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Università degli Studi di Perugia
Ing. Andrea Nicolini
Energia dai Rifiuti
Rifiuto: qualsiasi materiale od oggetto derivante da attività umane o da cicli naturali che viene abbandonato o destinato all’abbandono.
Rifiuti Solidi:
Urbani: provenienti da insediamenti civili;
Speciali: cantieri edili, lavorazioni industriali, ospedali;
Tossico nocivi: contenenti sostanze pericolose per la salute e/o l’ambiente.
PROBLEMA O RISORSA?
RSU: La produzione pro-capite, dopo essere stata in continuo aumento, è ora in leggera flessione, ma comunque consistente nei paesi industrializzati
USA > 2 kg/giorno persona
ITALIA > 1 kg/giorno persona
Con il benessere tende ad arricchirsi anche la composizione dei rifiuti, poiché diminuisce la frazione organica umida putrescibile ed aumenta la frazione non
biodegradabile.
Caratteristiche medie dei Rifiuti Solidi Urbani prodotti in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Caratteristiche medie dei Rifiuti Solidi Urbani prodotti in Italia
(rinnovabilità per termovalorizzazione)
Fonte: Elaborazione su dati ISPRA, Rapporto 2014
Componente Contenuto (%) Rinnovabilità (%) Frazione Rinnovabile (%)
Organico 34.4 100.0 34.4
Carta 22.8 100.0 22.8
Plastica 11.6 0.0 0.0
Metalli 4.3 0.0 0.0
Vetro 7.6 0.0 0.0
Legno 3.8 100.0 3.8
RAEE 2.4 0.0 0.0
Tessili 5.1 50.0 2.5
Inerti 2.4 0.0 0.0
Altro 5.5 10.0 0.5
Totale 100.0 ‐ 64.0
CONTENUTO ENERGETICO DEI RSU
Frazione Potere calorifico inferiore [MJ/Kg]Carta 15.2
Plastica 40.7 Scarti di cibo 6.6
Tessuti 13.5 Legno 16.7
Pannolini 7.2 Scarti di giardinaggio 6.1
Componenti elettronici 2.4 Altre (valore medio) 6
Pericolosi 6
Fonti: H. L. Erichsen, M. Z. Hauschild:Technical data for waste incineration - background formodelling of product-specific emissions in a life cycleassessment context, Department of ManufacturingEngineering, Technical University of Denmark,aprile 2000.
Sistemi di smaltimento
Raccolta differenziata;
Discarica;
Compostaggio;
Incenerimento / Termovalorizzazione
Decreto Ronchi ( poi T.U. Ambientale D.lgs 152/2006)
Sono da privilegiare nell’ordine:
Le azioni volte a ridurre la quantità di RSU prodotti;
I recuperi di materia (Riciclaggi);
I recuperi di energia.
Raccolta differenziataSeparazione:
Materiali ferrosi;
Sostanze organiche putrescibili;
Vetro;
Carta, Tessuti, Legno;
Plastica.
Risparmi di energia derivanti dai mancati consumi per la produzione dei materiali recuperati
Discarica controllata
È il metodo più diffuso per i bassi costi di impianto e di esercizio.‐
Comporta la perdita indiscriminata della frazione merceologica riciclabile.
Classificazione:
1a Categoria: RSU ed assimilabili;
2a Categoria: A Inerti;
B Tossico Nocivi non altamente pericolosi;
C Altamente pericolosi.
Percolato - Scelta di terreni con buone caratteristiche di impermeabilità;
- Distanza da corsi d’acqua e falde;
- Impermeabilizzazione fondo e pareti;
- Sistemi di raccolta del percolato.
Discarica controllata
Il BIOGAS va recuperato
(cattivi odori ed effetto serra)
I processi possono durare anche 10 – 20 anni
Produzione 3,5 x 10 -4 m3/h per m3 di RSU
Potere Calorifico 15 MJ/m3
Impianti di compostaggio
Riguardano la frazione organica putrescibile;
Fermentazione aerobica indotta da micro organismi già presenti o inoculati nei rifiuti stessi;
Processi che avvengono in aria (BIO-OSSIDAZIONE)
o Umidità ≈ 50 %
o T > 55 °C
o Aerazione : 5 m3/h per tonnellata di materia organica
Fermentazione naturale Alcuni mesi
Fermentazione artificiale Qualche settimana
COMPOST → Terriccio fertile per l’agricoltura
Incenerimento e termovalorizzazione
• Notevole riduzione in Volume;• Possibilità di produrre energia termica e/o elettrica.
