02 Europa arrivano i cittadini

4
Il referendum sull’euro ha tanti aspetti e molte implicazioni econo- miche difficili da spiegare. Uno più importante di altri, banale ma deter- minante: il parere degli italiani. L'Italia ha perso la sua sovranità monetaria senza che i cittadini fos- sero interpellati. Nessuno ci ha spiegato i pro e i contro, i rischi e le opportunità e un eventuale piano B di uscita in caso di fallimento. Hanno espropriato gli italia- ni della loro moneta trattandoli da sudditi. Per questo motivo è necessario dare loro la parola con un referendum. È necessario ristabilire il principio sancito nel primo articolo della carta costituzionale, secondo cui «La sovranità ap- partiene al popolo». Dare parola al popolo si- gnifica innescare un processo di formazione e informazione dei cittadini. Economisti saranno chiamati a spiegare i pro e i contro della scelta. Ci sarebbero discussioni e approfondimenti in I giovani veri sconfitti Il grande capitale umano che stiamo sprecando Oggi appare chiaro che il sistema della delega ai partiti ha esaurito il suo ruolo di rappresentanza I cittadini non possono vincere nel Paese, se non sono presenti nelle istituzioni Temi dal blog www.ilmovimentodeicittadini.it Abbiamo perso la sovranità monetaria senza essere stati interpellati ogni angolo del paese. TV e gior- nali dovrebbero necessariamente parlarne. Incominceremo a capire l’importanza di una moneta so- vrana e del potere che ci è stato sottratto, svenduto senza il nostro parere alle logiche della finanza globale. Una decisione che coin- volgerebbe famiglie intere co- stringendole a discutere e ad approfondire ogni aspetto del problema. Qualunque sia poi la scelta, impareremo ad assumerci le respon- sabilità come popolo e come comunità. Dob- biamo avere fiducia in noi stessi. Spiegare ai nostri figli l’importanza della scelta, la re- sponsabilità che essa avrà su di loro. Insegna- re loro l’importanza dell’essere informati e partecipi della costruzione del proprio futuro. Pensiamo di non essere all’altezza? Allora meritiamo di essere governati da gente come Berlusconi. A voi la scelta. Giovanni Erra Si parla spesso, per quanto riguarda l’Unio- ne Europea, di deficit democratico, riferen- dosi a una serie di funzionamenti, peculiari della UE, che ne fanno un’istituzione “a de- mocrazia imperfetta”. Le sue maggiori isti- tuzioni, infatti, essendo espressione dei go- verni locali e non del suo Parlamento, risul- tano per lo più composte di individui nomi- nati da altri nominati, in un allontanamen- to deleterio dal contatto primario, e necessa- rio in una democrazia, con la volontà popo- lare. Il Parlamento Europeo, poi, fa eccezio- ne al normale funzionamento dei parlamenti, e non è abilitato a presentare suoi disegni di legge, ma può solo emendare e approvare le leggi proposte dalla Commissione. Va detto che l’UE ha caratteri di particolare mostruo- sità funzionale in ragione della propria natu- ra ibrida (né semplice organizzazione inter- governativa, né ancora vero Stato Federale), ma che il deficit democratico è in realtà la distorsione storica che stanno vivendo tutte le democrazie occidentali. Basate sui partiti, esse sono affette ormai da tratti tristemente comuni: la trasformazione delle originarie passioni in carriere personali; il costituirsi - per l’eccessiva persistenza dei rappresentanti nella vita politica- di rapporti di vicinanza scandalosi e disfunzionali con gli altri poteri (finanza, industria), che le hanno rese ormai incapaci e inadatte a realizzare vera ed effi- cace rappresentanza. Oggi appare chiaro che il sistema della delega ai partiti abbia esauri- to il suo potenziale, e che un nuovo ciclo storico debba necessariamente cominciare. Dove i cittadini, consapevoli e coinvolti nei bisogni della comunità, risultano i più adatti ad occuparsi di politica, cioè di se stessi. In questo quadro il M5S, che ha fondato se stes- so sulla necessità dei cambiamenti metodolo- gici della rappresentanza, si posiziona in Eu- ropa come un’avanguardia politica di portata storica. I cittadini non possono vincere nel Paese, se non sono presenti nelle istituzio- ni: dal prossimo 26 maggio la rivoluzionaria semplicità di quest’idea farà il suo ingresso nel Parlamento Europeo. Silvana Giannuzzi Referendum sull’Euro: dobbiamo scegliere noi La sensazione diffusa è che le elezioni europee siano solo un sondaggio sul consenso di cui godono le varie forze politiche, ma che non si ripercuotano nella vita di tutti i giorni. Questa sensazione, però, non risponde alla realtà. In- fatti, dipende da scelte europee -appoggiate in Italia da esecutivi PD e PDL- l’approvazione di stringenti vincoli economici (come il Fiscal Compact) che limitano fortemente le capacità di spesa dello Stato e degli enti locali, cosi da innalzare la pressione fiscale e strozzare le possibilità di ripresa della nostra l’economia. Al contempo, l’Italia ha accettato supina- mente tali accordi, senza battersi per l’unifica- zione dei sistemi fiscali. In un sistema econo- mico unificato, si assiste all’assurdo per cui convivono Paesi con una pressione fiscale estremamente blanda (come per esempio il Lussemburgo), o con un costo della vita molto basso (es. Paesi dell’est), che concorrono alla pari con altri (come l’Italia) ove l’elevata pres- sione fiscale pesa sia sui salari che sui costi delle imprese, spingendo queste ultime a delo- calizzare, con evidenti ripercussioni occupa- zionali. Dall’Europa, poi, derivano i vincoli posti ad alcune produzioni (es. latte), o l’assi- milazione di prodotti di scadente qualità con eccellenti prodotti italiani che prima domina- vano i mercati (formaggi o vini). Così come gli accordi conclusi dall’UE con il Marocco hanno fatto sì che il costo delle arance norda- fricane fosse più basso di quelle italiane, con gravi riflessi sulle produzioni calabresi e sici- liane. Queste scelte nefaste, insieme ad una moneta troppo forte per la nostra economia, hanno poi inciso negativamente sulle esporta- zioni. Emerge così l’urgenza delle risposte che la politica europea deve saper offrire per rea- lizzare un ordinamento che garantisca maggio- re giustizia sociale, e ponga al centro non più le esigenze dei mercati e della finanza, ma quelle dei popoli. Domenico Damiano Quanto conta l’Europa? Volantino di propaganda Da un’idea di Giovanni Erra con la collaborazione di Silvana Giannuzzi, Tommaso Malerba, Marco Cuomo, Davide Gatto, Giuseppe Capurso, Gennaro Cozzolino Nel programma per le Europee uno dei sette punti, che il Movimento 5 Stelle intende evidenziare, è quello inerente il Finanziamento per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazio- nali interni”. Va tutelata la produzione na- zionale anche con agevolazioni fiscali; se si applicassero i veri costi di trasporto e si te- nesse conto del danno derivante dalla distru- zione ambientale, il prodotto nazionale sa- rebbe più conveniente di quello estero. Ma è fondamentale anche salvaguardare la salute del consumatore! Questo si ottiene usando prodotti italiani che sono iper-controllati, a differenza di quelli che provengono dall'e- stero, soprattutto da Paesi che non hanno gli stessi divieti di utilizzo di pesticidi. In 10 anni hanno cessato l'attività 1 milione di par- tite IVA agricole; nei primi nove mesi del concentrato di provenienza cinese), il 50% del grano per il pane, il 40% del grano per la pasta, il 40% del latte, il 40% della carne. Inoltre, l'abbandono delle campagne com- porta una mancata tutela del territorio ed un aumento delle superfici cementate. Bisogna combattere le lobby, le multinazionali che consentono di chiamare “succo di frutta” qualcosa che contiene anche meno del 20% di vera frutta!! Per non parlare di veri e pro- pri cartelli di matrice delinquenziale che gestiscono il settore: il mercato ortofruttico- lo di Fondi (LT) era in mano alla mafia ed alla camorra!! Far ripartire l'economia italiana passa obbligatoriamente per il rilancio della AGRICOLTURA E DEL- LA ZOOTECNIA. Ci sono 50 miliardi di euro da utilizzare con oggettività e tanta ONESTA'! Giuseppe Capurso Dall’agricoltura una spinta all’economia L’unico effetto evidente della terapia- Europa, sembra essere l’aumento della di- soccupazione, la ghettizzazione definitiva di un’intera generazione di giovani. L’Italia si sta trasformando in un serbatoio di manodo- pera a buon mercato. La nuova guerra che l’Unione doveva evitare, sembra scoppiata comunque, senza morti evidenti, ma con pari conseguenze sugli Stati. Con il Fiscal Com- pact si rendono permanenti i piani di au- sterità. Ridurre il debito pubblico al 60% del PIL in vent’anni significa che dal 2015 al 2035 l’Italia dovrà fare manovre economi- che di almeno 50 miliardi l’anno senza poter intanto migliorare lo stato sociale, come con l’introduzione del reddito di cittadinanza. I milioni di giovani fuori da caste e palazzi sono gli irrimediabili sconfitti di questa nuo- va guerra mondiale, il capitale umano che stiamo sprecando. Claudio Maddaluno dei Cittadini ITALIANI 2013 hanno chiuso 32.500 stalle e aziende con 36.000 nuovi disoccupati, nel cui nume- ro non rientrano quelli che lavoravano nell'indotto (fornitori, assistenza, consulen- za...). L'Italia produce solo il 70% degli alimenti che consuma. Importiamo il 59% di "pomodoro fresco" (che in realtà spesso è Chiama il numero verde Chiama il numero verde per avere informazioni per avere informazioni sull’Europa e sull’Europa e sui diritti sui diritti dei cittadini dei cittadini 00 800 67891011

