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QUASI ORIGINALI INTERVISTA A MANUEL MOLEIRO EDITORIA di Gianfranco Malafarina L’arte della perfezione. Questa l’entusiastica definizione con cui il pubblico, gli appassionati, le biblioteche di tutto il mondo accolgono ogni nuova edizione in facsimile di Manuel Moleiro, l’editore di Barcellona famoso per l’eccezionale livello qualitativo delle sue scelte e delle sue soluzioni tecniche. dell’editoria europea nell’ultimo mezzo seco- lo, dal secondo dopoguerra agli anni più recenti. Il primo è il prorompente, impetuoso sviluppo postbellico dell’editoria facsimilare mitteleuropea, certo connesso alla necessità di dare un contributo alla ricostruzione di un patrimonio bibliografico duramente provato dal conflitto ma anche, in larga misura, all’e- C hiunque si accosti al mondo dei facsimili per motivi professionali, per ragioni di studio o per pura e semplice passione verso questa raffinata ed esclusiva tipologia di prodotti editoriali, finisce prima o poi per giungere ad alcune conclu- sioni che di fatto, mettendo a fuoco fenomeni sparsi e in apparenza poco collegati tra loro, finiscono per concidere con l’evoluzione storica di questo settore

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  • QUASIORIGINALI

    INTERVISTA A MANUEL MOLEIRO

    EDITORIA

    di Gianfranco Malafarina

    L’arte della perfezione. Questa l’entusiastica definizione con cui ilpubblico, gli appassionati, le biblioteche di tutto il mondoaccolgono ogni nuova edizione in facsimile di Manuel Moleiro,l’editore di Barcellona famoso per l’eccezionale livello qualitativodelle sue scelte e delle sue soluzioni tecniche.

    dell’editoria europea nell’ultimo mezzo seco-lo, dal secondo dopoguerra agli anni piùrecenti. Il primo è il prorompente, impetuososviluppo postbellico dell’editoria facsimilaremitteleuropea, certo connesso alla necessitàdi dare un contributo alla ricostruzione di unpatrimonio bibliografico duramente provatodal conflitto ma anche, in larga misura, all’e-

    Chiunquesiaccosti almondodei facsimilipermotivi professionali, per ragioni di studio oper pura e semplice passione verso questaraffinata ed esclusiva tipologia di prodotti editoriali,finisce prima opoi per giungere ad alcune conclu-sioni chedi fatto,mettendoa fuoco fenomeni sparsie in apparenza poco collegati tra loro, finiscono perconcidere con l’evoluzione storica di questo settore

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    sigenza di definire e difendere un’identitàstorico-artistica che Oltralpe, come è noto,passa anche, se non principalmente, attraver-so il codice miniato. Il secondo è la relativaindifferenza del mercato francese verso il fac-simile, fenomeno apparentemente inesplica-bile, ove si rifletta sulla qualità di talunescuole e figure locali (in primis il grande Fou-

    quet), ma che in realtà trova una ragione nelregime di privilegio da sempre accordato daicugini dell’Hexagone verso i momenti più altidella loro cultura figurativa, quando l’artefrancese dettava legge in tutta Europa ma illibro manoscritto era ormai già scomparso dasecoli. Terzo fenomeno, la relativa scarsità diimportanti imprese facsimilari nell’area

    Parigi, Bibliothèque nationalede France, ApocalisseFiamminga, Bruges, 1400 ca,f. 18r, Il giudizio finale: Satana,incatenato per mille anni. Nellaparte inferiore della miniatura,mentre i soldati stannodifendendo la città dal mostrocon le sette teste, un angelosostiene un’enorme chiavedorata e una catena che legauna delle quattro teste visibilidel drago. Dopo essere statoincatenato per mille anni,il drago verrà liberatoe assedierà Gerusalemmecon il suo esercito. Nel pianointermedio una pioggia di fuocosi rovescia sulla boccadi un mostro che rappresental’inferno. Nella parte superioreCristo incorniciatoda una mandorla appare sedutosu due arcobaleni mentremostra le sue ferite. Sostienedue spade, le cui puntegli sfiorano le labbra. Quattrofigure lo circondano da ciascunlato. Tradizionalmente sanGiovanni Battista e la VergineMaria fungono da intercessori,però in questo caso, in luogodella Vergine, il minatoreha optato per la raffigurazionedi san Giovanni evangelista,elemento che nonsi riscontra altrove.