Rapida diffusione negli anni 60 e 70;
Luglio 1976 ICMESA SEVESO (MI): nube di Diossina → messa al bando delle tecnologie di incenerimento
Oggi l’Italia avvia a incenerimento il 19% degli RSU, un valore comunque inferiore a molti paesi industrializzati ma superiore al 17% di UK e 15% degli USA:
Giappone 75%
Danimarca, Svezia 52%
Germania, Francia 35%
Francia 33%
Italia 19%
Incenerimento e termovalorizzazione
Tecnologie: Forno a griglia
Forno rotante
Combustione a letto fluido
Post Combustione: Garantisce la termodistruzione dei microinquinanti
T 950 – 1200 °C
v 10 m/s
O2 > 6%
Limiti stringenti di emissioni anche 0,004 mg/m3 per diossine e furani
Combustibile:CDR (ora praticamente sostituito da CSS)(fiocchi, pastiglie, mattonelle)
RSU tal quale
RICERCA BIBLIOGRAFICA E CARTOGRAFICA RELATIVA ALL’A.T.O.
INDIVIDUAZIONE AREE POTENZIALMENTE IDONEE INDIVIDUAZIONE AREE DI ESCLUSIONE
LOCALIZZAZIONE IMPIANTO DI TERMOVALORIZZAZIONE RSU
APPLICAZIONE METODO “MATRICE DEGLI IMPATTI”
DEFINIZIONE DEI FATTORI AMBIENTALI - Presenza di abitazioni singole nell’intorno dell’impianto (da 100 a 500 m.) - Aspetto idrogeologico - Valutazione del livello di sismicità delle aree - Esondabilità delle aree - Permeabilità dei terreni presenti nel raggio di 4 Km dal camino - Situazione della qualità dell’aria - Valutazione delle ricadute delle emissioni dal camino del termovalorizzatore - Analisi delle ricadute a cui è soggetta la popolazione - Ricadute di microinquinanti cui è soggetta flora e fauna - Distanza rispetto al baricentro area produzione rifiuti - Viabilità di avvicinamento - Presenza di corsi d’acqua - Capacità di scarico delle acque - Presenza di attività produttive in grado di utilizzare calore/vapore/elettricità - Recupero di energia - Inquinamento olfattivo e acustico determinato dall’impianto - Distanza dal sito di smaltimento delle ceneri - Alterazione dell’ambiente dal punto di vista paesaggistico (impatto architettonico)
STUDI DI IMPATTO AMBIENTALE TERMOVALORIZZATORI RSU (NORMA UNI 10744/99) - Descrizione progetto - Descrizione principali parametri progettuali dell’impianto - Descrizione configurazione complessiva dell’impianto - Descrizione modalità di costruzione impianto e attività collegate a realizzazione ed esercizio - Analisi costi/benefici del progetto - Descrizione sistema di gestione per ambiente, sicurezza, salute - Valutazione delle alternative progettuali - Descrizione generale dell’area di inserimento - Definizione dell’ambito di influenza potenziale dell’opera - Descrizione situazione ambientale “ante operam” e “post operam”
PROCEDURE PER LA LOCALIZZAZIONE DI IMPIANTI DI TERMOVAL.RSU:
TECNOLOGIA DI TERMODISTRUZIONE:
FORNO A GRIGLIA: ATTUALMENTE CONSIDERATO IL TIPO DI FORNO PIU’ ADATTO ALLOSMALTIMENTO DI RSU, HA RAGGIUNTO ELEVATISSIMI LIVELLI DI EFFICIENZA (>99%) EAFFIDABILITA’, CON CAPACITA’ NOMINALI DI OLTRE 600 t/g. CONSENTONO UN ESERCIZIO DI 7000-8000 t/anno E PERIODI DI FUNZIONAMENTO ININTERROTTO. SONO IN GRADO DI BRUCIARE OLTRERSU TAL QUALE, ANCHE SOVVALLI (SOPRAVAGLI), RDF (combustibile derivato dai rifiuti) E PICCOLEQUANTITA’ DI FANGHI E RSO (Rifiuti Speciali Ospedalieri, mescolati opportunamente ai RSU). I MINORIECCESSI D’ARIA RICHIESTI E LE MINORI DISPERSIONI TERMICHE CONSENTONO DI CONDURRE ILPROCESSO SENZA APPORTO DI COMBUSTIBILE AUSILIARIO.