description

 

Transcript of 02 Europa arrivano i cittadini

Il referendum sull’euro ha tanti aspetti e molte implicazioni econo-miche difficili da spiegare. Uno più importante di altri, banale ma deter-minante: il parere degli italiani. L'Italia ha perso la sua sovranità monetaria senza che i cittadini fos-sero interpellati. Nessuno ci ha spiegato i pro e i contro, i rischi e le opportunità e un eventuale piano B di uscita in caso di fallimento. Hanno espropriato gli italia-ni della loro moneta trattandoli da sudditi. Per questo motivo è necessario dare loro la parola con un referendum. È necessario ristabilire il principio sancito nel primo articolo della carta costituzionale, secondo cui «La sovranità ap-partiene al popolo». Dare parola al popolo si-gnifica innescare un processo di formazione e informazione dei cittadini. Economisti saranno chiamati a spiegare i pro e i contro della scelta. Ci sarebbero discussioni e approfondimenti in

I giovani veri sconfitti Il grande capitale umano che

stiamo sprecando

Oggi appare chiaro che il sistema della delega ai partiti ha esaurito il suo ruolo di rappresentanza

I cittadini non possono vincere nel Paese, se non sono presenti nelle istituzioni

Temi dal blog www.ilmovimentodeicittadini.it

Abbiamo perso la sovranità monetaria senza essere stati interpellati

ogni angolo del paese. TV e gior-nali dovrebbero necessariamente parlarne. Incominceremo a capire l’importanza di una moneta so-vrana e del potere che ci è stato sottratto, svenduto senza il nostro parere alle logiche della finanza globale. Una decisione che coin-volgerebbe famiglie intere co-

stringendole a discutere e ad approfondire ogni aspetto del problema. Qualunque sia poi la scelta, impareremo ad assumerci le respon-sabilità come popolo e come comunità. Dob-biamo avere fiducia in noi stessi. Spiegare ai nostri figli l’importanza della scelta, la re-sponsabilità che essa avrà su di loro. Insegna-re loro l’importanza dell’essere informati e partecipi della costruzione del proprio futuro. Pensiamo di non essere all’altezza? Allora meritiamo di essere governati da gente come Berlusconi. A voi la scelta. Giovanni Erra

Si parla spesso, per quanto riguarda l’Unio-

ne Europea, di deficit democratico, riferen-

dosi a una serie di funzionamenti, peculiari

della UE, che ne fanno un’istituzione “a de-

mocrazia imperfetta”. Le sue maggiori isti-

tuzioni, infatti, essendo espressione dei go-

verni locali e non del suo Parlamento, risul-

tano per lo più composte di individui nomi-

nati da altri nominati, in un allontanamen-

to deleterio dal contatto primario, e necessa-

rio in una democrazia, con la volontà popo-

lare. Il Parlamento Europeo, poi, fa eccezio-

ne al normale funzionamento dei parlamenti,

e non è abilitato a presentare suoi disegni di

legge, ma può solo emendare e approvare le

leggi proposte dalla Commissione. Va detto

che l’UE ha caratteri di particolare mostruo-

sità funzionale in ragione della propria natu-

ra ibrida (né semplice organizzazione inter-

governativa, né ancora vero Stato Federale),

ma che il deficit democratico è in realtà la

distorsione storica che stanno vivendo tutte

le democrazie occidentali. Basate sui partiti,

esse sono affette ormai da tratti tristemente

comuni: la trasformazione delle originarie

passioni in carriere personali; il costituirsi -

per l’eccessiva persistenza dei rappresentanti

nella vita politica- di rapporti di vicinanza

scandalosi e disfunzionali con gli altri poteri

(finanza, industria), che le hanno rese ormai

incapaci e inadatte a realizzare vera ed effi-

cace rappresentanza. Oggi appare chiaro che

il sistema della delega ai partiti abbia esauri-

to il suo potenziale, e che un nuovo ciclo

storico debba necessariamente cominciare.

