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"# Affari ust, studi lega Legali Professionisti & Previdenza- Il sistema previ- denziale dei pro- fessionisti oggi si rivela più solido della gestio- ne pubblica. I dati del Centro Studi Itinerari previdenziali Fioretti da pag. 2 Fisco - Contenzioso tributario ancora in calo nel 2016. Il nume- ro delle cause con il fisco avviate dai contribuenti è diminuito di oltre il 10%. I dati del Cpgt Stroppa a pag. 11 Impresa - Imprese europee all’appello per candidarsi al bando Manunet III a sostegno del manifatturiero. La prima fase si chiude il 17 marzo Lenzi a pag. 16 Previdenza - Voucher bebè ai tempi supplementari. Proroga- ta per 2017 e 2018 la monetiz- zazione del congedo parentale per tutte le lavoratrici De Lellis a pag. 17 Spendere meglio - Vita in ca- sa sotto copertura. Sempre più diffuse le polizze anti-infortuni: dalle spese mediche all’inden- nizzo per ricovero Greguoli Venini a pag. 19 Affari in Piazza - La borsa è pronta al rimbalzo. A fare da traino i salvataggi degli istituti di credito e le novità come i Pir dell’Olio a pag. 26 Immobili & Condominio - Tra gli stranieri è partita la caccia agli immobili in Italia. Transazioni al record storico di 9 miliardi di euro Cerne a pag. 39 Ambiente - Dal ministero dell’ambiente le istruzioni per gestire le biomasse fuori dal regime dei rifiuti: albo e docu- mentazione ad hoc Dragani a pag. 40 Documenti/1 - La sentenza della Cassazione sul rapporto amministratori-società Documenti/2 - I te- sti delle sentenze tri- butarie commentati nella Selezione www.italiaoggi.it/docio7 I N E VIDENZA * * * NELL’INSERTO/2 N on solo euro: in busta paga c’è anche la moneta complementa- re. Un sistema, frutto di accor- do tra azienda e sindacati, che punta, da un lato, a incentivare l’econo- mia dei servizi, soprattutto a livello locale; dall’altro trovare un punto di equilibrio fra sostenibilità dei conti e aumento della produttività. È, in estrema sintesi, quanto prevede l’accordo sottoscritto con le tre si- gle sindacali principali (Cgil, Cisl, Uil) da una piccola realtà imprenditoriale appar- tenente al settore del commercio di generi alimentari. Il circuito delle monete complementari sostiene, infatti, le economie locali con una velocità di circolazione superiore a quella della valuta reale (circa otto volte), che permette di ottimizzare l’incontro tra do- manda e offerta. Obiettivo primario: fron- teggiare la carenza dei crediti alle piccole e medie imprese da parte del sistema ban- cario ufficiale. E dopo il successo del Sardex, l’unità di conto sfruttata dagli imprenditori sardi all’interno di un network dedicato, le mo- nete complementari hanno convinto sem- pre più le realtà regionali italiane, specie le pmi e gli artigiani. Grigolon-Gueli da pag. 6 NELL’INSERTO/1 27 Febbraio 2017 Selezione di Sentenze tributarie A CURA DELLOSTUDIOFUOCO 1. MOTIVAZIONI AB ORIGINE IMMUTABILI IN GIUDIZIO 2. CONTRIBUTI CONSORTILI, BENEFICI DA PROVARE 3. RECUPEROIVA SENZA NOTA DI VARIAZIONE 4. NIENTE BOLLO SUI VEICOLI ULTRAVENTENNALI 5. LA CESSAZIONE SUPERA LINCOMPETENZA 6. RICORSI TRIBUTARI, IL SABATO NON È FESTIVO 7. ASSOCIAZIONE ESTINTA, NOTIFICHE AGLI EREDI I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7 27 Febbraio 2017 Detrazione fiscale del 19% a valere sui canoni di lea- sing fino a 8 mila euro annui e sul prezzo di riscatto fino 20 mila euro. Sono questi gli incentivi concessi ai giova- ni sotto i 35 anni e con reddito annuo non superiore a 55 mila euro, che intendono approfittare dei vantaggi eco- nomici e fiscali offerti dal leasing immobiliare abitativo. Minori, ma pur sempre interessanti, sono gli incentivi a favore dei soggetti con età uguale o superiore a 35 anni, ai quali spetta la detraibilità pari al 19% dei canoni di le- asing (fino a un importo massimo di 4 mila euro annui) e la detraibilità pari al 19% del prezzo del riscatto (fino a un importo massimo di 10 mila euro). La disciplina del leasing immobiliare abitativo (in- trodotta dalla legge di stabilità 2016) prevede diversi incentivi sull’acquisto o la costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale. In particolare, le age- volazioni Irpef sono a favore di tutti coloro che stipulano, fino al 31 dicembre 2020, contratti di leasing aventi per oggetto immobili, anche da costruire, da adibire ad abi- tazione principale entro un anno dalla consegna. Il leasing abitativo è un contratto a metà tra l’affitto e la compravendita, mediante il quale un soggetto (conce- dente) offre in locazione a un altro soggetto (utilizzatore) un’abitazione acquistata o fatta costruire proprio su in- dicazione di quest’ultimo. Si avvicina molto alla forma contrattuale del «rent to buy», che prevede la concessio- ne di un immobile in affitto, con la successiva possibilità di acquisto, anche se il leasing abitativo offre all’utilizza- tore, fra l’altro, la possibilità di sospendere i pagamenti in caso di oggettive difficoltà economiche, senza perde- re l’immobile. Per la corretta applicazione delle agevolazioni fiscali previste a favore degli utilizzatori del leasing immobi- liare abitativo, è intervenuta l’Agenzia delle entrate con alcune circolari esplicative (prima casa, registrazione del contratto, verifica dei requisiti quali età, redditi ecc.). La locazione finanziaria. In generale, con un’operazione di locazione finanziaria (leasing), a fronte della stipula del contratto: - il bene è acquistato, o fatto costruire, dalla società di leasing (concedente) su scelta e indicazione del clien- te (utilizzatore); - la società di leasing mette a disposizione dell’uti- lizzatore il bene acquistato o fatto costruire per un determinato periodo di tempo e l’utilizzatore si im- pegna a pagare periodicamente dei canoni; - l’utilizzatore ha la facoltà di acquistare il bene (ri- scatto), a un prezzo predeterminato alla scadenza del contratto. Il cliente, anche se non proprietario, assume tutti i rischi e benefici legati all’utilizzo del bene (per questo motivo, di norma, nel contratto di leasing, è previsto l’obbligo a carico dell’utilizzatore di stipulare apposita polizza assicurativa per i dan- ni subiti dall’immobile o causati a terzi). Da un punto di vista sostanziale, il leasing immobiliare consiste in un’operazione di finanziamento che consente all’utilizzatore di ottenere l’utilizzo di un immobile e di acquistarne, al termine della durata prevista, la proprie- tà, grazie alla provvista messa a sua disposizione da un soggetto abilitato al credito (il concedente) dietro il paga- mento di canoni periodici e del prezzo di riscatto. Come il mutuo, anche il leasing è un contratto di du- rata che si svolge in un determinato arco di tempo; il canone periodico che deve pagare l’utilizzatore va calco- lato secondo criteri finanziari e quindi tenendo conto non Il leasing immobiliare abitativo a cura di BRUNOPAGAMICI DI MARINO LONGONI [email protected] G li amministratori di società do- vranno iscriversi alla Gestione artigiani e commercianti dell’In- ps e non più alla gestione sepa- rata. È questa una delle conseguenze pratiche più interessanti della sentenza della Corte di cassazione a sezioni unite del 20 gennaio 2017 che ha ribaltato il precedente orientamento, consolidato da più di vent’anni, sulla qualificazione giu- ridica dell’attività di amministratore o di consigliere d’amministrazione. La Su- prema corte infatti, tenendo conto della evoluzione della disciplina societaria de- gli ultimi anni, ha riqualificato il rappor- to che lega società e amministratore non più come rapporto di lavoro subordina- to o parasubordinato ma come rapporto societario. Si tratta infatti di un rappor- to che serve ad assicurare l’agire della società e non è assimilabile, secondo la Cassazione, «a un contratto d’opera né tanto meno a un rapporto di tipo subor- dinato o parasubordinato». Numerose le conseguenze pratiche: la competenza del tribunale delle imprese al posto del tribunale del lavoro per le controversie che possono insorgere tra le parti; la pignorabilità dei compensi anche oltre i limiti previsti per il lavoro dipendente; infine, ed è forse la questio- ne di maggior impatto, il diverso inqua- dramento previdenziale, con l’obbligo di versamento dei contributi alla gestione artigiani e commercianti al posto della gestione separata. La differenza è so- stanziale e, nella maggior parte dei casi, favorevole all’amministratore. L’aliquo- ta previdenziale scende infatti dal 32 al 23,64%, anche se in quest’ultimo caso, per redditi inferiori ai 15 mila euro l’an- no, è previsto il versamento di un mini- male contributivo di 3.670 euro. Le nuove regole, che derivano dall’ap- plicazione dei principi fissati dalla Cas- sazione, ma sulle quali l’Inps non si è ancora pronunciata, dovrebbero interes- sare gli amministratori e i consiglieri delle società, cioè tutti coloro che han- no la rappresentanza esterna dell’ente, salvo che non siano già iscritti ad altra forma di previdenza obbligatoria (per esempio il professionista già iscritto alla sua cassa). Altra conseguenza è che non dovrebbe più aver ragion d’essere la doppia contri- buzione chiesta in alcuni casi dall’Inps. Un esempio: una società produce e vende computer, il socio amministratore paga un contributo previdenziale alla gestione commercianti come socio e un contributo alla gestione separata come amministra- tore; applicando i nuovi principi verserà solo alla gestione commercianti. Altra differenza è legata al fatto che nella gestione separata chi non versa contributi non matura il diritto alla pen- sione, mentre nella gestione artigiani e commercianti il diritto alla pensione ma- tura, in alcuni casi, anche in assenza dei versamenti contributi, purché si versi il minimale per maturare il diritto all’an- no di anzianità contributiva. Tutto sommato quindi le conseguen- ze del mutamento di orientamento giu- risprudenziale sembrano in gran parte positive, almeno dal punto di vista pre- videnziale. Ma c’è un piccolo problema: l’Inps non ha finora preso posizione. Siamo quindi ancora al livello di inter- pretazione degli effetti impliciti di una sentenza (che aveva per oggetto, è bene ricordare, solo la pignorabilità dei com- pensi dell’amministratore). Questo però non esclude che il neo- amministratore, che deve decidere ora a quale gestione Inps versare i propri con- tributi, possa optare per la gestione ar- tigiani e commercianti. E nemmeno che chi è già iscritto alla gestione separata possa, in attesa di un pronunciamento ufficiale dell’Istituto di previdenza, chie- dere di migrarvi se lo ritiene più conve- niente. © Riproduzione riservata • I PROFESSIONISTI IN CRESCITA • da pag. 53 * Offerta indivisibile con Affari Legali (ItaliaOggi Sette € 2,50 + Affari Legali € 0,50) Le monete complementari arrivano sui tavoli della contrattazione aziendale. E trainano l’economia locale Non solo euro in busta paga amm D st b ne www.ita Con guida «Welfare aziendale» a € 5,00 in più; Con guida «Tuir 2017» a € 6,00 in più; Con guida «La riforma dei bilanci» a € 6,00 in più; con guida «Il dizionario dei bilanci» a € 6,00 in più Amministratori, meno contributi Secondo la Cassazione sono legati alla società da un rapporto societario, non di lavoro subordinato. Quindi stop ai versamenti alla gestione separata Inps @ ,;;< '* " ;# (+ " 9 '"$$ ! 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Rapporto Ocse:

italiani bocciati

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Antitrust, studi legali

al lavoro

sui risarcimenti%$ '$&! "#

Affari

ust, studi lega

Legali

Professionisti & Previdenza- Il sistema previ-denziale dei pro-fessionisti oggi si

rivela più solido della gestio-ne pubblica. I dati del Centro Studi Itinerari previdenziali

Fioretti da pag. 2

Fisco - Contenzioso tributario ancora in calo nel 2016. Il nume-ro delle cause con il fisco avviate dai contribuenti è diminuito di oltre il 10%. I dati del Cpgt

Stroppa a pag. 11

Impresa - Imprese europee all’appello per candidarsi al bando Manunet III a sostegno del manifatturiero. La prima fase si chiude il 17 marzo

Lenzi a pag. 16

Previdenza - Voucher bebè ai tempi supplementari. Proroga-ta per 2017 e 2018 la monetiz-zazione del congedo parentale per tutte le lavoratrici

De Lellis a pag. 17

Spendere meglio - Vita in ca-sa sotto copertura. Sempre più diffuse le polizze anti-infortuni: dalle spese mediche all’inden-nizzo per ricovero

Greguoli Venini a pag. 19

Affari in Piazza - La borsa è pronta al rimbalzo. A fare da traino i salvataggi degli istituti di credito e le novità come i Pir

dell’Olio a pag. 26

Immobili & Condominio - Tra gli stranieri è partita la caccia agli immobili in Italia. Transazioni al record storico di

9 miliardi di euroCerne a pag. 39

Ambiente - Dal ministero dell’ambiente le istruzioni per gestire le biomasse fuori dal regime dei rifiuti: albo e docu-mentazione ad hoc

Dragani a pag. 40

Documenti/1 - La sentenza della Cassazione sul rapporto

amministratori-società

Documenti/2 - I te-sti delle sentenze tri-butarie commentati nella Selezione

www.italiaoggi.it/docio7

IN EVIDENZA

* * *

NELL’INSERTO/2 Non solo euro: in busta paga c’è anche la moneta complementa-re. Un sistema, frutto di accor-do tra azienda e sindacati, che

punta, da un lato, a incentivare l’econo-mia dei servizi, soprattutto a livello locale; dall’altro trovare un punto di equilibrio fra sostenibilità dei conti e aumento della produttività. È, in estrema sintesi, quanto prevede l’accordo sottoscritto con le tre si-gle sindacali principali (Cgil, Cisl, Uil) da una piccola realtà imprenditoriale appar-tenente al settore del commercio di generi alimentari.

Il circuito delle monete complementari sostiene, infatti, le economie locali con una velocità di circolazione superiore a quella della valuta reale (circa otto volte), che permette di ottimizzare l’incontro tra do-manda e offerta. Obiettivo primario: fron-teggiare la carenza dei crediti alle piccole e medie imprese da parte del sistema ban-cario uffi ciale.

E dopo il successo del Sardex, l’unità di conto sfruttata dagli imprenditori sardi all’interno di un network dedicato, le mo-nete complementari hanno convinto sem-pre più le realtà regionali italiane, specie le pmi e gli artigiani.

Grigolon-Gueli da pag. 6

NELL’INSERTO/1

27 Febbraio 2017

Selezione di Sentenze tributarie

A CURA DELLO STUDIO FUOCO

1. MOTIVAZIONI AB ORIGINE IMMUTABILI IN GIUDIZIO

2. CONTRIBUTI CONSORTILI, BENEFICI DA PROVARE

3. RECUPERO IVA SENZA NOTA DI VARIAZIONE

4. NIENTE BOLLO SUI VEICOLI ULTRAVENTENNALI

5. LA CESSAZIONE SUPERA L’INCOMPETENZA

6. RICORSI TRIBUTARI, IL SABATO NON È FESTIVO

7. ASSOCIAZIONE ESTINTA, NOTIFICHE AGLI EREDI

I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7

27 Febbraio 2017

Detrazione fiscale del 19% a valere sui canoni di lea-sing fino a 8 mila euro annui e sul prezzo di riscatto fino 20 mila euro. Sono questi gli incentivi concessi ai giova-ni sotto i 35 anni e con reddito annuo non superiore a 55 mila euro, che intendono approfittare dei vantaggi eco-nomici e fiscali offerti dal leasing immobiliare abitativo. Minori, ma pur sempre interessanti, sono gli incentivi a favore dei soggetti con età uguale o superiore a 35 anni, ai quali spetta la detraibilità pari al 19% dei canoni di le-asing (fino a un importo massimo di 4 mila euro annui) e la detraibilità pari al 19% del prezzo del riscatto (fino a un importo massimo di 10 mila euro).

La disciplina del leasing immobiliare abitativo (in-trodotta dalla legge di stabilità 2016) prevede diversi incentivi sull’acquisto o la costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale. In particolare, le age-volazioni Irpef sono a favore di tutti coloro che stipulano, fino al 31 dicembre 2020, contratti di leasing aventi per oggetto immobili, anche da costruire, da adibire ad abi-tazione principale entro un anno dalla consegna.

Il leasing abitativo è un contratto a metà tra l’affitto e la compravendita, mediante il quale un soggetto (conce-dente) offre in locazione a un altro soggetto (utilizzatore) un’abitazione acquistata o fatta costruire proprio su in-dicazione di quest’ultimo. Si avvicina molto alla forma contrattuale del «rent to buy», che prevede la concessio-ne di un immobile in affitto, con la successiva possibilità di acquisto, anche se il leasing abitativo offre all’utilizza-tore, fra l’altro, la possibilità di sospendere i pagamenti in caso di oggettive difficoltà economiche, senza perde-re l’immobile.

Per la corretta applicazione delle agevolazioni fiscali previste a favore degli utilizzatori del leasing immobi-

liare abitativo, è intervenuta l’Agenzia delle entrate con alcune circolari esplicative (prima casa, registrazione del contratto, verifica dei requisiti quali età, redditi ecc.).

La locazione finanziaria.In generale, con un’operazione di locazione finanziaria

(leasing), a fronte della stipula del contratto: - il bene è acquistato, o fatto costruire, dalla società di

leasing (concedente) su scelta e indicazione del clien-te (utilizzatore);

- la società di leasing mette a disposizione dell’uti-lizzatore il bene acquistato o fatto costruire per un determinato periodo di tempo e l’utilizzatore si im-pegna a pagare periodicamente dei canoni;

- l’utilizzatore ha la facoltà di acquistare il bene (ri-scatto), a un prezzo predeterminato alla scadenza del contratto. Il cliente, anche se non proprietario, assume tutti i rischi e benefici legati all’utilizzo del bene (per questo motivo, di norma, nel contratto di leasing, è previsto l’obbligo a carico dell’utilizzatore di stipulare apposita polizza assicurativa per i dan-ni subiti dall’immobile o causati a terzi).

Da un punto di vista sostanziale, il leasing immobiliare consiste in un’operazione di finanziamento che consente all’utilizzatore di ottenere l’utilizzo di un immobile e di acquistarne, al termine della durata prevista, la proprie-tà, grazie alla provvista messa a sua disposizione da un soggetto abilitato al credito (il concedente) dietro il paga-mento di canoni periodici e del prezzo di riscatto.

Come il mutuo, anche il leasing è un contratto di du-rata che si svolge in un determinato arco di tempo; il canone periodico che deve pagare l’utilizzatore va calco-lato secondo criteri finanziari e quindi tenendo conto non

Il leasing immobiliare

abitativoa cura di BRUNO PAGAMICI

DI MARINO LONGONI [email protected]

Gli amministratori di società do-vranno iscriversi alla Gestione artigiani e commercianti dell’In-ps e non più alla gestione sepa-

rata. È questa una delle conseguenze pratiche più interessanti della sentenza della Corte di cassazione a sezioni unite del 20 gennaio 2017 che ha ribaltato il precedente orientamento, consolidato da più di vent’anni, sulla qualifi cazione giu-ridica dell’attività di amministratore o di consigliere d’amministrazione. La Su-prema corte infatti, tenendo conto della evoluzione della disciplina societaria de-gli ultimi anni, ha riqualifi cato il rappor-to che lega società e amministratore non più come rapporto di lavoro subordina-to o parasubordinato ma come rapporto societario. Si tratta infatti di un rappor-to che serve ad assicurare l’agire della società e non è assimilabile, secondo la Cassazione, «a un contratto d’opera né tanto meno a un rapporto di tipo subor-dinato o parasubordinato».

Numerose le conseguenze pratiche: la competenza del tribunale delle imprese al posto del tribunale del lavoro per le controversie che possono insorgere tra le parti; la pignorabilità dei compensi anche oltre i limiti previsti per il lavoro dipendente; infi ne, ed è forse la questio-ne di maggior impatto, il diverso inqua-dramento previdenziale, con l’obbligo di versamento dei contributi alla gestione

artigiani e commercianti al posto della gestione separata. La differenza è so-stanziale e, nella maggior parte dei casi, favorevole all’amministratore. L’aliquo-ta previdenziale scende infatti dal 32 al 23,64%, anche se in quest’ultimo caso, per redditi inferiori ai 15 mila euro l’an-no, è previsto il versamento di un mini-male contributivo di 3.670 euro.

Le nuove regole, che derivano dall’ap-plicazione dei principi fi ssati dalla Cas-sazione, ma sulle quali l’Inps non si è

ancora pronunciata, dovrebbero interes-sare gli amministratori e i consiglieri delle società, cioè tutti coloro che han-no la rappresentanza esterna dell’ente, salvo che non siano già iscritti ad altra forma di previdenza obbligatoria (per esempio il professionista già iscritto alla sua cassa).

Altra conseguenza è che non dovrebbe più aver ragion d’essere la doppia contri-buzione chiesta in alcuni casi dall’Inps. Un esempio: una società produce e vende

computer, il socio amministratore paga un contributo previdenziale alla gestione commercianti come socio e un contributo alla gestione separata come amministra-tore; applicando i nuovi principi verserà solo alla gestione commercianti.

Altra differenza è legata al fatto che nella gestione separata chi non versa contributi non matura il diritto alla pen-sione, mentre nella gestione artigiani e commercianti il diritto alla pensione ma-tura, in alcuni casi, anche in assenza dei versamenti contributi, purché si versi il minimale per maturare il diritto all’an-no di anzianità contributiva.

Tutto sommato quindi le conseguen-ze del mutamento di orientamento giu-risprudenziale sembrano in gran parte positive, almeno dal punto di vista pre-videnziale. Ma c’è un piccolo problema: l’Inps non ha fi nora preso posizione. Siamo quindi ancora al livello di inter-pretazione degli effetti impliciti di una sentenza (che aveva per oggetto, è bene ricordare, solo la pignorabilità dei com-pensi dell’amministratore).

Questo però non esclude che il neo-amministratore, che deve decidere ora a quale gestione Inps versare i propri con-tributi, possa optare per la gestione ar-tigiani e commercianti. E nemmeno che chi è già iscritto alla gestione separata possa, in attesa di un pronunciamento uffi ciale dell’Istituto di previdenza, chie-dere di migrarvi se lo ritiene più conve-niente.

© Riproduzione riservata

• I PROFESSIONISTI IN CRESCITA • da pag. 53

* Offerta indivisibile con Affari Legali (ItaliaOggi Sette € 2,50 + Affari Legali € 0,50)

Le monete complementari arrivano sui tavoli della contrattazione aziendale. E trainano l’economia locale

Non solo euro in busta paga

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Con guida «Welfare aziendale» a € 5,00 in più; Con guida «Tuir 2017» a € 6,00 in più; Con guida «La riforma dei bilanci» a € 6,00 in più; con guida «Il dizionario dei bilanci» a € 6,00 in più

Amministratori, meno contributiSecondo la Cassazione sono legati alla società da un rapporto societario, non di lavoro subordinato. Quindi stop ai versamenti alla gestione separata Inps

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2 Lunedì 27 Febbraio 2017 PROFESSIONISTI & PREVIDENZA

2015 2016

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LA RIFORMA DEI BILANCI

Pagina a curaDI BRUNO FIORETTI

Archiviati gli anni delle turbolenze dei mercati fi nanziari iniziate con il crack della Lehman

Brothers del 2008 e della ge-nerosità del calcolo retributivo delle pensioni (almeno per il fu-turo), il sistema previdenziale dei professionisti oggi si presen-ta con una sostenibilità fi nan-ziaria di gran lunga più solida rispetto alla gestione pubblica. È quanto emerge dalla lettura incrociata dei dati contenuti nel rapporto n. 4/2017 recen-temente pubblicato dal Centro Studi Itinerari previdenzia-li. Nel suo complesso, infatti, la spesa pensionistica sale a 217.863 milioni di euro (+0,81% rispetto all’anno precedente) a

fronte di entrate contributive complessive pari a 191.333 mi-lioni di euro (+ 0,91%). Cresce, seppur di poco, anche il saldo negativo che si attesta a 26.530 milioni (+0,04%). A fermare il grosso del disavanzo è il saldo pensionistico positivo della ge-stione separata dell’Inps (7.198 milioni) e delle Casse di previ-denza dei professionisti (3.452 milioni). Nel dettaglio, però, seppur in presenza di platee molto diverse fra di loro, anche numericamente, le gestioni Inps sono quasi tutte in passi-vo. Al contrario delle gestioni private.

Nel pubblico. Le gestioni Inps in attivo sono solo tre: «commercianti» con 603 milio-ni (erano 521 milioni nel 2014), dei «lavoratori dello spettaco-

lo» con 422 milioni (279 l’anno prima) e «parasubordinati» con 7.198 milioni, in crescita del 3,7% rispetto ai 6.943 del 2014.

Le gestioni che hanno avuto, invece, i più alti passivi sono quella dei «dipendenti pubbli-ci» con un passivo di 28.980 mi-lioni di euro (26.875 nel 2014), la gestione ex Ferrovie dello stato che presenta per il 2015 un pesante saldo negativo di 4.233 milioni di euro. Seguono le gestioni «Artigiani» con un saldo negativo di 3.641 milio-ni di euro (3.541 l’anno prima), «Coltivatori diretti, Coloni e Mezzadri» con un saldo nega-tivo di 3.123 milioni di euro (3.146 milioni l’anno preceden-te), il «Fondo Trasporti» con un risultato di esercizio negativo per 1.064 milioni.

Nel privato. Nelle Casse di previdenza la spesa per pensio-ni ha raggiunto i 4.585 milioni di euro con un incremento del 4% rispetto all’anno preceden-te. In particolare negli enti di vecchia generazione come quel-li di avvocati, ingegneri e ar-chitetti, medici ecc. si registra un valore pari a 4.552 milioni di euro (+3,9%) a fronte di en-trate contributive pari a 7.495 milioni di euro (+2,8%). Mentre nelle nuove gestioni come quel-le di biologi, psicologi, infer-mieri ecc. la spesa è pari a 32 milioni di euro (+17%) a fronte di contributi incassati pari a 413 milioni di euro (+6,3%). Il saldo complessivo tra le entra-te contributive e le spese per pensioni si attesta su un valore di circa 3,32 miliardi di euro con un incremento percentua-

le dell’1,7% rispetto all’anno precedente: 2,94 miliardi di euro per le casse storiche dei professionisti privatizzate con il dlgs 509/94 e 381 milioni di euro per quelle più recenti nate con il dlgs 103/96.

È grazie a vincoli molto stringenti come quelli dettati dell’ultima Riforma Monti For-nero del 2011 che tutti gli enti privatizzati e privati hanno dimostrato nell’ultima verifi -ca triennale una complessiva sostenibilità a 50 anni. Solo le Casse dei geometri e dei gior-nalisti oggi con le sole entrate contributive non riescono a pa-gare le pensioni e per questo motivo devono attingere al pa-trimonio accantonato a titolo di riserva tecnica (si veda altro articolo).

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Sistema privato batte sistema pubblico: i dati del Centro Studi Itinerari previdenziali

Pensioni, le Casse professionali(oggi) fanno meglio dell’Inps

La dimensione del problema previdenziale

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Costo delle prestazioni (1) 198.662 204.343 211.086 214.567 216.107 217.895Totale entrate contributive (1) 185.656 187.954 190.345 189.207 189.595 191.330Saldo -13.006 -16.389 -20.741 -25.360 -26.512 -26.565Rapporto spesa totale/pil 12,4 12,5 13,1 13,4 13,3 13,3N° lavoratori occupati (2) 22.526.853 22.598.244 22.565.971 22.190.535 22.278.917 22.464.753N° dei pensionati (3) 16.708.132 16.194.948 16.533.152 16.393.369 16.259.491 16.179.377N° delle pensioni (3) 23.557.241 23.700.000 23.400.000 23.322.278 23.198.474 23.095.567N° abitanti residenti in Italia (2) 60.626.442 59.394.000 59.685.227 60.782.668 60.795.612 60.665.551N° occupati per pensionato 1,348 1,395 1,365 1,354 1,370 1,388Importo medio annuo pensione (3) 11.229 11.410 11.563 11.695 11.943 12.136Importo corretto pro capite (3) 15.832 15.597 16.359 16.638 17.040 17.323Pil (4) 1.604.515 1.604.515 1.613.265 1.604.599 1.620.381 1.642.444

Fonte: Centro studi Itinerari previdenzialiNucleo di valutazione della spesa previdenziale i no all’anno 2010 – «Gli andamenti i nanziari del sistema pensionistico obbligatorio al netto GIAS»1. Istat – Rilevazione sulle forze di lavoro e demo.istat.it, aggiornata a novembre 20162. Inps – «Casellario Centrale dei pensionati»3. Istat – Sec 2010, aggiornata al 28 settembre 20164.

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4 Lunedì 27 Febbraio 2017 PROFESSIONISTI & PREVIDENZAFra i soggetti con il miglior trattamento anche i docenti universitari e i giornalisti

La pensione più ricca? Ai notaiPagine a cura

DI BRUNO FIORETTI

Con circa 77.740 mila euro l’anno sono i notai a essere in cima alla classifica

dei pensionati più ricchi. Seguiti dai docenti univer-sitari (65 mila), dai giorna-listi (52.060), dai dirigenti di azienda (51.020) e dagli iscritti al fondo Volo, preva-lentemente Alitalia (45.580). Ci sono poi i commercialisti (36.220) e più distanziati gli avvocati (27.250), i la-voratori del settore telefo-nico (26.260) e i ragionieri (25.830). Di ben altre cifre si parla se consideriamo anche gli enti e gli organi costituzionali che, però, non sono contemplati nella spe-sa pubblica previdenziale: il primo posto spetta ai giudi-ci della Corte costituzionale con 175 mila euro, seguiti dai senatori in pensione (ol-tre 91 mila euro all’anno), dai deputati e consiglieri regionali. Ottimo il «piaz-zamento» dei dipendenti in pensione della regione Si-cilia. Premesso che le pen-sioni «retributive» (Inps e Casse), sono in media più «generose» rispetto a quelle derivanti dal metodo di cal-colo contributivo, che molte pensioni sono integrate da prestazioni assistenziali e che in molti casi l’importo medio del contributo per alcune categorie è addirit-tura inferiore al massima-le deducibile di 5.164 euro previsti per la previdenza complementare, il Centro studi di Itinerari previden-ziali ha calcolato gli impor-ti medi delle pensioni e il rapporto rispetto al reddito

medio. Considerando una pensione media di 17 mila euro nel pubblico, il caso dei notai si fa certamente notare. Quando si parla di pensioni, tuttavia, bisogna sempre guardare a tutti gli elementi che determinano l’importo. Una pensione così alta infatti è tecnicamente giustificata da contribuzio-ni importanti (protratte nel tempo) su redditi rilevanti (144.450 euro) e soprattutto anche da un’età di pensio-namento (75 anni) di molto superiore alla media.

Sui commercialisti come per molte altre professioni va, invece, detto che gli at-tuali importi medi degli as-segni sono frutto dell’eredità del generoso metodo retri-butivo di calcolo delle pen-sioni, abbandonato tuttavia nel 2004 in primis proprio dalla cassa dei dottori com-mercialisti (anche i ragio-nieri nello stesso anno) per salvaguardare la sostenibi-lità finanziaria. Una scelta successivamente adottata da altri enti a seguito della Riforma Monti Fornero del 2011 (equilibrio di bilancio a 50 anni).

Come nel caso degli ar-chitetti e ingegneri e dei Consulenti del lavoro. Que-sti ultimi, infatti, oggi sono quelli che percepiscono un assegno fra i più bassi an-che in termini di rapporto fra ultimo reddito percepito/pensione e che in termini di tasso di sostituzione si at-testa al 15% (contro il 76% dei giornalisti per esem-pio) Ma questo è frutto di un sistema previdenziale che fino a qualche anno fa aveva un’impostazione pre-cisa: contributi (bassi) non

calcolati in misura percen-tuale sul reddito per una pensiona uguale per tutti. Grandi assenti dal calcolo

di Itinerari previdenziali le pensioni di quelle pro-fessioni iscritte alle nuove gestioni previdenziali che,

in altri rapporti, comunque si attestano sui 2.200 euro all’anno.

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Enti di previdenza: nell’ultima proposta di riforma del comparto anche

L’ultima iniziativa legislativa in ma-teria di previdenza dei professionisti, il cui iter non è ancora partito, è stata quella che ha avuto maggiore notorie-tà. Sia per il primo fi rmatario, Titti Di Salvo (Pd), componente della Bicame-rale di controllo enti gestori, che a lun-go si è occupata di indagare sul pianeta della previdenza dei professionisti. Sia perché il testo apre le porte delle Casse esistenti ai professionisti non iscritti agli albi e recentemente, con la legge 4/2013, regolamentati e soprattutto perché «chiede» di accorpare entro cinque anni 10 dei 21 enti privatizza-ti/privati. Ma l’interesse a riformare questo comparto non è nuovo. Oltre alla prassi ormai consolidata di inter-venire su questa materia con la legge di bilancio ogni fi ne anno, infatti, in Parlamento nel corso della legislatura sono state presentate almeno altre due proposte di legge altrettanto incisive, seppur sotto punti di vista differenti: l’iniziativa a fi rma di Cesare Damiano (Pd) presentata il 3 giugno 2013 e quel-la a fi rma di Roberta Lombardi (Movi-mento 5 Stelle) e altri presentata il 14 giugno 2016. Nel primo caso si punta

a valorizzare l’esperienza maturata nel tempo dal sistema previdenziale privato mentre nel secondo si mira a ripubblicizzare le Casse. Entrambe le proposte sono state assegnate alla commissione lavoro della camera, ma mai calendarizzate.

Valorizzare l’esperienza. L’atto camera 1132 è stato il primo a essere presentato, all’indomani delle ultime elezioni politiche. Cesare Damiano, già ministro del lavoro, recupera le linee guida contenute nel «Memorandum» sottoscritto l’8 aprile 2008 con l’Asso-ciazione degli enti previdenziali privati (Adepp) e frutto di una lunga interlocu-zione con i rappresentanti degli enti. La proposta di legge, fra le altre cose, af-fronta la questione fi scale per superare l’attuale sistema che prevede un’esen-zione dei contributi versati, una tassa-zione dei redditi di capitale accumulati in capo alle Casse stesse e una tassa-zione delle prestazioni erogate (Ett). Si determina così, si legge nel testo, «una doppia tassazione in capo agli iscritti nonché una disparità di trattamento, in quanto la tassazione sui rendimenti avviene con le aliquote proprie dei sin-

goli strumenti che vengono utilizzati per l’impiego delle risorse. Si propone pertanto di realizzare, almeno in una prima fase, un’equiparazione con il si-stema di tassazione della previdenza complementare, anch’essa gestita da organismi di natura privata. Tale solu-zione appare, peraltro, avvalorata dal fatto che le Casse si trovano a gestire forme obbligatorie di previdenza». Da-miano, inoltre, propone l’istituzione di un fondo di garanzia fi nanziato dalle stesse Casse al fi ne di assicurare sta-bilità fi nanziaria e certezza dei tratta-menti previdenziali. Altra innovazione, da tempo a cuore del dibattito politico, riguarda gli accorpamenti fra enti per creare delle economie di scala. La pdl Damiano prevede la conferma della previsione normativa contenuta nel comma 36 dell’art. 1 della legge n. 243 del 2004: accorpamenti possibili su base esclusivamente volontaria, per determinazione congiunta delle casse stesse, prevedendo altresì la possibilità di inclusione di altre categorie profes-sionali, prive di protezione previden-ziale pensionistica.

Tornare nel pubblico. ’atto came-

ra 3673 della prima fi rmataria pen-tastellata Roberta Lombardi punta sul ritorno nella gestione pubblica della previdenza dei professionisti. «La libertà di gestione del patrimo-nio», si legge sulla proposta di legge, «ha prodotto effetti disastrosi per la maggior parte degli enti di pre-videnza, i quali si sono lanciati in investimenti tanto rischiosi da cre-are preoccupanti passivi di bilancio. Si è assistito a terremoti giudiziari e contabili dovuti a investimenti spericolati, consulenti in confl itto di interessi, irruzioni di mediato-ri, gestori, consulenti finanziari, tutti attirati da un tesoro enorme e scarsamente tutelato. Tutto ciò è avvenuto con il denaro versato dai cittadini nella convinzione di ac-cantonare risorse per la vecchiaia, che invece veniva usato per fi nan-ziare l’acquisto di immobili, azioni e strumenti fi nanziari che mette-vano a repentaglio le pensioni». Se questa è la diagnosi di una cattiva gestione, per Lombardi la cura non può che essere riportare gli istitu-ti pensionistici da dove sono usciti

Gli importi medi delle pensioni per categoria

Fonte: Centro Studi Itinerari previdenziali, febbraio 2017

Categorie di collaboratori Pensione Media 2015

Reddito Medio 2015

Rapporto tra PM e RM 2015%

Notai 77.740 144.450 53,82Docenti universitari 65,00Giornalisti 52.060 64.680 76,92Dirig. aziende ex Inpdai 51.020 148.660 34,32Fondo volo 45.580 17.560 259,57Commercialisti 36.220 59,570 60,80Avvocati 27.250 37.510 72,65Lavoratori telefonici 26.260 37.640 69,77Ragionieri 25.830 53.870 47,95Ingegneri, architetti 19.140 23.930 79,98Dipendenti statali 24.680 33.260 74,20Ex ferrovie dello Stato 22.000 46.760 47,05Lavoratori trasporti 21.460 30.440 70,50Dipendenti enti locali 19.330 30.790 62,78Ex poste (Ipost) 18.060 28.250 63,93Lavoratori spettacolo 16.040 13.450 119,26Geometri 13.460 19.090 70,51Dipendenti privati (FPLD) 12.760 21.590 59,10Artigiani 11.460 20.720 55,31Commercianti 10.570 20.760 50,92Consulenti del lavoro 10.530 66.610 15,81Medici 7.010 33.640 20,84Agricoli CDCM 7.840 10.970 71,47Farmacisti 6.100 30.150 20,23Veterinari 5.740 16.350 35,11

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5Lunedì 27 Febbraio 2017PROFESSIONISTI & PREVIDENZA

Le gestioni previdenziali dei geometri (Cipag) e dei giornalisti (Inpgi) non riescono più a far

fronte alla spesa per pensioni con i soli contributi incassati. Una situazione che l’Istituto pensionistico dei giornalisti promette di migliorare grazie a una riforma strutturale ap-provata dai ministeri vigilanti nei giorni scorsi (si veda Italia-Oggi del 22/2/2017). Ma c’è da monitorare anche l’andamento del rapporto attivi/pensionati nelle casse dei ragionieri e dei notai. Soprattutto nel primo caso, la cancellazione per leg-ge dell’albo dei ragionieri ha bloccato il fl usso di iscrizioni all’ente previdenziale. Migliora nel tempo, per via delle riforme approvate negli ultimi anni, in-vece, lo stato di salute di tutte gli altri istituti pensionistici pur in presenza di una spesa previdenziale in crescita del

4%. Molto positivi anche tutti gli indici delle casse di nuova generazione: tanti contributi incassati a fronte di una spesa minima per pensioni, fra l’al-tro di basso importo (circa 200 euro al mese) quelle erogate. È la fotografi a scattata dal Cen-tro Studi di Itinerari previden-ziali, che raccoglie l’esperienza del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale del mini-stero del lavoro poi soppresso, con il suo quarto rapporto. Oltre alla spesa per pensioni e alle entrate contributive, il rapporto in commento ana-lizza il «saldo pensionistico». Quest’ultimo è un indicatore fondamentale per valutare l’equilibrio dei bilanci degli enti a 50 anni (il primo indicatore della sostenibilità della spesa nel medio e lungo termine) ed è dato dal rapporto tra le entrate contributive relative ai contri-buti soggettivi e integrativi e

il costo per l’erogazione delle pensioni al netto delle entrate relative alle altre contribuzioni (che sono minime), dei rendi-menti prodotti dalla gestione del patrimonio, delle uscite per prestazioni non pensionistiche e dei costi di funzionamento.

La nuova sostenibilità. Le norme per la redazione dei bi-lanci tecnici degli Enti gestori privatizzati di forme di previ-denza obbligatoria e le regole per il calcolo della sostenibilità, previste dai due decreti legisla-tivi istitutivi, sono state modi-fi cate una prima volta nel 2006 portando da 15 a 30 anni l’arco temporale per il quale garanti-re la sostenibilità fi nanziaria. Nel 2011 la sostenibilità dei bilanci è stata aumentata a 50 anni, con il vincolo di avere sempre il saldo pensionistico positivo senza contabilizzare le entrate derivanti dai reddi-ti dei patrimoni e senza l’uti-

lizzo di parte degli stessi per sopperire a periodi di aumen-to temporaneo della spesa per pensioni.

Le situazioni più critiche. L’esame del saldo pensionisti-co evidenzia le diffi coltà della Cassa geometri e di quella dei giornalisti (Cipag e Inpgi) che presentano un valore inferio-re a uno in quanto le entrate da contributi non coprono le spese per le prestazioni. La Cassa geometri, tuttavia, nel corso del 2015 ha ridotto del 90% il deficit riducendolo a soli 2,5 milioni di euro grazie alla crescita dei contributi del 9,5% contro il 3,6% delle pre-stazioni, portando così il saldo pensionistico a 0,99. Si è inve-ce ulteriormente aggravata di oltre il 28% la differenza tra contributi e pensioni con un defi cit che ha raggiunto i 112,5 milioni facendo scendere il sal-do pensionistico di Inpgi fi no a 0,76 e questo quale conseguen-za di un aumento della spesa pensionistica (+3,7%) a fronte della continua riduzione dei contributi (-2,4%) dovuta alla pesante crisi di settore con un aumento delle riduzioni di personale e delle prestazioni a sostegno del reddito (disoc-cupazione, mobilità). L’Inpgi, però, nel 2016 ha varato una pesante riforma che dovrebbe consentire all’Ente di rientrare in qualche tempo nei parame-tri previsti dalla normativa vi-gente. Saldi positivi. Per contro veterinari, avvocati e dottori commercialisti (le cui gestio-ni previdenziali fanno capo all’Enpav, alla Cassa forense, e alla Cnpadc) presentano un saldo pensionistico di tutto ri-spetto con valori vicini o supe-riori a 2, con contributi più che doppi rispetto alle prestazioni. Ragionieri e notai (Cnpr e Cnn) presentano, invece, un saldo rispettivamente pari a 1,24 e 1,31. Da rilevare, tuttavia, che queste due categorie scontano una platea di possibili aderenti piuttosto limitata nel caso dei notai e ancora quasi chiusa e per i ragionieri con possibili criticità in assenza di variazio-

ni normative o di revisioni. Gli ultimi arrivati. Data la

recente costituzione degli enti di nuova generazione, le pre-stazioni pensionistiche sono molto poche e di conseguenza il saldo pensionistico è gene-ralmente molto positivo pur ri-ducendosi lievemente nell’ulti-mo anno. Si va, infatti, dal 7,35 (più di 7 volte le prestazioni) dei periti industriali (Eppi) a oltre il 16 volte degli psicologi (Enpap) e dei biologi (Enpab). Poco signifi cativi anche se for-temente positivi, sono il 32,95 degli Infermieri (Enpapi) e il 132,39 degli Agrotecnici (En-paia Agr.) infl uenzati, il primo, dall’ingresso a partire dal 2013 degli Infermieri con contratti di collaborazione coordinata continuativa e, il secondo, dal fatto di essere operativo a par-tire dal 2008 e di erogare solo 21 pensioni. Il rapporto pensio-nati/attivi. Quanto al rapporto pensionati/attivi i dati migliori li evidenziano la cassa dottori commercialisti con solo 10,76 pensionati ogni 100 attivi se-guiti da cassa forense (11,65) e Inarcassa per ingegneri e architetti (16,41). Più proble-matico il rapporto per Inpgi (57,29 pensionati ogni 100 atti-vi), Cassa del notariato (54,17) e medici (53,08). Impegnati nell’obiettivo di monitorare questo andamento, solo vete-rinari, farmacisti e avvocati (Enpav, Enpaf e Cassa Foren-se) sono riusciti a migliorare il rapporto nel 2015 rispettiva-mente del 6,4%, 4,2% e 3,3%. Molto buono anche il rapporto pensionati/attivi nelle nuove gestioni che, trascurando le due gestioni speciali in Enpaia che sono molto piccole, va dai 4,15 pensionati ogni 100 attivi di Inpgi-gestione separata ai 4,43 degli infermieri (Enpa-pi) con un massimo di 24,39 pensionati per 100 attivi dei periti industriali (Eppi); gli altri enti presentano un valore inferiore ai 10 pensionati. Va da sé che più passano gli anni e più aumentano i pensionati e quindi il rapporto tenderà a crescere.

Itinerari previdenziali: i soli contributi raccolti non bastano per pagare le pensioni

Inpgi e Cipag, gestioni in affanno

l’apertura ai professionisti senz’albo

nel 1994 con la privatizzazione: nel sistema pubblico. Diverse sarebbero le conseguenze, riguardanti la natura del bilancio, il regime dei controlli, l’applicazione della normativa relativa al pubblico impiego (per esempio in materia di revisione della spesa) e alla centralizzazione degli acquisti. L’iniziativa legislativa propone quindi la presenza di un magistrato contabile alle sedute degli organi di amministrazione e di controllo di ciascun ente; l’attribuzione alla Covip delle compe-tenze di carattere regolatorio, ispettivo e sanzionatorio (facendo valere la responsabi-lità personale degli amministratori); l’accor-pamento di casse di previdenza istituite dopo il 1994, suddividendole in tre aree distinte per attività economica; un regime di favo-re per gli investimenti destinati alla tutela sanitaria, all’accesso al credito agevolato, alle politiche in favore dei giovani e del loro sviluppo professionale; la verifi ca dell’anda-mento delle dismissioni immobiliari.

Enti più piccoli da accorpare. La pro-posta legislativa di Titti Di Salvo punta a valorizzare l’ultima indagine conoscitiva del-la bicamerale di controllo degli enti gestori di cui fa parte e che, in linea con il passato, in questa legislatura si è molto interessata delle Casse e dei loro investimenti. Si tratta

di un testo unifi cato in materia di enti previ-denziali privati uffi cializzato qualche giorno fa (si veda ItaliaOggi dell’11 febbraio 2017). Il Testo prevede l’esclusione delle Casse dal-la normativa relativa agli enti pubblici, fatte salve l’applicazione delle norme del T.u. fi na-lizzate a garantire la trasparenza e la corret-tezza gestionale. Previsione attesa e solleci-tata da tempo. L’iniziativa legislativa mira a rivoluzionare il comparto. L’art. 3, infatti, non solo sbarra la strada a nuovi enti mono-categoriali dando la possibilità di accorpare quelli esistenti. Ma apre le porte degli enti esistenti anche alle categorie professionali (privi di un ente specifi co e attualmente sot-to il tetto della gestione separata dell’Inps insieme ai parasubordinati) non organizzate in ordini e collegi e disciplinati dalla legge 4/13. Di più: «Al fi ne di consentire il riordino del settore», si legge nel testo, «e di favorire l’accrescimento della solidità economica-fi -nanziaria e lo sviluppo di sinergie gestionali a tutela degli interessi degli iscritti, entro cinque anni dall’entrata in vigore del Tu gli enti di previdenza con iscritti inferiori a 60 mila deliberano l’accorpamento con altri enti, secondo criteri di riunione delle professiona-lità similari e tra loro professionalmente in-terconnesse».

Il quadro generale

Numero contribuenti

Numero pensionati

Entrate contributive

Uscite per prestazioni

Saldo contabile Patrimonio

Casse 509/94 1.116.028 349.264 7.495.315.409 4.552.480.767 3.474.826.386 55.080.537.776Casse 103/96 185.373 13.140 413.279.042 32.324.514 151.166.148 4.988.659.715

e gestioni previdenziali 4% Molto positivi anche tutti il costo per l’erogazione delle lizzo di parte degli stessi per ni normative o di revisioni

Saldo entrate/uscite

Importo 2015 (mln) Variaz. % sul 2014 Variaz. % sul 5 anni Variaz. % su 10 anniVariaz. % da inizio

rilevazione

Casse 509/94 2.943 1,22% 5,95% 51,36% 644,73%

Casse 103/96 381 5,48% 24,02% 61,88% 22256,85%

Totale 3.324 1,69% 7,75% 52,50% 708,08%

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6 Lunedì 27 Febbraio 2017 VALUTE COMPLEMENTARII circuiti alternativi ottimizzano domanda e offerta a favore delle economie locali

Sardex o Tibex otto volte più veloci delle monete reali

Pagina a cura DI GLORIA GRIGOLON

Il circuito delle monete complementari sostiene le economie locali con una velocità di circolazione su-

periore a quella della valuta reale (circa otto volte), che per-mette di ottimizzare l’incontro tra domanda e offerta. Obiet-tivo primario: fronteggiare la carenza dei crediti alle piccole e medie imprese da parte del sistema bancario uffi ciale.

Dopo il successo del Sardex, l’unità di conto sfruttata dagli imprenditori sardi all’inter-no di un network dedicato, le monete complementari hanno convinto sempre più le realtà regionali italiane, specie le pmi e gli artigiani. Mentre una de-fi nizione più ampia di moneta complementare include al suo interno tutto ciò che esula dal-la valuta uffi ciale di riferimen-to (tra cui il circuito dei buoni pasto, la criptomoneta bitcoin e altri sistemi di scambi si-mili al baratto), un focus più approfondito sulle reti locali del territorio è necessario alla luce di un momento storico di ristrettezze dal punto di vista della capacità di effettuare nuovi investimenti.

Il network e il funziona-mento. Dati della Banca mon-diale mostrano che tre pmi su quattro hanno difficoltà a trovare un fi nanziamento. Un gap che le «economie informa-li», se messe in condizione di farlo, possono colmare. A dirlo a ItaliaOggi Sette è Claudio Mancosu, consigliere delega-to di Sardex Spa, il quale ha spiegato come la Sardegna, già prima della recente crisi econo-mica, si sia trovata a valutare strade alternative al credito bancario, a fronte delle com-plessità legate alla concessione di fi di, concepiti come ad alto rischio e gravati da oneri su-periori alla media peninsulare. L’idea del network, composto da più soggetti attivi in settori differenti, prende forma dalla

rete di imprese del territorio unitesi allo scopo di combinare domanda e offerta su un cana-le separato da quello di mer-cato. Il circuito regola, infatti, gli affari tramite un sistema di compensazione che sfrutta una moneta interna intesa come mera unità di conto, non esi-stente in forma cartacea. Essa non può essere convertita con euro fi sici, non frutta interessi né subisce l’effetto cambio (il peso resta fi sso in un rapporto 1 a 1 rispetto a quella uffi cia-le). Nel caso in cui domanda e offerta all’interno della rete ri-sultino sproporzionate, si apre una fase di procacciamento atta a includere nuove realtà nel sistema.

Insolvenza, rating e com-pliance fi scale. Ogni posizio-ne a credito o debito legata a un affare concluso nel circuito ha una scadenza di 12 mesi; il che signifi ca che ogni soggetto ivi incluso entro un anno dalla stipula deve saldare la propria posizione con valuta virtuale. Più veloce è il saldo, più si con-solida il rating aziendale e in-dividuale all’interno della rete. Un rating dato dall’affi dabilità aziendale territoriale, che non basa la propria valutazione su stringenti criteri standardizza-ti (quali quelli Ue di Basilea), ma osserva il credit scoring storico del circuito. Allo scade-re dell’ultimo mese, l’eventuale mancato pagamento riporta il debitore nel contesto reale: a esso viene addebitato in valu-ta reale l’importo a carico del-la azienda, con un iter esterno che segue quello classico della giurisprudenza. Le somme ottenute vengono quindi con-vertite in nuovi crediti virtuali e reinserite all’interno del si-stema.

Nulla cambia, inoltre, dal punto di vista fi scale: il fatto che il saldo delle posizioni av-venga tramite una valuta fi t-tizia non modifi ca ammontare e oggetto della fatturazione reale, passibile di Iva, tasse e oneri fi scali. Il circuito dei pa-

gamenti Sardex soggiace infat-ti agli adempimenti contabili, per la realizzazione della pri-ma nota.

Sardex e gli altri circuiti. Numeri alla mano, dal momen-to del suo ingresso sul mercato (2010) fi no all’ultimo dato re-gistrato (giugno 2016), Sardex ha mosso crediti pari a 140 milioni di euro, con oltre 300 mila operazioni effettuate e più di 3.500 aziende iscritte al circuito. In termini relativi, tali numeri vedono una crescita del transato, dal 2012 al 2015, del 1060%, con una velocità di circolazione del Sardex supe-riore a otto volte quella della moneta unica europea.

Ma la Sardegna non è la sola regione a essersi mossa a tal proposito. Tra i casi di mag-gior successo che stanno ora prendendo piede, vi è infatti il Lazio, con il Tibex, cui seguo-no i circuiti complementari di Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Campania. La comunicazione tra differenti network per il matching di domanda e offer-ta è possibile, sebbene si ten-da, per ragioni proprie delle monete complementari (vale a dire l’incentivazione delle realtà locali sul territorio) a prediligere soggetti più vicini

geografi camente al circuito.Vigilanza e ruolo. Ogni

network è impostato come un «closed loop», un anello chiuso, all’interno del quale non vi è capacità liberatoria universale di moneta, non esiste possibi-lità di tramutare debiti/crediti in valuta reale, né esiste vinco-lo di accesso tramite raccolta di depositi. La vigilanza interna è quindi demandata al sistema stesso, in uno schema di auto-regolamentazione che parte dall’affi dabilità mostrata dalle imprese nei rapporti B2B.

Esiste una seconda fi nalità del circuito, la cosiddetta B2E, rivolta ad amministratori, di-pendenti e collaboratori delle imprese aderenti, che possono aprire un conto personale col-legato da una carta. Le azien-de possono incentivare così la propria forza lavoro erogando benefi t, indennità sostitutive di mensa e bonus salariali di-rettamente in moneta locale. I dipendenti inoltre possono ri-chiedere anticipazioni sul tfr e sulle retribuzioni future.

Le monete complementa-ri nel mondo. Se l’avvento del Sardex basa la sua operatività sulle necessità del territorio, l’intuizione di fondo deriva da esperienze pregresse, tra cui, prima tra tutte, quella svizzera. Il Wir di Zurigo, un

sistema indipendente di valuta complementare, è stato creato nel 1934 a causa di una caren-za di liquidità seguita al crollo del mercato azionario del 1929. Uno studio della Commissione europea del gennaio 2017 ha fatto il punto sullo scenario europeo delle monete com-plementari (alternative cur-rencies), evidenziando come, mentre le criptovalute inter-nazionali (tra cui il bitcoin) presentano complicazioni non solo dal punto di vista della tracciabilità, ma anche per il fatto che non possano essere ricondotte a uno specifi co am-biente, luogo e fi ne, le monete complementari locali svolgono un ruolo fondamentale nel dare dinamicità. A oggi il paese che vanta un maggior quantitativo di mezzi di scambio alternativi è la Germania (con 28 sistemi complementari); seguono il Belgio (19), che utilizza il siste-ma alternativo per incentivare attività sportive e consumi in linea con il rispetto dell’am-biente; il Regno Unito (15), con il caso del BristolPound, creato a sostegno delle aree del sud-ovest; la Spagna (14), che vanta la frequenza più alta negli scambi a livello di Unione europea); l’Olanda (11), l’Italia (9) e la Francia (8).

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gamenti Sardex soggiace infat geograficamente al circuito sistema indipendente di valuta

Il circuito della moneta complementare

Che cos’èIl network è dato da un rete di imprese del territorio attive in settori di diverso genere che scambiano beni e servizi per mezzo di una valuta virtuale (l’unità di conto ha cambio 1:1 rispetto a quella ufi ciale)

Perché nasce

Il network rende più semplice la collaborazione tra società. Obiettivo principale è dare liquidità alternativa al mercato in condizioni di ristrettezza del credito (la selezione delle aziende «sane» segue criteri di valutazione meno stringenti rispetto ai parametri di Basilea)

Come funziona

Il circuito vanta un sistema di compensazione basato sulla moneta interna, scevra da effetto cambio. Dà la possibilità a imprese e professionisti di i nanziarsi reciprocamente senza interessi, trasformando capacità produttiva inespressa in li-quidità. Si creano così posizioni a credito/debito da saldare in moneta virtuale entro l’anno

Insolvenza

Il mancato pagamento di una posizione nel circuito genera l’addebito per l’azienda insolvente in valuta reale. Tale cifra viene poi convertita in nuovi crediti in valuta virtuale, rimessi a disposizione del circuito

Crescita e sviluppo

Maggiore è la domanda, maggiore è la richiesta d’ingresso ri-volta a nuove società con sede/i liale nel territorio. Si punta a creare uno spazio i duciario che attiri da solo nuovi soggetti

ComplianceLo scambio interno genera fatturato, sul quale si calcolano imposta sul valore aggiunto, tasse ed oneri i scali

Vigilanza

Il network è un sistema c.d. closed loop: non può avvenire all’inter-no di questo la vendita di crediti/debiti. Non vi è inoltre capacità liberatoria universale, né si pratica la raccolta del deposito. Vige dunque regime di autoregolazione, secondo codice etico

Networks attivi in Italia

Piemonte Piemex.netLombardia Circuitolinx.netVeneto Venetex.netEmilia-Romagna Liberex.netUmbria Umbrex.netMarche Marchex.netAbruzzo Abrex.netLazio Tibex.netMolise Samex.netCampania Felix.netSardegna Sardex.net

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7Lunedì 27 Febbraio 2017LuneVALUTE COMPLEMENTARIEsperienze sul campo: applicato in azienda un nuovo modello di politica retributiva

Non solo euro in busta pagaPagina a cura

DI CRISTINA GUELFI

Non solo euro: in busta paga c’è anche la mo-neta complementare. Un sistema, frutto di

accordo tra azienda e sinda-cati, che punta, da un lato, a incentivare l’economia dei ser-vizi, soprattutto a livello locale; dall’altro trovare un punto di equilibrio fra sostenibilità dei conti e aumento della produt-tività. È, in estrema sintesi, quanto prevede l’accordo sot-toscritto con le tre sigle sinda-cali principali (Cgil, Cisl, Uil) da una piccola realtà impren-ditoriale appartenente al set-tore del commercio di generi alimentari.

La catena di distribuzione ha sviluppato un tavolo di tratta-tive che ha coinvolto la totalità dei lavoratori della società per sottoscrivere un accordo collet-tivo di secondo livello che ha previsto, da un lato, la riduzione dei costi derivanti dall’accesso al credito bancario, dall’altro, l’ottimizzazione della gestione dei costi inerenti l’impiego del personale dipendente.

La scelta iniziale dell’azien-da di aderire al circuito di moneta virtuale rappresenta una importante novità per il tessuto produttivo nazionale medio piccolo, così come è in-novativa la decisione azienda-le sottoscritta in contratto di coinvolgere i propri dipendenti all’interno del circuito consen-tendogli di fruire di una vasta gamma di servizi altrimenti non accessibili.

Stiamo parlando di un cir-cuito di mutuo credito pensato principalmente per le piccole e medie imprese che comprano beni e servizi all’interno del network di affi liati in un ter-ritorio defi nito.

La moneta complementare è la moneta utilizzata per queste compravendite ed è fi ssata in parità con l’euro, anche se con esso non è scambiabile.

Diversi i vantaggi per le aziende: innanzitutto i titolari delle imprese e delle ditte ade-renti al circuito possono com-prare beni e servizi utili alla propria attività, oppure per le proprie esigenze personali. Inoltre permette di aumenta-re la liquidità per poter tran-sare e rimanere sul mercato in tempi di crisi mantenendo così la logica del profi tto in chiave sostenibile.

La trasparenza del siste-ma di pagamento permette di tracciare ogni transazione e di pagare le tasse (questa volta in euro) con l’effetto di costruire e rinsaldare la fi du-cia nella comunità, radicata a livello territoriale e identitario, che il circuito rappresenta. La fi ducia è, infatti, il collante che rende sostenibile ed effi ciente il circuito di mutuo credito, aggiungendo valore sociale a quello economico.

Infi ne uno degli aspetti più interessanti di «design» di que-

sta moneta è l’assenza di tasso di interesse che permette alle aziende di ingenerare un ri-sparmio economico da investire in valuta corrente.

Nello specifico l’accordo in questione ha esteso la possibi-lità ai lavoratori dell’impresa non solo di aderire al circuito fruendo di benefi t detassati ma ha permesso anche ai lavorato-ri di benefi ciare in busta paga di una mensilità in più non prevista dal contratto collettivo applicato che l’azienda ha potu-to erogare ai lavoratori in valu-ta corrente grazie al risparmio fi scale e all’assenza di tassi di interesse che l’adesione al cir-cuito ha reso possibile.

Aderire a un circuito di mo-neta complementare signifi ca oggi per una impresa avere la possibilità di sentirsi parte di una rete all’interno della qua-le è possibile sostenersi, fi nan-ziarsi, aumentare la propria clientela controbilanciando la crisi di liquidità. Alimentare un’economia di servizio in rete permette alle aziende di creare sostenibilità dei costi aumen-tandone allo stesso tempo il valore.

Ma quanto conviene oggi a una impresa aderire a un circu-ito di moneta complementare? Poniamo che un’azienda abbia fatto ricavi per 100 mila euro e affrontato costi per 80 mila euro. Poniamo ora che questi

80 mila euro siano rispettiva-mente suddivisi in 35 mila euro di costi fi ssi e 45 mila euro di costi variabili. Questo signifi ca che se l’azienda dovesse fare 10 mila euro di vendite aggiuntive all’interno del circuito (pari al 10% del suo fatturato) i suoi costi non aumenterebbero di 8 mila euro ma appena di 4.500 euro.

Da ciò ne deriva che quando l’azienda in questione andrà ad acquistare un bene, poniamo, per esempio, di mille euro di valore commerciale, in realtà, pagandolo attraverso vendite aggiuntive, quello stesso bene gli sarà costato in termini di

esborso di cassa appena 450 euro.

In altri termini quando l’im-presa effettua una vendita aggiuntiva attraverso il Circu-ito di moneta complementare aumentano solo i costi varia-bili o costi marginali, mentre rimane invariato il costo fi sso aziendale.

Sotto diverso profi lo occorre altresì comprendere in concre-to in quale modo l’adesione al circuito si rifl ette sul bilancio di una impresa.

Ebbene, se un’azienda effet-tuasse nel corso dell’anno 25 mila in moneta complementa-re di vendite e parallelamen-

te abbattesse 25 mila euro di costi il suo fatturato salirebbe a 125 mila euro, mentre i suoi costi sarebbero di 93.500 euro, dei quali 25 mila sarebbero so-stenuti senza esborso di cassa grazie alla moneta comple-mentare incassata tramite le vendite aggiuntive derivate dal circuito.

Il margine dell’azienda sali-rebbe dai 20 mila euro (situa-zione iniziale prima dell’iscri-zione al circuito) a 32.500 euro realizzato attraverso l’utilizzo di moneta complementare realizzando un risparmio di 12.500 euro.

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sta moneta è l’assenza di tasso

In un mercato del lavoro sempre più fl essibile aumenta l’importanza fra im-prenditori del sapere fare rete. La rete consiste in un fenomeno economico e giuridico in cui più imprese, indipen-denti, agiscono in modo coordinato, dando vita a operazioni economiche e organizzative eterogenee.Il contratto di rete è quindi un contrat-to di collaborazione fra imprenditori, in forza del quale due o più imprendi-tori, perseguono lo scopo di accresce-re, individualmente e collettivamen-te, la propria capacità innovativa e la propria competitività nel mercato di riferimento. In un moderno sistema di relazioni industriali il contratto di rete rappre-senta uno strumento elastico che le im-prese possono confezionare su misura adattandolo senza limiti alle proprie esigenze organizzative e produttive. È in questo scenario che un gruppo di 12 imprese della Emilia-Romagna operanti nel settore agroalimentare hanno deciso di unire le forze per dare vita a una rete di imprese accomuna-te dall’intenzione di volere realizza-re processi innovativi di fi liera nella produzione di macchine agricole e nel packaging alimentare in un’ottica sia

di superamento del particolarismo distrettuale sia con l’obiettivo di cre-are forme certe di collaborazione e coordinamento tra le medesime, nella prospettiva di conseguire e assicurare stabili sinergie in grado di apportare vantaggi alle propria organizzazio-ne aziendale in termini di «Qualità», «Innovazione» ed «Economicità» (si veda la tabella). Le imprese aderenti alla rete hanno utilizzato vari driver di competitività quali l’utilizzo nelle creazioni dei prodotti di materiali di prima scelta Made in Italy, l’utilizzo di meccanismi di produzione ad alto livello tecnologico accompagnato da management aziendali c.d. Wealth.Uno degli aspetti focali del contratto di rete sottoscritto è stato la costi-tuzione da parte di ciascuna impresa di una Governance trasparente parti-colarmente attenta al benessere del proprio personale dipendente e alla sostenibilità del territorio operativo di riferimento. Molti i vantaggi per le imprese e per il territorio. Innanzitutto la creazio-ne di una rete di imprese ha consenti-to alle aziende aderenti la possibilità di generare un risparmio derivante da un regime fi scale particolarmen-

te favorevole nonché il benefi cio di poter avviare convenzioni con istituti bancari per ottenere facilitazioni di accesso al credito permettendo così alle stesse di investire in know-how e formazione del capitale umano. Le aziende operando in rete hanno alimentato quindi non solo un costan-te fl usso di informazioni e prestazio-ni da condividere all’interno del net-work ma hanno condiviso e avviato processi di collaborazione in forme e ambiti predeterminati attinenti l’og-getto delle proprie imprese. La costituzione di reti di imprese unito al ruolo delle istituzioni loca-li e del Terzo Settore consente poi di porre maggiore attenzione alle caratteristiche geografi che e sociali all’economia del proprio territorio e di assumere un ruolo determinante per lo sviluppo dello stesso contra-stando per esempio il deterioramen-to dei servizi sociali e sanitari locali ma anche valorizzare competenze professionali. Operare in rete ripartendo dal terri-torio permette di coniugare l’obiet-tivo del profitto con un positivo impatto verso le persone e verso l’ambiente.

