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Luna Periodico indipendente di Palagano e dintorni Attualità - Cultura - Solidarietà Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 - Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA Novembre 2003 - Numero 18 - Anno VI www.luna-nuova.it Sommario Terza pagina Fatti e misfatti Opinioni Biblioteca Ricordi Associazionismo Appello ai lettori La buca delle lettere Val Dragone . L'emigrazione . É muradùr . É pän d’i muntanär . Storie di tesori nascosti Il pazzo della luna Riflessioni 3 4 7 8 9 10 11 12 15 23 24 Il valore del confronto Questo editoriale ha l’obbiettivo di far riflettere e portare al confronto, strumen- to a quanto pare non amato da noi palaganesi, ma non solo. Partiamo da un fatto di pura cronaca: il 18 ottobre scorso è stato organizzato un incontro pub- blico sul tema “Ambiente e sviluppo sostenibile - problematiche locali legate allo spandimento dei liquami derivanti da attività di allevamento intensivo". Ma chi l’ha organizzato? Un capogruppo di minoranza, Gazzetti Elisabetta. All'incontro ha partecipato l’assessore all’ambiente della provincia, Ferruccio Giovanelli, democratico di sinistra. L'invito è stato esteso, naturalmente, al gruppo di mag- gioranza, in particolare al Sindaco, ma nessun rappresentante della giunta ha ritenuto opportuno essere presente. Nonostante la giornata uggiosa e l’orario, la partecipazione è stata davvero buona: più di cinquanta persone si sono ritrovate in sala consigliare, dimostrando che l’argomento era di interesse. Chiarito fin da subito che non c’era nessuna intenzione di colpevolizzare la categoria degli agricoltori, ma l’unica finalità era d'informare sulle normative vigenti per lo spandimento di liquami, l’incontro si è svolto in una atmosfera di positivo con- fronto. Si è parlato finalmente, sulla base di elementi certi, di un argomento sicuramente difficile, spesso strumentalizzato, ma soprattutto per lungo tempo occultato. Per noi questo ha dimostrato, per l’ennesima volta, che qualsiasi problema, se affrontato con il metodo del dialogo, può giungere ad una soluzio- ne più condivisa ed efficace. Il dialogo fra le parti, in un confronto democrati- co, costituito da un attento ascolto (senza pregiudizi) e dall’espressione della propria opinione, senza che nessuno si senta depositario della verità assoluta, è secondo noi, la strada da percorrere per una migliore gestione di un piccolo comune come il nostro. (Continua in seconda pagina) Nel momento in cui il dolore e la morte ci toccano possono nascere moti dell’animo di una profondità e di una intensità mai vissute prima. Dipende anche da noi trasformare questo cammino di dolore in una nuova coscienza collettiva pronta al dialogo e di rispetto della vita umana Nassiriya, 12 novembre

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LunaPeriodico indipendente di Palagano e dintorni

Attuali tà - Cultura - Solidarietà

Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 -Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Novembre 2003 - Numero 18 - Anno VIwww.luna-nuova.it

Sommario

Terza pagina

Fatti e misfatti

Opinioni

Biblioteca

Ricordi

Associazionismo

Appello ai lettori

La buca delle lettere

Val Dragone

. L'emigrazione

. É muradùr

. É pän d’i muntanär

. Storie di tesori nascosti

Il pazzo della luna

Riflessioni

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Il valore del confronto

Questo editoriale ha l’obbiettivo di far riflettere e portare al confronto , strumen-to a quanto pare non amato da noi palaganesi, ma non solo. Partiamo da unfatto di pura cronaca: il 18 ottobre scorso è stato organizzato un incontro pub-blico sul tema “Ambiente e sviluppo sostenibile - problematiche locali legate allospandimento dei liquami derivanti da attività di allevamento intensivo". Ma chil’ha organizzato? Un capogruppo di minoranza, Gazzetti Elisabetta. All'incontroha partecipato l’assessore all’ambiente della provincia, Ferruccio Giovanelli,democratico di sinistra. L'invito è stato esteso, naturalmente, al gruppo di mag-gioranza, in particolare al Sindaco, ma nessun rappresentante della giunta haritenuto opportuno essere presente. Nonostante la giornata uggiosa e l’orario,la partecipazione è stata davvero buona: più di cinquanta persone si sonoritrovate in sala consigliare, dimostrando che l’argomento era di interesse. Chiaritofin da subito che non c’era nessuna intenzione di colpevolizzare la categoriadegli agricoltori, ma l’unica finalità era d'informare sulle normative vigenti per lospandimento di liquami, l’incontro si è svolto in una atmosfera di positivo con-fronto. Si è parlato finalmente, sulla base di elementi certi, di un argomentosicuramente difficile, spesso strumentalizzato, ma soprattutto per lungo tempooccultato. Per noi questo ha dimostrato, per l’ennesima volta, che qualsiasiproblema, se affrontato con il metodo del dialogo, può giungere ad una soluzio-ne più condivisa ed efficace. Il dialogo fra le parti, in un confronto democrati-co, costituito da un attento ascolto (senza pregiudizi) e dall’espressione dellapropria opinione, senza che nessuno si senta depositario della verità assoluta,è secondo noi, la strada da percorrere per una migliore gestione di un piccolocomune come il nostro. (Continua in seconda pagina)

Nel momento in cui ildolore e la morte ci

toccano possononascere moti dell'animo

di una profondità e diuna intensità mai

vissute prima.Dipende anche da noi

trasformare questocammino di dolore inuna nuova coscienza

collettiva pronta aldialogo e di rispetto

della vita umana

Nassiriya,12 novembre

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2 la LUNA nuova - Novembre 2003

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Direttore responsabile GIUSEPPE CERVETTO

Associazione La LUNAVia Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 PALAGANO (MO)

Tel.: 0536/961621 - 0536/966112 Fax: 0536/961521

la LUNA nuova

Stampato con procedura ecologica - Chiuso in redazione il 16/11/2003

Attualità, cultura, solidarietà.Periodico indipendente di Palaganoe dintorni

TrimestraleTiratura: 1500 copie

Distribuzione gratuitaNovembre 2003Num. 18 - Anno VIAut. Tribunale di Modenanum. 1414 del 13/11/1997

Redazione:Davide Bettuzzi, Fabrizio Carponi,Elisabetta Gazzetti, Gabriele Monti

Hanno collaborato: Monica Bertugli, Arturo Bettuzzi,Daniele Bettuzzi, Silvano Braglia,

Giancarlo Caminati,Angelo Carani, Edda Chiari,

Francesco Discenza,Aldo Magnoni, Nadia Marasti,

Fabrizio Martelli, Bruno Ricchi,Chiara Ricchi, Daniele Serradimigni.

Ricordiamo che l'associazione "la Luna" vive principalmente con contributi liberamente versati; ilperiodico viene distribuito gratuitamente e non in regime di abbonamento. Invitiamo quindi tutticoloro che intendono sostenerci a versare il proprio contributo sul c.c. bancario num. 100016 pres-so il Banco San Geminiano Banca Popolare di Verona agenzia di Palagano (CAB 66870 - ABI 05188).

Con rammarico questa non ci sembra rispecchiare la no-stra realtà amministrativa. Quando ci si pone davanti adproblema quasi mai si cerca il confronto vero, tanto menopubblico, ma le soluzioni vengono ricercate all’interno diuna ristretta cerchia di persone. Questo metodo ha contri-buito a creare delle piccole "lobby" di potere e d’altra par-te non ha sicuramente aiutato la crescita sociale, culturaleed economica di cui, un comune come Palagano avrebbebisogno. Lo specchio in cui si riflette in modo evidentequesta situazione è il Consiglio Comunale, dove certi ar-gomenti non vengono affrontati, nemmeno quando sonogli stessi consiglieri (sia di maggioranza che di minoran-za) a farne richiesta; inoltre è avvilente notare la totaleassenza di pubblico, qualunque sia l'argomento trattato, lacosa pubblica sembra davvero non interessare nessuno.

Mai più eventi in contemporanea!O almeno ci proviamo...

Questo contribuisce alla disinformazione, lascia spazio alle"chiacchiere da bar", al qualunquismo, al pressappochi-smo, creando inutili e pericolose tensioni tra i cittadini diuna piccola comunità come quella palaganese.Per assurdo, pensate come sarebbe più utile e costruttivo,concentrare le nostre energie su ciò che ci può unire, nelrispetto dei ruoli e delle diversità, rendendoci più forti, an-ziché su ciò che ci divide…La politica non è forse questo, la ricerca del bene comu-ne o è solo gestione del potere fine a se stesso?Noi optiamo per la prima ipotesi e non ci sentiamo degliidealisti (anche se poi il mondo ha bisogno anche di co-storo e non c’è nulla di male ad esserlo) ma siamo convintiche democrazia non significa solo delegare ad altri le scelteimportanti ma è… partecipazione!

Il valore del confronto(Segue dalla prima pagina)

Da pochi giorni il nostro sito www.luna-nuova.it offre un nuovo "servizio" a tutti coloro che organizzano eventi,manifestazioni, incontri, spettacoli, cene sociali, ecc...Abbiamo, infatti, constatato che capita, e non troppo raramente, che vengano organizzati, a volte anche nellostesso paese, eventi, manifestazioni od altro nello stesso giorno entrando spesso in "concorrenza" tra di loro. Equesto perchè "non lo sapevamo che...". Ultimamente, ad esempio, a Palagano nello stesso giorno è stata fissata lacena sociale dell'AVIS, la cena sociale dello Sci club di Boccassuolo e un concerto della Corale Palaganese (intrasferta a Modena). Questa contemporaneità è ovviamente dannosa. Per contribuire a risolvere questo problemaabbiamo creato nel sito www.luna-nuova.it un archivio delle manifestazioni, incontri, cene, eventi sociali, culturali equant'altro che può essere consultato ed aggiornato in qualsiasi momento da chi sta organizzando altri eventi e puòcosì verificare una eventuale contemporaneità con iniziative già fissate. Questo archivio è strutturato in modo daessere aggiornato "in tempo reale" dagli stessi organizzatori (polisportive, parrocchie, associazioni, enti, privati...)che possono così comunicare ad altri le proprie attività. Alla fine si creerà un calendario delle manifestazioni diPalagano e, perchè no?, dintorni.Per inserire nell'archivio iniziative o per consultare quelle già inserite non c'è altro da fare che collegarsi al nostrosito www.luna-nuova.it e "cliccare", nella home-page, sulla voce "Archivio degli eventi di Palagano e dintorni ".Noi pensiamo di aver fatto qualcosa di utile.

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Terza pagina

E’ una notte cupa, i fari della mac-china riescono a malapena a perfo-rare la fitta nuvola che avvolge tutta lamontagna, non vedo nulla; né al di fuo-ri, né al di dentro della mia anima.Per fortuna all’improvviso dall’autora-dio arriva una musica soave, che mirisveglia dai miei pensieri. Su quellenote la mia mente comincia a volare,vola sopra le nuvole dove l’aria è ter-sa e fresca, dove non c’è più nebbia,ma non c’è nemmeno la montagna, lamontagna del culto, la montagna dellavita, la montagna dell’amore, la mon-tagna del dolore. Chissà se la miaanima riuscirà a volare sempre abba-stanza alta da non sbattere contronessuna montagna, non è così facilevolare sopra l’odio, sopra le bassezze,sopra l’invidia… sopra al mondo. Que-sto mondo di ladri… questo mondo difurbi, un mondo fatto di soldi e di po-tere, un mondo di ipocriti. Ecco nonsono riuscito a volare abbastanza alto;alto per poter vedere il buono di que-sto mondo, il buono della nostra civil-tà.Forse sto esagerando, civiltà è unaparola grossa; definire civili chi sfrut-ta i più poveri, chi gli ruba le materieprime, chi brevetta i semi di riso o digrano, chi impianta industrie “perico-lose” (che non metterebbe mai nelproprio paese) in paesi poveri e lon-tani, chi vende pesticidi proibiti (neipaesi dove sono prodotti) al terzomondo, e, dulcis in fundo, chi vendearmi; definire costoro persone civilinon mi sembra molto adeguato.Ma per fortuna c’è anche chi civile loè per davvero (ricomincio a volare inalto), persone che tutti i giorni aiuta-no gli altri, i più poveri e gli indifesi,gli oppressi ed i diseredati.Ma non tutti lo fanno per davvero, al-cuni pensano di avere la coscienza aposto solo nel dare l’8 per mille allachiesa, aderendo a qualche campa-gna di aiuto pubblicizzata alla televi-sione, facendo l’elemosina in chiesacon una mano (e poi con l’altra, ap-pena fuori, additare questo e quello),così si sentono tranquilli e ricomin-ciano la settimana, come sempre.Settimana fatta di lavoro, di qualchedivertimento, di notizie viste alla TV

che non sembrano neanche vere, tan-to sono sempre uguali: morti ammaz-zati, drammi familiari, stragi del sa-bato sera, le solite due o tre guerre inqualche parte del mondo.E qui dieci morti, cento morti, miglia-ia di morti, ma tanto sono lontani: sonoiracheni, afgani, israeliani e palesti-nesi. Fino qua tutto in regola, le soliteguerre che si vedono in TV (c’è nesono tante altre che non ci fanno ve-dere), ma poi una mattina un’autobomba (una delle tante che ogni gior-no, da qualche parte nel mondo, uc-cidono) esplode nella caserma delcontingente italiano in Iraq. E’ unastrage. Morti, morti italiani, morti chepotrebbero essere il nostro vicino, unnostro parente, il figlio di un nostroamico. Uomini che in cuor loro eranolì per portare aiuto e pace, ma da al-cuni considerati, purtroppo, nemici.Ed allora i morti tornano ad esserereali, non sono “quelli” alla TV. Per-ché? Perché sono come noi, hannola nostra pelle, la nostra religione, lanostra civiltà.Tutti si chiedono cosa ci facevano nelbel mezzo di una guerra. Mi correg-go, in Iraq non c’è più la guerra (gliamericani hanno detto che è finita amaggio), questo è terrorismo. Quindii nostri soldati sono stati mandati inun lontano paese, per una missionedi pace, ma se la guerra è finita, lapace c’è già e quindi cosa li hannomandati a fare?! C’è il terrorismo; maallora i nostri soldati li hanno mandatiper combattere il terrorismo, non perla pace.Che orrore questi terroristi, uccido-no, sequestrano, torturano, semina-no il terrore. Ora che ci penso però,anche chi è andato in guerra in Af-ghanistan, in Iraq e magari prestoanche in Iran o in Siria ha ucciso, hasequestrato (i prigionieri nella baseamericana di Guantanamo sono lì le-gati, bendati in gabbie al sole, al di làdi ogni legge o trattato internazionalesui prigionieri, quindi direi che sonosequestrati e torturati); infine vi lascioimmaginare il terrore delle popolazio-ni coinvolte.A questo punto qualcuno mi deve spie-gare perchè se una persona irache-

