TOSCANA · La testa di Filippo Tedici è visibile in altri tre luoghi: ... la botanica e...

7

Transcript of TOSCANA · La testa di Filippo Tedici è visibile in altri tre luoghi: ... la botanica e...

J AC O P O M AU R O E R O B E R T O D I F E R D I N A N D O

TOSCANAI N S O L I TA E S EG R E TA

E D I Z I O N I J O N G L E Z

TOSCANA

- 26 - - 27 -

DINTORNI DI FIRENZE, PRATO E PISTOIA

TESTE ENIGMATICHE SU ALCUNI EDIFICI DI PISTOIATeste nell’aria...Palazzo comunale, piazza del DuomoChiesa di S. Andrea, via Sant’AndreaAngolo tra via Sant’Andrea e via de’RossiVia Borgostrada, primo muro a sinistra, partendo da piazza dello Spirito Santo

Visitando Pistoia, può essere utile volgere lo sguardo in alto: numerose teste dal signi�cato misterioso sono state scolpite su alcuni muri

ed edi�ci. La più spettacolare che si conosca è senz’altro quella sulla facciata del Palazzo comunale. La testa è sormontata da un braccio che impugna un’arma. E bisogna aguzzare lo sguardo per scorgere un mazzo di chiavi attorno al braccio in questione. Alcuni hanno pensato a una rappresentazione del re Musetto di Maiorca, scon�tto da Grandone de’ Ghisilieri, capitano originario di Pistoia, ai tempi della conquista delle Baleari a opera della �otta pisana nel 1115. In realtà, si potrebbe trattare più verosimilmente di Filippo Tedici, un traditore che prese il potere con il sostegno della città di Lucca nel 1325. Privato del potere e costretto all’esilio, tentò nuovamente di sollevare la popolazione di Pistoia contro l’occupazione guelfa �orentina. Riconosciuto da alcuni paesani mentre attraversava il ponte Castruccio (vedi Castruccio Castracani a Lucca, p. 165) sulla riva del �ume Popiglio, venne ucciso e la sua testa, staccata dal corpo, fu condotta trionfalmente a Pistoia in cima a una picca. Il Consiglio degli Anziani decise che il volto del Tedici sarebbe stato scolpito in marmo e collocato a monito in diversi punti della città (sentenza del 7 settembre 1336), al �ne di scoraggiare ulteriori tentativi di tradimento.

Quanto alle chiavi, sono quelle delle prigioni di Pistoia, aggiunte alla scultura nel 1399 in occasione della liberazione delle vittime delle lotte intestine che ancora languivano nelle carceri della città. Tale liberazione fu ottenuta grazie all’intercessione del vescovo Andrea Franchi e dietro pagamento di un riscatto messo insieme grazie ai proventi di un giorno di penitenza.

La testa di Filippo Tedici è visibile in altri tre luoghi: all’angolo tra via Sant’Andrea e via de’ Rossi, sulla colonna a destra della porta della chiesa di S. Andrea e in�ne all’inizio di via Borgostrada, partendo da piazza dello Spirito Santo. La scultura incastonata nella colonna della chiesa di S. Andrea assomiglia più alla testa di un suino che al volto di un essere umano. Si dice che i becchini spegnessero le loro torce sulla faccia in segno di disprezzo.

8

- 72 - - 73 -

SIENA

BIBLIOTECA E SA� DA CONCERTI DELL'ACCADEMIA CHIGIANAUn tesoro di note nel tempio del mecenatismoPalazzo Chigi Saracini, via di Città 89, SienaBiblioteca aperta dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13,30, giovedì e venerdì anche 15,30-19; in luglio e agosto orari ampliati, con apertura anche il sabatoSala da concerti visitabile nel corso delle visite guidate al palazzo. Biglietto 7€, inizio da lunedì a sabato ore 11,30, giovedì e venerdì anche ore 16; in luglio e agosto gli orari variano in base alle esigenze didattiche. Nel mese di settembre le visite sono sospesewww.chigiana.it

Il palazzo Chigi Saracini, pur così centrale, nasconde molte sorprese: una di queste è la sua biblioteca musicale, aperta a tutti, che conserva

circa 75.000 volumi, frutto in parte dell'eredità e collezione della famiglia Chigi Saracini, in parte costituitasi durante l'attività dell'Accademia di perfezionamento musicale iniziata dal conte Guido Chigi Saracini nel 1932, tuttora punto di riferimento per il mondo del professionismo avanzato della musica classica.

