1.1 L’Equitazione Classica ................................................................................................... 7

1.2 L’Ippica ........................................................................................................................... 7

1.3 I Pony Games ................................................................................................................. 8

1.4 L’Horsemanship, Il Metodo Naturale .............................................................................. 9

1.5 L’Ippoterapia ................................................................................................................. 11

1.6 Il Turismo Equestre ...................................................................................................... 12

2.1 Le Ippovie ..................................................................................................................... 17

2.2 L’ippovia e la destagionalizzazione del territorio: ......................................................... 22

2.3 Il caso della Versilia ..................................................................................................... 22

2.4 Requisiti per la certificazione delle Ippovie Toscane ................................................... 23

3.1 La Via Francigena ........................................................................................................ 28

3.2 Le Ippovie Regionali Toscane ...................................................................................... 30

3.3 Via dei Cavalleggeri ..................................................................................................... 31

3.4 Ippovia delle Foreste Sacre ......................................................................................... 32

3.5 Ippovia dell’Amiata ....................................................................................................... 33

3.6 Ippovia di San Jacopo .................................................................................................. 33

3.7 Ippovia delle Terre di Siena ......................................................................................... 33

4.1 Le Federazioni Italiane ................................................................................................. 35

4.2 L’accompagnatore turistico equestre ........................................................................... 36

4.3 I compiti dell’accompagnatore equestre ...................................................................... 37

4.4 Competenze e requisiti ................................................................................................ 38

4.5 La guida ambientale equestre ...................................................................................... 38

4.6 Agriturismi, Centri e Associazioni di Turismo Equestre ............................................... 39

5.1 Il Target ........................................................................................................................ 45

5.2 Fiera Cavalli Verona muove il Turismo Equestre ......................................................... 46

6.1 Itinerario.................................................................................................................. 52

Il Turismo Equestre è un fenomeno che negli ultimi anni sta riscuotendo un grandissimo successo. Viaggiare a cavallo riporta l'uomo indietro nel tempo per rivivere le emozioni di quel viaggio antico dove il cavallo accompagna il viaggiatore nei suoi spostamenti. Il turismo equestre o Equiturismo, consiste in un itinerario di uno o più giorni dove il turista lascia lo stressante paesaggio urbano per immergersi in realtà rurali ricche di paesaggi, di sentieri antichi, di monumenti poco conosciuti ma comunque fortemente caratteristici dei posti in cui sono collocati. Coloro che praticano il turismo equestre sono sia cavalieri che amanti dei cavalli, che decidono di imparare a montare a cavallo nei centri delle federazioni che si occupano di questo settore, per poi iniziare a viaggiare su percorsi facili. Organizzare un viaggio non è semplice e ancora oggi, in Italia, mancano tour operator specializzati in questo settore. Sono le Federazioni (FISE - FITETREC-ANTE), tramite i propri centri specializzati all’uopo, ad impegnarsi per lo sviluppo del turismo equestre, nella promozione e nella programmazione di viaggi personalizzati. Insieme alle Federazioni svolgono un ruolo molto importante, tutte quelle attività ricettive ed eno-gastronomiche (ex: aziende agricole, gli agriturismi e i ristoranti ) che collaborando con gli operatori e guide locali, dando vita ad una sinergica collaborazione propedeutica alla sviluppo economico del territorio ma soprattutto requisito essenziale per poter contemplare il turismo equestre come forma di “turismo sostenibile”. A tal fine sono stati consultati numerosi siti internet specifici del settore, come quello delle federazioni FITETREC (Federazione Turismo Equestre e TREC) e FISE ( Federazione Italiana Sport Equestri), libri di testo, banche dati, statuti regionali, documenti specifici del settore turistico equestre riportati online. Oltre a questo ho avuto l'opportunità di conoscere Claudio Barsuglia, responsabile di turismo equestre della Regione Toscana, che mi è sempre stato di immenso aiuto laddove le informazioni che avevo non erano chiare e complete, e soprattutto ad integrare il materiale che avevo. Il progetto di

sviluppo del territorio, che verrà trattato nell'ultimo capitolo di questa tesi, è stato possibile solo grazie al materiale che mi ha fornito il sig. Claudio Barsuglia.

Lo scopo di questo elaborato finale è quello di far conoscere ad una maggiore quantità di persone il Turismo Equestre e le sue caratteristiche essenziali. In modo da incentivare i turisti a fare un'esperienza di viaggio culturale, storico e naturalistico in sella al cavallo. Promuovere e valorizzare il territorio attraverso il cavallo, coinvolge numerose attività locali permettendo così delle entrate economiche sul territorio. Viaggiare a cavallo da modo ad ognuno di noi di concederci una pausa dalla vita quotidiana attraverso una vacanza eco sostenibile e a contatto con persone e prodotti genuini tipici dei territori attraversati e raramente riscontrabili negli affollati luoghi turistici.

L’evoluzione del cavallo è iniziata dai 55 ai 45 milioni di anni fa1 e ha portato dal piccolo Hyracotherium, che aveva più dita rispetto al nostro cavallo odierno, al cavallo che ha un solo dito. Fino alla fine dell’800 esistevano tre sottospecie di cavalli selvatici, il Tarpan delle steppe, il Tarpan dei boschi e il cavallo di Prezwalskii: il parente più prossimo, tra quelli attualmente esistenti, del cavallo domestico. Nel 2002 la popolazione complessiva era pari a 1.000 capi, tutti discendenti di soli 15 esemplari catturati intorno al 1900 e allevati negli zoo di tutto il mondo2.

Nel corso della storia l’uomo ha sempre ricorso all’aiuto degli animali nelle attività quotidiane. Si pensa al cane per l’aiuto nella caccia, al bue per la capacità di trainare enormi carichi e di arare i campi, la pecora per la lana e così tante altre specie animali che hanno affiancato l’uomo nel tempo. Ma il cavallo è sicuramente l’animale che ha segnato maggiormente la storia dell’evoluzione umana. Gli studiosi e gli archeologi delle Università di Exeter e di Bristol in Inghilterra, hanno dimostrato che le prime forme di addomesticazione risalgono a circa 5.500 anni fa in quello che noi oggi chiamiamo Kazakistan, allora popolata dai Botai.3

Il cavallo divenne presto importante perché aveva tante caratteristiche utili all’uomo: docilità,velocità, resistenza fisica, agilità e facilità di corsa. Risultò inoltre capace di gestire i greggi degli altri animali da allevamento, come ovini e caprini, e abile nel trainare grossi carichi e lavorare nei campi come un instancabile lavoratore. Fu solo grazie alle tecniche elaborate dai Celti che fu possibile sfruttare appieno le capacità muscolari e l’agilità del cavallo. Da qui il passaggio dalla Cavalleria Pesante – in cui cavalli lenti sostenevano il peso grave di cavalieri vestiti di armature di ferro – alla cavalleria leggera, che

affidava le sue possibilità di vittoria in guerra addestrando i cavalli per compiere operazioni militari. Il cavallo entra in guerra. Con il passare degli anni cambia anche il rapporto tra cavallo e uomo. Nel rinascimento nascono le prime grandi scuole dedicate all’arte dell’equitazione, tra le quali spicca maggiormente quella napoletana del nobile Pignatelli. In campo militare, a partire dalla Rivoluzione francese la cavalleria, andò incontro a un rapido declino dovuto all’arrivo delle armi da fuoco e dell’artiglieria pesante. Il cavallo nel corso delle due guerre mondiali, esce fortunatamente dai teatri di guerra.

In seguito l’uomo si specializza nel creare diverse razze ognuna con caratteristiche diverse a seconda dell’utilizzo che si richiede. Si differenziano due tipi di monte principali: la monta sportiva (inglese o italiana) e la monta da lavoro (americana – maremmana - spagnola). (Vedi Tabelle in Appendice) Per monta si intende il tipo di abbigliamento e attrezzature: sella, imboccature e finimenti che vengono usati dai cavalieri4. L’equitazione americana usa una sella molto grande e comoda, e le redini vengono tenute in una sola mano per permettere all’uomo di poter compiere delle azioni con l’altra. La monta americana punta sulla comodità anche nell’abbigliamento, infatti il cavaliere usa abiti comodi come camicie e jeans che gi permettono di compiere qualsiasi tipo di movimento anche in sella. L’Equitazione inglese, invece, punta tutto sull’eleganza e la perfezione. Cavalieri e Amazzoni usano una sella piccola e leggera ma non adatta per trascorrere molte ore in sella. L’effetto della sella porta il cavaliere a stare in una determinata posizione e non permette di cambiare di molto l’assetto e il movimento del corpo. L’abbigliamento dei cavalieri è : i pantaloni aderenti, camicie sempre composte e gli stivali lucenti. La monta inglese affonda le sue radici in campo militare e ha dovuto affrontare una lunga evoluzione prima di diventare la monta inglese che conosciamo oggi. L’altra nasce come monta da lavoro: quindi dall’esigenza di restare in sella per molte ore e poter lavorare con il

bestiame. Inoltre, entrambe le scuole hanno finimenti, selle ed equipaggiamenti per il cavallo e per il cavaliere differenti. Ad ogni modo entrambe hanno qualcosa in comune: l’amore, il rispetto e la collaborazione con questo incredibile animale. L’equitazione oggi è uno sport agonistico o no, a contatto con il cavallo che ha accompagnato e continua ad accompagnare l’uomo nel corso della sua storia.5 Ed è soprattutto un’attività piacevole in mezzo alla natura.

Oltre a questa distinzione di base dell’equitazione americana e inglese, nell’ampio mondo della sfera equestre, ci sono molte altre discipline che coinvolgono uomo e cavallo.

L’Equitazione Classica Accademica, ad esempio nasce come preparazione del cavallo a fini militari. Con il tempo l’Equitazione Accademica si è trasformata nell’addestramento e nella monta di cavalli, ottenendo soggetti ben ginnasticati e con un equilibrio psico-fisico ottimale. L’Equitazione Classica non va confusa con il Dressage agonistico e meno che mai con le attività circensi. Qui l’equilibrio psico-fisico del cavallo viene sacrificato per la spettacolarità. L’Equitazione Accademica, invece, ha come unico fine il benessere assoluto del cavallo e “di star bene con il cavallo” che dovrebbe essere l’unico scopo dell’equitazione6.

L’ippica7 è una disciplina che ha origini veramente antiche. Furono i Greci i primi a organizzare gare di corse di cavalli. In seguito anche l’Impero

Romano adotto le corse dei cavalli come mezzo di divertimento e come forma di spettacolo. Anche l’impero Bizantino si dilettava nell’ippica. Nel Medio Evo si tenevano corse di cavalli nelle città, nelle piazze e nelle strade. I fantini montavano a pelo (senza sella). Questi pali sono ancora oggi famosi in Italia. Il più famoso è quello di Siena che risale al 1656. L’ippica moderna invece prende forma intorno al Settecento in Inghilterra. Qui vennero formulate delle regole per le diverse forme di gara: trotto, galoppo, salto ostacoli. Ed è in questo momento che viene creata la razza del cavallo da corsa: il Purosangue Inglese. I purosangue ancora oggi gareggiano sulle piste degli ippodromi di tutto il mondo anche se la crescente crisi economica, in Italia soprattutto, sta portando l’Ippica incontro a grandi problemi8 sia per chi lavora intorno ai cavalli sia per i cavalli stessi. I tagli del governo nel settore stanno portando alla perdita di molti posti di lavoro e all’abbandono di cavalli che non si riescono più a mantenere o gestire con un handicap economico così grave.

