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Poesie di Terz(A) (marzo-maggio 2017) (testi di Edoardo Barbiero, Anna Bernardini, Alice Boesso, Abdallah Boughaz, Filippo Burla, Leonardo Carcereri De Prati, Luca Cavallini, Francesco Ciscato, Martina Faggian, Samantha Guerra, Aldo Loddo, Matilde Masiero, Sara Moustaid, Edoardo Pagliani Puppini, Denis

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Poesie di Terz(A)(marzo-maggio 2017)

(testi di Edoardo Barbiero, Anna Bernardini, Alice Boesso, Abdallah Boughaz, Filippo Burla, Leonardo Carcereri De Prati, Luca Cavallini, Francesco Ciscato, Martina Faggian, Samantha Guerra, Aldo Loddo, Matilde Masiero, Sara Moustaid, Edoardo Pagliani Puppini, Denis Pesimena, Tommaso Romeo, Ludovica Rossetto, Anna Santoli, Marta Serraggiotto, Leonardo Trevelin, Jennifer Yero, Giulio Zuin)

La poesia (di Edoardo Barbiero)

Sto guardando il foglio biancoMa mi sento proprio stancoDevo fare una poesia Ma il tempo vola via Penso proprio di noLa poesia non la farò

AEROPLANINI DI CARTA SU UN'ISOLA DESERTA (di Matilde Masiero)

Piovee sono nell'aula rinchiusaquando solo vorrei correre da te.Mi trovo in mezzo ai compagni,estranei amici,lontani anni luce da me.

E sono io ad allontanarli,quasi isola alla deriva,troppo lontana da raggiungere tra i flutti.

Un anno è passato,ma sento ancora l'eco lontanodei tuoi spensierati sorrisimentre discutevamo di aeroplanini di cartache mi insegnavi a fare,che, come me, non hanno ancora imparato a volare.

IL TEMPO (di Sara Moustaid)

Le lancette si muovonosi muovono in un solo verso, un solo sensoscorre,se ne va: e non tornaquel che è passato, ormai è passatoa volte si desidera un altro senso di movimento: di quelle lancette.

A volte si vuole tornare indietro per correggere qualcosaa volte semplicemente per rivivere qualcosaqualcosa di belloo semplicemente per capire quel qualcosa, quel qualcosa di strano.A volte si ringrazia il tempo.

Non si vede l'ora che passiche passi più in frettao che non passi proprioè questo il tempoe bisogna viverlo sempre...

Ogni millesimo, ogni secondoogni minuto e ogni ora.Senza rancore e provaree provare a vivere perché il rimpianto è più forte

più forte del pentimento...

LA PIOGGIA DI MARZO (di Ludovica Rossetto)

Nelle coperte mi avvolgoinconsapevole ancora,delle gocce il ticchettio sento di pioggiasul balcone della finestra mia, socchiuso.

Alzarmi non voglio,ai miei piedi scalzi pensosulle pietre fredde del bagno.Alla finestra arrivo con piccoli saltellie dalle scalette della mansardaa udire riesco della pioggia il suonoche cresce pian piano.Come un manto avvolgetutte le case.

A pensare mi fermo:"La pioggia mi piace".Gli occhi chiudo e pensoall'infanzia, alle piccole pozzangheredove saltare adoravocon i piccoli stivali di gomma,ai vestiti bagnati dopo le biciclettatecon i miei amici per tornare dalla scuola a casa.Alla mente ritornatiquesti piccoli grandi ricordi,un po' di malinconia arriva

legata forse alla triste nebbiolinache per il campo si aggiradi fronte alla casa.

Della cucina l'orologio guardo,per la scuola devo prepararmi.Pronta già sono, le scarpe infiloe la giacca indosso.Di casa esco con l'ombrellino mioe prima di entrare nella macchinaper gli ultimi secondi mi godolo splendido paesaggio.

PICCOLA NEVE (di Marta Serraggiotto)

Lento scende quel fiocco di neve.Unico, e agli altri simile,bellissimo, e così fragile.Osserva tutto dall'alto,mentre dal vento viene cullato.È cosi impotentedavanti al resto del mondo.

