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SETTIMANA VOCAZIONALE – Giovani13-20 maggio 2018

“COME DIAMANTE GREZZO”

Scriviamo a voi, ragazzi, adolescenti e giovani ...Forti di questa speranza ci rivolgiamo a voi, ragazzi, adolescenti e giovani, anzitutto, perché nella scelta del vostro futuro accogliate il progetto che Dio ha su di voi: sarete felici e pienamente realizzati solo disponendovi a realizzare il sogno del Creatore sulla creatura. …Possiate sentire, con l'aiuto dei vostri educatori, la premura della madre-Chiesa per ciascuno dei suoi figli, quella premura tutta particolare che una madre ha per i più giovani dei suoi figli. … Sappiatelo, cari giovani, la Chiesa segue trepida i vostri passi e le vostre scelte.(da: Nuove vocazioni per una nuova Europa)

LE VIRTÙ TEOLOGALIPer ascoltare, discernere e vivere la chiamata del Signore nella Chiesa, proprio la Chiesa stessa ci insegna che con il Battesimo ci sono state donate le tre virtù teologali. Fede, speranza e carità sono quindi tre doni necessari per scoprire e vivere la nostra vocazione: vengono da Dio, ci dispongono a vivere in relazione con Lui, fondano e animano il nostro agire morale.

IL SOGNO DEI DIECI DIAMANTI – Don Bosco«Nella notte dal 10 all’11, mentre dormivo, la mente si trovò in una gran sala splendidamente ornata. Mi sembrava di passeggiare con i direttori delle nostre case, quando apparve tra noi un uomo di aspetto così maestoso, che non potevamo reggerne la vista. Datoci uno sguardo senza parlare, si pose a camminare a qual che passo da noi. Egli era così vestito: un ricco manto a guisa di mantello gli copriva la persona. La parte più vicina al collo era come una fascia che si rannodava davanti, e una fettuccia gli pendeva sul petto. Sulla fascia stava scritto a caratteri luminosi: LA PIA SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES NELL’ANNO 1881, e sulla striscia di essa fascia portava scritte queste parole: QUALE DEVE ESSERE. Dieci diamanti di grossezza e splendore straordinari erano quelli che c’impedivano di fermare lo sguardo, se non con gran pena, su quell’augusto Personaggio. Tre di quei diamanti erano sul petto, ed era scritto sopra di uno FEDE, sull’altro SPERANZA e CARITÀ su quello che stava sul cuore ...”

Per ogni virtù:Ascoltare Un brano della Parola di Dio

Il riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica Una riflessione di Papa Francesco La testimonianza di Madre Mazzarello

Discernere Alcune domande di riflessioneVivere Alcuni spunti per delle attività con i giovani (una canzone che presenta il sentire/il pensare dei

giovani; una attività pratica/concreta)… sono solo spunti che vanno adattati a chi abbiamo davanti! Una preghiera

Temi:

La Speranza: un’ancora per la felicità

Accogliere la nostra vocazione è ascoltare il desiderio di felicità che è dentro di noi. La speranza custodisce questo desiderio, perché ci permette di riconoscere i segni del Bene presente nella nostra vita e ci dà la forza per corrispondervi con riconoscenza.

Unico estremismo ammesso per il credente: la Carità

Vivere la chiamata del Signore è riconoscere dove è la pienezza dell’amore ed ogni giorno capire quali sono le scelte concrete che ci insegnano ad amare in pienezza.

La Fede può tutto Discernere la chiamata del Signore significa riconoscere in Lui il volto dell’amore ed affidare la nostra vita a Lui.

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Dalla LETTERA AGLI EFESINI (Ef 4, 1-4)Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione.

Dal Sogno dei dieci diamantiSui raggi della Speranza: “Sperate nel Signore, non negli uomini. I vostri cuori siano sempre fissi dove sono le vere gioie”.

Dal CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICALa virtù della speranza risponde all'aspirazione alla felicità, che Dio ha posto nel cuore di ogni uomo; essa assume le attese che ispirano le attività degli uomini; le purifica per ordinarle al regno dei cieli; salvaguarda dallo scoraggiamento; sostiene in tutti i momenti di abbandono; dilata il cuore nell'attesa della beatitudine eterna. Lo slancio della speranza preserva dall'egoismo e conduce alla gioia della carità. (CCC 1818)

PAPA FRANCESCO - La speranza, questa sconosciuta - Martedì, 29 ottobre 2013(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 249, Merc. 30/10/2013)

La speranza è la più umile delle tre virtù teologali, perché si nasconde nella vita. Tuttavia, essa ci trasforma in profondità, così come una donna incinta è donna, ma è come se si trasformasse, perché diventa mamma.

