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ISTITUTO COMPRENSIVO DI PIETRAMELARA Progetto di educazione all’affettività- solidarietà-inclusione e relazioni interpersonali: ”………Prevenire il disagio……………….. promuonendo il Ben-essere tra i banchi di scuola…..” “Nel Ben-essere della classe…. tutti insieme………come una famiglia nuova…”

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI PIETRAMELARA

Progetto di educazione all’affettività-solidarietà-inclusione e relazioni

interpersonali:”………Prevenire il disagio………………..

promuonendo il Ben-essere tra i banchi di scuola…..”

“Nel Ben-essere della classe….tutti insieme………come una famiglia nuova…”

Anno Scolastico 2016/2017

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Premessa

La scuola è e rappresenta per eccellenza il luogo in cui tutti gli studenti sperimentano diversi processi di apprendimento ed hanno la possibilità di vivere molteplici opportunità di crescita emotiva ed intellettuale, acquisendo consapevolezza critica e senso di responsabilità. Ogni alunno, entra nella scuola con una propria cultura ed un proprio vissuto, fatto di legami affettivi ed emotivi e di relazioni, di intrecci cognitivi, di esperienze, di storie. Nel gruppo, ogni alunno riconosce parte di sé, negli altri sperimenta la presenza della diversità in genere, di temperamento, di carattere, di provenienza da culture diverse e di abilità diverse dalle proprie. Ma sempre nell’ambito scolastico gli alunni si misurano anche continuamente con i gradi di difficoltà, la fatica, gli errori e i momentanei insuccessi che emergono nel raggiungimento dei loro obiettivi.

Lo scopo della scuola è quello di aiutare tutti gli alunni indistintamente, a fare in modo che ognuno costruisca il proprio progetto di vita, pianificando percorsi personalizzati pensati ed agiti per guidarli a conoscere, sperimentare ed educarli ad aprirsi a nuove esperienze formative.

Lo scopo fondamentale che la scuola si propone nella sua funzione di progettazione, è proprio quello di creare situazioni e contesti di apprendimento adeguati, improntati in un clima di “Ben-essere”, nell’intento di stimolare l’alunno al meglio, tenendo conto delle molteplici sfaccettature della sua personalità e dei suoi diversi livelli di capacità, per trasformarli in vere e proprie “competenze”. Nell’esperienza del vivere a scuola, entrano in gioco tutte le dimensioni del ben-essere, non solo per gli studenti ma anche per tutti coloro che operano quotidianamente all’interno di essa.

Ed è in tale ottica del “Ben-essere” che si incentra lo sviluppo globale dell’alunno, nell’intento di promuovere in lui, capacità collaborative, partecipative, facendo in modo che egli agisca in modo sempre più autonomo e responsabile.

Ma la base sostanziale per consentire lo sviluppo globale dell’alunno e la realizzazione dei processi di integrazione validi all’interno della scuola è: creare un clima relazionale positivo, volto all’accoglienza delle diversità dei singoli alunni, alla valorizzazione delle risorse, allo scambio di emozioni, al rispetto di se stessi e degli altri.

Anche e soprattutto, là dove emergono, la gestione dei conflitti, deve essere regolata dagli insegnanti in modo tale che questi diventino motivo di crescita e confronto, anche quando si incontrano situazioni difficili. L’apertura al dialogo tra colleghi ed il lavoro di team, all’interno del quale tutti i docenti devono rivestire un ruolo paritario, deve essere considerato un elemento fondamentale per determinare quel clima relazionale positivo nel quale gli alunni vivono l’esperienza scolastica.

Subentrano qui le principali doti degli insegnanti: la versatilità, intendendo con ciò la capacità di adattarsi ed adattare le proprie competenze e le metodologie didattiche, a seconda dei bisogni speciali degli alunni che necessitano di tale supporto. Partendo dal presupposto che nessun alunno è uguale ad un altro, lo scopo dell’insegnante, è quello di avvicinarsi il più possibile allo stile cognitivo di tutti gli alunni, anche e soprattutto di coloro che si trovano in difficoltà, di rilevarne risorse e potenzialità, di riconoscerne i limiti e di strutturare una didattica ad hoc che permetta all’alunno di sviluppare tutte le abilità personali, cognitive e sociali per vivere la propria vita nel massimo di autonomia possibile.

Per poter creare tali condizioni tutti gli insegnanti, devono saper osservare e valutare l’ambiente , la classe, le relazioni e le modalità d’interazione. In un ambiente sereno,

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equilibrato ed emotivamente rassicurante dove c’è “Ben-essere” nel senso pieno della parola, il processo di integrazione si sviluppa più facilmente. Con il termine integrazione intendiamo generalmente l’integrazione di di tutti i componenti del gruppo classe inclusi gli alunni diversamente abili, i D.S.A. e i BES.

Con tali propositi, si cercherà con questo “Progetto” di cercare di promuovere delle attività specifiche e delle strategie in alcuni momenti dell’anno, nell’intento di rimuovere possibili ostacoli che possano intaccare o rallentare lo sviluppo globale dell’alunno.

Contemporaneamente, vengono promossi sempre sullo sviluppo della tematica della “Solidarietà” in cui il progetto si snoda, altre attività extra-progettuali : “Un mondo di diritti”, “Il valore della famiglia : la festa dei nonni, la festa del papà e la festa della mamma, “Il Natale”, “Il giorno della Memoria”, “Il mio amico: albero”.

Finalità- Favorire il percorso evolutivo e formativo globale.

- Sviluppare i rapporti interpersonali e quindi: la capacità di condividere, aiutare e cooperare.

- Favorire atteggiamenti positivi e di solidarietà verso l’altro.

- Favorire l’autonomia, la capacità critica, la consapevolezza e la responsabilità degli alunni nell’ambito dell’educazione alla convivenza civile.

- Individuare gli strumenti utili a far passare informazioni su eventuali disagi sociali sulle capacità.

- Familiarizzare con docenti, alunni ed ambienti nuovi.

- Prevenire il disagio.

- Ridurre l’insuccesso scolastico e promuovere lo sviluppo delle eccellenze nel tempo e nello spazio laboratoriale.

- Sostenere il ruolo generatoriale.

- Facilitare la comunicazione e confermare l’autostima nelle relazioni.

