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G. Sofri, F. Sofri, Corsi di geografia © 2011, Zanichelli editore SpA
Unità 13
1 Unità 13
conda in Europa solo a quella della Svizzera; il Portogallo dispone di un’estesa pianura lungo l’Atlantico.
La rete dei corsi d’acqua è discretamente sviluppata, nonostante la scarsità delle pre-cipitazioni. Nell’Atlantico si gettano i fi umi più lunghi della penisola, come il Tago (1007 km) e il Guadalquivir (657 km). I fi umi che sfociano nel Mediterraneo hanno carattere torrentizio (con l’eccezione dell’Ebro): per la maggior parte del tempo sono in secca, men-
La Penisola iberica è collegata al resto del continente da un tratto di terra percorso dal-la catena dei Pirenei, confi ne naturale con la Francia. Si avvicina all’Africa fi n quasi a toc-carla nello Stretto di Gibilterra. La maggior parte della penisola è occupata da altopiani (tra cui quello centrale della Meseta, «picco-la tavola») e da catene montuose (sierre), tra cui la Sierra Nevada dove si trova la cima più alta, il Muhlacén (3478 m). L’altitudine me-dia della Spagna supera i 600 metri, ed è se-
Geografi a fi sica
Le tracce della storia
La Spagna
Il Portogallo
La Penisola ibericaGeografi a fi sica
Golfo di Biscaglia
(Golfo di Guascogna)
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P O R T O G A L L OMadrid
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BadajozAlmada
Coimbra
Braga
Huelva
Jerez de la Frontera
Cadice
Ceuta (Sp)
Gibilterra (GB)
Málaga
Siviglia
Cordoba
Jaén
Granada
Lorca
MurciaElche
Albacete
Getafe
Toledo
Alcalá de Henares
SaragozzaValladolid
León
Oviedo
Burgos
SantanderSan Sebastian
GijónLa Coruña
Vigo
Oporto
Matosinhos
Bilbao
Pamplona
Logroño
Vitoria
Salamanca
Lérida
Almeria
Cartagena
Alicante
Valencia Palma
Ibiza
Tarragona
Barcellona
Castellónde la Plana Maiorca
Ibiza
Formentera
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Stretto di Gibilterra
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C O R D I G L I E R A C A N T A B R I C A
P I R E N E I
Golfo di Valencia
Golfo di Almeria
Golfo di Cadice
Baia diSetúbal
Perdido3355
Perdido de Aneto
3404
Pico de Vignemale
3298
Mulhacén3478
2083
M e s e t aS e t t e n t r i n a l e
M e s e t aM e r i d i o n a l e
SIERRA NEVADA
S.RA DE LOS FILABRES
Pico de Almanzor2592
Peñalara2430
S.RA DE GREDOS
2124
S.RA DE LA CABRERA
Peña Prieta2536
Picos de Europa2648
S.RA DEL MONCAYO
2313
S.RA DE SEGURA
S.RA DE ALCARAZ
S.RA DE ARACENA
A l g a r v e
Andorrala Vella
Melilla (Sp)
2592
Lisbona
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Le isole Azzorre. Il lago vulcanico nell’isola Lagoa de Fogo. L’arcipelago delle Azzorre, nell’Atlantico, ap-partiene al Portogallo, dalle cui coste dista circa 1400 km. [Bios/Tips]
SPAGNA PORTOGALLO ITALIA
Capitale Madrid Lisbona Roma
Superficie (km2) 505957 (2008) 92152 (2008) 301317 (2008)
Popolazione (abitanti) 45453685 (2008) 10627000 (2008) 60045068 (2008)
Densità (abitanti per km2) 90 (2008) 115 (2008) 199 (2008)
Reddito nazionale per abitante (in dollari USA) 35331 (2008) 22997 (2008) 38996 (2008)
Consumo di energia per abitante (in kWh) 6213 (2006) 4799 (2006) 5332 (2008)
Calorie (per ab./giorno) 3320 (2003-2005) 3590 (2003-2005) 3680 (2003-2005)
Speranza di vita (anni) M 77 F 84 (2007) M 75 F 81 (2007) M 79 F 84 (2008)
Analfabetismo % 2,1 (2007) 5,1 (2007) 1,1 (2007)
Numero di medici (per 1000 ab.) 3,7 (2007) 3,4 (2005) 3,7 (2006)
Popolazione urbana % 77 (2008) 59 (2008) 68 (2008)
zone meridionali, il cambiamento climatico sta causando un aumento delle temperature e una diminuzione delle piogge; vaste zone sono a rischio di desertifi cazione.
