| 21 febbraio 2020 VITA DIOCESANA 15 GazzettaVitaDiocesana · vato al potere per una serie di...

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Gazzetta d’Asti | 21 febbraio 2020 _________________________ VITA DIOCESANA ________________________________________________ 15 Gazzetta VitaDiocesana “Avevo sempre sentito parlare di servizio ci- vile come ad un servizio svolto nella propria cià o provincia. Quando poi ho iniziato ad interessarmi ai vari progei proposti, ho sco- perto che era possibile svolgerlo in tue le parti d’Italia e addiriura all’estero”, spiega Fran- cesca Piovan, una delle due ragazze che quest’anno partiranno per un anno di servi- zio civile all’estero. Il servizio civile è stato introdoo nell’or- dinamento italiano nel 1972, come alterna- tiva al servizio militare di leva in Italia e ri- servato esclusivamente a coloro che si fosse- ro dichiarati obieori di coscienza per mo- tivi personali, umanitari o religiosi. Oggi il servizio è diventato internazionale e consi- ste nel prestare aività svolgendo incarichi di assistenza o di utilità sociale o di promo- zione culturale, presso enti accreditati che pubblicano un bando d’iscrizione. Sempre più giovani tra i 18 e i 28 anni de- cidono di aderirvi. Quest’anno sono sta- ti quasi 20.000, anche se il servizio è con- siderato volontariato e come tale retribui- to soltanto 433€ al mese a titolo di rimbor- so spese. Tra le diverse proposte di enti esteri, le giovanissime Alessandra e Francesca Pio- van, di Villanova d’Asti, hanno scelto e vin- to il bando rispeivamente in Bolivia e in Palestina. Entrambe animatrici all’oratorio, partiranno a inizio marzo, dopo due sei- mane di formazione a Firenze. A SCUOLA IN BOLIVIA “Ho deciso di fare servizio civile all’estero perché avevo bisogno di staccare dalla quoti- dianità”, spiega Alessandra, 22 anni, stu- dentessa di lingue a Torino. “L’ho visto come un’oima opportunità per meermi alla prova, per acquisire maggior si- curezza in me stessa e per meere in pratica la lingua spagnola, visto che la studio all’uni- versità. Quando sono usciti i bandi ho optato per un paese dell’America Latina e, leggendo i vari progei proposti, ho scelto il Vides, un’as- sociazione di volontariato internazionale con sede a Roma che appoggia missioni salesiane in tuo il mondo, riconosciuta anche dalle Na- zioni Unite”. “Tra pochi giorni partirò per Sucre, la capi- tale costituzionale della Bolivia, e verrò accol- ta in una struura delle Figlie di Maria Ausi- liatrice nella periferia della cià. Le suore ge- stiscono una scuola elementare, media e supe- riore per un totale di 1800 studenti. Questo progeo durerà 11 mesi circa”. “Durante le lezioni, al maino, affianche- rò gli insegnanti seguendo i bambini che han- no maggiori difficoltà nell’apprendimento. Nel pomeriggio organizzeremo un dopo scuola per il sostegno nei compiti, lezioni integrative nel- le materie in cui sono più carenti e laborato- ri di ciadinanza, per far apprendere ai gio- vani di quali dirii godono, perché spesso ne sono all’oscuro. Il week-end invece sarà scan- dito dall’animazione tipica del mondo educa- tivo salesiano”. ASSISTENZA SANITARIA IN PALESTINA “Ho iniziato a maturare l’idea di svolgere il mio servizio in un paese straniero per vivere a contao con una nuova cultura e per impara- re una nuova lingua”, racconta invece Fran- cesca, classe 1999, diplomata al Liceo delle Scienze Umane. “Tra le decine di paesi e progei proposti ho scelto Betlemme. Volevo tornare in quella terra che qualche anno fa mi aveva tanto affascina- ta, e sono stata interessata dal progeo desti- nato ai bambini audiolesi del centro “Effetà” e ai bambini della “Casa hogar nino Dios”. “L’ente