La biblioteca, essenzialmente musicale, conserva opere molto rare tra codici miniati, prime edizioni e soprattutto partiture originali dedicate al conte, vero mecenate: la più famosa è probabilmente la Suite della Tabacchiera di Ottorino Respighi, che la compose ispirandosi a una tabacchiera del conte che è e�ettivamente decorata con un motivo musicale.

La passione musicale del conte, già prima dell'avvio della scuola di perfezionamento, lo portò a cambiare radicalmente la struttura medievale di alcuni degli spazi del suo palazzo, per farne una sala da concerto in stile viennese: la sala ospita più di duecento persone, ma sul lato sinistro del palco c'è una porta che dà su un salotto dal quale il conte preferiva ascoltare le esecuzioni senza essere presente in sala. Altra curiosità, che poi è il motivo per cui vennero avviati i corsi di perfezionamento: il conte era un organista dilettante, e che organo si fece costruire!

Lo si intravede dalla sala da concerto, e appare subito maestoso: ha 4200 canne, in parte nascoste dietro i muri, che occupano due piani del palazzo. Questo strumento eccezionale ha attirato molti musicisti, tra cui Fernando Germani, che diede il via ai corsi superiori di perfezionamento per organo. Riguardo questi corsi, un'ulteriore nota: gli allievi provano nelle sale monumentali del palazzo, tra gli straordinari oggetti della collezione del conte. È bene ricordarselo durante ogni visita, o quando d'estate, nelle strade adiacenti al palazzo, si sentono le note.

6

- 80 - - 81 -

SIENA

I MONTANTI DEL CARRO DELLA VITTORIA DI MONTAPERTI Due insoliti reperti della battaglia di Montaperti al duomoCattedrale di S. Maria Assunta Piazza del Duomo - 53100 Siena (Si)

Due elementi della celebre vittoria di Montaperti, posti verticalmente dietro la quinta colonna della navata centrale, sono visibili nella

cattedrale di Siena. Pur assomigliando a due volgari pali di legno, si tratta di due montanti di un carro della vittoria (carroccio). Essi furono deposti in questo luogo in segno di ringraziamento alla Madonna dagli Occhi Grossi, che all’epoca era esposta sull’altar maggiore della cattedrale (oggi al Museo dell’Opera Metropolitana, a pochi metri di distanza).

In e�etti, il giorno precedente alla battaglia, tutta la cittadinanza, in solenne processione, si era posta sotto la sua protezione. Durante lo scontro, lo stesso carroccio fu, in un certo senso, miracolato. Esso era a�dato alla divisione di Niccolò da Bigozzi, quando il cavaliere tedesco Gualteri d’Astimbergh tra�sse a sorpresa il capitano dei combattenti venuti da Lucca. Nella confusione che seguì, le truppe di Bigozzi entrarono nel vivo del combattimento contravvenendo agli ordini, ed abbandonando così la sorveglianza del venerato carroccio.

La battaglia di Montaperti La battaglia di Montaperti fu il culmine della guerra che oppose Firenze a Siena nel XIII secolo. Tanto le rivalità economiche quanto le politiche avevano reso inevitabile lo scontro tra le due città vicine. Inoltre, se Firenze si era schierata con i guel� e con il Papa, Siena sosteneva i ghibellini e il Sacro Romano Impero Germanico. Il casus belli preso a pretesto dai �orentini fu che Siena aveva accolto i ghibellini cacciati da Firenze. La battaglia �nale avvenne il 4 settembre 1260. Sono moltissimi i racconti “leggendari” che attribuiscono la vittoria dei senesi a fatti d’arme aneddotici, suscitando ancor’oggi più di un commento.

