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"CALA" "CALA" "CALA" - - - NEWS NEWS NEWS Giornale Scolastico dell’Istituto di Istruzione Secondaria di 1° grado “Piero Calamandrei” Redazione Classi I, II e III L Numero 8 6 giugno 2016 2° PREMIO LETTERARIO “PIERO CALAMANDREI” Ecco i vincitori ! Il Premio è nato lo scor- so anno con lo scopo di motivare e invogliare tutti gli alunni della scuola alla scrittura e alla lettura. Il 12 febbraio 2016, tutti gli studenti del nostro Istituto si sono cimentati nella produzione di un racconto sugli incipit proposti dalla scrittrice Giusi Marchetta, tema stabilito dal Collegio dei Docenti: “La Frontiera”. Gli insegnanti di lettere hanno poi selezionato due testi per ogni classe da inviare alla giuria. Fi- nalmente, il 26 aprile 2016, sono stati rivelati e premiati i vincitori dalla stessa autrice alla pre- senza di un foltissimo pubblico di genitori e so- stenitori! Dopo la premiazione, i ragazzi e i presenti hanno poi potuto rivolgere delle domande alla scrittrice e colloquiare un po’ con lei…e…. novità e sorpre- sa: farsi firmare le copie del volumetto Spazi di libertà, edito da Impremix, che raccoglie tutti i racconti dei finalisti, curato dalla Dirigente, con la prefazione della scrittrice. Il volumetto è stato presente anche al Salone del Libro! Bravi tutti per l’impegno e la serietà profusi, gra- zie alla Preside, Laura Arossa, per aver curato l’evento in ogni partico- lare e per la straordinaria idea del libro; grazie alla madrina della manifesta- zione che, nonostante i suoi numerosi impegni, ha partecipato all’inizia- tiva con disponibilità ed entusiasmo; grazie alla giuria che si è assunta l’arduo compito di indivi- duare i vincitori! E non è finita qui: i racconti premiati saranno anche pubblicati sul diario del prossimo anno scolastico! CLASSI TERZE: 1. Il tramonto del regno di Siagro - Clodoveo Torinese (Daniele Ponzio) 2. Anche io faccio la differenza - Dallas (Greta Meregalli) 3. La vera vittoria - Peperoncino Rosso (Valentina De Mar- tini) CLASSI SECONDE: 1. Mia cara.. - RD Lemon (Davide Ribaudo) 2. Il marchio del serpente - Lallo13 (Paolo Bellero) 3. La città sotteranea - Talitha (Naima Venturini) CLASSI PRIME: 1.Due città diverse separate da un muro - Cactus (Giulia Sabra) 2.Realtà di un sogno - Signora Pitt (Annalisa Albano) 3. Alì e Sami: due topini separati, ma amici - Mordicchio 2015 (Francesco Cocchiarella)

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"CALA" "CALA" "CALA" --- NEWSNEWSNEWS

Giornale Scolastico dell’Istituto di Istruzione

Secondaria di 1° grado “Piero Calamandrei”

Redazione Classi I, II e III L

Numero 8

6 giugno 2016

2° PREMIO LETTERARIO “PIERO CALAMANDREI”

Ecco i vincitori ! Il Premio è nato lo scor-

so anno con lo scopo di

motivare e invogliare

tutti gli alunni della

scuola alla scrittura e alla

lettura.

Il 12 febbraio 2016, tutti

gli studenti del nostro

Istituto si sono cimentati

nella produzione di un

racconto sugli incipit

proposti dalla scrittrice

Giusi Marchetta, tema

stabilito dal Collegio dei

Docenti: “La Frontiera”.

Gli insegnanti di lettere hanno poi selezionato

due testi per ogni classe da inviare alla giuria. Fi-

nalmente, il 26 aprile 2016, sono stati rivelati e

premiati i vincitori dalla stessa autrice alla pre-

senza di un foltissimo pubblico di genitori e so-

stenitori!

Dopo la premiazione, i ragazzi e i presenti hanno

poi potuto rivolgere delle domande alla scrittrice e

colloquiare un po’ con lei…e…. novità e sorpre-

sa: farsi firmare le copie del volumetto Spazi di

libertà, edito da Impremix, che raccoglie tutti i

racconti dei finalisti, curato dalla Dirigente, con la

prefazione della scrittrice. Il volumetto è stato

presente anche al Salone del Libro!

Bravi tutti per l’impegno e la serietà profusi, gra-

zie alla Preside, Laura Arossa, per aver curato

l’evento in ogni partico-

lare e per la straordinaria

idea del libro; grazie alla

madrina della manifesta-

zione che, nonostante i

suoi numerosi impegni,

ha partecipato all’inizia-

tiva con disponibilità ed

entusiasmo; grazie alla

giuria che si è assunta

l’arduo compito di indivi-

duare i vincitori! E non

è finita qui: i racconti

premiati saranno anche

pubblicati sul diario del prossimo anno scolastico!

CLASSI TERZE: 1. Il tramonto del regno di Siagro - Clodoveo Torinese

(Daniele Ponzio)

2. Anche io faccio la differenza - Dallas (Greta Meregalli)

3. La vera vittoria - Peperoncino Rosso (Valentina De Mar-

tini)

CLASSI SECONDE:

1. Mia cara.. - RD Lemon (Davide Ribaudo)

2. Il marchio del serpente - Lallo13 (Paolo Bellero)

3. La città sotteranea - Talitha (Naima Venturini)

CLASSI PRIME: 1.Due città diverse separate da un muro - Cactus (Giulia

Sabra)

2.Realtà di un sogno - Signora Pitt (Annalisa Albano)

3. Alì e Sami: due topini separati, ma amici - Mordicchio

2015 (Francesco Cocchiarella)

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Secondo Premio Letterario Piero

Calamandrei

Primo Classificato

Classi terze

IL TRAMONTO DEL REGNO DI SIAGRO

Pagina 2 Calamandrino "CALA" NEWS

Il viaggio è lungo ma non

abbiamo paura, ci siamo allenati

per mesi e possiamo farcela. O

almeno lo crediamo. Nessuno di

noi sa com’è fatta la frontiera o

come sia possibile attraversarla

perché nessuno mai è tornato

indietro a raccontarlo. Sappiamo

solo che non abbiamo scelta: non

possiamo restare qui. –Sei

pronto?- mi chiedono i

compagni? Si fidano di me.