na, afgana, saudita, marocchina, tu-nisina fa le cose sopra elencate, è unterrorista, se invece le fa un america-no, un inglese, uno spagnolo o un au-straliano è un portatore di pace, digiustizia di democrazia. Si, noi paesicivili, siamo andati in Afghanistan, inIraq per portare la democrazia. Michiedo allora perché non siamo maiandati in Uganda dove da 15 anni c’èla guerra civile, in Centrafrica, inRuanda, in Angola; forse perché que-sti paesi non hanno tanto petroliocome l’Iraq o non sono luoghi strate-gici per farvi passare gli oleodotti comel’Afghanistan.Poi mi vengono in mente altri paesidove la democrazia non c’è, o dovenon vengono rispettati i diritti civili.Penso alla Cina: non vengono rispet-tati i fondamentali diritti civili e,ciliegina sulla torta, i cinesi da più di50 anni hanno invaso ed occupanomilitarmente quello che era un liberostato sovrano, il Tibet. Come mai anessuno, di noi paesi civili, è mai ve-nuto in mente di portare anche lì lademocrazia. Per non parlare poi ditutte quelle democrazie sovvertite, per-ché poco amiche dei paesi civili, concolpi di stato (l’elenco sarebbe lungo:Cile, Panama, Nicaragua, Iran...).E' una notte cupa, poi finalmente i faridella macchina bucano la nebbia emi appare un luogo sereno e pieno diluce. Mentre mi avvicino mi accorgoche, oltre ad essere pieno di luce, èanche brulicante di persone, perso-ne che lavorano, che parlano, che ri-dono, che si aiutano, che si abbrac-ciano, cantano e ballano. E’ l’altra fac-cia del mondo civile, mi sento a casa,è il mio mondo, il mondo di chi cercadi migliorare la vita di tutti, che si bat-te per i diritti di tutti, civili ed incivili,bianchi e neri, democratici e non.Perché la vita ha lo stesso valore inqualunque parte del mondo tu nascae qualsiasi sia il tuo credo religioso.La macchina si ferma, spengo la ra-dio, finalmente sono arrivato, arrivatosulla mia montagna; vedo sotto di mela nebbia che avvolge il resto del mon-do, ma oltre la nebbia ora so che cisono "altre montagne", con personebelle e libere come nella mia.

Al di là delle nuvole,il deserto

di Fabrizio Carponi

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4 la LUNA nuova - Novembre 2003

Fatti e Misfatti

Il ciaccio palaganese sbarca in Spagna Mercatini estiviI mercatini notturni dei mercoledìdi luglio e agosto sono stati il fioreall’occhiello dell’estate palaganese.Il mix di attrazioni, bancarelle egastronomia locale è stato, anco-ra una volta, vincente.L’organizzazione della Pro-loco el’importante collaborazione dell’Am-ministrazione comunale, hanno de-terminato il successo complessivodell’iniziativa.

A volte ritornano…E infatti, con tre memorabili inter-pretazioni di “Carlin e Mariuccia”,la Compagnia Stabile Dialettale Pa-laganese ha divertito giovani e an-ziani presso il teatro “Ranucci” delcapoluogo.Lodevole l’iniziativa del 31 agostodi offrire lo spettacolo gratuito aglianziani del comune.Una citazione particolare per Ga-briella Piacentini (Mariuccia) e perEmilio Ricchi (Carlin).Un plauso ed un sentito grazie alregista, sceneggiatore, tuttofareGino Mintrone.

Festa Country a SavonieroIl primo agosto il gruppo giovani diSavoniero ha organizzato la tradi-zionale Festa Country con la par-tecipazione dei gruppi musicali:Hang Over, Friday 21, CountryMusic e Line Dance. Birra, vino eottima gastronomia hanno decre-tato il successo della manifestazio-ne.

Ottava StrapazzonaLa Polisportiva Palagano ha cura-to l’ottava edizione della garapodistica, sulla distanza di 3 e 8chilometri.Impeccabile l’organizzazione ebuona la partecipazione di atleti ditutta la provincia.Sulla lunga distanza sono risultativincitori: per la sezione maschileCanovi Alessandro, mentre per lasezione femminile prima classifi-cata è stata Guigli Erica, palaga-nese "doc".Nel settore giovanile hanno primeg-giato i fondisti di Frassinoro.

Dal 22 al 26 ottobre si è svolto a Valencia “Inter-Alimed” il salone internazio-nale sull’alimentazione mediterranea.Nello stand della provincia di Modena, che ospitava anche la Scuola alber-ghiera di Serramazzoni, i Maestri Ciacciai palaganesi hanno servito pertutta la giornata di venerdì 24 il nostro ciaccio palaganese, riscuotendo una-nimi apprezzamenti. La comitiva palaganese, partita il 20 ottobre è rientratasabato 25, dopo un viaggio di circa 4000 chilometri.Entusiastici i commenti sulla città, sui vini e… sulle ragazze spagnole!

Susano in festa

Si è svolta anche quest’an-no, il 23 e 24 agosto, orga-nizzata dal Circolo ACLI “Su-sano”, la ormai tradizionalefesta del Paese (tredicesimaedizione).Sono stati due giorni intensiper la partecipazione di pub-blico, attratto dalle diversespecialità gastronomiche (ilmenù offriva parecchi primi,fra cui i famosi tortellacci di Susano, e quasi tutte le tradizionali specialitàmontanare) e dalle serate all’insegna del ballo liscio.La grande affluenza di pubblico, se da un lato ha impegnato tutti gli addetti ailavori, dall’altro ha ripagato per l’impegno e lo sforzo profusi nella prepara-zione della festa.

Il 14 settembre invece, nell’intento di riscoprire le tradizioni abbandonate, ilCircolo Acli “Susano” ha organizzato la Sagra della Madonna Addolorata (laFunzione), alla Messa solenne, allietata dalla corale “I Cantori di Rancido-ro”, è seguito il pranzo a cui ha partecipato quasi tutto il paese.

Il 9 di novembre, infine, nella sala del circolo ACLI circa 120 persone sisono ritrovate per la tradizionale festa di S. Martino, patrono di Susano: S.messa, pranzo, musica, caldarroste, vin brulè e tombolata per tutti.

Maestri Ciacciai in Spagna, (da sinistra):Lami Andrea, Sassatelli Roberto,

Sassatelli Fabio, Pini Aldo, Casini Tommaso.

Brevi

Susano, chiesa parrocchialedi S. Martino

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Fatti e MisfattiBrevi

CoraliFitta d’impegni l’estate dei due coridel nostro comune.Corale palaganese : 4 agosto: ras-segna a Fanano; 9 agosto: rasse-gna a Palagano; 24 agosto: rasse-gna a Pievepelago; 4 ottobre: Par-tecipazione a Asso di Gusto a Mo-dena; 1 novembre: memorialGiacobazzi a Palagano; 7 novem-bre: memorial Ing. Giovanni Torrea Modena; 15 novembre: memorialGiacobazzi a ModenaCorale "I cantori di Rancidoro":Il 10 agosto: Santa Messa cantataalla pieve di S. Giulia e in serata:concerto “ Armonie d’estate” pres-so la chiesa parrocchiale. Il 17 ot-tobre: memorial Ing. Giovanni Tor-re a Modena.

Torneo di calcetto a SavonieroDal 4 al 18 agosto si è svolto il tor-neo di calcetto, come sempre or-ganizzato dalla Polisportiva di Sa-voniero. Ha visto il successo dellasquadra di Boccassuolo; tutte lepartite sono state seguite da un fol-to pubblico, in buona parte giova-ne.

Tredicesima Festa dei MattiCome sempre, la Festa regina del-l’Appennino Modenese ha avuto unbrillantissimo svolgimento durante ilFerragosto. Da sottolineare dueinserimenti particolari nell’ambitodella manifestazione: il 12 agosto:canto del Maggio ("Pia de’Tolomei"a cura del Gruppo di Frassinoro) eil 14 agosto il Gruppo Folk di Zocca.Un meraviglioso spettacolopirotecnico ha concluso questa edi-zione dei “Matti” sempre più unicae insostituibile. Grazie di cuore allaContrada Aravecchia.

Asso di GustoPer il terzo anno consecutivo, Pa-lagano partecipa alla manifestazio-ne gastronomica Asso di Gusto aModena. La Contrada Aravecchiaha predisposto un bellissimo standin piazza Grande, con assaggi ditorta di patate. I Maestri Ciacciai,in piazza Matteotti, hanno servito ot-timi ciacci.

Fuoristrada ClubLa manifestazione Eurotrial 4x4 , campionato europeo trial fuoristradistico,assegnata all’Italia per la prima volta, è approdata a Palagano dal 24 al 27luglio scorsi.I responsabili della F.I.F., individuando nella nostra pista permanente del“Dragone” l’ambiente ideale per lo svolgimento della prova europea, hannointerpellato, nella primavera scorsa, il Palagano Fuoristrada Club ed il Co-mune per il supporto logistico.La risposta è stata entusiastica e precisa anche da parte delle altre associa-zioni di volontariato che si sono assunte l’impegno di fornire ai 1500 ospitiassistenza a tutti i livelli.Il Comitato Contrada Aravecchia ha organizzato e servito la grande cena disabato 26 luglio, mentre i Maestri Ciacciai ed il Circolo Acli di Susano han-no continuamente offerto ciacci e crescentine; alunne ed ex alunne delLiceo di Palagano hanno egregiamente svolto il servizio di interprete.Queste le nazioni presenti: Norvegia, Svezia, Finlandia, Inghilterra, Germa-nia, Svizzera, Austria, Ungheria, San Marino e Italia.L’evento è stato turisticamente rilevante per l’intera vallata, con una valenzaeconomica di tutto rispetto.

Come da diversi anni l’ultimo week-end di settembre ha ospitato a Palagano,sulla pista del “Dragone” la manifestazione fuoristradistica Master by F.I.F.For Clubs , manifestazione principe del “completo fuoristrada italiano”. L’edi-zione 2003, sesta della serie, ha registrato un ottimo successo di partecipa-zione e di critica. Dopo tre giorni di estenuanti prove, questa la classifica: 1°Regione Sicilia (Club fuoristrada Palermo), 2° Regione Liguria (Clubfuoristrada La Spezia) e 3° Regione Emilia Romagna (Club fuoristrada Bo-logna).

Furti e infrazioniImmagino che tutti abbiano sentito parlare dei numerosi furti verificatisi nelleultime settimane nella nostra zona.Purtroppo, quello che era o sembrava un paradiso, rispetto alla città, si èdissolto come neve al sole. A dire il vero qualche furto, ogni tanto, si èsempre verificato, sporadicamente e quasi sempre a danno di abitazionioccupate solamente nel periodo estivo; questi ultimi furti, invece, hanno se-gnato un salto di "qualità" in quanto i ladri sono entrati in case abitate, con iproprietari che dormivano tranquilli.Vorrei che questa mia esternazione venisse raccolta da chi di dovere, perchèho la netta sensazione che la gente non sia più tranquilla e che stia nascen-do una certa "psicosi".Com'era bello, arrivando a casa della gente, fino a poco tempo fa, trovare lechiavi di casa nella serratura; era un segno di fiducia verso il prossimo,significava: entra, la porta è aperta, non c'è bisogno neppure di bussare!Altri tempi, purtroppo, ora, sei accolto da un cancello alto tre metri, automa-tico, per cui devi suonare un campanello, che, ben che vada, è munito dicitofono, quando non è di un videocitofono, perchè non ci si fida più dellasola voce, bisogna anche che ti vedano e ti riconoscano per aprirti.Mi rendo conto che il territorio è molto vasto e che il numero di Carabinieripresenti nelle due sole caserme della nostra vallata (Montefiorino e Frassinoro)è assolutamente insufficiente per fornire un servizio di sorveglianza adegua-to; inoltre mi risulta che l'Arma stia riducendo l'organico piuttosto che incre-mentarlo.Vorrei però fare una domanda alla nostra Amministrazione: che fine ha fattoil progetto della caserma dei Carabinieri a Palagano, di cui si discusse inConsiglio Comunale, quando io ne facevo parte (quindi almeno tre anni fa)?Penso che il problema sia serio e debba essere affrontato e risolto senzaulteriori perdite di tempo perchè va a finire che, come si sente già dire ingiro, ci si farà giustizia da soli, con tutte le conseguenze del caso. (gm)

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6 la LUNA nuova - Novembre 2003

Comune

Avvicinandoci alla metà del mandatoamministrativo, colgo l’occasione perportare a conoscenza degli abitanti diPalagano e di tutti gli emigrati chesono raggiunti da questo giornale, gliobiettivi raggiunti nel campo del so-ciale e della sanità, grazie all’impe-gno non solo dell’amministrazione, maanche di un gruppo di abitanti parti-colarmente sensibili a queste proble-matiche. Il primo è stato di riuscire amantenere i servizi esistenti, visti i ta-gli di risorse che penalizzano soprat-tutto i piccoli comuni.Per quanto riguarda il sociale, il Co-mune di Palagano assicura un servi-zio di assistenza domiciliare (per 12persone) effettuato dalla signora Reg-gi Maria che, grazie alla sua disponi-bilità (anche fuori degli orari lavorati-vi) è diventata un punto di riferimentoper queste persone anziane (io sonoandato a trovare queste persone in-sieme a lei e le ho viste illuminarsi involto quando la vedevano, il rapportoinstaurato è veramente bellissimo!). Inpiù possiamo contare sulla signoraFerrarini Emanuela che si occupa ditutte le altre esigenze del sociale esanità, essendo lei a conoscenza ditutte le nuove leggi e normative (in talmodo è possibile accedere alle risor-se messe a disposizione dagli Entipreposti). Il comune ha stanziato cir-ca 7.500 euro per le modifiche ap-portate al pulmino donato dalla Comu-nità Montana (1 a ciascun comune),per renderlo idoneo al trasporto nonsolo delle persone anziane ma anchedi pazienti con handicap. In tal modoè stato possibile, anche grazie alla di-sponibilità dataci da 36 volontari ditutto il comune, stipulare una conven-zione con l’AVAP. di Palagano e or-ganizzare il trasporto giornaliero deinostri ragazzi disabili (quattro nel co-mune) al Centro Diurno di Vitriola.