Nel panorama equestre c’è una disciplina che interessa solamente i bambini di età compresa tra i 5 ai 16anni. I Pony Games ovvero i «giochi in sella ai pony» nascono in Gran Bretagna alla fine degli anni 50. Al tempo era ancora diffuso l’uso dell’equide come mezzo di locomozione. I cavalieri dovevano essere in grado di saper percorrere percorsi naturali e percorsi urbani, a bordo strada, e fronteggiare l’imprevisti che capitavano durante il viaggio9. In un paese come la Gran Bretagna, caratterizzata da una forte e sentita cultura equestre, il gioco di squadra e la competizione divennero il metodo migliore di apprendimento. I Pony Games consentivano al bambino di trovare un nuovo compagno di gioco di cui prendersi cura e con cui giocare, contribuendo alla formazione e all’inserimento dei più giovani nelle

regole della vita sociale grazie al gioco di squadra. Il successo dei Pony Games fu totale. E molti di quei piccoli cavalieri che sono stati formati attraverso i Pony Games, sono oggi cavalieri importanti di Salto Ostacoli e Concorso Completo. Oggi i Pony Games sono usciti dalla Gran Bretagna e sono stati adottati da molti altri paesi in Europa e nel mondo. In Italia i Pony Games sono diventati disciplina riconosciuta dalla F.I.S.E. una decina di anni fa e hanno riscosso e riscuotono tutt’oggi un grande successo per bambini e genitori che vedono i propri figli crescere con i propri coetanei all’aria aperta, a pieno contatto con la natura, a stretto contatto con i pony e altri animali e lontano da videogames e televisioni a cui i bambini di oggi sono molto legati10.

Un’area che personalmente ritengo molto valida e interessante è quella dell’etologia equina. E quindi del Metodo Naturale. Anche questa forma di equitazione ha un importanza notevole nel mondo equestre perché vede ‘per la prima volta il cavallo non come mezzo per fare qualcosa ma come nostro pari. La Doma Dolce11, o meglio conosciuta come Natural Horsemanship, educa, lavora e si relaziona al cavallo attraverso un linguaggio non verbale. L’equitazione Naturale è antica e risale al 350 a.C. con il trattato sull’Equitazione di Senofonte che raccomandava un addestramento privo di dolore perché quando un cavallo è felice da molto di più di un cavallo infelice. Con Federico Caprilli nella metà del 1800 cambia il modo di montare a cavallo. Se prima si pensava che per far saltare più in alto il cavallo ci si doveva attaccare alla bocca e tirare indietro il busto, Caprilli ribalta l’equitazione proponendo di accompagnare il movimento del cavallo senza costrizioni ma in completa armonia e libertà per cavallo e cavaliere. Caprilli cambiò la mentalità dei cavalieri di tutto il mondo. Il metodo da lui inventato prese il nome di Sistema Naturale di Equitazione. Ma fu Monty

Roberts12 nel 1989 a diffondere su scala mondiale le tecniche naturali studiando il comportamento dei cavalli in natura e basandosi sull’etologia equina. La Regina di Inghilterra incuriosita da questo nuovo tipo di doma gli fece eseguire diverse dimostrazioni in tutto il Regno Unito e lo incaricò addestratore dei suoi cavalli. In Europa è molto conosciuto anche lo statunitense Pat Parelli13 che ha disegnato e progettato un metodo di apprendimento per cavalli e cavalieri. Insegnando prima di tutto a “diventare cavallo” per poter pensare come lui e non come predatore, e per poter chiedere e capire certi comportamenti e certe domande che questi animali ci fanno ogni giorno ma che noi non riusciamo a cogliere. Dieci anni fa nessuno sapeva cosa fosse il Natural Horsemanship. Oggi sempre più persone provenienti da diverse tipologie di monta si affidano al metodo naturale per una crescita personale e per una comunicazione sincera. Dove la costrizione, la punizione e lo sfruttamento non esistono e dove cavallo e cavaliere lavorano insieme su se stessi migliorando giorno dopo giorno i propri mezzi di comunicazione arrivando a fare cose immaginabili. Chi applica il metodo Parelli diventa capace di gestire se stesso e di comunicare attraverso il corpo, l’Energia, lo sguardo e le emozioni con il proprio cavallo. Chi sceglie il metodo Naturale non avrà mai più bisogno delle redini, dei morsi, di speroni, fruste e imboccature pesanti. Il pensiero diventa azione e il controllo diventa totale in una simbiosi perfetta tra cavallo e cavaliere. Per dirla con le parole di Pat Parelli: "Se davvero riuscissi ad insegnarvi a pensare come i cavalli e a capire la loro psicologia, avreste già le chiavi per raggiungere qualunque scopo vi siate prefissi... ma soprattutto riuscireste a conquistarvi il loro cuore."14

Oltre al lato ludico, sportivo e lavorativo,il cavallo ha una caratteristica che si tende a sottovalutare: è terapeutico. L’ippoterapia, o riabilitazione equestre, ha aiutato e aiuta tutt’oggi milioni di persone affette da handicap con risultati sorprendenti. Si può dire in altre parole: «La riabilitazione equestre si riferisce ad una applicazione che fa uso del cavallo per produrre un recupero funzionale e globale di soggetti disabili o con difficoltà sia fisiche che psichiche. Con nessun altro animale, l’uomo ha strutturato un rapporto più intensamente emotivo, affettivo e di condivisione esistenziale e simbolica come con il “suo cavallo” che, come dice l’assioma, è sicuramente uno dei migliori amici. L'ha accompagnato per secoli nelle sue battaglie, nelle sue conquiste ed epopee, non in forma passiva, ma con coraggio, caparbietà, costanza, sicurezza, mansuetudine, sensibilità, tolleranza, semplicità, umiltà ed inoltre una spiccata intelligenza.»15 Il cavallo diventa un valido co-terapeuta in attività complesse come il trattamento rieducativo e riabilitativo dei pazienti. Il passo dondolato del cavallo permette al disabile di rilassarsi, di prestare attenzione al proprio corpo e al proprio equilibrio, e di conseguenza acquistare autostima e concentrazione attraverso i problem solving. Il paziente spesso si trova davanti a situazioni che gli modificano l’equilibrio, come un cavallo che abbassa la testa e trascina il disabile verso il basso, a questo punto il soggetto è costretto a cambiare qualcosa: a trovare una soluzione come quella di aggrapparsi al collo o provare a tirarsi su. Ogni problema risolto porta una crescita educativa e relazionale sul paziente, e un sorriso sul volto. Usata fin dai tempi di Socrate, nelle crisi isteriche, negli attacchi di ansia e nelle crisi psicomotorie, l’Ippoterapia nel corso degli anni è diventata sempre più efficace e strategica. Ed è oggi uno dei metodi più efficaci per curare i soggetti con diverse tipologie di handicap.

Il cavallo oggi come un tempo, accompagna i viaggiatori alla scoperta dei territori più nascosti, meno conosciuti e che varrebbe la pena visitare almeno una volta nella vita. Nell’antichità i pellegrini usavano spesso i cavalli per spostarsi: «Il pellegrino si doveva fornire degli abiti necessari, di un bagaglio adatto, dell’indispensabile denaro, nonché della cavalcatura adeguata se viaggiava a cavallo.[...] I disagi del viaggio erano naturalmente più grandi per chi, invece di spostarsi a cavallo, doveva spostarsi a piedi. [..] Si trattava dunque, per i cavalieri, soprattutto di un risparmio di fatica, ma non di un grandissimo risparmio di tempo. Né d’altro canto il viaggiare su una cavalcatura, fosse questa un cavallo, un mulo o un asino, esimeva da molte preoccupazioni. Oltre che essere competenti nel saper trattare la propria bestia, non affaticandola con tappe troppo lunghe o spronandola ad un passo troppo affrettato, bisognava anche aver premura di portarsi dietro ogni giorno biada e fieno necessari, cercare al momento giusto un abbeveratoio, trovare una stalla o un recinto sicuri per la notte e ancora, all’occorrenza, cercare la bottega del maniscalco ogni qual volta ci fosse bisogno di rinnovare la ferratura.16»

Il Turismo Equestre17 è una forma di turismo sostenibile molto apprezzata da molti paesi europei e non, che decidono di vivere un viaggio straordinario insieme ad un compagno emozionante, in luoghi lontani dei soliti luoghi decisi dal Turismo di massa, per ricercare quelle emozioni e quel senso di viaggio e di libertà che l’uomo ha nelle sue radici da milioni di anni. Il Turismo Equestre, oggi, riscuote un grande successo soprattutto in Francia18, Inghilterra, Irlanda19 e America. In altri paesi come l’Italia, si fa Turismo

Equestre ma non si sa. Ovvero manca ancora una promozione turistica valida che incentivi le persone a scegliere questo tipo di vacanza a impatto zero. FieraCavalli Verona nel 2012 ha dedicato un intero padiglione all’interno della fiera al Turismo Equestre, ottenendo un numero sempre maggiore di potenziali consumatori. L’Italia è ricca di ippovie meravigliose che offrono scenari indimenticabili e luoghi ed edifici in disuso che difficilmente si possono vedere con altri mezzi di locomozione. E’ nostro compito valorizzare e promuovere il nostro territorio con interventi mirati a incentivare questo tipo di offerta turistica.

Dopo una veloce visione del panorama equestre si può capire come mai il cavallo affascina tutti da così tanto tempo. Ha accompagnato l’uomo ovunque e ha vissuto e combattuto con lui fino ad oggi. E nonostante tutto quello che ci ha dato continua ad affiancare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Plasmandosi perfettamente a tutte le necessità dell’uomo attraverso vecchie e nuove discipline in cui il cavallo fa sempre da protagonista.

«Essere amati da un cavallo o da qualsiasi altro animale, dovrebbe riempirci

di timore reverenzia: perché non ce lo siamo meritato.»20

20

Se uniamo la Natura al Cavallo non può che nascere una forma di turismo antica e poco pubblicizzata: Il Turismo Equestre. Oggi il Turismo Equestre unisce diverse tipologie di attività. Da una parte abbraccia i viaggi a cavallo, dall’altra si occupa della monta da lavoro.21 Quest’ultima si impegna nell’addestramento dei cavalli e degli atleti. I viaggi equestri sono diversi dai soliti pacchetti preconfezionati. Qui il cliente può scegliere insieme al tour-operator e alla guida equestre i luoghi da visitare, e il percorso più facilmente percorribile per godersi il suo viaggio alla scoperta di luoghi incontaminati, ammirando costruzioni cadute in oblio perché difficilmente accessibili con altri mezzi, interagendo con la natura, guardando da vicino le numerose specie animali e socializzando con i locali ospitanti22.

Il Turismo Equestre23 o Equiturismo è un’attività non competitiva che si combina con l’esplorazione del territorio. Favorisce un viaggio lento, attraversando luoghi naturali e visitando l’ambiente rurale fatto di storia e di sapori. Il Turismo Equestre è aperto ad un gran numero di persone e coloro che ne usufruiscono prendono il nome di Ippo-Turisti o Equituristi24.