Decisi così di dichiarare guerra a

Siagro, re del nord della Gallia,

“Siamo o non siamo Franchi?

Non siamo noi il popolo barbaro

più forte in battaglia? Cos’è il

limes? Non è forse solo un

confine tracciato dai Romani per

impedirci di entrare nel loro

impero? Eppure siamo cittadini

dello stesso mondo.” Questa

riflessione l’ho meditata negli

ultimi mesi, in vista del bel tempo

e quindi di un buon periodo per

esaudire il sogno del mio popolo.

Non sto esagerando, tutti

vogliamo rivendicare la nostra

dignità, non capisco perché i

Romani ci chiamino “barbari”,

con quel senso di superiorità, solo

perché siamo “non Romani”.

Loro infatti ci considerano

pericolosi, ignoranti, poco

intelligenti, vagabondi che

migrano senza una causa precisa e

giusta (quando invece noi

l’abbiamo). Ci guardano anche

con timore, come se li dovessimo

assalire di colpo, senza motivo.

Ecco, noi siamo diversi, ma non

inferiori come loro sottolineano.

E poi perché dobbiamo rimanere

qua a soffrire la fame, a rischiare

la vita, ogni inverno, a patire il

freddo, temendo che gli Unni

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Pagina 3 Calamandrino "CALA" NEWS

giungano qui a massacrarci per

depredare i nostri pochi beni e per

dimostrare la loro ferocia e la loro

forza dinanzi agli altri popoli?

“Ditelo a Siagro!” ordinai ai miei

ambasciatori.

Per questo, qualche mese fa

raggiunsi la piazza del paese dove

affermai che tra pochi giorni

avremmo oltrepassato il limes.

Con un bel discorso riempii i miei

sudditi di zelo, di forza e di

coraggio, per affrontare e vincere

qualsiasi nemico.

Alle mie parole tutto il popolo

mandò un grido enorme di

giubilo, e in un batter d’occhio

tutti scomparvero: erano andati a

svolgere i preparativi e ad

avvisare gli altri villaggi franchi.

Furono giorni di frenetica attività:

le donne preparavano gli effetti

personali delle rispettive famiglie,

gli uomini preparavano i carri e

andavano nei campi a prelevare

tutto il raccolto disponibile ed i

soldati di loro volontà

intensificavano gli allenamenti,

tanto che li chiamavo “miei

Ercole!” al posto di “miei prodi!”.

Notai quindi uno smisurato

entusiasmo nei miei sudditi.

Persino i bambini aiutavano e

facevano la loro parte. Io invece

preparavo strategie per eventuali

battaglie.

In una decina di giorni eravamo

già in marcia verso sud e in poco

tempo giungemmo di fronte al

limes. Da qui si vedeva il Reno e

dietro ad esso una muraglia molto

alta intervallata da torri: era

stupefacente, chilometri e

chilometri di lunghezza,

sembrava infinita.

Sventolavano le bandiere superbe

di Siagro, con lo stemma della

famiglia reale.

Faceva caldo e il sole splendeva,

cosicché le sentinelle ci videro

subito e lanciarono l’allarme.

Ci fu la battaglia. La nostra

fanteria fu circondata, così per

liberarla mandai la cavalleria a

rompere il cerchio e ci riuscii: i

soldati nemici furono arginati sul

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fiume ed ora non oso descrivere

la carneficina che ne conseguì e

che ora pesa sulla mia coscienza.

A questo punto, con mezzi di

fortuna, costruimmo un ponte e

superato il fiume distruggemmo il

limes.

Così, dopo aver marciato per

giorni e giorni, giungemmo a

Lutetia nel cuore della notte e di

sorpresa la conquistammo. La

città fu messa a ferro e fuoco.

Solo stamane abbiamo spento

l’incendio. Ora sto ammirando la

bellezza della città e sto

constatando che i Romani erano

ottimi scultori e architetti.

Mi sto innamorando di questa

civiltà e spero che dalla mia

discendenza possa nascere un

sovrano che ristabilisca questo

meraviglioso impero romano.

Clodoveo torinese

Daniele Ponzio

Il volumetto con la raccolta

di tutti i racconti finalisti

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Secondo Premio Letterario Piero

Calamandrei

Primo Classificato

Classi seconde

Pagina 5 Calamandrino "CALA" NEWS

Qui alla Frontiera era autunno e

cadevano le foglie. La mattina mi

svegliavo presto, facevo il solito

giro di perlustrazione.

Controllavo che la rete fosse in

piedi e che il vento non avesse

buttato giù il filo spinato. Pensavo

molto a te, a mille miglia di

distanza e mi chiedevo se ti avrei

mai rivisto. “Se almeno un giorno

di questi arrivassero i nemici” mi

dicevo “forse mi sentirei meno

solo”.

Pensavo e ripensavo alla prima

volta che ti ho vista, al bar della

stazione spaziale “Il Satellite”...

eravamo solo due omini grigi e

ognuno voleva fare qualche soldo

lucidando navicelle private o bus

interstellari giunti al capolinea.

Ricordavo di averti scambiata

subito per un angelo, ma poi mi

ero reso conto che il paradiso era

circa duemila anni luce sotto il

confine dello spazio!

L'amore era divampato dentro di

noi come una cannonata solare...

oh che bei tempi quelli prima

dello scoppio della guerra!

Ti sognavo ad occhi aperti.... cosa

non avrei dato per riabbracciarti!

Un giorno mi promossero

cannoniere e mi assegnarono

l'artiglieria di punta; il che non mi

rese tanto felice... perché? Ovvio!

Nel caso di un assedio sarei stato

il primo a saltare in aria... ma non

solo per questo ero preoccupato,

perché al mio posto venne un

novellino che di guerra non

sapeva niente!

“Cavolo!” pensai “Ma chi è quel

mentecatto che affida le nostre

vite a quel ragazzino ?! Se lo si

mette come vedetta si addormenta

quando ancora la terza e la quarta

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Pagina 6 Calamandrino "CALA" NEWS

luna di Urano illuminano il

cosmo!”.

Da quel giorno, non riuscivo più a

prendere sonno, sapendo che la

vita dell'Impero era nelle mani di

quel nanerottolo... e le mie paure

si dimostrarono fondate.