Arma in più è saper far rete: la case history emiliana

I costi

In un mercato del lavoro sempre più di superamento del particolarismo te favorevole nonché il beneficio di

Gli effetti

Potenziamento commerciale + + =

Aumento produttività/innovazione/know

how

Potenziamento contrattuale

Contratto di rete

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8 Lunedì 27 Febbraio 2017 F I S C OL’orientamento di sentenze delle commissioni tributarie. Illegittimi anche gli interessi

Riscossione, l’aggio non si versaManca la connessione con la capacità contributiva

Pagina a curaDI ANDREA BONGI

E SILVIA BARTOLOZZI

I compensi di riscossione e gli interessi passivi sui debiti a ruolo fi niscono sul banco degli imputati. Se-

condo le più recenti sentenze di merito delle commissioni tributarie gli aggi o compen-si di riscossione sono illegit-timi perché, essendo espressi in misura percentuale, non rappresentano l’effettiva at-tività svolta dall’agente della riscossione. Gli interessi espo-sti nelle cartelle di pagamen-to, compresi quelli moratori, sarebbero altresì illegittimi perché non è consentito al contribuente verifi care l’esat-tezza del loro computo.

L’aggio di riscossione, come è noto, è il compenso che spet-ta a Equitalia per l’attività di esazione da questa resa per conto dell’Ente impositore e costituisce il guadagno della società di riscossione.

Sul fronte degli interessi di mora si segnala invece una specie di dietrofront della Cassazione che ne ha sdoga-nato la legittimità con una recentissima ordinanza.

L’aggio o oneri di riscos-sione. Originariamente l’ag-gio era richiesto al debitore solo in ipotesi di mancato pa-gamento della somma dovuta entro i termini di scadenza della cartella di pagamento. Con le disposizioni contenute nel decreto legge n. 262/2006 si è invece previsto che l’aggio è dovuto a prescindere, anche se il contribuente provvede al pagamento nei termini.

A i s e n s i de l l ’ a r t i co lo 17 del dlgs n. 112/1999, l’ag-gio è pari a una p e r c e n t u a l e de l l ’ importo iscritto a ruolo: in caso di pa-gamento tem-pestivo, infatti, i l compenso ammonta al 4 ,65% del le somme iscritte a ruolo, mentre nel caso di pa-gamento oltre i termini, il com-penso aumenta in una misu-ra pari all’8% (dal 1° gennaio 2016 tali percentuali sono scese rispettivamente al 3 e al 6%).

Ciò signifi ca che, a prescin-dere dall’attività svolta da Equitalia, l’importo del com-penso cambia a seconda del valore delle somme iscritte a ruolo, non essendo vincolato alla remunerazione dell’atti-vità effettivamente svolta dal concessionario. Tale criterio, secondo i giudici tributari, ap-pare in contrasto con l’artico-

lo 3 della Costituzione, per as-senza di connessione tra aggio e capacità contributiva. L’ag-gio, inoltre, rappresentando la remunerazione per l’atti-vità svolta dal concessionario per la riscossione dei debiti per conto dell’Ente imposito-re, attiene esclusivamente al

rapporto tra quest’ulti-mo e il con-cessionario del servizio stesso e non può pertan-to essere fatto gra-v a r e s u l contribuen-te, in quan-to soggetto e s t r a n e o a tale rap-porto.

Non solo. L ’ a g g i o esattoria-

le sarebbe illegittimo anche sotto un ulteriore profilo. Trattandosi di un compenso riconosciuto dalla normativa italiana a favore di un’im-presa italiana, e non essendo collegato all’effettiva attività svolta da tale impresa, esso costituisce un aiuto di Stato, come tale in contrasto con l’articolo 107 del Trattato di funzionamento dell’Unio-ne europea, secondo il quale sono incompatibili con il mer-cato comune gli aiuti conces-si dagli Stati sotto qualsiasi

forma, che, favorendo alcune imprese, falsino o minaccino di falsare la concorrenza.

Equitalia, dunque, essendo costituita in forma di socie-tà commerciale verrebbe a conseguire un ingiusto van-taggio economico, superiore a quello che conseguirebbe sul mercato o, comunque, a quel-lo proporzionale all’attività effettivamente svolta, condi-zionando perciò il regime di libera concorrenza.

Le modifiche in atto con lo scioglimento di Equitalia potrebbero evitare le future censure in ordine agli aiuti di Stato mentre il solo cambio di denominazione dell’aggio in oneri di riscossione non pare in grado di superare le censu-re in ordine alla mancata cor-relazione fra l’attività svolta e il compenso previsto.

Gli interessi esposti in cartella. Anche sugli inte-ressi esposti nelle cartelle di pagamento si è abbattuta la scure dei giudici di legitti-mità, che hanno sanzionato l’impossibilità di verifi care, con l’esame della cartella, i criteri in base ai quali Equi-talia effettua il conteggio de-gli interessi moratori.

Gli interessi di mora ricom-presi nell’importo totale della cartella, non sarebbero intel-ligibili per il contribuente, essendo indicata solo la cifra totale degli interessi dovuti, senza alcuna indicazione del

metodo di calcolo impiegato né delle singole aliquote ap-plicate alle varie annualità. Ciò impedirebbe al contri-buente di poter verifi care la correttezza del calcolo effet-tuato e, di conseguenza, delle somme pretese dal concessio-nario.

Sempre per tale ordine di motivi, la Commissione pro-vinciale di Genova, inoltre, ha ritenuto ingiustifi cato imporre al contribuen-te l’onere di effettuare da solo il calcolo degli interessi per ogni gior-no di ritardo nel pagamen-to successivo alla scadenza, senza che sia indicata l’ali-quota di rife-rimento.

Le pronunce dei giudici di merito in commento si inse-riscono sulla scia della sen-tenza n. 8934 del 17/4/2014 con cui la Corte di cassazione ha affermato che «l’obbligo di una congrua, suffi ciente e intelligibile motivazione non può essere riservato ai soli avvisi di accertamento della tassa» e che «alla cartella di pagamento devono ritenersi comunque applicabili i prin-cipi di ordine generale indicati per ogni provvedimento am-ministrativo».

Pertanto, secondo le com-

missioni di merito, le cartelle che non dettagliano puntual-mente il conteggio degli inte-ressi e le aliquote applicate alle varie annualità sono af-fette da nullità, trattandosi di atti lesivi del diritto alla difesa del contribuente.

Gli interessi di mora. Con una recentissima pronuncia i giudici della Cassazione han-no invece affermato che nes-sun rilievo di legittimità può essere mosso nei confronti degli interessi di mora adde-bitati in cartella. Ciò avvenu-to tramite l’ordinanza n. 4376 del 21 febbraio scorso con la quale gli ermellini hanno re-spinto la tesi del contribuente secondo la quale la cartella di pagamento, non rispetta l’arti-colo 3 della legge 241 del 1990 (trasparenza amministrativa) in quanto nella stessa non sono presenti le modalità con le quali vengono calcolati gli interessi di mora.

La cartella di pagamento, si legge nell’ordinanza, non è un atto impositivo ma è un atto dell’agente della riscos-sione che viene predisposto in conformità ad un modello approvato con apposito decre-to ministeriale. Gli interessi di mora sono dovuti per legge sulle somme iscritte a ruo-lo qualora il pagamento non venga effettuato dal debitore entro i sessanta giorni dalla data di notifi ca della cartella e il tasso da applicare è defi -nito dall’articolo 30 del dpr n. 602/1973.

Il rinvio a tale disposizione normativa che detta i criteri di calcolo degli interessi mo-ratori, secondo i giudici del Palazzaccio, rende chiara la motivazione dell’atto imposi-tivo emesso dall’agente della riscossione (la cartella di pa-

gamento).O l t r e a

queste con-siderazioni la sentenza in commento si spinge più in avanti de-fi nendo come non pertinen-te il richia-mo fatto dal r i c o r r e n t e al contenuto

della sentenza n. 4516/2012. In quel caso infatti oggetto delle riflessioni dei giudici di legittimità non erano gli interessi di mora, bensì le modalità di calcolo degli in-teressi dovuti dal debitore per ritardata iscrizione a ruolo ai sensi dell’articolo 20 del dpr n.602 del 1973.

Le cartelle emesse da Equi-talia devono pertanto ritener-si valide anche se nelle stesse non sono esplicitate le moda-lità di calcolo degli interessi di mora.

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Secondo le più recenti sentenze di merito delle com-missioni tributarie gli aggi o compensi di riscossione sono illegittimi perché, essendo espressi in misura percentuale, non rappresentano l’effettiva attività svolta dall’agente della riscossione

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Gli interessi espo-sti nelle cartelle di

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sarebbero illegittimi perché non è consen-tito al contribuente verifi care l’esattezza

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Compensi e interessi sul banco degli imputati

Ctp TrevisoSentenza n. 325 del 12/9/2016

Il compenso di riscossione attiene al rapporto fra l’Ente impositore e il concessionario e non può essere addossato al contribuente. L’aggio di riscossione è inoltre contrario alle norme comunitarie in quanto aiuto di Stato

Ctp GenovaSentenza n. 1618

del 2/8/2016

L’impossibilità per il contribuente di comprendere e verii care agevolmente il calcolo degli interessi esposti nella cartella di pagamento (non essendo stati indicati né i criteri seguiti né le aliquote applicate per le varie annualità) costituisce chiara evidenza del vizio di mo-tivazione dedotto; ne consegue l’annullabilità parziale dell’atto impugnato

Ctp LecceSentenza n. 620 del 26/2/2016

La mancata indicazione di un tasso agli interessi di modo che la quantii cazione operata dall’Ufi cio di riscossione non sia suscettibile di essere controllata, non costituisce adeguata motivazione di una pretesa i scale ed è, pertanto, illegittima. Egualmente illegitti-ma per carenza di motivazione è la determinazione del compenso di riscossione, priva di qualsiasi riferimento normativo e dell’indicazione della percentuale

Ctr LombardiaSentenza n. 5454 del 16/12/2015

Il compenso di riscossione è illegittimo perché la remu-nerazione pretesa dall’agente della riscossione, viene determinata in percentuale all’imposta iscritta a ruolo, senza tenere conto dell’attività effettivamente svolta

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9Lunedì 27 Febbraio 2017 9Lunedì 27 Febbraio 2017F I S C OUna sentenza della Cassazione su omesso versamento e procedure concorsuali

La transazione estingue il reatoMa l’omologazione deve precedere la scadenza prevista

Pagina a cura DI ALESSANDRO FELICIONI

La transazione fisca-le blocca il sequestro penale; solo, però, se omologata prima della

scadenza naturale del termi-ne di versamento. L’articolata e non sempre lineare vicenda dei rapporti tra definizioni agevolate dei tributi e rifl essi penali dei relativi omessi ver-samenti si arricchisce di un nuovo intervento. È la Corte di cassazione, terza sezione pe-nale, che con sentenza n. 6591 depositata in data 13 febbraio 2017 ha respinto il ricorso del pubblico ministero avanzato contro il provvedimento del tribunale del riesame che ave-va annullato il sequestro per equivalente finalizzato alla confi sca disposto dal giudice per le indagini preliminari. Il tutto in relazione al reato di cui all’articolo 10-bis del dlgs n. 74 del 2000, relativo agli omessi versamenti di ritenute operate e certifi cate.

Nel caso sottoposto all’atten-zione degli ermellini, era stato ordinato il sequestro preventi-vo, fi nalizzato alla confi sca per un importo di circa 850 mila euro, corrispondenti alla som-ma risultante dai certificati rilasciati ai sostituiti, ma non versati entro il termine per la presentazione della dichiara-zione annuale di sostituto di imposta. Il sostituto di impo-sta aveva, tuttavia, sottoscritto una transazione fi scale ai sensi dell’articolo 182-ter l.f. (inserita

in un accordo di ristrutturazio-ne ai sensi dell’articolo 182-bis l.f.) prima della scadenza del termine per la consumazione del reato. Elemento poi risul-tato fondamentale, l’avvenuta omologazione dell’accordo di ri-strutturazione (e quindi della transazione fi scale).

Nel raggiungere le pro-prie conclusioni la Cassa-zione ripercorre l’evoluzione dell’orientamento giurispru-denziale sul tema. Secondo un primo indirizzo, la transa-zione fi scale, o meglio, la sua omologazione ha rilevanza addirittura sulla sussistenza del reato. Ciò perché la natu-ra pubblicistica del concordato preventivo o dell’accordo di ri-strutturazione nei quali è con-tenuta la transazione fi scale impone un coordinamento tra i due ambiti dell’ordinamento posti allo stesso livello (quello penale e quello fallimentare). Sarebbe cioè illogico permet-tere al giudice fallimentare di ammettere al concordato

preventivo l’imprenditore che nel suo piano progetta di com-mettere un reato e poi di omo-logare la deliberazione con cui i creditori hanno approvato il progetto criminoso, e contem-poraneamente permettere al giudice penale di sanzionare il soggetto che ha eseguito un accordo omologato (la cui relativa domanda era stata, tra l’altro, ab origine comu-nicata al pubblico ministero) condannandolo per il reato tributario.

Successivamente, però, si venne formando un contrappo-sto indirizzo secondo cui la pre-sentazione di una proposta di concordato preventivo e la sua approvazione di omologazione da parte del tribunale com-petente non fa venir meno la responsabilità del contribuen-te che non ha versato quanto dovuto all’Erario.

Questi due orientamenti tro-vano però un punto di contat-to, secondo la Cassazione, se si analizza meglio la natura dei

reati omissivi di cui si discu-te. L’omesso versamento di ritenute è un reato istantaneo giacché si consuma alla data di scadenza prevista per il ver-samento. Ciò comporta che la transazione fi scale omologata successivamente alla scadenza di tale termine non può avere alcuna rilevanza ai fi ni della confi gurazione dello stesso, già avvenuta. Ciò anche nel caso in cui la proposta sia stata fatta in epoca antecedente. Né, in tali casi, saranno applicabi-li gli speciali istituti previsti dal dlgs 74/2000, in relazione alla revoca della confisca e alla causa di non punibilità conseguenti al pagamento del debito tributario. Al contrario, se la transazione viene omolo-gata prima della scadenza del termine allora vengono incisi gli stessi elementi costitutivi e, in particolare, il termine del pagamento, che può essere di-lazionato ovvero frazionato in più rate, e addirittura ridotto. Ciò che potrebbe addirittura

ridurre il debito al di sotto della soglia di punibilità. In tale situazione muta il titolo da cui scaturisce il debito era-riale: non più la dichiarazione annuale ma la stessa transa-zione fiscale. Ciò comporta, peraltro, che se un domani la transazione non dovesse essere più onorata, l’eventuale revoca della stessa non potrà, in alcun caso, far risorgere il reato.

La pronuncia della Cassazio-ne è importante perché apre, in qualche modo, alla possibilità di scardinare il rigido impianto penale tributario in presenza di procedure concorsuali in qualche modo già vagliate dal tribunale. La precisazione re-lativa alla necessità che tale vaglio (omologazione) ci sia stato prima del momento in cui il reato si considera consuma-to, limita fortemente l’impatto della pronuncia. È infatti raro il caso in cui l’imprenditore si attivi così tempestivamente per la soluzione della crisi di impresa in cui versa da rag-giungere la defi nizione della stessa prima che scadano i ter-mini per i versamenti fi scali.

In ogni caso, anche grazie alle nuove regole introdotte con la riforma dei reati fi scali dell’ottobre 2015 (vedi pezzo in pagina) la transazione fi scale o altre forme di defi nizione del debito erariale, possono per-mettere, se non l’estinzione del reato, di sfuggire alle misure cautelari patrimoniali (confi -sca e precedente sequestro per equivalente).

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Se la transazione fi scale, nei limiti e con le modalità viste sopra, può disinnescare il sequestro per equivalente, la giurisprudenza di legittimità sembra aver dato rilievo anche al solo concordato preventivo, nel senso che una sua omologa consente di evitare l’insorgenza stessa del reato; anche senza alcuna transazione fi scale ma con un piano che preveda il pagamento integrale, ancorché dilazionato, del debito Iva, potenzialmen-te oggetto di reato. Anche qui si è avuto un mutamento di orientamento che, partendo da una posizione estremamente integralista è sfociato nella sentenza n. 15853 del 16/4/2015, con la quale la sezione penale della Corte di cassazione ha, tra l’altro, sancito che la presentazione per tempo del concordato (se seguita dalla sua omologa) esclude anche la sussistenza del «fumus» del reato sul quale poter fondare un provve-dimento di sequestro preventivo (anche per equivalente) del supposto conseguente profi tto. La sentenza in commento si fonda sulla natura pubblicistica del concordato che non può essere ricondotto a una mera volontà del debitore giacché deve incontrare il consenso dei creditori e il vaglio del tribunale. Così, anche senza transazione, l’omologazione del concordato che preveda il pagamento integrale del debito tributario potenzialmente oggetto di reato è effi cace a escludere ripercussioni di natura penale. In particolare, nella sentenza di cui sopra, si discuteva di omesso versamento Iva. Nel concordato presentato dal contribuente la soddisfazione del debito in questione veniva prevista in misura integrale, seppur dilazionata. Ciò in quanto, all’epoca, il credito erariale Iva era considerato del tutto non falcidiabile in sede di concordato (nemmeno con la transazione fi scale o con la relazione ex art. 160, comma 2 l.f., prevista per la falcidia di tutti gli altri crediti privilegiati). Ciò perché lo stesso credito veniva assunto quale risorsa comunitaria la cui falcidia avrebbe comportato una sorta di aiuto di stato. Recentemente, però, la Corte di giustizia Ue (decisione del 7/4/2016, causa C-546/2014), ha stabilito che tale impostazione non è corretta, lasciando liberi gli stati membri di prevedere limitazioni alla falcidiabilità dell’Iva ma senza in-vocare norme comunitarie.

I giudici di legittimità danno rilievo al concordato preventivo

Una importante spinta alla possibilità di limitare gli effetti penali deri-vanti dagli omessi versamenti (Iva e ritenute) arriva anche dalla recente riforma del sistema penale tributario. Il dlgs 158 del 2015 ha infatti appor-tato alcune importanti modifi che all’intero impianto penale tributario. Uno dei principi cardine è relativo alla più stretta correlazione tra danno erariale provocato dal reo e intervento penale. Da qui l’ampliamento delle possibilità concesse per evitare o attutire le conseguenze penali dei reati in caso di defi nizione della posizione fi scale. Così, non sono punibili le ipotesi di omesso versamento e di compensazione con soli crediti non spettanti in caso di pagamento integrale dei debiti tributari, comprese sanzioni amministrative e interessi, avvenute prima della dichiarazio-ne di apertura del dibattimento. Allo stesso modo non sono punibili le ipotesi di dichiarazioni infedele e di omessa presentazione (ovvero le due ipotesi di delitti dichiarativi non fraudolenti), nel caso in cui il pa-gamento avvenga entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa al periodo di imposta successivo e sempre che il ravvedimento o la presentazione avvengano prima che l’autore abbia avuto formale conoscenza di accessi, verifi che e ispezioni o dell’avvio di procedimenti amministrativi o penali. È prevista peraltro la possibilità di un rinvio per un periodo massimo di sei mesi dell’udienza per consentire all’imputato di adempiere integralmente in caso di estinzione per rateazione in corso. Per le altre ipotesi di reati tributari, l’estinzione del debito tributario varrà come circostanza attenuante a effetto speciale (diminuzione da un terzo alla metà). La modifi ca principale, in tale ambito è quella riservata alla disciplina della confi sca obbligatoria, anche per equivalente (vera e propria sanzione punitiva patrimoniale). Viene introdotto un limite alla confi sca nel caso in cui il contribuente si impegni a versare l’imposta ancora dovuta, anche nel caso in cui l’equivalente sia sottoposto a seque-stro. Si pensi all’ipotesi di accordo con l’amministrazione fi nanziaria per il pagamento rateale delle somme, per es., concluso prima della sentenza di primo grado. In tali casi, le somme che saranno destinate al pagamento delle rate residue non possono essere oggetto di confi sca.

Paletti anche dalla riformadel sistema penale tributario

Gli effetti sui reati tributari

Transazione i rmata prima del momento costitutivo del reato (data di presentazio-ne della dichiarazione da cui emergano omessi versamenti)

Nessuna coni gurazione della violazione penale

Transazione i rmata quando già il momen-to costitutivo del reato è trascorso

Nessuna efi cacia esimente ai i ni del reato tributario

Se la transazione omologata viene revocata in un secondo momento il reato originario non può risorgere

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10 Lunedì 27 Febbraio 2017 F I S C OFino al 20 marzo è possibile inviare le richieste per usufruire del credito d’imposta

Messa in sicurezza agevolataCompensate le spese in videosorveglianza e vigilanza

Pagina a cura DI BRUNO PAGAMICI

Credito d’imposta per prevenire le attività criminali. Il bonus fi -scale viene concesso

dal ministero dell’economia e delle fi nanze a coloro che nel 2016 hanno sostenuto spese per la videosorveglianza e la messa in sicurezza degli im-mobili. Nell’ottica della pre-venzione delle attività a dan-no di persone o cose, la legge di Stabilità 2016 ha previsto un credito d’imposta che po-trà essere riconosciuto a fron-te di spese sostenute da parte di persone fi siche per l’instal-lazione di sistemi di videosor-veglianza o per la stipula di contratti con istituti di vigi-lanza, relativamente a immo-bili non utilizzati nell’eserci-zio dell’attività d’impresa o di lavoro autonomo. Il credito d’imposta riconosciuto potrà essere utilizzato in compen-sazione nel modello F24. Fino al prossimo 20 marzo 2017, gli interessati potranno tra-smettere telematicamente la richiesta all’Agenzia delle entrate utilizzando l’apposito software gratuito disponibile sul web.

Il credito d’imposta. Il bonus fiscale spetta per le spese di messa in sicurezza sostenute nel corso del 2016 in relazione a immobili non utilizzati nell’esercizio di at-tività d’impresa o di lavoro autonomo; per quelle effet-tuate con riferimento a im-mobili usati promiscuamen-te, il benefi cio spetta nella misura ridotta del 50%.

Il credito d’imposta è ri-conosciuto nella misura per-centuale che sarà stabilita sulla base del rapporto tra le risorse stanziate e il credito complessivamente richiesto e resa nota dall’Agenzia entro il 31 marzo 2017. Conside-rato che le risorse stanzia-te ammontano a 15 milioni di euro, nel caso in cui, per esempio, l’ammontare com-plessivo del credito richiesto sia pari a 20 milioni di euro, a ciascun richiedente sarà ri-conosciuto il 75% delle spese sostenute. Il benefi cio, inol-tre, non è cumulabile «con altre agevolazioni di natura fi scale aventi a oggetto le me-desime spese».

Le spese agevolabili. La legge di Stabilità per il 2016 ha previsto, a favore delle persone fi siche che nel 2016 hanno sostenuto spese per aver:

- installato sistemi di vide-osorveglianza o di allarme, oppure

- stipulato contratti con istituti di vigilanza,

il riconoscimento di un cre-dito d’imposta utilizzabile in compensazione nel modello F24 ovvero in diminuzione

delle imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi, con la prescrizione che le suddet-te spese siano effettuate in relazione a immobili non uti-lizzati nell’esercizio dell’at-tività d’impresa o di lavoro autonomo.

La norma è stata resa at-tuativa dal Mef, il quale è in-tervenuto con l’emanazione del decreto 6 dicembre 2016, con cui sono stati defi niti i criteri e le procedure per accedere all’agevolazione, per il suo recupero in caso di fruizione indebita e per contenere la spesa nel limite dei 15 milioni di euro (stan-ziamento complessivo per il 2016). Inoltre, l’Agenzia delle entrate, con il provve-dimento n. 33037 reso noto lo scorso 14 febbraio 2017, ha definito le modalità e i termini di presentazione dell’istanza per la richiesta del benefi cio.

Soggetti beneficiari. Possono presentare apposi-ta istanza di agevolazione all’Agenzia delle entrate le persone fi siche (sono quindi esclusi lavoratori autonomi e imprenditori) che intendono fruire del credito d’imposta per le spese sostenute per la messa in sicurezza degli immobili.

Gli immobili di riferi-mento. Il decreto del Mef innanzitutto specifi ca che le spese agevolabili, dovendo essere sostenute da contri-buenti «non nell’esercizio di attività di lavoro autonomo o d’impresa», devono necessa-riamente riferirsi a immobili residenziali (per edifi ci pro-miscui: bonus al 50%).

Utilizzo del credito. Il credito d’imposta riconosciu-to deve essere indicato nel-la dichiarazione dei redditi relativa al 2016 (mod. 730/ redditi PF 2017), ed è utiliz-zabile:

- in compensazione con il modello F24, ma solo dopo la pubblicazione del prov-vedimento che stabilisce la misura del bonus utilizza-bile, da presentare «esclu-sivamente tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle entrate», pena lo scarto del modello (non è stato ancora reso noto il codice tributo utilizzabile); ovvero

- in diminuzione delle imposte (Irpef /addizionali) dovute in base alla dichiara-zione dei redditi.

Tale seconda modalità è consentita soltanto alle per-sone fi siche «private» ossia non titolari di reddito d’im-presa/lavoro autonomo.

L’eventuale ammontare del credito d’imposta non utilizzato potrà essere fru-ito nei periodi di imposta successivi senza alcun limite temporale.

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Coloro che intendono usufruire del credito devono trasmettere un’apposita istanza di attribuzione all’Agenzia delle entrate. La richiesta deve essere presentata esclusi-vamente in via telematica direttamente dai soggetti interessati, se abilitati ai servizi telematici dell’Agenzia, oppure dai sogget-ti incaricati (per esempio, commercialisti e ragionieri), dal 20 febbraio al 20 marzo 2017, attraverso il software «Creditovide-osorveglianza». Nella domanda devono es-sere indicati: codice fi scale; codice fi scale del fornitore del bene o servizio; numero, data e importo delle fatture relative ai beni e servizi acquisiti, comprensivo dell’im-posta sul valore aggiunto. Dovrà inoltre essere specifi cato se la fattura è relativa a un immobile adibito promiscuamente all’esercizio d’impresa o di lavoro autono-mo o all’uso personale o familiare del con-tribuente. È consentita la presentazione

di un’unica richiesta contenente i dati di tutte le spese sostenute nel 2016. Qualora per un medesimo soggetto siano presentate più richieste, è considerata valida l’ultima richiesta presentata «che sostituisce e an-nulla le precedenti domande». Il sistema te-lematico rilascerà, per ogni istanza inviata, apposita ricevuta che ne attesta l’avvenuto ricevimento.Software di compilazione. La comunica-zione Vds (Versione software: 1.0.0 del 20/02/2017) utilizza una nuova tecnologia di distribuzione dei software basati su Java che consente all’utente di usufruire delle applicazioni dal web. In tal modo è possibi-le attivare le applicazioni con un solo clic, avendo la certezza di utilizzare sempre la versione più aggiornata ed evitando proce-dure di installazione o aggiornamento. Per eseguire il software è necessario utilizzare la Java Virtual Machine versione 1.7.

Istanze solo in via telematicaI t l i i t l ti

Il credito d’imposta per la videosorveglianza

Credito d’imposta

Il Mef concede un credito d’imposta ai i ni dell’imposta sul reddito per spese sostenute per prevenire attività criminali, nel limite massimo complessivo dello stanziamento nel bilancio dello stato di 15 milioni di euro

Utilizzo immobi-li sorvegliati

Le spese agevolate sono ammissibili al credito d’imposta a condizione che siano sostenute in relazione a immobili non utilizzati nell’esercizio dell’attività d’impresa o di lavoro autonomo. Per gli edii ci promiscui (utilizzati sia per l’uso per-sonale sia per l’attività lavorativa) il bonus è ridotto al 50%

Benei ciari Contribuenti persone i siche non nell’esercizio di attività di lavoro autonomo o d’impresa

Spese agevolabili

Sono agevolabili le spese sostenute per:l’installazione di sistemi di videosorveglianza digitale o • di sistemi di allarme; le spese connesse ai contratti stipulati con istituti di • vigilanza dirette alla prevenzione di attività criminali.

L’agevolazione riguarda le spese sostenute nell’anno 2016

Comunicazione del bonus

Il credito d’imposta ottenuto deve essere indicato nella di-chiarazione dei redditi relativa al 2016 (mod. 730 / Redditi PF 2017)

Uso del credito d’imposta

Il bonus può essere usato:in compensazione con il modello F24, ma solo dopo la • pubblicazione del provvedimento che stabilisce la misura del bonus utilizzabile, da presentare “esclusivamente tramite i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate”, pena lo scarto del modello (codice tributo non ancora reso noto), ovveroin diminuzione delle imposte (Irpef /addizionali) dovute in • base alla dichiarazione dei redditi. Questa prerogativa è tuttavia riservata solo alle persone i siche che non eser-citano attività di lavoro autonomo o d’impresa.

L’eventuale ammontare del credito d’imposta non utilizzato potrà essere fruito nei periodi di imposta successivi senza alcun limite temporale

CumulabilitàIl credito d’imposta non è cumulabile con altre agevolazioni di natura i scale aventi ad oggetto le medesime spese

Domande

L’istanza di attribuzione del credito d’imposta potrà essere presentata all’Agenzia delle Entrate, dal 20 febbraio al 20 marzo 2017, esclusivamente in via telematica, attraverso il software “Creditovideosorveglianza”

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11Lunedì 27 Febbraio 2017 11Lunedì 27 Febbraio 2017F I S C OI dati presentati dal presidente del Cpgt all’apertura dell’anno giudiziario tributario

Si litiga sempre meno col Fisco Diminuite del 10% le cause avviate dai contribuenti

Pagina a cura DI VALERIO STROPPA

Contenzioso tributa-rio ancora in calo nel 2016. Il numero delle cause con il fi sco av-

viate dai contribuenti è dimi-nuito di oltre il 10% rispetto all’anno precedente (233 mila contro le 261 mila del 2015), mentre il totale delle contro-versie defi nite è sceso del 2,8% (294 mila contro 303 mila). Un saldo positivo che ha consenti-to di abbattere di oltre il 12% il numero dei fascicoli pendenti presso le Ctp e le Ctr italiane, sceso per la prima volta al di sotto delle 500 mila unità. Sta-bile il valore economico delle liti, che si è attestato in totale a quota 32 miliardi di euro, con un valore medio per causa di 112 mila euro in primo grado e di 194 mila euro in secondo. I dati saranno presentati lunedì 27 febbraio dal presidente del Cpgt (l’organo di autogoverno dei magistrati del fi sco), Mario Cavallaro, nel corso dell’aper-tura dell’anno giudiziario tri-butario 2017 che si svolge pres-so la Corte di cassazione. Ma a fronte delle statistiche positive, restano numerosi i temi aperti tra le toghe del fi sco. Criticità riscontrate anche dal Consiglio d’Europa, che in un rapporto pubblicato nel mese di genna-io dal Greco (Gruppo di stati contro la corruzione) ha rile-vato carenze nella formazione obbligatoria dei giudici, nonché l’assenza di una valutazione professionale periodica. Tema-tiche sulle quali il Consiglio di presidenza ha già avviato al-cune iniziative correttive, tra cui corsi di aggiornamento con università e con la Corte costituzionale, nonché un nuo-vo regolamento disciplinare e un piano di ispezioni ad hoc. Tuttavia, a rispondere dovrà essere anche l’autorità poli-tica, chiamata a presenta-re a Strasburgo entro il 30 aprile 2018 una relazione

sulle misure adottate per re-cepire le raccomandazioni del Greco.

L’andamento dei ricorsi. Nel corso del 2016 cittadini e imprese hanno avviato poco meno di 233 mila contenziosi con l’erario e gli enti locali. Più di 164 mila costituiscono nuove cause vere e proprie, in quan-to instaurate in primo grado, mentre circa 69 mila sono ap-pelli contro decisioni emesse dalle Ctp. Il calo dei fl ussi in entrata, rispetto al 2015, si at-testa rispettivamente al 13% e all’1%. Le controversie decise superano le 294 mila unità, di cui 232 mila in Ctp e 62 mila in Ctr. Il taglio delle giacenze è così del 12%, più del doppio del 2015. Qualora mantenu-to, il trend consentirebbe di abbattere pressoché intera-mente l’arretrato nel giro di otto anni. È opportuno preci-sare che i dati forniti dal Cpgt differiscono leggermente da quelli diffusi periodicamente dal Dipartimento delle fi nanze, alla luce del diverso momento di estrazione statistica dalla banca dati telematica (l’ulti-mo bollettino periodico della Direzione giustizia tributaria del Mef, relativo al trimestre luglio-settembre 2016, parla-va di un con-tenzioso in e n t r a t a i n c a l o dell’8,33% nei primi nove mesi 2016 e di una ri-

duzione delle definizioni del 3,23%).

Organizzazione e traspa-renza. A mettere la sabbia ne-gli ingranaggi di una macchina che, numeri alla mano, rappre-senta la giurisdizione più ve-loce dell’ordinamento a livello di merito, sono stati nell’ultimo anno alcuni casi di cronaca che hanno visto giudici tributari (laici) coinvolti in indagini per corruzione. Sentenze pilotate dietro pagamento di «maz-

zette» che, ha più volte sottolineato il Cpgt, ancorché isolati nel numero ar-recano un grave danno d’imma-gine all’intera categoria delle toghe del fi sco. Sul tema ha scelto di an-dare a fondo anche la task

force Greco inviata dal Consi-glio d’Europa, che nel corso del sopralluogo ha osservato come «l’attuale quadro giuridico non prevede né la formazione obbli-gatoria e regolare né la valu-tazione professionale periodi-ca per i membri dei tribunali fi scali. Inoltre, non è previsto alcun codice etico». Nonostan-te il regime di incompatibilità stringente e il rinnovato si-stema sanzionatorio previsti dal dlgs n. 545/1992, «i recenti scandali di corruzione che si sono verifi cati in questo setto-re suggeriscono che di più deve essere fatto al fi ne di garantire un sistema effi cace per la vi-gilanza e l’applicazione degli standard di integrità», conclu-de il Greco Evaluation team.

Proposte e rimedi. Nell’ot-tica di combattere le «mele marce» il Cpgt ha varato nel corso del 2016 una serie di interventi strutturali. Tra

questi il nuovo regolamento disciplinare, con sospensione immediata di chi aggiusta le sentenze ed eventualmente radiazione una volta accerta-ta la responsabilità penale con pronuncia defi nitiva. Per la prima volta l’organo di auto-governo si è anche costituito parte civile nei confronti dei magistrati imputati, chieden-do un risarcimento economico per il danno d’immagine su-bito.

A oggi i procedimenti di-sciplinari pendenti presso il Cpgt sono 81, che si aggiun-gono a 78 casi di possibile in-compatibilità. I giudici sospe-si dalle funzioni nel corso del 2016 sono stati nove. Intro-dotto infi ne un nuovo regime di ispezioni ordinarie presso le sedi delle commissioni (cinque lo scorso anno, otto in program-ma per il 2017).

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duzione delle definizioni del force Greco inviata dal Consi- questi il nuovo regolamento

Effetto mediazione a due velocità. Men-tre per le liti sotto i 20 mila euro nei con-fronti dell’Agenzia delle entrate i ricorsi continuano a diminuire, l’estensione del reclamo obbligatorio prima di adire il giu-dice tributario anche agli altri enti non ha prodotto fi nora i risultati auspicati dal legislatore. Nei primi nove mesi del 2016, secondo i dati forniti dal Mef, si osserva una ulteriore riduzione delle liti contro le Entrate di oltre il 18%, rispetto all’analogo periodo del 2015. Le controversie sotto i 20 mila euro pervenute contro i restanti enti, invece, sono sostanzialmente uguali a quelle presentate nello stesso periodo del 2015 (+0,74%), senza quindi alcun ri-sultato apprezzabile dell’intervento (anzi nel 3° trimestre dell’anno sono addirittura cresciute del 24%).Un primo bilancio della modifi ca apportata dal dlgs n. 156/2015 potrà tuttavia essere tracciato solo a consuntivo del 2016. Le

mini-liti con i comuni sono proprio quelle maggiormente interessate dall’ampliamen-to della mediazione tributaria, dal momen-to che circa il 93% degli avvisi emessi dagli enti locali rientra nella soglia dei 20 mila euro. L’estensione del reclamo a tutte le cause fi scali fi no a 20 mila euro riguarda circa 80 mila ricorsi all’anno. Appare comunque opportuna una serie di distinguo rispetto a quanto avvenuto a li-vello erariale. Sia perché il primo anno ha scontato alcuni mesi iniziali di sostanziale «fermo macchine», in quanto diversi enti locali, soprattutto i comuni di minori di-mensioni, si sono dovuti riorganizzare per individuare o implementare le strutture de-dicate al riesame degli atti di accertamento sottoposti a reclamo. Sia perché in molti casi il numero degli accertamenti emessi dai comuni è aumentato sensibilmente ri-spetto al passato, facendo lievitare quindi la «materia prima» degli atti reclamabili.

Effetto mediazione in saliscendi

L’andamento delle cause fi scali

Ricorsi pervenuti

2013 2014 2015 2016

Ctp 209.356 184.901 191.244 164.101

Ctr 55.416 61.489 69.942 68.891

Totali 264.772 246.390 261.186 232.992

Ricorsi defi niti

2013 2014 2015 2016

Ctp 254.267 251.644 247.182 232.077

Ctr 59.811 55.248 55.595 62.212

Totali 314.078 306.892 302.777 294.289

Fascicoli pendenti al 31 dicembre

2013 2014 2015 2016

Ctp 512.164 451.548 393.627 318.192

Ctr 123.798 130.285 144.564 150.647

Totali 635.962 581.833 538.191 468.893

Fonte: Cpgt. Per i ricorsi in entrata e in uscita i dati sono estratti al 31 gennaio di ogni anno successivo.

I giudici in servizio a fi ne 2016

Presso le Ctp 2.260

Presso le Ctr 892

Totale 3.152

La provenienza dei giudici

Giudici togati (ordinari, amministrativi, contabili, militari)

1.629

Giudici laici 1.523

Commercialisti 122

Avvocati 454

Iscritti ad altri albi professionali 130

Altro 817

Mario Cavallaro

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Prima dell’adesione leggere il Fascicolo Informativo, la Nota Informativa, i regolamenti e le condizioni di polizza disponibili sul sito di

AXA MPS Assicurazioni Vita www.axa-mps.it - numero verde 800231187

Le soluzioni AXA MPS Assicurazioni Vita sono disponibili presso: Banca Monte dei Paschi di

Siena, Biverbanca, Banca Popolare di Spoleto, Cassa di Risparmio di Volterra.

AM INVESTIMENTOCodice Gestione 016

AM INVESTIMENTO 2Codice Gestione 017

AM INVESTIMENTO 3Codice Gestione 018

MPVCodice Gestione 006

MPV 4Codice Gestione 022

MPV 12Codice Gestione 009

MPV PREVIDENZACodice Gestione 014

MULTI 12Codice Gestione 015

PREVIDENZA E SICUREZZACodice Gestione 019

31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 24.946.696 51.110.775 103.168.286 124.116.845 163.780.834 217.320.924 662.613.095 720.699.924 648.867.035 639.309.166 4.860.308.755 4.750.182.766 331.528.043 260.689.228 1.987.981.044 1.790.816.470 603.830.484 585.645.243

101 BTP 10.166.299 20.084.576 72.167.378 72.325.715 52.592.539 52.352.511 434.169.547 452.905.789 400.622.404 399.893.979 2.432.123.659 2.378.000.008 123.625.440 94.685.364 548.170.694 482.910.873 167.966.065 208.180.726

102 CCT 34.703.508

103 Altri titoli di Stato emessi in euro 1.637.879 1.636.524 2.979.275 2.967.712 25.411.485 34.401.477 38.788.976 39.693.946 934.243.757 919.329.394 79.185.590 75.021.435 592.108.419 586.923.530 100.066.338 101.875.062

104 Altri titoli di Stato emessi in valuta

105 Obbligazioni quotate in euro 14.780.397 31.026.199 29.363.029 50.154.606 108.209.020 162.000.701 197.932.063 228.292.658 209.455.655 199.721.241 1.456.881.339 1.444.693.364 128.717.013 90.982.429 831.001.931 704.282.067 301.094.573 274.141.197

106 Obbligazioni quotate in valuta

107 Obbligazioni non quotate in euro 5.100.000 5.100.000 37.060.000 8.160.000 16.700.000 16.700.000 1.448.258

108 Obbligazioni non quotate in valuta

150 Altre tipologie di titoli di debito di cui:

151 Obbligazioni quotate italiane convertibili

152 Obbligazioni non quotate italiane convertibili

200 Titoli di capitale: 14.902.118 22.765.423 9.467.245 9.404.027 146.796.583 151.950.017 5.930.607 5.701.298 57.584.650 59.027.175 46.414.378 48.983.157

201 Azioni quotate in euro 14.902.118 13.146.555 9.467.245 9.404.027 110.529.635 98.682.804 5.930.607 5.701.298 49.932.501 44.099.658 46.414.378 46.214.806

202 Azioni non quotate in euro

203 Azioni quotate in valuta 9.618.868 36.266.948 53.267.213 7.652.149 14.927.517 2.768.351

204 Azioni non quotate in valuta

250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali: 10.919 2.031.319 1.480.567 1.012.476 18.815.276 794.633 137.075.794 139.228.949 68.236.453 69.506.070 1.455.565.052 1.307.969.753 12.024.321 16.321.481 573.588.680 447.570.512 47.019.329 84.228.218

301 Immobili

302 Prestiti

303 Quote di OICR 1.398.578 18.674.086 136.993.292 133.983.689 64.070.522 52.357.311 1.407.782.946 1.254.523.844 565.944.632 397.880.520 30.806.415 16.977.600

304 Strumenti derivati 14.869 34.389 55.266 178.791 4.031.021 4.752.817 20.647.837 24.217.333 19.745 6.829.917 7.886.804 70.884

305 Liquidità 10.919 2.016.450 81.989 978.087 141.190 739.367 36.963 5.013.942 134.910 12.395.942 26.360.415 28.461.520 12.024.321 16.301.736 717.300 41.707.707 16.212.914 67.179.734

350 Altre tipologie di attività di cui: 45.539 52.527 773.854 767.056 96.831 95.481

351 Quote Sicav equity

352 Quote Sicav bond

353 Pronti contro termine

354 Commissioni rebates

355 Retrocessione di commissioni 45.539 52.527 773.854 767.056 96.831 95.481

400 Passività patrimoniali -442 -627 -1.116 -1.469 -1.933 -2.567 -8.348 -9.850 -6.984 -7.483 -62.894 -68.699 -23.772 -22.420 -6.791 -7.980

401 Debiti per spese di revisione contabile -442 -627 -1.116 -1.469 -1.933 -2.567 -8.348 -9.850 -6.984 -7.483 -62.894 -68.699 -23.772 -22.420 -6.791 -7.980

402 Debiti per spese per l'acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata 24.957.173 53.141.467 104.647.737 125.127.852 182.594.177 218.112.990 814.582.659 882.684.446 726.563.749 718.211.780 6.462.607.496 6.210.033.837 349.482.971 282.712.007 2.619.130.602 2.297.391.737 697.257.400 718.848.638

31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015 31/12/2016 31/12/2015

Riserve matematiche 23.807.056 52.956.416 104.779.087 126.436.936 185.069.881 221.514.680 808.867.903 876.826.534 725.548.287 732.827.143 6.465.538.209 6.198.776.126 352.825.896 282.365.735 2.620.826.187 2.292.320.181 677.107.998 697.578.450Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all'articolo 5 del Regolamento ISVAP n. 25/2008 1

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipu-lati con le controparti di cui all'articolo 5 del Regolamento ISVAP n. 25/2008 2

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osserva-zione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all'articolo 5 del Regolamento ISVAP n. 25/2008 3

1 da compilare solo se l’importo è maggiore dell’1% del totale delle riserve matematiche - 2 da compilare solo se l’importo è maggiore dell’1% del totale dei premi del periodo di osservazione - 3 da compilare solo se l’importo è maggiore dell’1% degli oneri relativi a sinistri sostenuti nel periodo di osservazione

RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLE GESTIONI SEPARATE IN EUROAll. A - Periodo di osservazione: 1 Gennaio 2016 / 31 Dicembre 2016 - Pubblicazione ai sensi del Regolamento ISVAP n. 35. Gestioni Separate certificate da PricewaterhouseCoopers SpA

PROVENTI ED ONERI DISTINTI PER CATEGORIE DI ATTIVITÀAM INVESTIMENTO

Codice Gestione 016AM INVESTIMENTO 2Codice Gestione 017

AM INVESTIMENTO 3Codice Gestione 018

MPVCodice Gestione 006

MPV 4Codice Gestione 022

MPV 12Codice Gestione 009

MPV PREVIDENZACodice Gestione 014

MULTI 12Codice Gestione 015

PREVIDENZA E SICUREZZACodice Gestione 019

100 Proventi da investimenti A 1.733.688 4.895.887 8.699.746 26.376.251 32.427.439 185.928.260 10.165.036 62.157.624 16.638.716

101 Interessi su titoli di Stato in euro 743.602 3.251.113 2.897.309 19.265.614 21.542.152 124.673.617 7.508.562 34.486.825 12.224.349

102 Interessi su titoli di Stato in valuta

103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 1.000.337 1.675.333 5.855.894 6.320.793 10.363.225 49.460.664 2.368.304 20.008.178 2.714.609

104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta

105 Dividendi su azioni in euro 352.312 379.828 3.474.566 301.407 1.608.517 1.261.092

106 Dividendi su azioni in valuta 18.694 318.299 20.209 1.770

107 Redditi degli investimenti immobiliari

150 Altre tipologie di proventi di cui: -10.252 -30.559 -53.457 418.839 142.234 8.001.115 -13.237 6.033.896 436.895

151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività -10.252 -30.559 -53.457 418.839 142.234 8.001.115 -13.237 6.033.896 436.895

200 Utili/perdite da realizzi B -33.360 -701 67.491 -640.552 272.161 -4.913.443 -30.417 -2.543.054 122.321201 Titoli di Stato in euro -28.386 3.158.852 2.097.720 15 2.603.544

202 Titoli di Stato in valuta

203 Titoli obbligazionari quotati in euro -4.389 67.789 300.547 109.986 542.877 -5.273 -194.837 -105.009

204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 176.808

205 Titoli obbligazionari quotati in valuta

206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta

207 Titoli azionari quotati in euro 362.423 1 -1.580.234 -25.159 6.767 -987.993

208 Titoli azionari non quotati in euro

209 Titoli azionari in valuta quotati -6.510.112 -9.647.105 -3.580.177 -2.409.194

210 Titoli azionari in valuta non quotati

211 Immobili

212 Cambi 2.050.036 3.243.656 1.223.346 849.775

250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: -585 -701 -298 -2.297 162.174 429.644 1.846 -5.609

251 - Utili/perdite su altre attività finanziarie -585 -701 -298 -2.297 162.174 429.644 1.846 -5.609

252 - Commissioni o altre utilità riconosciute da terzi

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C -9 -22 -38 181.136 -111 3.124.925 390.264 -118

400 Risultato finanziario lordo A+B+C 1.700.318 4.895.165 8.767.198 25.916.835 32.699.490 184.139.743 10.134.620 60.004.834 16.760.919

500 Spese di revisione contabile D 442 1.116 1.933 8.348 6.984 62.894 23.772 6.791

600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 317 236 334 13.619 2.273 186.458 4.838 34.024 11.605

700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 1.699.559 4.893.812 8.764.932 25.894.868 32.690.233 183.890.390 10.129.782 59.947.039 16.742.523

800 Giacenza media delle attività investite 45.577.487 115.376.086 199.777.081 862.869.547 722.153.166 6.503.016.604 311.551.814 2.458.621.888 701.919.594

TASSO MEDIO DI RENDIMENTO RELATIVO AL PERIODO DI OSSERVAZIONE 3,73% 4,24% 4,39% 3,00% 4,53% 2,83% 3,25% 2,44% 2,39%

TASSI MEDI DI RENDIMENTO REALIZZATI NEL PERIODO DI OSSERVAZIONE**AM INVESTIMENTO

Codice Gestione 016AM INVESTIMENTO 2Codice Gestione 017

AM INVESTIMENTO 3Codice Gestione 018

MPVCodice Gestione 006

MPV 4Codice Gestione 022

MPV 12Codice Gestione 009

MPV PREVIDENZACodice Gestione 014

MULTI 12Codice Gestione 015

PREVIDENZA E SICUREZZACodice Gestione 019

dal 01/02/15 al 31/01/16 4,39% 4,77% 4,58% 3,13% 3,10% 3,55% 2,57% 3,01%dal 01/03/15 al 29/02/16 4,37% 4,79% 4,61% 3,19% 3,19% 3,53% 2,58% 3,01%dal 01/04/15 al 31/03/16 4,32% 4,79% 4,62% 3,17% 3,16% 3,48% 2,55% 2,96%dal 01/05/15 al 30/04/16 4,28% 4,77% 4,63% 3,16% 3,16% 3,44% 2,59% 2,92%dal 01/06/15 al 31/05/16 4,25% 4,74% 4,63% 3,05% 3,03% 3,42% 2,53% 2,87%dal 01/07/15 al 30/06/16 4,08% 4,62% 4,56% 3,06% 3,02% 3,39% 2,51% 2,79%dal 01/08/15 al 31/07/16 4,00% 4,58% 4,57% 3,06% 3,02% 3,35% 2,52% 2,68%dal 01/09/15 al 31/08/16 3,90% 4,53% 4,49% 3,07% 3,03% 3,33% 2,54% 2,62%dal 01/10/15 al 30/09/16 3,83% 4,48% 4,50% 3,10% 2,97% 3,30% 2,48% 2,56%dal 01/11/15 al 31/10/16 3,80% 4,35% 4,37% 3,11% 2,94% 3,28% 2,48% 2,49%dal 01/12/15 al 30/11/16 3,76% 4,30% 4,33% 3,01% 2,88% 3,28% 2,45% 2,43%dal 01/01/16 al 31/12/16 3,73% 4,24% 4,39% 3,00% 2,83% 3,25% 2,44% 2,39%

** da compilare nei casi previsti all’art. 11 del Regolamento 38

Febb

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201

7

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLE GESTIONI SEPARATE IN EUROAll. B - Periodo di osservazione: 1 Gennaio 2016 / 31 Dicembre 2016 - Pubblicazione ai sensi del Regolamento ISVAP n. 35 (importi da libro mastro*). Gestioni Separate certificate da PricewaterhouseCoopers SpA

*al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Reg. ISVAP n. 38, nell’apposita sezione del libro mastro.

098105098108105111103114

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13Lunedì 27 Febbraio 2017 13Lunedì 27 Febbraio 2017F I S C OL’intervento delle Entrate sulla corretta applicazione del credito per le attività di R&S

Bonus per gli acquisti alle asteAmmessi brevetti e altri beni da procedure concorsuali

Pagina a cura DI ALESSANDRO FELICIONI

Credito di imposta per ricerca e sviluppo a prova di fallimento. Anche gli acquisti di

brevetti e altri beni immate-riali agevolabili provenienti da procedure concorsuali ri-levano ai fi ni della quantifi -cazione del bonus; anzi, ai fi ni del calcolo incrementale delle spese sostenute dalla società fallita cedente non si deve tener conto, dal momento che la cessionaria è del tutto indipendente dalla venditrice e non pone in essere alcuna continuazione soggettiva. La risoluzione n. 19/E del 14 febbraio 2017 interviene a di-rimere una questione avan-zata in sede di interpello da una società impegnata in un progetto di ricerca e sviluppo per il quale aveva sostenu-to anche spese provenienti dall’acquisizione di attività immateriali provenienti da una procedura concorsuale.

Una società neocostituita, presumibilmente proprio per lo scopo, sostiene, nel corso del 2015, costi di ricerca e sviluppo, tra i quali quelli per l’acquisto di marchi, brevetti e disegni derivanti dal falli-mento di altra società.

Innanzitutto l’Agenzia sot-tolinea che tra i costi poten-zialmente agevolabili rientra-no sì quelli per l’acquisizione di brevetti (sia per invenzio-ni che per modelli di utilità) ma non quelli per marchi e disegni; ciò sulla scorta dell’articolo 3, comma 6, del dl 145 del 2013, secondo il quale il credito d’imposta sia riconosciuto esclusivamente per le «privative industriali relative a un’invenzione in-dustriale o biotecnologica, a una topografi a di prodotto a semiconduttori o a una nuo-va varietà vegetale».

Due gli aspetti particolari della questione: da un lato la provenienza dei beni, di proprietà di una società fal-lita e acquisiti nell’ambito delle procedure competitive di liquidazione dell’attivo fallimentare; dall’altro il fatto che, proprio a causa di tali modalità di cessione, il corrispettivo versato dalla cessionaria per tutti i beni (agevolabili e non) non può essere facilmente spalmato sui singoli asset, con evidenti diffi coltà di quantifi cazione del credito spettante.

Secondo l’Agenzia (anzi secondo il ministero del-lo sviluppo economico, cui l’amministrazione fi nanzia-ria ha chiesto, a sua volta, un parere) il fatto che i beni provengano da una società fallita non genera partico-lari problemi non essendo presenti nella normativa di riferimento preclusioni in tal

senso. Piuttosto la presenza di una procedura concorsuale ha rilevanza nella quantifi -cazione del credito d’imposta, per le particolari modalità con le quali l’acquisizione è

stata perfezionata.Il fatto che non sia possi-

bile individuare il prezzo di acquisto dei singoli beni ge-nera, infatti, la necessità di attribuire a ciascun asset la

propria quota del corrispet-tivo complessivamente ver-sato. La risoluzione precisa che non può essere utilizzato un criterio forfettario volto ad attribuire a ciascun bene lo

stesso valore ma deve invece essere sviluppata una analisi che parta dal valore normale dei singoli beni. E infatti da un lato il credito d’imposta si applica sulle spese effettiva-mente sostenute e non su va-lori forfettari e dall’altro una stima non specifi ca dei beni ammissibili all’agevolazione non permetterebbe alla so-cietà di assolvere gli obblighi documentali previsti dalla normativa.

Per determinare la spesa ammissibile alla determi-nazione del credito di impo-sta, l’Agenzia suggerisce di adottare, quale criterio di ripartizione del corrispettivo complessivo quello fondato sull’incidenza percentuale del valore normale del sin-golo bene rispetto al valore normale complessivo del lot-to di beni acquistato. In tal caso, al fi ne di rendere com-prensibili, in sede di even-tuale controllo, i criteri di stima utilizzati, che in ogni caso devono essere oggettivi, è opportuno che la società predisponga una relazione di stima da cui emergano tali valori normali.

Un ultimo punto, sempre legato alla provenienza dei beni da procedura concor-suale, attiene alla modalità di calcolo della spesa incre-mentale, con particolare ri-guardo alla rilevanza o meno delle spese già sostenute dal-la società fallita, cedente dei beni. Secondo l’amministra-zione, nel caso di specie «gli investimenti realizzati dalla società fallita non devono es-sere imputati, ai fi ni del calco-lo della media di riferimento alla società cessionaria, desti-nataria del credito d’imposta, in quanto «le posizioni sog-gettive, come deve ritenersi la media in questione, non si trasferiscono in caso di ope-razioni fi scalmente realizzati-ve e la cessione in questione, coinvolgendo una procedura fallimentare, avviene fra par-ti indipendenti».

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senso Piuttosto la presenza stata perfezionata propria quota del corrispet-

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Agevolabili anche gli investimenti effet-tuati nell’ambito di un progetto di ricerca che necessita di prestazioni di terzi, non regolate da specifi co contratto. La risolu-zione 21/E del 20 febbraio 2017 intervie-ne nuovamente sul tema, analizzando la possibilità di riconoscere costi sostenuti per lo sviluppo e la realizzazione di un prototipo tra le spese ammesse all’age-volazione.Nel caso posto all’attenzione dell’Agenzia delle entrate, la società, nell’ambito di un progetto concernente lo studio e la prototipazione di una sorgente di parti-celle, ammesso anche a un fi nanziamento regionale e condotto in partenariato con altri soggetti, si era occupato, insieme ad alcuni dei partner, della fase relati-va allo sviluppo e alla realizzazione dei prototipi.In particolare, la società ha curato la progettazione del prototipo mentre la costruzione era stata effettuata con la collaborazione di altri soggetti senza al-cuno specifi co contratto.Ebbene, secondo il Mise, chiamato in cau-sa dall’amministrazione fi nanziaria tali costi sono agevolabili e vanno inquadrati dettagliatamente in una delle categorie ammissibili a seconda della loro natura.

In assenza di contratto i costi connessi ai componenti realizzati dai soggetti terzi devono essere adeguatamente supporta-ti da altri documenti, quali proposte e/o ordini di acquisto e relative fatture. Inol-tre, al fi ne di dimostrare la componente relativa all’attività di ricerca e sviluppo delle prestazioni, occorre acquisire anche una relazione sottoscritta dai terzi com-missionari concernente le attività svolte e ogni altro elemento informativo che di-mostri l’esistenza di accordi tra le parti volti a realizzare un progetto di ricerca nonché i relativi corrispettivi.Con riguardo al momento in cui diventano rilevanti gli investimenti realizzati me-diante le prestazioni di soggetti terzi, i re-lativi costi devono considerarsi sostenuti alla data di ultimazione della prestazione ovvero, in caso di stati di avanzamento lavori, alla data di accettazione degli stes-si da parte del committente. In assenza di stati di avanzamento, i pagamenti ef-fettuati in acconto assumono rilevanza esclusivamente ai fi ni del computo degli investimenti ammissibili nel periodo di imposta in cui le prestazioni sono ultima-te e non anche ai fi ni del computo degli investimenti pregressi per il calcolo della media di riferimento.

Agevolati gli investimenti tramite terzi

Investimenti ammessi all’agevolazione

Costi per personale altamente qualii cato impiegato nell’attività di ricerca • (lettera a)

Quote di ammortamento delle spese di acquisizione o utilizzazione di • strumenti e attrezzature di laboratorio (lettera b)

Spese relative a contratti di ricerca cosiddetti extra muros, stipulati con • università, enti di ricerca e altre imprese, comprese le start-up innovative (lettera c)

Spese di acquisizione delle competenze tecniche e privative industriali • (lettera d)

AgevolazioniRICERCA E SVILUPPO

Credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo. Costi per prototipi (risoluzione Agenzia entrate n. 21/E del 20 febbraio 2017)

Imposte indiretteDECRETI INGIUNTIVI

Tassazione dei decreti ingiuntivi emessi a favore del fideiussore che ha agito in via di regresso nei confronti del debitore principale (risoluzione Agenzia entrate n. 22/E del 22 febbraio 2017)

Giurisprudenza tributaria

PRESCRIZIONE

Al credito d’imposta non contestato dall’ufficio si applica il termine di prescrizione decennale (sentenza della Suprema corte di cassazione n. 4559 del 22 febbraio 2017)

Altre notizieINTRASTAT

Modelli Intrastat 2017 (comunicato stam-pa dell’Agenzia delle entrate del 17 febbraio 2017)

FISCO FLASH A cura dello Studio F. Ghiglione e A. Ghio

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14 Lunedì 27 Febbraio 2017 I M P R E S A

Pagine a cura DI DANIELE CIRIOLI

Il rapporto che lega società e amministratore unico o società e consiglieri di amministrazione è di tipo

societario. A stabilirlo è la sen-tenza n. 1545/2017 della Cor-te di cassazione, che, a sezione unite, cambia orientamento a distanza di oltre vent’anni, cancellando la prerogativa di parasaubordinazione che la stessa Cassazione, sempre a sezioni unite, aveva sentenzia-to sui rapporti di lavoro degli amministratori (sentenza n. 10680/1994). Diverse le conse-guenze, dal rito sulle contro-versie (adesso occorre andare al tribunale delle imprese e non più a quello del lavoro) alla pignorabilità dei compensi (ora pignorabili senza limiti), senza trascurare gli aspetti previdenziali e assicurativi (si veda altro articolo in altra pagina).

Fuori dal rito del lavoro. La novità arriva quasi inavver-titamente, in quanto s’impone quale presupposto alla deci-sione che la Cassazione deve assumere in diversa materia, cioè «quali siano i limiti alla pignorabilità dei compensi dell’amministratore unico». Per fi ssare tali limiti, in altre parole, i giudici hanno dovuto necessariamente prima risol-vere il contrasto giurispruden-ziale in tema di rapporto tra società e amministratori. In conclusione, stabilendo che è un «rapporto di tipo societa-rio», sentenziano che gli ammi-nistratori non possono essere compresi tra quelli indicati all’art. 409 del codice di proce-dura civile, n. 3 (dove oltre ai dipendenti si sono annoverati anche i parasubordinati) e, di conseguenza, i relativi compen-si sono pignorabili senza limiti (e questa è già una novità: fi no al giorno prima della sentenza, infatti, i compensi erano pigno-rabili solo parzialmente, per-ché derivanti da un rapporto «parasubordinato»).

Si cambia dopo 20 anni. Il cambio di natura del rap-porto che lega amministratori e società (non più parasubor-dinato, ma di tipo societario) arriva a distanza di oltre 20 anni, mediante una rifl essio-ne (e revisione) del precedente giurisprudenziale della stessa Cassazione, sempre a Sezioni unite, del 1994. Si tratta, in particolare, della sentenza n. 10680/1994 la quale, ancora una volta per risolvere una questione di rito e competenza (a quale giudice impugnare il rapporto), stabilì a favore della qualifi cazione del rapporto di amministrazione in termini

di rapporto parasubordinato, rientrante nel citato art. 409 cpc, n. 3.

Una materia assai dibat-tuta. La decisione, spiega la sentenza, è presa in conside-razione dei due diversi orien-tamenti della dottrina:

1) la teoria c.d. contrattuali-stica, che individua la presenza di un vero e proprio contratto che legherebbe due soggetti distinti, l’amministratore da un lato, la società dall’altro, ciascuno autonomo centro di interessi, spesso anche con-trapposti. Questa è la teoria che induce a configurare un rapporto parasubordinato tra i due soggetti: società e suo amministratore;

2) la teoria c.d. organi-

ca, secondo cui, al contrario, mancherebbe ogni dualità, confi gurandosi soltanto un’im-medesimazione dell’organo nella persona giuridica che rappresenta, senza possibilità di un regolamento negozia-le interno, fonte di reciproci diritti e obblighi. Questa è la teoria che conduce a escludere la parasubordinazione in for-za dell’indistinguibilità dei due soggetti (società e suo ammini-strazione).

Perché non vale più la parasubordinazione. Per i giudici sono sopraggiunte di-verse ragioni a imporre, alla qualifi cazione del rapporto di amministrazione, «un radicale ripensamento rispetto alla pro-pria decisione del 1994 e alle

conseguenze che ne sono deri-vate e ne derivano trasversal-mente in vasti campi dell’ordi-namento». Queste ragioni sono: il mutato assetto normativo sviluppatosi in questi anni; la nuova confi gurazione dell’inte-ro sistema societario derivante da novità legislative; il diverso approccio alla materia che non tenga conto di problematiche attinenti solo alla competenza e al rito. In particolare, le per-plessità che furono avanzate dalla dottrina e dalla giuri-sprudenza di merito già all’in-domani della pubblicazione della sentenza che, nel 1994, riconobbe la qualifi cazione di parasubordinazione, risultano oggi rafforzate dalle novità che si sono susseguite in campo so-cietario dal 2003 in poi.

Amministratori con rap-porto societario. Peraltro, la giurisprudenza ha recente-mente sostenuto che il rapporto fra l’amministratore e la socie-tà vada ricondotto nell’ambito dei «rapporti societari ivi com-presi quelli concernenti l’ac-certamento, la costituzione, la modifi cazione o l’estinzione di un rapporto societario» cui fa riferimento il dlgs n. 168/2003, art. 3, comma 2, lett. a), per l’in-dividuazione della competenza per materia del tribunale del-le imprese. In questo condivi-sibile ordine d’idee, spiega la Corte di cassazione, tutta la giurisprudenza (che ha trova-to la sua basilare affermazione proprio nella pronuncia delle S.u. n. 10680/1994) non è più compatibile con il citato inter-vento legislativo che, appun-to, ha attribuito al tribunale delle imprese la competenza relativa alle controversie in materia di rapporti societa-ri, nella loro complessità, che coinvolgano amministratori e società, rendendo ormai irrile-vante la distinzione fra l’atti-vità a rilevanza esterna degli amministratori e il rapporto di natura obbligatoria di questi ultimi con la società.

In particolare, spiegano i giudici, è stato correttamen-te osservato (Cassazione n. 14369/2015) che tra i «rapporti societari» cui fa riferimento la citata normativa «deve neces-sariamente comprendersi il rapporto tra società e ammini-stratori, data l’essenzialità del rapporto di rappresentanza in capo a questi ultimi come rap-porto che, essendo funzionale, secondo la fi gura della c.d. im-medesimazione organica, alla vita della società, consente alla stessa di agire». In altri termi-ni, tale rapporto è rapporto «di società» perché serve ad assi-curare l’agire della società, non assimilabile, in quest’ordine di idee, né a un contratto d’opera, né tanto meno a un rapporto di tipo subordinato o parasubor-dinato. Così ragionando, ossia facendo riferimento alla natu-ra del rapporto come di tipo «societario», la sentenza citata (Cassazione n. 14369/2015) ha ricompreso nella competenza del tribunale delle imprese la controversia avente a oggetto l’impugnazione di delibera di revoca di un intero consiglio di amministrazione per giusta causa; mentre un’altra senten-za (Cassazione n. 2759/2016) ha ammesso il ricorso ad arbi-tri anche nelle controversie tra amministratori e società atti-nenti al profi lo interno dell’at-tività gestoria e ai diritti che ne derivano (quale, per esempio, il diritto al compenso), ove tale possibilità sia prevista dagli statuti societari.

L’orientamento espresso dalla Cassazione sui limiti alla pignorabilità dei compensi

Amministratore e società non legati da parasaubordinazione

di rapporto parasubordinato ca secondo cui al contrario conseguenze che ne sono deri-

La nuova configurazione del rapporto di amministrazione tra quelli societari, precisa sempre la sentenza n. 1547/2017, concerne la fi gura dell’amministratore societario nelle sue funzioni tipiche di gestione e rappre-sentanza dell’ente, ossia come soggetto che, immedesimandosi nella società, le consente di agire e raggiungere i propri fi ni imprendi-toriali. Non è escluso, però, che tra la società e la persona fi sica che la rappresenta e la gestisce possa confi gurarsi un autonomo, parallelo e diverso rapporto che assuma, se-condo l’accertamento esclusivo del giudice del merito, le caratteristiche di un rapporto subordinato, parasubordinato o d’opera. È il caso delineato, per esempio, dalla sentenza della Cassazione n. 1796/1996 che, affermata la compatibilità giuridica tra le funzioni del lavoratore dipendente e quelle di ammini-stratore di una società, precisa che la sussi-stenza di un simile rapporto deve essere veri-fi cata in concreto; essendo indispensabile, da una parte, accertare l’oggettivo svolgimento

di attività estranee alle funzioni inerenti al rapporto organico, dall’altra, la ricorrenza della subordinazione, sia pure nelle forme peculiari compatibili con la prestazione lavo-rativa dirigenziale. Nella specie, si trattava di un soggetto che originariamente era sta-to assunto dalla società con la qualifi ca di dirigente e, solo successivamente, era sta-to investito della carica di componente nel consiglio di amministrazione, da lui in alcune occasioni presieduto. Questo precedente di legittimità ha così respinto il ricorso avverso la sentenza che aveva dichiarato illegittimo il licenziamento del dirigente in assenza di prova, da parte della società, della cessazione del rapporto subordinato e della sua sostitu-zione con un rapporto diverso che attribuiva all’ex lavoratore il potere di assumere deci-sioni imprenditoriali travalicanti la sfera di attribuzioni di un dirigente, stante l’ammissi-bilità della coesistenza del rapporto di lavoro subordinato con le diverse e non interferenti funzioni amministrative.