Obiettivi- Incoraggiare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, l’accettazione dei propri limiti e lo sviluppo di un’immagine positiva di sé, anche attraverso l’acquisizione di una maggiore autonomia e capacità di autovalutazione;

- Promuovere il rispetto degli altri, dell’ambiente e delle regole;

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- Promuovere l’aggregazione e l’assunzione di punti di vista superando pregiudizi;

- Incoraggiare l’assunzione di responsabilità e lo sviluppo di un pensiero autonomo;

- Rispettare e vivere l’ambiente per una migliore qualità della vita;

- Promuovere la cultura della legalità ed educare alla cittadinanza attiva;

- Sviluppare la capacità di gestire i conflitti e i contrasti, rispettando le regole;

- Prevenire e contrastare il bullismo e la violenza dentro e fuori la scuola;

- Sviluppare la capacità di lavorare in gruppo per costruire un clima relazionale positivo, improntato alla collaborazione, al dialogo, al rispetto e all’aiuto reciproco, perseguendo intenzionalmente l’obiettivo di far evolvere la classe verso un vero e proprio “gruppo”;

- Sollecitare il ruolo attivo degli alunni, coinvolgendoli personalmente e valorizzando le loro esperienze e conoscenze;

- Potenziare le life skills, ovvero quelle “abilità di vita”, o “per la vita”, che ci permettono di acquisire un comportamento versatile e positivo, efficace nei confronti delle sfide. Si tratta di abilità richieste nella vita di ogni giorno (come ad esempio, il gestire lo stress e l’emozione di un insuccesso, lo sviluppare la consapevolezza di sé, il comprendere le emozioni e le difficoltà, il costruire relazioni positive con insegnanti e compagni) nelle quali rientri, l’aiuto reciproco,il saper chiedere una mano nella difficoltà, migliorare il proprio rendimento, orientare il proprio studio in modo più produttivo;

- Intervenire sul disagio degli studenti, rimuovere gli ostacoli che si frappongono al loro sereno inserimento nella vita sociale e nel sistema formativo;

- Promuovere un atteggiamento positivo nei confronti dell’apprendimento.

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METODOLOGIA E TECNICHE

La metodologia utilizzata è quella di creare una situazione di “dialogo” e di “confronto” che prenda le mosse dall’esperienza degli alunni (ciò che vivono a scuola e ciò che vorrebbero vivere) per condividerlo, analizzarlo e ricostruirlo. Questo tipo di esperienza dovrebbe riuscire a valorizzare lo studente nella sua interezza e a stimolarne una crescita tanto cognitiva quanto emozionale. I discenti sperimenteranno il valore della riflessione e della presa di coscienza della propria realtà (consapevolezza), attueranno sani processi di identificazione e autonomia (autostima), impareranno a lavorare in gruppo seguendo delle regole condivise.

In particolare la metodologia utilizzata:

-sarà una metodologia ‘attiva’, in cui i partecipanti saranno sollecitati a sperimentarsi con i loro punti di vista e i loro vissuti;-valorizzerà la persona nella sua unicità e centralità;-favorirà una comunicazione autentica, attraverso l’ascolto empatico e non giudicante;-promuoverà lo sviluppo della consapevolezza;-considererà centrale l’esperienzialità: perchè non basta ’sapere’ le cose, bisogna anche ‘saperle fare’: integrerà le conoscenze alle competenze;

-favorirà un clima di cooperazione e di gioco; -valorizzerà il gruppo come importante risorsa: contenitore, confronto, stimolo alla riflessione e al cambiamento…; -considererà il ‘conduttore’ come un facilitatore, il cui compito non sarà insegnare o dare consigli, quanto piuttosto favorire il processo di consapevolezza e di crescita del singolo e del gruppo.

Nei diversi percorsi si adotteranno molteplici tecniche quali:

giochi-esercizi, role-play , circle-time e simulazione di situazioni reali; ascolto attivo e focus group (gruppo di riflessione sui vissuti); tecniche espressive (disegno, scrittura creativa…).

Durante le attività proposte si cercherà di favorire soprattutto lo sviluppo e l’incremento di:

- autostima: attraverso attività nelle quali gli studenti si potranno confrontare con l’immagine che hanno di sé e delle loro capacità, con la fiducia che ripongono in esse e nella possibilità di agire sull’ambiente che li circonda;

- capacità di interazione sociale: la maggior parte delle attività proposte avranno lo scopo di favorire la costruzione di rapporti sociali fondati sulla cooperazione e il rispetto, su atteggiamenti di tolleranza ed elasticità, sia con i coetanei che con gli adulti.

GRIGLIA DI PROGETTAZIONE DEL PERCORSO DI :

“Educazione all’affettività ed al benessere…”.

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Classi coinvolte Tutte le classi dell’Istituto: dalla scuola dell’Infanzia, alla Primaria alla Scuola Secondaria di primo grado.

Team docenti Tutti i docenti delle classi dell’intero istituto: dalla scuola dell’Infanzia, alla Primaria alla Scuola Secondaria di primo grado.

Natura del ProgettoCreare situazioni di confronto e riflessione, di gruppo ed individuali, sul tema dell’affettività.

Tempi di svolgimento 1 incontro al mese (2 ore circa) nei mesi di:- dicembre – gennaio- febbraio-marzo- 2 incontri nel mese di maggio. (Totale incontri: 6 (12 ore circa)

N. B. Le altre tematiche extra- curriculari del progetto, cadranno nelle date specifiche di ricorrenza degli eventi.

Modalità di svolgimentoProposta di un tema per ogni incontro.-Incontri di discussione

Riflessione seduti in cerchio nella classe.Attività pratiche sul tema all’interno della classe.Riflessioni conclusive per ogni

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incontro.Compilazione di un diario personale che raccolga le testimonianze.

Individuazione degli obiettivi- Riflettere sul tema

dell’affettività.

- Sperimentare situazioni di confronto e dialogo.

-Esprimere i propri pensieri su un determinato argomento.

-Favorire le capacità dialogiche e

di empatia.

-Rispettare il pensiero dell’altro.

- Rispettare turni di conversazione autogestiti.

-Mitigare le situazioni conflittuali.

-Sperimentare forme di autocritica.

-Ascoltare se stessi e gli altri.

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-Valorizzare le differenze.

-Stabilire relazioni positive.

-Valorizzare le caratteristiche peculiari di ciascuno.

-Raccontarsi in gruppo.

-Limitare il senso di disagio o imbarazzo nel dialogo collettivo.

-Imparare forme nuove di confronto.

-Affrontare momenti di forte emotività.

-Superare gli stereotipi che si creano all’interno del gruppo classe.

-Trovare aspetti in comune con altri alunni.

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Organizzazioni fasi del progetto.

La solidarietà. 6/12/2016

Primo incontro, tema : “Dono”. Presentazione del progetto ai bambini, delle modalità e dei tempi di

svolgimento.

Attività in cerchio in aula: alunni e docenti si siedono in cerchio simulando un “Circle-time”.

Viene letta una favola sul tema della solidarietà:di Gianni Rodari, “La vecchina del presepe”.