FORNO A TAMBURO ROTANTE: UTILIZZATO PRINCIPALMENTE PER SMALTIMENTO DI RIFIUTI ORESIDUI DI ORIGINE INDUSTRIALE. PUO’ SMALTIRE MATERIALI DI DIVERSA CONSISTENZA, SOLIDI(compressi in fusti interi), FANGHI E CORRENTI LIQUIDE. PUO’ TRATTARE MATERIALI AD ELEVATOP.C.I., NON SMALTIBILI IN UN FORNO A GRIGLIA. ADATTO ALLA COMBUSTIONE DI RIFIUTI TOSSICI ENOCIVI.
NON SI PRESTA ALLA COMBUSTIONE DI RIFIUTI URBANI, DATO IL LORO BASSO P.C.I. CHE RENDE LACOMBUSTIONE NON AUTOSOSTENTANTE. RICHIEDE ELEVATI ECCESSI D’ARIA, PRODUCENDO UNQUANTITATIVO MAGGIORE DI FUMI DA TRATTARE, A PARITA’ DI RIFIUTO COMBUSTO. LIMITATO APICCOLE POTENZIALITA’
COMBUSTIONE TOTALE:RIFLETTE L’IDEA DI BRUCIARE SEMPLICEMENTE IL RIFIUTO, GRAZIE AL SUO ELEVATO CONTENUTODI MATERIALI COMBUSTIBILI. SEDE NATURALE E’ IL FORNO, CAPACE DI PORTARE IL COMBUSTIBILEIN TEMPERATURA, FAVORENDONE L’ACCENSIONE, E DI CONVOGLIARE I FUMI PRODOTTIATTRAVERSO IDONEE SEZIONI DI RECUPERO TERMICO, TRATTAMENTO DEPURATIVO E SCARICOIN ATMOSFERA.
TECNOLOGIA DI TERMODISTRUZIONE:
FORNO A LETTO FLUIDO: TECNOLOGICAMENTE VANTAGGIOSO PER LA CAPACITA’ DIOTTENENERE UNA BUONA COMBUSTIONE CON RESIDUI MINIMI, NON ANCORA DIFFUSO QUANTOLA GRIGLIA MOBILE. APPLICABILE ALLA COMBUSTIONE DI FANGHI, SFRIDI DELLA LAVORAZIONEDEL LEGNO, RDF E RIFIUTI CON SPETTRO GRANULOMETRICO NON ECCESSIVAMENTE DISPERSO
VANTAGGI: OMOGENEITA’ DELLA COMBUSTIONE, ASSENZA DI ZONE IN CUI IL RIFIUTO SI TROVA ADELEVATE TEMPERATURE E DIFETTO DI OSSIGENO (POTENZIALE PERICOLO DI PIROLISI EFORMAZIONE DI COMPOSTI ORGANICI VOLATILI). NEUTRALIZZAZIONE NELLA CAMERA DICOMBUSTIONE DEI GAS ACIDI (TRAMITE SOSTANZE BASICHE IMMESSE), RIDOTTA CORROSIVITA’DEI FUMI, MINIME SEZIONI DI TRATTAMENTO DEGLI EFFLUENTI. MINORE ECCESSO D’ARIANECESSARIO. TEMPERATURE RAGGIUNGIBILI PIU’ ELEVATE, ELEVATI RENDIMENTI TERMICI DALLACOMBUSTIONE CON RECUPERO DI CALORE.