Legittimo il doppio rapporto

Due visioni a confronto

Principi Sentenza n. 10680/1994

Sentenza n. 1545/2017

Tra amministratore e società esiste un rapporto organico, in virtù del quale il primo impersona la seconda all’ester-no, non esclude nei rapporti interni un vincolo di natura obbligatoria

Sì Sì

L’attività che l’amministratore è tenuto a prestare in favore della società presenta i caratteri della personalità, della conti-nuazione e coordinazione

Sì No

La circostanza che l’attività di ammini-strazione sia i nalizzata al conseguimen-to dello scopo sociale, e abbia perciò contenuto imprenditoriale…

NON IMPEDISCE di ritenerla para-

subordinata

IMPEDISCE di ritenerla para-

subordinata

Tra amministratore e società esiste un rapporto di tipo …

…parasubordi-nato, all’interno dell’art. 409 cpc

… societario, fuori

dall’art. 409 cpc

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15Lunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 Febbraio 2017I M P R E S A

Gli amministratori di società rischiano di fi nire iscritti alla gestione artigiani

e commercianti dell’Inps. Il rapporto che li lega alla so-cietà, infatti, non è né subor-dinato, né parasubordinato e neppure autonomo (ossia di «contratto d’opera» il che li lascerebbe vincolati alla Ge-stione Separata come per il passato); ma secondo la Cas-sazione si tratta di un «rap-porto di tipo societario», per il quale la naturale conseguen-za è l’iscrizione alla gestione degli artigiani e commercian-ti. La parola, ora, passa all’In-ps, chiamato a rivalutare la disciplina previdenziale per gli amministratori, soci e non soci di società, alla luce del nuovo assetto interpretativo del loro rapporto di lavoro. Appare certo, invece, l’eso-nero degli amministratori dall’obbligo di assicurazione all’Inail, sulla base delle in-dicazioni dello stesso istituto assicuratore.

A chi versare i contribu-ti previdenziali? Il nuovo indirizzo giurisprudenziale sul rapporto di lavoro che lega amministratori e società (si veda altro articolo in altra pagina) pone alcune questioni applicative. Una di queste è: a chi vanno pagati adesso i contributi previdenziali? Per-ché, il fatto che l’amministra-tore sia stato dichiarato «non parasubordinato», esclude di conseguenza l’obbligo d’iscri-zione e versamento alla Ge-stione Separata Inps, cosa naturalmente avvenuta fi no-ra, salvo le ipotesi di esclusio-ne (professionisti con cassa, a esempio). La questione si pone perché la Cassazione ha sentenziato che il rappor-to che lega amministratore e società è di «tipo societario». Non si sarebbe posta, invece, qualora avesse affermato che l’amministratore e la società sono legati da un «rapporto di lavoro autonomo», cioè da un «contratto d’opera» (ipotesi testualmente esclusa invece dalla sentenza); in tal caso, le cose non sarebbero cam-biate rispetto al passato: in quanto lavoratore autonomo, senza cassa, l’amministratore avrebbe dovuto continuare a versare alla Gestione se-parata. Invece, affermando testualmente che «l’ammini-stratore unico o il consigliere di amministrazione di una società per azioni sono legati da un rapporto di tipo socie-tario», la sentenza fa nascere spontaneamente il dubbio: a chi pagare i contributi? La naturale risposta non può essere: «Alla gestione per la quale versano i lavoratori che sono legati alla società con rapporto di tipo societa-rio», cioè i soci, per esempio, i quali versano alla gestio-ne artigiani e commercianti (eccetto i casi di società per azioni e società in accoman-dita per azioni). È ovvio che la questione non interessa tutti gli amministratori; sono esclusi i professionisti con

cassa (commercialisti ecc.) i quali già versavano e conti-nueranno così a versare alla propria cassa di previdenza, in virtù del principio di attra-zione del reddito ai compensi professionali, e così possono continuare a fare.

Indicazioni operative. In attesa di chiarimenti Inps, queste sono le regole di di-sciplina dell’iscrizione alla gestione artigiani e com-mercianti. Ai sensi dell’art. 1, comma 203, della legge n. 662/1996 (Finanziaria 1997), l’obbligo d’iscrizione alla ge-stione artigiani e commer-cianti sussiste per i soggetti che risultano in possesso dei seguenti requisiti:

a) titolarità o gestione in proprio di imprese che a pre-scindere dal numero dei di-pendenti, siano organizzate e/o dirette prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti la famiglia;

b) piena responsabilità dell’impresa e assunzione di tutti gli oneri e i rischi rela-tivi alla sua gestione;

c) partecipazione perso-nale al lavoro aziendale con carattere di abitualità e pre-valenza;

d) possesso di licenze e au-torizzazioni e iscrizione in albi, registri e ruoli.

Ai sensi del comma 206 dello stesso articolo, l’obbligo riguarda anche i familiari co-adiutori (parenti e affi ni en-tro il terzo grado) che parte-cipano al lavoro nell’impresa con carattere di abitualità e prevalenza, sempre che per tale attività non siano sog-getti all’iscrizione nell’Ago (assicurazione generale ob-bligatoria) in qualità di di-pendenti. Nel caso in cui le attività siano svolte in forma societaria, risultano iscrivibi-li alla gestione Inps:

• i soci di società in nome collettivo (snc) e i loro fami-liari coadiutori;

• i soci di società di fatto; • i soci accomandatari di

sas; • i soci accomandanti di sas

che siano familiari coadiutori dei soci accomandatari;

• i soci di srl. Dunque, il «rapporto so-

cietario» che lega ammini-stratore e società potrebbe fi nire per essere attratto in

quest’ultima sfera di obbli-gati. La parola, come detto, spetta ora all’Inps.

Ok al doppio rappor-to: societario e di lavoro. Si evidenzia, infine, che la Cassazione non esclude il «doppio lavoro» per gli am-ministratori. Si legge, infat-ti, che «tutto quanto finora affermato concerne la fi gura dell’amministratore societa-rio nelle sue funzioni tipiche di gestione e rappresentanza dell’ente, ossia come soggetto che, immedesimandosi nella società, le consente di agire e raggiungere i propri fi ni im-prenditoriali. Non è escluso, però», precisa la Cassazione, «che s’instauri, tra la socie-tà e la persona fi sica che la rappresenta e la gestisce, un autonomo, parallelo e diverso rapporto che assuma, secondo

l’accertamento esclusivo del giudice del merito, le carat-teristiche di un rapporto su-bordinato, parasubordinato o d’opera». In queste casi non ci sarebbero dubbi a chi versare i contributi: all’Inps gestione dipendenti (Fpld), nel primo caso (rapporto di tipo subordi-nato); all’Inps, gestione sepa-rata, nel secondo e terzo caso

(rapporti parasubordinati o d’opera).

L’assicurazione Inail. Finora la qualifi ca di para-subordinato non metteva in discussione la ricorrenza dell’obbligo assicurativo per l’amministratore, soprattutto alla luce delle novità della ri-forma dell’Inail del 2000 (dlgs n. 38/2000). Infatti, con questa riforma, è stata estesa la tu-tela assicurativa, in via obbli-gatoria, proprio agli ammini-stratori non soci che (perché) intrattengono un rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, ovviamente nel caso prestano una delle attività rischiose (previste dall’art. 1 del T.u. Inail, ap-provato con dpr n. 1124/1965, cui aggiungere la conduzione personale di veicoli a motore, non in via occasionale e per

l’espletamento delle proprie mansioni). Poiché la qualifi -ca di «parasubordinato» deve ora escludersi in virtù della sentenza della Cassazione, allora anche la ricorrenza dell’obbligo assicurativo deve essere rimessa in discussio-ne e riconsiderata alla luce della nuova qualifi cazione di «rapporto societario». Queste le singole ipotesi disciplinate dall’Inail.

1) Socio-amministratore. Va assicurato all’Inail il

socio-amministratore che già eserciti, in qualità di so-cio «dipendente funzionale» della società, un’attività ri-schiosa prevista all’art. 1, del T.u. Inail, a nulla rilevando lo svolgimento delle funzio-ni di amministratore. In tal caso, è suffi ciente l’apertura del solo rapporto assicura-tivo derivante dall’attività di socio, con il conseguente assorbimento dell’attività di amministratore.

2) Socio-amministratore unico.

Vale quanto detto per l’ipo-tesi precedente.

3) Socio-unico/ammini-stratore-unico.

Allorché una stessa perso-na svolga attività rischiosa protetta sotto il profilo in-fortunistico sia in veste di socio-unico, sia di ammini-stratore-unico, è da esclude-re la sussistenza dell’obbligo assicurativo.

4) Amministratore non so-cio.

Attenzione; l’obbligo assi-curativo ricorre(va) perché l’amministratore rivesti(va) la qualifi ca di lavoratore pa-rasubordinato e in presenza dello svolgimento di una del-le specifi che attività rischio-se richiamate dall’art. 5 del dlgs n. 38/2000 (conduzione personale di veicoli a mo-tore, non in via occasiona-le, per l’espletamento delle proprie mansioni), esclusi i casi di incarichi svolti da ragionieri o da dottori com-mercialisti, rientrando i loro compensi nell’ambito della loro attività professionale (agenzia entrate, circolare n. 105/2001)

5) Amministratore-unico non socio.

L’amministratore-unico che non svolge attività la-vorativa in qualità di socio non è soggetto all’obbligo assicurativo.

Al riguardo, in conside-razione della sua peculiare posizione di vertice dell’or-ganismo sociale, nemmeno è applicabile la tutela pre-vista dall’art. 5 del dlgs n. 38/2000 (parasubordinati), a meno che egli debba attener-si a un mandato conferitogli dall’assemblea dei soci o da altri organi sociali con obbli-go di riferire in ordine all’atti-vità svolta e in presenza dello svolgimento di una specifi ca attività rischiosa.

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Gestione artigiani ed esonero Inail

Le regole Inail

Requisiti per l’obbligo assicurativo dei soci di società

«Dipendenza funzionale» con la società;• esposizione abituale a un’attività rischiosa•

Requisiti per l’obbligo assicurativo degli am-ministratori non soci di società (1)

Rapporto di co.co.co.;• prestazione di un’attività rischiosa;• conduzione personale di veicoli a motore, in via • non occasionale, nell’espletamento delle man-sioni

C’è obbligo assicurativo Socio amministratore• Socio amministratore unico•

Non c’è obbligo assicu-rativo

Amministratore unico• Non socio amministratore unico •

1) Ad eccezione degli incarichi dei dottori commercialisti e dei ragionieri commercialisti, l’obbligo assicurativo può scaturire dalla natura di attività «parasubordinata», quindi in presenza dei requisiti a in tal caso richiesti.

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16 Lunedì 27 Febbraio 2017 I M P R E S ACome accedere al bando transnazionale Manunet III a sostegno del settore manifatturiero

Ricerca, imprese Ue all’appelloTempi ridotti per candidarsi: prima fase entro il 17/3

Pagina a cura DI ROBERTO LENZI

Tempi ridotti per candi-darsi su Manunet III, il programma che vuole stimolare la competiti-

vità manifatturiera a livello europeo migliorando la colla-borazione fra micro, piccole e medie imprese (Mpmi), gran-di imprese e organismi di ri-cerca. L’obiettivo è di arrivare a sviluppare prodotti innova-tivi tramite le collaborazioni in partenariati transnaziona-li. Il progetto vede coinvolte oltre venti regioni europee, con il co-finanziamento del programma europeo Horizon 2020, misura Era-Net sulle tecnologie per il manifattu-riero avanzato. Partecipano, a livello italiano, le regioni Piemonte, Lombardia, Puglia e Toscana. La procedura di selezione è articolata in due fasi. Per la prima fase della call, la presentazione della domanda dovrà avvenire sia a livello transnazionale, quindi sulla piattaforma elettronica Electronic Submission Sy-stem Ess del progetto Manu-net III, disponibile attraverso un forum specifico sul sito; sia a livello regionale. Per quanto riguarda le modalità e i termini di presentazione delle domande, a livello Pre Proposal, dovranno essere presentate entro e non oltre il 17 marzo 2017 (ore 17), a li-vello regionale tale scadenza varia a seconda della regio-ne. Le domande Full Proposal dovranno essere presentate esclusivamente su piattafor-ma europea entro e non oltre il 12 luglio 2017 (ore 17). Le domande non chiuse entro i termini stabiliti, non fi rma-te digitalmente con firma valida o non corredate della documentazione obbligato-ria richiesta, non saranno considerate ammissibili alla candidatura. La dotazione fi -nanziaria destinata alla call transnazionale è pari a 19 mi-lioni e oltre 651 mila euro di contributo nazionale/regiona-le da parte degli stati/regioni partecipanti, cui si aggiunge un contributo europeo fi no a un massimo di quasi 7 milioni e 700 mila euro.

Fondi per progetti ad alto rischio. L’obiettivo prin-cipale del bando transnazio-nale Manunet III è sostenere progetti di ricerca e sviluppo ad alto rischio nel settore ma-nifatturiero. Il progetto Era-Net Cofund «Manunet III» raggruppa un partenariato europeo di soggetti fi nanzia-tori e/o gestori di programmi nazionali/regionali per la ri-cerca industriale e lo sviluppo sperimentale provenienti dai seguenti stati partecipanti: Federazione russa, Germa-nia, Irlanda, Israele, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Pa-

esi Bassi, Romania, Spagna, Turchia. Aderiscono inoltre le seguenti regioni: Asturie, paesi Baschi, Castiglia, Ca-talogna, Navarra (Spagna); Gheldria, Brabante setten-trionale, Overijssel (Paesi Bassi); Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana (Italia); Val-lonia (Belgio).

Benefi ciarie le imprese e gli organismi di ricer-ca. Sono benefi ciarie le mi-cro, piccole e medie imprese

(Mpmi), sia le grandi imprese (Gi) e gli organismi di ricerca (Or), di tipo sia pubblico che privato. Tra essi in particola-re vi sono le grandi imprese in cooperazione con almeno una Mpmi, con o senza Or; le Mpmi in cooperazione tra loro singole anch’esse con o senza Or e organismi di ricerca in collaborazione con almeno un Mpmi. Non possono presenta-re domanda in questa sezio-ne le imprese appartenenti ai

settori economici esclusi dal campo di applicazione delle norme comunitarie.

Finanziabili attività di R&S. Sono ammessi al fi nan-ziamento i progetti di ricer-ca industriale e di sviluppo sperimentale in campo ma-nifatturiero. Possono essere presentati progetti da parte di almeno due legal enties appartenenti a due diversi stati membri dell’Unione o paesi associati. I partneria-

ti devono prevedere almeno due Pmi indipendenti anche appartenenti allo stesso stato o regione. Le grandi imprese e gli organismi di ricerca possono partecipare, assie-me alle altre organizzazioni pubbliche, rispettando le re-gole di accesso dei loro paesi, lasciando comunque fi ssa la regola di partecipazione in-sieme a due pmi indipenden-ti. Fine esplicito è quello di sostenere progetti di ricerca e sviluppo ad alto rischio nel settore manifatturiero. Per tale motivo le proposte oltre ai requisiti sopra citati, do-vranno anche dimostrare di realizzare attività transna-zionali di ricerca e sviluppo con un signifi cativo livello di innovazione e rischio tecnico-scientifico. Dovranno avere una forte partecipazione da parte di Pmi; essere orientate sul mercato; saper applicare e utilizzare concretamente le tecnologie manifatturie-re. Inoltre dovranno avere l’expertise i diversi partner nei rispettivi campi di com-petenza.

L’obiettivo della call tran-snazionale «Manunet III» è di fi nanziare progetti tran-snazionali R&S di dimen-sione piccolo-media con 4 o 5 organizzazioni da 2/3 diversi Paesi. Non sono fi ssati limiti dimensionali di budget.

Contributi a fondo per-duto con cumulo. I con-tributi per la realizzazione dei progetti sono concessi a fondo perduto sulla base di quanto stabilito dalla nor-mativa comunitaria. Hanno la possibilità di cumulabilità del credito di imposta, questo consente, nell’ipotesi più fa-vorevole, di investire in pro-getti recuperando quasi tutti i costi sostenuti, grazie proprio a questo cumulo di agevolazio-ni. L’aiuto sarà concesso sotto forma di contributo in conto capitale. I progetti dovranno avere una durata massima di 24 mesi dalla concessione del contributo. Diversi sono i costi ammessi, da quelli del perso-nale riconducibili a ricercatori, tecnici e altro personale, al co-sto relativo alla strumentazio-ne e attrezzatura. Questi sono ammissibili solo per il periodo in cui sono stati impiegati per il conseguimento del progetto. Sono ammissibili anche i costi di immobili e terreni, anche loro nella misura e per il pe-riodo in cui vengono utilizzati per il progetto. Sono ammessi anche i costi per la ricerca con-trattuale, i brevetti acquisiti o i servizi di consulenza utiliz-zati al fi ne del progetto. Sono ulteriormente agevolabili le spese generali supplementari e altri costi di esercizio com-preso il costo dei materiali e delle forniture utilizzati per il progetto.

© Riproduzione riservata

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La call è attuata in due fasi: una preli-minare a scopo selettivo e l’altra per la presentazione di una proposta completa. Nella prima fase, obbligatoria per tutti i partecipanti, il coordinatore del parte-nariato transnazionale deve presentare una pre-proposal, in inglese, sulla piatta-forma elettronica del progetto Manunet III, disponibile alla pagina https://www.manunet.net/, attraverso un apposito form online. Il termine per partecipare a questa fase è fi ssato al 17 marzo 2017. Le pre-proposal saranno valutate sulla base dei criteri transnazionali di ammissibili-tà defi niti nella call, e, successivamente, da parte di ciascuna Funding Agency, per quanto attiene la rispondenza dei candi-dati dei rispettivi territori ai requisiti di ammissibilità formale stabiliti a livello nazionale/regionale. Verranno invitati a presentare una full-proposal soltanto i candidati le cui pre-proposal avranno superato positivamente la valutazione di ammissibilità a livello transnazionale e l’istruttoria formale sui requisiti nazio-nali/regionali effettuata dalle rispettive regioni. In considerazione del tetto mas-simo di richieste, saranno ammesse alla seconda fase soltanto un numero di pre-proposal tali da non superare di 2,5 volte l’ammontare totale del cofi nanziamento nazionale/regionale messo a bando dalle Funding Agencies.

La proposta completa. Solamente i can-

didati che avranno superato la prima fase selettiva, sia a livello transnazionale che a livello nazionale/regionale, potranno candidare una full-proposal, presentando-la entro il 12 luglio 2017. La candidatura della proposta, in inglese, dovrà avvenire utilizzando la piattaforma elettronica del progetto Manunet III, disponibile alla pa-gina https://www.manunet.net/, attraver-so un apposito form online. Cambiamenti in full-proposal inerenti gli obiettivi, il partenariato e i costi dell’investimento rispetto alla pre-proposal non saranno in generale accettati. Ogni altro tipo di cambiamento diverso da quelli menzio-nati dovrà essere prima approvato dalle Funding Agencies coinvolte. La valutazio-ne sarà effettuata da un panel di esperti indipendenti internazionali, tre almeno per ogni proposta, esterni alle Funding Agencies. Le graduatorie sono predispo-ste sulla base dei seguenti criteri: eccel-lenza dell’idea progettuale e delle solu-zioni tecnologiche implementate; impatto, ossia la capacità di focalizzarsi sulle pro-blematiche cruciali del settore/area di in-tervento e di determinare la risoluzione di tali problematiche e il successo delle soluzioni proposte, nonché di diffondere i risultati progettuali in vista di una futura commercializzazione; qualità ed effi cacia della realizzazione del progetto in termi-ni di organizzazione del lavoro, uso delle risorse, pianifi cazione temporale.

Procedura in due fasi: pre e full

In sintesi

BENEFICIARI

Micro, piccole e medie Imprese Mpmi

Grandi imprese Gi

Organismi di ricerca Or (pubblici e privati)

Grandi Imprese in cooperazione con almeno una Mpmi della Regione con o senza Or

Mpmi in cooperazione tra loro o singole con o senza Or.

Or in collaborazione con almeno una Mpmi della Regione, escluso Or da solo

SPESE AMMISSIBILI

Costi di personale

Costi strumentazioni e attrezzature

Costi degli immobili e dei terreni

Costi di ricerca contrattuale

Spese generali supplementari

SPECIFICHE

Progetti di ricerca e sviluppo

Forte partecipazione Pmi

Applicazione e corretto utilizzo delle tecnologie manifatturiere

Expertise dei diversi partner nei rispettivi campi di competenza

Valore aggiunto transnazionale rea-lizzato tramite la cooperazione

Rafforzamento impatto e posiziona-mento su mercato dei proponenti

I progetti dovranno avere una durata massima di 24 mesi a partire dalla data di concessione del contributo

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17Lunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 FebbraiP R E V I D E N Z AProrogata per 2017 e 2018 la monetizzazione del congedo parentale per tutte le lavoratrici

Voucher bebè di nuovo in pistaRiaperte le domande (ma fi no a esaurimento risorse)

Pagina a cura DI CARLA DE LELLIS

Prorogata di due anni, 2017 e 2018, la mone-tizzazione del conge-do parentale tramite

voucher baby-sitting a favore delle lavoratrici dipendenti, parasubordinate e autonome. La buona notizia va a favore soprattutto delle lavoratrici dipendenti, che nel primo anno di sperimentazione han-no esaurito le risorse anzitem-po (al 3 agosto 2016). L’Inps ha già riaperto i canali per presentare le domande, cosa che sarà possibile fare fi no al 31 dicembre 2018 se non ci sarà prima l’esaurimento del-le risorse, che ammontano a 40 milioni di euro per ognuno dei due anni. La novità è sta-ta prevista dall’art. 1, comma 356, della legge n. 232/2016 (legge di Bilancio 2017).

La monetizzazione. La misura, introdotta dalla leg-ge n. 92/2012 (riforma lavoro Fornero), ha il fi ne di sostene-re e aiutare le famiglie negli acquisti dei servizi per l’in-fanzia. In pratica consiste di uno «scambio», possibile solo per le lavoratrici madri (sono esclusi i papà, anche se hanno diritto al congedo parentale come le mamme): rinuncia alla fruizione del congedo parentale in cambio della monetizzazione per il valore di 600 euro di uno o più mesi di congedo parentale cui si è rinunciato.

Diritto a tutte le lavora-trici. In un primo momento, alla misura avevano accesso esclusivamente le lavoratrici titolari di un contratto di la-voro dipendente, sia con am-ministrazioni pubbliche sia con datori di lavoro del settore privato, nonché le lavoratrici iscritte alla Gestione Separa-ta Inps (cd parasubordinate), tra cui le professioniste sen-za cassa (con partita Iva). La legge di Stabilità per il 2016, poi, ha previsto l’estensione anche alle lavoratrici auto-nome; tuttavia, nonostante la legge sia entrata in vigore il 1° gennaio 2016, la previ-sione è rimasta fi nora sulla carta per concretizzarsi con la pubblicazione del regola-mento approvato dal decreto 1° settembre 2016 in G.U. n. 252/2016. Nel dettaglio la monetizzazione del congedo parentale è stata estesa alle seguenti categorie di lavora-trici autonome: coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attivi-tà commerciali, imprenditri-ci agricole a titolo principale, pescatrici della piccola pesca marittima e delle acque in-terne.

Il congedo monetizza-

bile. Come detto la mone-tizzazione consiste in uno «scambio»: rinuncia alla fru-izione del congedo parentale (l’ex astensione facoltativa) in cambio dell’importo di 600 euro per ciascun mese di con-gedo parentale al quale si è rinunciato, da spendere in servizi di baby-sitting. La «spesa» può essere fatta direttamente dalla lavoratrice interessata (con i voucher, che gli consentono di acquistare ore di lavoro accessorio, appunto, da baby-sitter), oppure in via indiretta segnalando all’Inps l’isti-tuzione pubblica o priva-ta (l’asilo nido) presso cui intende portare il fi glio.

Poiché la monetizzazio-ne presuppone la rinun-cia al congedo parentale, essa è soggetta a un limite preciso: i mesi di congedo parentale ai quali ha di-ritto la lavoratrice. In via di principio, le lavoratrici autonome hanno diritto a un massimo di 3 mesi di congedo parentale entro il primo anno di vita del bam-bino. In caso di adozione e di affi damento, sia nazionale sia internazionale, il congedo pa-rentale è fruibile sempre per massimo 3 mesi ma entro un anno dall’ingresso del mino-re nella famiglia. Nel caso di parto, adozione o affi damento plurimo il diritto al congedo parentale spetta per ogni

bambino. Pertanto, il limite massimo è di tre mesi.

Quanto vale la monetiz-zazione. Se, come è stato ap-pena detto, la lavoratrice au-tonoma ha diritto a massimo 3 mesi di congedo parentale

e se per ogni mese di congedo a cui rinuncia la lavoratrice ha diritto al contributo di 600 euro, allora le lavoratrici au-tonome possono maturare un contributo massimo di 1.800 euro (in base allo stesso ra-gionamento, si ricorda, che il contributo massimo per le lavoratrici dipendenti è di 3.600 euro a fronte di sei mesi della rinuncia del conge-

do parentale e di 1.800 euro per le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’Inps, a fronte della rinuncia di tre mesi di congedo parentale).

Le lavoratrici possono ac-cedere al beneficio anche se hanno già fruito in parte

del congedo parentale; in tal caso, evidentemente, il bo-nus è fruibile in corrispon-denza dei mesi di congedo parentale cui ancora hanno diritto. Attenzione; il bonus viene concesso in ragione del singolo fi glio; pertanto, in pre-senza di più fi gli, è possibile accedere a più bonus. Come già anticipato, nel caso di richiesta del contributo per

l’acquisto di servizi di baby-sitting, l’Inps consegna alla lavoratrice 600 euro in vou-cher per ogni mese di congedo parentale al quale si rinuncia.Invece, in caso di richiesta del contributo per fruire della rete pubblica o privata dei servi-zi all’infanzia, l’Inps eroga i contributi direttamente alla struttura scelta dalla lavora-trice madre, comunque fi no a concorrenza dell’importo di 600 euro per ciascun mese di congedo parentale al quale la lavoratrice ha rinunciato.

Attenzione. Il contributo è erogato soltanto per «quote» mensili intere; in altre parole, non è possibile monetizzare metà mese, ad esempio 15 giorni di congedo.

La domanda. La domanda di monetizzazione del conge-do parentale va presentata all’Inps esclusivamente in via telematica, operando sul sito web tramite Pin dispo-sitivo; in alternativa, si può ricorrere all’assistenza di un patronato o un Caf. Nella domanda la lavoratrice deve indicare a quale dei due tipi di monetizzazione intende ac-cedere: voucher o spesa asili nido. Nel secondo caso, va indicata anche la struttura (pubblica o privata accredita-ta) presso cui risulta iscritto il fi glio. Nell’istanza, inoltre,va indicato il periodo di mesi da monetizzare, con dichia-razione espressa di rinuncia al corrispondente numero di mesi di congedo parentale;e va anche dichiarato di aver presentato la dichiarazione Isee valida. Nell’ipotesi del-

la presenza di più fi gli, occorre presentare una domanda per ciascun fi glio.

Una volta inviata la domanda, la lavoratri-ce riceverà il provvedi-mento di accoglimento ovvero di rigetto all’in-dirizzo di Pec (posta elettronica certifi cata) indicato. Il provvedi-mento è anche con-sultabile sul sito web dell’Inps, previo accesso con Pin da parte della beneficiaria o tramite patronato.

Rinuncia al bene-fi cio. In caso di ripen-samento, la lavoratrice può rinunciare al bonus a partire dal giorno suc-

cessivo all’accoglimento della domanda, esclusivamente in via telematica con la stessa procedura che ha utilizzato per l’invio della domanda. In caso la rinuncia avvenga dopo il ritiro dei voucher, i voucher non ancora fruiti potranno es-sere restituiti all’Inps (alla sede presso cui sono stati ri-tirati), che provvederà all’an-nullamento.

La monetizzazione del congedo parentale

Lavoratrici che ne hanno diritto

Tutte le lavoratrici con diritto al congedo parentale, vale a dire:

lavoratrici dipendenti, pubbliche e private; • lavoratrici autonome iscritte alla gestione separata • dell’Inps (le c.d. parasubordinate), incluse professioni-ste senza cassa altre lavoratrici autonome e imprenditrici •

Contributo a due vie

Il contributo può essere alternativamente richiesto:per l’acquisto di servizi di baby-sitting attraverso i vou-• cher (buoni-lavoro)per far fronte agli oneri della rete pubblica o privata di • servizi per l’infanzia, tramite il pagamento diretto del bonus

Per quanto tempo

lavoratrici dipendenti, pubbliche e private = massimo • sei mesilavoratrici parasubordinate = massimo tre mesi• lavoratrici autonome e imprenditrici = massimo tre • mesi

Quanto vale

Il contributo vale 600 euro per mese di rinuncia al con-gedo parentale:

lavoratrici dipendenti, pubbliche e private = massimo • 3.600 euro;lavoratrici parasubordinate = massimo 1.800 euro;• lavoratrici autonome e imprenditrici = massimo 1.800 • euro

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18 Lunedì 27 Febbraio 2017 I M P R E S ALe novità sulle modalità di accesso all’agevolazione, contenute in un decreto direttoriale

Sabatini-ter in formato maxi Contributo maggiorato del 30%. Domande dall’1 marzo

Pagina a curaDI BRUNO PAGAMICI

Via libera dal ministero dello sviluppo economi-co alla nuova Sabatini-ter. Con il decreto diret-

toriale del dicastero, datato 16 febbraio 2017, le imprese che investiranno in tecnologie digi-tali e in sistemi di tracciamen-to e pesatura dei rifi uti, dal 1° marzo 2017 potranno presen-tare domanda di agevolazione per usufruire del contributo Sabatini-ter maggiorato del 30% rispetto agli «investimenti ordinari». L’obiettivo è incen-tivare la manifattura digitale e incrementare l’innovazione e l’effi cienza del sistema im-prenditoriale anche tramite l’innovazione di processo e di prodotto. Il decreto direttoria-le fa seguito alla circolare at-tuativa Mise del 15/2/2017, n. 1403, recante la disciplina dei contributi e dei fi nanziamenti per l’acquisto di nuovi macchi-nari, impianti e attrezzature da parte di pmi.

Le novità. Ecco le novità sulle modalità di accesso:

- a partire dal 1° marzo, le imprese dovranno utilizzare esclusivamente il nuovo mo-dulo di domanda (release 4.0) disponibile sul sito internet del Mise; le domande presentate con il vecchio modulo dopo il 1° marzo saranno considerate irricevibili;

- all’interno del nuovo mo-dulo le imprese dovranno in-dicare la ripartizione tra inve-stimenti cosiddetti ordinari e investimenti in tecnologie digi-tali, in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifi uti (c.d. 4.0);

- i beni materiali e immate-riali rientranti tra gli investi-menti «4.0» sono individuati all’interno degli allegati 6/A e 6/B alla circolare. Con riferi-mento alla stessa domanda, gli investimenti dichiarati «4.0», se non rientranti negli elenchi di cui agli allegati 6/A e 6/B, non sono ammessi alle agevo-lazioni e non possono essere ammessi come investimenti ordinari;

- le disposizioni si applicano sia alle domande presentate dall’1/3/2017, sia a quelle pre-sentate prima di tale data, te-nuto conto della fase a cui sono giunti i relativi procedimenti.

Gli investimenti. Possono beneficiare delle agevolazio-ni le pmi ubicate sull’intero territorio nazionale, operanti in tutti i settori, a eccezione di quelle rientranti nei setto-ri delle attività fi nanziarie e assicurative (sezione K della classifi cazione Ateco).

Per quanto riguarda gli in-vestimenti agevolabili, la nor-mativa prevede la seguente suddivisione:

- «investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di traccia-mento e pesatura dei rifi uti»: gli investimenti in beni ma-

teriali e immateriali elencati negli Allegati n. 6/A e n. 6/B;

- «investimenti ordinari»: gli investimenti diversi dagli investimenti in tecnologie di-gitali e in sistemi di traccia-mento e pesatura dei rifi uti. Nello specifi co, gli investimenti ordinari riguardano l’acquisto, o l’acquisizione nel caso di ope-razioni di leasing fi nanziario, di macchinari, impianti, beni strumentali di impresa, at-trezzature nuovi di fabbrica a uso produttivo, classifi cabili, nell’attivo dello stato patri-moniale, alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4, dell’art. 2424 del codi-ce civile, destinati a strutture produttive già esistenti o da impiantare, ovunque localiz-zate nel territorio nazionale.

Il fi nanziamento. Il fi nan-ziamento, cui è subordinato il riconoscimento del contributo da parte del ministero, deve essere deliberato entro il 31 dicembre 2018 da una banca/società di leasing aderente all’iniziativa. Il fi nanziamento, da stipularsi solo successiva-mente alla data di presentazio-ne della domanda, deve: essere deliberato a copertura degli in-vestimenti e fi no al 100% degli stessi; avere durata massima, comprensiva di un periodo di preammortamento o di pre-locazione non superiore a 12 mesi, di 5 anni decorrenti dalla data di stipula del contratto di fi nanziamento ovvero, nel caso di leasing fi nanziario, decor-renti dalla data di consegna

del bene o alla data di collaudo se successiva; essere deliberato per un valore non inferiore a 20 mila euro e non superiore a 2 milioni di euro, anche se frazionato in più iniziative di acquisto, per ciascuna impresa benefi ciaria. Il limite massimo di 2 milioni di euro è riferito ai fi nanziamenti corrispondenti alla somma di tutti gli investi-menti ammessi dal ministero a favore di una singola Pmi a decorrere dall’entrata in vigore del dl 69/2013. Il limite minimo di 20 mila euro è riferito alla singola domanda di agevola-zione. Entro il limite massimo di 2 milioni di euro di fi nanzia-mento la Pmi può presentare una o più domande di agevola-zione, purché i beni acquistati o acquisiti in leasing presentino nel loro insieme un’autonomia funzionale.

Spese ammissibili. Le spe-se ammissibili riguardano l’ac-quisto, anche in leasing, di beni strumentali oggetto di investi-menti ordinari e investimenti in tecnologie digitali e in siste-mi di tracciamento e pesatura dei rifi uti (investimenti 4.0), destinati a strutture produt-tive già esistenti o da impian-tare, ovunque localizzate nel territorio nazionale.

I beni devono essere a uso produttivo e ubicati presso l’unità produttiva dell’impresa in cui è realizzato l’investimen-to. È ammissibile l’acquisto, ovvero l’acquisizione in lea-sing, di beni strumentali che,

presi singolarmente ovvero nel loro insieme, presentano un’autonomia funzionale, non essendo ammesso il fi nanzia-mento di componenti o parti di macchinari che non soddisfa-no il suddetto requisito, fatti salvi gli investimenti in beni strumentali che integrano con nuovi moduli l’impianto o il macchinario preesistente, introducendo una nuova fun-zionalità nell’ambito del ciclo produttivo dell’impresa. Non sono in ogni caso ammissibili le spese:

- relative a beni di costo infe-riore a euro 516,46 euro;

- relative a terreni e fabbri-cati, incluse le opere murarie di qualsiasi genere; sono altre-sì esclusi «immobilizzazioni in corso e acconti»;

- per scorte di materie pri-me e semilavorati di qualsiasi genere;

- per prestazione di servizi e consulenze di qualsiasi ge-nere;

- per l’acquisto di beni che costituiscono mera sostitu-zione di beni già esistenti in azienda;

- relative a commesse inter-ne;

- relative a beni usati o ri-generati;

- per materiali di consumo;- di funzionamento;- relative a imposte e tasse;- relative al contratto di fi -

nanziamento e a spese legali di qualsiasi genere;

- relative a utenze di qual-

siasi genere, ivi compresa la fornitura di energia elettrica, gas ecc.;

- per pubblicità e promozioni di qualsiasi genere.

Le imprese in regime di con-tabilità semplificata devono dare evidenza della corretta applicazione dei principi con-tabili in materia di immobi-lizzazioni materiali, mediante una dichiarazione sostitutiva resa dal legale rappresentante dell’impresa, da tenere agli atti dell’impresa stessa.

Agevolazioni concedibi-li. L’agevolazione è concessa alle pmi nella forma di un contributo in conto impianti il cui ammontare è determi-nato in misura pari al valore degli interessi calcolati, in via convenzionale, su un fi nanzia-mento della durata di 5 anni e di importo uguale all’investi-mento a un tasso d’interesse annuo pari a: 2,75% per gli investimenti ordinari; 3,575% (con la maggiorazione del 30% rispetto al tasso previsto per gli investimenti ordinari) per gli investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di traccia-mento e pesatura dei rifiuti (investimenti 4.0).

Si tratta di un aiuto in esen-zione a valere sui regolamenti comunitari relativi al settore di riferimento e, pertanto, non è in regime «de minimis». Le agevolazioni sono cumulabili con altre agevolazioni pubbli-che concesse per le medesime spese a condizione che tale cumulo non comporti il supe-ramento delle intensità mas-sime previste dal regolamento comunitario di riferimento. In particolare:

- con riferimento ai settori agricolo, forestale e zone ru-rali, le intensità agevolative massime sono pari:

a) al 50% dell’importo dei costi ammissibili nelle regio-ni meno sviluppate e in tutte le regioni il cui pil pro capite nel periodo 2007-2013 è stato inferiore al 75% della media dell’Ue a 25 paesi per il periodo di riferimento, ma superiore al 75% della media del pil dell’Ue a 27 paesi;

b) 40% dell’importo dei costi ammissibili nelle altre regio-ni;

- con riferimento al settore della produzione, trasforma-zione e commercializzazio-ne dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, l’intensità agevolativa massima è pari al 50% della spesa totale ammis-sibile;

- con riferimento agli altri settori le agevolazioni sono concesse nel rispetto delle se-guenti intensità di aiuto mas-sime:

a) il 20% dei costi ammissi-bili nel caso delle piccole im-prese;

b) il 10% dei costi ammis-sibili nel caso delle medie im-prese.

La nuova Sabatini-ter

Pmi bnei ciarie

Possono benei ciare delle agevolazioni le Pmi ubicate sull’in-tero territorio nazionale, operanti in tutti i settori, ad ecce-zione di quelle rientranti nei settori delle attività i nanziarie e assicurative (sezione K della classii cazione Ateco)

Spese ammissibili

Riguardano l’acquisto, anche in leasing, di beni strumentali oggetto di investimenti ordinari e investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rii uti (in-vestimenti 4.0), destinati a strutture produttive già esistenti o da impiantare, ovunque localizzate nel territorio nazionale

Finanziamento

Il i nanziamento, cui è subordinato il riconoscimento del contributo da parte del Mise, deve:

essere deliberato entro il 31 dicembre 2018 da banche/• società di leasing convenzionate; essere deliberato a copertura degli investimenti e i no al • 100% degli stessi;avere durata massima 5 anni; • essere deliberato per un valore non inferiore a 20 mila • euro e non superiore a 2 milioni di euro

Agevolazione

L’agevolazione è concessa nella forma di un contributo in conto impianti determinato in misura pari al valore degli in-teressi calcolati su un i nanziamento della durata di 5 anni e di importo uguale all’investimento a un tasso d’interesse annuo pari a:a) 2,75% per gli investimenti ordinari;b) 3,575% (comprensivo di maggiorazione del 30%) per gli

investimenti in tecnologie digitali e in sistemi di traccia-mento e pesatura dei rii uti (investimenti 4.0)

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19Lunedì 27 Febbraio 2017LunedìS P E N D E R E M E G L I OSono sempre più diffuse le polizze anti-infortuni, arrivati a 4,5 milioni all’anno in Italia

Vita domestica sotto coperturaDalle spese mediche all’indennizzo per ricovero: le tutele

Pagina a curaDI IRENE GREGUOLI VENINI

In Italia ogni anno tra le mura domestiche avven-gono milioni di incidenti di cui molti anche gravi (dal-

le cadute all’uso non corretto di elettrodomestici, utensili e prodotti chimici), che possono portare a dover sostenere delle spese sanitarie, all’impossibi-lità di lavorare per un perio-do di tempo, a invalidità e nei casi peggiori alla morte. Per tutelarsi, oltre a prestare più attenzione a pericoli in genere sottovalutati, ci sono diverse polizze dedicate agli infortuni che, tra le altre cose, per esem-pio rimborsano i costi medici, forniscono un indennizzo per i giorni di ricovero o di convale-scenza e garantiscono un soste-gno economico alle famiglie.

Gli incidenti domestici in Italia. I dati di una ricerca effettuata dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni, la com-pagnia dell’Automobile Club d’Italia, rivelano che il 62% degli italiani si sente al sicuro nella propria casa, ma il 34% degli intervistati ammette di non comportarsi in modo ade-guato per evitare gli inciden-ti domestici. Il 28% sostiene, inoltre, che il problema non sia solo una questione di com-portamento ma che sia legato a edifi ci non a norma, mentre il 17% è convinto che non venga data abbastanza informazione sul tema. I pericoli più temu-ti sono la fuga di gas (51%), gli incendi (42%) e la perdita d’acqua (30%). È invece sot-tovalutato il piccolo incidente dovuto a distrazione, per esem-pio scivolare, inciampare o la rottura di un vetro, che preoc-cupa solo il 26%: si consideri però che secondo i dati forniti dal Dipartimento di medicina del lavoro dell’Ispesl (Istituto per la prevenzione e sicurezza del lavoro) ogni anno circa 4,5 milioni di incidenti avvengono tra le pareti di casa, di cui 8 mila mortali; il più frequente è la caduta, che pesa per il 40% del totale. In tutto ciò i danni alle persone (nel 74% dei casi) sono la conseguenza che gli ita-liani temono di più a seguito di un incidente domestico. Al secondo posto c’è la paura di subire danni strutturali all’abi-tazione (per il 47%): in questo caso, l’ansia maggiore risulta legata al denaro da dover spen-dere per riparare il danno (lo afferma il 58%), ma anche al fatto che l’incidente avvenga quando in casa non c’è nessu-no, per esempio quando si è in vacanza (per il 37%), o dover aspettare molto tempo prima di poter risolvere il problema (per il 36%). Per il 18% degli intervistati, infi ne, il rammari-co è, a danno avvenuto, quello di non essersi tutelati prima. I soggetti più a rischio, secondo un intervistato su tre, sono ca-

salinghe, bambini e anziani. Le proposte per tutelarsi.

Per proteggersi dagli imprevi-sti si può scegliere tra diverse soluzioni con polizze dedicate agli infortuni domestici (che in molti casi coprono anche quelli sul lavoro) o con assicurazioni per la casa che comprendo-no, oltre ai risarcimenti per i danni all’immobile, anche le coperture per queste evenien-ze. Sara Assicurazioni offre per esempio SaraDefender, con cui si può assicurare la persona singola o i nuclei familiari. Questo prodotto comprende una serie di tutele contro gli infortuni: per esempio in caso di invalidità permanente sono inclusi l’adattamento dell’auto e della casa, le spese per elimi-nare danni estetici, gli inden-nizzi per la perdita dell’anno scolastico e un risarcimento economico per tutti quei casi in cui l’infortunio comporti un’in-validità permanente superiore al 20%, a cui si può aggiungere

il sostegno di una rendita per tutta la durata della vita. La polizza proposta invece da MetLife in quest’ambito si chiama Pronta Mente, pensata per tutelare dalle discontinuità economiche legate agli infortu-ni che possono verifi carsi nel corso dell’attività lavorativa o nel tempo libero. Pronta Mente protegge in caso di decesso e invalidità permanente, totale o parziale, con massimali fi no a un milione e mezzo di euro, e consente di benefi ciare di una somma giornaliera in caso di ingessatura fi no a 120 euro e di avere un rimborso delle spese mediche fi no a 35 mila euro. Sono possibili diverse combina-zioni: per esempio, per una ca-salinga, con un premio annuo di 280 euro, c’è una garanzia di 100 mila euro per il decesso e per invalidità permanente e il rimborso delle spese mediche fino a 2.500 euro; in questo caso per un infortunio domesti-co con frattura scomposta con

un grado di invalidità dell’1%, l’indennizzo è di mille euro. È possibile assicurarsi per gli incidenti domestici anche con l’offerta modulare Allianz1 di Allianz Italia. Con circa 13 euro al mese, per esempio una casalinga di 40 anni o un pen-sionato di 65 anni, in caso di un infortunio importante, ri-ceveranno oltre a un capitale immediato, anche una rendita vitalizia mensile. È garantito anche il rimborso delle spese mediche indipendentemente dalla gravità dell’incidente. Un’altra opzione è quella di Zurich Connect che offre una polizza per la casa, con la pos-sibilità di scegliere le diverse coperture, includendo l’in-dennizzo in caso di infortunio avvenuto in casa o durante le attività non professionali. An-che Europ Assistance ha un prodotto che tutela pure in caso di incidenti in casa (Eura Salute Subito Protetto). Op-pure c’è anche la soluzione di

Global Assistance, che propone InfortuniClick, un’assicura-zione che si attiva in caso di infortunio, avvenuto al lavoro o nel tempo libero, rivolta a persone di età non superiore ai 65 anni e che corrisponde un capitale in caso di morte o invalidità permanete, l’adatta-mento all’abitazione in caso di gravi invalidità. La proposta di Generali in quest’ambito è Sei in Sicurezza, una polizza infortuni (che prevede una speciale copertura gratuita per i fi gli sotto i 10 anni), con la possibilità di inserire diverse garanzie, come un indennizzo in base a quanto l’infortunio compromette la capacità lavo-rativa, una salvaguardia per i piani di investimento in caso di invalidità totale, una diaria per ogni giorno di degenza in un istituto di cura pubblico o privato, il rimborso delle spese sanitarie e una rendita vitali-zia per invalidità permanente grave.

Alcune polizze

Polizza Caratteristiche

Sara Assicurazioni – Sa-raDefender (www.sara.it/persone/infor tuni/polizza-infortuni-sarade-fender)

C’è un risarcimento per i casi in cui l’infortunio comporti un’invalidità • permanente superiore al 20%, a cui si può aggiungere il sostegno di una rendita per tutta la durata della vita.Prevede una diaria di 90 giorni nel caso di gessatura.• Include il rimborso per le spese di cura e per l’acquisto o il noleggio di • materiale sanitario.I soci Aci hanno degli sconti.•

MetLife – Pronta Mente (www.metlife.it/assicu-razioni/polizze-infortuni-salute/pronta-mente-as-sicurazione-infortuni)

Protegge in caso di decesso e invalidità permanente con massimali i no • a un milione e mezzo di euro.Consente di benei ciare di una somma giornaliera in caso di ingessatura • i no a 120 euro.Offre una garanzia di rimborso spese mediche i no a 35 mila euro.•

Allianz1 (www.allianz1.it) In caso di un infortunio importante, è possibile ricevere, oltre a un capitale • immediato, una rendita vitalizia mensile. È garantito il rimborso delle spese mediche.• Con l’app AllianzNOW è possibile gestire le emergenze.•

Zurich Connect (www.zurich-connect.it/Assicu-razione-Casa)

È un’assicurazione casa, con la possibilità di includere l’indennizzo in caso • di infortunio avvenuto in casa o durante le attività non professionali.

Europ Assistance – Eura Salute Subito Protetto (www.europassistance.it/assicurazioni/salute/subito-protetto)

Con un costo a partire da 99 euro offre un indennizzo immediato e assi-• stenza sanitaria e domiciliare.Copre gli infortuni avvenuti nell’abitazione, sul lavoro, nel tempo libero.• Offre un capitale in caso di prematura scomparsa.•

Global Assistance – In-fortuniClick (www.poliz-zeclick.it/Prodotti/Infor-tuniClick.aspx)

Rivolta ad assicurati di età non superiore ai 65 anni corrisponde un capi-• tale in caso di morte o invalidità permanente.Prevede l’adattamento all’abitazione per gravi invalidità.• Ci sono garanzie opzionali come l’indennità giornaliera da ricovero o da • gessatura.

Generali - Generali Sei in Sicurezza (www.generali.it/Assicurazioni/Assicu-razioni-infortuni/Generali-Sei-in-Sicurezza)

È personalizzabile con diverse garanzie, tra cui un indennizzo in base a • quanto l’infortunio compromette la capacità lavorativa, una salvaguardia per i piani di investimento in caso di invalidità totale, una diaria per ogni giorno di degenza, il rimborso delle spese sanitarie e una rendita vitalizia per invalidità permanente grave.

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20 Lunedì 27 Febbraio 2017 C O N TA B I L I TÀLe indicazioni dell’Oic 12 confrontando i comportamenti pre e post direttiva 34/E

Proventi e oneri ricollocati cosìnei conti orfani della voce EPagine a cura

DI NORBERTO VILLA

E FRANCO CORNAGGIA

Il dlgs 139 ha portato l’abrogazione dell’ag-gregato E del conto eco-nomico, prima riferito

alla separata indicazione dei proventi e degli oneri straordinari. Nella relazio-ne di accompagnamento del decreto legislativo 139/2015 si richiama unicamente il fatto che la stessa è coe-rente con quanto previsto dall’art. 13 della direttiva 34/Ue.

Con riguardo agli schemi di conto economico l’Oic 12 propone il comportamento da utilizzare fornendo un confronto tra comporta-menti pre e post l’applica-zione del recepimento della direttiva 34/E.

Le regole individuate dallo standard sono le se-guenti:

• è divenuta necessaria una ricollocazione degli oneri e proventi straordi-nari indicati nell’Oic 12 (versione 2014) nelle voci di conto economico ritenute appropriate;

• in taluni casi è risul-tato possibile identificare ex ante, in modo univoco, una voce di destinazione in base alla tipologia della transazione;

• in altri casi in cui non è stato possibile identificare ex ante una classificazione è lasciato al redattore del bilancio individuare la cor-retta classificazione.

La prima ipotesi è quella concernente gli oneri, le plu-svalenze e le minusvalenze derivanti da operazioni con rilevanti effetti sulla strut-tura dell’aziendale parten-do da quelli concernenti le ristrutturazioni aziendali. Considerando che tali costi possono essere di tipologia diversa (ve ne sono alcuni legati al costo del persona-le, altri alla necessità di effettuare accantonamenti) il documento non individua ex ante una voce univoca ma demanda al redattore il compito.

Nel caso di ristruttura-zione del debito invece la stessa può dare origine a componenti positivi di red-dito di tipo finanziario che sono da includere nella voce e pertanto tali componenti sono stati inclusi nella voce C16 d) proventi diversi dai precedenti.

Con riguardo invece alle plus e minusvalenze deri-vanti da conferimenti di aziende e rami aziendali, fusioni, scissioni e altre operazioni sociali straordi-

narie l’indicazione è chiara: sono da far confluire voci A5 altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto eser-cizio e B14 oneri diversi di gestione.

Medesima soluzione è adottata per plusvalenze e minusvalenze derivanti

in generale da operazioni di natura straordinaria, di riconversione produtti-va, ristrutturazione o ri-dimensionamento produt-tivo e anche se derivanti da espropri o nazionaliz-zazioni di beni o dall’alie-nazione di immobili civili e altri beni non strumentali

all’attività produttiva (in tale ipotesi sono comprese anche i plusvalori derivanti dall’acquisizione delle im-mobilizzazioni materiali a titolo gratuito).

Se tali componenti inve-ce derivano dalla cessione di parte significativa delle partecipazioni detenute o

di titoli a reddito fisso im-mobilizzati generano com-ponenti di reddito di tipo finanziario da includere: nelle voci C15, C16 e C17.

Con riguardo invece alle sopravvenienze attive e passive derivanti da fatti naturali o da fatti estranei alla gestione dell’impresa le indicazioni della bozza dell’Oic 12 sono le seguen-ti:

• furti e ammanchi di beni (disponibilità finan-ziarie, beni di magazzino e cespiti vari) di natura stra-ordinaria possono riferirsi a beni di tipologia diversa (per es. disponibilità finan-ziarie, beni di magazzino e cespiti vari). Pertanto non essendo possibile indivi-duare ex ante una voce uni-voca in cui classificare tali poste, si rinvia al redattore del bilancio. Gli eventuali rimborsi assicurativi sono stati inclusi nella voce A5 altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto eserci-zio;

• perdite o danneggia-menti di beni a seguito di eventi naturali straordina-ri come alluvioni, terremo-ti, incendi, inondazioni, ecc. possono riferirsi a beni di tipologia diversa. Pertan-to non essendo possibile individuare ex ante una voce univoca in cui classi-ficare tali poste, si rinvia al redattore del bilancio. Gli eventuali rimborsi as-sicurativi sono stati inclusi nella voce A5 altri ricavi e proventi, con separata in-dicazione dei contributi in conto esercizio;

• liberalità ricevute, in danaro o in natura, che non costituiscono contributi in conto esercizio sono stati inclusi nella voce A5;

• oneri per multe, am-mende e penalità originate da eventi estranei alla ge-stione, imprevedibili e oc-casionali sono inclusi nella voce B14 oneri diversi di gestione;

• oneri da cause e con-troversie di natura straor-dinaria non pertinenti alla normale gestione dell’im-presa possono riferirsi a fattispecie di tipologia di-versa e quindi si rimanda al redattore del bilancio;

• perdita o acquisizione a titolo definitivo di capar-re, qualora abbiano natura straordinaria sono inclusi nelle voci B14 e A5;

• indennità varie per rotture di contratti posso-no riferirsi a fattispecie di tipologia diversa e pertanto si rimanda al redattore.

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Nessuna distinzione tra imposte di competenza e relative a esercizi pre-cedenti. Nella precedente versione dell’Oic 12 queste ultime erano da indi-care alla voce E21 (oneri straordinari), in apposita sottovoce.

Ciò con riguardo a tutte le imposte (dirette e indirette) relative agli eser-cizi precedenti, compresi i relativi one-ri accessori (sanzioni e interessi). La casistica è differenziata potendosi tali poste riferirsi a imposte derivanti da iscrizioni a ruolo, avvisi di liquidazione, avvisi di pagamento, avvisi di accerta-mento e di rettifica, e altre situazioni di contenzioso.

Il nuovo standard prevede invece che gli oneri per imposte dirette relative agli esercizi precedenti, compresi i re-lativi oneri accessori (sanzioni e inte-ressi), e la differenza positiva o nega-

tiva derivante dalla definizione di un contenzioso a fronte di cui era stato stanziato un fondo, sono stati classifi-cati nella voce 20 imposte sul reddito d’esercizio correnti, differite e antici-pate.

li oneri per imposte indirette relati-ve agli esercizi precedenti, compresi i relativi oneri accessori (sanzioni e inte-ressi), e la differenza negativa derivan-te dalla definizione di un contenzioso a fronte di cui era stato stanziato un fondo, sono stati classificati per ana-logia agli oneri per imposte indirette dell’esercizio corrente nella voce B14 oneri diversi di gestione. La differenza positiva derivante dalla definizione di un contenzioso è stata classificata nel-la voce A5 altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio.

Pari sono le imposte di competenzae di esercizi precedenti

Eliminazione della parte straordinaria con impatto sulle altre poste. L’abroga-zione della parte E del conto economi-co ha costretto una rivisitazione anche di altre parti degli schemi di bilancio. In particolare nelle motivazione indi-cate dal principio contabile si legge che «l’eliminazione della distinzione tra attività ordinaria e attività stra-ordinaria prevista dal dlgs 139/2015 ha comportato anche un riesame della distinzione tra attività caratteristica e accessoria». Tale distinzione è stata mantenuta anche se è nota la difficoltà che si in-

contra nel tradurla in comportamenti operativi. Secondo l’Oic «questa distin-zione chiarisce che nella voce A1 ven-gano iscritti i componenti positivi di reddito derivanti dall’attività caratte-ristica e nella voce A5vengano iscritti quei componenti positivi di reddito che, non rientrando nell’attività caratteri-stica o finanziaria, sono trattati come aventi natura accessoria. Diversamen-te, dal lato dei costi, tale distinzione non può operare in quanto il criterio classificatorio del conto economico normativamente previsto, è quello per natura».

Addio all’aggregato con effetto domino

Poste ordinarie e straordinarie

Poste ordinarie Poste straordinarie

L’attività caratteristica identii ca i com-ponenti positivi di reddito generati da operazioni che si manifestano in via continuativa e nel settore rilevante per lo svolgimento della gestione, e che identi-i cano e qualii cano la parte peculiare e distintiva dell’attività economica svolta dalla società, per la quale la stessa è i nalizzata

L’attività accessoria è

costituita da operazioni

che generano compo-

nenti positivi di reddi-

to che non rientrano

nell’attività caratteristi-

ca e i nanziaria

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21Lunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 FebbraC O N TA B I L I TÀ

Nessun impatto ai fi ni Irap delle minusva-lenze o plusvalenze derivanti da riorga-

nizzazioni societarie. Tra le diverse poste ex straordina-rie solo per queste però si è stabilita l’ininfl uenza ai fi ni Irap. Per gli altri importi che in forza delle novità introdot-te dal decreto legislativo 139 devono essere riclassifi cati, valgono le regole generali: se imputati in voci richia-mate dalla disciplina Irap è riconosciuta agli stessi una piena rilevanza. L’articolo 5 del decreto 446/97 in tema di Irap prevede la derivazione dal bilancio d’esercizio del-le poste rilevanti ai fi ni del calcolo dell’imposta. Tale rile-vanza era esclusa per le poste di natura straordinaria che però ora sono riclassifi cate e magari anche in voci invece rilevanti ai fini del calcolo dell’imposta regionale.

L’art. 5, comma 1, del dlgs 15 dicembre 1997, n. 446 pre-vedeva infatti che «la base imponibile è determinata dalla differenza tra il valore e i costi della produzione di cui alle lettere A) e B) dell’art. 2425 del codice civile, con esclusione delle voci di cui ai numeri 9), 10), lettere c) e d), 12) e 13), così come risultanti dal conto economico dell’eser-cizio». Senza modifiche le poste prima straordinarie avrebbero avuto un impatto certo ai fi ni Irap: l’esempio è quello delle poste derivanti da operazioni di riorganizza-zioni aziendali come le plus e minus derivanti che confl uen-do ora nella voce A5 e B14 sa-rebbero diventate rilevanti ai fi ni Irap.

Il decreto mille proroghe ha però riscritto l’art. 5 richia-mato nel seguente modo: «Per i soggetti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera a), non eser-centi le attività di cui agli ar-ticoli 6 e 7, la base imponibile

è determinata dalla differen-za tra il valore e i costi della produzione di cui alle lettere A) e B) dell’articolo 2425 del codice civile, con esclusione delle voci di cui ai nu-meri 9), 10), lettere c) e d), 12) e 13) nonché del componenti positivi e negativi di natura stra-ordinaria derivanti da trasferimenti di azienda o di rami di azienda così come risultanti dal con-to economico dell’eserci-zio» (in neretto le parole aggiunte).

Il risultato è di ottene-re la rilevanza nella de-terminazione della base imponibile delle poste che in precedenza era-no collocate nella parte straordinaria del conto economico con esclusio-ne di quelle derivanti da operazioni straordinarie e di quelle eventualmente impu-tate in voci differenti da quel-le rilevanti (esempio: imposte degli esercizi precedenti).

Vi è da notare come la mo-difi ca normativa faccia rife-rimento ai «trasferimenti di

azienda» senza indicare a cosa riferirsi per tale fatti-specie. Il dubbio è se tale lo-cuzione sia riferibile alle sole cessioni di aziende o se invece

sia riferibile anche alle ipote-si di fusione, scissione e con-ferimento. In realtà non do-vrebbero esservi dubbi circa l’inclusione del conferimento (di azienda o ramo d’azien-da) in quanto operazione che comporta necessariamente

il trasferimento dell’azien-da. Mentre qualche subbio in più potrebbe sorgere per il caso di fusioni e scissioni in cui dai dettami del codice

civile non risulta essere ne-cessariamente oggetto delle operazioni un’azienda bensì il patrimonio della società o una quota dello stesso. In realtà una lettura razionale della disposizione dovrebbe portare a ritenere le diverse

fattispecie di cui sopra tutte comprese nella locuzione tra-sferimento. Inoltre se così non fosse si giungerebbe a una vero e proprio contrasto con quanto sostenuto in passato dall’amministrazione fi nan-ziaria. La stessa nella circola-re 57/E del 2008 ha affermato che «il principio generale di neutralità delle operazioni di fusione, scissione e confe-rimento di azienda comporta, infatti, che, anche ai fi ni Irap, non sia possibile dar rilevan-za ai maggiori valori iscritti, salvo il ricorso all’affranca-mento mediante l’imposta sostitutiva di cui all’art. 176, comma 2-ter del Tuir». Ora è evidente come una lettura rigida della nuova previsione dell’art. 5 porterebbe a una insanabile contraddittorietà: da un lato si riconoscerebbe rilevanza ai fi ni Irap a una eventuale plusvalenza da conferimento in capo al con-ferente e nel contempo si ne-

gherebbe però la deducibile del maggior valore iscritto in capo al conferitario.

Pare quindi opportuno ritenere che il riferimento ai componenti positivi e negativi di natura straor-dinaria derivanti da tra-sferimenti di azienda o di rami di azienda sia da in-tendere come riferito sia al caso della cessione di azienda o di ramo che ai casi di: fusione, scissione e conferimento di azienda (o di ramo d’azienda). Mentre per gli altri importi che fi ni al 31/12/2015 erano colloca-ti nella sezione E del conto economico rileva la regola generale: saranno pertanto

rilevanti Irap qualora impu-tati tra il valore e i costi della produzione di cui alle lettere A) e B) dell’articolo 2425 del codice civile, con esclusione delle voci di cui ai numeri 9), 10), lettere c) e d), 12) e 13).

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Riorganizzazioni senza traccia

Attualizzazione dei crediti e nuovo regime delle spese di pubblicità con impatto diretto anche per il calcolo dell’Irap. Non sono solo le novità degli schemi di bilancio che portano a una nuova individuazione della base imponibile Irap. Vi sono infatti altre novità contabili che hanno una sorta di effetto indiretto nel calcolo dell’imposta regionale sulle attività produttive.Si pensi per esempio alla contabilizzazione a conto economico ormai obbligatoria per le spese di pubblicità (e il ragionamento potrebbe essere ripetuto anche per quelle di ricerca). A seguito dell’elimina-zione nella voce B.I.2 dello stato patrimoniale dei costi di pubblicità e sviluppo, ne consegue che gli stessi devono essere spesati per intero nell’esercizio di sostenimento. Ciò porterà a un effetto immediato delle stesse anche ai fi ni dell’abbattimento della base imponibile Irap, mentre in precedenza erano considerate a tal fi ne con lo stesso ritmo con cui erano imputate a conto economico (nel caso della capitaliz-zazione in base alle quote di ammortamento). Vi è però da dire che la norma di adeguamento fi scale ha previsto che continuano a essere assoggettati alla disciplina fi scale previgente gli effetti reddituali e patrimoniali sul bilancio di tale esercizio e di quelli successivi delle operazioni che risultino diversamente qualifi cate, classifi cate, valuta-te e imputate temporalmente ai fi ni fi scali rispetto alle qualifi cazioni, classifi cazioni, valutazioni e imputazioni temporali risultanti dal bi-lancio dell’esercizio in corso al 31 dicembre 2015, Ciò signifi ca che i costi di pubblicità per cui era in essere una piano di ammortamento pur essendo cancellati dall’attivo continueranno anche ai Irap a rile-vare in base alle quote di ammortamento astrattamente imputabili ai singoli periodo d’imposta.

Crediti e spese di pubblicitàimpattano sul calcolo dell’Irap

Il costo ammortizzato senza regole per la transizione in ambito Irap. L’applicazione del nuovo criterio comporta un cambiamento non solo temporale ma anche numerico nel calcolo dell’imposta regio-nale. L’applicazione del criterio del costo ammortizzato comporta che i costi di transazione siano classifi cati a conto economico quali oneri di carattere fi nanziario. Tale loro natura (oltre alla loro clas-sifi cazione nel conto economico nella sezione fi nanziaria) li porta a essere esclusi della determinazione della base imponibile Irap. La differenza rispetto al passato risulta essere evidente e porta in ogni caso a un aggravio a carico dei contribuenti. Ipotizziamo che i costi di transazione fossero consulenze pari a 1.000. Nel passato gli stessi erano imputati a conto economico nella voce B7 o invece tra gli ammortamenti qualora si fosse deciso per una loro capitalizzazione. In ambedue i casi pur considerando lo sfasamento temporale tali oneri abbattevano per intero la base imponibile Irap per un risparmio di euro 1.000 moltiplicato per l’aliquota formale dell’imposta. Ora invece nel caso di applicazione del criterio del costo ammor-tizzato tali oneri divengono (anche in questo caso con possibile differenze con riguardo all’aspetto temporale) oneri fi nanziari e pertanto irrilevanti nella determinazione del base imponibile lorda dell’Irap. È vero che nel caso in cui il criterio sia applicato a fi nan-ziamenti attivi il risultato con riguardo all’Irap sarebbe di valore contrario. Ovvero si assisterebbe alla imputazione nella parte fi -nanziaria di proventi prima rilevanti ai fi ni Irap (ma la fattispecie è di diffi cile realizzazione nella maggior parte delle società se non vi è esercizio di attività fi nanziaria e similare).