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La vecchina abitava da anni (duecento? trecento?) sulla montagna più alta del presepe. Il presepe era quello che sta a Roma, presso la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, tra le rovine

dei Fori Imperiali ed è uno dei più belli del mondo, con montagne, burroni, castelli, villaggi, palazzi, ponti, ovili, osterie, negozi, e migliaia di finestre aperte e dentro si vede la gente

vivere. Ma la gente vive per lo più nelle strade, come a Napoli: centinaia e centinaia di figurine che

vivono, comprano e vendono pesci, prosciutti, fichisecchi, castagne, caciotte. E scale, scalette, scalinatelle: tutto un labirinto festoso su cui scendono gli angeli a grappoli dal

soffitto, e un lungo corteo di mori, cammelli, cavalli accompagna i Re Magi, e bambini accorrono incuriositi, ragazze ballano la tarantella per far onore agli ospiti, si mesce il vino, si

drizzano tende ricche come regge. Sulla collina più alta, nella casa più povera del villaggio, abitava la vecchina, e anche lei, la

notte di Natale, si annodò in testa il fazzoletto più bello. Preparò un fagotello di pomodori seccati al sole da portare in dono, e si incamminò a piccoli

vecchi passi giù per un sentiero ripido, rotto ogni tanto da un mazzetto di gradini. Piano, piano, andava più piano di tutti. Ben presto la superò un gruppo di giovani, e in mezzo a loro ce n’era

uno che suonava la fisarmonica. «Coraggio, nonnetta!» la salutarono. 

«Non é il coraggio che manca», rispose, fermandosi a guardarli «Andate, andate, belli di mamma vostra.» 

Ma quelli erano già arrivati in fondo alla valle, come una allegra valanga. Un vecchio che fumava la pipa sotto il portico di casa la chiamò: 

«Ce la farete ancora? E’ lunga la strada.» «Ce la farò, ce la farò. Sarò l’ultima, ma alla mia età non é vergogna.» 

La vecchina sospirò, ma seguitò a camminare. Non aveva tempo da perdere. E giù, e giù per sentieri e scale, e su, e su per scale e sentieri. Doveva passare ancora le montagne prima di

giungere alla pianura. Poi bisognava attraversare la pianura e ricominciare a salire per un bel tratto, dentro e fuori dai

paesi aggrappati alla strada. Ora c’era sempre più gente, per i sentieri, e dalle case ne usciva dell’altra. Donne dai balconi

gridavano: «Aspettatemi.» Dalle finestre aperte la vita delle case si rovesciava fuori con luci, suoni e colori. La vecchina

vide una ragazza che toglieva dal baule uno scialle prezioso. 

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«Ecco,» mormorò con un pochino di invidia «lo scialle della dote. Io non porto che questi pomodori seccati. Com’é triste esser poveri, qualche volta, quando non si possono fare bei

regali.» Passò accanto a una casupola delle più meschine. Fuori dell’uscio una donna lavava dei panni

in un mastello. «Che cosa fate, sposa?» borbottò la vecchina «Il bucato la notte di Natale?» 

La donna alzò gli occhi dal suo lavoro. Erano rossi e gonfi. «Mio marito é malato, bisogna che guadagni io qualcosa.» 

«Non sentite che i vostri bambini piangono?» «Li sento si. Vogliono andare con gli altri alla grotta. Ma io non ho tempo di vestirli, ecco perché

piangono.» «Siete proprio un pulcino nella stoppa, non sapete cavarvela,» borbottò la vecchina. 

Entrò in casa, diede un’occhiata al malato e gli cambiò l’acqua nella caraffa, poi vestì i bambini, con gesti ruvidi e precisi, senza cessare di rimproverarli meccanicamente. Quelli non badavano ai rimproveri: sentivano le sue mani buone e svelte, si lasciarono vestire in fretta, si lasciarono strofinare la faccia con un asciugamano bagnato, ma quando furono pronti schizzarono via con

uno strido acuto; come rondini. «Ti fanno perdere tempo, ma mica ti dicono grazie,» borbottò la vecchina riprendendo il cammino. Ora poi cominciava a sentire appetito. Avrebbe chiesto volentieri qualcosa alla pastora che filava, con un gatto in grembo, alle donne che recavano in equilibrio sul capo grandi ceste colme di verdura, di ciambelle fatte in casa, di frutti profumati. Ma era troppo

orgogliosa per farlo. Per fortuna un contadino che zappava, e la vide avanzare, già un poco vacillante, spiccò un

arancio da un ramo e glielo offrì. «Bravo,» gli disse la vecchina «pare che vi abbiano messo qui apposta per questo. Avevo

giusto sete.» Disse “sete”, non “fame”, perché non le piaceva far sapere agli altri le sue cose, e non voleva essere compatita.

«Ma vi pare la notte adatta per starvene a zappettare?» domandò poi. Voi che avete le gambe buone…» «Avrò presto finito. Coglierò un cestello di arance e mi avvierò. Volete scommettere

che vi raggiungo prima del paese?» In paese la bottega del fornaio era aperta, la bocca del forno rossa di fuoco e il pane fresco

profumava la notte. La vecchina guardò da un’altra parte. Prigioniera del suo seggiolone, una puppetta grassa,

rosea e lacrimosa strillava a più non posso, tuffando una mano rabbiosa nel piatto di spaghetti che le stava davanti. 

«E tu che hai?» domandò la vecchina «Non ti piace la pappa? Su, su che é buona.» Ma la bambina non si chetava e non voleva mangiare. Finalmente la vecchina scoprì che le era

caduta per terra una bambola di stracci: gliela raccolse e la bambina sorrise. «Su,» disse la vecchina, arrotolando uno spaghetto intorno alla forchetta «mangia. Ah, am. Quant’é buono…

E la tua mamma? Le tue sorelle? Tutte a vedere il corteo dei Magi, scommetto. E te, ti lasciano qui sola come un’orfanella.

Mangia con la nonnina, su. Ecco, brava, brava.» La bambina, mangiando, farfugliava il suo linguaggio di sillabe sperdute, di mugolii ed

esclamazioni senza significato: «Baa… beee…. gnioooo… Uhhh!» La vecchina cominciò anche a parlare a quel modo, e intanto i minuti passavano, e passava la

gente, sorridendo. Passò uno zampognaro, seguito da un codazzo di ragazzi. Passò quel contadino di prima, col suo cestello di arance. Solo quando il piatto fu vuoto la vecchina si

riscosse, si guardò intorno, si rialzò. «Piccerella mia, bisogna che me ne vada, altrimenti non arriverò in tempo. Vedi laggiù, quel

chiarore? E’ la cometa che sta per spuntare. » «Biaooo… booo» rispose la pupa. «Stai buona, si? Presto tornerà la tua mamma» 

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Ora la folla era un fiume variopinto e chiassoso, risuonava di grida, di pifferi, di nacchere e la vecchina era quasi al centro del presepe, e la luce della stella saliva in cielo come un incendio

di buon augurio, e per un po’ la vecchina fu presa a braccetto da un gruppo di ragazze che cantavano e camminavano a passo di danza, e questo le fece mancare il respiro. Dovette

proprio sedersi un momento a riposare, sulla panca di una osteria campestre, ma non accettò il bicchiere di vino che l’oste le offriva, per paura che le mettesse il capogiro, bevve solo un po’

d’acqua. La gente passava. Era passata. Appena qualche ritardatario allungava il passo. Ecco, più

nessuno. «Arriverò ultima anche quest’anno» sospirò la vecchina «e di lontano vedrò ben poco si sa. Le

mie povere gambe mi fanno male come se me le avessero battute. Si fece coraggio, a passi sempre più brevi e incerti, e ogni tre passi doveva fermarsi un attimo

perché il cuore si calmasse. I rumori e luci della gran festa erano come una nuvola che si allontanava. Le pause di silenzio erano sempre più lunghe e distese. In uno di quei silenzi udì «di nuovo! ancora» il pianto di un bambino. «Povero piccolo,» mormorò la vecchina «in una notte come questa, davvero, non ci dovrebbe essere al mondo un solo bambino che piange.