Oltre a questo servizio il pulmino ri-mane a disposizione per altri traspor-ti. Per quanto riguarda la sanità, ledomande di nuovi servizi che questaAmministrazione ha fatto all'AUSLsono state portate avanti coinvolgen-do i sindaci degli altri comuni monta-ni in modo che fossero maggiormen-te prese in considerazione. In tal modoè stato possibile ottenere che dal 16giugno gli esami di laboratorio, effet-tuati presso le sedi di Palagano,Frassinoro, Montefiorino e Prignano,siano inviati, su richiesta, direttamen-te al domicilio del paziente con unaspesa supplementare di 0,90 euro(per spese postali). Nello stesso modosi è richiesto il potenziamento del ser-vizio di Assistenza Domiciliare Infer-mieristica per pazienti terminali, cheal momento dispone di una sola infer-miera che riesce ad assicurare unsolo accesso settimanale (nei comu-ni pedemontani, invece, sono quattro).L’azienda USL, dopo una valutazionedel carico di lavoro nei 4 comuni mon-tani, ci ha risposto positivamente (indata 17/5/2003 prot. 7249), confer-mando il raddoppio del servizio da at-tuarsi nel giro di pochi mesi. E’ stato,inoltre, ottenuto il mantenimento delServizio di Elisoccorso di Pavullo, lacui convenzione scadeva alla fine del-lo scorso anno senza previsione di rin-novo. Grazie alla mobilitazione di que-sta Amministrazione, che ha coinvol-to tutti i sindaci delle tre comunitàmontane di Modena, è stata fatta ri-chiesta di rinnovo del Servizio, poiconsegnata personalmente all’Asses-sore alla Sanità della Regione Emilia

Romagna. Per potenziare ulteriormen-te il grande spirito associazionisticodegli abitanti del comune di Palagano(l’AVIS conta il maggior numero di do-nazioni della montagna; l’AVAP ha or-ganizzato per i week-end del periodoestivo equipaggi che comprendono uninfermiere professionale che affian-ca i volontari), il progetto dell’ammini-strazione prevede di incrementare iservizi sanitari ubicati presso lo sta-bile ex-asilo. Con una spesa di 12.500-15.000• tale stabile potrà ospitareanche il servizio di guardia medica, ilservizio prelievi, l’ambulatorio di pe-diatria, l’ufficiale sanitario, l’ostetrica,il servizio di assistenza domiciliare el’ambulatorio di un medico di Medici-na Generale. In tal modo i volontarigià presenti in questa sede avrannola possibilità di essere affiancati daun medico 24 ore su 24, e questo 365giorni l’anno e i cittadini avranno ununico punto di riferimento per tutte leesigenze sanitarie, con maggiori pos-sibilità di incrementare i servizi. Inol-tre la sede AVIS, che rimarrà pressoil Municipio, potrà usufruire di due am-bienti aggiuntivi. I progetti da realiz-zare sono comunque numerosi met-tendo al primo posto l’attenzione perle persone anziane, che nel nostro co-mune sono circa il 40%. I tempi direalizzazione non sempre sono rapi-di, ma continueremo ad impegnarcidando la nostra disponibilità alla valu-tazione e realizzazione di qualsiasiproposta che possa contribuire a mi-gliorare la loro qualità di vita.

Arturo Bettuzzi

Servizi socio-assistenziali

Palagano, "ex-asilo", attuale sede AVAP

Il consigliere delegato al sociale ealla sanità ci invia uno scritto in

cui fa il punto della situazione suiservizi socio-assistenziali nel

nostro comune

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77la LUNA nuova - Novembre 2003

Dopo attente riflessioni sul mio precedente scritto,pubblicato nello scorso numero di luglio, mi viene spontaneoaffermare che ogni realtà oggettiva, nella vita di ciascunodi noi di tutti i giorni, ha origine sempre da un “pensiero”.E’ un campo questo un po’ difficile anche per me stesso,ma azzardo a comunicarvelo.Sono molto convinto, dopo anni di studi, che l’energiaprodotta dai “pensieri” di tutti noi, entra in un campoenergetico-cosmico e non potrà mai più essere spenta (aquesto punto molti di voi diranno: fantasticherie), ma viprego, solo poche righe per esporre il concetto, poi nepotrete trarre delle deduzioni. L’uomo, se riuscisse adabbandonare il proprio orgoglio personale e l’illegittimapresunzione di avere a tutti i costi la supremazia sui suoisimili, sugli altri esseri viventi e sulle cose, potrebbe ritornaread essere il “punto centrale della Creazione dell’Universo.Il “pensiero” originario della Creazione è stato il primopasso voluto dal Creatore per realizzare il suo “Progetto”,passando poi all’”Azione”, svolta nell’arco di soli sei giorni,perché il settimo riposò e “vide Dio che ciò bene stava”,dalla Genesi.Una seconda riflessione sul “pensiero” potrebbe esserequesta. Quando ci nutriamo e respiriamo, realizziamoscambi nel mondo fisico, quando pensiamo realizziamoscambi nel mondo mentale, quando proviamo dei sentimentirealizziamo scambi nel mondo emozionale; quindi: ogniparola, pensiero, emozione producono vibrazioni in ognisingola cellula vivente.Provate un attimo adesso a interiorizzare questa semplice“filastrocca” e alla fine potreste trarne delle deduzioni.

Bisogna stare molto attenti ai nostri pensieri perchéquesti si trasformano sempre in parole;

bisogna stare molto attenti alle parole che pronunciamoperché queste si trasformano in azioni;

bisogna stare molto attenti alle azioni perché questediventano, a lungo andare, abitudini;

Opinioni

Pensieridi Francesco Discienza

bisogna stare molto attenti alle nostre abitudini perchépossono diventare il nostro carattere;

bisogna stare molto attenti al nostro carattere perchépotrebbe diventare il nostro destino.

Quindi sono convinto che ognuno di noi ha il proprio destinofin dalla nascita, ma in buona parte ce lo giochiamo noicon i nostri comportamenti, con i nostri stili di vita vissutain disequilibrio con il “tutto” e non in pace con se stessi econ il Creato. Termino anche questo mio interventosperando di non avervi annoiato, ma riportando alla vostramente uno stupendo scritto del “Maggio” di DomenicoCerretti, non vedente, di Rovolo, vissuto nei primi anni del‘900, intitolato “Il prologo” de “Il presente e l’avvenired’Italia”. Bisogna meditare sulle parole scaturite da unamente semplice ma profonda.

Quando il mondo fu creatoFu creato un paradisoCon bell’ordine preciso

Perché fosse l’uom beato.

Quanto esiste sulla terraÈ a profitto degli umani

Ma per fatti empi e inumaniTra di lor vengono in guerra.

Non più il mondo un paradisoQuando manca amor fraterno

Si può dire un vero infernoQuando vien di sangue intriso.

Sol la legge di naturaChe nessun potrà violarlaDio la fece e trasportarlaNon può umana creatura.

Ogni momento della nostra giornata è scandito da rumorio suoni più o meno violenti tanto che oramai il raro silen-zio è un aspetto che ci impaurisce, ci turba, addiritturapuò impedirci di dormire, ci sorprende quasi più che unviolento rumore improvviso.Così ci circondiamo di qualcosa che impegni le nostreorecchie anche quando non sono le nostre attività quoti-diane a costringerci a farlo. Nella maggior parte dei casisi accende la radio o qualunque altro apparecchio ripro-duttore di suoni e si cerca la musica che più si confà ainostri stati d'animo. In genere è la musica leggera ad es-sere ricercata. Essa è come la moda del vestire: coglie erielabora gli aspetti del tempo in cui viene prodotta stabi-lendo delle regole inevitabilmente adottate dalle masse e

Riscoprire il valore della musica in ogni suo generedi Edda Chiari

poco dopo rinnega sé stessa, è da riporre tra i ricordi obuttare. Solo qualche brano, come a volte qualche capodi abbigliamento, è talmente fuori dal tempo da diventareimmortale. Oltre alla musica commerciale, ecco il teminepiù azzeccato, perché non educare il nostro orecchio esoprattutto quello delle giovani generazioni, a conoscere,apprezzare, rispettare anche il resto del patrimonio musi-cale (forse basterebbe usare il verbo conoscere perchégià la conoscenza è una forma di rispetto ed apprezza-mento?). Il jazz, la musica etnica, la musica popolare efolkloristica e soprattutto la musica classica sono formemusicali che superano i contesti temporali, sono spessopura espressione della creatività umana che ha impegna-to tutta sé stessa per esprimersi anche senza gli ausili

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8 la LUNA nuova - Novembre 2003

Opinionitecnologici su cui gli artisti musicisti possono fare affida-mento al giorno d'oggi. La ricchezza di passione che ne èall’origine rende questi generi musicali i più indicati pertoccare il nostro animo suscitando tenerezza, serenità eperché no anche passione e coraggio. Nel tempo peròqueste forme sopra citate sono state associate solo a po-che nicchie di cultori, in genere di ceti elevati cultural-mente, producendo quasi un'avversione per esse da par-te delle masse, come se fossero generi snob o da intellet-tuali. L'assurdo è che quasi sempre nei supermercati visono pile di cd di musica classica o jazz o popolare svendutiad un prezzo tale che puoi comprarne tre al prezzo delsingolo di un cantante sulla cresta del successo. Non c'èbisogno di nessuna competenza per farsi affascinare daMozart, o da un pezzo jazz, o da un canto popolare, basta

avere la curiosità di comprare un cd, o farselo prestare eprovare ad ascoltarlo senza pregiudizi. Ancora meglio sa-rebbe provare a partecipare ai concerti dal vivo propostisempre più di frequente anche sui nostri monti spessogratuitamente. Bastano piccole dosi alla volta. Qui ci pos-sono insegnare i bambini con la loro curiosità, che sareb-be da sfruttare al massimo a livello educativo e scolastico:gli occhi dei bambini si accendono quando vedono unostrumento musicale e lo sentono suonare dal vivo...Non hanno alcuna competenza musicale e per questo sen-tono esattamente quello che la musica vuole esprimereanche se il genere proposto non è usuale. Proviamo asfruttare tutte le possibilità che il mondo attuale ci proponee non fermiamoci solo a quello che il commercio ci impo-ne.

Palagano nei libri

L’Appennino Modenese, descritto ed illustrato con 153 incisioni, una carta geogra-fica ed una geologica, Autori Vari, Rocca S. Casciano, Licinio Cappelli Editore,1895.Trattando di geologia e minerali, si parla di Boccassuolo e Toggiano (pp. 20, 30, 40).Per le vicende civili si ricorda che, a causa delle discordie tra i Montecuccoli, nel 1413, ilmarchese Niccolò d’Este assegnò a Guidinello Palagano, Boccassuolo, Costrignano eMonchio, mentre Susano fu assegnato ad Alberguccio e Niccolò (p. 187).Lungo è il capitolo riguardante il brigantaggio. Boccassuolo è spesso citato per le gesta diPietro Lenzotti, mentre Palagano è ricordato per Luigi Reggi, capo di 120 briganti (pp.332-345). Le nostre vicende ecclesiastiche sono legate alle tre Pievi di Rubbiano, Frassinoroe Monchio (pp. 430-434). Citati sono spesso i nostri paesi negli Statuti di Medola e Rancidoro(pp. 586, 588, 594, 595). Sul capitolo della istruzione, intorno agli anni 1835 quando lascuola non era obbligatoria, si ricorda che a Palagano sedevano sugli stessi banchigiovani dagli 8 ai 27 anni! (p. 743). Mentre tra gli anni 1880-1890 viene sottolineata lavalidità della scuola femminile tenuta dalle suore da poco arrivate (p. 753).Ricordati sono pure i nuovi organi nelle chiese di Costrignano e Palagano (p. 832) e lefiere di Palagano, ricorrenti al 16 luglio e all’8 settembre (p. 841).Infine interessante è soprattutto la descrizione dei nostri paesi nel capitolo ‘Itinerari’ (pp.911-913, 921-925, 930-932, 939).

Il Montanaro, periodico mensile di Pievepelago (1883-1889), Accademia ScientificaLetteraria Artistica del Frignano “Lo Scoltenna” (ristampa anastatica 1984).Nell’anno I si parla delle miniere di Boccassuolo (p. 28). Nell’anno II, trattando dei figliillegittimi (fuori del matrimonio religioso), si ricorda che nel comune di Montefiorino, di cuiPalagano faceva parte, su 311 nati nel 1883, ben 66 sono illegittimi (p. 30). Per la cronacasi ricordano due disgrazie: un annegamento a Monchio e un suicidio a Boccassuolo (pp.136, 147). Nell’anno IV si parla della nuova chiesa di Costrignano (p. 22), dell’organo diBoccassuolo (p. 48), della disgrazia di annegamento di un ragazzo di Palagano (p. 82).Nell’anno V si parla ancora dell’organo di Boccassuolo (p. 19). Tra le curiosità due accen-ni ad atti notarili del 1270 e 1280 fatti da persone di Costrignano (pp. 134, 139) e l’annun-cio di un posto vacante per maestro elementare a Palagano con lo stipendio di L. 700.

Biblioteca il Bibliotecario

Per conoscere bene il nostro Appennino, la sua terra, la sua storia religiosa e civile… fondamentale è il libroL’Appennino Modenese, pubblicato verso la fine del 1800.Circa nello stesso periodo veniva stampato da “Lo Scoltenna” di Pievepelago un mensile: “Il Montanaro” che, oggirilegato in un unico volume, costituisce un’ulteriore fonte di conoscenza della nostra montagna.Da questi due grossi volumi ricaviamo solo gli argomenti riguardanti Palagano.

