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100% FITNESS MAGAZINEAnno II – Numero 12 - Dicembre 2008Supplem. a “IL MAGAZINE” (www.ilmagazine.info) Direttore Responsabile: Luigi D’Alise (www.luigidalise.it)Direttore Editoriale: Daniele FiorileRegistro della Stampa: Aut. Trib. Torre Annunziata (NA) n. 8 del 15/11/06Sede legale, Direzione e Redazione:Via S.Nicola 36 - 80067 Sorrento (NA) P.O. Box 151Tel.: 081 8074254 / 3351851384 - Fax: 1782252692 E-mail: info@100per100fi tness.com Responsabile commerciale: Alfonso Bruno - 347.3624220Pubblicità: 100% Fitness, C.so Italia 254, Sant’Agnello (NA)Tel. 081.5342167Consulenza editoriale: AGO PRESS (www.agopress.it)Iscrizione R.O.C. Registro degli Operatori di Comunicazione n.11903 del 22/10/05Hanno collaborato:Mariarosaria D’Esposito, Monica Ioviero, Erminio Liguori, Aniello Clemente, Rosario Lotito, Giuseppe De Simone, Patrizia Esposito, Antonio Pacilio, Giulia-na Apreda, Bruno Vollaro, Ernesto Lupacchio, Enrica Esposito, Gruppo Ulyxes, Salvatore Aiello, Paolo e Vincenzo, Clinica Mediterranea, Giuliano Mazzola, Salvatore Spinelli.Progetto Grafi co: Maurizio Manzi - Magica 2000Tel. 081.5341117 Meta - www.magica2000.comTipografi a: W.M.A. Print - C.mare di Stabia - Tel. 338.2053685

© Ago Press® - I testi pubblicati sono realizzati dalla redazione o forniti dai collaboratori. Segnalazioni di eventuali testi e foto protetti da copyright e/o diritto d’autore, vanno indirizzate alla redazione. La redazione non è responsabile della provenienza, della qualità e del contenuto delle inserzioni pubblicate e neppure per le conseguenze dirette ed indirette che possano derivare dalla non rispondenza di tali dati con la realtà.

da un’idea di Daniele FiorilePeriodico di attualità a diff usione gratuitaIn copertina: Camelia Aguirre di 4 anni - Sorrento fotografata da Umberto Astarita - Sorrento

Questo Mese

SALUTE & BENESSERE20 Filo diretto con i nostri esperti22 L’agnosia26 Dizionario medico: artrosi28 Sesamoidite30 Palpitazioni minimizzare o preoccuparsi?34 Le domande da fare a 20-30-40-50 anni38 Mens sana in corpore sano 40 Musicoterapia falsi e veri professionisti...44 Il monitoraggio pressorio delle 24 ore46 La spondilolistesi50 Le podalgie nel basket52 Cosa rappresentano Babbo Natale e la Befana?

SPORT & FITNESS

68 Amore: perchè si ripetono sempre gli stessi errori74 Canis Sapiens76 Animali: Storie di Natale78 Il segnale di Clea80 Impariamo l’inglese: gli aggettivi qualificativi84 Disabilità e famiglia86 Gioca e vinci: il crucipuzzle88 Il cartongesso90 L’angolo della poesia

VARIE

56 Tra mito e leggenda: allenamento58 Buon Natale dal Central62 Il bosu64 Rubrica: Trekking66 Freeboxe: la mia fitboxe

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> SCOPERTE > SCIENZA > ALIMENTAZIONE > SALUTE > CURIOSITA’ NEWS

Cancella i segni dello smog. Inquinamento e raggi solari favoriscono la comparsa di piccole rughe. Il rimedio? Si chia-ma betacarotene. Ti dà una mano a restare giovane. In 100g di zucca tro-vi ben 3954 microgrammi di betacarotene. Questa so-stanza, che l’organismo trasforma in vitamina A, ha

una spiccata azione antiossidante: protegge le cellule (a cominciare da quelle della pelle dove si fissa come uno schermo protettivo) dall’aggressione dei radicali liberi: così le mantiene giovani a lungo. Ma ti aiuta a combattere i segni de tempo anche riparando il Dna (la molecola che contiene tutte le nostre informazioni genetiche).

PIU’ BELLI CON LA ZUCCA

DIFENDI LA SALUTE DEL SENO CON I BROCCOLI.Troppi grassi e troppe proteine animali (lo sai bene) favoriscono i tumori. Stanne alla larga con un pool di sostanze superprotettive.I broccoli figurano al primo posto nell’elenco delle verdure anticancerogene. In particolare si ritiene che aiutino a prevenire il tumore del seno, delle ovaie, della cervice uterina, del polmone, dello stomaco e della bocca. Tutto merito degli indoli che, insieme a beta-carotene e vitamina C, creerebbero una for-midabile barriera protettiva. Altro vantaggio per la salute: i broccoli sono ricchi di potassio, che regola la pressione.

CON LE ARANCE COMBATTI I MALANNI DI STAGIONELo sostiene la saggezza popolare. E lo con-ferma la scienza. Con gli agrumi potenzi le tue difese contro virus e batteri. Ti proteggono dall’influenza. La vitamina C la co-nosci bene: migliora le risposte del sistema im-munitario (permettendoti di affrontare la brutta stagione), perché stimola gli scambi tra ossigeno e anidride carbonica che avvengono all’inter-no delle cellule e perché favorisce l’irrorazione sanguigna dei tessuti. In un’arancia di dimensioni medie (peso 150 g) ne trovi ben 75 mg, davvero tanti se pensi che il nostro fabbisogno giornaliero (secondo le tabelle dell’Inran) è di 60 mg.

TOCCA RAME E RESTI SANONon serve soltanto a fare pentole e materiali isolanti. Il rame, un metallo presente nei cereali, nelle noci e nel fegato, svolge importanti effetti benefici per il nostro organismo. La sua azione protettiva riguarderebbe soprattutto il cuore. Chi mangia regolarmente cibi contenenti rame, infatti, ha meno probabilità di sviluppare una condizione, chiamata ipertrofia cardiaca, che si verifica quando il muscolo cardiaco si ingrossa a dismisura, di solito per di-fetti alle valvole o ipertensione arteriosa. Il rame viene spesso prescritto come integratore nei periodi di stanchezza, ma il modo migliore per assimilarlo, dimostra lo studio, è proprio attraverso l’alimentazione.

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> SCOPERTE > SCIENZA > ALIMENTAZIONE > SALUTE > CURIOSITA’ NEWSCAROTENOIDI, TANNINI, FLAVONOIDI, CATECHINE COSA FANNO E DOVE LI TROVI.Carotenoidi. Aiutano a riparare il Dna (la mole-cola che contiene il nostro patrimonio genetico) e impediscono alle sostanze cancerogene di entrare nelle cellule. Li trovi nei vegetali color verde scuro o verde. Tannini. Contrastano i radicali liberi e li trovi nelle lenticchie, nei fagioli, dall’occhio, nell’uva, nel vino, nel succo di mela. Flavonoidi. Hanno un potere antinfiammatorio, bloccano la formazione (dannosa per la salute) di nuovi vasi sanguigni e l’entrata in azione delle so-stanze cancerogene. Li trovi nell’uva, nei mirtilli, nel cacao, nel vino e nel tè. Catechine. Agiscono come i flavonoidi e li trovi nel tè verde e nel tè nero. Isoflavoni. interferiscono con l’azione dannosa de-gli estrogeni e possono ridurre il rischio di cancro al seno e alle ovaie. Li trovi nei fagioli, nei piselli, nelle arachidi, nel tofu. Terpeni. Proteggono dai radicali liberi, e li trovi ne-gli agrumi. Limonate. Inibisce la crescita delle cellule maligne. Lo trovi nella buccia di limone e arancia.

Sotto la sua buccia, sciolti nella succosa polpa, alber-gano molti principi attivi, tutti altamente salutari per l’organismo. Con le sue 40 calorie in 100g, la mela ci offre tante sosten-za che si prendono cura della nostra salute. A dare colore al frutto sono la clorofilla, i carotenoidi e le antocianine, tutte sostanze ad azione antiossidante che rallentano l’in-vecchiamento e tengono lontane le malattie degenerative. Il profumo e il sapore dipendono invece dalla presenza degli zuccheri semplici, degli acidi organici e di una serie

di 250 molecole volatili che cambiano nel processo di ma-turazione.Gli zuccheri che trovi nella mela sono del tipo semplice: non richiedono digestione e vengono assorbiti immedia-tamente dal nostro organismo. Uno di questi il fruttosio, è tollerato anche dai diabetici perché non provoca bruschi innalzamenti della glicemia. Cento grammi di mela forni-scono 6-8 g di vitamina C, praticamente un decimo dell’ap-porto giornaliero raccomandato ad un adulto. Dunque non farti mai mancare una mela in casa.

E’ TEMPO DI MELE

A TAVOLA VINCE IL MINIPASTOItaliani buone forchette? Una volta: se 40 anni fa consumavamo 2600 calorie al giorno, oggi siamo infatti scesi a 2200. Lo rivela un’analisi dell’Inran, Istituto nazionale delle ricerche sulla nutrizione e l’alimentazione. Eppure, statistiche alla mano, il nostro peso medio sembra dimostrare il contrario. Mangiamo di meno, ma siamo sempre più pigri: facciamo lavori sem-pre più sedentari, non dobbiamo più difenderci dalle temperature rigide e ci muoviamo sempre in auto. E’ cambiata anche la qualità del cibo che portiamo in tavola: rispetto agli anni 80 consumiamo il doppio del pesce, e siamo passati da 50 a 95 chili di carne ogni anno (sebbene, a partire dal 2005, la spesa per carne e pesce, frutta e verdura si sia ridotta). Abbiamo capito il valore di una buona colazione e ci concediamo più spesso spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio. La soluzione che meglio si adatta al nostro stile di vita è fare pasti meno strutturati, con un piatto unico, facile da digerire e non troppo calorico, che contenga tutti i gruppi di nutrimenti: carboidrati, proteine e grassi.

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> SCOPERTE > SCIENZA > ALIMENTAZIONE > SALUTE > CURIOSITA’ NEWS

5 REGOLE PER CONTROLLARE IL COLESTEROLOLa Nutrition Foundation of Italy ha stilato alcune regole di base per combattere la ipercolesterolemia (eccesso di colesterolo presente nel sangue) attraverso un‘alimenta-zione corrett. Ecco le principali:

1. Per condire usa l’olio. In particolare quello extra-vergine è il più sano. Per evitare la ipercolestero-

lemia, infatti, è necessario mangiare pochi grassi. L’olio extravergine è ricco di grassi polinsaturi della serie n3, ovvero quelli che non vanno ad aumentare il colesterolo cattivo.

2. Mangia l’aglio. I preparati a base di aglio rendono più fluido il sangue, abbassano la pressione e favori-

scono l’eliminazione del colesterolo cattivo.

3. Mangia cereali e legumi. Contengono fibre come pectine, gomme e betaglucani, che se introdot-

te nell’organismo in quantità di circa 25-30 grammi al giorno,possono ridurre l’eccesso di colesterolo.

4. Scegli la soia. L’integrazione nella dieta di proteine di soia, in parziale sostituzione delle proteine anima-

le, contribuisce a ridurre la colesterolemia.

5. Fai attività fisica. E’ fondamentale svolgere attivi-tà fisica: contribuisce al controllo del peso che, se

non è nella norma, è causa di eccesso do colesterolo nel sangue.

CIBI E SALUTE, I CONSIGLI SALVA CUORE.In occasione del mese dedicato al cuore, i nutrizionisti han-no preparato una guida che raccoglie i suggerimenti utili in fatto di alimentazione per proteggere a lungo la salute di questo organo. Ecco i consigli degli esperti.- Seguire una dieta povera di grassi saturi, di coleste-

rolo (presenti soprattutto negli alimenti di origine anima-le) e di acidi grassi trans (in molti prodotti confezionati).

- Preferire i cereali integrali e consumare con rego-larità i legumi: questi cibi sono buone fonti di fibra so-lubile, in grado di “pulire“ i vasi sanguigni.

- Garantirsi un adeguato apporto di calcio e vitami-na D, consumando latte e yogurt scremati, formaggi non grassi e pesce in quantità.

- Mangiare ogni giorno abbondanti porzioni di frutta e di verdura, alimenti ricchi di vitamine, minerali e altri antiossidanti in grado di proteggere la circolazione.

- Includere nella dieta cibi arricchiti di fitosteroli se i livelli di colesterolo sono più alti della media.

- Adottate uno stile di vita attivo, muovendosi il più possibile.

ANZIANI FELICI SENZA FUMO E ALCOLStudio Usa, vecchiaia in salute per chi ha avuto poco stress. Nonni ‘felici’ e sani: il loro segreto e’ non aver mai fumato, aver sempre bevuto poco ed essersi tenuti a larga dallo stress. Uno studio della Portland State University condotto su 2432 anziani, mostra che cio’ che conta di piu’ per invecchiare in salute sono i fattori psicosociali, gli stili di vita e le condizio-ni socioeconomiche: sono invecchiati con una salute florida coloro che non avevano mai fumato, avevano sempre be-vuto moderatamente e non avevano avuto stress.

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> SCOPERTE > SCIENZA > ALIMENTAZIONE > SALUTE > CURIOSITA’ NEWS

1. Dormi al massimo 8 ore. Le statistiche dimostrano che chi dorme più di 8 ore vive meno.

2. Pensa positivo. Gli ottimisti hanno un rischio di in-farto ridotto del 50%.

3. Fai più sesso. Fare l’amore spesso protegge da in-farto e cancro alla prostata.

4. Prenditi un cane. Le persone che hanno animali sono meno stressate.

5. Fai un esame del sangue. Tenere basso il coleste-rolo riduce il rischio di infarto.

6. Smetti di fumare. Ogni sigaretta fumata, accorcia la vita di 11 minuti.

7. Non ti stressare. Il rischio di infarto è 3 volte più alto nelle persone stressate.

8. Prendi un integratore. Gli antiossidanti rallentano il processo di invecchiamento.

9. Fai molto sport. L’attività fisica fa bene al cuore e migliora l’umore.

10. Ridi più spesso. La risata migliora la circolazione e riduce lo stress negativo.

11. perdi il peso in eccesso. Chi mantiene il peso forma è protetto da diabete e cancro.

12. Datti una calmata. Lo stress indebolisce il si-stema immunitario e fa ammalare di più.

13. Meditaci sopra. Pregare o meditare riposa più un buon sonno ristoratore.

13 SEGRETI ANTIAGE

DIABETE, STILE VITA MEGLIO DI FARMACIColpisce nel mondo 230 milioni persone, 3 milioni in ItaliaSport e sana alimentazione meglio dei farmaci per pre-venire il diabete: lo dicono gli esperti nella Giornata mon-diale del diabete. ‘’I numeri ci dicono che e’ le-gato all’obesita’, tanto che or-mai si parla di ‘diabesita’’, spie-ga Michele Carruba, direttore del Centro di ricerca e studio sull’obesita’ dell’Universita’ di Milano. La malattia colpisce nel mon-do 230 milioni di persone, 3 milioni in Italia. Preoccupante l’aumento dei bambini over-size che nel nostro paese sono il 36%.

MANGIA QUESTO PER UN SUPER CERVELLOVuoi ringiovanire il tuo cervello di sette anni? Fai il pieno di acido folico.I ricercatori dell’Università di Wageningen (Olanda) hanno propinato a un gruppo di vo-lontari 800 mcg (millesimi di milligrammo) della sostanza, tutti i giorni, per 36 mesi. Il risultato? La memoria dei volontari e ringiovanita da 5 a 7 anni, mentre per quanto riguarda velocità di reazione ed elaborazione dell informazioni, gli anni guadagnati sono risultati in media 2.800 mcg fanno quasi un milligrammo: pochissimo, se ci pensi. Tantissimo se consideri che sono contenuti in 6 etti di cuori di carciofo o di punte di asparago (155 mcg per etto), 9 etti di broccoli (89 mcg/h). Insomma, sembra che in questo caso un integratore sarebbe proprio indispensabile, per garantirti un corpo e un cervello da sballo.

CON LA SIESTA NIENTE INFARTOAltro che abitudine oziosa. La pennichella protegge il cuore dall’infarto. Uno studio su 24mila volontari, pubblicato sulla rivi-sta Archives of International Medicine, mostra che 10 minuti di riposino abbassano la pressione arteriosa e riducono il rischio cardiovascolare. L’importante che sia un’abitudine consolidata.Infatti, chi lo fa solo di tanto in tanto va incontro, al risveglio, a un brusco rialzo della pressione arteriosa, pericoloso per l’infarto.