proponente è la Confederazione Na- zionale delle Misericordie d’Italia, che ha sede a Firenze ma con centri di aiuto in tua Italia, più alcune Misericordie all’estero, tra cui quel- la della Palestina inaugurata nel 2013”. “I loro principali servizi sono volti all’aiuto sanitario e all’assistenza sociale alla popola- zione palestinese. Io aiuterò i bambini dei cen- tri con aività di animazione e aività psico- motorie, presenzierò ad alcune visite oculisti- che e accompagnerò gli anziani alle visite sa- nitarie”. > Elena Fassio A servizio in Bolivia e in Palestina La situazione in Amaz- zonia non è solo affare dell’Amazzonia, ma dell’in- tero pianeta. La continua deforestazione depaupe- ra un polmone verde ren- dendo praticamente inuti- li tue le misure per il con- tenimento delle emissioni di anidride carbonica per le quali si fa già fatica a oene- re un impegno da parte del- le nazioni più coinvolte nel processo di industrializza- zione. Questa la certezza che ha maturato chi ha par- tecipato lunedì sera scorso all’incontro sull’Amazzonia, promosso dal Centro Mis- sionario Diocesano con la partecipazione di Lucia Ca- puzzi, giornalista di Avveni- re, esperta in America Lati- na. Una serata decisamen- te interessante per gli spac- cati di vita presentati dal- la giornalista, che ha volu- to soolineare come emer- genza ambientale ed emer- genza sociale vadano di pari passo. L’Amazzonia è la car- tina di tornasole di dove un determinato sistema eco- nomico porta se non rego- lamentato. “In altre parti del mondo non è così evidente, ma in Amazzonia salta agli oc- chi di chi non si ostina a girar- si dall’altra parte”. E così con una capacità unica di tenere desta l’aenzione, Lucia Ca- puzzi ha descrio il grande Parco Nazionale in Amaz- zonia che collega numero- se aree protee e riserve na- turali: una giungla verde che ad un certo punto lascia lo spazio ad una landa desolata senza alberi e fangosa, lun- go il fiume Madre de Dios. E’ la zona dove viene estrat- to l’oro, pieno di cave abu- sive, dove poveri ragazzi ar- meggiano con il mercurio (che da noi non si mee ne- anche più nei termometri, vista la sua pericolosità) per lavare il minerale dal fango. Puerto Maldonado è la cit- tà simbolo dello sfruamen- to, non solo dei lavorato- ri dentro questi inferni, ma anche delle ragazze manda- te a prostituirsi proprio per “farli sfogare” nei cosiddei “postri-bar”. Nella sua visita in Perù papa Francesco non è partito da Lima, ma pro- prio da Madre de Dios. por- tando una testimonianza in- dimenticabile di aenzione a questo mondo dimentica- to da tui. Un po’ di parole sono sta- te spese per la nuova esor- tazione postsinodale Que- rida Amazona. “Una esorta- zione poetica, sull’onda della Laudato si, ma ancora di più”. Secondo Lucia Capuzzi la Querida Amazona è la con- cretizzazione della Lauda- to si’ ma in una prospeiva ben precisa: non tanto come un esempio di emergenza ambientale che diventa an- che emergenza sociale, ben- sì come il caso emblematico dell’intreccio di queste due questioni. Da ora in poi la cura del creato diventa luo- go teologico e centralità per la morale cristiana come già lo era diventata la questio- ne operaia a fine oocento e per tuo il novecento. La relatrice è stata mol- to direa anche per spiega- re l’aualità politica del Bra- sile, l’avvento al potere del presidente Bolsonaro, con- siderato il Trump dell’Ame- rica Latina. Come Trump era considerato un po’ un pagliaccio, che però è arri- vato al potere per una serie di calcoli politici e di abili- tà comunicativa. Lucia Ca- puzzi ha spiegato con gran- de efficacia il ruolo delle set- te evangeliche neopenteco- stali nel sostenere la sua can- didatura. Secondo la loro