Il costo ammortizzato infl uisce sulla transizione

L’Irap con i nuovi bilanci

Rilevano in più o in meno le poste prima iscritte come straordinarie con esclusione del componenti positivi e negativi di natura straordinaria derivanti da trasferimenti di azienda o di rami di azienda

Altri effetti:

Impatto temporale della nuova conta-bilizzazione per le spese di pubblicità e ricerca

Impatto sostanziale per il criterio del costo ammortizzato e attualizzazione

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Gestione Separata GEPI

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 557.490101 Interessi su titoli di Stato in euro 467.528103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 67.769105 Dividendi su azioni in euro 22.193

200 Utili/perdite da realizzi B 29.472201 Titoli di Stato in euro 67.168203 Titoli obbligazionari quotati in euro -30.163207 Titoli azionari quotati in euro -7.533

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 586.962500 Spese di revisione contabile D 600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 791700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 586.171

800 Giacenza media delle attività investite 16.409.446

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,57%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/02/15 al 31/01/16 3,50%dal 01/03/15 al 29/02/16 3,57%dal 01/04/15 al 31/03/16 3,58%dal 01/05/15 al 30/04/16 3,41%dal 01/06/15 al 31/05/16 3,45%dal 01/07/15 al 30/06/16 3,46%dal 01/08/15 al 31/07/16 3,47%dal 01/09/15 al 31/08/16 3,48%dal 01/10/15 al 30/09/16 3,51%dal 01/11/15 al 31/10/16 3,57%dal 01/12/15 al 30/11/16 3,57%dal 01/01/16 al 31/12/16 3,57%

Gestione Separata GEFIN - Gestione Forme Individuali

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 161.294.506101 Interessi su titoli di Stato in euro 97.500.665103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 58.083.657105 Dividendi su azioni in euro 2.853.557150 Altre tipologie di proventi 2.856.626 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 2.856.626

200 Utili/perdite da realizzi B 19.981.032201 Titoli di Stato in euro 5.333.123203 Titoli obbligazionari quotati in euro 11.965.901204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 617.950207 Titoli azionari quotati in euro 1.587.059250 Altre tipologie di utili/perdite 476.999 di cui: 251 quote di OICR 476.999

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 181.275.538500 Spese di revisione contabile D 16.287600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 364.885700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 180.894.365

800 Giacenza media delle attività investite 4.872.450.910

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,71%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/02/15 al 31/01/16 3,70%dal 01/03/15 al 29/02/16 3,72%dal 01/04/15 al 31/03/16 3,71%dal 01/05/15 al 30/04/16 3,69%dal 01/06/15 al 31/05/16 3,71%dal 01/07/15 al 30/06/16 3,69%dal 01/08/15 al 31/07/16 3,71%dal 01/09/15 al 31/08/16 3,70%dal 01/10/15 al 30/09/16 3,70%dal 01/11/15 al 31/10/16 3,72%dal 01/12/15 al 30/11/16 3,69%dal 01/01/16 al 31/12/16 3,71%

Gestione Separata GEFINPLUS - Gestione Forme Individuali

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 1.115.939101 Interessi su titoli di Stato in euro 909.611103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 100.990105 Dividendi su azioni in euro 71.207150 Altre tipologie di proventi 34.131 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 34.131

200 Utili/perdite da realizzi B -71.685201 Titoli di Stato in euro 1.234.259207 Titoli azionari quotati in euro -1.303.212250 Altre tipologie di utili/perdite -2.732 di cui: 251 quote di OICR -2.732

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 1.044.253500 Spese di revisione contabile D 600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 701700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 1.043.553

800 Giacenza media delle attività investite 39.386.899

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 2,85%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/02/15 al 31/01/16 2,84%dal 01/03/15 al 29/02/16 2,81%dal 01/04/15 al 31/03/16 2,84%dal 01/05/15 al 30/04/16 2,86%dal 01/06/15 al 31/05/16 2,60%dal 01/07/15 al 30/06/16 2,60%dal 01/08/15 al 31/07/16 2,64%dal 01/09/15 al 31/08/16 2,64%dal 01/10/15 al 30/09/16 2,62%dal 01/11/15 al 31/10/16 2,63%dal 01/12/15 al 30/11/16 2,63%dal 01/01/16 al 31/12/16 2,65%

Gestione Separata CREDINV - Gestione Forme Individuali

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 414.153101 Interessi su titoli di Stato in euro 332.616103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 25.213105 Dividendi su azioni in euro 40.330150 Altre tipologie di proventi 15.994 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 15.994

200 Utili/perdite da realizzi B -21.098201 Titoli di Stato in euro 924203 Titoli obbligazionari quotati in euro 10.422207 Titoli azionari quotati in euro -32.443

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 393.055500 Spese di revisione contabile D 600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 42 700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 393.013

800 Giacenza media delle attività investite 18.713.642

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 2,10%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/02/15 al 31/01/16 2,32%dal 01/03/15 al 29/02/16 2,26%dal 01/04/15 al 31/03/16 2,32%dal 01/05/15 al 30/04/16 2,34%dal 01/06/15 al 31/05/16 2,23%dal 01/07/15 al 30/06/16 2,25%dal 01/08/15 al 31/07/16 2,22%dal 01/09/15 al 31/08/16 2,22%dal 01/10/15 al 30/09/16 2,22%dal 01/11/15 al 31/10/16 2,15%dal 01/12/15 al 30/11/16 2,14%dal 01/01/16 al 31/12/16 2,10%

Gestione Separata GECAP - Gestione Forme Capitalizzazione

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 335.503101 Interessi su titoli di Stato in euro 291.015103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 113105 Dividendi su azioni in euro 36.378150 Altre tipologie di proventi 7.997 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 7.997

200 Utili/perdite da realizzi B -39.455201 Titoli di Stato in euro -3.513207 Titoli azionari quotati in euro -35.942

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 296.047500 Spese di revisione contabile D 600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 296.047

800 Giacenza media delle attività investite 11.243.388

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 2,63%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/02/15 al 31/01/16 3,00%dal 01/03/15 al 29/02/16 2,95%dal 01/04/15 al 31/03/16 2,94%dal 01/05/15 al 30/04/16 2,94%dal 01/06/15 al 31/05/16 2,65%dal 01/07/15 al 30/06/16 2,67%dal 01/08/15 al 31/07/16 2,65%dal 01/09/15 al 31/08/16 2,66%dal 01/10/15 al 30/09/16 2,66%dal 01/11/15 al 31/10/16 2,66%dal 01/12/15 al 30/11/16 2,66%dal 01/01/16 al 31/12/16 2,63%

Gestione Separata PLUS

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 3.558.509101 Interessi su titoli di Stato in euro 2.902.512103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 391.188105 Dividendi su azioni in euro 197.790150 Altre tipologie di proventi 67.019 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 67.019

200 Utili/perdite da realizzi B -212.343201 Titoli di Stato in euro -87.055203 Titoli obbligazionari quotati in euro 84.429207 Titoli azionari quotati in euro -205.508250 Altre tipologie di utili/perdite -4.209 di cui: 251 quote di OICR -4.209

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 3.346.167500 Spese di revisione contabile D 260600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 39700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 3.345.867

800 Giacenza media delle attività investite 104.453.351

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,20%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/02/15 al 31/01/16 3,24%dal 01/03/15 al 29/02/16 3,27%dal 01/04/15 al 31/03/16 3,28%dal 01/05/15 al 30/04/16 3,28%dal 01/06/15 al 31/05/16 3,13%dal 01/07/15 al 30/06/16 3,16%dal 01/08/15 al 31/07/16 3,15%dal 01/09/15 al 31/08/16 3,16%dal 01/10/15 al 30/09/16 3,16%dal 01/11/15 al 31/10/16 3,17%dal 01/12/15 al 30/11/16 3,19%dal 01/01/16 al 31/12/16 3,20%

Aviva S.p.A.

Una società del Gruppo Aviva

Sede legale e sede sociale in Italia Via A. Scarsellini 14 20161 Milano Pec [email protected] Capitale Sociale Euro 247.000.000,00 (i.v.) R.E.A. di Milano 1284961 Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano, Codice Fiscale e Partita IVA 09269930153 Società soggetta a direzione e coordinamento di Aviva Italia Holding S.p.A. Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato n. 18240 del 28/07/1989 (Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10/08/1989) Iscrizione all’Albo delle Imprese di Assicurazione n. 1.00081 Iscrizione all’albo dei gruppi assicurativi n. 038.00008

Gestione Separata C.U. VITA INVEST

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 5.840.080101 Interessi su titoli di Stato in euro 5.263.863103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 395.502105 Dividendi su azioni in euro 109.946150 Altre tipologie di proventi 70.769 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 70.769

200 Utili/perdite da realizzi B -352.044201 Titoli di Stato in euro -219.992203 Titoli obbligazionari quotati in euro 94.891207 Titoli azionari quotati in euro -220.954250 Altre tipologie di utili/perdite -5.989 di cui: 251 quote di OICR -5.989

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 5.488.036500 Spese di revisione contabile D 392600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 385700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 5.487.259

800 Giacenza media delle attività investite 147.707.533

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,71%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/02/15 al 31/01/16 3,71%dal 01/03/15 al 29/02/16 3,76%dal 01/04/15 al 31/03/16 3,78%dal 01/05/15 al 30/04/16 3,80%dal 01/06/15 al 31/05/16 3,74%dal 01/07/15 al 30/06/16 3,76%dal 01/08/15 al 31/07/16 3,78%dal 01/09/15 al 31/08/16 3,79%dal 01/10/15 al 30/09/16 3,79%dal 01/11/15 al 31/10/16 3,78%dal 01/12/15 al 30/11/16 3,75%dal 01/01/16 al 31/12/16 3,71%

Gestione Separata C.U. VITA INVEST CORPORATE

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 180.188101 Interessi su titoli di Stato in euro 166.204103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 13.025105 Dividendi su azioni in euro 959

200 Utili/perdite da realizzi B 203201 Titoli di Stato in euro 209.462203 Titoli obbligazionari quotati in euro -1.552207 Titoli azionari quotati in euro -207.707

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 180.391500 Spese di revisione contabile D 600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 53 700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 180.338

800 Giacenza media delle attività investite 7.927.193

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 2,27%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/01/16 al 31/12/16 2,27%

Gestione Separata C.U. VITA INVEST CAPITAL

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 5.236.901101 Interessi su titoli di Stato in euro 4.201.850103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 896.382105 Dividendi su azioni in euro 61.657150 Altre tipologie di proventi 77.011 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 77.011

200 Utili/perdite da realizzi B -22.485201 Titoli di Stato in euro -25.375207 Titoli azionari quotati in euro -213250 Altre tipologie di utili/perdite 3.104 di cui: 251 quote di OICR 3.104

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 5.214.415500 Spese di revisione contabile D 538600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 1.382700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 5.212.495

800 Giacenza media delle attività investite 175.177.911

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 2,98%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/01/16 al 31/12/16 2,98%

Gestione Separata GEFCO - Gestione Forme Collettive

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 2.504.198101 Interessi su titoli di Stato in euro 2.167.645103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 259.164105 Dividendi su azioni in euro 62.479150 Altre tipologie di proventi 14.911 di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 14.911

200 Utili/perdite da realizzi B -70.047201 Titoli di Stato in euro -56.863203 Titoli obbligazionari quotati in euro 12.151207 Titoli azionari quotati in euro -24.350250 Altre tipologie di utili/perdite -984 di cui: 251 quote di OICR -984

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 400 Risultato finanziario lordo A+B+C 2.434.151500 Spese di revisione contabile D 193600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 973700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 2.432.985

800 Giacenza media delle attività investite 65.652.869

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,71%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzatodal 01/01/16 al 31/12/16 3,71%

Rendiconto riepilogativo della gestione separata in euro.In conformità Regolamento ISVAP n. 38 del 03/06/2011

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Gestione Separata LIFIN - Gestione Forme Individuali

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 8.502.660

101 Interessi su titoli di Stato in euro 4.767.508

103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 2.893.062

105 Dividendi su azioni in euro 313.033

150 Altre tipologie di proventi 529.057

di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 529.057

200 Utili/perdite da realizzi B 758.097

201 Titoli di Stato in euro -372.461

203 Titoli obbligazionari quotati in euro 357.227

207 Titoli azionari quotati in euro 484.746

250 Altre tipologie di utili/perdite 288.585

di cui: 251 quote di OICR 288.585

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C

400 Risultato finanziario lordo A+B+C 9.260.757

500 Spese di revisione contabile D 17.798

600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 17.506

700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 9.225.454

800 Giacenza media delle attività investite 255.107.944

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,62%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzato

dal 01/02/15 al 31/01/16 3,70%

dal 01/03/15 al 29/02/16 3,68%

dal 01/04/15 al 31/03/16 3,69%

dal 01/05/15 al 30/04/16 3,69%

dal 01/06/15 al 31/05/16 3,70%

dal 01/07/15 al 30/06/16 3,72%

dal 01/08/15 al 31/07/16 3,70%

dal 01/09/15 al 31/08/16 4,03%

dal 01/10/15 al 30/09/16 3,85%

dal 01/11/15 al 31/10/16 3,79%

dal 01/12/15 al 30/11/16 3,67%

dal 01/01/16 al 31/12/16 3,62%

Gestione Separata RECAP - Gestione Forme Capitalizzazione

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 478.089

101 Interessi su titoli di Stato in euro 470.759

103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 7.330

200 Utili/perdite da realizzi B -178

201 Titoli di Stato in euro -178

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C

400 Risultato finanziario lordo A+B+C 477.911

500 Spese di revisione contabile D 463

600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 1

700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 477.446

800 Giacenza media delle attività investite 13.253.964

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,60%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzato

dal 01/02/15 al 31/01/16 3,63%

dal 01/03/15 al 29/02/16 3,65%

dal 01/04/15 al 31/03/16 3,68%

dal 01/05/15 al 30/04/16 3,73%

dal 01/06/15 al 31/05/16 3,77%

dal 01/07/15 al 30/06/16 3,82%

dal 01/08/15 al 31/07/16 3,85%

dal 01/09/15 al 31/08/16 3,88%

dal 01/10/15 al 30/09/16 3,92%

dal 01/11/15 al 31/10/16 3,57%

dal 01/12/15 al 30/11/16 3,58%

dal 01/01/16 al 31/12/16 3,60%

Gestione Separata GESTINTESA - Gestione Forme Individuali

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 3.249.800

101 Interessi su titoli di Stato in euro 2.937.411

103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 276.523

105 Dividendi su azioni in euro 2.286

150 Altre tipologie di proventi 33.579

di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 33.579

200 Utili/perdite da realizzi B -2.389

201 Titoli di Stato in euro 996.428

20 Titoli obbligazionari quotati in euro -162.501

207 Titoli azionari quotati in euro -836.316

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C

400 Risultato finanziario lordo A+B+C 3.247.411

500 Spese di revisione contabile D 4.797

600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E

700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 3.242.614

800 Giacenza media delle attività investite 86.256.786

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,76%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzato

dal 01/02/15 al 31/01/16 3,82%

dal 01/03/15 al 29/02/16 3,82%

dal 01/04/15 al 31/03/16 3,93%

dal 01/05/15 al 30/04/16 3,94%

dal 01/06/15 al 31/05/16 3,94%

dal 01/07/15 al 30/06/16 3,94%

dal 01/08/15 al 31/07/16 3,89%

dal 01/09/15 al 31/08/16 3,85%

dal 01/10/15 al 30/09/16 3,88%

dal 01/11/15 al 31/10/16 3,91%

dal 01/12/15 al 30/11/16 3,86%

dal 01/01/16 al 31/12/16 3,76%

Aviva Life S.p.A.

Una società del Gruppo Aviva

Sede legale e sede sociale in Italia Via A. Scarsellini 14 20161 Milano Pec [email protected] Capitale Sociale Euro 25.480.080,00 (i.v.) R.E.A. di Milano 1355410 Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano, Codice Fiscale e Partita IVA 10210040159 Società con unico socio soggetta a direzione e coordinamento di Aviva Italia Holding S.p.A. Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato n. 19305 del 31/03/1992 (Gazzetta Ufficiale n. 82 del 07/04/1992) Iscrizione all’Albo delle Imprese di Assicurazione n. 1.00103 Iscrizione all’albo dei gruppi assicurativi n. 038.00006

Periodo dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2016

Aviva Vita S.p.A.

Una società del Gruppo Aviva

Sede legale e sede sociale in Italia Via A. Scarsellini 14 20161 Milano Pec [email protected] Capitale Sociale Euro 155.000.000,00 (i.v.) R.E.A. di Milano 1676319 Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano e Codice Fiscale 08701770151 Partita IVA 05930150015 Società soggetta a direzione e coordinamento di Aviva Italia Holding S.p.A. Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato n. 17860 del 09/09/1988 (Gazzetta Ufficiale n. 223 del 22/09/1988) Iscrizione all’Albo delle Imprese di Assicurazione n. 1.00075 Iscrizione all’albo dei gruppi assicurativi n. 038.00009

Assicurazioni Investimenti Risparmio Salute

Gestione Separata AVIVA-Gruppo UBI Banca

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 167.273.722

101 Interessi su titoli di Stato in euro 83.869.489

103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 75.274.359

105 Dividendi su azioni in euro 2.473.544

150 Altre tipologie di proventi 5.656.329

di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 5.656.329

200 Utili/perdite da realizzi B 14.451.287

201 Titoli di Stato in euro -6.144.773

203 Titoli obbligazionari quotati in euro 14.407.390

207 Titoli azionari quotati in euro 2.302.692

250 Altre tipologie di utili/perdite 3.885.978

di cui: 251 quote di OICR 3.885.978

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C

400 Risultato finanziario lordo A+B+C 181.725.008

500 Spese di revisione contabile D 12.426

600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 161.201

700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 181.551.381

800 Giacenza media delle attività investite 5.265.072.136

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,45%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzato

dal 01/02/15 al 31/01/16 3,63%

dal 01/03/15 al 29/02/16 3,62%

dal 01/04/15 al 31/03/16 3,59%

dal 01/05/15 al 30/04/16 3,54%

dal 01/06/15 al 31/05/16 3,52%

dal 01/07/15 al 30/06/16 3,51%

dal 01/08/15 al 31/07/16 3,51%

dal 01/09/15 al 31/08/16 3,51%

dal 01/10/15 al 30/09/16 3,51%

dal 01/11/15 al 31/10/16 3,53%

dal 01/12/15 al 30/11/16 3,40%

dal 01/01/16 al 31/12/16 3,45%

Gestione Separata AVIVA UBI

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 20.797

101 Interessi su titoli di Stato in euro 20.797

200 Utili/perdite da realizzi B 6

201 Titoli di Stato in euro 6

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C

400 Risultato finanziario lordo A+B+C 20.803

500 Spese di revisione contabile D

600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E

700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 20.803

800 Giacenza media delle attività investite 662.764

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,14%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzato

dal 01/02/15 al 31/01/16 3,92%

dal 01/03/15 al 29/02/16 4,43%

dal 01/04/15 al 31/03/16 4,42%

dal 01/05/15 al 30/04/16 4,41%

dal 01/06/15 al 31/05/16 4,40%

dal 01/07/15 al 30/06/16 4,39%

dal 01/08/15 al 31/07/16 4,39%

dal 01/09/15 al 31/08/16 4,38%

dal 01/10/15 al 30/09/16 4,37%

dal 01/11/15 al 31/10/16 4,34%

dal 01/12/15 al 30/11/16 4,33%

dal 01/01/16 al 31/12/16 3,14%

Gestione Separata ARMONIUM - Gestione Forme Individuali e collettive

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività Importi in Euro

100 Proventi da investimenti A 43.199.122

101 Interessi su titoli di Stato in euro 32.104.297

103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 9.348.522

105 Dividendi su azioni in euro 868.255

150 Altre tipologie di proventi 878.049

di cui: 151 interessi ed altri proventi netti su altre attività 878.049

200 Utili/perdite da realizzi B 1.381.604

201 Titoli di Stato in euro -2.282.172

203 Titoli obbligazionari quotati in euro -65.000

204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 119.499

207 Titoli azionari quotati in euro 3.269.839

250 Altre tipologie di utili/perdite 339.437

di cui: 251 quote di OICR 339.437

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C

400 Risultato finanziario lordo A+B+C 44.580.726

500 Spese di revisione contabile D 6.213

600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 25.793

700 Risultato finanziario netto A+B+C-D-E 44.548.720

800 Giacenza media delle attività investite 1.187.226.009

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,75%

Tassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione tasso realizzato

dal 01/02/15 al 31/01/16 3,86%

dal 01/03/15 al 29/02/16 3,84%

dal 01/04/15 al 31/03/16 3,83%

dal 01/05/15 al 30/04/16 3,82%

dal 01/06/15 al 31/05/16 3,82%

dal 01/07/15 al 30/06/16 3,86%

dal 01/08/15 al 31/07/16 3,85%

dal 01/09/15 al 31/08/16 3,84%

dal 01/10/15 al 30/09/16 3,81%

dal 01/11/15 al 31/10/16 3,80%

dal 01/12/15 al 30/11/16 3,74%

dal 01/01/16 al 31/12/16 3,75%

098105098108105111103114

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Prospetti della Composizione delle Gestioni Separate in EuroIn conformità Regolamento ISVAP n. 38 del 03/06/2011

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento, nell’apposita sezione del libro mastro.

Gestione Separata AVIVA UBI

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 662.508 645.641101 BTP 560.677 543.865102 CCT 29.667 29.657103 Altri titoli di Stato emessi in euro 72.164 72.119 1000 Saldo attività della gestione separata 662.508 645.641 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 299.611 308.439

Gestione Separata AVIVA-Gruppo UBI Banca

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 5.393.986.279 4.430.850.086101 BTP 2.267.021.859 1.831.398.198102 CCT 160.128.041 39.951.656103 Altri titoli di Stato emessi in euro 255.687.914 326.749.172105 Obbligazioni quotate in euro 2.701.236.465 2.222.751.060107 Obbligazioni non quotate in euro 9.912.000 10.000.000 200 Titoli di capitale: 86.597.203 86.145.141201 Azioni quotate in euro 84.597.203 84.145.141202 Azioni non quotate in euro 2.000.000 2.000.000 300 Altre attività patrimoniali: 245.388.186 205.712.447303 Quote di OICR 243.363.576 180.362.447304 Strumenti derivati 2.024.610305 Liquidità 25.350.000 1000 Saldo attività della gestione separata 5.725.971.668 4.722.707.674 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 5.734.753.406 4.759.428.101

Gestione Separata ARMONIUM - Gestione Forme Individuali e collettive

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 1.327.229.471 1.051.009.801101 BTP 818.741.265 628.364.735102 CCT 67.727.903 103 Altri titoli di Stato emessi in euro 61.959.632 107.650.420105 Obbligazioni quotate in euro 370.676.866 305.296.503107 Obbligazioni non quotate in euro 8.123.805 9.698.143 200 Titoli di capitale: 31.123.778201 Azioni quotate in euro 29.624.511202 Azioni non quotate in euro 1.499.267 300 Altre attività patrimoniali: 22.818.572 15.514.735303 Quote di OICR 22.818.572 15.514.735 1000 Saldo attività della gestione separata 1.350.048.043 1.097.648.314 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2015) precedente (31/12/2014) Riserve matematiche 1.346.542.925 1.080.691.409

Aviva Vita S.p.A.

Una società del Gruppo Aviva

Sede legale e sede sociale in Italia Via A. Scarsellini 14 20161 Milano Pec [email protected] Capitale Sociale Euro 155.000.000,00 (i.v.) R.E.A. di Milano 1676319 Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano e Codice Fiscale 08701770151 Partita IVA 05930150015 Società soggetta a direzione e coordinamento di Aviva Italia Holding S.p.A. Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato n. 17860 del 09/09/1988 (Gazzetta Ufficiale n. 223 del 22/09/1988) Iscrizione all’Albo delle Imprese di Assicurazione n. 1.00075 Iscrizione all’albo dei gruppi assicurativi n. 038.00009

Gestione Separata LIFIN - Gestione Forme Individuali

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del

periodo di osservazione periodo di osservazione

(31/12/2016) precedente (31/12/2015)

Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli

a reddito fisso: 355.714.445 151.370.983

101 BTP 159.611.303 94.143.975

102 CCT 12.708.568 7.219.167

103 Altri titoli di Stato emessi in euro 22.973.245 10.282.512

105 Obbligazioni quotate in euro 160.421.329 39.725.329

200 Titoli di capitale: 10.607.833 10.966.051

201 Azioni quotate in euro 10.607.833 10.966.051

300 Altre attività patrimoniali: 20.650.296 416.250

303 Quote di OICR 15.815.296 416.250

305 Liquidità 4.835.000

1000 Saldo attività della gestione

separata 386.972.574 162.753.284

Alla chiusura del Alla chiusura del

periodo di osservazione periodo di osservazione

(31/12/2016) precedente (31/12/2015)

Riserve matematiche 386.166.752 150.521.633

Gestione Separata RECAP - Gestione Forme Capitalizzazione

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del

periodo di osservazione periodo di osservazione

(31/12/2016) precedente (31/12/2015)

Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli

a reddito fisso: 11.388.255 15.691.708

101 BTP 9.052.255 11.560.533

103 Altri titoli di Stato emessi in euro 2.336.000 2.336.000

105 Obbligazioni quotate in euro 1.795.175

1000 Saldo attività della gestione

separata 11.388.255 15.691.708

Alla chiusura del Alla chiusura del

periodo di osservazione periodo di osservazione

(31/12/2016) precedente (31/12/2015)

Riserve matematiche 10.048.192 11.947.861

Gestione Separata GESTINTESA - Gestione Forme Individuali

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del

periodo di osservazione periodo di osservazione

(31/12/2016) precedente (31/12/2015)

Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli

a reddito fisso: 99.212.644 81.830.090

101 BTP 70.421.427 66.539.262

102 CCT 2.975.016 5.974.621

103 Altri titoli di Stato emessi in euro 1.001.118 3.971.896

105 Obbligazioni quotate in euro 24.815.083 5.344.311

200 Titoli di capitale: 1.645.643

201 Azioni quotate in euro 1.645.643

300 Altre attività patrimoniali: 3.546.236 738.750

303 Quote di OICR 1.163.736 738.750

305 Liquidità 2.382.500

1000 Saldo attività della gestione

separata 102.758.880 84.214.483

Alla chiusura del Alla chiusura del

periodo di osservazione periodo di osservazione

(31/12/2016) precedente (31/12/2015)

Riserve matematiche 104.085.374 77.405.074

Aviva Life S.p.A.

Una società del Gruppo Aviva

Sede legale e sede sociale in Italia Via A. Scarsellini 14 20161 Milano Pec [email protected] Capitale Sociale Euro 25.480.080,00 (i.v.) R.E.A. di Milano 1355410 Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano, Codice Fiscale e Partita IVA 10210040159 Società con unico socio soggetta a direzione e coordinamento di Aviva Italia Holding S.p.A. Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato n. 19305 del 31/03/1992 (Gazzetta Ufficiale n. 82 del 07/04/1992) Iscrizione all’Albo delle Imprese di Assicurazione n. 1.00103 Iscrizione all’albo dei gruppi assicurativi n. 038.00006

Assicurazioni Investimenti Risparmio Salute

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Gestione Separata GEFIN - Gestione Forme Individuali

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 5.027.414.856 4.256.880.023101 BTP 2.484.498.309 2.082.059.778102 CCT 3.045.904 40.163.947103 Altri titoli di Stato emessi in euro 308.034.878 667.916.534105 Obbligazioni quotate in euro 2.231.835.765 1.457.716.275107 Obbligazioni non quotate in euro 9.023.489 200 Titoli di capitale: 68.401.389 70.412.818201 Azioni quotate in euro 66.401.389 68.412.818202 Azioni non quotate in euro 2.000.000 2.000.000 300 Altre attività patrimoniali: 173.763.543 123.697.9755303 Quote di OICR 163.295.423 83.682.975304 Strumenti derivati 1.567.620 305 Liquidità 8.900.500 40.015.000 1000 Saldo attività della gestione separata 5.269.579.788 4.450.990.816 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 5.327.135.279 4.503.688.951

Gestione Separata GEFINPLUS - Gestione Forme Individuali

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 26.141.664 36.834.499101 BTP 17.139.664 27.832.499103 Altri titoli di Stato emessi in euro 4.902.000 4.902.000105 Obbligazioni quotate in euro 4.100.000 4.100.000 200 Titoli di capitale: 6.733.235 9.389.828201 Azioni quotate in euro 6.733.235 9.389.828 300 Altre attività patrimoniali: 700.000 779.063303 Quote di OICR 700.000 779.063 1000 Saldo attività della gestione separata 33.574.899 47.003.390 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 27.798.357 36.472.993

Gestione Separata CREDINV - Gestione Forme Individuali

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 14.193.038 14.797.705101 BTP 11.545.461 11.510.808102 CCT 1.550.404 1.549.942103 Altri titoli di Stato emessi in euro 297.000 436.782105 Obbligazioni quotate in euro 800.173 1.300.173 200 Titoli di capitale: 3.866.143 3.878.878201 Azioni quotate in euro 3.866.143 3.878.878 300 Altre attività patrimoniali: 300.000 300.000303 Quote di OICR 300.000 300.000 1000 Saldo attività della gestione separata 18.359.181 18.976.583 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 15.574.733 16.059.085

Gestione Separata GEFCO - Gestione Forme Collettive

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 59.961.004 63.353.567101 BTP 47.637.619 48.396.021102 CCT 1.292.057 1.291.664103 Altri titoli di Stato emessi in euro 2.441.694 4.218.565105 Obbligazioni quotate in euro 8.589.634 9.447.317 200 Titoli di capitale: 2.520.943 2.885.285201 Azioni quotate in euro 2.520.943 2.885.285 300 Altre attività patrimoniali: 1.513.000 326.941303 Quote di OICR 300.000 326.941350 Liquidità 1.213.000 1000 Saldo attività della gestione separata 63.994.947 66.565.793 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 63.967.619 62.700.722

Gestione Separata GECAP - Gestione Forme Capitalizzazione

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 8.686.064 8.818.381101 BTP 8.155.023 7.937.463102 CCT 50.698 50.683103 Altri titoli di Stato emessi in euro 480.343 480.235105 Obbligazioni quotate in euro 350.000 200 Titoli di capitale: 2.264.526 2.323.134201 Azioni quotate in euro 2.264.526 2.323.134 300 Altre attività patrimoniali: 150.000 189.000303 Quote di OICR 150.000 150.000305 Liquidità 39.000 1000 Saldo attività della gestione separata 11.100.590 11.330.515 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 9.803.993 9.980.188

Aviva S.p.A.Una società del Gruppo Aviva

Sede legale e sede sociale in Italia Via A. Scarsellini 14 20161 Milano Pec [email protected] Capitale Sociale Euro 247.000.000,00 (i.v.) R.E.A. di Milano 1284961 Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano, Codice Fiscale e Partita IVA 09269930153 Società soggetta a direzione e coordinamento di Aviva Italia Holding S.p.A. Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato n. 18240 del 28/07/1989 (Gazzetta Ufficiale n. 186 del 10/08/1989) Iscrizione all’Albo delle Imprese di Assicurazione n. 1.00081 Iscrizione all’albo dei gruppi assicurativi n. 038.00008

Gestione Separata PLUS

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 81.205.300 93.712.279101 BTP 59.338.496 60.243.510102 CCT 2.466.884 5.532.649103 Altri titoli di Stato emessi in euro 10.506.560 13.508.423105 Obbligazioni quotate in euro 8.893.360 14.427.697 200 Titoli di capitale: 16.171.924 16.299.791201 Azioni quotate in euro 16.171.924 16.299.791 300 Altre attività patrimoniali: 1.350.000 1.472.792303 Quote di OICR 1.350.000 1.472.792 1000 Saldo attività della gestione separata 98.727.224 111.484.862 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 86.180.427 98.789.603

Gestione Separata C.U. VITA INVEST

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 127.318.905 151.805.898101 BTP 104.021.548 120.333.333102 CCT 1.212.112 3.746.743103 Altri titoli di Stato emessi in euro 8.339.925 8.622.333105 Obbligazioni quotate in euro 13.745.320 19.103.489 200 Titoli di capitale: 7.337.953 7.968.314201 Azioni quotate in euro 7.337.953 7.968.314 300 Altre attività patrimoniali: 1.450.000 1.617.141303 Quote di OICR 1.450.000 1.617.141 1000 Saldo attività della gestione separata 136.106.858 161.391.353 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 130.144.521 151.846.062

Gestione Separata C.U. VITA INVEST CORPORATE

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 7.244.044 8.395.197101 BTP 4.279.369 5.705.158102 CCT 884.537 582.461103 Altri titoli di Stato emessi in euro 551.220 550.618105 Obbligazioni quotate in euro 1.528.918 1.556.960 200 Titoli di capitale: 138.131 519.874201 Azioni quotate in euro 138.131 519.874 1000 Saldo attività della gestione separata 7.382.175 8.915.071 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 5.824.455 7.522.071

Gestione Separata C.U. VITA INVEST CAPITAL

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 174.649.375 161.443.884101 BTP 97.377.738 107.874.025102 CCT 13.341.196 11.328.788103 Altri titoli di Stato emessi in euro 11.436.740 10.594.573105 Obbligazioni quotate in euro 52.493.701 31.646.498 200 Titoli di capitale: 2.078.321 2.073.976201 Azioni quotate in euro 2.078.321 2.073.976 300 Altre attività patrimoniali: 1.381.955 10.128.839303 Quote di OICR 1.226.455 1.378.839305 Liquidità 155.500 8.750.000 1000 Saldo attività della gestione separata 178.109.651 173.646.699 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 178.670.177 174.278.127

Gestione Separata GEPI

Importi in Euro Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Importi da libro mastro1 Importi da libro mastro1

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso: 17.984.832 16.270.272101 BTP 12.963.445 10.129.951102 CCT 628.399 628.209103 Altri titoli di Stato emessi in euro 2.177.261 3.183.787105 Obbligazioni quotate in euro 2.215.727 2.328.325 200 Titoli di capitale: 784.038 674.055201 Azioni quotate in euro 784.038 674.055 300 Altre attività patrimoniali: 425.000305 Liquidità 425.000 1000 Saldo attività della gestione separata 19.193.870 16.944.327 Alla chiusura del Alla chiusura del periodo di osservazione periodo di osservazione (31/12/2016) precedente (31/12/2015) Riserve matematiche 19.311.235 14.407.031

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26 Lunedì 27 Febbraio 2017 A F FA R I I N P I A Z Z ADopo i salvataggi delle banche, piazza Affari si candida come uno dei mercati più dinamici

La borsa è pronta al rimbalzoA fare da traino: istituti di credito e novità come i Pir

Pagina a cura DI LUIGI DELL’OLIO

Tutto ruota attorno alla messa in sicurezza delle banche più tra-ballanti. Se infatti i

salvataggi e gli aumenti di capitale di Unicredit, Mps, Veneto Banca e Popolare di Vicenza andranno in porto, Piazza Affari potrebbe rive-larsi una delle borse più di-namiche dei mesi a venire. Perché dopo aver ceduto il 10% nel corso del 2016 e aver trascorso i primi due mesi del nuovo anno tra alti e bassi, il listino milanese ha perso ter-reno rispetto agli altri listini occidentali, molti dei quali viaggiano vicini ai massimi storici.

Multipli più bassi. A se-conda dei settori e dei singoli titoli, i multipli tra presso di borsa e utili attesi viaggiano a Milano a sconto tra il 10 e il 20% rispetto al listino te-desco e a quello americano. In sostanza, i titoli di Borsa Italiana trattano su livelli più bassi di quanto dicano i rispettivi bilanci perché scon-tano il diffuso pessimismo verso l’economia italiana.

Eppure il pil nel 2016 è cresciuto di quasi l’1% e lo stesso ritmo dovrebbe esse-re mantenuto nell’anno in corso, accompagnato da una progressiva discesa della di-soccupazione. Certo, l’Europa corre e noi camminiamo, ma le valutazioni attuali di Mi-lano sono penalizzanti. Pro-babilmente il mercato teme una nuova fase di instabilità politica, anche se la cornice europea non rende ipotizzabi-li colpi di testa sul fronte del-la spesa pubblica. Per altro, secondo un report di Credit Suisse, le elezioni politiche, che si dovrebbero svolgere con una nuova legge elettora-le caratterizzata da una mag-giore inclinazione al sistema proporzionale, dovrebbero aumentare le probabilità di vedere alla luce un governo di coalizione e, in paral-lelo, ridurre le possibi-lità di affermazione dei partiti euroscettici.

A questo va aggiun-to il fatto che i bilanci 2016 pubblicati fi nora dalle aziende quotate a Milano indicano che è in corso un’accelera-zione degli utili, anche se in genere a una sola cifra percentuale.

Banche pronte allo scat-to. Se il rimbalzo ci sarà, po-trebbe partire proprio dagli istituti di credito, molti dei quali scambiano su valori dell’80-90% inferiori ai picchi pre-crisi, mentre negli Stati Uniti si stanno avvicinando i record storici. Discorso di-

verso per l’industria e il lusso, che invece scambiano su mul-tipli comparabili a quelli dei competitor esteri grazie alla forte esposizione ai mercati internazionali, che riduce la dipendenza dall’asfi ttica do-manda interna.

Attualmente le azioni delle banche italiane sono scam-biate a circa lo 0,57 del rap-porto prezzo/patrimonio netto 2017, un terzo in meno dei concorrenti europei. È illuso-rio immaginare una chiusu-ra del gap nel breve o medio periodo se si considera che i due grossi problemi, la mole di crediti deteriorati accumu-lata nei bilanci e la scarsa redditività conseguente alla crescita debole dell’economia, richiederanno tempo per esse-re superati, ma è innegabile che un restringimento della forbice possa concretizzarsi una volta messe in sicurezza le situazioni più complesse.

Rispetto al passato, il si-stema sa di poter contare sui 20 miliardi di euro messi a disposizione del Tesoro dal parlamento per consentire l’ingresso dello Stato nel ca-pitale degli istituti a rischio. Oltre 6 miliardi saranno im-

piegati per la ricapitalizza-zione del Montepaschi e altri 4 dovrebbe servire al raffor-zamento delle due banche venete, destinate a fondersi nei prossimi mesi. Restano sul tavolo altri 10 miliardi, che dovrebbe essere più che suffi cienti ad affrontare even-

tuali, nuove emergenze nei mesi a venire.

Focus sulle small cap. Una spinta a piazza Affa-

ri arriva anche dal legislatore italiano, che ha da poco aperto le porte ai Pir, nuovi strumenti di investi-mento che tendono a premiare l’investi-mento in pmi. Nella sostanza si tratta di contenitori fi scali all’interno dei qua-li i risparmiatori potranno collocare qualsiasi tipologia di

strumento fi nanziario (come azioni, obbligazioni e quote di Oicr, per esempio i fondi comuni, ndr), nonché somme di denaro liquide, rispettando determinati vincoli di investi-mento. Chi investirà in questi prodotti e li terrà in portafo-glio per non meno di cinque

anni, non pagherà l’imposta (del 26%) sui guadagni even-tualmente generati. Perché si ottenga la qualifi ca di Piano individuale di risparmio, è necessario che almeno il 70% venga destinato ad aziende italiane quotate. Il 30% di questa quota, quindi il 21% dell’investimento comples-sivo, deve essere composto da società non presenti nel Ftse Mib, l’indice rap-presentativo dei 40 titoli a maggiore capitalizzazione. Questo uno studio di Inter-monte Sim, i Pir garanti-ranno flussi per le medium & small cap di piazza Affari nell’ordine di 9,9 miliardi di euro in cinque anni, vale a dire il 25% dell’attuale fl ottante di queste azioni. La maggiore liquidità porterà inevitabilmente benefici al settore, che spesso fi nora ha tenuto lontani i piccoli inve-stitori proprio per la presenza

di un ampio differenziale nei prezzi tra domanda e offerta. Ciascun risparmiatore può costruirsi in proprio un Pir o acquistare un fondo Pir com-pliant già preconfezionato dall’industria del risparmio gestito, ricordando che lo strumento può portare bene-fici solo a patto di vincolare l’investimento per un lungo periodo.

Nel report di Intermonte vengono citati i titoli che esprimono in questo momen-to il maggiore potenziale di rivalutazione. Tra quelli a media capitalizzazione figu-rano Amplifon, Anima, Au-togrill, Banca Ifis, Cerved Diasorin, Enav, Erg, Iren e Saras. Mentre tra le small cap indicate (una ventina in tutto) figurano realtà come Ascopiave, Cementir, Monda-dori, Piaggio, Saes Getters, Sesa, Snai e Technogym.

© Riproduzione riservata

tuali nuove emergenze nei anni non pagherà l’imposta di un ampio differenziale nei

Con l’infl azione che ha rialzato la testa è il momento di un check-up per il proprio portafoglio d’investimento, in particolare per quel che concerne la quota dedicata al reddito fi sso. «Crediamo che le aspet-tative di consensus sull’infl azione sia-no troppo conservative e non rifl ettano adeguatamente il potenziale di aumento degli indici dei prezzi e dei premi sul ri-schio», scrive in un report Peter Bentley, gestore del fondo Bny Mellon Absolute Return Bond. «Le obbligazioni Usa a lunga scadenza sono relativamente più attraen-ti rispetto a quelle europee». Il recente incremento dei rendimenti dei titoli del Tesoro ha incoraggiato molti grandi in-vestitori che hanno bisogno di generare una soglia specifi ca di ritorni (come le compagnie di assicurazione) a investire nel credito statunitense a lunga scadenza. Tuttavia, per l’esperto un altro aumento signifi cativo dei rendimenti potrebbe ge-nerare defl ussi da parte delle altre cate-gorie di investitori.In Gran Bretagna, nonostante il piano

di acquisto titoli della Bank of England, gli emittenti di credito in sterline hanno sottoperformato i mercati e offrono per-tanto buone occasioni di investimento. Mentre il credito europeo ha visto un in-cremento degli spread dovuto al minor orientamento al rischio degli investitori. Pertanto Bny Mellon mantiene un «posi-zionamento costruttivo sull’asset class, con un grado di cautela dovuto al rischio politico nella regione». «Abbiamo una vi-sione moderatamente positiva anche sui titoli high yield Usa», aggiunge Bentley. «La stretta monetaria da parte della Fed rappresenta un fattore da tenere in con-siderazione, ma i mercati sono ottimistici circa gli effetti degli stimoli fi scali sotto l’amministrazione Trump. Crediamo che la crescita economica sia in fase di ac-celerazione, con un calo dei tassi di de-fault nel 2017 ed effetti benefi ci legati agli accordi per ridurre la produzione di petrolio. Anche in questo caso, però, con-tinuiamo a monitorare con attenzione lo scenario».

L’infl azione spinge a rivedere i portafogliverso per l’industria e il lusso

Il trend di piazza Affari

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Anno 26 - Numero 49 - € 0,50 Lunedì 27 Febbraio 2017

Sette

Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.comIN EDICOLA CON

Le imposte sul reddito delle persone i siche Le imposte sul reddito delle società Disposizioni comuni, varie, tranistorie e i nali

In collaborazione con

IL TESTO UNICO DELLE IMPOSTE SUI REDDITI 2017

DI ROBERTO MILIACCA

Il 2017 sarà l’anno dell’Antitrust. Non che il settore «concorrenza» non rappresenti

già oggi, e non abbia rappresentato in questi anni, una fetta importante del lavoro degli studi legali d’affari (in media il fatturato prodotto dai dipartimenti antitrust oscilla tra il 10 e il 20% dell’ammontare complessi-vo degli studi), ma, con l’entrata in vigore della legge di recepimento della normativa Ue in materia di risarcimento del danno (decreto legislativo n. 3/2017, di attuazione della Direttiva 2014/104/Ue), non è diffici-le immaginare che le azioni risarcitorie, anche collettive, connesse alle violazioni antitrust, saranno sempre più frequenti. L’Europa ha infatti chiesto all’Italia, e agli altri paesi europei, di introdurre norme che possano consentire di ottenere un’effettiva tutela del mercato, mettendo all’angolo chi ne compromette un sano sviluppo facendo, per esempio, cartelli o dumping sui prezzi. L’Europa, insomma, vuole che il consumato-re «tradito» possa avere la certezza di poter ottenere un risarcimento del danno subìto. Molti studi hanno capito che dovranno af-fiancare le grandi aziende per bloccare le azioni più «pericolose». Molti altri studi le-gali d’affari hanno comunque percepito che questo filone andrà a prendere piede ancor di più nei prossimi mesi, e hanno iniziato a fare campagna acquisti per rafforzarsi, come risulta ad Affari Legali che questa set-timana ha voluto fare una fotografia del settore, evidenziando quali sono i profes-sionisti esperti di diritto della concorren-za più quotati sul mercato e quali sono gli emergenti.

AffariLegali

IL PRIMO GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA

Il recepimento della direttiva sui risarcimenti spinge gli studi a rafforzarsi

Antitrust, i legali al top

INTERNAZIONALE Un Mediterraneosu cui puntare Iadarola a pag. IV

I DATI 1952-2015Violazioni norme Ue L’Italia è maglia nera

Uboldi a pag. V

TRA UNIVERSITÀContest mediazione, Sassari batte tuttiPaolucci a pag. VIII

in edicola con

TUIR2017

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II Lunedì 27 Febbraio 2017 S T U D I & C A R R I E R ELa nuova normativa sul danno da violazioni della concorrenza amplia i dipartimenti

Antitrust, gli studi legali al lavoro sui risarcimentiPagine a cura

di FEDERICO UNNIA

LAntitrust smuove il mer-cato legale. L’entrata in vigore del decreto legisla-tivo n.3/2017 che attua la

direttiva 2014/104/Ue sui nuovi danni per le violazioni delle di-sposizioni in materia di diritto della concorrenza (Gazzetta Uffi ciale n. 15 del 19/1/2017, si veda Affari Legali del 2 genna-io scorso) fa infat-ti presagire una crescita del lavoro sia per gli studi che affiancano le grandi imprese, sia per coloro che intenteranno azio-ni collettive per ottenere risarci-menti.

In questo pa-norama, tuttavia, una cosa è avere un dipartimento antitrust che si occupa atti-vamente della materia e sia realmente in grado di attrarre lavoro indipendentemente dal-lo studio di riferimento, altro

è lavorare in un grandi studi, ponendosi come terminale di incarichi che derivino dall’este-ro. È anche vero, che questa materia, ha una sua dimensio-ne globale e le posi-zioni di riferimento sono spesso coperte per l’Italia dagli he-adquarter europei, Londra e Bruxelles su tutti.

Ma chi sono in Italia i c o n s u -lenti al top in questo setto-re? Ecco un primo elenco, secondo an-che quanto emerge dalle graduatorie internazionali. Si in-zia da Mario Sira-gusa, capo del team antitrust di Cleary Gottlieb Steen &

Hamilton, composto da circa 30 professionisti. Al suo nome sono legate alcune importanti operazioni, come l’assistenza prestata ad Essilor nel deal con

Luxottica e a Sky nella verten-za avanti al Tar del Lazio che si è chiusa con l’annullamento

delle multe a In-front, Lega Calcio, Mediaset e Sky. E ancora, il successo di UnipolSai con l’annullamento, da parte del Tar Lazio, del provve-dimento dell’An-titrust che aveva sanzionato Uni-pol e Generali per un cartello nel settore delle gare per la copertura

assicurativa RC Auto del tra-sporto pubblico locale.

Antonio Catricalà, già presidente dell’Autorità ga-rante della concorrenza e del mercato e ora name partner dello Studio legale LC&P - Li-pani Catricalà & Partners, dove ha fondato e coordina il dipartimento di Antitrust & Regulatory, è un altro nome di spicco. Il team è composto da 4 professionisti e l’attività rapre-senta circa il 20% del fattura-to dello studio. Ha assistito la

pay tv Mediaset Premium-Rti in un procedimento davanti all’Agcm, volto ad accertare un’asserita intesa restrittiva della concorrenza, consistente nella spartizione del mercato, e nel relativo contenzioso ammi-nistrativo dinnanzi al Giudice amministrativo, conclusosi con il totale accoglimento delle tesi difensive sostenute. Ha anche seguito una delle maggiori sof-tware house italiane in un pro-cedimento avviato dall’Agcm per presunto abuso di posizione dominante nel mercato a valle in cui la società opera, quale re-altà verticalmente integrata

Lo studio Gianni Origoni

Grippo Cappel-li & Partners si avvale invece di una coppia di professionisti, entrambi con un passato all’Agcm. Si tratta dei soci Alberto Pera, fondatore del di-partimento anti-trust dello studio e Segreterio gene-rale dell’Antitrust

italiano per 10 anni e Piero Fattori, già direttore del ser-vizio giuridico dell’Agcm. Pera nell’ultimo anno ha assistito Eni, principale operatore di mercato, nell’azione civile di risarcimento danni instaurata da Alitalia presso il Tribunale di Milano sopra citata. La do-manda di risarcimento danni ammonta a 1 miliardo di euro: poi ha curato Rcs Libri e Rcs MediaGroup nel procedimento innanzi all’Agcm per la valu-tazione dell’operazione di ac-quisizione da parte di Arnoldo Mondadori Editori del ramo di azienda Rcs Libri di Rcs Media-Group. Lo studio ha assistito

Mario Siragusa

Mercato molto affollato, si diceva. Ecco altri protagonisti. Sabrina Borocci, partner re-

sponsabile del team di Antitrust, Competition, Economic Regula-tion di Hogan Lovells in Italia, opera con 4 persone nel diparti-mento in Italia. Anche lei è entra-ta nella Global Competition Re-view, classifi ca che raggruppa le 150 donne al mondo più infl uenti nell’area Antitrust. Si è occupata della Concentrazione YOOX_Ne-tAPorter, Commissione Europea, e di quella General Electric/Alstom, Commissione Europea. In Italia ha seguito Sea Aeropor-ti Milano/Ata, nel caso di abuso di posizione dominante dinnanzi alla Agcm.

Giorgio Alù Saffi è responsabile del dipar-timento di diritto della concorrenza e Ue di Tonucci & Partners, ha un particolare focus sulle public utilities e sulle tematiche regola-mentari connesse con il settore energia e Tlc. Ha assistito per i profi li antitrust per la predisposizione e gestione delle procedure di gara per l’asse-gnazione delle concessioni relative ai servizi oil e food sulla rete auto-stradale gestita da Autostrade.

Alessandro Greco, partner, responsabile del dipartimento Ee, Concorrenza e regolazione dei mercati di Eversheds, ha

seguito diversi procedimenti, tra i quali quello relativo ad un importante gruppo farmaceu-tico sudafricano, in quello che è stato il maggior caso affrontato nel biennio 2015/2016 dall’Agcm di abuso di posizione dominante in violazione dell’Art. 102 Tfeu, relativo alla presunta eccessività dei prezzi applicati su quattro farmaci anti-tumorali rimborsati dal servizio sanitario nazionale, in seguito ad apposito accordo raggiunto con Aifa nel 2014.

F i l i p p o F i o r e t t i , p a r t n e r del lo stu-dio Pavia e Ansaldo, da l 2016 , dove è responsabile del fi partimento Antitrust e Concorrenza, ha assisti-to la Association of Lo-cal Democracies Agency (Alda) nel procedimento davanti la Commissione Europea per la riam-

missione alla procedura di gara comunitaria Europe Aid «Raising public awareness of development issues and promoting develop-ment education in the European Union» avviata dalla Commissio-ne nell’ambito del programma di cooperazione internazionale e svi-luppo Dear - Development Educa-tion and Awareness Raising.

Ha avviato un suo dipartimento Antitrust anche lo studio legale Dentons, con l’in-gresso di Michele Car-pagnano nel ruolo di partner. Restando sem-pre nei gradi studi inter-nazionali, va segnalato il gruppo Antitrust & Com-

petition italiano di Latham & Watkins , con i partner Mat-teo Bay, Luca Crocco. Lo stu-dio rappresenta AssoRinnovabili dinanzi alla Commis-sione Europea in merito alla riforma della rego-lamentazione dei servizi legati alla produzione e distribuzione dell’ener-gia elettrica;

inoltre segue The Car-lyle Group nell’ambito di procedure di merger control relative a di-verse acquisizioni del gruppo e Coca-Cola Hsbc in merito a una causa per danni civili intentata dai suoi di-stributori nel quadro di un presunto abuso di posizione dominan-te regolata dall’artico-lo 102 Tfeu.

Denis Fosselard, capo dell’uffi -cio di Bruxelles di Ashurst, si di-vide tra Milano e il Belgio. Cinque professionisti operano sull’Italia,

dove la practice vale tra il 10 e il 20% del fatturato a seconda degli anni. Nel team è appena entrato Gabrie le Accardo, cassazioni-sta e ricercatore, in qualità di Counsel del dipartimento di Com-petition and Eu law a Milano. Tra i mandati più rilevanti seguiti da Ashurst,Total Aviazio-ne Italia, in relazione ad un’azione di risarci-mento danni da illeci-to antitrust promossa

da Alitalia, la quale richiede alle principali compagnie petrolifere attive in Italia un risarcimen-to di più di 900 milioni di euro per danni subìti in conseguenza di una violazione delle norme di

concorrenza accertata dall’Agcm l 2006 nel mercato del jet-fuel e Pirelli & C. S.p.A., in materia di diritto civile davanti alle corti ingle-si, nell’ambito del quale la società è stata citata da uno dei suoi clienti, National Grid, per il risarcimento dei danni asseritamente subìti in conseguenza del car-tello sanzionato dalla Commissione europea

in esito al procedimento Power-cables.

In Jones Day dal gennaio 2016, Mario Todino, partner respon-

IL MERCATO LEGALE È MOLTO AFFOLLATO

Il settore Antitrust, in media, rappresenta

Antonio Catricalà

Alessandro Greco

Filippo Fioretti

Alberto Pera Piero Fattori

Michele Carpagnano

Denis Fosselard

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IIILunedì 27 Febbraio 2017LunedìS T U D I & C A R R I E R E

le società anche nell’istrutto-ria avviata dall’Agcm al fine di valutare se l’operazione in esame avrebbe potuto creare o rafforzare la posizione domi-nante di Arnoldo Mondadori Editore sul mercato. Fattori, per contro è stato impegnato per A2A nell’operazione di con-centrazione notifi cata all’Agcm per l’acquisizione del control-lo esclusivo di Linea Gruppo Holding e, infi ne, Unicredit nel procedimento avviato dall’Anti-trust nei confronti dell’Abi e di diverse banche italiane al fi ne di accertare se il servizio Sepa Com-pliant Electronic Database Align-ment (Seda) è con-trario all’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Euro-pea.

Altro nome al vertice è Clau-dio Tesauro , socio dello studio BonelliErede ; basato a Roma, e coordina il dipartimento Antitrust, comu-nitario e attività regolamentate delle sedi di Bruxelles, Roma e Milano, con 20 professionisti. In tema di abusi di posizione dominante ha seguito le ver-tenze Moby, Unilever nell’in-dagine sul mercato dei gelati e Telecom Italia mercato della terminazione Ssm. Sul fronte delle concentrazioni, Tesauro è

stato impegnato in prima persona nei casi Mondadori–Rcs Libri, L’Espres-so-Itedi, Luxottica/Essilor ed Artsana/Giochi Preziosi.

Un tocco rosa lo porta Silvia D’Al-berti, dall’aprile 2016 partner e responsabile Anti-trust studio Gattai Minoli Agostinel-li & Partners, fresca di ingresso nella classifi ca Wo-

men in Antitrust 2016, elaborata da Global Competi-tion che individua le 100 donne più influenti a livello internazionale pro-prio nell’Antitrust. Ex funzionario e condirettore della direzione energia dell’Autorità Ga-rante della Concor-renza e del Mercato per 5 anni, ha se-

guito già diversi casi nel nuovo incarico. Nell’ambito dell’atti-vità relativa al controllo delle concentrazioni ha notificato all’Agcm 2 operazioni di concen-trazione (Registro Navale Italia-no nel settore delle certifi cazioni navali e Cir, Compagnie Italiane Riunite nel settore socio-sanita-rio). Ha curata le fasi conclusi-ve di alcune notifi che effettua-te nell’ambito dell’operazione

ChemChina/Pirelli in paesi extra Ue e coordinato una se-rie di notifi che mul-tigiurisdizionali in alcuni Stati mem-bri (per Bain, Iren, CVC). Nel 2016 è stata impegnata in contenziosi civili per danni antitrust, tra cui l’azione dei li-quidatori di Alitalia presso il Tribunale delle imprese di Mi-

lano a seguito del provvedimen-to dell’Agcm nel mercato del Jet Fuel che aveva condannato per scambio di informazioni com-merciali sensibili le compagnie petrolifere operanti in Italia. Per ButanGas ha assistito la socie-tà nell’istruttoria avviata dall’Anti-trust per accertare la presunta viola-zione della norma-tiva posta a tutela del consumatore con riferimento a diversi aspetti del rapporto contrat-tuale di fornitura di gpl in piccoli serbatoi.

Altro nome di spicco è Stefa-no Grassani, equity partner di Gatti Pavesi Bianchi, dove è a capo del dipartimento anti-trust e competition composto da 4 avvocati. Le operazioni più im-portanti seguite nel 2016 sono

state il cartello della agenzie di modelle, dove ha assistito la società Elite nella difesa avanti l’Agcm e nell’appello al Tar Lazio che ha sospeso con ordi-nanza buona parte del provvedimento. In tema di aiuti di Stato ha seguito le società del Gruppo Sea (Aeroporti di Milano) nel proce-dimento per aiuti di Stato aperto dalla Commissione nel 2014 con riferimen-to alla costituzione di una nuova società, Airport Handling. L’accertamento si è concluso con la dichiarazione

della insussistenza di qualsivoglia aiuto. Sull’operazione Ban-co Popolare / Bpm ha curato la notifi ca an-titrust della concen-trazione bancaria più importante del 2016, ottenendo in tempi rapidissimi la clearance.

Infi ne Luciano Di Via, socio responsa-bile del dipartimento italiano Antitrust di

Clifford Chance; ha maturato un’esperienza ultraventennale nel settore e presta assistenza a clienti italiani e internazio-nali in materia di Antitrust nei settori food and beverage, retail, assicurativo, dell’energia e delle

telecomunicazioni. Prima del suo ingresso in Clifford Chance nel 2013, ha lavorato presso l’Agcm

per dieci anni, due dei quali in qua-lità di esperto na-zionale, distaccato dalla stessa Auto-rità, presso la dg Concorrenza della Commissione Ue. Assiste AcciaItalia, la newco formata da Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti, Delfin (la holding del fondatore di Luxottica Leonardo

Del Vecchio) e JSW Steel (grup-po industriale indiano, leader nel settore dell’acciaio) nell’opa sul colosso storico industriale italiano Ilva in amministrazio-ne straordinaria. Ha seguito inoltre Sazka Group e Italian Gaming Holding in relazione all’investimento mediante of-ferta consortile nella gara per l’affidamento in concessione della gestione del servizio del gioco del lotto in Italia e Ban-ca Ifi s in relazione agli aspetti antitrust dell’acquisizione del Gruppo Ge Capital Interbanca detenuto da Ge.

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Ecco gli avvocati al top nel settore regolamentazione

Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA

[email protected] GIANNI MACHEDA

[email protected]

per gli studi tra il 10 e il 20% del fatturato

Claudio Tesauro

Stefano Grassani

Luciano Di Via

Silvia D’Alberti

sabile della pratice Acgm competi-tion ha seguito Imerys nell’acquisi-zione di Alteo - minerali industriali – avanti alla Commissione euro-pea, conclusasi con autorizzazione

con impegni e Leasys (controllata di Fiat Chrysler e Credit Agrico-le) nell’indagine dell’Agcm sul no-leggio a lungo termine (istruttoria pendente).

Domenico Gullo è partner del team competition e regulated mar-kets all’interno del dipartimento Li-tigation & regulatory di Dla Piper, in Italia presente con 58 pro-fessionisti. Ha seguito il Con-sorzio Bancomat, nell’ambito di procedimenti dell’Agcm in materia di defi nizione delle commissioni interbancarie multilaterali di circuito e il Gruppo Bancario Iccrea, nell ’ambito dell ’istrutto-ria avviata dall’Autorità in relazione all’accordo inter-bancario per l’offerta del Seda. Infine, si è occupato della Commissione europea, nell’ambito di una causa di-nanzi alla Corte di giustizia per il recupero di fondi dell’Unione euro-pea erogati per progetti di ricerca.

Emilio De Giorgi, responsabi-le del gruppo Antitrust italiano di Allen & Overy, dall’agosto 2016 ha assistito 21st Century Fox per i profi li regolamentari italiani rela-tivi all’offerta pubblica di acquisto di Sky plc., Daidoh Limited - un gruppo industriale quotato presso la Borsa di Tokyo che produce e commercializza prodotti tessili di

alta qualità – per i profi li antitrust dell’acquisto di una parteci-pazione di controllo in Pon-tetorto. Infi ne, The Riverside Company, il fondo di private equity statunitense, nell’ot-tenimento dell’autorizzazio-ne antitrust della cessione dell’intero capitale sociale di Optima.

In Pedersoli opera un team di 4 professionisti gui-dati dall’Equity partner Da-vide Cacchioli. Tra le ope-

razioni più i m p o r t a n t i l’assistenza a Intesa Sanpaolo in relazio-ne alle comunicazio-ni antitrust inerenti la vendita delle con-trollate Setefi e In-tesa Sanpaolo Card ad una società inte-ramente (1 miliardo euro di valore), Davi-de Campari – Mila-no spa. in relazione agli aspetti merger

control nazionali e internazionali inerenti all’acquisizione della so-cietà Société des Produits Marnier Lapostolle, proprietaria del marchio Grand Marnier e Exor in relazione agli aspetti di regolamentazione me-dia, nonché agli aspetti merger control nazionali e internazionali relativi all’acquisizione di una quo-ta di minoranza nel periodico The Economist. Tra le operazioni in cor-so, assiste Fiat Chrysler Automo-bile per gli aspetti regolamentari

e antitrust inerenti all’operazione di integrazione tra Italiana Editrice e Gruppo Editoriale L’Espresso.

Altro nome di rilie-vo è Vito Auricchio, socio di Legance - Avvocati Associati, responsa-bile della p r a c t i c e Antitrust e R e g o -l a m e n -t a z i o n e .

Tra le operazioni spicca l’assistenza a Shiseido co e alla controllata eu-ropea Beauté Prestige International S.A. nella notifi ca alla Commissio-ne europea dell’acquisi-zione del controlla del business «fragrances, colour cosme-tics, and skincare products» di Dolce & Gabbana tramite la conclusione di un accordo pluriennale di licen-za a livello mondiale. Si tratta del primo caso a livello Ue in cui un semplice contratto di licenza (senza trasferimento di ramo d’azienda, di dipendenti e di clienti) è stato quali-fi cato come un’operazione di concen-trazione ai sensi del Regolamento (EC) 136/2004; la Commissione non aveva mai riconosciuto (nell’ambito di un’operazione di concentrazione notifi cata) che un semplice contratto di licenza potesse costituire un’ope-razione di concentrazione. Infi ne, Fondo Strategico Italiano ed Eni

spa nella notifi ca alla Commissio-ne europea dell’acquisto di controllo congiunto su Saipem S.p.A., uno dei maggiori operatori nella fornitura di soluzioni ingegneristiche per l’in-dustria oil & gas.

Enrico Adriano Raffaelli, fon-datore dello Studio Legale Rucel-lai & Raffaelli, con circa 80 avvo-

cati nelle sedi di Milano, Roma e Bologna, è impe-gnato innanzi l’Agcm in giudizi di risarcimento dei danni derivanti da condanne antitrust a li-vello nazionale e europeo (Esselunga/Coop Esten-se e Acciaio per cemento armato precompresso). Ha ottenuto per Ibm Italia il rigetto integrale da parte del Tribunale di Milano delle doman-de proposte dalla società

Arslogica Sistemi tra le quali l’abu-so di posizione dominante. Assiste innanzi alla Corte di Giustizia in rinvii pregiudiziali per conto di Sea nonché per Roche nel caso Avantis/Lucentis.

Infi ne, Paul Hastings in Italia opera con l’associate Francesca Morra che ha assistito A2A e Sor-genia nell’acquisizione del controllo, su base contrattuale, della centrale a ciclo combinato di Lodi da parte di A2A, Ei-ser nella vendita di Società Gasdotti Italia a Macquaire e SwissLife e Inde-sit nell’ambito dell’acquisto da parte di Whirpool di una partecipazione pari al 60% del capitale sociale.

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Emilio De Giorgi

Domenico Gullo

Davide Cacchioli

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IV Lunedì 27 Febbraio 2017 A T T UA L I TÀMolte le opportunità di sviluppo per le imprese italiane, secondo gli studi d’affari

Un Mediterraneo su cui puntareBoom di m&a che assecondano le evoluzioni di industria 4.0

Pagina a curaDI SABRINA IADAROLA

Mediterraneo «ter-ra promessa» per gli investimenti. L’area che produ-

ce il 13,7% del Pil mondiale recupera una nuova cen-tralità per gli investitori e registra nel 2015 il miglior afflusso di investimenti di-retti esteri dal 2008.

Nel recente Rap-porto BaroMed 2017, elaborato da EY, ana-lizzando i dati relati-vi a scambi commer-ciali, investimenti diretti esteri e flussi migratori all’inter-no dei 28 Paesi del-la regione Euromed (includendo Europa meridionale, Medio-riente e Paesi del Golfo) si parla di 771 miliardi di dollari, nell’arco temporale 2011-2015, di impor-to totale degli inve-stimenti diretti este-ri rivolti all’area e di un aumento del 27% del numero di fusioni e acquisizioni. Che tendono ad assecondare le evoluzioni dell’industria 4.0 nelle sue varie declinazioni, ovvero logistica e infrastrut-ture, energia e ambiente, servizi finanziari, turismo, agroalimentare.

Tra il 2011 e il 2015 la popolazione nell ’area è cresciuta del 2% in più l’anno. Il costo del lavoro è decisamente competitivo. A fronte di un salario minimo mensile di 225 euro in Ma-rocco e 424 euro in Turchia, svantaggiati nel confronto risultano essere ad esempio Germania e Spagna (rispet-tivamente con 1.440 euro e 1.457 euro di salario mini-mo). L’area diviene sempre più «tech-intensive». Tanto da individuare negli inve-stimenti high-tech il terzo settore dell’economia euro mediterranea per i proget-ti greenfied e il secondo per fusioni e acquisizioni. Nei Paesi del Golfo, soprattutto negli Emirati Arabi Uniti, la stessa crisi petrolifera ha rappresentato un’occasione favorevole per incentivare gli investimenti.

Se l ’area rappresenta un’opportunità non trascu-rabile per le imprese cine-si, che al netto dei Paesi europei oggi equivalgono al 10% delle M&A (Merger & Acquisition), o per gli stes-si Paesi del Golfo, potrebbe diventare un’opportunità sempre più interessante, da non trascurare, anche per le imprese italiane nei diversi settori, in particola-re immobiliare, lusso, abbi-gliamento, agroalimentare

e high tech. «Negli anni ad esempio la Turchia si è ri-velato un Paese di grande interesse per le imprese ita-liane, sia grandi che piccole e medie , rimasto costante negli anni nonostante le dif-ficoltà geopolitiche – spie-ga l’avvocato Gianmatteo Nunziante, socio fondato-re dello Studio Nunziante Magrone. «Un interesse che si è talvolta ribaltato:

pensiamo ai tentativi di acquisizione di aziende ita-liane da parte dei turchi. La Turchia è eterogenea: può essere un’opportunità da cogliere per lo sviluppo del-le infrastrutture, che sono il motore trainante, fino ad arrivare ai beni di lusso.

Nel mondo turco c’è una

grande attenzione ai brand italiani. Considerando che oggi il livello di scolariz-zazione è elevatissimo, se negli anni ‘70 e ‘80 si andava in Turchia per la manovalanza a basso costo – prose-gue Nunziante - oggi è terra di ingegneri e tecnici super esperti. Le imprese italiane possono andare lì e in-

vestire nella tecno-logia. Altro settore da non trascurare è l’agribusiness, ovvero la moder-nizzazione del si-stema agricoltura, settore che hanno sposato anche in Marocco».