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LE BEVANDE ACIDE, TIPO COLA O ARANCIATA, DANNEGGIANO I DENTI ?Gli alimenti e le bevande acide, come l’aranciata e la gazzosa, tendono a indebolire temporaneamente lo smalto dei denti. Il loro utilizzo costante può causare un’usura dello stato che ricopre il dente, che così è più esposto all’attacco dei batteri e al rischio di carie. Un’accortezza è quella di attendere qualche ora dopo aver bevuto o mangiato alimenti acidi prima di lavarsi i denti: lo smalto, trovandosi momentaneamente indebolito, potrebbe risentire maggiormente dello sfregamento con lo spazzolino.

PERCHE’ A CHI HA SEMPRE FAME SI USA DIRE CHE HA IL VERME SOLITARIO?Il verme solitario o tenia è un parassi-ta che vive nell’intestino degli animali e dell’uomo, all’interno del quale può crescere fino a raggiungere lunghezze di sette-otto metri. La persona che viene colpita dal pa-rassita all’inizio tende ad avere molta fame, ma nonostante l’ingestione di grandi quantità di cibo, non ingrassa. Da qui, l’abitudine di chiedere a chi mangia in modo spropositato se ha il verme solitario.

MANGIARE LA FRUTTA A FINE PASTO DISTURBA LA DIGESTIONE?Se non si hanno particolari problemi di stomaco e difficoltà digestive , la frutta può essere tranquillamente mangiata alla fine del pasto . Anzi, la vitamina C in essa contenuta facilita l’assorbimento del ferro presente negli alimenti ingeriti. Tra i frutti più indicati per concludere il pasto ci sono la mela e l’ananas fresco perché facilitano la digestione. Naturalmente, se il pasto è stato particolarmente abbondante è co-munque sconsigliato aggiungere anche la frutta perché quest’ultima dovrebbe per-manere a lungo nello stomaco e finirebbe per fermentare e affaticare la digestione.

A FRUTTA

UNA RISPOSTA AD OGNI DOMANDA

COME MAI GLI ADOLESCENTI HANNO SPESSO I BRUFOLI ?Nei follicoli, dai quali sbucano i peli, può ccumularsi un eccesso di sebo, una sostanza grassa che serve a proteggere e a mantenere elastica la cute. Questo accumulo di sebo, mescolandosi alle cellule morte della pelle, può creare una specie di tappo, che preme e infiamma le pareti del follicolo dando origine al brufolo. Durante l’adolescenza si ha un notevole incremento della quan-tità di ormoni circolanti nell’organi-smo e della produttività di sebo da parte delle ghiandole sebacee. Da qui , la comparsa della tipica acne giovanile, che affligge moltissimi gio-vani dopo i 12-13 anni.

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PERCHE’ CHI HA PROBLEMI DI PRESSIONE ALTA DEVE ASSUMERE DIURETICI?A chi soff re di ipertensione il medico può prescrivere i diuretici, medicinali in grado di aumentare la diuresi in-crementando così l’eliminazione dei liquidi dal corpo. In questo modo, si riduce anche il volume di sangue circolante, di con-seguenza, cala anche la pressione sanguigna esercitata sui vasi. Natu-ralmente si tratta solo di un tipo di approccio di cura tra quelli dispo-nibili e la scelta deve essere stabilita dallo specialista, in base al caso di ogni singola persona.

PER QUALE RAGIONE VIENE LA FORFORA?Normalmente, il ricambio delle cellu-le epiteliali del cuoio capelluto avvie-ne senza dare segni visibili: le cellule vecchie si staccano e lasciano spazio a quelle nuove. In alcune persone, invece la desquamazione avviene con più ra-pidità e le scaglie bianche e secche del-le cellule morte si accumulano alla base del capello, cadendo visibilmente: ecco quindi la forfora. A causarla possono essere vari fattori, come un momenta-neo periodo di stress, una disfunzione delle ghiandole sebacee (responsabili della produzione di grasso) la derma-tite seborroica (disturbo conico della pelle, caratterizzato dalla formazione di squame spesso con prurito), uno squilibrio ormonale che provoca un aumento delle secrezioni sebacee o una predisposizione.

E’ VERO CHE LA SAUNA FA DIMAGRIRE?Fare la sauna può dare sen-sazione di benessere perché rilassa i muscoli e la mente migliora l’aspetto della pel-le, perché facilita l’elimina-zione delle tossine. Non serve, invece, a dima-grire.I chili persi subito dopo una sauna altro non sono che la perdita di liquidi per il ba-gno di vapore. In breve tem-po, l’organismo provvede a riacquistare l’acqua persa e la bilancia torna a segnare il peso di prima.

E’ MEGLIO MANGIARE LE MELE CON O SENZA LA BUCCIA?E’ meglio “con” , perché la buccia contiene una percentuale signifi -cativa dei fl avonoidi presenti nel frutto. Queste sostanze hanno un elevato potere antiossidante e sono quindi utili per proteggere le cellule dell’aggressione dei radicali liberi.Lavarla bene. Unico neo della buc-cia potrebbero essere gli eventuali residui di antiparassitari o di altre sostanze chimiche. Il problema, però non si pone per le mele che vengono da coltivazioni biologiche e, anche negli altri casi, un lavaggio accurato permette di eliminare le sostanze nocive.

PERCHE’ C’E’ CHI MANGIA MOLTO E ACCUMULA I GRASSI, E CHI NON HA PROBLEMI A MANGIARE CIBO IN ECCESSO?In un individuo sano l’accumulo dei grassi indica che le abitudini alimentari hanno portato al superamento del proprio fabbisogno energetico. Per calcolare il metabolismo individuale si considerano tre fattori: innanzitutto il metabolismo basale, il consumo energe-tico del proprio organismo a riposo, e dunque l’energia necessaria per le funzioni vitali. In secondo luogo la termogenesi indotta dal-la dieta, cioè l’energia spesa per la digestione e l’assimilazione dei cibi. Infi ne, il consumo metabolico dovuto alle attività quotidiane e sportive. Se la somma calorica di questi tra fattori non supera quella degli alimenti ingeriti, s’ingrassa.

PERCHE’ I CAPELLI NON BISOGNA LAVARLICON ACQUA MOLTO CALDA?Lavare i capelli a temperature molto alte li rende opachi e spenti. Il caldo infatti tende a fare aprire le lamelle che ricopro-no la guaina, cioè la parte più esterna del capello. Le squame sollevate, tra l’altro con il passare del tempo, possono rendere il capello poroso e permeabile all’acqua, indebolendolo ulte-riormente. E’ meglio usare l’acqua tiepida (tra i 35 e 36 gradi) e completare il lavaggio con un risciacquo con acqua fredda. Così i capelli acquistano brillantezza. Meglio se per l’ultimo risciacquo si usa acqua oligominerale con un po’ d’aceto: l’acqua del rubinetto, carica di calcare, può rendere opaca la chioma, l’aceto contribuisce a chiudere le lamelle.

PERCHE’ IL SANGUE E’ DI COLORE ROSSO?Il colore del sangue viene conferito dall’emoglobi-na, proteina contenuta nei globuli rossi che con-sente a queste cellule di trasportare l’ossigeno. In realtà, il colore del sangue non è sempre ugua-le: è rosso scarlatto nelle arterie e rosso scuro nelle vene. Queste variazioni dipendono dall’emoglobi-na: questa molecola, nel suo viaggio di andata dai polmoni ala periferia del corpo (quando scorre nelle arterie) lega a sé l’ossigeno e lo trasporta a tutto il corpo, mentre nel suo viaggio di ritorno (quando scorre nelle vene) si combina con il bios-sido di carbonio. Quando l’emoglobina si combina con l’ossigeno, provoca una reazione chimica che dà origine al rosso-sangue, quando si lega al bios-sido di carbonio diventa marrone scuro (attraverso la cute appare bluastro).

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L’agnosia di Mariarosaria D’Esposito

Logopedista

na lesione cerebrale può determina-re un’enorme varietà di quadri clinici ed avere esiti estremamente diversi tra

loro. Di non frequentissimo riscontro, ma di estremo interesse, in pazienti afasici, è l’agnosia, disturbo legato all’identifi cazione ed al riconoscimento di oggetti o for-me mediante gli organi di senso. Vista, udito e tatto, pur essendo perfettamente inte-gri, non costituiscono più vie accessibili per il paziente agnosico, affi nché avvenga l’identifi cazione dell’oggetto. Nei soggetti sani uno stimolo viene elaborato e rico-nosciuto in quanto confrontato con le “rappresentazio-ni interne” che ciascuno possiede, ossia con immagini astratte, suffi cienti per riconoscere l’oggetto, anche se mai visto prima. Se, ad esempio, lo stimolo è rappresentato da un innova-tivo e particolare modello di telefono, mai visto prima, il soggetto non avrà diffi coltà a riconoscerlo come tale e a correlarlo a tutte le sue possibili rappresentazioni (evoca, cioè, il nome, la forma scritta della parola “TELEFO-NO”, il ricordo tattile ecc.).Il paziente agnosico, invece, non è più in grado di rico-

noscere l’oggetto attraverso:- il tatto: agnosia tattile- l’udito: agnosia uditiva - la vista: agnosia ottica o visivaNon si parla di agnosia per il gusto e l’olfatto ma rispet-tivamente di “ageusia” e “anosmia”.L’agnosia tattile determina un defi cit caratterizzato dall’incapacità del paziente di identifi care l’oggetto at-traverso la palpazione. Si manifesta alla mano contro-laterale all’emisfero cerebrale danneggiato: il paziente, quindi, non riconosce l’oggetto quando lo tocca con una mano; con l’altra lo identifi ca.L’agnosia uditiva è rappresentata dall’incapacità di rico-noscere gli oggetti attraverso il rumore che questi pro-ducono, nonostante il paziente non abbia problemi di udito.L’agnosia ottica è caratterizzata dall’incapacità di rico-noscere l’oggetto o l’immagine attraverso la vista. Messo di fronte ad un telefono, ad esempio, il paziente non è in grado di denominarlo e riconoscerlo; non riesce, cioè, a mettere in relazione lo stimolo (telefono) alla sua rap-presentazione interna.

Udi Mariarosaria D’Esposito

Logopedista

Salute & Benessere

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Salute & Benessere

Il paziente aff etto da agnosia visiva, può avere diffi coltà nel riconoscimento di:Colori (acromatopsia): il paziente non riesce più a vedere la realtà circostante colorata e riferisce di vedere “il mondo grigio”.

Forme: il paziente non riconosce i simboli (ad esempio i segnali stradali)

- spazio (amnesia topografi ca): il paziente riferisce di non orientarsi più in strade che conosce o nella sua casa

- volti (prosopoagnosia): detta anche “cecità per i volti”, è caratterizzata dall’incapacità del soggetto di riconoscere i volti. Il paziente riferisce di non distin-guere più i familiari, gli amici o la propria immagine allo specchio e di vedere tutte “visi uguali”. Talvolta il soggetto risulta incapace di percepire la tridimensionalità dei volti: infatti, il riconoscimento di un viso si basa sulla percezione dei chiaro-scuri, delle protuberanze e degli avvallamenti.

Si arriva alla diagnosi di agnosia attraverso la sommini-strazione di specifi ci test che ne consentono anche la de-fi nizione della gravità.

L’intervento terapeutico sarà diversifi cato in relazione al tipo di defi cit.P.S.: siete riusciti ad identifi care simboli, volti e colori?

L O G O P E D I A

IL DIZIONARIO MEDICO DI 100% FITNESS

ARTROSI

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DEFINIZIONEL’artrosi è una malattia diff usa dell’età adulta, carat-terizzata dall’usura progressiva delle cartilagini artico-lari.

DISTRIBUZIONEPuò colpire tutte le articolazioni. Non tratta solo un tessuto, ma tutte le componenti articolari: osso, car-tilagine ,menischi, legamenti, nervi, muscoli, liquido sinoviale di lubrifi cazione...

CAUSENon esiste un’unica causa. Varie situazioni possono determinare questa complessa malattia. E’ più corretto parlare di fattori di rischio.

CARATTERISTICHELa tipica lesione dell’artrosi è l’usura della cartilagine articolare, che nel tempo tende a d assottigliarsi.

DURATAL’artrosi tende ad aggravarsi naturalmente. E’ necessa-rio curarla per ridurre il dolore ed impedire le eventuali complicanze, fra cui le fratture spontanee.

DISTRIBUZIONE PER ETÀ E SESSOLa malattia in genere non si manifesta prima dei 40-45 anni. Fino a 55 anni non c’è distinzione fra i due sessi; dopo, nell’uomo prevale l’artrosi dell’anca, nella donna quella del ginocchio e della mano.

FORMELe diff erenti forme di artrosi prendono il nome so-prattutto dalla loro localizzazione: * Artrosi del ginocchio: gonartrosi. * Artrosi dell’anca: coxartrosi. * Artrosi del collo: cervicartrosi. * Artrosi della regione lombare: lombartrosi.

FATTORI PREDISPONENTI:1. Età.2. Sesso3. Razza4. Fattori genetici: esiste una certa familiarità5. Traumi articolari importanti: portano ad artrosi le

lesioni a carico dei menischi e dei legamenti del gi-nocchio.

6. Stress ripetuti, in particolare professionali: l’artrosi della caviglia è più frequente nei ballerini, quella delle mani nei pugili.

7. Obesità e altre malattie metaboliche.8. Precedenti malattie articolari.

SINTOMIIl dolore articolare, dovunque esso si verifi chi, è un dolore profondo, che aumenta con l’impegno dell’ar-ticolazione usurata e diminuisce con il riposo. Nelle fasi più avanzate della malattia, si fa continuo e persi-stente. Nei casi più gravi può essere anche notturno e interferire con l’autonomia della persona . La rigidità delle articolazioni può essere presente soprattutto al mattino.

ESAMI DA EFFETTUARE* Radiografi a dell’articolazione che duole. Solo in po-

chissimi, gravi casi si eff ettuerà quella dello schele-tro completo.

* La tomografi a computerizzata (TC) e la risonanza magnetica nucleare (Rmn) sono ottimi per studiare meglio le lesioni artrosiche.

* Non esistono esami del sangue specifi ci, ma possono essere considerati con attenzione la ves, l’emocromo, la calcemia, la fosforemia, la proteina c reattiva e l’esame delle urine.

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Salute & Benessere di Monica IovieroPodologa

P O D O L O G I A

sesamoidi sono due piccole ossa collocate sotto la testa del primo

metatarso.Essi servono da inserzione per i mu-scoli della porzione interna del piede e ne trasmettono la potenza alla falange per mezzo del legamento falango-se-samoideo, che costituisce un rinforzo della capsula articolare. La sesamoidite può essere da sovrac-carico o traumatica. La prima si ma-nifesta generalmente in donne che, o a causa della loro professione (ad esem-pio, le ballerine) o perché sono solite indossare scarpe dal tacco molto alto, sovraccaricano il supporto gleno-sesa-moideo; la seconda si verifi ca anche per una caduta dall’alto sulla punta dei pie-di (trauma diretto) o per una repentina fl essione dorsale del primo dito (trau-

ma indireto). La lesione si manifesta con dolore a li-vello del primo metatarso sulla faccia plantare; in questo punto si può palpare, infatti, una tumefazione corrispondente ad una borsite; nelle forme più gravi può appparire un iperccheratosi che frequen-temente può dar luogo ad un’ulcera. Il sesamoide più colpito è quello media-le. Perché il laterale è protetto dal primo e secondo metatarso. La diagnosi è affi data essenzialmente alla radiologia tradizionale, perché, è di buona norma in tutte le patologie del piede, far fare al paziente una radiografi a comparata di entrambi i piedi. Nella sesamoidite senza lesione ossea, è suffi ciente lo scarico della zona colpita, mentre nei casi resistenti alla terapia conservativa, sarà necessaria l’asporta-zione del sesamoide.

