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I codici a barre Classe 2^S Di Francesco Fedele Troiano Davide

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I codici a barreClasse 2^S

Di

Francesco Fedele Troiano Davide

Codice a barre

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Storia L'idea dei codici a barre fu sviluppata da Norman Joseph Woodland e Bernard Silver, all'epoca studenti di ingegneria dell'Università di Drexel. Il 7 ottobre 1948 l'idea nacque dopo aver ascoltato le esigenze di automatizzare le operazioni di cassa da parte del presidente di un'azienda del settore alimentare.Una delle prime idee era stata quella di utilizzare il Codice Morse stampato ed esteso in senso verticale, realizzando così barre strette e barre larghe. In seguito utilizzarono dei codici a barre ovali e brevettarono la loro invenzione.I primi tentativi di riconoscere i codici a barre con un foto moltiplicatore originariamente utilizzato per la lettura ottica delle bande audio dei film non ebbero successo: l'eccessivo rumore dei dispositivi termoionici, il calore generato dalla lampada utilizzata per l'illuminazione e il peso risultante dall'insieme erano ostacoli insormontabili in quanto le lampade allo xeno, l'unica fonte luminosa all'epoca abbastanza intensa, avevano prezzi improponibili, specie quelle a flusso continuo.Il successivo sviluppo della tecnologia laser permise ai lettori di essere costruiti a prezzi più accessibili e lo sviluppo dei circuiti integrati permise la decodifica vera e propria dei codici. Silver morì nel 1963 a soli 38 anni, prima di vedere le numerose applicazioni pratiche del suo brevetto.Nel 1972, un grande magazzino di Cincinnati fece degli esperimenti con un lettore con l'aiuto della RCA, ma i codici a barre ovali si macchiavano facilmente o si producevano delle sbavature durante la stampa, per cui l'esperimento fu un insuccesso. Nel frattempo, Woodland sviluppò presso IBM i codici a barre lineari, che furono adottati il 3 aprile 1973 con il nome "UPC" (Universal Product Code). Il 26 giugno 1974 presso un supermarket a Troy, nell'Ohio, il primo prodotto (un pacchetto di gomme americane) veniva venduto utilizzando un lettore di codici a barre. Quel pacchetto di gomme si trova ora nello Smithsonian's National Museum of American History.Nel 1992, Woodland ha ricevuto dal presidente statunitense George H. W. Bush la medaglia nazionale per la tecnologia

Codici a barre lineariTra i tipi più diffusi in Italia, senz'altro troviamo il codice EAN (European Article Number) che viene utilizzato nella grande distribuzione, seguito dal Farmacode o codice 32 (una rielaborazione matematica del Codice 39), adottato per l'identificazione dei farmaci e delle specialità vendibili al banco nelle farmacie. Sempre nella grande distribuzione, possiamo trovare il Universal Product Code per i prodotti importati da Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti. Sempre nell'ambito della grande distribuzione, a partire dal 2014 è possibile usare la famiglia di barcode GS1 DataBar per la sua caratteristica di memorizzare un

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maggior numero di informazioni in minor spazio. Nell'ambito industriale hanno trovato grande diffusione il codice 128(soprattutto attraverso lo standard GS1-128, il codice 39 (alfanumerico) e il 2/5 (si legge 2 di 5) interlacciato (anche nello standard ITF-14). A seconda del tipo di codice adottato vi sono dei limiti nel ridimensionamento, nel numero e nel tipo caratteri rappresentabili[1]. Ad esempio, il già citato codice EAN13 può rappresentare solo dodici caratteri numerici, il codice UCC/EAN-128, utilizzato nel settore medico, può rappresentare l'intero set di caratteri ASCII.

LetturaPer quanto riguarda i codici a barre lineare, la tecnologia prevalente e più affidabile impiega uno o più raggi laser, abbinato di solito ad una testina oscillante e in taluni casi ad un sistema di specchi, al fine di moltiplicare le probabilità che qualsiasi codice stampato su un oggetto venga letto al primo tentativo. Esistono anche dei lettori più economici che utilizzano una barra di LED per illuminare i codici a barre e un sensore CCD (Charged Coupled Device). Si ottengono così dispositivi più leggeri e più resistenti, adatti per scanner da impugnare, che però devono essere portati quasi a contatto con i codici a barre da leggere. Inoltre, in ambito industriale, le ultime tecnologie permettono la lettura del codice a barre tramite l'acquisizione di un'immagine fornita da un sistema video. Questo, tramite l'apposito software, permette di "fotografare" l'oggetto, riconoscere nella fotografia il codice a barre da leggere e successivamente interpretarlo.

