015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni...

34
MAGAZINE n.111 / 15 4 MAGGIO 2015 Tre partite in diretta sul tablet con LTE Broadcast TIM e Huawei insieme per la TV mobile Abbiamo assistito alla demo di LTE Broadcast: ora la TV viaggia su rete 4G Il futuro della TV italiana è ibrido Ma c’è banda sufficiente per tutti? All’HD Forum Italia si è discusso il futuro della TV Sarà fondamentale la convergenza tra trasmissioni tradizionali e TV on demand, banda permettendo... 04 Champions ed Europa League in chiaro su Mediaset Samsung, in arrivo il primo smartwatch con design tondo 05 15 L’autunno caldo della TV italiana Ci aspetta un autunno caldo sul fronte televisivo. Al centro di buona parte delle pentole in ebollizione c’è Mediaset e la famiglia Berlusconi. Famiglia che lo scorso febbraio si è alleggerita di una quota rilevante di Mediaset ricavandone quasi 400 milioni di euro in contanti, perfetti per favorire qualche operazione importante. A partire dalla “boutade” dell’acquisizione del controllo di Rai Way: poco più di una provocazione, dato che il Governo, almeno in questa fase politica, non avrebbe mai potuto giusti- ficare una perdita di controllo di un asset strategico (che non sarebbe neppure mai stato da quotare) come la rete di distribuzione. Ma ci sono molti altri segnali che ci dicono che equilibri ultraventennali nel mondo della TV stiano cambiando: sicuramente Mediaset si sta organizzando per portare l’offerta di Premium anche su satellite (oltre che sul digitale terrestre e su Internet), cosa quasi necessaria se non verrà raggiunto un accordo con SKY per la condivisione dei costosissimi diritti della Champions (700 milioni in tre anni). E se da un lato SKY continua a dire che non è affatto interessata ai diritti della Champions, da più parti arrivano rumor su una possibile acquisizione di Premiun da parte del gruppo di Murdoch; non a caso Murdoch proprio in questi giorni ha incontrato Silvio Berlusconi, forse solo per sciogliere il nodo dei diritti di Champions o molto più probabilmente per sondare accordi più importanti. Incredibilmente, in questo reticolo di relazioni e trattative, rientra in gioco anche Telecom Italia, fresca fresca di partnership commerciale con SKY. Infatti, malgrado abbia per anni giocato senza soddisfazione la partita televisiva con La7, ora Telecom Italia sembra diventata una sposa strategi- camente rilevante per i player TV: ad Arcore infatti si pensa che Telecom Italia possa diventare un partner importante (o qualcosa di più) per Mediaset grazie a Vivendi, primo azionista di Telecom, e al suo parton Bolloré, che controlla una liquidità di una decina di miliardi di euro, una cifra con la quale si può provare a intavolare qualsiasi operazione. Come per esem- pio la costituzione di un polo davvero alternativo a SKY, grazie anche ai contenuti della controllata Canal+. Nel frattempo il (non più) giovane Piersilvio ha assunto proprio pochi giorni fa la carica di vice-presidente e amministratore delegato di Me- diaset, posizione indispensabile per poter gestire le due grandi trattative in prima persona: “Perdere il controllo di Mediaset è fuori discussione”, ha detto Berlusconi Jr. subito dopo aver assunto le nuove cariche. Si sa, a casa Berlusconi non si sono mai vissute con serenità posizioni di minoranza; lo stesso Silvio ha annunciato in questi giorni che non intenderebbe più cedere la maggioranza del Milan, che sembrava già volata via in cambio dei 500 milioni messi sul piatto da Mr. Bee. Posizione così categoriche finiranno probabilmente per essere rivista, sia sul fronte calcisico che quello televisivo. Non sono pochi a pensare che il vero catalizzatore per il quale stanno saltando tutti gli equilibri degli ultimi decenni sia il prossimo sbarco in Italia di Netflix, un player che il mestiere nuovo, quello del content provider via Internet, lo sa fare bene. SKY e Mediaset hanno gettato tutte le trappole possibili per ingabbiarla, soprattutto sul fronte dei diritti, che in larga parte sono loro appannaggio esclusivo. Netflix, da parte sua, ha già mostrato di saper disin- nescare i blocchi delle grandi emittenti USA con due ingredienti: valide produzioni originali e un’usabilità che le applicazioni nostrane si sognano. Gli scenari aperti sono infiniti e il meno probabile, a questo punto, è che tutto resti com’è stato negli ultimi decenni. Il peggiore per i consumatori – a nostro avviso – è che l’Authority antitrust, in nome della difesa delle patrie frontiere dall’attacco di Netflix, nulla abbia da eccepire su un’eventuale acquisizione di Mediaset Premium da parte di SKY. Lo stesso errore fu fatto ai tempi della fusione tra Stream e Tele+: la pay TV unica, anche in uno scenario ibridato con le offerte via Internet, non fa mai la rima con la buona tutela del consumatore. Gianfranco GIARDINA Dati GfK: bene smartphone ed elettrodomestici 02 Anteprima LG G4 La nostra video-prova 12 IN PROVA 28 Galaxy S6 Edge: è lo smartphone migliore? Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app Android e iOS stupisce HoloLens, il sistema di visori e ologrammi in avanzato stato di sviluppo 17 08

Transcript of 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni...

Page 1: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

Tre partite in diretta sul tablet con LTE Broadcast TIM e Huawei insieme per la TV mobile Abbiamo assistito alla demo di LTE Broadcast: ora la TV viaggia su rete 4G

Il futuro della TV italiana è ibrido Ma c’è banda sufficiente per tutti?All’HD Forum Italia si è discusso il futuro della TV Sarà fondamentale la convergenza tra trasmissioni tradizionali e TV on demand, banda permettendo...04

Champions ed Europa League in chiaro su Mediaset

Samsung, in arrivo il primo smartwatch con design tondo05 15

L’autunno caldo della TV italianaCi aspetta un autunno caldo sul fronte televisivo. Al centro di buona parte delle pentole in ebollizione c’è Mediaset e la famiglia Berlusconi. Famiglia che lo scorso febbraio si è alleggerita di una quota rilevante di Mediaset ricavandone quasi 400 milioni di euro in contanti, perfetti per favorire qualche operazione importante. A partire dalla “boutade” dell’acquisizione del controllo di Rai Way: poco più di una provocazione, dato che il Governo, almeno in questa fase politica, non avrebbe mai potuto giusti-ficare una perdita di controllo di un asset strategico (che non sarebbe neppure mai stato da quotare) come la rete di distribuzione. Ma ci sono molti altri segnali che ci dicono che equilibri ultraventennali nel mondo della TV stiano cambiando: sicuramente Mediaset si sta organizzando per portare l’offerta di Premium anche su satellite (oltre che sul digitale terrestre e su Internet), cosa quasi necessaria se non verrà raggiunto un accordo con SKY per la condivisione dei costosissimi diritti della Champions (700 milioni in tre anni). E se da un lato SKY continua a dire che non è affatto interessata ai diritti della Champions, da più parti arrivano rumor su una possibile acquisizione di Premiun da parte del gruppo di Murdoch; non a caso Murdoch proprio in questi giorni ha incontrato Silvio Berlusconi, forse solo per sciogliere il nodo dei diritti di Champions o molto più probabilmente per sondare accordi più importanti. Incredibilmente, in questo reticolo di relazioni e trattative, rientra in gioco anche Telecom Italia, fresca fresca di partnership commerciale con SKY. Infatti, malgrado abbia per anni giocato senza soddisfazione la partita televisiva con La7, ora Telecom Italia sembra diventata una sposa strategi-camente rilevante per i player TV: ad Arcore infatti si pensa che Telecom Italia possa diventare un partner importante (o qualcosa di più) per Mediaset grazie a Vivendi, primo azionista di Telecom, e al suo parton Bolloré, che controlla una liquidità di una decina di miliardi di euro, una cifra con la quale si può provare a intavolare qualsiasi operazione. Come per esem-pio la costituzione di un polo davvero alternativo a SKY, grazie anche ai contenuti della controllata Canal+. Nel frattempo il (non più) giovane Piersilvio ha assunto proprio pochi giorni fa la carica di vice-presidente e amministratore delegato di Me-diaset, posizione indispensabile per poter gestire le due grandi trattative in prima persona: “Perdere il controllo di Mediaset è fuori discussione”, ha detto Berlusconi Jr. subito dopo aver assunto le nuove cariche. Si sa, a casa Berlusconi non si sono mai vissute con serenità posizioni di minoranza; lo stesso Silvio ha annunciato in questi giorni che non intenderebbe più cedere la maggioranza del Milan, che sembrava già volata via in cambio dei 500 milioni messi sul piatto da Mr. Bee. Posizione così categoriche finiranno probabilmente per essere rivista, sia sul fronte calcisico che quello televisivo.

Non sono pochi a pensare che il vero catalizzatore per il quale stanno saltando tutti gli equilibri degli ultimi decenni sia il prossimo sbarco in Italia di Netflix, un player che il mestiere nuovo, quello del content provider via Internet, lo sa fare bene. SKY e Mediaset hanno gettato tutte le trappole possibili per ingabbiarla, soprattutto sul fronte dei diritti, che in larga parte sono loro appannaggio esclusivo. Netflix, da parte sua, ha già mostrato di saper disin-nescare i blocchi delle grandi emittenti USA con due ingredienti: valide produzioni originali e un’usabilità che le applicazioni nostrane si sognano.

Gli scenari aperti sono infiniti e il meno probabile, a questo punto, è che tutto resti com’è stato negli ultimi decenni. Il peggiore per i consumatori – a nostro avviso – è che l’Authority antitrust, in nome della difesa delle patrie frontiere dall’attacco di Netflix, nulla abbia da eccepire su un’eventuale acquisizione di Mediaset Premium da parte di SKY. Lo stesso errore fu fatto ai tempi della fusione tra Stream e Tele+: la pay TV unica, anche in uno scenario ibridato con le offerte via Internet, non fa mai la rima con la buona tutela del consumatore.

Gianfranco GIARDINA

Dati GfK: bene smartphone ed elettrodomestici 02

Anteprima LG G4 La nostra video-prova

12IN PROVA

28

Galaxy S6 Edge: è lo smartphone migliore?

Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app Android e iOS stupisce HoloLens, il sistema di visori e ologrammi in avanzato stato di sviluppo

17

08

Page 2: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 2

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

Record iPhone 6 Fatturato Apple su del 27% Ma l’iPad crollaTrimestre oltre le aspettative per Apple da molti punti di vista, trainato soprattutto dalle vendite dei nuovi iPhone Male l’iPad, mentre la Cina diventa più redditizia dell’Europa di Paolo CENTOFANTI

C’era attesa da parte degli in-vestitori per i dati trimestrali di Apple, che non hanno deluso con numeri ancora una volta da capogiro e superiori alle aspet-tative degli analisti di merca-to. Nei primi tre mesi del 2015, Apple ha registrato un aumen-to dei ricavi anno su anno pari a ben il 27%, soprattutto gra-zie alle forti vendite dei nuovi iPhone che, dopo i risultati da record di fine 2014, segnano ancora 61,17 milioni di pezzi ven-duti, con un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 40%. Bene il comparto Mac, che continua ad andare in controtendenza rispetto al resto del mercato PC, con un +10% ri-spetto all’anno scorso.Continua, invece, la crisi del-l’iPad, con vendite in calo del 23% in termini di unità e del 29% a valore anno su anno, e addi-rittura del 40% rispetto al trime-stre precedente, con 12,6 milioni di pezzi venduti. Nel complesso Apple ha incassato 58 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre, di cui 12 miliardi in Europa e 16,8 miliardi in Cina che diven-ta così il secondo mercato più importante per Apple dopo gli Stati Uniti. L’utile di esercizio è stato di 18,2 miliardi di dollari. Contestualmente il consiglio di amministrazione di Apple ha ap-provato un’estensione del piano di ritorno del capitale agli azio-nisti che prevede il riacquisto di azioni pari a 200 miliardi di dollari entro il marzo 2017.

di Emanuele VILLA

Come ogni anno, uno degli inter-

venti più interessanti della Global

Press Conference IFA è stato quel-

lo di GfK. Perché non solo ci ha offerto

una visione d’insieme sullo stato di salute

del mercato hi-tech, ma ha fornito anche

importanti spunti su prodotti e tendenze

future. Tante slide, dati, idee e previsio-

ni che proviamo a riassumere in questo

modo: il mercato dei TV sta vivendo in

Europa una situazione di crescita estre-

mamente modesta, potremo dire di vero

e proprio stallo, mentre l’avanzata degli

smartphone non si arresterà neanche

nel prossimo futuro (c’era chi parlava di

un fisiologico calo dovuto a saturazione)

e finalmente gli smartwatch avranno un

peso considerevole. E non saranno solo

Apple, neanche nel segmento luxury:

GfK, pur non parlando specificamente

di Apple Watch, sostiene che il succes-

so nel settore del lusso dovrà inevita-

bilmente passare attraverso i brand più

rinomati dell’industria orologiera, dan-

do di fatto ad Apple poche chance di

successo (nel lungo periodo) in questo

ristrettissimo segmento. E ci crediamo:

dovendo spendere tanti soldi, è proba-

bile che l’acquirente sia più felice con

uno smartwatch Rolex che con un Apple.

Ma sono considerazioni soggettive: tutto

può succedere.

Calma piatta nei TV: in Europa, la previ-

sione di vendita del 2015 è sostanzial-

mente identica a quella del 2014 (37,5

milioni di pezzi). Motivo: innovazioni non

incisive. Ce ne sono state tante di recen-

te, a partire dal 3D fino ai Quantum Dot,

con in mezzo il 4K, la smart TV e l’OLED,

eppure “there is no significant growth

(non c’è crescita significativa)”, e tutto

questo mentre l’Ultra HD Blu-ray è anco-

ra avvolto da una coltre di fumo (quanto

meno su modi e date) e DVD Player e

Blu-ray Player escono dalle rilevazioni

di mercato. Se andiamo a vedere il dato

mondiale, notiamo proprio un calo: i 248

milioni di pezzi del 2014 diventano 246,7

del 2015 e 245,7 del 2016. Ovviamente

salgono i numeri dei TV 4K, cosa fisio-

logica tanto quanto l’aumento del polli-

ciaggio medio, ma il dato che più ci colpi-

sce è la previsione di 400.000 TV OLED

venduti nel 2015: 400.000 vicino a 246,7

milioni rende bene il concetto.

Smartphone inarrestabili: chi pensava

che avrebbero avuto una battuta d’arre-

sto causa saturazione si dovrà ricredere

a fronte di una previsione di vendita di 1,4

miliardi di pezzi contro 1,23 del 2014. Sta-

bili i tablet, crescono gli elettrodomestici,

a testimonianza di un settore – quello

della smarthome – che tocca tutti molto

da vicino: la previsione per i grandi elet-

trodomestici è di un +3% nel 2015 e di un

+4% nei piccoli elettrodomestici, fattori di

crescita che non si rilevano in settori tec-

nologici più “tradizionali” come appunto

i TV e l’home entertainment.

E finalmente dovremo vedere il boom

degli smartwatch, segmento di mercato

che ormai esiste da un pezzo ma non è

ancora decollato: complice Apple Watch,

la previsione di GfK è un passaggio dai 4

milioni di pezzi del 2014 a 26 milioni del

2016, per poi decollare nel 2016 passan-

do a 46 milioni. La spinta di Apple sarà

senza dubbio importante, poi ci pense-

ranno gli altri grandi nomi dell’industria

orologiera a consolidare il mercato. Cre-

sceranno, anche se con un fattore più

contenuto, anche i wearable dedicati ai

fitness, passando da 14 a 25 e poi a 38

milioni di pezzi (2016).

Davvero piacevole constatare il ritorno

in grande stile dell’audio, un settore a

lungo considerato nicchia per appassio-

nati e ora di nuovo al centro della scena

tecnologica. Ma questo non significa

che stia tornando il “traditional audio”,

ma che la potenza di soundbar, speaker

connessi e network music systems (per

usare le definizioni di GfK) ha restituito

vigore al segmento permettendogli di to-

talizzare un +8% rispetto all’anno prece-

dente (2013), un volume di 4,8 mld euro

e importanti stime di crescita anche per il

2015. Crescita ovviamente più lenta per

il settore che domina questo mercato,

ovvero quello delle cuffie.

Infine, un triste sguardo alla crescita dei

vari mercati nazionali: nel 2014 l’Italia ha

mostrato un imbarazzante -6,4% rispetto

all’anno precedente. Non che sia andata

bene agli altri Paesi dell’Europa occiden-

tale (a parte il Regno Unito con un +3,6%

e l’Irlanda con un +4%), ma la nostra “in-

voluzione” è più marcata che altrove.

MERCATO Dati presentati alla Global Press Conference di IFA tenutasi nei giorni scorsi a Malta

GfK: OK smartwatch ed elettrodomestici Anche quest’anno GfK ha rivelato gli ultimi dati del mercato hi-tech e i possibili scenari futuri Smartphone inarrestabili, decolleranno gli smartwatch, calma piatta per i TV. Bene l’audio

Orologi di lusso: si attendono smartwatch dei grandi nomi del settore.

Ottimismo nel settore smartphone: le previsioni di vendita per il 2015 sono di 1,4 miliardi di pezzi contro 1,23 del 2014.

Page 3: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 3

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

MERCATO Il test in Germania coinvolge Amazon, Audi e DHL

Amazon ora consegna nel bagagliaio di Vittorio Romano BARASSI

P rogrammato già da tempo, è ufficialmente partito (ma sarà “operativo” da

inizio maggio) in Germania un nuovo test di Amazon che vede coinvolte la

casa automobilistica Audi e il corriere DHL e che garantirà ai possessori di

una connected car del brand tedesco, la possibilità di ricevere i pacchi spediti

dalla stessa Amazon direttamente nel baule della propria autovettura.

Il servizio inizialmente sarà disponibile unicamente nella città di Monaco e per

accedervi bisognerà essere iscritti al programma Prime e, come anticipato, essere

in possesso di una recente autovettura Audi connessa. Il sistema di funzionamen-

to del nuovo servizio è abbastanza semplice: al momento dell’acquisto l’utente

potrà come sempre scegliere dove ricevere la merce acquistata e se avrà “ab-

binato” agli indirizzi di consegna anche la propria Audi potrà selezionare questa

opzione. Una volta effettuato l’acquisto, Amazon genererà una chiave elettronica

di accesso univoca che sarà girata al corriere DHL, il quale sarà innanzitutto in

grado di individuare il veicolo e infine capace di aprire il portellone del baule

del destinatario per depositare la merce. Stando alle notizie attuali non è ancora

chiaro quanto durerà la sperimentazione, ma se andrà bene il programma sarà

esteso al resto del mondo.

MERCATO

Audi, BMW e Mercedes vorrebbero comprarsi Nokia HERECon l’annunciata acquisizione di Alcatel-Lucent in dirittura d’arrivo, Nokia starebbe valutando la vendita della divisione HERE, che si occupa di mappe e servizi di geolocalizza-zione. Tra gli interessati ci sarebbe un consorzio di alcuni dei principali produttori d’auto tedeschi, Audi, BMW e Daimler (Mercedes-Benz). HERE ha già sede a Berlino e da un paio d’anni aveva rifocalizzato l’atti-vità proprio sulla fornitura di servizi di mappe per l’industria automobi-listica. Secondo le indiscrezioni, la divisione HERE avrebbe un valore di circa 2 miliardi di euro, ma Nokia spererebbe di ricavare dalla vendita almeno 3 miliardi. L’industria au-tomobilistica tedesca non sarebbe l’unica interessata in HERE: Face-book e Uber starebbero valutando una possibile offerta, ma Nokia avrebbe cercato di proporre HERE anche ad aziende come Alibaba, Amazon e Apple. Secondo quanto riportato da Reuters, nessuna delle aziende ha commentato la notizia.

Samsung nasconde il brand per vendere il Galaxy S6 in GiapponePur di conquistare delle quote di mercato in Giappone, Samsung ha deciso di togliere il proprio marchio dalle versioni di Galaxy S6 e Galaxy S6 Edge vendute in Estremo Oriente di Paolo CENTOFANTI

Se c’è un Paese dove Samsung non è proprio popolare, questo è il Giappone. Il marchio coreano è talmente bistrattato sul merca-to nipponico che ha optato per una scelta radicale per il lancio dei suoi ultimi smartphone top di gamma: rimuovere il logo Sam-sung dal dispositivo per sostituir-lo con quelli più accettati degli operatori telefonici giapponesi e il brand Galaxy. Lo ha conferma-to Samsung stessa, giustifican-do la scelta sostenendo che “il marchio Galaxy è ben affermato in Giappone”. La realtà è che il mercato giapponese degli smar-tphone è del tutto peculiare: da sempre i grandi nomi dell’elet-tronica nazionale vantano una posizione molto forte sul merca-to interno, ma gli ultimi anni han-no visto una netta affermazione dell’iPhone, con una quota su-periore al 40%, mentre Samsung è ferma a circa il 5%. Samsung ha persino rinominato la propria pagina locale di Facebook, inti-tolandola Galaxy Mobile Japan e togliendo i riferimenti al marchio Samsung.

di Paolo CENTOFANTI

M icrosoft ha annunciato i dati

fiscali del suo ultimo trimestre,

che vede ricavi globalmente in

aumento del 6%, frenati in questo caso

dai costi della ristrutturazione in corso

nell’azienda e dall’integrazione della

divisione mobile di Nokia. Ciò nono-

stante stiamo comunque parlando di

un’azienda capace di incassare in un

trimestre qualcosa come 21,7 miliardi di

dollari, con utili di esercizio pari a 6,59

miliardi di dollari.

I dati sulla divisione consumer offro-

no alcune informazioni interessanti.

Nel suo complesso prodotti e servizi

Microsoft hanno generato ricavi per 9

miliardi di dollari nell’ultimo trimestre,

in crescita dell’8% anno su anno, con

un aumento del 35% negli abbonati

a Office 365 e

un’ottima perfor-

mance della gam-

ma di dispositivi

Surface, con ricavi

in crescita del 44%

grazie alle ven-

dite di Surface 3

Pro. Se la gamma

Lumia continua a

non offrire numeri

esaltanti (8,6 mi-

lioni di smartphone venduti nell’ultimo

trimestre), a soffrire è soprattutto la di-

visione Windows, visto che i ricavi dalle

licenze Windows Pro e Windows OEM

sono in calo rispettivamente del 19% e

del 21%. Sulle performance del siste-

ma operativo pesa soprattutto lo stal-

lo nelle vendite dei PC tradizionali, un

segmento che dopo un lieve segnale

di ripresa continua ad essere in grande

difficoltà. A Windows 10 in uscita que-

st’estate l’arduo compito di invertire la

tendenza.

