01/04/20151 La Famiglia tra mutamenti e bisogni a cura di Rita Amatore Progetto “Spazio Aperto...
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La Famiglia tra La Famiglia tra mutamenti e mutamenti e
bisognibisognia cura di Rita Amatorea cura di Rita Amatore
Progetto “Spazio Aperto Famiglia” delle Acli
Realizzato con fondi del 5 x mille
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La ricerca nasce all’interno del Progetto “Spazio Aperto
Famiglia” delle Acli, che ha voluto affrontare con azioni
mirate, le varie problematiche sociali (anziani, minori, giovani,
ecc..) attraverso la cura del contesto familiare, luogo dove
l’individuo forma la sua personalità.
Progetto “Spazio Aperto Famiglia”
Realizzato con fondi del 5 x mille
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Infatti…Infatti…
Dal progetto “Spazio Aperto Famiglia” nasce il Dal progetto “Spazio Aperto Famiglia” nasce il PUNTO FAMIGLIA delle Acli, un centro servizi PUNTO FAMIGLIA delle Acli, un centro servizi dove si svolge:dove si svolge:
Accesso al welfare e Orientamento ai serviziAccesso al welfare e Orientamento ai servizi Percorsi sulla genitorialità, attraverso incontri Percorsi sulla genitorialità, attraverso incontri
formativi teorico-pratici per le famiglieformativi teorico-pratici per le famiglie Sperimentazione di un gruppo di acquisto Sperimentazione di un gruppo di acquisto
solidale (GAS) solidale (GAS)
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Obiettivo della ricercaObiettivo della ricerca Mettere in evidenza le caratteristiche sociali della
famiglia in Capitanata. Sono stati analizzati i bisogni, le condizioni di disagio, la fragilità che vivono molte famiglie, soprattutto quella relazionale. In tale contesto si è considerata la famiglia, come attore sociale, cioè come “unità fondamentale dell’organizzazione sociale”.
L’indagine ha interessato cinque questioni fondamentali:
- la povertà economica- la fragilità delle relazioni familiari- la presenza di un membro in difficoltà- esigenze legate ad aspetti etici e antropologici
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Metodo della ricercaMetodo della ricerca
La ricerca è stata di tipo esplorativo, il La ricerca è stata di tipo esplorativo, il tipo di campionamento ragionato, di tipo di campionamento ragionato, di tipo non-probabilistico. tipo non-probabilistico.
Si è proceduto su due livelli: Si è proceduto su due livelli: quantitativo e qualitativo.quantitativo e qualitativo.
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Tecnica di analisiTecnica di analisi Per l’indagine Per l’indagine quantitativaquantitativa la tecnica utilizzata è la tecnica utilizzata è
quella del questionario strutturato somministrato quella del questionario strutturato somministrato alle famiglie, con la tecnica alle famiglie, con la tecnica face to faceface to face da da esperti, preliminarmente formati. esperti, preliminarmente formati.
Per l’indagine Per l’indagine qualitativaqualitativa sono stati organizzati sono stati organizzati dei momenti in cui si è discusso di alcune dei momenti in cui si è discusso di alcune tematiche con le famiglie, attraverso la tecnica tematiche con le famiglie, attraverso la tecnica del Focus Group e del brainstorming valutativo. del Focus Group e del brainstorming valutativo. Questa seconda fase ha interessato un numero Questa seconda fase ha interessato un numero ristretto di famiglie (25 famiglie).ristretto di famiglie (25 famiglie).