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ISSNL'ISSN (International Standard Serial Number) è il numero internazionale che identifica le pubblicazioni in serie (i periodici, comequotidiani o riviste, le collane di libri, gli annuari, ecc.), a stampa o elettroniche, e consente un'identificazione univoca anche nel caso in cui esistano più pubblicazioni con lo stesso titolo.L'ISSN viene utilizzato per la predisposizione dei codici a barre (ed è quindi usato per le necessità della distribuzione commerciale) o per la costruzione di altri codici identificativi editoriali (ad es., può essere impiegato all'interno del codice DOI che individua online un contributo in una rivista); ma è anche un identificatore usato in tutti i database nei quali si renda necessario individuare in modo univoco le pubblicazioni in serie (cataloghi di biblioteche o sistemi di informazione, database scientifici e archivi della produzione editoriale, sistemi di archiviazione di curricula degli autori, ecc.).

PresentazioneL'ISSN è costituito dai caratteri « ISSN » seguiti da due gruppi di quattro cifre, separati da un trattino. L'ultima cifra, situata in ottava posizione serve da codice di controllo e può avere un valore da 1 a 10; il valore 10 è rappresentato con una «X».Contrariamente all'ISBN, il numero di ISSN non è un "codice parlante", cioè le singole cifre non corrispondono ad una codifica specifica, ma vengono attribuite sequenzialmente, indipendentemente dal paese d'origine, dalla lingua, ecc. Ad ogni ISSN corrisponde un titolo-chiave così come una data d'inizio della pubblicazione. La data di fine è normalmente fissata al «9999».Il titolo-chiave è composto dal nome della pubblicazione ed, eventualmente, da un qualificativo (spesso il luogo di pubblicazione) usato nei casi in cui sia necessario distinguere il titolo della pubblicazione da altri uguali. Per esempio, l'ISSN 0999-2138 è associato al titolo chiave «Ouest-France (Ed. de Rennes)» perché nell'archivio internazionale ISSN esiste un titolo identico, a sua volta disambiguato con un qualificativo dello stesso tipo: Ouest-France (Ed. d'Angers-Segré), ISSN 2114-9232.

Regole di calcolo del codice di controlloAd ogni posizione viene attribuita una ponderazione (da 8 a 2 in senso decrescente) e si fa la somma dei prodotti così ottenuti. Si conserva il resto della divisione

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euclidea di questo numero per 11. Si sottrae questo numero a 11 e si ottiene la chiave.

Esempio: Per il numero ISSN (a 7 cifre) ISSN 0395-203 (WC ·ACNP) qual è il codice di controllo?

Esempio di calcolo del codice

Codice ISSN 0 3 9 5 2 0 3

Ponderazione 8 7 6 5 4 3 2

Prodotto 0 21 54 25 8 0 6

Cioè in totale 114 in cui il resto della divisione euclidea per 11 è 4. Il codice di controllo è dunque 11 - 4 = 7. L'ISSN completo è: ISSN0395-2037 

DefinizioneL'ISSN è attribuito gratuitamente a ogni pubblicazione secondo la definizione ISO 3297 seguente:

« È una pubblicazione in serie, ogni tipo di pubblicazione, su ogni forma di supporto, che è pubblicata in fascicoli o volumi successivi, che si susseguano in generale numericamente o cronologicamente, in una durata non limitata in anticipo. Tale definizione esclude i lavori destinati ad essere pubblicati in un numero finito di parti.