Come un bambino,piccolo, indifeso.Ma con un sorriso, dell'universo re.Che nel piccolo è la bellezza,la straordinaria bellezza,e sovraumana.

Come in quel piccolo fiocco di neve.

IMMAGINO (di Jennifer Yero)

Un mondo immaginodove eterno bambino rimango.Un mondo dove mai si son vistidolore e sofferenza.Un mondo lucente,non cupo e buio.

Una vita immaginodi mille gioie piena,e non di timore.Che m'avvolga l'amorecome d'estate la brezza.

Un mondo immaginodove se stessi si possa essere,senza all'altrui giudizio pensaresemplicemente libero!

Un mondo e una vitache mai esisteranno.

CITTÁ ADDORMENTATA (di Anna Bernardini)

Di fronte a me si erge lo spettacolo languidodi un circo senza acrobati.Le strade solitarie sembrano non incontrarsi mai,ma viaggiare parallele, dividendo le caseormai stanche e vuote,percorse dalle cicatrici di una vita passata,che solo l'amore può rimarginare.

Percorro i sentieri sterrati, una volta gremiti di gente,di una città fantasma in cui il tempo si è fermatodi una città che c'è e non c'è, simile a un buco nero,che risucchia la luce e in cui è sempre notte.La bottega del fornaio, lo studio della sarta, il banco del fruttivendolo;luoghi che erano di gente semplice prima di me.

Gente umile, contadinadi case modeste, ma vissute, cariche di ricordi:la famiglia, gli amori, i sogni... il futuroun alito di vento mi invade, pungente, le naricianch'esso un tempo speziato, profumato.

Mi stringo nel mio cappotto,la mia corazza,mentre in me s'agitano i ricordiveloci, scattanti come i leoni attorno a una gazzellache son io tra i miei, circondata dai leoni: i ricordi.

Che stanno attenti, vigili,aspettando il miglio momento per saltami addosso.

Mare d’inverno (di Martina Faggian)

Risale la nebbia dal marecome se ogni cosa volesse offuscare.Onde sugli scogli si infrangonoma a riprender fiato mai rimangono,

Come il mare d'inverno è la mia menteburrascosa, sì, ma non completamente.Dietro al suo groviglio riesco a trovareun posto dove finalmente riposare.

Rosa (di Martina Faggian)

Rossi erano i petalidella rosa che colsi;verde lo steloe le spine, spine sulla pelleche si macchiava piano.Non le sentivomentre l’ammiravo;quando la lasciairimase soloun profondo dolore.

Dono (di Matilde Masiero)

Stavo sul prato distesa,crogiolandomi al sole.Ascoltavo musica tristee guardavo l’infinito cielochiedendomi perché Dioci avesse concessotale bellezzacon tutto ciò di cui gli uominison capaci di fare.

Perché regalarciil profumo della primavera,il calore del solee la limpidezza del cielo.

E tu cuginetta, dolce bambina,arrivasti da me gioiosa,porgendomi un fiorellino di colzae il tuo radioso sorrisomi riscaldava più del sole.Grazie a te capiiche ogni cosa è un donoe i doni si fannoperché si ama.Allora, Dio,come puoi amare ognuno?

Vento (di Denis Pesimena)

Tu ventoChe viaggi nell’ariaE che scuoti le piante e le foglie Nel silenzioFai quel fruscio dolce che mi fa dormirein un letto di erba.

Sera d'estate (di Edoardo Pagliani)

Camminando sul ponte di legnosento il rimbombo del mio passaggioGiro la testa e scorgo l'acqua torbida,mentre sulle rive fra l'erba altail luccichio delle lucciole mi diverte

Percepisco nell'aria l'aroma speziato della carnee in lontananza arrivano al mio orecchiole risate e il vociare dell’allegra compagnia.

E' già sera e nel cielo si stendeun tramonto rosso, io sorrido e acceleroimpaziente il passo per incontrare chi mi attende.