ISesamoidite

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Salute & BenessereC A R D I O L O G I A

di Erminio LiguoriCardiologo - Endocrinologo

Palpitazioniminimizzare o preoccuparsi??

e c.d. “palpitazioni” sono un fenomeno comunissimo che interessa in modo più o meno insistente ambo i sessi (con pre-valenza di quello femminile), in tutte le

fasce di età, ma apparentemente più nell’età lavorativa che in quella pensionistica. Già la notevolissima diff usione evidenzia come, accanto a forme sicuramente pericolose, piuttosto rare, e ad altre addirittura potenzialmente letali - rarissime- , la stragrande maggioranza sia composta da in-nocue extrasistoli o addirittura da semplici accellerazioni del normale battito cardiaco, che non rivestono alcun reale pericolo e che però contribuiscono in maniera signifi cati-va ad indurre atti medici, prescrizioni di esami e fi nanche terapie per lo più a maggior rischio per gli eff etti collate-rali delle innocue extrasistoli che pretendono di curare. In altre parole le aritmie sono un capitolo composito dove accanto a forme assai insidiose ci sono tantissime situa-zioni del tutto innocue o abbastanza tranquille da essere aff rontate senza patemi.Naturalmente per la composizione “laica” del pubblico che mi legge non darò a questo articolo alcuna parvenza di si-stematicità delle numerosissime aritmie che possono ve-rifi carsi, ma mi limiterò a ricordare le forme più frequenti, la loro importanza, le possibili cause e l’eventuale da farsi.Prima di procedere, va detto che la stessa aritmia, se si sviluppa in un cuore sano piuttosto che in un cuore aff et-to da qualche importante patologia, può avere un diverso destino e una diversa rilevanza: in altre parole, ad esempio una comune aritmia quale la Tachicardia nodale da rientro (che può manifestarsi con frequenze superiori a 150 bpm), assume una diversa importanza in ragione della sua durata e se si manifesta in un cuore sano (generalmente ben tol-

lerata o con lievi sintomi), o in una Cardiopatia dilatativa con importante riduzione della funzione sistolica (cioè della capacità di espellere il sangue dal V.Sx nell’Aorta alla Circolazione generale): non di rado in simili circostanze si verifi ca rapidamente uno scompenso cardiaco e/o un Edema Polmonare. Stesso discorso per una aritmia frequente come la Fibril-lazione atriale che però, comunque provocata e in qua-lunque situazione stia il cuore che la genera, va trattata in modo aggressivo ed effi cace per la sua pericolosità “a distanza”, cioè per la sua tendenza a favorire, con i movi-menti scoordinati degli atri e delle “orecchiette” (che sono due cappucci situati sugli atri), il formarsi in dette cavita’ di trombi, cioè minuscoli grumi di sangue, che, veicolati dalla circolazione generale, possono raggiungere qualun-que bersaglio e principalmente arti e cervello, con conse-guenze spesso devastanti; ma anche qua, a parte l’inciden-za di tromboembolia che è una complicanza tardiva (cioè dopo diverse ore o giorni dall’insorgenza), vale lo stesso discorso di prima: diversa è la gravità dei sintomi se la F.A. si manifesta in un cuore strutturalmente sano o in un cuore già minato da importanti patologie.Pertanto è chiaro che la preoccupazione di un paziente con cuore strutturalmente sano, colpito da una di queste aritmie, non può essere paragonata a quella di una cardio-patico avanzato che si trovi a fronteggiare questa ulteriore emergenza. Ma, attenzione !!! Esistono aritmie maligne, speso fatali, che colpiscono soggetti giovani in appa-rente benessere o addirittura atleti nel pieno della loro attività e la repentina brutalità dell’esito fi nale lascia tutti sgomenti ed interdetti per l’apparente imprevedibilità di quanto accaduto.

LI PARTE

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Salute & Benessere

LE DOMANDE DA FARE AL MEDICO A

20-30-40-50 ANNILa vita è come una partita di poker: se vuoi vincere, devi conoscere i rischi a cui vai incontro. Oggi tante malattie si possono evitare, basta prevenirle in tempo. Facendo le domande giuste al dottore.

Il cancro è un problema alla mia età?A 20 anni, le probabilità di sviluppare un cancro sono molto basse. La maggior parte dei tumori, infatti, colpi-sce dopo i 45-50. Tuttavia, ci sono alcune forme tumorali tipiche dell’età giovanile. Tra queste, le più importanti sono il tumore al testicolo, i linfomi e le leucemie che, come dimostra uno studio condotto da Istituto nazionale di statistica, istituto superiore di sanità e Associazione per la lotta ai tumori nelle età giovanili, sono in aumen-to nella popolazione maschile. Possono essere curati, se scoperti n tempo, quindi segnala sempre al tuo medico sintomi come stanchezza improvvisa, febbre e noduli sul collo, ascelle, inguine e testicoli.Quanto alcol posso bere?La minore quantità possibile. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, un decesso su 4 tra i ragazzi di età compresa tra i 15 e i 29 anni, è dovuto al consumo di alcol: in totale si tratta di 55mila morti l’anno a causa di incidenti automobilistici, intossicazioni, suicidi e omicidi legati al consumo eccessivo di alcolici. Birra, vino e li-quori possono danneggiare il fegato e causare cancro allo stomaco, ipertensione e malattie cardiovascolari, e farti invecchiare più rapidamente. La quantità massima che puoi bere senza avere problemi è due bicchieri di vino o di birra, un cocktail o un superalcolico al giorno.Mio padre è praticamente calvo: devo rivol-germi a un dermatologo e chiedergli qual-che farmaco anticaduta per prevenire la calvizie?La perdita precoce dei capelli, cioè quella che inizia a manifestarsi a partire dai 20 anni, è ereditaria. Tuttavia, non si trasmette dal padre al fi glio. Alla base di questa “ alopecia androgenetica “ c’è, invece, un difetto genetico del cromosoma femminile, che la madre trasmette a tutti i fi gli maschi. Lo hanno scoperto all’Università dii Bonn: il gene, presente solo nel corredo genetico della madre, rende sottili e deboli i bulbi dei capelli, favorendone la caduta. Non è il caso di preoccuparsi, quindi se il proprio padre ha pochi capelli. Un consulto dermatologico, inve-ce può essere utile se la mamma ha capelli radi e fi ni e una stempiatura alta.

Mi piace prendere il sole: rischio il melanoma?L’abbronzatura dona un colorito più sano, ma espone a un rischio aumentato di sviluppare un melanoma, il tumore ma-ligno della pelle. Se 10 minuti di luce solare al giorno sono fondamentali perché permettono all’organismo di produrre vitamina D, che raff orza le ossa, scottature e giornate intere passate al sole possono favorire la comparsa di macchie e nei. Col tempo, questi possono trasformarsi in melanomi, patolo-gie la cui incidenza, negli ultimi 15 anni, è aumentata del 70% proprio a causa dell’esposizione ai raggi solari.Ci sono integratori che devo iniziare a prendere regolarmente, o basta avere un’alimentazione sana?L’integrazione della dieta con vitamine, minerali e altre so-stanze antiossidanti può rendersi necessaria in età adulta, so-prattutto nei periodi di forte stress e nei casi in cui l’alimenta-zione è monotona e ricca di cibi che contengono conservanti additivi. La cosa importante è evitare il fai da te: meglio spie-gare al medico cosa e come si mangia e discutere insieme se è il caso di sottoporsi a test specifi ci per capire se ci sono carenze nutrizionali.Di quante ore di sonno ho davvero bisogno?Al National Institute of Mental Health di Bethesda (Usa) hanno fatto un esperimento curioso. Un gruppo di volontari ha vissuto senza luce elettrica per 30 giorni, seguendo sempli-cemente i ritmi dell’alba e del tramonto. Risultato: dopo 20 giorni, dormivano tutti 8 ore e 15 minuti per notte. In realtà, ognuno di noi ha un fabbisogno di sonno soggettivo, che varia da 4 a 10 ore per notte. Secondo gli esperti di medicina del sonno, infatti, ciò che conta per sentirsi bene sono le 4-5 ore di sonno ristoratore, profondo e senza sogni.Lavoro anche il sabato e la sera gioco a calcetto. Sto sovraccaricando di lavoro il mio cuore?Si. L’attività sportiva, indispensabile per mantenere in buona salute il cuore, può essere anche un’arma doppio taglio. Sport molto intensi alzano la pressione sanguigna: se questa è già alta a causa del lavoro e dello stress, può subire un ulteriore impennata, pericolosa per il cuore. E’ questo il motivo per cui anche i trentenni non abbastanza allenati possono andare in-contro a infarto se la loro frequenza cardiaca aumenta all’im-provviso.

QUANDO HAI 20 ANNI

QUANDO HAI 30 ANNI

età? il l ?

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Salute & Benessere

La mia vista sta peggiorando sempre di più. E’ l’età, o qualcosa di peg-gio?A partire dai 40 anni, la capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini inizia a diminuire. E’ un evento fi siologico chiamato presbiopia ed è causato dalla modifi cazione del cristallino, la lente che permette di adattare la visione a qualsiasi distanza. A 40-45 anni questo perde l’elasticità e la capacità di mettere a fuoco gli oggetti che si trovano a una distanza di 40 cm circa. La necessità di allontanare giornali e libri per distinguere ciò che vi è scritto, quindi, è un fenomeno del tutto normale in questa fascia d’età. La presbiopia, però , non è l’unico difetto a cui si va in-contro. Per questo è opportuno sottoporsi almeno una volta all’anno a una visita oculistica per accertare lo stato di salute degli occhi.

Fumo da 15 anni. Quali rischi corro e qua-li sono i benefici se riesco a smettere?L’elenco dei danni causati dal fumo è molto lungo: dan-neggia i polmoni, aumenta il rischio di broncopneumo-patie, malattie cardiache e tumori. Causa diffi coltà di-gestive, rende meno elastici i vasi sanguigni e accelera i processi di invecchiamento. Sarebbe responsabile anche di alcuni casi di impotenza e sterilità. Smettendo, già dopo 12 ore il sangue fl uisce meglio e trasporta più ossi-geno; dopo un mese, cala il rischio di infezione respira-toria e, dopo un anno, quelle di infarto e ictus. Dopo 6-7 anni il rischio di tumori torna identico a quello di chi non ha mai fumato.

Ho messo su un po’ di pancetta attor-no alla vita e mi sono venute le maniglie dell’amore. È normale?Tutti tendiamo ad accumulare peso a mano a mano che invecchiamo. Colpa del metabolismo, che rallenta e ci fa bruciare meno calorie. Per sapere se quello che sem-bra solo un problema estetico nasconde un rischio per la salute, la prima cosa da fare è prendere un metro da sarta e misurare la circonferenza della vita proprio so-pra l’ombelico. Se supera i 94 cm il rischio di sviluppare alcune forme tumorali e di malattie cardiovascolari au-menta. Chi tende ad accumulare grasso attorno alla vita, sviluppando la cosiddetta conformazione a mela con pancia prominente, infatti, è invitato dall’organizzazione mondiale a ridurre il proprio peso per diminuire il rischio cardiovascolare.

Come devono essere i miei tri-gliceridi?I trigliceridi sono formati da tre acidi grassi legati tra loro. Si trovano nel sangue, proprio come il colesterolo, e si accumula-no nel tessuto adiposo se i loro livelli sono troppo alti. Il loro valore dovrebbe essere non superiore a 170 milligrammi per decilitro di sangue: se è molto più alto il rischio è che le arterie vengano ostruite da placche aterosceloritiche. Un uomo sano deve controllarne i valori ogni 2-3 anni. In presenza di fattori di rischio come soprappeso, cardiopatie, diabete, fumo e dieta ricca di grassi, i controlli vanno ravvicinati e le analisi del sangue vanno ripetute ogni anno, o a seconda delle indicazioni date dal medico curante.

Quanta attività sportiva posso fare e quali sport sono più adatti alla mia età?A 50 anni la forza e la massa muscolare tendono a diminuire perché si riduce il numero delle fi bre muscolari e, parallelamen-te, quello delle cellule nervose che innervano i muscoli. L’atti-vità sportiva rallenta questo processo, ritarda l’invecchiamento, mantiene effi ciente il cuore e tonifi ca la muscolatura. La scelta del tipo di attività è legata all’eventuale presenza di malattie e al livello di effi cienza fi sica. In genere, si consiglia di preferire sport di media intensità: vanno bene bicicletta, nuoto, jogging. Da evitare quelli che sovraccaricano la colonna vertebrale come sollevamento pesi ed equitazione.

È vero che devo sottopormi a una visita spe-cialista se rischio il cancro al colon?Se a 30 anni la probabilità di ammalarsi di cancro al colon è una su 2000 a 50 questa diventa 20 volte maggiore. Per questo, alle persone che hanno più di cinquant’anni i medici gastroentero-logi consigliano di sottoporsi a un esame, la ricerca del sangue occulto nelle feci che permette di capire se nell’intestino ci sono lesioni o polipi che potrebbero evolvere in tumore maligno. Se l’esito è positivo è meglio eseguire anche una colonscopia esame che permette di esaminare tutte le pareti del colon. La visita specialistica si rende necessaria se all’improvviso e senza motivo compaiono diarrea, stipsi, sangue nelle feci, rapido di-magrimento.

Come faccio a capire se rischio l’Alzheimer?Ci sono una serie di sintomi che potrebbero essere spia di un defi cit cognitivo legato all’età e che è bene non sottovalutare e riferire subito al medico. Perdita di memoria a casa e sul lavoro, confusione, mancanza di iniziativa e di interessi possono capi-tare a tutti ma se diventano un problema quotidiano è bene par-larne con il medico. Idem se ci si rende conto di avere continue diffi coltà a trovare le parole giuste quando si parla rendendo il discorso incomprensibile.

QUANDO HAI 40 ANNI

QUANDO HAI 50 ANNI

di Aniello ClementeUmanista

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Salute & BenessereM E N S S A N A

atale ritorna tutti gli anni a ripetere l’uguale promessa d’amore. Ma quest’an-no anche l’amore sembra costarci di più.

Nonostante lo strenuo ritornello del miliardario di Arcore non tutti sono in condizione di essere “ottimisti”, d’altronde senza soldi è un po’ diffi cile esserlo! E ci sentiamo vuoti, inutili, falliti, se non possiamo fare un regalo ai nostri cari. Ma so, lo dice il nostro “amico” Salvaneschi che: «con ogni Natale vi è sem-pre qualcosa che rinasce dentro ognuno di noi, e anche se tutto sembra naufragare intorno, anche se in certi momenti l’angoscia prende alla gola, anche se qualche sera la disperazione ci abbatte, sentiamo che al nome di Betlemme il miracolo si compie e la vita richiama la vita. Betlemme signifi ca casa del pane. E il Natale of-fre veramente ad ogni anima il pane della speran-za, della carità e della certezza. Betlemme solleva

un’onda di nostalgia per tutti i cuori.Betlemme, e l’infanzia perduta risorge. Betlemme, e la purezza perduta riappare.E gli uomini ritornano volentieri bambini davanti al presepio che ricorda la capanna dove su un po? di paglia dimenticata dai cammellieri di Siria nasceva il Re dei re. Betlemme è l’aurora attesa dalla notte dei tempi, dai veggenti più lontani, dai profeti sem-pre più vicini». Sono solo un “povero” umanista ma Vi auguro in questa grave crisi che Betlemme sia casa del pane per ognuno. Betlemme, sia sorgente di luce per tutti. Betlemme sia l’instancabile promessa di fraternità per il mon-do. E non date ascolto a chi soffi a nella grancassa ricordate che l’umiltà è sempre la più vicina alla vera grandezza.E ognuno di Voi, nel suo piccolo, è grande!Di cuore, Buon Natale a tutti.Ad malora!

MENS SANA IN CORPORE SANO

Nihil est magnum somniantiNiente è straordinario a coloro che sognanoCicerone.

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Salute & Benessere di Rosario LotitoMusicoterapeuta - Socio F.I.M.