Dove i cittadini, consapevoli e coinvolti nei

bisogni della comunità, risultano i più adatti

ad occuparsi di politica, cioè di se stessi. In

questo quadro il M5S, che ha fondato se stes-

so sulla necessità dei cambiamenti metodolo-

gici della rappresentanza, si posiziona in Eu-

ropa come un’avanguardia politica di portata

storica. I cittadini non possono vincere nel

Paese, se non sono presenti nelle istituzio-

ni: dal prossimo 26 maggio la rivoluzionaria

semplicità di quest’idea farà il suo ingresso

nel Parlamento Europeo. Silvana Giannuzzi

Referendum sull’Euro: dobbiamo scegliere noi

La sensazione diffusa è che le elezioni europee

siano solo un sondaggio sul consenso di cui

godono le varie forze politiche, ma che non si

ripercuotano nella vita di tutti i giorni. Questa

sensazione, però, non risponde alla realtà. In-

fatti, dipende da scelte europee -appoggiate in

Italia da esecutivi PD e PDL- l’approvazione

di stringenti vincoli economici (come il Fiscal

Compact) che limitano fortemente le capacità

di spesa dello Stato e degli enti locali, cosi da

innalzare la pressione fiscale e strozzare le

possibilità di ripresa della nostra l’economia.

Al contempo, l’Italia ha accettato supina-

mente tali accordi, senza battersi per l’unifica-

zione dei sistemi fiscali. In un sistema econo-

mico unificato, si assiste all’assurdo per cui

convivono Paesi con una pressione fiscale

estremamente blanda (come per esempio il

Lussemburgo), o con un costo della vita molto

basso (es. Paesi dell’est), che concorrono alla

pari con altri (come l’Italia) ove l’elevata pres-

sione fiscale pesa sia sui salari che sui costi

delle imprese, spingendo queste ultime a delo-

calizzare, con evidenti ripercussioni occupa-

zionali. Dall’Europa, poi, derivano i vincoli

posti ad alcune produzioni (es. latte), o l’assi-

milazione di prodotti di scadente qualità con

eccellenti prodotti italiani che prima domina-

vano i mercati (formaggi o vini). Così come

gli accordi conclusi dall’UE con il Marocco

hanno fatto sì che il costo delle arance norda-

fricane fosse più basso di quelle italiane, con

gravi riflessi sulle produzioni calabresi e sici-

liane. Queste scelte nefaste, insieme ad una

moneta troppo forte per la nostra economia,

hanno poi inciso negativamente sulle esporta-

zioni. Emerge così l’urgenza delle risposte che

la politica europea deve saper offrire per rea-

lizzare un ordinamento che garantisca maggio-

re giustizia sociale, e ponga al centro non più

le esigenze dei mercati e della finanza, ma

quelle dei popoli. Domenico Damiano

Quanto

conta l’Europa?

Volantino di propaganda

Da un’idea di Giovanni Erra con la collaborazione di

Silvana Giannuzzi, Tommaso Malerba, Marco Cuomo, Davide Gatto, Giuseppe Capurso, Gennaro Cozzolino

Nel programma per le Europee uno dei sette

punti, che il Movimento 5 Stelle intende

evidenziare, è quello inerente il

“Finanziamento per attività agricole e di

allevamento finalizzate ai consumi nazio-

nali interni”. Va tutelata la produzione na-

zionale anche con agevolazioni fiscali; se si

applicassero i veri costi di trasporto e si te-

nesse conto del danno derivante dalla distru-

zione ambientale, il prodotto nazionale sa-

rebbe più conveniente di quello estero. Ma è

fondamentale anche salvaguardare la salute

del consumatore! Questo si ottiene usando

prodotti italiani che sono iper-controllati, a

differenza di quelli che provengono dall'e-

stero, soprattutto da Paesi che non hanno gli

stessi divieti di utilizzo di pesticidi. In 10

anni hanno cessato l'attività 1 milione di par-

tite IVA agricole; nei primi nove mesi del

concentrato di provenienza cinese), il 50%

del grano per il pane, il 40% del grano per

la pasta, il 40% del latte, il 40% della carne.

Inoltre, l'abbandono delle campagne com-

porta una mancata tutela del territorio ed un

aumento delle superfici cementate. Bisogna

combattere le lobby, le multinazionali che

consentono di chiamare “succo di frutta”

qualcosa che contiene anche meno del 20%

di vera frutta!! Per non parlare di veri e pro-

pri cartelli di matrice delinquenziale che

gestiscono il settore: il mercato ortofruttico-

lo di Fondi (LT) era in mano alla mafia ed

alla camorra!! Far ripartire l'economia

italiana passa obbligatoriamente per il

rilancio della AGRICOLTURA E DEL-

LA ZOOTECNIA. Ci sono 50 miliardi di

euro da utilizzare con oggettività e tanta

ONESTA'! Giuseppe Capurso

Dall’agricoltura una spinta all’economia L’unico effetto evidente della terapia-Europa, sembra essere l’aumento della di-soccupazione, la ghettizzazione definitiva di un’intera generazione di giovani. L’Italia si sta trasformando in un serbatoio di manodo-pera a buon mercato. La nuova guerra che l’Unione doveva evitare, sembra scoppiata comunque, senza morti evidenti, ma con pari conseguenze sugli Stati. Con il Fiscal Com-pact si rendono permanenti i piani di au-sterità. Ridurre il debito pubblico al 60% del PIL in vent’anni significa che dal 2015 al 2035 l’Italia dovrà fare manovre economi-che di almeno 50 miliardi l’anno senza poter intanto migliorare lo stato sociale, come con l’introduzione del reddito di cittadinanza. I milioni di giovani fuori da caste e palazzi sono gli irrimediabili sconfitti di questa nuo-va guerra mondiale, il capitale umano che stiamo sprecando. Claudio Maddaluno

dei

Cittadini

ITALIANI

2013 hanno chiuso 32.500 stalle e aziende

con 36.000 nuovi disoccupati, nel cui nume-

ro non rientrano quelli che lavoravano

nell'indotto (fornitori, assistenza, consulen-

za...). L'Italia produce solo il 70% degli

alimenti che consuma. Importiamo il 59%

di "pomodoro fresco" (che in realtà spesso è

Chiama il numero verde Chiama il numero verde per avere informazioni per avere informazioni sull’Europa e sull’Europa e sui diritti sui diritti dei cittadinidei cittadini

00 800 67891011

Per partecipare contattaci su Facebook oppure scrivi a [email protected]

Una delle obiezioni con le quali viene liqui-

data l’ipotesi di uscire dall’euro è che non

sia giuridicamente perseguibile, perché l’a-

desione all’euro sarebbe una condizione

“blindata” nei trattati. Cominciamo col dire

che in generale non esistono nella storia

umana trattati da cui è impossibile uscire, si

configurerebbero come documenti coercitivi

e non più come trattati (cioè patti tra popoli,

stretti e rispettati, in piena libertà). Esistono

piuttosto (come, nel nostro caso, quello di

Maastricht) trattati che non includono

nel proprio corpo le clausole di recesso. In

casi come questo bisogna ricorrere alla legi-

slazione di ordine superiore per riferimento.