La presenza di montagne ha ostacolato le comunicazioni e generato profonde diversità regionali; le zone interne, più elevate, sono meno popolate e hanno conservato più di al-tre il paesaggio originario.
tre dopo le piogge sono impetuosi e facili a inondazioni. Sono navigabili solo i tratti ter-minali dei fi umi che sfociano nell’Atlantico. Non ci sono grandi laghi naturali ma sono presenti numerosi bacini artifi ciali per l’irri-gazione e lo sfruttamento idroelettrico.
A causa delle barriere montuose, gli infl us-si marini non penetrano nelle zone interne, che hanno quindi un clima continentale, con inverni lunghi ed estati afose e aride. Nelle
L’Italia
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L’ItaliaLe tracce della storia
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La Penisola iberica
Geografi a fi sica
Le tracce della storia
La Spagna
Il Portogallo
1505
1505
1505
TRAT
TATO
DI T
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494 TRA
TTATO
DI SA
RAG
OZZA
1529
Città Del Messico1519
IMPERO AZTECO
IMPERO INCA
Potosí1546
1511
1523
1574
1508
CittàDel Capo1652
Ormuz
MadrasBombay
Calcutta Macao
1557
Ceylon
Batavia (Giacarta)1619
Manila1571
Goa
ANTILLE
MOLUCCHE
Malacca1505
Rio De Janeiro1565
BRASILE1521
POSSEDIMENTI E CONQUISTE DI SPAGNA E PORTOGALLO TRA XV E XVI SECOLO
possedimenti spagnoli
possedimenti portoghesi
conquiste spagnole
conquiste portoghesi
Emis
fero
spa
gnol
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Emisfero portoghese
La Penisola iberica (dal nome degli Iberi, una delle antiche popolazioni della zona) è conquistata dai Romani a partire dal III secolo a.C. Subisce una rapida e pro-fonda romanizzazione, testimoniata sia da resti archeologici (edifi ci, strade) in nu-merose città, sia dalle principali lingue parlate ancora oggi: spagnolo, portoghe-se e catalano sono lingue neolatine.
Nel 711 ha inizio la conquista da par-te degli Arabi, che arrivano a governare la Penisola iberica quasi per intero. Sot-to la dominazione araba convivono mu-sulmani, cristiani ed ebrei, e le diverse
La moschea di Cordoba, in Spagna, costruita nell’VIII secolo, poi modifi cata e oggi utilizza-ta come cattedrale. [Mezquita Marc van Vuren/Shutterstock]
culture si intrecciano. La raffi natezza di questa cultura ha lasciato numerose te-stimonianze architettoniche, ivi compre-se alcune celebri moschee.
Attorno al IX secolo ha inizio la Re-conquista, ossia la riconquista dei terri-tori occupati dai musulmani, messa in atto dai principi cristiani del nord e del Portogallo. La riconquista, che ha come protagonisti le dinastie di Aragona e di Castiglia, si conclude entro il 1492. In quell’anno, il genovese Colombo, fi nan-ziato dalla Spagna, scopre l’America; i «re cattolici» conquistano Granada, met-tendo fi ne alla dominazione musulmana nella Penisola iberica; gli ebrei sono cac-ciati dalla penisola e devono iniziare le loro peregrinazioni negli stati dell’Europa e nell’impero ottomano.
