la mancanza di sonno determina la produzione di una proteina, labeta amiloide, coinvolta nelle malattie degenerative». Cosa ha mangiato acolazione? «Ho bevuto un tè con un po� di zucchero, che è molto importante per lefunzioni cerebrali, e farò lo stesso a pranzo. Mangio solo a cena. Ma questa non èuna ricetta che va bene per tutti. La cosa importante è che l�organismo segua delleregole costanti: si può anche dividere i pasti in cinque momenti, basta che vengafatto con costanza e con moderazione: come dicevano i nostri nonni, bisogna alzarsida tavola avendo ancora un po� di appetito. Poi il cibo deve essere vario, cosìabbiamo tutti i nutrimenti di cui abbiamo bisogno, senza ricorrere agli integratori ead altre inutili diavolerie. Lo stile di vita resta il nostro miglior farmaco». A propositodi integratori. Nei supermercati è tutto un fiorire di cibi �salutistici�. Cosa pensa inparticolare degli alimenti �biologici�? «Non c�è nessuna evidenza scientifica che unprodotto �bio� sia migliore di uno tradizionale: costa solo di più. È una moda, come

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quella dei �senza�. Dai prodotti senza aspartame, che è un edulcorante ma non èuna sostanza tossica se presa nelle giuste dosi, all�olio di palma che da questopunto di vista non ha grandi differenze con il burro. La stessa cosa vale fra il comunezucchero e quello di canna». Lei assume farmaci? «No, ma è una mia fortuna. Nonmi faccio incantare dalla cosiddetta medicina preventiva: prendere una statina perabbassare il colesterolo può essere utile per un cinquantenne, se non ci riesce conl�alimentazione e l�attività fisica, mentre è superfluo o addirittura dannoso per unottantenne. Non sono contro i farmaci, sono contro quelli inutili. Dato che davent�anni il prontuario non viene rivisto, è probabile che gran parte dei medicinalisiano superati da altri più efficaci. Purtroppo la legislazione avvantaggia le casefarmaceutiche, non il paziente. Oggi un nuovo prodotto viene approvato se soddisfatre criteri: qualità, efficacia e sicurezza. Si dovrebbe includere anche il valoreterapeutico aggiunto, cioè se è più efficace rispetto agli equivalenti già incommercio. Se fosse fatto, l�80% dei farmaci sparirebbe, con un risparmio enormeper il Sistema sanitario nazionale». Perché tanta gente si affida alle cosiddettemedicine alternative oppure diffida dei vaccini? «Perché a scuola scontiamo ancoraun deficit di cultura scientifica rispetto a quella umanistica. Se qualcuno va in Tv adire che Dante è vissuto nel Novecento non la passa liscia, mentre se confonde gliatomi con le molecole non se ne accorgerà nessuno. E all�opinionista di turno si dàlo stesso spazio di chi ha studiato una vita. Ecco che allora si spendono un mucchiodi soldi per i rimedi omeopatici che sono solo acqua fresca o si cerca di non farvaccinare i figli perché si ignora che i vaccini hanno salvato milioni di vite». Forsequeste scelte derivano dall�idea che le medicine tradizionali sono prodotti chimici equindi fanno male, mentre invece i prodotti erboristici od omeopatici sono �naturali�e quindi fanno bene. Cosa risponde? «Tutti gli estratti di piante sono fatti di sostanzechimiche, così come i peggiori veleni o i peggiori virus sono perfettamente naturali. Iprodotti omeopatici che vengono dati ai bambini servono a tranquillizzare le madri,non a curare i piccoli. Un mal di pancia o un�influenza passano da soli, senzapilloline che contengono solo zucchero. E poi c�è l�effetto placebo,l�autosuggestione, che agisce non solo in questi casi. Anche la buona parola di unmedico può aiutare a sentirsi meglio». Dopo il caso di Dj Fabo, la Cortecostituzionale ha dato un anno al Parlamento per fare una legge sul fine vita. Cosane pensa? «Non credo che una legislazione possa essere risolutiva, perché sonosituazioni che non si possono generalizzare: un dolore insopportabile o unacondizione non più vivibile per me, non lo sono per un altro. Io valorizzerei almassimo il rapporto tra medico e paziente e darei un forte impulso alla ricerca sullecure palliative». Lei ha un passato nell�Azione cattolica. Quest�impronta è rimasta?«Certamente, anche se ho sempre molti dubbi. La Chiesa e la scienza appartengonoad ambiti diversi, perché la prima ha un�impostazione fideisti ca, mentre la secondasegue l�osservazione dei fenomeni. E tuttavia oggi più che mai ci sono punti in cui cipuò essere una forte convergenza, come la lotta alla povertà e la protezionedell�ambiente. In fondo sono battaglie riconducibili alla grande rivoluzione delcristianesimo e cioè il comandamento di Gesù �Ama il prossimo tuo come te stesso�:questa è la missione anche di uno scienziato ateo».

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03/01/2019 Famiglia Cristiana

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 30 EAV: € 1.690Lettori: 29.750

«LE CURE MEDICHE? IL PRIMO DEI DIRITTI UMANI»Luciano Scalettari

«Noi ancoriamo il nostro lavoro allamedicina intesa come pratica dei dirittiumani. È questo che ha indirizzato eplasmato Emergency negli ultimi 15anni. �Ma come�, potresti chiedermi, �ciavete messo 10 anni a capirlo?�. Sì, ciabbiamo messo 10 anni. Non mimeraviglia. Mi meraviglia, invece, chequesto nostro approccio ancora oggiresti un�isola. E ti spiego perché». GinoStrada è il �padre� di Emergency, l�Ongmedico -sanitaria nata nel 1994 che oggiè presente in 17 Paesi del mondo e hacurato 9 milioni di persone. Se c�è unacaratteristica che ha contraddistinto ilchirurgo è stato il �no� deciso, assoluto,senza se e senza ma alla guerra: «Devediventare un tabù», ha ripetuto spesso.Una posizione, dice, nata proprio dalporre il rispetto dei diritti umani e dellapace come cardine dell�azione umanitaria. «All�inizio», dice Strada, «in Emergencynon si parlava né di diritti umani né di pace. Ci si limitava a cercare semplicementedi curare più persone possibili. Ma nel tempo sorgono domande: quando si curanosoprattutto vittime di guerra, ci si chiede anche perché, chi sono queste persone... Sipuò andare in Africa a portare il cibo, le preghiere, gli abiti usati, le medicine. Sipossono �svuotare le cantine� con i farmaci sca duti. Noi ci siamo chiesti comedoveva essere il nostro lavoro. Come doveva essere un ospedale. Va bene unospedale da campo? A noi non piacerebbe essere curati in una struttura del genere,né sentirci dire che non ci sono i mezzi per affrontare le patologie più gravi. Alloraesce fuori il problema dei diritti. O pensiamo di essere diversi, con diritti superiori,oppure crediamo che la salute sia un diritto di tutti. E se lo è, non me la sento più diandare in Africa con la valigetta dei ferri chirurgici, voglio la macchina cuore -polmone e la sala operatoria adatta a ogni intervento». Diceva che questo approccioresta ancora oggi un�isola, cioè? «Di recente, c�è stata una visita del direttoregenerale dell�Oms in Sudan, ed è venuta a vedere il nostro ospedale di Karthum. Hadetto: �Questo è il modello degli aiuti�. Si comincia a capire che se il lavoro delleorganizzazioni umanitarie non è basato sui diritti umani, può anche essere generoso,caritatevole, ma non darà mai risultati apprezzabili». Concretamente cosa significa?

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«Significa andare in Sudan e mettere in piedi un ospedale che per capacità operativae specializzazione potrebbe stare a Roma, Milano, Parigi o Londra. Purtroppo, lagrande maggioranza delle Ong non è d�accordo con questo approccio. Anzi, si èfatta largo negli ultimi decenni l�idea che i progetti umanitari debbano basarsi sulprincipio del cost recovering, cioè che i pazienti devono partecipare alle spese. Cosaper me inaccettabile anche in Italia, figuriamoci in posti dove la gente non ha nienteper campare. Eppure è la linea dell�Unicef e dell�Oms. Mi spaventa anche la logicaper la quale si fa ciò per cui ci sono i fondi». Che cosa intende? «Se c�è mezzomilione di euro per un progetto, si fa. Finiti i soldi si viene via». Da anni continua aripetere che «la guerra deve diventare un tabù»... «L�umanità non si può piùpermettere una guerra. E non sarebbe sufficiente nemmeno il totale disarmo: dopoHiroshima, possiamo anche eliminare tutte le atomiche dalla terra, ma non possiamoeliminare dalle nostre teste il fatto che le sappiamo costruire. Quindi l�unica cosache possiamo davvero fare è abolire la guerra. Ma non per trattato, la guerra è giàillegale, lo ha sancito il Trattato di Parigi del 1928. Dobbiamo noi essere convinti checiò va tradotto in scelta morale, da imporre ai politici e ai governanti». Oggi, inrealtà, sembra prevalere un clima culturale di segno opposto. «Infatti occorresmetterla di dire che il nostro Paese è �a rischio xenofobia o di svolte autoritarie�.Diciamo le cose come stanno: questo è un Paese guidato da un Governo le cui scelterischiano di portarci indietro a un oscuro passato razzista. Invece, la critica piùpregnante che ho sentito è che questo Governo �è superficiale�. Occorreun�inversione di tendenza, profonda». Di recente, ha criticato duramente il Decretosicurezza di Salvini... «È contrario a leggi, trattati internazionali e diritti umani. Conla sicurezza quel decreto non c�entra niente. La mia sicurezza non dipende daquanti immigrati ci sono, regolari o non regolari. È una campagna strumentale chetende a generare odio e violenza».

