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Istituto Statale Istruzione SuperioreEUROPA

Via Fiuggi,14 – 80038 – Pomigliano d’Arco – NATel +39 081 19668187

Http://www.isiseuropa.gov.it – Email: [email protected]

Prodotto finale

Classe II tecnico grafico

Le mie esperienze di scienze

Anno scolastico2013/2014

Alunno Salvatore Rega

Chimica

I Polimeri

I Polimeri non sono biodegradabili poiché è una proprietà delle sostanze organiche e di alcuni composti sintetici, di essere decomposti dalla natura.

La polimerizzazione è un processo che permette l’unione di monomeri e può essere di due tipi:

La poliaddizione è una reazione a catena di composti organici per lo più insaturi che avviene senza l’eliminazione di prodotti secondari

La policondensazione è una reazione chimica che invece avviene con l’eliminazione di prodotti secondari, soprattutto dell’acqua.

I polimeri sono grosse molecole ottenute dall’unione di monomeri.

Esistono due tipi di polimeri: quelli termoplastici e quelli termoindurenti.

I polimeri termoindurenti sono polimeri che non possono essere fusi senza andare incontro a una carbonizzazione.

I polimeri termoplastici sono polimeri i quali è sufficiente aumentare la temperatura per poterli formare.

I polimeri, inoltre, possono essere divisi in due classi: polimeri sintetici e naturali.

I polimeri sintetici sono polimeri polimerizzati artificialmente di cui troviamo: plastiche, gomme, fibre tessili, ecc.

I polimeri naturali sono polimeri che provengono dalla natura di cui troviamo: proteine, polisaccaridi, acidi nucleici, ecc.

Il Petrolio è un’emulsione di idrocarburi con acqua ed altre impurità. Esso è costituito principalmente da idrocarburi aromatici, cicloalcani e alcani.

Gli Idrocarburi sono composti organici, costituiti solamente da atomi di idrogeno e di carbonio e quest’ultimo forma lunghissime catene chiamate catene idrocarburiche.

La Stereoisomeria ottica si verifica quando all’atomo di carbonio si legano quattro atomi diversi e si realizza una condizione in cui a questa molecola corrisponde un’immagine speculare in nessun modo sovrapponibile all’”originale” e quindi diversa da essa.

Gli Alchini sono idrocarburi “insaturi” è contengono tripli legami come l’acetilene.

Il primo trattamento che subisce il petrolio grezzo è la distillazione frazionata. Esso viene

portato in una speciale torre dove fanno condensare i diversi idrocarburi secondo il

rispettivo punto di ebollizione.

Gli Idrocarburi aromatici sono idrocarburi costituiti da due o più anelli aromatici che formano una struttura generalmente planare.

Gli isomeri sono idrocarburi che hanno stessa formula bruta, ma diversa formula di struttura. Essi possono essere: strutturali e geometrici (cis e trans)

I Cicloalcani sono idrocarburi “saturi” nella loro struttura gli atomi di carbonio sono uniti a formare un anello chiuso.

Gli Alcheni sono idrocarburi “insaturi” che presentano almeno un doppio legame.

Gli Alcani sono idrocarburi “saturi”, cioè contengono solo legami singoli e quindi possiedono il massimo numero di idrogeni possibile rispetto agli altri idrocarburi.

La temperatura di fusione e di ebollizione aumentano quando aumenta la catena idrocarburica. Questo succede perché aumentano le interazioni tra le molecole e quindi occorrerà raggiungere una temperatura più alta.

Le cause della distruzione del

mondo

L’ uomo trasformandosi da cacciatore ad agricoltore ha innescato la spirale del superfluo. Richiedendo:

+ produzione agricola + fertilizzanti

+ antiparassitari + suolo coltivabile

+ deforestazione + cemento

Venendo a formare più disparità tra i popoli.

Produzione di mais per animali negli stessi paesi che la fame uccideva, mentre la bistecca formata da grassi insaturi produceva malattie cardiovascolari e tumori.

L’ uomo ha attuato una pesca indiscriminata creando un mare meno pescoso. Inoltre, l’uomo per la produzione di energia a creato dighe gigantesche che hanno prodotto terreni allagati e desertificati.