L’esecuzione dei trattati internazionali è

disciplinata dalla Convenzione di Vienna

del 1969. Essa fornisce in realtà almeno 3

strade per l’uscita. 1) L’art. 56 della Con-

venzione stabilisce che, nel caso di trattati

Le elezioni Europee ormai sono alle porte: è

importante per i cittadini arrivare al voto con

il maggior livello di conoscenza e consape-

volezza possibile, visto l’importanza che le

scelte dell’Unione hanno nel determinare e

condizionare le politiche economiche degli

Stati membri. In questi mesi i parlamentari

del MoVimento 5 Stelle, insieme ai loro col-

leghi in Commissione Finanze, hanno ascol-

tato in audizione il parere di importanti eco-

nomisti, sia a livello nazionale che interna-

zionale. Naturalmente ognuno ha illustrato

le proprie ricette, spesso in antitesi con quel-

le degli altri, per uscire dalla grande crisi

che attanaglia l’Europa. In particolare sono

state esaminate le prospettive della politica

tributaria e del settore bancario, nel quadro

dell’euro, in vista anche del prossimo seme-

stre di presidenza italiano dell’Unione. Vi

invito ad andare a visionare i podcast di que-

Tra i 7 punti del programma europeo del

M5S, c’è l’adozione degli Eurobond, indica-

ta come una delle soluzioni alla crisi

dell’Eurozona. Vediamo perché facendo un

passo indietro: prima dell’euro, i debiti era-

no contratti nella moneta del paese che ri-

chiedeva finanziamenti. Perciò quando il

debito aumentava troppo, lo Stato poteva

svalutare la propria moneta in modo che i

titoli di debito emessi (i bond) perdevano

valore e diveniva meno gravoso il debito.

Questo è ora impossibile perché gli Stati non

battono più moneta. Ed ecco che arriviamo

agli Eurobond, cioè i titoli di debito pubbli-

co dell’intera Unione: visto che abbiamo

perduto la possibilità di agire sulla svaluta-

zione per contenere il debito, a causa della

moneta comune, sarebbe giocoforza mettere

in comune anche i debiti (come logico in un

vero Stato federale), concentrandoli in seno

all’Unione Europea che avrebbe il potere di

emettere titoli per tutti i paesi UE. Gli Euro-

bond sarebbero titoli comunitari garantiti

dall’intera Unione. Il loro valore corrispon-

derebbe alla media dei valori delle economie

dell’UE. Il carico debitorio graverebbe in

uguale misura su tutti i paesi dell’UE e il

loro impiego costituirebbe un segnale forte

di solidarietà tra i paesi. Davide Gatto

Perché vogliamo gliPerché vogliamo gli EUROBONDEUROBOND

Sul sito del deputato Pisano i video delle audizioni dei migliori economisti italiani

Il Movimento ha ascoltato il parere di importanti economisti internazionali sul futuro dell’euro

Non esistono nella storia umana trattati da cui è impossibile uscire

ste conferenze che ho sistemato tutte insie-

me in una pagina del sito: http://

www.girolamopisano.it/. Abbiamo ascoltato

Gallo, Visco, Zingales, Rinaldi, Mosler,

Bagnai, Savona. La possibilità di adottare

una moneta a corso forzoso nel nostro paese

diversa dall’euro è un problema tremenda-

mente complesso che ha visto i migliori

economisti esprimersi in proiezioni sul futu-

ro con l’euro e sul futuro senza euro. In real-

tà allo stato attuale, le proiezioni sono davve-

ro discordanti tra loro. Nessuno naturalmente

ha la palla di vetro, e su certe materie, tre-

mendamente tecniche, e per certi versi im-

prevedibili, sicuramente sarebbe davvero più

agevole per i tecnici conoscere, attraverso

una consultazione popolare, quale è la posi-

zione in merito degli italiani: se continuare

con una casa monetaria comune, anche se

pesantemente riformata, oppure tentare di

adottare sistemi di circolazione della moneta

o delle monete decisamente diversi da quello

attuale. La risposta degli italiani potrebbe

farci propendere verso uno o un altro siste-

ma, che funzionerebbe negli anni a venire.

La cosa importante al momento resta l’infor-

marsi correttamente e discuterne.

Girolamo Pisano - Commissione Finanze

senza clausole di recesso, questo è possi-

bile se si dimostra che le parti intendeva-

no ammetterne la possibilità. Tale inten-

zione è facilmente sostenibile con riferi-

mento all’art. 50 del Trattato di Lisbona,

che prevede il diritto di recesso dall’Unio-

ne. Chiunque vede come l’uscita dall’UE

senza uscire dall’euro costituirebbe un non-

senso. 2) L’art. 60 stabilisce che, nel caso

www.beppegrillo.it - Non siamo né di Destra né di Sinistra ma siamo Avanti e vogliamo Volare Alto

Una delle obiezioni con le quali viene liquidata l’ipotesi di uscire dall’euro è che non sia giuridicamente perseguibile

in cui una parte abbia violato un trat-

tato multilaterale, la controparte dan-

neggiata può invocare questa violazio-

ne per sospendere l’applicazione del

trattato. Al proposito eminenti osserva-

tori internazionali attestano le violazioni

della Germania degli obblighi al coordi-

namento delle politiche economiche, nel

perseguire autonome politiche competiti-

ve che hanno concorso a creare gli squili-

bri oggi noti. 3)Agli artt. 61 e 62, infine,

la Convenzione accorda a uno Stato

sovrano il diritto di recedere da un

trattato qualora questo renda insoste-

nibile la situazione per quello Stato, o

se in generale siano mutate le circostanze

in base alle quali il trattato è stato sotto-

scritto. Come ammesso in uno studio del-

la stessa BCE, la Grecia potrebbe già av-

valersi di tale diritto. Silvana Giannuzzi

ai banchetti. Ogni

candidabile ha potuto

mostrare il suo curri-

culum e un video di

presentazione su uno

spazio messo a dispo-

sizione dal blog di

Beppe Grillo. Alle

votazioni online, con

doppio turno, potevano accedere tutti gli

iscritti al moVimento al 30 giugno 2013, e

certificati entro il 20 marzo 2014. Dopo i

due turni i cittadini scelti sono stati preva-

lentemente persone impegnate sui territori,

giovani con un buon curriculum e cono-

scenze delle lingue. Il 50% delle persone

scelte sono donne. Dare il potere ai cittadi-

ni (iscritti) per scegliere i propri candidati

elimina il sistema della candidatura legata

a lobby o gruppi di potere. Coloro che so-

no stati scelti non devono dar conto a nes-

suno se non ai cittadini che li eleggeranno.