Dopo l’arrivo di Colombo in America; il portoghese Vasco da Gama scopre una via marittima verso l’Estremo Oriente. Spagna e Portogallo si dividono il mondo, ai due lati di una linea immaginaria trac-ciata nell’Oceano Atlantico: alla Spagna spettano le terre a ovest della linea (Ame-riche), al Portogallo le terre a est (Africa, Asia, Brasile). Nei decenni succes sivi, il Portogallo si impossessa di quasi tutte le zone costiere dell’Africa e dell’Asia (la cosid detta «via delle Indie» o «via delle
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Nel corso dell’Ottocento, la Spagna conobbe un forte declino. Alla perdita delle colonie si accompagnarono gravi confl itti interni e sconfi tte militari, come quella che portò il paese a subire per alcuni anni l’occupazione francese, sotto Napoleone. Gli spagnoli opposero per an-ni una coraggiosa resistenza all’occupa-zione napoleonica, fi no alla vittoria fi nale e alla riconquista dell’indipendenza.
Dopo la crisi economica mondiale del 1929, si verifi ca anche in Spagna un au-mento della disoccupazione e delle agita-zioni sociali. Nel 1931, dopo un’elezione vinta dai partiti repubblicani, il re abdica e viene proclamata la Repubblica. Sono attuate riforme sociali, tra cui una riforma agraria che distribuisce parte delle terre incolte ai contadini poveri. Questa politica allarma le classi possidenti, il clero e l’eser-cito, spingendoli a una violenta reazione: nel 1936 ha luogo un colpo di stato mi-litare, capeggiato dal generale Francisco Franco detto «il Generalissimo». Dopo alcuni anni di sanguinosa guerra civile,
Franco instaura una dittatura sul modello di quella fascista, fondata su un’ideologia cattolica ultraconservatrice e sul partito unico; seguono migliaia di arresti ed ese-cuzioni. Nel 1975, morto Franco, sale sul trono di una restaurata monarchia Juan Carlos di Borbone, rientrato dall’esilio alcuni anni prima. Si tengono le prime elezioni democratiche. Nel 1978 viene approvata la nuova Costituzione, che fa della Spagna uno stato democratico. In-terrompendo decenni di isolamento poli-tico, nel 1982 la Spagna entra nella NATO e nel 1986 nelle Comunità Europee.
Anche il Portogallo è retto da un regi-me dittatoriale dal 1928 fi no al colpo di stato militare che vi pone fi ne nel 1974. Nel 1976 è approvata la Costituzione e il Portogallo diviene una repubblica demo-cratica parlamentare. Entra nelle Comu-nità europee nel 1986.
spezie») e di parte della costa brasiliana; la Spagna conquista il resto dell’America Centro-meridionale e le Filippine.
Il giudizio storico sul periodo colo-niale è complesso. La conquista europea porta ai colonizzati declino economico, violenze, malattie e morte, (soprattutto per gli Incas e gli Aztechi delle Americhe e per gli africani catturati e venduti come schiavi). Dal canto suo, la Spa gna trae enormi ricchezze dai metalli preziosi (oro e argento) delle colonie ameri ca ne; il Por-togallo dalle spezie dell’Estre mo Orien te e dalle piantagioni brasiliane di can na da zucchero, caffè e cotone. Il Mediterraneo perde importanza, e si sviluppano le città sulla costa atlantica, come Siviglia, Cadi-ce e Lisbona.
Nonostante la vastità dei loro imperi coloniali, Spagna e Portogallo non riesco-no a sviluppare l’economia sostenendo la concorrenza degli altri paesi europei.
Dal XVI secolo Inghilterra, Francia e Paesi Bassi, paesi più avanzati, comincia-no a prevalere su Spagna e Portogallo. Nel 1588 la fl otta spagnola, chiamata In-vencible Armada («Invincibile Armata»), è sconfi tta dagli inglesi. Dal XVII secolo, gli olandesi cacciano i portoghesi da mol-te basi lungo la via delle Indie; le coste di India, Caraibi e di gran parte dell’Africa diventano inglesi e francesi.