Una notte, mentre mi rigiravo

nella brandina, decisi di alzarmi;

cosQUAì uscii dal cannone

intento a fare una passeggiata sul

ponte, salii le scale e... rimasi di

stucco. Davanti a me vi era la

portanavicelle dei Plasmoidi: di lì

a poco avrebbe iniziato a

rilasciare i convogli kamikaze,

carichi di plasma, che avrebbero

distrutto la base!

“Per Giove!” Gridai “I

Plasmoidi!”

Quegli alieni grassoni sono i

peggiori dell'Universo! Nel

combattimento aereo sono molto

deboli, per cui assaltano le

fortezze interstellari con una sola

grande nave, carica di navicelle

contenenti plasma radioattivo, che

lanciano contro le basi nemiche.

“Vedetta!Vedetta!” Urlai “Suona

l'allarme!”. Inutile. Il fanciullo era

immerso nel mondo dei sogni...

ormai era troppo tardi, dovevo

intervenire io. Mi dovevo

sacrificare. Salii sulla prima

navetta che trovai e mi lanciai alla

massima velocità contro gli

invasori... appena in tempo, per

pochissimo non sganciarono il

primo ordigno.

Mi schiantai frontalmente contro

il convoglio. Una bella

esplosione! Peccato che anche io

ne feci parte... ma l'Impero era

salvo.

Adesso ti starai chiedendo, seduta

nel solito bar, quello dove ci

siamo conosciuti, con nostro

figlio in braccio e questa lettera in

mano: “Ma da dove me l'ha

spedita?”

Ebbene, se lo vuoi sapere, da

circa duemila anni luce sotto di

te…

R.D. Lemon 2003

Davide Ribaudo

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Secondo Premio Letterario

Piero Calamandrei

Primo Classificato

Classi prime

“DUE CITTÀ DIVERSE SEPARATE DA UN MURO”

Una mattina gli abitanti del

villaggio Avaro (perché erano

tutti avari e non sapevano

condividere nulla) si svegliarono

e trovarono un muro che li

separava dal resto della valle. Era

alto, resistente, possente ed era

impossibile abbatterlo. Dopo

diversi tentativi di raderlo al

suolo, non gli diedero più

importanza e diventò

un’abitudine.

Un giorno un ragazzo di nome

Lorenzo sentì dei rumori: erano

delle voci, delle grida, dei lamenti

e frasi di amici che si

incontravano e si salutavano.

Pensò che si trattasse di un

gruppetto di bambini che

litigavano sempre, ma si

sentivano anche delle espressioni

amichevoli, non solo insulti e

prese in giro. Allora cercò

un’altra spiegazione: provenivano

da dietro il muro! Non aveva mai

sentito quelle voci e andò ad

avvertire tutto il villaggio. Stupiti

dalla notizia sconvolgente si

avvicinarono tutti al muro e tesero

le orecchie per ascoltare. Gli

abitanti trattennero il fiato per lo

stupore. Si chiesero cosa stesse

accadendo: gli scienziati

pensarono ad un buco nero, i più

fantasiosi ad un mostro verde di

quindici metri ricoperto da viscida

saliva, con denti appuntiti e cento

mani, i più scontrosi ad un ring

con pugili che si picchiavano.

Insomma, tutti avevano

un’opinione diversa, ma nessuno

sapeva cosa ci fosse davvero

dietro il muro.

Provarono a scavalcarlo: saltando,

arrampicandosi, dando pugni al

muro… Tutti lavoravano

individualmente e a nessuno

venne l’idea di unire le forze per

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scavalcarlo. Allora lasciarono

perdere.

Con il passare del tempo, però, i

rumori si fecero sempre più forti,

tanto che se qualcuno appoggiava

un orecchio al muro doveva

toglierlo subito, altrimenti

rischiava di danneggiarsi

gravemente il timpano.

Un giorno il capo del villaggio

disse: “Basta, dobbiamo

assolutamente capire cosa sta

succedendo!”

Chiese a tutti gli abitanti di

escogitare un piano, ma nessuno

ci riuscì…a parte Lorenzo, il

ragazzino curioso, che chiese

all’uomo più forte del villaggio di

prendere sulle spalle un altro

uomo e così via finché tutti gli

abitanti non si trovarono uno sulle

spalle dell’altro. In cima alla pila

c’era Lorenzo che salì in piedi sul

muro e, con suo grande stupore,

vide che non c’era nessun buco

nero, mostro o pugile, ma c’era un

meraviglioso villaggio dove si

svolgevano danze, canti e si

raccontavano storie. Gli abitanti

vivevano in armonia e non

litigavano mai. Ad un certo punto

la voce di un bambino lo fece

svegliare dall’incanto: “Guardate!

Un ragazzo è in piedi sul muro!

Chi è?”. Gli abitanti del villaggio

scoperto si riunirono intorno al

bambino e guardarono in alto:

iniziarono a scambiarsi domande,

Lorenzo sul nuovo villaggio e i

suoi abitanti e viceversa.

Una volta chiarita la situazione i

due villaggi si unirono: il nuovo

villaggio insegnò agli abitanti di

Avaro a non essere troppo chiusi

e avidi.

Non potendo buttare giù il muro,

decisero di creare un ponte di

pietra sul quale erano scolpiti i

corpi delle persone che avevano

contribuito all’impresa, per

ricordare il gesto eroico che fece

vivere felici e contenti gli abitanti

del villaggio.

Cactus Giulia Sabra

Calamandrino "CALA" NEWS

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IL MITO

Alcione e Ceice

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Alcione era figlia di Eolo e sposa felice di Ceìce, re di Trachine. Il loro amore era in tenso a l punto tale che la moglie mai s i sarebbe v o l u t a separare dal marito. Un bel giorno, però, il fratello del re rimase coinvolto in un fatto prodigioso e lui decise di recarsi al santuario di Claro per consultare l’oracolo . A l c i o n e c h i e s e d i accompagnarlo, ma Ceìce rifiutò la proposta, non voleva esporre l’amata ai rischi del viaggio. Ceìce si mise dunque in mare, che ben presto manifestò la sua furia impietosa. Si sollevò una tempesta che sconquassò la nave. Ceìce, quando stava per essere inghiottito dai marosi, pregò che il suo cadavere fosse restituito dalle acque alle braccia di Alcione, perché lei, e solo lei, si incaricasse della sepoltura. Intanto, a Trachine, A l c i o n e p r e g a v a cont inuamente g l i dei ,

rivolgendosi soprattutto a Giunone. La d e a , c o n s a p e v o l e della morte di Ceìce, volle porre fine alle s u p p l i c h e , ormai vane, di Alcione. Si rivolse a Iride,

ingiungendole di andare alla dimora del Sonno e di chiedergli di mandare un sogno ad Alcione, perché prendesse atto del doloroso evento. Iride si dirige alla reggia del Sonno che è nel paese dei Cimmerii, in una grotta dove muta domina la quiete. Al centro della spelonca c’è un letto d’ebano, su cui giace, languido, il dio. Iride lo prega di mandare ad Alcione uno dei suoi sogni .Il Sonno accoglie la richiesta e presceglie Morfeo, molto abile n e l l ’ a s s u m e r e t u t t e l e sembianze. Morfeo parte per Trachine. Deve fare il morto annegato e quindi assume un colore livido, cadaverico: mette una barba che gronda acqua di mare.