Il termine guelfo deriva dalla dinastia tedesca dei Welf, e designa la fazione che sosteneva il Papa, al contrario di quella dei ghibellini che sostenevano il Sacro Romano Impero Germanico.La parola ghibellino si riferisce al castello di Waiblingen in Germania, sede della dinastia degli Hohenstaufen, che lottava per il trono del Sacro Romano Impero Germanico.

11

- 88 - - 89 -

SIENA

IL MUSEO DI STORIA NATURALE DELL’ACCADEMIA DEI FISIOCRITICI*Un ambiente da gabinetto delle curiositàPiazzetta Silvio Gigli, 2. 53100 Siena (Si)Tel./ Fax.: 057747002E-mail: �[email protected] - www.�siocritici.itOrari: Dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 14Ingresso libero con prenotazione online

Creata da più di 300 anni, l’Accademia dei Fisiocritici presenta le sue collezioni in un museo che ha conservato il fascino e la

disposizione museogra�ca del XIX secolo. Il museo occupa i locali di un monastero del XII secolo dal 1816 ed espone un impressionante numero di pezzi, suddivisi in quattro sezioni: la geologica, la zoologica, la botanica e l’anatomica. Al centro del chiostro si trova lo scheletro di una balena lunga 15 metri, arenatasi vicino a Piombino nel 1974.

Nella sezione geologica è da non perdere la notevole collezione di marmi antichi, che comprende duecentotrenta campioni provenienti dai vari possedimenti dell’Impero Romano, utilizzati negli edi�ci di Roma e dintorni. La sezione geologica contiene anche uno dei più celebri meteoriti del mondo chiamato “la meteorite di Siena”. Si tratta di una corondrite (meteorite pietroso contenente meno del 35% di metallo), caduta durante la famosa pioggia di meteoriti del 16 giugno 1794 (vedi la doppia pagina precedente).

Tra le altre curiosità dell’a�ascinante museo, la vetrina dei mostri presenta pecore e agnelli bicefali. Sotto un tessuto nero si nascondono anche i peli di uno dei mammut ritrovato congelato in Siberia, mentre nella sala delle proiezioni, sotto le sedie degli spettatori, si trova un incredibile meridiana. Esso fu minuziosamente ricostruito da Giuseppe Pianigiani su modello dell’originale, ideato e realizzato nel 1703 dal fondatore dell’accademia, Pirro Maria Gabbrielli. Siena era all’epoca la sola città a possedere un simile strumento insieme a Parigi, Roma e Bologna. Un guardiano era incaricato di sorvegliare l’arrivo del raggio del sole lungo l’asse del meridiano. Egli faceva suonare immediatamente la campana, indicando al circondario (e alla torre del Mangia) che era mezzogiorno. Si appro�ttava allora del suono della campana per regolare le lancette dei secondi degli orologi meccanici. Battezzata “Eliometro �siocritico”, il meridiano fu sfortunatamente distrutto durante il terremoto del 1798.

*Il termine �siocritici deriva dal greco physis (natura) e kritikos (che studia).

17

- 106 - - 107 -

DINTORNI DI SIENA

IL MOSAICO ROMANO DELLA FARMACIA DE MUNARI (ex Francini Naldi)Mosaico su prescrizioneCorso Matteotti, 82, 53041 Asciano (SI)Tel.: 0577 718124Per la visita: rivolgersi al farmacista. Attenzione: non più di due persone alla volta. Gruppi non ammessiOrario: durante la settimana dalle 9 alle 13 e dalle 15,30 alle 19,30. Il sabato dalle 9 alle 13

Il retrobottega della farmacia De Munari ad Asciano nasconde un’immensa stanza, il cui pavimento è costituito da un mosaico romano

con uno sfondo ra�nato che potrebbe risalire al I secolo d.C.Dopo un percorso guidato all’interno del labirinto dietro il locale principale della farmacia, è necessario attraversare lo scantinato per rimanere allibiti di fronte alla sala che custodisce il tesoro nascosto della città.