L’Equi-Turista può essere un cavaliere esperto o un principiante. E’ quindi necessaria una buona preparazione fisica e una conoscenza base dell’equitazione per viaggiare in sicurezza. Dal punto di vista economico, l’equi-turista abbraccia diversi tipi di viaggiatori perché i prezzi richiesti per un’esperienza del genere sono vari. Il costo di un pacchetto turistico equestre dipende dal tipo di viaggio, dalla sua durata e dall’alloggio che viene scelto dall’Ippo-Turista. Si può dire che l’Equiturismo abbraccia turisti con differenti

capacità di spesa. Gli Equituristi si possono dividere in: Equituristi occasionali e Equituristi assidui25.

I primi sono giovani di età compresa tra i 25-35 anni con una forte voglia di condivisione tra amici e interessati alla natura, allo sport e alle vacanze. Gli Equituristi assidui invece sono persone di età compresa tra i 45-50 anni , il 35%, in crescita, è donna. Sono interessati alla natura, al cibo, alla storia, alle tradizioni e alle attività sportive. Il 72% di questi turisti viaggia in gruppi di 5-10 persone con un soggiorno di tre notti.

L’Equiturismo è soprattutto una forma di turismo sostenibile ed è un importante strumento di valorizzazione del territorio26 perché:

1. Favorisce la scoperta del territorio e della sua storia in modo dolce. 2. Favorisce la scoperta della gastronomia locale e dei prodotti tipici.

Portando profitto alle imprese locali. 3. Favorisce il recupero degli antichi mestieri 4. Gli antichi sentieri rurali vengono mantenuti e utilizzati 5. Favorisce le relazioni umane tra cavalieri e popolazioni che si

incontrano 6. Rispetta l’ambiente, proprio perché l’Equiturismo è possibile solo in

ambienti naturali e preservati.

Il Turismo Equestre dà molte opportunità di sviluppo turistico come quella di destagionalizzare l’offerta e i prodotti turistici, sviluppare nuove attività economiche in un’ottica sostenibile e diversificare le attività economiche. Ma ci sono anche aspetti critici che meritano l’attenzione degli operatori del settore, come la carenza di servizi per i cavalieri e la sicurezza dei percorsi.

In molti paesi europei il Turismo Equestre sta riscuotendo grande successo. L’Equiturismo è partito dalla Francia negli anni ’50 ed è un mercato molto sviluppato e fiorente. L’offerta è molto ricca e comprende itinerari integrati

con percorsi in bici, a cavallo o in barca. Secondo i dati del Comitè National de Tourisme Equestre27 e della Federation Française d’Equitation28, gli Equi-turisti in Francia sono più di un milione. L’Equi-turismo è molto popolare anche in Inghilterra e in U.S.A. In Italia il target dell’Equiturista è rappresentato mediamente da persone con quarant’anni d’età, con un reddito superiore a 30.000 euro l’anno. Sono persone interessate alla natura e al cibo, e che coinvolgono i propri familiari nelle attività sportive. In Italia 45-50.000 cavalieri praticano il Turismo Equestre e 220.000 fanno passeggiate a cavallo29. Le passeggiate a cavallo coinvolgono un numero di persone quattro volte superiore rispetto a chi pratica Turismo Equestre. Questi dati verranno approfonditi nel capitolo a loro dedicato.

E’ tutt’oggi diffusa l’idea che il turismo Equestre non è economico e che interessa solo quelle persone che vanno regolarmente a cavallo. Si crede, quindi, che sia un Turismo di nicchia, difficilmente alla portata di tutti. Invece è un “turismo per tutti ma non per tutti”30. Un ossimoro per dire che sebbene sia alla portata di tutte le tasche, non tutti lo possono fare senza una giusta preparazione. Occorre conoscere il cavallo, il suo comportamento, la sua condizione fisica, quello di cui necessita e soprattutto quali sono i suoi limiti. E’ un viaggio in due. E’ il viaggiatore che si deve prendere cura del cavallo e per fare questo bisogna che sia informato e che abbia i giusti mezzi per agire, se necessario, in caso di emergenza. In più, l’Ippo-turista deve conoscere l’equitazione di base. Cavalcare in un “tondino” (piccolo campo circolare utilizzato per lavorare i cavalli) o in un campo è una cosa relativamente semplice, cavalcare in spazi molto aperti, con ruscelli da superare, salite, discese e sentieri non tracciati, non è facile senza le necessarie capacità e tecniche per affrontarli. Altrettanto difficile è stare 5-6 ore al giorno in sella. E’ per questo che il Turismo Equestre deve informare e preparare le persone a questo tipo di Turismo e prendersi carico nei suoi

centri di riferimento dell’iniziazione dei possibili nuovi ippo-turisti attraverso lezioni di teoria e di pratica, per imparare tutto quello che è necessario prima di mettersi in viaggio. Le Federazioni Fitetrec-Ante31 e FISE si occupano di formare il personale competente delle Guide turistiche a cavallo, di controllare la validità dei centri affiliati, di garantire la percorribilità e le connessioni delle ippovie ed infine tramite i propri centri di cooperare con gli agenti turistici per creare pacchetti turistici equestri integrati.

Il Turismo Equestre usa per i suoi spostamenti delle strade pubbliche che prendono il nome di Ippovie. «L’Ippovia è un itinerario percorribile a cavallo, quasi mai asfaltato, che raggiunge e attraversa luoghi naturali come parchi, riserve, boschi, supera colline e valli, costeggia laghi e fiumi, e raggiunge luoghi culturali come aree archeologiche, costruzioni e dimore storiche, borghi.»32 L’Italia gode di numerose ippovie che attraversano tutto il paese33. Si dividono in Ippovie Marine, che costeggiano i litorali italiani, e le Ippovie che passano dall’entroterra. Le ippovie devono essere certificate, ed è pertanto necessario che rispondano a specifiche caratteristiche che verranno descritte in seguito. E’ stato fondamentale dividere le ippovie per livelli di difficoltà. Per farlo è necessario tener conto di tutti quei fattori climatici e ambientali che possono modificare il livello di difficoltà degli itinerari. Per questo motivo l’ E.N.G.E.A34 ha creato un Indice di classificazione “ICIC35” e ha redatto un manuale applicativo che si basa sull’osservazione delle dodici caratteristiche dell’ippovia stessa, classificate con cinque gradi di difficoltà crescenti:

1. Molto facile 2. Facile 3. Media 4. Difficile 5. Molto impegnativa

Nella tabella che segue sonno riportate le caratteristiche classificate come parametri valutativi.

Parametri di valutazione delle ippovie

Caratteristiche tracciato Larghezza

Dislivello Guado

Distanza km Segnalazioni

Abbeverata Punto di sosta dei cavalli

Pendenza Quota punto di sosta

Inclinazione versante Sosta Cavalieri Tabella 1 - Parametri di valutazione delle ippovie, tratta dal sito internet “www.neroperpassione.it”

Le tabelle che seguono servono per calcolare l’indice di difficoltà di un’ippovia36. Tramite queste tabelle sia gli operatori che i viaggiatori sono liberi di calcolare e decidere i percorsi più indicati per loro. Si dà l’opportunità al Turista di scegliere se pianificare da solo il percorso oppure di affidarsi a guide e operatori professionisti del settore per pianificare un itinerario a tutto tondo.

Classificazione ippovia in base alla somma degli indici numerici Somma degli indici

Da 120 a 216

Da 217 a 312

Da 313 a 408

Da 409 a 504

Da 505 a 600

Classe I II III IV V

Descrizione Molto facile T

Facile TT

Media TTT

Difficile TTTT

Molto Impegnativa TTTTT

Utenza

Principianti e qualsiasi cavallo

Cavalieri normali e cavalli alla mano

Cavalieri normali e cavalli allenati

Cavalieri esperti e cavalli allenati

Cavalieri esperti e cavalli allenati e ben addestrati

Tabella 2 - Parametri di valutazione delle ippovie "ICIC".

La somma dei valori dati a ciascuno dei parametri precedenti determina il grado di difficoltà dell’ippovia.

Infine si seguono le indicazioni della tabella sottostante attribuendo l’indice numerico ad ogni parametro più significativo dell’ippovia. La somma dei valori numerici dei diversi parametri dà l’indice di classificazione dell’ippovia.

PARAMETRI INTERVALLI DI VALORI A B C D E

P1

Caratter.che tracciato

Sterrato Asfalto e acciottolato <10%

Asfalto e acciottolato <30% o strada molto trafficata

Limitati tratti con acciottolato e/o sentiero di montagna con sassi e rocce

Frequenti tratti di acciottolato e/o sentiero di montagna con sassi e rocce >20%

Indice num. 10 20 30 40 50

P2 Dislivello <300 >300 <700 >700

<1000 >1000 <1500

>1500

Indice num. 10 20 30 40 50

P3 Distanza Km <10 Da 10 a 20 Da 20 a 30 Da 30 a 40 >40 Indice num. 10 20 30 40 50

P4 Abbeverata >6 3 2 1 0 Indice num. 10 20 30 40 50

P5 Pendenza Pianeggian

te <5% <10% <25% >25%

Indice num. 10 20 30 40 50

P6

Inclinazione Versante

Da 0 a 25% (14°)

Inferiore a 50% (26°)

Inferiore a 80% (<38°)

Saltuari passaggi con strapiombi o pendenza >100% (45°)

Numerosi passaggi con strapiombi o pendenza >100% (45°)

Indice num. 10 20 30 40 50

P7

Larghezza >3m Tra 3m e 1m

Tratti tra 50cm e 100cm

Sporadici tratti inferiori a 50 cm

Frequenti tratti inferiori a 50cm

Indice num. 10 20 30 40 50

P8

Guado Nessun guado

Piccoli torrentelli o fossi

Acqua <0.5m

Acqua da 0.5m a 1m

Altezza dell’acqua >1m

Indice num. 10 20 30 40 50 Tabella 3 - Parametri di Classificazione delle Ippovie Certificate

Bisogna tener conto del fatto che il grado di difficoltà può cambiare a seconda dei cambiamenti climatici e ambientali. Per questo motivo è stato creato, sempre dall’E.G.E.A. un Indice Climatico che permette di valutare

l’aumento della difficoltà dell’ippovia in situazioni climatico-ambientali diverse dalle condizioni solite. Di seguito è riportato un esempio di Indice Climatico:

Caratteristiche meteo-climatiche

Estivo. Tempo bello a quote tra 500m e 1200m

Estivo. Tempo perturbato o bello a basse quote

Autunnale, primaverile o tempo perturbato a quote oltre i 500 m s.l.m.

Invernale Invernale innevato

Indice C 0 20 40 60 100 Tabella 4 - Indice Climatico di valutazione delle Ippovie Certificate

Le ippovie hanno bisogno di continui interventi di manutenzione e di aggiornamento sulle condizioni del tracciato e dei percorsi attraverso ricognizioni regolari e costanti da parte degli utilizzatori dell’ippovia. In questo modo si garantisce un’informazione sempre aggiornata e una maggiore sicurezza per chi ne usufruisce. I collaudi vengono effettuati da parte di una Commissione Tecnica che effettua le seguenti rilevazioni: Monitoraggio territoriale

Registrazioni altimetriche

Registrazioni cartografiche satellitari

Verifica posti tappa e ricettibilità

Verifica punti acqua-dislivelli-condizioni della sentieristica-distanze giornaliere

Classificazione con simbologia “ICIC” ( Indice di Classificazione Ippovie Certificate)

Valutazione veterinaria del percorso Tabella 5 – Elementi oggetto di valutazione della Commissione Tecnica.