SVANTAGGI: NECESSITA’ DI PRETRATTARE IL COMBUSTIBILE PER RIDURLO A PEZZATURAOMOGENEA E RELATIVAMENTE FINE. DIFFUSIONE PENALIZZATA ANCHE DA PRESUNTA DIFFICOLTA’DI ESERCIZIO
COMBUSTORE A LETTO FLUIDO BOLLENTE (BFBC)
COMBUSTORE A LETTO FLUIDO RICIRCOLANTE (CFBC)
COMBUSTIONE PARZIALE:VI RIENTRANO DIVERSE CONFIGURAZIONI IMPIANTISTICHE, LA CUI CARATTERISTICA PECULIAREE’ DATA DAL MINORITARIO RUOLO DEL CONTATTO CON L’OSSIDANTE. SI REALIZZA UNADECOMPOSIZIONE TERMICA DELLE COMPONENTI ORGANICHE IN MOLECOLE SEMPLICI. ILPROCESSO E’ ENDOTERMICO E QUINDI RICHIEDE UN APPORTO DI CALORE DALL’ESTERNO ODALL’INTERNO PER COMBUSTIONE DI UNA PARTE DI SOLIDO.
TECNOLOGIA DI TERMODISTRUZIONE:
TECNOLOGIE ALTERNATIVE:GASSIFICAZIONE: OSSIDAZIONE PARZIALE DI SOLIDI, LIQUIDI E AERIFORMI, CON OBIETTIVOFINALE DELLA PRODUZIONE DI COMBUSTIBILE GASSOSO (CO, H, idrocarburi leggeri, CH4)
APPLICATA PREVALENTEMENTE PER GASSIFICARE CARBONE E IDROCARBURI, ESTESA AI RSUCON PROCESSI A LETTO FLUIDO, LETTO FISSO E LETTO SOSPESO.
VANTAGGI: AVVIENE CON LIMITATA QUANTITA’ DI OSSIGENO O DI ALTRO AGENTE, REALIZZA UNACOMB.PARZIALE TALE DA FORNIRE ENERGIA NECESSARIA ALL’AVENZAMENTO DI REAZIONIENDOTERMICHE
SVANTAGGI: LA VARIABILITA’ DEL P.C.I DEI RSU PORTA ALLA FORMAZIONE DI BLOCCHI SOLIDI (CAKES)CAPACI DI BLOCCARE IL PROCESSO
PIROLISI: DECOMPOSIZIONE TERMICA PER EFFETTO DELLA SOLA TEMPERATURA (450-1000°C).PROCESSO NON ANCORA CONSOLIDATO A LIVELLO TECNOLOGICO, APPLICABILE ALTRATTAMENTO DI RIFIUTI TIPO PNEUMATICI, BIOMASSE, CDR.
VANTAGGI: AVVIENE CON ASSENZA DI AGENTI OSSIDANTI
SVANTAGGI: ELEVATO DISPENDIO ENERGETICO PER LA FORNITURA DI ENERGIA TERMICA
TECNOLOGIA DI TERMODISTRUZIONE:
TECNOLOGIE ALTERNATIVE:
TECNOLOGIA AL PLASMA: PLASMI GENERATI MEDIANTE SCARICHE ELETTRICHE AD ALTOVOLTAGGIO, RADIAZIONE CON MICROONDE O ONDE RADIO CHE PRODUCONO DEGRADAZIONEELEMENTARE DI MOLECOLE COMPLESSE IN TEMPI BREVISSIMI (millisecondi).TECNOLOGIA ADATTAALLA COMBUSTIONE DI RIFIUTI TOSSICI.
VANTAGGI: COMPLETA DISTRUZIONE DEI COMPONENTI PERICOLOSI DEI RIFIUTI, ALTISSIMETEMPERATURE GENERATE (>10.000°C), COMPATTEZZA IMPIANTISTICA
SVANTAGGI: SCARSA ESPERIENZA MATURATA NEL SETTORE DEI RSU
FORNI A FUSIONE ELETTRICA: RIFIUTI ALIMENTATI IN FORNO ELETTRICO PER LAFUSIONE DEL VETRO (1260°C)
VANTAGGI: COMBUSTIONE COMPLETA, SCORIE E CENERE IMMERSE IN MASSA VETROSA INERTEDOPO RAFFREDDAMENTO, ELEVATA STABILITA’ CHIMICA, MODESTA PRODUZIONE DI FUMI
SVANTAGGI: ELEVATO CONSUMO DI ENERGIA ELETTRICA (8000 Kwh/tonn.)