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03/01/2019 La Nazione

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 20 EAV: € 17.722Lettori: 258.143

«Sono stanco dei politici incompetenti»Antonia Casini

PISA UNO SFOGO su facebook contro lestrategie politiche, nell' ultimo giornodell' anno passato al lavoro come tantialtri: in sala operatoria fra un trapianto eun altro a suon di caffè. 700 ore di'notturni' nel 2018, salvando vite. Il postdel chirurgo fiorentino, ma 'adottato' daPisa, Daniele Pezzati, oltre 33mila 'mipiace' in poche ore, 12.600 e piùcondivisioni, migliaia di commenti tra cuiquelli di alcuni pazienti preoccupati, hadato la scossa al mondo sanitario. Eriacceso una guerra politica da tempo incorso sul tema fra Pd e Lega-5Stelle: orail professionista rischia anche unprovvedimento disciplinare per le suefrasi diventati virali. Pezzati è uno deimedici dell' equipe del Centro trapiantidi fegato dell' Azienda ospedaliero-universitaria pisana diretto dal professorPaolo De Simone: il 30 dicembre hanno eseguito l' intervento numero 161 da inizioanno. Un record nazionale e un ottimo risultato a livello internazionale. «Tutto ciò inbarba a chi ci ha denigrato sui giornali e ai piani alti della politica che cercanodisperatamente una scusa per depotenziarci e aprire un (inutile) ulteriore centro aFirenze», si legge sui social di Pezzati che ha lavorato per un periodo anche all'estero ma ha poi deciso di rientrare in Italia: il suo pensiero, prima impostato inmodalità privata, è stato reso pubblico proprio su richiesta di alcuni suoi contatti perpoterlo divulgare. «Tutta gente (i politici, ndr) che - continua il dottore - mentrefacevo oltre 100 notti di lavoro nel 2018», «migliaia di km in auto aereo ed elicotteroper andare a prelevare organi, dormiva comodamente nel proprio letto salvo poiriempirsi la bocca con i risultati miei e dei miei colleghi». Niente feste. «A voltevorrei dire» loro «di venire a farseli i trapianti così io potrò passare le domeniche,Ferragosto, Natale, capodanno con i miei figli e fare il 'posto fisso' alla CheccoZalone». QUINDI, il riferimento al figlio che vede poco il papà tanto impegnato, e lachiosa: «Sono fiero di ciò che faccio ma stanco di vedere la sanità gestita da politiciincompetenti che mi spremono come un limone non riconoscendo il sacrificio». Inbreve, queste parole sono rimbalzate su tutti i siti volando così fino a quei piani altidella politica citati dal medico. «Questa è la sanità che dobbiamo difendere: grande

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professionalità e tanta umanità. Un pensiero affettuoso a tutti i medici e aglioperatori sanitari al lavoro anche in questi giorni di festa. Tutta l' Italia è orgogliosadel suo Servizio sanitario nazionale. Grazie eroi di ogni giorno!», contraccambia suFb il ministro della Salute (dei 5Stelle) Giulia Grillo. E anche il sindaco della cittàdella Torre, Simone Conti, eletto col Carroccio scende in difesa del chirurgo. «Grazie,Daniele Pezzati, per il lavoro che svolgi con competenza e passione. E anche perricordarci che se a Pisa ci sono tante eccellenze - e in ambito sanitario il CentroTrapianti è una di queste - il merito è delle persone» e poi stoppa il presunto scippofiorentino. Perché a smentire seccamente che la Regione voglia aprire un centro nelcapoluogo toscano, depotenziando quello pisano, è intervenuta l' assessoreregionale Stefania Saccardi che annuncia probabili sanzioni: «Chiunque si rendaresponsabile di dichiarazioni totalmente infondate, tali da suscitare allarme neicittadini sarà chiamato a risponderne personalmente, anche attraverso l' adozione diprovvedimenti disciplinari laddove ne ricorrano gli estremi».

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 15 EAV: € 19.814Lettori: 97.132

Il miglior virologo al mondo è italiano Ma da noi non lo dice(quasi) nessuno

MARINELLA MERONI

Storia del prof Giulio Tarro Il migliorvirologo al mondo è un italiano, sichiama Giulio Tarro. Pochi giorni fa inAmerica gli è stato conferito ilprestigioso riconoscimento e premiocome miglior virologo dell' anno dall'IAOTP (Associazione internazionale deimigliori professionisti al mondo). L' unicoitaliano insignito alla cerimonia che si èsvolta all' Hotel Plaza di New York il 15dicembre scorso. È stato allievo di AlbertSabin (l' inventore del vaccino contro lapoliomielite), due volte candidato alNobel per la Medicina, oltre ainnumerevoli riconoscimentiinternazionali e incarichi nella sua lungacarriera: per questo il professor Tarroverrà anche inserito nella rivista TIP (TopIndustry Professionals) e premiato con l'Albert Nelson Marquis LifetimeAchievement Award da IAOTP con labiografia pubblicata sul Wall StreetJournal. In più la sua gigantografiacapeggerà in Time Square. È anche presidente della Commissione sullebiotecnologie della virosfera all' Unesco e autore di numerose ricerche presso leuniversità statunitensi, tra cui alcune sul rapporto tra virus e tumori. Strano che inItalia non sia dato il giusto riconoscimento a colui che ha portato sul podio mondialeil nostro Paese - quasi nessuno ha riportato la notizia, come a snobbarlo. Forseperché Giulio Tarro, che riveste incarichi anche in Italia, si era espresso tempo facon scetticismo sull' obbligo dei vaccini imposto dai governi italiani (Renzi-Gentilonicon ministro Beatrice Lorenzin). Appena rientrato in Italia sono riuscita a contattarloe noi di Libero abbiamo avuto l' onore di intervistarlo. Professore, è contento diessere riconosciuto come il miglior virologo al mondo? «Sicuramente dàsoddisfazione, anche perché in America sono meritocratici e non è che dispensinoriconoscimenti con leggerezza. Tempo fa ebbi anche l' onore di comparire sullafamosa copertina di Millenium, dopo che la mia biografia era stata premiata dall'

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Enciclopedia americana fra le migliori al mondo. E a novembre scorso avevo pureavuto una citazione con foto sul Wall Street Journal». È premiato e ha riconoscimentiin tutto il mondo, ma pare che in Italia ci sia una specie di boicottaggio. «Mi sonoscontrato spesso con la burocrazia, la disorganizzazione, la non meritocrazia, lagerontocrazia. Ancora oggi devo fare i conti con l' ostilità di chi esige di avere ilmonopolio di scienza e ricerca. Io non mi sono mai piegato a questi sistemi e mai lofarò. E poi mi spiace che in Italia non siano riconosciuti i molti e bravi ricercatori,costretti ad andare all' estero, dove invece riescono ad emergere». A gennaio 2019ricorrerà il quarantennale della sua scoperta sul "male oscuro di Napoli". «Ilcosiddetto "male oscuro di Napoli" fu il famoso virus delle infezioni respiratorie cheprovocava un' elevata mortalità fra i bambini. Nel 1979 fui il primo a scoprirne lecause isolando il virus respiratorio sinciziale nei bimbi affetti da bronchiolite. Lostimolo ad approfondire questa ricerca mi venne data da Willy Molco, giornalista delsettimanale Oggi, che mi contattò chiedendomi come mai non mi occupavo diquesta grave malattia che seminava morte tra i bimbi di Napoli. Poiché non siconoscevano le cause di questa malattia, decisi di intervenire subito, richiedendo deicampioni di espettorato dei bimbi ricoverati nell' ospedale pediatrico Santobono diNapoli, per cercare l' eventuale agente virale nelle colture di tessuto, che poi riusciiad identificare come virus respiratorio sincinziale. Contemporaneamente cercai diottenere gli anticorpi nel siero di sangue dei bimbi ricoverati nel reparto di pediatriadell' università, per dimostrare che c' era una epidemia in corso. Poi grazie all'isolamento del virus e alla scoperta degli anticorpi specifici, sono riuscito a suggerireai clinici la terapia idonea, che si rivelò vincente». Poi aggiunge ridendo: «La cosa"simpatica" fu che quando venni convocato a Roma per incontrare gli esperti inviatidall' Organizzazione Mondiale della Sanità, l' Istituto Superiore della Sanità italiana,che aveva cercato di isolare senza successo il virus, dovette fornire i risultati dellamia ricerca, fino allora boicottata. Anche per questo in America mi hanno dato l'importante riconoscimento di miglior virologo al mondo. Se mi fossi lasciatocondizionare dal clima ostile che regnava intorno a me, probabilmente non sareiarrivato dove sono oggi, ma sopratutto non avrei potuto salvare molte vite umane».Grazie, professore. E complimenti! riproduzione riservata.