M U S I C O T E R A P I A

apita sempre più spesso di sentire par-lare di musicoterapia o di leggere articoli

scritti da esperti musicoterapeuti la cosa, per un musicoterapeuta, non può far altro che piacere, ma a vol-te ciò desta stupore. Questo nasce dalla facilità con cui molti si dicono musicoterapeuti solo perché hanno frequentato un seminario di poche ore, o addirittura sono solo dei mu-sicisti.Per fare defi nitivamente luce sulla professionalità del musicoterapeuta, riporto in parte la proposta di legge del consiglio regionale della Cam-pania che traccia le linee guida per la professione del musicoterapeuta:Legge regionale 17 ottobre 2005, n. 18 Norme sulla musicoterapia e sul riconoscimento della fi gura profes-sionale di musicoterapista

IL PRESIDENTE DELLAGIUNTA REGIONALEPromulga la seguente legge ARTICOLO 11. La musicoterapia è attività psico-pedagogica e socio-sanitaria di pub-blico interesse ed è disciplinata dalla presente legge; essa si pone come scopo lo sviluppo e la riabilitazione di potenziali funzioni dell’individuo per il raggiungimento di una mi-gliore integrazione sul piano intra-personale e interpersonale e di una migliore qualità della vita.2. La regione Campania promuove l’applicazione della musicoterapia, quale elemento di sostegno per un pieno e sano sviluppo delle capacità del singolo individuo e della comu-nità, con particolare riguardo alle

persone diversamente abili o, co-munque, disagiate dal punto di vista delle relazioni. ARTICOLO 2 Defi nizioniAi fi ni della presente legge si inten-de per:a) musicoterapia: l’uso della musica e dei suoi elementi - suono, ritmo, melodia ed armonia - da parte di un soggetto qualifi cato in rapporto individuale o di gruppo, all’interno di un processo defi nito per facilitare e promuovere la comunicazione, le relazioni, l’apprendimento, la mobi-lizzazione, l’espressione, l’organizza-zione ed gli altri obiettivi terapeutici (degni di rilievo) nella prospettiva di assolvere ai bisogni fi sici, emotivi, mentali, sociali e cognitivi;b) musicoterapista: un soggetto, in possesso di diploma superiore di secondo grado e con una buona co-noscenza della musica, che ha svolto un corso triennale di impostazione multidisciplinare socio-psicopeda-gogico-medico-musicale e un ti-rocinio di un anno presso strutture pubbliche o convenzionate o del privato sociale, della formazione primaria e della riabilitazione, con supervisione clinica e di musicote-rapia.ARTICOLO 3 Area di operativita’1. Il musicoterapista esercita la propria attività nell’ambito degli operatori socio-sanitari nell’area della riabilitazione socio-sanitaria e psico-pedagogica.2. Il musicoterapista espleta a) funzione preventiva: disturbi di

iperattività in età da scuola pri-maria, comportamenti ai limiti con la patologia del periodo ado-

lescenziale o come gestione di at-teggiamenti disadattivi degli ado-lescenti, sedazione della madre in gravidanza, miglioramento della relazionalità e della socializzazio-ne nei soggetti normodotati;

b) funzione riabilitativa: ritardo mentale lieve e medio-grave, de-fi cit sensoriali ipovedenti e non vedenti, ipoacusici con protesi ed impianti cocleari, disturbi re-lazionali dell’infanzia, patologie neuromotorie dell’infanzia, pa-tologie neurologiche dell’adulto - parkinson, alzheimer, coma lieve e post-coma, patologie psichiatri-che dell’adulto-, comunicazione sonora in gruppo nei dipartimen-ti di salute mentale, in centri e comunità terapeutiche per tossi-codipendenti;

c) funzione socio-sanitaria: lenire l’ansia del paziente ospedalizzato e le soff erenze dei malati termi-nali, gestire il potenziale malesse-re psicologico degli operatori.

ARTICOLO 4 Formazione di base1. La formazione di base del musi-coterapista consiste in un corso che prevede almeno 900 ore di lezione e laboratori in un triennio e 300 ore di tirocinio presso strutture pubbli-che o convenzionate o private della formazione primaria e della riabili-tazione, con supervisione clinica e di musicoterapia.2. I corsi di musicoterapia sono or-ganizzati da istituti di formazione o dalle università o da dipartimenti equiparati all’università e il titolo di musicoterapista equivale al diploma accademico di primo livello.3. Per accedere alla formazione di musicoterapista l’aspirante deve aver

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MUSICOTERAPIAFALSI E VERI PROFESSIONISTI..

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Salute & Benessere

conseguito il diploma quinquennale di scuola media superiore e posse-dere una buona conoscenza della musica, da accertarsi con un test di ammissione al corso di formazione.4. La formazione professionale di musicoterapista prevede l’acquisi-zione delle seguenti conoscenze e capacità, suddivise per a) area medica:1) conoscenza delle sintomatologie

inerenti le patologie trattate -nu-clei espressivi-;

b) area psicologica:1) conoscenza dei concetti inerenti

il campo delle relazioni;2) conoscenza dei concetti base del-

la psicologia dello sviluppo, dina-mica dei gruppi;

c) area musicale:1) capacità di esprimere e creare con

voce e con strumenti musicali “nel qui ed ora” in forme ortodosse e non ortodosse;

2) capacità di improvvisazione; 3) conoscenze musicologiche e

semiologiche della musica colta e popolare fi nalizzate alla capacita’ di decodifi cazione dei fenomeni sonoro-musicali;

d) area musicoterapica:1) capacita’ di individuare i bisogni

del paziente; 2) capacita’ di elaborare ipotesi di

trattamento relative ai bisogni del paziente;

3) capacita’ di formulare obiettivi circa il trattamento;

4) capacita’ di identifi care le tecni-che musicali piu’ adatte alla pro-blematica;

5) capacita’ di formulare osserva-zioni del processo musico-tera-peutico in itinere e a valle per la quantiqualifi cazione dei risultati ottenuti;

6) capacità di autosservazione delle componenti emotive implicate nella relazione sonora paziente-terapista.

5. L’organigramma didattico deve tenere conto dei principi formativi

previsti dalla World Federation of Music Th erapy -W.F.M.T.-e dalla European Music Th erapy Confede-ration -E.M.TC.-.

Alla luce di quanto detto vorrei concludere dicendo che la fi gura professionale del musicoterapeuta è costituita da una preparazione e da una specializzazione ad alto conte-nuto conoscitivo della materia trat-tata, inoltre il vero musicoterapeuta ha fatto un percorso di psicoterapia personale al fi ne di risolvere tut-te quelle eventuali dinamiche che possono intervenire ed interagire nei rapporti interpersonali che ine-vitabilmente si vengono a creare in una relazione paziente-terapeuta. Diffi dare quindi da saccenti e falsi musicoterapeuti che probabilmen-te non faranno del male a voi o ai vostri cari, ma sicuramente il loro intervento non sarà di nessun aiuto, almeno dal punto di vista della mu-sicoterapia.

M U S I C O T E R A P I A

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Salute & BenessereF A R M A C I A

egli ultimi trent’anni, il monitorag-gio della pressione arteriosa (PA) ha assunto notevole importanza diagno-stica e prognostica nell’ambito del

controllo della malattie cardiovascolari.Vari studi clinici hanno dimostrato la correlazione tra valori pressori elevati e malattie cardiovascola-ri o ictus. Gli apparecchi Holter sono in grado di rilevare con molta accuratezza le variazioni della PA circadiane e notturne, determinando un profi lo pressorio che rispecchia maggiormente quello reale.

CHE COS’È ? Il monitoraggio pressorio delle 24 ore (Holter Pres-sorio o ABPM) è un test non invasivo che consente di registrare la pressione arteriosa continuativa-mente per 24 ore, mediante un piccolo apparecchio (grande più o meno come un “Walkman”) fi ssato in vita con una cintura.

A COSA SERVE? Il monitoraggio pressorio è molto utile in diverse situazioni: - nei pazienti che hanno una ipertensione arteriosa

instabile (in cui cioè i valori della pressione arte-riosa variano molto da un momento all’altro)

- nei pazienti facilmente emozionabili, che di fron-te al “camice bianco” del medico hanno sbalzi pressori, ma che a casa hanno una pressione nor-male

- nei pazienti ipertesi in terapia farmacologica, per controllare che il farmaco agisca in ogni momen-to della giornata, e non solo per alcune ore (la pressione alta infatti, danneggia le arterie anche se rimane alta solo per alcune ore della giornata)

- nei pazienti che, pur avendo la pressione arteriosa normale, durante il giorno accusano sintomi che possono far pensare ad improvvisi aumenti o di-minuzioni della pressione (vertigini, sbandamen-ti, vampate, sudore freddo, senso di svenimento, “testa vuota”, sanguinamento dal naso ecc.)

- nei pazienti ipertesi che prendono medicine per

abbassare la pressione ed accusano saltuariamente dei disturbi, per capire se i disturbi sono legati ad un eccessiva diminuzione della pressione (ed in questo caso bisogna ridurre il dosaggio della terapia) oppure ad altre cause.

COME SI EFFETTUA L’ESAME? Per una installazione ottimale dell’apparecchio, è opportuno vestirsi con indumenti non aderenti, che permettano di nascondere il piccolo apparecchio ed il bracciale. Il giorno dell’inizio dell’esame, il farma-cista sistema apparecchio e bracciale sul paziente, inserisce gli opportuni parametri nell’apparecchio e lo avvia. Il paziente indosserà l’apparecchio per 24 ore. Durante il periodo di esame, la pressione verrà mi-surata automaticamente ogni 15 minuti di giorno e ogni 30 minuti di notte. Trascorse le 24 ore, il pa-ziente tornerà dal farmacista che smonterà l’appa-recchio ed inviera’ tramite mail i dati memorizzati al centro specialistico di telemedicina dove il cardio-logo si occuperà della refertazione dell’esame . Abi-tualmente la risposta viene data il giorno successivo al termine dell’esame. L’esame viene riassunto in 8 pagine, comprensive di tutte le misurazioni eff ettua-te e di elaborazioni grafi che di tutti i dati acquisiti nelle 24 ore, nonché di un commento sintetico da parte del cardiologo del centro di telemedicina.

QUANTO COSTA SOTTOPORSI ALL’ESAME?Il costo complessivo dell’esame è 49 €.E’ necessaria la prescrizione medica?No, non è necessaria la prescrizione medica, tuttavia il risultato dell’esame deve essere sottoposto all’at-tenzione del proprio medico curante o del cardio-logo.

COME SI PRENOTA L’ESAME?Telefonicamente chiamando lo 0818786605, o re-candosi direttamente in farmacia, in Via A. Cosenza 2/4 a Meta. Visita sempre il nostro sito www.farma-ciaelifani.it

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UN INNOVATIVO SERVIZIO DI TELEMEDICINA IN FARMACIA:

IL MONITORAGGIO PRESSORIO DELLE 24 ORE

di Giuseppe De SimoneFarmacia Elifani - Metawww.farmaciaelifani.it

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Salute & Benessere

La spondilolistesia spondilolistesi lombare rappre-senta una condi-zione di instabilità

vertebrale, ossia lo scivolamento di una vertebra sull’altra. Le vertebre comunemente interessate cono L5 ed S1 (95% dei casi), più raramen-te i livelli superiori. Presuppone un trauma o una “lassità” osteo artico-lare con mobilità anomala delle ver-tebre, e può peggiorare nel tempo. Le fi gure qui di seguito illustrano le possibili tappe evolutive di questo processo. L’ “usura” (microtraumi) determina-no uno stress nell’area gialla (istmo) [fi gura A], che può fratturarsi [fi -gura B] ed infi ne cicatrizzarsi per eff etto della crescita di tessuto fi -broso [fi gura C], che lascia scivola-re L5 su S1. Ne risulta alla fi ne un “cattivo” allineamento della colonna vertebrale, con la vertebra L5 che scivola sul sacro e causa la spondi-loliestesi, come si vede nella fi gura qui a destra. La spondilolistesi può essere “graduata”, usualmente da I a IV (1-4) a seconda della percentuale di scivolamento (dal 25 al 75% ed oltre). La freccia rossa indica la di-rezione dello scivolamento di L5.

La diagnosi è clinica e soprattutto radiologica. La clinica evidenzia attraverso le parole del paziente (anamnesi) ed opportune manovre diagnostiche, il dolore lombare, la rigidità antalgica (ridotta motilità del tronco a causa del dolore) ed i segni di soff erenza nervosa. La elettromiografi a “misura” il gra-do di soff erenza nervosa.Il Trattamento si basa sulla “stabi-lizzazione” secondo varie modalità.Nei casi più lievi si consigliano trat-tamenti manipolativi e di mobiliz-zazione.

Ginnastica posturale osteopatica che comprende anche esercizi per migliorare la forza e la fl essibilità, così da poter ritornare ad avere uno stile di vita normale.Quando il dolore diminuisce posso-no essere abbinati esercizi aerobici (come la bicicletta statica o il nuo-to) abbinati ad esercizi di stretching e di forza per migliorare fl essibilità, forza e resistenza. Lo sviluppo dei muscoli del rachide dell’addome aiuterà a stabilizzare la colonna e a sostenere il corpo. Un importante parte del trattamento è anche impa-rare a fare degli esercizi di stretching e mantenere il proprio peso forma. La presenza della vertebra rotta (spondilolisi) o della vertebra scivo-lata (spondilolistesi) per se stesse di solito non rappresentano una con-dizione pericolosa nell’adulto.Per questo il trattamento mira ad alleviare il dolore e aumentare l’abi-lità di funzionamento del paziente.Sebbene nessuno dei trattamenti non chirurgici correggano la “rottu-ra” o lo “scivolamento”, loro possono comunque fornire un controllo per-manente del dolore senza richiedere trattamenti più invasivi.

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O S T E O P A T I A

di Patrizia EspositoFisioterapista - Osteopata

e attività sportive più praticate coinvolgo-no il gesto motorio della corsa e molte di esse il salto: dal calcio alla pallavolo, dal basket al tennis e poi tutte le discipline

dell’atletica prevedono un corpo che si sposta rapidamente aumentando la sua energia cinetica. Questo aumento di ca-rico sulla superfi cie di appoggio varia di molto in relazione al gesto tecnico ma già parlando di semplice corsa dobbiamo moltiplicare il peso del corpo per tre e quindi in un soggetto di settanta chili il piede sopporta un carico di oltre duecen-to. Se poi questo carico lo moltiplichiamo per tutte le volte che il piede trova contatto con il terreno ci rendiamo conto dell’incredibile resistenza delle strutture anatomiche.Il carico deve essere distribuito in modo ottimale sulla su-perfi cie di appoggio preservando quelle sedi anatomiche più esposte ad usura come strutture miotendinee e capsule lega-mentose. Bisogna assorbire al meglio e scaricare l’impatto con il terreno per una deformazione contenuta, contrastando gli eff etti del movimento di pronazione.Nel basket, sport caratterizzato da corsa e salto, i problemi alle caviglie e soprattutto ai piedi, sono di frequente osserva-zione. Sono soprattutto patologie da sovraccarico delle strut-ture del piede come talalgie, metatarsalgie, fasciti plantari, tendiniti, fratture da stress etc..., che portano l’atleta dallo specialista. I fattori determinanti le suddette patologie da so-vraccarico possono essere estrinseci ed intrinseci: • scarso o errato allenamento;• cambiamento dei terreni di gioco; • calzature incongrue; • squilibri muscolari; • lassità legamentosa;• deformità strutturali del piede;• dismetrie funzionali o etrometrie reali degli arti inferiori;• alterazioni dell’appoggio plantare;• alterazioni della deambulazione.Fondamentalmente per semplifi care possiamo trovare due tipologie di piede: pronato (o valgo) o supinato (o varo). Premesso che il piede possiamo associarlo ad un elica che si avvolge e si svolge, che alterna pronazione e supinazione durante le fasi del passo, della corsa, possiamo semplifi care aff ermando che una alterazione del piede che non permette il normale avvolgimento e svolgimento del piede determinerà una patologia da sovraccarico. Quindi, pur nella complessità dei quadri clinici, possiamo identifi care un piede in cui vi è un eccesso di pronazione (piede piatto) ed uno in cui vi è un eccesso di supinazione (piede cavo). Un piede pronato avrà diffi coltà nella fase di spinta ove è necessaria la supinazione e

pertanto sarà pena-lizzato nella velocità e nel salto. Di con-tro un piede ecces-sivamente supinato è più predisposto al gesto atletico come corsa e salto ma paga questo con un eccesso di insta-bilità e predisposi-zione a distorsioni in varismo-supina-zione. L’esame cli-nico è fondamentale soprattutto nell’evidenziare i rapporti retro-avampodalici (a volte una pronazione del retropiede è un compenso di una supinazione dell’avampiede), nel ri-conoscere le deformità dal punto di vista funzionale diff e-renziandolo da quello morfologico (un piede può essere piatto morfologicamente ma non funzionalmente non ne-cessitando quindi di alcun trattamento). E’ importante quin-di eff ettuare una valutazione podo-posturologica al fi ne di ottimizzare l’appoggio plantare e la deambulazione; inoltre sono importanti anche gli esami dinamici come la baropo-dometria elettronica (B.P.E.) statica e dinamica, utile in fase pre e post trattamento ma soprattutto in fase preventiva al fi ne di diagnosticare i defi cit delle fasi del passo. Sia la rileva-zione statica che quella dinamica pos¬sono essere eff ettuate sia a piedi nudi che con le cal¬zature, con o senza orte¬si plantari e/o con ortesi in silicone medicale. Possono essere confron¬tate tra loro e con i va¬lori di normalità. Questa possibilità dia¬gnostica ci consente di valutare l’effi cacia del-la terapia podologica, po¬sturologica, ortesica, e ri¬abilitativa sia immedia¬tamente che col passare del tempo. In conclu-sione bisogna stare attenti ai campanelli d’allarme al fi ne di evitare un precoce abbandono dell’attività cestistica o sporti-va in genere. Quando un atleta presenta dolore alle strutture tendinee e legamentose mediali del piede, fasciti plantari, metatarsalgie, o frequenti episodi distorsivi, bisogna indaga-re sulle cause. Le terapie possono essere diverse, conservative nella maggioranza di casi (terapia fi sica, terapia manuale, plantari ecc…). L’uso di supporti plantari neurobiomeccani-ci personalizzati può risolvere molti problemi, poiché cerca di ristabilire i normali rapporti articolari agendo di conse-guenza sulle strutture mio-tendinee riducendo o addirittura eliminando la sintomatologia dolorosa migliorando di con-seguenza la performance sportiva.