L’uomo a sommerso la terra di rifiuti con la filosofia dell’usa e getta che, se da un lato ha incominciato a riciclare, dall’altro a disperso i rifiuti in terra e in mare.

Il riciclo della cartaIl riciclaggio della carta può essere realizzato con diverse metodi. Ecco qui le fasi essenziali: Inizialmente la carta viene caricata su nastri trasportatori e fatta cadere in enormi vasche di acqua calda chiamate maceratori. Qui viene sminuzzata e ridotta in poltiglia. Successivamente un potente magnete all'interno della vasca attira gli oggetti metallici, e attraverso dei vagli le fibre e altri agenti contaminanti come la colla vengono eliminati. Dopo essere passato attraverso i vagli, il materiale, ridotto in pasta, cosparso su un nastro trasportatore prende la forma di un foglio. Infine gli strati bagnati devono essere poi asciugati per potersi trasformare in cartone e quando l'asciugatura è completata il materiale si è trasformato in carta.

Anche noi nel laboratorio di chimica abbiamo effettuato un esperimento sul riciclo della carta. Inizialmente abbiamo fatto a pezzettini la carta e l’abbiamo messa in un contenitore dove c’era all’interno della candeggina. Dopo aver fatto assorbire alla carta la candeggina abbiamo inserito tutti i pezzettini di carta in un bicchiere graduato con acqua e farina ed abbiamo fatto diventare tutto in poltiglia con un frullatore ad immersione. Successivamente abbiamo messo tutto su un setaccio e con una bacchetta di vetro siamo riusciti difficilmente ad essiccare la carta per poterla utilizzare.

RELAZIONE DI LABORATORIO: Calore di reazione

Nome Salvatore Cognome Rega Classe 2Btg Data 22/02/2014

Disciplina Chimica Docenti Velleca Numero relazione

TITOLO DELL’ESPERIENZA Esperienza sul calore di reazione.

OBIETTIVO Determinare il calore di reazione fra acido cloridrico (HCl) e idrossido di sodio (NaOH).

ASPETTI TEORICI

Esistono due tipi di reazioni, una reazione che sviluppa calore è detta esotermica, mentre una reazione che assorbe calore detta endotermica. Una reazione esotermica avviene quando si formano più legami di quelli che si rompono, viceversa avviene una reazione endotermica quando si spezzano più legami di quelli che si formano.

MATERIALI

Becker.

STRUMENTI

Cilindri graduati da 100ml, Calorimetro (scatola di polistirolo) con termometro ( P=110°; s=1° ) e agitatore.

REAGENTI USATI

Acido cloridrico (HCl), idrossido di sodio (NaOH)

PROCEDIMENTO

Inizialmente abbiamo riempito i due cilindri graduati con 50ml di acido cloridrico e idrossido di sodio, poi abbiamo versato l’acido cloridrico nel becher che è all’interno del calorimetro chiudendolo rapidamente. Abbiamo agitato la soluzione con l’agitatore quindi abbiamo atteso l’equilibrio termico per annotare la temperatura avvenuta. Successivamente abbiamo versato nello stesso becher l’idrossido di sodio e dopo aver raggiunto l’equilibrio termico abbiamo annotato la temperatura. Infine abbiamo ripetuto il tutto per 2 volte.

DATI SPERIMENTALI

T1 (HCl) T2 (NaOH) Q Q M

Esperimento 1 18° 24° 6° 6+7/2 =

Esperimento 2 18° 25° 7° 6,5°

ELABORAZIONE DEI DATI V=200 ml d=1 g

m = d * V = 1g/200ml = 200g

Cs = 1 cal/g/°C

Q = Cs * m * Δt = (1cal/g*°C) *200 * 6,5° = 1300 cal

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Nell’esperimento appena effettuato abbiamo scoperto che è avvenuta una reazione esotermica.

RELAZIONE DI LABORATORIO: Reazioni chimiche

Nome Salvatore Cognome Rega Classe 2Btg Data 21\11\2013

Disciplina Chimica Docenti Velleca Numero relazione

TITOLO DELL’ESPERIENZA Osservare le reazioni chimiche.