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03/01/2019 Famiglia Cristiana

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 10 EAV: € 1.418Lettori: 29.750

IL PAPA DONA UN OSPEDALE AI POVERI IN VATICANOOrazio La Rocca

Prosegue a marce forzate la �rivoluzionedella Misericordia� di papa Francescoper cercare di debellare i mali cheopprimono poveri, senza fissa dimora,migranti. Un cammino iniziato poco piùdi cinque anni fa, agli albori del suopontificato, e che presto segnerà unanuova fondamentale tappa sotto ilcolonnato di piazza San Pietro, dove leautorità vaticane sollecitate dalPontefice allestiranno un grandepoliambulatorio permanente al serviziodi clochard e bisognosi di qualsiasinazionalità � al di là di orientamentipolitici e religiosi � per fare visitemediche specialistiche, curare malattiedi ogni genere, specialmente quelle chemaggiormente colpiscono i viandantidella strada (polmoniti, carie,denutrizioni, danni agli arti inferiori). Unvero e proprio ospedale pubblico per i poveri tra i più poveri grazie al quale il�sogno� manifestato da Jorge Mario Bergoglio appena ascese al soglio di Pietroarrivando in Vaticano dalla «fine del mondo» diventa realtà. Vale a dire, fare dellaChiesa cattolica la casa madre universale che, «come un ospedale da campo dopouna battaglia cura i soldati feriti». Il progetto, non privo di difficoltà, nasce proprio aipiedi della casa madre del Papa, dopo aver preso forma alla fine del Giubileo dellaMisericordia, nel novembre 2016, presieduto dall�arcivescovo Rino Fisichella,presidente del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione, con l�indizionepapale di una Giornata mondiale dei poveri da celebrare ogni 18 novembre e il varodi un primo ambulatorio, in piazza SanPietro, con cui curare gratuitamente i poveriche gravitano intorno al Vaticano, ma anche quanti arrivano da altre città. Ma perarrivare alla prima opera di carità, il passo concreto arriva con l�istituzione duranteil Giubileo sotto il colonnato dell�emiciclo berniniano � la prima volta nella storiadella Chiesa � di un centro di accoglienza dotato di studio dentistico, barberia, doccee lavanderia destinato ai senza fissa dimora coordinato dalla Elemosineria Apostolicacon la presenza di medici specialisti, dentisti, infermieri, barbieri e volontarispecializzati nell�accoglienza e nello svolgere servizi quotidiani, lavori di sartoria,lavaggi di biancheria. Esperimento riuscitissimo che, papa Francesco ha voluto

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ulteriormente potenziare con una seconda iniziativa medico -sanitaria di più ampiorespiro varando un piano per far realizzare nella parte sinistra della piazza,guardando la facciata della basilica, un ambulatorio plusispecialistico che, con lacollaborazione dei sanitari dei Cavalieri di Malta e della rete di ospedali cattolicidentro e fuori Roma, ha funzionato per una settimana in occasione della secondaGiornata mondiale dei poveri del 18 novembre scorso. «Bella iniziativa. Ma una solasettimana non basta perché i poveri, come insegna Gesù nel Vangelo, stannosempre in mezzo a noi», confide) Bergoglio ai suoi più stretti collaboratori il giornoche visite) a sopresa l�impianto in piazza San Pietro soffermandosi a parlare con gliospiti e ringraziando medici e volontari. Da qui la decisione di realizzare ex novo unagrande struttura permanente al posto dei vani che finora hanno ospitato l�ufficiopostale del Vaticano che sarà trasferito all�interno delle mura. Qui � è filtrato daiSacri Palazzi � il Papa sta per far realizzare un poliambulatorio stabile al serviziogratuito dei poveri dotato di attrezzature sanitarie d�avanguardia, posti letto per leemergenze, infermeria, studio dentistico, analisi e sale per visite specialistiche. «È ilPapa in persona che lo vuole»�, rivelano Oltretevere. Sopra, il Papa nell�ambulatorioinaugurato lo scorso novembre. Sotto, la nuova clinica.

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

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Influenza, il picco arriva con la Befana

Dati dell' Istituto superiore di Sanità:fase epidemica più lenta anche se sonogià a letto 1,5 milioni di malati, 225milaa settimana Costante aumento dei casiin Trentino, Umbria, Sicilia e AbruzzoColpiti soprattutto i bimbi sotto i 5 anni,anziani protetti dal vaccino I DATI ROMAÈ in ritardo rispetto alle attese e,inaspettatamente, è stata clementedurante le passate feste. Ma l' influenzac' è, i contagi stanno aumentando e ilpicco epidemico potrebbe alla fine diquesto mese. Fino ad oggi sono staticolpiti circa un milione e mezzo di italianie si stima che, entro la fine dellastagione, le vittime saranno oltre 3milioni. Secondo gli ultimi dati relativialla sorveglianza epidemiologica dellesindromi influenzali, elaborati dalDipartimento Malattie Infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss)attraverso il bollettino Influnet, i casi diinfluenza sono in aumento, sebbene inmodo più graduale rispetto alla scorsastagione. In particolare, il numero di casi stimati nell' ultima settimana considerata -quella dal 17 al 23 dicembre 2018 - è pari infatti a circa 225 mila, per un totale, dall'inizio della sorveglianza, di circa 1.500.000 casi. Il livello di incidenza in Italia è paria 3,7 casi per mille assistiti. A essere maggiormente colpiti sono i bambini al di sottodei cinque anni in cui si osserva un' incidenza pari a 11,1 casi per mille assistiti. Siva dunque, per la fascia di età pediatrica, verso un' intensità media dell' influenza,stabilita nella soglia pari a 12,89 casi per mille assistiti. Umbria, P.A. di Trento,Abruzzo e Sicilia le Regioni maggiormente colpite. «Al momento, anche se siamoentrati nella fase epidemica - spiega il direttore del Dipartimento malattie infettivedell' Iss, Gianni Rezza l' andamento dei casi è più a rilento rispetto alla scorsastagione, pur rilevandosi un loro aumento. I VIRUS I virus influenzali che stannocircolando maggiormente sono l' AH3N2, che colpisce maggiormente gli anziani, e l'AH1N1, virus che è stato responsabile della pandemia influenzale del 2009. Ma ilfatto che l' aumento dei casi proceda più a rilento - chiarisce - può dipendere da vari

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fattori, come la suscettibilità della popolazione o la mutazione dei virus». Anche lavaccinazione antinfluenzale, che quest' anno sembrerebbe aver registrato unaumento, può aver avuto un peso. «Non ci sono ancora dati definitivi - affermaRezza - ma le scorte vaccinali si sono esaurite prima ed è probabile un maggiorricorso alla vaccinazione specie da parte degli anziani, e questo ha diminuitonotevolmente il rischio di casi gravi». Solo nel Lazio si stima siano statesomministrate 975 mila dosi di vaccino, ovvero 24 mila in più rispetto allo scorsoanno. «Dal momento che la maggioranza dei casi si registra però tra i bambini, chesolitamente non vengono vaccinati, l' andamento lento nella circolazione dei virusnon credo possa attribuirsi all' effetto della vaccinazione», precisa subito Rezza.Quanto al picco di casi, «se negli ultimi due anni si è registrato in anticipo agli inizidi gennaio, quest' anno arriverà probabilmente tra fine gennaio e inizi febbraio.Cruciali rileva l' esperto saranno però le prossime settimane con la riapertura dellescuole». I sintomi dell' influenza sono i soliti: febbre alta, dolori muscolari earticolari, spossatezza, rinorrea (il naso che cola), mal di gola e vari sintomirespiratori. Solitamente si guarisce nel giro di una settimana, ma la tosse può durarepiù a lungo così come il senso di malessere generale. Nei bambini, principali«untori», l' influenza dura normalmente qualche giorno in più. Non è però qualcosache si può prendere sottogamba. «L' influenza - ricorda l' Iss - uccide ogni anno trale 300 mila e le 500 mila persone in tutto il mondo. È ancora oggi la terza causa dimorte in Italia per patologia infettiva. Attraverso la somministrazione del vaccino sipreviene la morte e i ricoveri in ospedale per complicanze». Infatti, la gravità dell'influenza dipende dalle sue complicanze. «Come la polmonite ricorda l' Iss o ilpeggioramento di malattie che già si avevano in precedenza, soprattutto le malattiecardiovascolari o polmonari. Ogni anno colpisce, in forma più o meno severa, tra il10-20% della popolazione generale». Valentina Arcovio © RIPRODUZIONERISERVATA.

