02/02/2014 1 La valutazione del sistema scuola MIUR USR per la Toscana Direzione Generale Rita...
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La valutazione del sistema scuola
MIUR
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Direzione Generale
Rita Gaeta
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La valutazione rappresenta uno snodo cruciale dal quale far partire il processo di rinnovamento del sistema di istruzione e formazione
Sin dagli anni novanta del secolo scorso il processo di decentramento amministrativo che ha portato al riconoscimento dell’autonomia scolastica ha comportato la necessità di operare una verifica complessiva dell’organizzazione e del funzionamento dei vari comparti della Pubblica Amministrazione
La valutazione
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Il riconoscimento alle istituzioni scolastiche dell’autonomia funzionale non ha prodotto sul piano normativo la necessaria regolamentazione di un sistema di valutazione attraverso il quale le istituzioni scolastiche e formative potessero esercitare in maniera responsabile l’autonomia
Per realizzare in modo efficace e compiuto l’autonomia scolastica è necessario un efficace sistema di controllo (finora attraverso l’INVALSI viene attuata la sola rilevazione degli apprendimenti)
La valutazione non va intesa come una mera operazione di controllo quanto invece come l’analisi degli esiti confrontati con gli obiettivi e i risultati attesi
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Il significato dei processi integrati che sono alla base di un sistema di valutazione si fonda sulla consapevolezza che l’azione pubblica è finalizzata a garantire il massimo benessere dei cittadini rendendo conto dell’utilizzo delle risorse
La cultura della valutazione, che con molta difficoltà si sta diffondendo nella scuola italiana, deve svincolarsi da quell’alone punitivo che l’accompagna e deve invece essere intesa come un indispensabile spazio per la valorizzazione, funzionale alla diffusione della “cultura del risultato” e del servizio nelle pubbliche amministrazioni a fronte di un definitivo superamento dell'autoreferenzialità
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• valutazione interna affidata a personale dell’istituzione scolastica che si traduce nei processi di autovalutazione
• valutazione esterna effettuata da personale esterno all’istituzione scolastica ( enti specializzati o INVALSI) ed è finalizzata a valutare elementi di sistema
Soggetti che conducono la valutazione
• valutazione degli individui rivolta ad accertare il livello di conoscenza, abilità e competenze conseguite da una persona
• la valutazione delle azioni formative che riguarda la qualità e l’ efficacia delle strategie poste in essere dagli operatori della scuola
Oggetto della valutazione
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• la valutazione degli indirizzi di fondo• la valutazione del sistema nazionale• la valutazione delle singole istituzioni scolastiche
A livello strutturale
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D.lgs n. 286/1999 - “ Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma dell'articolo 11 della Legge n.59/1997”
QUADRO GIURIDICO
Legge n.53/2003 - “ Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”;art.3 - “ Valutazione degli apprendimenti e della qualità del sistema educativo di istruzione e formazione”.
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D.lgs 286/2004 - “ Istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, nonché di riordino dell’omonimo istituto, a norma degli artt. 1 e 3 della legge 28 marzo 2003, n.53”.
(L’INVALSI , Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, agenzia esterna ma soggetta alla vigilanza del MIUR che individua le priorità strategiche delle quali l’istituto deve tener conto per programmare la propria attività. La valutazione delle priorità tecnico-scientifiche da perseguire e attuare resta invece riservata all’istituto)
QUADRO GIURIDICO
DPR 122/2009 - “ Regolamento recante coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni“
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D.lgs 150/2009 - imponente decreto (74 articoli) che modifica in parte le norme sul pubblico impiego disciplinate dal D.lgs 165/2001. Fulcro di questa riforma è la valorizzazione del merito finalizzata al miglioramento dei risultati e delle performance dei singoli dipendenti e dei dirigenti per assicurare una maggiore efficienza organizzativa.
Titolo IIMisurazione, valutazione e trasparenza della
performance.Capo I
Disposizioni generaliArt.2 Oggetto e finalità
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1. Le disposizioni contenute nel presente Titolo disciplinano il sistema di valutazione delle strutture e dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche il cui rapporto di lavoro è disciplinato dall'art.2,comma 2, del decreto legislativo 165/2001, al fine di assicurare elevati standard qualitativi ed economici del servizio tramite la valorizzazione dei risultati e della performance organizzativa ed individuale.
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L’introduzione di un nuovo sistema di valutazione, oltre ad allineare il nostro paese al resto d’Europa, dovrebbe consentire di migliorare l' efficacia formativa delle istituzioni scolastiche, attraverso una sistematica e sinergica attività di collaborazione tra tre istituzioni:•Invalsi che sosterrà le scuole nei loro piani di miglioramento•Ispettori che supporteranno l’attività di valutazione esterna •Scuole che procedono all’autovalutazione
Lo scenario
E’ importante sottolineare che gli esiti della valutazione non sono finalizzati né finalizzabili a procedure di carattere sanzionatorio: la mancanza di una cultura della valutazione nel nostro paese è da collegare soprattutto a questo fallace preconcetto (vedi prove INVALSI..)
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Il modello CAF come strumento di autovalutazione delle Pubbliche Amministrazioni
Qualsiasi organizzazione e principalmente le organizzazioni scolastiche, definite complesse e “a legami deboli”, per migliorare le proprie attività e l’erogazione del servizio offerto, non possono prescindere dall’utilizzo sistematico e “olistico” di strumenti di autovalutazione tali da rendere conto delle scelte e delle strategie adottate per motivare in modo coerente e trasparente l’utilizzo di risorse pubbliche ( cfr. il bilancio sociale).