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99la LUNA nuova - Novembre 2003

Ricordi

...la prima volta

di Angelo Carani

Il 31 marzo 1946 si svolsero in Italiale prime elezioni amministrative deldopoguerra. Per la grande maggio-ranza degli elettori era anche la pri-ma volta che veniva chiamata, dopo ilventennio fascista, a partecipare adelezioni democratiche. Io ricevetti unacomunicazione dalla Pretura diSassuolo che ero stato nominato pre-sidente di seggio a Boccassuolo,mentre il mio collega Ing. BartolomeoBruni, molto più anziano di me, erastato nominato presidente di seggio aPalagano. In quel tempo sia Palaga-no che Boccassuolo erano frazioni diMontefiorino. Solo in seguito Palaga-no divenne comune autonomo e Boc-cassuolo una sua frazione.Confesso che quella nomina mi lasciònon solo molto perplesso, in quantonon ero stato precedentemente inter-pellato, ma anche un po' preoccupa-to; infatti non avevo nessuna cono-scenza di elezioni ed inoltre avendovissuto in prima persona le vicendedella lotta partigiana in quelle monta-gne non ero proprio sicuro che tuttosi potesse svolgere in tranquillità.Comunque io ed il collega Bruni cirecammo, con la corriera, in munici-pio a Montefiorino, dove ricevemmotutto il materiale elettorale per i dueseggi e la domenica mattina iniziam-mo le operazioni di voto. Per la veritàil primo problema si presentò duranteil percorso Montefiorino, Palagano,Boccassuolo: la corriera, infatti, checi doveva portare a destinazione nonpartiva da Montefiorino, ma da Vitrio-la, che dovemmo quindi raggiungerea piedi, lungo un sentiero scosceso,con grande difficoltà specialmente daparte dell'ing. Bruni che era di corpo-ratura piuttosto voluminosa. Le ope-razioni elettorali si svolsero per fortu-na regolarmente, anche perchè sulpiano burocratico il verbale era pre-compilato in maniera piuttosto sem-plice e comprensibile e su quello del-l'ordine non ci furono contestazioni dinessun genere.Anche gli scrutatori e rappresentanti

di lista si comportarono in modo deltutto corretto. Da notare che il lavorofu anche semplificato dal fatto che glielettori in quel tempo erano, a paritàdi abitanti, meno della metà di oggi;infatti non solo i giovani venivano con-siderati maggiorenni, e quindi aventidiritto al voto, a ventuno anni e non adiciotto come oggi, ma addirittura nonvotavano le donne. A votazioni ultima-te si procedette allo scrutinio e ricor-do che molte schede dovettero esse-re annullate (per altro con scarsissi-me contestazioni) soprattutto per lascarsa esperienza dell'elettore (era ap-punto la prima volta che si votava).Da notare che alcune schede dovet-tero essere dichiarate nulle perchè lacroce era stata posta su diversi sim-boli.Appresi in seguito che qualcuno, a par-te e subdolamente, aveva diffuso la no-tizia che per votare una lista era ne-cessario cancellare (apponendo unacroce) quelle che non erano di gradi-mento. Risultò comunque vincente lalista Scudo Crociato con la scritta "Li-

bertas" (Democrazia Cristiana).Il verbale e tutto il materiale elettoralefu poi portato (utilizzando questa vol-ta la corriera pubblica) a Montefiorinoed il comune ci riservava una piccolasorpresa: le casse erano vuote e quin-di non potevano nè pagarci per il la-voro svolto nè rimborsarci le spese.Solo in seguito ci spedirono a domi-cilio quanto dovutoci (altri tempi!).Da notare infine, per inciso, che difatto io fui privato del diritto di voto.Infatti per l'assoluta mancanza di mezziprivati di trasporto non ho potuto vo-tare a Sassuolo, dove risiedevo, nèper altro potevo usare mezzi pubbliciche mi avrebbero costretto ad abban-donare, per troppo tempo, il seggioelettorale di cui ero responsabile.Fu comunque un'esperienza interes-sante anche se in seguito le elezioniamministrative, politiche e di referen-dum si sono seguite con ritmo conti-nuo e non hanno più costituito un mo-tivo di particolare apprensione comele prime del dopoguerra, nell'ormailontano 31 marzo 1946.

Il ricordo del presidente del seggio di Boccassuolo nelle prime elezioni amministrative del dopoguerra

Nell'ambito dei lavori di rifacimento delpiazzale antistante la chiesa parroc-chiale di Palagano è stato dato un"nuovo volto", al monumento che ri-corda la barbara fucilazione di dueventenni, Aurelio Aravecchia e DanteSchiavone, avvenuta l'8 marzo 1944perchè accusati di essere partigiani.Dopo un sommario processo furonocondannati alla fucilazione. A nullavalse il coraggioso e rischioso tentati-vo di salvarli da parte di Don SanteBartolai se non ad impedire che fos-sero costretti a scavare loro stessi lapropria tomba. "...è l'ora fissata perl'esecuzione... il tenente Izzo dà l'or-dine di spicciarsi. Ma i due si rifiuta-no di muoversi. Allora una tempesta

di calci e pugni si scarica nuovamente su quei poveri corpi... Mi buttano lebraccia al collo, baciandomi e bagnandomi di lacrime... Aggiungono chemuoiono innocenti, per un'Italia migliore, più grande e più buona..." (DonSante Bartolai, Da Fossoli a Mathausen).Il monumento è stato realizzato, con il contributo della associazione "Com-battenti e reduci" di Palagano, da Lami Giuseppe, Giannini Luciano eSassatelli Renzo.

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10 la LUNA nuova - Novembre 2003

Associazionismo

di Arturo Bettuzzi

Circa un anno fa la Comunità Monta-na ha donato un pulmino, per il tra-sporto degli anziani, a tutti i quattrocomuni.Il Comune di Palagano, dovendo tra-sportare tutti i giorni quattro ragazziportatori di handicap (escluso sabatoe domenica) al Centro Diurno diVitriola, ha pensato di attrezzarlo conuna pedana sollevatrice e due carroz-zine, per utilizzare al meglio il mezzoe rendere più confortevole il viaggio.Prima di iniziare il servizio è stata fat-ta una riunione con i cittadini, tenuta-si in sala consigliare, per spiegarel’utilizzo del pulmino e per chiederecollaborazione.Molti avevano detto che non si sareb-be presentato nessuno, invece è suc-cessa una cosa meravigliosa: hannopartecipato 32 persone di tutto il co-mune.E’ stato spiegato come utilizzare il pul-mino: trasporto dei ragazzi con han-dicap e, nell’orario in cui rimaneva li-bero, trasporto di persone, senzamezzi propri, per visite specialistiche,gite o feste.Per motivi organizzativi è stata stipu-lata una convenzione con l’AVAP (mo-stratasi molto disponibile) per orga-nizzare i turni di questi signori (nelvero senso della parola) che tutti i gior-ni assicurano il servizio. Questi vo-lontari lavorano per il prossimo piùsfortunato o semplicemente anziano,in silenzio, senza clamori e nessuna

30.000chilometridisolidarietà

Sono più di 30.000 i chilometri percorsidal pulmino donato dalla Comunità

Montana per il trasporto di disabili egestito da volontari

pretesa ed il pulmino ha già percorso30.000 km di solidarietà.Dicono che Palagano è il comune deimatti, ed è vero leggendo la Palaga-neide, ma è anche il paese in cui tan-te persone di età diverse e di ideediverse, quando viene loro chiesto di

aiutare il prossimo, danno tutta la lorodisponibilità.Ho scritto questo articolo per ringra-ziare questo gruppo e, poiché a fineanno si dovrà rinnovare la convenzio-ne, per invitare altri a partecipare aquesta bella esperienza.

Giovedì 11 settembre si è tenuta, pressola sede AVAP di Palagano, una riunionecon il seguente ordine del giorno: acqui-sto nuova ambulanza, rinnovo contratto in-fermieri 118, corsi di formazione, varie edeventuali.Questo il risultato: il consiglio ha deciso diacquistare, nonostante le scarse offerte

da parte delle ditte locali e dei nostri cittadini, una nuova ambulanza 4x4per il periodo invernale. Vista la lunga consegna del mezzo, anche que-st'anno dovremo arrangiarci con i mezzi che abbiamo, con la speranzache il meteo sia favorevole almeno fino all'anno nuovo.Contiamo molto anche sulla generosità di tutti vista la cifra che dovremoimpegnare (circa 70.000 euro). Alcune ditte e associazioni hanno già con-tribuito e ne approfittiamo per ringraziarle (scriveremo poi tutti i nomi all'ar-rivo del mezzo nuovo). E' stato rinnovato il contratto degli infermieri, quindiPaolo, Stefano e Stefano Mussi saranno con noi ancora per qualche tem-po. Sono iniziati anche i corsi di aggiornamento: per chi volesse parteci-pare telefonare al numero 340/8621926 (Paolo). Saluti a tutti.

Giancarlo Caminati - Presidente AVAP Palagano

AVAP Palagano

Ultim'oraDa pochi giorni è attivo il sito web dell'AVAP di Palagano:

www.avappalagano.org

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1111la LUNA nuova - Novembre 2003

Appello al "poeta contadino"

Cara Luna,sono una tua grande sostenitrice da quando è uscito il primo numero.Ti scrivo anonimamente per denunciare un fatto accadutomi qualche tempo fa, che ha veramente offesome, la mia famiglia ed alcuni dei miei amici.Ci è pervenuta una lettera scritta in rima, da parte di una, o più persone, sicuramente conosciute, marimaste nell'anonimato, nella quale in modo scherzoso, ma allo stesso tempo molto offensivo io, dei mieiamici e parte della mia famiglia siamo stati centro di assurde ed ingiuriose accuse.Visto che il/i mandanti della lettera continuano a rimanere nell'ombra ho pensato di lanciare un appellotramite questo periodico con la speranza che giunga ai diretti interessati.Voglio far sapere a queste persone che io sono in pace con me stessa e quando ho dei problemi (e vigarantisco che ne ho e non di poco conto) ne parlo con i diretti interessati faccia a faccia cercando diessere la più coerente e diretta possibile.Spero che questa o queste persone da vigliacchi e codardi come hanno dimostrato di essere trovino ilcoraggio di farsi avanti ed accusarmi apertamente senza troppi sotterfugi e senza tirare in ballo le personea me care!Chiedo scusa ai lettori per aver rubato spazio prezioso ma non sono riuscita a trovare altro modo.Grazie mille.

Vorremmo dare pubblico riconoscimento a chi si è parti-colarmente distinto positivamente nel campo umano, soli-dale, economico, sportivo, politico... a Palagano e dintor-ni.A tal fine chiediamo ai nostri lettori di indicarci le personeche, a loro giudizio, sono meritevoli di segnalazione. Inoccasione di ogni nuova pubblicazione de la Luna un no-stro incaricato consegnerà a chi sarà risultato particolar-mente meritevole il trofeo Luna d'oro .Tutta l'operazione, ovviamente, sarà documentata sullepagine del nostro giornale. La speranza è anche quellache, sia per il coinvolgimento dei nostri lettori, sia per il

carattere pubblico dell'iniziativa, ciò possa essere d’esem-pio e di stimolo per tutti.

Non potevamo però esimerci anche dal nominare “loscornacchiato” di turno, ovvero colui che, per evidentidemeriti, riceverà la "Cornacchia nera" .

All’opera quindi, tenendo presente che le segnalazioni nondevono essere anonime e che non saranno accettatevigliaccate e vendette.

Grazie a tutti per la collaborazione.

APPELLO AI LETTORI DE "la Luna nuova "Inviate le vostre segnalazioni per assegnare due nuovi importanti riconoscimenti

Potete inviare le vostre segnalazioni a:la Luna nuova, Via Palazzo Pierotti 4/a - 41046 Palagano (MO)

E-mail: [email protected]

Cornacchia neraLuna d'oro

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12 la LUNA nuova - Novembre 2003

La Luna nuovaVia Palazzo Pierotti 4/a 41046 Palagano (MO)

ItalyFax: 0536/96.15.21Tel.: 0536/96.16.21

e-mail: [email protected]

Non verrannopubblicate lettere anonime

"Ci hanno consentitodi crescere"

Valentina Melchiorri - Kuwait

E ormai sono 9 mesi che viviamo lon-tani da casa; ho riletto la mia corri-spondenza elettronica con i familiarie gli amici, la tranche sulla scopertadel nuovo paese, della gente, degli usie costumi locali, con l’accettazione daparte nostra e con l’accettazione daparte degli indigeni.Il nostro rispetto nei confronti della lorocultura ed il loro nei confronti dellanostra: due mondi completamente di-versi, quello cattolico-cristiano da unaparte e quello islamico dall’altra.Le difficoltà incontrate nella vita di tuttii giorni con la nostra poca conoscen-za di una lingua comune (l’inglese), ela piacevole scoperta di altri conna-zionali con cui condividere esperien-ze e vita.E lo studio sulla guida – regalataci daAnna - della cultura araba e dell’Islam.La scoperta del mondo multietnico –parte integrante e perno di questo pic-colo paese - ed il doverci rapportarea questi universi così diversi: cinesi,indiani, filippini, pakistani, egiziani,libanesi, iraniani, siriani ecc…Il nostro lavoro va a rilento a causadella incompletezza degli impianti edella burocrazia veramente terribile….tempi arabi.Poi la guerra nel paese confinante, losgomento per questa atrocità, gli ap-pelli del Santo Padre e le manifesta-zioni con le bandiere di tutti gli statioccidentali.Non credo che scorderò mai il primosuono d’allarme della sirena che pre-annunciava l’arrivo di un missile, lacontrazione in fondo allo stomaco e

subito dopo il suono del cessato allar-me. Di allarmi ne abbiamo sentiti 14per 14 missili a testata convenziona-le, tutti intercettati dai patriot locali,però sono arrivati anche 3 missili chenon sono stati intercettati: 2 terra-ariache hanno causato pochi danni, unterzo, sparato per errore dagli ameri-cani è caduto vicino ad una cittadina,nei pressi di un Mc-Donald al qualeha rotto tutti i vetri. Abbiamo avuto l’as-sistenza della nostra ambasciata checi ha fornito: piani di evacuazione,tute, maschere antigas, atropina, vac-cini, ecc... è stata solo carente neicollegamenti: per fortuna uno dei no-stri amici, lavorando lì ci ha sempredato informazioni sollecite. E poi i gior-nalisti!!!!!Vi posso assicurare che se non tele-fonavo tutte le sere o non mandavoalmeno una mail al giorno rassicuran-do parenti ed amici sulla situazione dinormalità (escluso gli allarmi) che vi-vevamo, loro, gli attori della cartastampata, per fare audience, raccon-tavano tutte le notizie centuplicatequando addirittura non se le inventa-vano. Alle nostre proteste risponde-vano che quello era il loro mestiere,noi riuscivamo a controbattere sola-mente che i giornalisti devono soloraccontare la verità non l’esagerazio-ne o l’esasperazione della verità.Poi finalmente la pace, cioè la cessa-zione dei bombardamenti; pace signi-fica altra cosa, significa amore ed aiu-to tra i popoli, rispetto per gli esseriumani e le loro culture, non la situa-zione attuale dove non c’è pace nérispetto per nessuno.Abbiamo una cara amica, Linda, nataa Bagdad ma di nazionalità italiana,cattolica armena, il mese scorso èandata, con alcuni militari inglesi suoi

amici, a rivedere i luoghi della sua in-fanzia e fanciullezza, è tornata dispe-rata: ha trovato i vecchi amici, le case,ma non ha ritrovato il cuore della cittànatia, solo disperazione, rabbia e lacertezza che ad ogni passo rischiavala vita oltre al portafoglio.Ora il nostro lavoro è finalmente parti-to, i tempi “arabi” sono stati per noilunghissimi, ma ci hanno consentitodi conoscere ed apprezzare tantecose su un’altra parte di umanità, cihanno consentito di “crescere”; esono anche cresciuti gli affetti lascia-ti a casa: ci siamo avvicinati ed ab-biamo scoperto altri esseri umani pienidi calore; conoscenze normali primadella nostra partenza ci hanno mostra-to le loro doti umane e ci hanno datotanto amore.Grazie a tutti voi carissime e carissi-mi amici, grazie ancora palaganesi,pianoresi, pavullesi, casolesi,frignanesi tutti, siete e sarete sempreil meglio…E grazie anche alla Luna.