LE PODALGIE NEL BASKET

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Salute & Benessere di Antonio PacilioChinesiologo

C H I N E S I O L O G I A

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Salute & Benessere

Cosa rappresentano per i bambini

BABBO NATALEE LA BEFANA?

i avvicina il Natale, un momento magico per i bambini e per le famiglie.Il 25 dicembre al centro del mondo viene messo un “bambino” che nasce proprio

per “salvare il mondo”. Quindi nella tradizione cristiana il giorno in cui nasce Gesù Bambino è una festa molto a “misura di bambino”...ma anche per chi non è cristiano vorrei sottolineare che in ogni grande tradizione religio-sa i bambini svolgono un ruolo di primaria importanza. Pensiamo, ad esempio, al Buddismo secondo cui il Dalai Lama si reincarna in un bambino che i fedeli debbono ricercare ed individuare.Nella nostra cultura e società con il Natale e l’Epifania arrivano nelle case dei bambini Babbo Natale e la Befana con tanti doni, ma cosa rappresentano queste fi gure per i bambini?Entrambe sono fi gure mitiche per i bambini, si rivolgo-no direttamente a loro, nutrendo delle grosse aspettative sul loro arrivo, gli scrivono lettere e sperano di ricevere i doni richiesti, ma non solo, chiedono anche appoggio e aiuto nelle diffi coltà. Babbo Natale è visto come un “su-per papà” un po’ papà e un po’ nonno che racchiude in sé la forza di tutte le fi gure maschili che contano per i bambini. La Befana, invece, è un po’ strega e un po’ nonna e rappresenta la saggezza femminile che riempe la calza di cose buone sia per il corpo che per l’anima. Questa donna vecchia e saggia oltre a premiare i bimbi buoni

con dei doni può anche ammonire con il carbone i bimbi disobbedienti affi nché non ripetano gli errori commes-si. Possiamo dire che Babbo Natale insieme alla Befana formano una sorta di “famiglia ultraterrena” che può sod-disfare però i bisogni quotidiani dei bambini ed esaudire i loro desideri.Quando i bambini, crescendo, scoprono da un fratel-lo maggiore o un amichetto che questi personaggi non esistono rappresenta sempre e comunque una delusione. Come aiutare i bimbi ad aff rontare questa delusione e la sensazione di essere stati ingannati dai propri genitori?I genitori potrebbe spiegare ai loro fi gli che Babbo Nata-le e la Befana esistono nell’anima di ogni adulto, di ogni mamma e di ogni papà che con l’arrivo delle feste indos-sano una maschera per portare i doni ai loro fi gli ma an-che per ascoltarli, per esaudire i loro desideri e per leggere con attenzione le loro richieste scritte in una lettera. In questo modo, ossia con questo tipo di spiegazione, è pos-sibile accorciare le distanze tra la vita reale e quella fanta-stica! Se questo discorso viene aff rontato con dolcezza e disponibilità i bambini ci rimarrà meno male scoprendo che i genitori una volta all’anno indossano una maschera per festeggiare in modo magico le feste natalizie.Il Babbo Natale/papà/nonno e la Befana/mamma/nonna porteranno ai loro bimbi non solo regali ma soprattut-to calore, amore e aff etto che sono i doni più graditi ai bambini!!!!!

di Giuliana ApredaPsicologa - Psicoterapeuta della Famiglia

P S I C O L O G I A

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ià accennai in passato di come le nostre pale-stre diventano sempre più centri commerciali

o come dico provocatoriamente io “supermercati” e come adibiscano sempre meno spazio a quello che poi è il vero motivo per cui si “do-vrebbe” stipulare un’ associazione ad un fi tness club:allenarsi.Già... allenamento... questa parola è causa di molta confusione, spes-so e volentieri colloquiando coi miei clienti mi accorgo che non è ben chiaro quello che in una sala attrezzi sia eff ettivamente possibile fare.Senza voler essere commerica-li in una sala attrezzi si possono fare quattro tipi di allenamenti: Allenamento cardiovascolare, re-sistenza, ipertrofi a, forza e a voler essere precisi fl essibilità... Avete notato come non esistano parole come: Dimagrimento, de-fi nizione, tonicità... eccetera?Questi sono termini di marketing per convincere le persone ad al-lenarsi, la sfumatura è che è vero che è possibile fare tutto ciò ma non è la causa per cui ci alleniamo,

bensì l’eff etto eventuale ed ultimo, ora detta così la cosa può sembra-re un pò fi losofi ca, ma non lo è.Nella vostra palestra (intesa come sala attrezzi) quella che (nel mio modo di vedere) è una palestra e quindi non un supermercato (con pizzerie e non so cos’altro) il motivo dell’allenamento è, e deve essere, migliorare la capacità polmonare (VO2 max) e/o aqui-sire massa magra mentre: Defi -nizione, dimagrimento e così via è compito strettamente clinico, lavoro dunque per i cari colleghi medici dei vari campi alimentari, noi personal trainer siamo “solo” un veicolante rapido affi nchè il lavoro dei nostri “colleghi” me-dici ottenga risultati nel più bre-ve tempo possibile,per essere più chiari:”Se volete esclusivamente un calo ponderale senza aumento di massa magra il lavoro si estin-gue a tavola”.Per quanto riguarda l’allenamen-to viene montata una cortina di fumo,mentre le basi per capirci qualcosa sono molto semplici e al limite del banale,mentre stiamo eseguendo la nostra brava serie ci

TRA MITO E LEGGENDA: TRA MITO E LEGGENDA:

ALLENAMENTOALLENAMENTO

G

di Bruno VollaroPersonal Fitness Trainer Certifi cato ISSA

di Bruno VollaroPersonal Fitness Trainer Certifi cato ISSA

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chiediamo: “Ma cosa starò facendo, che tipo di allenamen-to mi è stato sottoposto”? Beh vi darò un dritta semplice e a scanso di santoni...Se la serie si svolge al di sotto delle (circa) 8 ripetizioni si dice che si sta eseguendo un lavoro di forza,tra 8 e 12 (circa) un lavoro d’ipertrofi a (quindi crescita muscolare) dalle 12 alle 15-20 lavoro di resistenza...stop! Come diceva qualcuno tutto il resto è noia, serie che su-perano le 20 ripetizioni non hanno senso scientifi co e non sono sicuramente allenanti considerato l’esiguo carico per eseguirlo, le nostre riserve d’ATP (l’unica energia utilizza-bile dai muscoli) devono estinguersi nel più breve tempo possibile con una tensione muscolare costante e continua tra i 50 e i 70 secondi,una serie più lunga non ha senso.Fatta questa premessa mi rivolgo al gentil sesso dunque,non esistono esercizi mirati per i quali allenarsi e diminuire di volume in quel determinato distretto,in pratica:”Non af-fannatevi in serie smisurate di slanci laterali della gamba ai cavi nel tentativo (vano) di snellire i fi anchi, stiamo dav-vero perdendo tempo”. Il muscolo che secondo voi state allenando si chiama “tensore della fascia lata” un musco-letto che ha come parte contrattile (ventre) 3 centimetri e 20 cm di parte tendinea, per una circonferenza che nel migliore dei casi è di 2 centimetri, non cominciate a sen-tirvi in colpa? Ma lasciamolo in pace, se proprio vogliamo massacrare qualcuno prendiamocela con uno della nostra taglia, un quadricipite femorale ad esempio, questo vi por-

terà non solo ad una densità della vostra coscia “marmo-rea”, ma innescherà anche una serie di ormoni a cascata che sicuramente migliorerà la vostra forma fi sica.Chiudendo il discorso,vi siete mai chiesti perchè quando allenate le braccia le medesime si ingrossano e poi pre-tendereste che allenando i fi anchi/glutei e addome questi dovrebbero “snellirsi”? Bisogna decidersi, st’allenamento o ingrossa o snellisce che ne dite?Il consiglio che dò sempre io è di non soff ermarsi sull’ago della bilancia,ma andare a valutare quella che è la vostra “trasformazione”, come sicuramente saprete il musco-lo (FFM) è più pesante della massa grassa (FM) il peso quindi almeno i primi mesi resta tale ma ne guadagna l’oc-chio, abbiamo messo 20 anni per diventare come siamo, se vogliamo mutare un paio d’annetti ci vorranno no?Quindi depenniamo anche diete lampo e schede miraco-lose, i veri risultati saranno solo quelli a lungo termine (salvo poi quelli che sono i nostri obbiettivi personali ov-viamente).Da domani accantoniamo anche le cavigliere e lascia-mole alle body builder che devono “rifi nire il dettaglio”, noi gente comune abbiamo altre priorità, a noi servono i bilancieri (e cavigliere poi...) chi ha seguito questo mio consiglio s’è reso conto del fatto che: “Fin’ora ha solo perso tempo”, del resto se dobbiamo fare Napoli-Milano è vero che c’arriveremo anche in monopattino, ma se esiste l’auto perchè non prenderla?

Buon Nataledal Central!!!…Semplicemente GRAZIE

l Natale è amore…il Natale è serenità…il Natale è amicizia… il Natale è volersi bene…

il Natale è il sorriso di un bambino…il Natale è stare in famiglia… Una fa-miglia unita come quella del Central. Un pensiero che diventa ancora più forte dopo la lettera scritta da un’as-sidua lettrice di 100% Fitness (ex nostra collaboratrice) alla redazione della rivista. Ci siamo sentiti, noi del Central, ancora di più, una famiglia unita, che cerca di lavorare con pro-fessionalità, ma anche di instaurare un rapporto di sincerità ed amicizia con i nostri soci e collaboratori.Non a caso, dalle risposte di ognuno di noi alla domanda “Perché hai scelto di lavorare al Central?”, durante una riunione dello staff è nata la “Mission del Central”: “Ottenere il riconosci-mento della nostra professionalità trasmettendo energia positiva in un

ambiente sereno ed organizzato per migliorare lo stile di vita dei nostri soci amici”.Questa frase è stata stampata sulle nostre divise ed è esposta alla recep-tion; rappresenta, infatti, il nostro obiettivo: avere soci ma soprattutto amici!Ora, per coloro a cui è sfuggita, vorrei riportare la lettera arrivata alla rubri-ca della rivista 100% Fitness “Lettere alla redazione”:“Semplicemente GRAZIE!Ogni Mese, da quasi due anni, sono alla ricerca di questa deliziosa rivista, interessata a leggere i vari articoli che propone. Oggi che ormai, come dire, non sono più “del mestiere” però con-tinuo ad allenarmi, la considero una buona compagnia nei momenti di relax. Da tempo pensavo di scrivere, ma dopo aver letto l’articolo del caro Ernesto sui 10 anni del Central Fit-ness Club (cfr Settembre 2008), ho

avuto l’ispirazione ed eccomi qua a riempire le pagine di 100% Fitness Magazine.Scrivo innanzitutto perché ho voglia di ringraziare, da lettrice, tutti coloro che con i loro articoli mi arricchisco-no, informano, mi fanno rifl ettere, divertire, ricordare…Sorrido ogni volta che prendo tra le mani questo “giornaletto” e ne sfoglio le pagine. Poi arrivo all’articolo di Ernesto e mi chiedo: “Chissà questa volta cosa ci racconterà quel mattac-chione!”. E leggo dell’esperienza alle Hawaii, della trasferta a Berlino alla fi nale dei mondiali di calcio 2006, del “Volo dell’angelo” in Basilicata, dei 10 anni del Central. E proprio in quest’ultimo articolo mi sono sentita chiamata in causa ed in dovere di rin-graziare pubblicamente la GRAN-DE FAMIGLIA DEL CENTRAL della quale anch’io, qualche anno fa, ho avuto la fortuna di far parte. I due

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SPORT & FITNESS di Ernesto LupacchioClub Manager - Central Fitness Club 1, 2, 3

I

anni in cui ho lavorato come assi-stente in sala attrezzi sono stati ve-ramente unici. Ernesto, Piero, Lina, Antonio, Roberto e tutti coloro che ho incontrato, e che non menziono per la fretta di riempire questo foglio, mi hanno regalato tante emozioni positive. E poi ci sei tu, Marcantonio, che mi guardi e sorridi dalla coper-tina del tuo CD, in bianco e nero come in quelle foto d’altri tempi. Un giorno verrò a trovarvi, ho voglia di

portare con me la mia bambina che in macchina, andando a scuola, cantic-chia le tue canzoni, ho voglia di farle conoscere la tua splendida famiglia, di farle vedere che belle persone che siete. J.R.”Mentre leggevo mi sono emoziona-to. Sono veramente felice di poter lasciare un bel ricordo nei miei colla-boratori e, spero, anche nei miei soci. Spesso non si riescono ad esternare i propri sentimenti; a volte è diffi cile

dire anche solo “scusami” o “grazie”; altre volte non si riescono a compiere gesti che dovrebbero essere spontanei, come abbracciare i nostri genitori o i nostri fi gli, oppure dire ai nostri cari “ti voglio bene”! E questa lettera, in-vece, dimostra che è tanto bello poter manifestare le proprie sensazioni ed i propri pensieri tranquillamente.Anch’io rispondo dicendo…Sempli-cemente GRAZIE e semplicemente BUON NATALE!!!E grazie e Buon Natale anche a tutta la mia famiglia che adoro (anche se mi rimprovera di stare sempre poco tempo con loro), e che appena torno a casa abbraccerò con un “vi voglio bene”. Grazie e Buon Natale a tutti quelli che mi sono vicini, ai miei pa-renti, ai miei amici, ai miei collabo-ratori, e chiaramente a tutti voi cari lettori di 100% Fitness che mi segui-te con grande aff etto sulle pagine di questa rivista. Vivere è proprio questo…è provare dei sentimenti, è provare emozioni da condividere, è sentire l’amore delle persone, è amare senza pensare… Ed il Natale ti aiuta a trasmettere l’energia per stare bene con se stessi e con gli altri, per non dimentica-re mai… non dimenticare mai, per esempio, quelli che sono più sfortu-nati di noi e che hanno bisogno di un nostro aiuto.

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anni in cui ho lavorato come assi p rt

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SPORRTT &

di Enrica EspositoLaureata in Scienze Motorie - Istruttore di Acqua Fitness “EAA”

Istruttore Nazionale di Atletica Leggera

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E’ un attrezzo che sembra l’evoluzione combi-nata di due diff erenti strumenti da palestra, lo step tradizionale, utilizzato per il poten-ziamento cardiovascolare, e la fi tboll impie-

gata sia nella preparazione atletica che nella riabilitazione. Può essere usato nell’allenamento muscolare e dell’equilibrio, poggiando a terra sia la piattaforma che la parte rotonda della cupola debitamente gonfi ata fi no a risultare solida. Le due maniglie incavate, poste ai margini della piattaforma, ne consentono il trasporto e la facilità di collocazione in base all’esigenza di esercizio. L’estrema versatilità di questo attrez-zo permette di sviluppare svariati programmi di allenamento che servono non solo a migliorare le capacità funzionali di forza, resistenza e potenza muscolare di chi lo pratica, ma anche a stimolare la coordinazione e l’equilibrio a fi nche i muscoli imparino a lavorare correttamente senza il rischio di traumi. Il bosu come metodo di esercizio, s’inserisce, a pieno titolo nell’ambito della ginnastica che viene defi nita “propriocettiva” siccome fi nalizza a coinvolgere contempo-raneamente il cervello, i fasci neuro muscolari e i muscoli propriamente interessati dai movimenti. Tutti possono esercitare con il bosu, principianti interessati a mantenere i propri muscoli tonici ed elastici migliorando contempora-neamente le capacità di equilibrio e stabilità, appassionati

di fi tness alla ricerca di nuovi stimoli psicofi sici, atleti che vogliono intensifi care il proprio allenamento con un’attività completa in grado di potenziare il controllo motorio per il raggiungimento di buoni risultati in ambito agonistico. Ma questa nuova forma di fi tness, è particolarmente adatta anche a tutti coloro che soff rono di posture non corrette, e grazie alla morbidezza e alla particolare struttura dell’attrezzo pre-viene i traumi e le sollecitazioni sbagliate delle articolazioni. Infi ne, è consigliata modulando l’intensità di allenamento, anche per chi desidera perdere peso, o tonifi care la massa muscolare di gambe e glutei, punti critici soprattutto per le donne. Prima di immergersi completamente nell’attivi-tà fi sica con il bosu è necessario verifi care che la cupola di gomma sia gonfi ata nel modo giusto, tale da consentire la corretta tensione durante le sedute di esercizio. I programmi di allenamento sono vari e permettono una pratica su livelli diff erenti per intensità e preparazione, ci sono esercizi mirati all’allenamento dell’equilibrio, della forza muscolare e car-diocircolatoria, della stabilità, della fl essibilità del tronco o di tutto il corpo. Questa forma di ginnastica risulta anche molto divertente e gradevole, oltre a far sperimentare a chi lo pratica una nuova consapevolezza del proprio corpo, del suo posizionamento nello spazio, dei limiti che può superare in base ai progressi ottenuti.