Marco Cuomo

Sono stati scelti prevalentemente giovani, donne e laureati

Le modalità di scelta dei candidati del Movimento 5 Stelle

Col comunicato politi-

co numero cinquanta-

quattro, Beppe Grillo

dal suo blog ha indicato

le modalità di selezione

dei candidati per le ele-

zioni europee di fine

maggio 2014: gli iscritti

al moVimento 5 stelle

entro il 12 dicembre 2012 e certificati entro

il 20 marzo 2014, non svolgenti carica eletti-

va e non facenti parte di una lista certificata

partecipante alle elezioni amministrative

2014, con età di 25 anni o più al 25 maggio

2014, hanno ricevuto una mail con la richie-

sta di esprimere la volontà di candidarsi per

le elezioni europee nella propria circoscri-

zione di residenza. La possibilità di parteci-

pazione alla candidatura estesa a più iscritti

possibili, senza limitazioni particolari o re-

quisiti stringenti, ha prodotto un primo elen-

co di candidabili che comprendeva sia attivi-

sti di lunga data che simpatizzanti mai visti

Il M5S già in Europa Il M5S già in Europa con la battaglia sui con la battaglia sui costi di ricarica costi di ricarica

Quali conseguenze per i cittadini italiani quan-

do l’Europa emana le sue direttive? Basta l’e-

sempio della direttiva 2006/7/CE e recepita

dall'Italia nel 2008 e poi attuata con un decreto

il 30 marzo 2010. La direttiva mette a punto un

nuovo sistema di controllo delle acque, in par-

ticolare quelle del mare. Sono cambiati infatti i

parametri che vengono controllati e la frequen-

za dei campionamenti. Dai precedenti 12 para-

metri chimico-fisici e microbiologici, si passa

ad analizzare in modo vincolante solo la pre-

senza di due batteri indice di contaminazione

fecale, ovvero gli Enterococchi intestinali e

l'Escherichia coli. Contemporaneamente si so-

no alzati i limiti di balneabilità. Mari non bal-

neabili, con un semplice decreto, diventano

immediatamente balneabili. Ci guadagnano gli

stabilimenti balneari ma i cittadini? Il M5S di

Portici ha portato avanti una battaglia per de-nunciare questa situazione già nel 2012, evi-

denziando i rischi per la salute in particolar

modo per i bambini e gli anziani. Un piccolo

esempio per dimostrare l’importanza di portare

i cittadini nelle istituzioni Europee. G. ERRA

Le proposte del

Movimento 5 Stelle

Per l’Europa

Forse non tutti sanno che il Movimento 5

Stelle in Europa c'è da anni, certamente

non sotto forma di rappresentanza politica,

ma con azioni spontanee di molti cittadini

a 5 stelle, attuate tramite gli strumenti mes-

si a disposizione dall'UE. Un esempio

dell’efficacia di tali azioni è stato l'aboli-

zione dei costi di ricarica dei telefonini,

ad opera di Andrea d'Ambra, che nel

2006 fece partire una petizione captata e

rilanciata da Beppe Grillo tramite il suo

blog, che in 3 mesi raggiunse 300mila fir-

me subito inviate all'UE. In meno di un

anno, a seguito dei solleciti del blog di

Beppe Grillo, Agcom e Antitrust convoca-

rono Andrea d'Ambra in audizione e a

Marzo 2007, mentre i firmatari arrivavano

a 810mila, fu sancito per gli operatori tele-

fonici l’obbligo di abolire i costi di ricarica.

Informazioni su www.aboliamoli.eu e

www.andreadambra.eu. Walter Lutzu

Mare pulito o Mare pulito o balneabile?balneabile? Decide l’EuropaDecide l’Europa

Per partecipare contattaci su Facebook oppure scrivi a [email protected]

Il MES, detto anche scudo anti-spread o

fondo salva-stati, è istituito con modifiche

al Trattato di Lisbona nel marzo 2011 e rati-

ficato dal Parlamento italiano nel luglio

2012. Nasce come fondo finanziario euro-

peo per la stabilità della zona euro, ma ha

assunto la veste di organizzazione intergo-

vernativa. Ha il potere infatti di imporre

scelte di politica economica ai paesi aderenti.