  • anglosassone, peraltro egregiamente servitadagli editori continentali. Quarto, il recentesviluppo dell’editoria facsimilare italiana,giunta buona ultima non solo per la tardivaapparizione, anche in termini di disponibilitàeconomica, del proprio bacino di utenza, maanche per l’urgenza, fattasi di anno in annosempre più ineludibile, di colmare una visto-sa lacuna culturale prima ancora che com-merciale. Infine, last but not least, l’esube-rante e prolifica offerta della dinamica edito-ria spagnola, caratterizzata da una vivaceconcorrenza tra una miriade di sigle grandi epiccole e capace di spaziare a tutto campo,senza preclusioni geografiche o cronologiche,sull’intera vicenda europea delle miniatura edella cartografia. Questa accesa concorrenza,che come sempre, in una economia di merca-

    to, è causa e ragione di sviluppo anche quali-tativo sia dell’offerta che della domanda, puòforse spiegare il fenomeno Moleiro, cioè ilcaso di un editore spagnolo che grazie al rigo-re delle sue scelte e delle sue tecniche diriproduzione, è riuscito a smarcarsi fin dagliinizi da un’ottica strettamente locale e ad alli-nearsi ai più elevati standard qualitativi dellaproduzione europea, attestandosi costante-mente su livelli che non a caso hanno valsoalla sua attività, da parte del pubblico e dellastampa, la definizione più che lusinghiera di“arte della perfezione”. Oggi il catalogo diManuel Moleiro detta legge in Europa in ter-mini di qualità e interesse storico-artistico,ed è per questo che “Alumina” ha volutoincontrare di persona l’editore a Barcellona,nella bella sede di Traversera de Gracia, erivolgergli alcune domande sulla sua attivitàpassata, presente e futura, e sulle ragioni delsuo successo.

    Dottor Moleiro, la sua Casa editricedetiene da tempo in Spagna una lea-dership indiscussa nel campo dell’edi-toria facsimilare. Quali sono le originidell’azienda e per quale motivo hadeciso di dedicarsi alla riproduzione dicodici miniati?“La decisione di dedicarmi ai libri è esisti-ta da sempre, non è stata la scelta di unmomento. La mia specializzazione nelcampo dei codici risale invece all’anno1992, con l’edizione del Beato de Liébana,Codice de Fernando I y Doña Sancha, ilcui manoscritto originale si conservanella Biblioteca Nazionale di Madrid. Ilsuccesso di questo primo “quasi-origina-

    Parigi, Bibliothèque nationalede France, Atlante Miller,

    Portogallo, 1519, La costa delBrasile. Questo gioiello della

    storia della cartografia provienedalla collaborazione congiunta

    tra le botteghe delle dueprincipali scuole portoghesi

    di cartografia: la scuoladi Reinel e quelladi Diogo Homem.

    San Pietroburgo, Bibliotecanazionale di Russia, Atlante

    Universale di Diogo Homem,1565, c. 15, El Mundo.

    Il titolo, che risulta coperto conpittura dorata (è stato letto conl’aiuto di strumenti speciali),appare vicino al bordo della

    pagina: Universalis mundi figuraatque navigatiorum orbis

    terrarum (scitus)(rappresentazione di tutto il

    mondo conosciuto e anche dellevie marittime nel globo

    terraqueo). Scala di latitudine:1° = 1,5 mm. Scala delle leghe

    (miglia): le misurenon sono chiare.