OBIETTIVO Stabilire quali sono gli indizi di una reazione chimica.

ASPETTI TEORICI

Una reazione chimica è una trasformazione della materia che avviene tra uno o più reagenti iniziali modificano la loro struttura e composizione originaria per generare dei prodotti.

MATERIALI

Provette, porta-provette, becher, bacchetta di vetro.

REAGENTI USATI

BaSO4 (Solfato di Bario), NaCl (Cloruro di Sodio), CaCO3 (Carbonato di Calcio), HCl (Acido Cloridrico), CuSO4

(Solfato di Rame), Zn (Zinco), Pb(NO3)2 (Nitrato di Piombo), KI (Ioduro di Potassio), AgNO3 (Nitrato di Argento).

RIDUZIONE RISCHI

Guanti in lattice per l’acido cloridrico che è corrosivo.

PROCEDIMENTO

Inizialmente abbiamo inserito i vari reagenti, tranne lo zinco che è solido, nei vari becher ed abbiamo effettuato gli esperimenti inserendo due reagenti in un'unica provetta verificando ciò che avveniva. Il primo esperimento effettuato è stato tra due sali: BaSO4 + NaCl nel quale non c’è stata reazione. Nel secondo esperimento avvenuto tra un sale e una soluzione concentrata: CaCO3 + HCl → CO2 + H2O + CaCl2 nel quale c’è stata una reazione di sostituzione venendo a formare acqua e anidride carbonica, inoltre questo esperimento ci spiega come avvengono le piogge acide. Il terzo esperimento avviene tra un sale e una sostanza pura: CuSO4 + Zn → ZnSO4 + Cu c’è stata una reazione di spostamento venendo a formare un precipitato nero, lo zinco, che col tempo si sgretola e facendo diventare incolore il solfato di rame. Infine negli ultimi due esperimenti è avvenuta una reazione chimica nel quale a formato dei precipitati: Pb(NO3)2 + KI → PbI2 + KNO3 e AgNO3 + HCl → AgCl + HNO3.

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Attraverso gli esperimenti effettuati abbiamo trovato che non tutti i reagenti formano delle reazioni chimiche tra loro, ma se avvengono possono formarsi vari tipi di reazioni chimiche.

RELAZIONE DI LABORATORIO: Pila Daniell

Nome Salvatore Cognome Rega Classe 2Btg Data 08/05/2014

Disciplina Chimica Docenti Velleca Numero relazione

TITOLO DELL’ESPERIENZA La pila Daniell.

OBIETTIVO Far avvenire una reazione di ossidoriduzione.

ASPETTI TEORICI

Le reazioni di ossidoriduzioni, o reazioni redox, sono le reazioni che avvengono con trasferimento di elettroni. Nello stesso processo, infatti, si ha una specie che si ossida cedendo elettroni e un’altra che si riduce acquistando gli elettroni liberati.

MATERIALI

Becher, Tubo a U, Ovatta.

STRUMENTI

Voltmetro

REAGENTI USATI

Lamina di zinco (Zn), Solfato di zinco (ZnSO4), Lamina di rame (Cu), Solfato di zinco (CuSO4), Cloruro di sodio (NaCl).

PROCEDIMENTO

Innanzitutto abbiamo preso un becher e gli abbiamo versato il solfato di rame immergendo la lamina di rame. In un secondo becher abbiamo messo una identica quantità di solfato di zinco immergendo la lamina di zinco. Successivamente, abbiamo collegato con due fili di diverso colore la lamina di rame all'ingresso positivo del voltmetro e la lamina di zinco all'ingresso negativo. Poi, abbiamo riempito completamente il tubo ad U di cloruro di sodio, tappando le due estremità con due batuffoli di ovatta le abbiamo immerse nei due becher. Infine sul voltmetro abbiamo scoperto che si è formata energia elettrica di circa 1 volt.

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Facendo avvenire una reazione di ossidoriduzione abbiamo trovato che attraverso questa reazione si ha la formazione di energia elettrica.

RELAZIONE DI LABORATORIO: Reazione chimica tra metalli e ossigeno.