No, no: in tutto il mondo non dovrebbe piangere nessuno. Ma tu dove sei, piccolo povero fantolino? Dove sei, bello di mamma tua?» Il pianto veniva da una capanna posta a pochi metri dalla strada. C’era una siepe, intorno, ma così cadente che la vecchina non ebbe difficoltà ad

attraversarla. La capanna era tutta buia, il pianto veniva di là. «Eccomi, eccomi,» sussurrava la vecchina, «eccomi, sono qui. Entrò nella capanna e proprio in quel momento per fortuna, la cometa superò l’ultima montagna, e illuminò tutto il cielo e al chiarore che penetrava dalla

porta la vecchina vide il pagliericcio, la giovane donna che vi stava distesa con gli occhi chiusi, come svenuta, e il piccolo tutto nudo che giaceva accanto e piangeva. 

«Ma tu hai freddo, ecco che cos’hai» esclamò la vecchina con la sua voce più dolce. E sempre parlando tra sé la vecchina si muoveva per la capanna, trovava le povere fasce

preparate per il neonato, e lo avvolgeva. A un tratto «Grazie» senti dire con un filo di respiro. Si voltò, e vide che la giovane madre era tornata in sé. Era troppo debole per muoversi e per

parlare, ma i suoi occhi riconoscenti dicevano tante cose. «Brava, brava,» disse la vecchina. E intanto accendeva il fuoco; metteva un po’ di acqua a

bollire e il fuoco rischiarava la capanna come una piccola, capricciosa cometa che giocava con le ombre. E poi venne l’alba, piano piano grigia, poi bianca e dorata. La madre e il bambino

dormivano. La vecchina dormiva su una sedia, col mento sulla mano. E quando si svegliò era tornato il padre e la notte di Natale era passata, e la vecchina non era arrivata fino alla grotta, perché tutti quei bambini le avevano fatto perdere tempo, ma era contenta e serena, anche se

non aveva visto i Re Magi, gli angeli lontano lontano; sopra un mare di teste, la grotta. Così lasciò quei pomodori seccati sul tavolo e si mise sulla via del ritorno, un passo dopo l’altro, nel silenzio del grande presepe addormentato, su su, in cima ai sentieri, ai tetti, alle scale, alle

scalinatelle, fino a casa sua; che era la più vicina alle stelle”.

Viene commentata una poesia sulla tematica del “Dono” e della “Solidarietà” ispirandoci all’autore “Gianni Rodari”.

RIVOLUZIONE

Ho visto una formica

in un giorno freddo e triste

donare alla cicala

metà delle sue provviste.

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Tutto cambia: le nuvole,

le favole, le persone …

La formica si fa generosa …

E’  una rivoluzione.

Gianni Rodari

Voglio fare un regalo alla Befana, di Gianni Rodari

La Befana, cara vecchietta, va all’antica, senza fretta.

Non prende mica l’aeroplano per volare dal monte al piano,

si fida soltanto, la cara vecchina, della sua scopa di saggina:

è così che poi succede che la Befana... non si vede!

Ha fatto tardi fra i nuvoloni, e molti restano senza doni!

Io quasi, nel mio buon cuore, vorrei regalarle un micromotore,

perché arrivi dappertutto col tempo bello o col tempo brutto...

Un po’ di progresso e di velocità per dare a tutti la felicità!

L’insegnante propone il tema del “Dono” ed invita ogni alunno ad esprimere cosa intende con tale termine.

Gli alunni prendono la parola uno alla volta cercando di autogestire gli interventi senza alzare la mano per parlare. Successivamente viene richiesto agli alunni di raccontare il dono più importante che vorrebbero ricevere.

L’insegnante riassume gli elementi emersi nel confronto.

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Attività in classe: vengono distribuiti ai bambini tre cartoncini sui quali scriveranno tre doni che vorrebbero offrire a qualcuno. Riflessione conclusiva: ognuno esprime le proprie impressioni.

-I punti di forza e di debolezza degli alunni della classe:

-Quando ti senti solidale con gli altri?

-Racconta una tua esperienza,nella quale hai donato agli altri qualcosa di tuo.

L’importanza di dire : “Grazie”……….

Proposta di lettura per riflettere sulla importanza di dire : “Grazie”……….

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La tematica della solidarietà in merito al tema del dono, si snoda anche in altre attività extra-progettuali che arricchiranno il nostro PTOF.

“ Il Natale” In ogni plesso dell’Istituto, in ogni classe, sarà sviluppato il tema del “Natale” ed il suo

significato;

Saranno focalizzati i vari momenti di preparazione a scuola in attesa del “Natale” : la poesia sul “Natale”, i biglietti augurali, rappresentazioni varie, letture inerenti, la letterina a “Gesù Bambino”, propositi positivi in merito al tema della solidarietà, l’addobbo dell’aula e dei corridoi, preparazione dei canti.

. Il pellerossa nel Presepe

zoom

Il pellerossa con e piume in testae con l’ascia di guerra in pugno stretta,

come è finito tra le statuinedel presepe, pastori e pecorine,

e l’asinello, e i Magi sul cammello,e le stelle ben disposte,

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e la vecchina delle caldarroste?Non è il tuo posto , via, Toro Seduto:

torna presto da dove sei venuto.Ma l’indiano non sente.

O fa l’indiano.Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?O darà noia agli angeli di gesso?

Forse è venuto fin quaha fatto tanto viaggio,

perché ha sentito il messaggio:pace agli uomini di buona volontà

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UN LUNGO VIAGGIO (Gianni Rodari) 

UN LUNGO VIAGGIO VOGLIO FARE, I BIMBI DEL MONDO ANDRO’ A TROVARE. 

AD UNO AD UNO LI VOGLIO VEDERE, PER SAPERE 

COME STANNO, CHE FANNO, SE VANNO A SCUOLA O NON CI VANNO, 

SE UNA MAMMA CE L'HANNO SE HANNO UN PAPA’ CHE VA A LAVORARE E ALMENO UNA SORELLINA PER GIOCARE. 