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  • le” fu sorprendente. Il prezzo di vendita ini-ziale era qualcosa meno di tremila euro men-tre oggi è molto difficile trovare un esempla-re sul mercato per meno di 18mila euro. Ilbuon esito di questo primo lavoro, insieme aldesiderio di pubblicare i capolavori dellebiblioteche più importanti, rafforzò la nostradecisione di partenza. Era una combinazionedi piacere e di lavoro.Ho sempre pensato che i pittori su tavola, aolio o ad affresco, avessero in qualche modotenuto in ombra, come sotto un grande venta-glio, i pittori di codici. Ciò anche proprio perla natura di tali opere, destinate a venire esi-bite sulle pareti, alla luce, e quindi a risulta-re visibili a tutti coloro che desiderano veder-le nei musei o altrove. Al contrario la condi-zione naturale dei codici è di restare chiusidentro alle loro legature, cosicché le immagi-ni e le pitture conservate al loro interno sonostate viste, nella maggioranza dei casi, soloda un gruppo molto ridotto di privilegiati, avolte meno numerosi delle dita delle mani.Ricordo che la prima volta che mi trovai frale mani il Libro de horas de Maria de Navar-ra nella Biblioteca Marciana di Venezia, erola quinta persona a godere di tale privilegio,come figurava dal registro di accesso al pre-ziosissimo libro. Con le nostre edizioni, pos-siamo invece fare in modo che il contenuto ele immagini di questi tesori possano essereconosciuti e apprezzati da un pubblico piùvasto.”

    Gerona, Cattedrale, inv. n. 7,Beato di Liébana. Codice diGerona, X sec., ff. 1v-2r.Nel f. 1v appare l’immaginedell’Agnello trionfantee la Croce, nel foglio 2rla Maiestas Domini che mostraCristo, con un’aureolacrocifera, seduto sul trono,in atto di sostenere con le ditae con il palmo della manodestra un piccolo disco d’oro,con un punto scuro nel centro.

    Manuel Moleiro.

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  • COME TELE DI UN PITTORE

    Uno studioso dell’Università di Sala-manca ha sostenuto di recente chelavorare su un facsimile MMoolleeiirroo è comelavorare sull’originale. E in effetti, tragli amatori, i collezionisti e i bibliofili lafedeltà delle vostre edizioni in facsimilegode di ottima fama. A cosa si devequesta supremazia tecnica e qualitativadei facsimili MMoolleeiirroo? “Moleiro fa quello che tutti gli editori di fac-simili dovrebbero fare, e che invece, disgra-ziatamente, non sembra essere d’uso comu-ne. Il nostro lavoro è di riprodurre tutto.Quindi, a partire dal supporto (carta o perga-mena, di spessore variabile) e passando poiai colori della stampa e ai metalli (oro,argento ecc.), noi seguiamo un processomolto simile, o in alcuni casi identico, aquello che veniva utilizzato negli scriptoriamedievali. In realtà, i nostri codici sono deilibri più dipinti che stampati. Non stampia-

    mo direttamente sul supporto, carta o perga-mena, ma procediamo solo dopo aver fattouna prima preparazione. Come il pittore pre-para le tele con una imprimitura inizialeprima di realizzare l’opera definitiva, cosìprocede anche Moleiro.L’impiego degli stessi materiali (filo di coto-ne o di lino, peli di concia vegetale e altrielementi) fa sì che i nostri codici siano quasiuguali al manoscritto originale. Riproducia-mo anche le impronte lasciate sul manoscrit-to dalla storia sul manoscritto, e quindianche i buchi, le macchie di cera, i segni dilogorio, le rasure, le cuciture ecc. Questo è ilmotivo per cui definiamo il nostro lavoro“quasi-originale” e non facsimile. Il nostroprodotto è molto più di ciò cui ci si riferiscecon la parola facsimile nel mondo attualedell’editoria. Anzi, credo che molti dei nostri“quasi-originali” dovrebbero chiamarsi “ori-ginali” perché ricostruiscono libri che eranostati per lungo tempo smembrati. È questo ilcaso del Beato de Liébana, Codice de SanPietro de Cardeña i cui fogli sono dispersi trail Museo archeologico di Madrid, il Metropo-litan Museum of Art di New York e la Biblio-teca Francisco Basabe di Madrid. Anche laBiblia de San Luis fu disgregata visto che,mentre la quasi totalità del manoscrittoappartiene al tesoro della Cattedrale di Tole-do, alcuni dei suoi fogli si conservano allaPierpont Morgan Library di New York. Sottoil profilo dello studio e dell’analisi, il nostro“quasi-originale” funziona anzi meglio del-l’originale, dal momento che permette di stu-diare l’opera in maniera integrale e in condi-zioni d’uso e di consultabilità che maipotrebbero essere consentite con un origina-le. Inoltre, all’esame di una luce di seimilagradi Kelvin, risulta materialmente impossi-bile riconoscere la differenza tra i colori del-l’originale e quelli della copia.”