Nome Salvatore Cognome Rega Classe 2Btg Data 20/02/2014

Disciplina Chimica Docenti Velleca Numero relazione

TITOLO DELL’ESPERIENZA Reazione chimica tra metalli e ossigeno.

OBIETTIVO Osservare se il rame e il magnesio reagiscono con l’ossigeno.

ASPETTI TEORICI

Una reazione chimica è una trasformazione della materia che avviene tra uno o più reagenti iniziali modificano la loro struttura e composizione originaria per generare dei prodotti. Se la reazione chimica avviene tra un metallo e l’ossigeno si genera un ossido. Esempio:

2Cu + O2 2CuO (ossido di rame)

2Mg + O2 2MgO (ossido di magnesio)

MATERIALI

Capsula di porcellana, pinza di legno, cucchiaio.

STRUMENTI

Becco bunsen.

REAGENTI USATI

Rame (Cu), Magnesio (Mg)

PROCEDIMENTO

Innanzitutto, abbiamo acceso il becco bunsen ed abbiamo appoggiato sopra una capsula di porcellana. Poi abbiamo messo dei pezzi di rame nella capsula ed abbiamo aspettato che reagisse. Successivamente, abbiamo tolto la capsula di porcella e con una pinza di legno abbiamo mantenuto un filo di alluminio facendolo reagire vicino alla fiamma del becco bunsen.

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

In questo esperimento abbiamo notato che il rame da rosso è passato a grigio e questo ha fatto pensare che ha reagito con l’ossigeno formando una reazione chimica. Il magnesio, invece, venendo bruciato ha inizialmente formato un bagliore per poi diventare bianco, questo è tipico di una reazione tipica. Infine, abbiamo notato che il rame per reagire ha impiegato molto tempo, mentre il magnesio subito ha reagito.

RELAZIONE DI LABORATORIO: Velocità di reazione

Nome Salvatore Cognome Rega Classe 2Btg Data 19/03/2014

Disciplina Chimica Docenti Velleca Numero relazione

TITOLO DELL’ESPERIENZA Effetto della superficie di contatto e della concentrazione sulla velocità di reazione.

OBIETTIVO Calcolare il tempo impiegato per far avvenire la reazione tra due sostanze.

ASPETTI TEORICI

Per far avvenire la reazione di due o più sostanze c’è bisogno della quantità minima che le particelle dei reagenti devono possedere perché avvenga la reazione chiamata energia di attivazione. Tra i fattori che influenzano la velocità di reazione sono: la natura dei reagenti, lo stato fisico, la concentrazione dei reagenti, la temperatura e la presenza di catalizzatori che influenzano la velocità di una reazione chimica modificandone il percorso. Questo esperimento dimostra anche la presenza di piogge acide che sono molecole acide diffuse nell'atmosfera che vengono depositate al suolo da precipitazioni quali: piogge, neve, grandine, nebbie, rugiade, ecc. tra le molecole acide che conosciamo ci sono: H 2SO3, H2SO4, HNO2, HNO3, H2CO3.

MATERIALI

Becher, Matraccio, Agitatore.

STRUMENTI

Bilancia elettronica, Cronometro.

REAGENTI USATI

Carbonato di Calcio (CaCO3), Acido cloridrico (HCl).

PROCEDIMENTO

In questo esperimento abbiamo eseguito tre prove mettendo l’acido cloridrico in varie dosi nei becher. Successivamente abbiamo messo il becher sulla bilancia e appena abbiamo inserito nel becher il carbonato di calcio in pezzi o in polvere abbiamo misurato la massa del contenuto azionando il cronometro e misurando la massa ogni minuto per le prime due prove e dopo tre minuti la terza.

DATI SPERIMENTALI

Massa (g) t (min) Δm (g) Δt (min) Velocità (g\min)

CaCO3 in pezzi \ HCl 1M

170,32 0

170,27 1 0,05 1 0,05

170,21 2 0,06 1 0,06

CaCO3 in polvere \ HCl 1M

155,44 0

155,20 1 0,24 1 0,24

154,96 2 0,24 1 0,24

CaCO3 in pezzi \ HCl 0,1M

158,10 0

158,08 3 0,002 3 0,06

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

In questo esperimento abbiamo notato che quando il carbonato di calcio è in polvere la reazione avviene più velocemente di quando è in pezzi e che quando l’acido cloridrico ha una mole maggiore la reazione avviene più velocemente.