Cavallo galoppante sotto il cielo stellato (di Giulio Zuin)

Leggera, alta e bella alla vista,corre veloce intorno alla pista.

Nei miei più lunghi viaggi mi ha accompagnato,come un cavallo galoppante sotto il cielo stellato.

Vanta di gambe robuste e graziose,vaga allegra tra le vie silenziose.

Tutti la ammirano, ed io ne vado fiero,mentre inforco le gambe sul suo dorso nero.

E quando ritorno a casa nella mia via,la rimetto dolcemente nella sua scuderia.

La lucido e la ammiro ogni mese,è il cavallo migliore di tutto il paese.

Più rapida di un fulmine durante la corsa,per le strade ed i sentieri agilmente si sposta.

Tutti mi invidiano e i miei amici con loro,per comprarla non bastano tonnellate d’oro.

Mentre galoppo su di lei con frettasorrido: ecco, è la mia nuova bicicletta.

Il sole (di Luca Cavallini)

Quando cala la sera te ne vai Ma so che ritorneraiTe ne vai in un altro mondo Ma torni sempre più tondoQuando ti vedo lì in alto al mattino Bisognerebbe farti un inchinoCi dai vita e felicitàFai cantar ogni mattina il gallo Sei al mare in montagna e in città

La farfalla (di Sara Moustaid)

La farfalla è il più bell'insettoE tra i celi vola senz'alcun difettoLa farfalla è magicaPerchè riesce a mutare, a voltare paginaè libera e ovunque si posaLa farfalla è curiosa

La farfalla è leggeraSe esprimi un desierio davanti a leiè detto che si averra

Insegnami (di Tommaso Romeo)

Insegnami ad ascoltare prima di parlare,insegnami ad osservare per non fermarmi solo a guardare,insegnami a donare prima di pretendere di ricevere,insegnami a perdonare e a lasciare andare,insegnami le cose semplici della vita,insegnami a vivere.

Piccola neve (di Marta Serraggiotto)

Lento scende quel fiocco di neve,unico, ma agli altri uguale,bellissimo, e così fragile.Osserva tutto dall’alto,Dal vento cullatoImpotente Davanti al resto del mondo

Come un bambinoPiccolo, indifesoMa con un sorriso, dell’universo è re.Perché è nel piccolo la bellezza,la straordinaria bellezzae sovrumana.

Come in quel piccolo fiocco di neve.

Bei momenti (di Edoardo Barbiero)

È notte io sono fuori a pescareLa mia grande passione Che la natura mi fa amare

Guardo le stelle belle tutte,c’è anche la stella polareche si dice ti possa guidare

All’improvviso un lampo,poi un tuono, un colpo di ventomi prendo un bello spavento.Uno, due, tre gocce, la pioggia si avvicinaSarà così fino alla mattina.

Io con la pioggia mi addormentoall’alba un raggio di sole mi fa contentoinizia un’altra giornata piena di vitavorrei che non fosse mai finita.

Il sole e la luna (di Anna Bernardini)

La Luna, china sul lettosussurra la “buonanotte”,posando un caldo bacio su un candido visetto.

Furtivamente,esce dalla finestrarischiarando la notte già presente.

Attorniata dalle fedeli ancelle,tesse i sogni, raccontando antiche novelle.

All’alba del nuovo giornosorge il Soleche risveglia tutto il mondo.

E come un principe, baldanzoso,bacia la terracreando un clima armonioso.

Al tramonto, scendendo lentamente,incontra la romantica Luna,salutandola benevolmente.

Osservo quel magico incontrodalla mia cameretta,cadendo in un sonno profondo.

Albero solitario (di Anna Bernardini)

Dal florido prato ti osservo,albero solitario.Vicino mi sei stato,durante tutta la vita.

Mi hai insegnato ad assecondare gli altri quando servecome quando il vento, che t’attirava verso il terreno,allo stesso modo ti risollevava.