    IL BEATO DE LIÉBANA

    Sfogliando il Suo catalogo, si nota lepresenza di opere che coprono un arcocronologico piuttosto ampio e variescuole di miniatura, dal celebre trattatobizantino di Nicandro “Theriaka &Alexipharmaca”, del X secolo,all’“Atlante” del portoghese DiogoHomem, della seconda metà del Cin-quecento. Qual è il periodo su cui MMoolleeii--rroo ha concentrato maggiormente la pro-pria attenzione?“Il periodo da noi preso in considerazione èmolto ampio, visto che il nostro obiettivo pri-mario è di riprodurre opere di eccezionale

    Londra, British Library, Add.Ms. 24098, Libro d’Ore (Libro

    del Golf), Fiandre, 1530 ca, f. 27r. La serie di immagini nelmargine inferiore delle paginedel calendario, opera di SimonBening, ha da sempre suscitatogrande interesse. Esse infattirappresentano attività sportive

    e altri passatempi propridell’epoca in cui furono

    realizzate. Uno di questi giochiappare molto simile al golf,

    ragion per cui questo libro d’oreè noto anche con la

    denominazione di Libro del Golf.Nel margine inferiore del f. 27r,appaiono infatti tre giovanottiintenti a un gioco con le palle,non molto dissimile dal golfattuale. Il ragazzo a sinistra si sta preparando a colpire

    la palla, quello al centro ascoltai commenti di un borghese

    e intanto aspetta il tiro del giocatore che, in ginocchio,

    sta per mandare la palla in buca.

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  • qualità, mentre ci importa poco dell’epoca odel luogo dove tali opere sono state prodotteo si trovano attualmente. A ogni modo, l’epo-ca più ricca di codici miniati si situa tra isecoli XI e XVI, con prevalenza di mano-scritti a tema religioso. Non è un problemaneppure il fatto che il codice sia conservatopresso istituzioni estere. Chiunque consulti ilnostro catalogo vedrà che abbiamo lavoratocon i musei e le biblioteche più importantidel mondo.”Tra le Sue edizioni in facsimile, vistoche il principale bacino di utenza dellaSua Casa editrice si colloca in area ibe-rica e latino-americana, si nota ovvia-mente una certa prevalenza di codiciprovenienti dalla Spagna, e in particola-re ben cinque versioni del “Beato diLiébana”. Quali sono i criteri che gui-dano le vostre scelte? E perché questapreferenza per il Beato?“Naturalmente viviamo in Spagna e ciò si puònotare dalla nostra produzione editoriale.