IL BOSU

a cura del Gruppo Ulyxeswww.ulyxes.it

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d è proprio da qui che nasce la no-stra voglia di scoperta della storia, delle radici e dei luoghi della nostra Penisola Sorrentina. E come Ulisse

ci siamo messi alla ricerca del nostro passato,dei camminamenti usati dai nostri antenati per per-correre le traiettorie del pascolo,del commercio e dei collegamenti tra paesi dei nostri dintorni.Questa voglia di scoperta ha fatto nascere il no-stro gruppo di escursionismo, Ulyxes, nome nato unendo le traduzioni del nome del nostro eroe Omerico dall’inglese (lingua internazionale) Ulisses e dal latino (lingua madre) Ulixes (www.ulyxes.it) per poter conoscere sentieri molto fa-mosi come il sentiero degli Dei oppure piccole tracce nascoste e poco praticate,collegamenti dai monti verso il mare ed anfratti o collegamenti storici sull’isola di Capri.Ed intanto da sei anni ci inoltriamo per stare all’aria aperta ed essere liberi di andare, camminare, passeggiare, nuotare, “trekkare” sui sentieri della Penisola Sorrentina ed Amalfi tana ed ancora non abbiamo fi nito di trovarne di nuovi!Nella maggior parte dei casi è la moltitudine di posti sto-ricamente importanti che non ci fa notare l’importanza delle cose che abbiamo a portata di mano.Basti pensare alla villa romana al capo di Sorrento oppure alle tracce di storia del rione S.Agostino a Trinità,alle tor-ri di fortifi cazione dei versanti Sorrentini ed Amalfi tani, alla scritta Osca visibile a Punta Campanella che vanta più di duemila anni di storia ,ai resti romani della spiaggia di Crapolla ,alle tracce preistoriche della grotta delle No-glie a Nerano o ai ritrovamenti presenti al museo Vallet di Piano di Sorrento,ai palazzi di grande prestigio presenti in tutta la Penisola,alla Scala Fenicia di Capri.La condivisione di notizie anche storiche con altri gruppi già presenti in Penisola ci hanno fatto scoprire ulteriori particolari di posti nuovi o già percorsi incrementando in

noi la voglia di rivederli con un ottica diversa(ci disse un giorno un valido storico”non passate vicino alla storia senza accorgervi dell’importanza di quel luogo”).E per questo alcuni versi adattissimi all’attenzione da dare ai luoghi…

VIAGGIO IN PORTOGALLOvedere quel che non si è visto,vedere di nuovo quel che si è già visto,vedere in primavera quel che si è visto in estate,vedere di giorno quel che si è visto di notte,con il sole dove la prima volta pioveval’ombra che non c’era.Bisogna ritornare sui passi già dati...per tracciarvi a fi anco nuovi cammini.Bisogna ricominciare il viaggio.Sempre.José Saramago -

E così si programmano le escursioni sull’alta via dei monti lattari che attraversano la frana di monte Catello visibi-le sopra Positano, il circuito della Marecoccola, l’attra-versamento di Amalfi fi n su alle cascate delle Ferriere, i

“Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza”

Dante - Inferno - Ulisse - canto XXVI

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RUBRICATREKKING

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fortini Borbonici a Capri, la salita a Vicalvano, il circuito del fi ordo di Furore, i ruderi di Cospita ad Agerola, le strade antiche di Massalubrense da Sammontano a Mar-ciano fi no ad arrivare a Termini per poi scendere per Schiazzano e S.M.Annunziata, il sentiero delle grotte dei Caprari a S.Costanzo (uno dei più im-pervi della Penisola), il circuito da Arola a Monte Comune per poi scendere a Positano e rientrare ad Arola per la Bassa via dei monti Lattari, una traccia poco frequentata quasi scomparsa, la Punta della Campanella con la sua storia e le sue leggende, il crinale di S.Costanzo dalla Campanella a Termini molto selettivo ed impegnativo,il monte Faito con i suoi innumerevoli collegamenti,il sentiero da Tra-gara a Villa Jovis a Capri.Altre uscite si racchiudono in un tramonto alla Campanella,una mareggiata alla spiaggia della Villanella,una luna piena al Sentiero degli Dei o ad una notte a Mitigliano,In Penisola Sorrentina ed Amalfi tana ci sono moltissime possibilità di eff ettuare escursioni di vari gradi di diffi col-

tà e durata di percorrenza con molteplici

livelli di interesse storico o naturalistico, architettonico o topografi co ma comun-que di un immenso fascino che lasciano in tutti coloro che ci accompagnano nel-le varie uscite, la voglia di ritornare o di continuare nella scoperta.E cresce, così, in noi il senso di appar-tenenza per la nostra Terra portandoci a scoprire e partecipare a molti eventi tra-dizionali che accompagnano i vari perio-di dell’anno come le magiche serate esti-ve di Praiano, le feste dei paesi Massesi o Carottesi fi no ad arrivare a posti del Matese seguendo un altro fervido gruppo di grandi camminatori, i Lerka Minerka, condividendo con loro anche escursioni

nei luoghi più importanti della Penisola.Tutta la documentazione delle nostre escursioni viene at-

tentamente catalogata da Sasà sul nostro sito www.ulyxes.it dove, oltre al programma aggiornato per le prossime uscite, si possono trovare altre pagine interessanti che ri-

guardano la Landart, una tecnica d’arte che usa tutto ciò che si può trovare lungo i sentieri per poi utilizzarlo in opere naturalistiche, oppure le Turrite, un segno che lasciamo al nostro passaggio con un signifi cato molto profondo oltre che estetico.Dal prossimo numero cominceremo a descri-vere ognuna delle escursioni fatte con tutti i particolari, dalla diffi coltà al tempo di percor-renza fi no alla descrizione delle cose da non perdersi in ogni posto da visitare.Inoltre si comunica la totale disponibili-tà a poter partecipare alle nostre escursioni seguendo le notizie dal sito dal quale potete chiedere, tramite e-mail, tutte le informazioni sul sentiero e sulle diffi coltà che si potrebbero incontrare.

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tre escursioni viene at-

Da diversi anni ormai le discipline che mixano l’aerobica con le arti marziali spopolano in tutte le palestre del mon-do. Tutto è iniziato con la FITBOXE che, nata in occidente, si è diff usa rapi-damente anche in oriente, diventando la più richiesta con margini di crescita sempre maggiore. Si basa sull’intreccio di tre elementi fondamentali: l’aero-bica, le arti marziali e gli innovativi sacchi a base mobile, creando un mix esplosivo, divertente e liberatorio.La FREEBOXE come dice lo slogan... è un metodo FITBOXE tutto mio, elaborato in questi anni passati nel mondo del fi tness, sempre alla ricerca di nuove tecniche che rendano più effi cace l’allenamento da tutti i punti di vista. Calci, pugni, ginocchiate, gomitate in un coinvol-gente crescendo musicale che trasforma le tecniche di combattimento in una danza sfrenata. Così, mantenendo tutte le caratteristiche della FITBOXE, ho scelto di esse-re innanzitutto più attento ad un aspetto importante, ma a volte trascurato, quello dell’incolumità degli atleti: una posizione al sacco e un’esecuzione dei colpi più curate e

meno traumatiche per le articolazioni e il rachide, consentono di aff rontare in sicurezza un allenamento incredibil-mente intenso, vario ed effi cace.La “mia” FITBOXE è coinvolgente e immediata, non ci sono passi di aero-bica, tantomeno coreografi e, ma tante combinazioni di colpi, facili da appren-dere e nuove ad ogni lezione, al ritmo di una musica trascinante.La FREEBOXE è una disciplina gio-cosa e coinvolgente ma che consente di

scaricare in maniera positiva l’aggressività accumulata nella vita di tutti i giorni, è un utile metodo per curare il fi sico e una valida opportunità per imparare le tecniche delle arti marziali in un clima di totale spensieratezza. L’obiettivo della FREEBOXE, sport praticabile ad ogni età, è quel-lo di migliorare la forma fi sica attraverso un allenamento completo che comprende un importante lavoro cardiova-scolare, lo stretching, il potenziamento muscolare, esercizi di rilassamento. Un buon allenamento ti consente di bru-ciare fi no a 700 calorie, di rassodare, tonifi care e modellare il tuo corpo, senza trascurare... il divertimento!

FREEBOXE...la mia FITBOXE!

di Salvatore AielloDirettore Tecnico

Open Club Palestra

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Ecco che cosa fare per non recitare il solito copione.Capita spesso che alcune donne

vengano umiliate, trascurate, sedotte, ab-bandonate dagli uomini.

DOVREBBERO FARE TESORO DELLA LEZIONE. Ma non è quasi mai così. In amore, per queste persone l’esperienza serve a poco. Sono molte le donne che, invariabilmente, rifanno gli stessi errori, anche se dopo si ripromettono “Mai più con un tipo come quello!”, oppure “E’ l’ultima volta che mi caccio in una situazione del genere!”. Poi con il tempo, il dolore passa, la ferita si rimargina, il cuore si predispone per un nuovo incontro e la donna dimentica i buoni propositi.

CINQUE TIPI DI RECIDIVE.Secondo gli psicologi, la spiegazione del-la “coazione a ripetere” va quasi sempre ricercata nel vissuto familiare. E’ d’obbli-go sottolineare il “quasi” perché anche quando è impartita dai genitori allo stesso identico modo, l’educazione può incide-re in maniera molto diversa su ciascuno dei fi gli, in basa alla presenza o meno di altri fattori. Vediamo quali sono i cinque esempi più comuni e diff usi di “recidive” in amore.

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SOCIETA’AMORE

PERCHE’ SI RIPETONO GLI STESSI ERRORI.

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SOCIETÀLA MISSIONARIAIL COMPORTAMENTO. Sembra investita da una missione, la cui parola d’ordine è “io ti salverò”. Cioè salverà il part-ner dall’alcool, dalla droga, dal vizio dal gioco. E anche se, dopo un periodo di astinenza, lui riprende a bere, a drogarsi o a giocare, lei tiene duro, rifi uta di arrendersi, di abbandonare la partita.I MOTIVI. I genitori, per timore di creare complessi di in-feriorità, hanno ecceduto nell’esaltare le sue qualità e ot-tenuto così l’eff etto opposto: lei possiede una stima di sé che sfi ora l’esaltazione e che le fa credere che riuscirà dove altri hanno fallito.IL COMMENTO. Intestardirsi in una battaglia persa in partenza per dimostrare di essere più forti del destino o di avere ragione, signifi ca imboccare una strada chiusa: l’amore, o l’orgoglio mascherato da amore, non possono risolvere da soli certe situazioni.

L’AMANTEIL COMPORTAMENTO. Sostiene di volere una famiglia, però esce solo con gli uomini impegnati e poi si giu-stifi ca aff ermando che non lo sapeva. In realtà “scansa le inutili complicazioni”, ha la vocazione da single (in-compresa) o preferisce evitare potenziali ostacoli alla carriera.I MOTIVI. Ha paura di una relazione esclusiva perché sa che non reggerebbe il fardello psicologico e il confronto con un uomo tutto suo. La dimostrazione? Se il partner è disposto a divorziare preferisce darsi alla fuga.IL COMMENTO. Un uomo sposato è sempre da evita-re. Per non fare del male alla sua famiglia. Perché le persone in gioco, e i loro sentimenti, sono troppe e gli sviluppi di una relazione come questa imprevedibili.

L’AUTOLESIONISTAIL COMPORTAMENTO. Lui la strapaz-za davanti a tutti, estranei ed amici. Eppure, anche se sembra sempre sul punto di lasciarlo, a lei va bene così. A nulla servono i commenti sdegna-ti o dispiaciuti di chi le vuole bene e cerca di aprirle gli occhi: tanto lei pensa che l’amore vero sia solo nei fi lm.I MOTIVI. Aveva un legame maso-chista col padre e cerca un partner come lui, o ancora i genitori si disin-teressavano a lei: le sue relazioni sono abbastanza superfi ciali, poco appro-fondite dal punto di vista emotivo e sentimentale.IL COMMENTO. E’ sbagliato pensare che la donna debba stare un gradino sotto l’uomo, che abbia molto doveri e pochi diritti ( e spesso quello alla felicità non è contemplato), che sia normale accettare per amore prevari-cazioni per altri inammissibili.

LA DISILLUSAIL COMPORTAMENTO. Ha amato intensamente e ha patito le pene dell’inferno, è uscita dalla storia malconcia. Non tutte le ferite si sono rimarginate e per timore di ricaderci frequenta uomini che, in cuor suo lo sa benissimo, non fan-no per lei, ma che non la faranno soff rire.I MOTIVI. E’ stata una bambina circondata d’aff etto, apprezzata, oggetto di attenzioni e premure. Abituata a dare e ricevere amore senza riserve: una disillusione le fa crollare il mondo addosso e la segna crudelmente, spesso per la vita.IL COMMENTO. E’ una strategia boomerang: signifi ca accettare di non essere felici nel presente col partner scelto e precludersi la pos-sibilità di esserlo in futuro.

LA VULNERABILEIL COMPORTAMENTO. Insicura, smarrita, spaventata da un mon-do con pericoli ad ogni angolo, del tutto incapace di cavarsela da sola, risponde ad ogni segnale di interesse, da parte di un uomo, si attacca a lui e non lo molla più.I MOTIVI. Ha avuto genitori de-boli, passivi verso la vita, incapace di consigliarla quando sarebbe stato necessario, sostenerla nelle circostanza diffi cili, spalleggiarla nei momenti di bisogno, propor-si come punti fermi. Lei, quindi, tende a comportarsi come loro.IL COMMENTO. Conoscere se stes-si, scegliere fra desideri possibili e irrealizzabili è indispensabile per fare le scelte giuste, anche in am-bito sentimentale. Aggrappan-dosi a chi capita si rischia di non riconoscere il vero amore.

7 CONSIGLI PER NON RICASCARCIEcco qualche consiglio per evitare di buttarsi a capofi tto in una relazione fotocopia di una brutta storia:1. Anche se fi n’ora hai avuto problemi in amore, non signifi ca che non sarai mai felice;2. Non pensare che sei sfortunata perché ti innamori di chi non ti ricambia.3. Non usare i sentimenti per giustifi care certi problemi personali4. Analizza con sincerità i tuoi sentimenti e desideri e soprattutto i tuoi sbagli.5. Quando ti rendi conto che alcuni atteggiamenti sono dannosi cerca di modifi carli: applica questo principio

anche alle relazioni di coppia6. Impegnati a fondo e con costanza per modifi care quelle idee sull’amore e sugli uomini che sai essere sbagliate.7. Per fi nire, ricorda che la consapevolezza che spingono a commettere gli stessi errori è l’unico modo per inter-

rompere il circolo vizioso.

7 Un amica ti dice che il tuo partner non fa per te. Tu …

a. Le spiego perché si sta sbagliandob. Mi fi do di lei, quindi le chiedo di

spiegarmene i motivic. Le dico di farsi gli aff ari suoi

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Tendi a ricadere nella “solita storia”?Quando si tratta di sentimenti succede anche a te di ricadere nella “solita storia”, in-somma di commettere sempre gli stessi errori? Se vuoi scoprirlo, gioca con questo test. Rispondi a tutte le domande, assegna a ciascuna il punteggio indicato dalla tabella, fai la somma e leggi il profi lo che ti riguarda.

1Secondo te gli uomini…a. In fondo sono tutti ugualib. Sono eterni bambinic. Sono tutti diversi

2 Lottare per amore…a. Fino a un certo puntob. Non ne vale la penac. Fino all’ultimo

3 Le esperienze…a. Segnano e insegnanob. Non fi niscono maic. Non valgono sempre

4 Ti dicono che sei soprattutto…

a. Tolleranteb. Obiettivac. Ingenua

FINO A 8 PUNTI: SICambiano persone, avvenimenti, incontri, ma non tu: il tuo modo di reagire alle situazioni e di interpretare le storie d’amore è sempre uguale. Spensierata e un po’ bambina ti innamori regolarmente degli uomini sbagliati perché non capisci che sono … sbagliati, appunto. Per te, una storia continua o si chiude. Punto. Non “perdi tempo” a rifl ettere sui motivi che ne hanno causato l’epilogo , su cosa non andava, sui presupposti che mancavano per il lieto fi ne. E’ come se ti fossi rassegnata a lasciarti andare a relazioni dalle quali dovresti attentamente guardarti. Nel bene e nel male rimani sempre uguale a te stessa e, fi nché, continuerai ad agire alo stesso modo, commetterai sempre gli stessi errori.IL CONSIGLIO: E’ saggio non comportarsi come una bandiera in balia del vento che cambia sempre direzione, ma nemmeno come il suo inamovibile pennone, che niente e nessuno riesce a scuotere. Insomma, dovresti essere meno rigida e prevedibile con l’altro sesso. Sforzati di guardarti attorno con maggiore attenzione: così avrai qual-che possibilità di capire qual è la persona adatta a te.