La speranza non delude, è sicura. Tuttavia, essa non è facile da capire; e sperare non vuol dire essere ottimisti. Dunque, la speranza non è ottimismo, non è quella capacità di guardare alle cose con buon animo e andare avanti, e non è neppure semplicemente un atteggiamento positivo, come quello di certe persone luminose, positive. Questa è una cosa buona, ma non è la speranza.

Ma cos’è la speranza? Per avvicinarci un po’ possiamo dire per prima cosa che è un rischio. La speranza è una virtù rischiosa, una virtù, la virtù di chi ha un’ardente aspettativa verso la rivelazione del Figlio di Dio. Non è un’illusione. È quella che avevano gli israeliti i quali, quando furono liberati dalla schiavitù, dissero: «Ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso e la nostra lingua di gioia». Ecco, questo è quanto avverrà, quando ci sarà la rivelazione del Figlio di Dio. Avere speranza significa proprio questo: essere in tensione verso questa rivelazione, verso questa gioia che riempirà la nostra bocca di sorriso.

I primi cristiani la dipingevano come un’àncora. La speranza era un’ancora fissata nella riva dell’aldilà. La nostra vita è come camminare sulla corda verso quell’ancora. Ma dove siamo ancorati noi? Siamo ancorati proprio là, sulla riva di quell’oceano tanto lontano o siamo ancorati in una laguna artificiale che abbiamo fatto noi, con le nostre regole, i nostri comportamenti, i nostri orari… Siamo ancorati là dove tutto è comodo e sicuro? Questa non è la speranza.

La speranza è una grazia da chiedere; infatti una cosa è vivere nella speranza, perché nella speranza siamo salvati, e un’altra cosa è vivere come buoni cristiani e non di più; vivere in attesa della rivelazione, o vivere bene con i comandamenti; essere ancorati sulla riva del mondo futuro o parcheggiati nella laguna artificiale.

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LA SPERANZA: UN’ÀNCORA PER LA FELICITÀ

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Una testimonianza di speranza: SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLOLettera di Madre Mazzarello alle suore missionarie in Patagonia

Nizza [Monferrato], 4 maggio 1880Sempre carissime sorelle Angiolina, Cassulo, Giovanna, Caterina,

quanto mi siete lontane, povere figlie, ma coraggio, siamo ben vicine col cuore. Sì, vi assicuro che vi tengo sempre presenti nel mio cuore, anzi vi dico che siete sempre le prime nelle mie preghiere.

Sento che siete tanto contente di essere costì e che avete già un'educanda e dodici ragazze che vengono da voi e che alla festa avete molto da fare per le ragazze che vengono al catechismo. Son proprio contenta che avete tanto da lavorare per la gloria di Dio e per la salute delle anime. Sappiate corrispondere alla grande grazia che il Signore vi ha fatto, procurate col vostro buon esempio e con l'attività di far incontrare tante anime con il Signore.

Mie sempre amate Figlie, vi raccomando di amarvi, di usarvi sempre tutta [la] carità, compatite i vostri difetti l'una con l'altra, avvisatevi dei vostri difetti, ma sempre con carità e dolcezza. […]

Coraggio a tutte, buone care sorelle, facciamo il bene finché‚ siamo in tempo. Non scoraggiatevi mai per qualunque difficoltà che possiate incontrare. Dite sempre: Gesù deve essere tutta la nostra forza! e con Gesù i pesi diventeranno leggeri, le fatiche soavi, le spine si convertiranno in dolcezze. Ma, attente neh, a vincere voi stesse, se no tutto diventa pesante, insoffribile e la malignità risorgerà come le pustole nel nostro cuore.

Ditemi un po', pregate per me, per tutte le vostre sorelle? qui non vi dimentichiamo mai, mai,fate altrettanto voi. Di salute, grazie a Dio, stiamo tutte bene. Dite tante cose da parte mia a tutte codeste buone ragazzine, che si facciano buone.

State allegre, pregate per me e scrivetemi presto. Dio vi benedica e vi faccia tutte sue, insieme alla vostraAff.ma in Gesù la Madre

Suor Maria Mazzarello

In questo tempo che lasciache accadano le cose

che fa cupo ogni sentiero,si è alzato il ventoper farci valutare

il vuoto sotto di noi.Non so godere di ciò che ho,ho l’ansia di ciò che spero,

ma soche questa vita infranta

prepara un amoreche si farà presenza.