A c h i v u o l e esplorare il Medi-terraneo, l’avvoca-to Paolo Greco dello Studio PA Legal consiglia di «puntare principalmente alla re-alizzazione di impianti produttivi di beni fi niti anche a basso contenuto tecnologico e sull’edilizia immobiliare». E aggiun-ge «L’approccio cambia

molto da Paese a Paese. La situazione oggi è net-

tamente più fl uida rispetto al 2015. In Egitto e Maroc-co c’è stato un forte boom di carattere immobiliare, non solo, anche di investimenti produttivi (soprattutto di as-semblaggio e fi nalizzazione dei prodotti) per soddisfare

la domanda interna, vivendo i Paesi una enorme crisi di carattere valutario. Determi-nata, nel caso di Egitto e Tu-

nisia, ma anche del Marocco, dall’azzeramento della loro principale forma di valuta legata al turismo straniero. I settori di maggiore interes-se potrebbero essere quelli destinati alle classi alte (in Egitto), alla diffusione di fa-scia media (in Marocco dove si assiste al fenomeno degli «emigrati di ritorno») o ai beni di consumo destinati alla massa».

Pensiamo al settore della telefonia. «In Egitto – prose-gue Greco - ci sono 90 milioni di persone e circa 100 milioni di utenze telefoniche, con ri-cavi potenziali esponenziali.

Questo spiega perché i mag-giori player del settore tele-fonia a livello internazionale si stiano orientando verso

quel Paese». L’Egitto, dove è

grande la forbice tra estremamente ricchi e estremamente pove-ri, è una meta interes-sante per chi produce invece beni di lusso. «Circa il 7-8% della popolazione è ricca - aggiunge Greco – e prevalentemente con-centrata su Il Cairo. Ha forte liquidità, e per la crisi valuta-ria deve spendere in casa».

Ciò che spaventa spesso le imprese ita-liane sono tuttavia l’instabilità geopo-litica e la sicurezza. «Un attentato al Cai-

ro genera automaticamente una situazione di attenzione anche in altri Paesi – affer-ma Greco - Le situazioni di instabilità vengono percepite anche laddove non ci sono. In Marocco come in Algeria, ad esempio, non è accaduto nulla fi nora, ma la preoccupazione c’è ugualmente».

«La mia esperienza – sostiene Nunziante - mi insegna che le imprese italiane sono pruden-ti ma non timorose di investire anche in Paesi ritenuti diffi cili, come potrebbe essere stata la Turchia alla luce degli accadi-menti dell’ultimo anno».

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L’instabilità geopolitica del contesto europeo, medi-terraneo e mediorientale, frena ma non ferma gli

investimenti, che, dati alla mano, continuano a crescere e in maniera importante. «Anche se rimane la preoccupazione degli operatori, è evidente che la fiducia nelle pro-spettive di medio termine è più forte», ha detto Donato Iacovone, Ceo EY in Italia e Managing Part-ner per l’area euromediterranea.

I driver principali di crescita per l’economia e gli investimenti nell’area euromediterranea sono, secondo la fotografia scattata da BaroMed, presentata in occasione del EY Strategic Growth Forum Mediterranean di Roma: stabilità e sicurezza, ritenute priorità per lo sviluppo degli investimenti dal 46% dei manager globali intervi-stati nel 2015.

A cui si aggiungono incremento delle infrastrutture, sviluppo dei talenti e delle competenze, ambi-to in cui Nordafrica e Medioriente sono sulla buona strada, stando ai dati della Banca Mondiale, secondo cui fra il 2000 e il 2010 il tasso di

educazione primaria è cresciuto dal 86% al 94%, e della secondaria dal 62% al 70%.

Ancora, efficienza energetica, dove è necessario recuperare campo e im-plementare fonti alternative, dopo il crollo delle operazioni di M&A nel settore pari al 45% fra il 2011

e il 2015. Infine, investimenti per la crescita e digitalizzazione, cioè per «chiudere il digital gap grazie ai costi, in progressivo calo, delle nuove tecnologie».

«Il Nordafrica – aggiunge Iaco-vone - ha visto crescere il tasso di scolarizzazione e rappresenta un contesto di sviluppo per l’innova-zione tecnologica. In tutto questo, l’Italia gode di un vantaggio logisti-co impareggiabile rispetto agli altri grandi paesi industriali, essendo il vero hub del Mediterraneo».

In Nordafrica gli investimenti da parte di imprese estere sono cre-sciuti di oltre il 50% fra il 2011 e il 2015 e fra questi gli investimenti in progetti greenfield sono aumentati dell’83%. Si tratta di high tech e settori chiave per l’Italia come l’au-tomotive.

«Un vantaggio che necessita che il nostro Paese – conclude – punti a sviluppare una nuova politica indu-striale 4.0 assieme a Francia e Ger-

mania, come ribadito dal premier Gentiloni e dalla cancelliera tedesca Merkel, giocando in più il ruolo di piattaforma mediterranea».

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È QUANTO EMERGE DA BAROMED2017. IACOVONE (EY): L’ITALIA VERO HUB DEL MEDITERRANEO

Investimenti in crescita nonostante i timori

Donato Iacovone

Gianmatteo Nunziante

Paolo Greco

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27 Febbraio 2017

Selezione di Sentenze tributarie

A CURA DELLO STUDIO FUOCO

1. MOTIVAZIONI AB ORIGINE IMMUTABILI IN GIUDIZIO

2. CONTRIBUTI CONSORTILI, BENEFICI DA PROVARE

3. RECUPERO IVA SENZA NOTA DI VARIAZIONE

4. NIENTE BOLLO SUI VEICOLI ULTRAVENTENNALI

5. LA CESSAZIONE SUPERA L’INCOMPETENZA

6. RICORSI TRIBUTARI, IL SABATO NON È FESTIVO

7. ASSOCIAZIONE ESTINTA, NOTIFICHE AGLI EREDI

I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7

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SENTENZE TRIBUTARIE

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

[omissis] Il motivo è inammissibile, come eccepito dal controricorrente, sia perché il vizio motivazionale è pro-spettato in termini d’insuffi cienza della motivazione, ciò che nella nuova for-mulazione dell’art. 360, comma 1, n. 5, cpc è precluso dinanzi a questa Corte, come chiarito dalle Sezioni unite con sentenza 7 aprile 2014, n. 8053 e suc-cessive pronunce conformi, sia perché sostanzialmente il ricorrente comune lamenta l’erronea valutazione di un do-cumento (nota Amiu allegata all’avviso di accertamento), omettendo di ripor-tarne il contenuto onde porre la Corte in condizione di esercitare il sindacato richiesto.A ciò consegue che il motivo incorre in palese difetto di autosuffi cienza (oltre alle pronunce citate dalla controricor-rente, tra le altre, cfr. Cass. sez. 3, 29 marzo 2007, n. 7767).Quanto al secondo motivo, nel quale il

ricorrente comune cumula due ordini diversi di censure (violazione e falsa applicazione di legge in relazione al re-golamento Tarsu del comune di Bari e agli artt. 70 e 71 del dlgs n. 507/1993, in relazione all’art. 360, comma 1, n. 3, cpc, e omesso esame di un fatto decisi-vo, in relazione all’art. 360, comma 1, n. 5, cpc), esso è del pari inammissibi-le, essendo incentrato sulla deduzione della ritenuta applicabilità di una cate-goria diversa, categoria 18 (altre aree a uso privato, produttive di rifi uti, non costituenti accessori o pertinenze di lo-cali tassati) rispetto a quella, n. 4 (locali adibiti a offi cine elettromeccaniche e laboratori artigianali), oggetto della pretesa manifestata al contribuente con l’atto impositivo, ritenuta dal giudice di merito non applicabile alla fattispe-cie concreta, per la quale ha ritenuto invece applicabile la categoria 13 del regolamento, trattandosi di attività di

ricovero di caravan e roulotte svolta in area scoperta recintata.È noto, infatti, che, per giurisprudenza costante di questa Corte, la motivazio-ne di cui all’avviso di accertamento de-limita, oltre che il petitum, la ragione fondante, di fatto e di diritto, della pre-tesa impositiva, donde l’impossibilità di una sua sostituzione o integrazione da parte dell’Amministrazione in corso di giudizio (cfr., tra le altre, Cass. sez. 5, 31 ottobre 2014, n. 23248).Il ricorso va dunque rigettato.Le spese del giudizio seguono la soc-combenza e si liquidano come da di-spositivo.Va dato atto, infi ne, della sussistenza dei presupposti di legge, per il versamento, da parte del ricorrente, dell’ulteriore importo a titolo di contributo unifi cato pari a quello dovuto per il ricorso.

Motivazioni ab origine immutabili in giudizioLa motivazione di una pretesa impositiva deve

sussistere ab origine ed essere necessariamente contenuta all’interno dell’atto di accertamento notificato al contribuente: i contenuti dell’atto delimitano le ragioni fondanti, di fatto e di diritto, della pretesa, da cui l’impossibilità di una inte-grazione o sostituzione in corso di giudizio o nelle fasi prodromiche. È il principio ribadito dalla Corte di cassazione nell’ordinanza n. 3414/2017. Il caso nasce dall’impugnazione di un avviso di accertamento ai fini Tarsu, emesso dal comune di Bari per gli anni dal 2007 al 2011. Il primo grado di giudizio respingeva il ricorso, mentre la Ctr della Puglia accoglieva l’appello, con sentenza poi impugnata dal comune di Bari con ricorso per Cassazione. I giudici di Piazza Cavour hanno rigettato la domanda dell’ente, condannandolo al pagamento di ingenti spese di giudizio. Quanto al merito della controversia, l’accertamento originario accertava la Tarsu attribuendo a un immobile del contribuente una certa categoria da cui scaturiva l’obbligo di pagamento. Nel corso del giudizio, alla luce delle prospettazioni difensive, il comune riconosceva come in effetti l’immobile appartenesse a una categoria diversa rispetto a

quella indicata nell’accertamento: tuttavia, anche secondo tale inquadramento, la Tarsu sarebbe stata dovuta. Questo cambio di carte in tavola non è consentito, secondo la Corte di cassazione, perché le motivazioni di una pretesa tributaria sono quelle indicate nell’avviso di accertamento notificato al contribuente e non possono essere integrate o, peggio ancora, sostituite a posteriori, in sede di giudizio.

La motivazione di un atto, dunque, deve essere valutata alla luce dei contenuti riportati sull’atto stesso (o su un atto richiamato espressamente, a condizione che sia stato precedentemente notificato o riprodotto nei suoi contenuti essenziali).

Motivazione che deve sussistere ab origine, cioè sin dall’inizio, non essendo suscettibile di amplificazioni successive alla notifica dell’avviso d accertamento. Del resto, conclude la Cassa-zione, «per giurisprudenza costante di questa Corte, la motivazione delimita, oltre che il pe-titum, la ragione fondante, di fatto e di diritto, della pretesa impositiva, donde l’impossibilità di una sua sostituzione o integrazione in corso di giudizio».

Nicola Fuoco

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SENTENZE TRIBUTARIE

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

[omissis] La Commissione rileva: nel merito, il ricorso appare fondato e, quindi, deve essere accolto, anche alla luce della più recente ordinanza di Cassazione civile che qui di segui-to si riporta a stralcio (Cass. civ. Sez. V, sent., 21/9/2016, n. 18458 (...)L’indicata interpretazione della rego-la di riparto ha ricevuto poi una ulte-riore precisazione nelle decisioni pre-se a sezioni unite, dinanzi richiamate, che hanno circoscritto la presunzione di persistenza del diritto dei consor-zio, avente titolo nel provvedimento di perimetrazione, alla ipotesi in cui il consorziato non contesti specifi ca-mente la legittimità del piano di clas-sifi cazione e riparto o la inesattezza del suo contenuto: in tal caso, infatti, venendo meno il presupposto che de-termina la presunzione di legittimità della pretesa contributiva, viene con-seguentemente meno anche la giusti-fi cazione dell’inversione dell’onere probatorio che fa gravare sul consor-ziato la prova della difformità della

pretesa rispetto « all’an od quantum» dovuto in base ai criteri stabiliti da-gli atti amministrativi presupposti: ne consegue che in detta ipotesi, non applicandosi la presunzione derivante dall’inclusione nella perimetrazione, va applicata la generale disciplina ex art. 2697 c.c., secondo cui colui che intende far valere un diritto (il con-sorzio ) è tenuto a fornire la prova dei fatti costitutivi della pretesa (...)Ad avviso di questo Collegio si trat-ta di disposizioni che non appaiono idonee a sostenere che, almeno per la regione (...), la semplice inclusione nel perimetro di contribuenza non sa-rebbe suffi ciente a determinare l’as-soggettamento al contributo, essendo ulteriormente necessario il sussistere di uno specifi co benefi cio derivan-te dalle opere apprestate e tenute in buono stato manutentivo. Alla vicenda oggetto del presente giudizio, la Commissione osserva che parte ricorrente non si è limitata a una generica contestazione circa la

mancanza di benefi ci derivanti dalle opere consortili, ma ha specifi ca-mente addotto una serie di elementi dai quali può ritenersi dimostrato, quantomeno mediante presunzioni, il fatto negativo dell’assenza di qualsi-voglia benefi ci diretto e specifi co per i fondi di proprietà del contribuente, situati nel territorio dei comuni (...), per effetto della mancata esecuzione da parte del Consorzio delle opere di bonifi ca e manutenzione necessarie (...).

Contributi consortili, benefi ci da provare

La sola inclusione del fondo del consorziato nel perimetro di contribuenza non è sufficiente a deter-minare l’assoggettamento al contributo; è, infatti, necessario che sussista uno specifico beneficio deri-vante dalle opere apprestate e tenute in buono stato manutentivo. Sono le conclusioni che si leggono nella sentenza n. 198/2017 emessa dalla quarta sezione della Commissione tributaria provinciale di Lecce. La Commissione fonda la decisione sulle indicazioni fornite dalla Cassazione nella recente ordinanza n. 18458/2016 che qui di seguito si riporta a stralcio: «il consorzio di bonifica è esonerato dalla prova del beneficio fondiario tutte le volte in cui sussista un piano di classifica, approvato dalla competente autorità, recante i criteri di riparto della contri-buenza degli immobili compresi sia nel perimetro consortile, sia nel comprensorio di bonifica. Non è perciò (...) onere del consorzio fornire la prova di avere adempiuto a quanto indicato nel piano di classifica, approvato dall’autorità regionale, dovendo intendersi presunto il vantaggio diretto e immediato per i fondi del consorziato in ragione della paci-fica comprensione degli immobili nel perimetro di intervento consortile e dell’avvenuta approvazione dei piano di classifica, salva la prova contraria del

contribuente, da fornirsi mediante dimostrazione di uno specifico fatto positivo contrario, o anche mediante presunzioni dalle quali possa desumersi il fatto negativo dell’assenza di qualsivoglia bene-ficio diretto e specifico per i fondi di proprietà del contribuente. L’indicata interpretazione della regola di riparto ha ricevuto poi una ulteriore precisazione nelle decisioni prese a sezioni unite dalla stessa cassazione, che hanno circoscritto la presunzione di persistenza del diritto dei consorzi, avente titolo nel provvedimento di perimetrazione, alla ipotesi in cui il consorziato non contesti specificamente la legittimità del piano di classificazione e riparto o la inesattezza del suo contenuto. Nello specifico caso trattato, la parte ricorrente ha specificamente addotto una serie di elementi dai quali può ritenersi dimostrato, quantomeno mediante presunzioni, il fatto negativo dell’assenza di qualsivoglia beneficio diretto e specifico per i fondi di proprietà. Il collegio provinciale salentino, quindi, assoggetta la debenza del tributo, a un effettivo vantaggio ricevuto dal con-sorziato; nel caso in cui, alla contestazione specifica del contribuente non faccia seguito una replica del Consorzio, il ricorso dovrà essere accolto.

Benito Fuoco

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SENTENZE TRIBUTARIE

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

[omissis] L’istituto delle variazioni, disciplinato dall’ art. 26, dpr 633/1972, trova giustifi cazione e fondamento nella stessa neutralità del tributo negli scambi posti in essere tra soggetti pas-sivi e attuata proprio attraverso il par-ticolare meccanismo della detrazione dell’imposta. (...) Al riguardo, è bene precisare che il meccanismo delle variazioni opera esclusivamente per eventi che agisco-no retroattivamente sul rapporto con-cluso tra le parti.Tali eventi derivano da vicende pato-logiche come errori nella fatturazio-ne, nullità, rescissione, ecc., ovvero da situazioni già previste ab origine dagli accordi commerciali, come la defi nitiva determinazione del prezzo in un primo momento applicato in via provvisoria. Ed è questo che occorre nella specie, in cui l’operazione era fi n dall’origine esente. (...)Ancor più precisamente, la Corte, par-tendo proprio dalla considerazione che il comma 2 dell’art. 26, dpr 633/1972

costituisce una mera facoltà per il contribuente e, quindi, non anche un onere, ha affermato che, dalla mancata attuazione della procedura recata dal-la norma appena citata nel prescritto termine di un anno dall’effettuazio-ne dell’operazione, non discende la decadenza del diritto al rimborso del tributo risultato eccedente, ma si in-cide esclusivamente sulla modalità del relativo recupero. In tal caso, il recupero non può più avvenire con la rituale detrazione, cioè decurtando l’eccedenza dall’Iva risultante a debito dalla liquidazione periodica. conse-guentemente, nel caso in disamina il contribuente può procedere al recupe-ro dell’imposta non dovuta all’erario, attraverso l’istanza di rimborso e l’im-pugnazione del silenzio rifi uto, ai sen-si dell’art. 16, dpr 636/1972, sostituito (con effetto dal 15/1/1993) dall’art. 19, dlgs 31/12/1992, n. 546. L’art. 19, dlgs 546/1992 citato elenca, tra gli atti impugnabili, anche il rifi uto espresso o tacito delle restituzioni dei tributi,

sanzioni, relativi interessi e altri ac-cessori non dovuti. Infatti, trascorsi novanta giorni dalla presentazione dell’istanza di rimborso, se 1’Ammi-nistrazione fi nanziaria non emette al-cun provvedimento, si viene a formare il c.d. silenzio-rifi uto, che risulta im-pugnabile innanzi al giudice tributario entro il termine di prescrizione ordi-nario decennale. Giova segnalare che la Corte ha operato anche un diretto richiamo alla VI Direttiva comunitaria 17/5/1977, n. 77/388/Cee che, all’art. 18, comma 4, prevede espressamente il rimborso di quanto erroneamente versato da parte del contribuente.Hanno deciso nello stesso senso Cass. Sez. 5, sentenza n. 7330 del 11/5/2012, Cass. Sez. 5, sentenza n. 9437 del 21/4/2006, Cass. Sez. 5, sentenza n. 5094 del 9/3/2005).Ne consegue che l’appello va accolto, con condanna dell’Uffi cio alla rifusio-ne delle spese del doppio grado.

Recupero Iva senza nota di variazione

In caso di errata applicazione della disciplina dell’Iva a sfavore del contribuente, avendo per esempio assoggettato un’operazione a un’aliquota diversa da quella effettivamente applicabile, si può richiedere il rimborso dell’imposta indebitamente versata con istanza all’Agenzia delle entrate. Ciò in alternativa all’emissione di una nota di variazione Iva, da emettersi entro un anno dalla fattura che si va a rettificare. Sono i principi che si leggono nella sentenza n. 131/11/17 della Ctr di Roma.

Una società della capitale aveva emesso delle fatture nei confronti di un soggetto estero, assog-gettando le operazioni a Iva secondo l’aliquota ordinaria. Iva che, tuttavia, risultava applicata in maniera erronea, poiché trattavasi di operazioni non imponibili; tant’è che, all’atto del pagamento, la società cliente pagava soltanto l’imponibile della fattura e non l’imposta.

Per recuperare l’Iva, la contribuente proponeva istanza all’Agenzia delle entrate che, con provvedi-mento di diniego, affermava che la società avrebbe dovuto emettere apposita nota di variazione ex articolo 26 del dpr 633/1972, entro un anno dalla fattura.

Contro il diniego veniva proposto ricorso in

commissione tributaria e, dopo la decisione di primo grado, che rigettava la domanda, il giudice d’appello dava ragione alla contribuente, richia-mando l’orientamento sostanziale della Corte di cassazione e, prima ancora, della Corte di giustizia europea sul punto.

La nota di variazione, spiega la Ctr, è una delle possibilità attraverso cui si poteva recuperare l’Iva, erroneamente attribuita a una operazione non im-ponibile, effettuando lo scorporo nella liquidazione periodica. Tuttavia, anche decorso l’anno dalla fatturazione, l’imposta può essere sempre recupe-rata attraverso la presentazione di un’istanza di rimborso all’Ufficio fiscale, stante la neutralità del tributo e l’armonizzazione della disciplina dell’Iva a livello europeo. Contro il diniego a tale istanza, o anche contro il silenzio rifiuto formatosi in caso di mancata risposta da parte dell’Agenzia delle entrate, è possibile far ricorso dinanzi al competente giudice tributario.

All’accoglimento dell’appello, la Ctr di Roma ha fatto seguire la condanna alle spese a carico del soc-combente Ufficio, per il doppio grado di giudizio.

Nicola Fuoco

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SENTENZE TRIBUTARIE

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

II contribuente (...) ricorre contro Equitalia Sud s.p.a. e contro la Re-gione Lazio per l’annullamento del-la cartella di pagamento in atti per omesso versamento della tassa au-tomobilistica dell’anno 2010 e 2012, relativa Lancia Thema 8.32 targata Roma (...) costruita e immatricolata nel 1987, ricevuta in eredità dal pa-dre, defunto nel 2009.Eccepisce l’inesistenza della notifi ca; la nullità della cartella; l’illegittimità della pretesa vantata dalla Regione Lazio in quanto afferente a veicolo di interesse storico e collezionistico.Resistevano Equitalia e la Regione Lazio.La Commissione tributaria provin-ciale sez. 8 respingeva il ricorso con la sentenza 7134/16.Ricorre il contribuente ribadendo le proprie argomentazioni. Resistono Equitalia e la Regione Lazio conte-stando gli elementi addotti dal con-tribuente.Invero, non c’è inesistenza della no-

tifi ca e non c’è nullità della cartella. Il ricorso merita invece accoglimento alla luce di quanto deciso da Cass. VI - V 9.1.2014, RV 629100, ordinanza n. 319 con la quale il Supremo col-legio ha affermato che le automobili immatricolate da oltre vent’anni con determinate caratteristiche tecniche anche in mancanza della produzione dello specifi co attestato individua-le, come nel caso di specie. Giusti motivi consentono di compensare le spese.PQM accoglie l’appello e compensa le spese.

Niente bollo sui veicoli ultraventennali

I veicoli immatricolati da oltre 20 anni, con determinate caratteristiche tecniche, sono esentati dal pagamento della tassa di circolazione anche in mancanza dello specifico attestato individuale. Lo ha stabilito la sezione terza della Commissione tributaria regionale del Lazio nella sentenza n. 218/17. La vertenza riguarda un ricorso presentato per l’annullamento della cartella di pagamento emessa, dalla regione Lazio, per recuperare omessi versamenti del bollo per gli anni 2010 e 2012 relativo a una Lancia Thema immatricolata nell’anno 1987. Nel ricorso, il contribuente eccepiva l’inesistenza della notifica e l’illegittimità della pretesa vantata su un autoveicolo di interesse storico e collezionistico. Dopo aver rilevato che, agli atti, mancava la specifica attestazione, la Commissione provinciale di Roma rigettava il ricorso. La Commissione tributaria regionale del Lazio ha completamente ribaltato la sentenza accogliendo l’appello del contribuente. «Il ricorso», osserva il Collegio regionale capitolino, «merita accoglimento alla luce di quanto deciso dalla Cassazione nell’ordinanza n. 319/2014». In questo giudicato, il supremo collegio ha affermato che le automobili immatricolate da oltre vent’anni con determinate caratteristiche tecniche, hanno

diritto di non pagare la tassa anche in mancanza di produzione dello specifico attestato individuale. La legge 23/12/2014, n. 190 «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» (legge di Stabilità 2015) in vigore il 1° gennaio 2015, ha apportato rilevanti modificazioni all’art. 63 della legge 21/11/2000, n. 342 in tema di esenzione dalla tassa automobilistica per i veicoli storici. Riguardo i veicoli ultraventennali di parti-colare interesse storico e collezionistico, la lettera b) del comma 666 abroga i commi 2 e 3 dell’art. 63 della legge n. 342/2000: a partire dal 1° gennaio 2015 la normativa nazionale non riconoscerà più l’esenzione dalla tassa automobilistica a tali vei-coli, le cui posizioni tributarie ritorneranno, quindi esigibili. Le modifiche intervenute nell’art. 63 della legge n. 342/2000 ribadiscono l’assoggettamento alla tassa fissa di circolazione di tutti i veicoli e motoveicoli, esclusi quelli adibiti a uso professionale, a decorrere dall’anno in cui si compie il trentesimo anno dalla loro costruzione. Per regione Lombardia, resta confermata l’esenzione prevista dall’art. 48, comma 4, della legge regionale 14/7/2003, n. 10 (veicoli iscritti nei registri storici).

Benito Fuoco

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SENTENZE TRIBUTARIE

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

[omissis] Il ricorso era rivolto sia nei confronti dell’agente della riscos-sione, che aveva notificato l’avviso di presa in carico, sia nei confronti dell’Agenzia delle entrate di Frosino-ne e le eccezioni mosse al suo interno riguardavano la nullità dell’accerta-mento per mancata notifica dello stes-so alla ricorrente, violazione di legge e del diritto di difesa per lesione del contraddittorio e dei principi di buona fede e tutela dell’affidamento, inesi-stenza della motivazione.Costituendosi nel giudizio, l’intima-ta Agenzia delle entrate di Frosinone faceva presente che l’avviso di accer-tamento indicato nel ricorso risultava emesso dall’Agenzia delle entrate, direzione provinciale II di Roma, così che lo stesso ricorso doveva esse-re presentato presso la Ctp di Roma, con conseguente incompetenza della Ctp di Frosinone a decidere. Tuttavia aggiungeva l’Agenzia delle entrate che l’Ufficio di Roma competente, a

cui era stato internamente trasmesso il ricorso, aveva comunicato l’errore commesso in sede di iscrizione a ruolo e connesso provvedimento di annulla-mento, venendo a cessare dunque la materia del contendere.Il ricorso ha a oggetto l’avviso di presa in carico notificato da Equitalia che a sua volta è espressione dell’iscrizione a ruolo effettuata dall’Agenzia del-le entrate, direzione provinciale II di Roma, per l’avviso di accertamento emesso da tale ufficio.Per cui, se il processo fosse dovuto proseguire nel merito, questa Com-missione avrebbe dovuto rilevare la propria incompetenza territoriale, in favore della Ctp di Roma.Tuttavia, essendosi verificato un fatto che deve qualificarsi come assorben-te, ovvero l’eliminazione spontanea dell’atto che era oggetto della contesa, si verifica una situazione di cessazio-ne e della materia del contendere che consente a questa Commissione, anche

per ragioni di economia processuale, di rilevare l’estinzione del giudizio ai sensi dell’art. 46 del dlgs. n. 546/1992, senza che lo stesso debba essere rias-sunto presso la Ctp di Roma, evitando ulteriori e inutili aggravi a carico della spesa pubblica.Con la cessazione della materia del contendere, infatti, viene meno l’og-getto della contesa, con la conseguen-za che il giudizio si estingue, a pre-scindere da ogni altra questione.Le spese possono essere compensate tra le parti, anche in ragione dell’erro-re commesso da contribuente che ha incardinato la controversia presso un giudice territorialmente incompetente.PQM La commissione dichiara l’estin-zione del giudizio per cessazione della materia del contendere. Spese com-pensate.

La cessazione supera l’incompetenza

Qualora il ricorso sia stato proposto a una Com-missione tributaria territorialmente incompetente, ma l’atto impugnato sia stato annullato in autotutela dall’Ufficio, la cessazione della materia del contendere può essere pronunciata dal giudice adito, senza rinvio della causa all’organo competente per territorio. Ciò perché la cessazione della materia consente di su-perare l’incompetenza territoriale, anche per evitare l’inutile aggravio di spese, per la cosa pubblica e per il contribuente, che si avrebbe rinviando gli atti alla commissione territorialmente demandata a dirimere la controversia. Sono le conclusioni che si leggono nella sentenza n. 173/02/17 della Ctp di Frosinone (presidente Costantino Ferrara, relatore Donato Iso-la). Una società di capitali proponeva ricorso contro l’avviso di presa in carico emesso da Equitalia Sud, relativo all’iscrizione a ruolo di un avviso di accer-tamento, che la ricorrente riteneva di non aver mai ricevuto. Costituendosi in giudizio, l’Agenzia delle entrate di Frosinone, a cui la società aveva notificato il ricorso, sottolineava che l’iscrizione a ruolo era stata eseguita dall’Ufficio di Roma, che aveva emesso l’accertamento portato in riscossione: ragion per cui, il ricorso doveva essere proposto alla Ctp di Roma. Al contempo, l’Ufficio di Frosinone rendeva noto di

aver trasmesso il ricorso ai colleghi di Roma e che, di tutta risposta, l’iscrizione a ruolo era stata annullata in autotutela, essendo perciò venuta meno la materia del contendere. La Ctp di Frosinone, chiamata alla decisione, ha ritenuto di dover trattenere la causa ed emettere sentenza di estinzione del giudizio per cessata materia del contendere.

Se la controversia avesse richiesto un esame del merito, spiegano i giudici della sezione 2, si sarebbe dovuto senz’altro rilevare l’incompetenza territoriale dell’adito organo frusinate, in favore della commissione romana. Tuttavia, essendo venuta meno la materia del contendere, il collegio ha ritenuto di dover evitare la declinazione di competenza, fatto da cui sarebbe derivato l’onere di riassumere il giudizio dinanzi alla Ctp di Roma, che avrebbe poi pronunziato, egualmente, l’estinzione del giudizio. Il rinvio della causa a Roma, conclude la Ctp di Frosinone, avrebbe determinato un ulteriore dispendio di spese, per raggiungere co-munque il medesimo risultato, cioè l’estinzione del giudizio. Così che, considerando assorbente il venir meno dell’oggetto della contesa, la Commissione ha pronunziato essa stessa l’estinzione del giudizio, compensando le spese tra le parti.

Nicola Fuoco

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SENTENZE TRIBUTARIE

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

Si costituiva in giudizio l’Equitalia Sud Spa per eccepire, in rito, l’inammissi-bilità del ricorso, presentato dopo 63 giorni dalla notifica dell’atto impugnato e, nel merito, la richiesta di cessata ma-teria del contendere, avendo l’Agenzia delle entrate di Catania emesso provve-dimento di sgravio.Con la decisione richiamata, il 1° giu-dice dichiarava inammissibile il ricorso proposto «perché proposto fuori termi-ne» regolando le spese secondo il prin-cipio della soccombenza.Avverso detta decisione, (…), come sopra rappresentata, interponeva ritua-le appello sulla base di più motivi in fatto e in diritto: il ricorso era da rite-nere proposto nei termini, scadendo il termine della presentazione dello stes-so il 27/4/2013, che cadeva di sabato con proroga della scadenza al primo giorno non festivo 29/4/2013, giorno di spedizione del ricorso, il tutto ai sensi dell’art. 155 cpc; la sentenza impugnata era stata emessa in violazione dell’art.

36 del dlgs 54671992, non contenendo la succinta esposizione dei motivi di fatto e di diritto che l’avevano deter-minata; ancora la sentenza emessa era da considerare erronea per non aver dichiarato la estinzione del giudizio per cessata materia del contendere a se-guito dell’intervenuto sgravio da parte dell’Agenzia delle entrate di Catania; errata era ancora da ritenere la condan-na alle spese del giudizio di 1° grado, di qui la richiesta di dichiarare l’estin-zione del giudizio per cessata materia del contendere, con vittoria di spese di entrambi i gradi del giudizio e con condanna dell’Equitalia Sud spa per re-sponsabilità aggravata ex art. 96 cpc.Resisteva in giudizio la sola Equitalia Sud Spa e non anche l’Agenzia delle entrate di Catania per chiedere il rigetto dell’appello.L’appello proposto è infondato in di-ritto.Il ricorso proposto è da ritenere inam-missibile, come correttamente ritenu-

to dal giudice di prime cure; difatti a fronte della cartella notificata in data 26/2/2013, il termine di sessanta giorni scadeva il 27/04/2013, che era di sa-bato, da considerare non festivo e non prorogabile al primo giorno non festivo (29/4/2013) ai sensi dell’art. 155 cpc.Di contro la parte ha ritenuto il sabato festivo e ha spedito l’atto il 29/4/2013.Sulla circostanza di ritenere il sabato festivo vi è stata, per la verità, qualche pronuncia di merito, che l’ha ritenuto tale, di gran lunga smentita dalla giuri-sprudenza del S.C., che ritiene il sabato un giorno lavorativo e non festivo (cfr. Cass. 30/10/11 n. 43549).

Ricorsi tributari, il sabato non è festivo

I termini per proporre il ricorso tributario scadenti il sabato non sono prorogabili al lunedì successivo; infatti, il giorno di sabato non può essere considerato mai «festivo», conseguentemente le scadenze ricadenti in questo giorno, non sono prorogabili al primo giorno non festivo ai sensi dell’articolo 155 del Codice di procedura civile. Lo ha stabilito la sezione decima della Commissione tributaria regionale del Lazio nella sentenza n. 284/10/2017. Il ricorso proposto dalla contribuente avverso una cartella di pagamento era stato dichiarato inammissibile dalla Commissione tributaria provinciale di Roma. Proponendo appello avverso questa sentenza, la ricorrente palesava che il termine di sessanta giorni per ricorrere contro la cartella di pagamento scadevano nella giornata di sabato, conseguentemente gli stessi termini, erano prorogati dall’articolo 155 del Cpc applicabile anche al contenzioso tributario. L’articolo 155 del Cpc al quarto e al quinto comma dispone che: «Se il giorno di scadenza è festivo, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo. La proroga pre-vista dal quarto comma si applica altresì ai termini per il compimento degli atti processuali svolti fuori dell’udienza che scadono nella giornata del sabato». La Commissione tributaria regionale capitolina,

riferendosi alla sentenza n. 43549/2011 della Corte di cassazione, e rilevando che il sabato sia un giorno lavorativo e non festivo, ha confermato l’inammissi-bilità del ricorso presentato tardivamente. Per quanto riguarda la prassi dell’Amministrazione finanziaria, invece vi è da dire che, con circolare n. 56/2007, è stato chiarito che le modifiche apportate ai commi quinto e sesto dell’articolo 155 Cpc dall’articolo 2, comma 1, lettera f), della legge 263/2005, si applicano ai pro-cessi instaurati in primo grado dopo il primo marzo 2006. In seguito alla cosiddetta «mini-riforma» del codice di procedura civile, la direzione centrale Affari e contenzioso dell’Agenzia delle entrate ha ricordato come l’articolo 58, comma 3, della legge 69/2009 abbia esteso l’ambito di applicazione dell’articolo 155 Cpc anche ai procedimenti già pendenti il primo marzo 2006 (circolare n. 17/2010). Conseguente-mente, secondo quanto stabilito nella circolare, la regola secondo cui i termini per il compimento degli atti processuali svolti fuori dell’udienza che scadono nella giornata del sabato sono prorogati di diritto al primo giorno seguente non festivo doveva ritenersi applicabile anche ai processi incardinati fino al 1° marzo 2006.

Benito Fuoco

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SENTENZE TRIBUTARIE

LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA

I contribuenti hanno proposto ricorso in primo grado contro avviso di ac-certamento a loro notificato in qualità di eredi di (...), deceduto nel 2011, al quale, nella sua qualità di rappresen-tante legale del (…) era stato notificato in data 11 marzo 2009 apposito Pvc dal quale emergevano evidenze tali da consentire le riprese a tassazione poi ri-portate negli avvisi di accertamento.[omissis] Il ricorso dell’Ufficio è inam-missibile oltre che infondato.Dall’esame degli atti risulta che la sentenza n. 6163/2015 impugnata dall’Agenzia delle entrate è stata de-positata in cancelleria in data 7 luglio 2015 e pertanto il c.d. termine lungo per proporre l’appello andava a sca-dere in data 7 febbraio 2016, termine prorogato ex art. 155, IV comma cpc al successivo lunedì 8 febbraio. Dall’at-testazione del sito di Poste Italiane presentato dai ricorrenti risulta che l’atto è stato presentato per la notifi-ca in data 9 febbraio 2015. Il timbro

postale dell’ufficio postale presentato dall’Agenzia è illeggibile.Il ricorso deve quindi ritenersi inam-missibile per tardività.Ad abundantiam deve rilevarsi che esso e anche infondato.Dagli atti risulta che l’Ufficio aveva una comunicazione di avvenuta ces-sazione dell’associazione non ricono-sciuta, sia pur ai fini Iva, anteriore alla notifica degli atti. La notifica andava quindi effettuata agli eredi nelle rispet-tive residenze.La sentenza impugnata è corretta an-che nella parte in cui contesta la man-cata comunicazione agli eredi degli atti richiamati nell’avviso di accertamento in quanto secondo la prospettazione del contribuente, non contestata, gli avvisi di accertamento non impugnati risultano notificati anch’essi alla sede dell’associazione dopo la morte di co-lui che aveva agito in nome e per conto dell’associazione.Anche la conoscenza del Pvc notifica-

to al de cuius deve ritenersi irrilevante, essendo persona diversa ed essendo decorsi cinque anni tra la suddetta noti-fica e quella dell’avviso di accertamen-to impugnato.In merito al ricorso incidentale non è possibile estendere la pronuncia alla nullità di altri avvisi di accertamento in quanto non formano oggetto principale del giudizio e non sono stati accertati i presupposti processuali per la loro im-pugnazione.In definitiva quindi il ricorso va re-spinto con conseguente conferma della sentenza impugnata.Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo, nella misura richiesta dall’Ufficio.PQM La Commissione tributaria re-gionale della Lombardia - sezione 38 respinge l’appello e condanna l’appel-lante alla rifusione delle spese di lite liquidate in euro 12.182,00 in totale.

Associazione estinta, notifi che agli eredi

Dopo la cessazione di una associazione non ri-conosciuta, con apposita comunicazione ai i ni Iva, gli atti tributari devono essere notii cati al legale rappresentante o, se costui è deceduto, agli eredi; in tal caso è necessario che costoro ricevano le notii che di tutti gli atti d’accerta-mento, e non soltanto di quelli con cui si pre-tende da loro il pagamento per coobbligazione, per consentire il pieno esercizio del diritto di difesa, con contestazioni relative anche al me-rito della pretesa.È quanto si legge nella sentenza n. 7301/38/16 della Ctr di Milano. Il ricorso di primo grado veniva proposto dagli eredi dell’ex legale rap-presentante di una associazione culturale, ces-sata da una data antecedente a tutte le notii che dei relativi atti di accertamento. In particolare, gli eredi lamentavano di non aver ricevuto gli accertamenti recanti il merito della pretesa, poiché notii cati alla sola associazione, peral-tro dopo la sua cessazione. Gli unici atti che avevano raggiunto gli eredi erano quelli recanti la loro coobbligazione, in cui si richiamavano gli atti formati nei confronti dell’associazione.Sia il primo che il secondo grado di giudizio hanno dato respiro alle censure mosse dai ri-

correnti.In particolare, le due commissioni tributarie, provinciale e regionale, hanno concordato sul-la necessità di effettuare le notii che di tutti gli atti dell’accertamento non già presso la sede di un’associazione estinta (effetto che consegue alla cancellazione ai i ni Iva, trattandosi di ente non riconosciuto e non iscritto al registro imprese), bensì presso le abitazioni del legale rappresentante e, se deceduto, come nel caso di specie, ai suoi eredi. Non è sufi ciente, di con-tro, che gli atti vengano soltanto richiamati nel provvedimento i nale recapitato agli eredi, poi-ché costoro hanno diritto a conoscere le ragioni della pretesa, in modo da poter muovere conte-stazioni anche in tale direzione.La Ctr, ini ne, afferma che anche le notii che eventualmente effettuate al de cuius e non agli eredi, non sarebbero state sufi cienti a motiva-re la pretesa, poiché i soggetti a cui si richiede l’imposta hanno diritto a conoscere (e a con-testare) le ragioni per cui sono tenuti al paga-mento, per esercitare compiutamente il proprio diritto alla difesa, protetto dalla Costituzione.

Nicola Fuoco

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VLunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 FebA F FA R I L E G A L ILa relazione della Corte di giustizia. La Francia, la Grecia e il Belgio seguono a ruota

L’Italia maglia nera d’EuropaIn 62 anni 642 procedure per violazioni delle norme Ue

PAGINA A CURA DI EDEN UBOLDI

Dall’anno della sua fon-dazione, nel 1952, al 2015, sono stati pre-sentati davanti alla

Corte dei giustizia dell’Unione europea 642 ricorsi per inadem-pimento contro l’Italia. Nella «Relazione annuale 2015. Attività giudiziaria», rapporto redatto dalla Corte che offre una sintesi dell’andamento dell’organo, emerge questo dato, che vede primeggiare l’Italia per numero di ricorsi causati dalla mancata applicazione delle norme europee. Seguono rispettivamente la Francia con 416 ricorsi, la Grecia con 400, al quarto posto il Belgio che ne totalizza 383 mentre al quinto si posiziona la Germania con 282.Il ricorso per inadempimento, procedimento disposto dall’ar-ticolo 258 del Trattato sul fun-zionamento dell’Unione euro-pea (Tfue), è parte di un più ampio controllo sulle infrazioni compiute dagli stati membri. Infatti, individuata una poten-ziale violazione, in seguito a denunce da parte di cittadini europei, ong, associazioni o da parte di un altro stato membro (caso raramente verificatosi) ma anche di propria iniziativa, la Commissione attua una serie di strumenti precontenziosi: un primo scambio di informazioni tramite il sistema EU Pilot, con cui si instaura un dialogo infor-male fra le parti, l’invio di una lettera di costituzione in mora, atto che sancisce l’inizio forma-le della procedura di infrazione e poi di un parere motivato, a cui conformarsi entro un deter-minato termine. Solo a questo punto il caso passa in sede giu-diziaria. Quando deferisce uno stato alla corte per l’ inadempi-mento degli obblighi di notifica delle misure di recepimento di una direttiva, la Commissione può anche proporre sanzioni pecuniarie ai sensi dell’articolo 260, paragrafo 3, del Tfue. Di fronte a una reiterata inerzia dello stato anche in seguito alla pronuncia della corte, prosegue la procedura di infrazione, se-condo quanto stabilito dall’ ar-ticolo 260, paragrafo 2, del Tfue: una nuova lettera di costituzio-ne in mora e una proposta, che la corte può comminare, di pa-gamento di sanzioni pecuniarie sotto forma di somma forfetta-ria e o penalità per giorno o per un altro periodo stabilito. La maggioranza dei ricorsi ri-guardano la violazione di norme europee in materia di fiscalità e dogane, trasporti e ambiente. Per quest’ultimo settore la Com-missione, nel dossier «Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali dell’Ue» pubblica-to a inizio mese, indica come principale debolezza le notevoli divergenze regionali.

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L’Italia è il paese da cui provengono più denunce da parte di cittadini contro l’amministrazione statale o locale per potenziali infrazioni al diritto Ue. Secondo il report del-la Commissione «Controllo dell’applicazione del diritto dell’Unione europea. Relazione annuale 2015», nel corso dell’anno sono state presentate contro l’Italia 637 denunce da parte di cittadini: la maggior parte delle quali relative a occupazione, affari sociali e inclusione (286 denunce), fi scalità e unione doganale (69 denunce) e mercato in-terno, industria, imprenditorialità e pmi (64 denunce). Si tratta di circa il 18% di tutte le denunce complessivamente registrate contro tutti gli stati membri.Nel «Manuale di risposta alle infrazioni Ue», stilato dalla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione eu-ropea (Italrap), si osserva che la gratuità e la facilità delle segnalazioni, per via telematica, l’obbligo di esamina da parte della commissione con relativa risposta entro 2 mesi e l’atteggiamento particolarmente critico degli italiani nei confronti delle istituzioni sono gli elementi che favoriscono la proliferazioni di segnalazioni, che spesso si confi gura-no come una strada parallela ai ricorsi nazionali, con una procedura che, passando per Bruxelles, ritorna nel circu-ito nazionale evitando o sovrapponendosi a un confronto diretto con questo. Ma come sottolineato nel 2014 da Giorgio Perini, funzionario della Italrap, durante il «Secondo ciclo di seminari specialistici sulle politi-che europee», il prevalere dei casi di inosservanza delle norme europee rispetto a quelli relativi alla trasposizione delle direttive nel diritto interno fa supporre che il record di infrazioni è da imputare principalmente ai comportamenti delle ammini-strazioni pubbliche. Secondo l’Italrap gli obiettivi devono essere la collaborazione tra gli organi centrali dello Stato, le regioni e le pro-vince autonome e il miglioramento del dialogo diretto con i cittadini. Infatti una risposta rapida e ade-guata, sia a livello giudiziario che non, con i cittadini permetterebbe di limitare ulteriori rivendicazio-ni in sede europea, mentre un gioco di squadra fra stato e enti substatali potrebbe infl uire in senso positivo sia nella fase d’applicazione degli obbli-ghi europei che nella fase precontenziosa davanti alla Commissione.

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Denunce per infrazioni, gli italiani al primo posto

Al momento le procedure di infrazione pendenti nei con-fronti dell’Italia sono in calo: secondo i dati disponibili sulla piattaforma EUR-Infra sono solo 72. Già nel luglio 2016 l’abbassamento sotto le 80 era stato defi nito «un re-cord storico» da parte della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea.Questo risultato è stato possibile grazie alla istituzione o al potenziamento di organi con competenze ad hoc e a una normativa che ha snellito l’iter di legiferazione in materia europea. Con il Dpcm del 28 luglio 2006, presso il Dipartimento per le politiche europee, è stato costuita la Struttura di missione con il compito di prevenire l’in-sorgere del contenzioso in sede europea e a rafforzare il coordinamento delle attività necessarie alla risoluzione delle procedure di infrazione. Precedentemente quattro differenti uffi ci dell’allora Dipartimento per le politiche comunitarie erano competenti sulla trattazione delle procedure: una frammentazione che da una parte non permetteva una comprensione del fenomeno a livello nazionale e dall’altra non permetteva una trattazione omogenea. Incisiva anche la legge 234/2012 che, modifi -cando la legge 11/2005, ha introdotto al posto della legge comunitaria, con cadenza annuale, la legge europea e la

legge di delegazione europea. Per quanto riguarda il rapporto con gli enti sub-statali l’art. 40 sta-tuisce che nelle materie di loro competenza le regioni e le provincie autonome recepiscono di-rettamente le direttive, mentre nelle materie di legislazione concorrente si devono attenere ai criteri stabiliti dallo stato, che in caso di iner-zia può adottare i provvedimenti di attuazione, sostituendoli (art. 41). Con l’art. 43 è stato pre-visto il diritto di rivalsa dello Stato quale deter-

rente nei confronti delle Regioni o altri enti pubblici responsabili di violazioni del di-

ritto Ue. Inoltre, la legge ha istituito il Comitato interministeriale per gli affari europei (Ciae) con l’obiettivo di concordare le linee politiche del Governo nel processo di formazio-ne della posizione italiana, nella fase di predisposizione degli atti dell’Unione europea. Infi ne signi-fi cativo il ruolo della Rappresen-tanza permanente che diventa fi gura chiave per l’interlocu-zione Italia-Europa, grazie a un team specializzato.

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Ma le infrazioni pendenti sono scese sotto quota 80

Koen Lenaerts, il presidente della Corte di giustizia dell’Unione europea

D f M l f d

Fonte: Corte di giustizia dell’Unione europea. Relazione annuale 2015. Attività giudiziaria

63 anni di ricorsi: Italia maglia nera

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VI Lunedì 27 Febbraio 2017 A F FA R I L E G A L IUna rassegna delle decisioni assunte dalla Cassazione e dal Tar in materia di compensi

Avvocato vs cliente con le proveIl legale deve giustifi care l’entità della parcella richiesta

DI MARIA DOMANICO

L’ombra lunga della crisi mai come in questi anni si sta fa-cendo sentire anche

nella professione legale e sem-pre più sono le cause che vedo-no gli avvocati chiamare i loro assistiti per farsi riconoscere dal giudice quanto gli è dovuto per l’opera professionale pre-stata. Una serie di recenti sen-tenze della Cassazione offrono una panoramica abbastanza organica che certamente può offrire un valido strumento al professionista nel suo quotidia-no lavoro. I giudici della Cassa-zione civile, sez. II, 24/1/2017, n. 1801, hanno ribadito come in tema di spese processuali, agli effetti del dm 20/7/2012, n. 140, art. 41, i nuovi parametri, cui devono essere commisurati i compensi dei professionisti, sono da applicare ogni qual volta la liquidazione giudiziale intervenga in un momento suc-cessivo alla data di entrata in vigore del predetto decreto e si riferisca al compenso spettan-te ad un avvocato che, a quella data, non abbia ancora com-pletato la propria prestazione professionale.

Prova sull’avvocato. Il discorso prende le mosse dalla somma che l’avvocato asseri-sce di dover ricevere dal suo assistito. Sul punto la Corte di cassazione (sez. II civile, sent. n. 26065 del 16/12/2016) ha affer-mato che per quanto riguarda il compenso per prestazioni professionali, l’avvocato che agisca per ottenere soddisfaci-mento di crediti inerenti all’at-tività asseritamente prestata a favore del cliente, avrà l’onere di dimostrare l’an del credito vantato e l’entità delle presta-zioni eseguite: e ciò anche per consentire la determinazione quantitativa del compenso. Ed inoltre non avrà rilevanza probatoria la parcella predispo-sta dall’avvocato nell’ordinario giudizio di cognizione, né avrà rilevanza vincolante il parere espresso dal Consiglio dell’Or-dine di appartenenza. In parti-colare, in materia di liquidazio-ne degli onorari degli avvocati, prima della abrogazione delle tariffe professionali ad opera del dl 24/1/2012, n. 1, il parere del Consiglio dell’Ordine era volto solo ad attestare la confor-mità in astratto della parcella alla tariffa, senza vincolo per il giudice circa l’effettività della prestazione. Mentre, perciò, ai fi ni dell’emissione del decreto ingiuntivo a norma dell’art. 636 c.p.c., la prova dell’espletamen-to dell’opera e dell’entità delle prestazioni può essere utilmen-te fornita con la produzione del-la parcella e del relativo parere della competente associazione professionale, tale documenta-zione non è più suffi ciente nel giudizio di opposizione, il quale si svolge secondo le regole ordi-

narie della cognizione e impone, quindi, al professionista, nella sua qualità di attore, di fornire gli elementi dimostrativi della pretesa, con la conseguenza che il giudice di merito non può as-sumere come base di calcolo per la determinazione del compen-so le esposizioni di detta parcel-la contestate dal debitore.

Il valore della causa. I giu-dici di piazza Cavour hanno, altresì evidenziato in una più

recente sentenza (sez. II civile, sentenza 25893/16 del 15/12) che al fi ne di determinare gli onorari a carico del cliente sarà opportuno fare riferimen-to all’art. 6, c. 2, della tariffa professionale approvata con il dm 127/2004, che individua il valore della causa secondo le regole di cui al codice di pro-cedura civile. Pertanto tale valore non potrà essere deter-minato tenendo conto di quan-

to poi effettivamente attribui-to alla parte danneggiata che si troverà a vincere il giudizio. Inoltre, nella stessa sentenza gli Ermellini hanno osservato che è corretto che la speciale procedura di liquidazione dei compensi per le prestazioni giudiziali degli avvocati in ma-teria civile, regolata dagli art. 28 e ss. della legge 794/42, non sia applicabile quando la con-troversia riguardi non soltan-

to la semplice determinazione della misura del corrispettivo spettante al professionista, bensì anche altri oggetti di ac-certamento e decisione, quali i presupposti stessi del diritto al compenso, tra cui l’effettiva ese-cuzione delle prestazioni.

Tar e compensi legali. E infi ne, su quale fosse l’autorità giudiziaria chiamata a decidere circa il compenso all’avvocato, è ormai pacifi co che i tribunali amministrativi regionali non hanno competenze di merito circa il compenso dell’avvoca-to, poiché tale compenso co-stituisce un diritto soggettivo. È quanto affermato dalle s.u. civili della Cassazione con sen-tenza 26907 del 23/6/2016. Il di-ritto al compenso dei difensori, nell’ambito di un procedimen-to amministrativo, ha natura di diritto soggettivo e non può essere degradato ad interesse legittimo, essendo estraneo alle competenze del Tar Il difensore di persona ammessa al patro-cinio a spese dello Stato che proponga opposizione avverso il decreto di pagamento dei compensi, contestando l’entità delle somme liquidate, agisce in forza di una propria autonoma legittimazione a tutela di un diritto soggettivo patrimonia-le, trattandosi di un giudizio autonomo - avente a oggetto la controversia relativa alla spettanza e alla liquidazione del compenso - e non conse-quenziale rispetto a quello svoltosi davanti al Tar.

Fuori la contabilità. Anche il subappaltatore ha dirit-to a ottenere dall’ente committente i documenti sullo stato d’avanzamento dei lavori: l’accesso difensivo, infatti, prevale sulle esigenze di riservatezza, anche di natura commerciale; a patto che serva al richiedente per esercitare in futuro un suo diritto: ad esempio, promuovere un’azione giudiziaria. E l’ostensione ben può riguardare documenti contabili quando è attraverso atti di natura privatistica che l’am-ministrazione persegue i suoi fi ni pubblicistici. È quanto emerge dalla sentenza 1913/16, pubblicata dalla seconda sezione della sede di Lecce del Tar Pu-glia.

Obbligo di trasparenzaIl ricorso della cooperativa è accolto perché in capo alla subappaltatrice si confi gura una situazione di in-certezza sulla contabilizzazione negli stati di avanza-mento dei lavori che sono stati svolti dalla società. Sbaglia l’amministrazione committente quando rifi uta l’accesso alle carte sul rilievo che il solo legittimato a richiedere l’ostensione sarebbe l’aggiudicatario, in quanto «unico soggetto titolare del rapporto», sul pia-no «formale e sostanziale». L’interesse a tutelare i propri interessi giudici risul-ta prioritario anche rispetto alle esigenze di segre-tezza tecnica. E all’obbligo di trasparenza risultano soggetti anche gli atti disciplinati dal diritto privato: nella funzione di tutela degli interessi pubblici curata dall’amministrazione non rientra soltanto l’attività pu-ramente autoritativa. All’ente committente non resta che pagare le spese di giudizio.

Dario Ferrara© Riproduzione riservata

Anche il subappaltatore ha accesso alla contabilità

L’operatore lombardo autorizzato per il noleggio con con-ducente dei veicoli che viene trovato ripetutamente in strada a fare concorrenza ai taxi può dormire sonni più tranquilli. Specialmente se il conseguente atto di revoca della licenza è stato sottoscritto da un dirigente incom-petente al posto del primo cittadino. Lo ha evidenziato il Tar Lombardia, sez. I, con la sentenza n. 380 del 15 febbraio 2017. Il lungo e attualissi-mo braccio di ferro tra noleggiatori e tas-sisti agguerriti trova nelle pieghe della legge regionale della Lombardia n. 6/20912 un punto a favore dei primi. Il caso è emblematico. La polizia locale meneghina è riuscita a sanzionare ripetutamente un operatore munito di licenza di noleggio con conducente che in qualche modo si è procurato clientela al di fuori dell’ubicazione della propria rimessa indicata nell’autorizzazione comunale. Contro la conseguente revoca del titolo adottata dal di-rigente comunale l’interessato ha proposto con successo ricorso al collegio evidenziando che la legge regionale n. 6/2012 individua il sindaco come soggetto competen-te ad adottare la revoca e non il funzionario comunale. Con buona pace della tradizionale ripartizione dei poteri gestionali e politici il collegio conferma questa interpre-tazione. L’atto di revoca è nullo perché la competenza a dichiarare l’avvenuta revoca della licenza del noleggiatore temerario, in Lombardia, spetta al primo cittadino e non al dirigente comunale.

Stefano Manzelli

Licenza Ncc, c’è la strada della revoca irregolare

Alcuni principi sulle parcelle

MASSIMA FONTE

l’avvocato che agisce per ottenere soddisfacimento di crediti inerenti all’attività asseritamente prestata a favore del cliente, avrà l’onere di dimostrare l’an del credito vantato e l’entità delle prestazioni eseguite

Corte di Cassazione, sez. II Civile, senten-za n. 26065 del 16 dicembre 2016

al i ne di determinare gli onorari a carico del cliente sarà opportuno fare riferimento all’art. 6, comma 2, della tariffa professionale approvata con il d.m. n. 127/2004, che individua il valore della causa secondo le regole di cui al codice di procedura civile

Corte di Cassazione, sez. II Civile, senten-za n. 25893 del 15 dicembre 2016

i TAR non hanno competenze di merito circa il compen-so dell’avvocato, poiché tale compenso costituisce un diritto soggettivo

Corte di Cassazione, sez. unite civili, sen-tenza n. 26907 del 23 dicembre 2016

in tema di spese processuali, agli effetti del D.M. 20 luglio 2012, n. 140, art. 41, i nuovi parametri, cui devono essere commisurati i compensi degli avvocati sono da applicare ogni qual volta la liquidazione giudi-ziale intervenga in un momento successivo alla data di entrata in vigore del predetto decreto

Cassazione civile, sez. II, 24/01/2017, n. 1801

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VIILunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 FebA F FA R I L E G A L ILa novità prevista nella legge di Bilancio 2017 è illustrata in una circolare dell’Istituto

Misure alternative con polizzaCondanne a lavori di pubblica utilità: copertura Inail

DI DANIELE CIRIOLI

I condannati per guida in stato d’ebbrezza a lavori di pubblica utilità vanno assicurati all’Inail. Come

pure i tossicodipendenti con-dannati per lievi reati sulle droghe e gli imputati ammessi alla prova in un processo pe-nale. La novità, prevista dalla legge Bilancio del 2017, è illu-strata dall’Inail nella circolare n. 8/2017 (si veda ItaliaOggi del 18/2/2017).

La condanna alla «pub-blica utilità». La novità tocca l’ambito applicativo del lavoro di pubblica utilità, che l’art. 1, comma 86, della legge n. 232/2016 (Bilancio 2017) ha esteso a nuove ipotesi, quale misura “di riparazione in fa-vore della collettività”. Due le caratteristiche del lavoro di pubblica utilità, previste dall’art. 1, comma 1, del de-creto 26 marzo 2001 (recante norme per la determinazione delle modalità di svolgimento del lavoro di pubblica utilità):

a) il lavoro di pubblica utilità

consiste nell’attività non retri-buita a favore della collettività da svolgere presso Stato, regio-ni, province, comuni o presso enti o organizzazioni di assi-stenza sociale o di volontariato, a norma dell’art. 54, comma 6, del dlgs n. 274/2000;

b) il lavoro di pubblica utilità ha ad oggetto:

• prestazioni di lavoro a favore di organizzazioni di as-sistenza sociale o volontariato operanti, in particolare, nei confronti di tossicodipendenti, persone affette da infezione da HIV, portatori di handicap, malati, anziani, minori, ex-detenuti o extracomunitari; • prestazioni di lavoro per finalità di protezione civile, anche mediante soccorso alla popolazione in caso di calamità naturali, di tutela del patrimo-nio ambientale e culturale, ivi compresa la collaborazione a opere di prevenzione incendi, di salvaguardia del patrimo-nio boschivo e forestale o di particolari produzioni agri-cole, di recupero del demanio marittimo e di custodia di musei, gallerie o pinacoteche;

• prestazioni di lavoro in ope-re di tutela della fl ora e della fauna e di prevenzione del randagismo degli animali; • prestazioni di lavoro nella manutenzione e nel decoro di ospedali e case di cura o di beni del demanio e del patrimonio pubblico ivi compresi giardini, ville e parchi, con esclusione di immobili utilizzati dalle Forze armate o dalle Forze di polizia; • altre prestazioni di lavo-ro di pubblica utilità per-tinenti la specifica profes-sionalità del condannato.

Le nuove ipotesi. In un primo tempo, il lavoro di pub-blica utilità era limitato ai procedimenti di competenza del giudice di pace. Succes-sivamente il suo ambito ap-plicativo è stato esteso alle seguenti ipotesi:

a) sentenza di condanna per reati in materia di viola-zione del Codice della strada previsti dall’art. 186, comma 9-bis (Guida sotto l’infl uenza dell’alcool) del dlgs n. 285/1992; b) sentenza di condanna per reati in materia di violazio-

ne del Codice della strada previsti dall’art. 187 comma 8-bis (Guida in stato di alte-razione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti) del medesimo del dlgs n. 285/1992; c) sentenza di condanna per reati di violazione della legge sugli stupefacenti, ai sensi dell’art. 73, comma 5-bis (Pro-duzione, traffi co e detenzione illeciti di sostanze stupefa-centi o psicotrope) del dpr n. 309/1990;

d) ordinanza di sospensio-ne del processo penale con messa alla prova dell’impu-tato, ai sensi dell’art. 168-bis del codice penale, introdot-to dalla legge n. 67/2014.

Alle nuove ipotesi, la legge di Bilancio 2017 ha esteso la tutela assicurativa dell’Inail, con oneri a carico dello Stato entro il limite delle risorse as-segnate a uno specifi co fondo e adeguato a 7,9 milioni di euro sempre dalla legge di Bilancio 2017 (fondo già operativo per i lavori di pubblica utilità svolti da detenuti e internati, da be-nefi ciari di ammortizzatori e

da stranieri richiedenti asilo).

La polizza assicurativa Inail. L’assicurazione va at-tivata dai soggetti promotori dei progetti di pubblica utilità, vale a dire i soggetti che hanno stipulato con il ministero della giustizia o con i presidenti dei Tribunali delegati le conven-zioni per i lavori di pubblica utilità. Soggetti promotori, come detto, possono essere lo Stato, le regioni, le province, i comuni, le aziende sanitarie, gli enti o organizzazioni di assistenza sociale, sanitaria e volontariato, anche interna-zionali, che operano in Italia. Oltre all’attivazione, sui sog-getti promotori grava anche la gestione della copertura assicurativa. L’attività svolta a titolo gratuito nell’ambito del lavoro di pubblica utilità, è tutelata qualora rientri tra le attività protette (art. 1, dpr n. 1124/1965, il T.u. Inail). Il premio è di 258,00 euro an-nuali per soggetto (euro 0,86 per ogni giornata lavorativa effettivamente prestata).

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Autore – Ferruccio AulettaTitolo – I controlli nelle società pubblicheCasa editrice – Zanichelli, Bolo-gna-Torino, 2017, pagg. 368Prezzo – Euro 70Argomento – Nella oltraggiosa liturgia delle manovre economiche

un posto al sole è sempre riservato alle società pub-bliche. Strategiche, inutili, privatizza-bili, privatizzande, contendibili, mo-ribonde, risana-bili, lottizzate, di-smesse o in via di

dismissione: una litania ipocrita e mafiosetta che si trascina sull’onda di un dibattito sostanzialmente in malafede. In questo scivoloso conte-sto quel che rimane sta scritto nel Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica dello scorso 16 agosto, soprattutto nella parte ri-servata ai controlli, dove il sistema delle verifiche interne si incrocia con quello di competenza delle autorità di vigilanza. Un’area da presidiare decisamente ampia perché le azien-de pubbliche possono essere intera-mente controllate o solo partecipate, quotate o non quotate, con un salto enorme da realtà piccolissime ad altre presenti in ogni angolo della terra. Il tema si sviluppa orizzon-talmente lambendo il diritto com-merciale, il diritto penale e il diritto amministrativo e non è un caso che attorno a questo libro si siano rac-colti studiosi delle più varie discipli-ne, dai giuristi «puri» agli esperti di scienze economiche, aziendali e con-tabili per cercare di rappresentare un plausibile quadro d’insieme della disciplina. Il libro è stato coordina-

to da Ferruccio Auletta – professore ordinario all’Università di Napoli – che si è avvalso tra gli altri della collaborazione di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.

37-LB Autori – Massimo V. Benedettelli e Marco Lamandini.Titolo – Diritto societario europeo e internazionaleCasa editrice – Utet Giuridica, Torino, 2016, pagg. 832Prezzo – Euro 90Argomento – Nell’attuale stadio di evoluzione del processo di inte-grazione europea l’armonizzazione dei diritti degli Stati membri non

«vuole», né «può», tradursi in un si-stema di norme uniformi talmente auto-sufficiente e completo da rende-re del tutto irrile-vante l’esperienza giuridica dei singoli ordinamenti nazio-

nali. Al tempo stesso, il processo di armonizzazione è significativamen-te progredito nel tempo, e costituisce forse la più importante determinan-te dell’evoluzione del diritto socie-tario in Europa. Tutto ciò comporta che la disciplina del «mercato in-terno» europeo, e delle imprese che sullo stesso agiscono è, necessaria-mente, la risultante di una pluralità di fonti, sia di diritto europeo che di diritto statale, e di atti di organi sia dell’Unione che degli Stati mem-bri. In un siffatto contesto, l’opera rappresenta un nuovo e importan-te strumento per l’approfondimento del diritto societario europeo e inter-nazionale. Gli Autori offrono infatti

un quadro approfondito e completo della materia, ricco di riferimenti alle pronunce giurisprudenziali e agli spunti elaborati dalla dottrina più significativa.