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 28 EAV: € 30.073Lettori: 214.158

La dieta su misura? Inizia con la foto di muscoli ossa emente

Paola Fucilieri

ALL' UNIVERSITÀ DI MILANO PaolaFucilieri Non facciamoci illusioni. Anchechi si mette a dieta deve spessoammettere ciò che spera di non dovermai più confessare: «Ho ripreso il pesocon gli interessi». Del resto in materia dieccesso di peso chi si affidacompletamente alla scienza e alladiagnostica se da una parte devedimenticare guru e blandizie perottenere finalmente una dieta taylormade, ovvero sartoriale, e quindi unica egiusta sotto diversi punti di vista, dall'altra è obbligato ad accettare una voltaper tutte una verità finora nascosta daivolumi campioni di vendita sui regimidietetici più o meno miracolosi. Ovvero ilfatto che esiste uno stimolo biologicopotentissimo che favorisce l' aumentodel peso delle persone fino ai 60-70 annie nessuno sarà mai in grado di abolirlo.NIENTE ILLUSIONI «Noi aiutiamo lepersone a perdere chili, ma è possibileche con il tempo recuperino peso poiché rimangono in quell' ambiente obesogenonel quale, è molto difficile seguire le indicazioni nutrizionali. Bisogna educare ilpaziente spiegando che l' obesità è una malattia cronica e quindi serve unintervento continuo per mantenere il peso ottimale. La polmonite è una malattiaacuta, preso l' antibiotico sono guarito e forse non mi verrà mai più. Se abbiamoperò sempre mangiato in un certo modo significa che quel modo ci restituiscequalcosa che ci siamo scelti. Quindi mantenere il peso raggiunto resta un obiettivomolto impegnativo, la forza di volontà non è per sempre o comunque è patrimonioinestinguibile di pochi. Un patrimonio da coltivare con pazienza per chi ci riesce,naturalmente». Alberto Battezzati e Simona Bertoli sono rispettivamente il direttoree il vice direttore, che da oltre 15 anni lavorano presso Icans (International Centerfor the Assessment Nutritional Status) ovvero il Centro internazionale di ricerca estudio della composizione corporea dell' Università degli Studi di Milano, fondato nel

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1998 e che si è sempre occupato di studiare lo stato nutrizionale e il dispendioenergetico attraverso le metodiche più all' avanguardia. Un centro dove previoappuntamento (avvisiamo, la lista è lunga: 02/50316079, www.icans.unimi.it) incirca sei ore e con a una équipe di specialisti, ma anche grazie a macchinari diultima generazione e analisi specifiche, chiunque di noi, reduci da interminabilimaratone dietetiche di ogni genere e attirati da regimi alimentari miracolosi solo inteoria, può finalmente conoscere la propria massa grassa, quella muscolare, ladensità minerale ossea e quindi il fabbisogno di energia che portano a elaborare unavera e propria diagnosi sul regime dietetico su misura. «È uno studio mirato a tutti:dai soggetti sani, ai bambini, agli anziani, ai malati - ci spiegano -. Studiavamo inambito di ricerca la relazione tra lo stato di salute, la composizione corporea, ildispendio energetico e tutto quello che serviva in funzione di come siamo fatti. Perqueste sperimentazioni e ricerche reclutavamo casistiche di soggetti volontari giàmalati ma anche sani. Che hanno cominciato a richiederci oltre alla diagnosi un veroe proprio regime dietetico elaborato secondo i parametri personalissimi diciascuno». A PICCOLI PASSI Il protocollo del centro Icans parte infatti dal pensieroche serva, come in tutti gli ambiti medici, una diagnosi accurata dello statonutrizionale e delle componenti psicologiche e comportamentali. «L' intuizione -ricorda Battezzati - è stata quella di creare un database per la ricerca. Questo ci hapermesso di raccogliere il materiale che permette di profilare gruppi di persone inrelazione alle complicanze patologiche. Per vedere nel mondo reale quali evidenzescientifiche ci sono, raggruppare gli individui e analizzare i risch iche corrono». Icansè innanzitutto un centro di ricerca, ma dove si insegna ai pazienti anche a conviverecon i problemi e a risolverli per piccoli passi. «Senza aspettarsi la dieta miracolosache ti fa perdere dieci chili che poi riprendi, ma imparando a gestire piano piano unmetodo alimentare proprio in maniera che poi resti in possesso del paziente -conclude Simona Bertoli - che in questo modo comprende le dinamiche psicologicheche lo spingono a mangiare e affronta obiettivi raggiungibili, di miglioramentosostanziale della qualità di vita e delle prospettive di salute. Tutto questo però nonva mai confuso con la perfezione, con il tutto o nulla. Spiegare questo ai pazientispesso non è facile perché sembra di ridurre il proprio ruolo di salvatori: condurre lepersone alla realtà forse è il compito più arduo».

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 1

Lettera di 130 scienziati contro le nuove fake news (e fakeanalisi) sui vaccini

Luciano Capone

Roma. Qualche settimana fa il quotidianoil Tempo ha pubblicato in prima pagina irisultati di alcune "analisi choc" suivaccini, effettuate dall' associazione freevax Corvelva e finanziate dall' Ordine deibiologi. Secondo questo presunto scoopnei vaccini analizzati sarebbero assentigli agenti immunogenici, ovvero icomponenti che dovrebbero proteggeredalle malattie, e invece sarebberoaddirittura presenti sostanze impropriecome i diserbanti. Si tratta di una fakenews di cui il Foglio ha parlato in unarticolo del 28 dicembre in cui EnricoBucci spiegava tutti gli abbagli e glierrori metodologici di quelle "analisichoc" (che un bravo e correttoricercatore avrebbe evitato): un giudiziocondiviso anche dai biotecnologi di Anbie dalle 14 società scientifiche riunitenella Fisv - Federazione italiana scienzeper la vita (che rappresenta oltre 7 mila ricercatori). Adesso, contro lo studioscandalistico di Corvelva sui vaccini e contro gli organi d' in formazione che nehanno dato ampia diffusione, arriva la netta presa di posizione - che pubblichiamo apagina quattro -di un nutrito gruppo di professori e medici italiani che lavorano nelnostro paese e all' estero. Sono oltre 130 ricercatori e scienziati che il mondo ciinvidia. Tra di loro c' è chi è riuscito a trovare il modo di guarire i malati di leucemia,chi ha dedicato la vita allo studio del funzionamento dei neuroni, chi ha introdottonuove terapie per i tumori solidi, chi è sulla frontiera della genetica molecolare, chi èun punto di riferimento internazionale per la ricerca sulle staminali. L' elenco ètroppo lungo per spiegare chi sia e cosa faccia ognuno di loro, ma si può ben direche tutti insieme portano alta la bandiera della ricerca italiana nel mondo. Hannoscritto una lettera per dire poche, semplici cose: non credete a chi, per raggiungerequanti più lettori possibile e accumulare clic, va dietro alle finzioni di chi ha bisognodi dimostrare una tesi precostituita, per la propria stessa esistenza o perchéinteressato in altri modi. La ricerca e il controllo sui vaccini sono cose troppo serie