L'ISSN è applicabile all'insieme delle pubblicazioni in serie, siano esse passate, presenti o che debbano essere pubblicate in un futuro prevedibile, qualsiasi sia il supporto fisico della pubblicazione. Le pubblicazioni in serie comprendono i periodici, giornali, pubblicazioni annuali (come relazioni, annuari, inventari), riviste, collezioni, memorie, resoconti, atti, ctc. delle so

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QR Code

Storia Il codice QR fu sviluppato nel 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave,[3] per tracciare i pezzi di automobili nelle fabbriche di Toyota. Vista la capacità del codice di contenere più dati di un codice a barre,[4]fu in seguito utilizzato da diverse industrie per la gestione delle scorte. Nel corso degli anni 2000 alcune di queste funzioni furono progressivamente assolte dalle etichette RFID.Nel 1999 Denso Wave ha distribuito i codici QR sotto licenza libera,[5]favorendone così la diffusione in Giappone. Nello stesso anno NTT docomo, la principale compagnia di telefonia mobile del paese, ha lanciato i-mode, sistema per l'utilizzo del web dal telefono cellulare. In poco tempo i-mode divenne molto popolare tra i giapponesi, e già all'inizio del XXI secolo cominciavano ad essere sviluppate applicazioniper cellulari orientate verso la comodità.In questo contesto di sviluppo pervasivo del web mobile nella vita quotidiana dei giapponesi,[6] i codici QR si rivelarono utili per sollevare le persone dal noioso compito di inserire dati nel telefonino. Così, dalla seconda metà degli anni 2000, divennero sempre più comuni lepubblicità che ricorrevano all'uso dei codici QR stampati sulle pagine digiornali e riviste, o sui cartelloni pubblicitari, per veicolare facilmente indirizzi e URL.[7] Per qualche tempo in Giappone si diffuse anche l'utilizzo dei codici QR sui biglietti da visita per semplificare l'inserimento dei dati 6

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nella rubrica del cellulare. Questa usanza subì però un notevole rallentamento con lo sviluppo dei sistemi di trasmissione dati viainfrarossi.Nel settembre 2005, negli Stati Uniti, è nato il progetto Semapedia che permette di collegare, tramite codice QR, i luoghi fisici alle relative descrizioni su Wikipedia.In Europa e negli Stati Uniti la diffusione dei codici QR è stata lenta, ma dalla fine degli anni 2000, favorita anche dallo sviluppo del mercato degli smartphone, la tecnologia ha acquistato maggiore notorietà, anche in Italia[8].Tuttavia, con la diffusione su larga scala dei codici QR mediante i dispositivi mobili, nel 2014 Federprivacy ha evidenziato che possono essere facilmente utilizzati per scopi dannosi, trasmettendo virus, istruzioni malevole, e attivare altre azioni indesiderate.[9][10][11][12]Accanto alla definizione QR Code prende piede una definizione più esplicita: mobtag. Sono infatti molte le applicazioni gratuite[13] di lettura dei QR distribuite sia dal Play Store, che da App Store o da altri siti web. Inoltre diversi siti, tra cui l'open source ZXing Project,[14] offrono l'opportunità di generare i codici gratuitamente.

Funzionamento I codici QR possono contenere sia indirizzi internet, che testi, numeri di telefono, o sms.[24] Sono leggibili da qualsiasi telefono cellulare esmartphone munito di un apposito programma di lettura (lettore di codici QR, o in inglese QR reader).[

Dato che Denso Wave ha reso pubblico l'uso della tecnologia QR con licenza libera,[5] suInternet è possibile trovare programmi gratuiti sia per la lettura (decodifica) che per la scrittura (codifica) dei codici QR.Dalla fine degli anni 2000 i programmi di lettura dei codici QR sono spesso già installati nei telefonini dai relativi produttori. In Giappone questa prassi è la norma.Esistono comunque molti siti web che offrono i lettori per cellulari, generalmente senza costi. Sul sito ufficiale di Semapedia è pubblicata un'ampia lista di collegamenti alle pagine che offrono lettori specifici per ogni modello di telefono cellulare.[13]

Per leggere un codice QR è sufficiente inquadrarlo con la fotocamera del cellulare dopo aver aperto il lettore.Per quel che riguarda la scrittura, esistono diversi siti che consentono la libera produzione di codici QR.

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EAN

European Article Number (o semplicemente EAN) è una famiglia di codici a barresoggetta alle specifiche dellaGS1 (una volta conosciuta come EAN International) (a cui aderiscono un centinaio di paesi). La famiglia di codici a barre EAN comprende EAN-13 e EAN-8 ed alcuni ADD-ON quali ad esempio EAN-2 o EAN-5 per la carta stampata. Il codice memorizzato in un codice EAN é tipicamente un GTIN.È usato in Europa ed in Giappone (dove però viene chiamato JAN,Japanese Article Number) per la marcatura dei prodotti destinati alla vendita al dettaglio.