A questo punto verrà prodotta una documentazione sia scritta che digitale nella quale verranno esposte tutte le caratteristiche ambientali e storico- culturali di ogni tappa. In seguito verrà redatto un rapporto di collaudo che spiegherà tutti quegli aspetti tecnici e sanitari che caratterizzano ogni tratto dell’ippovia.

Nonostante godiamo di percorsi naturali di inestimabile valore, sono pochi gli interventi di manutenzione e di conservazione che gli enti dedicano alle ippovie. Molti sono inoltre i problemi inerenti alle ippovie Marine a causa della stagione estiva che porta un’affluenza di turisti alle spiagge che non permette l’accesso ai cavalli sulle coste balneari dall’ inizio di Aprile fino all’inizio di Novembre. Se questa è vista come una debolezza per il Turismo Equestre, che limita la scelta di maggiori percorsi nel periodo estivo, dobbiamo aggiungere che l’Equiturismo può affrontare la destagionalizzazione del territorio nel periodo invernale. Destagionalizzare il territorio37 attraverso percorsi a cavallo che dall’entroterra permettono di arrivare al mare nei periodi invernali in cui i litorali sono deserti e le economie locali ferme. Così da avere un numero di turisti maggiore rispetto agli ultimi anni e permettendo di continuare ad alimentare l’economia locale. E’ necessario un intervento di promozione e commercializzazione dell’offerta turistica, cercando di raggiungere nuovi possibili clienti e chiedendo una partecipazione più attiva da parte dello Stato in questa materia.

La Regione Toscana ha dovuto affrontare una problematica molto importante riguardo l’accessibilità ai litorali Versiliesi durante il periodo invernale. Fino ad Aprile 2012 era in vigore una norma che vietava il passaggio dei cavalli sul litorale della Versilia anche durante il periodo invernale. Claudio Barsuglia, esperto del mondo equestre, insieme alla sua associazione “ Il cavallo e Noi” di Camaiore (LU) e con l’aiuto della FISE38 si è occupato di una grande petizione (tra i firmatari il Maestro Andrea Bocelli, l’allora Presidente Nazionale della FISE Avv Andrea Paulgross ed il famoso architetto paesaggista Tiziano Lera) che ha permesso al mondo del cavallo

Versiliese di abolire le ordinanze che vietavano in inverno la fruizione degli arenili Versiliesi agli appassionati di Turismo Equestre. Da qualche anno Claudio Barsuglia cura per il Comitato Regionale Toscano Fise i rapporti con gli enti pubblici, ed è riuscito a realizzare un progetto pilota che per primo porta il cavallo nell’ambito scolastico, ma soprattutto ha fatto conoscere e sta facendo conoscere le molteplici attività che la Federazione svolge attraverso i suoi centri. «Sono entusiasta per questo importante incarico - ha commentato Claudio Barsuglia - ritengo che il turismo equestre non abbia le attenzioni che merita, e possa essere sicuramente di aiuto allo sviluppo economico-turistico dei luoghi interessati».39

Oltre ad agire finanziariamente, la Regione Toscana si è impegnata, in collaborazione con la FITETREC-ANTE40, a stilare un elenco di requisiti fondamentali per la certificazione delle Ippovie Toscane. Si basa su sedici criteri principali che sono necessari per un’Ippovia Toscana certificata e quindi per un viaggio sicuro per i turisti e per i cavalli. Inoltre è stato creato un sistema di valutazione per stabilire la difficoltà dei percorsi toscani. Di seguito è riportata la tabella di classificazione41:

T ( Turistico)

E ( Escursionistico)

EE (Escursionistico Esperti)

Percorsi di facile percorrenza, senza grandi dislivelli, adatti ai cavalieri con poca esperienza. Per persone capaci di restare in sella per 3-4 ore.

Percorsi senza particolari difficoltà tecniche, per cavalieri con esperienza e con una preparazione media. Per persone capaci di restare in sella per 4-6 ore.

Percorsi molto impegnativi, con passaggi e forti dislivelli di terreni che necessitano di cavalieri e cavalli con una buona esperienza. Per persone capaci di restare in sella per 6-7 ore.

Tabella 6 - Classificazione della difficoltà dei percorsi. Ippovie Toscane

Come abbiamo già detto precedentemente la regione Toscana si è impegnata, insieme al responsabile tecnico della FITETREC-ANTE, Gianluca Bambi, a ordinare quelli che dovrebbero essere i requisiti fondamentali per un’ippovia toscana sicura e certificata. Di seguito sono sintetizzati i punti principali:42

1. I percorsi delle varie Ippovie Toscane dovranno rispondere ai requisiti imposti dalla normativa regionale sull’escursionismo (LR n. 17/98 e

relativo regolamento di esecuzione n. 61R del 14 dicembre 2006).

2. La segnatura ufficiale sarà quella bianco-rosso con apposito logo ufficiale delle “Ippovie Toscane” sulla cartellonistica verticale e della testa di cavallo su quella orizzontale (Figura 1).

3. I percorsi dovranno essere classificati con le lettere T e E ( Turistico e

Escursionistico) per la maggior parte della loro lunghezza , lasciando i percorsi EE ( Escursionistico Esperti) a tratti minori e percorsi secondari.

4. Le tappe devono essere di massimo 25/30 Km, anche se sono consigliabili tratti brevi di circa 15 Km. Le tappe che superano di lunghezza i 30 Km rientrano nei percorsi EE.

5. Individuazione degli alloggi e dei servizi per cavalli e cavalieri sul percorso o nell’arco di non oltre 1,5 Km dal percorso. Gli alloggi si dividono per il genere dei servizi offerti. E’ necessaria quindi una classificazione degli alloggi sia per i cavalli che per i viaggiatori. Gli alloggi dei cavalli devono avere un minimo di 6 box43 o poste44 o paddock45. Per quanto concerne l’alloggio dei turisti, le strutture ospitanti devono garantire almeno 6 posti letto.

6. Garantire nei punti di tappa, in collaborazione con i relativi gestori, un identificazione di anelli di una durata di 3-4 ore per garantire una permanenza aggiuntiva ai visitatori senza spostarsi troppo. Tali anelli prendono il nome di percorsi “a margherita”.

7. Garantire i punti di accesso ai soccorsi motorizzati, i quali devono essere collocati almeno ogni 5/10 Km e devono essere indicati sulle mappe e sulle coordinate GPS.

8. Sono da preferire strade e piste forestali che garantiscano il miglior compromesso per avere un’ottimale e naturale viabilità per tutte le modalità di escursione: cavallo, mountain bike, trekking. Inoltre i percorsi saranno scelti in base alle condizioni naturali dei terreni cercando di limitare i danni di erosione al suolo. Questi danni avvengono nei percorsi stretti e ripidi dopo il passaggio di cavalli e biciclette soprattutto nei periodi umidi dove il terreno morbido non resiste alle continue sollecitazioni e finisce per cedere. Il lato positivo del passaggio dei cavalli è che rende sempre meno utili gli interventi di

manutenzione dei percorsi e della viabilità; poiché il passaggio dei cavalli sul sentiero libera il percorso da frasche e arbusti rendendo sempre facile la fruizione dei percorsi tutto l’anno.

9. Le larghezze minime dei sentieri devono essere di 0.80 m e con pendenze non superiori al 45%.

10. I punti di abbeveraggio che si trovano costantemente lungo il cammino e nei dintorni devono essere indicati e deve essere specificato se hanno l’abbeveratoio per i cavalli.

11. Integrare nei percorsi visite in siti turisticamente interessanti e prestare attenzione anche a quei luoghi meno conosciuti ma altamente caratteristici delle culture locali, della storia e delle caratteristiche tipiche ambientali.

12. Cercare di coinvolgere le strutture turistico-ricettive del territorio, promuovendo un rilancio economico per le aziende produttive locali.

13. Per ogni percorso, oltre ai canonici numeri utili di vari servizi, dovranno essere indicati anche i contatti di maniscalchi, veterinari e organi di pronto soccorso della zona.

14. Il tracciato dei percorsi e di tutti i punti di interesse dovranno essere resi in forma digitale georeferita (UTM-WGS84) e con riporto del dato su base cartografica CTR 1:10.000 o 1:25.000 dell’IGM.

15. Indicazioni dei recapiti delle Guide Ambientali Equestri locali, riconosciute dalla Regione Toscana ed in regola con il patentino, e Guide o Accompagnatori FITETREC-ANTE.

16. Garantire sui percorsi punti di sosta dove legare i cavalli, preferibilmente luoghi ombrosi, lontani dai centri turisticamente interessanti per agevolare dei tratti a piedi.

Si può aggiungere che è preferibile evitare dei tratti lungo i percorsi dove le condizioni della strada cambiano. E’ l’esempio del passaggio dall’ambiente naturale a quello urbano in cui si passa da un’atmosfera calma ad una molto frenetica o agitata. Oppure il passaggio da tratti sterrati a tratti asfaltati che sono sconsigliati per la salute delle gambe e degli zoccoli dei cavalli. Le unghie, o zoccoli, del cavallo sono molto sensibili alle variazioni di terreno. Si

preferiscono terreni non asfaltati sia per cavalli ferrati che per cavalli scalzi, poiché l’asfalto essendo eccessivamente rigido, può creare problemi agli arti del cavallo. Inoltre l’asfalto non permette di avere un’adeguata trazione nel caso in cui il cavallo sia ferrato. Si finisce per «pattinare», come si dice in gergo. E per un cavallo scalzo il cemento provoca micro traumi al fettone, la pianta dello zoccolo. Si può fare un piccolo elenco per vedere quali sono i tratti e gli ambienti da evitare46 per la sicurezza del turista e del suo compagno di viaggio:

Tratti asfaltati molto lunghi. ( Devono essere segnate possibili varianti). Tratti asfaltati brevi ma con alto tasso di traffico motorizzato. (Indicare possibile variante). Dislivelli troppo impegnativi nell’ambito della stessa tratta. Tratti con attraversamento pascoli bradi. Guadi non segnalati e acqua corrente con altezza superiore ai 70 cm. Acquitrini e terreni paludosi. Frane, lastroni di pietra, argini di fiume, canali artificiali. Ponti e passerelle non in sicurezza.

Tabella 7 - tratti da evitare per la sicurezza del turista

L’ippovie nel XIX secolo erano le strade che percorrevano i tram a trazione equina. Sono le originarie tranvie: linee ferrate. Oggi le ippovie sono, come detto nel capitolo precedente, itinerari percorribili a cavallo quasi sempre non asfaltati che attraversano luoghi naturali come parchi, riserve, laghi,fiumi, montagne e boschi. Le ippovie devono avere numerosi punti tappa attrezzati che non devono essere distanti tra loro più di 20-40 Km. I punti tappa sono indispensabili a cavalli e cavalieri per riposarsi e ricaricarsi: qui trovano assistenza, ristoro e la possibilità di pernottare. Centri di Turismo Equestre, agriturismi, foresterie, associazioni e rifugi costituiscono i punti tappa.

Le principali Ippovie Italiane sono:

1. L’Ippovia del Gran Sasso 2. L’Ippovia dei parchi del Lazio 3. Ippovia Sicilia 4. Ippovia Adamello-Garda 5. Ippovia della Maremma-Laziale 6. Ippovia Roma-Verona

3.1 La Via Francigena

La Via Francigena ha origini antichissime ed è la strada che collega Canterbury a Roma.