Prova Velocità (g\min)

I 0,055

II 0,24

III 0,0066

Biologia

Gestione dei rifiuti

Per gestione di rifiuti si intende l’insieme di politiche, procedure e metodologie volte a gestire l’intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla fase di raccolta, trasporto e trattamento (riciclaggio o smaltimento).Tra i rifiuti trattati ci sono alcuni molto pericolosi come: i medicinali, le pile e le lampadine.

I medicinali per essere smaltiti devono essere buttati in contenitori che in seguito vengono bruciati nei termovalorizzatori, impedendo di inquinare l’ecosistema.

Le pile, invece, essendo fatte di cadmio o di mercurio sono cancerogene e tossiche per il sistema nervoso. Esse possono essere smaltite se portate in una ricicleria.

Le lampadine sono fatte di mercurio e questo può portare, oltre al danno ambientale, a tumori. Per poter essere smaltite devono essere gettate nei rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE).

Oltre a questi rifiuti pericolosi, ci sono altri tipi di rifiuti che vanno o nell’umido, o nell’indifferenziato.

Lo smaltimento migliore dell’umido è il compostaggio. Il compostaggio è un processo aerobico in cui i residui organici sono trasformati in compost.

Lo smaltimento dell’indifferenziato, invece, avviene grazie ai termovalorizzatori che bruciano i rifiuti indifferenziati producendo energia elettrica.

RELAZIONE DI LABORATORIO: Proprietà dell’acqua

Nome Salvatore Cognome Rega Classe 2Btg Data 20\11\2013

Disciplina Scienze della terra Docenti Panico Numero relazione 1

TITOLO DELL’ESPERIENZA La densità e i fenomeni di capillarità e di tensione superficiale dell’acqua.

OBIETTIVO Osservare le proprietà dell’acqua.

ASPETTI TEORICI

La capillarità è una forza in cui l’acqua viene trascinata dal basso verso l’alto in base alle forze di coesione e di adesione, mentre la tensione superficiale è un fenomeno in cui la superficie dell’acqua si comporta come una “pellicola elastica”. La densità, invece, è definita come la massa di un corpo divisa per il volume che occupa.

MATERIALI

Stuzzicadenti, contenitore, punessa, vetrini, ago.

SOSTANZE USATE

Acqua di rubinetto, ghiaccio, curry, sapone.

PROCEDIMENTO

Come primo esperimento abbiamo riempito il contenitore con l’acqua e poi inserito del ghiaccio in esso, notando che rimaneva a galla. Nel secondo esperimento abbiamo appoggiato tre stuzzicadenti sull’acqua e con il sapone che abbiamo messo sull’acqua notiamo che gli stuzzicadenti si allontanano. Infine, nell’ultimo esperimento abbiamo legato due vetrini con un ago all’interno e colorando l’acqua con il curry abbiamo inserito la parte inferiore dei vetrini nell’acqua notando che l’acqua risaliva sui vetri.

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Eseguendo questi esperimenti abbiamo capito che l’acqua è meno densa del ghiaccio e che forma dei fenomeni di capillarità e di tensione superficiale.

La mia scuola è sostenibile?

Ecco una semplice guida sui comportamenti che devono assumere alunni, insegnanti e dirigente scolastica su come rendere la scuola più ecocompatibile.

Energia elettricaL'energia elettrica in natura si presenta sotto forma di scariche elettriche dei fulmini, e come tale non è sfruttabile dagli umani, ma viene prodotta secondariamente poiché col tempo abbiamo imparato a saper sfruttarla rendendola l’energia più utilizzata.

Cosa possiamo fare noi a scuola?

1. Sfruttare la luce naturale durante le giornate di sole;2. Non lasciare accese le luci quando usciamo dalle classi o dai laboratori;3. Mettere in standby il PC quando non necessario.

Cosa può fare la scuola?

1. Mettere nelle classi e nei laboratori a led.

AcquaL'acqua è un bene comune fondamentale per la vita, da preservare nella qualità oltre che nella quantità, e di cui dobbiamo assumerci tutti la responsabilità tutelando le risorse idriche del nostro Paese, per un’acqua pubblica accessibile a tutti.