Riforma delle pensioni

Ugo Beneventi - Costrignano

Cara Luna,grazie dell’ospitalità; voglio parlare diun argomento di grande attualità: lariforma delle pensioni.Si sente in giro un sacco di chiac-chiere e poche proposte serie,improntate a giustizia ed equità.C’è chi la vuole e chi no ed anche isindacati, stretti tra mille fuochi, sem-brano balbettare. Da vecchio sinda-calista bancario quale sono, una pro-posta la voglio fare anch’io, e mi sem-

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1313la LUNA nuova - Novembre 2003

bra seria (se non lo fosse non la fa-rei). Noi pensionati medio-bassi nondobbiamo aver paura delle riformeoneste, anzi dobbiamo volerle.Voglio raccontarvi un episodio al qualeispirarci: nel 1968/69 ero presidentedel collegio dei revisori dei conti dellaF.I.B.-C.I.S.L. (Federazione Italianabancari) di Milano, chiedemmo allebanche, che si lamentavano dell’ec-cessivo costo del personale, di dirciquanto spendevano separatamente,per dirigenti, funzionari e massaimpiegatizia.Volevamo tre numeri sui quali ragio-nare, ma quei tre numeri, per quantone so, devono essere ancora forniti edubito lo saranno mai.Ora si ripete lo stesso gioco: l’INPSdice, e il governo fa suo il discorso,che il costo delle pensioni è troppooneroso e che in futuro non potrà piùpagarle; ha pienamente ragione.Ma vuole il Governo fornire i dati di-saggregati? Vuole dire, cioè, quantospende per le pensioni sociali?Quanto per le pensioni integrate alminimo?Quanto per quelle fino a 5.000.000 dilire? Cosa gli costano quelle fino a20.000.000 di lire?E, dulcis in fundo, per quanto incido-no sul bilancio dell’Ente erogatorequelle fino a 50.000.000 di lire? Suquesti dati si potrebbe dissentire e…ben venga la riforma! Vogliamo farele cose in modo serio? Come si è fis-sato un minimo (da fame), così si fis-si anche un massimo che non sia daRe Mida!Si riveda anche il modo di concederela pensione a chi ha fatto un solo man-dato parlamentare. Vi sembra un di-scorso sovversivo? A me sembra pro-prio di no. Distinti saluti.

Compagnia dialettale

Gino Mintrone - Palagano

Voglio approfittare del piacevolissimoperiodico "la Luna nuova" per ringra-ziare tutti gli spettatori che, sabato 2agosto e venerdì 8 agosto, hannomanifestato il loro caloroso consensoallo spettacolo di "Carlino e Mariuccia"- scene di vita familiare - presso il Te-atro Comunale di Palagano: gli applau-si sono stati tantissimi, sinceri ed af-

Messaggi da www.luna-nuova.it

CARA LUNA NUOVA IL SITO DA VOI FATTO È VERAMENTE STRUTTURATO BENE E DI

FACILE CONSULTAZIONE PER TUTTI. COMPLIMENTI!!!!! VOLEVO ANCHE DIRVI CHE IL

GIORNALINO MENSILE È MOLTO INTERESSANTE CON TUTTE LE CURIOSITÀ DEL MESE...SONIA

VENGO POCO A BOCCASSUOLO E SOLO PER VEDERE MIO NONNO, MA ADORO VISITARE

IL VOSTRO BEL SITO.TIZIANA

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CULTURALE, COSA NON MOLTO COMUNE

GIAN LUIGI DACCÒ - LECCO

RAGACC' , PARLOMMA E SCRIVOMMA PIÙ IN DIALET'FAUSTO D'LA MARIA D'LA FESTA (ZECCHINELLO ALL 'ANAGRAFE UFFICIALE) -

SETTALA (MI)

TANTI SALUTI DALL´ARGENTINA DA UN PALAGANESE CHE RICEVE CON ALLEGRIA IL

VOSTRO GIORNALINO E DI TANTO IN TANTO VISITA LE VOSTRE PAGINE.ALDO SACERDOTI (TOSI DA PARTE DI MADRE) - ARGENTINA

E' UN'INIZIATIVA CHE MERITA DI ESSERE AIUTATA A CRESCERE.GRAZIE A QUEI POCHI CHE RENDONO UN SERVIZIO A MOLTI.

IN FUTURO CERCHERÒ DI DARE ANCHE IL MIO CONTRIBUTO.RENZO ARAVECCHIA - MONTEFIORINO

CHI SCRIVE È ORIGINARIO DI BOCCASSUOLO E CHE DA OLTRE 40 ANNI RISIEDE A

ROMA: QUESTO NON VUOL DIRE CHE IO MI DISINTERESSI DELLA MIA TERRA, ANZI LA

AMO PIÙ DI PRIMA E MI DISPIACE DI NON AVER FATTO NULLA PER VALORIZZARLA.CASUALMENTE HO PRESO VISIONE DELLA VOSTRA PUBBLICAZIONE E DEVO DIRE CHE

HO TROVATO NEI VOSTRI ARTICOLI UN TIPO DI SCRITTURA DI STAMPO ANTICO ETRADIZIONALE CHE AVEVO DIMENTICATO. METTETE IN RISALTO I CONTENUTI DEL POSTO,

I PROBLEMI CONTINGENTI ED UN'OTTIMA AGENDA. COMPLIMENTI. HO QUASI 55 ANNI EQUALCUNO DI VOI O I VOSTRI GENITORI VEDENDO LA MIA E-MAIL SI RICORDERÀ DEI MIEI

TRASCORSI A BOCCASSUOLO. IN TRENT'ANNI DI LAVORO RITENGO DI AVER DATO MOLTO

PER LO SVILUPPO DEL PAESE ITALIA. ORA VORREI FARE ALTRETTANTO PER IL MIO

PAESE E ANCHE PER QUELLE PERSONE CHE DEDICANO TEMPO E DENARO ALLO SCOPO

DI TENER VIVO L'AMORE PER IL PROPRIO PAESE APPENNINICO.BRAVI CONTINUATE COSÌ.

PRIMO BERNARDI - ROMA

INNANZITUTTO COMPLIMENTI PER IL SITO E PER L'IMPEGNO DI DARE UNA VOCE

ALLA MONTAGNA, VORREI PERMETTERMI UN SUGGERIMENTO O QUANTOMENO VORREI

ESPORRE UN MIO PUNTO DI VISTA.SAREBBE ORA CHE LO STRUMENTO INFORMATICO VENISSE TRATTATO IN MODO PIÙ

CONTINUATIVO E PIÙ AMPIO IN QUANTO STRUMENTO CHE POTREBBE PERMETTERE UNA

RIVALUTAZIONE, ANCHE ECONOMICA, DEI NOSTRI LUOGHI.NON SAREBBE QUINDI UNA CATTIVA IDEA, A MIO PARERE, UNO SPAZIO

CONTINUATIVO RIGUARDO A QUESTO STRUMENTO NONCHÉ, A LIVELLO DI

ASSOCIAZIONE QUALE SIETE, LA PROMOZIONE DI IDEE BASATE

SU TALI TECNOLOGIE.FABRIZIO BOTTI

A SI PROPRIA BRAV, E'M'FA GNIR E MAGUN GUARDAR I NOSTR POST DA CHI'.E SAREV BELL TRUVAR QUAICH'

PAGINA IN DIALETT

ANDREAB - MILANO

COMPLIMENTI PER IL SITO E DI SPERVARA NON SI PARLA MAI?

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14 la LUNA nuova - Novembre 2003

fettuosi. Ringrazio anche tutti gli atto-ri della Compagnia dialettale palaga-nese che con tanto impegno, bravurae simpatia hanno assicurato l'ottimariuscita delle due serate. Con loro miè doveroso ringraziare il caro BrunoRicchi per la simpaticissima ed arti-stica presentazione in versi dello spet-tacolo. Al Teatro Comunale ci saran-no altre serate divertenti; le avventuredi "Carlino e Mariuccia" vi aspettano!

Dalla Francia

Irene Digani - Orly (Francia)

Cari amici de "la Luna nuova",questa lettera al fine di ringraziarvi diavere sempre mandato il vostro gior-nale di informazione locale a mio ma-rito, Lorenzo Digani delle Macinelle,deceduto il 9 ottobre 2002.Non potete immaginare come gli fa-ceva piacere ricevere le notizie dallasua regione, soprattutto quando nonpoteva più viaggiare per andare a casasua. Ancora un grande grazie e salu-ti sinceri.

Per chi lo ha conosciuto

Cristiana Sorbi - Montefiorino

Sul giornale “La Luna Nuova” vorreiricordare mio padre, perchè pensosia stata una persona che ha amatoincondizionatamente questi luoghi,come poche altre; un vero montana-ro, testardo e amante della sua terra.Il suo paese, la musica, la lettura, lamontagna, i boschi, gli animali, tuttociò che voleva dire natura e poesiafaceva parte del suo modo di essere.Si chiamava Attilio, nato, vissuto emorto a Montefiorino, piccolo centromontano, fatto di poche case, che neitempi della mia fanciullezza anch'ioamavo moltissimo, forse più di ades-so, anche se sono tornata per resta-re.Era il suo mondo e per questa terraha dedicato gran parte della sua vita.Come appariva grande ai miei occhidi bambina! O forse lo era veramen-te, perchè non c'era cosa che nonsapesse fare e il piccolo genio chec'era in lui inventava e metteva a pun-

to un'infinità di cose grandi e piccole.La sua figura mi appare a volte nitidae a volte offuscata, come in sogno,ma sempre serena, con gli occhi at-tenti e belli di persona che sa pensa-re.Forse, come si dice, erano altri tem-pi, ma come ogni persona di una certaetà, li ricordo con tanta nostalgia,perchè sono certa che il cuore dellagente, nella semplice vita comune, erapiù grande.

Fontane o sorgenti

Doriano

Ciao Luna,è un po' di tempo che ho voglia discriverti, per tornare a quando, alme-no con lo spirito e l'intenzione, congli altri due D. (Davide e Daniele) de-cidemmo di farti nascere.Ora ti voglio usare, da strumento qualesei o dovresti essere, per farti servi-zio per la comunità.In quest'ultimo periodo mi è venutavoglia di sapere e far sapere a tutti gliinteressati alcune cose di caratteregenerale, farlo sapere da te, da te chehai "i mezzi" per essere ascoltata; oraaspetto, anzi aspettiamo le risposte.Ma veniamo ad alcuni fatti, anzi co-mincio con uno.Fontane o sorgenti pubbliche.Mai come in quest'anno di scarsità

Colori d'autunno

La montagna ha mutato il suo colore:non è più verde e nella tramontana

sembra la tavolozza d'un pittore.C'è qualcosa che passa e s'allontana...

Guardi l'azzurro limpido e improvvisati nasce strana un'ansia dentro al cuore;

l'anima si smarrisce e non ravvisase questo istante è gioia o se è dolore.

E' calata la luce e già la seraraffredda il bacio che ti ha dato il sole;

resta, ricordo, ormai, la primavera,svanita col profumo delle viole...

Antonio Manni

Postaidrica, le varie sorgenti pubblichesparse nel territorio del paese, sonostate sede di chiacchiericci; si for-mavano le file, a volte lunghette e lagente, com'è nell'indole umana, simetteva a parlare delle cose più di-sparate, e a volte, inevitabilmente, dellestesse sorgenti.Una cosa ho notato in particolare: chenon c'è la minima informazione nèchiarezza sui controlli sulla potabilitàdelle suddette sorgenti.Come ex consigliere spiegavo chel'acqua viene esaminata periodica-mente e qualora risultasse non ido-nea al consumo umano verrebbe su-bito posta ordinanza di divieto dell'uso,ma non sapevo spiegare nè ogni quan-to tempo, nè quante e quali sono lefontane-sorgenti analizzate.Cara Luna, vuoi interrogare chi didovere e informare i tuoi lettori? Ungrazie di cuore (anticipato) da partedi tanti, credimi.

Caro Doriano, la tua lettera è giuntain redazione quando il giornale eragià stato impaginato.Non riusciamo (sia per i tempi strettisia per la mancanza, in questo nu-mero, di spazio) a pubblicare la ri-sposta alla tue domande.Andremo comunque ad interrogare"chi di dovere" ed informeremo i no-stri lettori nel prossimo numero.Grazie e tanti saluti.

Davide (una delle tre D)

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1515la LUNA nuova - Novembre 2003

Val Dragone

All’inizio del secolo scorso l’Appenni-no Modenese, come del resto la mag-gior parte delle aree rurali, fu carat-terizzato da una crisi economica chenon risparmiò i suoi abitanti.Come mostra ampiamente ErcoleSori, i fattori di espulsione che porta-rono milioni di italiani ad emigrare,dall’Unità d’Italia alla prima guerramondiale, sia verso il nord Europa cheverso i paesi d’oltreoceano, furonomoltissimi. Essi vanno ricercati soprat-tutto nell’arretratezza dell’economiaitaliana rispetto ai ritmi della rivoluzio-ne industriale e nei rapporti capitali-stici che andavano imponendosi, re-lativi al processo di modernizzazione.