Non era "obbligatorio" sottoscriverlo per la

permanenza in Europa, ma è stato inspiega-

bilmente approvato di slancio in Italia, nono-

stante le pesanti condizioni che ci impone

rischino di mettere in ginocchio il paese, tan-

to da sembrare solo un favore reso all'Europa

delle banche. Ci ha impegnati a partecipa-

re con 125 miliardi di euro, che dovranno

essere versati nei prossimi 5 anni. Inoltre,

gli stati membri, inclusi quelli della periferia,

Il 25 maggio siamo chiamati a restituire una

speranza, prima ancora che a noi stessi, alle

future generazioni. L'Europa che fino ad

oggi abbiamo conosciuto, è stata un percor-

so contraddittorio. Nata come comunità, si è

poi progressivamente imposta come un'unio-

ne, incentrata non su vincoli innanzitutto

morali e politici, bensì finanziari e commer-

ciali, in cui però non si è accettato il princi-

pio per cui l'interesse particolar/nazionale

doveva esser sacrificato in nome della crea-

zione di una superiore realtà. Negli ultimi

anni le istituzioni europee sono state sempre

più rispondenti a logiche bieche perché fi-

nanziarie e nazionalistiche: hanno fatto in-

tenzionalmente capitolare la Grecia, costrin-

gendola a condizioni infami, solo perché si

dovevano tutelare gli interessi di banche

tedesche e francesi che avevano comunque

finanziato il debito ellenico, pur sapendo che

Il Fiscal Compact, dicitura inglese del

“Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e

sulla governance nell'Unione economica e

monetaria”, è un accordo dell’Unione Euro-

pea siglato con un trattato internazionale il 2

marzo 2012, ed in vigore dal 1 gennaio

2013. Estende a tutti i membri dell’Unione

la disciplina fiscale incorporata nella costi-

tuzione tedesca. È fondamentalmente fina-

lizzato alla riduzione dei debiti sovrani dei

paesi membri. L’accordo prevede: l’inseri-

mento nelle costituzioni nazionali del pareg-

gio di bilancio; l’obbligo per tutti di non

superare la soglia del deficit strutturale dello

0,5%; una significativa riduzione del debito

al ritmo di un ventesimo all’anno per arriva-

re alla soglia del 60% sul PIL nell’arco di

un ventennio. Il provvedimento inaugura

una stagione e una politica dell’austerità,

che è stata criticata da tutto il mondo acca-

demico economico. Gli esperti sostengono

infatti che, in momenti di crisi, l’obbligo di

uno Stato non è il pareggio di bilancio ma il

suo contrario, spendere più di quanto entra

nelle casse dello Stato per salvare i suoi cit-

tadini. Mentre le conseguenze del Fiscal

Compact (in particolare per paesi fortemen-

te indebitati, come l’Italia) si annunciano

devastanti, per paesi come la Germania, con

un enorme surplus della bilancia commer-

ciale, non è un problema. Per Paesi come

l’Italia, per ridurre il debito ci sono solo 3

strade: 1) aumentare le tasse, con ulteriore

effetto depressivo sull’economia; 2) vende-

re il patrimonio pubblico (per la 3° volta

in 30 anni), cosa che avrebbe effetti minimi

e temporanei e, l’unico effetto di lungo ter-

mine, di dismettere altri pezzi della nostra

sovranità; 3) ridurre la spesa pubblica,

cioè tagliare i servizi, riducendo ulterior-

mente, per i prossimi 20 anni, la qualità di

scuola, sanità, welfare. Ciò che è certo, è

che nella situazione attuale queste riforme

determineranno un aumento della povertà,

della precarietà e della disoccupazione. Non

a caso la sua abolizione è uno dei punti del

nostro programma. Giuseppina Attianese

Bisogna andare in Europa e rinegoziare tutto. Solo una forza credibile lo può fare

i conti dello stato greco erano truccati. È

questa l'Europa per cui Spinelli, Schumann,

De Gasperi e Monet si erano spesi? È que-

sta l'Europa cui vogliamo affidare i nostri

figli? Ovviamente no! L'Europa che come

Movimento sogniamo è una comunità di

popoli, di civiltà, di culture, di lingue, un

insieme di diversità comunque tutte pronte

a riconoscersi ed a rispettarsi, eventualmen-

te intervenendo a difesa della componente

più debole, perché in una comunità tutti han-

no il dovere di prestarsi reciproco aiuto. Ed è

questo che ci distingue e differenzia rispetto

alle altre soggettività politiche: per noi si

vince tutti insieme. Noi siamo l'Europa non

del Fiscal Compact o del MES, o di altre

assurdità finanziarie, votate compattamente

da chi oggi sostiene di voler costruire un'al-

tra Europa. Noi siamo al contrario per l'Eu-

ropa degli ius, degli Erasmus, cioè di quei

progetti che hanno riguardato ormai centi-

naia di migliaia di giovani italiani che hanno

potuto studiare in altri paesi europei grazie al

superamento dell'ottica nazionalistica. Que-

sto meticciamento noi dobbiamo perseguire.

La nostra è un'altra idea di società, in cui la

cultura del dono, della gratuità, dell'ascolto,

si afferma perché si è capito che dalla scon-

fitta dell'uno non consegue che danno per

tutti gli altri. Nicola Morra

che il MES dovrebbe salvare, sono tenuti a

versare “incondizionatamente” e

“irrevocabilmente” nelle casse del MES tutte

le risorse che questo decidesse di richiedere.

Intanto i membri del MES sono, da statuto,

protetti da “totale immunità nell’esercizio

delle proprie funzioni”, così come l'operato

del MES, i suoi beni e patrimoni. Il MES è

strutturato come un istituto finanziario e

Stampato su carta riciclata 100%

Nato per salvare gli Stati ma di fatto è un potente strumento finanziario fuori dal controllo degli Stati

legittimato a fare affari: può concludere

accordi con istituzioni finanziarie e istituti

privati oltre a emettere strumenti finanzia-

ri e titoli, e acquistare titoli di stati

dell’eurozona. Ma cosa succederà se l’I-

talia non riuscirà a pagare? Verrà appli-

cato l’art. 9: entro sette giorni dal ricevi-

mento della richiesta, l’Italia dovrà prov-

vedere al pagamento; in caso di mancato

pagamento lo stato membro perde il di-

ritto di voto negli organismi decisionali

del MES, e dovrà cedere il controllo

delle proprie politiche economiche al

MES. Bisogna andare in Europa a rinego-

ziare tutto: solo una forza politica credibi-

le e coerente potrà farlo. Il MES è una

mostruosità incomprensibile al buon sen-

so, che il M5S intende affrontare in Euro-

pa con determinazione. Sergio Vaccaro

sa economica in ca-

so di crisi. In più,

come evidenziato da

ben 5 premi Nobel

per l’economia

(K.Arrow, P. Dia-

mond, W. Sharpe, E.

Maskin e R. Solow),

tale principio induce

addirittura le crisi a

peggiorare. In perio-

di di recessione, infatti, le entrate dello

stato diminuiscono, mentre aumenta il

costo degli ammortizzatori sociali. Se lo

Stato non può ricorrere al debito, può solo

intervenire con tagli ai servizi e aumenti

delle tasse, che aumentano la sofferenza

sociale, alimentando all’infinito la spi-

rale economica recessiva. Il Movimento

5 Stelle non ci sta. Il pareggio di bilancio,

elevato a valore costituzionale, è un altro

passo verso la distruzione dello Stato so-

ciale e verso la costruzione di uno Stato

che antepone regole contabili al benessere

e al progresso dei cittadini. Livio Ferraro

Se lo Stato non può ricorrere al debito, avremo solo tagli e aumenti delle tasse

Sono anni che gli attivisti del M5S denunciano il mancato rispetto delle regole europee di mercato e i principi di continuità territoriale. Dubbi legittimi sulla privatizzazione del grup-po Tirrenia, sull'abuso di posizione dominante nel golfo di Napoli, sul caro biglietto e altro, sono da tempo temi conosciuti dall'UE e dall'Antitrust che, grazie alle segnalazioni dei Meetup di Ischia e Procida, hanno portato alla condanna di Alilauro e Medmar a pagare una multa di € 170mila (AGCM 6/2012), all'aper-tura di una investigation da parte dell'UE a fine 2012, per quanto riguarda la privatizzazio-ne Caremar, e ad un procedimento in corso sul monopolio da parte degli armatori privati nei trasporti marittimi del Golfo di Napoli (AGCM proc.I689C). Il tutto mentre il senato-re De Siano era presidente della IV Commis-sione Trasporti Regione Campania. Info: goo.gl/kOB6kz W. Lutzu

Come parte degli

accordi sottoscritti

con il Fiscal Com-

pact (v.articolo), l’I-

talia si è impegnata

all’introduzione del

principio del pareg-

gio di bilancio nella

propria Costituzione.