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Dalla validazione europea a quella nazionale: il ruolo del DPF e di Formez
Il modello CAF è stato scelto a livello europeo quale strumento comune ( derivato dal TQM) in grado di essere utilizzato nelle PP. AA. a tutti i livelli ( europeo, federale, nazionale, regionale o locale..) per introdurre i principi della qualità anche nel settore pubblico e migliorare l’efficienza organizzativa a partire da una vera e propria diagnosi organizzativa mirata a individuare i punti di forza e di debolezza presenti all’interno dell’organizzazione
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L’introduzione della versione Education del modello CAF ( 2010) ha rappresentato un significativo passo verso la diffusione del modello all’interno delle istituzioni scolastiche europee e anche italiane. Nell’ambito del processo di modernizzazione della Pubblica amministrazione, il DPF in collaborazione con il Formez si è impegnato a diffondere il CAF a livello nazionale per incrementare il livello di efficacia ed efficienza delle organizzazioni pubbliche ed elevarne la qualità complessiva del servizio reso alla collettività NB: II CAF è soltanto uno dei modelli per condurre l'autovalutazione
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L’esperienza in Toscana
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Nel 2007 il CIPAT ( Consorzio a cui aderiscono più di 40 istituti professionali e tecnici ) recupera l’ esperienza pregressa in tema di politica della qualità e si fa promotore della diffusione del modello Caf nelle scuole toscane
La Regione Toscana con la Delibera GRT n. 910/2009, riconosce il modello europeo CAF come sistema di qualità valido per le istituzioni scolastiche ai fini del dispositivo di accreditamento delle scuole.
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L’introduzione del modello CAF in Toscana
Anno 2009-2010 - 1° Corso CAF
19 scuole partecipanti 6 candidate all’ECU Label 2011; (3 lo
hanno ottenuto : ITI Fermi e ITI Marconi di Pontedera e Circolo Didattico 5 di Pistoia; ISI di Barga finalista al Premio PPAA scuola)
57 corsisti formatiRita Gaeta
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Progetto CAF Scuole ToscaneAnno 2010/11
Una giornata di formazione (2 marzo 2011), aperta e gratuita, sulle esperienze toscane di applicazione finalizzata alla partecipazione al PEF
Incontro di diffusione a Pisa (18 aprile 2011, scuole partecipanti delle province di PI, LU, LI)
Costituzione di un Coordinamento di 10 persone aperto per lo sviluppo e la gestione (riunito più volte, anche per attività formativa e di riflessione sull’utilizzo del CAF)
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Anno 2010-2011
2° Corso CAF (concluso) 6 scuole partecipanti 22 corsisti formati
3° corso CAF (concluso) 13 scuole della provincia di Massa
40 corsisti 1° corso per “valutatori” CAF (concluso)
studio di caso, per padroneggiamento del modello una ventina di partecipanti
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Anno 2011-2012
4° Corso CAF (si conclude il 12 settembre) 8 scuole partecipanti (5 istituti del II ciclo – 3 Istituti del I
ciclo) 43 corsisti formati
5° corso CAF (si è concluso il 6 settembre) 6 scuole della provincia di Massa (tutti istituti del II ciclo)
31 corsisti NB: il corso è stato parzialmente finanziato dalla Provincia di Livorno
(tramite Livorno Sviluppo)
Corsisti toscani formati all’agosto 2012 in totale 193
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La situazione oggi in Toscana
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Il Protocollo di intesa tra USR Toscana, DFP CNRCAF, CIPAT, Regione Toscana
La stesura del Protocollo d’intesa siglato il 23 marzo 2012 segna un’importante inversione di tendenza nella attiva partecipazione dell’USR Toscana per favorire la diffusione del modello CAF nelle scuole toscane.
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L’USR Toscana si impegna a: diffondere la conoscenza del CAF come supporto alla
crescita della cultura manageriale delle istituzioni scolastiche toscane, in particolare nelle scuole primarie, secondarie di primo grado e negli istituti comprensivi;
attivare una formazione rivolta ai dirigenti scolastici (alcuni neoassunti a conclusione del concorso ordinario per DS ) e ai docenti;
collaborare con la Regione Toscana e con il CIPAT per l’individuazione di indicatori di risultato che favoriscano la crescita del confronto tra le scuole e la diffusione delle buone pratiche.
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La Regione Toscana:
oltre ad accogliere suggerimenti di flessibilità per favorire il passaggio al modello CAF, parteciperà al costituendo gruppo di lavoro per la definizione degli indicatori di risultato; inoltre è interessata alla proposta di sperimentare la manutenzione del modello per le scuole superiori accreditate
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Direzione GeneraleIl Dipartimento Funzione Pubblica:
CIPAT svolgerà il lavoro di coordinamento delle iniziative
realizzerà un corso per facilitatori CAF, con persone che provengono dall’esperienza CAF nella propria scuola
metterà a disposizione il Centro Risorse, la formazione, il tutoraggio della sperimentazione toscana post ECU L
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Le attività previste per il 2012-2013
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Direzione Generale
Costituzione del Gruppo di coordinamento regionale composto da:Due rappresentanti della RegioneUn rappresentante dell’osservatorio scolastico regionaleDue rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale per la ToscanaUn dirigente scolastico di istituto comprensivoUn dirigente scolastico di liceoUn dirigente scolastico istituto professionaleUn dirigente scolastico di istituto tecnicoDue rappresentanti del Cipat
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Organizzazione entro il mese di ottobre 2012 da incontri di informazione interprovinciali rivolti ai Dirigenti scolastici degli istituti comprensivi toscani
Raccolta delle adesioniOrganizzazione dei corsi di formazione
rivolti ai Dirigenti scolastici e ai docenti delle scuole che adotteranno il modello CAF (entro la fine dell’anno scolastico)
Ogni corso organizzato dall’USR Toscana avrà la durata di 4 giorni di otto ore ciascuno.
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