Accolgo la fragilità dei giornie li impasto come il pane.

Osservo segnali lontanifra le nostre case,

oltre la folla,un vento sereno di semente

viene dal futuro.(Luigi Verdi)

Signore, accetto di tacere per sentire ciò che non è udibile.Accetto di fare silenzio per ascoltare una voce che non sia la mia soltanto.Accetto di non sapere per accogliere un messaggio misterioso della vita.Ecco, con pazienza sto in ascolto:vieni, Signore della vita, perché io viva la vita per intero;vieni, Dio della felicità, perché io gusti per intero la felicità;vieni, Dio della speranza, perché io lotti con speranza per la vita e la felicità di ogni creatura;vieni, Dio della meraviglia e della certezza,ma insieme poni nel cuore di ciascuno la consapevolezza che felicità è vivere alla tua presenza.Amen.

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Dove sono ancorato? In chi o in cosa metto la mia forza?

Di fronte alle difficoltà che incontro, dove cerco aiuto? Quale spazio do a Gesù?

Spunti per l’attività formativa Canzone “Fuori luogo” – Mister Rain

Leggimi la mano e capirai chi sonoLa vita è una prigione dalla quale tu non puoi salvarmiHo capito che la gente ha mille sfumatureChe è sempre la persona a cui tieni che ti deludeConosco quelli come te che soffrono in silenzioSono gli stessi che piangono dentroMa più piangi dentro con il passare del tempoPrima o poi le lacrime annegheranno te stessoNon c'è nessuno che qua pensa a meScusa se non sono quello che voleviLa verità è che spesso non mi sento mai abbastanzaOggi sto peggio di domani ma meglio di ieriTu puoi cambiare il tuo futuro, ma non ciò che eriPuoi cambiare me, ma non puoi cambiare i miei pensieriTu puoi farti le mie stesse cicatriciMa non potrai mai provare quello che ho passato dai problemi

Potrai cambiare vitaPotrai cambiare cittàMa ovunque andremo noi saremo sempre fuori luogoSiamo frammenti di una foto che ho strappato a metàIl cielo è la cornice in un ricordo fuori fuocoNessuno potrà mai salvarti da te

Giorno per giorno il passato mi divoraSpero che il tempo cancelli la mia memoriaUn vero artista destinato ad essere infelice per tutta la vita e a rimanere una persona solaL'ansia è l'epicentroI miei problemi mi mangiano dentroMa molti credono ancora che sia un clichèPotrei parlare di soldi e di droga fuori dagli schemi, ma alla fine cosa ti resterebbe di me?Sono fatto maleUscito dalla fabbrica con un difetto cerebraleSpesso non mi riconoscoA cosa servirebbe andare per cambiare vita, se ovunque vada io mi sento sempre fuori postoNon potrai più fare a meno di quello che odiMentiamo a noi stessi per sentirci miglioriSiamo destinati ad essere invisibili, giàSiamo nati solo per sentirci soli

Potrai cambiare vitaPotrai cambiare cittàMa ovunque andremo noi saremo sempre fuori luogoSiamo frammenti di una foto che ho strappato a metàIl cielo è la cornice in un ricordo fuori fuocoNessuno potrà mai salvarti da te

Penso agli ambiti della mia vita (studio/lavoro; famiglia; affetti ed amicizia; oratorio e servizio): quali fatiche e quali segni di speranza vedo?Si potrebbe realizzare una tabellina in cui ciascuno cerca di mettere su carta non solo le fatiche, ma anche i segni di speranza che si intravedono; si possono evidenziare questi aspetti:- nella fatica c’è la possibilità reale di affidarsi a qualcuno che ci aiuti nella preghiera e nel confronto (“la vita è una

prigione dalla quale tu non puoi salvarmi”)- da una fatica o una sofferenza spesso nascono un bene grande ed una grande capacità di crescita (“i miei

problemi mi mangiano dentro”)- spesso è questione di “allenare gli occhi e il cuore” a riconoscere i segni di speranza (“la verità è che spesso non

mi sento mai abbastanza” … quale verità?)- questi segni di speranza e di salvezza spesso non ce li diamo da soli (“siamo nati per sentirci soli”)- avere speranza è un rischio che richiede fiducia, capacità di uscire da sé, preghiera solida (”nessuno potrà mai

salvarti da te”)

La speranza è legata alla capacità di gratitudine…Attività personale: ogni giorno individuare dei motivi per ringraziare il Signore e, se si vive un tempo di vita comunitaria, condividere a fine giornata i propri “grazie” … questo potrebbe essere uno strumento per “allenare lo sguardo” e trovare segni del passaggio di Dio nella propria vita.