Da aggiungere una buona performan-

ce per il motore di ricerca Bing con fat-

turato pubblicitario in crescita del 21%

e un raggiungimento di una quota di

mercato negli Stati Uniti del 20,1%.

MERCATO Sono stati annunciati da Microsoft i dati fiscali dell’ultimo trimestre dell’azienda

Microsoft: cresce Surface, giù WindowsLa divisione consumer cresce dell’8% ma le entrate di Windows sono in caduta libera

Parte in Germania la sperimentazione voluta da Amazon che permetterà al corriere DHL di effettuare consegne direttamente nel baule delle con-nected cars Audi.

Page 4: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 4

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Roberto PEZZALI

B roadcast e broadband insieme, per

aiutarsi a vicenda: il futuro della TV

che i grandi operatori italiani hanno

disegnato a San Marino passa dalla con-

vergenza tra trasmissioni tradizionali e

TV on demand; una TV ibrida, dove ete-

re e rete internet diventano finalmente

amici per completarsi a vicenda. Lo svol-

gimento di HD Forum Italia a San Marino

non è casuale: il piccolo Stato infatti sta

raggiungendo la copertura del 100% di

distribuzione della fibra ottica nelle case

ed è un territorio perfetto per portare

avanti le sperimentazioni su una zona

controllata e efficiente. L’HD Forum Italia

ha così pensato di stringere questa colla-

borazione con San Marino trasformando-

la in una “zona test” per le tecnologie TV,

tecnologie che poi dovranno estendersi

a tutta la penisola.

Rai, Mediaset e La7 hanno deciso, ma

già si sapeva, che la tecnologia giusta

per creare questa forte convergenza

tra broadcast e broadband è l’HbbTV, la

piattaforma “ibrida” che gli altri paesi eu-

ropei hanno adottato già da anni e che

noi italiani, per far spazio all’MHP, aveva-

mo inizialmente scartato. Dal prossimo

anno HbbTV arriverà anche in Italia nella

nuova versione 2.0, con i primi prodotti e

le prime app dotate della nuova tecno-

logia disponibili per il 2017. HbbTV 2.0,

basato su HTML5 e quindi su tecnologia

web, permetterà ai televisori di avere in-

terfacce utente moderne per integrare

le normali trasmissioni TV con contenuti

che arrivano dalla rete, possano essere

altri video oppure servizi pay, pubblicità

ed e-commerce. Difficile dire se la scelta

fatta sia quella giusta (nei corridoi di San

Marino qualcuno già mormora che anche

l’HbbTV è una tecnologia vecchia), ma

ormai non si può più tornare indietro: gli

operatori hanno allestito un competence

center che si occuperà di gestire non

solo le specifiche ma anche il lungo per-

corso di migrazione che porterà le attuali

applicazioni dei TV verso la nuova piatta-

forma.

Dal punto di vista dei broadcaster tra-

dizionali la soluzione è perfetta: un po’

come per l’MHP anche l’HbbTV permet-

te loro di gestire non solo la parte “linea-

re” ma anche la parte di contenuti che

arriva dal web, con tutti i vantaggi e gli

introiti che ne derivano. Basta guardare

però da un angolo più ampio per render-

si conto che forse al gran ballo della TV

non sono stati invitati tutti i ballerini. Sky,

ad esempio, continua a procedere come

ENTERTAINMENT All’HD Forum Italia a San Marino gli operatori italiani hanno discusso il futuro della televisione italiana

Il futuro della TV italiana è ibrido: c’è banda per tutti?HbbTV e integrazione tra broadcast e broadband sono le chiavi per una TV ibrida fatta di contenuti via etere e tradizionali

entità isolata: è vero che è una pay TV,

ma sul fronte dell’integrazione tra servizi

tradizionali e servizi onDemand può si-

curamente dire la sua avendo lanciato

piattaforme di un certo successo. Gli

stessi produttori di TV restano esclusi:

a loro sarà richiesta la creazione di TV

HbbTV compatibili, ignorando però che i

TV stessi hanno a bordo piattaforme in-

terattive che possono fare più o meno la

stessa cosa, ovvero lanciare servizi web

da TV. Infine, per supplire ai problemi di

banda del digitale terrestre, si fa troppo

affidamento alla rete internet, ma anche

qui siamo di fronte ad una situazione che

per l’Italia non è migliore di quella del

digitale terrestre. L’infrastruttura italiana

non è ancora dimensionata per gestire

l’enorme flusso di contenuti video previ-

sti nei prossimi anni: YouTube e i servizi

già presenti, l’arrivo di Netflix, il decollo

di servizi come Sky OnLine e Infinity ri-

schiano di bloccare la connettività di un

Paese nelle ore di punta. Lo sanno bene

coloro che hanno seguito grossi eventi

come la finale di Masterchef su Sky Go

o Sky Online: rallentamenti, blocchi e

interruzioni causate non tanto dai server

di Sky quanto dai colli di bottiglia delle

connessioni locali.

di Roberto PEZZALI

A San Marino, all’HD Forum Italia, si

è parlato tanto, forse troppo, di

4K, di HbbTV, di servizi web, ma

nessuno ha parlato di alta definizione.

L’HD Forum Italia è nato nel 2006 per

promuovere lo sviluppo in Italia dell’al-

ta definizione, ma la realtà è che senza

Sky l’HD in Italia sarebbe un neo all’in-

terno di un sistema televisivo che con-

tinua a vivere sulla standard definition.

Mediaset Premium potrebbe però dare

una mano: continuiamo ad usare il

condizionale, perché ancora nessuno

si è sbilanciato e neppure ha fatto un

annuncio, ma nei corridoi di San Mari-

no nessuno ha seccamente smentito

l’imminente sbarco di Mediaset Pre-

mium sul satellite. Anzi, secondo molti

addetti ai lavori sarebbe una vera follia

se Mediaset perdesse questa oppor-

tunità. Nonostante le bocche cucite

da parte degli uomini Mediaset Pre-

mium, tra poche settimane Mediaset

dovrebbe presentare la nuova offerta

per il prossimo anno che sarà una of-

ENTERTAINMENT Si rafforzano le indiscrezioni che vedono imminente lo sbarco di Mediaset Premium sul satellite e sul web

Mediaset Premium anche su satellite: pioggia di canali HDMediaset potrebbe presentare una nuova offerta globale che porterebbe anche nuovi (e tanti) canali in alta definizione

ferta globale su web, digitale terrestre

e appunto satellite. Nuovi contenuti, i

diritti della Champions, Premium Play

completamente rivisto con l’arrivo

anche del supporto a Chromecast e

a nuovi dispositivi (tutti gli Android,

si spera) saranno solo alcuni degli in-

gredienti di un pacchetto che porterà

anche nuovi (e tanti) canali in alta de-

finizione. Mediaset, per incrementare

la base clienti, potrà contare su coloro

che hanno già una parabola sul tetto:

ex clienti Sky e clienti Tivù Sat, un ba-

cino potenziale comunque enorme. A

questo si aggiungerà anche una offer-

ta rivista per il digitale terrestre, anche

qui con qualche canale in più in HD, e il

web, dove non è da escludere un’inte-

ra offerta onDemand con un Premium

Play che potrebbe diventare anche ac-

quistabile a parte, con sport a pacchet-

ti, film e serie TV un po’ come avviene

già su Sky Online. Sempre che non si

chiude anche l’accordo con Telecom:

tutta Premium su fibra direttamente

nelle case.

Page 5: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 5

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

Sky chiude il canale 3D UK Per ora l’Italia resisteSky annuncia la chiusura del canale 3D in UK e Irlanda mantenendo comunque la disponibilità di materiale 3D on demand Per ora la notizia non riguarda l’Italia di Emanuele VILLA

Ormai è praticamente ufficiale: al 3D non crede più nessuno. Ancora presente su molti TV di fascia media e alta, il 3D non è riuscito a imporsi come spera-to da produttori e broadcaster, al punto da essere considerato un “di più” del tutto inutile ai fini della scelta. In base a questo stato di cose è del tutto naturale la decisione di Sky di chiudere il canale 3D in UK e Irlanda, anche se ovviamente il comunicato uf-ficiale è più orientato ad esaltare gli ottimi risultati dell’on-demand (con 7 milioni di utenti in UK e Irlanda) che a porre l’accento sulla chiusura del canale dedi-cato. Il 3D non scompare, ma da giugno i contenuti di questo tipo diventano completamente ed esclusivamente on-demand. Considerando che il comunica-to riguarda solamente Sky UK e Irlanda, abbiamo subito con-tattato la filiale italiana per un commento in proposito, e ci è stato confermato che da noi la programmazione non subisce variazioni: in Italia, Sky 3D con-tinua indisturbato le sue opera-zioni. Quanto meno per ora: nel caso avessimo nuove informa-zioni in merito, non esiteremo a comunicarle.

di Roberto FAGGIANO

Come prevede un’apposita nor-

mativa, l’Autorità Garante delle

Comunicazioni ha emesso un’or-

dinanza che impone la trasmissione

in chiaro della partita Juventus - Real

Madrid, in quanto evento sportivo di

particolare rilevanza nazionale.

Quindi toccherà a Mediaset trasmettere

in diretta e in chiaro l’importante semi-

finale di Champions, l’appuntamento è

sui canali 5 e 505 del digitale terrestre

alle 20.35 di martedì 5 maggio per go-

dersi tutto l’incontro in chiaro e in HD. Il

bello per Mediaset è che questa diret-

ta non toglie l’esclusiva assoluta per la

trasmissione del non meno interessan-

te confronto tra Barcellona e Bayern

Monaco che si svolgerà il giorno dopo.

Ad assicurare i prevedibili ascolti da

record (e conseguenti incassi pubblici-

tari) verrà poi il ritorno della Juventus

a Madrid, già previsto in esclusiva e in

chiaro, sempre su Canale 5 e canale 5

HD per il 13 maggio.

Come già programmato, il pieno di

ascolti per Mediaset prosegue il 7

ENTERTAINMENT Saranno visibili a tutti Juventus-Real Madrid e le seminfinali di Europa League

La Champions in onda in chiaro su MediasetUna decisione presa da Agcom in quanto evento sportivo di particolare rilevanza nazionale

maggio con le partite di semifinale di

Europa League che vedono impegnate

Fiorentina e Napoli. Le partite si svol-

geranno in contemporanea e Media-

set ha scelto di trasmettere in diretta

Siviglia-Fiorentina, mentre la partita

del Napoli contro la squadra ucraina

Dnipro verrà trasmessa in differita su-

bito dopo. Appuntamento per le 21.05

su Retequattro e Retequattro HD per

seguire anche queste due partite di

Europa League in chiaro.

di Roberto PEZZALI

P ossibile che un sito internet possa

prendere il dominio “altadefinizio-

ne.tv” per offrire un servizio pira-

ta in streaming sotto gli occhi di tutti?

Il sito è stato finalmente chiuso dalla

Guardia di Finanza di Lecco ieri, a due

anni dall’altra grossa operazione che

aveva smantellato la rete di “releaser”

Sidcrew. Altadefinizione.tv era da mesi

attivo in Italia ed inizialmente aveva pre-

so il dominio Filmstream.me: usava i ser-

ver di Google per avere banda a volontà

e poter quindi fornire streaming sicuro

a basso costo. È lo stesso sito, per in-

tenderci, di cui avevamo parlato anche

noi in questo articolo denunciando la

cosa. Altadefinizione.tv aveva raggiunto

la classifica dei 100 siti più visti d’Italia

con accessi che superavano i 100.000

accessi unici al giorno. Un traffico che,

con banner al seguito, generava un in-

dotto per il gestore di oltre 1000 euro

al giorno. La Guardia di Finanza ci ha

messo un po’ ad individuare il respon-

sabile, un pregiudicato milanese, anche

perché come già avevamo scritto le

opere risiedevano su server esterni al-

l’insaputa probabilmente dei gestori del

server, spazi cloud aperti destinati ad

altri scopi. Milioni di italiani sono in lut-

to, e fino a quando non si capirà che la

pirateria si combatte solo con la qualità,

i prezzi giusti e una riduzione della fi-

nestra cinema/home video nasceranno

purtroppo altri siti simili.

ENTERTAINMENT La Guardia di Finanzia ha finalmente chiuso il portale Altadefinizione.tv

Chiuso Altadefinizione.tv: un milione di italiani in luttoIl sito offriva film pirata in streaming e il gestore guadagnava di 1000 euro al giorno

Page 6: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 6

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

Sky Go arriva finalmente su WindowsSky Go è finalmente disponibile come applicazione per Windows 8.1 Si scarica direttamente e gratuitamente dallo Store Microsoft. Ha una interfaccia piacevole, è veloce e soprattutto non richiede Silverlight di Roberto PEZZALI

Sky e Microsoft hanno finalmen-te portato l’app Sky Go anche su Windows: si scarica direttamen-te dal Windows Store, è gratis e permetterà l’accesso a tutti gli abbonati del servizio senza pas-sare dal browser e quindi senza usare Silverlight. L’ultima release di Chrome, per esempio, blocca già il plugin Silverlight e chi non vuole passare (per ovvie ragioni) a Internet Explorer troverà molto utile la nuova applicazione.“Siamo davvero soddisfatti di poter annunciare la disponibilità di Sky Go per Windows: questa importante novità ribadisce l’im-pegno di Microsoft nell’offrire agli utenti un’esperienza sempre più personalizzata facendo leva su contenuti e servizi di qualità. Il Win-dows Store, in cui sono disponibili oltre 599.000 app, cresce ogni giorno di 500 nuove applicazioni: esse hanno infatti un ruolo centra-le nella nostra strategia, essendo in grado di rispondere a necessità e preferenze degli utenti, sem-plificandone al tempo stesso la vita. Sky Go sposa le esigenze di un pubblico davvero eterogeneo che grazie ai diversi device potrà fruire del proprio intrattenimento preferito, in ogni situazione e cir-costanza”, ha commentato Paola Cavallero, Direttore Marketing & Operations di Microsoft Italia.Lo store di Microsoft guadagna così una applicazione fondamen-tale sia in chiave desktop che tablet, soprattutto in vista di Win-dows 10. Speriamo che ora Sky faccia sorridere i possessori di tablet Android.

ENTERTAINMENT Continuano le indiscrezioni che vorrebbero il lancio in Italia entro fine anno

Netflix in Italia entro l’autunno, lo dice anche VarietyLa data di inizio delle “trasmissioni” sarebbe intorno a ottobre, entro l’ultimo trimestre 2015

di Paolo CENTOFANTI

Anche secondo la testata Variety,

Netflix starebbe preparando il

lancio del suo servizio in Italia

entro la fine dell’anno. La data di avvio

delle “trasmissioni” sarebbe intorno al

mese di ottobre, o comunque nell’ulti-

mo trimestre del 2015, stando a quanto

dichiarato da un addetto ai lavori duran-

te un summit organizzato da Business

Location South Tyrol Alto Adige, società

che si occupa della promozione del ter-

ritorio come location cinematografica.

La nuova indiscrezione è allineata con

quanto era già trapelato negli scor-

si mesi da più ambienti. Secondo la

fonte di Variety, il problema principale

per Netflix rimane la scarsa penetra-

zione della banda larga in Italia, che

rappresenta evidentemente un limite

in termini di potenziali abbonati al ser-

vizio e quindi di appetibilità del nostro

mercato. Difficile dire se l’origine della

notizia è frutto effettivamente di infor-

mazioni di prima mano o delle stesse

“voci di corridoio” che da tempo girano

nell’industria, visto che più o meno tut-

ti i protagonisti del mercato italiano si

attendono l’arrivo del colosso america-

no entro la fine dell’anno. L’unica cosa

certa ad oggi rimane il programma di

espansione internazionale annunciato

ufficialmente lo scorso anno da Netflix

e che prevede la disponibilità globale

del servizio entro la fine del 2016.

di Roberto PEZZALI

Qualcosa si muove: il 4K difficil-

mente arriverà tramite satellite

o digitale terrestre nei prossi-

mi mesi, ma per il video on demand

i lavori sono già in fase avanzata. A

settembre, o al più tardi a ottobre,

arriverà Netflix in Italia e porterà con

se qualche contenuto in 4K, e proprio

per anticipare gli “stranieri” anche

l’industria italiana è pronta con le sue

proposte. A San Marino, in occasio-

ne dell’HD Forum Italia, Infinity ha

mostrato in anteprima una versione

4K dell’app Infinity basata sulla nuo-

va piattaforma HbbTV. Compressi in

HEVC a 20 Mbps circa, i contenuti

originali in 4K (non moltissimi all’inizio)

sono veicolati tramite rete verso le TV

compatibili con una qualità comunque

superiore a quanto siamo abituati a

vedere, e secondo chi ha effettuato

la compressione anche a 9/10 Mbps

si può percepire la differenza. Al mo-

mento Infinity non ha ancora scelto

una data per il debutto e neppure la

piattaforma, che difficilmente sarà

HbbTV (è ancora prematuro), ma la

soluzione Ultra HD potrebbe arriva-

re anche prima di Netflix. Lo stream,

come già accade per quello attuale

in HD, sarà ovviamente adattivo: la

qualità sarà legata alla disponibilità di

banda e al tipo di TV/client collegato.

Una scelta questa che permette di ge-

stire con un solo flusso di dati tutte le

risoluzioni, barriera questa che ha fino

ad oggi frenato la diffusione dell’HD

sui canali TV tradizionali.

ENTERTAINMENT All’HD Forum Italia in demo una versione preliminare di Infinity in 4K HEVC

Infinity in 4K forse arriva prima di NetflixLo abbiamo visto e forse potrebbe arrivare addirittura prima di Netflix, ma non c’è una data

Page 7: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app
Page 8: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 8

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Emanuele VILLA

S iamo stati invitati da TIM e Huawei per testare

le potenzialità di LTE Broadcast, il servizio di

mobile TV su rete LTE che - secondo i respon-

sabili delle due aziende - debutterà a breve a livello

commerciale, probabilmente entro fine anno.

Diciamo subito che, a livello pratico, le potenzialità

di un servizio del genere sono interessanti: si tratta,

di fatto, di un servizio televisivo in tutto e per tutto

che si basa su rete LTE (Advanced) ma con logiche

broadcast, quindi un po’ come il classico DVB-T. Si-

gnifica dunque che chiunque - su dispositivi abilitati

- potrà accedere alla programmazione disponibile in

aree affollatissime senza preoccuparsi di banda, con-

gestione di rete e affini. Ecco perchè TIM e Huawei

(che ha fornito l’infrastruttura di rete e l’hardware per

questa dimostrazione) ci hanno portato a San Siro,

durante una partita Milan-Genoa che, per quanto di-

sertata da molti tifosi per contestazione con il team

rossonero, rappresenta bene il concetto di “conge-

stione” che molti di noi sono costretti a vivere alme-

no con cadenza settimanale. Ci è stato consegnato

un tablet Huawei abilitato a LTE Broadcast e con

una semplicissima interfaccia potevamo decidere

di vedere Juventus - Fiorentina, Sassuolo - Roma o

Sampdoria - Verona durante la partita del Milan.

Quante volte capita allo stadio di non riuscire a te-

lefonare? Oppure a mandare un messaggio con

Whatsapp? Lo scopo della dimostrazione di ieri sera

ha avuto proprio questo fine: dimostrare che - tablet

alla mano - siamo in grado di guardare la partita del-

la Juve o della Roma mentre ci troviamo allo stadio

per gustarci le eccellenti performance (sì, è ironico)

del team rossonero. Qualcuno si potrà domandare a

cosa serva un servizio del genere: chi va allo stadio

per seguire la propria squadra del cuore difficilmen-

te guarda le partite degli altri. Ma in realtà bisogna

considerare alcune cose: innanzitutto era semplice-

mente una demo, e in più - una volta ottimizzato il

servizio fornito da TIM - potremo gustarci i gol delle

altre partite o rivedere le azioni salienti di quella cui

stiamo assistendo in prima persona. Tutto con uno

smartphone o un tablet che deve essere abilitato al

servizio.

ENTERTAINMENT Il bello del sistema LTE Broadcast è che non risente del numero di utenti collegati contemporaneamente

Con TIM e Huawei per provare LTE Broadcast Siamo stati invitati da TIM e Huawei a San Siro per una dimostrazione della prossima “mobile TV”, ovvero LTE Broadcast Abbiamo assistito a Milan-Genoa e guardato sul tablet altre tre partite in diretta. Senza problemi di congestione di rete

Il bello di questo LTE Broadcast è che è del tutto in-

dipendente dal numero di utenti: è una trasmissione

televisiva in tutto e per tutto (avete presente il comu-

nissimo DVB-T? Una cosa del genere, ma su rete LTE

Advanced), che per essere godibile ha bisogno sì di

un segnale stabile ed efficiente da parte del fornitore

del servizio, ma non risente in alcun modo delle 10,

100 o 1000 persone collegate in contemporanea.

Piuttosto - ci spiegano - risente del numero di canali

che vengono trasmessi, ma questo è un problema

del fornitore e non certo dell’utente. La trasmissio-

ne è sembrata sufficientemente stabile, pur al mo-

mento non impeccabile: ogni tanto si osservavano

i classici squadrettamenti tipici del segnale digitale

e di una trasmissione non eccelsa, ma - ci spiegano

- in questa fase “demo” la qualità percepita dipende

anche molto dal punto dello stadio in cui si assiste

alla partita (visto che non è coperto al 100%), se ci

sono ostacoli e via dicendo. Diciamo che le premes-

se sono buone e che, quando il sistema debutterà a

livello commerciale, la trasmissione potrebbe davve-

ro essere eccellente.

Si parte entro l’anno Alcuni scenari interessantiLa dimostrazione è stata piacevole: certamente l’app

non è ancora ottimizzata (si trattava infatti di un pro-

totipo) e i canali disponibili erano solo tre, ma TIM

ha grandi progetti relativi a LTE Broadcast. L’idea in-

nanzitutto è quella di intergrare il sistema nella rete

LTE commerciale entro l’anno, di modo tale che tut-

ti gli utenti TIM con abbonamento LTE e terminale

abilitato ne possano usufruire (poi bisogna vedere

a che prezzo, al momento le bocche sono cucite),

ma ovviamente si va oltre e si sta studiando un’app

dedicata che permetta di accedere a contenuti Pre-

mium on the go e non solo sportivi.

Ne sapremo di più nel corso di quest’anno, ma non è

da escludere che ci sia la possibilità - per rimanere in

ambito calcistico - che si possano vedere più partite

in split-screen o magari “costruirsi” la propria regia

scegliendo le visuali più consone ai propri gusti e

alle azioni che si svolgono in campo. Supponiamo

dipenderà anche molto da una questione di diritti,

ma quel che è certo è che la nuova mobile TV arri-

verà a breve, e potrebbe valerne davvero la pena.

Stay Tuned...

Un “first look” all’app che TIM userà per le tra-smissioni LTE Broadcast. È possibile che il lancio avvenga già entro l’anno.