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Alcione e Ceice

Pagina 10 Calamandrino "CALA" NEWS

Così si presenta alla sconsolata Alcione. Le dice esplicitamente che è morto, è stato travolto con i compagni dal mare in burrasca. Alcione comincia a gemere nel sonno, si sveglia, è stravolta dal dolore, corre verso quel lido da cui Ceìce era salpato, andando incontro alla sua fine. Guardando il mare scorge qualcosa che le onde stanno portando a riva: è il corpo di Ce ìce p i e t o s a m e n t e restituito dal mare. Con un balzo, si trova sul molo, lì vicino; ma, sorprendentemente, fatta uccello, vi giunge volando. Si libra in volo, gemendo ancora come aveva fatto da donna, nel sonno e nella veglia, rende i n f i n i t i b a c i a l l ’ a m a t i s s i m o C e ì c e , pungendolo delicatamente col becco che la metamorfosi le ha concesso. Certamente Ceìce, avvertendo la dolcezza di quei baci, per raggiungere Alcione diventa anch’egli uccello. Così v ivranno: nell ’e tere , si

accoppiano e diventano genitori. Durante i sette giorni di attesa, Alcione cova in un nido a picco sul mare.

Eolo trattiene i venti per donare ai nipotini una leggera brezza.

La classe Prima Elle

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Pagina 11 Calamandrino "CALA" NEWS

LA POSTA DEL CUORE di Danilo

Ciao Danilo, mi piace un ragazzo, ma sono un maschio e sono il suo migliore amico. Ho una cotta per lui da tre anni, ma non ho mai avuto il coraggio di dichiararmi per paura di essere rifiutato e preso in giro. Ti prego, aiutami! R i s p o s t a —Secondo me, dovresti solo e s s e r e coraggioso. Non sentirti giudicato, ama chi vuoi e sii te stesso. La vita è tua e non ti preoccupare di cosa potrebbe accadere, se è davvero il tuo migliore amico, v e d r a i c h e rimarrà comunque al tuo fianco. Fai coming out e, quando accetterà questo, confessagli i tuoi sentimenti. Caro Danilo,

mi sono resa conto di non essere più

innamorata del mio ragazzo, lui al

contrario è sempre tenero e

innamoratissimo. Suggeriscimi un

modo per dirglielo senza farlo soffrire

Risposta - Se sei davvero sicura e

convinta di non essere più innamorata

del tuo ragazzo, chiedigli di uscire e,

quando sarete faccia a faccia, digli

semplicemente la verità, sii sincera.

Vedrai che, anche se probabilmente

all’inizio ci starà male, anche lui

riuscirà ad accettarlo.

Danilo, aiutami!

Ho detto ad una mia amica il nome della persona

che mi piace, Ugo. Lei per farmi un dispetto sta

sempre con lui e cerca di ottenere la sua

attenzione. Sono verde

dalla gelosia. Posso

avere qualche speranza

di non perder l i

entrambi?

Risposta — Innanzitutto

quella non è un’amica,

secondo me un’amica

come la tua è meglio

perderla che trovarla.

Vedrai che se Ugo è

davvero interessato a te

non rimarrà a perdere

tempo con lei e verrà

da te.

Caro Danilo, quest’estate mi sono fidanzata con un ragazzo: il problema è che lui abita molto lontano da me. Non ce la faccio più a sopportare questa distanza. Sto pensando di lasciarlo, anche se lo amo ancora. Non so come dirglielo. Aiuto! Risposta - Cara ragazza, secondo me dovresti parlarne con lui e trovare una soluzione insieme. Lasciarsi è troppo affrettato. Se vi amate veramente riuscirete ad affrontare questa difficoltà. Convincete i vostri genitori a tornare nella stessa località di vacanza e, se sono rose, rifioriranno.

Se hai un problema di cuore scrivi

a

La posta del cuore di Danilo

E-mail

[email protected]

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Pagina 14 Calamandrino "CALA" NEWS

Prima di iniziare vi dico una cosa : que-

sta è una storia bizzarra.

Poseidone era un dio molto scorbutico.

Ve lo posso garantire. Io l’ho conosciuto.

Di persona intendo. Facciamo qualche

passo indietro.

Era una mattina d’estate e il mare era

calmo, tranquillo. Le piccole onde di

schiuma si infrangevano sugli alti scogli.

Io mi ero appena alzato e mi godevo la

brezza mattutina che soffiava dolcemen-

te. La mia piccola casa solitaria sorgeva

sugli scogli. Vivevo in mezzo al nulla e

per sopravvivere lavoravo nel mio picco-

lo orto e andavo a pesca. Era davvero

una mattinata fantastica e mentre guar-

davo l’alba meravigliato, sorseggiavo

una tazza di latte freddo. Non potevo

immaginare che cosa sarebbe successo

nell’arco dei quindici secondi successivi.

Il mare divenne più agitato. Le goccioli-

ne delle onde, che sbattevano violente-

mente sugli scogli, arrivavano fino a me.

Era una cosa stranissima: il vento era

molto debole ma le onde continuavano

ad alzarsi. Quando il sole sorse del tutto,

un’onda gigantesca si scaraventò su di

me e sulla mia casa. Venni completa-

mente immerso. Non capivo più che co-

sa stesse succedendo. Stavo per finire il

fiato. Che brutto: passare una mattinata

meravigliosa per poi morire affogato!