Generalmente le vie nascono per motivi economici, politici o militari. Non è il caso della Via Francigena che nasce nella seconda metà del VII sec. grazie all’azione dei pellegrini ( viaggi spirituali) che provenivano dall’Europa Occidentale per dirigersi verso i più importanti luoghi sacri cristiani, e nella maggior parte dei casi a Roma. Coloro che si impegnavano nel “ Grande

Tour” altomedievale percorrevano tutta l’Italia da Nord a Sud47. La Via Francigena nell’Alto Medioevo era talmente frequentata che nasce l’esigenza di strutture ricettivo- assistenziali. Nel VIII sec. nascono così i primi punti tappa, spesso, erano monasteri che accoglievano i viaggiatori fungendo da luoghi di sosta collocati lungo il percorso. Nel X sec l’itinerario diventa comune per molte diverse destinazioni: come Roma, Gerusalemme, e Santiago de Compostela. Nel Duecento la Via Francigena diventa la via di comunicazione delle famose e grandi aree mercantili: quella mediterranea e quella del Mare del Nord. Questo è dovuto alla crescita delle forze produttive e quindi dei commerci a grande distanza e soprattutto dallo sviluppo della viabilità e della differenziazione dei percorsi. Oggi la Via Francigena è di nuovo aperta ai viaggiatori, dopo la chiusura per diversi anni a causa delle cattive condizioni dei percorsi. Grazie ai necessari interventi di manutenzione e di ristrutturazione, ritorna così ad ospitare i pellegrini che intraprendono quel cammino che come loro e prima di loro hanno percorso i Santi, gli Imperatori e tutti quei pellegrini che si mettevano in cammino per raggiungere la Città Eterna.48

Figura 2 - Nella cartina è evidenziato il percorso della Via Francigena, tratta dal sito http://www.bocachicaplaya.com/ducato_parma_piacenza.html

La Toscana è ricca di itinerari percorribili a cavallo. Per questo motivo è nata l’esigenza, da parte della regione Toscana, di sviluppare il progetto “Ippovie Toscane” nell’ambito del programma interregionale sul turismo equestre. Ad oggi sono cinque gli anelli attrezzati, certificati e percorribili per un totale di 5.000 Km di itinerari49. Le ippovie certificate Toscane sono riconosciute dalla Regione, in quanto sono a norma R.E.T (Rete

Escursionistica Toscana)50in virtù di una legge regionale specifica che ne stabilisce le finalità e le caratteristiche:

Art. 1 «La Regione Toscana, nell’ambito delle azioni tese alla conoscenza, valorizzazione e tutela del proprio patrimonio ambientale, delle tradizioni locali e dei caratteri culturali e storici del paesaggio toscano, favorisce lo sviluppo dell’attività escursionistica quale mezzo per realizzare un rapporto equilibrato con l’ambiente e per sostenere un sviluppo turistico compatibile, promuove il recupero della viabilità storica, la realizzazione della rete escursionistica e dei sentieri, nonché la realizzazione di attrezzature correlate.»51

«La rete certificata di ippovie toscane è stata instituita identificando e certificando cinque anelli sulla base del disciplinare della FITETREC per la certificazione dei tracciati in accordo con Apt52 di Chianciano Terme. I cinque percorsi sono:»53

1. Via dei Cavalleggeri 2. Ippovia delle Foreste Sacre 3. Ippovia dell’Amiata 4. Ippovia di San Jacopo 5. Ippovia delle Terre di Siena

La Via dei Cavalleggeri54 è un percorso che collega tutte le torri di avvistamento costiere delle provincie di Pisa, Livorno e Grosseto. La Via dei Cavalleggeri rappresenta un pezzo di storia perché è nata come strumento difensivo costiero della Toscana contro gli attacchi che venivano dal mare. Il

percorso parte dalla Maremma e attraversa i Parchi regionali di Maremma, San Rossore e delle Alpi Apuane per arrivare sulla storica Via Francigena in Lunigiana.

Figura 3 - Cartina del Percorso Equestre Via dei Cavalleggeri, tratta dal sito http://eventi.intoscana.it/ippovie/mappa_cavalleggeri.jpg

«A cavallo nel Medioevo» tra il Casentino55, nell’alta Valle dell’Arno, e Arezzo. L’ippovia delle Foreste Sacre è ricca di ambienti medievali e di ambienti naturali. Il percorso collega tra loro la maggior parte dei siti storico – medievali presenti nella Valle dell’Arno. Lungo il percorso si trovano molti punti tappa e alloggi per cavalli e cavalieri. Durante le soste il turista ha

l’opportunità di avvicinarsi alle eccellenze locali: dall’artigianato del legno a quello del ferro battuto.

L’ippovia dell’Amiata è un percorso ricco di cultura, storia e bellissimi paesaggi montani. L’ippovia prevede due percorsi: l’anello alto e l’anello basso56. Il primo è un percorso di 30 Km circa e arriva a toccare il 1250 metri sul livello del mare. Il secondo percorso è strutturato in quattro tappe per un totale di 80 Km e raggiunge una quota massima di 1230 metri sul livello del mare.

L’ippovia di San Jacopo prende nome dal patrono della città di Pistoia ed è un’importante direttrice Nord – Sud di collegamento con la Francigena interessando i territori dell’Appennino pistoiese57. Il percorso è di 260 Km suddiviso in 12 tappe di lunghezze e difficoltà diverse, e si sviluppa intorno al capoluogo di provincia su strade in prevalenza sterrate. Il percorso comprende siti di interesse storico, culturale e naturalistico e un’importante sito scientifico: quello di Pratorsi, sede di un famoso osservatorio astronomico. L’ippovia prevede anche delle varianti ed attraversa anche le province di Prato e di Firenze.

E’ un percorso ricco di diversità come le terre rosse della Montagnola e le crete argillose che circondano il tratto tra poggio ai frati e Vociano. Un percorso a stretto contatto con la natura che circonda la città di Siena, sempre visibile all’occhio del viaggiatore L’itinerario prevede due anelli: uno

di 60 Km e uno di 115 Km58. Per un totale di 175 Km. Tutti gli anelli ripercorrono parte della Via Francigena.

Figura 4 - Ippovia delle Foreste Sacre, tratto da http://www.ilportaledelcavallo.it/articolo.asp?id_articolo=3530

Creare un viaggio a cavallo da soli non è facile. Bisogna pianificare un percorso che sia adatto alle capacità di chi si mette in viaggio, controllando attentamente gli indici di difficoltà dei percorsi e la percorribilità dei sentieri. Inoltre bisogna organizzare il viaggio tenendo conto delle soste, dei punti tappa e degli alloggi situati lungo il cammino e localizzare le strutture che danno la possibilità di pernottamento e ristorazione ai cavalieri e che siano anche dotati di servizi attrezzati per la gestione e la pensione dei cavalli. Per questo motivo, generalmente, il turista si affida ad agenzie specializzate in turismo equestre, sono pochissime, e soprattutto a tutte le altre figure professionali che operano nel settore.

Vediamo adesso quali sono i principali attori che operano nel turismo equestre.

L’obiettivo delle Federazioni italiane FITETREC e FISE è quello di promuovere il turismo equestre italiano59 tracciando e migliorando le ippovie italiane e le strutture ricettive collaborando con tutte le istituzioni locali e gli operatori turistici per sviluppare un turismo rurale e sostenibile. E soprattutto impegnandosi nella formazione di figure professionali altamente qualificate in grado di creare e promuovere pacchetti turistici equestri a tutto tondo e di accompagnare il turista attraverso i percorsi scelti. La Federazione FITETREC conta un numero di 10.000 inscritti e all’incirca 600 centri affiliati

su tutto il territorio italiano. I praticanti di turismo equestre che si affidano alla Federazione sono circa 45.000 soggetti.60

La FISE, oltre a formare le figure professionali di accompagnatore equestre, si sta impegnando nella progettazione di un’offerta turistica più omogenea, adottando nuove strategie di promozione turistica. Le attività legate al turismo equestre, infatti, sono diverse: i trekking, gli equiraduni, le passeggiate di un giorno, gli itinerari di più giorni, i percorsi ad anello, o anche detti a margherita61, le visite guidate nei siti di interesse storico, culturale e artistico e infinte le visite legate alla scoperta dell’enogastronomia e dei prodotti tipici dei territori che attraversano e con cui entrano in contatto i cavalieri. La federazione ha in progetto anche la realizzazione di un portale di turismo equestre come strumento di promozione turistica che permetta ai viaggiatori di visionare una raccolta delle molteplici offerte turistiche in modo da facilitarne la ricerca e creare un interazione e collaborazione con la domanda nazionale e internazionale.

L’accompagnatore di turismo equestre o istruttore di campagna è una figura professionale delle federazioni FITETREC e FISE. Entrambe le federazioni si occupano di formare i propri operatori equestri e operano dividendosi le aree o zone di competenza. Sia gli accompagnatori equestri FITETREC che gli accompagnatori equestri FISE per ottenere il brevetto di accompagnatore escursionista equestre devono prendere parte ai corsi di formazione che le associazioni organizzano ogni anno e superare le prove di esame finali. Gli accompagnatori equestri devono essere in grado di gestire un centro ippico, e di insegnare ai possibili nuovi clienti le basi dell’equitazione che sono indispensabili per intraprendere un viaggio a

cavallo. Ma oltre a questo l’accompagnatore equestre deve essere in grado di progettare itinerari, riportandoli in forma scritta. Questo è possibile solo attraverso una buona conoscenza dei territori naturali e delle caratteristiche tecniche e strutturali dei percorsi: come la conoscenza delle posizioni dei punti tappa attrezzati, indispensabili per la sicurezza e il benessere di cavalli e cavalieri, e le caratteristiche degli alloggi. L’istruttore di campagna è anche una guida ambientale in grado di presentare e spiegare tutte le informazioni inerenti ai territori attraversati. Conosce i siti di interesse storico, artistico e culturale collocati vicini ai percorsi ed è in grado di fare da guida al gruppo di turisti che accompagna. Infine gli accompagnatori equestri devono essere in grado di provvedere alla salute dei cavalli e dei turisti. Deve saper riconoscere le possibilità e i limiti dei cavalli così da scegliere sempre quelli più adatti alle caratteristiche dei sentieri scelti. E soprattutto deve essere in grado di agire e soccorrere cavalli e cavalieri, contattando e collaborando strettamente con i servizi di soccorso presenti sul territorio.

62

1. Tracciare le reti di sentieri in collegamento tra le varie Provincie. Devono essere riportati su piantina cartografica.

2. Definire i chilometri di percorrenza per ogni tratta 3. Definire i punti sosta intermedi 4. Definire i punti sosta con ricezione ed alloggio cavalli/cavalieri 5. Difficoltà del tracciato e terreno 6. Identificare punti sosta qualora non ci siano Aziende o altro nelle

vicinanze 7. Scheda tecnica delle Aziende o altro per la ricettività cavalli e cavalieri

1. Deve essere in possesso del brevetto di Accompagnatore di Turismo Equestre rilasciato da una delle due federazioni

2. Può accompagnare solo i tesserati della propria federazione 3. Può portare un numero massimo di 10 cavalieri 4. Deve avere buone capacità comunicative e relazionali

Oltre a questa figura professionale, riconosciuta dalle due federazioni equestri italiane, c’è un’ altra figura che opera nel settore turistico equestre a livello regionale: la Guida Ambientale Equestre che è istituita dalla Regione Toscana nel testo unico del Turismo:63

Art.2:

1.«E’ guida ambientale chi, per professione, accompagna persone singole o gruppi assicurando la necessaria assistenza tecnica, nella visita di ambienti naturali, anche antropizzati, allo scopo di illustrane: gli elementi, le caratteristiche i rapporti ecologici, il legame con la storia e le tradizioni culturali, e di fornire, inoltre, elementi di educazione ambientale. Sono esclusi quei percorsi che richiedono l’uso di attrezzature e tecniche alpinistiche.»