te- ologia, la benedizione divi- na si manifesta nel successo economico e nella ricchez- za e per coloro che non ri- escono ad oenerla è sem- pre a disposizione la spiega- zione che fa riferimento al loro peccato, alla loro poca fede e alla durezza del loro cuore. “Capirete che siamo in presenza di un serpente che si morde la coda: se credi, oie- ni il successo e se non hai suc- cesso è perché non credi abba- stanza”. Infine la questione dell’or- dinazione sacerdotale di persone sposate o l’ordina- zione di diaconesse. Sem- bra che questo sia l’unica cosa filtrata dalla stampa oc- cidentale al momento del- la pubblicazione dell’esor- tazione. Di questa questio- ne non si dice nulla. L’inter- pretazione che è stata data è di una materia in continua evoluzione, non ancora per- venuta ad un punto finale e oggeo di feroci dibaiti. Da una parte c’è il desiderio di non clericalizzare eccessi- vamente la questione, come se il problema dell’Amazzo- nia fosse di aprire l’ordine sacro a nuove categorie di persone. Dall’altra c’è anche la necessità di inculturare nel modo giusto la fede cri- stiana dentro quei mondi, assicurando una formazione adeguata all’emergere di sa- cerdoti locali. Papa France- sco ha fao capire che il rap- porto di amicizia con queste popolazioni apre molte por- te: lui era andato a trovarle, ora esse hanno ricambiato la visita venendo a Roma per il sinodo. Ma bisogna anda- re oltre e costruire una teo- logia inculturata sulla quale edificare la chiesa caolica amazzonica. Più di un’ora e mezza di alta informazione, conclu- sa dal vescovo che ha par- tecipato alla serata insieme al vicario don Marco Andi- na e, naturalmente, al diret- tore del Centro Missionario don Luigi Binello. Frontiera Amazzonia: frontiera di un mondo che fatica a mante- nere le promesse che decla- ma nelle sue Dichiarazioni. > DiBa La giornalista di Avvenire Lucia Capuzzi, inviata speciale al Sinodo sull’Amazzonia, ha presentato la situazione di una frontiera globale Amazzonia, cartina di tornasole dell’intero mondo Alessandra e Francesca Piovan stanno per partire per un anno di servizio civile all’estero Don Luigi Binello (in piedi) introduce la serata nel salone di S. Domenico Savio “Frontiera Amazzonia. Viaggio nel cuore della terra ferita” è il titolo del libro di Lucia Capuzzi, scritto insie- me alla vaticanista di Avvenire Ste- fania Falasca ed edito dalla Emi. Preceduto dalla prefazione del car- dinal Claudio Hummes, presiden- te della rete ecclesiale panamazzo- nica e relatore generale al Sinodo, in nove capitoli tratteggia altrettanti quadri inquietanti del bioma Amaz- zonia, tutti caratterizzati da un colo- re e da riferimenti geografici precisi. Ne esce però anche la testimonianza dei popoli indigeni che continuano nonostante tutto a difendere la loro terra, avendo ben chiaro che stanno combattendo una vera e propria guer- ra contro i giganti dell’economia e della politica, novelli Davi- de contro numerosi Golia. I colori sono: il giallo-oro di Madre di Dios, il rosso-rame del- la cordigliera del Condor in Ecuador, il nero-petrolio dei poz- zi neri di Sucumbios in Ecuador, il verde-coca del Putumayo in Colombia, il bruno-mogano della tripla frontiera di Perù, Colombia e Brasile, l’ocra-fiume del rio Javarì nel nord del Brasile, il biondo-spighe della soia killer del Roraima, il gri- gio-fumo di Manaus in Brasile, il verde-acqua del Rio del- le Amazzoni. In appendice la presentazione della Rete ecclesiastica pana- mazzonica, che ha il pregio di unire nazioni diverse: Bolivia, Colombia, Perù, Ecuador, Suriname, Venezuela e Brasile. L’Amazzonia attraverso i colori nel libro di Lucia Capuzzi Francesca e Alessandra Piovan Lucia Capuzzi