Non ce la facevo più. L’ultima cosa che

vidi furono le bolle che uscivano dalla

mia bocca risalire in superficie.

Avrei voluto essere una di loro. Quando

l’onda mi aveva colpito non ero riuscito

a prendere abbastanza aria, a fare un bel

respiro. Buio, buio pesto. “Cough!

Cough!” Tossii. “Sono ancora vivo?” Mi

domandai, pensando di essere solo.

Aprii gli occhi. Sussultai. Ero sott’acqua!

Incredulo spostai lo sguardo su un uo-

mo seduto di fianco a me.

Era alto, muscoloso, aveva occhi verdi e

penetranti, portava un elmo bianco co-

me la schiuma delle onde e una tunica

blu come il mare più profondo.

Mi guardava malissimo. La sua barba

nera toccava il fondale. “Mi può dire

dove mi trovo?” Chiesi gentilmente

all’uomo. Non potevo sapere che non

fosse un uomo e ancora non riuscivo a

spiegarmi come potessi respirare sott’ac-

qua. “Deve essere un sogno.” Ipotizzai

ad alta voce. Il tizio seduto di fianco a

me si alzò in piedi. Era molto più alto di

come sembrava da seduto. “Non stai

sognando, mortale.” Disse lui rabbioso.

“Mortale?” Feci io. Lo ammetto, il mio

tono era abbastanza irritante ma chiun-

que avrebbe risposto così in una situa-

zione del genere. “Come osi parlarmi

così? ”Fece lui scorbutico. “Ma chi è lei?”

Chiesi io arrabbiato. “Io sono Poseidone!

Colui che comanda il mare!” Disse lui

con tutta l’ira che aveva in corpo. A quel

punto capii. Ecco perché respiravo

sott’acqua, ecco perché il mare era cam-

biato così velocemente e mi aveva trasci-

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Pagina 15 Calamandrino "CALA" NEWS

nato sul suo fondale. Avrei voluto ritira-

re tutto quello che avevo detto. L’ unico

dubbio però era questo: perché Poseido-

ne voleva

parlare con

me? La rispo-

sta arrivò

dopo un

i s t a n t e .

“Perché hai

fatto questo a

mio figlio

P o l i f e m o ?

Perché lo hai

a c c e c a t o ? ”

Urlò. “Ho

fatto di tutto

per ucciderti!

Ma tu sei for-

te, resistente!

Ho scagliato

tempeste, ho

a v v i s a t o

grandi mostri

del tuo arri-

vo. Ma tu sei

astuto, lo de-

vo ammette-

re”. Nuova-

mente non capivo più niente. Poseidone

attaccò ancora il discorso: “Mio figlio

Polifemo mi ha detto tutto!

Lo avete ubriacato lui si è addormenta-

to. Poi ha sentito un dolore lancinante e

il buio per lui ha continuato per sem-

pre.” “Ci deve essere un equivoco. Io

non ho fatto nulla di tutto ciò!” Poseido-

cambiò aspetto. Sembrava che vedesse

nel mio animo e che capisse che quel che

dicevo era vero. Chinò il capo. Io lo

g u a r d a v o

senza sapere

cosa dire.

Lui strappò

la sua veste

e si mise a

urlare dalla

disperazio-

ne. Scoppiò

in un pianto

s c o n s o l a t o

come un

neonato che

ha smarrito

la sua mam-

ma. Un dio

un po’ stra-

no. Ovvia-

mente non lo

dissi ad alta

voce.

Di colpo Po-

seidone fece

un gesto con

la mano.

L’acqua

scomparve, i coralli e Poseidone con lei.

Mi ritrovai nella mia casetta con la tazza

di latte in mano.

“Assurdo!” pensai.

Paolo Bellero IIA

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Pagina 16 Calamandrino "CALA" NEWS

LA CLASSIFICAZIONE NEL GIARDINO DELLA SEDE DI VIA NICHELINO

Vittoria Braida Martina Piredda

Angelo Furnò Francesa Alberti

Giulia Tuveri Lorenzo Liuzzi

Prima Elle

Il programma di Scienze

prevedeva lo studio delle

piante, il nostro professore ci

ha proposto una metodologia

interessante per affrontarlo:

non solo studio teorico, ma

anche osservazione sul campo.

Durante una lezione teorica,

con l’utilizzo della Lim,

abbiamo imparato a distinguere

tra diversi tipi di foglie, portamento, fusto. Il

giorno successivo, divisi in sei gruppi con

taccuino e penna, siamo scesi in giardino per

osservare dal vivo le caratteristiche degli alberi

e degli arbusti, abbiamo preso appunti,

focalizzando la nostra attenzione sui criteri che

ci erano stati forniti. Tornati in aula, ci siamo

confrontati con il nostro insegnante e abbiamo

scoperto somiglianze tra alcune specie (carpino

e faggio). Abbiamo scoperto che nel nostro

giardino sono presenti più di cento alberi e

arbusti. È impossibile soffermarsi su tutti , vi

proponiamo la descrizione degli esemplari

maggiormente presenti :

Il tiglio è stato il primo albero che

abbiamo riconosciuto ,tornando in

giardino, per l’osservazione.

I tigli sono alberi molto alti, hanno un tronco

robusto, alla cui base si sviluppano

frequentemente numerosi polloni. Hanno foglie

alterne,asimmetriche, picciolate,acute all’apice,

dal margine seghettato. La loro chioma è larga,

ramosa, tondeggiante. La corteccia, in età

giovane, è liscia poi, con il tempo, presenta

alcune screpolature verticali.

L’acero palmato: è

un arbusto. Le foglie sono

opposte , palmate con lobi

e decidue, cioè cadono in

autunno. I frutti sono a

forma d’elica di elicottero

e, se lanciati in aria, girano

su se stessi, allontanandosi

dall’albero – madre.

La sequoia: è originaria della California,

dove può raggiungere 115 m di altezza.

E’ l’albero più alto del mondo, anche se

in Europa, dove è stato introdotto

nell’Ottocento, non supera i 50 metri.

Ha una chioma piramidale e densa di foglie. Il

tronco è a forma di colonna, caratterizzato da

una spessa corteccia bruno rossiccia, fibrosa e

tenera. Le foglie sono piatte lunghe 2/3 cm,

aghiformi e di color verde scuro.

P.S. Quest’attività è stata molto complicata

perché c’erano molti dettagli da individuare e

ricordare, ma , nel contempo, istruttiva.