L'emigrazione delle comunitàmontane dell'Appennino modeneseovest dall'unità d'Italia al secondo

dopoguerra

2 Vita in montagna

La capacità di adeguamento dell’eco-nomia italiana fu estremamente debo-le, soprattutto per quanto riguarda ilsettore agricolo. La cronica insuffi-cienza di reddito, la mancanza di cir-colazione di denaro, le impostefondiarie da pagare nonché i rapportidi asservimento che gravavano sullapopolazione contadina furono dei fat-tori determinanti per la scelta dell’emi-grazione.Nelle aree rurali, caratterizzate dallapiccola proprietà contadina, la viadell’emigrazione divenne per moltil’unica possibilità di riscattarsi dallamiseria.Il fenomeno emigratorio iniziò, fin dalla

metà degli anni 1870, ad espandersia macchia d’olio; esso coinvolse al-l’inizio le aree del nord Italia, poi, da-gli anni 1890, le aree agricole del sud.Nell’Italia liberale il dibattito sull’emi-grazione ebbe fin dall’inizio dei tonimolto accesi sia a livello parlamenta-re che governativo, coinvolgendo par-titi politici, studiosi, giornalisti, asso-ciazioni cattoliche e liberali, metten-do a confronto, naturalmente, fautoried oppositori.Ma a prescindere dagli schieramentipro e contro l’emigrazione, per i moltiche dovevano lottare quotidianamen-te contro la fame e la miseria, la viadell’emigrazione fu l’unica soluzione

Tratto dalla tesi di laurea di Monica Bertugli

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16 la LUNA nuova - Novembre 2003

Val Dragonee l’unica speranza di risolvere lo statodi precarietà in cui versava la loroesistenza. Se le condizioni di vita fu-rono difficili per coloro che vivevanonelle campagne, tanto più arduo eravivere nei paesini dell’Appennino.In questi, dall’unità d’Italia in poi, lecondizioni di vita della popolazionefurono estremamente precarie; l’ali-mentazione era a livelli di sussisten-za, le condizioni igieniche nelle abi-tazioni spesso pessime e le malattie ele epidemie erano sempre in aggua-to.Uno sguardo all’economia ci può darechiaramente un quadro esaustivo dellecondizioni, circa generalizzate, dellapopolazione appenninica. L’economiadi una famiglia di montagna eraun’economia autarchica, chiusa, nel-la quale i mezzi di produzione dove-vano provenire dalla stessa azienda ei prodotti consumati all’interno dellastessa. Ciò era dovuto all’indole deicontadini di fine ‘800, restii ad accet-tare qualsiasi novità e ad altri fattoriquali l’educazione inadeguata e lascarsità di vie di comunicazione.“…L’agricoltura sarebbe meritevole dimolta cura e capace di molti progres-si. Vi è una naturale difficoltà, comesempre nelle montagne, ad accettarenuovi metodi; una naturale diffidenzaad accettare cose nuove che è carat-teristica. Non dico che essa sia sem-pre irragionevole, ma nemmeno èsempre ragionevole. Usiamo porre ibestiami in istalle con pochissima luceed aria e spesso con poca pulizia,cose che non possono non danneg-giarne la razza e l’educazione. I no-stri agricoltori, non imprenditori, nontemerari, non innovatori si contenta-no del poco e le fantasie di stermina-te ricchezze, di guadagni straordina-ri non esaltano la loro testa”.La boaria era poco praticata in mon-tagna, molto di più in pianura. Gli af-fitti erano rari, dato che, dove non erapresente la conduzione in proprio, ilcontratto agrario utilizzato era quellodella mezzadria, la quale prevedevache il bestiame utilizzato fosse fornitodal padrone del terreno e che al mez-zadro spettasse la metà di ciò che siricavava dal bestiame e dal terreno.In molti altri casi, chi non si trasferivasul terreno del padrone, ma prendevain conduzione un terreno altrui (cosìcome si diceva “al mezzo”), impiega-va il proprio bestiame e ricavava la

metà del raccolto. Per le castagne,invece, “si faceva al terzo”.Questo sistema vigeva non solo sullemontagne dell’Appennino, ma anchenella Bassa Padana, anche se era si-curamente caratterizzato da onerimaggiori per il mezzadro, dato che iluoghi più isolati sono generalmentequelli che vedono un più tardo miglio-ramento dei diritti da parte del più de-bole.Era praticata anche la soccida, inbase alla quale al conduttore a cui eraaffidato il bestiame spettava qualecompenso la metà dell’accrescimen-to e l’incremento di valore del bestia-me al termine del contratto.Agricoltura ed allevamento bestiameerano, allora, le uniche fonti di sussi-

stenza.Il frumento era la coltivazione più usua-le, con un rendimento che variava inrelazione al fatto che ci si spostasseverso l’alto o si scendesse verso lapianura; nelle zone impervie nonraggiungibili dalle trebbiatrici, il chic-co era estratto dalla pianta facendoricorso a grossi sassi trainati dal be-stiame, oppure utilizzando due basto-ni chiamati “cerchie”. Il frumento erauna soluzione alla scarsità di cibo,perché da esso si ricavava pane epasta. Numerosi erano i mulini permacinare i cereali ed ogni gruppo dicase aveva il suo forno per cuocere ilpane. La mancanza, però, di sementiselezionate e le avversità stagionalidavano raccolti poco remunerativi;

Il dibattitosull'emigrazione

In Italia il dibattito sui pro e i contro del-l’emigrazione ebbe una grande eco siaattraverso la stampa che nei dibattiti par-lamentari. I più accesi sostenitori videronel fenomeno emigratorio una valvola disicurezza che, attraverso la diminuzionedell’offerta di lavoro, migliorava gradual-mente le condizioni di lavoro per la dimi-nuita concorrenza delle braccia. Uominicome il Sonnino, Nitti e prima di essi Leone Carpi, propugnarono costan-temente l’emigrazione e il colonialismo emigratorio italiano come soluzionealla questione contadina.Sull’altro versante, invece, vi erano le pressioni dei gruppi agrari che chie-devano ostinatamente delle restrizioni all’espatrio in modo da tutelare i pro-pri interessi. Inoltre vi era tutta una serie di posizioni intermedie, sia laicheche cattoliche, che premevano per la tutela dell’emigrante. Effettivamentela legislazione italiana riguardante la tematica emigratoria, al contrario de-gli altri paesi europei, fu sempre ambigua. La legge del 1888 fu di fatto uncompromesso, poiché sanciva la libertà emigratoria vigilata, introducendola figura dell’agente e sub-agente di emigrazione, tenendosi però a unlivello molto basso sul terreno della protezione dell’emigrante. Solo nel 1901la legge sull’emigrazione venne riformulata in termini più completi dandopiù garanzie all’emigrante e regolamentando in maniera più organica tuttigli aspetti legati al fenomeno emigratorio e al controllo su di esso da partedelle autorità preposte, istituendo il Commissariato generale dell’Emigra-zione alle dipendenze del Ministero degli Esteri, ispettori dell’emigrazioneviaggianti, la figura del medico di bordo, uffici di protezione eregolamentando la figura degli agenti e dei vettori marittimi. Il dibattito èriportato in maniera molto sintetica ma chiara nel saggio di FrancescoMalgeri: La tutela legislativa dell’emigrante e l’apporto dei cattolici inScalabrini tra il vecchio e il nuovo mondo. Atti del Convegno StoricoInternazionale (Piacenza, 3-5 dicembre 1987) a cura di Gianfranco Roso-li. CSER, Roma, 1989. Per un ulteriore approfondimento un utile apportoviene dato da Antonio Perotti, La società italiana di fronte alle prime mi-grazioni di massa, CSER, edizioni Morcelliana, 11-12, 1968. pp: 3-78.

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1717la LUNA nuova - Novembre 2003

Val Dragone

quando proprio andava bene, un sac-co di grano seminato ne dava sette alraccolto.Anche il granoturco era diffuso, mala sua coltivazione non era possibilenelle zone più elevate dell’Appennino.Inoltre la sua coltivazione comportavail depauperamento del terreno e l’usoprolungato e continuo della farina digranoturco (ingrediente base dellapolenta “gialla”) era causa dellapellagra. Come compensazione vi erala coltivazione dell’orzo, della segala(per la paglia pregiata a coprire lecapanne), della “scandella”, un mistodi orzone e “veccia” seminate insie-me, delle fave, tra le leguminose, eanche delle patate. Frumento,scandella e fave, mescolate e maci-nate insieme, erano chiamate “robada pane”: il pane di solo frumento eraun lusso per signori. Veniva coltivataanche la vite, ma solo al di sotto degli‘800 metri, a causa del clima rigidonell’alto Appennino, che portava aduna vendemmia molto precoce e pocoredditizia.Era praticato anche l’allevamento bo-vino, riservato però a coloro che aves-sero una discreta estensione di ter-reno per permetterselo. Tale attivitàdifferiva in relazione all’altitudine. Nellezone più basse, il bestiame bovino ein special modo i buoi assumevanogrande rilevanza poiché erano solita-mente utilizzati per la coltivazione deiterreni, che avveniva con l’aratro; maquando si iniziava a salire di altitudi-ne e gli aratri erano sostituiti da zap-pe e vanghe, i contadini preferivanotenere vitelli e vacche che nei pascolinaturali delle montagne trovavano illoro ambiente naturale.Anche l’allevamento dei maiali era dif-fuso, in genere uno per famiglia, in-grassato e ucciso per ricavare salu-

mi per tutto l’anno. Essi veni-vano nutriti nei porcili o lasciatipascolare liberamente tra iboschi di querce, da cui trae-vano loro nutrimento attraver-so le ghiande che, oltre a es-sere commerciate, fungevanoda provviste invernali.I più poveri, che non poteva-no permettersi l’acquisto e ilmantenimento di buoi e vac-che, possedevano pecore ecapre da cui ricavavano latte,agnelli e la preziosa lana che,filata e tessuta dalle donne surudimentali telai, produceva lacosiddetta “sarza”, un tessutogrezzo ma resistente per gliabiti sia maschili che femmi-nili.Al pascolo degli ovini eranoadibite le zone più inadatte allacoltivazione di qualsiasi cere-ale e generalmente questi ter-reni erano di proprietà dellacomunità.Era solito, per il contadino dell’Appen-nino, coltivare un orto, dal quale si tra-eva il necessario per le minestre e lacucina in generale.I poderi avevano solitamente degliappezzamenti di bosco, utili sia per ilnutrimento degli animali che per l’ap-provvigionamento della castagna, veraregina dell’alimentazione del monta-naro, che trasformata in farina venivautilizzata sia come alimentazione basedel contadino, per il suo alto valorenutritivo, sia per l’esportazione in pia-nura. Il bosco, inoltre, forniva anche,attraverso l’utilizzo del legno di fag-gio, una buona riserva di carbone.Chi non faceva il contadino traeva ilproprio reddito dall’attività di braccian-te, trovando occupazioni periodicheo giornaliere nei momenti in cui c’era

bisogno di manodopera per i vari la-vori come la mietitura, la vendemmia,la raccolta di castagne e la bonificadei terreni.In genere le attività praticate sull’Ap-pennino erano legate alla terra oppu-re erano attività annesse. Un esem-pio poteva essere la figura del fabbronella cui officina si producevano at-trezzi agricoli in ferro (zappe, vanghe,falci, accette, punteruoli, mazze, lame)o quelli che servivano per la lavora-zione del legno; ma non era comun-que inusuale che fosse il contadinostesso a costruire la maggior partedegli attrezzi che gli servivano, dato ilregime autarchico a cui era avvezzo.Molto spesso, infatti, mancava il de-naro per acquistarli e il ricavato delvitellino o degli agnelli, venduti al mer-cato, doveva coprire spese più neces-sarie.Vi è stato anche qualche tentativo diarrotondare lo scarso reddito agrico-lo con l’allevamento del baco da seta,ma con scarsi risultati.L’economia del contadino del mode-nese era prevalentemente questa. Mala “sopravvivenza dignitosa” del con-tadino non dipendeva solo da ciò chepoteva coltivare o allevare. Altri fatto-ri, non per ultimo quello climatico, chepoteva causare annate cattive portan-do la siccità, la troppa pioggia o il gelo,potevano causare gravi danni alla fra-

Tenore di vita nel Frignano

La qualità e la quantità di cibo della popolazione del Frignano fu sintoma-tica di un tenore di vita molto basso. I pasti erano frugali e spesso insuf-ficienti, e l’alimento principale era la polenta di granoturco o di castagne.Le castagne erano alla base dell’alimentazione.Il pane era quasi sempre di mistura, la carne veniva mangiata moltoraramente e ciò valeva anche per il vino, entrambi beneficio unico deiricchi.In sostanza l’alimentazione, a prescindere dalla quantità, che il più dellevolte era scarsa, aveva un contenuto proteico inadeguato al fabbisognodel contadino.

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18 la LUNA nuova - Novembre 2003

Val Dragonegile economia di montagna. Nella rivi-sta “Il Montanaro” possiamo così leg-gere i ricordi di tremende annate difine ‘800, caratterizzate da lunghi in-verni, abbondanti piogge e nevicateche compromisero i raccolti per moltianni avvenire. Non a caso, come im-mediato riscontro, vi fu il notevole au-mento di emigrazione verso l’esteroche si ebbe nel Circondario di Pavul-lo nel 1887, un incremento, si pensi,dell’85% rispetto all’anno preceden-te. L’emigrazione era totalmente tem-poranea e la parte del leone la feceFrassinoro con 621 emigranti, regi-strando un aumento del 123% rispet-to al 1886.I fattori climatici si sommavano inoltrealla qualità del suolo, che nell’Appen-nino Modenese, a causa della presen-za di argilla scagliosa e calcare, eradi scarsa qualità, in quanto poco fer-tile e tendenzialmente impermeabile.Da queste premesse è chiaro cheun’economia che dipendeva quasiesclusivamente dall’agricoltura, l’anda-mento climatico era un fattore più chedeterminante per la produzione e quin-di la sopravvivenza della popolazione.La sua influenza, inoltre, spingeva icontadini a non usare innovazioni maad accontentarsi dei metodi tradizio-nali che garantissero la sopravviven-za. Eppure certe innovazioni avreb-bero certamente potuto migliorare laproduzione agricola.Le rotazioni delle foraggiere di 5 o 6anni, che vennero praticate in pianu-ra fin da fine secolo, non vennero pra-ticate sull’Appennino.I tipi di rotazione adottati furono quellitipici di un’economia di mera sussi-stenza, che causavano il depaupera-mento del suolo e lasciavano il conta-dino allo “stato liminale” fra la sussi-stenza e la fame. Il non permetterel’accumulazione di capitale che avreb-be consentito alla famiglia del conta-dino, durante le annate più difficili, diandare avanti in attesa di tempi mi-gliori, evitando l’emigrazione, gravònotevolmente sulle decisioni dei con-tadini di partire.Il voler far produrre alla terra prodottiche la terra a fatica produceva fu unodei principali sbagli del contadino. Unesempio ne è la coltivazione delgranoturco, la cui farina era indispen-sabile per produrre la polenta, pastoessenziale utilizzato in alternativa allapolenta di castagne. La sua semina

avveniva, in monta-gna, a causa del cli-ma, in maggio, un pe-riodo troppo vicino alcaldo dell’estate etroppo lontano dallastagione piovosa perpermetterne la buonacrescita (Inoltre, ma-turando tardi, dovevaessere tagliato primadel dovuto per lascia-re posto alla seminadel frumento, e così,non essendo matura-to spontaneamente,veniva ammassato neigranai in modo da ma-turare; così facendoera spesso soggetto adeterioramento, con-causa di una malattiaquale la pellagra, chefortunatamente nonraggiunse mai livelli preoccupanti).Il bestiame, per contro, era un fattoredi potenziale ricchezza, e la zootec-nia, che iniziò a svilupparsi nei primidel secolo nella provincia di Modena,ne è un esempio. Le zone appenni-niche, tuttavia, non trassero grandivantaggi dalle innovazioni praticate inpianura.L’irregolarità delle piogge non permet-teva una buona irrigazione dei pascolidei prati, e la mancanza di utilizzo deiconcimi chimici per la crescita dellepiante foraggiere, obbligava il conta-dino ad un allevamento ridotto di ani-mali, il che, di conseguenza, lo esclu-deva automaticamente dall’economiadi mercato. Inoltre i vincoli forestaliche vietavano l’utilizzo di pascoli libe-ri, e la tassazione a cui era soggettoil bestiame, furono un serio ostacoloall’espansione dell’allevamento degliovini (capre e pecore) sull’Appenni-no.A peggiorare la situazione precariadei contadini dell’Appennino modene-se contribuiva anche la rete viaria, omeglio, la quasi assoluta mancanzadi strade montane che collegassero ipiccoli centri fra loro e ai paesi piùgrandi della pianura. L’isolamento de-rivante contribuì a consolidare l’eco-nomia basata sull’autoconsumo e glisforzi fatti dalle amministrazioni localiper porvi rimedio finirono per pesareulteriormente sulle tasse che già gra-vavano sui contadini.