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per lasciarle nelle mani di chi intende finire sui giornali soffiando sulle paure deicittadini. La salute dei cittadini passa anche attraverso la corretta informazione Lasalute dei cittadini passa anche attraverso la corretta informazione. Questaaffermazione, apparentemente ovvia, è stata ancora una volta contraddetta dallapubblicazione di notizie, rilanciate in prima pagina da un quotidiano nazionale, che,senza controllare i fatti e la reputazione di chi presume di averli analizzatisperimentalmente, ha recentemente sollevato il caso di una presunta nonconformità di alcuni lotti vaccinali. Senza alcun rispetto per i lettori ha dato creditoad analisi che, per quanto finora trapelato, non hanno nulla di scientifico,trasparente, riproducibile. Senza che la comunità scientifica nazionale einternazionale abbia potuto esaminare altro che un povero documento prodotto dauna sedicente associazione free-vax, è stata data la falsa notizia che alcuni campioniesaminati sarebbero privi della componente attiva, vale a dire degli antigeniimmunogenici, mentre invece risulterebbero contaminati da composti di ognigenere, tra cui molti tossici. Il tutto, come già denunciato da diversi esponenti diassoluto rilievo della comunità scientifica nazionale ed internazionale, sulla base diuna procedura sperimentale fallata e senza che i risultati siano stati sottoposti anessuna revisione da parte di riviste scientifiche di rispetto internazionale. Inoltrenon si tiene conto che il vaccino induce una forte risposta immunitaria contro l'antigene, come risulta dai milioni di persone vaccinate. Di particolare gravità apparela presa di posizione del presidente dell' ordine nazionale dei biologi, che ha ritenutodi cofinanziare le "ricerche" dell' associazione per la "libertà di vaccinazione"CORVELVA -si ignora sulla base di quali credenziali, in quali laboratori, e con qualigaranzie circa le reali capacità scientifiche della stessa - per poi rilanciarne ipresunti risultati attraverso la stampa, ignorando da una parte le complesseprocedure di analisi di qualità dei lotti vaccinali, che eccedono di gran lunga lecapacità improvvisate di laboratori senza esperienza, e dall' altra l' inte ra comunitàscientifica nazionale, che avrebbe potuto esercitare quella necessaria revisionecritica e indipendente dei risultati prima della creazione di un inutile allarmepubblico, come prevedono la buona pratica scientifica e l' inte grità nella ricercaaccademica, ma anche la deontologia e l' etica pubblica. Con questa letteraintendiamo esprimere la più ferma disapprovazione e condanna per quella cheappare un' operazione volta a confondere l' opinione pubblica e instillare pericolosiallarmismi, utilizzando come leva documenti pubblicati in rete che sono fondati sumetodi irrimediabilmente inidonei e che traggono conclusioni scientificamenteinfondate. Riteniamo per parte nostra doveroso riaffermare i principi metodologicidella ricerca scientifica, che poggia innanzitutto su procedure e controlli convalidatie accurati, pubblicate su giornali scientifici di valore e non su pseudo -ricerchepubblicate in inter net. Invitiamo l' opinione pubblica a diffidare di ricerche fai da te,da chiunque siano rilanciate, quando non sia chiaramente disponibile l' evidenzasperimentale inoppugnabile necessaria per supportare affermazioni così eccezionali.Firmatari Massimiliano Agostini, Università di Roma 2 Adriano Aguzzi, UniversityHospital, Zurigo Liliana Alberghina, Università Bicocca, Milano Ivano Amelio, MRC,Cambridge, Uk Sabastiano Andò, Università della Calabria Giovanni Antonini,Università di Roma 3 Paolo Arosio, Università di Brescia Ettore Appella, NCI, NIH,

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Bethesda, Usa Paolo Ascierto, Istituto Pascale, Napoli Giacinto Bagetta, Universitàdella Calabria Cosima Baldari, Università di Siena Antonio Baldini, Università diNapoli, Cnr Andrea Ballabio, Tigem, Napoli Fabrizio Barbetti, Università di Roma 2Roberto Bassi, Università di Verona, Lincei Andrea Battistoni, Università di Roma 2Alfonso Bellacosa, Fox Chase Cancer Center, Philadelphia, Usa Fabio Benfenati,Università di Genova Sergio Bernardini, Università di Roma 2 Francesca Bernassola,Università di Roma 2 Silvia Biocca, Università di Roma 2 Martino Bolognesi,Università di Milano Elena Bonanno, Università di Roma 2 Massimo Bottini, Universitàdi Roma 2 Maurizio Brunori, Accademia dei Lincei Enrico Bucci, Temple University,Pa, Usa Roberto Burioni, Università San Raffaele Federico Bussolino, Università diTorino Raffaele Calogero, Università di Torino Elena Campione, Università di Roma 2Il 2019 sarà, per la politica italiana, l' anno delle sfide. Il sovranismo di Salvinirottamerà il centrodestra orfano di Berlusconi? Sopravviverà il governo Conte allacrescente entropia della sua maggioranza? E che ne sarà della sinistra post Renzi,post Gentiloni, post se -stessa? Ma la domanda delle domande, oggi, è questa:perché Alessandro Di Battista è tornato dal suo tour enogastronomico in Americalatina? Per realizzare il suo sogno, far saltare l' al leanza con l' odiata Lega? O perdare attuazione all' antica massima "i nemici sono dentro il partito e gli avversarifuori" e fare le scarpe al fratello -coltello Di Maio? Nell' attesa di vedere i fuochi d'artificio che hai Eleonora Candi, Università di Roma 2 Maurizio Casiraghi, UniversitàBicocca, Milano Antonino Cattaneo, Scuola Normale, Pisa Melania Capasso, DZNE,Bonn, Germania Ernesto Carafoli, Università di Padova, Lincei Francesco Cecconi,Università di Roma 2 Giovanna Chimini, Centre d' Immunologie de Marseille-Luminy,Marsiglia Claudio Ciavatta, Università di Bologna Daniel Cicero, Università di Roma 2Gennaro Ciliberto, Ifo, Ist. Regina Elena, Roma Maria Rosa Ciriolo, Università di Roma2 Massimo Coletta, Università di Roma 2 Gianluigi Condorelli, Università HumanitasPellegrino Conte, Università di Palermo Tiziana Corasaniti, Università di CatanzaroGilberto Corbellini, Università di Roma 1 Claudio Cortese, Università di Roma 2Andrea Cossarizza, Università di Modena e Reggio Emilia Giulio Cossu, University ofManchester, Uk Paolo Costantino, Università di Roma 1, Lincei Carlo Croce, OhioState University, Usa Francesca Cutruzzolà, Università di Roma 1 Vincenzo D'Angiolella, MRC, Oxford, Uk Nadia D' Ambrosi, Università di Roma 2 Mauro DegliEsposti, IIT Genova, Universidad National, Cuernavaca, Mexico Vincenzo De Laurenzi,Università di Chieti Giannino Del Sal, Università di Trieste Michele De Luca,Università di Modena e Reggio Emilia Alessandro Desideri, Università di Roma 2 PierPaolo Di Fiore, Università di Milano, IEO Arturo Di Girolamo, ASL2 Abruzzo Salvo DiGrazia, Università di Padova Almerinda Di Venere, Università di Roma 2 FrancaEsposito, Università di Napoli Mattia Falconi, Università di Roma 2 Marco Ferrari,Università di L' Aquila Giuseppe Filomeni, Università di Roma 2 Alessandro Finazzi-Agrò, Università di Roma 2 Marco Foiani, Università di Milano, FIRC Inst. ElisabettaFranco, Università di Roma 2 Guido Forni, Accademia dei Lincei Guido Franzoso,Imperial College London Lorenzo Galluzzi, Weill Cornell Medical College ValeriaGasperi, Università di Roma 2 Ermanno Gherardi, Università di Pavia Stefano Gianni,Università di Roma 1 Gianfranco Gilardi, Università di Torino Antonio Giordano,Temple University, Pa, Usa Elena Giulotto, Università di Pavia Andrea Grignolio,

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Università S.Raffaele, Cnr Pier Luigi Lopalco, Università di Pisa Fabrizio Loreni,Università di Roma 2 Andrea Lunardi, Università di Trento Mauro Maccarrone,Università di Roma Campus -Biomedico Beatrice Macchi, Università di Roma 2Francesco Malatesta, Università di Roma 1 Alberto Mantovani, Università HumanitasRoberto Mantovani, Università di Milano Gennaro Marino, Università di Napoli, LinceiGiovanni Martelli, Accademia dei Lincei Mina Massaro Giordano, University ofPennsylvania,Usa Antonio Mastino, Università di Messina, Cnr Maria G. Masucci,Karolinska Institute, Svezia Alessandro Mauriello, Università di Roma 2 Enzo Medico,Università di Torino Gerry Melino, Università di Roma 2, Mrc Cambridge, Uk SoniaMelino, Università di Roma 2 Cesare Montecucco, Università di Padova Maria Morello,Università di Roma 2 Lorenzo Moretta, Osp. Bambino Gesù, Roma Blasco Morozzo,Università di Roma 2 Gianni Musci, Università di Campobasso Pierluigi Nicotera,DZNE, Bonn, Germania Giuseppe Novelli, Università di Roma 2 Carlo Nucci,Università di Roma 2 Eristanna Palazzolo, Università di Palermo Angelo Peschiaroli,Cnr, Roma Mauro Piacentini, Università di Roma 2 Telmo Pievani, Università diPadova Guido Rasi, European Medicines Agency, Uk Giovanni Rezza, IstitutoSuperiore di Sanità Carlo Riccardi, Università di Perugia Giorgio Ricci, Università diRoma 2 Walter Ricciardi, Università Cattolica Roma Nicola Rosato, Università diRoma 2 Luisa Rossi, Università di Roma 2 Alessandro Rufini, University of Leicester,Uk Paolo Salomoni, DZNE, Bonn, Germania Paolo Sassone -Corsi, University ofCalifornia Isabella Savini, Università di Roma 2 Orazio Schillaci, Università di Roma 2Luca Scorrano, Università di Padova Giuseppe Sica, Università di Roma 2 GuidoSilvestri, Emory University, Atlanta Paola Sinibaldi-Vallebona, Università Roma 2Silvia Soddu, Istituto Regina Elena, Ifo, Roma Alessandro Terrinoni, Università diRoma 2 Caterina Turco, Università di Salerno Antonio Uccelli, Università di GenovaPolo Villari, Università di Roma 1 Lello Zolla, Università di Tuscia, Viterbo.