Fig.1.1: Schema tipo per combustore RSU a griglia mobile
Tab.1.2: Schema tipo per combustore RSU con tecnologia a griglia fissa
Fig.1.3:Schema tipico di combustore per rifiuti solidi urbani a forno rotante
Fig.1.4:Schema tipo per combustore di rifiuti solidi urbani a letto fluido
INQUINANTE TECNOLOGIA USATA PER L’ABBATTIMENTO
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
GAS ACIDI (HCl, HF, SO2)
SCRUBBER (COLONNA DI LAVAGGIO AD UMIDO) A DUE STADI:
AD ACQUA E A SODA
Immissione di sospensione acquosa di soda caustica, in funzione del pH della
colonna di lavaggio
POLVERI (ceneri volanti e prodotti della neutralizzazione dei gas acidi)
DEPOLVERATORI A MULTICICLONE
Separazione inquinanti mediante centrifugazione
DEP.ELETTROSTATICI Effetto del campo
elettrostatico per ionizzare fumi
DEP.A TESSUTO (FILTRI A MANICHE)
Captazione fisica mediante tessuto
DEP.AD UMIDO Immissione vapor d’acqua nei fumi
OSSIDI DI AZOTO (NOx)
TECNOLOGIA S.C.R. (SELECTIVE CATALYTIC
REDUCTION)
Iniezione di ammoniaca (NH3) mista a catalizzatori
(ossidi di vanadio, tungsteno, platino su base di titanio) direttamente in camera di combustione a temperature inferiori al
S.N.C.R.
TECNOLOGIA S.N.C.R (RIDUZIONE TERMICA)
Iniezione di ammoniaca (NH3) o urea direttamente in camera di combustione con elevate temperature
METALLI PESANTI (Pb, Zn, Cd, altri)
SCRUBBER (COLONNA DI LAVAGGIO AD UMIDO) A
DUE STADI: AD ACQUA E A SODA
Immissione di sospensione acquosa di soda caustica, in funzione del pH della
colonna di lavaggio
MICROINQUINANTI ORGANICI
(diossine PCDD, furani PCDF, idrocarburi policiclici aromatici
IPA)
TECNOLOGIA S.C.R. (SELECTIVE CATALYTIC
REDUCTION)
Iniezione di ammoniaca (NH3) mista a catalizzatori
(ossidi di vanadio, tungsteno, platino su base di titanio) direttamente in camera di combustione a temperature inferiori al
S.N.C.R.
SISTEMI AD UMIDO
Assorbimento da parte di acqua o di soluzioni acquose debolmente
alcaline NaOH e Ca(OH)2
SISTEMI A SECCO
Assorbimento mediante sost.alcaline (calce
Ca(OH2)allo stato solido e formazione di sali
SISTEMI A SEMISECCO Spray-drying di
sospensione acquosa di calce
TECNICHE DI ABBATTIMENTO DEGLI
INQUINANTI
ESEMPI DI CONFIGURAZIONE IMPIANTISTICA DEPURATIVA PER SISTEMI DI ABBATTIMENTO INQUINANTI
RISCHIO SANITARIO:
IMPIANTI DI VECCHIA GENERAZIONE: la presenza di effetti sulla salute associati altrattamento dei rifiuti è stata dimostrata in particolare per impianti che venivano gestiti secondolimiti alle emissioni in vigore molti anni fa con tecnologie di abbattimento fumi e di gestione dellatermodistruzione assolutamente inadeguate.
IMPIANTI DI NUOVA GENERAZIONE: nel corso degli ultimi 20 anni la legislazione ha posto deilimiti alle emissioni degli inceneritori inferiori di vari ordini di grandezza a quelli preesistenti. Talinormative hanno consentito di raggiungere livelli di emissioni che, nel campo degli inquinantinon cancerogeni, ne hanno praticamente azzerato gli effetti tossici.