All’inizio del XIX secolo gli imperi co-loniali spagnolo e portoghese si sgretola-no; solo alcune colonie africane (Guinea Bissau, Angola, Mozambico) rimangono portoghesi fi no agli anni ’70 del Ventesi-mo secolo, al costo di guerre sanguinose.
Oggi, lo spagnolo è parlato in molti paesi dell’America Latina ed è una delle lingue più diffuse nelle Filippine; il porto-ghese è parlato in Brasile e in alcuni paesi africani.
Un dipinto raffi gurante l’Invencible Armada. [Greenwich, National Maritime Museum]
Dipinto di Francisco Goya che rappresenta l’ese-cuzione di alcuni patrioti spagnoli. [Museo El Prado, Madrid]
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GALIZIA
ASTURIE
LA RIOJA
BALEARI
CATALOGNA
CASTIGLIA-LA MANCHA
MURCIA
ANDALUSIA
ESTREMADURA
ARAGONA
VALENCIA
CASTIGLIA- LEÓN
CANTABRIA
Mar Mediterraneo
Teruel
ABITANTI PER km2
Da 200 a 300
Oltre 300
Da 100 a 200
Da 50 a 100
Da 0 a 50
LE 17 COMUNITÀ AUTONOME E LA LORO POPOLAZIONE
VALEENNCC
CATALOGNA
ANDALUSIA
LA RIOJAJA
GALIZIA
ARAGONA
Teruel
CASTIGLIA- LEÓN
CASTIGLIA-LA MANCHAESTREMADURA
ASTURIE
MURCIA
PROVINCE BASCHE
NAVARRA
PORTOGALLO MADRID
OCEANO ATLANTICO
CANARIECANARIE
TenerifeGran Canaria
FRANCIA
CATALOGNA
VALENCIA
SPAGNA
GalizianoAsturiano
BascoAragonese
PORTOGALLO
CastiglianoPortoghese
CatalanoBasco-castigliano
La Spagna
Stato e popolazione La Spagna è una monarchia costituzionale; il Capo del Governo è designato dal sovrano.
Il territorio è suddiviso in 17 comunità autonome, incluse le isole Canarie, nell’At-lantico, e le isole Baleari (Minorca, Maiorca, Ibiza, Formentera), nel Mediterraneo. Sotto la sovranità spagnola sono anche: le due cit-tà autonome di Ceuta e Melilla, sulla costa africana mediterranea, circondate dal terri-torio marocchino, e alcune piccole isole. La città di Gibilterra fu ceduta dalla Spagna al Regno Unito nel XVIII secolo; la Spagna ne rivendica il possesso, anche se nel 2002 la popolazione ha scelto con un referendum di rimanere sotto la sovranità britannica.
Le comunità autonome hanno Parlamenti indipendenti che designano una percentuale dei membri del Senato nazionale. La densità della popolazione (90 ab./km2) è inferiore alla me-dia dell’UE (115). La popolazione è concentrata soprattutto lungo le coste, nelle valli dei fi umi Ebro e Guadalquivir e nell’area di Madrid; ol-tre i tre quarti vivono nelle aree urbane.
Le minoranze linguistiche in Spagna. Il gruppo più numeroso (74,4%) è quello degli spagnoli, che parla lo spagnolo (o castigliano), la lingua uffi ciale. Tra le minoranze, i catalani (16,9%)
e i galiziani (6,4%) parlano due lingue neolatine affi ni al portoghese; i baschi (1,6%) parlano invece una lingua indigena antichissima non indoeuropea. [Fonte: Fonte: Calendario Atlante De Calendario Atlante De AgostiniAgostini, 2010], 2010]
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La Spagna è meta di un’immigrazione clan-destina dall’Africa, che passa soprattutto dal Marocco, attraverso lo Stretto di Gibilterra o le città di Ceuta e Melilla. A seguito di ciò, le relazioni diplomatiche con il Marocco si sono raffreddate, e sono state irrigidite le leg-gi sull’immigrazione. Per la Spagna però gli immigrati sono una risorsa importante, anche per far fronte al progressivo invecchiamento della popolazione. Dopo la Germania, la Spa-gna è lo stato UE in cui è presente il più alto numero di cittadini stranieri: oltre 5 milioni di persone, circa il 12% della popolazione.