LTE BroadcastIn prova a San Siro

lab

video

Page 9: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 9

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

Sky a gonfie vele in Italia Crescono abbonati e HDSky ha rilasciato i risultati finanziari dell’ultimo trimestre: in Italia gli abbonati salgono a 4.76 milioni, con una spesa pro capite media di 43 euro. Salgono gli abbonati in HD di Roberto PEZZALISky va a gonfie vele, soprattutto in Italia dove ha messo insieme il mi-glior terzo trimestre degli ultimi tre anni. I risultati finanziari del terzo trimestre 2014/15 (Gennaio-Mar-zo 2015) del gruppo che unisce Sky UK, Germania e Italia parlano chiaro: crescita super e un nume-ro sempre maggiore di abbonati. Per l’Italia il dato più confortante è la costante crescita dei clienti: i 12.000 nuovi clienti per l’Italia rap-presentano la miglior crescita de-gli ultimi tre anni e fanno riflettere soprattutto in ottica diritti Cham-pions: chi si è abbonato ora ha sottoscritto un contratto che dura almeno 18 mesi e che comunque non prevederà la Champions il prossimo anno. I maligni potreb-bero pensare che siano tutti mila-nisti o interisti, ma il dato potrebbe anche essere legato ad un minore appeal del calcio rispetto a serie TV esclusive e spettacoli come Masterchef e X-Factor.Tra i dati interessanti per l’Italia si segnala un passaggio all’HD per altri 19.000 clienti e un totale di abbonati connessi pari al 32%, tutti con decoder collegato ai servizi onDemand. Alla crescita italiana ha contribuito Cielo, che ha registrato ottime performance pubblicitarie. Ad oggi i clienti in Italia sono 4.746 milioni, con una redditività media per singolo cliente di 43 euro, ma Sky punta a migliorare ancora. Per farlo farà leva nei prossimi mesi sulla sinergia permessa dal nuo-vo gruppo industriale: la priorità è unificare ricerca e sviluppo creando un decoder unico per tutti i mercati con i diritti acquisiti in blocco, come un’unica entità.

ENTERTAINMENT Tivù si prepara a lanciare a maggio TivùLink, un launcher per le app sulla TV

Con TivùLink trovare app sul TV sarà più facileLe applicazioni MHP non sono immediate da trovare, TivùLink cercherà di fare un po’ di ordine

di Roberto PEZZALI

L e applicazioni interattive dei broa-

dcaster, come ad esempio Rai Re-

play, La7 On Demand e Rewind, non

sono molto conosciute, un po’ perché

non tutti i TV e set top box sono com-

patibili, un po’ perché comunque sono

posizionate a canali alti, e per poterle

lanciare da un canale tradizionale bi-

sogna passare tramite gli “sconosciuti”

tasti colorati dei telecomandi.

Tivù cerca di fare un po’ di ordine, e

sta per lanciare TivùLink: una vetrina

di “link” che permette di trovare subito

tutte le applicazioni disponibili avvian-

dole. TivùLink è un semplice ma effica-

ce launcher, uno showcase delle app

MHP presenti sui vari canali raggruppa-

te in un unico contenitore. Il lancio del

nuovo servizio è previsto a maggio, e

sui decoder satellitari Tivùsat prenderà

il canale 100: ancora in discussione in-

vece il suo posizionamento sul digitale

terrestre: arriverà sicuramente, ma al

momento non è certo il canale che an-

drà ad occupare.

di Roberto PEZZALI

L o avevamo evidenziato anche nel-la nostra prova del TV OLED LG:

WebOS, almeno la versione dello

scorso anno, è bello da usare ma trop-

po lento nella gestione dell’interfaccia.

Chi ha un TV WebOS del 2014 a casa

se ne sarà sicuramente accorto, ma

sarà felice di sapere che LG ha annun-

ciato un aggiornamento, disponibile

nella seconda metà dell’anno, per tutti

i TV dotati del primo WebOS che rice-

veranno così il nuovo WebOS 2.0 pre-

sentato al CES di Las Vegas. Il risultato,

secondo LG, sarà una velocità generale

dell’interfaccia (fino a tre volte superio-

re), oltre ovviamente all’aggiunta delle

nuove funzionalità introdotte dalla nuo-

va versione. Al momento manca ancora

la conferma dall’headquarter italiano di

LG, ma l’annuncio è stato confermato

già da LG USA e probabilmente sarà

solo questione di tempo. Una rarità nel

panorama dei TV, dove siamo abituati

da anni a piattaforme che vengono

solo mantenute lato bug (se va bene)

ma non vengono mai aggiornate per

aggiungere funzionalità o aumentare le

prestazioni. Altri produttori dovrebbero

comunque seguire la stessa strada nei

prossimi anni: Samsung, che ormai ha

scelto Tizen, ha posto le basi per un’in-

terfaccia aggiornabile nei prossimi anni

e la stessa cosa vale anche per produt-

tori, come Sony e Philips, hanno scelto

Android TV.

TV E VIDEO L’annuncio, confermato al momento, da LG USA è una rarità nel panorama dei TV

LG aggiorna le Smart TV 2014 a WebOS 2.0Il risultato è un aumento della velocità dell’interfaccia e l’aggiunta di nuove funzionalità

Page 10: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 10

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

ZTE Spro2 proiettore e Hotspot tutto in unoSpro2 di ZTE è un dispositivo ibrido che integra un proiettore, un display touch da 5”, connettività Wi-Fi ed è animato da Android KitKat di Andrea ZUFFI

ZTE è pronta a lanciare negli Stati Uniti Spro2, un videoproiettore portatile del peso di circa 400 gr che funge anche da HotSpot Wi-Fi per condividere l’accesso Internet LTE. Questo dispositivo ibrido, pre-sentato allo scorso CES, è in gra-do di proiettare immagini e video in HD a 120 pollici e 200 lumen. Spro2 si connette con uno o più smartphone, tablet e notebook via Wi-Fi dual band, fino a un massi-mo di 10 in contemporanea. Ha una propria capacità di storage di 16 GB, espandibili fino a 64 GB tramite slot micro SD. Dispone, inoltre, di porta USB, HDMI, inte-gra un mini-speaker ma permette di utilizzare altoparlanti esterni sia tramite connettore jack che con Bluetooth. Sul lato superiore Spro2 ha un display touch da 5” a 720p. Grazie al sistema operativo Android 4.4.4, di cui è dotato, è in grado di scaricare app da Play Store e di riprodurre contenuti in streaming da servizi come You-tube e Netflix. Spro2, versione migliorata della prima serie Spro, può funzionare anche lontano dalla presa di corrente, potendo disporre di una batteria da 6300 mAh capace di garantire, almeno in linea teorica, circa 2 ore di ri-produzione. ZTE ha annuncia che la distribuzione di Spro2 avviene esclusivamente attraverso il car-rier AT&T negli USA. Spro2 costa 399$ se abbinato a un piano AT&T della durata minima di 24 mesi oppure al prezzo pieno di 499$ senza vincoli di abbonamento. Nessuna informazione, al momen-to, circa la disponibilità nel nostro paese, ma speriamo arrivi presto: testarlo sarà un piacere.

di Roberto PEZZALI

L’annuncio di Netflix in HDR ha cam-

biato i piani di qualche azienda

come Sony, che inizialmente ave-

va deciso di posticipare l’arrivo dell’HDR

fino a quando non ci sarebbe stato uno

standard condiviso. Lo standard ancora

non c’è e tutti vanno per la loro strada,

ma Sony ha deciso di aggiornare già

dalla prossima estate i nuovi TV appena

presentati aggiungendo la gestione della

gamma dinamica sui contenuti. L’aggior-

namento riguarderà le serie di televisori

4K Ultra HD X93C e X94C della gamma

BRAVIA e sarà rilasciato tramite rete.

“Sony è da sempre leader nel 4K e le

esclusive tecnologie applicate ai nostri

TV sono state pensate per offrire agli

amanti del piccolo schermo la miglior

qualità d’immagine, indipendentemente

dal contenuto che si sceglie di guardare.

L’esperienza maturata in decenni di atti-

vità ci consente di introdurre su queste

due serie di TV 4K Ultra HD il nuovissi-

mo standard HRD, migliorando ulterior-

mente il contrasto grazie all’esclusiva

tecnologia X-tended Dynamic Range

PRO”, sottolinea Jorge Rojas Bartra,

Senior Marketing Manager TV e Home

Audio Video. “Oggi, combinando una

qualità d’immagine che non teme rivali

ad Android TV, ci apprestiamo a offri-

re ai nostri consumatori la miglior user

experience possibile”.

Una scelta saggia da parte di Sony, che

aveva già predisposto l’hardware per

gestire i contenuti a gamma dinamica

elevata ma stava temporeggiando. L’ar-

rivo dell’HDR è legato al lancio dei primi

contenuti da parte di Netflix, previsto per

la seconda metà dell’anno.

TV E VIDEO L’update sarà disponibile nel corso dell’estate giusto in tempo per l’arrivo di Netflix

I nuovi TV Sony saranno aggiornati all’HDRSony annuncia l’aggiornamento per le serie di TV X93C e X94C, che non sono ancora nei negozi

TV E VIDEO Sky lo annuncia disponibile entro il quarto trimestre

Arriva il set top box per Sky Online È basato sulla piattaforma Roku 3

di Roberto PEZZALI

Sky è pronta a lanciare anche il Italia il set top box per Sky Online basato sulla

piattaforma già sperimentata in Germania e Inghilterra, quindi su hardware Roku

3. La notizia, che ci era a prima vista sfuggita, è contenuta nel report completo dei dati finanziari: “Our Sky Online streaming services in Italy and Germany are buil-

ding on our experience in the UK, with Italy set to launch its own Sky Online box in Q4

based on the same technology already deployed in the UK and Germany”.

Sky conferma, quindi, l’arrivo del set top box entro il quarto trimestre finanziario, ma in

questo caso per Sky il quarto trimestre è quello che termina il 30 giugno. Questione

quindi di settimane, poi si potrà fruire di Sky OnLine sui TV che non sono predisposti

per la ricezione del servizio (praticamente tutti tranne Samsung), semplicemente con-

nettendo il box al televisore tramite HDMI. Non siamo a conoscenza al momento di

eventuali promozioni legate al lancio del set top box, ma sarà interessante vedere se

sarà dotato an-

ch’esso di ap-

plicazioni smart

TV come il mo-

dello per Now

TV, che ha a

bordo, oltre alle

più note app di

catch up TV, an-

che Spotify, Fa-

cebook, Vimeo

e Youtube.

TV E VIDEO

Nexus Player in Italia a 99 euroAbbiamo parlato più volte di Nexus Player, il primo set top box basato su Android TV e realizzato congiun-tamente da Asus e Google. Un prodotto molto interessante poiché in grado di “aggiornare” alle nuove tecnologie i TV delle precedenti generazioni: servizi di video on demand, giochi, applicazioni, streaming audio e compatibilità con Google Cast sono i principali fattori d’interesse per la “scatoletta nera” di casa Google. In più c’è un microfono integrato per i controlli vocali e un telecomando per la gestione remota: chi pensa di uti-lizzarlo soprattutto per giocare può acquistare un controller Bluetooth separato. L’azienda ha deciso che, dopo un’esperienza positiva in terri-torio a stelle e strisce, Nexus Player vada esteso a nove altri mercati, tra cui figura l’Italia. E la disponibilità è immediata, considerando che il pro-dotto è già disponibile sul Play Store italiano a 99 euro.

Page 11: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 11

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Roberto FAGGIANO

D opo l’acquisizione di Pioneer,

Onkyo inizia a sfruttare le sinergie

di gruppo con due nuovi sintoam-

plificatori della fascia media del merca-

to. Il nuovo TX-NR545 (599 euro) si an-

nuncia come particolarmente versatile

e aggiornato, infatti è compatibile con il

Dolby Atmos, è conforme alle specifiche

HDCP 2.2, include Wi-Fi con DLNA 1.5 e

AirPlay e Bluetooth oltre a essere già

compatibile con musica in formato DSD.

Il nuovo modello è un 7.2 con potenza

di 120 Watt per canale (6 Ohm, 1% THD)

che utilizza un recente convertitore

AKM (AK4458) da 384 kHz/32 bit che

abilita l’apparecchio alla riproduzione

della musica in DSD oltre agli altri con-

sueti formati. A proposito di musica, il

nuovo sintoampli è già compatibile con

Spotify Connect, Deezer e TuneIn per

le radio web. Non manca il sistema di

calibrazione automa-

tica, l’applicazione

di controllo tramite

smartphone o tablet

e la possibilità di so-

norizzare una secon-

da zona. Notevole la

versatilità grazie alla

presenza di sei prese

HDMI, alcune vecchie

connessioni video

component, ingressi

digitali e analogici,

presa di rete e USB.

Il modello più econo-

mico, TX-NR343, è un

classico 5.1 con po-

tenza di 100 Watt per canale

(6 Ohm, 1% THD), compatibilità con i

migliori formati Dolby e DTS, compati-

bilità video con il protocollo HDCP 2.2

per il 4K, Bluetooth e convertitore D/A

Burr Brown da 192 kHz/24 bit. Entrambi

i modelli di sintoampli, TX-NR545 e TX-

NR343, sono disponibili nella doppia

veste estetica silver oppure nero.

HI-FI Dopo l’avvenuta acquisizione da parte di Pioneer, Onkyo presenta due nuovi sintoamplii

Due sintoampli dell’era “Onkyo e Pioneer”Due nuovi sintoamplificatori di fascia medio/economica ma con contenuti molto interessanti Il versatile modello TX-NR545 è compatibile con il Dolby Atmos e la musica in formato DSD

di Roberto FAGGIANO

I n un momento sempre meno favorevo-

le per il supporto fisico arriva a sorpresa

un nuovo lettore CD di Denon. Si chia-

ma DCD-50, costa 399 euro e fa parte del-

la Design Series assieme all’amplificatore

con DAC PMA-50 (qui la news completa) e a un’inedita coppia di diffusori che com-

paiono nelle immagini ufficiali ma di cui

Denon non ha ancora fornito dettagli. Il

nuovo lettore CD ha le stesse dimensioni

dell’amplificatore e può anch’esso essere

posizionato in modo orizzontale o vertica-

le; la meccanica di caricamento è del tipo

slot in motorizzata e ritroviamo il piccolo

display OLED già visto sull’amplificatore.

Dal punto di vista tecnico il DCD-50 im-

piega un convertitore da 32 bit/192 kHz

per le uscite stereo analogiche, ma le

prestazioni musicali migliori possono es-

sere ottenute con il collegamento digitale

all’amplificatore per sfruttare l’esclusivo

circuito Advanced AL32. Il telecomando

in dotazione è già predisposto per attiva-

re anche l’ampli. Il nuovo lettore CD sarà

disponibile dal mese di giugno.

HI-FI Il lettore CD Denon si distingue per la meccanica di caricamento motorizzata e il display OLED

Denon DCD-50 è il lettore CD compatto di designCompagno perfetto dell’ampli-DAC PMA-50, si può posizionare in orizzontale o in verticale

Le major del disco chiudono GroovesharkÈ arrivata al capolinea l’avventura di Grooveshark, il controverso servizio di streaming musicale, che ha sempre dovuto combattere per il suo status di “legalità”. La musica disponibile in streaming era caricata dagli stessi utenti, senza accordi con i detentori dei diritti. Grooveshark sosteneva di non incentivare il caricamento di contenuti coperti dal diritto d’autore e di rispon-dere con la rimozione dei brani non autorizzati. Secondo le case discogra-fiche, però, erano gli stessi dipendenti dell’azienda a popolare il catalogo del servizio di streaming, motivo per il quale i dirigenti erano finiti sotto processo con condanna per violazione volontaria di copyright. La chiusura del servizio arriva alla conclusione del procedimento per la valutazione del risarcimento per i danni, stimati in quasi 1 miliardo di dollari . Da qui il patteg-giamento con la chiusura del servizio e la cessione di tutti i brevetti, nonché la proprietà del sito alle major.

ONKYO TX-NR545

ONKYO TX-NR343

MAGAZINE

Estratto dal quotidiano onlinewww.DDAY.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingClaudio Stellari Simona Zucca

Maria Chiara CandiagoAlessandra Lojacono

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154

Per [email protected]

Per la pubblicità[email protected]

Page 12: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 12

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Roberto PEZZALI

C’è chi ha stravolto il suo progetto, come Sam-

sung con Galaxy S6, e chi invece ha deciso di

tenere ferma la base e migliorarla. LG ha pre-

ferito andare per la seconda strada, più che altro per

rafforzare la brand identity del marchio “G” che giunge

alla quarta generazione, affiancato dalla variante Flex.

G4, come abbiamo scritto nell’articolo del lancio ufficia-

le, insiste sugli aspetti più importanti di uno smartphone,

con l’autonomia che ricopre senza dubbio il primo po-

sto nella piramide dei desideri. LG non si sbilancia ma

ha fatto di tutto per garantire il superamento del giorno

intero di autonomia sacrificando magari lo spessore

dello smartphone e tenendo una batteria comunque

abbondante, 3000 mAh. Per la prima volta compare

lo Snapdragon 808: non è potente come lo Snapdra-

gon 810 ma dovrebbe essere più efficiente e soprat-

tutto scaldare meno. Difficile capire perché LG dopo

aver scelto l’810 sul G Flex 2 abbia optato per l’808

sul top di gamma, ma probabilmente avrà ritenuto più

efficiente un processore capace di lavorare senza pro-

blemi a pieno regime piuttosto che uno da “gestire”

per evitare problemi termici. Lo Snapdragon 808 è un

processore a sei core, 4 Cortex A53 e 2 Cortex A57

con un Adreno 418 come GPU. Rispetto all’810, oltre

a due core, perde quindi un po’ sotto il profilo della

GPU, non ha l’encoder HEVC hardware, il processore

a 14 bit per le foto (è a 12) e il controller per memorie

DDR4. A nostro avviso, dopo averlo provato per un po’,

non sembra che il G4 risenta di questo downgrade nel-

le prestazioni; inoltre, ed è bene aggiungerlo, siamo di

fronte a processori che sicuramente sono più potenti di

quanto effettivamente serva in uno smartphone.

LG sul G4 ha tenuto 3 GB di memoria e 32 GB di stora-

ge, quella che sembra essere la nuova dotazione mini-

ma per i top di gamma Android. Chi vuole espandere la

memoria potrà comunque farlo con lo slot microSD che

gestisce card fino a 2 terabyte.

Spostandoci sul design la proposta di LG per distin-

guersi è chiara: la pelle impreziosisce la cover posterio-

re anche se è comunque una finitura delicata e molto

sensibile ai graffi. LG lo sa bene e ha previsto delle co-

ver speciali, ma è chiaro che coprire la finitura di pelle

è un vero crimine. LG ci ha tenuto a precisare che, per

evitare picchetti di animalisti fuori dalla sede, non sono

stati uccisi animali per ricoprire i G4, motivo per il quale

probabilmente manca la cover di pitone.

Scherzi a parte, il lavoro fatto è notevole: il jack e il con-

nettore USB sono infatti protetti per evitare di rovinare

la finitura con le continue ricariche. Il modello marrone

chiaro è forse quello più particolare, ma il nero è quel-

lo che ci è piaciuto di più. Una lavorazione particolare

delle plastiche è stata fatta anche sul frontale legger-

mente curvo, con un motivo che si vede solo in con-

troluce. La curvatura è comunque minima, niente a che

vedere con G Flex 2. Passando allo schermo, LG aveva

svelato in anticipo tutto con un teaser: LG lo chiama

Quantum IPS ed è una rivisitazione della tecnologia

Quantum Dots usata sui TV. L’illuminazione dello scher-

mo di uno smartphone infatti non è a luce diretta ma è

Edge LED, e per sfruttare il principio dei Quantum Dots

non è stato inserito il filtro di cristalli tra l’illuminazio-

ne e il pannello ma è stata fusa la struttura di cristalli

con il pannello che integra anche la tecnologia InTouch

per le celle. Il risultato, secondo LG, è un gamut ben

più ampio del classico sRGB (120%), con una copertu-

ra quasi totale (98%) dello spazio colore DCI (Digital

Cinema) e una maggiore luminosità. Grazie a un nuovo

allineamento dei subpixel, LG è riuscita ad aumentare il

contrasto riducendo la luce che filtra tra i vari subpixel

del pannello. Il filmato demo mette in luce un’ottima

resa cromatica, ma ovviamente senza uno strumento

di misura è difficile dare un giudizio. Lo schermo, come

sul modello precedente, è un 5.5” da 1440 x 2560 e

538 ppi di risoluzione.

Per quanto riguarda la fotocamera, il nuovo modulo,

sempre da 16 megapixel, è prodotto da LG Innotek e

MOBILE Le prime impressioni e i dettagli sulle tecnologie utilizzate da LG G4. Arriverà in Italia tra maggio e giugno, prezzo 699 euro

LG G4: foto, video e tutti i dettagli in anteprima Siamo riusciti ad utilizzare per un po’ di tempo il G4 di LG, apprezzando in particolare il nuovo schermo e la fotocamera

segue a pagina 13

LG G4video prova in anteprima

lab

video

lab

video

Page 13: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 13

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

MOBILE

Anteprima LG G4 segue Da pagina 12

integra uno stabilizzatore d’immagine ottico che stabi-

lizza fino a 2° in più rispetto al modello precedente che

lavorava su 1°. LG ha usato un sensore con pixel più

grandi e ha aumentato anche l’apertura a F1.8, garan-

tendo quindi la possibilità di scattare con un tempo di

posa più rapido quando c’è poca luce.

Oltre al motore di messa a fuoco che sfrutta il laser per

rilevare la distanza del soggetto, su G4 LG ha inserito

anche un esposimetro RGB Matrix con sensore IR per

gestire il bilanciamento del bianco e l’esposizione,

operazione che solitamente viene fatta dal sensore;

il piccolo modulo trova spazio subito sotto il flash.

Hardware di un certo livello dev’essere accompagna-

to anche da un software adeguato: LG ha predisposto

una modalità foto “vera” con tanto di scatto in RAW

(formato DNG) e possibilità di regolare tutti i parametri

di scatto, dai tempi al fuoco che può essere anche

gestito manualmente con piccoli microstep. Purtrop-

po non esiste al momento una custodia fotografica

per l’aggancio al treppiedi, ma LG ci sta pensando.

Un guanto di sfida a Microsoft, che con i suoi Lumia

PureView è sicuramente al top della categoria.

LG G4, ovviamente, ha tante altre piccole migliorie, sia

sotto il profilo software sia sotto l’aspetto hardware. Nel

complesso sembra un ottimo smartphone, con miglio-

ramenti netti dove serviva. Non è uno stravolgimento

rispetto al passato, ma grazie alla cover in pelle rie-

sce comunque ad essere elegante e a distinguersi.

Il prezzo di 699 euro è dettato dal mercato, anche

se in casa LG c’è allo stesso prezzo il G Flex 2, che è

sempre un 5.5” e ha lo Snapgragon 810. Un dualismo

non facile da gestire.

di Roberto PEZZALI

L ibon è un’app di Orange simile a

Skype: effettua chiamate voip a

prezzi concorrenziali, ha un siste-

ma di voice mail e ha pure la messag-

gistica integrata, con possibilità di chat

web per chi non ha l’app installata. Una

buonissima app, disponibile sia per iOS

sia per Android, che ora si arricchi+sce

di una funzione unica: Reach Me, ovve-

ro la possibilità di essere contattati an-

che quando manca la copertura GSM.

Reach Me debutta sulla versione An-

droid di Libon proprio in Italia, abbiamo

avuto modo di provarla e di capire come

funziona. La versione per iOS è in lavo-

razione: mancano le api per renderla

perfettamente funzionale. L’idea è sem-

plice: quando la copertura GSM non è

eccellente o è assente, come in un edi-

ficio particolarmente schermato, riceve-

remo ugualmente le telefonate tramite

la rete Wi-Fi. Una soluzione abbastanza

comoda e utilizzabile ad esempio anche

all’estero: se abbiamo una copertura

Wi-Fi possiamo ricevere le chiamate in

MOBILE Il servizio Reach Me dell’app Libon usa il Wi-Fi in assenza di copertura del segnale GSM

Ha debuttato in Italia Reach Me di Libon Sei raggiungibile anche senza coperturaLa funzione è utile negli uffici e per i viaggi all’estero, ma l’app dev’essere ancora migliorata

voip sul nostro numero senza pagare lo

scatto alla risposta. Il principio di funzio-

namento è quasi banale: Reach Me, una

volta attivato, effettua un trasferimento

di chiamata verso un numero Orange

che a sua volta instrada la chiamata in

voice over IP verso l’app Libon. La qua-

lità di chiamata è davvero molto buona,

il ritardo assente. Il trasferimento di chia-

mata non crea particolari problemi con

gli SMS: anche se lo abbiamo inserito gli

SMS continueranno ad arrivare ugual-

mente, e se qualcuno ci chiama mentre

siamo al telefono è disponibile anche

la segreteria telefonica. Ad oggi l’unico

limite è la necessità di inserire la fun-

zione Reach Me manualmente e quindi

anche di toglierla manualmente: l’app

non è ancora in grado di riconoscere lo

stato della connessione e quindi agire

in perfetta autonomia: i creatori di Libon

dicono che comunque la funziona sarà

disponibile molto presto, con Reach Me

che diventerà quindi totalmente auto-

matico. Ad oggi questa funzionalità non

si paga, ma il “free” è legato esclusiva-

mente al periodo di lancio: tra qualche

mese infatti diventerà a pagamento,

anche se non è ancora stato stabilito

quando si dovrà pagare.

MOBILE

Acer al lavoro su un tablet da gioco?Non ha ancora un nome e i dettagli sono scarsi, ma Acer lo ha mostrato durante una conferenza stampa a New York i. Si tratta di un nuovo ta-blet Android con display da 8 pollici e un design che lo accomuna alla gamma di PC per il gaming Predator del produttore. Il nuovo tablet, che a quanto pare verrà ufficialmente annunciato nell’ultimo trimestre del-l’anno, sarà un dispositivo esplicita-mente pensato per il gaming. Non si sa con quale processore arriverà sul mercato, ma Acer ha parlato di alcu-ne caratteristiche specificatamente pensate per il gaming, come quattro diffusori frontali per un’esperienza di gioco più immersiva, e un sistema di feedback a vibrazione in qualche modo simile a quello che possiamo provare sui joypad delle console. Per Acer si tratta di una scommessa non da poco, visto che ad oggi nes-suno è riuscito a catturare un gran-de pubblico con prodotti di questo tipo. Anche per il performante tablet Shield di NVIDIA è difficile parlare di un vero e proprio successo com-merciale. Questione di contenuti, hardware o entrambe le cose?

Page 14: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

C

M

J

CM

MJ

CJ

CMJ

N

pub italie colorline 2015.pdf 1 10/03/2015 16:06

Page 15: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 15

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

MOBILE Samsung rilascia a sorpresa l’SDK per sviluppare le app per il suo prossimo Gear

Samsung pensa a uno smartwatch tondoIl nuovo smartwatch sarà il primo realizzato da Samsung ad avere un display circolare

di Roberto PEZZALI

S amsung sta per lanciare un nuo-

vo smartwatch con l’intenzione di

cavalcare l’onda mediatica gene-

rata Apple Watch: ancora non c’è una

data, ma gli sviluppatori possono già

creare applicazioni grazie all’SDK che

l’azienda ha rilasciato ancora prima

del prodotto stesso. Una cosa insolita

per Samsung, ma probabilmente an-

che la più logica: arrivare sul mercato

con un prodotto senza app ottimizzate

suonerebbe come una falsa partenza.

La notizia, in questo caso, è il cambio

di design rispetto al passato: i vecchi

Gear, basati su Tizen, erano basati sul-

la classica interfaccia squadrata, quelli

nuovi, in linea con i migliori smartwatch

basati su Android Wear, avranno un

display OLED tondo. Samsung mostra

nel teaser di lancio dell’SDK alcune

app ottimizzate per il nuovo quadrante,

ma al momento non da altre indica-

zioni. Paradossalmente, con il lancio

di Watch Urbane di LG alle porte e

l’arrivo dello smartwatch Huawei, ci ri-

troviamo in una situazione dove quasi

tutti i nuovi modelli presentati hanno un

display tondo come la maggior parte

degli orologi veri, mentre Apple, con

Watch e il suo quadrante rettangolare,

rappresenta insieme a pochi altri una

voce fuori dal coro. Tondo o quadrato

comunque poco importa: la ricetta per

lo smartwatch perfetto non passa certo

dalla forma del display e sembra che

nessuno abbia ancora trovato la formu-

la magica.

MOBILE Giusto in tempo per le prime consegne, iFixit smonta pezzo per pezzo l’Apple Watch

iFixit conferma: Apple Watch non è aggiornabileGrande integrazione ma non c’è nessuna speranza di aggiornare l’hardware del prodotto

di Paolo CENTOFANTI

Q uando arriva un prodotto mol-

to atteso e di forte richiamo, il

sito di riparazioni iFixit è sem-

pre puntuale con il suo “teardown”,

lo smontaggio in diretta pezzo per

pezzo. Questa volta è stato il turno

dell’Apple Watch, i cui primi esempla-

ri sono stati consegnati da poco nelle

mani delle persone che lo hanno ordi-

nato nelle scorse settimane. La cosa

interessante che poteva emergere

da questa analisi dello smartwatch di

Apple, non era tanto la facilità di ripa-

razione, quanto l’eventuale possibilità

di poter aggiornare in qualche modo

il prodotto, non tanto per il modello

base, ma per la versione Edition, che

ha un costo anche di svariate migliaia

di dollari. È il problema della tecnologia

che vuole diventare oggetto di lusso:

un orologio classico non invecchia mai,

ma in questo caso siamo pronti a scom-

mettere che non passeranno poi così

tanti mesi dal lancio del “superiore in

tutto” Apple Watch 2, con buona pace

di chi avrà speso magari i 17.000 dollari

della versione più costosa.

Premesso che chi non si fa proble-

mi a spendere una tale cifra per un

Apple Watch probabilmente non è

nemmeno il tipo da ansia da obsole-

scenza tecnologica, resta il fatto che

dal teardown di iFixit emerge che lo

smartwatch di Apple difficilmente po-

trà ricevere aggiornamenti, vista la

difficoltà di accesso al processore;

a meno che la versione Edition non

abbia una costruzione diversa si in-

tende. Venendo all’indice di riparabili-

tà, l’Apple Watch si è preso un voto di

5 su 10: schermo e batteria sono più o

meno sostituibili con relativa semplici-

tà, ma tutto il resto è molto più difficile

da sistemare se non impossibile.

Watch Teardown Review!

Galaxy S6 ed S6 Edge Ecco le funzioni nascosteUn gruppo di utenti smaliziati nella personalizzazione di Android ha scoperto delle funzioni nascoste degli ultimi nati di casa Samsung. Provare per credere, ma servono i permessi di root di Michele LEPORI

“Don’t try this at home”, o meglio provateci ma dopo essere sicuri di aver salvato il salvabile perché questo tipo di modifiche potrebbe-ro comportare la perdita parziale o totale dei dati del vostro nuovissi-mo Galaxy S6 o S6 Edge. La com-munity di XDA, nota da tempo per essere il riferimento del mondo An-droid più hardcore, ha infatti sco-perto alcune funzione veramente interessanti ed utili che si possono attivare sui neonati Galaxy S6 ed Edge ma che Samsung ha deciso di nascondere, o comunque non avere attive di default. Degli easter eggs, per dirla con linguaggio vi-deoludico, anche se alcune di que-ste sono state disattivate perché potrebbero essere illegali in alcu-ni paesi. In questo thread c’è una vera e propria cascata di funzioni, alcune di essere però non ancora perfettamente stabili o comunque in fase di studio e miglioria mentre molte altre sono già abili ed arruo-late, pronte ad entrare in funzione. Come? Basta avere i permessi di root, un root explorer ed un text editor. Ed un backup dei file stock di sistema. In questo secondo thread, invece, ci sono le linee co-dice da applicare: noi ci limitiamo a segnalare le funzioni che ci sem-brano più interessanti quali la pos-sibilità di chiamare sotto rete Wi-fi se l’operatore lo permette, attivare la registrazione delle chiamate, attivare la videocamera durante le chiamate ed attivare VoLTE. In-teressante anche la possibilità di silenziare lo scatto della camera e di post-datare i messaggi.

Page 16: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 16

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Roberto PEZZALI

Casio, che costruisce e progetta

orologi da una vita lancia la sua

proposta “smart”. ProTrek 3500

è il nuovo modello che va ad arricchire

la gamma destinata al trekking e all’av-

ventura, pieno di tecnologia ma con bat-

teria ad autonomia infinita. Barometro,

altimetro, bussola e termometro sono le

quattro funzioni extra in aggiunta a quel-

le classiche degli orologi, le uniche al

momento si riescono ad inserire senza

sacrificare l’autonomia. Secondo Casio,

infatti, “la differenza tra un orologio e

un device la fa la batteria: se va ricari-

cata non è un orologio, è un dispositivo

come un tablet o uno smartphone”. Il

GPS, ad esempio, sarebbe una feature

importantissima, ma la tecnologia at-

tuale non permette di utilizzarlo senza

ridurre in modo considerevole l’autono-

mia del prodotto. La libertà dalla “carica”

del ProTrek 3500 è dovuta ad un accu-

mulatore che si ricarica con le celle so-

lari del quadrante, soluzione questa che

ancora nel campo degli smartwatch non

è stata adottata. Casio sottolinea come

le funzioni da inserire vengano studiate

MOBILE Casio sfida gli smartwatch con un nuovo modello per il trekking della gamma ProTrek

Casio presenta “l’orologio” ProTrek 3500Ha batteria infinita, barometro, bussola, termometro e altimetro, ma manca il Bluetooth

ancora prima di realizzare l’orologio e

come non siano presenti funzioni che

servono solo a dare posizionamento

“marketing” al prodotto. Purtroppo man-

ca il Bluetooth: sarebbe stato utilissimo

per trasferire ad una applicazione i dati

registrati dalla memoria interna per l’al-

timetro e il barometro, così come sareb-

be stato utile per l’orologio appoggiarsi

ad un GPS esterno. Casio ci conferma

che quello sarà il prossimo step, anche

perché l’azienda ha in gamma alcuni

modelli dotati di connettività Bluetooth

come la serie Edifice, ma nel caso del

Pro Trek l’inserimento del wireless

avrebbe modificato il bilanciamento

energetico dell’orologio. Al prezzo di

299 euro il modello base e di 399 euro

il modello in titanio, il nuovo Pro Trek

non è molto diverso nel posizionamento

dagli smartwatch, ma è comunque un

tipo di orologio diverso, più orologio

e meno gadget. La via giusta forse sta

nel mezzo: Casio come tutte le aziende

giapponesi è molto conservatrice e cer-

ca sempre di dare il prodotto perfetto

per l’applicazione perfetta, ma il discor-

so sulla batteria è sacrosanto.

MOBILE Apple Watch sotto la lente d’ingrandimento: sarà preciso come fitness tracking?

Apple Watch corre preciso anche senza GPSPur senza GPS e iPhone in pairing, Apple Watch rileva i dati come un dispositivo completo

di Paolo CENTOFANTI

Se siete interessati all’Apple Watch

ma siete scettici sulla sua utilità

come fitness tracker, allora vi pia-

cerà sapere che a quanto pare lo smart

watch di Apple sarebbe preciso quanto

un dispositivo con GPS. In seguito alle

prime consegne dell’Apple Watch, arriva-

no infatti i primi test dello smartwatch e

c’è chi lo ha messo a confronto con altri

dispositivi per gli sportivi già ben rodati,

per scoprire quanto sia effettivamente

affidabile. L’Apple Watch, come molti al-

tri dispositivi di questo tipo, non è infatti

dotato di GPS e di suo monta un più ordi-

nario contapassi. Quando è collegato al-

l’iPhone, sfrutta il GPS dello smartphone,

ma se non si vuole uscire per una corsa

con entrambi i dispositivi, bisogna affidar-

si unicamente ai sensori dell’orologio. Lo

sviluppatore Hannes Verlinde lo ha mes-

so a confronto con il Garmin

Forerunner 610 ottenendo dai

due dispositivi praticamente la

stessa lettura dopo una corsa

in termini di distanza, ritmo e

battito cardiaco. Questa pre-

cisione sarebbe stata ottenuta

grazie alla calibrazione che

l’Apple Watch effettua la prima

volta che viene registrata un’at-

tività fisica con pairing all’iPho-

ne, operazione che permette al

software di determinare la fal-

cata dell’utente e quindi tarare

con precisione il contapassi.

Effettuata questa calibrazio-

ne diventa possibile “uscire”

senza smartphone e ottenere

questi livelli di precisione an-

che senza GPS. L’autorevole Consumer

Reports ha invece testato l’accuratezza

del cardiofrequenzimetro dell’Apple Wa-

tch, confrontandolo con un Polar FT60,

ottenendo anche in questo caso letture

equivalenti dai due strumenti.

Lo smartwatch di TAG Heuer costerà 1400 dollariJean-Claude Biver conferma che lo smartwatch TAG Heuer arriverà a tra ottobre e novembre 2015 La sua batteria offrirà un’autonomia di 40 ore Su Apple Watch dice “Spero ne vendano milioni e milioni” di Michele LEPORI

Ricordate la “non presentazione” di TAG Heuer e Google lo scorso 19 marzo? il CEO di TAG Heuer Jean-Claude Biver ha rilasciato alcuni nuovi dettagli di quello che sarà il primo smartwatch Android Wear realizzato dal produttore svizze-ro. Durante quell’evento, infatti, a parte la partnership con Google con Intel, poco venne svelato, se non che l’orologio sarebbe arri-vato entro la fine dell’anno. Ora, stando quanto riportato da Bloom-berg, sappiamo due cose in più: avrà una batteria in grado di offri-re un’autonomia di 40 ore circa e soprattutto un costo di 1400 dol-lari. C’è anche una data di uscita indicativa, intorno a ottobre e no-vembre. L’annuncio di TAG Heuer ha catturato l’attenzione generale, perché si tratterà del primo vero e proprio smartwatch realizzato da un nome storico dell’industria svizzera. Biver ha rilasciato anche un commento riguardo all’appena lanciato Apple Watch, prodotto che secondo Ive di Apple do-vrebbe far tremare proprio mar-chi come TAG Heuer: “Spero ne vendano milioni e milioni e milioni. Più ne venderanno e più alcune persone vorranno qualcosa di completamente diverso e si rivol-geranno a TAG Heuer”.

Page 17: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 17

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

MOBILE Google lancia negli Stati Uniti Project Fi, il servizio di connettività mobile per Nexus 6

Con Project Fi Google diventa operatore mobileIl sistema è stato concepito come “la rete delle reti”, i partner USA sono Sprint e T-Mobile

di Emanuele VILLA

Come da copione, Google ha ufficia-

lizzato Project Fi, ovvero il servizio

con cui l’azienda diventa di fatto

un operatore mobile negli Stati Uniti. E

sono confermate anche tutte le indiscre-

zioni della vigilia: il servizio funzionerà

inizialmente solo con Nexus 6 e prevede

una procedura di registrazione (al termi-

ne della quale si può anche acquistare il

telefono, volendo) da cui si deduce che

Google voglia rilasciare il proprio servizio

in modo molto graduale. Qui si innestano

anche delle considerazioni tecniche, nel

senso che Project Fi prevede passaggi

rapidi e continui tra reti diverse, e presu-

mibilmente solo alcuni smartphone sa-

ranno in grado di gestire la cosa in modo

seamless. Google diventa un operatore

di telefonia ma non costruisce una rete

propria: il concetto alla base di Project

Fi è quello di permettere agli utenti di

sfruttare, per chiamate vocali, sms e

dati, solo la rete migliore disponibile al

momento. I partner per la parte cellulare

sono T-Mobile e Sprint negli Stati Uniti,

ma un ruolo essenziale lo hanno le reti

Wi-Fi open che sono state verificate da

Google come veloci e affidabili. Il pas-

saggio tra le varie reti alla ricerca di quel-

la migliore è del tutto trasparente per

l’utente: è possibile che una telefonata

sia iniziata sotto

copertura Wi-Fi

per poi passare

su una rete LTE di

Sprint o T-Mobile;

nella visione di

Google poco im-

porta quale sia l’in-

frastruttura di rete

utilizzata, basta

che sia la migliore

per l’utente e che gli eventuali passag-

gi “in corsa” avvengano in modo indo-

lore. Come poi ciò avvenga, cioè che

tecnologia ci sia sotto Project Fi, non è

dichiarato esplicitamente, ma parrebbe

venga impiegata la nuova infrastruttu-

ra combinata Hangouts/Google Voice.

Project Fi richiede una SIM ad hoc e,

come anticipato, è al momento disponi-

bile solo per utenti americani registrati

sull’apposito sito: per quanto concerne

i prezzi, Google vuole rivoluzionare il

settore tornando a un concetto di paga-

mento a consumo, quanto meno limitata-

mente ai dati. La tariffa base di 20 dollari

al mese comprende telefonate nazionali

illimitate, sms illimitati e Wi-Fi tethering,

cui vanno aggiunti 10 dollari per ogni GB

consumato. Sembra caro considerando

i nostri canoni, ma bisogna anche dire

che Google fattura solo ed esclusiva-

mente il traffico usato: questo significa

che chi non dovesse consumare tutto il

GB compreso nel profilo di partenza (ta-

riffa base + 1 GB) non pagherà tutti i 30

dollari previsti ma solo una quota dipen-

dente dall’effettivo consumo.

MOBILE Microsoft annuncia Islandwood e Astoria, tecnologie per il porting delle app in Windows 10

Windows 10 supporterà le app Android e iOSGli sviluppatori potranno convertire con facilità le app in Windows 10 e Windows Mobile

di Paolo CENTOFANTI

D urante il keynote di Build 2015,

Microsoft ha presentato le sue

soluzioni al problema cronico di

di Windows Phone: la carenza di app.

Non è un mistero che la maggior parte

di applicazioni vengono sviluppate pri-

ma per iOS, quindi Android e raramen-

te poi anche per Windows Phone. Con

i progetti Islandwood e Astoria, Micro-

soft spera di facilitare il porting delle

app su Windows 10 e Windows Mobile

(così come verrà chiamato da ora in

avanti Windows Phone), integrando

parte del DNA delle piattaforme con-

correnti all’interno di Windows 10.

In particolare con Astoria, Microsoft

ha integrato direttamente in Windows

10 per smartphone il supporto per le

app Android, con un “sottosistema”

che permetterà loro di girare già così

come sono, ma con la possibilità per

gli sviluppatori di aggiungere anche il

supporto per alcune funzionalità spe-

cifiche di Windows, come Cortana ad

esempio. Project Islandwood permet-

terà invece agli sviluppatori di ricompi-

lare le app di iOS scritte in Objective C

per Windows 10 come Universal App,

con modifiche a una piccola percen-

tuale del codice nativo dell’applicazio-

ne originale, grazie a un middleware

integrato nel nuovo sistema operativo,

progettato per “accogliere” le app iOS.

La stessa tecnologia, ha annunciato

Microsoft, è già stata utilizzata per rea-

lizzare la versione per Windows Phone

di Candy Crash Saga.

Spinel, il vetro antiproiettile sottilissimo che fa paura a Gorilla GlassLa Marina Militare americana ha realizzato un vetro sottilissimo che resiste ai proiettili Verrà usato per le lenti delle fotocamere dei droni, ma i creatori aprono anche a smartphone e tablet di Roberto PEZZALI

Un vetro che non si rompe, nem-meno se ci spari: la rivoluzione arri-va dalla Marina Militare americana che nei suoi laboratori ha realizza-to Spinel, un composto minerale che ha richiesto dieci anni di svi-luppo e può davvero rivoluzionare il mondo. Chiamarlo vetro forse è errato, perché Spinel è basato su un minerale, per la precisione alluminato di magnesio: nei labo-ratori della US Navy sono riusciti a creare un particolare processo di produzione che permette di realizzare strati sottilissimi di que-sto materiale con forme a scelta, quindi non necessariamente piatte come i vetri antiproiettile. Il compo-sto, sottile e flessibile, può anche essere inserito all’interno di sand-wich con altri materiali rinforzan-doli. I ricercatori, che hanno dato in licenza la tecnologia ad alcuni la-boratori esterni per produrre lastre più grandi, pensano di utilizzarlo su visiere, vetri di blindati e per le lenti dei droni, ma la produzio-ne in larga scala è dietro l’angolo. Spinel, che è realizzato pressando una serie di cristalli, si può comun-que danneggiare ma non si crepa (si scheggia e basta) e soprattutto lascia passare tutta la luce senza bloccare l’infrarosso: perfetto per tablet, notebook e fotocamere.

Page 18: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 18

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Michele LEPORI

D alla conferenza stampa degli

sviluppatori Microsoft, la Build

2015 sono emerse alcune impor-

tanti news per il futuro del colosso di

Redmond. Una di queste rappresenta

un taglio netto con il passato di Micro-

soft, si chiamerà Edge e sarà l’erede di

Internet Explorer: la “e” azzurra che ci

ha accompagnato negli ultimi 20 anni

di navigazione è infatti pronta a cede-

re il passo alle nuove leve per evidenti

limiti di età. Microsoft Edge, finora co-

nosciuto come Project Spartan, sarà

il browser ufficiale di Windows 10 ed

avrà nel suo DNA caratteristiche uni-

che quali Cortana e la gestione libera

degli appunti, che potranno poi essere

condivisi in pochi tocchi. Inoltre, Edge

supporterà le estensioni di Chrome e

Firefox, esattamente come Windows 10

supporterà le app iOS ed Android e gli

sviluppatori saranno anche in grado di

crearne di dedicate, a patto di utilizzare

HTML e Javascript. L’uscita di scena di

IE sarà però graduale, complice anche

un messaggio di rivoluzione all’insegna

della continuità di intenti piuttosto che

del desiderio di cestinare quanto fatto

finora per ripartire da zero: le utenze bu-

siness avranno ancora accesso al vec-

chio browser, che per alcuni servizi web

dedicati potrebbe essere la miglior so-

luzione disponibile sul mercato, almeno

nei primi mesi dalla release.

L’arrivo di Edge sarà contestuale a

Windows 10, vale a dire verso metà

2015: chissà che non si voglia comple-

tare un ideale passaggio di testimo-

ne il 16 agosto, giorno in cui nel 1995

Microsoft rendeva disponibile Internet

Explorer al mondo intero.

PC Microsoft manda in pensione Internet Explorer, in Windows 10 verra sostituito da Edge

Ciao Internet Explorer, benvenuto EdgeEdge, versione definitiva di Project Spartan, supporterà le estensioni di Chrome e Firefox

di Michele LEPORI

H P ha presentato i nuovi converti-

bili Pavillion X360 ed Envy X360,

con schermo in grado di ruotare di

360° e permettere l’utilizzo come tablet

o semplicemente creando la “tenda”

con cui godere dei contenuti preferiti.

Entrambi i modelli sono caratterizzati

dall’audio B&O, nuovo partner commer-

ciale di HP dopo il divorzio da Beats.

Pavillion X360 parte da una configura-

zione entry level con uno schermo da

11”, processore Pentium N3700 e 4GB

di RAM, il tutto per circa 400 dollari:

salendo di configurazione e firmando

una transazione da 500 dollari si può

portare a casa una più prestante confi-

gurazione caratterizzata da un proces-

sore Core M e 128GB di SSD. Volen-

do, è anche disponibile una versione

da 13” con processore i3 e disco da

500GB ”tradizionale”, nessuna opzione

per lo stato solido. Prezzo finale, 530

dollari. Envy X360 è invece il modello

più prestante e con finiture più ricer-

PC La gamma di PC convertibili HP offre buone caratteristiche tecniche a un prezzo contenuto

HP presenta i nuovi Pavillion X360 ed Envy X360Hanno schermo da 11” fino a 15”, saranno in vendita prima sul sito HP e poi in negozio

cate: scocca in alluminio, schermo da

15,6” HD ready e processori Core i5 e

Core i7 supportati da RAM che arriva a

quota 16GB su disco da 500 GB, il tutto

per 680 dollari. Anche in questo caso

c’è l’opzione top di gamma con disco

da 1TB e display Full HD, con l’opzione

per il disco SSD. La gamma Pavillion

X360 sarà in vendita dal 13 maggio sul

sito HP, nei negozi arriverà invece dal 21

giugno. Envy X360 sarà disponibile nei

negozi più o meno negli stessi giorni,

mentre sul sito HP arriverà un po’ prima,

il 18 giugno.

Toshiba Satellite Mini Click in Italia a 349 euroDisplay IPS da 8,9” batteria a lunga durata sistema di aggancio rapido per passare da notebook a tablet e viceversa. Arriva in Italia a 349 euro il nuovo detachable 2-in-1 di Toshiba di Andrea ZUFFI

Toshiba lancia in Italia il notebook ibrido Satellite Click Mini L9W che, grazie ad un sistema di sgancio rapido, si trasforma in un tablet da 9,9 mm di spessore. Il dispositivo ha un peso complessivo di 999 grammi che si riduce a 470 per la sola parte tablet. Il display da 8,9” è un IPS multi-touch a 10 punti con risoluzione 1.920 x 1.200 pixel. Non mancano due speaker laterali con tecnologia Dolby Digital Plus e due fotocamere: la principale da 5 Mpx e quella frontale da 2 Mpx. All’in-terno è presente un processore Intel Atom Z3735F con grafica in-tegrata mentre la RAM è da 2 GB di tipo DDR3L. Per lo storage To-shiba integra una memoria eMMC da 32 GB espandibili con uno slot micro SD sulla parte tablet, che supporta schedine fino a 128 GB, e uno slot SD full size nella tastie-ra dock. Il tablet dispone inoltre di una porta micro HDMI e di una mi-cro USB 2.0 mentre sotto la tastie-ra trova posto una porta USB 2.0 di dimensioni standard. La connettivi-tà wireless può contare sia sul Wi-Fi b/g/n che sul Bluetooth 4.0 BLE. Toshiba dichiara una durata della batteria di 16 ore. Il nuovo Satellite Click Mini è in vendita a un prez-zo di listino di 349,00 euro che in-clude un anno di abbonamento a Microsoft Office 365 Personal.

Page 19: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 19

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

APP WORLD

1 milione di utenti in 10 giorni Periscope va a gonfie velei dati di Periscope, l’ultima acquisi-zione di Twitter, fanno decisamente ben sperare. L’azienda ha infatti confermato che l’app (e il relativo servizio di Instant Video Streaming) ha superato 1 milione di utenti attivi in appena 10 giorni dal lancio. Periscope è stata acquisita da Twitter lo scorso marzo e fa parte di una strategia di ampio respiro con cui l’azienda punta a conquistare nuovi canali, tra cui appunto quello del Live Streaming. Il successo dell’app è dimostrato non solo dai numeri ma anche dall’attenzione mediatica, dall’utilizzo “virale” da parte delle celebrità, e addirittura dal primo “ban” ufficiale, ovvero quello dell’NHL americana. Vedre-mo se Periscope riuscirà, al di là del successo di pubblico, a influenzare positivamente i conti dell’azienda che non brillano (-18% alla borsa di New York), magari ristabilendo un sentiment positivo da parte degli investitori.

di Michele LEPORI

Quando, ad inizio anno, vi abbiamo

presentato per la prima volta l’idea

di futuro tutto ologrammi e visori di

Microsoft, ci è sembrato un progetto tan-

to ambizioso quanto lontano nel tempo.

Video di presentazione, dichiarazione

d’intenti e grande committment di un

team che credeva veramente nel proget-

to, ma come speso accade con i progetti,

sono idee a lungo (se non a lunghissimo)

termine. Al primo keynote della Build

2015, invece, Microsoft ha mostrato i

muscoli e soprattutto il frutto di un lavoro

che vuole uscire dai limiti di un foglio di

carta al più presto possibile: HoloLens,

il sistema di visori ed ologrammi ad uso

SoHo (Small office, Home office) e le

app che lo sostengono non sono solo

un render a schermo ma un ecosiste-

ma in essere, funzionante e vicino alla

realizzazione su larga scala. La demo

sul palco non ha lasciato dubbi: il siste-

ma funziona bene e le app appoggiate

al muro di casa per essere poi riprese

e lasciate fluttuare nello spazio con un

semplice tocco ha lasciato davvero a

bocca aperta. Vedere di persona un’app

di Windows 10 diventare ologramma ed

essere operativa su HoloLens in pochi

secondi ha dell’incredibile. Proseguen-

do nella dimostrazione, una volta aperta

l’app e rivelato il progetto di lavoro, esso

era accessibile da chiunque autorizzato

a vedere ed interagire con quello spazio

3D, anche se non nella stessa stanza: gli

sviluppi business di questa piattaforma

sono esponenziali. La demo con i robot

e le app fluttuanti ha lasciato il posto agli

annunci di partnership siglati da Micro-

soft con importanti partner che credono

nel progetto HoloLens fra cui la Case

Western Reserve University, che vede

sviluppi medici quali lo studio del siste-

ma scheletrico e nervoso senza l’ausilio

di corpi da sezionare ma con il semplice

aiuto di un visore. Le applicazioni d’uso

di un progetto di questa portata sono

molteplici e, alla luce dei passi avanti

mostrati dal team al lavoro, non vedia-

mo l’ora di un nuovo appuntamento di-

mostrativo in un futuro che ipotizziamo

essere decisamente prossimo.

APP WORLD Al Build 2015 Microsoft mostra il sistema di visori ed ologrammi ad uso SoHo

Microsoft stupisce: HoloLens è quasi prontoAl Build 2015 i visori sono già operativi e a uno stadio di sviluppo decisamente avanzato

APP WORLD Stando alle statistiche di App Annie, l’app di TIDAL dopo un top nei dowload è velocemente caduta nel dimenticatoio

Jay-Z ha rovinato TIDAL? L’app è precipitata in classificaIn Italia l’app è passata dal 10° al 140° posto nella classifica “musica” dell’App Store. Licenziati la metà dei dipendenti

di Paolo CENTOFANTI

I segnali sono tutt’altro che buoni: a

quasi un mese dall’evento con tanto

di parata di star della musica e firma di

una sorta di “dichiarazione di indipenden-

za” per il lancio di TIDAL sotto la nuova

proprietà, l’app del servizio di streaming

musicale è precipitata nelle classifiche di

download dell’app store secondo App

Annie. Dopo aver raggiunto il massi-

mo in concomitanza del grande evento

mediatico (in Italia è arrivata al 10° posto

nella classifica “musica” dell’App Store di

iOS), è gradualmente scivolata in basso,

finendo ben al di sotto di tutti i servizi

concorrenti, come Spotify, Deezer, Rdio

e Google Play Music. Attualmente si tro-

va addirittura al 140° posto in Italia, men-

tre negli Stati Uniti è al 45°, comunque

dietro a tutti i concorrenti. Il problema è

anche di percezione oltre che di utilizzo:

basta dare uno sguardo alle recensioni

per vedere come l’acquisizione da parte

di Jay-Z non sia stata poi colta con così

favore e anzi, ha generato una sorta di

antipatia nei confronti del servizio.

Per TIDAL non è un problema da poco.

Il servizio di streaming era partito ini-

zialmente come un prodotto indirizzato

soprattutto agli appassionati di Hi-Fi, per

offrire loro la versatilità e la modalità di

fruizione di Spotify e simili ma con audio

in qualità lossless. Niente offerta gratui-

ta e un canone di abbonamento dop-

pio rispetto a quello dei normali servizi

di streaming musicali, erano in qualche

modo giustificati dal rivolgersi a un pub-

blico maturo e disposto a spendere per

la maggiore qualità. Poi è arrivata l’ac-

quisizione di Jay-Z e con essa un netto

cambio di rotta, soprattutto per quanto

riguarda il pubblico di riferimento, a cui

probabilmente della qualità lossless in-

teressa ben poco e già ascolta musica

gratuitamente con Spotify o YouTube. E a

quanto pare non basta qualche esclusiva

video per convincere il grande pubblico

ad abbonarsi al piano da 9,99 dollari/euro

appositamente affiancato a quello los-

sless disponibile inizialmente. Le nuove

priorità si riflettono anche a livello di ri-

strutturazione aziendale, con il licenzia-

mento di metà dei dipendenti, compreso

il CEO Andy Chen, sostituito a interim

da Peter Tonstad, già CEO della parent

company svedese Aspiro.

Page 20: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 20

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Roberto PEZZALI

M ai nome fu più azzeccato:

T-Frutta. L’app, disponibile nel-

le su iOS e Android, promette

di far guadagnare soldi reali sempli-

cemente scegliendo il prodotto “a” al

posto del prodotto “b” quando si fa la

spesa. Di fianco ad ogni prodotto, che

può essere un singolo codice oppure

una referenza più varia (“Sughi Barilla

qualsiasi tipo”), l’app ci mostra quanto

ci verrà restituito, e per certi prodot-

ti si arriva anche a 1.50 euro. Niente

male se si pensa che l’app non è as-

sociata a un singolo negozio: si può

fare la spesa dove si vuole, anche se

al momento l’app è attiva solo per la

provincia di Milano. Il metodo di ri-

scossione è altrettanto facile: basta

fotografare lo scontrino e attendere

che il server trasformi, con opportuni

algoritmi di riconoscimento, lo scon-

trino in denaro sonante. L’accredito

non sarà un buono spesa, ma soldi su

PayPal o su conto corrente bancario.

Il concetto è sicuramente interessante

e ha moltissimi punti di forza, come la

facilità d’utilizzo, il guadagno comun-

que elevato se si acquistano i prodotti

consigliati e la possibilità di usarla in

ogni supermercato, dall’Esselunga

al discount, anche se in questo caso

sarà difficile trovare molti prodotti. Ab-

biamo fatto una prova sul campo con

una piccola spesa in un punto vendita

Esselunga a Milano, cercando di pren-

dere alcuni prodotti in promozione su

T-Frutta e controllando poi la validità

dell’algoritmo di riconoscimento. Al

momento in cui scriviamo ci sono in

promozione circa 30 prodotti divisi nel-

le categorie dispensa, frigo, bevande

e colazione, e il guadagno più grande

offerto è 1.50 euro per una bottiglia di

Gran Fruttato Monini che costa circa

7 euro. Il riconoscimento della nostra

spesa non è stato a dire il vero troppo

efficace: dopo cinque giorni l’elabora-

zione risultava ancora in attesa e alcu-

ni prodotti non sono stati riconosciuti,

altri sono stati riconosciuti in modo

errato. L’olio, ad esempio, l’avevamo

acquistato ma ce lo siamo fatti storna-

re dallo stesso scontrino proprio per

vedere se l’app riconosceva lo storno.

Contattato il team di sviluppo, siamo

stati comunque rassicurati sul fatto

che le cose miglioreranno presto e

che ancora, in fase di lancio, molti al-

goritmi vanno affinati, non tanto per il

riconoscimento quanto per la gestione

di quelle che possono essere piccole

truffe (scontrini scansionati più volte,

oppure finti e

così via). Il team

che ha messo

in piedi T-Frutta

ci ha fatto pre-

sente, inoltre,

che il sistema è

per certi aspet-

ti intelligente

ed è in grado

di evolversi

apprendendo

diverse matrici

di scontrini: es-

sendo un pro-

getto su larga

scala slegato

al singolo ne-

gozio possono

davvero arrivare scontrini di ogni tipo,

e ognuno ha tratti simili. Provare T-

Frutta in ogni caso non costa nulla,

anche se per registrarsi al sistema bi-

sogna cliccare sulla magica casellina:

“acconsento a dare il mio indirizzo e-

mail per finalità di marketing”. Niente

di sorprendente comunque: nessuno

dà niente per niente. A conti fatti, per

una spesa di circa 19 euro con molti

prodotti già scontati dall’Esselunga

avremmo guadagnato, se il sistema

avesse riconosciuto tutto, circa 6

euro. Resta solo da capire se si riusci-

ranno, quando la useranno migliaia di

persone, a mantenere dei cashback

così elevati e soprattutto se la griglia

di prodotti in offerta sarà sempre am-

pia e variegata.

APP WORLD Abbiamo provato T-Frutta, i soldi guadagnati finiscono sul tuo conto corrente

App T-Frutta, guadagni soldi veri con la spesaApplicando la logica del cashback, l’applicazione ti paga se acquisti determinati prodotti

APP WORLD

Chiamate con Whatsapp anche su iPhoneNonostante abbia preferito dedicare la prima release ad mondo Android, si sapeva che Whatsapp avrebbe subito esteso la funzionalità di chiamata vo-cale anche al mondo iOS. Nell’ultimo aggiornamento dell’app, Whatsapp ha integrato le chiamate vocali anche in iOS, e anche nell’app italiana. Niente di rivoluzionario a livello tecnico: le chiamate avvengono via web e quindi non si incorre in nessun costo aggiuntivo rispetto al proprio piano dati e senza nessuna differenza circa sistema operativo o ubicazione del destinatario. Resta il fatto che la fun-zionalità non è ancora attiva: l’azienda ha infatti segnalato che, nonostante l’aggiornamento, attiverà la chiamata vocale progressivamente nel corso delle prossime settimane, presumi-bilmente per valutare poco per volta l’impatto della cosa e correggere al volo eventuali bug.

Prenota un weekend con Amazon DestinationsAmazon Destinations è il nuovo servizio del colosso nato all’ombra della Space Needle e che permetterà di organizzare il weekend, qualche ponte e magari in futuro anche le vacanze vere e proprie. Destinations ad oggi è operativo solo nelle aree metropolitane di New York, Los Angeles e ovviamente Seattle: sfrut-tando la localizzazione su computer o smartphone, Destinations potrebbe proporre a un abitante d Los Angeles 3 giorni di relax fra Santa Barbara, Indian Wells e Morro Bay. L’idea alla base del progetto è quella di (passa-teci il termine) dirottare gli utenti del canale commerciale o - perché no? - di Amazon Local su un pacchetto di ser-vizi e iniziative costruite su misura per un weekend romantico, naturalistico, fotografico o di shopping sfrenato ba-sato sullo storico di ricerche e acquisti del profilo utente. Idea vincente o farà la fine di Fire Phone?

Page 21: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app
Page 22: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 22

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Michele LEPORI

L ’arrivo della bella stagione coincide

spesso con il refresh del catalogo

di molti grandi nomi della fotogra-

fia: tocca a Ricoh presentare l’arrivo sul

mercato della sua nuova DSLR semi-

pro, la K-3 II, che sta già facendo parlare

di se per una caratteristica tecnica mol-

to interessante, il Pixel Shift Resolution.

Per descrivere al meglio la feature ci

atteniamo alla descrizione ufficiale del-

l’azienda, che ne parla come “… una

tecnologia che sfrutta il sistema di sta-

bilizzazione integrato per muovere il

sensore d’immagine all’incremento del

singolo pixel, scattando 4 immagini se-

parate che vengono successivamente

montate in sequenza a formare un’unica

foto ad altissima definizione che eviterà

falsi colori e migliorerà qualità degli og-

getti non in movimento”. In sostanza si

tratta di un sistema molto simile a quello

sviluppato da Olympus per l’ultima OM-

D E-M5 Mark II.

Oltre a questo, la K-3 IIavrà un senso-

re da APS-C da 24 MP, autofocus a 27

punti, GPS integrato e correzione au-

tomatica dell’orizzonte. Sembrerebbe

mancare un flash integrato. Chiude la

lista delle caratteristiche tecniche la

tropicalizzazione del corpo macchina,

in grado di resistere senza problemi ad

acqua e polvere, ma anche a qualche

leggero maltrattamento.

Non abbiamo ancora un prezzo italiano

per la Pentax K-3 II, ma negli Stati Uniti

si parla di un prezzo di listino di circa

1100 dollari tasse escluse.

FOTOGRAFIA L’erede della K3 fa parlare subito di se, grazie al sistema Pixel Shift Resolution

Ricoh annuncia Pentax K3 II con Pixel Shift ResolutionLa modalità promette colori veri e una qualità d’immagine inarrivabile sugli oggetti inanimati

Con Adidas Go corri a tempo di musicaAdidas ha lanciato una nuova app per iOS che seleziona automaticamente la musica preferita di Spotify in base al ritmo della propria corsa calcolato tramite l’accelerometro dell’IPhone di Paolo CENTOFANTI

Se amate correre ascoltando mu-sica può esservi capitato di non trovare mai la playlist giusta: can-zoni troppo energiche per tenere un ritmo troppo alto, o viceversa vi sentite in forma ma la musica va troppo lenta per i vostri gusti. Da qui l’idea alla base di Adidas Go, una nuova app per iPhone che permette di creare dinamicamen-te una playlist per la vostra corsa in base al vostro ritmo: Adidas Go analizza il passo durante la corsa e seleziona dalla vostra libreria di Spotify le canzoni che hanno un ritmo compatibile, componendo così una colonna sonora su misu-ra. Più l’app viene utilizzata, più è in grado di conoscere i gusti musicali dell’utente, con la possibilità così di proporre anche musica nuova oltre a quella della propria libreria di Spotify. Un account Spotify Pre-mium è consigliato per sfruttare tutte le potenzialità dell’app, ma Adidas Go può funzionare anche con la sola musica memorizzata sull’iPhone. A fine corsa si può ria-scoltare la playlist generata, salva-re le canzoni tra i preferiti di Spoti-fy e condividere sui social network un’infografica della propria attività. L’app è gratuita, per cui se è vostra abitudine correre, avete un iPhone e un abbonamento a Spotify, vale la pena provarla.

FOTOGRAFIA TomTom Bandit, la Action Cam stracolma di sensori e con media server integrato

TomTom Bandit è la Action Cam che fa tutto da séPer editare il video, basta scuotere lo smartphone collegato, senza bisogno di collegare un PC

di Emanuele VILLA

R aggiunta la qualità di ripresa 4K,

la next big thing nel mondo delle

Action Cam è sicuramente la sen-

soristica integrata. È questa la filosofia

che anima TomTom Bandit, la video-

camera sportiva che, oltre a registrare

fino a 4K, a resistere a urti e immersioni

fino a 50 metri, vuole semplificare la

vita di chi la usa. Secondo l’azienda,

l’unico limite delle Action Cam attuali

è la post produzione: gli apparecchi

registrano ore di video, ma poi sta al-

l’utente esportare tutto il materiale su

PC, effettuare l’editing, l’esportazione e la condivisione. Un video ben rea-

lizzato può portare via settimane di

lavoro, e questo tende a scoraggiare

i video maker alle prime armi. Bandit,

dal canto suo, è stracolma di sensori:

ha il GPS, l’accelerometro, l’altimetro

e può anche interfacciarsi con una fa-

scia cardio esterna; in questo modo,

è l’apparecchio stesso a sapere dove

c’è azione e dove manca; l’utente, dal

canto suo, deve semplicemente usare

l’app di controllo e scuotere il telefono,

che da solo effettuerà l’editing del fil-

mato (sulla base dei dati dei sensori) e

lo preparerà per l’esportazione.

A livello tecnico, la videocamera ha un

obiettivo grandangolare, un sensore

CCD da 16 MP e un media server in-

tegrato che, di fatto, rende superfluo

l’uso del PC. TomTom Bandit è comple-

tamente impermeabile, ha una batteria

capace di 3 ore di ripresa continua,

scheda microSD e USB 3.0. L’ Action

Camera TomTom Bandit sarà disponi-

bile a partire da maggio al prezzo di

listino di 429,00 €.

Page 23: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 23

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Emanuele VILLA

Adobe annuncia oggi Lightroom

CC, il tool pensato per i fotografi

appassionati e professionisti con

cui elaborare, organizzare e migliorare i

propri scatti. L’applicazione, disponibile

da ieri, è parte integrante del pacchet-

to Creative Cloud per la Fotografia, che

per 9,99 euro al mese (+IVA) comprende

Lightroom CC per desktop, web e mobi-

le, Photoshop CC e Photoshop Mix per

iPhone e iPad. Lightroom CC è per pri-

ma cosa un tool perfettamente integrato

tra desktop e dispositivi mobile, permet-

te cioè di lavorare su desktop e poi di

accedere a tutti gli scatti da smartphone

e tablet, apportando magari modifiche

e correzioni. Da notare che Lightroom

CC supporta sia strumenti iOS (iPhone e

iPad), sia tablet e smartphone Android,

che la sincronizzazione è automatica

senza che l’utente debba fare nulla, e

che è anche disponibile una modalità di

gestione via web, utile quando non si ha

con sè la propria attrezzatura “connes-

sa” e si debba gestire il tutto da un PC

desktop non di proprietà.

Parliamo ora delle novità di questo Li-

ghtroom CC, che tra l’altro può essere

venduto singolarmente: troviamo im-

portanti news a proposito della funzio-

ne HDR, degli scatti panoramici e del

riconoscimento facciale, cosa quest’ul-

tima che serve per semplificare la cata-

logazione degli scatti. Ma la novità forse

più significativa è un grande incremento

prestazionale rispetto alla versione pre-

cedente (il comunicato stampa parla di

una velocità fino a 10 volte superiore)

a causa dell’utilizzo della GPU: pur non

potendo confermare il dati dichiarato

dall’azienda, parliamo senza dubbio

di un incremento prestazionale che si

vede a occhio nudo, per la felicità di chi

gestisce immagini RAW molto pesanti.

Nella versione desktop è inoltre nuova

la possibilità di realizzare automatica-

mente immagini HDR gestendo i para-

metri di fusione (pensiamo ovviamente

alle foto scattate con bracketing); ma

c’è anche la possibilità di fondere più

foto per creare effetti panorama, in mo-

dalità del tutto automatica o gestendo

anche qui alcuni parametri avanzati

(come il tipo di fusione: sferica, cilindrica

e prospettica), e c’è anche l’auto crop.

Molto interessante, poi, è la funzionalità

di riconoscimento facciale: Lightroom

cataloga automaticamente gli scatti cer-

cando di riconoscere volti ricorrenti (cui

ci chiede di dare un nome), e realizza

un proprio database chiedendo di tanto

in tanto all’utente di raffinare la propria

selezione. E poi troviamo un bel po’ di

nuove opzioni di editing delle immagini,

come il riempimento sfumato che miglio-

ra e rende più brillanti i paesaggi, oppure

i nuovi slideshow con possibilità di ag-

giungere con un solo clic brani musicali e

diversi effetti video.

FOTOGRAFIA Adobe ha ufficializzato il lancio di Lightroom CC, parte integrante della Creative Cloud

Lightroom CC è 10 volte più veloce e riconosce i visiÈ anche vendibile singolarmente. Molta attenzione ai dispositivi mobile e prestazioni rinnovate

Lightroom cataloga le foto sulla base dei visi ricorrenti Un esempio della funzione HDR

Ecco come realizzare effetti Panorama. C’è anche l’auto crop

Zeiss Batis Le lenti con OLED incorporatoLe lenti Zeiss Batis sono pronte al nuovo corso Piccoli schermi OLED daranno informazioni quali profondità di campo e distanza del piano focale A beneficarne per prime le mirrorless Sony di Michele LEPORI

Zeiss è pronta a rivoluzionare il mercato degli obiettivi per fotoca-mere mirrorless e Sony non vede l’ora di trarne i primi frutti: recen-temente annunciate dal produt-tore tedesco, le lenti Zeiss Batis evolveranno i marking solitamente usati per indicare lunghezza focale e apertura dell’obiettivo sostituen-doli con un display OLED nella len-te che darà al fotografo tutte le in-formazioni necessarie per lo scatto perfetto. La nuova famiglia Batis viene descritta come “… un’asso-luta vetta di ingegneria e un’inno-vazione che non ha paragoni nel settore delle lenti per fotocamere”. Ed effettivamente, è così. La do-manda che sorge spontanea è se c’era davvero bisogno di questa innovazione, o se questa feature sia stata implementata per il gusto di essere i primi: ai fotografi la sen-tenza, anche se questo nuovo ap-proccio ai canoni del genere è da apprezzare. I primi due esponenti della famiglia Zeiss Batis saranno un 25mm grandangolare f/2.0, e un 85mm f/1.8, che raggiungeran-no i negozi a luglio e formeranno la coppia perfetta con tutte le mir-rorless Sony, benché Zeiss li racco-mandi soprattutto con A7 II, A7R e A7S. Il prezzo non è ancora noto.

Page 24: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 24

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

SMARTHOME Elon Musk ha presentato Powerwall, la batteria domestica che evita gli sprechi

Tesla Powerwall, superbatteria per la casaPowerwall può alimentare autonomamente un appartamento. Prezzi a partire da 3000 dollari

di Emanuele VILLA

S e ne parla da mesi. Si diceva che

fosse una batteria per ricaricare le

automobili elettriche, poi un pro-

dotto per la casa, infine un pannello so-

lare; in realtà il Powerwall di Tesla è una

superbatteria per la casa, pensata per

soddisfare le esigenze elettriche dome-

stiche per qualche ora. Con Powerwall,

Tesla non vuole solo dotare le abitazioni

di una fonte energetica d’emergenza

(una sorta di gruppo di continuità per la

casa), ma rivedere il modo in cui il mon-

do interpreta e usa l’energia elettrica.

Powerwall, infatti, si carica con l’energia

raccolta di giorno dai pannelli solari op-

pure accedendo alla rete elettrica nei

momenti in cui i costi sono contenuti, per

poi scaricarsi quando il costo dell’ener-

gia è maggiore, evitando così gli spre-

chi. È un sistema ingegnoso per raziona-

lizzare le risorse: nel caso si possiedano

pannelli fotovoltaici, infatti, Powerwall

elimina la fase della “rivendita” di quel-

la in eccesso alla compagnia elettrica,

tenendola da parte per il proprio fabbi-

sogno familiare. Nelle intenzioni di Elon

Musk, dunque, Powerwall è un prodotto

green, ci permette di risparmiare e non

comporta neppure chissà quale investi-

mento: oltretutto è connesso a Internet

e, in questo modo, può tenere traccia

dei consumi, valutare autonomamente

le fasce orarie più “risparmiose”, forni-

re report tramite app e via di seguito.

Ovviamente l’accesso web offre infiniti

sbocchi, che verranno esplorati e perfe-

zionati nel corso dei mesi.

Powerwall è una grande batteria agli

ioni di litio ed è in grado di soddisfare

le esigenze energetiche di tutta l’abi-

tazione per “qualche ora”: l’autonomia

effettiva dipende poi dall’impiego e dal

Powerwall installato. Perché ce ne sono

due: quello da 7kWh, pensato principal-

mente per chi dispone di un impianto

fotovoltaico, e quello da 10kWh, dedi-

cato a chi ha un impianto tradizionale e

– magari – pure un’auto elettrica. Qua-

lora le esigenze energetiche superino

le possibilità di entrambi i Powerwall, è

possibile installarne più di uno. Come

costi andiamo da 3.000 a 3.500 dollari,

con presunta equivalenza 1:1 in euro:

non è ancora chiaro quali saranno gli

Stati europei nei quali Powerwall verrà

distribuito, ma pare si inizierà con la

Germania. Poi – forse – toccherà a noi.

di Emanuele VILLA

Quest’anno Haier alla Global Press

Conference dell’IFA, ha pensato

di mostrare con enorme anticipo

prodotti che verranno presentati all’IFA

(settembre) e che arriveranno sul mer-

cato solo nel 2016. Nessuna novità nel

settore consumer o mobile, ma qualche

interessante anticipazione tra gli elet-

trodomestici. L’azienda porterà all’IFA

una lavatrice Intelius 2.0 pensata per

le famiglie grazie al cestello “oversize”

da 36cm con 12 Kg di capacità, certifi-

ca energetica A+++ -50% e un cerchio

luminoso attorno al cestello il cui colore

identifica la fase di lavaggio. Avremo

anche il frigorifero 3-in-1 con struttura

completamente modulare e un compar-

to a temperatura flessibile da -20° a +5°,

una cantinetta senza compressore con

sistema di raffreddamento a stato solido

SMARTHOME Haier ha mostrato alla Global Press Conference di IFA alcune novità per il 2016

Novità Haier: lavatrice a due cestelli e frigo 3-in-1Tra le anticipazioni una lavatrice a due cestelli, il frigo 3-in-1 e la cantinetta senza compressore

(per la massima silenziosità e costanza

di temperatura) e una lavatrice a doppio

cestello, che si chiamerà semplicemen-

te Haier Dual Drum e permetterà due

cicli di lavaggio contemporanei. Haier

ci spiega che le lavatrici moderne fanno

circa 220 cicli di lavaggio all’anno, che

si traducono in più di 660 ore di utiliz-

zo e di attesa per la fine del lavaggio

stesso. Haier Dual Drum, che entrerà in

funzione nella prima metà del 2016, of-

fre due cestelli indipendenti ad accesso

frontale e può attivare due cicli di lavag-

gio contemporanei, come colori/bianchi

o lana/cotone e via dicendo. L’interfac-

cia è molto hi-tech e ricca di funzionalità

ed è anche prevista la possibilità di con-

trollo completo via smartphone o tablet

Da Philips la lampadina LED più convenientePhilips ha lanciato in USA una lampadina LED da 60W equivalenti a meno di 5 dollari e con formula “2x1” di Emanuele VILLA

I vantaggi della tecnologia LED in ambito di illuminazione domestica sono diversi: le lampadine durano un’eternità, consumano poco e possono essere “smart”, ovvero controllate per creare colori par-ticolari, scenari e via dicendo. Ma tanti non considerando gli effetti benefici del LED sui consumi e considerano queste lampadine troppo costose. Fermo restando che ormai non ci sono problemi nel trovare prodotti di marca a una decina di euro, Philips ha deciso di dare una sferzata al mercato pre-sentando una lampadina LED da 60W equivalenti con 800 lumen di capacità di illuminazione, 2700K o 5000K di temperatura colore e co-sto inferiore ai 5 dollari. Purtroppo il prodotto è al momento dedicato agli USA, ma quello che sorpren-de è che Philips (in collaborazione con HomeDepot) ha realizzato i “value pack” proponendo 2 lam-padine al prezzo di una. I conti si fanno alla svelta: 2,50 dollari ogni lampadina, che con la quotazio-ne del dollaro di qualche mese fa avrebbe fatto circa 1,8 Euro a lampadina. Tra l’altro con consumi molto ridotti, visto che Philips sti-ma un costo (sempre americano) di 1,02 dollari all’anno per lampa-dina. La speranza è che arrivino presto in Europa, ma bisogna anche sperare che tra cambio e promozioni meno aggressive ri-mangano abbordabili.

Page 25: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 25

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

AUTOMOTIVE AGV ha presentato AGVisor, una visiera capace di oscurarsi in meno di 1 secondo

AGV ha messo l’LCD sulla visiera del cascoBasta premere un pulsante per oscurare la visiera, testimonial d’eccezione Valentino Rossi

di Claudio STELLARI

AGV ha presentato AGVisor, una

visiera per il casco della moto con

tecnologia LCD capace di passa-

re da chiara a scura con un solo click,

proteggendo gli occhi di chi indossa

il casco dai raggi del sole. Il funziona-

mento si comanda premendo (anche

con i guanti) un bottone posto di lato,

l’alimentazione è assicurata da una pic-

cola batteria ricaricabile posta sul lato

sinistro della visiera (ricarica in circa 2

ore) in grado di offrire un’autonomia di

12 ore in modalità scura: più che suffi-

cienti a un bel giro in moto.

AGV ovviamente ha pensato anche alla

sicurezza: il film LCD è perfettamente

aderente alla visiera, non ha bordi e

non limita in alcun modo la visibilità,

inoltre, se la batteria si scarica durante

la guida, il sistema Fail Safe riporta la

visiera allo stato di trasparenza. Que-

sta, che svolge anche la funzione

antifog, si può utilizzare su strada in

modalità chiara e nei circuiti (dove il

regolamento lo consente) in modalità

scura. Disponibile da questo mese al

prezzo di 159 euro AGVisor può es-

sere montata sui caschi AGV PistaGP,

Corsa e GT Veloce.

di Michele LEPORI

Garmin si appresta a lanciare an-

che in Italia nüviCam, un sistema

ottico ad alte prestazioni in gra-

do di analizzare in completa autonomia

la segnaletica orizzontale e verticale e

dare specifiche informazioni od input

agli automobilisti al volante, sempre più

spesso vittime di incidenti causati da

stress, alta velocità e tempi di reazione

troppo alti. Il cuore del neonato Garmin

è la Dash Cam, la telecamera in grado di

riprendere e riprodurre tutto quanto si-

tuato nel proprio campo visivo, registran-

do a ciclo continuo: in caso di incidenti la

dinamica sarà chiarissima e subito dispo-

nibile. Sistemi di questo tipo, in grado di

analizzare in tempo reale la segnaletica

e reagendo in base alla guida dell’auto-

mobilista esistono già da qualche tempo,

AUTOMOTIVE La famiglia nüvi si amplia con nüviCam, la telecamera con navigatore satellitare

Garmin nüviCam: a destinazione in tutta sicurezza nüviCam promette di dire la sua in tema di incidenti stradali e sicurezza a bordo delle auto

ma sono sempre stati

optional di prestigio

sulle marche più bla-

sonate mentre con

nüviCam, Garmin pro-

mette un allargamen-

to del bacino di uten-

za anche alle utilitarie

meno lussuose ma

certamente più diffu-

se sulle nostre strade. Durante la ripresa

nüviCam potrà analizzare la distanza di

sicurezza dal veicolo che precede, si

accorgerà in caso di superamento corsia

causa colpo di sonno e sfrutterà il moni-

tor precedentemente installato a bordo

per Real View, una funzione in grado di

visualizzare le immagini esatte della vi-

deocamera, senza più bisogno di orien-

tarsi tramite i numeri civici quando ci si

avvicina alla destinazione.

Oltre al sistema di sicurezza apportato

dalla Dash Cam, nüviCam porta con sé

la tradizionale qualità Garmin in tema di

navigazione satellitare e tutte le informa-

zioni saranno visualizzabili sullo stesso

schermo da 6” di Real View: 45 paesi

con aggiornamenti a vita e possibilità

di importare i propri POI o scegliere fra

quelli già presenti di default. In aggiunta

al sistema di nüviCam sarà possibile an-

che sfruttare Smartphone Link, l’app per

iOS ed Android che integrerà il nostro

dispositivo nelle funzioni di telefonia,

traffico, meteo, gestione del percorso

con Real Directions e - perché no? - la

backup camera BC30 (venduta separa-

tamente) da montare sul retro della vet-

tura e che ci offrirà una visione ottimale

anche in caso di manovra o parcheggio

in retromarcia.

La nuova serie nüviCam arriverà nei ne-

gozi a giugno ed avrà un prezzo sugge-

rito a partire da 359 euro.

Dal 2018 sulle nuove auto ci dovrà essere il tasto per chiamare il 112L’Europa ha deciso Sulle auto vendute a partire da aprile 2018 dovrà esserci di serie la tecnologia eCall Un modulo GPS e GSM capace di fornire al 112 informazioni vitali in caso di incidente di Roberto PEZZALI

Il sistema di chiamata di emergen-za eCall dovrà essere montato su tutte le auto in vendita da aprile 2018: lo ha deciso il Parlamento Europeo che ha votato la propo-sta di legge sul tavolo da diversi ann. La tecnologia eCall, integra-ta nell’elettronica dell’auto, farà scattare la chiamata automatica al 112 nel caso in cui analizzando i sensori (airbag ad esempio) ven-ga rilevato un incidente: grazie al GPS e al modulo dati integrato potrà fornire dettagli sull’impatto, la dinamica, la posizione esatta e anche una lettura sommaria del-le condizioni del veicolo. L’eCall potrà essere anche attivato ma-nualmente, con un bottone sulla plancia che metterà in contatto il guidatore con la centrale operati-va per le chiamate di emergenza. Il sistema, che sarà funzionante in tutta Europa, dovrebbe velo-cizzare i soccorsi del 50/60% in caso di incidente e potrà essere montato anche aftermarket sulle auto già in circolazione. Solu-zioni simili esistono già oggi in commercio su molte vetture, ab-binate a soluzioni di infotainment di fascia alta oppure inserite sui quasi tutti i modelli della gamma, come fa Ford da anni con il Sync Emergency Assistance.

Page 26: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 26

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

HemoLink prelievi del sangue fai-da-te e senza aghiNel Wisconsin è nato un dispositivo per i prelievi di sangue che non utilizza aghi. Secondo il team di ricercatori che lo ha ideato, HemoLink potrebbe rappresentare una rivoluzione nel settore della diagnostica basata su analisi del sangue di Andrea ZUFFI

L’azienda statunitense Tasso Inc. ha realizzato, nei propri laboratori di Madison (Winscosin), un dispo-sitivo per il prelievo di sangue che promette di semplificare la vita a chi deve eseguire prelievi di san-gue a intervalli regolari (ad esem-pio per monitorare l’andamento di valori specifici) e al contempo strizza l’occhio a tutti gli “ago-fobi-ci” del mondo. HemoLink, così si chiama il piccolo congegno com-pletamente costruito in materiale plastico, va posizionato sulla pelle del braccio e in circa due minuti aspira un campione di sangue. Il funzionamento si basa sul prin-cipio della capillarità che sfrutta equilibri e forze di interazione tra le molecole di liquidi e solidi. In pratica all’interno di HemoLink il sangue viene richiamato e con-vogliato attraverso canali capillari verso un tubicino di raccolta. La Tasso Inc. è stata fondata, non a caso, da un gruppo di ricercatori universitari esperti di microflui-di e ha ricevuto per quest’idea una sovvenzione di 3 milioni di dollari dalla Defenses Advan-ced Research Projects Agency (DARPA) per poter continuare a sviluppare il progetto. HemoLink è da considerarsi un utile stru-mento monouso a basso costo che permetterebbe ai pazienti di prelevare in autonomia campioni di sangue e poi recapitarli diretta-mente a un laboratorio di analisi.

di Michele LEPORI

U n occhio bionico realizzato con

stampa 3D che possa rimpiazzare

i nostri occhi e aumentare le diot-

trie, farci vedere al buio o trasmettere il

nostro campo visivo in Wi-Fi: potrebbe

essere un manga, un film o la nuova

serie TV di JJ Abrahms e invece è E.Y.E,

la realtà che lo studio di ricerca italiano

MHOX promette di portare nella nostra

vita entro gennaio 2027. E.Y.E. è l’acro-

nimo di Enhance Your Eye, (potenzia il

tuo occhio) e potrebbe essere uno dei

primi passi verso l’umanità 2.0 che tanto

affascina i lettori di fantascienza e che

potrebbe diventare la realtà (aumentata)

del futuro. E.Y.E. sarà disponibile in tre

modelli: Heal, per chi vorrà ricorrere al-

l’occhio bionico come corretivo di difetti

di vista o per tornare a vedere dopo in-

cidenti o traumi; Enhance e Advance in-

vece formeranno il catalogo di migliorie,

sviluppi e comunicazioni a distanza che

aiuteranno chi vorrà ottenere il massimo

dalla tecnologia. Senza dimenticare che

forma del bulbo e colore dell’iride saran-

no selezionabili à la carte: mai come in

questo caso, anche l’occhio vuole la sua

parte. Intervistato da Dezeen sulla tec-

nologia di E.Y.E, Filippo Nasetti di MHOX

spiega che i soggetti che si sottopor-

ranno all’operazione riceveranno l’im-

pianto di una struttura chiamata “deck”

retrostante il nervo ottico e collegata alle

fibre muscolari del cervello: una volta in-

stallato il deck sarà possibile procedere

all’implementazione di uno qualsiasi dei

modelli di E.Y.E. Un processo complesso

che va a toccare anche aspetti etici di

cui siamo certi sentiremo parlare anche

in futuro; per ora ci limitiamo a seguire

con interesse il progetto.

SCIENZA E FUTURO Un progetto italiano della società MHOX, la medicina sfida il cyberpunk

Nel 2027 arriverà E.Y.E, l’occhio sinteticoUn occhio bionico in grado di garantire funzioni oggi fantascientifiche. E non è un film...

SCIENZA E FUTURO Una sperimentazione che utilizza droni quadricotteri per brevi distanze

In Svizzera i droni Matternet eseguono le consegneUn test fatto da Swiss Post, Swiss WorldCargo e Matternet per recapitare piccoli pacchi

di Massimiliano ZOCCHI

È pronta a partire in Svizzera una

sperimentazione di consegne su

brevi distanze utilizzando dei droni

quadricottero. Il progetto sarà in collabo-

razione tra Swiss Post, azienda multi di-

versificata che opera anche nella logisti-

ca, Swiss WorldCargo, divisione di Swiss

International Air Lines, e Matternet, rico-

nosciuta come una delle migliori aziende

nel campo di mezzi volanti autonomi,

nonché dei relativi software di gestione.

Al momento i test saranno eseguiti su

pacchi di piccole dimensioni, fino a 1 kg

di peso, e per una distanza massima di

20 km. Il drone Matternet ONE che verrà

utilizzato per i test, è progettato esclusi-

vamente per il trasporto di piccoli oggetti,

ed è in grado di compiere manovre auto-

nome seguendo rotte sicure generate da

un software cloud, anch’esso di proprietà

di Matternet. Swiss WorldCargo esegue

consegne di ogni genere in 80 paesi, per

cui ha un campo di applicabilità ampis-

simo, e spera di trovare nuove soluzioni

pratiche. Da parte sua, invece, Matternet

cerca di acquisire quanta

più esperienza possibile

per continuare l’ascesa

che ormai la vede come

uno dei principali costrut-

tori mondiali, con sbocchi

nella logistica, nei servizi,

nonché nei soccorsi in

caso di calamità naturali. Un portavoce di

Matternet ha dichiarato: Oltre ai veicoli e

al software la compagnia californiana for-

nirà basi di atterraggio, batterie, stazioni

di ricarica e tutto il necessario, mentre i

partner svizzeri si occuperanno della lo-

gistica delle operazioni. Lo scopo di tutta

l’iniziativa è di valutare un reale impiego

nel prossimo futuro, indagare sugli aspet-

ti legali, e studiare soluzioni per conse-

gne anche in zone con difficili situazioni

atmosferiche e di popolazioni isolate.

“I quadricotteri potrebbero essere la più gran-de invenzione dai tempi del motore a combu-stione. Sono estremamente semplici a livello meccanico, e al 90% è una questione di softwa-re, che migliorerà molto nei prossimi 3-5 anni, diventando un settore chiave nei trasporti.”