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 24 EAV: € 78.715Lettori: 796.905

LUNGA VITA (PIÙ AL NORD)FEDERICO FUBINI

Quando si parla di diseguaglianze, disolito in Italia e in Europa l' attenzione siconcentra sui redditi o sui patrimonidegli abitanti. I flussi di guadagni di annoin anno tendono a favorire i ceti più fortiin Italia, in Grecia o in Portogallo,secondo le stime dell' Ocse. La ricchezzafinanziaria o in immobili è invece piùconcentrata in Germania o in Austria.Meno spesso però in Europa si guarda auno dei motivi per i quali essere ricchiaiuta: allunga l' esistenza, o almeno leprobabilità di essere in media piùlongevo grazie al luogo o al modo in cuisi vive e alle cure mediche che ci sipossono permettere. Dopo la Granderecessione, questo sta diventando unodei campi principali nei quali prendeforma una diseguaglianza crescente fraitaliani: possiamo contare su vite più omeno lunghe e abbiamo aspettative dilongevità sempre più diseguali aseconda di dove nasciamo e di quanto siè potuto studiare da giovani. Negli Stati Uniti Raj Chetty di Harvard ha dimostratoche le differenze non si limitano a favorire coloro che guadagnano di più rispetto achi guadagna meno. La disuguaglianza nella longevità filtra fino al vertice dellasocietà: lo 0,1% a più alto reddito - persone con entrate da almeno cinque milioni all'anno - può contare su una vita media circa di sei mesi più lunga rispetto a chiguadagna due o tre milioni l' anno. L' Italia sta meglio, nel complesso. Secondo la«World Population Review» il Paese vanta la terza speranza di vita più alta al mondo,di quattro anni circa superiore agli Stati Uniti. Questo indicatore esprime il numero dianni medio che ogni neonato ha probabilità di vivere e non riflette solo l' allungarsidella vecchiaia: l' aspettativa media cresce per esempio grazie al calo dellamortalità infantile, o degli incidenti d' auto. In questo l' Italia viene da unquindicennio di successo: nel 2002 la speranza alla nascita era di ottant' anni e daallora è cresciuta quasi di tre. Una delle ragioni è la copertura universale, finanziatadalle tasse, del servizio sanitario nazionale: l' Osservatorio sulla salute dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma mostra che l' Italia è a livelli scandinavi

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per la percentuale particolarmente bassa di adulti con al più la licenza media chedichiarano di stare «male o molto male». In Italia sono uno su dieci, fra le personemeno qualificate; poco meno di due su dieci invece in Germania o in Olanda, doveprevalgono le assicurazioni sanitarie individuali basate sui contributi. Un' occhiatasotto ai grandi numeri rivela però dinamiche poco rassicuranti anche per l' Italia. Perla prima volta in quindici anni il 2017 segna un calo dell' aspettativa, secondo l'Istat. Oggi la longevità attesa è di 82,7 anni, un decimo in meno rispetto al 2016 chenon fa già una tendenza ma senz' altro accende una spia. Soprattutto, la duratadella vita in Italia sta diventando sempre di più un marcatore di ubicazionegeografica degli abitanti, oltre che di ceto. A Milano si vive più a lungo che nellealtre provincia lombarde - sempre in media - mentre soprattutto le provincie diCaserta e Napoli compongono un preoccupante Paese a sé: lì la speranza è la piùbassa in assoluto e la mortalità degli adulti tra i trenta e i settant' anni è quasi fuoridai grafici sull' Italia, di un quarto superiore alle medie (forse per l' intossicazione deisuoli ad opera delle mafie dei rifiuti). Impressiona anche la velocità con cui in Italiasi stanno aprendo le linee di faglia fra vincenti e perdenti della speranza di vita. Ilcaso più evidente è lo scarto fra la Calabria e la provincia di Trento dal 2005 in poi,secondo un rapporto inedito dell' Osservatorio sulla salute della Cattolica di Romasulla base di dati Istat. In poco più di un decennio i calabresi hanno visto aggravarsidi un anno e mezzo il loro ritardo sui trentini. Per entrambe le regioni la vita mediafra il 2005 e il 2016 naturalmente si è allungata, per nessuna è regredita come negliStati Uniti. Eppure per chi nasce a Trento la crescita dal 2005 è stata di circa dueanni e mezzo, a quasi 84 anni; per i calabresi invece di poco più di un anno, fino a82,3. In generale nell' ultimo decennio Calabria, Sicilia e Campania sono peggioraterispetto alle medie nazionali e viaggiano sempre più al di sotto. Al contrario le areedove la speranza di vita cresce più in fretta ed è più alta delle medie italiane sonosoprattutto a Nord-Est: oltre al Trentino-Alto Adige, anche il Veneto e in parte l'Emilia Romagna. Fanno riflettere poi anche le diseguaglianze fra grandi città e centriminori in aree con redditi e patrimoni familiari simili. A Milano l' aspettativa di vita, apoco più di 83 anni e mezzo (giusto sotto il primato di Firenze a 84 anni), è oggi dioltre un anno e mezzo superiore a quella delle provincie di Pavia e Cremona, batteLodi di un anno e Bergamo di sei mesi. Il maggiore inquinamento di Milano farebbeprevedere il contrario, ma la qualità degli ospedali del capoluogo fa probabilmente ladifferenza sul resto della Lombardia. Ma ancora più profonde in Italia sono ledifferenze di ceto o titolo di studio: la differenza di longevità media fra chi ha almassimo la licenza elementare e chi ha almeno un diploma delle superiori è dicinque anni a favore dei secondi.

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 12 EAV: € 14.088Lettori: 113.715

Medici tedeschi: sono pelandroniDA BERLINO ROBERTO GIARDINA

Sono irreperibili il sabato e la domenicae anche il mercoledì quando sbrigano lescartoffie Ci vuole almeno un mese peravere un appuntamento Meglio nonammalarsi nel week-end, ed èsconsigliato anche di mercoledì. I medicitedeschi non lavorano abbastanza,secondo l' Associazione nazionale dellemutue. La settimana corta per moltidottori comincia già il venerdìpomeriggio. Quasi tutti chiudono laPraxis, lo studio, il mercoledì dopopranzo, e molti per tutta la giornata, enessuno, almeno in città, visita adomicilio. Gli unici a andare a casa sonoi medici condotti in campagna. I loropazienti sono anziani e non sempre ingrado di muoversi. Per questo mancano igiovani dottori disposti a lavorare neipaesi. E' faticoso e non conviene: ilsistema sanitario a punti calcolati subase trimestrale valuta troppo le visite adomicilio e così il dottore finisce per sforare presto il suo tetto massimo di impegnoe, dopo, dovrebbe lavorare gratis. Magnus von Stackelberg, vicepresidente dell'Associazione, ha denunciato: «Non ci si ammala rispettando l' orario di chiusura deinegozi, i medici devono garantire la loro disponibilità notte e giorno e sette giorni susette». Magari mettendosi d' accordo con i colleghi, e stabilendo un turno. Anchedopo le 18 è impossibile andare dal proprio medico. Secondo un sondaggio condottosu iniziativa dell' Associazione tra 1.400 medici, dai pediatri ai ginecologici, solo lametà riceve dopo l' orario di chiusura, ma per un' ora appena, dopo le 19 rimane instudio uno su dieci. La percentuale crolla durante il fine settimana: appena l' 1-2% èdisposto a visitare. In caso di necessità, trovi di rado un medico disponibile neppurese paghi privatamente. A chi si ammala fuori orario o nel giorno sbagliato non restache andare al pronto soccorso che, come in Italia, è troppo affollato. In diversefacoltà di medicina hanno istituito dei corsi appositi per medici di pronto interventonegli ospedali, generalisti in grado di capire rapidamente di che si tratta e, nel caso,ordinare il ricovero o spedire il paziente da uno specialista. Ci vorranno anni primache i dottori da pronto soccorso entrino in servizio e, comunque, si eviteranno