    Abbiamo comunque pubblicato opere prove-nienti da tutta Europa. Per esempio, il nostrocodice più importante, la Biblia de San Luis,anche se si conserva in Spagna, è francese. Eil Theatrum Sanitatis, che si trova nellaBiblioteca Casanatense di Roma, è un’operalombarda.Perché abbiamo dato tanta importanza alBeato? Perché, come dice Umberto Eco, ‘Lesue immagini fastose hanno dato luogo almaggior evento iconografico della storia del-l’umanità’. Il Beato ha condizionato tutta l’ar-te della pittura e anche dell’architettura euro-pea. Credo sinceramente che senza la figuradel Beato de Liébana la situazione del nostropaese sarebbe molto diversa. È probabile cheal posto delle cattedrali, che vediamo ancoraoggi, potrebbero esserci delle moschee. Nondobbiamo dimenticare che Beato fu l’autoredell’inno O Dei Verbum, oltre che dei famosiComentarios al Apocalipsis, dove, per laprima volta nella storia, Santiago apostolo èinvocato come patrono di Spagna. Questo

    Londra, British Library, Add.Ms. 35313, Libro d’Ore diGiovanna I di Castiglia, laPazza, Fiandre 1500 ca. Le miniature di questoeccezionale libro d’ore,caratterizzate da un realismoquasi tridimensionale e dallaraffinata fattura, sono opera diGerard Horenbout, uno dei piùfamosi miniatori fiamminghi.

    Il rigore delle scelte e delle tecniche di riproduzione allinea Moleiro ai più elevati standard

    della produzione europea

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  • fatto recò grande popolarità alla figura dell’a-postolo e portò alla localizzazione della suatomba conferendo alle genti del regno in for-mazione, che includeva l’Asturia e la Galizia,un leader carismatico consono all’epopeadella Riconquista della penisola iberica daparte dei cristiani. Non dobbiamo neppuredimenticare che Beato acquisì fama e presti-gio anche come difensore dell’ortodossia invirtù della sua opposizione alla teoria adozio-nostica che sosteneva che Cristo, in quantoDio, era figlio di Dio e, in quanto uomo, solofiglio adottivo di Dio. Tale teoria era accetta-ta dai musulmani, i quali tuttora riconosconoin Cristo un profeta ma non il figlio di Dio, edElipando, arcivescovo di Toledo, se ne fecequasi fautore, operando un pericoloso avvici-namento alle tesi musulmane che alla finedell’VIII secolo dilagavano in tutta la peniso-la iberica. In generale, al momento di selezionare unlibro, il criterio più importante nella scelta èche si tratti di un’opera di indiscusso valore.Quando scelgo un manoscritto miniato, lofaccio perché mi piace, perché credo in esso.Se così non fosse non potrei presentarlo conla forza e con il dinamismo necessari per tra-smetterne agli altri il messaggio.”

    LA MEDICINA

    Medicina e tossicologia, bibbie e libriliturgici, bestiari e libri d’ore. In ambi-to codicologico, il vostro catalogo

    copre ogni aspetto dello scibile e ognipossibile tipologia di manoscritto, ivicompresa la cartografia antica. Versoquali temi si orientano maggiormente lepreferenze della Vostra clientela?“È vero, gli argomenti che trattiamo sonomolto diversi, però forse il tema su cui cisiamo soffermati di più è quasi certamentel’Apocalisse, in cui si può includere il Beato,ed è importante sottolineare il fatto cheabbiamo pubblicato in inglese, francese, ita-liano e anche in giapponese. Nel campo dellamedicina abbiamo riprodotto tre opere fonda-mentali. Il Theriaka & Alexipharmaka, untrattato sui veleni che venne utilizzato da Cri-tone, il medico di Traiano, o da Andromaco,medico di Nerone. Il Theatrum Sanitatis, ilcui testo, datato 1068, fu scritto dall’araboUbudchasym de Baldach e miniato nel seco-lo XV per qualche principe italiano. In que-sto bellissimo codice troviamo i suggerimentisu come essere più sani e felici. Il volumeparla degli alimenti che dobbiamo consuma-re, ci spiega ciò che dobbiamo bere, maanche come raccontare le fiabe ai bambini,come amare e farsi amare, come cantare ecome trovare tanti altri rimedi dell’anima. Laterza opera importante è il Libro de los Medi-camentos Simples, che raccoglie tutte le ricet-te di medicina antica, dai greci e romani, checi sono giunte attraverso gli arabi. Di fatto,questo splendido codice era utile a tutti, siaal medico che allo stregone o al veterinario.Fu dipinto per Francesco I di Francia, anchese finì per essere uno dei libri di cucina del-