5 Dell’amore pensi di aver capito…

a. Tuttob. Pococ. Quanto basta

6 Un uomo sposato che corteggia un’altra donna…

a. E’ un mascalzoneb. E’ un furbacchionec. Ha una moglie che non sa farlo

felice

1 2 3 4 5 6 7

A 1 2 3 2 3 3 3

B 2 3 2 3 1 2 2

C 3 1 1 1 2 1 1

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DA 9 A 15 PUNTI: ABBASTANZASei materna, paziente e comprensiva con tutti ed estendi questi requisiti anche al rapporto sentimentale. A meno che un uomo non te la combini proprio grossa, sei pronta a capire, tollerare e perdonare. Così, quando ti innamori dell’ennesimo uomo sbagliato, chiudi un occhio, anzi tutti e due, su quelle sue caratteristiche palesemente incompatibili col tuo modo di pensare ed essere. Non fai sempre gli stessi errori, ma errori simili. Il tuo fi lo con-duttore amoroso, insomma, cambia poco: da un lato è positivo perché indica costanza, dall’altro è negativo perché costituisce una chiusura che talvolta ti blocca e forse ti spinge a sbagliare nel medesimo modo.IL CONSIGLIO: Puoi sfruttare le qualità del tuo carattere anche con la persona giusta. Hai le possibilità di costruire un rapporto affi dabile e appagante: non sprecarle! La strada giusta è cambiare quella tua mentalità di “l’importante è che (soprattutto) lui sia felice”, dovuta forse al fatto che sei abituata ad accontentarti. Giusto, ma in certi casi è legittimo aspirare a qualcosa di più.

DA 16 A 21 PUNTI: NOLe tue paure retrospettive infl uenzano il tuo modo di amare. Per te, i sentimenti devono poggiare sulla coerenza e sulla razionalità, più che sulla passione. Non per aridità d’animo, ma rispetto per te stessa e buon senso. Proba-bilmente, in passato, sei stata delusa e ferita dall’amore a tal punto da giurare a te stessa che mai e poi mai avresti soff erto ancora così per un uomo. Ami a ragion veduta, insomma, lasciandoti andare (sempre con riserva) soltanto se ne vale la pena e il potenziale partner ha tutti i requisiti adatti per meritare il tuo tempo e la tua attenzione. Le capacità di fare tesoro delle esperienze ti permette di aff rontare con sempre maggiore saggezza le relazioni aff ettive.IL CONSIGLIO: Convinta di conoscere tutto dell’universo maschile, con chi ti corteggia applichi precisi schemi di comportamento: inoltre, ti lasci infl uenzare dai pregiudizi. In verità sei troppo drastica e anche un po’ troppo esigente. E’ giusto essere prudenti, cautelarsi dal rischio di commettere errori, ma un po’ di fl essibilità è necessaria per essere obiettivi nei confronti degli uomini.

IlCanis Sapiens

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Anim

ali

giorno in cui l’uomo incontrò il cane fu sicu-ramente un momento fortunato per entram-bi. L’uomo trovò un valido alleato nei com-

piti per lui diffi coltosi ed il cane trovò una tana sicura e cibo tutti i giorni, entrambi trovarono un amico. L’utilizzo del cane da parte dell’uomo è stato ed è vastissimo (guardia , difesa, pastorizia, protezione civile, ecc…). Inoltre, abbiamo tutti ascoltato storie commoventi di cani che hanno rischiato la vita, spes-so perdendola, per salvare il padrone, cani che hanno sfi dato le fi amme o aff rontato viaggi estenuanti pur di rivedere il loro amico uomo.Eppure ancora oggi i media denunciano quotidia-namente casi di aggressioni nei confronti di uomini, spesso bambini, da parte di cani.Ma come è possibile che un animale disposto a mo-rire per salvare un uomo, possa anche essere così pe-ricoloso? La risposta non sembra importare molto al mondo politico e all’opinione pubblica, ci si limita ad additare questa o quella razza come “razza perico-losa”. Invece bisognerebbe comprendere che nessun cane nasce pericoloso in quanto tale, tutti però pos-sono diventarlo. Ciò avviene perché, molto frequen-temente, tra cane e padrone non si instaura un giusto

rapporto e quindi manca quella comunicazione che è alla base di una buona convivenza.L’associazione cinofi la sportiva CANIS SAPIENS si propone come scopo quello di aiutare i proprietari di cani a comunicare in modo chiaro e corretto con i loro amici a quattro zampe al fi ne di ottenere un giu-sto rapporto basato sulla fi ducia sulla comprensione e sulla collaborazione reciproca. Per questo motivo, i nostri corsi sono organizzati rigorosamente seguen-do la formula cane/padrone, ciò signifi ca che sarà lo stesso padrone, guidato da un istruttore, a “lavorare” con il proprio cane. Il metodo sempre gentile da noi utilizzato si basa esclusivamente sulla “motivazione” e sul “rinforzo”. Il cane impara attraverso il gioco e memorizza tramite gratifi ca, il tutto in un contesto sereno e stimolante per entrambi. Il nostro cane infatti ci farà compagnia per un pe-riodo molto lungo e sta a noi cercare di fornirgli le migliori cure possibili garantendogli non solo cibo e cure mediche, ma anche quel giusto mix di attività psico-fi sica di cui necessita per vivere al nostro fi anco in modo equilibrato e per poter essere indicato anco-ra una volta come “Il miglior amico dell’uomo”.

Q uesta volta lasciamo la parola a voi che siete pro-prietari di animali e autori di storie che ogni gior-no ascoltiamo, in parte viviamo..una storia, mille storie, una voce mille voci in quest’atmosfera di

Natale che tutto rende magico... E sì perché di magia o, se preferite, di miracolo parliamo quando entra in casa un animale e si crea quel rapporto uomo-animale che a noi dottori fa dire “è davvero un animale speciale!” e dopo un po’ “sono davvero dei proprietari speciali!”.Un animale prima ancora di comprarlo, di regalarlo, lo si desidera fortemente.“Mamma, ti prego, posso prendere in casa un gattino?” “Cara lo sai che la nostra casa è piccola, non abbiamo giardino, e poi, chi se ne occupa, chi lo pulisce? E le malattie..e se rompe tende , i mobili chi lo sente papà?”. Poi, semplicemente, un giorno arriva e schiere di mamme e di papà non possono far altro che accogliere a malincuo-re quello che credono il nuovo gioco o capriccio dei loro pargoli e… lentamente, a piccoli passi innamorarsene.Qualche volta non si desidera, capita.Passi tutti i giorni davanti al negozio di animali, davanti una colonia di gattini, incontri cani randagi per la via e non guardi, tiri dritto, magari sei pure un po’ infastidi-to poi un giorno accade. Cosa? Ovviamente una magia.. Cosa aveva di speciale quel cane randagio, quel cucciolo in una gabbia, quel gattino infreddolito? Niente, assoluta-mente niente, non era più bello né più intelligente insom-ma non aveva nulla di speciale rispetto a mille altri .. ma tu non sei riuscito a tornare a casa senza. A chi ti chiede «perché?» tu rispondi come fosse la cosa più naturale del mondo “Ma come facevo a lasciarlo lì! Sarebbe morto di

sicuro!”.Oppure, come è successo a tanti, si viene scelti. “questo cane non è mio, non l’ho comprato, non l’ho preso, ma lui per qualche motivo ha scelto me. Ha cominciato a se-guirmi, ovunque io andassi lui veniva, se andavo in piazza dagli amici a fare quattro chiacchiere, lui mi seguiva e mi aspettava seduto comodamente al sole, appena accennavo a tornare a casa lui era dietro di me, anzi qualche volta avanti: mi faceva strada. Ho provato a cacciarlo ma lui niente; poi un giorno ho cominciato a parlagli ed è nata una storia di amicizia”.Così iniziano tante storie: per caso, per passione, per ma-gia, intanto qualcosa cambia in te.Avevi sempre guardato con disgusto le vecchiette che parlano al loro cane o ai gattini randagi per la via e ti trovi a fare discorsi seri al tuo cane manco fosse il tuo migliore amico e il bello è che ti sembra che lui li capisca perfettamente…Inorridivi pensando che un cane potesse leccare il viso di tuo fi glio e oggi lo vedi giocare col suo cucciolone in giardino a rincorrersi, giocare a palla, cadere, scambiarsi eff usioni e pensi che gli hai regalato qualcosa in più di un computer, telefonino,o gioco stratosferico: un amico.Appartenevi al folto numero di quelli che dicono “in giar-dino sì ma in casa mai!” Le case degli amici con gli ani-mali ti facevano sempre un certo eff etto, peli dappertutto, e quell’odore che non potevi proprio non notarlo.. Oggi ci ripensi ridendo mentre guardi la televisione in salotto e il tuo gattone ronfa sulle ginocchia…”ma lui è un’altra cosa!”.. ovviamente.Certo il tuo cane o gatto non è l’amico che cercavi, il fi glio

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ali

Storie di Natale

che non è mai venuto, il fratello o la sorella che non hai. Non è e non lo sarà mai, ma è “qualcosa” e in certi momenti qualcosa può bastare. Come si fa a sentirsi soli se hai un gatto da accudire che ti miagola nelle orecchie, si struscia accanto alle tue gambe continuamente se non lo soddisfi come dice lui, o se hai un cane che ti segue come fosse la tua ombra qualunque cosa tu faccia?Come si fa sentirsi tristi, depressi, inutili, se appe-na torni a casa (dopo la tua giornata peggiore) lui ti sta aspettando per sommergerti di leccate, di coccole sempli-cemente perché ci sei, perché sei tu: il suo padrone.Col tempo si impara a cono-scersi l’un l’altro: tu conosci perfettamente i gusti culina-ri del tuo gatto, le sue abitu-dini (guai a fargli trovare la lettiera sporca o quella sca-toletta che non è di suo gra-dimento!), lui conosce i tuoi movimenti, le tue abitudini, i tuoi orari; vi fate compagnia, siete una famiglia .“Cercate di capire, dottoressa, lui fa

parte della famiglia, è come se fosse mio fratello!”Poi arriva il momento di salutarci; è stata bella la no-stra storia di amicizia, ma il tempo corre lento per noi e veloce per i nostri piccoli amici. Non vorremmo mai separarcene, vorremmo che stes-sero sempre accanto a noi, non accettiamo l’idea che anche loro debbano soff rire (in silenzio), vivere la ma-

lattia e poi morire. Quante volte in clinica vi abbiamo visto piangere: adulti, vec-chietti, giovani, bambini, la-crime vere di una storia che si chiude e un pezzetto di cuore che se ne va.Ma è davvero fi nita? Chi ama veramente non può farne a meno, non può pensare alla sua vita senza, alla busta della spesa senza cibo per animali, senza quel miagolio, quell’ab-baiare dentro una casa diven-tata improvvisamente muta. Ed eccovi di nuovo con un cuccioletto tra le mani e la solita frase a cui facciamo fi nta di credere “avevo detto che non ne volevo più di ani-mali in casa, ma questo mi è proprio capitato..”.

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Animali

g se la anche loro debbano soff

sficmp

Col tempo siscersi l’un l’aperfettamentri del tuo gatdini (guai a lettiera sporctoletta che ndimento!), lumovimenti l

Per quel poco che ne so di religione, fede, e implicazioni ad essa collegata, non so esattamente cosa signifi chi esse-re “cattolica“, “apostolica“, “romana“, in una Chiesa che, innanzitutto, dovreb-

be essere “UNA e SANTA“. Non so, quin-di, esattamente come qualifi carmi in questa organizzazione che è Chiesa solo quando si conforma al volere del Figlio e si ricorda che è nata da un costato trafi tto, ma so esattamente cosa non sono: non sono “sacerdotessa“ e non sono “levita!“. Sono una samaritana, anzi vor-rei essere “La Samaritana!”. Ho letto l’articolo di Paolo e Vincenzo e non avendo la competenza “dell’umanista“ vorrei solo far loro osservare che non è “solo“ una questione di pedagogia . Quando a livello so-ciale, si diff onde sempre più l’atteggiamento del sacerdote e del levita che vedono e passano oltre, tali comportamenti diventano inaccet-tabili quando mascherano un cuore chiuso agli appelli che nascono dai bisogni degli al-tri. Quando un uomo, qualsiasi uomo, «urla» delle verità a me non interessa che si chiami Bob Marley o Jym Morrison o Benedetto XVI : «Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfl uo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre soff erenza che necessita di consolazio-ne e di aiuto. Sempre ci sarà solitudine. Sempre ci saranno anche situazioni di neces-sità materiale nelle quali è indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore per il prossimo» (Deus Caritas Est , n. 28). Ordina-mento statale e amore per il prossimo. Come stridono queste due cose. Forse in queste fe-ste natalizie le Amministrazioni regaleranno qualche panettone, le chiese (con la c piccola) distribuiranno i pacchi di generi alimentari. E ciò dovrebbe rendermi contenta? Appaga-ta? Se dai un pezzo di pane ad un povero, af-fermava Hélder Pessoa Câmara, ti dicono che sei un uomo buono. Ma se ti chiedi perché il povero non ha un pezzo di pane, ti dicono che sei un pericoloso rivoluzionario. Ebbene si!

Lo confesso: sono una rivoluzionaria. Se deci-di di difendere la persona umana e i diritti de-gli ultimi, senza predicare l’odio e la violenza, soltanto perché la tua voce rimane al servizio di coloro che non hanno la possibilità di par-lare, sei subito accusato di essere sovversivo, e allora… sono pure una sovversiva. Sono giovane e come tanti coetanei ho vari sogni nel cassetto, un ragazzo che mi ami, col quale costruire una famiglia ma, nel frat-tempo, «mi hanno insegnato che quando sei solo, ammalato, povero, menomato, e non hai i mezzi, se non c’è qualcuno che lotta al tuo fi anco rischi di rimanere” paralizzato “ dalla vergogna e dal dolore provocato dall’abban-dono» (Matino G., Nostalgia di cielo, EDB, Bologna 2003, p. 32). Per meglio capire fatevi un regalo di Natale, dopo aver guardato lo sfavillio dell’albero in Piazza Tasso entrate con una “carrozzella” (per disabili non deam-bulanti) in un qualsiasi bar (ops… ma in al-cuni non si può nemmeno entrare), e chiedete il bagno per le persone disabili (perbacco, ma non ce ne sono). Anche nei più “strepitosi” bar della “ninivitica” Sorrento un «handicappato» non può sod-disfare un’elementare funzione fi siologica. E non mi dite che Marco Fiorentino ed il co-dazzo di assessori non se sa nulla. Ma chi li ha rilasciati i permessi? Io?!? «Che bella piazza» pensate mentre vi godete la sceneggiatura na-talizia davanti al Comune di S. Agnello, che bello quel ruscello di luci. Pochi, pochissimi, pensano che sono le lacrime della persona disabile che giungendo a S. Agnello con la Circumvesuviana, in una giornata di pioggia, è costretta a bagnarsi, lì sotto la pioggia, per-ché tre scalini gli rendono impossibile l’acces-so alla sala (non voglio nemmeno parlare di come farà ad arrivare fuori vista la mancanza di ascensore o similare). Piove, tre scalini, barriera irrisoria ma insupe-rabile. Piove e le sue lacrime ancora più salate, perché dall’interno un piccolo cane, caldo e felice nel suo cappottino, stretto al petto della padrona, lo guarda incuriosito…

Il segnale di CleaAnonimo

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L’aggettivo qualifi cativo, che descrive le qualità di un nome, in inglese è sempre invariabile nel genere e nel numero. Nella nostra lingua invece è sottoposto alle stesse modifi cazioni del nome. Vediamo il comportamento di un aggettivo qualifi cativo, ad esempio nero, BLACK (blèck) in inglese.

Un’altra diversità è data dalla posizione dell’aggettivo in genere: esso sta sempre davanti al nome e non dopo o prima, come in italiano.

UNA PENNA ROSSA A RED PEN

UN BEL LIBRO A FINE BOOK

UN LIBRO BELLO A FINE BOOK

UNA CASA NUOVA A NEW HOUSE

UNA NUOVA CASA A NEW HOUSE

UN GATTO NERO A BLACK CAT DEI GATTI NERI BLACK CATS

Ora impariamo alcuni aggettivi qualifi cativi che ci saranno utili per comporre frasi e per capire con più facilità un testo o un discorso. Per facilitare il lavoro della memoria li presentiamo a coppie, un aggettivo e il suo contrario.