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Dalla 1 LETTERA AI CORINZI (1 Cor 13)Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Dal Sogno dei dieci diamantiSui raggi della Carità: “Portate gli uni i pesi degli altri, se volete compiere la mia legge. Amate e sarete amati, ma amate le anime vostre e le anime altrui. Recitate devotamente il Divino Ufficio; celebrate la Santa Messa con attenzione; visitate con grande amore il Santo dei Santi”.

Dal CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICALa carità è la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. Gesù fa della carità il comandamento nuovo: “Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore”. La pratica della vita morale animata dalla carità dà al cristiano la libertà spirituale dei figli di Dio. (CCC 1822)

PAPA FRANCESCO – Omelia pronunciata durante il Concistoro – 2 febbraio 2015Ci farà bene lasciarci guidare, io per primo e voi con me, dalle parole ispirate dell’apostolo Paolo, in particolare

là dove egli elenca le caratteristiche della carità. Ci aiuti in questo ascolto la nostra Madre Maria. Lei ha dato al mondo Colui che è “la Via migliore di tutte”: Gesù, Carità incarnata; ci aiuti ad accogliere questa Parola e a camminare sempre su questa Via. Ci aiuti col suo atteggiamento umile e tenero di madre, perché la carità, dono di Dio, cresce dove ci sono umiltà e tenerezza. Anzitutto, san Paolo ci dice che la carità è «magnanima» e «benevola». Quanto più si allarga la responsabilità nel servizio alla Chiesa, tanto più deve allargarsi il cuore, dilatarsi secondo la misura del cuore di Cristo. Magnanimità è, in un certo senso, sinonimo di cattolicità: è saper amare senza confini, ma nello stesso tempo fedeli alle situazioni particolari e con gesti concreti. Amare ciò che è grande senza trascurare ciò che è piccolo; amare le piccole cose nell’orizzonte delle grandi […] L’apostolo dice poi che la carità «non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio». Questo è davvero un miracolo della carità, perché noi esseri umani – tutti, e in ogni età della vita – siamo inclinati all’invidia e all’orgoglio dalla nostra natura ferita dal peccato. […] Ma proprio per questo, cari fratelli, può

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«L'UNICO ESTREMISMO AMMESSO

PER UN CREDENTE È LA CARITÀ!» (Papa Francesco)

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risaltare ancora di più in noi la forza divina della carità, che trasforma il cuore, così che non sei più tu che vivi, ma Cristo vive in te. E Gesù è tutto amore.

Inoltre, la carità «non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse». Questi due tratti rivelano che chi vive nella carità è de-centrato da sé. Chi è auto-centrato manca inevitabilmente di rispetto, e spesso non se ne accorge, perché il “rispetto” è proprio la capacità di tenere conto dell’altro, della sua dignità, della sua condizione, dei suoi bisogni. […]

La carità, dice Paolo, «non si adira, non tiene conto del male ricevuto». […] Anche in questo è la carità, e solo la carità, che ci libera. Ci libera dal pericolo di reagire impulsivamente, di dire e fare cose sbagliate; e soprattutto ci libera dal rischio mortale dell’ira trattenuta, “covata” dentro, che ti porta a tenere conto dei mali che ricevi. […]

La carità – aggiunge l’Apostolo – «non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità». […] Che bella questa espressione! L’uomo di Dio è uno che è affascinato dalla verità e che la trova pienamente nella Parola e nella Carne di Gesù Cristo. Lui è la sorgente inesauribile della nostra gioia. Che il popolo di Dio possa sempre trovare in noi la ferma denuncia dell’ingiustizia e il servizio gioioso della verità.

Infine, la carità «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta». Qui c’è, in quattro parole, un programma di vita spirituale e pastorale. L’amore di Cristo, riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ci permette di vivere così, di essere così: persone capaci di perdonare sempre; di dare sempre fiducia, perché piene di fede in Dio; capaci di infondere sempre speranza, perché piene di speranza in Dio; persone che sanno sopportare con pazienza ogni situazione e ogni fratello e sorella, in unione con Gesù, che ha sopportato con amore il peso di tutti i nostri peccati.