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QuestionarioQuestionario
Il questionario è di tipo strutturato, composto Il questionario è di tipo strutturato, composto da cinque aree tematiche:da cinque aree tematiche:
1.1. (A) Area identificativa della famiglia(A) Area identificativa della famiglia2.2. (B) Area socio-economica(B) Area socio-economica3.3. (C) Area gestione familiare e necessità di (C) Area gestione familiare e necessità di
accudimentoaccudimento4.4. (D) Area relazioni familiari, tempo libero (D) Area relazioni familiari, tempo libero
e utilizzo delle tecnologiee utilizzo delle tecnologie5.5. (E) Area bisogni (E) Area bisogni
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Cosa emerge dalla lettura dei datiCosa emerge dalla lettura dei dati
Area identificativa della FamigliaComune di appartenenzaSu 1.000 questionari distribuiti sul territorio provinciale,
ne sono ritornati 700. I dati che possiamo considerare significativi, sono relativi ai comuni:
Foggia 66% San Severo 10% Vico del Gargano 7% Gli altri comuni li possiamo considerare di
accompagnamento all’interpretazione dei dati: Orta Nova e San Paolo di Civitate con il 4% Stornara 2 % Ischitella, Carpino, Rodi Garganico, Lucera 1%
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% questionari somministrati
Comune di appartenenza
Foggia
Orta Nova
Cagnano Varano
Rocchetta S. Antonio
Vieste
San Marco in Lamis
Monte S. Angelo
S. Ferdinando
Carapelle
Foce Varano
Apricena
Troia
Carpino
Ischitella
Sannicandro
Rodi garganico
Stornara
Lucera
Torremaggiore
Vico del Gargano
San Severo
San Paolo di Civitate
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Numero di persone che compongono il nucleo familiare
La composizione familiare più rappresentata è quella di 4 componenti in famiglia (36%), seguita da 3 (25,6%) e da 2 componenti (18,6%).
La composizione tipica resta ancora quella con genitori e figli.
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6 e più
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NUMERO COMPONENTI
COMPOSIZIONE FAMILIARE
1 2,3
2 18,6
3 25,6
4 36
5 11,7
6 e più 5,8
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Tipologia del nucleo familiare
Le persone intervistate sono rappresentate da donne con il 72% e solo il 28% sono uomini.
MASCHI
FEMMINE
0,0%
20,0%
40,0%
60,0%
80,0%
GENERE
INTERVISTATO
MASCHI 27,9%
FEMMINE 72,10%
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Le donne intervistate che hanno un’età compresa tra i 30 e i 70 anni rappresentano l’81,4%, seguite dal 15,7% che ricadono nell’intervallo 18-30 anni.
Sono soprattutto casalinghe 37%, seguite da occupate con contratto a tempo indeterminato 29%, a scendere troviamo quelle in cerca di un’occupazione 15,1% e quelle pensionate 12,8%.
Il 43% delle donne intervistate ha un titolo di studio di scuola media inferiore, seguito dal 25,5% con il diploma di scuola media superiore. La percentuale delle donne che hanno la laurea ed hanno la licenza elementare è uguale, il 12,8% per entrambi i titoli.
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Cittadinanza
Per la maggior parte, gli intervistati sono cittadini italiani, una piccola percentuale è straniera (nazionalità albanese).
La casa dove vive la famiglia
Risulta per la maggior parte di proprietà con il 55,8%, a seguire in affitto con il 29% ed in uso gratuito con il 15%.
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Area socio-economicaLa tipologia di abitazioneIl 39,3% delle famiglie intervistate abita in condomini con 10 o più
appartamenti, a seguire con il 25,6% abita in condomini con meno di 10 appartamenti, il 15% abita in villini o casali unifamiliari ed il 9,3% abita in case popolari, ecc..
Gli anni di abitazione dell’appartamento Il 58% delle famiglie abita nella propria abitazione da una data
compresa tra il 1960 ed il 2000, senza cambiare, a seguire il 37% ha un insediamento più recente, tra il 2000 ed il 2009.
Il numero delle stanzePrevale l’abitazione composta da 1 al massimo tre stanze (71%), a
seguire il 28% abita in un appartamento che va da un minimo di 4 stanze ad un massimo di 7 stanze. Le stanze vengono contate escludendo il bagno, la cucina, i corridoi, gli ingressi e le stanze utilizzate solo per lavoro.
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Le ore mediamente lavorate alla settimana Dall’intervistato/a….Il 36% non lavora perché è casalinga (è donna), il 15% è
disoccupata, il 14% lavora da 24 a 36 ore settimanali, l’11,6% è pensionata ed il 9,3% lavora dalle 36 alle 40 ore settimanali.
Dal Partner dell’intervistato/a……Il 39,5% lavora dalle 36 alle 40 ore settimanali, il 12% dalle 6 alle
12 ore, il 9,3% è disoccupato, l’8% è casalinga, il 7% è pensionato oppure lavora da 24 a 36 ore.
Percezione della propria posizione economica Il 42% definisce la propria posizione economica precaria, a
seguire, il 39,5% quasi buona, il 15% agiata.
Come si arriva alla fine del mese (tenendo conto di tutti i redditi disponibili)
Il 31% vi arriva con qualche difficoltà, il 30% con grande difficoltà, il 16% con difficoltà, il 15% con una certa difficoltà, solo il 10% con facilità e nessuno con molta facilità.