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Gazzetta d’Asti | 21 febbraio 2020 _________________________ VITA DIOCESANA ________________________________________________ 15

GazzettaVitaDiocesana

“Avevo sempre sentito parlare di servizio ci-vile come ad un servizio svolto nella propria citt à o provincia. Quando poi ho iniziato ad interessarmi ai vari progett i proposti, ho sco-perto che era possibile svolgerlo in tutt e le parti d’Italia e addiritt ura all’estero”, spiega Fran-cesca Piovan, una delle due ragazze che quest’anno partiranno per un anno di servi-zio civile all’estero.

Il servizio civile è stato introdott o nell’or-dinamento italiano nel 1972, come alterna-tiva al servizio militare di leva in Italia e ri-servato esclusivamente a coloro che si fosse-ro dichiarati obiett ori di coscienza per mo-tivi personali, umanitari o religiosi. Oggi il servizio è diventato internazionale e consi-ste nel prestare att ività svolgendo incarichi di assistenza o di utilità sociale o di promo-zione culturale, presso enti accreditati che pubblicano un bando d’iscrizione.

Sempre più giovani tra i 18 e i 28 anni de-cidono di aderirvi. Quest’anno sono sta-ti quasi 20.000, anche se il servizio è con-siderato volontariato e come tale retribui-to soltanto 433€ al mese a titolo di rimbor-so spese.

Tra le diverse proposte di enti esteri, le giovanissime Alessandra e Francesca Pio-van, di Villanova d’Asti, hanno scelto e vin-to il bando rispett ivamente in Bolivia e in Palestina. Entrambe animatrici all’oratorio, partiranno a inizio marzo, dopo due sett i-mane di formazione a Firenze.A SCUOLA IN BOLIVIA

“Ho deciso di fare servizio civile all’estero perché avevo bisogno di staccare dalla quoti-dianità”, spiega Alessandra, 22 anni, stu-dentessa di lingue a Torino.

“L’ho visto come un’ott ima opportunità per mett ermi alla prova, per acquisire maggior si-curezza in me stessa e per mett ere in pratica la lingua spagnola, visto che la studio all’uni-versità. Quando sono usciti i bandi ho optato per un paese dell’America Latina e, leggendo i vari progett i proposti, ho scelto il Vides, un’as-sociazione di volontariato internazionale con sede a Roma che appoggia missioni salesiane in tutt o il mondo, riconosciuta anche dalle Na-zioni Unite”.

“Tra pochi giorni partirò per Sucre, la capi-tale costituzionale della Bolivia, e verrò accol-

ta in una strutt ura delle Figlie di Maria Ausi-liatrice nella periferia della citt à. Le suore ge-stiscono una scuola elementare, media e supe-riore per un totale di 1800 studenti. Questo progett o durerà 11 mesi circa”.

“Durante le lezioni, al matt ino, affi anche-rò gli insegnanti seguendo i bambini che han-no maggiori diffi coltà nell’apprendimento. Nel pomeriggio organizzeremo un dopo scuola per il sostegno nei compiti, lezioni integrative nel-le materie in cui sono più carenti e laborato-ri di citt adinanza, per far apprendere ai gio-vani di quali diritt i godono, perché spesso ne sono all’oscuro. Il week-end invece sarà scan-dito dall’animazione tipica del mondo educa-tivo salesiano”.ASSISTENZA SANITARIA IN PALESTINA

“Ho iniziato a maturare l’idea di svolgere il mio servizio in un paese straniero per vivere a contatt o con una nuova cultura e per impara-re una nuova lingua”, racconta invece Fran-cesca, classe 1999, diplomata al Liceo delle Scienze Umane.

“Tra le decine di paesi e progett i proposti ho scelto Betlemme. Volevo tornare in quella terra

che qualche anno fa mi aveva tanto aff ascina-ta, e sono stata interessata dal progett o desti-nato ai bambini audiolesi del centro “Eff età” e ai bambini della “Casa hogar nino Dios”.