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diagnosi sbagliate ma non si ridurrà il tempo d' attesa. I tempi per ottenere unappuntamento dal tuo medico della mutua si sono allungati, prima lo ottenevo entrouna settimana, oggi attendo uno o due mesi. Io sono fortunato perché la mia FrauDoktor, caso raro, ogni giorno tranne il mercoledì, riceve senza appuntamento dalle8 alle 10. Un' eccezione riservata ai casi urgenti. Ma poi riceve gli altri sempre inritardo. Herr Magnus ha ragione, ma i medici si ribellano, e anche loro non hannotorto. «Lavoriamo già al limite», hanno risposto i 172mila dottori della mutua.Secondo contratto dovrebbero ricevere per 20 ore alla settimana; il ministro dellaSanità Jens Spahn vorrebbe portarle a 25, ma in media di fatto sono già 32. Almercoledì i medici e le loro infermiere e segretarie non riposano: sono impegnati asvolgere il lavoro burocratico che diventa sempre più pesante. Il sistema a punti nonvieta di sforare il tetto ma, se lo fa, il Doktor deve spiegare il perché, e se non sigiustifica paga di tasca sua. Un mio amico medico in pensione mi ha raccontato:«Quando ero giovane mi raccomandavano di parlare con i pazienti, la conversazionefa parte della terapia, soprattutto per le persone anziane che spesso vivono da sole.Ma questo tempo si è andato riducendo, ed oggi è sparito». Il sistema, mi haspiegato, è rigidamene burocratico, stabilisce quanti minuti si devono impiegare perun elettrocardiogramma, e quanti per misurare la pressione. Neanche un secondoper le chiacchiere terapeutiche. Fino a qualche anno fa le mutue facevano pagare unticket da 10 euro se si andava dal medico in un trimestre, poi le visite successiveerano gratuite. L' intenzione era di impedire che i pazienti andassero ogni giorno allaPraxis per conversare con il loro dottore. Ma non è servito: i pazienti erano disposti apagare 10 euro per combattere la solitudine. Oggi, la burocrazia prescrive il silenzioai malati e ai dottori. Ma le mutue non risparmiano: chi resta solo a casa finisce perammalarsi sul serio, o crede di ammalarsi, chiama l' ambulanza e si fa ricoverare inospedale. © Riproduzione riservata.

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 14 EAV: € 12.719Lettori: 129.749

Neolaureati contro gli operatori del 118. La regione Sicilia falitigare i giovani medici

Alan David Scifo

Palermo. Battaglia sul decreto cheallarga l' accesso al corso di MedicinaGenerale È scontro generazionale nellasanità siciliana: fa discutere il decretoregionale, pubblicato in Gazzettaufficiale il 21 dicembre, sul superamentodel precariato del personale medicooperante nei servizi di emergenza del118. Se da un lato infatti la nuova normamira a ridurre il precariato, dall' altrorischia di danneggiare i medicineolaureati vincitori del concorso inMedicina Generale, che rischianoconcretamente di essere scavalcati dacoloro che hanno svolto attività presso il118 per almeno 18 mesi. Chi vuoleaccedere al corso che porta all'abilitazione per diventare medico difamiglia, infatti, potrebbe dover lasciareil posto a chi aveva optato per la stradadella Medicina d' emergenza, alla qualesi accede attraverso un corso apagamento di sei mesi. Tra questi anchemedici che per anni hanno provato vanamente ad entrare con il concorso pubblico,ma che oggi, grazie agli anni di lavoro pregressi, potrebbero addirittura superare igià vincitori di concorso, grazie all' anzianità di servizio. La legge è infatti diversa daquelle approvate in Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna, dove il problema delprecariato nella Medicina d' Emergenza è stato affrontato ricorrendo a incarichi atempo indeterminato nello stesso settore. La nuova legge siciliana, in vigore dalprimo gennaio, ha invece fatto infuriare i vincitori del concorso in Medicina generale,che hanno protestato davanti all' Assessorato della Salute il 28 dicembre. Con ilnuovo decreto, per trovare lavoro, i giovani laureati rischiano di dover emigrare. InSicilia, paradossalmente, potrebbero arrivare gli esclusi delusi del resto d' Italia chehanno invece optato per il corso a pagamento per diventare medico d' emergenza."Chi vuole fare il medico nella propria terra - sostengono i medici 'esclusi' - ècostretto con questa legge ad andare via anche se ha già terminato il corso, in

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quanto potrebbe venire scavalcato da chi comincia quest' anno il nuovo corso ma haalle spalle anni di servizio al 118". Eppure un incontro quando la legge era ancora indiscussione c' era stato: il 18 dicembre una delegazione della Fimmg (Federazioneitaliana medici di Medicina generale) era stata ricevuta in Assessorato e avevastrappato la promessa di una diversa soluzione. Promessa diventata illusione con l'approvazione della nuova legge che invece ha spalancato le porte di un corso i cuiaccessi, fino al 2018, erano regolati in base alle criticità dei comuni e aipensionamenti dei medici di famiglia. Un nuovo incontro, ma a conti già fatti, è statoconcordato per il prossimo 9 gennaio, quando i presidenti degli Ordini di riferimentodiscuteranno con l' assessore regionale Ruggero Razza, autore, tra l' altro, di alcunicontestatissimi tweet in cui accusa gli aspiranti medici siciliani di "non saperneppure leggere il decreto".

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 25 EAV: € 12.264Lettori: 113.715

Professioni sanitarie, un freno agli abusi

Introdurre criteri qualitativi per l'iscrizione nell' elenco speciale dei tecnicisanitari, in modo da garantire piùsicurezza ai professionisti e non aprire lastrada agli abusivi. È questo il contenutodi un ordine del giorno alla manovra aprima firma Maria Teresa Bellucci (Fdi),accolto dal governo comeraccomandazione, che mira a limitare glieffetti dell' emendamento sugli elenchispeciali all' interno della neonataFederazione dei tecnici sanitari diradiologia medica e delle professionisanitarie tecniche, della riabilitazione edella prevenzione (Tsrm-Pstrp). L'emendamento in questione, divenutocon la pubblicazione della manovra inGazzetta Ufficiale legge dello Stato, hacausato molte discussioni all' internodegli enti professionali. Tutta laquestione parte dalla cosiddetta leggeLorenzin (legge 3/2018) che harivoluzionato il mondo delle professioni sanitarie in Italia creando, tra le altre cose,la nuova Federazione Tsrm-Pstrp composta (per ora) da 17 albi professionali. Lalegge prevede l' obbligo di iscrizione alla Federazione per poter esercitare laprofessione. Dal primo luglio sono aperte le iscrizioni: per poter presentare ladomanda è necessario essere in possesso di un titolo universitario idoneo. Alcunidegli interessati, però, si trovavano in possesso di titoli differenti, quasi semprerelativi a corsi regionali, che fino ad un anno fa erano considerati legittimi al fine diesercitare la professione. Su questo aspetto interviene l' emendamento, che porteràalla creazione di un elenco speciale all' interno della Federazione, dove potrannoiscriversi i lavoratori che negli ultimi dieci anni hanno svolto un' attività nelcomparto per almeno 36 mesi, anche non continuativi, sia in regime disubordinazione che autonomo. L' elenco sarà ad esaurimento e l' iscrizione nongarantisce l' equipollenza dei titoli; inoltre, non potranno più essere attivati corsiregionali per il rilascio dei titoli. Sarà un decreto attuativo a stabilire i dettagli deglielenchi e la loro composizione. La modifica interessa esclusivamente i potenzialiiscritti alla federazione Trsm-Pstrp e non altre tipologie professionali della sanità. La

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questione, come detto, è stata causa di molte critiche e discussioni negli ultimigiorni. Secondo il ministro della salute Giulia Grillo: «Il Parlamento non ha approvatonessuna sanatoria per abusivi. Non sarà un via libera per tutti. Abbiamo ascoltatodecine di sigle sindacali e datoriali, regioni e strutture sanitarie per arrivare a untesto condiviso». Sulla stessa lunghezza d' onda Alessandro Falcioni, presidentedella Fif (Federazione italiana fisioterapisti): «L' emendamento ha di fatto messo fineal caos legislativo pregresso e dato la spinta verso il riordino del settore dellafisioterapia. La soluzione proposta dal governo, va verso questa direzione, anzi, amio avviso dovrebbe prevedere nei decreti attuativi la possibilità di far completare ilpercorso di studi a chi ancora frequenta i corsi, per il conseguimento della qualifica».Diametralmente opposto il parere di Mauro Tavernelli, presidente Aifi (Associazioneitaliana fisioterapisti): «La vaghezza con cui è scritto il testo lascia interpretazionitroppo estensive, per cui chiunque potrebbe iscriversi agli albi speciali. Ci sono giàpersone che hanno provato ad iscriversi all' ordine. Bastava riaprire i percorsi diequivalenza, permettendo un controllo da parte delle regioni e del ministero, comefatto già nel 2014 e nel 2015. Non ci fidiamo del decreto ministeriale; con questotesto, sarà difficile sanare la situazione. È necessario un ulteriore intervento delParlamento».