2.«A seconda dell’ambiente e dei mezzi con i quali viene esercitata l’attività di guida ambientale assume le seguenti connotazioni

a. Escursionistica b. Equestre c. Subacquea»

3.«Le guide ambientali, nell’ambito della loro qualificazione professionale, collaborano:

a. Con la Regione e gli Enti locali per la difesa e la tutela degli ambienti naturali, in special modo per il mantenimento della rete escursionistica della Toscana

b. Con gli enti preposti alla promozione del turismo c. Con le istituzioni scolastiche per affiancare il corpo insegnante nelle

iniziative e programmi di educazione ambientale.»

Le differenze tra accompagnatore turistico equestre e guida equestre ambientale sono:

1. La figura di accompagnatore equestre ha un limite professionale e numerico: possono accompagnare solo un numero massimo di 10 cavalieri tesserati delle proprie federazioni.

2. La figura di guida ambientale equestre non ha un limite professionale e numerico: può accompagnare fuori chiunque senza un limite di numero. Ed è anche una figura commerciale con propria partita I.V.A.

Ad ogni modo entrambe le figure possono accompagnare solo persone con età pari o maggiore ai 14 anni: che è l’età minima per poter circolare con cavalli su strade pubbliche.

Gli agriturismi che si dedicano al turismo equestre sono in crescita. Molte persone si rivolgono a queste aziende agricole per viaggi a cavallo, per lezioni di equitazione e brevi passeggiate.

«Le indagini di mercato condotte hanno evidenziato che i turisti sono spinti, nella scelta dei servizi, da motivazioni riconducibili allo stare a contatto con la natura; al sentirsi liberi; al prendere il sole e stare all’aperto; al fare cose diverse dal solito; al fare una vacanza di “riequilibrio”; al riposare e stare tranquilli. Le motivazioni relative al costo di soggiorno non sono mai prevalenti, il che porta a pensare ad un alto gradimento potenziale di

pacchetti di una certa qualità, ed anche di un certo costo65.» Qui le persone hanno la possibilità di utilizzare i cavalli offerti dall’agriturismo per prendere lezioni di base con i tecnici qualificati dalle federazioni FITETREC-ANTE, FISE. Gli operatori valuteranno il livello di esperienza dei turisti e sceglieranno i percorsi e le passeggiate in base alle capacità tecniche dei cavalieri, per operare sempre in sicurezza. Per coloro che hanno un cavallo proprio, alcuni agriturismi provvedono al pensionamento di cavalli privati durante la permanenza nella struttura.

In Italia sono molti gli agriturismi specializzati nel settore equestre. La Guida Agriturist66 cataloga circa 250 offerte italiane di agriturismi equestri distinte per regione:

REGIONI N. OFFERTE Valle d’Aosta, Fino a 5 Piemonte da 10 a 20 Liguria 5 Lombardia Fino a 5 Veneto da 10 a 20 Trentino Alto Adige Fino a 5 Friuli Venezia Giulia Fino a 5 Emilia Romagna Da 10 a 20 Toscana Oltre 50 Marche Da 10 a 20 Umbria Da 20 a 30 Lazio Da 20 a 30 Abruzzo Fino a 5 Molise Fino a 5 Campania Da 5 a 10 Puglia Da 10 a 20 Basilicata Fino a 5 Calabria Da 10 a 20 Sicilia Da 10 a 20 Sardegna Fino a 5

Oltre agli agriturismi, si occupano di turismo equestre tutti quei centri ippici che offrono lezioni di base con un tecnico riconosciuto,e accompagnano i turisti su percorsi ad anello, passeggiate di qualche ora nei territori circostanti alla struttura, e veri e propri viaggi a cavallo. I centri Ippici che si occupano di turismo equestre sono dislocati in tutta Italia. Alcuni dei centri più noti del Nord Italia sono: Il centro equestre «Val Roya»67 in Liguria, «Wild Horses»68 in Valle D’aosta, “Il Bivacco”69 in Piemonte, “Maneggio primavera”70 in Friuli Venezia Giulia. Al Centro Italia: «“Centro Ippico Pelliccia»71a Pistoia,

«Ruscello Ranch»72 a Bagni di Lucca (LU), «Maneggio Belvedere»73a Grosseto.

Infine un ruolo importante viene svolto anche da quelle associazioni ippiche che nascono da gruppi di persone unite da una forte passione per i cavalli e per i viaggi equestri ,che decidono di unirsi per creare un offerta turistica equestre valida e competitiva. Anche loro offrono ai loro soci viaggi organizzati e guide equestri riconosciute per creare vacanze a cavallo anche personalizzate.

In Toscana, l’associazione «Il Cavallo e Noi»74 è aggregata alla FISE e opera in stretta collaborazione con le realtà equestri del territorio versiliese e in più offre servizi a tutti coloro che lo richiedono. Vengono organizzati e creati viaggi e itinerari tenendo conto delle richieste del cliente. Le principali azioni dell’associazione75 sono:

1. Organizzazione di passeggiate a cavallo anche di più giorni 2. Organizzare manifestazioni equestri 3. Pratiche per il rinnovo di brevetti FISE A e B, patenti ACSI76 4. Pratiche per rinnovo passaporti cavalli 5. Informazione sulla circolazione stradale dei cavalli 6. Supporto ai centri ippici versiliesi 7. Punto di appoggio per cavalli e cavalieri in vacanza nella zona

Molte sono le associazioni che operano a livello turistico in toscana tra cui anche «Ass. Ippica Duska» a Sorano(GR)77e l’associazione «Cavalli del

Vento»78 a Chianni (PI). Anche esse si occupano di viaggi a cavallo con guide equestri certificate dalla FITETREC e dalla Regione Toscana.

Il Turismo Equestre è una forma di Turismo molto diffusa in molti paesi. Un recente studio di marketing individua in 49 milioni di europei i potenziali fruitori di itinerari a cavallo e stabilisce in base al numero di visitatori i paesi più sviluppati e più ricercati.79 Le destinazioni più richieste all’ estero sono la Spagna, l’Inghilterra, il Portogallo, i Paesi Arabi e gli U.S.A., mentre in Italia le destinazioni più affermate si concentrano soprattutto nella regione Toscana, ricca di pacchetti turistici, ippovie e operatori altamente qualificati nel settore. In Italia attualmente sono circa 50.000 coloro che praticano costantemente viaggi a cavallo di più giorni e 220.00 fanno passeggiate a cavallo. E’ una forma di turismo che va bene per tutte le stagioni. Si crea così una destagionalizzazione del turismo che accoglie i turisti tutto l’anno: 51% tra giugno e settembre, 18% in primavera, 16% in inverno e 15% in autunno. Sono circa 8.000 i centri ippici registrati che operano in Italia e il 20% degli agriturismi e delle aziende agricole presenti nel territorio italiano si occupa di turismo equestre. Data la crescente domanda cresce il numero di centri, associazioni e agriturismi che si dedicano all’equitazione di campagna, tanto che vengono utilizzati circa 4.000 cavalli per accompagnare il grande numero di visitatori.

Di seguito la media mensile delle parole ricercate sul motore di ricerca Google80:

Parole cercate Quantità Cavallo 1.800.000 Ippovia 3.000 Escursioni a cavallo 2.900 Turismo equestre 1.900 Equitazione 200.000 Maneggio 150.000

Il turismo equestre coinvolge molte persone con esigenze e capacità di spesa diverse. Per questo motivo possiamo riconoscere tre diversi tipi di viaggiatori81.

1. «I viaggiatori a cavallo» che sono cavalieri di campagna esperti che lasciano i territori noti della loro zona e cercano esperienze forti e realtà ambientali diverse da quelle che caratterizzano i loro territori di origine. Sono cavalieri che vogliono passare tutta la vacanza in sella e sono sufficientemente in grado di percorrere anche itinerari non semplici. Hanno una buona capacità di spesa.

2. «I cavalieri» sono coloro che praticano l’equitazione ed hanno una buona preparazione tecnica. Generalmente si muovono in gruppi numerosi ed hanno una capacità di spesa abbastanza elevata. Sono attratti da offerte di alta qualità e prestano molta attenzione alla tipicità delle offerte e dei prodotti locali.

3. «Gli amanti dei cavalli» sono quelle persone che cercano nelle vacanze una rottura con l’ambiente urbano. E si indirizzano quindi a vacanze naturali a stretto contatto con l’ambiente, con i locali e con i cavalli di cui hanno una profonda passione. Sono cavalieri principianti e non, che scelgono di passare le loro vacanze in centri o agriturismi

imparando ad andare a cavallo e iniziando con le passeggiate possono poi con il tempo acquisire le capacità necessarie per mettersi in viaggio. Hanno una capacità di spesa media. Questo è il gruppo più rappresentativo, anche dal punto di vista numerico nel settore equestre. E sono coloro che crescono maggiormente di numero negli anni.

«L’età media dell’equi-turista è maggiore di 40 anni, con un reddito superiore ai 30.000,00 euro annui, con interessi naturali, tradizionali ed enogastronomici. E’ prevalentemente un turismo di gruppo che coinvolge nel 73% dei casi tra i 5 e i 10 partecipanti. I viaggi hanno una durata media di 3 giorni. Nella maggior parte dei casi il cavallo viene richiesto in loco.»82

Dal 1898 Verona ospita una delle fiere internazionali più importanti del mondo. Ogni anno, precisamente durante la prima settimana di Novembre, dal giovedì alla domenica, milioni di persone provenienti da diversi paesi si muovono verso Verona per partecipare ad una fiera del cavallo a 360°. Qui gli amanti dei cavalli possono trovare stand di prodotti da equitazione e mostre di cavalli di razza, gare internazionali come la Coppa del Mondo di Salto ad Ostacoli e la Coppa del Presidente che vede impegnate tutte le regione d’Italia, ognuna rappresentata da quattro cavalieri under 21scelti dai tecnici regionali federali. Gare di molteplici discipline americane, dimostrazioni del metodo naturale, spettacoli equestri, allevamenti e razze, degustazione e parate. Verona offre eventi e padiglioni per tutti i gusti e per tutti i diversi amanti dei cavalli.

Nel 2012 FieraVerona si è occupata di promuovere il Turismo Equestre dedicandogli un intero padiglione di 20.000 mq. Qui il turista entra in contatto e conosce le migliori proposte equituristiche, approfitta delle offerte che ci sono e dei pacchetti turistici. Sempre qui il turista può scegliere e prenotare

la sua vacanza. Fiera Verona presenta così uno spazio interattivo dove regioni, istituzioni, operatori turistici e guide mostrano ai visitatori, attraverso immagini e racconti, le migliori offerte ippoturistiche italiane. Gli obiettivi sono: la promozione del territorio, con una mappatura allevatoriale della penisola e delle offerte turistiche, valorizzando le eccellenze locali come la gastronomia e l’artigianato. Ed ampliare il ruolo del cavallo e avvicinare nuovi potenziali viaggiatori al mondo equestre .Tre sono le iniziative in programma offerte da FieraCavalli:

1. «La valigia in sella83». Uno spazio interattivo dove il turista incontra gli operatori equestri che operano nel settore turistico quali guide, operatori, agriturismi, federazioni, centri ippici, associazioni e così via. Qui il turista può trovare tutte le informazioni inerenti alle offerte e i viaggi equestri. Verona permette quindi di iniziare e avvicinare nuovi possibili clienti attraverso una visione totale dell’offerta turistica equestre italiana.