Una testimonianza di carità: SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLONizza [Monferrato], 31 marzo 1880

Mia carissima suor Pierina e sorelle tutte,siete allegre? son certa che la partenza della vostra Direttrice vi avrà fatto pena, ma fatevi coraggio, mie care,

sapete bene che la vita non è fatta per star sempre assieme, ma questo lo avremo nel Paradiso.Ora, suor Pierina, tocca a voi di dar buon esempio, vigilare che si osservi dalle figlie la S. Regola, che si amino e

non entrino affezioni particolari perché‚ ci allontanano molto dal Signore e dallo spirito religioso. Procurate che non vi siano gelosie. Dovete voi dare buon esempio a tutte acciò nessuna possa dire: a quella vuol più bene, le parla di più, la compatisce di più, ecc. Voi parlate a tutte, amatele tutte, date anche confidenza più che potete, ma attente sempre che il nostro cuore non si attacchi a nessuno [altro] che al Signore.

Consigliatevi sempre coi nostri buoni Superiori, non tralasciate mai il bene per rispetto umano, avvertite sempre e compatite i difetti delle vostre sorelle, fate con libertà tutto ciò che richiede la carità.

Vi raccomando ancora una cosa, è che non dovete mai far caso se alle volte i Superiori avessero bisogno di una più che dell'altra. […] Dunque, se doveste trovarvi in una di queste cose, lasciate fare e ricordiamoci che il paradiso non si acquista colla soddisfazione e nell'essere preferita, ma si acquista con la virtù e col patire. […]

Statemi allegre tutte e anche suor Adele, che [si] faccia buona. Andate a gara a chi si fa santa più presto specialmente nell'umiltà e carità... Quando vengo a trovarvi, mi direte quella che si è fatta più santa.

Addio, dunque, mie care sorelle, preghiamo e amiamoci a vicenda tutte nel Signore e credetemi sempre vostra

Aff.ma Madre, nel Signorela povera suor Maria Mazzarello

Ciò che sento in modo non dubbio, anzi certo, Signore, è che ti amo.

Folgorato al cuore da te mediante la tua parola, ti amai,e anche il cielo e la terra

e tutte le cose in essi contenute,ecco, da ogni parte mi dicono di amarti, come lo dicono

senza posa a tutti gli uomini,affinché non abbiano scuse. […]

Altrimenti cielo e terra ripeterebbero le tue lodi a sordi.Ma che amo, quando amo te?

Non una bellezza corporea, né una grazia temporale:non lo splendore della luce, così caro a questi miei occhi,

non le dolci melodie delle cantilene d'ogni tono,non la fragranza dei fiori, degli unguenti e degli aromi,

non la manna e il miele,non le membra accette agli amplessi della carne.

Nulla di tutto ciò amo, quando amo il mio Dio.Eppure amo una sorta di luce e voce e odore e cibo

e amplesso nell'amare il mio Dio:la luce, la voce, l'odore, il cibo,

l'amplesso dell'uomo interiore che è in me,ove splende alla mia anima

una luce non avvolta dallo spazio,ove risuona una voce non travolta dal tempo,ove olezza un profumo non disperso dal vento,

ov'è colto un sapore non attenuato dalla voracità,ove si annoda una stretta non interrotta dalla sazietà.

Ciò amo, quando amo il mio Dio.6

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(Sant’Agostino)

So amare le persone che mi sono messe accanto, soprattutto quelle con cui faccio più fatica, perché scorgo in loro la presenza di Gesù? Mi ricordo che “il mio nemico”, che spesso non sopporto nel quotidiano, è figlio di Dio e da Dio è amato?

Nell’amare e donarmi agli altri sono libero dai pregiudizi, dalle aspettative, dalle pretese di me stesso e degli altri?

Spunti per l’attività formativa Canzone: La nostra stupida canzone d’amore – The giornalisti

Se domani tu per caso sparissiE io non sapessi più con chi parlare dopo tre GinCosa dovrei fare?

Non mi va di ricominciareNon mi va di sentirmi maleHai capito chi seiSai che ho vinto il mondiale da quando ci sei

Sei la nazionale, del 2006Ma dentro casa quel vestito da sposaSei il finale migliore di tutti i film che possiamo guardarePrima di andare a dormire

E chiudendo gli occhi immagino, immagino FiumicinoTu che parti per un viaggio e io che innaffio le pianteAspettando il tuo ritornoCon lo sguardo perso tra le nuvole Ed il telefono che suona, non rispondo è ancora prestoLa Corea del Nord non potrà fermare tutto questo

E se per caso mi dovessi svegliareColpito da un proiettile al cuoreInseguito da strane coseMi basterebbe abbracciartiSotto le coperte o sul divanoToccarti la mano e sentirti il respiro