    Parigi, Bibliothèque nationalede France, Suppl. gr. 247,Theriaka e Alexipharmaka,

    ff. 47v-48r. L’ultima miniaturadel manoscritto – il più anticotesto greco di tossicologia,

    opera di Nicandro – si sviluppasu due fogli. Il miniatore

    propone l’evocazione bucolicadi un giardino da cui, grazie

    al sapere scientifico, sono statiespulsi i serpenti.

    Tre personaggi si preparano a entrarvi con prudenza, mentre

    un quarto passeggia senzapaura. La sua sagoma eretta e il lagobolon (bastone) posto

    sulla spalla indicano che il pericolo è scomparso.

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  • l’imperatore Carlo V ed è attualmente con-servato nella Biblioteca Nazionale Russa diSan Pietroburgo.”

    CURIOSITÀ DI FINE INTERVISTA

    Abbiamo notato che anche la Casa realespagnola segue con simpatia la vostraattività. Come sono in Spagna i rappor-ti con le istituzioni, con il mondo acca-demico, e in particolare con le bibliote-che? Esiste qualche forma di diffidenzaverso questo genere di editoria oppureriuscite ad avere la massima collabora-zione e disponibilità?“La Casa reale possiede la maggioranza deinostri “quasi-originali”, ma anche Sua San-tità il Papa, gli ultimi tre presidenti degliStati Uniti e gli attuali presidenti di Portogal-lo, India e Svezia. In quanto al nostro rappor-to con il mondo accademico, e in particolarecon i conservatori e i direttori dei musei edelle biblioteche, esso è eccellente dalmomento che sono nostri complici.”Perché le sue tirature si limitano a 987esemplari? “Il fatto che le copie pubblicate dei nostrifacsimili siano meno di mille nasce dallavolontà di offrire al cliente un prodotto moltoselezionato e raffinato, e che possa valoriz-zarsi nel tempo. Il 7 poi ha per me ha unagrande importanza: è un numero biblico, è laperfezione del bene e del male, è il tutto.”A cosa è dovuto il successo del suolavoro nell’era di internet?“Senza dubbio dal fatto che i codici costitui-

    scono un’esperienza sensoriale straordinaria.Il fatto di poter tenere un codice fra le maninon potrà mai essere paragonabile alla visio-ne di una foto sul monitor di un computer.” Progetti futuri?“Ci proponiamo di vagliare e studiare inmodo più approfondito i rapporti con la cul-tura islamica, per conoscerne gli elementipositivi e non solo quelli negativi che ci ven-gono trasmessi giornalmente dai mezzi dicomunicazione.”Un’ultima domanda. Sappiamo che uneditore è come un padre per i proprilibri, e li ama tutti allo stesso modo.Ma se Manuel Moleiro dovesse sceglie-re nel suo catalogo il volume che gli èpiù caro, quale sceglierebbe? “È una scelta molto difficile, ma se dovessiesprimere una preferenza sceglierei El Librodel Caballero Zifar per motivi sentimentali,mentre da un punto di vista strettamenteprofessionale opterei per la Biblia de sanLuis, perché è il codice più grande e spetta-colare mai creato dall’uomo da quando sonoapparse la pittura e la scrittura.”

    Parigi, Bibliothèque nationalede France, Lat. 8846, Salterioglossato anglo-catalano. Il codice fu realizzato in duearee e in due epoche diverse: a Canterbury, nel 1200 ca, e in Catalogna, nel 1340 ca. Il testo, disposto su tre colonne,contiene le versioni ebraica,romana e gallicana dei Salmi,mentre la parte miniata nel secolo XIV è opera di Ferrer Bassa.

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