2. «Sapori di razza». Uno spazio situato all’esterno del padiglione, dove si possono vedere alcuni dei migliori artigiani e maestri culinari d’Italia. Le strutture sono dotate di aree dove sedersi e gustare i prodotti regionali tipici accompagnando le degustazioni dei clienti con canti popolari, ,musiche e spettacoli.

3. «Chef a briglie sciolte». E’ un ristorante che accoglie quattro dei migliori chef italiani. Qui la gente può gustare e provare esperienze enogastronomiche di alta qualità, e allo stesso tempo gustarsi molteplici spettacoli equestri

Nel 2010 è stato registrato un numero di 10,7 milioni di escursioni, per un indotto di 6,3 miliardi di euro e con una spesa media di 590 euro84. Fiera

Cavalli Verona continua a puntare sul binomio cavallo – territorio anche nel 2012, e registra una crescita in termini equituristici del 25%.85 In termini

economici, il turismo equestre muove nel nostro paese un giro di affari che supera i 900 milioni di euro. A livello internazionale l’equiturismo muove 30

milioni di equi-turisti in Europa con un ricavato che supera i 9 milioni di euro. Fieracavalli diventa strumento di promozione, pubblicizzazione e sviluppo del turismo equestre, portando ogni anno sempre più amanti dei cavalli a salire

in sella alla scoperta dei territorio.

Il progetto che prenderemo in esame si basa sul principio dello sviluppo integrato nel turismo rurale, che consiste nell’integrazione delle risorse locali e dello sviluppo delle relazioni tra attori locali e non locali, uniti per creare una strategia di sviluppo di un determinato territorio. Tale strategia è possibile attraverso dei processi di riorganizzazione del territorio e con la stretta collaborazione delle aziende agricole, per offrire al turista un maggior numero di attività ricreative ed una maggiore qualità dell’accoglienza e servizi offerti.86 «Il termine turismo rurale indica il turismo che viene praticato lontano sia dalle tradizionali mete balneari e montane, sia dalle città d’arte. Per molto tempo lo spazio rurale è stato un luogo turistico di second’ordine, utilizzato da coloro che avevano scarse capacità di spesa e che non potevano accedere ai luoghi turistici più desiderabili. In anni recenti è emersa una «nuova» popolazione turistica in ambito rurale, caratterizzata da maggiore capacità e propensione di spesa, maggiori aspettative nell’organizzazione del tempo libero, atteggiamento diretto a cogliere gli aspetti del tipico e dell’autentico dell’esperienza rurale (sia riguardo all’ambiente che alla cultura), richiesta di un maggiore comfort, durata più limitata del soggiorno ma con nomadismo entro la stessa area87.»

Il progetto dell’ippova delle Seimiglia prende il nome da Seimiglia: un agglomerato di 13 frazioni dell’entroterra di Camaiore, così nominate perché distanti sei miglia dal Gran Ducato di Lucca. Il progetto è nato dall’iniziativa di Claudio Barsuglia con la collaborazione di alcuni soci dell’associazione di Camaiore Il Cavallo e Noi che con l’ausilio delle varie A. Comunali che si

sono succedute alla guida dell’Ente, per prima cosa si è occupata di tutti quegli interventi di manutenzione come ripulire e segnalare le ippovie. L’obiettivo principale dell’associazione è quello di promuovere e valorizzare gli antichi sentieri che collegavano tra di loro le diverse realtà abitative88 di Camaiore. L’ippovia ha lo scopo di ricollegare ciò che in passato era stato collegato cercando di creare una collaborazione, e soprattutto una sinergia turistica tra chi fruisce del territorio e chi vive sul territorio stesso. Il progetto ha, inoltre, l’intento di incentivare un turismo diverso da quello del territorio che è prevalentemente di tipo marittimo. L’ippovia delle SeiMiglia permette al visitatore di conoscere anche l’entroterra di questo territorio, incentivandolo attraverso una giornata da passare a cavallo su percorsi facili anche per i meno esperti. L’ippovia permette al turista un viaggio che partendo da Camaiore va alla scoperta dei piccoli paesi circostanti e del loro patrimonio storico e culturale. Questi percorsi verranno pubblicati il prossimo anno da Claudio Barsuglia (responsabile per la FISE Toscana del turismo equestre) in una Guida Turistica specifica del territorio.

I costi:

E’ possibile pranzare dai 15,00 ai 20,00 €.

Un accompagnatore per una giornata di lavoro prende dai 30,00 ai 50,00 €. Il prezzo viene stabilito in base al numero dei partecipanti (che non può essere superiore di 10).

Per coloro che arrivano un giorno prima e che hanno bisogno di una sistemazione per sé e per il proprio cavallo, il prezzo per il pernottamento del cavallo è di 10,00 €. Mentre per quanto riguarda i turisti, il pernottamento in Hotel 3 stelle ha un costo che va dai 50/60 € al giorno (colazione e cena compresi nel prezzo).

Il programma89 proposto da Claudio Barsuglia è un percorso di una giornata adatto a tutti. L’itinerario è facile e alcuni dei tratti in pendenza possono essere evitati percorrendo strade alternative. Il percorso prevede diverse tratte ognuna provvista di posti-tappa e di abbeverate e fontane pubbliche. Il luogo di partenza è Camaiore (LU) ove ha sede l’Associazione il Cavallo e Noi.

Il primo tratto va da Camaiore a Pedona. Si può scegliere tra tre sentieri, con caratteristiche diverse, in base alle capacità dei partecipanti. Il primo sentiero passa dalla Via Salanetti ed è la strada più impegnativa a causa della sua pendenza. E’ un sentiero adatto a cavalieri esperti. Si percorre l’antica strada che collegava Camaiore a questo piccolo borgo passando attraverso una bella pineta. Il tempo di percorrenza a cavallo è di circa 15 minuti con un cavallo ben allenato oppure 50-60 minuti al passo. L’andatura al trotto non è consigliabile data l’elevata pendenza del terreno. Il secondo sentiero invece è la più facile delle tre opzioni. Passa dalla Via degli Antichi e attraversa una grande pineta dove è possibile vedere molti animali tra cui scoiattoli e poiane, uccelli rapaci appartenenti alla famiglia delle Aquile. E’ un sentiero di 2, 5 Km che impiega circa 40 minuti di tempo per arrivare a Pedona. Il terzo e ultimo sentiero passa dalla Via delle Capanne e offre un paesaggio ricco di uliveti, castagneti e attraverso una pineta ci si immette su strada asfaltata che in dieci minuti permette di raggiungere Pedana.

Il secondo tratto è percorribile in 40 minuti ed ha una lunghezza di 6,2 Km. Il sentiero arriva alla vetta di Montemagno dove è possibile ammirare lo splendido paesaggio circostante e i ruderi del vecchio castello di Montemagno. Da qui ci si dirige verso il mare passando su una strada bianca che costeggiata un bosco di querce e che permette di raggiunge il centro di Panicate.

Il terzo tratto passa dalle frazioni di Montignano e Fibbialla. Ha una lunghezza di 6,5 Km e una durata di circa un ora e trenta al passo, oppure un ora percorrendo alcune tratte al trotto. Il percorso presenta una piccola parte di strada asfaltata Da qui si imbocca una strada che prende il nome di Panoramica per Fibbialla dove il turista può prendersi del tempo per ammirare lo splendido panorama tipicamente mediterraneo, immergendosi poi nella piana Lucchese. Qui è previsto un servizio di ristoro presso il Ristorante da Dante che offre ai clienti prodotti tipici locali e piatti tradizionali. I cavalli potranno mangiare e riposarsi e così anche i cavalieri prima di intraprendere la quarta tappa del percorso.

Il quarto tratto ha una durata di circa 95 minuti se intrapresa al passo e di un’ora circa se percorsa anche per diversi tratti ad un andatura più elevata. Il percorso prevede dei tratti in salita e una volta arrivati in quota, il percorso attraversa un grande bosco di pini per arrivare nel centro del paese di Valpromaro subito dietro la chiesa risalente al XII secolo. Qui è possile fermarsi per riposarsi e per mangiare qualcosa e per dissetare i cavalli alle abbeverate.

Il quinto tratto si articola su 3 Km di sentieri e ha una durata di 40 minuti al passo e 30 al trotto (dove il terreno lo permette). Attraversando Valpromaro si passa dall’antica e celebre Via Francigena e si arriva alla frazione di Piazzano, famosa per la raffinata produzione di miele. Da qui in un ora di cammino si può raggiungere Lucca. Il percorso attraversa la strada Provinciale per Lucca e si inoltra in sentieri e per alcuni tratti anche su strada asfaltata. Poco dopo, camminando tra terre coltivate, si arriva alla frazione di Orbicciano dove è consigliabile vedere la chiesa di S. Lorenzo che risale al XII-XIII sec.

Il sesto tratto porta a Fibbiano. Il territorio è caratterizzato da terre fitte di vegetazione, di acacie. Il percorso costeggia questo ambiente e imbocca una strada costruita con l’antico sistema delle pietre a secco, adesso ricoperta dal muschio, tipico di questo luogo umido. Andando avanti è possibile vedere un insieme di case di sasso. All’interno del borgo di Fibbiano si può visitare la

chiesa dedicata a S. Francesco nel 1793. Il tratto ha una durata di circa un ora al passo e 50 minuti di passo alternato al trotto. Il percorso si articola su 2,5 Km di strada non asfaltata o in alternativa su 4,4 Km di strada asfaltata.

Il settimo tratto vede sempre di più la presenza di un ambiente pre-alpino. Continuando verso la frazione di Migliano, il percorso scende di quota e riabbraccia ambienti ricchi di uliveti e di coltivazioni. Da qui in alto, arrampicato sulla collina, è possibile vedere il paese di Migliano che verrà poi raggiunto in poco tempo. Il percorso ha una durata di circa 40 minuti al passo e 30 trottando dove è possibile.

L’ottavo tratto porta a quella che è la più bella frazione delle SeiMiglia: Gombitelli. Il paesino è immerso nelle colline verdi circostanti e passando attraverso Gombitelli è possibile vedere la chiesa paesana di S. Andrea fermandosi al Ristorante Cerù per uno spuntino a base di salumi e formaggi tipici di questa zona: i salumi del Cerù di Gombitelli. Questo tratto può essere percorso al passo in circa 40 minuti e se intervallato al trotto circa 30 minuti.