37-LC Autori – Aa.vv.Titolo – Codice di procedura pe-nale. Rassegna di giurisprudenza e dottrinaCara editrice – Giuffrè editore, Milano, 2017, pagg. 542Prezzo – Euro 70Argomento – Sugli scaffali delle librerie professionali è apparso da qualche settimana un testo che rap-presenta un appuntamento fisso per i professionisti del diritto penale. Si tratta del Codice di procedura penale diretto da Giorgio Lattanzi ed Ernesto Lupo, un’opera classica della casa editrice, con alle spalle una lunga tradizione, che coniuga l’elevato spessore della trattazione con una vocazione pratica. Il secon-do volume della raccolta (che nella sua veste completa si compone di dieci tomi) è dedicato interamente agli artt. 109-186 del libro II (Atti). Occorre evidenziare sin da subito che non si tratta di un semplice ag-giornamento: gli autori hanno, infat-ti, corredato le varie disposizioni del codice con un commento completo, che muove dai contenuti dell’ultima edizione, convenientemente sinte-tizzati, e si sviluppa con una ragio-nata e guidata esposizione di tutto il copioso materiale giurisprudenziale e dottrinale sopravvenuto in questi ultimi anni, che ha significativamen-te mutato il panorama del processo penale. Come evidenziato dai cura-tori (ed è riferito all’intera raccolta) la denominazione di «Rassegna di giurisprudenza e di dottrina», con

la precedenza data alla parola giuri-sprudenza, sta a significare che l’in-tento dell’opera è prevalentemente pratico. Perciò essa è diretta a dare un’informazione puntuale sul signi-ficato normativo delle disposizioni del codice di procedura penale muo-vendo dalla giurisprudenza, della quale, quando è utile riporta anche la casistica, mettendo in evidenza i contrasti e le correlate soluzioni

offerte, con peculia-re approfondimen-to delle pronunce delle Sezioni unite; ma dà pure ampia-mente conto delle opinioni della dot-trina più autorevo-le, e fa riferimento a questa per illu-strare aspetti delle

disposizioni che non hanno formato oggetto di considerazione giurispru-denziale, accompagnandole con un commento completo e impersonale. Le massime, accuratamente selezio-nate e sistematicamente collegate tra loro, sono riportate integralmen-te e, ove opportuno, le affermazioni di principio sono state chiarite con l’indicazione della fattispecie alla quale si riferiscono e delle argomen-tazioni più significative che le sor-reggono. Il coordinamento costante delle disposizioni del codice di pro-cedura penale con le norme della legislazione complementare, lette alla luce delle più recenti riforme, assicura la completezza del quadro informativo di riferimento, permet-tendo di orientarsi facilmente nel frammentario tessuto normativo e nella sua evoluzione temporale e di individuare agevolmente la specifi-ca soluzione al caso concreto.

a cura di Francesco Romano

LETTURE DI DIRITTO

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VIII Lunedì 27 Febbraio 2017 A F FA R I L E G A L IMilano, nella quinta edizione della gara 120 ragazzi da 24 università

Mediazione, Sassari topStudenti sardi primi nel contest tra atenei

DI MARZIA PAOLUCCI

I migliori studenti in media-zione sono in Sardegna. La quinta edizione della gara italiana di mediazione tra

università, quest’anno l’ha vinta l’Università di Sassari che ha battuto Milano Bicocca in una delle 60 sfi de che han-no animato la due giorni del 16 e 17 febbraio scorsi orga-nizzata dalla Camera arbitra-le di Milano, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, in collaborazione con l’Università Statale di Mila-no. L’Università sarda che ha scelto di dedicare alla notizia l’home page del suo sito www.uniss.it, si è aggiudicata il primo posto nella sfi da nazio-nale di mediazione schieran-do in campo i suoi giocatori, Mathilde Porcu, Elisabetta Uras, Guido Brandas, Federi-ca Trentadue, Fatima Foccis, Claudio Saba e Ilaria Fiori che, guidati dai coach Claudia Caria e Corinne Isoni e della presidente Maria Antonietta Foddai, hanno conquistato la medaglia d’oro. Un bel ri-

sultato per il Cen-tro Universitario di Mediazione (C.U.M.) di Giursisprudenza dell’università sarda che ha come finalità la ricerca e la forma-zione in materia di strumenti alternativi di composizione delle controversie. Sul po-dio, anche Trento a cui è andata la medaglia d’argento e le universi-tà di Milano e Verona, per il bronzo. Hanno partecipato 120 stu-denti in rappresen-tanza di 24 università provenienti da tutta Italia, 64 tra mediatori e valutatori e 60 diverse mediazioni simulate, concentrate in cinque turni di gioco distribuiti sulla due giorni della Competizione. Le università aderenti sono state Bergamo, Camerino, Ferrara (sede di Rovigo), Firenze, Ge-nova, Milano Bicocca, Milano Bocconi, Milano Cattolica, Milano Statale, Modena- Reggio Emilia, Parma, Pavia, Piacenza Cattolica, Sassari,

Siena, Torino, Trento, Urbino, Verona, Luiss (Roma), Lum Jean Monnet, Università Tele-matica Pegaso, Università del Piemonte Orientale (Alessan-dria), Università del Salento (Lecce). La sfi da è stata quella di dimostrare il proprio punto di vista in un caso di media-zione come nel caso trattato di un confl itto tra due società con lo stesso collaboratore in tempi diversi che hanno par-tecipato alla gara d’appalto

con lo stesso progetto o un contenzioso per l’acquisto di un quadro rubato, fino a una pre-sentazione riuscita male a causa di un incidente che non ha per-messo l’arrivo dei materia-li necessari. Tra le sfide in scaletta, Milano Cat-tolica contro

Verona, Milano Statale contro Siena, Milano Bocconi contro Torino, Milano Bicocca contro Sassari, Bergamo contro Roma Luiss e Pavia contro Firenze. La gara, con 120 studenti, ha previsto che per ogni incontro di mediazione, ogni ateneo schierasse una squadra di 2 studenti dei quali uno imper-sonerà la parte coinvolta nel-la controversia e l’altro il suo avvocato. I team si sono sfi dati in una serie di procedimenti

di mediazione simulate, con lo scopo di dimostrare le capaci-tà dei propri rappresentanti a negoziare le controversie in modo cooperativo ed effi cace. Gli incontri, della durata di 85 minuti, si sono svolti con l’as-sistenza di un mediatore pro-fessionista esperto e davanti ad altri due mediatori, in ve-ste di valutatori, che hanno dovuto assegnare il ruolo del negoziatore più effi cace. Tra i premi speciali assegnati in questa edizione, anche il Pre-mio Adr Arte, per la migliore gestione del caso «Il Quadro» e il Premio Studio La Scala per la migliore gestione del caso in tema di contratti bancari. Pur-troppo l’Università di Cameri-no non ha potuto schierare la propria squadra a causa dei danni legati al terremoto, ma è stata presente attraverso l’iniziativa #ilfuturononcrolla per l’edifi cazione del collegio internazionale universitario dedicato a studenti meritevoli, nuove residenze universitarie e laboratori e spazi per la ri-cerca e la didattica.

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La squadra vincente dell’università di Sassari

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39Lunedì 27 Febbraio 2017LIMMOBILI & CONDOMINIOGrazie agli investitori esteri c’è stata inversione di tendenza nelle compravendite in Italia

Stranieri a caccia di immobiliTransazioni al record storico di 9 mld di euro nel 2016

Pagina a cura DI TANCREDI CERNE

Italia, terra di conquista. Dopo anni dominati da investitori locali, l’uscita dalla crisi fi nanziaria ha

portato con sé una ventata di rinnovamento sul fronte del mercato immobiliare della Penisola. La forte liquidità presente nel sistema interna-zionale, assieme agli alti ren-dimenti offerti dal real estate tricolore, si sono tradotti in una colonizzazione del mat-tone italiano, con operatori stranieri che si sono messi in fi la per accaparrarsi i trophy asset dello Stivale.

I primi a rompere gli in-dugi sono stati gli americani di Hines che hanno aperto il ballo del mattone attraver-so un’operazione destinata a stravolgere lo skyline di Milano. Il colosso a stelle e strisce, in partnership con la famiglia Catella, ha sviluppa-to il nuovo polo direzionale e residenziale di Porta Nuova, passato poi di mano tra il 2013 e il 2015 con un assegno di 1,5 miliardi di euro staccato dalla Qatar Investment Authority. Al di là di questa operazione straordinaria, l’andamento delle transazioni straniere in Italia ha fatto registrare un crescendo dal 2013 in avanti arrivando a catalizzare qual-cosa come l’80% dei volumi e contribuendo a rilanciare l’asfi ttico mercato delle com-

pravendite dello Stivale. «Tra il 2008 e il 2012 le tran-

sazioni immobiliari in Italia hanno segnato un vero e pro-prio tracollo arrivando a tocca-re un minimo storico quattro anni fa a 1,7 miliardi di euro, meno di un terzo rispetto alla media degli ultimi dieci anni», ha spiegato Simone Rober-ti, responsabile dell’ufficio studi di Bnp Paribas Real Estate. «Da quel momento in avanti, abbiamo assistito a un’inversione di tendenza davvero inaspettata, con gli investitori stranieri che sono tornati a puntare grosse fi ches sul mercato italiano spingen-do le transazioni a un record storico di 9 miliardi di euro nel 2016». Fondi di investimento, fondi pensione, investitori isti-tuzionali, autorità nazionali, tutti quanti a caccia di affari su e giù per lo Stivale. Sen-za discriminazioni: Milano, Roma, città di provincia, uffi ci, hotel, piattaforme logistiche, l’appetito degli stranieri ha scatenato una corsa all’acqui-sto senza precedenti. Gli ame-ricani di Morgan Stanley, per esempio, hanno sborsato 380 milioni di euro per accapar-rarsi dal Gruppo Auchan 200 mila metri quadrati di centri commerciali; Cbre Global In-vestors, con capitali tedeschi, ha messo mano al portafogli sborsando 230 milioni di euro per cinque immobili com-merciali del Fondo Boccaccio situati nel quadrilatero della

moda di Milano e nel centro di Firenze; mentre i cinesi di Fosun hanno messo sul piatto 345 milioni di euro per portar-si a casa uno dei gioielli del centro storico di Milano, pa-lazzo Broggi in piazza Cor-dusio. A questa partita non potevano mancare gli inglesi. Orion Capital managers ha rilevato dal Gruppo Uni-comm tre cen-tri commercia-li tra Vicenza, Gorizia e Fiu-me per 197 mi-lioni di euro, mentre Savills IM ha acqui-stato un porta-foglio di 9 immobili a uso uffi ci da Investire Immobiliare per 186 milioni di euro. Gli inve-stitori stranieri, tuttavia, non si sono limitati ad accaparrar-si uffi ci e centri commerciali ma hanno messo nel proprio mirino una serie di strutture alberghiere di grande presti-gio dislocate nelle principali città dello Stivale. Primo fra tutti, il Westin Excelsior di Roma acquistato dalla Qa-tar Investment Authority nel 2015 con un esborso di 222 milioni di euro. La bandiera del Qatar è fi nita anche sul pennone degli hotel St. Regis e Westin Excelsior di Firenze rilevati l’anno scorso da Nozul Hotels & Resorts per 190 mi-lioni di euro, mentre la Brunei

Investment Agency ha versa-to 105 milioni a Starwood per l’Hotel Eden di Roma. «L’Italia continua a rappresentare un investimento redditizio per i capitali stranieri. Basti pen-sare che i rendimenti medi annui a Milano e Roma si ag-girano intorno al 3,75% men-

tre a Parigi si riesce a spuntare quasi un punto per-centuale in meno», ha continuato R o b e r t i . Q u e s t o elemento, tuttavia, ha deter-

minato la discesa in massa di investitori opportunistici, decisi per lo più a sfruttare i benefi ci del mattone italiano in un’ottica di breve-medio termine. «La maggior par-te degli investitori stranieri acquista interi immobili con l’intento di ristrutturare, cre-are un prodotto di alto livello e uscire in cinque anni portan-dosi a casa plusvalenze. Tutto questo, magari dopo aver tro-vato un conduttore di qualità, capace di garantire un fl usso di cassa costante e sicuro ai nuovi proprietari». Meglio se privati. Il grande flop delle privatizzazioni del patrimonio immobiliare pubblico sembre-rebbe infatti legato alla scar-sa affi dabilità dello Stato nei

confronti dei privati. E questo, a seguito dell’introduzione del decreto legge 66/2014 che ha modificato l’art. 3 del dl 95/2012 imponendo il taglio automatico del 15% dei cano-ni di locazione passiva su tutti gli immobili adibiti a uso isti-tuzionale.

Le prospettive per quest’anno. Il rally del mer-cato immobiliare registrato dal 2013 in avanti sembra destinato a non conoscere sosta. Da una parte, infatti, il voto sulla Brexit potrebbe sostenere un nuovo fl usso di capitali stranieri diretti verso il mattone italiano; dall’altra, numerosi investitori «core» (come assicurazioni e fondi pensione) hanno iniziato a guardare all’Italia come por-to sicuro dove mettere a frutto i propri capitali in un’ottica di fl ussi di cassa piuttosto che di rivalutazione dell’operazione immobiliare. «Questa corsa al mattone italiano si è tradotta in una vera e propria competi-zione da parte degli investitori per accaparrarsi gli immobili migliori che ha portato a un aumento del valore medio de-gli immobili», ha concluso il re-sponsabile dell’uffi cio studi di Bnp Paribas Re. Basti pensare che nel 2015 Atlantica ha com-prato il complesso direzionale U27 ad Assago per 75 milioni di euro e lo ha rivenduto un anno dopo a Ubs Re per 85 milioni.

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Chi ha comprato cosa in Italia dal 2013

Indirizzo Città Tipologia di immobile

m2 Prezzo(€ mln)

Venditore Acquirente Nazionalità acquirente

Porta Nuova-Varesine Milano Misto 250.000 900 Hines ItaliaQatar Investment

AuthorityQatar

Porta Nuova-Varesine Milano Misto 250.000 600 Hines ItaliaQatar Investment

AuthorityQatar

Auchan Portfolio VarieCentro

commerciale200.000 381 GCI Gruppo Auchan

Morgan Stanley Real Estate Funds

(MSREF)Usa

CityLife - Torre Isozaki Milano Ufi ci 367 CityLife Allianz Germania

Palazzo Broggi Milano Ufi ci 34.984 345IDeA FIMIT Sgr

/ Fondo Omicron PlusFosun Cina

Vicolungo Oulet (No) e Castel Guelfo Outlet (Bo)

Varie Outlet 58.700 300NEINVER / IRUS European Retail Property Fund

JV Neinver and TIIA CREF

International JV

Fondo Olinda Varie Negozi 286Prelios Sgr / Olinda

Fondo Shops

AXA REIM - Apollo European Principal

Finance Fund IIFrancia

MacArthurGlen Retail Portfolio

Varie Outlet 45.100 284McArthurGlen Italian

DevelopmentSimon Property

GroupUsa

Via Monte Rosa 91/ Viale Sarca 222

Milano Ufi ci 114.772 233

Torre Sgr / Fondo UniCredito

Immobiliare Uno - Comparto MPO

Partners Group Svizzera

Fondo Boccaccio Varie Negozi 230Optimum Asset Management

CBRE Global Investors

Germania

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L’andamento delle transazioni straniere in Italia ha fatto registra-

re un crescendo dal 2013 in avanti arri-vando a catalizzare

qualcosa come l’80% dei volumi

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40 Lunedì 27 Febbraio 2017 A M B I E N T EIl ministero dell’ambiente detta i criteri per gestire le biomasse fuori dal regime dei rii uti

Sottoprodotti, istruzioni all’usoAlbo e documentazione ad hoc per le imprese interessate

Pagina a curaDI VINCENZO DRAGANI

Iscrizione in appositi elenchi delle Camere di commercio, tracciamen-to fi no all’utilizzo fi nale

dei residui prodotti e tenuta di apposita documentazione che dimostri il rispetto delle prescrizioni del Codice am-bientale sui sottoprodotti. Queste, in estrema sintesi, le regole che, in base al nuo-vo dm ambiente 13 ottobre 2016 n. 264 (G.U. 15 febbraio 2017, n. 38), permetteranno alle imprese di dimostrare con maggiore agilità davan-ti alle competenti Istituzioni la legittima gestione in de-roga al regime dei rifi uti dei residui vegetali e animali destinati alla produzione di energia.

La portata delle nuove regole. Il nuovo regolamen-to in vigore dal 2/3/2017 va inquadrato nelle gerarchi-camente superiori norme ex articolo 184-bis, comma 1, del Codice ambientale (dlgs 152/2006) in base alle quali non costituiscono rifi uti ma «sottoprodotti» le sostanze e gli oggetti che rispettano quattro precise condizioni, ossia: (lettera a) sono origi-nate da processi di produzio-ne di cui costituiscono parte integrante ma il cui scopo primario non è la loro ge-nerazione; (lette-ra b) deve essere certo che saranno utilizzati nello stesso o in suc-cessivo processo di produzione o di utilizzazione da parte del pro-duttore o di terzi: (lettera c) possono essere utilizzati direttamente sen-za alcun ulteriore trattamento di-verso dalla «nor-male pratica industriale»; (lettera d) l’ulteriore utiliz-zo è legale, ossia le sostan-ze e gli oggetti soddisfano i relativi requisiti di prodotto e non sono dannosi per am-biente e salute. Dopo aver così disposto, il medesimo articolo 184-bis, comma 2, del dlgs 152/2006 legittima il Minambiente ad adotta-re con decreto «misure per stabilire criteri qualitativi o quantitativi da soddisfare affi nché specifi che tipologie di sostanze o oggetti siano considerati sottoprodotti e non rifiuti». È in tale con-testo che arriva il nuovo dm 264/2016, testualmente titolato quale «regolamen-to recante criteri indicativi per agevolare la dimostra-zione della sussistenza dei requisiti per la qualifi ca dei residui di produzione come

sottoprodotti e non come rifi uti». Il neo provvedimen-to detta nell’articolato le disposizioni che declinano le citate quattro condizioni ex dlgs 152/2006 e nell’alle-gato dei criteri relativi alla particolare categoria di re-sidui coincidenti con alcune biomasse. Ed è proprio in relazione a queste sole ulti-me «specifi che tipologie» di

residui, stante il limite po-sto dal menzionato articolo 184-bis dlgs 152/2006 alla potestà del Dicastero, che appare essere circoscritta la portata del nuovo decre-to ministeriale (nonostante, dunque, il tenore generale del suo titolo). Sebbene lo stesso dm 264/2016 precisi avere il rispetto dei criteri da esso recati mero valore indicativo al fine di dimo-strare il rispetto delle con-dizioni ex dlgs 152/2006 appare tuttavia plausibile ritenere che sul piano con-creto il loro ossequio potrà avere davanti agli Organi di controllo maggiore evidenza rispetto all’osservanza di al-tre e diverse modalità pro-batorie cui gli operatori sono comunque ex lege ammessi.

Le biomasse. L’ambito ap-

plicativo dei «criteri indicati-vi» recati dal dm 264/2016 ri-guarda le biomasse residuali individuate dal suo allegato 1 per provenienza, tratta-menti ammessi e utilizzi consentiti. Il novero coincide sostanzialmente con i residui di origine animale e vegetale ivi elencati in corrisponden-za della relativa normativa Ue di settore, oggetto delle attività di normale pratica industriale consentite (come lavaggio, essiccatura, insuf-fl azione di aria, raffi nazione, triturazione, omogeneizza-zione, fermentazione natu-rale, centrifugazione, disi-dratazione, sedimentazione e chiarifi cazione), il tutto in funzione degli utilizzi am-messi (produzione di energia tramite impiego in impian-ti di produzione di biogas o combustione diretta).

Le regole gestionali. Gli operatori che vorranno av-vantaggiarsi della «presun-zione» di legalità garantita dal dm 264/2016 dovran-no rispettare una serie di prescrizioni che coincidono sostanzialmente con: l’ac-cennata iscrizione (senza oneri economici) negli appo-siti elenchi pubblici istituiti presso le Camere di commer-cio territorialmente compe-tenti; l’istituzione di un si-stema di gestione dei residui che ne garantisca e dimostri, dalla produzione all’utilizzo, la compatibilità con le cita-te quattro condizioni ex dlgs 152/2006; il rispetto di deter-minate regole di deposito e trasporto; la conservazione della contrattualistica sotte-sa alle attività di gestione; la tenuta di una documentazio-ne ad hoc consistente in una scheda tecnica (identifi cativa

di produttore, sottoprodotti e fi liera di utilizzo) e in una dichiarazione di conformità (certificante le qualità del sottoprodotto in caso di ces-sione a terzi).

L’origine dei sottopro-dotti. In relazione alla pri-ma delle sopra esposte condi-zioni ex dlgs 152/2006, il dm 264/2016 reca disposizioni sia generali che particolari. Sotto il primo profi lo viene precisato che dal regime di favore riservato ai sottopro-dotti sono esclusi i residui derivanti da attività di «con-

sumo». I criteri di carattere particolare sono invece da rintracciarsi nell’allegato 1 del regolamento, laddove si indicano le origini ammis-sibili per le specifi che cate-gorie di residui vegetali e animali.

La certezza dell’utiliz-zo. Tale prova potrà per il minambiente essere data: in caso di utilizzo nel medesimo ciclo di produzione, tramite la dimostrazione (anche do-cumentale) dell’esistenza del

citato sistema di gestione controllata dei residui (dalla loro produzione al loro effet-tivo riutilizzo passando per le operazioni intermedie di deposito e trasporto); in caso di utilizzo in cicli diversi da quello di produzione, tramite la dimostrazione della pre-ventiva individuazione di attività o dell’impianto di destinazione, sulla base di validi contratti (che eviden-zino oggetto della fornitura, durata del rapporto, moda-lità di consegna, vantaggio economico per produttore) o, in loro mancanza, delle sche-de tecniche di dichiarazione e conformità allegate al dm (da tenersi secondo le moda-lità dei registri Iva o comun-que numerate e vidimate presso le Camere di com-mercio). Deposito e traspor-to, in particolare, dovranno essere condotti nel rispetto delle norme tecniche di set-tore (e comunque assicuran-do standard minimi di tutela della salute e dell’ambiente), avvenire in tempistiche con-grue risultanti dalla citata «dichiarazione» allegata al dm. In caso di utilizzo in di-verso ciclo, la responsabilità del produttore o del cessio-nario termineranno con la consegna del sottoprodotto a terzi.

L’utilizzo diretto e la normale pratica indu-striale. In base al dlgs 152/2006 gli unici trattamen-ti compatibili con lo status di sottoprodotto sono quelli coincidenti con la «normale pratica industriale», che il

dm 264/2016 decli-na per la specifi ca categoria di resi-dui, con un occhio di favore per i resi-dui che restano nel ciclo che li ha gene-rati. Infatti, solo se effettuate nel ciclo di produzione del residuo saranno considerate «Npi» anche le attività e le operazioni fi na-lizzate a dare agli stessi residui i re-quisiti di compati-bilità ambientale e di salute.

Standard di prodotto ed eco-qualità. La prova di tali condizioni dovrà es-sere fornita dal produttore mediante la predisposizione, la conservazione e l’aggior-namento dell’apposita e ci-tata scheda tecnica allegata al dm; scheda che in caso di cessione dei residui per uti-lizzo in altro ciclo produttivo, dovrà essere altresì integra-ta dalla dichiarazione di con-formità indicata dallo stesso allegato.

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striale»; residui, stante il limite po-

ilfltzrdefmttc

o

L’ambito applicativo dei «cri-teri indicativi» riguarda le bio-masse residuali, ossia i residui di origine animale e vegetale elencati in corrispondenza

della relativa normativa Ue di settore, oggetto delle attività

di normale pratica industriale consentite, il tutto in funzione

di produzione di energia

Le regole di gestione

Quali regole

1) Condizioni per gestire sostanze e oggetti in deroga a regime rii uti:

previste dall’articolo 184-bis, comma 1, lettere a), b), c) • e d), dlgs 152/2006;

2) Criteri indicativi che agevolano la dimostrazione del ri-spetto delle suddette condizioni per le biomasse:

recati dal Dm Ambiente 264/2016•

Per quali residui

3) Le «biomasse residuali» ex allegato 1 al Dm Ambiente 264/2016, quali, in linea generale:

i residui di origine animale e vegetale previsti da norma-• tiva Ueoggetto dei soli trattamenti «Npi» ivi specii cati• utilizzati per produzione di energia mediante determinate • attività

Secondo quali proceduregestionali

4) Costituiscono oneri degli operatori:iscrizione in appositi elenchi presso Camere di commercio• sistema di gestione che garantisca il rispetto delle con-• dizioni ex dlgs 152/2006rispetto di regole di deposito e trasporto• tenuta di documentazione ad hoc•

sumo I criteri di carattere

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Standa

Gli operatori che vorranno avvantaggiarsi della «presun-zione» di legalità garantita dal dm 264/2016 dovranno rispettare una serie di pre-scrizioni tra cui: l’iscrizione negli appositi elenchi pubbli-ci istituiti presso le Cciaa; il

rispetto di determinate regole di deposito e trasporto; la tenuta di una documenta-zione ad hoc consistente in una scheda tecnica e in una dichiarazione di conformità

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27 Febbraio 2017

Detrazione fi scale del 19% a valere sui canoni di lea-sing fi no a 8 mila euro annui e sul prezzo di riscatto fi no 20 mila euro. Sono questi gli incentivi concessi ai giova-ni sotto i 35 anni e con reddito annuo non superiore a 55 mila euro, che intendono approfi ttare dei vantaggi eco-nomici e fi scali offerti dal leasing immobiliare abitativo. Minori, ma pur sempre interessanti, sono gli incentivi a favore dei soggetti con età uguale o superiore a 35 anni, ai quali spetta la detraibilità pari al 19% dei canoni di le-asing (fi no a un importo massimo di 4 mila euro annui) e la detraibilità pari al 19% del prezzo del riscatto (fi no a un importo massimo di 10 mila euro).

La disciplina del leasing immobiliare abitativo (in-trodotta dalla legge di stabilità 2016) prevede diversi incentivi sull’acquisto o la costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale. In particolare, le age-volazioni Irpef sono a favore di tutti coloro che stipulano, fi no al 31 dicembre 2020, contratti di leasing aventi per oggetto immobili, anche da costruire, da adibire ad abi-tazione principale entro un anno dalla consegna.

Il leasing abitativo è un contratto a metà tra l’affi tto e la compravendita, mediante il quale un soggetto (conce-dente) offre in locazione a un altro soggetto (utilizzatore) un’abitazione acquistata o fatta costruire proprio su in-dicazione di quest’ultimo. Si avvicina molto alla forma contrattuale del «rent to buy», che prevede la concessio-ne di un immobile in affi tto, con la successiva possibilità di acquisto, anche se il leasing abitativo offre all’utilizza-tore, fra l’altro, la possibilità di sospendere i pagamenti in caso di oggettive diffi coltà economiche, senza perde-re l’immobile.

Per la corretta applicazione delle agevolazioni fi scali previste a favore degli utilizzatori del leasing immobi-

liare abitativo, è intervenuta l’Agenzia delle entrate con alcune circolari esplicative (prima casa, registrazione del contratto, verifi ca dei requisiti quali età, redditi ecc.).

La locazione fi nanziaria.In generale, con un’operazione di locazione fi nanziaria

(leasing), a fronte della stipula del contratto: - il bene è acquistato, o fatto costruire, dalla società di

leasing (concedente) su scelta e indicazione del clien-te (utilizzatore);

- la società di leasing mette a disposizione dell’uti-lizzatore il bene acquistato o fatto costruire per un determinato periodo di tempo e l’utilizzatore si im-pegna a pagare periodicamente dei canoni;

- l’utilizzatore ha la facoltà di acquistare il bene (ri-scatto), a un prezzo predeterminato alla scadenza del contratto. Il cliente, anche se non proprietario, assume tutti i rischi e benefi ci legati all’utilizzo del bene (per questo motivo, di norma, nel contratto di leasing, è previsto l’obbligo a carico dell’utilizzatore di stipulare apposita polizza assicurativa per i dan-ni subiti dall’immobile o causati a terzi).

Da un punto di vista sostanziale, il leasing immobiliare consiste in un’operazione di fi nanziamento che consente all’utilizzatore di ottenere l’utilizzo di un immobile e di acquistarne, al termine della durata prevista, la proprie-tà, grazie alla provvista messa a sua disposizione da un soggetto abilitato al credito (il concedente) dietro il paga-mento di canoni periodici e del prezzo di riscatto.

Come il mutuo, anche il leasing è un contratto di du-rata che si svolge in un determinato arco di tempo; il canone periodico che deve pagare l’utilizzatore va calco-lato secondo criteri fi nanziari e quindi tenendo conto non

Il leasing immobiliare

abitativoa cura di BRUNO PAGAMICI

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2

IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

soltanto del costo del bene, ma anche del prezzo pattuito per il riscatto e della durata del contratto

Il leasing immobiliare si differenzia: - dal mutuo: con il mutuo viene messa a disposizione

del richiedente una somma di denaro per l’acquisto dell’immobile; il mutuo viene garantito mediante ipo-teca da iscrivere sull’immobile così acquistato; con il leasing immobiliare, invece, viene messo a disposizio-ne del richiedente l’immobile, che l’utilizzatore potrà acquistare se intenderà avvalersi della facoltà di ri-scatto;

- dalla vendita con riserva di proprietà: con questa forma di vendita la proprietà del bene passa all’ac-quirente al pagamento dell’ultima rata del prezzo; nel leasing immobiliare, invece, non passa auto-maticamente col pagamento dell’ultimo canone; il passaggio avviene solo se l’utilizzatore intende av-valersi della sua facoltà di acquisto e se viene pagato il prezzo di riscatto (deve essere stipulato un vero e proprio contratto fi nale di compravendita con il quale il concedente trasferisce la proprietà del bene all’uti-lizzatore);

- dalla locazione: sia con la locazione che con il leasing immobiliare il conduttore e l’utilizzatore ottengono la disponibilità materiale del bene per un dato tempo e a fronte del pagamento di un canone periodico. Con la locazione, peraltro, la proprietà del bene rimane sempre in capo al locatore (che non intende privar-sene) non essendo prevista la facoltà di riscatto del leasing;

- dal rent to buy: il leasing è un contratto di fi nanzia-mento; nel rent to buy, invece, il bene viene concesso in godimento al conduttore dal proprietario dello stesso.

Elemento caratterizzante del leasing immobiliare è il riscatto, cioè la possibilità data all’utilizzatore, al-la fi ne del contratto, di acquistare il bene a un prezzo prestabilito.

La struttura fi nanziaria più diffusa di una operazio-ne di leasing prevede: - un primo pagamento al momento della stipula del

contratto (maxi-canone una tantum, in genere di im-porto superiore rispetto agli altri canoni periodici);

- il pagamento di un certo numero di canoni periodici (tipicamente a scadenza mensile);

- il prezzo predeterminato che l’utilizzatore dovrà pa-gare per l’eventuale acquisto del bene alla scadenza

del contratto (opzione di riscatto).Il concedente.Le operazioni di locazione fi nanziaria possono essere

realizzate, in qualità di concedente, solo ed esclusiva-mente da una banca o da un intermediario fi nanziario iscritto nell’albo di cui all’art. 106 del Testo unico ban-cario.

Le reti di vendita di una società di leasing presso cui il potenziale cliente si può rivolgere per stipulare un con-tratto di leasing sono sostanzialmente le reti di vendita dirette, i gruppi bancari e le reti indirette. (tabella)

Elementi costitutivi del contratto.Gli elementi caratterizzanti un contratto di leasing

sono i seguenti:• costo del bene fi nanziato;• durata del contratto;• periodicità dei canoni: è mensile nella gran parte

dei casi, ma è comunque possibile prevedere una periodicità diversa (per es. bimestrale, trimestrale, semestrale) o forme di periodicità disegnate in mo-do coerente a seconda del tipo di cliente;

• tasso leasing;• canone leasing:- può essere comprensivo o meno di servizi accessori;- può essere o meno indicizzato;• anticipo versato al momento della stipula insieme

alle spese di istruttoria, sotto forma di maxicanone (è un canone a tutti gli effetti calcolato in % sul costo originario del bene ed è concordato anche secondo le esigenze dell’utilizzatore);

• valore di riscatto del bene: è calcolato in % sul costo originario del bene;

• spese assicurative ed eventuali altri oneri accessori previsti in contratto.

Il leasing immobiliare abitativo.La legge di stabilità 2016 ha disciplinato una fi gura

particolare di leasing nell’ambito della più ampia cate-goria dei contratti di leasing immobiliare: si tratta del leasing immobiliare abitativo, ossia del «contratto di locazione fi nanziaria di immobile da adibire ad abita-zione principale.»

Soggetti. - Concedente esclusivamente una banca o un

intermediario fi nanziario, autorizzato e vigilato dalla Banca d’Italia, iscritto all’albo di cui all’articolo 106 del

I canali commerciali per l’offerta del leasing

Reti di vendita «diretta»

Distribuzione attraverso fi liali della società di leasing ovvero propri dipendenti che si recano presso la potenziale clientela

Gruppo bancario

Distribuzione attraverso società appartenenti allo stesso gruppo bancario della società di leasing mediante: - canale bancario tradizionale (es. sportello)- rete indiretta che fa capo al gruppo (promotori, agenti)

Reti indirette

Distribuzione attraverso il ricorso a soggetti terzi rispetto alla società di leasing e al gruppo bancario di appartenenza: - agente in attività fi nanziaria - mediatore creditizio- banche convenzionate

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3

IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia e quindi un operatore professionale abilitato all’esercizio dell’attività di leasing.

- Utilizzatore deve essere una persona fi sica che destini l’immobile da acquistare o da costruire a propria abitazione principale.

Oggetto. Oggetto del leasing immobiliare abitativo può esse-

re:- un fabbricato a uso abitativo già completato e di-

chiarato agibile;- un terreno sul quale costruire il fabbricato a uso abi-

tativo oggetto del contratto di leasing;- un fabbricato a uso abitativo in corso di costruzio-

ne e da completare ovvero un fabbricato abitativo da ristrutturare.

Chi è il pro-p r i e t a r i o dell’immobi-le nel leasing abitativo?

Nel contratto di leasing finan-ziario «prima casa», la società di leasing è proprietaria dell’im-mobile fino a che l’utilizzatore non eserciti l’opzione finale di acquisto (riscatto). Una volta esercitata l’opzione, si perfezio-na il trasferimento del diritto di proprietà dalla società di leasing al soggetto utilizzatore

Nel contratto dovrà essere esplicitata l’intenzione dell’utilizzatore di adibire ad abitazione principale l’im-mobile messogli a disposizione dal concedente.

Per quanto concerne la nozione di abitazione prin-cipale si deve fare riferimento alla medesima nozione utilizzata nel testo unico delle imposte sui redditi, in con-siderazione anche delle agevolazioni fi scali (detrazioni Irpef) collegate a questa forma di leasing immobiliare; pertanto per abitazione principale deve intendersi «quel-la nella quale la persona fi sica che la possiede… o i suoi familiari dimorano abitualmente.».

Responsabilità per perimento. L’utilizzatore, benché non proprietario né titolare di al-

cun diritto reale sull’immobile, assume tutti i rischi dal momento della consegna del bene, compresi i rischi di perimento. Di norma viene posto a carico dell’utilizzato-re l’onere di stipulare apposita polizza di assicurazione per i danni subiti dall’immobile o causati a terzi, con vin-colo a favore del concedente.

Facoltà di acquisto (riscatto). La legge prevede che «alla scadenza del contratto l’uti-

lizzatore ha la facoltà di acquistare la proprietà del bene a un prezzo prestabilito». L’utilizzatore in quanto titola-re di una facoltà è libero di decidere se procedere o meno all’acquisto alla scadenza del termine convenuto.

La sospensione del pagamento.L’utilizzatore può richiedere la sospensione del contrat-

to di leasing immobiliare abitativo nel caso in cui, dopo la stipula del contratto di leasing, si verifi chi:

• la cessazione del rapporto di lavoro subordina-to (a eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vec-chiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustifi cato motivo soggettivo, di dimissioni del lavorato-re non per giusta causa);

• la cessazione dei rapporti di lavoro per contro-versie inerenti contratti di agenzia, di rappresentanza commerciale o di altri rapporti di collaborazione, anche se non a carattere subordinato, a eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di recesso datoriale per giusta causa, di recesso del lavoratore non per giusta causa.

La sospensione potrà essere chiesta: - solo una volta; - per un periodo massimo non superiore a 12

mesi nel corso dell’esecuzione del contratto medesimo.Ad esempio, se si chiede una sospensione di soli 6 me-

si l’utilizzatore non ne può chiedere un’altra per altri 6 mesi. In caso di sospensione la durata del contratto è prorogata per un periodo uguale alla durata della so-spensione.

Quando è possibile sospendere i pagamentia) nel caso di cessazione del rapporto di lavoro su-bordinato, a eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissio-ni del lavoratore non per giusta causa;b) nel caso di cessazione dei rapporti di lavoro di cui all'art. 409, numero 3), del codice di procedura civile (rapporti di agenzia, di rappresentanza commerciale rapporti di collaborazione coordinata e continuativa) , a eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di recesso dato-riale per giusta causa, di recesso del lavoratore non per giusta causa

Durante il periodo di sospensione non matureranno interessi sul debito residuo alla data di sospensione e l’op-zione finale di acquisto (riscatto) verrà di conseguenza posticipata. Di fatto, è come se il piano di ammortamento finanziario originario slittasse in avanti, per il periodo pa-ri alla sospensione accordata, senza alterare la sequenza e l’importo delle quote capitali e interessi fissate contrat-tualmente. Il pagamento dei canoni riprenderà secondo gli importi e con la periodicità originariamente previsti dal contratto, salvo diverso patto eventualmente interve-nuto fra le parti per la rinegoziazione delle condizioni del contratto medesimo. La sospensione non comporta l’ap-plicazione di alcuna commissione o spesa di istruttoria e avviene senza richiesta di garanzie aggiuntive.

Per chiedere la sospensione sarà necessario presenta-re apposita richiesta scritta al concedente che, valutato il caso, ne darà formale accettazione al ricorrere dei presup-posti di legge.

Gli effetti della sospensione- La sospensione del contratto proroga la durata del

contratto, di un periodo uguale alla durata della so-spensione, salvo eventuale accordo tra le parti per la rinegoziazione delle condizioni contrattuali;

- nel corso della sospensione non matureranno inte-ressi sul debito residuo alla data della sospensione;

- al termine della sospensione il pagamento dei ca-noni riprenderà secondo gli importi e con la periodicità prevista nel contratto;

- la sospensione non comporta l’applicazione di alcu-na commissione o spesa di istruttoria e avviene senza richiesta di garanzie aggiuntive

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4

IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

Risoluzione del contratto per inadempimento.Con la stipula del leasing immobiliare abitativo sorge

a carico dell’utilizzatore l’obbligo al pagamento dei cano-ni periodici indicati nel contratto.

Nel caso in cui l’utilizzatore non pagasse i canoni il concedente risolverà il contratto per inadempimento dell’utilizzatore, secondo quanto previsto nel contrat-to di leasing.

È quindi opportuno che le ipotesi di risoluzione per inadempimento siano espressamente disciplinate nel contratto.

A seguito della risoluzione la società di leasing ha di-ritto alla restituzione del bene.

È consentito alla società di leasing, per il rilascio dell’immobile, di agire con il procedimento per convali-da di sfratto, ossia con lo stesso procedimento «speciale» previsto dalla legge per le locazioni ordinarie per il caso di morosità dell’inquilino; giudice competente è sempre il tribunale del luogo in cui si trova il bene oggetto del-lo sfratto.

Una volta risolto il contratto (e venuta, conseguen-temente, meno anche la facoltà di acquisto finale dell’utilizzatore) il concedente, che ha mantenuto la pro-prietà dell’immobile, deve procedere alla vendita dello stesso o alla sua ricollocazione (per esempio la conces-sione dello stesso a terzi mediante nuovo contratto di leasing o di locazione ordinaria).

Cosa succede se il contrat-to di leasing è risolto per-ché il cliente non paga più i canoni di leasing?

A seguito della risoluzione il concedente ha diritto alla resti-tuzione del bene. Al tal fi ne può avvalersi del procedimento per convalida di sfratto previsto per le locazioni ordinarie. Ottenu-to il bene il concedente dovrà procedere alla vendita o alla ri-collocazione del bene a valori di mercato, attenendosi a criteri di trasparenza e pubblicità (in sostanza ricorrendo alle «pro-cedure competitive»), pagando così all’utilizzatore quanto ri-cavato dalla vendita o da altra collocazione del bene, al netto di quanto spettante alla socie-tà di leasing concedente pari a: - la somma dei canoni scaduti e non pagati fi no alla data della risoluzione;

- i canoni a scadere attua-lizzati;

- il prezzo pattuito per l’eser-cizio dell’opzione finale di acquisto;

- spese condominiali eventual-mente sostenute, assicurazioni, costi tecnico/legali, altro

La legge di Stabilità 2016 prevede che nell’attività di vendita e ricollocazione del bene il concedente deve at-tenersi a criteri di trasparenza e pubblicità nei confronti dell’utilizzatore.

In virtù di tali obblighi di trasparenza e di pubbli-cità il concedente, nel vendere o ricollocare l’immobile, dovrà adottare procedure che garantiscono il miglior ri-

sultato possibile nell’interesse anche dell’utilizzatore, per esempio ricorrendo eventualmente anche alle «procedu-re competitive» che in taluni casi possono garantire, al contempo, la massima diffusione della proposta di ven-dita così da raggiungere il maggior numero di potenziali acquirenti (requisito della pubblicità) e un sistema incre-mentale delle offerte al fi ne della vendita o ricollocazione alle migliori condizioni di mercato (requisito della traspa-renza). Sotto questo profi lo fondamentale sarà il ruolo del notaio essendo, oramai, generalmente ammesso anche nella contrattazione tra privati, il ricorso, a titolo di esem-pio, all’istituto dell’offerta al pubblico di cui all’art. 1336 c.c., sul quale è innestata una selezione su base d’asta, quale procedimento tecnico che consente l’individuazione del soggetto disposto all’acquisto alle migliori condizio-ni possibili. Questo procedimento pertanto potrà essere delegato a un notaio, a garanzia del suo corretto svolgi-mento o addirittura, in un’ottica ancora più garantistica, in linea con la prescrizione di legge, si può pensare a un ricorso alla procedura delle aste telematiche notarili le quali assicurando certezza, sicurezza, e funzionalità del procedimento potrebbero rappresentare la migliore stra-da fi nalizzata alla vendita e/o ricollocazione del bene.

Inadempimento dell’utilizzatore per manca-to pagamento dei canoni.

- la società di leasing ha diritto alla restituzione del bene e gli è consentito, per il rilascio dell’immobile, il procedimento per convalida di sfratto previsto per le locazioni ordinarie di cui al libro IV, titolo I, capo II, artt.657-669 del codice di procedura civile;

- risolto il contratto il concedente provvede alla sua vendita o ad altra collocazione dell’immobile.

- è previsto espressamente che il concedente de-ve attenersi a criteri di trasparenza e pubblicità nei confronti dell’utilizzatore attraverso per es. procedu-re competitive;

- possibilità anche di delegare le procedure di ven-dita;

- il concedente dovrà restituire all’utilizzatore il rica-vato della vendita o della ricollocazione al netto: della somma dei canoni scaduti e non pagati fi no alla data di risoluzione del contratto, dei canoni successivi alla risoluzione attualizzati, del prezzo pattuito per l’eser-cizio dell’opzione fi nale di acquisto; se la differenza è negativa l’utilizzatore dovrà corrispondere tale som-ma al concedente

Una volta venduto e/o ricollocato il bene (per esempio attraverso la rilocazione, anche finanziaria, dell’im-mobile), nel rispetto delle condizioni di trasparenza e pubblicità imposte dalla nuova norma, il concedente dovrà restituire all’utilizzatore quanto ricavato dalla ven-dita e/o ricollocazione suddetta, al netto delle seguenti somme che il concedente ha il diritto di trattenere:

• la somma dei canoni scaduti e non pagati fi no alla data della risoluzione;

• i canoni successivi alla risoluzione attualizzati; • spese condominiali eventualmente sostenute, assi-

curazioni, costi tecnico/legali ecc.; • il prezzo pattuito per l’esercizio del riscatto fi nale. Se da tale operazione derivasse un saldo negativo, l’uti-

lizzatore deve rifondere al concedente la differenza. È proprio in relazione a quest’ultima possibilità che

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

il legislatore ha prescritto l’obbligo per il concedente di osservare criteri di trasparenza e pubblicità nella ven-dita e/o ricollocazione del bene, al fi ne, per l’appunto, di evitare la «svendita» dell’immobile a prezzi inferio-ri a quelli di mercato, con conseguente esborso a carico dell’utilizzatore.

Fallimento del venditore. In caso di fallimento del venditore/costruttore, ossia

del soggetto che ha venduto al concedente l’abitazione poi messa a disposizione dell’utilizzatore, l’immobile così acquistato non è soggetto a revocatoria fallimentare.

Tenuto conto che il contratto di leasing è fi nalizzato a procurare all’utilizzatore il godimento di una casa che egli intende destinare ad «abitazione principale», è ra-gionevole applicare il disposto della legge fallimentare, secondo il quale sono sottratte alla revocatoria fallimen-tare le vendite, concluse a giusto prezzo, aventi a oggetto immobili a uso abitativo, destinati a costituire l’abita-zione principale dell’acquirente o di suoi parenti e affi ni entro il terzo grado.

Azione revocatoriaAll’acquisto dell’immobile oggetto del contratto di

locazione finanziaria si applica l’art. 67, comma 3, lettera a), l.f., ovvero la non assoggettabilità dell’azio-ne revocatoria ai pagamenti di beni servizi effettuati nell’esercizio dell’attività d’impresa nei termini d’uso

Fallimento della società di leasing. In caso di fallimento della società di leasing (ovvero

liquidazione coatta amministrativa-risoluzione), il con-tratto di leasing prosegue regolarmente e si applica la disciplina prevista per tale ipotesi dalla legge fallimen-tare a prescindere dal tipo di bene oggetto di leasing; pertanto il contratto prosegue e l’utilizzatore conserva la facoltà di acquistare alla scadenza del contratto la pro-prietà del bene, previo pagamento dei canoni e del prezzo di riscatto. In pratica nessuna conseguenza negativa si produce a danno dell’utilizzatore in caso di fallimento del concedente.

La struttura contrattuale.Le disposizioni della legge di Stabilità 2016 sembrano

far riferimento non tanto a un unico contratto quanto a una fattispecie complessa comprendente due negozi tra loro collegati:

• il contratto di leasing con il quale il concedente si im-pegna ad acquisire o far costruire l’immobile su scelta e secondo le indicazioni dell’utilizzatore e, ove vengano fi s-sati, i termini del rapporto (durata, importo dei canoni, importo del prezzo di cessione ecc.);

• il contratto di compravendita con il quale il conceden-te, in adempimento dell’obbligo assunto con il contratto di leasing, acquista dal terzo proprietario l’immobile abi-tativo (o il terreno su cui costruire l’immobile abitativo) scelto dall’utilizzatore al fi ne, poi, di metterlo concreta-mente a sua disposizione per il tempo e con le modalità convenute nel contratto di leasing.

Il legislatore, nella legge di Stabilità 2016, considera pertanto i due momenti (stipula del leasing immobiliare abitativo e acquisto a opera del concedente dell’immobile abitativo) strettamente collegati tra di loro.

Per quanto concerne le modalità redazionali, alla so-

luzione della redazione disgiunta e separata dei due diversi contratti (in prima battuta il leasing e succes-sivamente la compravendita dell’immobile abitativo in adempimento dell’obbligo assunto col primo contratto) appare preferibile, per i motivi sopra esposti, la soluzio-ne di un unico atto pubblico contenente sia il leasing che la compravendita. Una contestualità questa che presen-ta vantaggi e maggiori garanzie sia per il concedente che per l’utilizzatore.

Il primo, infatti, verrebbe a disporre di un titolo esecu-tivo idoneo ad avviare la procedura di rilascio evitando la strada del procedimento sommario di cognizione (uti-lizzato per le cause civili che, per la loro natura, il giudice ritenga possano essere decise sulla base di un’istruzio-ne sommaria). Il secondo avrebbe un titolo idoneo per procedere alla trascrizione del leasing (se di durata ultra-novennale) e potrebbe contare sull’attività di controllo e di adeguamento che compete al notaio. La contestualità documentale appare soluzione valida anche per ragioni di carattere fi scale, essendo le varie agevolazioni fi scali previste dalla legge di stabilità 2016 subordinate al ve-rifi carsi di condizioni riguardanti entrambi i contratti (si pensi al caso delle agevolazioni prima casa in tema di imposta di registro. L’Agenzia delle entrate ha pre-cisato che le dichiarazioni richieste per fruire di dette agevolazioni «potranno essere rese dall’utilizzatore sia nell’atto di acquisto dell’immobile da parte della società di leasing, intervenendo volontariamente all’atto, sia nel contratto di locazione fi nanziaria dell’immobile. In tale ultima ipotesi, tuttavia, è necessario, ai fi ni dell’applica-zione delle agevolazioni «prima casa’ che il contratto di locazione fi nanziaria venga prodotto per la registrazio-ne unitamente all’atto di trasferimento dell’immobile»). Ovviamente in caso di stipula di unico atto non vi sareb-be un problema di individuazione della sede ove inserire la dichiarazione dell’utilizzatore.

Le fasi del leasing immobiliare abitativo

1 La società di leasing si obbliga ad acqui-stare o a far costruire la casa su scelta e secondo le indicazioni del cliente (utiliz-zatore)

2 La società di leasing mette a disposizio-ne la casa del cliente per un dato periodo di tempo a fronte del pagamento di un canone periodico (mensile, trimestrale, semestrale)

3 Alla scadenza del contratto, il cliente ha facoltà di acquis tare la proprietà del bene a un prezzo prestabilito (riscatto)

L’uscita dal contratto. L’utilizzatore che si trovi in diffi coltà nel pagamento

dei canoni periodici ovvero che per le ragioni più svaria-te debba trasferirsi in altra città e quindi cambiare casa, previo esclusivo consenso del concedente, potrà:

• procedere, in caso di consenso del concedente, al «ri-scatto» anticipato per poi cedere a terzi l’immobile in tal modo acquistato (e proprio per garantirsi tale possibilità è opportuno che l’utilizzatore lo specifi chi nel contratto

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

di leasing); • cedere a terzi il medesimo contratto di leasing im-

mobiliare; la cessione, peraltro, può avvenire, secondo le regole ordinarie solo col consenso dell’altra parte, ossia del concedente il quale deve essere messo in grado di ve-rifi care l’affi dabilità economica del terzo subentrante (la legge di stabilità 2016 favorisce questa seconda soluzione prevedendo un regime fi scale agevolato per la cessione del contratto di leasing immobiliare abitativo).

Può essere opportuno, nell’interesse di tutte le par-ti coinvolte, procedere anche alla cessione del contratto di leasing immobiliare abitativo mediante atto pubbli-co, così da poter contare, anche in questa fase di gestione del rapporto, sull’attività di controllo propria del notaio.

È obb l i ga to r i o esercitare l’opzione finale di acquisto (riscatto)?

No. L’opzione fi nale di ac-quisto rappresenta una facoltà dell’utilizzatore il quale può anche scegliere di non esercitarla. In tal caso deve restituire l’immobile alla società di leasing

Gli oneri di manutenzione. La legge di Stabilità 2016 non prevede una disciplina

specifi ca per il leasing immobiliare abitativo in ordine agli oneri di manutenzione e riparazione. Pertanto il contratto potrà liberamente disciplinarli, tenendo conto che la fi nalità dell’operazione è il defi nitivo trasferimen-to all’utilizzatore, a seguito del riscatto.

L’ordinaria manutenzione.Analogamente a quanto previsto in materia di lo-

cazione, l’utilizzatore (che al pari del conduttore ha il godimento dell’immobile) dovrà far fronte alle spe-se relative alla manutenzione ordinaria (quali, a titolo esemplifi cativo, piccole riparazioni, spese dirette alla conservazione dell’immobile e tutte le attività che non incidano sulla struttura del fabbricato).

Le riparazioni straordinarie.In un normale contratto di locazione, le riparazioni

straordinarie e quindi tutti gli interventi che rivestono carattere di eccezionalità (per esempio la riparazione del tetto o la sostituzione della caldaia) sono a carico del pro-prietario dell’immobile.

Nel leasing abitativo, considerato che la causa del contratto è di fi nanziamento, le spese per riparazioni straordinarie sono a carico dell’utilizzatore.

In ogni caso, le spese straordinarie che trovano cau-sa nella negligenza dell’utilizzatore (che non abbia provveduto all’esecuzione delle opere di manutenzione straordinaria) saranno a carico dell’utilizzatore stesso.

Diritti e oneri condominiali.Gli oneri condominiali seguono la regola delle spese

ordinarie e straordinarie sopra indicata, per cui tutti gli oneri condominiali, sia per interventi di ordinaria che per interventi di straordinaria manutenzione, saranno a carico dell’utilizzatore.

L’utilizzatore avrà il diritto di partecipazione e di vo-to in tutte le assemblee che hanno all’ordine del giorno la decisione su questioni attinenti le spese di ordinarie o straordinaria manutenzione, le modalità di gestio-ne del servizio di riscaldamento e di condizionamento dell’aria.

Salvo diversa previsione contrattuale, l’utilizzato-re provvede a informare preventivamente la società di leasing in merito alla convocazione di assemblee condo-miniali in cui all’ordine del giorno siano posti argomenti che possano implicare spese condominiali relative a pe-riodi eccedenti la durata del contratto di leasing, ovvero ad argomenti che attengono direttamente alla proprie-tà dell’immobile e delle parti comuni.

Decesso dell’utilizzatore. Gli eredi subentrano nell’intera posizione giuridica del

defunto e quindi, nel caso in cui quest’ultimo abbia sti-pulato un leasing immobiliare abitativo, nel contratto di locazione fi nanziaria. Ciò comporta l’assunzione di tut-ti i diritti e gli obblighi discendenti, salvo diversa ipotesi espressamente contenuta nel contratto di leasing sotto-scritto dall’utilizzatore deceduto che faccia scaturire dal decesso lo scioglimento del rapporto.

Agevolazioni fi scali.La legge di Stabilità 2016 prevede una serie di bene-

fi ci fi scali sia per quanto concerne le imposte dirette che indirette, sempre con lo scopo di incentivare il ricorso a questo strumento operativo. Peraltro la disciplina fi sca-le ha una valenza limitata nel tempo, essendo destinata ai contratti di leasing stipulati dal 1° gennaio 2016 sino al 31 dicembre 2020.

È possibile ac-quisire in leasing qualunque immo-bile per usufruire delle agevolazio-ni fi scali previste dalla legge di sta-bilità 2016?

Sì, per quanto riguarda le detrazioni Irpef che prescin-dono dalle caratteristiche oggettive dell’immobile e possono pertanto riguarda-re anche immobili censiti nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.No, per quanto riguarda le agevolazioni per acqui-sto «prima casa» (registro all’1,5%) non applicabili a immobili censiti nelle ca-tegorie catastali A/1, A/8 e A/9.

Le agevolazioni Irpef. Sono previste specifi che agevolazioni ai fi ni Irpef (im-

poste sui redditi delle persone fi siche) per tutti coloro che stipulano contratti di leasing aventi per oggetto immobi-li, anche da costruire, da adibire ad abitazione principale entro un anno dalla consegna.

In primo luogo, occorre possedere tutti i seguenti requisiti all’atto della stipula del contratto di leasing im-mobiliare abitativo:

• un reddito complessivo non superiore a 55.000 euro (il possesso del requisito reddituale deve essere verifi cato all’atto della stipula del contratto di leasing immobiliare abitativo);

• non essere titolare di diritti di proprietà su im-mobili a destinazione abitativa.

Occorre tenere presente un fondamentale requisito che differenzia le agevolazioni fi scali da applicare, ovve-ro l’età del cliente all’atto della stipula del contratto di locazione fi nanziaria.

Sotto i 35 anni di età (il possesso del requisito dell’età deve essere verifi cato all’atto della stipula del contratto

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

di leasing immobiliare abitativo) è possibile fruire, ai fi ni della determinazione dell’imposta sui redditi, di:

- una detrazione pari al 19% delle spese soste-nute relative ai canoni di leasing, nonché ai relativi oneri accessori, per un importo non superiore a 8.000 euro an-nui;

- una detrazione pari al 19% del costo di «ri-scatto» a fronte dell’esercizio dell’opzione fi nale, per un importo non superiore a 20.000 euro.

In quale modo il cliente dimostra di possedere i requisiti per le detrazioni Irpef previste in caso di stipula di un leasing immobi-liare abitativo?

Il requisito principale ri-chiesto per il riconoscimento delle detrazioni Irpef è che il reddito complessivo dell’uti-lizzatore non sia superiore a 55.000 euro su base an-nua; tale reddito è desunto dall’ultima dichiarazione dei redditi disponibile. Tutti i requisiti cui sono subor-dinati il riconoscimento e la misura delle detrazio-ni Irpef (reddito annuo, non titolarità dei diritti di proprietà di altri immobili abitativi, età) sono, peral-tro, facilmente riscontrabili dall’Agenzia delle entrate in sede di verifi ca, in quan-to dati già in possesso degli uffi ci fi nanziari o dalla stes-sa facilmente acquisibili (il possesso del requisito reddituale e dell’età devo-no essere verifi cati all’atto della stipula del contratto di leasing immobiliare abi-tativo)

Dai 35 anni di età è possibile fruire, ai fi ni della deter-minazione dell’imposta sui redditi, di:

- una detrazione pari al 19% delle spese sostenute rela-tive ai canoni di leasing, nonché ai relativi oneri accessori, per un importo non superiore a 4.000 euro annui;

- una detrazione pari al 19% del costo di «riscatto» a fronte dell’esercizio dell’opzione fi nale, per un importo non superiore a 10.000 euro.

Per fruire delle detrazioni Irpef è necessario che l’im-mobile oggetto dell’operazione di leasing immobiliare abitativo venga destinato dall’utilizzatore ad abitazio-ne principale entro un anno dalla consegna; a tal fi ne si considera abitazione principale secondo le disposizio-ni del testo unico delle imposte sui redditi «quella nella quale la persona fi sica o i suoi familiari dimorano abi-tualmente».

Non è quindi richiesto che nell’immobile dimori abi-tualmente l’utilizzatore in prima persona. È suffi ciente che vi dimori un familiare. Per familiari, sempre ai fi ni delle imposte sui redditi, si intendono il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affi ni entro il secondo grado.

L’agevolazione in oggetto, invece, prescinde dalle caratteristiche oggettive dell’immobile: le detrazioni spet-tano a qualsiasi abitazione anche se appartenente alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 (escluse invece dalle age-volazioni prima casa in tema di imposta di registro).

Se il clien-te ha più di 35 anni può acquistare l’abitazione pr inc ipa le con un lea-sing?

Il leasing immobiliare abi-tativo può essere stipulato da qualsiasi persona fi sica a pre-scindere dalla età, dal reddito e dalla proprietà di altri im-mobili abitativi; sono invece subordinate a specifi ci requisiti soggettivi e/o oggettivi le age-volazioni fi scali previste dalla legge di Stabilità 2016:

- le detrazioni Irpef vengono riconosciute solo a soggetti con reddito inferiore a 55.000 euro, che non siano titolari dei dirit-ti di proprietà su altri immobili abitativi, e in misura diversa a seconda dell’età (sopra o sotto i 35 anni);

- le agevolazioni «prima casa» in tema di imposta di registro vengono riconosciute solo ad abitazioni diverse da quelle classifi cate nelle categorie ca-tastali A/1, A/8 e A/9 e solo nel caso in cui l’utilizzatore pos-sieda i requisiti soggettivi per accedere a tale tipo di agevo-lazione

In caso di contitolarità del contratto di leasing, si con-sidera il reddito complessivo per singola persona e le agevolazioni Irpef sono ridotte alla percentuale pari al-la quota di intestazione del contratto. Ad esempio nel caso di cointestazione (50% e 50%) ciascuno può detrar-re il 19% del canone di leasing con un limite massimo di 4.000 euro (per gli under 35) o di 2.000 euro (per gli over 35) e il 19% con un limite massimo di 10.000 eu-ro (per gli under 35) o di 5.000 euro (per gli over 35) al momento del riscatto. Le detrazioni in oggetto trovano applicazione sino al 31 dicembre 2020. Tale limitazione temporale deve intendersi riferita ai contratti di leasing immobiliare abitativo stipulati entro la suddetta data, a prescindere dal fatto che la durata del leasing si protrag-ga oltre il 31 dicembre 2020.

Il trattamento riservato al leasing immobiliare abi-tativo, sotto il profi lo delle detrazioni Irpef, appare più favorevole di quello riservato al mutuo: infatti nel primo caso la detrazione del 19% fi no a un importo massimo di 8.000 o 4.000 euro riguarda l’intero canone (quota capitale e quota interessi) mentre, nel caso del mutuo, la detrazione del 19% per un importo massimo di euro 4.000 interessa la sola quota degli interessi passivi

Le imposte per l’acquisto dell’immobile.Se l’utilizzatore ha i requisiti per usufruire delle age-

volazioni «prima casa», le imposte d’atto sull’acquisto dell’immobile da parte della società di leasing conce-dente sono: a) nel caso di acquisto da privato (o da impresa, ma con

vendita esente da Iva):- imposta di registro del 1,5%;- imposta ipotecaria fi ssa di 50 euro;- imposta catastale fi ssa di 50 euro;

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

b) nel caso di acquisto da impresa, con vendita sogget-ta a Iva:

- Iva al 4%;- imposta di registro fi ssa di 200 euro;- imposta ipotecaria fi ssa di 200 euro;- imposta catastale fi ssa di 200 euro.

Chi paga Imu, Tasi e Tari in caso di le-asing prima casa?

Imu, Tasi e Tari, a nor-ma di legge, sono a carico dell’utilizzatore (e non del concedente proprietario) il quale se utilizza direttamen-te l’abitazione come propria dimora abituale, non sa-rà tenuto al pagamento né dell’Imu né della Tasi, dal cui pagamento sono esen-tati gli immobili destinati ad abitazione principale dei titolari. Da tale esenzione sono escluse le abitazioni censite nelle categorie cata-stali A/1, A/8 e A/9

La base imponibile su cui calcolare l’imposta è sempre il prezzo perché alle compravendite di immobili abitativi effettuate nei confronti di società di leasing non è pos-sibile estendere il meccanismo del «prezzo-valore» (base imponibile dell’imposta di registro pari al valore cata-stale). L’imposta di registro, quando dovuta in misura proporzionale, non può comunque essere di importo in-feriore a 1.000 euro e i trasferimenti assoggettati a tale imposta sono esenti dall’imposta di bollo, dai tributi spe-ciali catastali e dalle tasse ipotecarie.

Oltre alle imposte d’atto (registro, ipotecaria e cata-stale) in misura fi ssa, alle vendite assoggettate a Iva si applicano l’imposta di bollo di 230 euro (considerando il caso del rogito notarile) e la tassa ipotecaria di 90 euro (di cui 55 per la voltura catastale). Sia nel caso di redazio-ne di un unico atto, contenente sia il leasing immobiliare abitativo che l’atto di compravendita dell’immobile, sia in caso di stipula separata è dovuta un’ulteriore impo-sta fi ssa di registro di 200 euro per la registrazione del contratto di leasing immobiliare.

Sul contratto di lea-sing si deve pagare l’imposta sostitutiva come nel mutuo?

No. Contrariamente al mutuo per il quale è prevista l’imposta so-stitutiva dello 0,25% sull’importo mutuato, nel leasing non si deve pagare alcuna imposta sostitutiva

Per applicare le agevolazioni «prima casa» sono richie-ste le seguenti condizioni:

1) l’immobile deve rientrare in una di queste ca-tegorie catastali:

- A/2 (abitazioni di tipo civile);- A/3 (abitazioni di tipo economico);- A/4 (abitazioni di tipo popolare);- A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare);- A/6 (abitazioni di tipo rurale);

- A/7 (abitazioni in villini);- A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi);2) l’immobile deve essere ubicato:- nel territorio del comune in cui l’utilizzatore

ha o stabilisca, entro 18 mesi dall’acquisto, la propria re-sidenza. Ai fi ni della corretta valutazione del requisito della residenza, il cambio di residenza si considera av-venuto nella data in cui l’interessato rende al comune la dichiarazione di trasferimento;

- se diverso, nel territorio del comune in cui l’utilizzatore svolge la propria attività, intendendo per tale anche quella svolta senza remunerazione, come per esempio le attività di studio, di volontariato e sportive;

- nel territorio del comune in cui ha sede o eser-cita l’attività il soggetto da cui l’utilizzatore dipende nel caso in cui lo stesso sia stato trasferito all’estero per ra-gioni di lavoro;

- nell’intero territorio nazionale se l’utilizzatore è un cittadino italiano emigrato all’estero, purché l’immobi-le sia acquisito come «prima casa» sul territorio italiano. La condizione di emigrato può essere documentata at-traverso il certifi cato di iscrizione all’Aire o può essere autocertifi cata dall’interessato mediante autocertifi ca-zione resa in atto;

3) l’utilizzatore non deve essere titolare, esclu-sivo o in comunione col coniuge, di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione, su altra casa nel territorio del comune dove si trova l’immobile oggetto dell’acqui-sto agevolato e deve dichiarare in atto tale circostanza;

4) l’utilizzatore non deve essere titolare, neppure per quote o in comunione legale, su tutto il territorio na-zionale, di diritti di proprietà, uso, usufrutto, abitazione o nuda proprietà su altro immobile acquistato usufruendo delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa e deve dichiarare in atto tale circostanza.

Se una coppia è cointestataria di un leasing prima casa e possiede entrambi i requisiti (ciascuno un reddito comples-sivo non superiore a 55.000 euro e un’ età inferiore a 35 anni) cosa succede?

Si considera il reddito complessivo per singola persona e le agevola-zioni Irpef sono ridotte al 50% (salvo il caso di coniuge fiscalmente a carico). Pertanto cia-scuno può detrarre il 19% del canone leasing con un limite massimo di 4.000 euro e il 19% con un limite massimo di 10.000 euro al mo-mento del riscatto

Cosa succede quan-do il contratto di leasing è stato sti-pulato prima dei 35 anni ma questa età venga superata pri-ma del 31 dicembre 2020?

Nulla. Le condizioni dell’età e del reddito complessivo devono essere soddisfatte esclu-sivamente al momento della stipula del con-tratto di leasing

È possibile usufruire dell’imposta di registro con aliquota agevolata, prevista per l’acquisizione dell’abi-tazione principale, anche per chi al momento del rogito possiede già un immobile a suo tempo acquistato con le agevolazioni prima casa, a condizione che lo alieni entro un anno dalla data del nuovo acquisto.

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

L’Agenzia delle entrate ha precisato che le dichiara-zioni richieste per fruire delle agevolazioni «prima casa» potranno essere rese dall’utilizzatore sia nell’at-to di acquisto dell’immobile da parte della società di leasing, intervenendo volontariamente all’atto, sia nel contratto di locazione fi nanziaria dell’immobile. In tale ultima ipotesi, tuttavia, è necessario, ai fi ni dell’applicazione delle agevolazioni «prima casa» che il contratto di locazione fi nanziaria venga prodotto per la registrazione unitamente all’atto di trasferi-mento dell’immobile.

Nel caso in cui l’utilizzatore non dovesse acquisire tutti i requisiti previsti per le agevolazioni prima ca-sa o in caso di mendace dichiarazione, sulle imposte d’atto la maggiore imposta (dall'1,5 al 9%) sarebbe esclusivamente da lui dovuta.

Nella tabella sottostante è predisposto un riepilogo delle imposte dovute per gli atti di trasferimento in fa-vore della società di leasing concedente considerando a priori che:

- l’immobile non appartenga alle categorie catasta-li A/1, A/8 e A/9;

- l’utilizzatore possegga i requisiti prima casa.

Le agevolazioni sopra illustrate trovano applicazio-ne ai contratti di leasing stipulati sino al 31 dicembre 2020.

In caso di leasing finanziario è possibile finanzia-re l’imposta sul valore aggiunto e/o le imposte d’atto dovute sul trasferimento dell’immobile acquistato dal-la società di leasing nonché le spese notarili e peritali sull’immobile.

Le imposte nel riscatto fi nale.All’opzione fi nale di acquisto (riscatto) sull’ immobile

abitativo, l’utilizzatore corrisponderà le imposte d’atto in misura fi ssa (200 euro + 200 euro + 200 euro).

Le imposte per la registrazione del contratto.Si applica l’imposta di registro in misura fi ssa pari a

200 euro per i contratti di leasing: - redatti con atto pubblico o con scrittura priva-

ta autenticata; - nel caso di scrittura privata semplice solo se

registrati volontariamente o se enunciati nell’atto di com-pravendita.

Per i canoni di leasing non è prevista l’imposta di re-gistro del 2%.