Per restare bene e tornare a dormireE ritornare a sognare

E chiudendo gli occhi immagino, immagino FiumicinoTu che parti per un viaggio e io che innaffio le pianteAspettando il tuo ritornoCon lo sguardo perso tra le nuvole Ed il telefono che suona, non rispondo è ancora prestoLa Corea del Nord, non potrà fermare

Neanche questa nostra stupida, canzone d’amoreChe ti ascolti quando piangi mentre fai la docciaQuando sei da solaE ti senti bella e ti senti pronta Per la vita che ti aspetta sto tornando spegni tuttoLa Corea del Nord non potrà fermare tutto questo

Ed è bello così, anche se poi ti fa piangere questa nostra stupida canzone d’amoreEd è bello così, anche se poi ti fa ridere questa nostra stupida canzone d’amoreEd è bello così, anche se poi ti fa piangere questa nostra stupida canzone d’amoreEd è bello così, anche se poi ti fa ridere questa nostra stupida canzone d’amoreCanzone d’amore, canzone d’amore

Il testo descrive in maniera “scanzonata” una storia d’amore felice, un affetto che sa di eterno/per sempre (“sei la Nazionale del 2006, ma dentro casa con il vestito da sposa”), che nemmeno le difficoltà, se mai ci fossero, potrebbero intaccare /”la Corea del Nord non potrà intaccare tutto questo”). L’idea è di partire da questo spunto, forse un po’ superficiale e spensierato, per ragionare sulla nostra esperienza di amore donato e ricevuto a partire da alcuni punti fermi:

- l’amore è il desiderio profondo che abita il nostro cuore, ma esige un paziente apprendistato fatto di scelte concrete

- l’amore più pieno è quello che Gesù ha per noi e che si esprime più pienamente sotto la croce; a Lui possiamo chiedere di insegnarci ad amare e di mostrarci in che modo possiamo amare più pienamente

Rappresentare in qualche forma artistica una esperienza di amore donato/ricevuto (disegno, canto, scenetta/rappresentazione tridimensionale con la plastilina) … nella rappresentazione si deve vedere l’esperienza come è stata nella sua concretezza (si possono evidenziare gli aspetti “positivi” e di arricchimento, ma anche le fatiche, le sofferenze, gli errori commessi).Si può confrontare questa esperienza di amore con l’inno alla carità: il nostro amore è chiamato a tendere a questo modo di amare!

Per la riflessione personale valorizzare le domande proposte precedentemente

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Dalla LETTERA AGLI EFESINI (Ef 3, 14-19)Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Dal Sogno dei dieci diamantiSulla Fede si elevavano le parole: “Imbracciate lo scudo della Fede per vincere le insidie del demonio”. Un altro raggio aveva: “La fede senza le opere è morta. Non chi ascolta, ma chi pratica la legge possederà il regno di Dio”.

PAPA FRANCESCO - La fede può tutto, i cristiani convinti a metà sono cristiani sconfitti(Omelia del 10 gennaio 2014, Santa Marta)

“Chiunque rimane in Dio, chiunque è stato generato da Dio, chiunque rimane nell’amore vince il mondo e la vittoria è la nostra fede. Da parte nostra, la fede. Da parte di Dio lo Spirito Santo, che fa questa opera di grazia. Da parte nostra, la fede. È forte! E questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede! La nostra fede può tutto! È vittoria! E questo sarebbe bello che lo ripetessimo, anche a noi, perché tante volte siamo cristiani sconfitti. Ma la Chiesa è piena di cristiani sconfitti, che non credono in questo, che la fede è vittoria; che non vivono questa fede, perché se non si vive questa fede, c’è la sconfitta e vince il mondo, il principe del mondo”.

Gesù ha lodato molto la fede dell’emorroissa, della cananea o del cieco nato e diceva che chi ha fede come un granello di senape può muovere le montagne. Questa fede chiede a noi due atteggiamenti: confessare e affidarci”.

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC)1816- Il discepolo di Cristo non deve soltanto custodire la fede e vivere di essa, ma anche professarla, darne testimonianza con franchezza e diffonderla. (…) il servizio e la testimonianza della fede sono indispensabili per la salvezza.

Innanzitutto “confessare”: La fede è confessare Dio, ma il Dio che si è rivelato a noi, dal tempo dei nostri padri fino ad ora; il Dio della storia. E questo è quello che tutti i giorni noi recitiamo nel Credo. E una cosa è recitare il Credo dal cuore e un’altra come pappagalli, no? Credo, credo in Dio, credo in Gesù Cristo, credo… Io credo in quello che dico? Questa confessione di fede è vera o io la dico un po’ a memoria, perché si deve dire? O credo a metà? Confessare la fede! Tutta, non una parte! Tutta! E questa fede custodirla tutta, come è arrivata a noi, per la strada della tradizione: tutta la fede! E come posso sapere se io confesso bene la fede? C’è un segno: chi confessa bene la fede, e tutta la fede, ha capacità di adorare, adorare Dio.

