01 - Presentazione

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Presentazione Alain Goussot Questo Dossier su John Dewey vuol essere una riflessione colleiva a distanza di sessant’anni dalla morte del filosofo e pedagogista statunitense. Una riflessione collegata anche alle tematiche dell’aualità educativa, pedagogica e politica. Dewey è stato una delle figure più importanti del movimento della cosiddea educazione aiva, assieme agli europei A. Ferrière, E. Claparède, M. Montessori, O. Decroly; una figura anche estremamente originale poiché legò la sua azione pedagogica a quella filosofica e politica; s’impegnò in diverse cause come quella della loa contro la discriminazione razziale, il sostegno agli anarchici italiani Sacco e Vanzei ed a L. Trostkij, il rivoluzionario russo durante i processi staliniani. La sua elaborazione del nesso tra educazione, esperienza e democrazia rimane uno dei punti più originali e auali del suo pensiero; la sua concezione dell’educazione come bene comune e della responsabilità degli adulti nei confronti delle nuove generazioni sono temi di una grande aualità e rappresentano oggi delle criticità molto forti della nostra società. Per Dewey la scuola un laboratorio esperienziale in cui s’impara a diventare ciadino; è anche una comunità aperta alla vita che fa della sperimentazione e della ricerca il modo per accedere ai saperi e alle conoscenze. Il processo di apprendimento è quindi un processo esplorativo che mee in movimento tue le capacità senso-motorie e cognitive del soggeo coinvolto nell’esperienza educativa; l’educazione è soprauo relazione, costruzione di legami sociali, apprendimento del vivere in comunità imparando ad essere se stesso. Libertà e responsabilità sociale sono streamente collegate nella sua concezione dell’educazione; anche quando riflee sul piano filosofico e tenta di comprendere come avviene il processo di costruzione del pensiero Dewey parte sempre dal modo in cui si apprende: a differenza del comportamentismo, pensa che

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PresentazioneAlain Goussot

Questo Dossier su John Dewey vuol essere una riflessione collettiva a distanza di sessant’anni dalla morte del filosofo e pedagogista statunitense. Una riflessione collegata anche alle tematiche dell’attualità educativa, pedagogica e politica. Dewey è stato una delle figure più importanti del movimento della cosiddetta educazione attiva, assieme agli europei A. Ferrière, E. Claparède, M. Montessori, O. Decroly; una figura anche estremamente originale poiché legò la sua azione pedagogica a quella filosofica e politica; s’impegnò in diverse cause come quella della lotta contro la discriminazione razziale, il sostegno agli anarchici italiani Sacco e Vanzetti ed a L. Trostkij, il rivoluzionario russo durante i processi staliniani. La sua elaborazione del nesso tra educazione, esperienza e democrazia rimane uno dei punti più originali e attuali del suo pensiero; la sua concezione dell’educazione come bene comune e della responsabilità degli adulti nei confronti delle nuove generazioni sono temi di una grande attualità e rappresentano oggi delle criticità molto forti della nostra società. Per Dewey la scuola un laboratorio esperienziale in cui s’impara a diventare cittadino; è anche una comunità aperta alla vita che fa della sperimentazione e della ricerca il modo per accedere ai saperi e alle conoscenze. Il processo di apprendimento è quindi un processo esplorativo che mette in movimento tutte le capacità senso-motorie e cognitive del soggetto coinvolto nell’esperienza educativa; l’educazione è soprattutto relazione, costruzione di legami sociali, apprendimento del vivere in comunità imparando ad essere se stesso. Libertà e responsabilità sociale sono strettamente collegate nella sua concezione dell’educazione; anche quando riflette sul piano filosofico e tenta di comprendere come avviene il processo di costruzione del pensiero Dewey parte sempre dal modo in cui si apprende: a differenza del comportamentismo, pensa che

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3l’apprendimento non sia addestramento e che la dimensione più importante sia quella dell’interazione tra il soggetto e l’ambiente; questo influenza il soggetto ma di ritorno quest’ultimo trasforma l’ambiente stesso; v’è quindi una dialettica costante nel tempo e lo spazio tra soggetto e ambiente e una trasformazione dinamica e reciproca. John Dewey può essere utile per riflettere su una pedagogia per tempi di crisi; i nostri tempi in cui vengono messe in discussione sia la democrazia che l’educazione in quanto tale. In questo dossier si troveranno diversi contributi; quello di Alain Goussot sull’attualità dell’utopia pedagogica di Dewey; un contributo di Luciana Bellatalla sul metodo scientifico di Dewey (il rapporto tra conoscenza, educazione e politica); una riflessione di Rosa M. Calcaterra sul «naturalismo umanistico» di Dewey, sull’intreccio tra dimensione biologica e culturale nel suo pensiero. Fabio Mancini ci propone poi un saggio sull’influenza di Dewey sull’approccio di Matthew Lipman e la sua phylosophy of children; un saggio in cui si sottolinea come la natura esplorativa del pensiero sia una condizione fondamentale per un vera educazione alla cittadinanza attiva, e questo fin dalla scuola primaria. Alla fine vengono proposti alcuni brani di Dewey con un commento fatto da alcuni insegnanti della scuola primaria del Comune di Cesena; abbiamo denominato questa parte Laboratorio Dewey, proponendo di fare circolare questi testi e di pubblicare in numeri successivi i commenti d’insegnanti impegnati ogni giorno con le problematiche dell’istruzione e dell’educazione in una fase particolarmente complicata e critica del nostro sistema formativo.