Si può affermare che attraverso l'utilizzo di opportune tecniche di abbattimento degli inquinantinegli effluenti prima della loro immissione nell'ambiente esterno, è possibile contenere l'impattoambientale ben al di sotto dei limiti imposti dalla attuale normativa vigente, che pure consentela gestione di tali impianti in condizioni di sicurezza pressoché assoluta quanto alla salute dellepopolazioni interessate.
“STUDI DI “RISK ASSESSMENT” BASATI SU MODELLI CORRETTAMENTE COSTRUITISULLA BASE DELLE NORMATIVE VIGENTI E CHE TENGANO CONTO DELLENORMATIVE INTERNAZIONALI, DELLE VIE DI ESPOSIZIONE E DEI DIVERSI SCENARIDI CONTAMINAZIONE DELLA POPOLAZIONE HANNO EVIDENZIATO CHE IL RISCHIOLEGATO ALLE EMISSIONI NON CANCEROGENE SIA PRATICAMENTE AZZERATO, EPER QUELLE LEGATE ALLE EMISSIONI CANCEROGENE O NEL BAMBINO RISULTIDEL TUTTO TRASCURABILE, O COMUNQUE PARAGONABILE AD ALTRI RISCHIPRESENTI, E TRANQUILLAMENTE ACCETTATI, DELLA VITA QUOTIDIANA.
Produzione dei rifiuti in Europa
Produzione pro capite di RU nei Paesi UE 2010-2012
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Produzione totale di RU in Europa nel 2010-2012
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Produzione pro capite di RU per attività e per settore in Europa nel 2012
Produzione di RU per attività e per settore in Europa nel 2012
Trattamento dei rifiuti in Europa
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Le normative europee attualmente in vigore sui rifiuti urbani, sulle discariche e sugli imballaggi, (rispettivamente Dir. 2008/98/CE, Dir. 1999/31/CE e la Dir. 94/62/CE) avevano posto una serie di obiettivi importanti sul riutilizzo e di riciclaggio dei rifiuti e di riduzione dello smaltimento nelle discariche, stabilendo ad esempio, che entro il 2020 dovessero essere riciclati o riutilizzati almeno il 50% dei rifiuti urbani e domestici e almeno il 70% dei rifiuti da costruzioni e demolizioni.
Il quadro globale dei sistemi di gestione integrata dei rifiuti in Europa è piuttosto variegato.
Tuttavia, la discarica rappresenta ancora l’opzione principale di numerosi Paesi.
Rifiuti collocati in discarica in Europa
Rifiuti inceneriti in Europa
Rifiuti inceneriti in Europa (Impianti)
La gestione integrata dei Rifiuti Urbani in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Produzione totale e pro capite di Rifiuti Urbani in Italia
• Con 549 kg per abitante, il Centro Italia continua a essere la zona dove si raccolgono le quantità maggiori di rifiuti urbani; nel Nord se ne raccolgono circa 60 kg pro capite in meno (489 kg per ab.) e nel Mezzogiorno si scende a 448 kg per abitante. Rispetto al 2012 si registrano diminuzioni del 3,2% e del 3,1% rispettivamente nel Mezzogiorno e nel Nord e del 6,1% nel Centro.
• Nel 2013 sono state raccolte 29.594.665 tonnellate di rifiuti urbani in Italia, l’1,3% in meno rispetto al 2012.
• Considerando i valori pro capite, nel 2013 la raccolta dei rifiuti urbani in Italia è risultata pari a 487 kg per abitante, contro i circa 505 nel 2012 (-3,6%).
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
• La quota di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani è pari a 42,3%, in aumento di 2,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente (2012).
• Nonostante l’ulteriore incremento non viene, tuttavia, ancora conseguito l’obiettivo fissato dalla normativa per il 2008 (45%). Si consideri che gli obiettivi comunitari e nazionali (d.lgs. n. 152/2006 e legge 27 dicembre 2006, n. 296) fissano al 2012 il 65%.
