STATUARIA ETRUSCA dipendenza o autonomia dell’arte etrusca

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STATUARIA ETRUSCA dipendenza o autonomia dell’arte etrusca. Le origini: la figura umana nell’arte cicladica. Isole Cicladi. periodizzazione. - PowerPoint PPT Presentation

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STATUARIA ETRUSCASTATUARIA ETRUSCAdipendenza o autonomia dell’arte etruscadipendenza o autonomia dell’arte etrusca

 

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Le origini: la figura umana nell’arte cicladica

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Isole Cicladi

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periodizzazione

Il periodo Cicladico Antico copre un arco di tempo che va dal 3200 al 2000 a.C. circa. Esso viene suddiviso, sulla base dello sviluppo urbanistico e delle conquiste tecnologiche ottenute, in tre sottoperiodi:

il Cicladico Antico Ι (3200-2800/2700 a.C. circa)

il Cicladico Antico ΙΙ (2800/2700-2400/2300 a.C. circa) apogeo produttivo

il Cicladico Antico ΙΙΙ (2400/2300-2000 a.C. circa

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Caratteri idoletti:Caratteri idoletti:

• linee essenziali braccia linee essenziali braccia incrociate sotto il pettoincrociate sotto il petto

• gambe e piedi uniti volto gambe e piedi uniti volto piattopiatto

• sottile pronunciamento del sottile pronunciamento del nasonaso

• tratti fisionomici dipinti e tratti fisionomici dipinti e coloraticolorati

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Gli Idoli

Suonatore di lira Marmo (altezza cm. 22,5) 2000 a.C. circa, Atene - Museo  Archeologico Nazionale

Gli idoli non venivano modellati nell’argilla ma scolpiti nel marmo (dea madre nuda con braccia serrate, figura di suonatori di arpa o di doppio flauto, in genere posti sulle tombe a protezione del defunto).

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Gli idoletti cicladici vengono suddivisi dagli studiosi in due categorie principali,

quelli schematici e quelli naturalistici, categorie al cui interno si distinguono, a loro volta, diversi tipi e varianti.

I due tipi più conosciuti di idoletti sono quelli "a violino", nella categoria degli idoletti schematici, e il tipo "canonical" a braccia conserte, nella categoria degli idoletti naturalistici.

Tipologie rappresentative: stereotipi umani

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Cicladico Antico I Cicladico Antico II Cicladico Antico III

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Il mito di DedaloIl mito di Dedalo •Secondo gli scrittori antichi questi fu il primo grande scultore greco, descritto come un artefice ingegnoso, di origine dorica o ateniese, attivo a Creta.

•Come Omero era considerato il padre della poesia, Dedalo è il padre leggendario della scultura greca

•Pausania ne colloca l’attività a cavallo tra VII e VI secolo a.C., quando in Grecia sorge la grande scultura.

•La scultura dedalica si distingue comunque da quella greca delle epoche successive per un’accentuata rigidità delle membra, chiaramente influenzata da modelli orientali ed egizi

•A Dedalo è attribuita la creazione degli xóana (simulacri lignei delle divinità)

•Dedalo = Artefice, ricco di ingegno

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Esempi di XÒANA (xoanon )

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Il protagonismo e la centralità Il protagonismo e la centralità dell’uomo nella sua fisicitàdell’uomo nella sua fisicità

In età arcaica si verifica un fenomeno di grande importanza: la figura la figura umana assurge a unico modello iconografico per rappresentare non solo gli umana assurge a unico modello iconografico per rappresentare non solo gli esseri umani, ma anche gli eroi del mito e soprattutto gli dei che popolano esseri umani, ma anche gli eroi del mito e soprattutto gli dei che popolano l’Olimpol’Olimpo

Inizia la ricerca secondo :

il nudo, il ritmo, l'armonia e la simmetria

Di tutte le cose misura è l’uomo: di quelle che sono, per ciò che sono, di quelle che non sono, per ciò che non sono.

Protagora filosofo del II secolo d.C

 

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I kuroi e le korai rappresentano la prima singolare espressione dell'artista greco che per la prima volta porge la sua attenzione alle problematiche formali e spaziali e non solo simbolico-religiose.

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la Contesa tra Apollo ed Ercole per il possesso di una cerva uccisa,alla presenza di Mercurio e Diana

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Apollo di Vulca (coroplasta)

Tempio del Portonaccio a Veio, probabile opera dello scultore etrusco Vulca. VI sec. a.C

Gli Acroteri

Vitruvio distingue tra acroteria angularia, collocati all’estremità del frontone che devono essere alti la metà del timpano e acroteria mediana, ossia quelli sulla sommità del frontone per i quali prescrive un’altezza superiore di un ottavo rispetto agli angularia. Gli Etruschi diedero alla loro costruzione una forte impronta di ricchezza, sottolineata dal fatto che il tempio era dominato da elementi plastici e cromatici, mentre la parte architettonica passava in secondo piano. Sopra il tempio venivano poste statue di divinità e ciò equivaleva ad individuare “un temenos celeste”,

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“…la grande parata delle statue acroteriali doveva produrre un’impressione sorprendente nello spettatore che percorreva la via processionale parallela al lato lungo del tempio”… (M. Torelli)

Le superfici dell’Apollo erano dipinte: in nero i capelli, in rosso- violaceo la pelle e in due diverse sfumature di ocra la veste e il mantello. Lo stile accentua il movimento e presenta volumi nettamente delineati, con le pieghe delle vesti schiacciate sul corpo. È evidente l’influsso della scultura greca contemporanea, come nelle altre manifestazioni di arte etrusca di questo

periodo

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G. Micali (1769/1844)

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Apollo

terracotta policroma, IV-III sec. a.C.

tempio dello Scasato, FaleriiEracle

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I colori della scultura: revisionismo cromatico

i marmi greci erano dipinti con tinte vivaci?

La famosa 'Damadi Auxer' (Parigi-Museodel Louvre), così denominatadalla località francesemeridionale dove furinvenuta. In pietracalcarea ed alta 75 cm.,è un tipico esempio di statuadedalica; viene postanel II Periodo Medio(645-640 a.C. ca.)

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I metodi di indagine

• Analisi ad occhio nudo sulle parti piùprotette• Analisi microscopica; analisi dei pigmenti• Luce radente (individua tracce preparatorie ma anche il rilievo originatodal degrado del colore)• Fotografie su oggetti illuminati da raggi UV

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Le fonti per la conoscenza

Letterarie• descrizioni di opere d’arte, in particolare opere in tecnica criselefantina, o similitudini con opere d’arte

Archeologiche• originali pervenuti con resti di colore• bronzi (inserti di colore diverso)• ceramica• terrecotte

Acroterio in terracotta(testa di sfinge) dal tempiodi Apollo Ismenio a Tebe.540-530 a.C.

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Arciere dal frontone occidentale del tempio di Atena Aphaia dell’isola di Egina

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Ricostruzione policroma di V. Brinkmann

Le analisi chimiche hanno consentito di individuare molte tracce di colore sul marmo e pertanto è stato possibile ricostruirne la colorazione».

la Kore con il peplo non è una kore?

L'uso dei raggi ultravioletti e a infrarosso ha permesso di scoprire sul mantello le tracce di un disegno raffigurante un corteo di cavalieri e di grifi alati. Ciò ha comportato una rilettura dell'intera opera.

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•Euripide, Elena 260-63: … Elena si augura che la propria bellezza possaessere cancellata come i colori possono essere eliminati da una statua

•Euripide, … arrivando al santuario di Zeus a Nemea, Toanteindica le sculture frontonali colorate (graptous typous)

•Platone, Repubblica, IV 420 C-D… Socrate fa una similitudine… come sestessimo dipingendo una statua (ei … andrianta graphontas)

•Virgilio, Catalepton 14… e un alato Eros, armato di variopinta faretra(picta pharetra) sarà a te dedicato, inciso nel marmo di mille colori(marmoreus mille coloribus)

•Plinio, NH 35 133… Prassitele lodava delle sue opere soprattutto quelle acui aveva messo mano Nicia (quibus Nicia manum admovisse, tantumcircumlitioni eius tribuebat) (circumlitio da linere = tinteggiare)

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L’ombra della seraL’ombra della sera

L'Ombra della Sera è una statuetta votiva proveniente dall‘antica città etrusca di Velathri ed è conservata nel Museo Guarnacci di Volterra (PI). Essa possiede alcune caratteristiche che la rendono unica nel panorama, piuttosto ricco della scultura votiva in bronzo del III - II secolo a.C.