Cosa che si è poi

provveduto a fare

con la definitiva approvazione, il 18 aprile

2012, della legge costituzionale n. 1/2012

che è entrata in vigore il 1° gennaio 2014.

Il pareggio di bilancio è quella condizio-

ne contabile che si verifica quando le usci-

te finanziarie, nel corso di un anno, egua-

gliano le entrate, evitando situazioni

di deficit (in cui lo stato spende più di

quanto guadagna ricorrendo al debito). Il

principio, così enunciato, potrebbe sembrare

positivo se non fosse che, inserire in Costitu-

zione tale principio, vuol dire escludere per

uno stato la possibilità di intervenire con

finanziamenti pubblici per sostenere la ripre-

ALLEANZA

TRA PAESI

DEL MEDITERRANEO

Il 25 maggio restituiamo una speranza, prima ancora che a noi stessi, alle future generazioni

Una comunità di popoli, di civiltà, di culture, di lingue pronte a riconoscersi ed a rispettarsi

L’idea di un’alleanza tra i Paesi mediterra-

nei per una politica comune è per Il M5S

una manovra concreta per rivalutare quei

Paesi, Italia, Francia, Spagna, Grecia e Por-

togallo, che più degli altri manifestano gli

effetti di un’economia a rilento e di una crisi

diffusa. Un’Europa a due velocità? Un Euro

nord ed un Euro sud? Sicuramente sì! A pat-

to, però, di non creare lo stesso assetto istitu-

zionale dell’eurozona, con l’Italia e la Fran-

cia ad assumere il ruolo della Germania del

Sud. Per evitare questo è necessario creare

un meccanismo che favorisca il bilancia-

mento tra i Paesi dell’Euro Sud, con una

moneta che aderisca meglio alle necessità di

sviluppo dei popoli. L’attuale moneta uni-

ca, infatti, ha un valore troppo alto sul

mercato dei cambi e ciò penalizza quei Pae-

si, Italia compresa, che svalutando in manie-

ra controllata la propria moneta potrebbero

meglio affermarsi sul mercato internaziona-

le. Un euro a 5 stelle, dunque, non solo per

il numero di Paesi aderenti, ma soprattutto

per la sua qualità. Elvira Santaniello

FISCAL COMPACT il trattato capestro

In Europa per i trasporti marittimi dal 2008

Per partecipare contattaci su Facebook oppure scrivi a [email protected]

Buona parte delle norma-

tive che regolano la ge-

stione dei rifiuti in Italia

oggi sono di derivazione

europea. Sebbene le di-

rettive europee, ed in par-

ticolare la direttiva sui

rifiuti 2008/98/CE, tracci-

no una gerarchia che in

teoria spinge verso la pre-

venzione, il riutilizzo ed

il riciclaggio dei rifiuti,

lasciando come ultime possibilità l’inceneri-

mento e lo smaltimento in discarica, occorre

constatare come la stessa Europa, prima an-

cora dell’Italia, non abbia ancora espresso

una posizione drastica di condanna alla prati-

ca dell’incenerimento dei rifiuti a favore di

un obbligo di riutilizzo delle materie prime

seconde. Nonostante la riconosciuta perico-

losità per la salute dei rifiuti trattati termica-

mente, permangono molte contraddizioni

sulle tipologie di rifiuti e sui limiti di emis-

sione. In Europa le lobby delle multinaziona-

li “inceneritoriste” conservano un peso note-

vole. Il Parlamento Europeo, con la risolu-

zione del 24 maggio 2012, ha enunciato il

L’art. 416-ter del codice penale prevede il

reato del voto di scambio politico-mafioso.

Nello specifico, regolamenta le pene per il

politico che ricorre all’aiuto della mafia per

ottenere voti. Dopo un iter molto complesso,

è stato approvato il disegno di legge definiti-

vo che modifica il succitato articolo. Il testo

finale della legge, contiene una novità posi-

tiva, ma anche una parte molto negativa. La

novità positiva è che si è riusciti a far inseri-

re le parole "altra utilità", in modo da poter

punire chi compra i voti non solo con dana-

ro, ma anche in cambio di favori o prestazio-

ni. Inoltre, grazie a un emendamento appro-

vato all’unanimità alla Camera, il testo non

prevede la vacatio legis, cioè entrerà in vigo-

re subito dopo l’approvazione definitiva, e

non nei successivi 15 giorni dalla pubblica-

zione in Gazzetta Ufficiale, sarà quindi già

applicabile per le elezioni di maggio. La

parte negativa però è molto sostanziale e il

L’art. 416-ter del codice penale prevede il reato del voto di scambio politico-mafioso

Andiamo in Europa per riscrivere le direttive sui rifiuti

Movimento 5 Stelle in

Senato si è battuto con

forza per fare sì che ve-

nisse eliminata. Parliamo

della modifica in cui si

prevede la riduzione delle

pene, che da 7-12 anni di

carcere passano a 4-10

anni. Questo è molto gra-

ve perché con la riduzione

della pena, l’interdizione

perpetua dai pubblici uffi-

ci (prevista per reati con

pena minima di 5 anni)

non può essere applicata

ai politici che si macchia-

no di questo reato. Abbiamo provato a spie-

gare in aula che la riduzione della pena è

una vergogna. Che nessun favore può essere

concesso a chi usa le mafie per farsi elegge-

re o per chi fa accordi con le mafie. Abbia-

mo anche chiesto aiuto ai

cittadini, che hanno inviato

oltre 2 milioni di mail ai

senatori Pd per chiedere di

sostenere il nostro emen-

damento per ripristinare le

pene di 7 -12 anni. È stata

“un’occasione perduta”,

come ha commentato il

PM Di Matteo. Mentre

secondo Salvatore Borsel-

lino e il Movimento delle

Agende Rosse: "la riduzio-

ne delle pene è un regalo

ai politici collusi con la

mafia e ai mafiosi che in-

tendono aiutarli”. Infine per Giovanna Mag-

giani Chelli presidente dell' Ass. familiari

Vittime della strage dei Georgofili ""Le mo-

difiche al 416ter segnano la fine della lotta

alla mafia". Andrea Cioffi – Senato M5S

nuovo orientamento rispetto

all’utilizzo delle risorse e alla

riduzione dei rifiuti residui:

massimizzando il recupero

delle materie, esortando la

Commissione a presentare

proposte entro il 2014 per

ridurre i rifiuti fino a livelli

prossimi allo zero, introdu-

cendo gradualmente un di-

vieto generale di smaltimento

in discarica ed abolendo pro-

gressivamente, entro questo decennio, l’in-

cenerimento dei rifiuti riciclabili e compo-

stabili. Attualmente, è in elaborazione una

nuova direttiva sui rifiuti ed è fondamenta-

le che i cittadini, attraverso gli eletti, pos-

sano contribuire alla sua riscrittura nella

fase c.d. ascendente di formazione della

norma, per arginare gli interessi delle multi-

nazionali a vantaggio della salute umana e

del pianeta. E perché sia sancito un effettivo

obbligo di riutilizzo delle materie prime

seconde, e che la produzione di energia av-

venga attraverso fonti meno inquinanti ba-

sate su risorse inesauribili come il sole, l’ac-

qua e il vento. Claudia Vellusi

www.beppegrillo.it - Non siamo né di Destra né di Sinistra ma siamo Avanti e vogliamo Volare Alto

Giovedì 1 maggio Santa Maria la Carità (NA) - ore 18.00 Santa Maria la Carità Cena (NA) – ore 21.00 Venerdì 2 maggio Sera: Caivano (NA) Sabato 3 maggio Ariano Irpino (AV) - Cava dei Tirreni (SA) Domenica 4 maggio Agropoli (SA) - Sala Consilina (SA) - ore 18.00 Venerdì 9 maggio Pomeriggio: S. Anastasia (NA) Sabato 10 maggio Mattina: Pompei (NA) - Pomeriggio: Avellino Domenica 11 maggio Mattina: Marigliano (NA) Pomeriggio: Termoli Venerdì 16 maggio Pomeriggio: Giugliano in Campania (NA) Sera: Marano (NA) piazza DELLA PACE Sabato 17 maggio Mattina: Nocera (SA) Pomeriggio: Salerno (SA) Domenica 18 maggio Torre del Greco (NA), Vitulazio (CE), Casapulla (CE) Venerdì 23 maggio Pomeriggio/Sera: Napoli (NA) CHIUSURA

Circoscrizione Nord Ovest Antonica Gabriele Attademo Francesco Beghin Tiziana Bertellino Fabrizio Cassimatis Marika Desilvestri Fabio Evi Eleonora Geraci Tiziana Girard Stefano Mastrorosa Ilaria Mennella Grazia Misculin Bruno G. A Salvatore Alice Sayn Marco Scabbia Massimo Tranchellini Alice Valli Marco Viola Alessandra Voulaz Manuel Zanni Marco

Circoscrizione Nord Est Affronte Marco

Borrelli David

Burlini Giorgio

Rossi Anna

Cobello Stefano

Dalpasso Giuseppe

Gargagliano Nives

Gibertoni Giulia

Marmiroli Alessandro

Nicchia Francesca

Piccinini Silvia

Rossi Francesco

Zanella Cristiano

Zullo Marco

Circoscrizione Centrale Agea Laura

Bottiglieri Fabio

Campo Giuseppa

Castaldo Fabio Massimo

Della Negra Matteo

Di Gennaro Marco

Fossi Silvia

Ghirga Giovanni

Pallotto Marina Adele

Ripoli Cristiano

Savari Danilo

Tamburrano Dario

Zama Bianca Maria

Ziantoni Mara

Circoscrizione Meridionale Adinolfi Isabella

Aiuto Daniela

Alemagna Fabio

Angelini Paolo

Cammarano Michele

Casili Cristian

Casmirro Pasquale

Ciarambino Valeria

D'Amato Rosa

Embrice Luigia

Ferrara Laura

Ipri Maria

Laricchia Antonella

Pedicini Piernicola

Pomante Melania

Ronzino Alfredo

Viglione Vincenzo

Circoscrizione Insulare Ignazio Corrao

Di Prima Antonella

Marini Nicola

Moi Giulia

Saija Maria

Sobbrio Paola

Suriano Simona

Zanotto Antonio

La liberalizzazione dei movi-menti di capitale, obiettivo fondamentale dei Trattati eu-ropei, oltre ad aver avviato una crescita esponenziale del rapporto Debito pubblico/PIL, ha aperto ampi spazi agli in-vestitori esteri, liberi di inve-stire e disinvestire senza re-strizioni. La posizione debito-ria netta verso l'estero dell'Ita-lia, praticamente nulla all'ingresso dell'Italia nello SME, è andata progressivamente cre-scendo negli anni successivi. Nel loro insie-me, i paesi ammessi a far parte dell’Unione monetaria formavano un mercato finanziario maggiore di quello statunitense e la struttura industriale che stava alle spalle della nuova moneta era fra le più avanzate del mondo. Per l’Italia, l’adozione di una moneta comu-ne, unita all’andamento declinante del corso dell’euro rispetto alle altre grandi valute mondiali, ha significato l’abbandono di quel-lo che era stato in passato un carattere tipico della politica valutaria italiana indipendente attraverso le autorità monetarie (Banca d’Ita-lia e Tesoro). Tale politica, da un lato garan-tiva un tasso di cambio stabile rispetto al dol-

Con l’Euro una lenta agonia del nostro tessuto industriale laro evitando l’aumento dei prezzi in lire dei beni d’im-portazioni (anzitutto il petro-lio, ma anche macchinari ad alta tecnologia, apparecchi elettronici). Dall’altro, veniva vista con favore una lieve svalutazione della lira rispetto al marco tedesco, in quanto poteva incoraggiare le espor-tazioni verso i mercati euro-

pei. Quindi il risultato prodotto in questi anni, dall’introduzione dell’euro, si è tra-

dotto non solo in una lenta agonia del

nostro tessuto industriale, sia in termini

di domanda interna che di produzione di beni, ma anche in un aumento dei prezzi esponenziale, soprattutto al Sud. Ma, a dif-ferenza di quanto si possa credere, l’impen-nata non ha riguardato solo gli alimentari, l’abbigliamento o la ristorazione, ma soprat-tutto le bevande alcoliche e i tabacchi, le ristrutturazioni e le manutenzioni edilizie, gli affitti delle abitazioni, le bollette dome-stiche e i trasporti. Secondo alcune fonti statistiche, nell’ultimo decennio, l’inflazio-

ne media italiana è cresciuta del 24,9%.

Tommaso Primo Malerba

Tour di presentazione dei candidati

Committente: Sergio Puglia, Andrea Cioffi, Salvatore Micil-lo. Dopo aver letto il volantone, non buttarlo. Passalo ad un amico, al tuo vicino di casa o lascialo in un bar. Passa Paro-la. Volantone realizzato al 100% su carta riciclata