Il cristianesimo, presente in Spagna fi n dalle sue origini e imposto come religione di stato dalla dittatura di Franco, è la religione di maggioranza, praticata dal 67% della po-polazione secondo alcune stime. Risulta però rilevante la percentuale dei non religiosi o atei: 32%. La minoranza musulmana dell’1% circa è legata soprattutto all’immigrazione.
Don Chisciotte e i mulini della Mancha.I mulini a vento, utilizzati per macinare il grano e per portare in superfi cie le acque sotterranee, sono un elemento caratteristico della regione della Mancha, sull’arido altopiano della Meseta. La Mancha è la regione da cui proviene il più celebre personaggio della letteratura spagnola, Don Chisciotte, protagonista dell’omonimo romanzo di Miguel de Cervantes pubblicato nel 1605. Una delle scene più celebri è quella in cui Don Chisciotte si lancia in un folle duello contro un mulino a vento, scambiandolo per un gigante. [LianeM/Shutterstock]
La corrida. L’antico rituale della corrida, considerato in passato un’arte raffi nata e pericolosa, è oggi soprattutto un’attrazione turistica. Si svolge in un’arena (plaza de toros) colma di spettatori. Dapprima, un toro viene ferito numerose volte dai picadores a cavallo e dai banderilleros che gli piantano arpioni nelle spalle. Poi entra nell’arena il matador (l’«uccisore»), cioè il torero: egli passa più volte rasente al toro ormai stremato agitandogli davanti un drappo rosso, e infi ne lo uccide colpendolo con la spada.
Migliaia di tori vengono uccisi ogni anno, con enormi profi tti per l’industria del turismo e per organizzatori, allevatori e toreri. In Spagna e in altri pa-esi dove la corrida è praticata, molti la considerano tuttora un’arte, parte integrante del patrimonio culturale. Altri invece (soprattutto in Catalo-gna) denunciano le torture in-fl itte ai tori e ai cavalli durante le corride e gli allenamenti, e chiedono l’abolizione della corrida, o quantomeno il suo svolgimento in forme meno cruente.
L’economiaNegli ultimi decenni, l’economia spagnola ha avuto una notevole crescita, legata a vari fat-tori tra cui alcune riforme e privatizzazioni, l’ingresso nell’area euro, l’aumento dell’occu-pazione femminile. Negli ultimi anni risente però della crisi economico-fi nanziaria globa-le. Nel 2008 la disoccupazione era la più alta dell’UE (11,4%) e il PIL per abitante era di poco inferiore alla media dell’UE –27.
Settore primario L’agricoltura spagnola ha raggiunto una discreta produttività, nono-stante la scarsità delle precipitazioni – che rende l’irrigazione necessaria e anche diffi cile – e la grande frammentazione delle proprietà agricole.
Tra i cereali prevalgono orzo, mais e fru-mento, coltivati soprattutto nelle zone cen-tro-meridionali; la coltivazione del riso è li-mitata all’area mediterranea. Lungo le coste
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pazione al 68% della popolazione attiva. Le importazioni prevalgono sulle espor-
tazioni. I maggiori scambi avvengono con i paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti. Le principali esportazioni riguardano autoveico-li, macchinari, prodotti chimici, apparecchia-
mediterranee si coltivano l’uva (la Spagna è il terzo produttore di vino al mondo, dopo Italia e Francia), l’ulivo (primo produttore di olio d’oliva), colture ortofrutticole, agru-mi (sesto produttore mondiale).