Noi sappiamo come chiedere a Dio, come ringraziare Dio, ma adorare Dio, lodare Dio è di più! Soltanto chi ha questa fede forte è capace dell’adorazione. Oso dire che il termometro della vita della Chiesa è un po’ basso in questo: c’è poca capacità di adorare, perché nella confessione della fede noi non siamo convinti o siamo convinti a metà.

Dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC)1814- La fede è la virtù teologale per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ci ha detto e rivelato, e che la Santa Chiesa ci propone da credere (…). Con la fede “l’uomo si abbandona tutto a Dio liberamente”. Per questo il credente cerca di conoscere e di fare la volontà di Dio.

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LA FEDE PUÒ TUTTO

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L’altro atteggiamento è “affidarsi”: l’uomo o la donna che ha fede si affida a Dio: si affida! Paolo, in un momento buio della sua vita, diceva: ‘Io so bene a chi mi sono affidato’. A Dio! Al Signore Gesù! Affidarsi: e questo ci porta alla speranza.

Così come la confessione della fede ci porta all’adorazione e alla lode di Dio, l’affidarsi a Dio ci porta ad un atteggiamento di speranza. Ci sono tanti cristiani con una speranza con troppa acqua, non forte: una speranza debole. Perché? Perché non hanno la forza e il coraggio di affidarsi al Signore. Ma se noi cristiani crediamo confessando la fede, anche facendo la custodia della fede, e affidandoci a Dio, al Signore, saremo cristiani vincitori. E questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede!”.

Una testimonianza di fede: SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLOLettera di Madre Mazzarello alle suore missionarie della casa di Buenos Aires

Nizza Monferrato, ottobre-novembre 1879Coraggio, mie care figlie,

questa vita passa presto, in punto di morte saremo contente delle mortificazioni che avremo fatte. Non vi scoraggiate mai se vi trovate difettose; mettiamo da parte nostra la buona volontà, ma una buona volontà vera, risoluta, e Gesù farà il resto.

Abbiate tutte gran confidenza verso il Confessore e verso la vostra Superiora. Lavorate sempre per Dio solo se volete riuscir bene ed averne merito. Siete ancora tutte unite? Quando vi

separerete, state attente che non si separi lo spirito, siate sempre unite col cuore. Soprattutto vi raccomando di pregare, pregate molto e di cuore e pregate per me, per i superiori e per tutte le vostre sorelle. Io faccio fare sovente delle Comunioni per voialtre e le vostre sorelle le fan volentieri e di cuore.

Andate nel Cuor di Gesù, sentirete tutto ciò che voglio dirvi.Il Signore vi benedica tutte, mie care figlie, e vi faccia tutte sante come io vi desidero.”

aff.ma Suor Maria Mazzarello

O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane.

O Signore, fa’ che la mia fede sia libera: cioè abbia il concorso personale della mia adesione, accetti le rinunce ed i doveri che essa comporta e che esprima l’apice decisivo della mia personalità: credo in Te, o Signore.

O Signore, fa’ che la mia fede sia certa; certa d’una sua esteriore congruenza di prove e d’una interiore testimonianza dello Spirito Santo, certa di una sua luce rassicurante, d’una sua conclusione pacificante, d’una sua assimilazione riposante.

O Signore, fa’ che la mia fede sia forte; non tema le contrarietà dei problemi, onde è piena l’esperienza della nostra vita avida di luce; non tema le avversità di chi la discute, la impugna, la rifiuta, la nega; ma si rinsaldi nell’intima prova della Tua verità, resista alla fatica della critica, si corrobori nella affermazione continua sormontante le difficoltà dialettiche e spirituali, in cui si svolge la nostra temporale esistenza.

O Signore, fa’ che la mia fede sia gioiosa e dia pace e letizia al mio spirito, e lo abiliti all’orazione con Dio e alla consacrazione con gli uomini, così che irradi nel colloquio sacro e profano l’interiore beatitudine del suo fortunato possesso.

O Signore, fa’ che la mia fede sia operosa e dia alla carità le ragioni della sua espansione morale, così che sia vera amicizia con Te e sia in Te nelle opere, nelle sofferenze, nell’attesa della rivelazione finale, una continua testimonianza, un alimento continuo di speranza.