Mi ricordo, ancora,come ti rifugiavi in te stesso,quando arrivava l’Inverno, autoritario,a strapparti il vestito dall’Autunno a te donato.

Mi sovvengono ancora,gli afosi pomeriggi estivi,trascorsi a raccontare vecchie fiabe e sogni,all’ombra della tua fitta chioma.

Riesco tuttora a sentire il dolce gusto delle tue ciliege

regalate alla citta,che barattavi con i nostri sorrisi.

Ed ora, caro amico,dormo qui, sotto le tue fronde,per ricordare con tele nostre vite, intrecciatesi insieme.

Il borgo (di Abdallah Boughaz)

Per le strette strade si aggiraUn dolce amaro odoreL’odore di uva pestata Mesi fa e un dolce odoreDi carne.

Contro gli scogli l’acqua Sbatte, nessuno la fermeràCreando continuamente Salata spuma bianca piena Di bolle.

Mentre le esangui donne,alle rive del fiume lavano;schiene spezzate, destini immutabili.

Luce (di Abdallah Boughaz)

Essendo un corpo non concretoPassando per la finestra va lietoIl filo di luce, che va correndoVa sulle pareti sbattendo.

Che meraviglia vedereE dal silenzio godere.Chissà da dove viene questa luceChe sola sola si conduce.

Scarpe (di Filippo Burla)

Ci son scarpe di mille coloriquelle di uno ma con i fioriquelle che precisamente non lo si sapercè coperte di fango son per metà

Ci sono quelle scarpe che tanto volevima che quando le hai te ne freghiquelle che invece prender deviperchè se no lavorar scalzo devi

Le scarpe dicono chi realmente seiquanti chilometri hai fatto e a che punto del percorso stai.

Notti d‘estate (di Filippo Burla)

Quante notti passate col naso all'insùQuante notti a cercare figure in quei chiari puntiniQuante notti a immaginar cosa ci fosse al di làQuante notti a provare a contarle tutte

Navigando tra i miei pensierie rimirando lo spettacolo naturaleio mi chiedo come tutto ciò sia stato creatoe a chi sia rivolto tale spettacolo

Ricordi del nonno (Cavallini)

Essere come te

Tu mi stavi accanto,giocavi con me,mi venivi a trovare.Ma ora che non ci sei piùLa felicità ha preso un treno,e non tornerà presto.

Io so che sei qui,accanto a me, ma non è lo stesso.

I ricordi svaniscono, ma tu sarai sempre con me.

La sera (di Samantha Guerra)

Cala il buiola notte si avvicinac'è chi già dorme e sogna profondamentechi invece nel buiodella sua stanzasi riscoprechi riflette sulla vitae chi sulla mortequalcuno ha paura della sera che nasconde i segreti profondi di noi stessi

Una rosa per te (di Aldo Loddo)

Quella rosa voglio darti,che sento per teper propormi a te.Te lo dico con questa rosa in manoRossa e profumata

Questa rosa è per te mio gioiello prezioso stretto tra le mie mani.

Nuvole (di Aldo Loddo)

Candide vaganoPer il celeste cielo,limpido non più,di bianco macchiato.

Lente viaggianoA circondare sembranoL’intero paese,e bianca diventa anche la sua luce.

A scappare poi inizianoIl cielo a liberare,e al calar del solenel buio si nascondono.

Un mondo (di Anna Santoli)

Esiste un mondo grande, una terra senza fine Un mondo dove tutto è possibile E fattibile l’impossibile

Credo in una terra perdutaDove il bene possa regnare.

Futuro (di Anna Santoli)

Penserai ad un futuro miglioreDopo un passato tempestoso,in cui dopo la pioggia c’è l’arcobaleno.Dove il nero sfumaAl grigio e poi al bianco

Nel suo pensiero ti perderaiOve un gran male c’è Ma in un’infinità di bene

Notte (di Leonardo Trevelin)

Sei molto buia,E un po' di paura metti nei cuori

Qualche volta incubi ci fai farema è anche vero che ci fai volarenei nostri sogni.