VOGLIO SAPERE CHI RIMBOCCA LE COPERTE DEI LORO LETTINI, 

CHI LI SGRIDA SE I DITINI SI METTONO IN BOCCA, 

SE C'E’ CHI PETTINA I LORO CAPELLI CON IL PETTINE BAGNATO 

E SE E’ STATO RATTOPPATO LO STRAPPO NEI CALZONCINI BELLI. 

VOGLIO ESSERE SICURO CHE NESSUNO ABBIA PAURA QUAND'E’ SCURO 

CHE ABBIANO TUTTI VICINO AL CUSCINO UN BEL SOGNO DA SOGNARE, 

E UNA NONNA CHE LI TIENE PER MANO E L'UOMO NERO FA STARE LONTANO. 

E DIRO’ LORO: "BUONGIORNO, BAMBINI, BIANCHI, GIALLI, MORETTINI, 

BIMBI DI ROMA E DI SANTA FE’, COLOR DI LATTE O DEL CAFFE’, 

BIMBI RIDENTI DI MOSCA E PECHINO, O POVERI FIORI FALCIATI 

NEL PAESE DEL FRESCO MATTINO BIMBI DAL CIUFFO NERO O BIONDO 

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BUONGIORNO A TUTTI I BAMBINI DEL MONDO".

GLI ESQUIMESI(Gianni Rodari)

STRANA GENTE, GLI ESQUIMESI:SONO DI GHIACCIO I LORO PAESI;

DI GHIACCIO PIAZZE, STRADE E STRADETTE,SONO DI GHIACCIO LE CASETTE;

IL SOFFITTO E IL PAVIMENTOSONO DI GHIACCIO, NON DI CEMENTO.

PERFINO IL LETTO E’ DI BUON GHIACCIO,TAGLIATO E SQUADRATO COL COLTELLACCIO.

ED E’ DI GHIACCIO, ALMENO PARE,ANCHE LA PIETRA FOCOLARE.

DI NON-GHIACCIO C'E’ UNA COSA,LA PIU’ SEGRETA, LA PIU’ PREZIOSA: 

IL CUORE DEGLI UOMINI CHE BASTA DA SOLOA SCALDARE PERFINO IL POLO.

L’incontro del sindaco e del suo staff, da parte dell’ente comunale per elargire gli auguri agli alunni.

L’incontro con “Babbo Natale” ed il simbolo del dono: “un panettoncino”.

Rassegna di canti intorno al presepe ed all’albero di “Natale” allestito a pianterreno, nell’atrio della scuola (quest’anno per la Scuola Primaria di Pietramelara la scuola nuova).

I momenti più significativi delle varie attività saranno riportati o sul giornale dell’Istituto, o

sull’archivio on line dell’IC-Pietramelara .

* Secondo incontro: tema”La Memoria”

La tematica della solidarietà si snoda anche in altre attività extra-progettuali che arricchiranno il nostro PTOF.

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* 27/1/2017

In occasione della commemorazione della giornata della memoria del 27 gennaio si rifletterà sul tema della “memoria”.

_ Visione da parte degli alunni delle classi quarte e quinte delle scuole primarie e delle classi dell’Istituto secondario di primo grado del filmato : “Il diario di Anna Frank” – Rai- Storia, www.raistoria.rai.it articoli-programma, oppure :“La storia di Anna Frank” in italiano, parte 1/21- You Tube , https://www.youtube.com watch, o di qualche altro film che è incentrato sulla tematica della “Shoah”.

Attività in cerchio nell’aula: i bambini e l’insegnante si siedono in cerchio. L’insegnante propone il tema e invita ogni alunno a esprimere cosa intende con il termine “memoria”.Gli alunni prendono parola uno alla volta cercando di autogestire gli interventi senza alzare la mano per parlare. Successivamente viene richiesto agli alunni di raccontare il ricordo più bello della loro vita. L’insegnante riassume gli elementi emersi nel confronto. Gli alunni si presentano indicando anche il giorno e il luogo della loro nascita, primo tassello della memoria personale. Attività in classe: viene distribuito ai bambini un cartoncino sul quale scriveranno il ricordo più bello o importante della loro vita. Riflessione conclusiva: ognuno esprime le proprie impressioni.

- Attività libere diversificate in merito, per ordine di scuola.

Terzo incontro: tema”Io mi conosco”.Metti in gioco le tue emozioni e libera il tuo pensiero creativo: Individuazione di alcune fasi nelle quali costruire i percorsi didattici:

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PRIMA FASE: OSSERVAZIONE-ASCOLTO E CONOSCO LE MIE EMOZIONI.

SECONDA FASE: ESPRESSIONE-RICONOSCO ED ESPRIMO LE MIE EMOZIONI.

TERZA FASE: COMUNICAZIONE- IMPARO A GESTIRE LE MIE EMOZIONI PER STARE MEGLIO CON ME STESSO E CON GLI ALTRI.

27/2/2017

Le emozioni costruiscono esperienze e vissuti che influenzano la capacità di reagire alle situazioni di vita e di entrare in contatto con gli altri. Spesso il bambino si trova a vivere emozioni molteplici che lo possono confondere, disorientare, entusiasmare. Aiutarlo a conoscerle, riconoscerle e gestirle è fondamentale per uno sviluppo equilibrato della personalità. L’educazione affettiva-relazionale è perciò lo strumento adeguato per raggiungere questi obiettivi.

Attività in cerchio nell’aula: i bambini e l’insegnante si siedono in cerchio.

L’insegnante propone il tema e invita ogni alunno a presentarsi indicando aggettivi e caratteristiche che lo distinguono. Gli alunni prendono parola uno alla

volta cercando di autogestire gli interventi .

Successivamente l’insegnante conduce un gioco di collegamenti tra bambini che hanno aggettivi o caratteristiche in comune. Il cerchio si disgrega e prende forma una catena alla quale i bambini sono collegati in maniera non uniforme. L’insegnante invita poi gli alunni alla riflessione sulle differenze che se in un modo ci dividono rendendoci speciali, nell’altro ci uniscono rendendoci simili : ( “ Io sono felice perché…….,….Sono triste perché…….,,,,,,, Io spesso sono rabbioso, perché…….., ……..Ho paura di…………..

IL TERMOMETRO DELLE EMOZIONI

Conoscere le emozioni fondamentali: rabbia, paura, felicità e tristezza.2. Individuare un continuum di espressività delle emozioni.3. Descrivere le emozioni e la loro intensità associandole a vissuti, connotazioni sensoriali e comportamentali.4 . Essere capaci di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo al di là delle frustrazioni e modulare i propri stati d’animo5. Riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri, comprenderne cause e conseguenze, definirle con un lessico emotivo più ampio, esprimerle in modo appropriato nei vari contesti, gestirle per raggiungere i propri obiettivi.Attività in classe: viene distribuito ai bambini un foglio sul quale scriveranno la propria presentazione ed indicheranno le tre caratteristiche distintive: ( felice, triste, rabbioso, ho paura di……)

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Riflessione conclusiva: ognuno esprime le proprie impressioni.