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
La raccolta differenziata in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
La raccolta differenziata in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
La raccolta differenziata in Italia
Il ricorso alla discarica nelle diverse Regioni
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Incenerimento e recupero energetico dai RU in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
In Italia, nel 2013, sono operativi 45 impianti di incenerimento per rifiuti urbani, frazione secca (FS) e combustibile solido secondario. Rispetto al 2012 sono entrati in funzione gli impianti di Parma (griglia mobile raffreddata ad acqua con capacità autorizzata di 130.000 tonnellate), di Torino (griglia mobile con capacità autorizzata di 421.000 tonnellate) e di Bolzano (griglia mobile con capacità autorizzata di 130.000 tonnellate). Nel 2013 risultano non attivi 10 impianti di incenerimento.
Incenerimento e recupero energetico dai RU in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Incenerimento e recupero energetico dai Rifiuti Urbani in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
Incenerimento e recupero energetico dai Rifiuti Urbani in Italia
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICOIl trattamento meccanico-biologico (TMB) è una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati (e/o residuali dopo la raccolta differenziata) che sfrutta l'abbinamento di processi meccanici a processi biologici quali la digestione anaerobica e il compostaggio. Appositi macchinari separano la frazione umida (l'organico da bioessicare) dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti ecc.); quest'ultima frazione può essere in parte riciclata oppure usata per produrre combustibile solido secondario rimuovendo i materiali incombustibili.
Il trattamento meccanico biologico interessa, nel 2013, circa il 30% dei rifiuti urbani prodotti e viene diffusamente utilizzato come forma di pretrattamento prima dello smaltimento in discarica o dell’incenerimento con lo scopo, da una parte di migliorare la stabilità biologica dei rifiuti, ridurne l’umidità e il volume, dall’altra di incrementare il loro potere calorifico per rendere più efficiente il processo di combustione.
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
TRATTAMENTO MECCANICO-BIOLOGICO
Fonte: ISPRA, Rapporto 2014
COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO (CSS)Il combustibile solido secondario (CSS) viene introdotto nel quadro normativo nazionale dal decreto legislativo n. 205/2010 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive” che, nel modificare il decreto legislativo n. 152 del 2006 al fine di recepire la nuova direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 2008/98/CE), inserisce, all’articolo 183, comma 1, lettera cc) la seguente definizione: “«combustibile solido secondario (CSS)»: il combustibile solido prodotto da rifiuti che rispetta le caratteristiche di classificazione e di specificazione individuate delle norme tecniche UNI CEN/TS15359 e successive modifiche ed integrazioni; fatta salva l'applicazione dell'articolo 184-ter, il combustibile solido secondario, è classificato come rifiuto speciale”.Dal punto di vista tecnico, il CSS viene disciplinato a livello europeo e nazionale da una serie di norme, tra le quali la UNI EN 15359:2011 “Combustibili Solidi Secondari – Classificazione e specifiche” stabilisce un sistema di classificazione e uno schema per la definizione delle proprietà dei CSS.La classificazione è basata su tre parametri:- Potere Calorifico Inferiore (P.C.I.), parametro economico;- Contenuto di Cloro, parametro tecnico;- Contenuto di Mercurio, parametro ambientale.
COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO (CSS)In assenza di criteri stabiliti a livello comunitario in relazione all’End of Waste del CSS, con il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 14 febbraio 2013, n. 22, in conformità a quanto previsto dall’articolo 6, paragrafo 4 della direttiva 2008/98/CE, l’Italia ha dettato la disciplina per la cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di combustibili solidisecondari (CSS), ai sensi dell’articolo 184-ter del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Il materiale che cessa di essere rifiuto viene definito “CSS-Combustibile”. (AREE BLU DI CUI ALLA TABELLA)
COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO (CSS)Inoltre, sono da rispettare:
* Non vengono fissati i valori limite per ceneri e umidità. Gli stessi sono di natura prettamente commerciale. La definizione dei valori limite per ceneri e umidità è rimessa a specifici accordi tra produttore e utilizzatore
COMBUSTIBILE SOLIDO SECONDARIO (CSS)Il CSS-Combustibile può essere impiegato esclusivamente in:• cementifici con capacità di produzione superiore a 500 tonnellate al giorno di
clinker (ricadenti nell’ambito di applicazione della disciplina IPPC) per la produzione di energia termica;
• centrali termoelettriche con potenza termica di combustione superiore a 50 Megawatt (ricadenti nell’ambito di applicazione della disciplina IPPC) per la produzione di energia elettrica.