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Il reddito mensile netto di cui dovrebbe disporre la famiglia per arrivare a fine mese senza difficoltà
Il 24% ha indicato da 1.500 a 2.000, il 22% da 2.500 a 3.000, il 21% da 2.000 a 2.500.
L’evento che potrebbe cambiare la posizione socio-economica della famiglia
A parità di percentuale, il 28%, dichiara sia la posizione lavorativa stabile che la vincita alla lotteria, a seguire, il 19% un nuovo lavoro, il 12% un’occupazione stabile per il figlio/a ed il 10% un sostegno economico.
La capacità di risparmio nell’anno Il 69% non ha risparmiato, il 24% ha risparmiato ma
meno dell’anno precedente, il 6% non ricorda ed l’1% ha risparmiato più dell’anno precedente.
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I momenti significativi in cui la famiglia non aveva i soldi per esigenze indispensabili
La spesa più problematica risulta quella del pagamento delle tasse ed utenze varie con il 46%, a seguire vi è l’acquisto di vestiti con il 30%, le spese scolastiche con il 22%, le spese di trasporto con il 21%, il 19% per comprare il cibo necessario ed il 2% per pagare il mutuo.
Il fronteggiamento di spese impreviste (di 1.000 €) all’interno della famiglia
Il 48% non riesce a fronteggiare l’imprevisto, contro il 36% che vi riesce ed il 16% non lo sa.
Nell’ipotesi che non si riesca a fronteggiare l’imprevisto economico di 1.000 € a chi si rivolgerebbe la famiglia
Il 44% a parenti, il 22% alla finanziaria, il 6% ad amici, il 2% alla parrocchia, l’1% a vicini di casa oppure ad associazioni di volontariato.
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Area gestione familiare e necessità di accudimento
La conciliazione del lavoro con gli impegni della famigliaIl 55% riesce abbastanza a conciliare il tempo di lavoro
e quello della famiglia, a seguire il 31% ci riesce molto.
Il tipo di necessità/accudimento in casaIl principale motivo di accudimento sono i figli con il
62%, a seguire gli anziani (30%) e le persone non autosufficienti con l’8%.
I periodi scolastici che creano maggiori problemi scolastici
Per il 43% nessun periodo, a seguire il 25% ha problemi nelle vacanze estive e poi ancora il 10% durante i ponti.
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Le persone a cui viene chiesto aiuto per la gestione dei figli e/o per persone non autosufficienti
A parità di percentuale, 38%, al proprio partner ed ai nonni, a seguire ad altri parenti con il 17%.
L’assenza dal lavoro in caso di necessitàNon pertinente perché non lavora per il
52%, il 22% si può assentare, ma con difficoltà ed il 12% si può assentare con facilità dal lavoro.
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Area relazioni familiari, tempo libero e utilizzo delle tecnologie
Il tempo dedicato a se stessi, escluso le attività e altre persone non autosufficienti
Il 43% dedica 1 o due ore al giorno, il 38% meno di 1 ora e solo il 15% 3 o 4 ore al giorno.
Quanto si ritiene soddisfacente la quantità di tempo trascorso con la propria famiglia
Abbastanza soddisfacente con il 52%, a seguire il 31% lo ritiene molto soddisfacente ed il 12% poco soddisfacente.
Attività sindacale, di assistenza o volontariato tra i componenti familiari
L’89% non svolge attività di questo tipo
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La frequenza in chiesa o in parrocchia, per attività spirituale e/o di assistenza verso gli ultimi
Il 44% si reca in chiesa la domenica, il 30% solo nelle festività di Natale/Pasqua, ecc.., il 14% altro (No, gruppi di preghiera, mai, ecc..)
Il tempo liberoIl 50% si può permettere una settimana di ferie
all’anno, il 37% una vacanza estiva tutti gli anni, il 6% una vacanza sulla neve ed il 3% viaggi ogni volta che lo si desidera.
La pratica di attività sportiva o fisicaL’81% non pratica nessuno sport nè attività fisica, il
6% abbiamo il nuoto e la ginnastica ed a seguire le altre attività.
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Area bisogniServizi per facilitare la gestione quotidiana della famigliaIl 35% sente il bisogno di una maggiore offerta di centri ludico-
ricreativi per bambini e ragazzi, il 32% di centri di orientamento per le famiglie, il 23% di centri ricreativi per famiglie, il 22% di orari più flessibili, il 16% di apertura prolungata degli asili e delle scuole oltre agli orari attuali.
