Tesi di Laurea. Progettazione di un libro visivo.

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Thesis project presentation. Visual book. Alessio Vanin, relator Mario Piazza Politecnico di Milano, September 2013.

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Laurea di primo livelloPolitecnico di MilanoScuola del DesignDesign della ComunicazioneA.A. 2012/2013

Tesi di Laurea

PROGETTARE UN LIBRO VISIVO

Jean Marie Laclavetine“Il Rosso e il Bianco”

STUDENTE

ALESSIO VANIN

RELATORE

Professor MARIO PIAZZA

IL ROSSO E IL BIANCO

ANALISICONCEPTRICERCAPROGETTO

MERIDIANOZERO

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“Sì. Ciò che mi ha spinto a scrivere il libro è la presenza di molti scrittori, anonima o no.”

“L’enorme sforzo richiesto dalla scrittura non è sempre ricompensata da un editore o da un riconoscimento pubblico. Quando il risultato è scarso, o almeno considerato tale, è una grande crudeltà. Perché questo dolore non si consola.”

“Ho bisogno di isolarmi. La scrittura non può essere concepita senza la solitudine.”

PERSONAGGISPAZIO/TEMPO

VINO

PERSONAGGISPAZIO/TEMPO

VINO

PERSONAGGISPAZIO/TEMPO

VINO

PERSONAGGISPAZIO/TEMPO

VINO

TEMI

imprevedibilità degli eventiinstabilità dei personaggi

finale aperto

RELAZIONE CON IL LETTORE

funzione interpretativa limitataassenza di un messaggio

intensità narrativa crescente

IL ROSSO E IL BIANCO

ANALISICONCEPTRICERCAPROGETTO

La parola è un suono interiore.

imprevedibilità degli eventiinstabilità dei personaggi

indeterminazione dell’oggetto

smarrimento interiorefunzione interpretativa limitata

logica che nasce nel fruitore

assenza di un messaggiofinale aperto

assenza di scopo

CARATTERISCHE DEL SISTEMA VISIVO

accidentalità dell’oggettologica che nasce nel fruitore

ripetizione come riproduzione di significato

+ruolo secondario dell’autore

fedeltà al vino

aumento dell’intensità

IL ROSSO E IL BIANCO

ANALISICONCEPTRICERCAPROGETTO

IL ROSSO E IL BIANCO

ANALISICONCEPTRICERCAPROGETTO

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Per la felicità di lavorare con suo figlio e di proporre vini sconosciuti ai clienti - vini nobili di Ungheria o piccoli crup canaglia di casa nostra - si dava da fare senza fermarsi fino alla chiusura. Allora, bevuta la Coppa dell’Oblio, gli toccava ricordare.

Benoît, ogni tanto, andava a trovare la madre. Al ritorno, il suo viso restava esattamente indeci-

frabile come al solito. Ma la sera lasciava filtrare qualche informazione: Jeanne si interessava molto al bar… Faceva domande su come andava, si merav-igliava del successo… Charlette, a quanto pare, non era da meno… Poco a poco, anche se niente nel tono o nei discorsi di Benoît avesse potuto lasciar supporre un qualsiasi complotto da parte delle due donne allo scopo di rovinare la felicità nascente di Antoine, questi giunse a provare una paura irragionevole, quasi infantile.

- Ti hanno fatto ancora domande?- Si interessano ai fornitori. È un po’ il loro ramo, sai.- Ma ti hanno chiesto informazioni precise?- Non ti preoccupare, papà. Non gli dico niente.Pronunciava queste frasi con un tono piatto, come

se niente di ciò che succedeva nel mondo degli adulti lo riguardasse realmente. Ma questa indifferenza ostentata, lungi dal rassicurare Antoine, lasciava campo libero alla sua immaginazione.

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È tardi, me ne vado volentieri a letto.Così, poco a poco, si disegnava quella che poteva

essere stata l’infanzia di Benoît, abbandonato alla meschinità del mondo, senza un padre per proteg-gerlo. Grazie a quale miracolo ne era uscito indenne? Quale incredibile guscio aveva dovuto confezionarsi per cavarsela?

Tuttavia, ancor più di questa sofferenza, di cui era in parte responsabile, ma di cui non era stato testimone, e che non aveva neanche immaginato durante la sua fuga incessante per il mondo, era l’idea di essere stato in tutti questi anni lo zimbello di Jeanne e Charlette che si insinuava in lui con maggior violenza per suppliziarlo.

Soltanto adesso sentiva, dopo quindici anni, la sproporzione dell’umiliazione - attraverso lo sguardo di suo figlio.

Il suo sonno ne risentì. A volte si svegliava in piena notte. Si alzava, dava colpi al muro del corridoio, ascoltava il rumore del frigo e credeva di sentire le cicale di Donnafugata.

Una notte, Benoît lo prese per il braccio, lo riaccom-pagnò nella sua camera e gli rimboccò le coperte.

Al mattino, Antoine non si ricordava di nulla.Le giornate non gli lasciavano il tempo di pensare.

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Za b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z1 2 3 4 5 6 7 8 9 0

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Tribute ROMAN

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