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 13 EAV: € 1.434Lettori: 29.750

Se la ricerca italiana sui vaccini tocca il nervo scoperto dellascienza

Simone Di Meo

I vaccini sono prodotti in sicurezza? Eche cosa contengono? Le risposte aqueste due semplici domande, ottenutedal Corvelva (Coordinamento regionaleveneto per la libertà delle vaccinazioni)facendo analizzare a proprie spesediversi lotti pediatrici, rischiano di creareil più classico degli effetti slavina: da unsassolino che cade, si scatena unavalanga. Soprattutto perché contro il«Vaccingate» si stanno coalizzando forzeimponenti che, invece di chiarire,moltiplicano i dubbi.Secondo le indaginidi laboratorio del Corvelva (eseguitesecondo un duplice protocollo, biologicoe chimico) due vaccini in commerciopresenterebbero delle «impurità»potenzialmente dannose. E parliamo diDna fetale umano (con una percentualeche varia dall' 1,7 ai 3,7 microgrammi),diserbanti, glisofato, antibiotici eantimalarici. Nel caso del vaccino dellarosolia, mancherebbero invece gliantigeni. Il che significa che chiunque si sia vaccinato contro la malattia con quelfarmaco, è come se non l' avesse mai fatto.Il prossimo 8 gennaio, i rappresentantidell' associazione saranno in Polonia per discutere i risultati della loro ricerca. InItalia, la scoperta è stata però tacciata di antiscientificità e di sciatteria sì da farlaprecipitare nel girone urlante dei no-vax. Anche se la posizione del Corvelva è criticasul metodo, non sul merito della politica sanitaria. «Non discutiamo se i vaccinifacciano male, ma ci chiediamo: fanno davvero bene?», spiegano gli animatori dell'associazione. Che lamentano l' assoluto silenzio alle loro rimostranze da parte dell'Aifa, dell' Istituto superiore della sanità e dello stesso ministero della Salute.Nessuno - tranne l' Agenzia europea del farmaco che però ha rimandato alla suaarticolazione italiana - ha fugato i dubbi emersi dalle controanalisi. C' è inoltre dachiarire che il controllo qualità dei vaccini non ha carattere pubblico, e peraltromolto spesso le verifiche sui farmaci vengono fatte dalle stesse case

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produttrici.«Date la vostra evidenza scientifica che quanto da noi riportato è falso»,è la posizione del Corvelva alle contestazioni che arrivano da una parte dellacomunità scientifica sulla bontà della loro «inchiesta farmacologica». «Ripetete leanalisi con laboratori indipendenti, o mettetevi in contatto con chi le hacommissionate e confrontatevi sul dato. Manca il benché minimo interesse aldialogo, mancano le risposte alle richieste (pubbliche o private) dei propri cittadini,mancano le basi della democrazia».Dalle colonne di Repubblica, è infatti arrivata lascomunica di «130 scienziati» che, in una petizione, hanno sottolineato che «lasalute dei cittadini passa anche attraverso una corretta informazione» demolendo, inpratica, i risultati dell' analisi sui due vaccini «risultata carente sotto molti aspettidal punto di vista tecnico». Tra i firmatari, informa il quotidiano, ci sarebbero il«direttore dell' Agenzia europea del farmaco, Guido Rasi» e «vari membri dell'Accademia dei lincei», oltre che delle «università di tutta Italia» e dell'«Istitutosuperiore di sanità» e «quindici istituzioni straniere». Chi siano, però, tutti questiuomini di scienza non si sa. Infatti, non vengono citati e anche su fonti aperte èdifficile riuscire a identificarli compiutamente. Tant' è che l' associazione attacca:«Questi 130 nomi ci mettono la faccia con nome e cognome o dobbiamoaccontentarci che vengano menzionati una decina di esperti e per gli altri andiamosulla fiducia?».

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03/01/2019

Argomento: Sanità nazionale

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Tutti pazzi per l' autonomia Tredici regioni chiedono piùcompetenze e risorse

MATTEO PUCCIARELLI, SARA STRIPPOLI

Il caso Non solo il Nord: dossier apertianche in Campania, Puglia e CalabriaSolo Abruzzo e Molise non hanno avviatol' iter per i negoziati con lo Stato Di checosa stiamo parlando Tra un mese emezzo il presidente del ConsiglioGiuseppe Conte dovrebbe chiudere gliaccordi con le regioni Lombardia, Venetoed Emilia-Romagna. Agli enti localiverranno conferite maggioricompetenze. Il tema della cosiddetta"autonomia" è molto sentito dalla Lega,con i governatori Attilio Fontana(Lombardia) e Luca Zaia (Veneto) chepremono sull' acceleratore. Più freddo ilM5S, votatissimo nel Meridione, cheteme con le modifiche di acuire il divariotra Nord e Sud. GENOVA TORINO Sultavolo della ministra leghista agli Affariregionali Erika Stefani sono arrivatidossier da otto regioni: Lombardia,Veneto ed Emilia- Romagna sono state leprime tre, e il loro iter è il più avanzato. Poi anche Piemonte, Liguria, Toscana,Marche e Umbria hanno presentato ufficialmente richieste di accordo. Ma non finiscequi, perché come spiega un dossier del servizio studi del Senato anche Lazio eCampania hanno conferito mandato di avviare i negoziati con il governo mentreBasilicata, Puglia e Calabria si stanno organizzando per farlo. Quindi delle 15 regioniitaliane a statuto ordinario, solo Abruzzo e Molise per adesso sembrano soddisfattedegli attuali assetti. " Verso un regionalismo differenziato", è il titolo dello studio diPalazzo Madama. Più neutro rispetto al concetto di autonomia, praticamentefondativo per la Lega. L' articolo 116 della Costituzione, terzo comma, prevede chela legge ordinaria possa attribuire alle regioni « ulteriori forme e condizioniparticolari di autonomia » sulla base di un' intesa fra lo Stato e la regioneinteressata. Ma la norma costituzionale, introdotta in occasione del riordino del titoloV della Costituzione del 2001, finora non è mai stata attuata. Per questo sul comearrivarci non esiste una regola chiara e uguale per tutti. Lombardia e Veneto ad

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esempio fecero prima un referendum regionale. Tutti gli altri invece si sono limitatial voto delle rispettive assemblee elettive. Comunque sia, la regione stessa è l'unico soggetto titolato ad avviare il procedimento. Dopodiché ogni regione, neirispettivi dossier, cita competenze diverse da "strappare" allo Stato. La Campania adesempio si limita a sanità, beni culturali e paesaggistici, tutela dell' ambiente e dell'ecosistema. Il Lazio aggiunge governo del territorio e rapporti internazionali e con l'Unione europea. La Liguria chiede di poter intervenire su grandi reti di trasporto e dinavigazione, ordinamento della comunicazione, previdenza complementare eintegrativa, coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; laToscana nell' elenco ci mette anche l' accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati. Sulpiano " ideologico", il modello piemontese - entro marzo Sergio Chiamparino confidadi far portare in Consiglio dei ministri anche il proprio accordo - è più simile a quelloproposto dall' Emilia- Romagna, a sua volta piuttosto diverso da quello di Lombardiae Veneto, entrambe amministrate dal Carroccio. Il vicepresidente del Piemonte AldoReschigna spiega che a differenza di queste ultime due «noi non ipotizziamo unaspecie di macro- regione in contrasto con lo Stato. Puntiamo alla qualità e non allaquantità». La Costituzione, come detto, non prevedeva un percorso preciso. Ilgoverno giallo- verde ha optato per chiudere entro il 15 febbraio con le prime treregioni, con la firma tra i presidenti Attilio Fontana, Luca Zaia e Stefano Bonaccini eil premier Giuseppe Conte. Ma poi mancherà l' ultimo passaggio: la maggioranzaqualificata del Parlamento dovrà trasformare le intese in legge. © RIPRODUZIONERISERVATA Avanzate istanze diverse Il Lazio mira anche alla gestione diretta deirapporti con l' Ue e di quelli internazionali.