ALTO TALL

BASSO SHORT

PIENO FULL

VUOTO EMPTY

GRASSO FAT

MAGRO THIN

LUNGO LONG

CORTO SHORT

PULITO CLEAN

SPORCO DIRTY

FACILE EASY

DIFFICILE DIFFICULT

FREDDO COLD

CALDO WARM

BUONO GOOD

CATTIVO BAD

GIOVANE YOUNG

VECCHIO OLD

GRANDE BIG

PICCOLO SMALL

Il superlativo assoluto degli aggettivi, che in italiano si forma con ISSIMO, in inglese si traduce mettendo VERY davanti all’aggettivo: BELLISSIMO si dice VERY FINE, GRANDISSIMO si dice VERY BIG, INTERESSANTISSIMO si dice VERY INTERESTING. QUESTO ORSACCHIOTTO È MOLTO VECCHIO THIS TEDDY IS VERY OLD

Il superlativo relativo, “IL PIÙ BELLO”, “IL PIÙ GRANDE”, “IL PIÙ PICCOLO”, si traduce aggiungendo EST (est) all’aggettivo che viene fatto precedere dall’articolo THE.

SUPERLATIVO RELATIVOTALL ALTO THE TALLEST IL PIÙ ALTO

HIGH ELEVATO THE HIGHEST IL PIÙ ELEVATO

FINE BELLO THE FINEST IL PIÙ BELLO

BIG GRANDE THE BIGGEST IL PIÙ GRANDE

SMALL PICCOLO THE SMALLEST IL PIÙ PICCOLO

FAT GRASSO THE FATTEST IL PIÙ GRASSO

MIKE È IL PIÙ ALTO MIKE IS THE TALLEST

L’EVEREST È LA MONTAGNA PIÙ ALTA EVEREST IS THE HIGHEST MOUNTAIN

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CAPITOLO 7

GLI AGGETTIVI QUALIFICATIVICON 100% FITNESS MAGAZINE

SUPERLATIVO ASSOLUTO

Anche nel caso del superlativo assoluto l’aggettivo sta prima del nome: E’ UN FILM DIVERTENTISSIMO IT’S A VERY AMUSING FILM

SONO RAGAZZI MOLTO INTELLIGENTI THEY’RE VERY INTELLIGENT BOYS

INTELLIGENT THE MOST INTELLIGENT

INTERESTING THE MOST INTERESTING BEAUTIFUL THE MOST BEAUTIFUL

Il superlativo di minoranza si forma con THE LEAST (list) seguito da OF o IN (se ci si riferisce a un luogo).

Attenzione!Quando confrontiamo persone, animali, oggetti tra di loro, mettendo in evidenza le loro qualità, possiamo trovarci davanti a questi casi:1. Se diciamo che un bambino e un altro sono intelligenti allo stesso modo: MIKE È INTELLIGENTE COME PAOLO, è un comparativo di uguaglianza.2. Se diciamo che un bambino è più intelligente dell’altro: MIKE È PIÙ INTELLIGENTE DI PAOLO, è un comparativo di maggioranza. 3. Se diciamo che un bambino è meno intelligente dell’altro: MIKE È MENO INTELLIGENTE DI PAOLO, è un comparativo di minoranza. I tre casi si traducono in questo modo: • Uguaglianza: MIKE È INTELLIGENTE COME PAOLO MIKE IS AS (ès) INTELLIGENT AS PAOLO

• Maggiornaza: MIKE È PIÙ INTELLIGENTE DI PAOLO MIKE IS MORE (mòar) INTELLIGENT • Minoranza: MIKE È MENO INTELLIGENTE DI PAOLO MIKE IS LESS (lès) INTELLIGENT THAN PAOLO.

Attenzione! Se l’aggettivo è lungo, cioè è formato da tre o più sillabe, il superlative si ottiene mettendo THE MOST (dhe most) davanti all’aggettivo. Così avremo

Attenzione!Non è facile tradurre I COMPARATIVE perchè bisogna imparare alcune re-gole da applicare agli aggettivi con-siderati per la lunghezza delle loro sillabe. Gli aggettivi monosillabici (composti da una sola sillaba) i bisillabici (com-posti da due sillabe) che terminano con Y-LE-ER-OW si trasformano in questo modo:

Gli aggettivi plurisillabici (composti da tre o più sillabe) fanno il comparativo di maggioranza con l’aiuto di MORE (PIÙ)

Aggettivo Comparativo di maggioranza

HAPPY (hèpi)FELICE

HAPPIER THAN (hèpier dhèn)PIÙ FELICE DI…

FAT (f èt) GRASSO

FATTER (f èter) THAN

PIÙ GRASSO DI…

PALE (pèil)PALLIDO

PALER (pèiler)PIÙ PALLIDO DI…

CLEVER (clèvar)BRAVO

CLEVER (clèvar)PIÙ BRAVO DI …

Aggettivo Comparativo di maggioranza

PLEASANT (plèznt)PIACEVOLE

MORE PLEASANT THAN (more plèznt dhèn)PIÙ PIACEVOLE DI…

DANGEROUS (dèingeres)PERICOLOSO

MORE DANGEROUS THAN (mor dèingeres dhèn)PIÙ PERICOLOSO DI…

Attenzione!Anche in inglese buono e cattivo fanno il comparative e il superlativo di maggioranza in modo irregolare:

Aggettivo Comparativo Superlativo

GOOD (gud) BUONO

BETTER (beta) MIGLIORE

THE BEST (dhe best)IL MIGLIORE

BAD (bed)CATTIVO

WORSE (uèrs) PEGGIORE

THE WORST (uerst) IL PEGGIORE

QUEL VIDEOGIOCO È MIGLIORE DI QUELL’ALTRO MA QUESTO È IL MIGLIORE (CHE) HO THAT VIDEO GAME IS BETTER THAN THAT BUT IS THE BEST I HAVE .

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di Paolo e Vincenzo

DISABILITA’ E FAMIGLIAP

er aff rontare il vasto e variegato tema della disabilità in seno alla famiglia, bisogna fare

un importante precisazione. E’ più opportuno parlare delle famiglie poiché ogni singola re-altà conserva delle sfaccettature diverse , anche se sono presenti degli aspetti comuni. Esamineremo alcuni di que-sti aspetti, e il primo fra tutti quello sulla rassegnazione, fre-quentemente si assiste cosi alle classiche frasi “siamo una fami-glia sfortunata” , oppure “non ci meritavamo un fi glio disabile”, queste aff ermazioni non fanno altro che impoverire il rapporto che intercorre, tra il nucleo fa-miliare e la persona con disabi-lità, nei casi peggiori, si verifi ca una sorta di rifi uto che porta inevitabilmente all’assegnazio-ne del fi glio ad una struttura organizzata, centro diurno, Isti-tuto , ecc. Per debellare questa non con-divisibile decisione, occorre che tutte le forze sociali e culturali, nonché le associazioni e i singo-li volontari diano quel supporto necessario alle famiglie, affi nché ci si convince che convivere con un fi glio/a disabile è una risor-sa e non un problema (su questa delicata questione ci riserviamo di approfondire su un prossimo articolo che aff ronterà il pro-blema della casa famiglia). Una buona integrazione delle persone con disabilità nel tessu-to sociale dipende dalla capacità

che la famiglia riesce a esprime-re individuando le giuste con-nessioni.Una famiglia dinamica e atten-ta certamente contribuirà a ren-dere più gradevole e piacevole la vita del loro ragazzo disabile, mentre un’altra famiglia chiusa e limitativa appesantirà la già diffi coltosa condizione del loro bambino, in ogni caso occorre ribadire che la capacità di re-lazionarsi con gli innumerevoli stimoli esterni varia in maniera macroscopica, e nelle situazio-ni più preoccupanti si possono riscontrare degli atteggiamenti diametralmente opposti, se poi consideriamo anche il contesto socioculturale in cui vive la per-sona diversamente abile unita-mente al suo nucleo familiare. Partendo da questa analisi si noterà come nelle aree più cul-turalmente depresse ci potrà essere una chiusura maggiore e anche un rifi uto, in compenso una nuova coscienza si è aff er-mata ormai da anni nella socie-tà e nelle famiglie e ormai da tempo gli stessi diversamente abili si sono imposti con la loro tenacia manifestando una vera e propria lotta sull’autoaff erma-zione. Ritornando ancora sul tema specifi co su coloro che vivono una qualsiasi forma di disabili-tà, dobbiamo spezzare una lan-cia ma a sfavore delle famiglie poiché nel vasto panorama delle rivendicazioni sui diritti negati da parte delle istituzioni nei

confronti dei diversamente abi-li, non si riscontra un impegno costante e risoluto sul lavoro inteso profi cuamente in senso collettivo, ma si antepone erro-neamente una risoluzione nel privato, come ad esempio un di-sabile motorio deve raggiungere un posto lontano dalla abitazio-ne e la famiglia invece di aiu-tarlo e invogliarlo a servirsi del mezzo pubblico lo convince ad adoperare l’auto, a questo punto la risposta potrebbe essere, ma esistono le barriere architetto-niche e sensoriali, e chi potreb-be aff ermare il contrario, ma il loro abbattimento non potrà mai verifi carsi se tutte le perso-ne diversamente abili sono dis-suase dalle famiglie a non usare quotidianamente questi servizi, motivo principale questo delle inadempienze istituzionali. Non è un monito quello che lanciamo alle famiglie sul loro attuale atteggiamento negativo, ma un grosso invito ad acqui-stare un forte coraggio ad uscire insieme ai loro fi gli dalle mura domestiche, ad avere più fi ducia nelle loro capacità, e soprattut-to a credere che la vita di ogni essere umano e inviolabile e va vissuta nella maniera più piena e completa possibile. Un grande augurio a tutte le famiglie che vivono queste pro-blematiche, noi vi siamo sempre vicini.

Buon Natale da Paolo e Vincenzo.

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SOCIETÀ

IL CRUCIPUZZLEDopo il grande successo del cruciverba del mese scorso, questo mese ho deciso di

creare questo crucipuzzle in cui ho inserito una novantina di parole. Preparate una foglio bianco e scriveteci sopra tutte le parole, che riuscite a trovare, li troverai scritti verticalmente, orizzontalmente, dal basso verso l’alto, da sinistra a destra o viceversa.L’obiettivo di questo gioco è quello di stimolare i “centri del linguaggio”, nell’emisfero sinistro, che ci aiutano a rappresentare la realtà che ci circonda. (Saranno inclusi, nomi al plurale, verbi, aggettivi, pronomi). Ovviamente coloro i quali riusciranno a trovare più di 80 parole e consegneranno il foglio presso il negozio 100% Fitness di S.Agnello, saranno premiati con 200 zainetti. Buon divertimento, Fiorile Daniele

I N I G I T R E V A Z N E U L F N I E N E R

N S E N O I S S E R P E D A M O C C E C I E

O O O D O B E A R O A T I R O I D E F I F U

I L R I L I M I R R T O A U E E R A M E I M

T E A B L A E B U T R S R T V N V R B P E A

S N D A O O B B C A I S R T I E E B M T O T

U O A N M A C A H E M E E O G V R A I N N I

O I R A B E I S E T O R A C N E R R A N A S

L Z I N A A L V A O N A C A E C T A C N E M

L N L A L E L O O L I O A N G S A B A T O I

O E L I G C O B E L O V R E A S A N A N A N

C T E N I I E O U T F R O G A R T R O S I S

I R S A A D N T E Z I A E M O R B I L L O O

C E I R O A E V E N I N T C I L O C L A C N

R P P C N R A D I O R E I T C T O S S E O N

O I I I O N E G I S S O A D O H O T S O T I

T S C M N N A U S E A T S N N I I A P I A A

L O O E A O I C T U S A C E I E H O T S R I

O S N R T N O D I C A G O A P R T G N A P D

S O V R E N A T A L E E M R R R A T N I F E

O F F U T I L O I G A F A R O N E F O U A I

T O R C I C O L L O O S E B O T E H I U F P

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GIOCA&VINCICON 100%FITNESS

Ideato negli Stati Uniti alla fi ne del secolo scorso e perfe-zionato nei materiali e nelle forme fi no ad oggi, il carton-gesso è un prodotto ecologico si presenta sotto forma di

pannelli costituiti da uno strato di gesso di cava racchiuso fra due fogli di cartone speciale resistente ed aderente. Se ne possono individuare diversi tipi, semplifi cando: - standard- ad alta fl essibilità (per superfi ci curve),- antifuoco (trattato con vermiculite o cartoni ignifughi)- idrofugo (con elevata resistenza all’umidità o al vapore ac-

queo)- fonoisolante o ad alta resistenza termica- Per esterniRisulta uno dei materiali maggiormente impiegati nell’edili-zia leggera del presente e lo sarà ancora di più del futuro.Si possono realizzare...

di Giuliano MazzolaPitturazioni Giuliano

IL CARTONGESSO

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Per ottenere da un locale grande due più piccoli e funzionali, in modo rapi-do ed economico. Inoltre, si può creare un isolamento acustico inserendo all’interno del-la parete dei pannelli di lana roccia oppure renderlo termico con il po-liuretano espanso, che grazie alla sua struttura microcellulare, è il miglior isolante termico.In più si ha anche la possibilità di non perforare il pavimento o il parquet grazie all’utilizzo di un apposito na-stro bi-adesivo.Si possono realizzare di varie forme, curve e spessori.

Parete divisoria sono le più richieste nel design moderno realizzate in varie forme e dimen-sioni, dove vengono incassati faretti per realizzare giochi di colori e bizzarre geometrie, in sostituzione della classica soffi tta lineare con lampadari.Invece negli ambienti sprov-visti di sottotetti oppure atti-ci dove il solaio risulta molto esposto ed infl uenzato dagli agenti atmosferici si può optare per la soluzione pra-tica inserendo nella semplice controsoffi ttatura degli ap-positi pannelli termici.

Controsoffittature

Ideate per isolarsi da pareti umide perimetrali delle abitazioni, o per renderle lisce e lineari evitando un intervento di rasatura o into-nacatura.

Contropareti

Scegliendo il cartongesso si può dare libero sfogo alla fantasia e realizzare anche parte del tuo ar-redamento come librerie o splen-dide cabine armadio comprensive di mensole.

Arredamento

…Tutto è realizzabile, ma attenzione alla scelta dei materiali e specialmente a quella del professionista!!!

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SOCIETÀ

Mi chiamo Salvatore Spinelli, ho 71 anni e da 9 mi godo la meritata pensione

raggiunta dopo 50 anni di lavoro.Fin da giovane ho scoperto la mia predilezione per la scrittura in rima e i miei primi lavori riguardavano la parodia di ciò che ci circonda, di ciò che ci accade.Tornato dal servizio militare mi tro-vai subito lavoro, quindi mi sposai e in pochi anni diventammo cinque. A quel punto smisi di “rimeggiare” perché tutto il mio tempo andava dedicato alla famiglia.Il primo gennaio 2000 dopo 30 anni di lavoro quale funzionario del Comune di Sorrento decisi di smettere defi nitivamente col lavoro e per non cadere nella trappola della panchina della piazza, della poltro-na di casa e delle pantofole, ripresi la mia passione come se non avessi mai lasciato.Per prima cosa ho messo in rime le favole di Esopo, di Fedro e di La Fontane, fi abe e racconti che ab-biamo appreso da bambini e altro, attività che mi appaga e mi tie-ne lontano (il più possibile) da un dramma familiare che mi ha privato e mi priva tuttora del buon umore, il dono più bello che avevo ricevuto alla nascita.Ringrazio l’editore di questa stu-penda rivista Daniele Fiorile, che ha accettato di ospitarmi nella sua redazione dedicando una pagina alla poesia di cui indegnamente mi cibo.

L’Angolo della Poesia

LA CANDELASi dice che le api, anticamente,abitassero in ciel con l ’Onnipotentepoi dopo un consiglio a tutto tondoscesero qui ad abitar nel mondo.

Qui in uno sfolgorio di coloriestrassero il nettare dai fi orie con un lavoro certosinolo trasformaron in cibo divino.

L’uomo scoprì che nei perfetti favic’era un alimento dei più soavi,che poteva estrarre con facilitàquel cibo di squisita bontà.

Ne fece l ’alimento preferitoma quando questo era fi nitoscoprì che nei perfetti favi c’eraanche la fragile , candida cera;con essa l ’uomo fece candeleche di notte sostituivan il sole.

Una di queste sentì dire, un giorno,che il mattone cotto nel forno diventava duro, assai resistentecontro cui il tempo non poteva niente.

Così senza pensarci neanche un po’nella fornace ardente si gettòma invece di diventar pietra durasi sciolse come volea la sua natura.

Ognuno ha un mondo per stare al mondo,c’è chi galleggia e chi va a fondo:guai a chi, anche solo per avventura,volesse cambiare la sua natura.

di Salvatore Spinelli