“L’ente proponente è la Confederazione Na-zionale delle Misericordie d’Italia, che ha sede a Firenze ma con centri di aiuto in tutt a Italia, più alcune Misericordie all’estero, tra cui quel-la della Palestina inaugurata nel 2013”.

“I loro principali servizi sono volti all’aiuto sanitario e all’assistenza sociale alla popola-zione palestinese. Io aiuterò i bambini dei cen-tri con att ività di animazione e att ività psico-motorie, presenzierò ad alcune visite oculisti-che e accompagnerò gli anziani alle visite sa-nitarie”.

> Elena Fassio

A servizio in Bolivia e in Palestina

La situazione in Amaz-zonia non è solo aff are dell’Amazzonia, ma dell’in-tero pianeta. La continua deforestazione depaupe-ra un polmone verde ren-dendo praticamente inuti-li tutt e le misure per il con-tenimento delle emissioni di anidride carbonica per le quali si fa già fatica a ott ene-re un impegno da parte del-le nazioni più coinvolte nel processo di industrializza-zione. Questa la certezza che ha maturato chi ha par-tecipato lunedì sera scorso all’incontro sull’Amazzonia, promosso dal Centro Mis-sionario Diocesano con la partecipazione di Lucia Ca-puzzi, giornalista di Avveni-re, esperta in America Lati-na. Una serata decisamen-te interessante per gli spac-cati di vita presentati dal-la giornalista, che ha volu-to sott olineare come emer-genza ambientale ed emer-genza sociale vadano di pari passo. L’Amazzonia è la car-tina di tornasole di dove un determinato sistema eco-nomico porta se non rego-lamentato. “In altre parti del mondo non è così evidente, ma in Amazzonia salta agli oc-chi di chi non si ostina a girar-si dall’altra parte”. E così con una capacità unica di tenere desta l’att enzione, Lucia Ca-puzzi ha descritt o il grande Parco Nazionale in Amaz-zonia che collega numero-se aree protett e e riserve na-turali: una giungla verde che ad un certo punto lascia lo spazio ad una landa desolata senza alberi e fangosa, lun-go il fi ume Madre de Dios. E’ la zona dove viene estrat-to l’oro, pieno di cave abu-sive, dove poveri ragazzi ar-meggiano con il mercurio (che da noi non si mett e ne-anche più nei termometri,

vista la sua pericolosità) per lavare il minerale dal fango. Puerto Maldonado è la cit-tà simbolo dello sfrutt amen-to, non solo dei lavorato-ri dentro questi inferni, ma anche delle ragazze manda-te a prostituirsi proprio per “farli sfogare” nei cosiddett i “postri-bar”. Nella sua visita in Perù papa Francesco non è partito da Lima, ma pro-prio da Madre de Dios. por-tando una testimonianza in-dimenticabile di att enzione a questo mondo dimentica-to da tutt i.

Un po’ di parole sono sta-te spese per la nuova esor-tazione postsinodale Que-rida Amazona. “Una esorta-zione poetica, sull’onda della Laudato si, ma ancora di più”. Secondo Lucia Capuzzi la Querida Amazona è la con-cretizzazione della Lauda-to si’ ma in una prospett iva ben precisa: non tanto come un esempio di emergenza ambientale che diventa an-che emergenza sociale, ben-sì come il caso emblematico dell’intreccio di queste due questioni. Da ora in poi la

cura del creato diventa luo-go teologico e centralità per la morale cristiana come già lo era diventata la questio-ne operaia a fi ne ott ocento e per tutt o il novecento.

La relatrice è stata mol-to dirett a anche per spiega-re l’att ualità politica del Bra-sile, l’avvento al potere del presidente Bolsonaro, con-siderato il Trump dell’Ame-rica Latina. Come Trump era considerato un po’ un pagliaccio, che però è arri-vato al potere per una serie di calcoli politici e di abili-tà comunicativa. Lucia Ca-puzzi ha spiegato con gran-de effi cacia il ruolo delle set-te evangeliche neopenteco-stali nel sostenere la sua can-didatura. Secondo la loro te-ologia, la benedizione divi-na si manifesta nel successo economico e nella ricchez-za e per coloro che non ri-escono ad ott enerla è sem-pre a disposizione la spiega-zione che fa riferimento al loro peccato, alla loro poca fede e alla durezza del loro cuore. “Capirete che siamo in presenza di un serpente che si

morde la coda: se credi, ott ie-ni il successo e se non hai suc-cesso è perché non credi abba-stanza”.