Le imposte per la cessione del contratto. Nel caso in cui l’utilizzatore, previo consenso della so-

cietà di leasing, ceda il contratto di leasing a un altro soggetto, la cessione di questo contratto prevede l’im-posta di registro, la cui aliquota varia a seconda che, in

capo al cessionario, sussistano o meno le condizioni per l’applicazione dell’agevolazione prima casa:

• l’aliquota dell’1,5% ove il contratto di locazione fi nanziaria ceduto dall’utilizzatore abbia a oggetto un immobile abitativo di categoria catastale diver-sa da A/1, A/8 o A/9, a favore dei soggetti in possesso dei requisiti per fruire delle agevolazioni «prima ca-sa»;

• l’aliquota del 9% ove il contratto di lo-cazione finanziaria ceduto dall’utilizzatore e avente a oggetto un immobile abitativo, ancorché da costruire, non soddisfi le condizioni richieste per l’applicazione dell’aliquota dell’1,5% di cui sopra.

La base imponibile è costituita dalla somma: - del corrispettivo pattuito per la cessione; - della quota capitale compresa nei canoni

ancora da pagare; - del prezzo di riscatto. Tale previsione è in linea con la prassi consolida-

ta di determinare il corrispettivo per la cessione del contratto di leasing quale differenza tra il valore normale attribuito dalle parti all’immobile e l’am-montare della quota capitale compresa nei canoni ancora da pagare oltre al prezzo di riscatto fi nale. Il cessionario, nuovo utilizzatore, si accolla l’onere del pagamento dei canoni residui di leasing e del prezzo di riscatto fi nale.

Come precisato dall’Agenzia delle entrate è esclu-sa la solidarietà passiva in capo alla società di leasing. Anche il trattamento fi scale riservato alla cessione del contratto trova applicazione ai contratti stipulati dal 1° gennaio 2016 sino al 31 dicembre 2020.

Se il subentro è per fi nalità prima casaUn’imposta di registro proporzionale dell’1,5% sul corrispettivo pattuito per la cessione di contratti di leasing su immobili abitativi prima casaSe il subentro non è per fi nalità prima casaUn’imposta di registro proporzionale del 9% sul corrispettivo pattuito per le cessioni di contratti di leasing aventi a oggetto immobili con desti-nazione abitativa

Un esempio di risparmio fi scale.Il 1° gennaio 2017 Mario Rossi, di 34 anni che com-

pirà il 30 marzo 2017, stipula un contratto di leasing fi nanziario su un’unità immobiliare da adibire ad abi-tazione principale a un prezzo di vendita di 150.000 euro. Egli inoltre ha un reddito complessivo di 32.500 euro desunto dall’ultima dichiarazione dei redditi di-sponibile.

Venditore Imposte sul trasferimento dell’immobile acquistato dalla società di leasing

Iva Imposta registro

Imposta ipotecaria

Imposta catastale

Privato No 1,5% 50 euro 50 euro

Impresa, con vendita soggetta a Iva 4% 200 euro 200 euro 200 euro

Impresa, con vendita esente da Iva No 1,5% 50 euro 50 euro

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

I dati del contratto di leasing sono i seguenti:

durata del contratto 20 anni

tasso leasing 2,9%

maxicanone iniziale 20%

canone mensile 592 euro

prezzo di riscatto 15%

La società di leasing acquista l’immobile dall’impresa costruttrice (con vendita esente da Iva) a un prezzo di 150.000 euro versando le seguenti imposte d’atto: im-posta di registro 2.250 euro, ipotecaria e catastale di 50 euro cadauna (le suddette imposte sono riaddebitate a Mario Rossi e non sono oggetto di fi nanziamento).

Mario Rossi rispetta tutte le condizioni necessarie per usufruire dell’agevolazione prima casa.

Nel 2017 versa 30.000 euro di canone (maxicanone) alla stipula del contratto di leasing e 7.104 euro di ca-noni per un totale di 37.104 euro detraendo in Unico il 19% di 8.000 euro (importo massimo detraibile sui ca-noni pagati nell’anno).

Negli anni successivi e fi no alla scadenza del contrat-to (19 anni) continua a detrarre annualmente l’importo corrispondente al 19% di 7.104 euro (19% cioè dell’impor-to dei canoni versati, considerati nel tetto di 8.000 euro) posto che il requisito dell’età non superiore a 34 anni è richiesto solo al momento della stipula del contratto e a prescindere dal fatto che, lungo il decorrere del contratto, superi i 35 anni di età o il tetto dei 55.000 euro di reddi-to complessivo annuo.

Al 20° anno, dopo il pagamento dell’ultimo anno, eser-cita il riscatto fi nale versando 22.500 euro (oltre a 600 euro di imposte d’atto) detraendo in Unico il 19% di 20.000 euro, importo massimo detraibile sul costo di ac-quisto versato a fronte dell’esercizio dell’opzione fi nale pagato nell’anno.

Alle suindicate condizioni, in dettaglio il contratto di leasing di Mario Rossi under 35 prevederà:

- una spesa lorda complessiva (maxicanone + canoni + riscatto) pari a circa € 193.963;

- imposte d’atto da pagare pari a € 3.150;- detrazioni fi scali nell’arco di 20 anni pari a cir-

ca € 30.848;- una spesa netta pari a circa € 166.264.

Esempio di over 35. Mario Rossi, di 35 anni e reddito complessivo di 32.500

euro, intende acquisire un’unità immobiliare da adibi-re ad abitazione principale a un prezzo di vendita di 150.000 euro con un fi nanziamento in leasing di 20 an-ni e un tasso del 2,9%.

La società di leasing acquista l’immobile dall’impresa costruttrice (con vendita esente da Iva) a un prezzo di 150.000 euro versando le seguenti imposte d’atto: im-posta di registro 2.250 euro, ipotecaria e catastale di 50 euro cadauna (le suddette imposte sono riaddebitate a Mario Rossi e non sono oggetto di fi nanziamento).

Mario Rossi rispetta tutte le condizioni necessarie per usufruire dell’agevolazione prima casa.

Il contratto di leasing prevede un maxicanone del 20% sul costo dell’immobile (pari a 30.000 euro), un prezzo di riscatto del 15% (22.500 euro) e un canone

mensile di 592 euro. Negli anni successivi e fi no alla scadenza del con-

tratto continua a detrarre annualmente l’importo corrispondente al 19% di 4.000 euro.

Al 20° anno, dopo il pagamento dell’ultimo anno, Mario Rossi esercita il riscatto versando 22.500 euro (oltre a 600 euro di imposte d’atto) detraendo in Uni-co il 19% di 10.000 euro.

Alle suindicate condizioni, in dettaglio il contratto di leasing di Mario Rossi over 35 prevederà:

- una spesa lorda complessiva (maxicanone + canoni + riscatto) pari a circa € 193.963;

- imposte d’atto da pagare pari a € 3.150; - detrazioni fi scali nell’arco di 20 anni pari a

circa € 17.100; - una spesa netta pari a circa € 180.013.

Le circolari delle Entrate.L’Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti in

merito al leasing abitativo nell’ambito delle seguen-ti circolari:

- circolare Agenzia entrate 8 aprile 2016 n. 12/E;- circolare Agenzia entrate 13 giugno 2016 n. 27/E.

Circolare Agenzia entrate 8 aprile 2016 n. 12/ENella circolare 12/E/2016, l’Agenzia delle entrate ha

fornito alcune precisazioni riguardanti, in particolare, l’applicazione dell’imposta di registro con aliquota pa-ri all’1,5%, per gli acquisti di abitazioni effettuati dalle società di leasing a favore di utilizzatori in possesso dei requisiti «prima casa» (di cui alla nota II-bis, all’art.1, della tariffa, parte i, allegata al dpr 131/1986).

Sul punto, la circolare ha specifi cato che:- l’abitazione deve essere una «prima casa»

per l’utilizzatore e non anche la sua «abitazione prin-cipale», intendendo con ciò che la stessa non debba costituire necessariamente l’abitazione nella quale il contribuente, o i suoi familiari, dimorino abitualmen-te (art. 15, comma 1, lett. b, dpr 917/1986);

- i requisiti «prima casa» possono essere dichia-rati dall’utilizzatore, sia intervenendo volontariamente nell’atto d’acquisto dell’abitazione, stipulato tra il ven-ditore e la società di leasing, sia nel contratto di leasing, che, in questo caso dovrà comunque essere registrato unitamente all’atto d’acquisto dell’immobile;

- l’enunciazione, nell’atto d’acquisto, del con-tratto di leasing comporta la necessaria registrazione anche di quest’ultimo nella misura fi ssa di € 200 (art. 22, dpr 131/1986).

La circolare ha inoltre chiarito alcuni aspetti relativa-mente all’agevolazione prima casa e alle registrazione del contratto di leasing.

1) Agevolazione prima casa: destinazione ad abita-zione principale.

D. L’art. 1, comma 83, della legge di Stabilità per il 2016 dispone che all’acquisto della società conceden-te si applichi l’agevolazione «prima casa’ se ricorrono i requisiti oggettivi e soggettivi previsti dalla nota II-bis all’art. 1 della tariffa, in capo all’utilizzatore. Il leasing abitativo (art. 1, comma 83, legge di Stabilità 2016) ha co-me presupposto la destinazione ad abitazione principale dell’utilizzatore della casa acquistata su sua indicazione. Si domanda se l’agevolazione «prima casa’ spetti a pre-scindere dal fatto che si tratti di una casa destinata ad

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

abitazione principale dell’utilizzatore.R. L’art. 1 della tariffa, parte prima, allegata al Tur,

come modifi cato dall’art. 1, comma 83, della legge di Sta-bilità 2016 prevede l’applicazione dell’imposta di registro nella misura dell’1,5% per i trasferimenti effettuati nei confronti di banche e intermediari fi nanziari autorizzati all’esercizio dell’attività di leasing fi nanziario aventi per oggetto case di abitazione, di categoria catastale diver-sa da A1, A8 e A9, acquisite in locazione fi nanziaria da utilizzatori per i quali ricorrono le condizioni di cui alla nota II-bis e II-sexies. L’aliquota dell’1,5% dell’imposta di registro trova applicazione all’atto di trasferimento dell’immobile a favore della società di leasing in presen-za delle condizioni stabilite dalla Nota II-bis che devono essere sussistere in capo all’utilizzatore e, dunque a prescindere dalla circostanza che tale soggetto destini l’immobile oggetto del contratto di locazione fi nanziaria a propria abitazione principale.

2) Agevolazione prima casa: dichiarazioni dell’acqui-rente/concedente

D. L’art. 1, comma 83, della legge di Stabilità 2016 di-spone che all’acquisto della società concedente (effettuato tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2020) si applichi l’agevolazione «prima casa’ se ricorrono in capo all’utiliz-zatore i requisiti oggettivi e soggettivi previsti dalla Nota II-bis all’art. 1 della Tariffa. Al riguardo, si chiede se le dichiarazioni richieste dalla legge all’acquirente quale presupposto per ottenere l’agevolazione «prima casa’ (per esempio la dichiarazione di non avere la proprietà di al-tre case nel Comune) devono essere fatte dall’utilizzatore nel contratto di leasing o nel contratto di compravendita tra il fornitore e la società concedente. Se queste dichiara-zioni devono essere fatte nel contratto di leasing, vanno ripetute nel contratto di compravendita dall’utilizzatore o dall’acquirente? In altre parole, l’utilizzatore deve in-tervenire al contratto di compravendita?

R. Com’è noto, ai fi ni dell’applicazione delle agevolazio-ni «prima casa», devono ricorrere le condizioni previste dalla nota II-bis all’art. 1 della tariffa, parte prima, allega-ta al Tur. Tale disposizione stabilisce che le agevolazioni spettano a condizione che:

a) l’immobile sia ubicato nel territorio del comu-ne in cui l’acquirente ha o stabilisca entro diciotto mesi dall'acquisto la propria residenza o, se diverso, in quel-lo in cui l’acquirente svolge la propria attività ovvero, se trasferito all’estero per ragioni di lavoro, in quello in cui ha sede o esercita l’attività il soggetto da cui dipende ov-vero, nel caso in cui l’acquirente sia cittadino italiano emigrato all’estero, che l'immobile sia acquistato co-me prima casa sul territorio italiano. La dichiarazione di voler stabilire la residenza nel comune ove è ubicato l’immobile acquistato deve essere resa, a pena di deca-denza, dall’acquirente nell'atto di acquisto;

b) nell’atto di acquisto l’acquirente dichiari di non essere titolare esclusivo o in comunione con il coniuge dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di al-tra casa di abitazione nel territorio del comune in cui è situato l’immobile da acquistare;

c) nell’atto di acquisto l’acquirente dichiari di non essere titolare, neppure per quote, anche in regime di co-munione legale su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso sog-getto o dal coniuge con le agevolazioni «prima casa».

La richiamata disciplina è stata integrata dall’art. 1, comma 83, della legge di Stabilità 2016, che alla lettera b) n. 2), ha previsto l’inserimento nell’art. 1 della tarif-fa, parte prima, allegata al Tur, della nota II-sexies. Tale disposizione stabilisce che «nell’applicazione della nota II-bis ai trasferimenti effettuati nei confronti di ban-che e intermediari fi nanziari autorizzati all’esercizio dell’attività di leasing fi nanziario, si considera, in luogo dell’acquirente, l’utilizzatore e, in luogo dell’atto di ac-quisto, il contratto di locazione fi nanziaria». Dall’esame delle richiamate disposizioni, emerge, dunque che le con-dizioni per applicare le agevolazioni «prima casa» all’atto di trasferimento dell’immobile devono ricorrere in capo all’utilizzatore e che tale soggetto sarà tenuto a effettuare le dichiarazioni relative al possesso dei requisiti previsti dalla nota II-bis. Tali dichiarazioni potranno essere rese dall’utilizzatore sia nell’atto di acquisto dell’immobile da parte della società di leasing, intervenendo volontaria-mente all’atto, sia nel contratto di locazione fi nanziaria dell’immobile. In tale ultima ipotesi, tuttavia, è neces-sario, ai fi ni dell’applicazione delle agevolazioni «prima casa» che il contratto di locazione finanziaria venga prodotto per la registrazione unitamente all’atto di tra-sferimento dell’immobile.

3) Registrazione del contratto di leasing enunciato nell’atto di compravendita

D. Il contratto di leasing (che è stipulato tra la società concedente e il soggetto utilizzatore) non deve essere re-gistrato in termine fi sso, perché è soggetto a registrazione solo in caso d’uso. Il successivo contratto di compraven-dita, stipulato in esecuzione del contratto di leasing, è usualmente fi rmato da tre soggetti (venditore, socie-tà concedente e soggetto utilizzatore). Nel contratto di compravendita è inevitabilmente fatta enunciazione del contratto di leasing. Questa enunciazione comporta la tassazione del contratto di leasing enunciato?

R. La nota i all’art. 1 della tariffa, parte seconda, allega-ta al Tur, stabilisce che «i contratti relativi alle operazioni e ai servizi bancari e fi nanziari e al credito al consumo, ivi compresi quelli di locazione fi nanziaria immobiliare, per i quali il Titolo VI del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, prescrive a pena di nullità la forma scrit-ta, sono assoggettati a registrazione solo in caso d’uso». Pertanto, gli atti aventi a oggetto i contratti di locazione fi nanziaria immobiliare, se non formati per atto pubblico o scrittura privata autenticata, sono soggetti a registra-zione solo in caso d’uso. Ai sensi dell’art. 22 del Tur «se in un atto sono enunciate disposizioni contenute in atti scritti o contratti verbali non registrati e posti in essere tra le stesse parti intervenute nell’atto che contiene la enunciazione, l’imposta si applica anche alle disposizioni enunciate. Se l’atto enunciato era soggetto a registrazio-ne in termine fi sso è dovuta anche la pena pecuniaria di cui all’art. 69.» Come precisato dalla Corte di cassazio-ne, con sentenza 14 marzo 2007, n. 5946, la disposizione dell’art. 22 del Tur si riferisce anche all’enunciazione di atti soggetti a registrazione solo in caso d’uso. La supre-ma corte ha, infatti, chiarito che «… se il legislatore ha specifi cato, nella parte fi nale del comma 1, che se l’atto enunciato era soggetto a registrazione in termine fi s-so è dovuta anche la pena pecuniaria di cui all’art. 69» è evidente che ha inteso includere anche gli atti sogget-ti a registrazione in caso d’uso…» tra quelli per i quali trova applicazione l’art. 22 del Tur. Pertanto, nel caso in

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IL LEASING IMMOBILIARE ABITATIVO

cui nel contratto di compravendita nel quale interviene anche l’utilizzatore del contratto di leasing si faccia ri-ferimento al precedente contratto di leasing stipulato e non registrato, detta enunciazione comporta l’applica-zione dell’imposta di registro anche per l disposizione enunciata. Si precisa che per l’enunciazione del contrat-to di locazione fi nanziaria l’imposta di registro è dovuta nella misura fi ssa in applicazione del primo periodo del comma 1 dell’art. 40 del Tur secondo cui: «Per gli atti re-lativi a cessione di beni e prestazioni di servizi soggetti all’imposta sul valore aggiunto, l’imposta si applica in misura fi ssa.»

Circolare 13 giugno 2016 n. 27/E.I chiarimenti forniti dall’Agenzia delle entrate sono

riguardanti la detrazione Irpef del 19% dei canoni di leasing e del prezzo di riscatto pagati da coloro che acqui-stano un immobile da destinare ad abitazione principale attraverso un contratto di locazione fi nanziaria.

In particolare, è precisato che:- la condizione di possedere «un reddito com-

plessivo non superiore a 55.000 euro» non è richiesta per l’intera durata del contratto di locazione fi nanziaria; la detrazione può essere fruita, infatti, anche se, nel corso di vigenza del leasing, il conduttore risulta titolare di un reddito maggiore;

- il requisito dell’età anagrafi ca è da verifi care al momento della stipula del leasing;

- non rientrano tra gli oneri accessori detraibi-li i costi sostenuti per l’eventuale stipula di contratti di assicurazione sugli immobili e i costi di intermediazio-ne sostenuti dalla parte concedente il fi nanziamento per l’individuazione e il reperimento dell’immobile richiesto dalla parte conduttrice e a questa riaddebitati;

- sono detraibili i costi di stipula del contratto di leasing.

1) Leasing abitativo, quando va verifi cata l’età.D. Nell’ambito della disciplina fi scale del leasing abita-

tivo, il requisito dell’età (rispetto ai 35 anni) va verifi cato al solo momento della stipula contrattuale o anno per an-no? Stessa domanda relativamente al limite reddituale introdotto dalla norma.

R. L’articolo 1, comma 82, della legge di Stabilità 2016 introduce all’articolo 15, comma 1, del Tuir, le lettere i-sexies.1) e i-sexies.2), che riconoscono la detrazione nella misura del 19 per cento delle spese sostenute in rela-zione ai contratti di leasing abitativo alle condizioni già previste per la detrazione degli interessi passivi pagati su mutui ipotecari, nonché per quanto pagato a fronte dell’esercizio dell’opzione fi nale per il riscatto dell’im-mobile.

La detrazione dall’imposta lorda dei corrispettivi pe-riodici (canoni di leasing) e del prezzo fi nale di acquisto

è concessa ai contribuenti che possiedono «un reddito complessivo non superiore a 55.000 euro».

Tale condizione non è richiesta per l’intera durata del contratto di locazione fi nanziaria e, pertanto, l’agevola-zione, come risulta dalla relazione tecnica, può essere fruita anche se nel corso di vigenza del contratto il con-duttore risulti titolare di un maggior reddito. Ai fi ni della verifi ca reddituale deve essere assunto il reddito complessivo come defi nito ai sensi dell’articolo 8 del Tu-ir. L’importo massimo su cui calcolare la detrazione in parola è diverso in relazione all’età. In particolare:

- per i giovani che alla data di stipula del con-tratto non hanno compiuto i 35 anni la detrazione è riconosciuta su un importo massimo di canoni e one-ri accessori che annualmente non può eccedere 8.000 euro e su un importo massimo del prezzo di riscatto dell’immobile di 20.000 euro;

- per i soggetti che compiono 35 anni alla da-ta di stipula del contratto o di età superiore ai 35 anni le stesse detrazioni sono riconosciute in ragione della metà degli importi sopraindicati e, dunque, 4.000 euro per i canoni e oneri accessori e 10.000 euro per il prez-zo di riscatto.

Anche il requisito anagrafico, cosi come quello reddituale, rileva solo al momento della stipula del contratto.

2) Detrazione dei canoni di leasing di abitazioni e spese accessorie

D. Per individuare gli «oneri accessori» detraibili al 19%, per la nuova agevolazione dei canoni di leasing di abitazioni, introdotta all’articolo 15, comma 1, let-tera i-sexies.1, Tuir, è possibile far riferimento a quelli descritti nella circolare 20 aprile 2005, n. 15/E, rispo-sta 4.4, come per esempio le «spese di istruttoria» per la concessione del leasing, la «commissione spettante agli istituti per la loro attività di intermediazione» o le spese «di perizia tecnica»?

R. La detrazione del 19% di cui all’articolo 15, comma 1, lettere i.sexies.1) e i.sexies.2), del Tuir, è riconosciu-ta sui «canoni e i relativi oneri accessori» pattuiti nel contratto di leasing abitativo ed è subordinata all’effet-tivo pagamento degli stessi da parte dell’utilizzatore, attestato dall’ente concedente. Con riferimento agli oneri accessori si precisa che, analogamente a quan-to previsto in caso di mutuo, non sono detraibili gli oneri sostenuti per l’eventuale stipula di contrat-ti di assicurazione sugli immobili. Ugualmente, non sono riconosciuti gli eventuali costi di intermediazio-ne sostenuti dalla parte concedente il fi nanziamento per l’individuazione e il reperimento dell’immobile ri-chiesto dalla parte conduttrice, ribaltati sulla stessa. Vi rientrano, invece, i costi di stipula del contratto di leasing.

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47Lunedì 27 Febbraio 2017

Supplemento a cura di FRANCA FLORIS

[email protected]

SUKazuhiro Tsuga. Il presi-dente della Panasonic invita i dipendenti... a lavorare meno, raccomandando di non tratte-nersi in uffi cio oltre le 20 e di prendere le ferie dovute

GIÙCompetenze linguistiche scarse o inadatte per l’attività svolta: il rapporto Ocse sull’Italia punta il dito sullo skill mismatch

L’Agenzia del Demanio cerca profili tecniciL’Agenzia del Demanio cerca profili tecnici in Emilia-Roma-gna, Campania e Trentino-Alto Adige. In particolare, per la sede di Bologna si ricercano due figure professionali esperte in possesso di laurea in Ingegneria civile/edile o Architettura. Anche per la sede di Napoli l’Agenzia ricerca due figure professionali. Si tratta di tecnici esperti di lavori in possesso di laurea in Ingegneria civile/edile o Architet-tura. Infine, per la sede di Bolzano l’Agenzia cerca un tecnico esperto in possesso di un titolo di laurea in Ingegneria civile/edile o Architettura con almeno 5 anni di esperienza in contesti pubblici o privati. Per maggiori informazioni: http://www.agenziademanio.it.

Umana seleziona 250 figure della moda Sono oltre 250 le posizioni ricercate nell’ambito del Retail, della Produzione e del Corporate nel settore Moda e Lusso per la Campagna Umana Fashion weeks, due settimane (fino al 6 marzo) dedicate al recruiting su tutto il territorio nazionale. Le figure ricercate vanno dal visual merchandiser in store al sales assistant madrelingua russa, dagli addetti all’amministrazio-ne del personale al personale di cassa full-time per boutique lusso. Per tutte le informazioni sui singoli profili ricercati, per ulteriori dettagli e per avanzare le proprie candidature: http://www.umana.it/fashion-weeks/ oppure: [email protected].

Laurea in ingegneria ancora vincenteLaurea in ingegneria ancora vincente nel mercato del lavoro. In base all’indagine condotta dal Centro studi del Consiglio nazionale della categoria, infatti, per i neolaureati i livelli occupa-zionali sono i più elevati: 67,6% di occupati a un anno dalla laurea. Non solo: il tasso di disoccupazione si ferma al 3,8% a cinque anni dalla laurea mentre sul fronte retributivo, gli stipendi sono mediamente più alti di quelli degli altri neolaureati, attestandosi a 1.705 euro netti al mese. Una brutta notizia arriva invece dalla scarsa efficacia delle lauree triennali, tanto che più dell’80% degli studenti sceglie di proseguire l’iter universitario iscrivendosi a un corso di laurea magistrale.

SCELTI & PRESCELTI

Graziano Delrio. Il ministro dei trasporti convoca il tavolo tecnico dopo lo sciopero dei taxi contro Uber, ma scorda i rap-presentanti dell’azienda di ride sharing e dei consumatori

LavoroIl settimanale delle

Opportunità professionali

a conin edicolaa coin edicola

ARE DALE

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48 Lunedì 27 Febbraio 2017 F O R M A Z I O N EIl percorso post laurea all’Università Cattolica

Contro gli illecitiCorso per esperti in anticorruzione

Pagina a curaDI FILIPPO GROSSI

Debutta il nuovo corso di perfezionamento in anticorruzione e trasparenza

organizzato da Uni-versità Cattolica di Milano. Il percorso formativo, per cui è possibile iscriversi entro il 10 marzo, nasce dalla collabo-razione tra il centro studi Federico Stella sulla giustizia pena-le e la politica cri-minale e l’Autorità nazionale anticorru-zione (Anac). Il corso intende colmare un vuoto nell’offerta formativa post laurea in Ita-lia, a fronte di un crescente bisogno di professionalità in grado di governare, a tutti i livelli, la complessità della regolazione anticorruzione in ambito pubblico e privato, do-tando gli operatori della sen-sibilità necessaria per la rile-vazione e gestione del rischio di illeciti nelle organizzazioni

complesse. Tra le sue princi-pali fi nalità vi è, infatti, quel-la di formare fi gure professio-nali altamente specializzate nel settore del contrasto alle pratiche corruttive. Il corso,

rivolto a laureati in materie giuridiche ed economiche, a dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione nonché a tutti coloro che si occupano di controlli anti-corruzione, intende fornire gli strumenti di conoscenza indispensabili per compren-dere l’assetto attuale della tutela amministrativa e pe-nale, coniugando, attraverso un approccio marcatamente

interdisciplinare, un’appro-fondita disamina della nor-mativa e della giurispruden-za con l’apprendimento dei saperi necessari per acquisire una solida padronanza della

materia. Per essere all’altezza di questo ambizioso obiettivo, il corso annovera tra i suoi docenti non solo professionisti provenienti dal mon-do pubblico e privato, ma anche i principali componenti dell’Au-torità nazionale anti-corruzione, a partire dal suo presidente. I partecipanti al corso

avranno così l’occasione di dialogare direttamente con i protagonisti del contrasto all’agire corruttivo, e di am-pliare, da diverse prospetti-ve, il bagaglio di conoscenze sul sistema normativo nella sua dimensione operativa. È possibile iscriversi entro il 10 marzo, e avere maggiori informazioni al link: http://milano.unicatt.it/formazio-nepermanente.

È stato presentato il nuovo corso di laurea triennale in Digital management orga-

nizzato dalla partnership tra Ca’ Foscari-Università di Venezia e H-Farm il cui campus, a Ca’ Tron (Trevi-so), diventerà sede distac-cata dell’ateneo veneziano. Si tratta di un corso parti-colarmente innovati-vo che unisce studi di economia, business, tecnologie digitali e soft skills e sarà interamente eroga-to in lingua inglese. L’obiettivo è formare i nuovi professionisti dell’economia digita-le e ciò sarà possibile grazie, soprattutto, al contesto di H-Farm, vero e proprio incubatore di talenti digitali. Nel corso dei tre anni, in particolare, gli studenti apprenderanno i fondamenti del management e delle tecnologie digitali a livello di sistema economico e di impresa, svilupperanno competenze tecniche e ma-

nageriali sull’e-commerce, la sicurezza informatica, la data analytics, l’organizza-zione di imprese digitali, il fi nanziamento delle startup, la trasformazione digitale di imprese mature e la gestione dei sistemi cloud; infi ne, al terzo anno, parteciperanno a laboratori di software de-velopment, computer securi-

ty, human centered design, e potranno sviluppare un proprio progetto personale relazionandosi con le azien-de del network di H-Farm e di Ca’ Foscari. Per iscriversi e saperne di più, consultare i siti web: www.unive.it e www.h-farm.it.

Accordo H-Farm e Ca’ Foscari

Digital managerdall’incubatore

Scatta il 1° marzo il corso gratuito per giovani under 30 in Food & beverage specialist organizzato da Its Agrorisorse e Galdus academy. Il corso, che si svolgerà a Milano fi no al 31 ottobre 2017, intende creare un nuovo profi lo nel settore del food & beverage che unisce conoscenze economiche, tecniche e culturali, al servizio della promozione interna-zionale del territorio italiano e della sua cultura. Il corso, in particolare, intende formare specialisti della

preparazione, vendita e sommini-strazione del prodotto enogastro-nomico. Il corso si articolerà in moduli dedicati alla conoscenza e alla pratica della lingua inglese, all’hospitality, sicurezza e nor-mativa, comunicazione e vendita, organizzazione e gestione e, infi ne, cucina e cultura gastronomica. Nello specifi co, il corso intende far conoscere i prodotti gastronomici di qualità e selezionare il fornito-re migliore, preparare un menu tipico, abbinarvi i vini giusti per una degustazione turistica valoriz-zando la storia dei prodotti tipici enogastronomici, il loro mercato e promuoverli attraverso i principali canali di vendita online sui mercati internazionali. Maggiori informa-zioni sul corso sono disponibili al link: http://bit.ly/Food-Beverage-Specialist

Entro il 10 aprile è possibile iscri-

versi al master in Enviromental risk assessment and management orga-nizzato da Cineas. Il master, giunto quest’anno alla decima edizione, si pone come obiettivo quello di formare professionisti nella gestione del rischio ambien-tale. Nello specifi co, il master si sviluppa in 80 ore che si svolgeranno, ogni venerdì, dal 21 aprile al 30 giugno 2016 al Politecnico di Milano. Il corso è organizzato in moduli che

approfondiscono le diverse tipologie di rischio ambientale (suolo, aria e acqua), affrontano i profi li giuridici, illustrano le principali coperture assi-curative e propongono una rassegna delle tecniche di

bonifi ca, con una serie di casi pratici esemplifi cativi. Il master si rivolge a professionisti di imprese industriali, compagnie di assicurazione, società

di brokeraggio, studi legali, società di consulenza e aziende di bonifi ca e ripristino. Per iscriversi e avere maggiori informazioni, consultare il sito internet: www.cineas.it.

Aiaf fi nancial school arricchisce l’offerta formativa di marzo con due corsi brevi rivolti a chi opera in tutte le funzioni aziendali, negli studi professionali e in banche e assicu-

razioni. In particolare, si tratta dei corsi in Interpretazione e analisi di bilancio che si terrà il 14 e 15 marzo a Milano e che intende fornire gli

strumenti per una corretta analisi e interpretazione del bilancio; a questo corso si affi anca quello in Ge-stione del portafoglio che si propone di fornire elementi per una corretta gestione di portafogli fi nanziari, sia di privati che di clientela isti-tuzionale, e si svolgerà il a Milano 21 e il 22 marzo. Durante il corso verranno, inol-tre, descritti i principali ap-procci alla gestione e i fondamenti del controllo del rischio e della valutazione della performance; completa il corso una introdu-zione all’utilizzo degli strumenti derivati. Le lezioni proposte da Aiaf Financial School avranno

un’impostazione non solo teorica, ma anche operativa. Attraverso eser-citazioni pratiche, presentazioni di case study e riferimenti all’esperien-za diretta dei docenti (responsabili di aziende, professionisti e consu-lenti) i partecipanti acquisiranno le competenze pratiche per operare in maniera adeguata nell’attuale contesto di mercato. Per informa-zioni su iscrizioni, costi, modalità

e dettagli sugli argomenti trattati è possibile consultare il sito web dell’associazione: www.aiaf.it

Comincia il 3 marzo il master breve in Diritto delle successio-ni organizzato da Cammino (Camera nazionale avvocati per la famiglia e i minorenni) a Roma. Il corso, che si svolgerà dal 3 marzo con la lezione su famiglia e successioni mortis causa e si concluderà il 26 maggio con una lezione su suc-cessioni e donazioni nel diritto

tributario, per 12 venerdì consecu-tivi, si pone come obiettivo di per-mettere all’avvocato che si occupa di relazioni familiari di conoscere approfonditamente il diritto delle successioni, per accompagnare gli assistiti nelle relative questioni sempre più intricate ed articolate

in un mondo nel quale non c’è più solo una famiglia a persona, ma sempre più spesso una pluralità di famiglie con pluralità di fi gli. La società italiana invecchia, ci si sposa sempre meno, ma succede che ci si sposi con persone diverse. E comunque succede sempre più frequentemente che si facciano più fi gli con persone diverse. Società liquida con diritto delle successio-ni rigido: come orientarsi? Come consigliare? A queste domande il master intende fornire una rispo-sta. Per iscriversi e per avere mag-giori informazioni sul programma, occorre consultare il sito internet: www.cammino.org.

CORSI & MASTER

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49Lunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 FebbraioL’ I N C H I E S TAIl rapporto sull’economia italiana elaborato dall’Ocse punta il dito sullo skill mismatch

Lavoratori bocciati in ingleseCompetenze scarse o inadeguate per l’attività svolta

Pagina a curaDI SABRINA IADAROLA

Italiani bocciati dall’Oc-se: competenze scarse o comunque poco adeguate a soddisfare le esigenze

del mercato del lavoro. Ecco cosa ostacola in Italia l’au-mento delle retribuzioni e l’incremento del benesse-re. Nel rapporto elaborato dall’Organizzazione parigi-na sull’economia italiana, il cosiddetto «skill mismatch» è uno dei punti critici. Il 12% dei lavoratori italiani risulta sovraqualificato in competenze linguistiche, perché non in grado di uti-l i z z a r e c o m p l e -t a m e n t e le proprie competen-ze lingui-s t i c h e e le proprie c a p a c i t à sul lavoro. N e l l ’ 8 % d e i c a s i è i n v e c e sottoqua-l i f i c a t o , poiché non in possesso del-le competenze normalmen-te necessarie al lavoro che svolge. Percentuali che su-perano le medie europee ri-spettivamente del 10% (per i sovraqualificati) e del 4% (per i sottoqualificati). Il dato rattrista ma in fondo non sorprende. Basta guar-dare i dati elaborati dal si-stema informativo Excelsior di Unioncamere in collabo-razione con il Ministero del lavoro, che fotografano l’in-contro domanda-offerta nel nostro Paese. Un’assunzione su cinque tra quelle che le

imprese hanno in program-ma nei primi tre mesi del 2017 può comportare diffi-coltà a reperire personale adeguato. Un problema che sembrava si stesse superan-do (nel 2016 ha interessato il 12% delle assunzioni to-tali), che invece nel settore privato torna alla ribalta. Le imprese hanno necessità di profili qualificati (pari al 22% del totale delle assun-zioni programmate contro il 17% nel 2016). Tecnici, ad esempio, ai quali le im-prese destinano il 15% del-le assunzioni in programma tra gennaio e marzo. Il 40% delle assunzioni previste ri-

guarderà figure intermedie (15% per i profili impiegati-zi e 25% per quelli del com-mercio e dei servizi), il 24% operai e solo nel 13% dei casi personale non qualifica-to. Le maggiori difficoltà di reperimento, secondo Excel-sior, riguardano professioni specialistiche (40%), tecni-che (quasi il 30% del totale) e operai specializzati (25%). Al top di questa graduato-ria si trovano ingegneri, ar-chitetti e figure assimilate, difficili da reperire nel 56% dei casi, a cui seguono i di-rigenti (53%), gli specialisti

in scienze fisiche e naturali (49%), gli specialisti della salute (46%) e gli speciali-sti in scienze economiche e gestionali di impresa (41%). Come per le difficoltà di re-perimento, anche la richie-sta di esperienza, è deter-minante in 66 casi su 100 e aumenta con l’avanzare del livello professionale richie-sto. Quote molto elevate, attorno al 76-77% del tota-le, vengono segnalate dalle imprese delle costruzioni, dei servizi dei media e della comunicazione e dei servizi turistici e della ristorazio-ne. L’esperienza insomma conta: già nel percorso for-

mativo bisogna effettuare una pratica diret-ta del contesto d’impresa. Un aspetto, que-sto, sul quale la riforma della scuola intervie-ne introducen-do in maniera s t r u t t u r a l e negli istituti tecnici e nei licei periodi di

alternanza tra scuola e la-voro. Per cercare di ridurre questo gap, Unioncamere e Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) hanno siglato un protocollo d’intesa in cui si impegna-no a progettare e sviluppa-re applicazioni in grado di informare utenti e operatori dei centri per l’impiego sulle opportunità di lavoro, sulle imprese ad alta potenzia-lità occupazionale, e di of-frire guide personalizzate on line sull’orientamento formativo.

La didattica delle com-

petenze è spesso descritta come una moda importata dal mondo anglosassone. In realtà, il nesso fra il cono-scere e l’agire è un tratto importante della tradizio-ne del pensiero occiden-tale. Pensiamo alle figure tradizionali dei «sapienti» antichi: la filosofia, e più in generale la cultura, non nascono forse come tensione ad un conoscere, che non è mai fine a se stesso, ma è sempre finalizzato ad agire come cittadino di una po-lis, e dunque come soggetto consapevole e responsabi-le? Soggetto consapevole, responsabile e soprattut-to potenziale lavoratore, e motore della società. Più del sapere o del fare singolar-mente, in sostanza conta per chi deve assumere il «saper fare». Il Jobs act e la Buo-na scuola, scrivono i tecnici Ocse, «vanno nella giusta direzione». Vi sono segnali importanti di miglioramen-to nella qualità dell’inse-gnamento. I quindicenni italiani in lettura, matema-tica e scienze progrediscono più velocemente rispetto ai coetanei europei. Ma è sul livello di competenze medio, ancora insufficiente, che bisogna investire. L’Italia potrebbe incrementare il proprio livello di produtti-vità lavorativa del 10% se riducesse il livello di dispa-rità all’interno di ciascun settore al livello corrispon-dente alle migliori pratiche dell’Ocse (Adalet McGowan e Andrews 2015). Dunque, la direzione è segnata ma per gli italiani c’è ancora da lavorare. O meglio da impa-rare, prima di poter (sperare di) lavorare.

Lingue straniere, competenze sociali, gestione d’équipe o le-adership, organizzazio-ne, e ancora finanza e budget, negoziazione, informatica, ricerca e sviluppo. Ecco la top ten delle soft skills, ossia delle competenze trasversali spesso più ricercate nel mondo del lavoro. In Italia e all’estero.

Che vedono inciam-pare i giovani italiani proprio sulla cono-scenza delle lingue straniere, a partire dall’inglese.

L’incompetenza lin-guistica degli italiani sull’inglese, Ocse a parte, è conferma-ta anche da Adp che si occupa di Risorse umane.

Dalla ricerca su «La forza del lavoro in Eu-ropa», se da un lato il lavoro dei sogni, per un italiano su tre, è all’estero (in Germa-nia), dall’altro la co-noscenza della lingua è chiaramente un fattore determinante. Tra gli italiani alla domanda «per che tipo di com-petenze e formazione senti di necessitare di aiuto», il 29,1% ha ri-sposto «linguistiche», il 24,4% vorrebbe au-mentare le proprie competenze nell’It, il 23,5% nell’utilizzo di nuovi dispositivi e tecnologie.

Tre intervistati su dieci, dunque, desi-derosi di espatriare e consapevoli dei propri limiti di comunicazio-ne. «In Italia», spiega Nicola Uva, diretto-re marketing di Adp, «è forte la voglia di un’esperienza di lavo-ro all’estero, ma que-sto non deve per forza essere considerato da un punto di vista ne-gativo. Certo, l’emi-grazione dei talenti è data sicuramente in parte dalla mancanza di buone opportunità nel nostro Paese, ma dall’altro lato fa parte di un normale proces-so di crescita che coin-volge tutta l’Europa». Risultato: impari l’in-glese chi può, se vuol trovare più facilmente lavoro, in Italia e so-prattutto all’estero.

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Soft skillnecessarie

Lo skill mismatch in Europa

Fonte: Calcoli OCSE che utilizzano i dati del “Survey of Adults Skills (PIAAC) 2012

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50 Lunedì 27 Febbraio 2017 P E R C O R S IFigura chiave nelle banche d’affari, servono doti commerciali e qualità imprenditoriali

Filo diretto tra banca e clienteUn unico consulente per coordinare l’attività di marketing

DI ROBERT HASSAN

È la fi gura chiave in una banca d’affari, è l’inter-locutore unico dell’im-prenditore che gli per-

mette con un’unica relazione di essere costantemente ag-giornato su tutti i servizi of-ferti dal gruppo bancario, è di supporto alla realizzazione dei progetti aziendali: si trat-ta del consulente preposto al coordinamento dell’attività di marketing in collegamento con i responsabili di prodot-to nei confronti dei maggio-ri clienti. Si occupa in modo specifi co della valutazione del merito creditizio dell’azienda, ma segue anche in generale la relazione a 360 gradi con la clientela corporate. Attua i piani di sviluppo concordati col responsabile del centro imprese e supporta il clien-te nell’esame delle migliori opportunità e nella scelta di strumenti adatti a migliora-re la struttura finanziaria dell’impresa. Gestisce inol-tre in autonomia le posizioni di competenza, esaminando costantemente l’andamento del profi lo di rischio del por-tafoglio gestito. Abbina alla stabilità nella relazione con l’impresa elevate competenze professionali che gli derivano dall’esperienza pluriennale a contatto con le aziende. Le mansioni di questo consulen-te vanno dunque dall’investi-mento dei risparmi del cliente fi no ad arrivare alla necessi-tà di fi nanziare gli acquisti o al concetto di protezione dai rischi personali o del nucleo familiare anche in ottica di lungo periodo. Si tratta di un nuovo approccio che sconfi na in quello di educazione fi nan-ziaria, necessaria a navigare nelle acque talvolta agitate di un mercato che negli ultimi anni ha richiesto disciplina, metodo e diversifi cazione del rischio. L’obiettivo deve essere di affi ancare il proprio clien-te nelle scelte importanti. In questo senso il circolo virtuo-so deve partire generalmente dalla capacita di analizzare e mappare le esigenze fi nanzia-rie del cliente e prevedere dei momenti periodici di verifi ca della rispondenza dei prodotti e servizi a quelle esigenze.

L’evoluzione di questo ruolo dunque va sempre più nella direzione della consulenza qualificata su tematiche di fi nanza ordinaria e straordi-naria, corporate governance, risk management, amplia-mento dei mercati in ottica di crescita delle aziende clienti. Questa fi gura opera sul mer-cato garantendo alla clien-tela corporate un’assistenza personalizzata e sviluppando il portafoglio clienti coope-rando con la filiale titolare dei rapporti. La sua retribu-zione lorda annua si aggira

mediamente tra i 60 mila e i 150 mila euro più un bonus dell’ordine del 30-50%.

La competenza sia tecni-ca sia relazionale è il driver fondamentale per ottenere e mantenere un livello mol-to alto di professionalità. La formazione di questa fi gura è quindi un elemento fon-damentale, anche in tempi in cui il sistema sta andan-do verso una riduzione dei costi. Per quanto riguarda l’approccio al cliente, questi devono poter scegliere il ca-nale migliore attraverso cui relazionarsi con la banca, sia online ma anche di persona, potendo contare su un consu-lente dedicato sempre dispo-nibile a incontrarli dove più comodo, senza vincoli presta-biliti, anche nel loro uffi cio o a casa, nei giorni e negli orari a preferiti. La tecnologia sarà comunque fondamentale in entrambi i casi per poter ren-dere agile ed effi ciente il dia-logo tra banca e cliente. L’at-titudine principale che deve sviluppare questa fi gura è la grande capacità di ascolto e di

tradurre poi le informazioni ricevute in una proposizione commerciale in linea con le esigenze del cliente.

Al fi ne di rappresentare un punto centrale di contatto con il cliente, è un ruolo che deve avere un’otti-ma conoscenza delle dinami-che economi-che per poter assistere nella maniera più professionale il cliente nel-le sue scelte e deve inoltre possedere solide basi di analisi fi nanziaria. Per poter indirizzare le scelte del cliente verso la soluzione più appropriata, questo consu-lente deve possedere qualità imprenditoriali, in quanto è responsabile dello sviluppo del business con un porta-foglio clienti: deve sapere coordinare le risorse dispo-nibili verso la clientela nella maniera più effi ciente, privi-legiando alcune scelte verso altre. La clientela tende ad

apprezzare questo approc-cio, in quanto permette ai senior delle aziende di cre-are un rapporto continuati-vo con una persona centrale che coordina ed esegue. È un

profi lo che deve quindi ave-re una buona conoscenza dei prodotti bancari e fi nanzia-ri, buone doti commerciali e una laurea in materie eco-nomiche o giuridiche.

La diffi coltà del suo ruolo cresce con la complessità e l’innovazione che contraddi-stinguono l’offerta di prodot-ti e servizi fi nanziari. Può contare sul supporto di tut-ti gli specialisti di prodotto della struttura sempre più specializzati, ma deve co-

munque essere in grado di dialogare in prima battuta con i clienti su argomenti molto differenti, come il cor-porate fi nance, l’equity capi-tal market, la securitization, la fi nanza strutturata che va dall’acquisition finance al project fi nance.

I professionisti più ricer-cati sono quelli che vantano una relazione consolidata con il maggior numero di clienti e che sono in grado di spostare il loro portafoglio da un istituto all’altro. Le aziende, anche nell’universo delle piccole-medie impre-se, si trovano ad affrontare complessità via via crescen-ti. Per questo chiedono, da una lato, che la banca cono-sca il loro business e le loro prospettive e dall’altro una forte capacità di problem solving.

«Il marketing nel settore bancario è cambiato in modo significativo negli ultimi anni a fronte da una parte delle mutazioni del merca-to, per esempio il progres-

sivo accorpamento degli istituti di cre-dito, dall’altra par-te dell’evoluzione dei comportamenti del cliente che è più informato ma an-che più diffi dente e sospettoso», spiega Anna Zinola, docen-te di psicologia del marketing all’Uni-

versità di Pavia. «Per que-sto oggi l’area marketing deve avere competenze non solo di prodotto ma anche di branding. Deve, dunque sa-per articolare l’identità del brand e saperla comunicare in modo chiaro. Ovviamente giocano qui un ruolo fonda-mentale gli strumenti digi-tali (sito web, app, social me-dia), che sono il principale, se non talora l’unico, mezzo di contatto tra la banca e il cliente», conclude Zinola.

Per moltissimi professionisti e in sva-riate situazioni lavorative il saper contrattare e negoziare sono, oggi, competenze imprescindibili al fine di risolvere disaccordi o di raggiungere un obiettivo comune.Il miglior compromesso tra le parti non è sempre facile da ottenere in quanto implica la necessità di assumersi la responsabilità di una decisione e la capacità di rispondere in modo coe-rente e non aggressivo alla contropar-te. Spesso, il saper negoziare diventa un’autentica necessità nel mondo del business e delle relazioni lavorative in genere, dal momento che lo scontro fa-vorisce un’inutile dispersione di ener-gie e che le scelte coercitive, sovente, non conducono ai risultati sperati

(l’interlocutore, sentendosi minacciato, comincia a sua volta ad infierire).Accade, talvolta, che siamo proprio noi stessi il primo vero ostacolo alla contrattazione, soprattutto quando si sia abituati a competere e a prevalere sull’altro. Il conflitto o la fuga derivano da una nostra (a volte erronea) visione della controparte che ci porta a reagire in modo immediato, facendo prevalere l’emotività, senza valutare i bisogni la-tenti e gli interessi che si celino dietro la posizione di chi ci stia di fronte.Andranno, al contrario, considerati i «problemi» del proprio interlocutore in termini di «mezzi» necessari per risolvere i propri problemi e dovran-no essere rispettate le differenze tra le parti in gioco, ricercando soluzioni

articolate che le soddisfino nella loro totalità.Un abile negoziatore, inoltre, saprà considerare l’esistenza di percezioni soggettive in grado di alterare la real-tà e, partendo da un tale presupposto, saprà mantenersi il più neutrale pos-sibile nel gestire la trattativa, limitan-do le insidie derivanti da pregiudizi in-fondati. L’arrivare al tavolo avendo già elaborato proposte sui possibili temi di discussione, lo stabilire priorità e il mostrarsi flessibili nel gestire i propri spazi negoziali e i propri punti di vi-sta saranno, infine, ulteriori elementi favorevoli nell’ottenimento di risultati soddisfacenti.

Angelo [email protected]

STRATEGIE DI LAVORO

Trattative vincenti

L’identikit

Mansioni principali Competenze Retribuzione lorda annua

Coordina l’attività di marke-ting, della consulenza e dei servizi in collegamento con i responsabili di prodotto nei confronti dei maggiori clienti

Deve possedere solide basi di analisi i nanziaria e deve avere esperienza in gestio-ne di clientela corporate

Tra i 60.000 e i 150.000 euro

Supporta il cliente nella scelta di strumenti e solu-zioni adatti a migliorare la struttura i nanziaria dell’im-presa

Deve avere un’ottima co-noscenza delle dinamiche economiche per poter as-sistere nella maniera più professionale il cliente nelle sue scelte

Bonus dell’ordine del 30-50 per cento

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51Lunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 Febbraio 2017A Z I E N D EL’apertura a marzo. Ricercato anche personale per la ristorazione

In 700 nell’Outlet villageAddetti alle vendite per il nuovo mall di Torino

Pagina a curaDI LAURA ROTA

Con un’architettura unica e di impatto e una gamma di servizi di alto livello, Torino

Outlet village sorgerà a 10 mi-nuti di auto dal centro di To-rino, confi gurandosi come un polo di attrazione per lo shop-ping della clientela italiana e internazionale, con oltre 100 negozi dedicati a brand di lus-so, più bar e ristora-zione. L’in-vestimento è di Arcus Real Esta-te, la divisione immobiliare del gruppo Percassi. L’aper-tura è prevista per fi ne marzo e si è uffi cialmente aperta la campagna di recruiting, che porterà all’inserimento di 600/700 fi gure professionali. I profili richiesti sono 200 store manager e vice store manager, 400 addetti vendi-te, più marketing manager, magazzinieri, baristi, opera-tori della ristorazione, addetti

alle pulizie e alla sicurezza e altre fi gure tipicamente im-piegate all’interno di un cen-tro commerciale. Alle perso-ne a contatto con il pubblico è richiesta la conoscenza di alcune delle seguenti lingue: inglese, francese, russo, cine-se, arabo o spagnolo, di cui i candidati devono indicare il grado di conoscenza.

Una prima selezione si è già conclusa nei mesi scor-si, per individuare 400 gio-

vani disoccupati under 35 residenti nel territorio, che hanno partecipato a un per-corso formativo realizzato in collaborazione con il comune di Settimo Torinese, Enaip Piemonte e Città Metropoli-tana. «I candidati», afferma il direttore Ezio Bertolotto, «hanno acquisito competenze che possono spendere sia per l’outlet di Settimo che per al-tri possibili lavori». Gli aspi-

ranti commessi sono, infatti, andati a lezione di vendita e gestione del cliente, ma anche di inglese commerciale. Questi giovani e tutti gli interessati a lavorare nel Torino Outlet village possono inserire il cur-riculum in un apposito data-base creato per raccogliere le candidature, che sarà messo a disposizione delle aziende che apriranno un punto vendita nella struttura, che potranno utilizzarlo per selezionare il

personale da assumere. Si tratta di un progetto im-

ponente, che occuperà un’area di circa 50 mila metri qua-drati, con due livelli, di cui il primo adibito ai parcheggi con più di 2 mila posti auto e il secondo riservato allo shopping center e avrà un bacino di utenza di oltre 18 milioni di visitatori, per cui richiederà un organico ingen-te per far fronte alla gestione

e al funzionamento di tutta l’area commerciale. Inoltre, i visitatori potranno godere di numerose prestazioni per-sonalizzate quali valet par-king, personal shopper, hand free shopping, spedizione a domicilio e acquisti su ap-puntamento. Per permettere uno shopping rilassato, Tori-no Outlet village offrirà an-che un’ottima ristorazione e un’area bambini attrezzata. Infi ne, per chi desidera farsi

coccolare an-che durante una giornata di acquisti, saranno pre-viste un’area

dedicata al benessere e al be-auty e una business lounge di ultima generazione. Gli in-teressati possono candidarsi scrivendo all’indirizzo mail [email protected], indicando i propri dati anagrafi ci e allegando il curriculum in formato pdf. Per ulteriori informazioni si può consultare il sito http://www.arcusrealestate.com/torino-outlet-village/.

Più di 75 nuove agenzie entro il 2018 in aggiunta alle 24 aperte in due anni e 150 posti di lavoro. È que-sto l’obiettivo di Accord Soluzione Debiti Spa, azien-da di consulenza organizzata in franchising che si occupa di trovare una soluzione per privati o aziende con problemi di pignoramento, nei casi di immobili messi a garanzia. L’azienda seleziona attentamente i suoi professionisti, ai quali sono richieste esperien-za nelle operazioni immobiliari, doti di leadership, voglia di fare, capacità di networking e di vendita, contrattazione e mediazione. Gran parte del valore di un’azienda viene dalle persone. Per questo Accord forma i pro-fessionisti che inten-dono aprire un’agenzia con un cor-so sull’ope-r a t i v i t à dell’affi lia-to e propo-ne periodicamente corsi di formazione nel settore immobiliare. Nel nostro paese il problema dei crediti incagliati, i cosiddetti non performing loans (npl), è rilevante: si calcola in 360 miliardi di euro il totale dei crediti deteriorati degli istituti di credito, di cui 200 miliardi di mutui non pagati. Accord risolve il problema attraverso una logica win-win che soddisfa tutti i soggetti implicati. Le agenzie forniscono la strategia per trovare un accordo tra debitori e cre-ditori, cercando un nuovo acquirente per l’immobile oggetto di procedura esecutiva e liberandolo da ogni gravame.

«Il servizio accontenta tutti», spiega Antonio Le-one, fondatore di Accord e ideatore del metodo sol-ving estate utilizzato dal franchising, «la casa viene venduta sul mercato, al debitore vengono cancellati i debiti, il creditore recupera il credito ed è soddi-sfatto. Tra i segreti del nostro successo, c’è anche la rapidità». Se vi è capienza, al debitore si offre una nuova casa in locazione, prepagando per 1 o 2 anni il fi tto. Per candidarsi, collegarsi al sito www.accordsoluzionedebiti.com.

Centocinquanta postinelle agenzie Accord

Aeroviaggi, con circa 9.700 posti letto e 72,8 milioni di euro di fatturato 2015, primo tour operator per ri-cettività in Sicilia e Sardegna e una tra le principali società siciliane per fatturato, cerca 200 animatori di età tra i 18 e i 30 anni, dinamici, dotati di capacità relazionali e di carattere estroverso e propositivo,

al primo im-piego o con esperienza da 1 a 3 anni a contatto con il pubbli-co e buona conoscenza del francese. Per i giovani

privi di esperienza è previsto uno stage formati-vo d’animazione gratuito di due settimane, che si terrà nel mese di marzo in una delle strutture di Sciaccamare. Aeroviaggi cerca inoltre 40 hostess tra i 18 e i 25 anni, laureate in lingue o diplomate al liceo lingui-stico, con ottima conoscenza della lingua francese, bella presenza, anche senza esperienza. Ai candidati selezionati verrà proposto un contratto a tempo de-terminato di 6-8 mesi, in vista di un’eventuale assun-zione a tempo indeterminato. La società propone a clienti europei e, in particolare, italiani e francesi un’offerta innovativa e integrata, comprendente trasporto aereo, trasferimenti, soggiorno, attività ricreative e possibilità di tour organizzati, composta da 15 confortevoli strutture alberghiere collocate in località di mare di Sicilia e Sardegna, gestite diretta-mente o di proprietà di Aeroviaggi. Con sede legale a Milano e direzione generale e amministrativa a Palermo, ha uffi ci a Parigi e in Sardegna. Occupa in modo stabile circa 100 persone e, nel periodo aprile-ottobre, altre 1.000 si aggiungono nel set-tore alberghiero. Gli interessati possono inviare il curriculum a Aeroviaggi, uffi cio risorse umane, c.a. Ettore Mariscalco, via La Lumia 11, Palermo o via e-mail a [email protected] (per ricevi-mento, sala, cucina e hostess) oppure a [email protected] (per il settore animazione).

Aeroviaggi cerca200 animatori

Alpitour, operante nel settore dei tour operator, ricerca addetti ai servizi al-berghieri, addetti booking a Milano e Torino, profi lo commerciale a Roma, ana-lista programmatore J2ee a Torino, capi ricevimento e responsabili food & beve-rage per villaggi in Italia e all’estero. Offre inoltre a laureandi e neolaureati uno stage di almeno tre mesi con formazione on the job sul mondo del turismo. Curriculum al sito www.gruppoalpitour.it, lavora con noi.

Eismann, multinazio-nale specializzata nella vendita a domicilio di prodotti alimentari surge-lati, seleziona sales trainer nelle province di Varese, Bologna, Alessandria, Bre-scia, Pavia, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Verona, Lodi, Piacenza, Rovigo, Treviso, Prato, Firenze, Mantova, Arezzo, Lucca, Padova, Vicenza, Belluno, Monza-Brianza, con di-ploma o laurea; incaricati di vendita per varie sedi del territorio. Candidarsi a www.eismann.it, lavora con noi.

Mirko Ronzoni, il gio-vane chef noto per aver vinto la seconda edizione del programma tv Hell’s Kitchen, seleziona lo staff per un nuovo ristorante che aprirà in giugno a Berga-mo. La ricerca è rivolta a personale di cucina, food lovers, veri appassionati del cibo, anche senza espe-rienza. Gli interessati pos-sono candidarsi inviando una mail di presentazione con curriculum all’e-mail [email protected].

Il Gruppo Digitale cerca, in collaborazione con la rete Eures, 100 fotografi dai 18 ai 35 anni, disponibili almeno tre mesi, con cono-scenza delle lingue inglese o francese e attitudine al lavoro in team, che saranno inseriti in villaggi turistici nella prossima stagione estiva. Gli interessati pos-sono compilare il form al sito https://ilgruppo-digitale.intervieweb.it/, lavora con noi, allegando una foto recente entro il 28 febbraio.

WikiRe, società specia-lizzata nella fornitura di servizi informatici nel settore immobiliare, per re-alizzare i piani di crescita per il 2017, cerca 2 fi gure per l’area It a Milano, preferibilmente con laurea in informatica e cono-scenza dell’inglese e delle principali tecnologie e fra-mework applicativi; 4 per marketing&sales esperte e motivate in Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia-Romagna. Curriculum con fototessera all’indirizzo [email protected].

NEWS

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52 Lunedì 27 Febbraio 2017 S C E N A R ILe differenze di salario per livello di istruzione evidenziate nel JP Salary Outlook 2017

Il diploma batte la laurea breveCon il titolo triennale stipendio più basso di 470 euro

DI GABRIELE VENTURA

Con la laurea breve si guadagna meno che col diploma di scuola superiore. I lavorato-

ri in possesso di una laurea triennale percepiscono infatti una retribuzione media pari a 29.411 euro l’anno, mentre coloro che hanno conseguito un diploma hanno un reddi-to lavorativo di 29.891 euro. Non solo. La differenza tra la laurea quinquennale e quella breve, in termini di Ral 2016, è di oltre 12 mila euro l’anno. È quanto emerge, tra l’altro, dal Jp Salary Outlook 2017, studio dell’Osservatorio Job-Pricing su base semestrale con le evidenze del mercato retributivo italiano e dei cam-biamenti in atto. Per quanto riguarda le differenze di sa-lario per livello di istruzione, la Ral media dei laureati è di 39.743 euro, m e n t r e quella dei non lau-

reati d i

27.782 euro, con uno scosta-mento pari al 43%. In par-ticolare, emerge una netta differenza retributiva tra i lavoratori che hanno termi-nato un percorso di studi di laurea almeno quinquenna-le e coloro che invece si sono fermati alla laurea breve o non si sono laureati: la prima categoria presenta una Ral media superiore ai 41 mila euro lordi annui, la seconda non arriva mediamente ai 30 mila euro. La differenza tra le categorie di laureati e non si assottiglia spostando l’analisi sull’inquadramento professio-nale: solamente fra i dirigenti esiste infatti una differenza media di quasi 9 mila euro fra i laureati e i non laureati (6,5%), mentre la distanza fra gli impiegati (circa 1.200 euro in valore assoluto), non è così netta. Non c’è invece alcuna differenza tra i quadri, mentre è leggermente negativa tra gli operai. Dall’indagine emerge che la differenza retributiva alla base del titolo di studio

conseguito non si valorizza tanto all’interno dello stesso inquadramento professionale, quanto con la maggiore possi-bilità di ambire a una qualifi -ca manageriale. Tra i non lau-reati, infatti, solo il 3% occupa una posizione apicale, mentre fra i laureati la percentua-le sale al 25%: un laureato su quattro è almeno quadro, mentre solo tre non laureati su cento diventano quadro o dirigente. Nel dettaglio, il 42% di coloro che sono in possesso di un dottorato di ricerca è di-rigente o quadro, percentuale che scende al 39% per il ma-ster di secondo livello, al 28% per la laurea magistrale, al 27% per il master di primo li-vello e solo al 5% per la laurea triennale. Andando ad analiz-zare i trend delle retribuzioni tra il 2015 e il 2016, emerge che i non laureati hanno be-nefi ciato di un aumento del Ral, in media, del 2,4%, men-tre i laureati di solo lo 0,6%. Vi sono in particolare alcuni livelli di istruzione a cui è

associato un trend positivo e superiore anche ai due punti percentuali, come il diploma di qualifi ca professionale, la laurea breve e il master di I livello. Analizzando le sin-gole qualifi che si può invece notare come i trend siano

maggiormente differenziati. I trend più signifi cativi sono tra i dirigenti, quadri e operai a lavoratori con la sola scuo-la dell’obbligo, mentre tra gli impiegati il trend più eleva-to colpisce i lavoratori con un master di primo livello.

Autore - Luigi Maz-zottaTitolo - IN META! - Il Rugby per le squadre aziendaliCasa editrice - Gueri-ni Next Editore, 2017, pagg. 208Prezzo - Euro 20Argomento - Il testo of-fre la singolare ed origi-nale esperienza vissuta da oltre 1.800 persone, che, nell’arco di sette anni, quasi tutte senza aver mai toccato prima

una palla ovale, hanno partecipato al format di-dattico Outdoor Rugby, proposto loro come me-todologia analogica di formazione aziendale. Si tratta di persone molto diverse tra di loro per età, sesso, professionalità, competenze, motiva-zione. Un certo giorno della loro vita di lavoro o di studio hanno preso la strada che li portava verso un campo da rugby, invitati a un’inusuale esperienza di formazione. Il libro sviluppa questo racconto esperienziale, composto da parti «tecni-che», a disposizione del formatore, integrate da una sommaria descrizione delle caratteristiche principali del rugby, intercalate da dieci narrazio-ni analogiche, che evidenziano una serie di ponti tra l’esperienza sportiva e quella organizzativa. Interessanti sono le sette testimonianze di chi ha vissuto questa opportunità. In appendice, oltre ad un’utile bibliografia, stimola la curiosità l’elenco di film, di opere teatrali, di documentari, collega-ti con i temi trattati, di cui vengono presentate efficaci brevi sintesi. La nona narrazione analo-gica del testo è relativa al cosiddetto Terzo Tempo del Rugby o della Conivivialità, in cui, terminata la partita, i giocatori delle squadre, i familiari e spesso anche i tifosi si ritrovano per mangiare e bere insieme. Dal fischio dell’arbitro in poi si passa all’accoglienza, alla festa, all’amicizia, alla gioia di stare insieme, che costituisce l’aspetto educativo e valoriale di questo sport, rilevante come modello anche sul piano sociale.

Autore - Francesco GiorginoTitolo - GIORNA-LISMI E SOCIETÀ - Informazione, politica, economia e culturaCasa editrice - Mon-dadori Università Edi-tore, 2017, pagg. 486Prezzo - Euro 32Argomento - L’obietti-vo del volume è quello di passare in rassegna, con un approccio ana-litico e al tempo stesso

critico, le principali questioni che riguardano uno dei temi centrali dell’informazione, la produzione di notizie (newsmaking), e inoltre i vecchi e i nuo-vi modelli di giornalismo. I quattro capitoli del libro, dopo il primo dedicato a giornalismi, notizia, notiziabilità, approfondiscono i rapporti tra l’in-formazione e la politica, l’economia e la cultura. Viene proposta una rifl essione contemporanea sui valori, sui fattori e sui criteri di selezione delle notizie, sul loro trattamento, sulla gerar-chizzazione alla quale sono sottoposte, sulle con-seguenze sugli individui e sulla collettività, sulla segnalazione dei nuovi trend dell’informazione in un contesto in continua trasformazione anche per effetto della multimedialità e della rivoluzio-ne digitale. Interessante l’approfondimento sul concetto di mediazione giornalistica, che diventa media-azione, quindi azione mediatica, che pro-duce effetti a livello sociale e che segue fasi ben precise: dall’osservazione alla lettura della realtà, dall’interpretazione alla sua descrizione. Nume-rosi sono gli interrogativi posti sui vati temi, ai quali l’autore fornisce le risposte nel testo, ricer-cando un compromesso fra l’osservazione diretta sul campo e il contributo teorico noto su questi argomenti. In questo modo le problematiche vengono collegate agli indirizzi più recenti della sociologia della comunicazione e del giornalismo, di cui viene sottolineata la sua funzione sociale in presenza di profondi e continui cambiamenti nella società in questa fase storica.