StrutturaEAN è un codice a barre utilizzato per l'identificazione univoca di prodotti destinati al consumatore finale. Si tratta di un codice pluridimensionale: sono presenti 4 diversi spessori di barre/spazi, ognuno multiplo del modulo unitario. Lo spessore nominale del modulo è di 0,33mm con la tolleranza -20%/+100% (quindi da 0,264 a 0,66mm). È continuo, ovvero sono significativi sia gli spazi che le barre. Ogni carattere del codice è codificato come usuale in modo binario, ed ogni carattere è codificato usando 7 moduli. È leggibile nei 2 sensi, e può rappresentare un numero fisso di caratteri. Le prime tre cifre identificano la nazione o il tipo. Il set di caratteri normalmente usato per la parte numerica è il OCR-B.Ne esistono 2 versioni principali:

l'EAN 13 (o "normale"); l'EAN 8 (o "ridotto").A questi si affiancano degli ADD-ON come l'EAN 2 o EAN 5. L'EAN 2 è usato nei periodici assieme all'EAN 13 per individuare con precisione il numero di uscita del

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giornale. Negli Stati Uniti l'EAN 5 viene utilizzato assieme all'EAN 13 per proporre il prezzo di vendita al pubblico dei libri.

EAN 13L'EAN 13, come suggerisce il nome, rappresenta un codice di 13 caratteri. Usa 3 tipi di codifiche: la codifica A, B e C. Dei 13 caratteri solo 12 sono rappresentati, poiché la prima cifra da sinistra identifica la sequenza di codifiche A o B dei successivi 6 caratteri. Sono presenti inoltre caratteri di start (101), stop (101) e controllo centrale (01010).Composizione:101 (6 caratteri codificati in A o B) 01010 (6 caratteri codificati in C) 101Il codice stampato deve avere delle ben precise zone di offset e overflow per permetterne la lettura, e in particolare spessore di 1 modulo tra il codice e la fine della targhetta in alto, 1 modulo tra la fine dei numeri sotto il codice e la fine della targhetta in basso, 7 moduli tra il codice e il margine destro e 11 moduli per il margine sinistro.Per cui un codice EAN 13 sarà costituito in lunghezza da 11+(12*7)+7+3+3+5=113 moduli di cui 95 moduli del codice e 18 di overflow.EAN 13 viene utilizzato per la marcatura di prodotti destinati al mercato globale:

le prime due cifre del codice identificano il paese dove è stata richiesta la codifica da chi detiene il marchio del prodotto (per esempio l'Italia è indicata dalle cifre 80 e 81);

le successive cinque cifre identificano il produttore; le ulteriori cinque cifre identificano la denominazione del prodotto all'interno

dell'azienda; l'ultima cifra rappresenta il cosiddetto "check digit" (codice di controllo), che

viene calcolato tramite uno specifico algoritmo: si moltiplicano le prime 12 cifre del codice alternativamente per 1 e per 3, poi si sommano i valori ottenuti; la cifra di controllo è il più piccolo numero da aggiungere a questa somma per ottenere un multiplo di 10. Nell'esempio di codice sopra riportato si calcola nel modo seguente: 2·1 + 4·3 + 1·1 + 2·3 + 3·1 + 4·3 + 5·1 + 6·3 + 7·1 + 8·3 + 9·1 + 0·3 = 99; manca 1 per raggiungere il multiplo della decina superiore più vicino, ossia 100.

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EAN 8L'EAN 8 codifica invece 8 caratteri, mantenendo la stessa struttura del precedente con la variazione che i moduli tra il codice e il margine sinistro sono 7 anziché 11.Composizione:101 (4 caratteri codificati A) 01010 (4 caratteri codificati C) 101Per cui un codice EAN 8 sarà costituito in lunghezza da 7+(8*7)+7+3+3+5=81 moduli di cui 67 moduli del codice e 14 di overflow.EAN 8 viene utilizzato per la marcatura di prodotti troppo piccoli per l'uso di un normale codice EAN 13. In alcuni casi viene anche destinato ai prodotti a marchio privato del distributore.

Fonti del lavorohttps://it.wikipedia.org/wiki/Codice_a_barre

https://it.wikipedia.org/wiki/European_Article_Number

https://it.wikipedia.org/wiki/ISSN

https://it.wikipedia.org/wiki/Codice_QR

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