Infi ne la questione dell’or-dinazione sacerdotale di persone sposate o l’ordina-zione di diaconesse. Sem-bra che questo sia l’unica cosa fi ltrata dalla stampa oc-cidentale al momento del-la pubblicazione dell’esor-tazione. Di questa questio-ne non si dice nulla. L’inter-pretazione che è stata data è di una materia in continua evoluzione, non ancora per-venuta ad un punto fi nale e oggett o di feroci dibatt iti. Da una parte c’è il desiderio di non clericalizzare eccessi-vamente la questione, come se il problema dell’Amazzo-nia fosse di aprire l’ordine sacro a nuove categorie di persone. Dall’altra c’è anche la necessità di inculturare nel modo giusto la fede cri-stiana dentro quei mondi, assicurando una formazione adeguata all’emergere di sa-cerdoti locali. Papa France-sco ha fatt o capire che il rap-porto di amicizia con queste popolazioni apre molte por-te: lui era andato a trovarle, ora esse hanno ricambiato la visita venendo a Roma per il sinodo. Ma bisogna anda-re oltre e costruire una teo-logia inculturata sulla quale edifi care la chiesa catt olica amazzonica.

Più di un’ora e mezza di alta informazione, conclu-sa dal vescovo che ha par-tecipato alla serata insieme al vicario don Marco Andi-na e, naturalmente, al diret-tore del Centro Missionario don Luigi Binello. Frontiera Amazzonia: frontiera di un mondo che fatica a mante-nere le promesse che decla-ma nelle sue Dichiarazioni.

> DiBa

La giornalista di Avvenire Lucia Capuzzi, inviata speciale al Sinodo sull’Amazzonia, ha presentato la situazione di una frontiera globale

Amazzonia, cartina di tornasole dell’intero mondo

Alessandra e Francesca Piovan stanno per partire per un anno di servizio civile all’estero

Don Luigi Binello (in piedi) introduce la serata nel salone di S. Domenico Savio

“Frontiera Amazzonia. Viaggio nel cuore della terra ferita” è il titolo del libro di Lucia Capuzzi, scritto insie-me alla vaticanista di Avvenire Ste-fania Falasca ed edito dalla Emi. Preceduto dalla prefazione del car-dinal Claudio Hummes, presiden-te della rete ecclesiale panamazzo-nica e relatore generale al Sinodo, in nove capitoli tratteggia altrettanti quadri inquietanti del bioma Amaz-zonia, tutti caratterizzati da un colo-re e da riferimenti geografici precisi. Ne esce però anche la testimonianza dei popoli indigeni che continuano nonostante tutto a difendere la loro terra, avendo ben chiaro che stanno combattendo una vera e propria guer-ra contro i giganti dell’economia e della politica, novelli Davi-de contro numerosi Golia.I colori sono: il giallo-oro di Madre di Dios, il rosso-rame del-la cordigliera del Condor in Ecuador, il nero-petrolio dei poz-zi neri di Sucumbios in Ecuador, il verde-coca del Putumayo in Colombia, il bruno-mogano della tripla frontiera di Perù, Colombia e Brasile, l’ocra-fiume del rio Javarì nel nord del Brasile, il biondo-spighe della soia killer del Roraima, il gri-gio-fumo di Manaus in Brasile, il verde-acqua del Rio del-le Amazzoni.In appendice la presentazione della Rete ecclesiastica pana-mazzonica, che ha il pregio di unire nazioni diverse: Bolivia, Colombia, Perù, Ecuador, Suriname, Venezuela e Brasile.

L’Amazzonia attraverso i colorinel libro di Lucia Capuzzi

Francesca e Alessandra Piovan

Lucia Capuzzi