Page 27: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

www.audiogamma.it

Cuffia P3. Un mix di alta qualità sonora e comfort di lusso, frut-to della fusione calcolata e calibrata tra materiali pregiati e tec-nologie raffinate. Nata dalla penna di Morten Warren, lo stes-so creatore dello Zeppelin Air iPod Speaker, la P3, disponibi-le in 4 colori, nero, bianco, rosso e blu, ne conserva la per-sonalità, il talento sonoro e la frequentazione privilegiata, ov-vero l’iPod e l’iPhone dai quali estrapola il meglio dei conte-

nuti sonori, ne integra la funzionalità e la cosmetica. P3 è in-fatti dotata di un cavo con comando per iPod/iPhone con mi-crofono e controllo volume/salto-traccia, utilissimo per tutti gliamanti dei player firmati dalla mela argentata. Ma –ovviamente-P3 è "anche" una cuffia Hi Fi tradizionale di elevatissimo livello,da poter collegare a qualsiasi sorgente standard, tramite ilcavo a corredo intercambiabile con quello per player Apple.

Concert for one

Zeppelin e Zeppelin Air sono marchi registrati di B&W Group Ltd. AirPlay, iPod, iPhone e iPad sono marchi di Apple Inc. registrati negli Stati Uniti e in altri paesi.

133_bw_P3_pgp_ddy.qxp:- 29-04-2014 20:01 Pagina 1

Page 28: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 28

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Roberto PEZZALI

Curvo o liscio? Noi l’abbiamo scelto curvo, e per

qualche settimana abbiamo “giocato” con quel-

la che è la versione più spettacolare del nuovo

smartphone Samsung. Del Galaxy S6 e della sua con-

troparte Edge si sa già tutto, ma abbiamo preferito fare

una prova lunga e approfondita per capire se, usandolo

un po’, sarebbero emersi difetti o criticità particolari.

Samsung ha messo insieme una quantità di novità tali

che non sembra vero di trovarsi di fronte a un telefono

marchiato Galaxy. La plasticaccia dei vecchi Galaxy è un

ricordo, ed è un vero piacere afferrare l’Edge e sentirlo

freddo e metallico al tocco. Ma Samsung non si è fer-

mata a design e apparenza, perché sotto il sandwich di

Gorilla Glass di quarta generazione c’è tanta tecnologia,

dal nuovo sensore fotografico al processore a 14nm per

arrivare alla memoria derivata dagli SSD che non soffre

di cali di prestazioni quanto si attiva l’encrypting dei dati

e garantisce performance di assoluto livello in termini di

tempi per il caricamento delle app.

Il coraggio di cambiare senza ascoltare le criticheSamsung ha cambiato radicalmente la sua visione di

smartphone, prendendo decisioni che a prima vista

sono sembrate controproducenti. La scelta di elimina-

re lo slot microSD e la batteria removibile non hanno

fatto piacere agli utenti più critici, ma la realtà è che

alla fine alla maggior parte della gente non interessa-

no queste feature. Apple vende milioni di smartphone

senza batteria removibile e senza slot microSD; Sam-

sung può tranquillamente fare la stessa cosa senza

curarsi di coloro che si sono lamentati. Importante an-

che la scelta di curare il software: investire nell’inter-

faccia e nella facilità d’uso alla fine paga, e Samsung

sull’S6 e sull’S6 Edge non ha lasciato nulla di inten-

tato. Ci sarebbe da aprire una parentesi sul “curvo”:

Samsung ama questa cosa (e l’ha dimostrato con i TV)

e l’apprezzano anche i consumatori, tanto che quasi

il 50% dei Galaxy S6 venduti sono curvi. Sarà marke-

ting, sarà inutile ma l’Edge ha davvero una marcia in

più sotto il profilo del design, e come ben sappiamo

lo smartphone è ormai diventato, soprattutto in Italia,

uno status symbol. Il Galaxy S6 liscio, nella sua nor-

TEST Il Galaxy S6 Edge è probabilmente lo smartphone più bello che Samsung abbia mai realizzato e non solo per il design

Galaxy S6 Edge è il miglior Samsung di sempreSamsung alza l’asticella e lancia lo smartphone che avrebbe dovuto realizzare anni fa: i contenuti tecnologici sono elevatissimi

lab

video

Samsung Galaxy S6 EdgeIL MIGLIOR SMARTPHONE ANDROID 849,00 €Samsung questa volta ha fatto centro: il Galaxy S6 Edge è ad oggi lo smartphone Android più bello sul mercato, mentre il Galaxy S6 “liscio” è probabilmente il migliore. Parliamo di “smartphone Android” perché come sempre il sistema operativo è parte integrante dell’esperienza d’uso e il confronto con l’iPhone è una pura guerra di religione che non porta da nessuna parte. Galaxy S6, per qualità costruttiva e dal punto di vista hardware, ha raggiunto il livello che da sempre è un marchio di fabbrica Apple, e non è un caso che ci sia riuscita affidandosi quasi esclusivamente a componenti fatti in casa: realizzare uno smartphone facendo shopping da Qualcomm, Toshiba, Broadcom e Sony è ormai alla portata di tutti e anche chi è entrato da poco nel mercato, vedi OnePlus, riesce a realizzare prodotti migliori di chi magari gli smartphone li fa da anni. Samsung ha scelto il meglio della tecnologia a disposizione e ha realizzato quello che oggi è forse l’hardware più avanzato disponibi-le sul mercato, dimostrando (a se stessa e agli altri) che si può innovare anche senza copiare Apple. Giù il cappello.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEPrestazioni eccellentiMateriali e cura costruttivaFotocamera eccellente

Prezzo elevato Schermo curvo bello ma inutileAssenza batteria removibile e slot SD

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

9 9 10 7 9 78.5

malità, rischia di essere visto come “quello vecchio”

mentre l’Edge è il nuovo, il top.

Una linea che colpisce tuttiSotto il profilo del design Galaxy S6 Edge è un grosso

passo avanti, anche se Samsung è riuscita comunque

a mantenere un senso di continuità con il passato: il

tasto di sblocco e la parte alta richiamano i modelli

passati e sono magistralmente inseriti in una scocca

unibody di alluminio satinato che è forse l’elemento

che più richiama l’iPhone. Nonostante le prime critiche

di somiglianza ai terminali Apple, Galaxy S6 Edge non

sembra affatto un iPhone

anche se qualche spunto

di design i coreani l’hanno

preso: i bordi lucidati sul

corpo satinato, le fessure

tonde per gli speaker, lo

slot a scomparsa per la SIM

sono alcuni dei dettagli che

potrebbero alimentare il so-

spetto. Molto bello il lato B:

la scocca in Gorilla Glass,

che ricopre un layer metal-

lico blu, reagisce in modo

totalmente casuale alla luce

incidente creando splendidi riflessi e cambi di colore.

Meno piacevole invece la sporgenza del modulo ca-

mera: sensore cardio, LED flash e illuminatore IR sono

integrati a filo, ma la camera sporge dal retro di qual-

che decimo di millimetro. Purtroppo non si poteva fare

altrimenti: l’ingombro del modulo con stabilizzatore è

un limite invalicabile. Samsung, sapendo che l’ottica

sporgente sarebbe stata il punto più debole e esposto

ai graffi quando si appoggia lo smartphone alla scri-

vania, ha sapientemente lucidato il bordo lasciandolo

grezzo, ma nonostante questo qualche sbeccatura si

vede. Sotto il profilo dell’ergonomia, Galaxy S6 Edge

è davvero comodo: il bordo sottile e curvo aiuta mol-

to nel grip, e nonostante lo schermo da 5.1”, la presa

con una sola mano è sicura e solida. Ottima la scelta di

Samsung di mantenere il tasto fisico per lo sblocco af-

fiancato dai due tasti capacitivi per le opzioni: chi passa

da iPhone a Galaxy si troverà comunque a suo agio e

soprattutto potrà mantenere il sensore biometrico per

lo sblocco, sensore che è migliorato davvero molto. Se

sul Galaxy S5 si doveva strisciare il dito, in Galaxy S6 il

sensore funziona come il TouchID semplicemente ap-

poggiando il pollice: volendo essere precisi il sensore

del Galaxy ci è parso più reattivo di quello di iPhone

ma un po’ meno preciso; in ogni caso può essere usato

segue a pagina 29

Page 29: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 29

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

con il pollice in ogni angolazione, anche al contrario.

Nella parte alta, Samsung ha lasciato anche il trasmetti-

tore IR: difficile dire se qualcuno l’abbia davvero usato

sugli altri smartphone, ma male non fa.

Uno schermo OLED di riferimentoLo schermo è il vero punto di forza del Galaxy S6 Edge,

in tutti i sensi: per il marketing, come abbiamo già det-

to, ma anche per la sua qualità. Sotto il profilo pura-

mente pratico, ci dispiace dirlo, ma il “curvo” non serve

a nulla, anzi, a tratti è pure fastidioso. Molti siti e ap-

plicazioni hanno infatti elementi dell’interfaccia posti

nella zona curva, e leggere sullo schermo ondulato

può causare un certo nervosismo. Il Note Edge, an-

che lui curvo, aveva aggiunto una porzione in più di

schermo per gestire la zona, nell’S6 Edge invece i bor-

di sono parte integrante dello schermo e quindi anche

dell’interfaccia utente. Bellissimo da vedere, quindi, ma

anche abbastanza fastidioso da usare. Se spostiamo

l’attenzione sulla qualità del display, Samsung ha fatto

un lavoro eccezionale: il display AMOLED da 1440p di

risoluzione restituisce immagini che sembrano stam-

pate tanto sono compatte, i miglioramenti fatti in que-

sti anni sulla tecnologia AMOLED ci lasciano quanto

meno un interrogativo: perché Samsung non entra nel

mercato dei TV con questo tipo di pannello? Rispetto

ai primi schermi, quello usato sull’S6 Edge rasenta la

perfezione, con un punto di bianco in modalità Base

praticamente costante a 6.500K e una resa cromatica

fedele. La modalità Cinema, paradossalmente, è quel-

la più sballata di tutte. Del display AMOLED da 1440 x

2560 e 577ppi dobbiamo elogiare anche la luminosità:

essendo l’OLED un pannello self emitting, la luminosi-

tà varia molto a seconda della quantità di bianco che

lo schermo deve generare: grazie a un nuovo driver

e a un nuovo layer superficiale che abbatte i riflessi

incidenti, il Galaxy S6 riesce a sfoderare, in certe situa-

zioni, una luminosità di picco superiore ai 550 nits. Se

si passa alla modalità manuale Samsung ha sapiente-

mente limitato la luminosità massima, per evitare non

solo un prosciugamento rapido della batteria ma an-

che un eventuale danneggiamento dello schermo, che

non può certo rimanere ore impostato alla massima

luminosità di picco. L’unico limite degli attuali schermi

OLED Samsung , ma si tratto proprio di una finezza, è

la configurazione dei pixel che non è ovviamente RGB:

come nei modelli precedenti siamo di fronte ad una

particolare disposizione Diamond Pattern che dispone

a griglia un subpixel rosso e uno blu affiancati a due su-

bpixel verdi. La disposizione è efficace e riduce abba-

stanza le aberrazioni cromatiche dovute al tipico color

shift dei PenTile, tuttavia un pattern di questo tipo lascia

molto spazio tra i pixel rispetto ad un display IPS dove

il gap è praticamente inesistente. Una cosa questa che

può non interessare affatto a chi usa il Galaxy S6 come

smartphone, ma in ottica d’uso con il visore GearVR di

nuova generazione potrebbe impattare sulla risoluzio-

ne percepita dietro le lenti di ingrandimento.

Made by Samsung: è la ricetta perfettaNon potendo smontarlo pezzo per pezzo (anche per-

ché dobbiamo restituirlo) ci siamo fidati dell’analisi del-

l’ottima Chipworks per spiegarvi l’enorme lavoro fatto

da Samsung sui nuovi Galaxy. La scelta di abbandonare

Qualcomm adottando i processori Exynos difficilmente

è dovuta solo al surriscadamento (peraltro confermato)

dello Snapdragon 810: non si cambia il processore a

pochi mesi dal lancio di un prodotto sapendo di do-

verne creare milioni e milioni. Mai scelta fu però più

azzeccata: Samsung i chip li sa fare e l’ha dimostrato

più volte, e il nuovo Exynos 7420 è per i prossimi mesi il

chip da battere in termini di prestazioni e consumi.

Senza dilungarci in inutili tecnicismi, Samsung ha rea-

lizzato quello che è il primo SoC per smartphone co-

struito con tecnologia a 14 nanometri utilizzando tran-

sistor 3D FinFet: siamo di fronte al fiore all’occhiello di

Samsung Semiconductor, un processore che non solo

è più piccolo del precedente ma consuma meno ed è

decisamente più potente. Samsung non si è limitata

al solo SoC, ma ha introdotto anche nuove memorie

SDRAM DDR4 (3 GB) e un nuovo tipo di memoria per

lo storage. Questa, che a prima vista potrebbe anche

sembrare un’innovazione banale, è in realtà la più im-

portante di tutte: quasi tutti gli smartphone utilizzano

memorie eMMC, ma il nuovo Galaxy usa le memorie

UFS 2.0 che a parità di consumo si avvicinano come

prestazioni agli SSD. Stiamo parlando di 350 MB/s in

lettura e 150 MB/s in scrittura e non deve stupire che

- a differenza di altri terminali - Samsung non soffra di

problemi quando si attiva l’encrypting dei dati. Il pas-

saggio alle nuove memorie si avverte soprattutto nel-

la velocità con cui vengono aperte e installate le app,

forse è anche questo il motivo che ha spinto Samsung

a non inserire il supporto per memorie esterne, che

sarebbero risultate troppo lente rispetto al sistema in

generale. Meglio, in quest’ottica, utilizzare il cloud: se

proprio serve spazio per archiviare foto e video.

Tornando al cuore del Galaxy S6 Edge, si nota come

Samsung piano piano stia sostituendo i processori di

terze parti con componenti fatti in casa: la stessa sorte

del SoC è toccata anche al modem LTE, con la nuova

piattaforma Shannon di Samsung, e ai processori per le

foto e i video, che supportano non solo l’HDR live ma

la codifica e la decodifica in hardware di HEVC 4K. Lo

scotto da pagare per tutta questa integrazione è un

prodotto non facile da riparare, ma alla fine alla ripa-

razione ci pensa il centro di assistenza: perché lamen-

tarsi?

Ottima qualità audio Ci aspettavamo di più dalla batteriaIl Galaxy S6 offre una buona qualità audio quando si

tratta di telefonare, unita anche a una buona ricezione:

i due microfoni posti sopra e sotto funzionano bene

per la cancellazione ambientale e la resa microfoni-

ca, anche in ambienti rumorosi. Notevole la resa dello

speaker inferiore: non siamo di fronte al Boomsound di

segue a pagina 30

TEST

Samsung Galaxy S6 Edge segue Da pagina 28

Page 30: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 30

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

HTC, ma l’S6 fa comunque una figura dignitosa. Buono

il volume massimo raggiunto dalla suoneria. Samsung

ha mantenuto il sensore cardio che, nella sua inutilità,

resta comunque molto preciso, e ha inserito anche la

ricarica wireless per la batteria che è un plus non da

poco. Riguardo alla batteria, Samsung aveva promesso

una durata super ma l’autonomia di Galaxy S6 è come

quella degli altri top di gamma: in realtà questo è un ot-

timo risultato se si considera che Samsung non solo ha

usato una batteria più piccola di quella presente sull’S5,

ma ha anche aumentato di molto le prestazioni. Inoltre

c’è uno schermo QuadHD con un tema comunque lu-

minoso e sull’OLED un tema chiaro, come quello di de-

fault, consuma di più di uno dark. Samsung ha preferito

non sacrificare le prestazioni realizzando comunque

uno smartphone che dura il giusto, aggiungendo però

la possibilità di ricarica rapida che in poche decine di

minuti restituisce qualche ora di autonomia. La batteria

è un fattore troppo personale e dipende molto dagli

usi: da quanto abbiamo potuto vedere, il Galaxy S6 è

molto soggetto al consumo in modalità dati (Wi-Fi, 3G

e LTE) segno che forse il modem Samsung non è anco-

ra ottimizzato sotto il profilo del risparmio energetico.

Utilizzandolo senza dati attivati, ma è ovviamente una

condizione poco realistica, lo smartphone supera di

molto le 24 ore di uso. Da elogiare infine lo stand by:

chi lo tiene in tasca senza giocarci può stare tranquillo,

la batteria basta e avanza.

La fotocamera è eccellenteLa piccola fotocamera che sporge sul retro del

Galaxy S6 è un modulo Sony IMX240 simile nella

struttura a quella dello scorso anno, ma con un gruppo

ottico rivisto e ovviamente un processore fotografico

più potente. La risoluzione è di 16 Megapixel (forse fin

troppi), l’obiettivo stabilizzato, ha una apertura di F1.9 e

una lunghezza focale di 28 mm, quindi un grandango-

lo abbastanza spinto: i numeri ci dicono che Samsung

ha sicuramente migliorato la resa fotografica con poca

luce andando a bilanciare il numero di pixel.

Un’ottica 28mm significa che anche le fotografie di

paesaggio trarranno benefici dall’obiettivo grandango-

lare, mentre per i ritratti e i closeup si farà più fatica

a contenere le deformazioni. Buona la messa a fuoco

ravvicinata, che permette notevoli macro. Dal punto di

vista del puro utilizzo la fotocamera ha elementi che

abbiamo apprezzato moltissimo e altri che ci sono

piaciuti meno. Alla prima categoria appartengono il

bilanciamento del bianco (che usa anche il sensore

IR per il fine tuning), la messa a fuoco rapidissima e

precisa in quasi tutte le situazioni (c’è pure il tracking

degli elementi in movimento) e la reattività, con la ca-

mera che si attiva in un istante alla doppia pressione

del tasto home. Dalla modalità Pro ci aspettavamo di

più: Samsung ha tenuto un’interfaccia utente piuttosto

semplice delegando a questa modalità le regolazioni

avanzate, ma chi si aspettava file Raw, tempi, apertura

e impostazioni evolute resterà deluso. La modalità HDR

auto è attiva di default e più che un HDR è un DRO, ov-

vero un Dynamic Range Optimizer: Samsung con un

solo scatto riesce comunque a recuperare ombre e luci

restituendo una fotografia credibile e ben definita. La

modalità si può anche disattivare, ma il rischio di foto

“sbagliate” dal punto di vista dell’esposizione è molto

elevato. La fotocamera del Galaxy S6 può tranquilla-

mente sostituire una compatta in moltissime situazioni,

anche se ovviamente l’assenza di zoom ottico non è

facilmente rimpiazzabile. Notevole anche la resa della

camera frontale per il selfie.

Un discorso a parte merita il video: il Galaxy S6 fa ot-

timi video anche se la stabilizzazione a tratti genera

qualche scatto di troppo. Per evitare problematiche le-

gate alla compressione, Samsung ha deciso di tenere

piuttosto alto il livello dell’encoding: si parte da circa

18 Mbps in 1080p e si arriva a 50 Mbit/s circa per il 4K

a 30 fps. Considerando l’assenza di memoria esterna,

forse riprendere in 4K non è una buona idea.

Interfaccia veloce e pulita Ma il look può migliorareSamsung ha fatto un grande lavoro lato software

sul Galaxy S6, ripulendo l’interfaccia e offrendo una

esperienza d‘uso, nonostante la personalizzazione,

molto simile a quella di Android stock. TouchWiz nella

sua ultima versione riprende molti canoni stilistici del

Material Design di Google e se in qualche elemento

migliora addirittura l’esperienza nativa (spariscono al-

TEST

Samsung Galaxy S6 Edge segue Da pagina 29

cuni fastidiosi popup e animazioni), sotto altri aspetti

resta un po’ incoerente con quelli che sono i nuovi

dettami in termini di User Interface che arrivano da

Mountain View. Google sta cercando di fare quello che

Apple ha fatto fin dal principio, realizzare una serie di

componenti per le app che rendano i comportamenti di

navigazione simili a prescindere dall’app : bottoni, tabs,

menù, icone, tutto deve rifarsi al Material Design.

Samsung con la sua “piattezza” cerca di ricalcare l’in-

terfaccia stock di Android Lollipop, ma alcune app del

suo ecosistema necessitano ancora di qualche piccola

miglioria. Inoltre, ma questa è una considerazione mol-

to soggettiva, le icone sono ancora un po’ troppo “gio-

cose” e prive di una linea guida comune.

Tralasciando il design e parlando invece della sostanza

dobbiamo dire che lamentarsi delle prestazioni è pres-

sochè impossibile: la fluidità e la reattività di questo S6

stupiscono e chiunque, dopo averlo provato in un pun-

to vendita, non può che essere d’accordo. Il merito va

diviso tra le nuove memorie, il processore e il sistema

operativo alleggerito, anche se su quest’ultimo aspetto

si può migliorare ancora tanto. Fortunatamente è tutto

“software” e sta a Samsung dimostrare che ha a cuore

questo Galaxy S6, continuando a rilasciare aggiorna-

menti migliorativi.

Alcune foto realizzate con il Galaxy S6 Edge, cliccandocon il mouse è possibile visualizzare l’ingrandimento

Page 31: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

Il tuo 5 per mille può cambiare la vita

di molti bambini prematuri.

E non ti costa nulla.

Ogni anno in Italia nascono 30.000 bambini prematuri, di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr.Questi bambini hanno bisogno di cure, controlli e assistenza per molti anni.

E anche i loro genitori hanno bisogno del tuo aiuto.

Le donazioni ad AISTMAR Onlus vengono interamente impiegate per:- l’assistenza delle gravidanze a rischio o patologiche- la cura e il supporto al neonato prematuro

e alla sua famiglia nel percorso di sviluppo e crescita

Oppure puoi sostenere AISTMAR Onlus con versamenti su:• C/C Postale: 29328200• C/C BancoPosta: IBAN: IT 05 Z 07601 01600 000029328200 presso Posta di via Sambuco, 15 - Milano• C/C Bancario: IBAN: IT 30 R 05216 01619 000 000 003641 presso Credito Valtellinese, Agenzia n°14 - Milano

Tutto il personale di AISTMAR Onlus è volontario. L’intero ricavato delle donazioni viene impiegato in cure e assistenza ai neonati prematuri e patologici e alle loro famiglie.

AISTMAR Onlus - via della Commenda, 12 - 20122 Milano - www.aistmar.it

FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA - OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICODipartimento per la Salute delle Donna, del Bambino e del Neonato

U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatalevia Francesco Sforza, 28 - 20122 Milano

GIORNO MESE ANNO

CONTRIBUENTECOGNOME (per le donne indicare il cognome da nubile) NOME SESSO (M o F)

DATA DI NASCITA COMUNE (o Stato estero) DI NASCITA PROVINCIA (sigla)

CODICE FISCALE(obbligatorio)

DATI ANAGRAFICI

Da consegnare unitamente alla dichiarazioneMod. 730/2008 al sostituto d’imposta, alC.A.F. o al professionista abilitato, utilizzandol’apposita busta chiusa contrassegnata suilembi di chiusura.