La preoccupazione maggiore sul futuro della propria famigliaLa situazione economica con il 70%, il 37% l’educazione dei figli, il
13% la solitudine, il 12% l’assistenza di persone non autosufficienti, il 10% il dialogo in famiglia.
Un luogo di incontro tra famiglie per confrontarsi e far emergere le varie necessità
Il 62% si, il 24% forse, il 14% no.Un luogo di ascolto per superare i momenti di difficoltà familiari o di
maggior sconforto personale Il 67% si, il 22% forse, il 10% no.
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Quali interventi sono utili per sostenere la famigliaIl 60% ritiene utile investire nelle giovani coppie con
aiuti sulla casa (edilizia pubblica agevolata, affitti sostenibili, mutui agevolati, prestiti più semplici, ecc..);
il 53% sostegni economici diretti e non episodici alle famiglie con figli;
il 36% la defiscalizzazione del reddito familiare (agevolazioni fiscali alle famiglie, la sottrazione dal reddito imponibile delle spese per la crescita dei figli, ecc..);
il 35% l’occupazione femminile più flessibile “a misura di famiglia”;
il 31% sconti e agevolazioni sul consumo per le famiglie numerose (da 4 figli in su).
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Alcune riflessioni sociologiche alla luce dell’analisi qualitativa
Non vi è dubbio che da sempre la società umana è stata teatro di cambiamenti: nuove forme di aggregazione, nuovi modelli e stili di vita. Da qualche decennio, però, è la velocità di questi cambiamenti che coglie impreparati, poiché oltre a richiedere capacità di adattamento e plasticità mentale al di fuori di ogni comune esperienza, coinvolge maggiormente quegli ambiti che da sempre sono considerati punti fermi e luoghi di protezione e sicurezza: primo fra tutti la FAMIGLIA
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Le strutture familiari si rimodellano
I nostri dati mostrano ancora una famiglia del sud strutturata e con figli che si sta trasformando velocemente, per esempio al nord abbiamo dai 2 ad 1 solo figlio, oppure anziani soli e si passa dal matrimonio alla coppia informale con figli.
I fattori dinamici della società, quali natalità, mortalità e migratorietà, unitamente ai cambiamenti nei modi e nei tempi di formazione e dissoluzione delle unioni, hanno prodotto delle radicali trasformazioni, non solo nelle caratteristiche della popolazione, ma anche nella sua fondamentale articolazione in famiglie.
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Uno sguardo al futuro… Se consideriamo la struttura familiare proiettata
verso il futuro emergono tre nodi critici: la difficoltà dei giovani nel formare una loro
famiglia; il disagio delle coppie nel realizzare gli
obiettivi e i desideri di fecondità che si prefiggono;
il crescente rischio di solitudine degli anziani che, spesso, costretti da una famiglia che ha perso i legami di un tempo, sono relegati a vivere da soli
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Le relazioni familiari La mutazione che sta avvenendo nella famiglia, primaria
agenzia di socializzazione, non è fondamentalmente centrata nella struttura e nel numero dei componenti o dei ruoli ricoperti, bensì nelle relazioni tra i membri, all’interno della stessa, nonché nelle relazioni con le reti esterne: parentali, amicali, sociali. Il benessere economico che ha permeato la vita delle famiglie negli ultimi decenni, unitamente al contemporaneo cambiamento della struttura gerarchica, da piramidale ad orizzontale, senza alcuna figura autorevole all’interno, ha reso la famiglia un’istituzione fragile, soprattutto a livello relazione, anche se rimane, per molti italiani, ancora rete di mutualità per i bisogni economici e garanzia per eventuali rischi futuri.
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Ripensare ai nostri modelli di sviluppo…
Il cambiamento dei modelli familiari deve essere letto alla luce della questione sociale italiana che è strettamente connessa ad un nuovo modello di sviluppo socio-economico e che a sua volta è impensabile in una condizione di crisi democratica e istituzionale.
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Riaffermare il bene pubblico...
Una riaffermazione democratica del nostro Paese è possibile se essa procede di pari passo con la riaffermazione del BENE PUBBLICO sull’egoismo privato, nella prospettiva di un impegno generale contro la disuguaglianza, la precarietà del lavoro e della vita dei giovani, le rigidità delle gerarchie sociali. E’ il nesso inscindibile tra questione democratica e questione sociale.