Proposta di testo da sviluppare………(Le tematiche possono essere anche libere) Esprimiti: l’abbigliamento è importante per te? Perchè?Alcune caratteristiche della mia personalità……..(Io mi vesto

così….)Rifletto:………Quanto è importante per me il

giudizio degli altri?Proposta di testo da sviluppare………

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Racconta che cosa è successo, esprimendo il tuo stato d’animo…..

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La tematica della solidarietà si snoda anche in altre attività extra-progettuali che arricchiranno il nostro PTOF.

21/11/2016 ( Giornata mondiale dei diritti del fanciullo)

“Un mondo di diritti”

In occasione dell’anniversario della Convenzione internazionale sui Diritti dei Bambini tutte le classi dell’Istituto sono coinvolte in attività, visione di filmati e proposte varie per conoscere i

diritti di ogni bambino-fanciullo, sanciti dalla Convenzione Onu.

Ciascuna classe dell’Istituto, dalla scuola dell’Infanzia alla scuola Primaria e Secondaria, dopo un approfondimento con gli insegnanti, realizza i propri momenti di riflessione: disegni, testi, poesie e giochi inerenti.

Proposte varie di attività in merito: _Visione su You Tube della “Carta dei diritti dei bambini”.

-Lettura ed analisi di poesie e filastrocche di Gianni Rodari sul tema della

legalità.

IL ‘SORRISO PEDAGOGICO’ DI GIANNI RODARI

“Non conta il tempo della tua vita, conta il peso degli atti che hai lasciato‟„ non c‟è al mondo niente di più bello della risata di un bambino‟

Rodari, sensibile all’aggregazione spontanea che si riscontra nei bambini in forza di un comune ‘sentimento dell’infanzia’, sottolinea : non vi sono differenze di razze, di lingue, di culture, di status, di genere, quando due bambini si incontrano.

Girotondo di tutto il mondo

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zoom

GIROTONDO IN TUTTO IL MONDO(Gianni Rodari) 

FILASTROCCA PER TUTTI I BAMBINI, PER GLI ITALIANI E PER GLI ABISSINI, 

PER I RUSSI E PER GLI INGLESI, GLI AMERICANI ED I FRANCESI, 

PER QUELLI NERI COME IL CARBONE, PER QUELLI ROSSI COME IL MATTONE, 

PER QUELLI GIALLI CHE STANNO IN CINA DOVE E’ SERA SE QUI E’ MATTINA. 

PER QUELLI CHE STANNO IN MEZZO AI GHIACCI E DORMONO DENTRO UN SACCO DI STRACCI, 

PER QUELLI CHE STANNO NELLA FORESTA DOVE LE SCIMMIE FAN SEMPRE FESTA. 

PER QUELLI CHE STANNO DI QUA O DI LA’, IN CAMPAGNA OD IN CITTA’, 

PER I BAMBINI DI TUTTO IL MONDO CHE FANNO UN GRANDE GIROTONDO, 

CON LE MANI NELLE MANI, SUI PARALLELI E SUI MERIDIANI... 

LA LINGUA : GIOCO LINGUISTICO E RIFLESSIONE CON IL LINGUAGGIO SI PUO’ DIRE TUTTO ( POTENZA DELLA LINGUA)

IL SENSOLe parole stanno dentro di noi, nella nostra memoria, nella memoria delle nostre esperienze vitali. Ogni parola diventa viva davvero ( e noi con lei) se la sentiamo come nodo di relazioni con altre innumerevoli parole possibili, con le cose del vasto mondo, con l’intera nostra personalità...’ (Tullio De Mauro, op. cit.).

L’ASCOLTORodari ha il dono di permanere nell’infanzia...c’è in lui una disposizione naturale, rarissima, a restare per davvero ‘ all’ altezza’ dell’infanzia ( cfr. J. Korczàck) ‘Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione. Poi aggiungete:perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto. Non è questo che più stanca. E‟ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.’ In ‘Il diritto del bambino al rispetto, 1923.

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ilastrocche dell'amicizia e della pace

DOPO LA PIOGGIA

(Gianni Rodari) 

DOPO LA PIOGGIA VIENE IL SERENO,

BRILLA IN CIELO L'ARCOBALENO:

È COME UN PONTE IMBANDIERATO

E IL SOLE VI PASSA, FESTEGGIATO.

È BELLO GUARDARE A NASO IN SU

LE SUE BANDIERE ROSSE E BLU.

PERO’ LO SI VEDE – QUESTO E’ IL MALE -

SOLTANTO DOPO IL TEMPORALE.

NON SAREBBE PIU’ CONVENIENTE

IL TEMPORALE NON FARLO PER NIENTE?

UN ARCOBALENO SENZA TEMPESTA,

QUESTA SI CHE SAREBBE UNA FESTA.

SAREBBE UNA FESTA PER TUTTA LA TERRA

FARE LA PACE PRIMA DELLA GUERRA. 

FILASTROCCA BURLONA 

(Gianni Rodari) 

FILASTROCCA UN PO' BURLONA 

PER DIVERTIRE QUALUNQUE PERSONA:

SE LA SALITA FOSSE IN DISCESA,

SE LA MONTAGNA STESSE DISTESA,

SE TUTTE LE SCALE ANDASSERO IN GIU’,

SE I FIUMI CORRESSERO ALL'INSU’,

SE TUTTI I GIORNI FOSSE FESTA,

SE FOSSE ZUCCHERO LA TEMPESTA,

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SE SULLE PIANTE CRESCESSE IL PANE,

COME LE PESCHE E LE BANANE,

SE MI FACESSERO IL MONUMENTO…

IO NON SAREI ANCORA CONTENTO.

VOGLIO PRIMA VEDER SPROFONDARE

TUTTE LE ARMI IN FONDO AL MARE.

BELLA NAVE

(Gianni Rodari)

"BELLA NAVE CHE VAI SUL MARE,

QUANTE COSE PUOI PORTARE?"

"POSSO PORTARE MILLE PERSONE,

CENTO SACCHI DI CARBONE,

TRE SCIALUPPE ED UNA LANCIA

E UN CAPITANO CON LA PANCIA.

CORRO IN MEN CHE NON TI DICO

DALLA CINA A PORTORICO,

LA TEMPESTA ED IL TIFONE

MI FANNO IL SOLLETICO AL TIMONE...

MA SE UN GIORNO DEL MALANNO

DI BOMBE E CANNONI MI CARICHERANNO,

SAI CHE FACCIO PER RIPICCO?