L’allevamento ovino è famoso per la lana pregiata delle pecore merinos. La Spagna è al sesto posto nell’allevamento mondiale di suini (celebri sono i prosciutti come jamón serrano e jamón de pata negra). La pesca è molto attiva.
Le risorse del sottosuolo sono cospicue: sono presenti giacimenti di carbone, modeste quantità di petrolio, giacimenti di minerali di ferro e di pirite, da cui si estrae zolfo.
Settore secondario Dopo l’ingresso nella Co-munità europea nel 1986, sono arrivati nel paese forti investimenti stranieri, che hanno permesso all’industria di modernizzarsi e di-versifi carsi. Ai settori tradizionali del tessile, della siderurgia e del cuoio si sono affi anca-ti l’elettronica e l’informatica. Sono presenti anche industrie alimentari (zuccherifi ci, birri-fi ci), metallurgiche, automobilistiche, chimi-che, oltre a impianti di raffi nazione dell’ura-nio e del petrolio.
L’energia viene per lo più importata, e quella prodotta è per oltre un terzo fornita da centrali nucleari.
Settore terziario Il settore terziario dà occu-
Il santuario di Santiago de Compostela. La tradizione vuole sepolti qui i resti dell’apostolo Giacomo (San Giacomo: in spagnolo, Santiago), primo evangelizzatore e santo patrono della Spagna. Fin dal IX secolo, migliaia di pellegrini giungono a Santiago de Compostela da tutta Europa, percorrendo la Spagna a piedi da est a ovest, lungo il cosiddetto Camino de Santiago. La splendida cattedrale romanica fu costruita fra l’XI e il XIII secolo; nella foto, la facciata della cattedrale vista dalla Piazza del Obradoiro. [Ian Dagnall/Alamy]]
Ibiza (Baleari). Il turismo in Spagna è oggi prevalentemente concentrato nel semestre maggio-ottobre. Per ridurre questa spiccata stagionalità, la Spagna sta puntando su nuove tipologie del turismo, da quello di breve soggiorno a quello invernale, a quelli congressuale e agrituristico. [Rainer Jahns/Alamy]
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La rete ferroviaria è stata recentemente ri-strutturata, ed è in corso di completamento la rete ad alta velocità. Il traffi co aereo è in forte crescita; nel 2006 lo scalo di Madrid-Barajas si è notevolmente ampliato diventando uno dei più estesi d’Europa.
Le cittàLa capitale è Madrid (3,2 milioni di abitanti, 5,6 milioni l’agglomerato urbano), situata al centro del paese sul fi ume Manzanares. Si di-stingue per una vivace attività culturale gra-zie alle università e ai numerosi musei.
Barcellona (1,6 milioni di abitanti), sulla costa mediterranea, è uno dei principali porti spagnoli.
Altri centri che superano i 500000 abitanti sono Valencia, Siviglia, Saragozza e Malaga.
ture per uffi cio e telecomunicazioni, frutta e ortaggi freschi e conservati, tessile e abbiglia-mento. La Spagna è al terzo posto nel mondo tra le destinazioni del turismo internazionale, con quasi 59 milioni di arrivi nel 2008. Le principali attrattive turistiche sono le località balneari della costa mediterranea le isole e le città storiche.