Cosa possiamo fare noi a scuola?

1. Evitare di lasciar in bagno rubinetti aperti o gocciolanti;2. Segnalare ai responsabili dei corridoi ogni eventuale guasto ai rubinetti o agli

scarichi;

Cosa può fare la scuola?

1. Inserire nei bagni scarichi con due pulsanti che regolano la quantità d’acqua che deve scorrere.

.

CartaLa carta ha influenzato la nostra cultura come poche altre scoperte nella storia. Questa scoperta e la possibilità di introdurre cicli di produzione industriale hanno consentito di tramandare per iscritto le conoscenze.

Cosa possiamo fare noi a scuola?

1. Utilizzare quaderni con carta riciclata;

2. Controllare il documento con l’opzione “Anteprima di stampa” per vedere se c’è stato qualche errore;

3. Stampare entrambe le facciate del foglio.

Cosa può fare la scuola?

1. Utilizzare fogli riciclati per le stampe degli studenti e degli insegnati.

TrasportiNella società moderna ormai il trasporto è diventato di vitale importanza ma che causa gravi danni all’ambiente con l’emissione di anidride carbonica.

Cosa possiamo fare noi a scuola?

1. Utilizzare mezzi pubblici e la bici o a piedi se si è nelle vicinanze della scuola;

Cosa può fare la scuola?

1. Mettere a disposizione un pullman dove regolarmente passa a prendere e a riportare la maggior parte degli studenti.

Fisica

Risparmio energeticoUn efficace risparmio energetico si ha utilizzando la minor quantità possibile di energia per ottenere quello che ci serve. Questa attitudine mira all’efficienza energetica, che si può raggiungere con semplici accorgimenti quotidiani che ci permettono sia di risparmiare sia di rispettare l’ambiente, poiché usare meno energia significa ridurre le spese e le emissioni di gas serra. Per sapere da dove cominciare per migliorare il risparmio energetico del nostro lavoro, la prima cosa da fare è capire quanto, come e perché usiamo l’energia. Per questo c’è bisogno di alcuni dispositivi per il controllo dei consumi che scoprono quanto e come consumi, e a capire dove intervenire. Il risparmio e l'efficienza energetica possono suddividersi in tanti modi, nei trasporti in particolare. Per affrontare seriamente la crisi energetica sembra ormai inevitabile ricorrere alla fonte più abbondante di energia che esista, quella meno inquinante, meno costosa, più disponibile immediatamente: cioè il risparmio di energia. Secondo certi calcoli, infatti, con il solo risparmio energetico si potrebbe «liberare» tanta energia quanta ne producono da sole le centrali nucleari, e sarebbe quindi più conveniente investire soldi e sforzi nel campo del risparmio anziché in quello della produzione di energia.