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Pagina 17 Calamandrino "CALA" NEWS

Il desiderio di mettere in pratica alcune cono-

scenze di botanica, la voglia di realizzare un

progetto concreto, un giardino scolastico am-

pio e inutilizzato sono stati gli ingredienti che

hanno dato vita al nostro progetto “Se vuoi

mangiare cibi sani unisciti al gruppo degli

ortolani”. L’idea è nata dalla professoressa

Pagliarulo: passeggiando in giardino qualche

mese fa ha notato che il cortile della scuola

offriva un grande spazio e ha pensato di pro-

porci una sfida: avremmo dovuto organizza-

re un progetto con l’obiettivo di creare un

orto all’interno della scuola. L’idea ci è pia-

ciuta subito ma l’entusiasmo non era suffi-

ciente, bisognava preparare ogni passaggio

con cura. Innanzitutto abbiamo fatto una lista

di tutto ciò di cui avremmo avuto bisogno,

poi abbiamo iniziato a procurarci l’occorren-

te: fiori, piante, sementi, attrezzi e scarpe vec-

chie. La scuola ci ha messo a disposizione

degli spazi che utilizziamo come magazzini e

la professoressa ha organizzato dei turni per

lavorare al progetto. Poiché ogni pianta deve

essere seminata in maniera diversa, sono stati

necessari diversi tipi di attrezzi. Ci siamo

procurati zappe, rastrelli, picconi, tridenti,

forconi, palette e forbici per potare.

patate, insalata, zucche, zucchine, pomodo-ri, fragole e spezie profumate. Nella semina abbiamo dovuto tener conto del sole e dell’ombra, abbiamo dovuto calcolare la distanza tra le piante per ottenere una cre-scita ottimale e infine abbiamo fatto atten-zione a innaffiare ciascuna pianta in manie-ra opportuna. Discutendo in classe ci siamo accorti che le nostre forze non era sufficienti e che non sapevamo come usare gli attrezzi, allora abbiamo pensato di chiedere aiuto ai nonni, si sono offerti subito quelli di Emilio che hanno tanta esperienza. Loro ci hanno insegnato davvero tanto: abbiamo imparato a preparare la terra, per la piantagione biso-gna smuoverla zappando e vangando, ab-biamo sperimentato che solo dopo si semi-na e si innaffia a seconda delle necessità della pianta. I nonni ci hanno insegnato che, oltre al sole alla stagione e alla luna, quando si cura un orto bisogna fare attenzione ad alcuni ostacoli: le radici, le parietarie e gli animali che passando possono rovinare le piante. Curare l’orto per la nostra classe è stata una grande occasione: abbiamo impa-rato cose nuove, abbiamo visto la nostra fatica trasformarsi in germogli e abbiamo sperimentato il piacere di lavorare assieme ad un progetto importante che sta a cuore a tutti.

I E

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Pagina 18 Calamandrino

"CALA" NEWS

Il giorno due marzo ci siamo recati in Aula

Magna per partecipare a un’immersione

virtuale e interattiva denominata “Sopra e

sotto il mare”.

A presentarci il laboratorio c’era il biologo

marino Paolo che ci ha spiegato dove si sa-

rebbe svolta l’immersione.

Il sub si è immerso nell’area protetta di

Santa Margherita Ligure e ha indossato

una maschera granfacciale che

gli permetteva di comunicare chiaramente

con noi attraverso un auricolare.

La stella marina

Il primo animale che ci è stato mostrato è la

Stella Marina

(echinodermi).

Le stelle marine

hanno una bocca

piccola e sono

senza denti ma

non per questo si

devono nutrire di organismi piccoli e molli;

per mangiare estroflettono lo stomaco, inge-

riscono la loro preda (per esempio una coz-

za) e dopo averla digerita ritirano all’inter-

no del loro corpo lo stomaco.

Per muoversi usa dei piccoli pedicelli con

delle ventose, sulle braccia si trovano dei

sensori luminosi che fungono da occhi; se si

dovesse staccare un raggio la sua vista sa-

rebbe ridotta perché quello che le ricrescerà

non potrà supplire alla mancanza.

Riccio di prateria

Il secondo animale che c’è stato mostrato è

il Riccio di prateria.

La sua dimensione è simile a quella di una

mela, il corpo è ricoperto da aculei e, per

mimetizzarsi, stacca foglie di diverso tipo

per nascondersi da eventuali predatori co-

me l’ Orata e il Saraco.

Fra i suoi aculei si na-

scondono i piccoli pedi-

celli con ventose che usa

per spostarsi. Il riccio è

algivoro cioè si nutre di

alghe che mastica con i

suoi cinque denti.

Patata di mare

La patata di mare è un

animale sessile (aspira

l’acqua, la filtra e la rila-

scia nel mare) cioè non si

muove mai; è un animale filtratore. La Pa-

tata di mare si chiama Ascidia.

Se le facciamo del male produce dell’adre-

nalina per difendersi.

Esperimento sulla pressione atmosferica

Il sub Alfonso all’ inizio dell’immersione

aveva fissato sul fondale marino, a 12 m di

profondità, una bottiglietta di plastica priva

d’acqua. Paolo ci ha chiesto cosa, secondo

noi, fosse successo alla bottiglietta. Anche se

questa era chiusa si è accartocciata su se

stessa come se l’aria fosse uscita, in realtà,

la compressione è stata determinata dal-

la la pressione atmosferica.

Tecnologie utilizzate

Per farci osservare il fondale marino, il su-

bacqueo teneva in mano una telecamera

dotata di una luce per permetterci di vedere

meglio i colori.

All’inizio dell’immersione la luce era spenta

per farci notare i colori che mano a mano,

scendendo in profondità, diminuivano sem-

pre di più, perchè i raggi solari non riusci-

vano a raggiungere quel punto.

Commenti

Questo laboratorio ci è servito per osservare

e conoscere meglio alcune delle specie ma-

rine.

Durante l’immersione interattiva, con il

subacqueo Alfonso, ci è stato dimostrato che

anche il fondale marino, non solo i paesaggi

terrestri, conserva delle bellezze a noi sco-

nosciute. Ciò che ci ha colpito maggiormen-

te è che in essi, man mano che si raggiungo-

no grandi profondità, i colori non sono più

distinguibili a causa della assenza di luce:

questo li rende luoghi misteriosi.

Marco Alcide

Luca Carrescia

Lara Fabbri

Sofia Furnò

ID

“SOPRA E SOTTO IL MARE”

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1.Laboratorio dei XKè:

Su proposta degli insegnanti di Educazione musicale,ci siamo recati al Museo dei XKé e abbiamo seguito un laboratorio intitolato “ La voce, il tuo strumento “. Attra-verso esperimenti e giochi abbiamo capi-to la differenza tra suono e rumore, tra onde gravi e acute. Particolarmente di-vertente è stato en-trare in una stanza insonorizzata con le pareti di gommapiu-ma e scoprire come i suoni venivano assor-biti dalla gomma. Mentre soffiava un vento gelido e cadeva la neve, infreddoliti e diver-titi ,siamo rientrati a scuola.

2. Visita al teatro Regio: La nostra guida ci ha spiegato che il tea-tro ,su disegno di Benedetto Alfieri, venne edificato nel 1738. Nel 1936 un incendio di-strusse la struttura settecentesca di cui so-pravvive solo la facciata. L’attuale edificio fu progettato nel 1973 da Carlo Mollino. Il Piccolo Regio , ricavato nei sotterranei, è dedicato ai concerti. Quel giorno, a teatro, c’erano le prove de “La Donna Serpente “ di Alfredo Casella. E’ stato interessantissimo assistervi. Il racconto è stato davvero avvincente, cercheremo di riassumerlo per voi lettori. La fata Miranda si innamora di un mortale Altidòr, re di

Téflis. Il re del regno delle fate, Demogor-gòn, pone le sue condizioni: Miranda può andar via e sposare il mortale, ma per nove anni e un giorno deve tenergli nascosta la

sua vera identità di fata. Trascorso quel perio-do, dovrà fare in mo-do che il marito la creda colpevole di terribili azioni: se il

marito continuerà ad

amarla e non la maledi-

rà, allora la fata diven-

terà mortale e potrà

restare con lo sposo per

tutta la vita terrena; se

no, Miranda verrà tra-

sformata in un serpen-

te , sarà costretta a vagare sulla terra per due-

cento anni e poi tornerà eternamente fata.

Vivono felici in un bellissimo castello fino a

quando Altidòr, frugando in un forziere, scopre

la vera identità della moglie. Il re, per molto

tempo, non presta ascolto a tutte le gravi accuse

rivolte a Miranda per calunniarla poi, alla fine,

cede e la maledice. La donna appare, gli svela

tutta la verità , gli affida i figli e si allontana

prima di trasformarsi in serpente. Nel buio Mi-

randa chiede aiuto alle stelle della notte. Alti-

dòr, guidato dalla fata Farzana, raggiunge il

tempietto in cui è rinchiusa la donna serpente e

uccide i mostri che la tengono prigioniera. Fi-

nalmente i due sposi si possono riabbracciare e

festeggiare il lieto fine insieme ai loro figli.

Abbiamo scoperto infine che per allestire uno

spettacolo le prove sono laboriose e durano

circa un mese.

La I L

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Considerazioni della 2°L

sul consumatore consapevole

Noi della II L abbiamo partecipato a un pro-

getto della Coop chiamato “ Robinson “, i cui

obiettivi erano:

* sensibilizzare alla sobrietà intesa come stile

di vita, che sa distinguere gli obiettivi reali da

quelli imposti;

* orientare alla soddisfazione dei bisogni fon-

damentali con il minor dispendio di risorse e

produzione di rifiuti.

Nel corso del primo incontro, dopo aver rivi-

sitato il romanzo di Daniel Defoe, abbiamo

simulato una spesa all’interno del supermer-

cato Coop di Beinasco per scegliere i prodotti

indispensabili alla sopravvivenza su un’ isola

deserta.

Divisi in gruppi ci siamo improvvisati giorna-

listi e abbiamo chiesto agli avventori di quel-

la mattina di individuare i tre oggetti da por-

tare con sé in un posto isolato dal resto del

mondo.

Qualche settimana dopo, in classe sono arri-

vate le responsabili del progetto che ci hanno

proposto un gioco: dovevamo ingegnarci a

trovare soluzioni pratiche per soddisfare i

bisogni primari producendo pochi rifiuti.

Conclusa l’attività, ci è stato proposto di sce-

gliere fra quattro parole: raccontare, riciclare,

riutilizzare, ridurre. Noi abbiamo optato per

la terza R: riutilizzare.

Dopo un ampio confronto, abbiamo deciso

che per partecipare alla manifestazione con-

clusiva avremmo prodotto dei capi di abbi-

gliamento con materiale riutilizzabile (carta

e plastica).

Progettare non era stato facile, passare alla

realizzazione pratica sembrava ancora più

complicato. Abbiamo chiesto la collaborazio-

ne della professoressa Emiliana Frescura che,

senza esitazioni, ci ha fornito numerosi spunti

e il suo prezioso aiuto.

Il 30 Aprile si è tenuto l’evento conclusivo; è

stato un momento di protagonismo insieme

agli alunni delle scuole che avevano aderito

al progetto.

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Pagina 21 Calamandrino "CALA" NEWS

I modelli in passerella

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Pagina 22 Calamandrino "CALA" NEWS

LE NOSTRE CAMPIONESSE

Ed eccoci ancora qui, a Se-nigallia , con l’obiettivo di vincere nuovamente le Na-zionali scolastiche di aero-bica… A bordo pedana c’è un’agi-tazione fortissima, il cuore batte a mille, la mente non pensa a niente altro che alla coreografia, sostenuta dell’adrenalina. Poi si parte, diamo il me-glio di noi, poi ci aspetta l’ansiosa attesa della pre-miazione, sappiamo di aver fatto bene, ma anche le altre squadre sono state brave. Stanno per decretare i vin-

citori e… ecco il nome della Calamandrei risuona nel pa-lazzetto. Siamo sul podio: due ori e un argento, ci siamo allena-te per un lungo anno con l’aiuto della prof.ssa Rullo e delle due Francesche, le nostre istruttrici preferite; alla fine, dopo tanta fatica, siamo partite con una spe-ranza e siamo tornate con la vittoria in pugno!!!

Le ragazze del gruppo sportivo Piero Calamandrei

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Pagina 23 Calamandrino "CALA" NEWS

SCARPIA È MORTO

Il Barone Scarpia morto accoltellato a Palazzo Farnese.