Il nono tratto porta a Nocchi. Sono circa 4 Km di percorso da fare al passo in 40 minuti. E’ sconsigliabile l’andatura al trotto. Infatti il percorso passa inizialmente sulla strada comunale (asfaltata) e in seguito ci sarà da condurre i cavalli su salite dove il terreno è liscio. In questo tratto sarebbe opportuno scendere da cavallo e condurlo da terra: in questo modo il cavallo può contare solo sul suo equilibrio senza che il peso e l’equilibrio del cavaliere gravi su di lui. Il percorso prevede una discesa molto ripida, anche questa consigliabile a piedi. Alla fine della discesa si rimonta in sella e si arriva in pochi minuti sopra al paesino di Nocchi. Sul percorso è possibile vedere mulini, frantoi e delle bellissime ville antiche ,che anticamente erano le residenze estive di alcuni nobili lucchesi. Alcune di queste ville sono oggi impiegate come alloggi per turisti. Da questo borgo passava già anticamente la Via Francigena, che di recente è stata ripulita e riaperta ai viaggiatori, ma si trova fuori da questo itinerario.

Il decimo tratto conduce il viaggiatore fino al paese di Pontemazzori. Anche qui il percorso presenta un piccolo passaggio su strada comunale asfaltata. Da qui il sentiero costeggia il fiume Lucese e poi il fiume di Camaiore che porterà alla destinazione finale. Il percorso porta alla chiesa di S. Andrea a Pontemazzori. Il tratto è breve: 1,5 Km di lunghezza percorribile in un quarto d’ora al passo.

L’undicesimo tratto va a Marignana. Ha una lunghezza di 1,9 Km che può essere percorso in 20 minuti di passo o in 10 di trotto. L’ambiente circostante permette l’andatura al trotto perché il terreno è piano, e il sentiero è immerso in una bellissima vegetazione ricca di acacie e di pini. Questo tratto è importante perché fino a non molti anni fa era percorso dai pellegrini il giorno dell’Ascensione, festa religiosa che si svolge a Pontemazzori ogni anno dopo Pasqua. Il percorso prosegue lungo il fiume Lucese che in pochissimo tempo permette di raggiungere e imboccare la strada comunale Camaiore-Marignana. Si prosegue in direzione Marignana per raggiungere l’ultima tappa. Il percorso non passa dal borgo di Marignana ma uscendo dal percorso in 30 minuti di strada asfaltata si può raggiungere.

Si arriva così all’ultimo tratto del viaggio. Il sentiero si immerge nell’ambiente circostante ricco di caseggiati e in 2 Km di cammino si rientra a Camaiore, all’associazione Il Cavallo e Noi . Per concludere al meglio l’itinerario riporto con immenso piacere il pensiero e le parole di Claudio Barsuglia:

«A questo punto siamo passati per antichi borghi ricchi di storia, attraverso colli dal paesaggio prealpino e collinette ricoperte dalla tipica vegetazione mediterranea; abbiamo guadato fiumi e ruscelli; abbiamo ammirato una natura variegata, capace di offrirci scorci panoramici indimenticabili. Oggi, tratti di questi antichi sentieri si sono fusi con strade più moderne, ma non sono comunque riusciti a cancellarne l’importanza, sia viaria che storica, testimoni di un tempo ormai passato. Percorreremo quest’ultimo tratto con il pensiero a ciò che abbiamo visto e conosciuto, magari con il rammarico che tra pochi istanti, quando scenderemo dal nostro cavallo o dalla nostra

bicicletta o mentre ci toglieremo le scarpe da viaggio, tutto ciò sarà finito … chissà, magari con la speranza di ritornarci appena possibile.»

Figura 8- Volantino programma SeiMiglia, di Claudio Barsuglia.

Il lavoro di ricerca svolto ha portato ad un’illustrazione e spiegazione del turismo equestre. Del ruolo che occupa a livello turistico. Com’è strutturato e quali sono i turisti e le figure professionali che insieme collaborano a creare quelli che sono i viaggi equestri Italiani. Il lavoro si concentra sulle caratteristiche dei sentieri che vengono usati dall’Equiturismo, sull’organizzazione del viaggio e sui servizi offerti sul territorio. E’ stata prestata una particolare attenzione alla Regione Toscana e ai suoi interventi e programmi di sviluppo integrato. In questo elaborato sono trattate le ippovie certificate toscane e gli itinerari che è possibile fare in questa regione. E’ presente inoltre un progetto (che uscirà a metà settembre 2013) dell’Associazione Il Cavallo e Noi. L’itinerario si divide in più parti e ha l’intento di valorizzare il territorio di Camaiore attraverso una giornata da passare a cavallo, in mountain bike o a piedi.

Dalla ricerca emerge che in Italia mancano agenzie specifiche di Turismo Equestre. Attraverso la creazione di agenzie specializzate sarebbe molto più facile far conoscere e presentare il turismo equestre a tutte quelle persone che cercano un’esperienza nuova e non omologata. Le agenzie collaborerebbero con le guide equestri,con le strutture ricettive e le federazioni interessate per creare pacchetti turistici.

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In riferimento all'introduzione del capitolo 1, di seguito sono riportate due tabelle riguardanti la monta inglese e la monta americana.

Nella tabella seguente sono elencate e spiegate le discipline olimpiche della monta Inglese o anche detta monta Italiana:

1. Concorso completo

Originariamente il Concorso Completo era riservato ai militari. Lo scopo era creare gare in cui ufficiali e cavalli potessero testare la propria preparazione per il loro ruolo. Inoltre dava la possibilità di confrontare cavalli e cavalieri di paesi diversi. Il Concorso Completo comprende tre discipline: il Dressage, il Cross Country e il Salto ad Ostacoli. I cavalieri di completo devono avere diverse capacità: eleganza ed armonia per la prova di Dressage. Forza, energia e contatto con la natura per la prova di Cross Country. Infine precisione, agilità e tecnica per la prova di Salto ad Ostacoli.

2. Salto ostacoli Il salto ostacoli intorno alla metà del Settecento durante le battute di caccia dove erano presenti molti ostacoli naturali. Il primo Concorso di Salto ad Ostacoli si svolse a Parigi nel 1900. Il Salto Ostacoli è un percorso dove cavallo e cavaliere hanno un percorso preciso da affrontare senza commettere errori in un periodo di tempo limitato. Ci sono diverse tipologie di gara: La gara a tempo dove vince chi fa meno errori in meno tempo. La gara a due manche: sono due prove dove il 25% dei partenti passa al secondo giro e quindi alla finale. La gara a fasi consecutive: I concorrenti che arrivano al numero 8 senza errori continuano il percorso, dal momento in

cui superano l’8 la gara diventa a tempo. Il tempo parte e i binomi svolgono la parte restante del percorso cercando di essere precisi e veloci. Vince chi finisce con zero errori la prima fase e esce dalla seconda senza errori e con il miglior tempo. Infine il derby dove i binomi galoppano veloci lungo un percorso con ostacoli semplici e di campagna, scendendo colline, affrontando sentieri obbligatori nell’acqua, e ostacoli ravvicinati. Vince chi finisce con meno errori e in minor tempo.

3. Dressage Il Dressage è una gara di allenamento che vede impegnati cavallo e cavaliere nell’esecuzione di figure e movimenti geometrici su un campo di forma rettangolare di 20x40 oppure 20x60. Cavallo e cavaliere eseguono una serie di figure alle diverse andature: passo, trotto, galoppo e aggiungendone altre intermedie come il passo riunito o esteso, trotto riunito, trotto sul posto, trotto medio, galoppo riunito, galoppo medio, cambi di galoppo e movimenti sulle diagonali del campo. Il tutto è accompagnato da una musica decisa dal cavaliere. Il dressage in poche parole è un ballo tra cavallo e cavaliere, una danza ritmata, dinamica e vivace oppure un lento romantico e pungente. Tutto dipende dalle emozioni che decidono di trasmetterci i binomi. I giudici agonistici sono quasi sempre tre a gara e assegnano ad ogni binomio un punteggi da 1 a 10 a seconda della padronanza dei mezzi e dell’armonia con cui cavallo e cavaliere affrontano le figure presentate a ritmo di musica.

4. Cross Country Il Cross Country consiste in una prova di velocità su terreno vario, superando una serie di ostacoli fissi,

che non cascano. Le altezze degli ostacoli variano a seconda dell’esperienza dei cavalieri e dei mezzi dei cavalli. Gli ostacoli che si trovano sul tracciato dovrebbero riproporre quella serie di ostacoli che normalmente si riscontrano in natura: tronchi, fossi, laghetti artificiali, salti in acqua. I percorsi di Cross Country sono molto più lunghi rispetto ad una gara di Salto ad Ostacoli e si svolge in ampi spazi all’aperto.

5. Endurance Nasce in America come rievocazione dei Pony Express, ovvero i pionieri della posta moderna. Il cavallo arabo è il protagonista insieme all’uomo di questa disciplina sportiva. Le competizioni si svolgono in un anello che varia dai 26 ai 30 Km circa. A seconda delle categorie l’anello verrà ripetuto una, due, tre, quattro o cinque volte. Presenti sempre le equipe veterinarie per queste gare che controllano costantemente le condizioni fisiche e controllano soprattutto che il battito cardiaco si mantenga entro un certo range, pena la squalifica. In queste competizioni vince chi conclude il percorso in minor tempo e mettendo sempre al primo posto il benessere del cavallo.

Nella tabella sottostante sono indicate le principali discipline olimpiche della monta all'americana:

1. Western dei cowboy americani

La monta western americana è composta da diverse discipline. Le più conosciute sono il Reining, il Cutting e il Team Penning. Il primo si basa su diversi Pattern (percorsi regolamentati) e dove il cavaliere deve dimostrare precisione e totale controllo del cavallo con gesti impercettibili. Il Pattern comprende cambi di galoppo al volo, spin (pivot di 360°) ,sliding stop (Fermate improvvise dove il posteriore del cavallo scivola sotto di sè), roll back (Pivot di 180°) e ampi cerchi a forte velocità e circoli più piccoli a velocità ridotta. Il Cutting invece ha un altro protagonista: la mandria. Cavallo e cavaliere dovranno con abilità separare un vitello dalla mandria. A quel punto il binomio cerca di tenere il vitello lontano dalla mandria per 2 minuti e mezzo. Ogni atteggiamento aggressivo del cavallo sul vitello comporta una penalità di 3 punti. Infine il Team Penning consiste in una gara a squadre sempre con la mandria. In due minuti e mezzo ogni squadra composta da 3 cavalieri deve tenere lontani dalla mandria 3 vitelli per la durata della competizione.

2. Vaquera dei gaucho argentini e degli spagnoli

La doma Vaquera ha origini antichissime e nasce in funzione del lavoro nei campi con il cavallo per il controllo dei tori allevati per le corride allo stato brado. Questa antica tradizione spagnola è diventata una disciplina che ne ha regolato i movimenti usati nel governo dei bovini. Oggi è una disciplina ufficialmente riconosciuta dalle federazioni equestri

nazionali di Italia e Spagna per i concorsi che si svolgono in questi due paesi.

3. Maremmana dei butteri maremmani

E’ una monta che nasce per lavorare con il bestiame e progettata per stare molte molte ore in sella. E’ una monta comoda e permette al corpo di muoversi bene. Il cavallo maremmano è un cavallo forte e abituato ad ogni condizione ambientale. E’ capace di percorrere diversi sentieri tra cui quelli franosi, tipici della zona, a sentieri in acqua e a saltare fossi e ostacoli naturali. E’ una monta forte e strettamente legata alla tradizione dei maremmani. E’ tuttavia poco conosciuta: esiste solo una cultura orale e non scritta. Nessuno di questi maremmani si è mai voluto cimentare nella diffusione di questa antica doma. Coloro che detenevano i segreti della doma maremmana non hanno voluto espandere il loro sapere o perdere il potere di Casta.