MODELLO 730-1 redditi 2007

Stato

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa cattolica

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Assemblee di Dio in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Valdese unione delle chiese metodiste e valdesi

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Evangelica Luterana in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Comunità Ebraiche Italiane

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Scheda per la scelta della destinazione dell'8 per mille dell'IRPEF e del 5 per mille dell'IRPEF

Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute

che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a),del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle finalità destinatarie della quota del cinque per mille dell’IRPEF, il contri-buente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. Il contribuente ha inoltre la facoltà di indicare anche il codice fiscaledi un soggetto beneficiario. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delle finalità beneficiarie.

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

Finanziamento agli entidella ricerca sanitaria

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

FIRMA

Finanziamento agli enti della ricerca scientifica e della università

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI a norma di legge

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

genziantrate

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle sette istituzioni beneficiarie della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, ilcontribuente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delleistituzioni beneficiarie.La mancanza della firma in uno dei sette riquadri previsti costituisce scelta non espressa da parte del contribuente. In tal caso, la ri-partizione della quota d’imposta non attribuita è stabilita in proporzione alle scelte espresse. Le quote non attribuite spettanti alleAssemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Valdese Unione delle Chiese metodiste e Valdesi, sono devolute alla gestione statale.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

LA SCELTA DELLA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF E QUELLA DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF NON SONO IN ALCUN MODO ALTERNATIVE FRA LORO. PERTANTO POSSONO ESSERE ESPRESSE ENTRAMBE LE SCELTE

ALLEGATO B

9 7 0 2 8 2 1 0 1 5 7Mario Rossi

5 per mille claudio.indd 1 18/03/2010 19:42:07

SOSTIENI AISTMAR Onlus con il tuo 5 per mille

AISTMAR OnlusAssociazione Italiana per lo Studio e la Tutela della Maternità ad alto Rischio

Dammi il cinque!

Sui moduli CUD, 730 o Unico scrivi

Page 32: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 32

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

di Emanuele VILLA

Qualche mese fa provammo il G Flex di LG, ov-

vero il primo smartphone dell’azienda coreana

dotato di display P-OLED (plastic OLED) curvo,

un prodotto pionieristico e ad alto valore simbolico:

con G Flex, LG dichiarava al mondo di essere sem-

pre in primissima linea in fatto di innovazione tecno-

logica. Ma va anche detto che il prodotto, per quanto

pionieristico e dal chiaro sapore hi-tech, era tutt’altro

che perfetto: qualche rallentamento nelle operazioni

più complesse, ma soprattutto una risoluzione non al-

l’altezza dell’enorme display da 6 pollici e alcuni limiti

dello stesso quali un effetto di persistenza dell’imma-

gine, non drammatico ma comunque visibile. LG ha

certamente fatto tesoro dei feedback e ha pensato

di realizzare rapidamente un successore, chiamato

semplicemente G Flex 2. Presentato allo scorso CES

di Las Vegas, G Flex 2 è la risposta a tutti coloro che si

sono dimostrati interessati all’innovazione portata dal

primo G Flex ma hanno resistito a causa di alcuni di-

fetti di gioventù. Il nuovo smartphone è all’apparenza

molto simile al predecessore, ma per prima cosa LG

ha voluto allargare il target di riferimento (e quindi il

numero di potenziali acquirenti) riducendo la dimen-

sione del display, che passa da 6’’ a un più “portable”

5,5’’, la stessa dimensione dell’attuale top di gamma

G3 e presumibilmente del prossimo G4. Ma se l’im-

patto estetico non è molto diverso, basta indagare

nella scheda tecnica per rendersi conto di quanto il

passo avanti sia stato consistente: se G Flex ha sen-

so per chi vuole essere sulla cresta dell’innovazione,

la versione 2 attira una fetta molto più consistente di

utenti, ovvero tutti coloro che vogliono un prodotto

top di gamma, grande, reattivo e scattante. E questo a

prescindere dalla curvatura dello schermo: in pratica,

G Flex 2 è il primo curvo che entra in diretta concor-

renza con gli smartphone normali, con i modelli top

dei vari produttori, LG inclusa.

Curvo è (sempre) belloAl di là delle dimensioni ridotte, LG G Flex 2 è molto

simile al modello dello scorso anno. L’azienda è in-

tervenuta principalmente sulla dotazione tecnica sen-

za toccare i fondamentali estetici: lo schermo, pur di

dimensioni più contenute (da 6’’ a 5,5’’), resta molto

ampio, la curvatura è dolce e anche la finitura lucida

della cover posteriore ci ricorda quella dello scorso

anno. Pur con tante piccole micro variazioni, l’impatto

estetico di G Flex 2 è analogo a quello di G Flex e le

differenze vanno ricercate altrove.

Resta un prodotto che si fa notare: la penetrazione

di G Flex non è stata tale da rendere mainstream

un telefono curvo, per cui questo G Flex 2 attira le

medesime attenzioni del suo predecessore. G Flex 2

è un telefono curato a livello di design e sufficiente-

mente sottile, con un raggio di curvatura molto soft,

bordi sottili e una bella cover lucida posteriore. Resta

un telefono molto grande, con tutte le conseguenze

TEST Dopo l’esperimento “pionieristico” dello scorso anno, il nuovo modello G Flex 2 è lo smartphone curvo della maturità

LG G Flex 2 in prova: il telefono curvo fa sul serioNon è rivoluzionario come il predecessore, ma lo perfeziona in tutti i comparti: G Flex 2 può sfidare gli “altri” smartphone

del caso, ma va detto che rispetto allo scorso anno

la comodità è decisamente migliorata, il telefono è

leggero nonostante la stazza (152 grammi) e in par-

ticolari circostanze (come quando lo si infila in tasca),

la leggera curvatura lo rende anche più comodo da

portare in giro. Pur non avendo un look luxury come

gli smartphone con chassis completamente metallico,

è il risultato di un grosso impegno nel contenimento

dei volumi e – più in generale - nella realizzazione

di qualcosa di piacevole alla vista oltre che molto

particolare. Le motivazioni alla base del display cur-

vo restano le stesse dello scorso anno: si può dire

che in questo modo assecondi meglio il profilo del

viso durante le telefonate, che dia una sensazione

di visione theatrical quando usato come display per

video, che sia meno sensibile ai riflessi quando usato

outdoor, ma la realtà è che tutti questi elementi - sia

pur veri - non sono rivoluzionari rispetto a un telefono

standard: G Flex 2 è un telefono dedicato a chi vuole

distinguersi, chi vuole possedere l’ultima innovazione

tecnologica e non si accontenta di quello che hanno

tutti. Che per telefonare sia più comodo è secondario.

L’impostazione di design resta la solita dei termina-

li LG di alta gamma: cover posteriore estraibile (ma

attenzione, qui la batteria non è sostituibile), design

che si assottiglia progressivamente ai bordi e non

comprende nessun pulsante fisico sui lati, ampia fo-

tocamera posteriore circondata dal flash LED su un

lato e dell’autofocus laser sull’altro, pulsante di accen-

sione/standby centrale subito sotto la fotocamera e

bilanciere del volume (multifunzione) attorno a que-

st’ultimo. Un’impostazione che - si vede - piace molto

agli utenti visto che LG la considera ormai un vero e

proprio segno distintivo. Parlando di cover posteriore,

rimane il caratteristico self healing del modello prece-

dente, che secondo LG è stato ulteriormente miglio-

rato: il particolare materiale con cui è realizzato è in

segue a pagina 33

lab

video

LG G Flex 2TANTA “FORMA”, MA C’È ANCHE SOSTANZA 699,00 €G-Flex 2 è uno smartphone più maturo del suo predecessore, la dimensione è giusta, il passo avanti sul fronte del display è innegabile e la dotazione hardware è allo stato dell’arte. Il display non ha più nessun difetto di quelli riscontrati la generazione passata, è un buon OLED con neri profondi, colori vividi e senza effetti di persistenza d’immagine. A voler essere pignoli, segnaliamo una luminosità leggermente sotto tono che condiziona la leggibilità outdoor. L’esperienza d’uso può essere appagante sia per un utente casual, sia per il classico “power user”: la dotazione hardware è allo stato dell’arte e qualche episodio di singhiozzo in condizioni di forte stress impatta solo marginalmente su un’espe-rienza d’uso piacevole per ogni tipo di utente. L’eccessivo surriscaldamento di Snapdragon 810 (di cui si parla da mesi) è tenuto a bada dal sistema di gestione delle prestazioni del processore stesso e non ci pare rappresenti un problema. Che il telefono scaldi è indubbio, ma la temperatura percepita non è parsa eccessiva in relazione alla media degli altri telefoni. Buona la fotocamera, le prestazioni della batteria sono nella norma: in condizioni di uso normale arriva a sera senza problemi, ma è comunque un telefono da ricaricare ogni notte. Il prezzo di listino è elevato ma allineato a quello dei top di gamma attuali e comunque inferiore di 200 euro rispetto al modello dello scorso anno.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEEstetica molto piacevoleDisplay P-OLED Prestazioni di buon livello

Luminosità leggermente bassaBatteria non removibileQualche rallentamento “sotto stress”

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

8 8 8 9 10 88.3

Page 33: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 33

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

effetti del tutto insensibile ai graffi superficiali, e quelli

più leggeri scompaiono con una rapidità notevole;

pur non avendo il primo G Flex in redazione per un

confronto al volo, ci sembra che effettivamente il pro-

cesso di auto-riparazione dei graffietti superficiali sia

più rapido e preciso. Come abbiamo già detto lo scor-

so anno, questa caratteristica è pensata per evitare

piccoli danni da sfregamento con le chiavi in tasca,

leggeri incidenti di percorso che si possono verificare

nell’uso (anche un po’ sbadato) di tutti i giorni; la co-

ver self healing non è pensata per sopportare danni

pesanti, non pensate di darne dimostrazioni pubbli-

che sfregiando il telefono con le chiavi o un coltello

perché vi rovinerete la giornata.

Finalmente il display è un Full HDChi ci segue sa come la pensiamo circa la risoluzio-

ne dei display degli smartphone: è giusto progredire

e realizzare display sempre migliori, ma non devono

diventare esercizi di stile. Ci vuole equilibrio in tutto, e

così come un 720p è un limite non da poco in un te-

lefono da 5,5’’, un Quad HD non permetterebbe di di-

stinguere i singoli pixel, oltre a pesare su prestazioni e

consumi. Il giusto mezzo, l’ottimo è il Full HD, e questa

volta LG ha accontentato tutti i suoi potenziali clienti:

rispetto al modello dello scorso anno, il telefono è più

piccolo e il display più definito, passando dal 720p di

G Flex al Full HD odierno, un passaggio che, oltre a

rendere più appetibile la scheda tecnica del telefono,

offre risvolti pratici importanti.

Passando da un altro smartphone a G Flex 2, il pri-

mo impatto è notevole: il Full HD rende l’immagine

della schermata di base molto dettagliata e precisa

sia sulle icone che sull’immagine di sfondo, ma sono

soprattutto i pregi dell’OLED a venir fuori in modo

netto, al punto da non permetterci di distinguere la

fine del display e l’inizio della cornice: il nero è sem-

plicemente nero, considerazione ovvia ma vale la

pena sottolinearla perché l’impatto di G Flex 2 è dav-

vero notevole. Ricordiamo che il display dello scorso

anno aveva alcuni limiti oltre alla risoluzione: a parte

una resa cromatica piuttosto tenue, si notava un ef-

fetto di persistenza dell’immagine passando da una

schermata molto contrastata a una grigia, oltre a uno

strano effetto “puntinato” anch’esso conseguenza

del Plastic-OLED. Ovvio che la nostra attenzione si sia

soffermata subito su questi punti e possiamo confer-

mare che non solo l’impianto cromatico è diventato

molto vivido e intenso, ma l’effetto persistenza non

c’è più, così come l’altro limite. Davvero un passo

avanti notevole.

A livello di dettaglio ora siamo a un livello ottimale,

non si notano “spigolosità”, pixel percepibili e tutto

il quadro assume una naturalezza notevole. La resa

cromatica e l’impatto visivo di questo display sono

molto buoni: come spesso accade nei display OLED

per smartphone, anche qui la vividezza cromatica è

molto alta di default, col risultato di avere immagini

che catturano l’attenzione, che puntano all’effetto

“WOW” ma che si discostano abbastanza dai tradi-

zionali canoni di naturalezza. Intendiamoci, in uno

smartphone la cosa è accettabile, ma qualora si vo-

lesse un’immagine meno colorata, leggermente più

piatta ma anche più rispondente al vero, si può agire

sui parametri preimpostati: troviamo infatti le imposta-

zioni standard, naturale e brillante, ognuna delle quali

agisce sui parametri fondamentali d’immagine ma

soprattutto sulla vividezza. Per valutare la resa del di-

splay abbiamo ovviamente sfruttato materiale video,

a partire da quello precaricato ma anche alcuni trailer

1080p di film recentissimi. Complici movimenti di ca-

mera molto lenti, l’impatto visivo è buono, con imma-

gini di una tridimensionalità notevole e un livello di

dettaglio appagante: anche avvicinandosi al display

non si notano difetti particolari come quella “puntina-

tura” che invece era presente sul display del primo

G Flex. E lo stesso vale per i trailer che abbiamo ri-

prodotto: Spectre, in particolare, ci dimostra la tenuta

dell’OLED in situazioni cupe e con colori tenui, dove

tutto si fonda su fortissimi contrasti che - neanche a

farlo apposta - esaltano le caratteristiche del display

offrendo una visione nel complesso appagante. Fast

and Furious 7 è invece basato su colori accesi, vividi,

brillanti e su un dettaglio tagliente sempre in primis-

simo piano: un buon banco di prova per valutare la

saturazione delle tinte; ecco, in casi come questo è

meglio evitare il preset brillante, che rischia di rende-

re tutto un po’ innaturale. Con uno standard o natura-

le la situazione migliora a vista d’occhio.

Di buon livello anche l’audio, non tanto sotto il pro-

filo qualitativo (il micro-speaker posteriore fa quello

che può, ovviamente) ma come pressione sonora:

ci trovavamo in una stanza abbastanza affollata, ma

i dialoghi erano percepibili senza dover passare agli

auricolari. L’unico limite visivo che abbiamo percepito,

e che peraltro è comune a tanti altri smartphone con

display OLED, è l’angolo di visione: è molto ampio, ma

spostandosi dal punto di visione ottimale, il display

assume qualche leggera dominante cromatica sui

toni freddi. Niente di particolare, ma l’occhio attento

nota anche questo all’interno di un quadro complessi-

vamente piacevole.

Buone prestazioni nell’uso “normale”Al momento del lancio, G Flex 2 ha fatto parlare di

sé in relazione alle proprie performance. Questo per-

ché da un lato offre il processore top del momento, lo

Snapdragon 810 octa-core 64bit con quattro Cortex

A53 da 1,5 GHz e altrettanti Cortex A57 da 2 GHz, dal-

l’altro si è discusso su potenziali limiti imputabili allo

stesso, e soprattutto su un surriscaldamento superio-

re alla media. La GPU è una Adreno 430. Ma prima di

procedere a benchmark e all’uso intensivo, abbiamo

inserito G Flex 2 nella routine quotidiana, vivendoci a

contatto per una manciata di giorni.

Data la dotazione hardware allo stato dell’arte (il mo-

dello in prova è quello da 2 GB di RAM), è ovvio che

nell’uso normale il telefono non vada in sofferenza:

l’utente lo percepisce come reattivo, immediato, rapi-

do nell’esecuzione dei task. Non abbiamo constatato

una lag particolare neppure nei momenti di uso un po’

più intenso, quando si è trattato di ascoltare musica

via streaming con un navigatore GPS collegato e, ma-

gari, la necessità di consultare pagine web “al volo”.

Si ravvisa sì qualche micro rallentamento e leggere in-

certezze nel rientro istantaneo alla homescreen, che

a volte richiede più tempo del previsto, ma ciò non im-

patta un’esperienza d’uso che si mantiene appagante.

TEST

LG G Flex 2segue Da pagina 32

segue a pagina 34

La cover posteriore di G Flex 2 con di tecnologia self-healing contro graffi e piccoli incidenti.

Page 34: 015 n.111 15 MAGAZINE L’autunno caldo Dati GfK: bene ...Windows 10 supporterà le applicazioni Android e iOS Dal Build 2015 le ultime novità Microsoft Oltre al supporto delle app

torna al sommario 34

MAGAZINEn.111 / 154 MAGGIO 2015

Andando poi a usarlo in modo incredibilmente stres-

sante, passando compulsivamente da un gioco di ulti-

ma generazione alla fotocamera e viceversa, poi alla

navigazione GPS e magari muovendo velocemente

applicazioni in finestra con QSlide, anche un “mostro”

come lo snapdragon 810 inizia a dare qualche segno

di affaticamento che si manifesta in qualche scatto nei

movimenti delle finestre e in qualche istante di atte-

sa nei passaggi da un’app all’altra, ma - ripetiamo - si

tratta di condizioni limite nelle quali difficilmente ci si

troverà nella routine di tutti i giorni: la sensazione che

si ha dall’uso normale, anche intenso, è che sia un pro-

dotto reattivo e capace di buone soddisfazioni. I ben-

chmark sono di alto livello: nonostante le classifiche

di Geekbench 3 e di An Tu Tu non siano ancora ag-

giornate all’ultimissima generazione di smartphone, G

Flex 2 è al top della classifica in entrambi i casi, segno

che le prestazioni sono in linea con il posizionamento

del telefono. La necessità di gestire in modo attento il

surriscaldamento del SoC in caso di elevati carichi di

lavoro (come appunto nel caso dei benchmark) viene

risolta mediante la classica gestione dinamica delle

prestazioni del processore: questo spiega perché di-

versi benchmark ripetuti determinino risultati a poco

a poco inferiori e anche perchè il surriscaldamento

del telefono, pur avvertibile, sia ora sostanzialmente

in linea con quello degli altri telefoni particolarmente

potenti. Abbiamo voluto valutare sul campo la cosa

giocando ad Assault 8 Airborne per mezzora buona,

di tanto in tanto passando alla navigazione web via

Wi-Fi, e abbiamo ottenuto prestazioni in linea con le

previsioni: le performance sono ottime, partiamo con

almeno una trentina di fps e, nonostante la gestione

delle performance di cui sopra, restiamo con una flui-

dità visivamente analoga lungo tutti i 30 minuti. Nel

frattempo il telefono scalda nell’area alta, in prossimi-

tà della fotocamera, e la necessità di tenerlo in oriz-

zontale per giocare ce lo fa notare: ma anche qui ci

sentiamo di dire che - pur avvertibile - la situazione è

nella norma. La riduzione delle performance si avver-

te nei numeri dei benchmark, ma all’atto pratico il SoC

è talmente potente che difficilmente ci sarà bisogno

di più potenza durante l’uso di tutti i giorni. Qualche

considerazione, infine, sul lato software. Com’è noto,

G Flex 2 usa la versione 5.0.1 di Android Lollipop, sulla

quale LG è intervenuta con le consuete personalizza-

zioni. Chi ha dimestichezza con le feature dell’azienda

già sperimentate nell’aggiornamento “lollipop” di G3,

qui troverà una situazione sostanzialmente analoga.

Ritroviamo sì il Material Design di Google ma anche lo

stile “regolare”, squadrato delle icone LG e soprattutto

servizi esclusivi come Smart Notice (il widget che dà

consigli personalizzati basandosi su abitudini e luoghi),

Knock On e Knock Code, Quick Remote per il controllo

del TV, Dual Window per l’utilizzo contemporaneo di

due app con divisione del display (questa funzionali-

tà va attivata nei settings del sistema), Qslide e altro

ancora, tra cui un Glance che permette all’utente di ac-

cedere alle notifiche con uno swipe dall’alto a display

spento. Nel complesso, pare che LG abbia trovato un

suo equilibrio lato software nella scorsa generazione

e abbia intenzione di non rivoluzionarlo, procedendo

con piccole modifiche di tanto in tanto: l’esperienza

d’uso è quindi piacevole.

Fotocamera ok La batteria dura il “classico” giornoA livello fotografico, G Flex 2 prosegue la buona tra-

dizione recente di casa LG: il modulo principale è da

13 Mpixel con dual flash LED e autofocus laser, tec-

nologia inaugurata da LG con G3 e capace di risultati

apprezzabili soprattutto in condizioni di luminosità

attenuata. Data anche la presenza dello stabilizzatore

ottico, ci troviamo in una situazione analoga a quel-

la di G3 ma migliore di quella di G Flex “1”. A livello

pratico, la semplicità di scatto è incredibile: il software

non permette regolazioni manuali a parte la risoluzio-

ne degli scatti e del video (il video è supportato fino a

4K), timer e poco altro, ma va segnalata la presenza

di una modalità HDR automatica che non impatta sul-

le prestazioni di cattura. Qui sopra pubblichiamo una

serie di scatti realizzati in condizioni diverse: ottimali

le prime tre, di sera le seguenti. Di giorno e in buone

condizioni di illuminazione, i risultati sono apprezza-

bili: nonostante al 100% si possa osservare un certo

“effetto acquarello” dovuto all’algoritmo automatico di

riduzione del rumore, il dettaglio percepito è buono, il

rumore basso e anche la gamma dinamica non è male,

pur con i fortissimi contrasti dovuti alle condizioni di

scatto. Notevole l’efficacia dello stabilizzatore, che ha

permesso scatti definiti anche in condizioni difficili,

come durante un viaggio in auto. Di notte è palese

che il dettaglio percepito cali ed emerga il rumore, ma

mentre la riduzione del primo è innegabile, il rumore

è gestito in modo efficiente dal sistema di NR di cui

sopra. I risultati, sia pur non paragonabili agli scatti otti-

mali, sono superiori alla media sia in termini di lumino-

sità che di bilanciamento generale del quadro.

Infine, il discorso dell’autonomia, che possiamo liqui-

dare abbastanza rapidamente: pur senza benchmark

particolari o test di varia natura, abbiamo convissuto

con G Flex 2 per alcuni giorni, integrandolo in una

routine quotidiana fatta di ore di navigazione web su

LTE/Wi-Fi, ascolto di musica in streaming e visione di

video, con in più qualche videogame inserito per le fi-

nalità di questo test. La batteria da 3.000 mAh punta a

garantire autonomia per la classica giornata lavorativa:

ci riesce nella maggior parte dei casi, ma non è questo

uno smartphone capace di garantire due o più giorni

di autonomia. Lo si può usare con serenità senza do-

versi portare in giro battery pack o affini, ma ogni sera

va ricaricato. Siamo nella media, insomma.

TEST

LG G-Flex 2segue Da pagina 33

Alcune foto realizzate con il G Flex 2, facendo click con il mouse è possibile visualizzare l’ingrandimento