La cattiva viabilità, ad ogni modo, ten-ne lontano molti paesi di montagna dafattori che potevano turbare le abitu-dini tradizionali come ad esempio gliagenti di emigrazione e in genere lecampagne pubblicitarie atte a favori-re i movimenti migratori indotti (trala-sciando l’emigrazione interna e sta-gionale che procedeva, invece, su bi-nari già consolidati); furono, infatti,soprattutto nei primi tempi del grandeesodo, i paesi che avevano maggiorirapporti commerciali con quelli dellapianura a risentire dell’emigrazione,quali Frassinoro, Montefiorino, LamaMocogno…Nei cinque anni compresi fra il 1884e il 1888, l’80% dell’emigrazione dellamontagna modenese venne apporta-ta da tali comuni. L’insufficiente retestradale poteva anche costituire unvincolo psicologico tendente ad ac-crescere quel rapporto di protezionee di contemporaneo isolamento chela montagna da sempre instaura conil suo abitatore e che lo spinge ad ac-contentarsi di poco pur di non doverabbandonare i luoghi dove è nato.In un sistema caratterizzato dalminifondo e da una produzione agri-cola di sussistenza fortemente dipen-dente dai fattori climatici, dove l’orga-nizzazione della famiglia, generalmen-te numerosa era di tipo patriarcale,l’emigrazione non fu un fattore sco-nosciuto, soprattutto per gli uominiche raggiungevano l’età nella quale

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1919la LUNA nuova - Novembre 2003

Val Dragone

costituire una propria famiglia.Essi diventarono sempre di più e ilconseguente ultrafrazionamento deiterreni che ne derivò, non permetten-do raccolti adeguati alle bocche dasfamare, costrinse i figli ad andarse-ne altrove, spezzando la tradizioneche vedeva il figlio lavorare dove ave-va lavorato il padre. (Interessante aquesto proposito la Relazione Annua-le del Comizio Agrario di Modena, del1904, nella quale viene riportato:...ebbimo per contro nel 1904 unaproduzione deficentissima, specie neicereali. ….Prendendo le mosse dalprodotto principale, dal re dei cere-ali, notiamo che i terreni non ebberodurante l’autunno un andamento distagione troppo propizio alle lavora-zioni, alla semina ed alla nascita delfrumento, sicchè subito i seminati sirivelarono assai radi. L’invernata dol-cissima, priva affatto di geli e nevi-cate… umida, invece, per piogge pro-lungate a primavera molto inoltrata…non permise alle zolle di scindersi esfarinarsi; rimanendo così il terrenoin pessime condizioni, venne a man-care anche l’accestimento del gra-no…Cessate tutto di un tratto le piogge el’umidore, si appalesò fin da maggioun caldo eccessivo che continuò pertutta l’estate. Il frumento ebbe quindirapida e repentina maturazione, dan-nosa alla quantità ed alla qualità delprodotto il quale limitavansi a quellodella pura spica nata sullo stelo ma-estro, a cagione della mancata for-mazione di culmi secondari…Il rac-

colto fu quindi notevolmente inferio-re a quello del 1903…Il prodotto del grano nel 1904 fu diqualità scadente, pel fatto che legranella furono stremenzite per ilsoverchio calore…Interessanti sono anche gli atti dellaPrefettura di Modena riguardanti lesovvenzioni straordinarie e i sussidiai Comuni, Consorzi e alle Provinceper danni derivati da frane e alluvioni(1903) a Sestola, Fanano, Pavullo,Savignano, Vignola, ecc… che in que-gli anni si verificarono non di radodanneggiando i raccolti (in Affari Ge-nerali Comunali, 1902-1912, Atti dellaPrefettura 457, Archivio di Stato diModena.)Emigrare significava sostanzialmenteperdere fiducia nelle cose per le qua-li i propri genitori avevano lottato eandare verso luoghi dei quali non siavevano che le certezze raccontatedagli altri, barattare quel poco che siaveva con qualcosa che forse si sa-rebbe potuto avere.L’emigrazione era e restava sostan-zialmente un dramma, drammatica erala vita nel paese che si lasciava, dram-matico era il viaggio che portava l’emi-grante alle nuove destinazioni, dram-matico era l’impatto con la societàospitante.Dapprima vi fu l’emigrazione tempo-ranea. Durante i mesi invernali, gliuomini lasciavano la montagna oveerano costretti all’inattività, per anda-re a cercare lavoro sia nelle zone li-mitrofe dell’Emilia Romagna e dellaToscana che nei luoghi più lontani, nondi rado all’estero, dove vi erano lavoridi bonifica e costruzioni stradali per iquali serviva manodopera tempora-nea.Questo tipo di migrazione solitamente

permetteva alla famiglia di tirare avantiper tutto l’inverno, ma sempre in unregime di ristrettezze e di privazionipersonali. Il carattere di migrazioneinterna, però, ben presto lasciò il po-sto a quella internazionale; essendomigrazioni generalmente temporaneeche riguardavano in linea di massimagli uomini, la scelta della destinazionenon era sempre la stessa; infatti, ilvariare destinazione significava opta-re ogni volta per l’offerta di lavoro cheproponeva maggiori vantaggi.Le migrazioni verso l’estero furonoindirizzate, soprattutto negli anni ’70-’80, verso il nord Europa (Francia,Belgio, Svizzera e Germania), dovevi erano bonifiche da intraprendere,lavori di costruzione o nelle zone mi-nerarie.Solo più tardi, verso fine secolo, l’emi-grazione transoceanica venne ad as-sumere consistenza. Questo generedi emigrazione fu più complessa, poi-ché la maggior parte delle volte la fa-miglia era costretta a vendere i propriaveri per poter affrontare le spese diviaggio, il che rendeva l’emigrazionea carattere pressoché permanente.L’emigrazione transoceanica presepiede ben presto attraverso dei mec-canismi di intermediazione molto effi-caci, gli agenti e sub agenti di emi-grazione.Ai tradizionali paesi europei di emi-grazione, si sostituirono paesi comeil Brasile e l’Argentina, oppure l’Ame-rica dei Grandi Laghi che stavano av-viandosi verso una grande crescitaeconomica e offrivano prospettive benpiù allettanti, ma soprattutto offrivanola possibilità di avere una proprietàsenza doverla pagare.Per quanto riguarda l’emigrazione, ilflusso emigratorio dall’Emilia Roma-gna si concentrò prevalentemente nelperiodo che va dal 1876 al 1920; inquesto lasso di tempo emigrarono741.056 emiliani, ovvero il 5% dell’emi-grazione totale italiana, con il massi-mo di 331.540 emigrati nel decennio1901/1910.Nel trentennio 1891/1920 emigrarono643.357 emiliani su una popolazionedi 2.547.201 nel 1901; 2.812.974 nel1911; 3.077.080 nel 1921.Questa emigrazione, oltre ad esserela più antica, fu anche la più consi-stente a livello numerico.

(Continua nel prossimo numero)

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20 la LUNA nuova - Novembre 2003

É mùradur,

il muratore

Mio padreQuante volte mi sovviene mio padre...Faceva il muratore;partiva presto la mattinaa piedi o in bicicletta.Solo ghiaia lungo la via,tante ore di lavoroper fare la “quindicina”ed attaccare le marchein caso di malattia.A colpi di mazzuolo e puntasquadrava le grosse pietreper le briglie dei fiumio per i piccoli ponti dei fossi.Il cuneo al sole cocentebruciava le mani,screpolava le dita,mentre girava pian pianoil rimpetto delle muraglie…gli cuoceva il cervello.Arrivava la sera finalmente,mio padre tornava a casa...ed era sempre contento!!!Uno scappellotto sulla testa,un complimento,ma poi c’era lo zolfo da dare,le mucche da governare...fare una pigna di grano...A cena una minestra conditacol soffritto di cipollae un po’ di lardo di maiale…Eravamo ugualmente contenti:andavamo a letto stanchi,ma rimanevan di fuori gli stenti.

Me paderQuânti volt a pens a me pâder…

E feva e múradur;e partiva inanc dé la matina

a pee o in biciclata.Sul dla ghiara in tla via

tanti ur ed lavurper far la “quindsina”

e tacâr na queic marcatain câs ed malatia.

A cuip ed mazël e ed púnciote feva dal boz

pral brei di fiëmo pri pundsin suver i fos.E bürin a la randa du sul

e brúsava in tal man,eg gniva al sadel in tal did

intementer che e girava bèl bèlu rimpet di muraiùn…

eg cusiva e cérvèl.L’ariväva sira finalment

e me pader l’arturnäva a ca’…L’era semper cuntent!!!Un scuplot in tla testa,

un cumpliment,ma po’ e ghera u suifer da dâr,

monger al vac…far na meda o un paiâr…

A cena una mnèstra cundidacun un sufrét ed ciola,

un po’ ed gras ed maiâl…Aieren semper cuntent,

aiandeven a let stëf, ma i penseriarmagniven fëra da l’ës.

di Silvano Braglia

Oggi, quando andiamo a cercare unmuratore, ci dobbiamo affidare allaDivina Provvidenza, perché è semprepiù problematico trovarne uno: i no-stri giovani non si adattano più ad unlavoro svolto in condizioni disagiate edin ogni condizione atmosferica (sonosempre più numerosi gli extracomu-nitari impiegati nei cantieri edili, men-tre fino a non molti anni fa avevamocooperative di muratori palaganesi chelavoravano ed erano molto apprezza-te nei comuni vicini). Un tempo, inve-ce, il mastro muratore, lo scalpellinoo il tagliapietre erano considerate“arti” vere e proprie; se solo pensia-mo al medioevo, quando i tagliatori dipietre venivano fatti venire da Comoa Modena per edificare quella mera-vigliosa cattedrale che è il Duomo…o se solo osserviamo tutti i capolavoridella nostra montagna: chiese, cam-panili, arcate di ponti, colonne, capi-telli o architravi, ci rendiamo conto delvalore del “maestro di pietra”! Le mac-chine oggigiorno hanno alleviato (perfortuna) la fatica materiale vera e pro-pria e non occorre più, se non in mo-menti particolari di carpenteria, di re-cuperi architettonici o di murature spe-ciali, una professionalità particolar-mente elevata; la fatica fisica è statacioè enormemente limitata e non c’èpiù la necessità di una “vocazione ar-tistica”. Il muratore un tempo posse-deva pochissimi attrezzi: martello ecazzuola, si diceva, e poche altre cosecome il piombo, la squadra, il metro,qualche punta e mazze più o menopesanti… ma soprattutto doveva pos-sedere abilità non comune a modella-re le pietre o ad intrecciare i vari bloc-chi con gli unici “collanti” allora esi-stenti: la calce cotta in rudimentali for-naci, la terra creta o castagnina, ilgesso. Quante costruzioni hanno ret-to ai terremoti e alle ingiurie del tem-po, edificate in modo che oggi defini-remmo “approssimativo” (dureranno i

Val Dragone

palazzi di oggi quanto hanno resistitoi “trulli”, “i nuraghi”, gli acquedotti ro-mani…Nel secondo dopoguerra (quando illavoro scarseggiava e la prole era trop-po numerosa), molti muratori e ma-novali erano costretti ad emigrare inFrancia o in Svizzera oppure spessosi dovevano accontentare di fare “unaquindicina” di giorni lavorativi, in “re-gola”, sotto qualche ditta per poter ga-

rantire alla propria famiglia l’assisten-za sanitaria gratuita.Molti muratori, poi, integravano il loroguadagno col lavoro nei campi:: finitala giornata ne cominciava una secon-da dedita alla mungitura delle muc-che o ad altri lavori agricoli… una dop-pia fatica!A mio padre, abile muratore, ho dedi-cato questi pochi versi.. abbozzati conun rudimentale scalpello

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2121la LUNA nuova - Novembre 2003

É pän d�i muntanär

di Chiara Ricchi

La castagna ha davvero rappresen-tato il pane per migliaia di montanari,nel passato. Le colline del nostro ver-de Appennino, tanto ribelli all’aratroe avare di frumento, hanno però dasempre offerto un pane alternativo,la castagna. La farina dolce, doratadi questo frutto è stata impiegata inmille modi differenti per ottenernepani, focacce, polenta, frittelle, dolci.I palaganesi del passato hanno con-vissuto con questa alimentazione avolte monotona per decenni e secoli,forse con il desiderio mai appagato

di un arrosto di carne, ma pur semprecon la certezza che il castagno non liavrebbe mai traditi, permettendo lorodi allevare figli e nipoti.Durante i lunghi inverni del passato,assai meno benevoli di quelli attuali, ilprofumo di castagna cotta, di polenta,di “mistocche” nel forno a legna im-pregnava le pareti delle povere case,facendo tutt’uno con esse.Oggi i cibi tradizionali a base di ca-stagna sono un capriccio archeologi-co, una rivisitazione del passato perportare qualche variazione ad un menùsempre più “globalizzato”, ma la ca-stagna non va dimenticata: troppo

grande è il nostro debito verso questocibo che è stato vita.Tale convinzione mi spinge a recupe-rare termini che oggi suonano quasivuoti di significato, e presto non sa-ranno più pronunciati, perché evoca-no oggetti ed azioni ormai desueti.“Ghiüvlä/r al castégn” è un’espressio-ne incomprensibile per la maggior par-te dei palaganesi di oggi, che pure,comprendendo la portata culturale diquesta perdita gastronomica e lingui-stica, hanno recentemente deposita-to il marchio del “fritlò/z” presso il Mi-nistero delle Attività Produttive.Forse siamo ancora in tempo…

Alcuni terminidialettalipalaganesisulla castagnaBalöcc: castagna lessata, che si vuo-ta con un cucchiaino per mangiarnela polpa.Spesso, durante la bollitura, venivanoaggiunte alle castagne piccole pereselvatiche che, in tal modo, erano aro-matizzate. "Còt cum un balöcc" = iro-nico, innamoratissimo.