Il sontuoso pavimento di 180 mq di super�cie venne scoperto nel 1889. Vista la ricchezza e la ra�natezza della decorazione del mosaico policromo, è possibile che un tempo sorgesse in questo luogo uno stabilimento termale che utilizzava le acque sulfuree del torrente Bestina.Secondo le ipotesi di alcuni archeologi il complesso poteva appartenere alla villa costruita da Domizio Afro. Originario di Nîmes, nell’antica Gallia, il celebre oratore visse al tempo (e al servizio) dell’imperatore Caligola (12-41 d.C.). La villa sarebbe in seguito divenuta proprietà di Domizia Lucilla, madre dell’imperatore Marco Aurelio (121-180 d.C.).

Il farmacista di Asciano accoglie gentilmente i curiosi che hanno voglia di scoprire questa meraviglia. Si raccomanda tuttavia di non presentarsi per la visita quando la farmacia è piena o poco prima della chiusura. Si tenga presente che i mosaici erano in corso di restauro all’epoca del nostro ultimo sopralluogo, ed è possibile che lo siano ancora al momento della pubblicazione di questa guida.

10

- 308 - - 309 -

AREZZO E DINTORNI

PONTE DI BURIANOIl ponte della Gioconda?52100 Arezzo (AR)

Costruito nel 1277, il ponte di Buriano ha probabilmente sostituito un ponte più antico edi�cato nello stesso sito dagli etruschi per

collegare le città di Arezzo e Fiesole. Successivamente transitò sulle arcate di questo ponte sorrette da tronchi d’albero la via Cassia, che collegava Roma ad Arezzo. L’attuale ponte è stato miracolosamente salvato grazie all’intervento degli sminatori alleati: nel 1944 essi riuscirono a disinnescare gli esplosivi tedeschi che avrebbero dovuto distruggerlo.

Nel 1502 Leonardo da Vinci fu incaricato da Cesare Borgia di cartografare questa zona della Toscana. Avendo l’artista rappresentato il ponte di Buriano nei cosiddetti “fogli di Windsor” – dal luogo in cui sono conservati, il castello di Windsor in Inghilterra – alcuni ne hanno dedotto un po’ frettolosamente che il ponte sullo sfondo della Gioconda a destra ra�gurasse quello di Buriano. La presenza, sulla sinistra, dei meandri che entrano in una gola e delle marne caratteristiche dei dintorni d’Arezzo, è un elemento a favore di questa ipotesi. Secondo altri, Leonardo avrebbe creato un paesaggio immaginario composto da immagini di luoghi precisi sparsi qua e là. Va precisato in ogni caso che al giorno d’oggi nessuno è ancora riuscito a identi�care un altro ponte che possa aver costituito una fonte d’ispirazione per Leonardo.

NEI DINTORNILa casa-museo di Ivan BruschiCorso Italia, 14. 52100 Arezzo (AR)Tel.: 0575 35 41 26 • E-mail: [email protected]: dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 (inverno dalle 14 alle 18)Ingresso: 3 €. Biglietto ridotto: 2 €La visita della casa-museo di Ivan Bruschi costituisce l’occasione di un incontro postumo con un visionario del secolo scorso. Antiquario, collezionista illuminato, amante della bellezza, Bruschi ha raccolto nella sua magni�ca dimora l’essenza di una vita dedicata alla riscoperta del raro e delle più importanti testimonianze del passato. L’insieme degli oggetti e dei mobili, che ci avvicinano al mondo di questo ricercatore della curiosità, conferisce al luogo un aspetto insolito. Per esporre la straordinaria collezione di monete, che arrivò a includere più di quattromila pezzi rarissimi, Ivan Bruschi utilizzava un mobile del XVIII secolo appositamente concepito per conservarle e presentarle al meglio. Il mobile si compone di cofanetti estraibili, a loro volta costituiti di vari cassetti che si potevano staccare, e rappresenta da solo un capolavoro d’ebanisteria.Ivan Bruschi è anche all’origine della �era antiquaria mensile che si svolge ad Arezzo, di cui in un certo senso promosse la prima edizione del 1968. Il mercato ha luogo la prima domenica di ogni mese e il sabato che la precede, dalle ore 8 alle 20.

19

20