O Signore, fa’ che la mia fede sia umile e non presuma fondarsi sull’esperienza del mio pensiero e del mio sentimento; ma si arrenda alla testimonianza dello Spirito Santo, e non abbia altra migliore garanzia che nella docilità alla Tradizione e all’autorità del Magistero della santa Chiesa. Amen

(Paolo VI)

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Page 10:  · Web viewPer ascoltare, discernere e vivere la chiamata del Signore nella Chiesa, proprio la Chiesa stessa ci insegna che con il Battesimo ci sono state donate le tre virtù teologali.

Signore, insegnami a non parlarecome un bronzo risonanteo un cembalo squillante,

ma con amore.

Rendimi capace di comprenderee dammi la fede che muove le montagne,

ma con l'amore.

Insegnami quell'amore che è sempre pazientee sempre gentile;

mai geloso, presuntuoso, egoista o permaloso;l'amore che prova gioia nella verità,

sempre pronto a perdonare,a credere, a sperare e a sopportare.

Infine, quando tutte le cose finitesi dissolveranno

e tutto sarà chiaro,che io possa essere stato il debole ma costante

riflesso del tuo amore perfetto.(Madre Teresa)

Qual è il motivo per cui fai fatica a credere?

Ci sono stati episodi/esperienze che ti hanno aiutato a fidarti del Signore? Quale volto di Dio ti hanno permesso di conoscere?

Spunti per l’attività formativa: Canzone ”Credo” – Giorgia

Cancellerò il passato per non tornare indietroMentre riguardo in uno specchio i segni di chi eroÈ il tempo del risveglio, risalgo dal profondo

Dopo aver fatto a pugni con me stessa credo

e credo nelle lacrime che sciolgono le maschereCredo nella luce delle ideeChe il vento non può spegnere

Io credo in questa vita, credo in meIo credo in una vita, credo in teIo credo in questa vita, credo in me

Credo nell’universo nascosto in uno sguardoNella magia del tempo che scandisce un cambiamentoE resterà il ricordo ma non sarà un tormentoDopo aver fatto un patto col mio ego credo

e credo nelle lacrime che sciolgono le maschereCredo nella luce delle ideeChe il vento non può spegnere

Io credo in questa vita, credo in meIo credo in una vita, credo in teIo credo in questa vita, credo in me

E credo in un amore cheVince sempre sulle tenebreIo credo in una vita, credo in te

Sono consapevoleChe non cambiano le regoleMa credo in un amore cheVince sempre sulle tenebre

Credo ancora in un bacio che parteE il cuore che batteUomini e macchineL’inizio e la fineLa vita e la morteAncora rinascereCome le stelleTra l’arte, il disordineE un giro di animeSiamo satelliti

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Page 11:  · Web viewPer ascoltare, discernere e vivere la chiamata del Signore nella Chiesa, proprio la Chiesa stessa ci insegna che con il Battesimo ci sono state donate le tre virtù teologali.

Intorno all’amoreIntorno all’amoreCredo

e credo nelle lacrime che sciolgono le maschereCredo nella luce delle idee

Che il vento non può spegnere

Io credo in questa vita, credo in meIo credo in una vita, credo in meIo credo in questa vita, credo in te

Io credo… in cosa credo? In chi credo? Che immagine ho del Dio in cui credo?L’idea che accompagna l’attività è che la mia fede e la mia disponibilità ad abbandonarmi al Signore è influenzata in qualche modo dall’immagine che ho di Lui. Per questo, proviamo a rendere cosciente la nostra immagine di Dio ed a confrontarla con la parola di Dio e con la testimonianza di Madre Mazzarello.

Completare queste frasi incomplete…Dio è…Dio è…Dio è…Dio è…Dio è……

… e condividerle (potrebbe essere fatto a cerchi concentrici, cambiando ogni volta l’interlocutore)Quale immagine di Dio viene dalle risposte che ho dato? (un padre/un re/un dato “intellettuale”/un estraneo…)

… oppure …

Rappresento la mia immagine di Dio (disegno, rappresentazione tridimensionale con la plastilina, metafora, costruzione con il cartone,…) e la presento agli altri

Per tirare le fila… Dio è amore crocifisso- Confronto con un brano della Parola di Dio o con la lettera di Madre Mazzarello proposta- Riflessione sulle due domande proposte

Impegno personale: metto davanti al Signore una situazione che non so come vivere e provo ad affidarla a Lui nella preghiera: gli do la possibilità di entrare nella mia vita ed in questa situazione

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