Burg: caldarroste bollite in acqua olatte e consumate calde col brodo dicottura (specialmente latte).

Canécc: soffittatura di listelli o canneo vimini su cui, nel metato si stende-vano le castagne ad essiccare ed af-fumicare.

Carnér: piccolo marsupio di pelle o

maglia per la raccolta di castagne, dalegare ai fianchi.

Castagna/c: tipico dolce palaganesea base di farina di castagne. "Tramnüfòch e castagnac i tiren förad'l'invéren i sö ragac!" = con poche epovere pietanze i montanari fannosuperare l'inverno ai loro figli.

Castégna: castagna.

Casträr: verbo usato per designarel'operazione di incisione delle casta-gne, necessaria prima di porle sul fuo-co per ottenerne caldarroste.La "castratura" si opera, in genere,nella "pancia" della castagna, sul fian-co, a seconda delle abitudini, il lembotagliato viene eliminato oppure rima-ne attaccato in un sottile punto allacastagna.

Föja 'd castégn: foglia di castagno.Era utilizzata in cucina per la prepa-razione delle crescentine, cotte nelle

Oggi i cibi tradizionali a base di castagnasono un capriccio archeologico ma lacastagna ha davvero rappresentato il

pane per migliaia di montanari.

Val Dragone

tigelle di pietra o terracotta tra duefoglie di castagno che conferivano alpiccolo pane un sapore inconfondibi-le ed inimitabile.

Fritlòz: "frittellozzo" di castagne. Ti-pica frittella di farina di castagne frit-ta in olio o strutto e consumata conpanna e ricotta fresche.

Garavéla: castagna che, avendo ce-duto spazio nel riccio alla castagnacentrale, di grosse dimensioni, cre-sce con difficoltà e risulta molto con-cava, arcuata e scarsamente polpo-sa.

Gusun : castagna di cui, all'interno delriccio, sia rimasta solo la cortecciaesterna (priva di polpa) perchè sacri-ficata dalla grossa castagna centrale.E' la radicalizzazione della Garavéla .

(Tratto dal Dizionario "Palaganese -Italiano, Italiano - Palaganese di

Bruno e Chiara Ricchi)

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22 la LUNA nuova - Novembre 2003

Val Dragone

di Aldo Magnoni

Sulla credenza dei tesori nascosti nelmodenese così scrisse nel 1958 Al-berto Vecchi: “tradizione di povertà egrigiore di vita hanno fatto scaturirepressoché ovunque leggende di tesorinascosti. Il sogno di un improvvisoassurdo arricchimento pare sia l’equi-valente fantastico di un’implacabilediuturna esperienza di fatica.”Nel periodo di 45 anni (quasi due ge-nerazioni) che ci separa da quell’in-teressante ricerca, ho la ragionevoleconvinzione che pochissimi ricordinole leggende tramandatesi fino ad allo-ra dai nostri padri, legate appunto aifantomatici tesori nascosti.Per questo motivo, attraverso la“Luna”, ripropongo i racconti che ilVecchi raccolse nella nostra valle.In quel di Montefiorino la ricchezzadi una famiglia, della quale si dice tut-tora il nome, è giustificata in questomodo: un uomo che se ne andava tut-to solo verso il paese lungo una scor-ciatoia, incontrò un vecchietto che gliporse una pignatta; quello fu rapidonell’afferrare il recipiente, ch’era pie-no di monete d’oro, e s’ebbe così iltesoro.Pare che, in simili frangenti, sia ne-cessario saper essere risoluti, e co-gliere l’occasione propizia con svel-tezza: infatti un pastore che, transi-tando nei pressi del monte Tignoso ,vide un grosso mucchio di moneted’oro e proseguì di corsa la stradaper andare a prendere una “benna”con la quale trasportare a casa tutto il

tesoro, al suo ritorno non trovò piùnulla.Castello di Frassinoro è un agglo-merato di case nate a causa di unbuco in un sacco.Pare che il buon Dio avesse realmentein animo di andare a mettere un bel-lissimo castello non si sa dove, malungo la strada gli si ruppe il sacco, eil bel castello cadde frantumato perterra: donde le casette di Castello. Eb-bene, se il giorno di S. Stefano unuomo se ne va alle quattro di mattinain un "macchione" posto vicino al Ca-stello, un serpente sbucherà dalla suatana e gli si arrotolerà attorno alla cin-tura.Se egli si spaventerà e reagirà, peg-gio per lui: se invece se ne starà tran-quillo e senza paura, allora il serpen-te gli darà un bacio sulla guancia, scio-glierà la stretta e se ne andrà per ifatti suoi.Comparirà allora un vecchietto cheinsegnerà all’intrepido la via per im-padronirsi del favoloso tesoro nasco-sto nelle vicinanze.Da Medola , invece, scende talvolta alfiume Dragone, per abbeverarsi, ungrosso serpente, che porta sul capouna luminosissima pietra preziosa;quando beve, esso depone la pietrasul ciglio del fiume, ma nessuno hamai osato tentare di sottrargliela.Di nuovo a Frassinoro , si dice chenel bosco di Fondignana, compaiatalvolta un ometto piccino piccino, chesi mostra, tutto nudo, sdraiato su diun tovagliolo.Capitò di vederlo ad un fanciullo. Que-

sti conduceva al pascolo le pecore,quando si vide davanti l’ometto, chegli chiese per tre volte: “Quanto vuoi?”.Il fanciullo, naturalmente, non seppeche cosa rispondere, e allora l’ominoscomparve. Se il fanciullo gli avessechiesto il tesoro, ne avrebbe avuto leindicazioni su come trovarlo. Si diceche l’omino compaia ancora.A Casola si dice che colui il qualevuole cercare tesori, deve essere ingrazia di Dio, e posseder un pezzo dipane o altro oggetto benedetto da unsacerdote, perché, diversamente, puòavvenirgli di essere rapito e tenutoprigioniero dal demonio che custodi-sce il tesoro.In quel di Boccassuolo , infine, si rac-conta che una volta un uomo assistetteterrorizzato ad una scena di seppelli-mento, dall’alto di un ciliegio.Uno sconosciuto s’era avvicinato incompagnia di un bimbo; fermatosi,aveva poi ordinato a questo di conse-gnare il tesoro soltanto a quell’uomoammogliato che si fosse seduto amangiare pane e cipolla nel luogodove erano essi allora; dopo di cheuccise il bimbo e lo seppellì assiemead una grossa pignatta piena di mo-nete d’oro. Lo spettatore, ch’era sca-polo, dopo pochi giorni era, tra lo stu-pore generale, sposato. A matrimo-nio avvenuto si portò nascostamentesul luogo del tesoro e qui si sedette amangiare pane e cipolla.Tosto gli comparve davanti il bimbo im-molato, che gli consegnò la preziosapignatta ringraziandolo di averlo libe-rato dalla tristissima oscura schiavitù.

Storie ditesori nascosti

Tradizione di povertà e grigiore di vita hannofatto scaturire pressochè ovunque leggende di

tesori nascosti. Il sogno di un improvvisoassurdo arricchimento pare sia l’equivalente

fantastico di un’implacabile diuturnaesperienza di fatica.

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2323la LUNA nuova - Novembre 2003

Dicono : Siamo In Europa!Scusate, ma prima dove eravamo?Sì, ma adesso abbiamo l’Euro, la moneta unica.E allora, è un affare?Una tigella al lardo alla Festa dei Matti prima costavamille lire adesso costa un Euro, e non è esattamente lastessa cosa.Dicono ancora : abbiamo riformato il codice stradale: nien-te più prostitute per strada, ma solo sui marciapiedi e conil loro bel giubbino catarifrangente, perchè siano ben visi-bili.Così, se uno si ferma per abbordarle, siamo certi cheabborda una prostituta e non la moglie che passeggia conil cane e possiamo fargli una bella multa e sequestrarglil’automobile.Abbiamo messo l’obbligo dei fari accesi anche di giorno:le statistiche dicono che gli incidenti mortali sono aumen-tati dell’1,2%, però il provvedimento è risultato estrema-mente redditizio per i produttori di proiettori e lampadine,per non parlare della crescita dei consumi di carburan-te...Poi, per par condicio con i produttori di materiali frenantie di tergicristalli, emaneremo un provvedimento che stabi-lisca anche l’obbligo di procedere con il freno a manotirato e i tergicristalli sempre in moto.E’ allo studio anche un sistema che corroda i pneumaticiquando le auto sono parcheggiate.Dicono ancora : abbiamo varato la patente a punti.Si, va beh, ma alcune cose non mi sono chiare. Peresempio: se volessi andare contromano in autostrada, miconverrebbe di più nei giorni festivi o nei feriali dopo le20,30?E se giro con la targa pari, posso fare una conversione aU in una giornata dispari?Se investo Bossi e lo estrometto dalla politica per un belperiodo di tempo, quanti punti premio mi spettano?Cosa mi fanno se mi beccano a passare con il rossoubriaco fradicio e ho lasciato a casa la patente ?Mi tirano le orecchie dicendomi “brutto distrattone, la pa-tente devi tenerla sempre nel portafoglio?”Dicono ancora: abbiamo messo le scritte salutistiche suipacchetti delle sigarette: IL FUMO UCCIDE! Ci voleva unvolpone come Sirchia per fare questa scoperta!Noi ingenui fanciulli fumatori eravamo convinti che il fumorendesse la pelle più bella e profumata.Ma se il fumo uccide e voi volete farcelo sapere scriven-

docelo sotto il naso, dovete scrivere messaggini ad hocanche sugli alcoolici, sulle automobili, sulle moto, nellefabbriche, sui palazzi costruiti al risparmio, sul calcio-in-culo e sulle strisce pedonali; sulle gradinate degli stadi esui balconi delle case, sulle scale a pioli e sulle impalca-ture dei cantieri edili. Nelle sale operatorie e anche sullepistole e sui fucili, se vi rimane un po' di tempo.Dicono ancora : abbiamo fatto la riforma del fisco: chiaveva molte tasse da pagare non le paga più, gli altriinvece se lo sognano.E il sogno di non pagare le tasse è un gran bel sogno.Gvazie Tvemonti, facci sognave! Gvazie pevchè anchetu, come Sivchia, sei un gvande...Dicono: abbiamo fatto la riforma delle pensioni e anchequella della telefonia mobile.D’ora in poi chi si reca a Palagano in villeggiatura pa-gherà solo 5,00 euro per la mezza pensione e 10 europer la pensione completa; chi si accontenta del campeg-gio pagherà soltanto 0,30 centesimi di euro di addebitoalla risposta per chi chiama da sede fissa.Se ti connetti con Telekom-Serbia pagano Fassino eProdi.Se navighi in Internet lo fai a tuo rischio e pericolo. Leassicurazioni non rispondono. Loro aumentano solo letariffe.Non sanno fare altro, ma lo sanno fare bene.Dicono : abbiamo fatto la riforma televisiva.Più canali per tutti?No! Sarai mica scemo?Un unico grande canale, praticamente un canalone, inmano ad un unico grande presidente-imprenditore: SuaEmmittenza Silvio Trasmettoni.Lungo il canalone puoi anche sciare, d’inverno, con SKI-pass e, mentre scendi a tutta velocità, puoi vedere lepartite del Campionato di serie A.Tutto questo per merito del nostro amato Presidente-ope-raio, giornalista-giornalaio, medico-paziente, giudice-im-putato (sempre assolto e mai condannato), musicista-paroliere e anche parolaio. Abile chef e fotografo dinudo, cacciatore di cinghiali e cercatore di funghi. Mi-stico e guru, operatore di miracoli e di guarigioni...Sì. Proprio lui. Silvio Berlusconi... il vero, grandescantacoglioni!(Scusate, amici, ma ho finito lo spazio a mia disposizio-ne. Allora vi chiedo: se Maometto va alla montagna, gliislamici possono andare al mare?)

Piove,

governo ladro...

I l Pazzo della Lunadi S. Nieleda

([email protected])

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o Indirizzo insufficienteo Destinatario sconosciutoo Destinatario decedutoo Rifiutatoo Altro ....................................................

La LUNA nuovaVia Palazzo Pierotti, 4/A - 41046 Palagano (MO) - Italy

RiflessioniPerchè ti voglio bene

Quando ti sei svegliato questa mattina, ti ho osservato ed ho sperato che mi rivolgessi laparola, anche solo poche parole, chiedendo la mia opinione e ringraziandomi per qualcosadi buono che ti era accaduto ieri, però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestitogiusto da metterti per andare a lavorare.

Ho continuato ad aspettare ancora mentre correvi in casa per vestirti e sistemarti, sapevoche avresti avuto del tempo anche per fermarti solo qualche minuto e dirmi "CIAO", peròeri troppo occupato. Per questo ho acceso il cielo per te, l'ho riempito di colori e di dolcicanti di uccelli, per vedere se così mi ascoltavi, però nemmeno di questo ti sei reso conto.

Ti ho osservato mentre eri al lavoro e ti ho aspettato pazientemente tutto il giorno, con lemolte cose che avevi da fare, suppongo che tu sia stato troppo occupato per dirmi qualcosa.

Al tuo rientro ho visto la stanchezza sul tuo volto e ho pensato di rinfrescarti un pocofacendo cadere una lieve pioggia, perché questa la portasse via, il mio era un dono, mati sei infuriato ed hai offeso il mio nome. Desideravo tanto che tu mi parlassi... c'era ancoratanto tempo, ho pensato.

Dopo hai acceso la TV, hai cenato ed immerso nel tuo mondo ti sei nuovamente dimenticatodi parlare con me.

Ho notato che eri stanco ed ho compreso il tuo desiderio di silenzio e così ho fattoscendere il sole ed al suo posto ho disteso una coperta di stelle, al centro di questa hoacceso la luna come candela: era uno spettacolo bellissimo, ma tu non ti sei accorto dinulla.

Al momento di dormire, dopo aver augurato la buona notte alla famiglia, ti sei coricato equasi immediatamente ti sei addormentato. Ho accompagnato i tuoi sogni con musica edolci pensieri, ed i miei angeli hanno vegliato su di te, ma non importa, perché forsenemmeno ti rendi conto che io sono sempre li con te.

Ho più pazienza di quanto immagini, mi piacerebbe insegnarti ad avere pazienza con glialtri, TI AMO tanto che attendo tutti i giorni una tua preghiera... i doni che ti ho dato oggi,sono frutto del mio amore per te.

Bene, ti sei svegliato di nuovo ed ancora una volta sono qui ed aspetto di manifestarti ilmio amore sperando che oggi tu possa dedicarmi un po' di tempo.

Buona giornata.

Tuo papà DIO