COLO A PICCO!"

PROVERBI

(Gianni Rodari) 

DICE UN PROVERBIO DEI TEMPI ANDATI:

"MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI".

IO NE SO UNO PIU’ BELLO ASSAI:

"IN COMPAGNIA LONTANO VAI".

DICE UN PROVERBIO, CHISSA’ PERCHE’,

"CHI FA DA SE’ FA PER TRE".

DA QUESTO ORECCHIO IO NON CI SENTO:

"CHI HA CENTO AMICI FA PER CENTO".

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DICE UN PROVERBIO CON LA MUFFA:

"CHI STA DA SOLO NON FA BARUFFA".

QUESTA IO DICO, E’ UNA BUGIA:

"SE SIAMO IN TANTI, SI FA ALLEGRIA".

IN FILA INDIANA 

(Gianni Rodari)

FILASTROCCA IN FILA INDIANA

PER LA TRIBU’ DEI PIEDI DI RANA

PER LA TRIBU’ DEI PIEDI NERI

PER GLI APACHES, GRAN GUERRIERI,

PER I NAVAJOS, I MOHICANI,

GLI IROCHESI ED ALTRI INDIANI,

COMPRESI QUELLI DEL MIO QUARTIERE

CHE FANNO LA GUERRA TUTTE LE SERE,

POI SE LA MAMMA CHIAMA "CARLETTO"!

FANNO LA PACE E VANNO TUTTI A LETTO.

SUL TRENO DI FRONTIERA

(Gianni Rodari) 

LA FRONTIERA VOGLIO PASSARE,

DI LA’ DAI MONTI VOGLIO ANDARE

DOVE I FRANCESI PER DIRE DI SI’

DICONO "OUI!" 

QUANDO SARO’ DI LA’ DAL CONFINE

TROVERO’ BAMBINI E BAMBINE,

TUTTE LE LINGUE PARLERANNO:

RUSSO, TEDESCO E TURCOMANNO.

DIRANNO: "BUON GIORNO" (IO NON CAPIRO’)

E "BUONA SERA" RISPONDERO’.

MA POI RIDEREMO INSIEME FELICI

E PER SEMPRE SAREMO AMICI.

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Gianni Rodari (Italia, 1920-1980)

 

Promemoria

Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola, a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra

   

UN GIOCO PER RIFLETTERE(tratto da “Il grande libro dei diritti dei bambini”)

I bambini hanno dei diritti ma non hanno tutti i diritti. Non bisogna soprattutto confondere un capriccio con un diritto.

Quando dici: “Ho il diritto di...” sai veramente cosa significa? Delle 13 affermazioni seguenti, 8 sono dei veri diritti da difendere e 5 sono capricci da bambino viziato. Individuali. Successivamente potrai formare una parola preziosa che tutti i bambini del mondo dovrebbero concretizzare.

1. Ho il diritto di guardare quel che voglio alla TV. 2. Ho il diritto di mangiare per saziare la mia fame. 3. Ho il diritto di essere curato quando sono ammalato. 4. Ho il diritto di parlare quando voglio.

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5. Ho il diritto di essere difeso contro la violenza. 6. Ho il diritto di rifiutare il pasto che mi è stato preparato. 7. Ho il diritto di non andare in prigione. 8. Ho il diritto di praticare la mia religione. 9. Ho il diritto di andare a scuola. 10. Ho il diritto di alzarmi quando voglio.11.Ho il diritto di lavorare per guadagnarmi da vivere. 12. Ho il diritto di usare il mio cellulare quando voglio. 13. Ho il diritto di non aiutare i miei genitori in casa. 14. Ho il diritto di usare il PC quando voglio.

(Veri diritti: 2-F, 3-E, 5-L, 7-I, 8-C, 9-I, 11-T, 13-A) Se i diritti essenziali sono soddisfatti dovremmo provare :Felicità.

- Ogni alunno esprime l’emozione, il senso di felicità e ”Ben-essere” che prova quando i suoi

diritti non vengono lesi, e lo esprime sotto forma di riflessione in un tema per gli alunni di gradi

di classe superiori o sotto forma di vignette, o di rappresentazione iconografica o poesie…..La

rappresentazione o riflessione della tematica è libera.

- La Dichiarazione dei Diritti dei bambini può essere rappresentata da un albero:- nelle radici, che nutrono la pianta, troviamo i diritti alla sopravvivenza, cioè alla

soddisfazione dei bisogni fondamentali per vivere (cibo, salute, famiglia...)- Solo quando questi bisogni sono soddisfatti si può salire lungo il fusto. Un bambino ha il

diritto ad esprimere la propria opinione,a giocare, a crescere nella giustizia, a studiare, a essere informato, a esprimersi liberamente, a partecipare alla vita sociale, a vivere in un ambiente sano.

Quarto incontro: tema”Il mio amico è”.

28/3/2017Attività in cerchio nell’aula: i bambini e

l’insegnante si siedono in cerchio. L’insegnante propone il tema e invita ogni alunno a esprimere cosa intende con il termine “amico”.

Felici siamo

E saremo se

Liberi vivremo

Insieme e in

Compagnia

Istruiti e uniti

Traboccanti di

Amore

Forza

Entusiasmo e

Libertà.

I nostri diritti

Ce li abbiamo

In tasca insomma:

A portata di mano!

Fantasia

E

Libertà.

Insieme

Conoscenze

Idee

Tanta

Amicizia

Felici noi siamo

E

Libertà

Invochiamo

Contenti giochiamo con

I

Tamburelli e con gli

Amici

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Gli alunni prendono parola uno alla volta cercando di autogestire gli interventi senza alzare la mano per parlare. L’insegnante riassume gli elementi emersi nel confronto.Attività in classe: viene distribuito ai bambini un foglio sul quale scriveranno la descrizione di un amico definendo tre caratteristiche –aggettivi che lo contraddistinguono, cosa si ha in comune e cosa si ha di differente dall’amico, infine cosa piace dell’amico e cosa non piace. In questo modo i bambini imparano ad affrontare anche le caratteristiche delle altre persone che non piacciono, indagando anche i propri livelli di tollerabilità.Riflessione conclusiva: ognuno esprime le proprie impressioni.

Proposta di testo da sviluppare………

Ispirandoti al testo, prova a descrivere le caratteristiche del tuo amico del cuore…..

Altra proposta di attività da poter scegliere……Racconta l’arrivo in classe di

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una nuova compagna, quale emozione hai vissuto in merito?

Qual è il tuo atteggiamento nei suoi confronti?.......... La tematica della solidarietà si snoda anche in altre

attività extra-progettuali che arricchiranno il nostro PTOF. La solidarietà con l’ambiente: il mio amico

“Albero”.