Italiano, Inglese e Diritto

Dalla Campania Felix alla Terra dei FuochiC’era una volta la Campania Felix, quel territorio che nel periodo romano comprendeva Capua e i diversi comuni confinanti e che veniva così denominata per la particolare prosperità dei suoi terreni. Un territorio adesso sottomesso dalla camorra e dalla corruzione di politici che per anni l’hanno amministrata gonfiandosi le tasche, anche a costo di far morire centinaia di persone fingendo di tanto in tanto di commuoversi nei casi in cui ad ammalarsi di cancro fossero bambini innocenti. Eppure qualcosa è andato storto. Oggi qualcuno si è svegliato (Carmine Schiavone) dal torpore e vittima di qualche scrupolo di coscienza di troppo, o per semplice ripicca contro boss avversi, ha raccontato di anni ed anni di sversamento di rifiuti tossici in Campania, spazzando via i dubbi anche dei più scettici; portando alla luce un’agghiacciante realtà con oltre 70 comuni della provincia di Napoli e Caserta, fortemente a rischio per l’alto tasso di inquinamento ambientale. Chi abita in quelle province sa fin troppo bene di cosa si tratta; colonne di fumo nero all’orizzonte che in breve tempo spargono il loro carico di diossina e gas pericolosi su tutti i centri abitati. Un fumo denso, soffocante, nauseante e ovviamente dannosissimo per la salute, impossibile da contenere pur restando barricati in casa. Il gran rilievo mediatico nazionale di quest’anno, pur essendo positivo e indispensabile, giunge purtroppo dopo anni e anni di denunce pubbliche inascoltate da amministratori locali ma soprattutto dalle prefetture di Napoli e Caserta che non hanno lanciato immediatamente l’allarme nazionale su questo crimine di massa. Quindi le priorità più urgenti al momento dovrebbero essere fondamentalmente due. La prima, regolare i conti col passato per identificare e assegnare le giuste colpe a chi le merita. L’altra cosa urgente da fare è, invece, fermare per sempre questi maledetti roghi di rifiuti che rappresentano ancora una triste realtà della zona. Vorrei concludere con le dichiarazioni dello scrittore napoletano Marcello D’Orta, ucciso dal cancro, che suonano più che mai come un presagio: «Quando, alcuni mesi fa, mi fu diagnosticato un tumore – aveva affermato un paio d’anni fa l’autore del best seller "Io speriamo che me la cavo" - il primo pensiero fu: la monnezza. È colpa, è quasi certamente colpa della monnezza se ho il cancro. Donde viene questo male a me che non fumo, non bevo, non ho – come suol dirsi - vizi, consumo pasti da certosino? Mi ricordai, in quei drammatici momenti che seguirono la lettura del referto medico, di recenti dati pubblicati dall’Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui era da mettersi in relazione l’aumento vertiginoso delle patologie di cancro con l’emergenza rifiuti. Così sono stato servito. A chi devo dire grazie? Certamente alla camorra». Dalla lettura di queste parole come non possono assalirci paure ???? Mi vengono i brividi al pensiero !!!! E' ora che tutte le istituzioni facciano il loro dovere affinché ci sia presto un riscatto per le nostre terre; e noi cittadini dobbiamo fare il resto con comportamenti responsabili nei confronti del territorio che abitiamo. Le 3 “ERRE” ci dovrebbero accompagnare in ciascuna azione della giornata: tutti dobbiamo pensare a se un determinato gesto fatto in maniera spontanea possa o meno danneggiare in qualche modo l'ambiente. Il riutilizzo dei materiali, nonché il riciclo devono diffondersi nella pratica quotidiana come il cancro si è diffuso all'interno delle nostre vite. Fin quando non ce ne convinciamo tutti, anche la politica e il legislatore, qualsiasi sforzo risulterà inutile!!!

The throw-away societyWe are called “the throw-away society” because we use products specifically designed to be used once. We find it easier to throw away a broken item, and we always want the newest. All this results in the increase of waste.

The obvious solution is to recycle more of what is now thrown away. At present the materials that are generally recycled are steel, aluminium, glass, paper, and plastic. Recycling plastic isn’t easy because there are 7 types of plastic but they cannot be mixed together. The organic waste can be used to make compost, a totally natural fertiliser and the potentially toxic wastes are collected and tested; the toxic-free ones are used in public beautification projects like covering up graffiti. But now, however, the rubbish disposal is an enormous problem: some is buried (but there isn’t enough space for it); some is burned (but it causes air pollution problems).

Air pollution has disastrous effects on earth temperatures and produces “the greenhouse effects”. It forms a layer which does not allow the heat to escape causing the global warming. We can’t stop the greenhouse effect, but we can only slow it down using alternative energy and wind power. We must protect the forests and plants more trees and we must reduce, re-use and recycle.

Decreto legge 136A causa dell’emergenza ambientali e industriali che stanno avvenendo in Campania il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha modificato il decreto legge 136 il 10 dicembre del 2012. Esso è formato da 10 articoli i quali affermano che verranno svolte indagini tecniche per la mappatura, anche mediante strumenti di telerilevamento, dei terreni della Regione Campania destinati all'agricoltura, al fine di accertare l'eventuale esistenza di effetti contaminanti a causa di sversamenti e smaltimenti abusivi anche mediante combustione. Inoltre, ci sarà un’attività di monitoraggio e di bonifica delle aree inquinate. Infine, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni.