Storia e modelli del giornalismo 08/10/2015 Dott. Giovanni ... · L’epoca d’oro dei giornali...

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Storia e modelli del giornalismo08/10/2015

Dott. Giovanni Brancato

La «Belle Époque» della stampa

Oliviero Bergamini, La democrazia della stampa

L’epoca d’oro dei giornali«Il capitano Alfred Dreyfus è stato

un’altra volta condannato alla

degradazione e al carcere, sabato […]

davanti a un pubblico tremante per

l’emozione, una città nervosa e pervasa

dalle passioni, un mondo reso muto

dall’indignazione»

James E. Dillon, in Daily Telegraph, 11 settembre 1899

Pagina 2

L’epoca d’oro dei giornali• Affermazione dei moderni stati-nazione, stabilizzazione di un

quadro politico liberale che contemplava la libertà di

stampa;

• "Modernizzazione" sociale (urbanizzazione, ascesa nuovi ceti

sociali, alfabetizzazione, suffragio universale, sindacati,

partiti di massa);

• Innovazioni tecnologica (illuminazione elettrica; macchina da

scrivere, posa del primo cavo telegrafico interoceanico 1865,

la diffusione della fotografia, invenzione telefono 1876).

O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, p. 137Pagina 3

E nella stampa?•Messa a punto della linotype(1886);

•Diffusione carta ricavata dalla

cellulosa;

•Invenzione tecnica del rotocalco

(1890);

•Si inizia a pensare al giornalismo

come attività commerciale-

industriale;

• Sviluppo mercato pubblicitario più

globale;

O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 137-138

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«Invenzione del giornalismo» 1/2

In passato:

• Organi di partito o di circolo ("appendici della politica");

• Le redazioni non erano organizzate al loro interno;

• I giornalisti venivano compensati occasionalmente;

• Non fortemente orientati al profitto;

• Contenitori eterogenei (notizie, racconti, cronache

mondane, annotazioni morali, disegni);

O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 139 e seguenti

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Adesso:

• Esplosione quotidiani;

• Grande stampa popolare di massa (aumento quantitativo e

trasformazione qualitativa);

• Nuovo senso di identità professionale (scuole di

giornalismo, codici deontologici moderni, associazione

giornalisti);

• Distinzione notizia/commento – fatti/opinioni;

• Cambiamento strutturale-organizzativo;

«Invenzione del giornalismo» 2/2

O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 139 -145Pagina 6

I «Lord» della carta stampata 1/2

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• Abolizione taxes on knowledge (1853-1869);

• Obbligo istruzione elementare (1870)

• Suffragio maschile «quasi» universale (1884);

• Proliferazione quotidiani da 5 (1859) a 155 (1899);

• Aumenti tiratura: es. Daily News (1868) da 50.000 a

150.000;

• Nascita popular press (Daily Mail, Alfred Harmsworth, 1896),

poi tabloid journalism (1901), si dovrà attendere ancora

(ca.1918) per avere il formato cartaceo tabloid;

O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 145-154

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I «Lord» della carta stampata 2/2

• Tre S: Scandali-Sesso-Soldi;

• Netta divisione fra popular (Daily

Mirror, Daily Mail) e quality press

(Times, Guardian): Caso Daily News

(cronista Aloysius Mac Gahan, 1876);

• Grande vivacità periodici, in

particolare specializzati/di nicchia;

• Tramonto della stampa operaia.

O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 145-154

La stampa «Oltralpe»• Potere autoritario Napoleone III (1851-1870);• Alta conflittualità sociale e politica;• Stampa politicizzata Alta diversificazione testate;• Nuova legislazione sulla stampa (1881): modello giuridico

liberale (libertà di stampa, definizione reati mezzo stampa, direttori responsabili);

• Le Petit Journal (Moise Millaud, 1863): cronaca mondana e cronaca nera; Caso Troppmann (1870): 550.000 copie vendute;

• Si unirono Le Matin, Le Petit Parisien e Le Journal: insieme hanno raggiunto circa 4,5 milioni di copie;

• Stampa periodica di settore (Le Mode Pratique, Fémina);• Le Vélo L’ Équipe (1900, primo quotidiano sportivo);

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O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 154-161

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La «Pressordinanz»• Stampa-politica• Pressordianz («bene comune»);• Otto von Bismarck (1862-1890);• Libertà di stampa vs. censura (1874);• Statalizzazione Wolff Kontinental Telegraphen Compagnie;• L’aumento delle testate si ebbe infatti solo all’inizio del ‘900,

in ritardo rispetto al resto d’Europa;• Forte pluralismo (800 testate conservatrici, 650 liberali, 300

cattoliche e circa 50 tra radicali e socialiste);• Konzerne: concentrazioni editoriali semi-pure (Rudolf Mosse,