Questa matti-

na io, Federi-

ca, e la mia

collega Sofia

ci siamo reca-

te a Roma

presso Palaz-

zo Farnese

dove è stato

ritrovato il

corpo del Barone Scarpia, accol-

tellato ieri sera alle 19:30. La so-

spettata sarebbe la ‘’magnifica‘’

Floria Tosca, perfetta ed eccellen-

te cantante lirica. Dalla scena del

delitto si evince che anche in

questa occasione la donna è rima-

sta devota alla Madonna, perché

Scarpia è stato trovato circondato

da candele e croci. Voci riportano

che l’omicidio sia avvenuto mol-

to probabilmente perché Tosca

era stata molestata dal terribile

Scarpia. Era risaputo che fosse un

uomo crude-

le a cui pia-

ceva far sof-

frire le donne

e soprattutto

sedurle; da

Tosca infatti

il Barone vo-

leva la verità

sul fuggitivo

Angelotti ma anche che si conce-

desse a lui per una scommessa!

Federica Bellone

Sofia Licitra

III L

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Pagina 24

OUR CLASS RATING: It’s a great film with amazing special effects, but also sad. Leonardo Di Caprio and Kate Winslet are both very good ac-tors, but Leonardo Di Caprio is magnificent and really cute. We love him! Too bad that so-me of the acting is boring. This film is awesome and tou-ching: there are both beautiful and sad parts. It was very suc-cessful. It is a mixture of ac-tion, adventure and tragedy, and there is a beautiful love

story, but it is three h o u r s long! For this reason we give it four on five stars.

THE BEST AND THE WORST BITS:

In this film there are beautiful things (when Jake and Rose are on the top of the ship and they think they are flying and they kiss for the first time), but also negative, because it is ve-ry dramatic and sad.

Fede, Ale, Chiara, Sara R. IID

TITANIC MOVIE REVIEW

In class we worked on a movie called Titanic. First we watched it, and then we shared our ideas about it. We had a lot of fun when we made the plot. Then we rated it and we crea-ted a collective rewiew for the school’s magazine. This is our work. Enjoy!

THE PLOT: Titanic is an epic, romantic and disaster movie. Part of the film is a true story. It is a love story between two people from diffe-rent worlds: Rose, a rich, young and aristocratic girl, and Jack, a poor artist. They meet on the Titanic, the “unsinkable ship” and fall in love, but their love story is star-crossed, because the ship sinks during its first trip to New York, on in the night of 14th April 1912. It is a film for an audience of all ages.

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Pagina 25 Calamandrino "CALA" NEWS

LA DANZA

La musica si accende,

il ritmo mi sorprende

inizio a ballare

senza più pensare

alle mie paure, alle mie tristezze

alle mie piccole debolezze.

Chiudo gli occhi, apro la mente

e mi muovo liberamente.

In ogni movimento

ci metto il sentimento.

Mentre batto le mani

penso al mio domani.

A ogni piccola azione

attribuisco un’emozione

Con un passo e una giravolta

ti sorprende un’altra volta.

È la danza, che magia, i pensieri porta via.

Se riesci a capirne il significato

è la cosa più bella che tu abbia mai provato.

Marianeve Buccino ID

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Vi è mai capitato di aver subito incidenti nella vostra città?

Ora raccontiamo le nostre due disavventure:

eravamo in giro per il centro di Torino e, a un certo punto, una signora in bicicletta stava per investirci;

in un’altra occasione stavamo per essere travolti da un’ auto il cui conducente era impegnato in una conversazione al cellulare.

Adesso vi presentiamo la “nostra” Torino, così ricostruita in base alle nostre esigenze.

Innanzitutto vorremmo più piste ciclabili, ancora insufficienti rispetto ai bisogni dei cittadini. Esattamente misurano 178 km, molto meno di Amsterdam che ne ha invece 22.000. Vogliamo ricordare che entrambe le città hanno lo stesso numero di abitanti. In questo modo si potrebbero diminuire le auto in

circolazione e decongestionare il rumoroso traffico cittadino.

Sarebbe utile aggiungere più “bike sharing” e “car sharing” per incentivare il noleggio delle auto e delle bici affinché si riducano i gas inquinanti e si collabori per una

maggiore salubrità dell’aria.

Se i palazzi delle periferie, troppo grigi e cupi, venissero decorati con “murales”, potremmo far “brillare” e colorare

la nostra città per attrarre l’attenzione dei cittadini e di tutti coloro che amano l’arte così allegra e fantasiosa.

Inoltre sogniamo ancora più spazi verdi e parchi dove giocare, visto che Torino non è tra le prime città con più verde per abitante.

Questa è la nostra idea su Torino: una nuova città organizzata dalla nostra immaginazione.

La classe 1^L

LA NOSTRA TORINOLA NOSTRA TORINOLA NOSTRA TORINO

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Pagina 28 Calamandrino "CALA" NEWS

Sai qual è lo spirito che respira male?

…Il FANT - ASMA

La professoressa a scuola dice : “Chiudi

la finestra ché poi fa corrente.”

E l’alunno risponde: “Sì…. poi avviene

un sovraccarico.”

Sai qual è il colmo per un subacqueo?

Andare a una festa in maschera.

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Pagina 29 Calamandrino "CALA" NEWS

Sai come si chiama la lumaca?

Va-lentina

Eleonora Bar

Matteo Bertone

Giorgia Colasberna

Andrea Voto

III C

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Sommario

Pag. 1 Secondo premio letterario “Piero Calamandrei”

Pag. 19 Esperienze interessanti attraver-so due visite guidate nella nostra città

Pagg. 2-8 I racconti dei vincitori Pag. 20 Considerazioni della II L sul con-sumatore consapevole

Pag. 9 Il mito: Alcione e Ceice Pag. 22 Le nostre campionesse

Pag. 11 La posta del cuore di Danilo Pag. 23 Scarpia è morto

Pag. 14 Uno strano tipo Pag. 21 Titanic movie review

Pag. 16 I nostri alberi Pag. 25 L’angolo della Poesia

Pag. 17 Se vuoi mangiare cibi sani unisciti al gruppo degli ortolani

Pag. 26 La nostra Torino

Pag. 18 Sopra e sotto il mare Pag. 28 Barzellette

"CALA" "CALA" "CALA" --- NEWSNEWSNEWS

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