Autore - Emanuele Maria SacchiTitolo - VENDERE È UNA SCIENZA - dalla vita non otterrai quello che ti meriti, ma quello che saprai negoziareCasa editrice - Fran-coAngeli Editore, 2017, pagg. 328Prezzo - Euro 22Argomento - L’autore trasferisce nel testo una forte carica motivazio-nale per chi vuole impe-

gnarsi professionalmente come venditore. Il linguag-gio divulgativo è improntato ad una spinta costante verso la positività dell’azione e la necessaria capa-cità di rifl essione prima di esporsi con espressioni infelici nei confronti dei clienti. Vengono quindi date delle regole (10 regole d’oro) per ottenere i migliori risultati nella negoziazione competitiva, ognuna delle quali viene spiegata, commentata, completata da frasi esemplifi cative sul piano comportamenta-le. Sono raccomandazioni basate sul buonsenso e sull’esperienza, che possono essere di aiuto ad un giovane venditore, che si deve ancora attrezzare per affrontare con grinta interiore ed abilità relazionale la diffi cile sfi da della vendita e della persuasione del cliente. L’esposizione degli argomenti scivola veloce nel testo e imposta un rapporto diretto con il lettore, sottoponendolo di tanto in tanto a riscontri e verifi che personali, utilizzando semplici test ai quali rispondere, i cui risultati vengono commentati in chiave didattica e formativa. Naturalmente, tutto ciò è il derivato della consolidata e variegata espe-rienza professionale dell’autore, che si propone, al termine del libro di avere una persona più pronta, convinta e attrezzata per svolgere al meglio il lavo-ro del venditore. Il libro è privo di un’introduzione, sostituita da una suggestiva sequenza fotografi ca di tipo naturalistico e poetico per esaltare l’unicità e l’irrepetibilità di ciascuno di noi. L’autore conclu-de auspicando che ogni lettore possa migliorare il mondo con i propri valori.

a cura di Pietro Scardillo

Autore Luigi Maz Autore Francesco Autore Emanuele

Strumenti di lavoro

associato un trend positivo e maggiormente differenziati

Le differenze per titolo

Fonte: JP Salary Outlook 2017

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53Lunedì 27 Febbraio 2017Lunedì 27 Febbraio 201IL PROFESSIONISTA

Alessandro Beux, alla guida della Federazione dei collegi dei tecnici sanitari e di radiologia medica

Il lato nascosto della tecnologiaIn sanità afi nché uno strumento possa essere messo al servizio della collettivitàè necessario che sia valutato attentamente da chi un domani dovrà usarlo

DI BEATRICE MIGLIORINI

Il regista Antonio Celestini è solito ri-petere che «all’ospedale tutti diventano poveri. Perché sono padroni solo della malattia che si portano addosso». C’è

chi, però, dall’ospedale è uscito arricchito di un sogno o, meglio, di un progetto di vita. Qualcuno che vedendo giorno dopo giorno la propria madre lavorare a un certo punto si è reso conto di voler far parte di quel mondo compatibilmente per le proprie in-clinazioni. È il caso di Alessandro Beux, presidente della Federazione nazionale dei collegi dei tecnici sanitari di radiologia me-dica dal 2011, ovvero di quei professionisti che effettuano radiografi e, esami Tc, di ri-sonanza magnetica, di medicina nucleare e radiotrattamenti. Classe 1969, torinese nell’anima e per fede calcistica, padre di famiglia, il percorso professionale di Beux affonda le sue radici nelle ore passate ad aspettare che la madre, infermiera nel reparto di radioterapia, finisse di lavorare. «Negli anni passati ad osservare e conoscere il lavoro di mia mamma», ha raccontato a ItaliaOggi Sette Beux, «ho avuto modo di entra-re in contatto con quelli che, poi, sarebbero dive-nuti colleghi. Col tempo queste persone mi hanno fatto conoscere alcuni degli aspetti più caratteristici della professione di tecni-co radiologo e hanno contributo alla nasci-ta della mia passione per la professione». Trovata la vocazione è poi arrivato il per-corso triennale di formazione che ha porta-to Beux a lavorare nella prima metà degli anni 90 a Moncalieri e, successivamente, a Torino. Ed è proprio tornando nella cit-tà natia che ha iniziato ad interessarsi ad un altro aspetto della professione, ovvero quello dell’Hta, cioè della valutazione e svi-luppo delle tecnologie che poi i professio-nisti dovranno poter utilizzare. Scelta che lo ha portato «dal 2008 al 2011 a lavorare presso l’Agenzia regionale dei servizi sa-

nitari del Piemonte», ha raccontato Beux, «un organismo tecnico scientifi co a sup-porto dell’assessorato attraverso il quale venivano valutate le tecnologie innovative richieste dai clinici». Una dedizione totale quella di Beux per la professione che lo ha portato fi n da subito a prestare la propria opera per la categoria. «La scelta di dedicarmi fi n dall’inizio del mio percorso alla categoria», ha racconta-to il numero uno dei tecnici di radiologia italiani, «nasce dalla consapevolezza che quello sarebbe stato l’unico modo che avrei mai avuto per fare qualcosa di concreto per una collettività più ampia rispetto a quella con la quale mi confrontavo quotidiana-mente. Prima di approdare alla Federazio-ne nazionale, quindi, sono stato presidente del collegio di Torino-Aosta. Un’esperienza che mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con realtà anche al di fuori del territorio piemontese». Ed è proprio dal

contatto costante col terri-torio che è nata in Beux la consapevolezza che uno dei temi centrali per la valoriz-zazione della professione di tecnico radiologo è la forma-zione. «Affinché la nostra professione trovi la giusta autorevolezza», ha spiegato il presidente, «è necessario che sia fatta una valutazione cri-

tica dei percorsi universitari e che le istitu-zioni accolgano i nostri suggerimenti per migliorarli. Altro tema, poi, è quello legale. La professione di tecnico-radiologo, infatti, tocca molti profi li giuridici e medico-legali che, come per tutto l’ambito sanitario, sono fondamentali. Infi ne», ha precisato Beux, «un altro profi lo è quello inerente i modelli organizzativi e il modo in cui l’evoluzione tecnologica li modifi ca.Affi nché le tecnologie possano essere sfrut-tate al meglio nel nostro settore è fonda-mentale che siano affi ancate anche da una buona organizzazione che permetta di valorizzare le risorse umane che di quelle stesse tecnologie dovranno utilizzare». Una visione della professione chiara quella del

presi-dente d e i tecni-

ci di radiologia che, col tempo, ha avuto modo di trovare soddisfazione attraverso la categoria. «Ne-gli ultimi anni ho notato», ha precisato Beux, «un c r e s c e n t e senso di ap-partenenza tra i colle-ghi. Siamo circa 28 mila iscritti che stanno sem-pre di più p r o v a n d o a fare rete in modo da dare la pos-sibilità alle eccellenze del settore di emergere e di presta-re la pro-pria opera al servizio della collettività. Ora», ha con-cluso, «non resta che lavorare per consolidare questo percorso in modo da valorizzare le potenzia-lità del gruppo profes-sionale e lavorare sulla qualità».

NOME

Alessandro BeuxNATO A

TorinoIL

10 giugno 1969PROFESSIONEDiplomato tecnico sanitario di radiologia

medica nel 1993, completa il per-corso di formazione nel 2004 conse-guendo prima la Laurea in Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia e, successivamente, la laurea specialistica in Professioni sanitarie tecnico-diagnostiche. Inizia ad esercitare alla metà degli anni 90 maturando una esperienza ultra-

decennale in ambito ospedaliero. Da sempre dedito alla categoria, dopo anni di militanza sul territorio nel colle-gio di categoria, ap-proda alla presidenza del Collegio nazionale nel 2011.

Chi è Alessandro Beux• Sportivo a fasi alterne, per un periodo ha scelto di girare in bicicletta le isole del Mediterraneo• Lettore eclettico e dedito ai saggi, tra gli autori che lo appassionano Zygmunt Bauman• Calcioi lo nell’anima, il suo cuore batte i n dall’infanzia e indefessamente per il Torino• Viaggiatore appassionato, tra le mete che mancano all’appello le meravigliose steppe della Mongolia • Amante dell’aria aperta ama seguire sua i glia nelle gare di canottaggio anche lungo il i ume Po

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31/12/16 31/12/16 31/12/16 31/12/16 31/12/16 31/12/16100 Proventi da investimenti A 108.267.948 12.826.808 8.434.816 4.545.589 10.387.040 5.318.873101 Interessi su titoli di Stato in euro 72.606.949 9.428.452 5.870.150 2.860.124 7.315.606 4.916.182102 Interessi su titoli di Stato in valuta103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 34.031.673 3.183.212 2.564.666 1.197.860 2.819.342 84.584104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 2.279.401 215.144 65.115 174.992 39.236106 Dividendi su azioni in valuta107 Redditi degli investimenti immobiliari 177.999 1.742 34.450150 Altre tipologie di proventi: (650.075) 244.490 75.358 244.422151 di cui: Interessi e altri proventi netti su altre attività (650.075) 244.490 75.358 244.422200 Utili/perdite da realizzi B (7.586.034) 60.977 (62.976) 1.308.013 147.881 79.019201 Titoli di Stato in euro (14.761) (102.346) 1.531.045 38.015 834.978202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro (3.211.989) 67.749 41.682 (152.847) (101.405 ) (11.029)204 Titoli obbligazionari non quotati in euro205 Titoli obbligazionari quotati in valuta206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta207 Titoli azionari quotati in euro 7.329.433 9.746 (69.170) 213.042 330208 Titoli azionari non quotati in euro209 Titoli azionari in valuta quotati210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili212 Cambi250 Altre tipologie di utili/perdite (11.703.478) (1.757) (2.312) (1.015) (1.770) (745.261)251 di cui: Utili/perdite su altre attività inanziarie (11.703.478) (1.757) (2.312) (1.015) (1.770) (745.261)300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C 284.065400 Risultato inanziario lordo A+B+C 100.965.979 12.887.785 8.371.840 5.853.602 10.534.921 5.397.891500 Spese di revisione contabile D 63.937 6.268 2.626 5.624 3.559600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E 47.311 24 1.015 669 164700 Risultato inanziario netto A+B+C-D-E 100.854.731 12.881.493 8.371.840 5.849.960 10.528.629 5.394.168800 Giacenza media delle attività investite 2.986.101.147 279.986.021 266.631.882 106.054.893 249.790.056 134.188.420TASSO MEDIO DI RENDIMENTO RELATIVO AL PERIODO DI OSSERVAZIONE 3,38 4,60 3,14 5,52 4,21 4,02

TASSI MEDI DI RENDIMENTO REALIZZATI NEL PERIODO DI OSSERVAZIONE *GESTIRIV

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da 01/02/2015 a 31/01/2016 3,82 4,92 3,75 4,63 4,48 4,10da 01/03/2015 a 29/02/2016 3,78 4,91 3,71 4,63 4,48 4,08da 01/04/2015 a 31/03/2016 3,71 4,88 3,63 4,61 4,45 4,07da 01/05/2015 a 30/04/2016 3,65 4,87 3,55 4,49 4,44 4,04da 01/06/2015 a 31/05/2016 3,56 4,84 3,51 5,58 4,38 4,03da 01/07/2015 a 30/06/2016 3,52 4,78 3,43 5,54 4,43 4,05da 01/08/2015 a 31/07/2016 3,44 4,73 3,38 5,53 4,39 4,04da 01/09/2015 a 31/08/2016 3,37 4,72 3,33 5,61 4,36 4,06da 01/10/2015 a 30/09/2016 3,38 4,70 3,28 5,62 4,33 4,05da 01/11/2015 a 31/10/2016 3,35 4,65 3,24 5,61 4,31 4,04da 01/12/2015 a 30/11/2016 3,36 4,63 3,18 5,60 4,26 4,05da 01/01/2016 a 31/12/2016 3,38 4,60 3,14 5,52 4,21 4,02

31/12/16 31/12/15 31/12/16 31/12/15 31/12/16 31/12/15 31/12/16 31/12/15 31/12/16 31/12/15 31/12/16 31/12/15Riserve matematiche 3.103.137.184 2.893.577.956 298.256.648 290.387.582 299.487.893 249.022.794 104.219.583 106.707.375 269.460.968 253.463.613 120.573.542 131.094.212

Riserve matematiche relative a contratti stipulati

con le controparti di cui all’articolo 5 del

Regolamento Isvap n 25/2008 3

Premi del periodo di osservazione relativi a

contratti stipulati con le controparti di cui

all’articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008 4

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione,

relativi a contratti stipulati con le controparti di cui

all’articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008 5

AXA ASSICURAZIONI SPA

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLE GESTIONI SEPARATE IN EURO

RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLE GESTIONI SEPARATE IN EURO

All. B - Periodo di osservazione: 1 Gennaio 2016 / 31 Dicembre 2016 - Pubblicazione ai sensi del Regolamento ISVAP n. 35 (importi da libro mastro*). Gestioni Separate certiicate da PricewaterhouseCoopers SpA

All. A - Periodo di osservazione: 1 Gennaio 2016 / 31 Dicembre 2016 - Pubblicazione ai sensi del Regolamento ISVAP n. 35. Gestioni Separate certiicate da PricewaterhouseCoopers SpA

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2017

*al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Reg. ISVAP n. 38, nell’apposita sezione del libro mastro.

CODICE IMPRESA 037

3 da compilare solo se l’importo è maggiore dell’1% del totale delle riserve matematiche - 4 da compilare solo se l’importo è maggiore dell’1% del totale dei premi del periodo di osservazione - 5 da compilare solo se l’importo è maggiore dell’1% degli oneri relativi a sinistri sostenuti nel periodo di osservazione

* da compilare nei casi previsti all’art 11 del Regolamento

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AXA ASSICURAZIONI S.p.A. - Sede Legale e Direzione Generale: Corso Como 17, 20154 Milano - Italia - Tel. (+39) 02 480841 - Fax (+39) 02 48084331 - PEC: [email protected] Sociale € 211.168.625 interamente versato - Uficio del Registro delle Imprese di Milano C. F. e P. I.V.A. n. 00902170018 - Numero R.E.A. della C.C.I.A.A. di Milano n. 1576311 - Direzione e coordinamento di AXA MEDITERRANEAN HOLDING SAU ai sensi dell’art. 2497 bis C.C. - Iscrizione Albo Imprese IVASS n. 1.00025 - Capogruppo del gruppo assicurativo AXA ITALIA iscritto all’Albo Gruppi IVASS con il n. 041 - Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni con Decreto del Ministero dell’industria, del commercio e dell’artigianato del 31 dicembre 1935 - (Gazzetta Uficiale del 9 aprile 1936 n. 83)

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55Lunedì 27 Febbraio 2017 LPROFESSIONISTI IN CRESCITA

Tridico direttore corporate & external affairs Icbpi-Cartasi

L’Istituto Centrale delle Banche Po-polari Italiane S.p.A. («ICBPI»), leader italiano nel settore dei servizi finanzia-ri, della monetica e dei pagamenti, ha nominato Saverio Tridico direttore cor-porate and external affairs del Grup-po ICBPI - CartaSi. Tridico riporterà a Paolo Bertoluzzo, amministratore delegato di ICBPI e CartaSi, e avrà l’in-carico di rappresentare l’Istituto presso il Governo, le Autorità e altri organi-smi istituzionali, nonché di assicurare il supporto legale e regolamentare alle attività del gruppo. In precedenza, Tri-dico ha ricoperto il ruolo di direttore public & legal affairs in Vodafone Ita-lia, nel cui ambito ha rivestito diversi ruoli di crescente responsabilità, fino a far parte del Comitato esecutivo e del Consiglio di amministrazione della so-cietà. Ha iniziato la sua carriera come Avvocato presso primari studi legali internazionali e ha avuto esperienze di rilievo, in Italia e all’estero, in im-portanti realtà aziendali quali Eni e Autogrill. A diretto riporto di Tridico fa contestualmente il suo ingresso in ICBPI anche Daniele de Sanctis in qua-lità di responsabile external communi-cations & media relations. A lui faranno capo anche le attività di comunicazione interna e di gestione degli eventi. De Sanctis, avvocato, ha iniziato la sua

carriera professionale come giornali-sta presso le redazioni di ItaliaOggi e MF. Ha avuto esperienze in importanti società italiane, quali il gruppo petro-lifero Api, in cui ha ricoperto il ruolo di responsabile della comunicazione, e in Vodafone Italia e Tele2.

Massimiliano Prato nominatocoo di Casta Diva group

Casta Diva Group, multinazionale attiva nel settore della comunicazione quotata su AIM Italia, annuncia l’in-gresso nel team di Massimiliano Pra-to in qualità di chief operating offi cer. Nato a Milano nel 1975, Massimiliano Prato si laurea in comunicazione e im-mediatamente dopo inizia la sua car-riera in Clip Television (parte di Film Master Group), per proseguire poi in Mediaset, DPR Eventi, Euphon, Poste Italiane, Jakala Events e Alessandro Rosso Group.

Tre ingressi in Grant Thornton i nancial advisory service

Alessandro Leone e Renato Sesana en-trano nel team di Grant Thornton Fi-nancial Advisory Services, la società di Bernoni Grant Thornton che fornisce i servizi di advisory. I due nuovi partner portano la loro pluriennale esperien-za nel settore del business risk ser-

vices maturata in Synapse Advisors. Contribuiranno così così ad ampliare e arricchire la già consolidata offerta della società guidata dal ceo Stefano Salvadeo. Nel team arriva anche Stefa-no Marchetti. Con una decennale espe-rienza maturata in PwC Italy come Di-rector del team Transaction Services e un’esperienza negli uffi ci di Londra della multinazionale, Marchetti porta in GT FAS le sue competenze in ambito M&A, Transaction e Strategy.

Luigi Uccella guidale risorse umane di Amgen

Luigi Uccella è il nuovo responsabile delle Risorse umane di Amgen, multi-nazionale americana leader nelle bio-tecnologie, e in questo ruolo entra a far parte del Comitato di direzione. Qua-rantenne, inizia la sua carriera nel set-tore dei Medical Device quindici anni fa in Guidant Italia, dove si trova a gestire la fusione con Boston Scientific avvenu-ta nel 2006. La sua esperienza prosegue in Abbott Laboratories occupandosi di selezione, formazione e gestione delle risorse umane e supportando l’avvio della sede di Milano per la divisione va-scolare. Nel 2008 entra in Amgen. Il suo percorso di sviluppo è caratterizzato da ruoli di crescente responsabilità, anche a livello internazionale. Lo scorso anno, ha ricoperto l’incarico di Hr operations manager per Europa, Turchia e Paesi

del Medio Oriente e Africa (TMEA) e dell’area Asia Pacifico (JAPAC) pres-so la filiale olandese con sede a Bre-da. Nato a Napoli nel ’76, è laureato in Giurisprudenza e ha conseguito un Executive MBA alla SDA Bocconi.

Jean Raby ceo di Natixis global asset management

Jean Raby è il nuovo ceo di Natixis Global Asset Management e assume la guida delle attività di Asset Ma-nagement, Private Banking e Private Equity di Natixis. Raby ha iniziato nel 1989 la sua carriera di avvocato Cor-porate presso lo studio legale Sullivan & Cromwell, nelle sedi di New York e Parigi. Nel 1996 ha fatto il suo ingresso in Goldman Sachs a Parigi, nella di-visione dell’Investment Banking. Nel 2004 è stato promosso partner e nel 2006 è diventato co-ceo di IBD in Fran-cia, Belgio e Lussemburgo (diventando sole ceo nel 2009), assumendo anche la carica di capo dell’ufficio di Parigi di Goldman Sachs. Nel 2011 è diventato co-ceo per le attività di Goldman Sachs in Russia. Nel 2013, Raby è entrato in Alcatel-Lucent, in qualità di executive vice president e chief financial & legal officer e come membro del Management Committee e del comitato esecutivo. Nel 2016 ha assunto la carica di chief financial officer e membro del comitato esecutivo di SFR.

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Le gestioni separate di AXA Interlife S.p.A. sono state certiicate dalla Società di Revisione PricewaterhouseCoopers SpA PUBBLICAZIONE AI SENSI DEL REGOLAMENTO ISVAP N. 35 DEL 26 MAGGIO 2010

AXA INTERLIFE S.p.A. - Sede Legale: Corso Como 17, 20154 Milano - Italia - Tel. (+39) 02 480841 - Fax (+39) 02 48084331 - PEC: [email protected] Sociale € 50.644.945 i.v. - Uficio del Registro delle Imprese di Milano e C.F. n. 05220300015 - P. I.V.A. n. 12950190152 - Numero R.E.A. della C.C.I.A.A. di Milano n. 1596118 - Società per azioni con socio unico - Direzione e coordinamento di AXA Assicurazioni S.p.A. ai sensi dell’art. 2497 bis C.C. - Iscrizione Albo Imprese IVASS n. 1.00065 - Appartenente al gruppo assicurativo AXA ITALIA iscritto all’Albo Gruppi IVASS con il n. 041 - Impresa autorizzata all’esercizio delle assicurazioni sulla vita con Decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 12 ottobre 1987 n. 17254 - (G.U. del 16 ottobre 1987 n. 242)

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE DELLE GESTIONI SEPARATE IN EURO RENDICONTO RIEPILOGATIVO DELLE GESTIONI SEPARATE IN EUROAll. B - Periodo di osservazione: 1 Gennaio 2016 / 31 Dicembre 2016 All. A - Periodo di osservazione: 1 Gennaio 2016 / 31 Dicembre 2016

INTERLIFE

Codice

Gestione

305

31/12/16 31/12/15100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito isso 289.581.954 269.276.795101 BTP 150.921.758 134.376.007103 Altri titoli di Stato emessi in euro 34.792.592 27.374.930104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro 103.867.604 107.525.858200 Titoli di capitale:300 Altre attività patrimoniali 7.134.893 407.594301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR 4.882.737 146.914304 Strumenti derivati305 Liquidità 2.252.156 259.962350 Altre tipologie di attività: 718351 di cui: Crediti verso propri agenti355 REBATE 718400 Passività patrimoniali (5.765) (5.550)401 Debiti per spese di revisione contabile (5.765) (5.550)1000 Saldo attività della gestione separata 296.711.082 269.678.839Riserve matematiche 300.170.277 274.489.330

Riserve matematiche 300.170.277 274.489.330

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008 3

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008 4

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’articolo 5 del Regolamento Isvap n 25/2008 5

INTERLIFE

Codice

Gestione

305

100 Proventi da investimenti A 10.211.183101 Interessi su titoli di Stato in euro 6.966.897103 Interessi su titoli obbligazionari in euro 3.244.286105 Dividendi su azioni in euro200 Utili/perdite da realizzi B (3.651)203 Titoli obbligazionari quotati in euro (1.853)207 Titoli azionari quotati in euro250 Altre tipologie di utili/perdite (1.797)251 di cui: Utili/perdite su altre attività inanziarie (1.797)300 Retrocessione di commissioni e altre utilità C400 Risultato inanziario lordo A+B+C 10.207.533500 Spese di revisione contabile D 5.765600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività E700 Risultato inanziario netto A+B+C-D-E 10.201.768800 Giacenza media delle attività investite 286.188.785TASSO MEDIO DI RENDIMENTO RELATIVO AL PERIODO DI OSSERVAZIONE 3,56TASSI MEDI DI RENDIMENTO REALIZZATI NEL PERIODO DI OSSERVAZIONE *da 01/02/2015 a 31/01/2016 3,75da 01/03/2015 a 29/02/2016 3,76da 01/04/2015 a 31/03/2016 3,75da 01/05/2015 a 30/04/2016 3,75da 01/06/2015 a 31/05/2016 3,79da 01/07/2015 a 30/06/2016 3,77da 01/08/2015 a 31/07/2016 3,73da 01/09/2015 a 31/08/2016 3,68da 01/10/2015 a 30/09/2016 3,66da 01/11/2015 a 31/10/2016 3,62da 01/12/2015 a 30/11/2016 3,59da 01/01/2016 a 31/12/2016 3,56

Andrea Chiap-poni è stato no-minato direttore della business unit Large Ac-count di Italiaon-line. Classe 1973, laureato in inge-gneria gestionale al Politecnico di Milano, una lun-ga esperienza consulenziale in McKinsey, Chiap-poni proviene da Google, dove ha ricoperto il ruolo strategico di re-sponsabile global partnerships per l’Italia. All’azien-da di Mountain View Chiapponi è

arrivato da The Real Face, la so-cietà da lui fon-data di servizi in ambito Web mar-keting e di cui è stato chairman e ceo fi no al 2015. In precedenza, Chiapponi è sta-to managing di-rector del gruppo internazionale Noemalife e per 4 anni, dal 2007 al 2011, manager del gruppo 24 Ore, dove è stato il responsabile di

System 24, la concessionaria di ad-vertising del gruppo.

Andrea Chiapponi in Italiaonline

vices maturata in Synapse Advisors del Medio Oriente e Africa (TMEA) e

Alberto Bal-dan è stato designato am-ministratore delegato di Grandi Stazioni Retail. Baldan sarà cooptato nel consiglio di amministrazio-ne e dall’estate sarà effettivo nel suo nuovo incarico. Bal-dan vanta gran-de esperienza nel settore retail, dove ha ricoperto ruo-li chiave all’interno del Gruppo Pam, Gruppo Auchan e il Gruppo

PPR. Dal 2007 a laRinascente, ne è diventato amministrato-re delegato nel 2012. Durante il suo mandato a laRinascente ha rafforzato con successo il business e ha aggiunto alla sua signifi cati-va esperienza anche lo svilup-po immobilia-re, guidando il processo per la prossima aper-

tura del nuovo fl agship store di oltre 20 mila mq a Roma.

Baldan a.d. Grandi stazioni retail

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56 Lunedì 27 Febbraio 2017 PROFESSIONISTI IN CRESCITA

Gli studi coinvolti nell’integrazione tra Fiamme Hitachi Chemical

Si è conclusa l’acquisizione da parte di Hitachi Chemical di una partecipazione di maggioranza (51%) in Fiamm Energy Technolo-gy, la NewCo nata in seguito alla separazione dal Gruppo Fiamm del business delle batterie automotive e delle batterie industriali con tec-nologia al piombo. Il Gruppo Fiamm riterrà il restante 49% delle azioni. Hitachi Chemical è stata assistita da un team integrato composto da BonelliErede e dal primario studio giapponese Mori Hamada & Matsu-moto. Il team di BonelliErede è stato coordinato dal partner Umberto Ni-codano con la collaborazione dell’of counsel Stefania Lucchetti e della senior associate Raissa Iussig. Lo studio legale internazionale Gian-ni, Origoni, Grippo, Cappelli & Part-ners ha assisto Fiamm S.p.A. con un team guidato dai partner Gabriella Covino e Dario Pozzi e dall’associa-te Lavinia Bertini. I profi li antitrust dell’operazione sono stati curati dai partner Piero Fattori e Matteo Pa-dellaro. Goldman Sachs, in qualità di advisor fi nanziario, ha assistito Fiamm spa nell’operazione.

Pavia e Ansaldo e Gatti Pavesi Bianchi nel passaggio di moto.it

Lo studio Pavia e Ansaldo, con Marina Balzano, Giulio Asquini e Dario Rovelli ha assistito Crèdit Agricole Cariparma spa nella nego-ziazione e perfezionamento dell’ope-razione che ha portato all’acquisto dell’intero capitale sociale di Crm srl, società attiva nei settori IT e automotive e titolare dei domini

moto.it, il più importante portale nazionale relativo al settore moto-ciclistico attivo dal 1997, e automoto.it, «quotidiano dell’auto» online dal

2011 e in forte e costante crescita. L’acquirente è stato assistito in tut-te le fasi dell’operazione dallo studio Gatti Pavesi Bianchi con Franco Ba-rucci e Dario Prestamburgo per gli aspetti corporate ed m&a e da un team composto da Andrea Limongel-li e Piera Iovino per i profi li banking. Lo studio Hogan Lovells ha assistito il venditore con Luca Picone e Marti-na Di Nicola. Gli aspetti fi scali sono stati curati dallo studio Tremonti Romagnoli Piccardi con Cristiano Caumont Caimi, Stefania Trezzini e Gianni Aprile.

BonelliErede ha assistito Trenitalia Uk nell’acquisizione di Nxet

BonelliErede ha assistito Tre-nitalia Uk nel perfezionamento dell’accordo con National Express Group Plc per l’acquisizione da par-

te di Trenitalia della totalità delle azioni della società Nxet (National Express Essex Thameside), ge-

store della concessione C2C (City to Coast) per i collegamenti tra la città di Londra e Shoesburyness, nella regione del South Essex. La formalizzazione dell’acquisizione è avvenuta a seguito del consenso ottenuto dal Ministero dei trasporti britannico. BonelliErede ha agito al fi anco di Trenitalia Uk con un team guidato da Massimiliano Danus-so, managing partner della sede di Londra e composto dall’of counsel Helen Roberts e dal senior counsel Gianpaolo Garofalo. Il partner Clau-dio Tesauro e il managing associate Leonardo Armati hanno curato i pro-fi li antitrust dell’operazione. Con il team di BonelliErede ha collaborato un team della law fi rm britannica Stephenson Harwood guidato dal socio Tammy Samuel. Ashurst LLP ha assistito National Express Group mentre lo studio Eversheds Suther-land ha assistito il Ministero dei Trasporti Uk.

Ashurst e L&B nell’acquisizione di Tre Solar

Lo studio legale internazionale Ashurst ha assistito Ardian nell’ac-quisizione delle quote rimanenti in Tre Solar (35%) da Tozzi Green. Con questo investimento, Ardian Infrastructure diventa socio unico di Tre Solar (ridenominata 3 New), piattaforma di energia rinnovabile creata nel 2011 in joint venture con Tozzi Green. 3 New è proprietaria di impianti di energia rinnovabile da fonte solare, eolica, idroelettrica e biomassa per una potenza comples-siva di 462 MW, ed è una delle più grandi società del genere in Europa.

Il team di Ashurst è stato guidato dal partner Carloandrea Meacci e ha incluso la senior associate Anna-maria Pinzuti e l’associate Edoardo Bononi. Tozzi Green è stata assistita da L&B Partners con il partner Mi-chele Di Terlizzi e gli avvocati Giu-seppe Candela e Paolo Pisani.

Hogan Lovells con Dana Incorporated nell’operazione con il gruppo Brevini

Lo studio legale Hogan Lovells ha assistito Dana Incorporated nell’ac-quisizione dell’80% di Brevini Fluid Power spa e di Brevini Power Tran-smission spa da Brevini Group spa. L’operazione si è conclusa il 1° feb-braio scorso. In base agli accordi,

Dana Incorporated ha un’opzione per l’acquisto del restante 20% entro il 2020. Il valore dell’operazione, su base 100%, è di 325 milioni di euro comprensivo dell’indebitamento netto di circa 100 milioni di euro. Il team internazionale di Hogan Lovells ha visto coinvolti professio-nisti delle proprie sedi in Germa-nia, Francia, Paesi Bassi, Messico e Cina, coordinati dai soci italiani di Corporate M&A Leah Dunlop e Francesco Stella, con il supporto dei senior associate Fabio Cavaglia, Simone Cucurachi e Nicoletta Spi-

Allen & Overy ha assistito Banca Imi e UniCredit, che hanno agito in quali-tà di relevant dealers, con riferimento all’emissione di un titolo obbligazionario in dollari statunitensi, con tasso da fi sso a variabile e durata di sette anni, da parte della Banca Europea per gli Investimen-ti. I titoli, per un ammontare nominale complessivo pari a Usd 296.186.000, sono negoziabili sul mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo. Sarà inol-tre presentata domanda di ammissione del bond alla negoziazione su EuroTLX, un sistema di trading multilaterale ge-stito da EuroTLX SIM spa. Il team di Al-len & Overy che ha assistito le banche è stato guidato dai partner Craig Byrne e Cristiano Tommasi (nella foto), coadiuvati dagli associate Alessandro Laurito ed Elisabetta Rapisarda.

Allen & Overy con le banche per il bond Bei in dollari Usa

Marina Balzano

Carloandrea Meacci

Massimiliano Danusso

Leah Dunlop

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57Lunedì 27 Febbraio 2017

naci e dei professionisti dei team di Intellectual Property, Employment, Commercial, Public Law, Banking, Real Estate e Litigation. Brevini Group spa è stata assistita dallo Studio Legale Sutich Barbieri Sutich in persona del socio Giorgio Barbieri e degli associate Alessandro Nironi Ferraroni e Mario Varchetta.

Nctm advisor legaledel progetto l agship factory di Sanpellegrino

Nctm Studio Legale è stato scel-to come advisor legale per il pro-getto di realizzazione della nuova fl agship factory dell’acqua minerale S.Pellegrino appartenente al gruppo Sanpellegrino, azienda di riferimen-to in Italia nel campo del beverage non alcolico. Si tratta di un’opera-zione che prevede il completo rifaci-mento dello stabilimento sito a San Pellegrino Terme, senza interferire con la produzione, con un’architet-tura iconica e rappresentativa del marchio, per un costo investimento stimato di 90 milioni di euro. Il team di Nctm seguirà l’azienda in tutte le fasi del progetto, dalla fase pre-liminare di ideazione, all’iter per le autorizzazioni amministrative, alla realizzazione della nuova struttura. Nctm Studio Legale assiste Sanpel-legrino con un team composto da Luigi Croce, Ada Lucia De Cesaris e Christian Mocellin coadiuvati da Alessandro Vespa.

Gattai Minoli Agostinelli & partners si rafforza nel regulatory

Si rafforza il processo di crescita dello studio Gattai Minoli Agostinelli & partners che amplia ulteriormente i servizi offerti alla clientela aprendo il nuovo dipartimento di regulatory con l’ingresso di Fabio Saccone con la qualifica di junior partner. Saccone proviene dallo studio Cle-ary Gottlieb dove ha lavorato dal 2012. Ha maturato una signifi cativa esperienza nell’assistenza a clienti italiani ed internazionali in relazio-

ne a operazioni straordinarie lega-te ai settori regolamentati, nonché fornendo consulenza su tematiche regolamentari, tra cui corporate go-vernance, banking, servizi fi nanziari e servizi di pagamento, con un ampio focus sull’area della compliance. Con

il nuovo ingresso salgono a 25 i soci dello studio.

R&P Legal con Simmetrico per i padiglioni di Expo 2017 in Kazakistan

Lo studio legale R&P Legal ha as-sistito «Simmetrico» nella defi nizio-ne dei contratti per realizzazione del padiglione del Principato di Monaco e di una parte del padiglione del Ka-zakistan all’Expo che sarà organizza-to ad Astana nel 2017. Con un team composto dal socio Stefano Zonca e dall’associate Stefano Chiarva,

R&P Legal ha assistito Simmetrico nella negoziazione dei contratti di appalto con i committenti nonché delle relative garanzie bancarie. Il valore complessivo delle commesse

per Simmetrico ammonta a circa 11 milioni di dollari.

Si rafforza il team i scale di Mercanti Dorio con l’ingresso di Andreoni

Walter Andreoni, dottore commer-

cialista, entra a far parte del dipar-timento fi scale dello Studio Mercanti Dorio e Associati, associazione pro-fessionale con sede a Verona, Milano, Lugano. Andreoni, che proviene dal-lo studio Maisto e Associati, ha alle spalle una significativa esperienza professionale in ambito sia nazionale sia internazionale. Le sue aree di spe-cializzazione sono la fi scalità interna-zionale, i prezzi di trasferimento e il reddito d’impresa.

Gabriele Ventura

m di t

Gattai Minoli Agostinelli il nuovo ingresso salgono a 25 i socid ll t di

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AVVISO DI GARA PER ESTRATTO

Con Deliberazione n. 194/2017 del 09/02/2017 è stata indetta GARA A PROCEDURA APERTA:

FORNITURA DI N°160 LETTI CON MOVIMENTAZIONI ELETTRICHE E POSIZIONE CARDIOLOGIA OCCORRENTI ALLE DIVERSE SS.CC. DELL’A.O.U. CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO IMPORTO COMPLESSIVO €. 388.500,00, ONERI FISCALI ESCLUSI; La documentazione di gara è disponibile sul sito internet http://www.cittadellasalute.to.it Il plico contenente le offerte dovrà essere trasmesso all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino - Ufficio Protocollo – Corso Bramante 88– 10126 Torino, entro e non oltre il termine perentorio delle ORE 12.00 DEL

GIORNO 03/04/2017.La prima seduta pubblica avrà luogo presso la Sala Riunioni, II piano, P.O. Molinette via Nizza 138 10126 Torino alle ORE 09.30 DEL GIORNO 05/04/2017.Il bando di gara è stato trasmesso alla GUCE il 13/02/2017

IL RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTODott. Gianluigi BORMIDA

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RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: GESAV CODICE GESTIONE: 001PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

31.465.731.262 16.220.964.152 - 2.797.014.487 - 11.528.977.028 319.026.936 597.396.031 2.352.628 -

1.912.918.767 1.153.873.377 682.046.546 38.651.649 38.347.195 -

5.465.509.233 - 66.295.169 4.898.664.513 5.776.469 111.094.862 383.678.220 - 383.678.220 - - -

- - -

38.844.159.262

29.500.532.946 15.094.780.485 - 2.729.722.311 - 10.631.843.158 353.854.756 672.817.363 17.514.873 -

1.919.660.651 1.144.317.383 613.089.721 123.906.352 38.347.195 -

4.992.681.089 - 66.295.169 4.393.721.854 7.205.710 193.631.347 331.827.009 - 331.827.009 - - -

- - -

36.412.874.686

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

38.298.854.254

(*)

(*)

(*)

35.791.655.818

1.559.945.410

99.926.719

51.480.806

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

1.432.365.184 785.514.563 - 429.830.121 15.034.526 70.865.812 5.372.802 - 125.747.360 125.747.360

-25.976.048 49.576.500 - -3.910.603 -4.574.852 -7.306.898 - -68.240.516 -178.764 2.389.711 - - -4.484.744 10.754.118 10.754.118

865.465 1.407.254.601 359.309 939.111 1.405.956.180 38.159.059.214

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,68% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

3,78%3,81%3,78%3,75%3,74%3,74%3,73%3,73%3,67%3,63%3,61%3,68%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

GESAV

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: GESAV R.E. CODICE GESTIONE: 020PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

202.408.966 91.634.991 - 18.701.616 440.192 83.965.948 157.910 1.626.739 5.881.570 -

5.150.751 2.611.392 1.586.527 70.763 882.069 -

214.282.853 - - 206.412.130 42.374 93.239 7.735.110 - 7.735.110 - - -

- - -

421.842.570

213.632.401 94.913.962 - 19.389.493 439.971 90.549.232 157.852 2.300.321 5.881.570 -

5.645.689 3.177.093 1.586.527 - 882.069 -

232.688.222 - - 224.488.389 42.374 990.214 7.167.245 - 7.167.245 - - -

- - -

451.966.312

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

354.116.378

(*)

(*)

(*)

403.550.947

6.597.232

(*)

3.703

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

20.093.149 4.529.693 18.619 3.684.380 589.938 120.216 919 - 11.149.383 11.149.383

-1.254.555 27.186 - 104.349 - - - -626.104 - - - - -380.637 -379.348 -379.348

2.003 18.840.597 13.361 2.517 18.824.719 443.594.873

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,24% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

3,57%3,61%3,73%3,72%3,82%3,94%3,98%4,79%4,71%4,31%4,22%4,24%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

GESAV R.E.

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: GESAV GLOBAL CODICE GESTIONE: 021PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

4.431.260.155 1.750.019.429 - 368.068.744 54.916.662 2.204.650.649 8.665.101 43.292.731 1.646.839 -

131.847.832 114.104.310 12.314.766 5.428.756 - -

470.343.404 - - 138.682.454 - 331.660.950 - - - - - -

- - -

5.033.451.391

4.008.555.329 1.578.864.013 - 285.554.733 54.888.072 2.037.833.432 8.665.101 41.103.139 1.646.839 -

121.429.729 111.919.612 5.109.766 4.400.351 - -

280.273.479 - - 144.591.342 - 135.682.137 - - - - - -

- - -

4.410.258.537

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

5.118.082.644

(*)

(*)

(*)

4.417.333.645

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

178.027.718 83.833.549 2.186.445 79.068.767 553.841 6.355.521 259.865 - 5.769.731 5.769.731

193.488 -494.332 - -5.958 - - - 2.552.120 - 299.655 - - -2.157.997 - -

- 178.221.206 - 508.002 177.713.205 4.654.716.880

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,82% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

4,16%4,16%4,03%3,98%3,97%3,93%3,90%3,87%3,88%3,84%3,80%3,82%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

GESAV GLOBAL

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

098105098108105111103114

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RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: GENERALI SELECTED PORTFOLIO CODICE GESTIONE: 023PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

13.980.161 1.002.153 466.557 199.235 - 12.267.673 44.543 - - -

- - - - - -

328.743 - - - - 110.755 217.988 - 217.988 - - -

- - -

14.308.904

16.033.043 1.002.569 465.397 199.174 - 14.124.166 44.543 197.194 - -

- - - - - -

291.589 - - - - 92.928 198.661 - 198.661 - - -

- - -

16.324.632

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

12.011.912

(*)

(*)

(*)

13.695.120

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

685.773 68.002 - 615.229 2.513 - - - 28 28

5.950 - - 10.082 - - - - - - - - -4.132 - -

- 691.723 13.583 - 678.140 16.060.547

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,22% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

4,40%4,50%4,35%4,33%4,33%4,33%4,27%4,28%4,28%4,23%4,23%4,22%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

GENERALI SELECTED PORTFOLIO

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: PREVIR CODICE GESTIONE: 016PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

538.030.192 277.338.958 - 44.568.027 2.713.736 211.975.264 419.252 1.014.955 - -

6.538.615 6.477.886 - 60.729 - -

82.322.178 - - 81.496.947 95.332 729.899 - - - - - -

- - -

626.890.985

491.166.229 267.739.696 - 57.883.221 2.712.607 157.913.842 419.097 4.497.766 - -

6.515.726 6.457.601 - 58.125 - -

68.178.159 - - 62.047.223 95.332 6.035.604 - - - - - -

- - -

565.860.114

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

627.166.836

(*)

(*)

(*)

571.374.362

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

22.345.803 12.771.648 80.050 7.544.191 20.071 215.508 2.472 - 1.711.863 1.711.863

-61.815 -29.199 - 132.845 - - - -71.264 - -8.097 - - -85.501 -598 -598

26.668 22.310.656 13.361 1.357 22.295.938 601.918.315

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,70% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

3,89%3,92%3,88%3,82%3,81%3,77%3,75%3,75%3,80%3,71%3,70%3,70%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

PREVIR

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: RENDIGEN CODICE GESTIONE: 019PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

275.878.225 161.345.074 - 21.730.008 3.500.616 88.983.706 315.821 3.000 - -

730.324 677.313 - 53.011 - -

26.460.551 - - 23.785.977 31.771 386.077 2.256.726 - 2.256.726 - - -

- - -

303.069.100

268.408.576 158.359.869 1.329.576 17.052.709 3.499.096 86.447.327 315.704 1.404.295 - -

680.289 680.289 - - - -

18.828.580 - - 10.881.441 31.771 6.066.428 1.848.940 - 1.848.940 - - -

- - -

287.917.445

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

302.359.702

(*)

(*)

(*)

280.278.100

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

11.522.257 7.291.582 136.621 3.606.527 15.120 41.012 249 - 431.146 431.146

-15.656 -17.211 - 56.174 - - - 3.204 - - - - -58.065 242 242

2.003 11.508.604 13.361 394 11.494.850 298.659.789

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,85% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

4,02%4,05%4,01%3,99%3,99%3,96%3,95%3,92%3,91%3,89%3,87%3,85%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

RENDIGEN

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente

31/12/2015

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

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nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

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liaoggi.it

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RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: ROYAL FUND CODICE GESTIONE: 024PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

45.209.879 31.109.320 - 1.583.388 - 12.517.171 - - - -

- - - - - -

135.437 - - - - 20.229 115.208 - 115.208 - - -

- - -

45.345.316

47.464.427 31.771.797 - 1.682.166 - 13.510.564 - 499.900 - -

- - - - - -

181.457 - - - - 112.227 69.230 - 69.230 - - -

- - -

47.645.884

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

30.183.439

(*)

(*)

(*)

37.168.616

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

2.359.214 1.663.702 - 695.512 - - - - - -

85.547 240.693 - 57.291 -212.400 - - - - - - - - -37 -37

- 2.444.761 27.958 - 2.416.803 47.869.760

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 5,05% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

4,44%4,50%4,56%4,60%4,64%4,66%4,70%4,74%4,77%4,81%4,81%5,05%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

ROYAL FUND

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente 31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: ROYAL PLUS CODICE GESTIONE: 025PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

2.953.140 2.235.107 - 46.879 - 671.154 - - - -

72.973 72.973 - - - -

134.584 - - - - 134.584 - - - - - -

- - -

3.160.697

3.167.737 2.246.467 - 246.448 - 499.522 - 175.300 - -

123.695 123.695 - - - -

66.908 - - - - 66.908 - - - - - -

- - -

3.358.340

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

24.067

(*)

(*)

(*)

38.050

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

131.352 100.109 - 28.756 - 2.488 - - - -

-5.211 -17 - - - - - -5.194 - - - - - - -

- 126.141 27.958 46 98.138 3.294.795

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 2,98% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

2,37%2,38%2,52%2,34%2,32%2,31%2,34%2,22%2,20%2,18%2,20%2,98%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

ROYAL PLUS

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente 31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: RISPAV CODICE GESTIONE: 006PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidita’350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente 31/12/2015

2.146.736.384 1.327.020.723 - 220.014.761 6.292.413 562.930.446 23.994.106 5.301.859 1.182.076 -

33.495.490 21.469.773 11.145.705 243.814 636.198 -

316.403.119 - - 306.435.426 1.271.214 1.388.770 7.307.709 - 7.307.709 - - -

- - -

2.496.634.993

2.204.204.121 1.319.688.042 - 232.201.609 6.291.049 614.621.161 23.998.650 6.221.534 1.182.076 -

81.527.997 71.044.150 6.741.768 3.105.881 636.198 -

332.303.652 - - 315.138.362 1.271.214 12.040.458 3.853.618 - 3.853.618 - - -

- - -

2.618.035.770

valori in euro

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periododi osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

2.476.694.164

(*)

(*)

(*)

2.475.339.504

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

116.425.605 71.720.913 180.326 26.033.017 514.220 3.000.769 139.243 - 14.837.117 14.837.117

-3.626.347 741.076 - 1.779.772 -629.628 - - -4.141.096 -49.813 19.943 - - -601.790 -744.810 -744.810

76.637 112.875.895 27.958 57.833 112.790.104 2.589.051.041

Importi

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,36% Il rappresentante legale dell’impresa

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

4,22%4,36%4,41%4,37%4,37%4,36%4,35%4,34%4,32%4,29%4,28%4,36%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Importi da libro mastro 1

RISPAV

Alla chiusura del periodo

di osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente 31/12/2015

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente 31/12/2015

Alla chiusura del periodo di

osservazione precedente 31/12/2015

098105098108105111103114

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1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con lecontroparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

49.568.987

(*)

(*)

(*)

58.580.441

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

1.153.815 - 223.205 - 930.611 - - - - -

-141.750 - - - - -119.737 - - - - - - -22.013 - -

- 1.012.066 13.361 - 998.705 67.028.603

Importi

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidità350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

56.317.060 - - - 10.457.989 - 45.859.071 - - -

- - - - - -

956.393 - - - - 222.126 734.267 - 734.267 - - -

- - -

57.273.453

69.189.891 - - - 10.264.566 - 58.925.325 - - -

- - - - - -

889.386 - - - - 233.802 655.584 - 655.584 - - -

- - -

70.079.277

valori in euro

Importi da libro mastro 1

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 1,49% Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

1,61%1,90%1,78%1,73%1,67%1,52%1,47%1,49%1,45%1,43%1,41%1,49%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

GEVAL/FRANCHI SVIZZERI

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN CHF

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con lecontroparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

373.280.886

(*)

(*)

(*)

376.455.629

4.406.582

142.338

(*)

valori in euro

valori in euro

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

15.304.563 - 5.654.118 - 7.352.765 - - - 2.297.680 2.297.680

413.897 - -97.620 - - 255.955 - - - - - - 255.562 - -

43.813 15.762.273 13.361 -1 15.748.914 433.113.039

Importi

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidità350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

307.004.414 - - - 134.238.512 - 172.765.902 - - -

- - - - - -

83.557.210 - - 78.310.144 - 1.111.567 4.135.499 - 4.135.499 - - -

- - -

390.561.624

398.507.433 - - - 176.425.263 - 222.082.170 - - -

- - - - - -

76.689.655 - - 72.946.967 - 185.303 3.557.385 - 3.557.385 - - -

- - -

475.197.088

valori in euro

Importi da libro mastro 1

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,64% Il rappresentante legale dell’impresa

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: GEVAL/$ CODICE GESTIONE: 002PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016 (cambio in euro alla data di fine periodo: 1,054750)

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

3,33%3,47%3,45%3,48%3,52%3,56%3,57%3,61%3,90%3,56%3,57%3,64%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

GEVAL/$

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN USD

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: GEVAL/FRANCHI SVIZZERI CODICE GESTIONE: 003PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016 (cambio in euro alla data di fine periodo: 1,072000)

098105098108105111103114

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è c

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enza e

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liaoggi.it

Page 72:  · "),+-/#2'+*' $# #(/-' &%.0+*#(' &489)22)

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con lecontroparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

1.064.577.610

(*)

(*)

(*)

1.229.744.558

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

48.204.087 36.479.034 - 4.531.108 200.765 2.684.397 296.041 - 4.012.743 4.012.743

-2.274.193 1.569.923 - -2.247.267 -450.664 - - -1.146.184 - - - - - - -

- 45.929.895 48.098 284 45.881.513 1.287.962.461

Importi

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidità350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

1.064.194.317 16.011.461 - 934.197.681 - 52.942.611 13.256.227 47.786.337 - -

144.476.259 143.509.479 - 32.464 934.316 -

14.732.619 - - 5.925.174 - - 8.807.445 - 8.807.445 - - -

- - -

1.223.403.195

1.158.691.274 24.148.629 - 974.920.535 - 96.618.269 13.235.108 49.768.733 - -

145.809.928 144.875.612 - - 934.316 -

13.079.903 - - 5.925.174 - - 7.154.729 - 7.154.729 - - -

- - -

1.317.581.105

valori in euro

Importi da libro mastro 1

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 3,56% Il rappresentante legale dell’impresa

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

3,69%3,64%3,66%3,66%3,81%3,84%3,80%3,82%3,84%3,63%3,58%3,56%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

MONETA FORTE

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

1 al netto delle attività eventualmente iscritte, ai sensi dell’articolo 8 comma 4 del Regolamento ISVAP n. 38/2011, nell’apposita sezione del libro mastro(*) non sono stati rilevati importi superiori alle soglie di rilevanza previste

Riserve matematiche

Riserve matematiche relative a contratti stipulati con lecontroparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Premi del periodo di osservazione relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

Oneri relativi a sinistri, sostenuti nel periodo di osservazione, relativi a contratti stipulati con le controparti di cui all’art. 5 del Regolamento Isvap n. 25/2008

742.557.305

(*)

(*)

(*)

732.823.379

(*)

(*)

(*)

valori in euro

valori in euro

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

100 Proventi da investimenti 101 Interessi su titoli di Stato in euro 102 Interessi su titoli di Stato in valuta 103 Interessi su titoli obbligazionari in euro104 Interessi su titoli obbligazionari in valuta105 Dividendi su azioni in euro 106 Dividendi su azioni in valuta 107 Redditi degli investimenti immobiliari 150 Altre tipologie di proventi di cui: 151 Interessi ed altri proventi netti su altre attività

200 Utili/perdite da realizzi201 Titoli di Stato in euro 202 Titoli di Stato in valuta203 Titoli obbligazionari quotati in euro204 Titoli obbligazionari non quotati in euro 205 Titoli obbligazionari quotati in valuta 206 Titoli obbligazionari non quotati in valuta 207 Titoli azionari quotati in euro 208 Titoli azionari non quotati in euro 209 Titoli azionari in valuta quotati 210 Titoli azionari in valuta non quotati211 Immobili 212 Cambi 250 Altre tipologie di utili/perdite di cui: 251 Altre attività finanziarie

300 Retrocessione di commissioni e altre utilità400 Risultato finanziario lordo 500 Spese di revisione contabile600 Spese per l’acquisto e la vendita di attività 700 Risultato finanziario netto 800 Giacenza media delle attività investite

Proventi ed oneri distinti per categorie di attività

A

B

C A+B+C D E A+B+C-D-E

32.674.934 18.510.022 36.847 9.518.022 53.891 747.991 33.129 - 3.775.033 3.775.033

-1.046.548 122.552 243.754 -243.179 - - - -822.878 - -44.617 - - -300.595 -1.584 -1.584

14.770 31.643.156 27.958 8.897 31.606.301 747.600.143

Importi

100 Obbligazioni ed altri titoli a reddito fisso:101 BTP 102 CCT103 Altri titoli di Stato emessi in euro104 Altri titoli di Stato emessi in valuta105 Obbligazioni quotate in euro106 Obbligazioni quotate in valuta107 Obbligazioni non quotate in euro108 Obbligazioni non quotate in valuta150 Altre tipologie di titoli di debito

200 Titoli di capitale:201 Azioni quotate in euro202 Azioni non quotate in euro203 Azioni quotate in valuta204 Azioni non quotate in valuta250 Altre tipologie di titoli di capitale

300 Altre attività patrimoniali:301 Immobili302 Prestiti303 Quote di OICR304 Strumenti derivati305 Liquidità350 Altre tipologie di attività di cui: 351 Pronti contro termine 352 Crediti d’imposta 353 Crediti verso riassicuratori 354 Retrocessione di commissioni 355 Crediti verso assicurati

400 Passività patrimoniali:401 Debiti per spese di revisione contabile402 Debiti per spese per l’acquisto/vendita di attività

1000 Saldo attività della gestione separata

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

622.731.412 312.416.375 - 90.898.438 - 217.473.338 526.179 1.180.667 236.415 -

15.913.137 13.718.668 1.387.351 681.134 125.984 -

102.412.962 - - 98.811.578 423.738 1.041.348 2.136.298 - 2.136.298 - - -

- - -

741.057.511

652.546.812 319.281.958 241.868 94.406.044 1.923.743 234.111.153 526.100 1.819.531 236.415 -

16.876.566 15.902.177 407.351 441.054 125.984 -

88.658.988 - - 84.393.409 423.738 2.737.607 1.104.234 - 1.104.234 - - -

- - -

758.082.366

valori in euro

Importi da libro mastro 1

Tasso medio di rendimento relativo al periodo di osservazione 4,23% Il rappresentante legale dell’impresa

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: AURIS CODICE GESTIONE: 005PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

RENDICONTO RIEPILOGATIVO

PROSPETTO DELLA COMPOSIZIONE

Alla chiusura del periododi osservazione 31/12/2016

Alla chiusura del periodo di osservazione precedente

31/12/2015

dal 01/02/15 al 31/01/16 dal 01/03/15 al 29/02/16 dal 01/04/15 al 31/03/16 dal 01/05/15 al 30/04/16 dal 01/06/15 al 31/05/16 dal 01/07/15 al 30/06/16 dal 01/08/15 al 31/07/16 dal 01/09/15 al 31/08/16 dal 01/10/15 al 30/09/16 dal 01/11/15 al 31/10/16 dal 01/12/15 al 30/11/16 dal 01/01/16 al 31/12/16

4,23%4,37%4,36%4,32%4,27%4,25%4,25%4,24%4,28%4,31%4,27%4,23%

tasso realizzatoTassi medi di rendimento realizzati nel periodo di osservazione

Redatto il, 02/02/2017 Il rappresentante legale dell’impresa

AURIS

RENDICONTO RIEPILOGATIVO E PROSPETTO ANNUALE DELLA COMPOSIZIONE DELLA GESTIONE SEPARATA IN EURO

IMPRESA: GENERALI ITALIA S.p.A. CODICE IMPRESA: 044DENOMINAZIONE GESTIONE SEPARATA: MONETA FORTE CODICE GESTIONE: 009PERIODO DI OSSERVAZIONE: DAL 01/01/2016 AL 31/12/2016

098105098108105111103114

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63Lunedì 27 Febbraio 2017

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 30,75 23/02/2017 GBP 25,96 23/02/2017 USD 32,57 23/02/2017

Healthcare Opportunities EUR 23,72 23/02/2017 GBP 20,03 23/02/2017 USD 25,13 23/02/2017

Polar Japan Fund USD 24,17 24/02/2017 GBP 19,29 24/02/2017 JPY 2722,63 24/02/2017

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,25 18/11/2013 USD 16,50 18/11/2013 EUR 12,51 18/11/2013 GBP 10,49 18/11/2013 USD 16,89 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Il resto,scopritelo da voi.

+ VELOCE DA USARE

+ MODERNO DA LEGGERE

+ BELLO DA CONDIVIDERE

+ RICCO NEI CONTENUTI

+ FACILE DA NAVIGARE

NEW

CNP Alpenbank Aggressive 106,09 21/02/2017

CNP Alpenbank Balanced 98,00 21/02/2017

CNP Alpenbank Balanced 2 104,12 21/02/2017

CNP Alpenbank Dynamic 128,18 21/02/2017

CNP Alpenbank Substance 110,54 21/02/2017

CNP CIIS Aggressivo 100,02 21/02/2017

CNP CIIS Dinamico 99,74 21/02/2017

CNP CIIS Equilibrato 99,33 21/02/2017

CNP CIIS Moderato 100,20 21/02/2017

CNP CIIS Prudente 100,43 21/02/2017

CNP CIIS Total Return 98,14 21/02/2017

CNP CIIS Essential 91,49 21/02/2017

CNP CIIS Advanced 93,38 21/02/2017

CNP Aggressivo 99,67 11/10/2016

CNP Crescita 95,61 21/02/2017

CNP Dynamic Structured Opp 100,17 11/10/2016

CNP Equilibrato 101,10 21/02/2017

CNP Fondo Interno Certius IV 94,65 21/02/2017

CNP Fondo Interno Certius V 60,18 21/02/2017

CNP Linea Aggressiva 102,52 11/10/2016

CNP Linea Conservativa 97,81 21/02/2017

CNP Dinamico 100,41 21/02/2017

CNP Moderato 101,46 21/02/2017

CNP Protezione 98,37 21/02/2017

CNP Prudente 102,82 21/02/2017

CNP Reddito 98,78 21/02/2017

CNP Sviluppo 94,85 21/02/2017

CNP WB Alternative 101,34 11/10/2016

Dynamic Recovery 104,63 21/02/2017

Linea Prudente 101,02 21/02/2017

Linea Bilanciata - -

Linea Flessibile - -

Linea Total Return 100,87 21/02/2017

NATIONALE SUISSE VITA Gruppo HELVETIA

FONDI PENSIONE APERTI Valori in Euro

Valori al 31/01/2017

PREVISUISSE-Crescita-MAIN 15,58PREVISUISSE-Dinamica-MAIN 14,63PREVISUISSE-Garanzia-MAIN 16,06

Valori al 23/02/2017

Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1565,74

UNIT LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

INDEX LINKED

PIP - FONDI INTERNI

PIP - FONDI INTERNI

ATTIVO SPECIFICO

www.helvetia.it

Helvetia Vita S.p.A. Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.Sede Legale e Operativa Via G. B. Cassinis, 21 – 20139 Milano - Tel. 02 53.51.1 -Fax 02 53.72.89 E-mail PEC: [email protected] - www.helvetia.it - CapitaleSociale € 47.594.000 i.v. Num. Iscriz. del Reg. delle Imprese di Milano, C.F. e P.I.03215010962 - R.E.A. n. 1882793 - Iscriz. Albo Imprese di Ass. n. 1.00142 - IscrizioneAlbo Gruppi Assicurativi. n. d'ordine 031 - Società soggetta alla Direzione ed alCoordinamento della Helvetia Compagnia Svizzera d’Assicurazioni SA, RappresentanzaGenerale e Direzione per l'Italia - Società con unico Socio - Imp. Autor. all'eser. delle ass.sulla Vita con Provv. ISVAP n. 1979 del 4 dicembre 2001 (G.U. del 12/12/2001 n. 288)

INDEX LINKED

CANALE AGENTI E BROKER

BANCASSICURAZIONE

UNIDESIO 760071 12,165 17/02/2017

UNIDESIO 760072 12,712 17/02/2017

UNIDESIO 760073 12,745 17/02/2017

UNIDESIO 760075 12,911 17/02/2017

UNIDESIO 760078 11,871 17/02/2017

UNIDESIO 760080 12,322 17/02/2017

UNIDESIO 760082 12,016 17/02/2017

UNIDESIO 760085 10,830 17/02/2017

UNIDESIO 760088 12,710 17/02/2017

UNIDESIO 760091 12,736 17/02/2017

UNIDESIO 760095 10,574 17/02/2017

UNIDESIO 760098 12,545 17/02/2017

UNIDESIO 760099 11,705 17/02/2017

UNIDESIO 760102 11,271 17/02/2017

UNIDESIO 760104 11,244 17/02/2017

UNIDESIO 760105 10,589 17/02/2017

UNIDESIO 760106 11,878 09/12/2016

UNIDESIO 760109 11,620 17/02/2017

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,899 17/02/2017

AZZOAGLIO DINAMICO 6,327 17/02/2017

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 7,318 17/02/2017

UNIDESIO PRUDENTE 11,849 17/02/2017

UNIDESIO MODERATO 12,515 17/02/2017

UNIDESIO ATTIVO 13,301 17/02/2017

UNIDESIO VIVACE 13,692 17/02/2017

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,790 17/02/2017

AZIONARIO EURO 9,491 17/02/2017

AZIONARIO GLOBALE 13,573 17/02/2017

BILANCIATO 12,767 17/02/2017

CONSERVATIVE 10,400 17/02/2017

BOND MIX 10,869 17/02/2017

BALANCED 12,331 17/02/2017

GLOBAL EQUITY 15,954 17/02/2017

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,280 17/02/2017

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,111 17/02/2017

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 12,527 17/02/2017

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 17,151 17/02/2017

OBBIETTIVO 03/2021 9,810 17/02/2017

OBBIETTIVO 05/2021 10,420 17/02/2017

HIGH DIVIDEND 9,845 17/02/2017

MEGATREND 8,933 17/02/2017

PREVIMISURATO 13,902 16/02/2017

PREVIBRIOSO 14,878 16/02/2017

PREVIDINAMICO 14,818 16/02/2017

LINEA 1 12,157 31/01/2017

LINEA 1 - FASCIA A 12,631 31/01/2017

LINEA 1 - FASCIA B 12,385 31/01/2017

LINEA 2 13,483 31/01/2017

LINEA 2 - FASCIA A 13,811 31/01/2017

LINEA 2 - FASCIA B 13,976 31/01/2017

LINEA 3 13,617 31/01/2017

LINEA 3 - FASCIA A 13,869 31/01/2017

LINEA 3 - FASCIA B 15,018 31/01/2017

UNIDESIO 760125 12,385 17/02/2017

UNIDESIO 760129 12,174 17/02/2017

UNIDESIO 760130 10,844 17/02/2017

UNIDESIO 760139 11,909 17/02/2017

UNIDESIO 760140 11,988 17/02/2017

UNIDESIO 760147 12,160 17/02/2017

UNIDESIO 760149 12,054 17/02/2017

UNIDESIO 760150 12,108 17/02/2017

UNIDESIO 760156 10,205 17/02/2017

UNIDESIO 760157 13,182 17/02/2017

UNIDESIO 760159 12,140 17/02/2017

UNIDESIO 760169 14,249 17/02/2017

UNIDESIO 760170 13,168 17/02/2017

UNIDESIO 760174 12,569 17/02/2017

UNIDESIO 760179 11,986 17/02/2017

UNIDESIO 760180 12,158 17/02/2017

UNIDESIO 760183 11,683 17/02/2017

UNIDESIO 760185 11,650 17/02/2017

UNIDESIO 760186 11,587 17/02/2017

UNIDESIO 760187 12,269 17/02/2017

UNIDESIO 760189 12,337 17/02/2017

UNIDESIO 760191 10,467 17/02/2017

UNIDESIO 760192 12,022 17/02/2017

UNIDESIO 760193 12,515 17/02/2017

UNIDESIO 760201 11,716 17/02/2017

UNIDESIO 760202 12,525 17/02/2017

UNIDESIO 760203 13,717 17/02/2017

UNIDESIO 760205 10,905 17/02/2017

UNIDESIO 760206 10,879 17/02/2017

UNIDESIO 760210 13,040 17/02/2017

UNIDESIO 760216 11,424 17/02/2017

UNIDESIO 760229 11,888 17/02/2017

UNIDESIO 760234 10,083 17/02/2017

UNIDESIO 760235 10,078 17/02/2017

UNIDESIO 760243 10,483 17/02/2017

DUAL INDEX - 2012 104,118 22/02/2017

DUAL INDEX - 2013 102,004 22/02/2017

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 110,695 22/02/2017

INDEX EuroCrescita 2014 98,667 22/02/2017

INDEX TOP DIVIDEND 2013 112,092 22/02/2017

HELVETIA EUROCRESCITA 96,840 22/02/2017

LINEA GARANTITA 12,275 31/01/2017

LINEA BILANCIATO 13,724 31/01/2017

LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,141 31/01/2017

LINEA AZIONARIO 10,716 31/01/2017

HELVETIA WORLD EQUITY 173,750 21/02/2017

HELVETIA EUROPE BALANCED 216,710 21/02/2017

HELVETIA WORLD BOND 249,490 21/02/2017

HELVETIA GLOBAL BALANCED 180,660 21/02/2017

HELVETIA GLOBAL EQUITY 141,120 21/02/2017

FONDO CONSERVATIVO 9,784 17/02/2017

FONDO SVILUPPO 9,879 17/02/2017

FONDO OPPORTUNITA 9,956 17/02/2017

Pick 25 10,196 17/02/2017

UNIBOND 10,124 17/02/2017

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,750 21/02/2017

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 14,270 21/02/2017

HELVETIA QUATTRO.10 99,491 22/02/2017

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 109,446 22/02/2017

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 97,357 22/02/2017

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Quality 22/02/2017 7,646

Progress 22/02/2017 7,118

Maximum 22/02/2017 5,730

Global Equity 22/02/2017 6,602

Global 100 22/02/2017 5,835

Flex Equity 100 22/02/2017 13,378

Opportunità Reddito 22/02/2017 4,942

Opportunità Reddito Plus 22/02/2017 5,000

Opportunità Crescita 22/02/2017 4,953

Opportunità Crescita Plus 22/02/2017 4,980

Consultinvest Crescita 22/02/2017 5,187

Privilege 22/02/2017 5,035

Eurovita Dynamic Allocation 22/02/2017 5,000

Eurovita Conservative Allocation 22/02/2017 5,045

Low Volatility Plus 15/02/2017 5,098

Platinum 1 22/02/2017 4,991

Syncro Bilanciato 22/02/2017 5,029

Syncro Flessibile 22/02/2017 4,921

Synchro Altamente Dinamico 22/02/2017 5,029

Platinum 2 22/02/2017 4,885

Consultinvest Investimento Reddito 22/02/2017 5,057

Butterfl y Altamente Dinamico 22/02/2017 5,284

Butterfl y Flessibile 22/02/2017 5,027

Eurovita Platinum GP 22/02/2017 4,950

Investimento Protetto 22/02/2017 5,020

Mid Volatility Plus 15/02/2017 5,017

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07/07/16

23/02/2017

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,276

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,187

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,083

Alico Gest.Bilanc.Glob 1,462

Alico Gest.Azion.Glob 1,551

Alico Gest.Bilanc.Eur 1,438

Alico Gest.Azion. Eur 1,437

Alico Aper.Indiciz.Eur 1,097

Alico Aper.Indiciz.Usa 1,945

Alico Aper.Indiciz.Glo 1,584

Alico Aper.Indiciz.Ita 0,786

Alico Liquidita’ 1,038

Alico R. Prudente 1,286

Alico R. Crescita 1,224

Alico R. Multi Comm. 0,404

Alico Multi Comm. 0,428

Alico Long Investment 0,965

Alico Agriculture 0,396

Alico Metals 0,448

Valorizzazione al:

Valorizzazione al:

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