Leopold Ullstein, August Scherl);• Ampia diffusione di periodici settoriali (Allgemeine Automobil-

Zeitung, 1900);

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O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 161-165

Popolare-sensazionalistico Guerra di secessione (1861-1865) età della

ricostruzione; Boom della pubblicità; Nuova generazione editori e direttori: Charles

Dana (Sun), James G. Bennet Jr. (Herald) «Doctor Linvingston, I presume»;

Yellow journalism: Joseph Pulitzer (World),William R. Hearst (New York Journal);

«Accuracy, accuracy, accuracy»; «5 W»; «Facts, Colour, Facts»;

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O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 166-182

«All the news that’s fit to print» Yellow press vs. quality press; New York Times (1851): fondato da Raymond passa

ad Adolph Ochs nel 1896 (la famiglia Ochs Sulzbergerha ancora oggi ha il controllo editoriale della società);

Politica interna (endorsements) ed estera; Periodici a carattere letterario-culturale: Atlantic

Monthly, The Nation (Edward Godkin); Muckrackers (reastrellatori di letame): Ida Tarbell (vs.

Rockefeller), Lincoln Steffens, Jacob Riis, UptonSinclair;

Big six: Ladies’ Home Journal, Woman’s Home Companion, Good Housekeeping, Delineator, Mac Call’s, Pictorial Review;

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O. Bergamini, La democrazia della stampa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2006, pp. 166-182

L’Italia «unita» 1/2

Tasso di analfabetismo circa all’80%; Nord vs. Sud; Partecipazione d’élite (1912, suffragio universale

maschile); Quotidiani «provinciali», poco «professionali»,

fortemente collegati politicamente; Arretratezza dell’industria editoriale; Assenza di editori puri: «parallelismo politico»; Sviluppo inconsistente stampa popolare;

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P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano, il Mulino, Bologna, 2006, pp. 59 - 88

L’Italia «unita» 2/2 Il Secolo (1866) di Edoardo Sonzogno (editore puro),

attraverso la cronaca cittadina fu il primo giornale ad utilizzare cronisti stipendiati in giro per la città;

La Stampa (1867, Vittorio Bersezio) di Alberto Frassati(1900-1925), si rifaceva al giornalismo tedesco, forte impegno politico-sociale e forte radicamento regionale in Piemonte, filo-giolittiano;

Il Mattino (1892) di Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao, linea conservatrice, antisocialista, antisettentrionale e favorevole all’espansione coloniale;

Il Messaggero (1878) di Luigi Cesana puntò forte sugli annunci commerciali e sulle notizie di cronaca;

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P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano, il Mulino, Bologna, 2006, pp. 59 - 88

Fondato nel 1876 da Eugenio Torelli Viollier, si schierò a fianco della destra storica, un giornale dunque liberal-conservatore;

L’era della direzione di Luigi Albertini (1900-1925): moralità e serietà dei giornalisti, tempestività (edizioni straordinarie e utilizzo di dispacci e corrispondenze di quotidiani internazionali), migliorò l’organizzazione delle pagine (in pochi anni si passò da 6 a 8 pagine), ampio spazio alla politica estera, creò una rete di corrispondenti e inviati speciali (es. Luigi Barzini);

Il «Corriere» diviene il primo quotidiano in Italia sorpassando il «Secolo»;

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IL «Corriere» della Sera 1/2

P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano, il Mulino, Bologna, 2006, pp. 59 - 88

IL «Corriere» della Sera 2/2

«Attraverso il trasformismo, le forze di destra si“nazionalizzano” in senso popolare, e il “Corriere” sostituisceil “Secolo” nella grande diffusione. È da notare che nessunodei partiti distintisi dall’informe popolarismo “secolino” abbiatentato di ricreare l’unità democratica su un piano politico-culturale più elevato e concreto di quello precedente eprimitivo, ma questo compito sia stato abbandonato quasisenza lotta ai conservatori del “Corriere”».

Antonio Gramsci, Gli intellettuali, Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 195

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Giornalismo culturale

Giornalismo culturale Nascita della «terza pagina»: Il Giornale d’Italia,

diretto da Alberto Bergamini, dedica totalmente la terza pagina del 10 dicembre 1901, alla prima nazionale della compagnia di Eleonora Duse della tragedia dannunziana Francesca da Rimini;

Il Corriere della Sera, diretto da Luigi Albertini, darà maggior slancio: apertura con l’elzeviro, spalla varietà, reportage esteri, rubriche. Fra le sue firme: Benedetto Croce, Giosuè Carducci, Luigi Capuana, Luigi Pirandello, Gabriele D’Annunzio, Luigi Barzini(raid Pechino-Parigi,1907);

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P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano, il Mulino, Bologna, 2006, pp. 102 - 104