Madrid. Situata nell’altipiano centrale della Meseta, Madrid fu scelta come capitale del regno di Spagna da Filippo II nel 1561, ma divenne il reale centro politico del paese solo a partire dal secolo XVIII: sono di quest’epoca il tracciato delle strade e la struttura architettonica della città. Nella foto, una veduta aerea della Puerta del Sol, una dei più importanti e celebri incroci di Madrid. [G.A. Rossi/Tips]]
Barcellonae la Sagrada Familia. Città turistica per eccellenza oltre che centro culturale, fi nanziario, industriale e commerciale, Barcellona è capoluogo della provincia omonima e della comunità autonoma della Catalogna, ed è tra i più grandi porti spagnoli che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Le ramblas, lunghi viali alberati ricavati sul percorso di un antico corso d’acqua,
consentono di passeggiare dalla zona del porto al centro della città.Celebre è anche la Cattedrale Sagrada Familia, opera dell’architetto spagnolo Antonio Gaudí (1852-1926): una chiesa fi abesca la cui costruzione iniziò nel 1882 ed è rimasta incompiuta. Il progetto è ancora in fase di completamento, come mostra la presenza delle gru edili. [MARKA/Alamy]]
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L’economiaDopo l’ingresso nella Comunità europea (1986), l’economia portoghese, al tempo ar-retrata, si è sempre più diversifi cata. Sono state attuate riforme, privatizzando molte im-prese controllate dallo stato e liberalizzando settori come quelli fi nanziario e delle teleco-municazioni. Da alcuni anni, però, la crescita economica ha rallentato. Il PIL pro capite è nettamente inferiore alla media europea; la disoccupazione arriva all’8%; il defi cit pub-blico è superiore ai limiti fi ssati dall’UE.
L’agricoltura occupa l’11% della popo-lazione. La coltura principale è quella della vite da vino (Porto, Madeira); diffuse anche le colture di frutta e olivo, e l’allevamento di ovini e suini. Importante la pesca di sardine, tonno, acciughe e ostriche.
Tra le risorse minerarie pirite, tungsteno, stagno e oro.
L’energia prodotta proviene in gran parte da centrali termoelettriche. Nel 2006 è inizia-ta a Serpa la costruzione della centrale solare fotovoltaica più grande del mondo.
Tra i settori industriali più sviluppati quel-li siderurgico e metallurgico, chimico, auto-mobilistico, tessile.
Molto importante è il turismo: tra le mete principali Lisbona, Porto, Coimbra, l’Algarve e gli arcipelaghi delle Azzorre e di Madeira.
Gli scambi commerciali avvengono soprat-tutto con paesi UE; le importazioni superano le esportazioni. Il paese esporta soprattutto autoveicoli, abbigliamento, materiali elettri-ci, fi lati e tessuti.
Le cittàLa capitale Lisbona ha 565000 abitanti (3,5 milioni nell’agglomerato urbano). Situata sul-la foce del fi ume Tago, è il principale porto del paese; dopo il disastroso terremoto del 1755 fu ricostruita secondo una struttura geo-metrica.
Oporto (260000 abitanti) si affaccia sull’At-lantico. Altre città oltre i 100000 abitanti sono Amadora, Matosinhos, Almada, Braga e Coimbra.
Stato e popolazioneIl Portogallo è una Repubblica parlamentare. Il territorio nazionale comprende 18 distretti più le due regioni autonome degli arcipelaghi delle Azzorre e di Madeira, nell’Oceano Atlantico.
La densità di popolazione (115 ab./km2) è inferiore alla media europea. La percentuale di abitanti che vive in città, pur essendo cresciuta negli ultimi anni, è ancora oggi una delle più basse dell’UE (59%). L’emigrazione è in calo ma è tuttora superiore all’immigrazione. Sono presenti minoranze provenienti dalle ex colo-nie (Brasile, Africa) e dalla Cina. Il 92% della popolazione risulta di religione cattolica.
Il Portogallo
Lisbona. In primo piano il monastero di Jeronimus costruito nel XVI secolo per celebrare il ritorno del navigatore Vasco da Gama dal viaggio in cui scoprì la rotta per l’India. [M. Howard/Alamy]
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La Penisola iberica
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Capo San Vincenzo, nel-l’Algarve. Qui il principe En-rico detto «il Navigatore», ben-ché in tutta la sua vita non avesse mai navigato, istituì, in-torno al 1418, una scuola di studi geografi ci e astronomici, come addestramento per i na-vigatori. [M. Howard/Alamy]