21/11/2016 ( In caso di mal tempo la data sarà rinviata al giorno successivo o addirittura al 21/3/2017)

In occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, riconosciuta dalla Legge n. 10 del 14 gennaio 2013 viene posta l'attenzione sull'importanza degli alberi per la vita dell'uomo e per l'ambiente.

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- In tale data,sarà organizzata una manifestazione scolastica nella quale sarà invitato il corpo forestale e si provvederà alla messa a dimora nelle aree antistanti lo stabile delle scuole dei vari plessi di una piantina.

*Quinto incontro: tema ”La rete familiare”.

15 Maggio 2017

Attività in cerchio nell’aula: i bambini e l’insegnante si siedono in cerchio. L’insegnante propone il tema della importanza della “Famiglia” e propone per ogni singolo alunno una riflessione in merito. Attività in classe: ogni alunno esprime le proprie impressioni sui sentimenti che prova per ciascun membro familiare, in una pagina del proprio “Diario Personale”.Il tutto viene arricchito da rappresentazioni iconografiche in merito,……. soprattutto per i più piccoli .

La rete di relazione con la propria famiglia.

- In ogni plesso dell’Istituto si rifletterà sul valore della “Famiglia” nei giorni in cui cadono : la festa dei nonni (2/10/2016), del papà(19/3/2017) e della mamma La prima domenica di maggio 2017).

- Generazioni a confronto, esperienze diverse.- Allestimento di biglietti augurali in merito, letture e racconti inerenti, poesie.

Proposte di attività:-I miei nonni sono importanti perché?

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Proposta di attività : commento della poesia di Rodari…..Per la mamma

Filastrocca delle parolesi faccia avanti chi ne vuole.Di parole ho la testa piena,

con dentro “la luna” e “la balena”.Ma le più belle che ho nel cuore,

le sento battere: “mamma”, “amore”.Gianni Rodari

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Per la mamma – Gianni Rodari

Filastrocca delle parole:si faccia avanti chi ne vuole.Di parole ho la testa piena,

con dentro “la luna” e “la balena”.Ma le più belle che ho nel cuore,

le sento battere: “mamma”, “amore”.

Mi ha fatto la mia mamma: di Gianni Rodari…….

Persone male informateO più bugiarde del diavolo

Dicono che tu sei natoSotto a una foglia di cavolo!

Persone male informateO più bugiarde del diavolo

Dicono che sono natoSotto a una foglia di cavolo!

Altri maligni inveceSostengono senza vergogna

Che sei venuto al mondoA bordo di una cicogna!

Altri maligni inveceSostengono senza vergognaChe sono venuto al mondo

A bordo di una cicogna!

Se mamma ti ha comperato

Come taluni pretendonoDimmi: dov’è il negozio

Dove i bambini si vendono?

Se mamma mi ha comperatoCome taluni pretendonoDiteci: dov’è il negozio

Dove i bambini si vendono?

Tali notizie sonoPrive di fondamento:

Ti ha fatto la tua mammaE devi essere contento!

Tali notizie sonoPrive di fondamento:

Mi ha fatto la mia mammaE sono molto contento!

Tali notizie sonoPrive di fondamento:

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Mi ha fatto la mia mammaE sono molto contento!E sono molto contento!

-Il mio papà è prezioso perché?

-La mia mamma è insostituibile perché?.....

Poesia festa del papà Un bambino turco di 11 anni

Caro papà

Caro papà,ho scritto una preghiera per te.

Devi portarla sempre in tasca, cosìmi sentirai vicino.

PREGHIERATi ringrazio Dio

ir di essere al riparo,perché potrei bagnarmi.

Ti ringrazio Dioper il sole e la luna,

perché potrei esser cieco.Ti ringrazio

per le parole che mi dici,perché potrei esser sordo.

Ti ringrazio Dioper mio padre e mia madre,perché potrei essere solo.

PROPOSTA DI ATTIVITA’ : (comporre un testo nel quale si esprime l’importanza della

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propria famiglia.

I momenti più significativi delle varie attività saranno riportati o sul giornale dell’Istituto, o sull’archivio on line dell’IC-Pietramelara .

Sesto incontro tema: ”Il diario personale”.

30/5/2017Riassumendo le varie fasi del progetto la classe riflette sull’esperienza, gli

alunni esprimono le loro considerazioni liberamente. L’insegnante prepara e distribuisce agli alunni un diario personale nel quale ripercorrere le

tappe del percorso, inserendo le attività svolte, commenti, impressioni; inoltre consegna un questionario che servirà per la verifica del progetto.

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I bambini hanno modo di rielaborare tutto il percorso in modo personale e collettivo, condividendo con i compagni la visione del diario.

Proposta, ecco come redigere il diario…….

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Darò al mio diario un nome….. Il diario è uno strumento importante di conservazione dei ricordi, di rielaborazione delle esperienze vissute e di consapevolezza del proprio percorso.

DESTINATARI

La promozione del “ Progetto” a scuola riguarda tutti gli alunni. Le tematiche e gli obiettivi di ogni singola attività saranno coerenti con gli obiettivi didattici-educativi e con i bisogni delle diverse classi.

Verifica

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Il percorso ipotizzato nel progetto ha come obiettivo quello della promozione e della cura del benessere di tutti i soggetti coinvolti nel processo educativo; per questo si auspica il miglioramento delle condizioni nelle quali operare ed interagire quotidianamente all’interno dell’ambiente scolastico.

Da parte degli alunni ci si attende:

- l’acquisizione di una maggiore autonomia e capacità di autovalutazione, - la crescita del rispetto degli altri (di tutti gli operatori che agiscono nella scuola),

dell’ambiente e delle regole, - la promozione di un atteggiamento maggiormente cooperativo con lo sviluppo della

capacità di lavorare in gruppo, - la capacità di individuare azioni concrete da attuare per affrontare e superare situazioni

problematiche,- la capacità di agire autonomamente e responsabilmente all’interno del gruppo.

Per gli insegnanti si auspica che la realizzazione delle attività inserite nel progetto possano portare al consolidamento/crescita di un rapporto sempre più sereno e cooperativo con le proprie classi. Ci si augura che si possano stabilire legami cooperativi e di rispetto reciproco tra tutti i soggetti coinvolti, perchè la scuola diventi un luogo sempre più accogliente e sereno dove operare alla costruzione di un percorso didattico-educativo coerente e condiviso.

PRODOTTO FINALE

Monitoraggio del livello di ben-essere a scuola; Individuazione di azioni migliorative per i comportamenti inadeguati rilevati; Individuazione di azioni concrete per venire incontro alle richieste degli alunni di

miglioramento a livello didattico-organizzativo; Sintesi delle problematicità ricorrenti e individuazione di azioni concrete di

miglioramento; Individuazione di proposte operative per il prossimo anno scolastico; Bilancio delle attività svolte, critiche, proposte migliorative.

Pietramelara lì 10/9/2016

L’insegnante:

Patrizia Offi

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