49AtletaDivinità di NemiPortatore D’acqua Aruspice

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I sarcofaghi etruschi erano

principalmente in pietra e terracotta. La parte inferiore, chiamata arca, era

decorata con bassorilievi e aveva

forma di parallelepipedo.

La parte superiore, chiamata coperchio,

è a forma di letto con il defunto e la

moglie. A partire dal IV

secolo si affina la tecnica del ritratto.

coperchio di alabastrosarcofago dalla

tomba Tetnies di Vulci

La Tomba dei Tetnie

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Satiro DanzanteSatiro Danzante

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La statua bronzea del “Satiro danzante”, pari ad un’altezza di circa 2,5 metri, risale al periodo ellenistico. Rappresenta una figura mitologica, un demone facente parte del corteo orgiastico che accompagnava Dionisio, dio del vino

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La statua rappresenta una figura umana flessa sul fianco destro, con le braccia distese in avanti, colta nell’attimo in cui sta compiendo un salto sulla punta del piede destro, sollevando contemporaneamente la gamba sinistra. La testa è rivolta all’indietro e i capelli resi a fitte ciocche sottolineate da sottili incisioni, sono agitati dal pathos della danza orgiastica, che sconvolge ogni regola di equilibrio conferendo a tutto il corpo un movimento enfatico. Straordinariamente conservati gli occhi, in calcare alabastrino in origine integrato con pasta vitrea colorata. Secondo l’iconografia del satiro in estasi, la statua doveva scuotere con la mano destra il tirso, attributo di Dionisio, mentre una pelle di pantera avvolgeva il braccio sinistro e dalla mano pendeva la coppa di vino vuota

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Leucotea

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La statua bronzea del "Satiro danzante" fu ripescata nel Canale di Sicilia nella primavera del 1998 su un fondale di circa 500 metri.

Potrebbe essere un originale di età ellenistica, datato tra la fine del IV e il III sec. a.C., oppure una replica più tarda realizzata tra il II e la fine del I sec. a.C.

La magnifica testa è come attraversata da un ventoso turbinio che ne modella le sembianze anatomiche: gli zigomi, gli occhi, il naso, la bocca e la sconvolgente chioma.

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Una datazione dell'opera al IV secolo a.C. è stata proposta da alcuni studiosi di Roma, secondo cui la statua dovrebbe essere identificata con il "satiro periboetos" del celebre scultore Prassitele, citato da Plinio. Al termine periboetos, normalmente interpretato come "di cui si parla molto", ossia "famoso", "celebre", viene invece attribuito il significato di "che grida freneticamente", in base ad un passo di Platone, in cui è riferito al dio Ares. Tale datazione sarebbe confermata da un confronto con un satiro danzante davanti al dio Dioniso seduto raffigurato su un vaso attico datato al IV secolo a.C.. La qualifica di “Satiro in estasi” nacque dal confronto con le innumerevoli riproduzioni antiche su gemme e rilievi che completano il gesto e gli attributi.

Satiro danzante, cammeo, I secolo a.C., Napoli, Museo Archeologico Nazionale.

Animazione che ricostruisce il

satiro

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  Un vaso attico del IV sec. a.C.* ripropone in maniera impressionante l’immagine del satiro rinvenuto nelle acque di Mazara del Vallo. Come già era avvenuto per il Bronzo A di Riace la ceramografia attica consente di dare risposte certe a quesiti che l’archeologia sottomarina pone, specie da quando una maggiore attenzione da parte delle autorità regionali e nazionali è rivolta ai fondali marini, i quali negli ultimi anni hanno restituito capolavori, quali i famosi bronzi di Reggio Calabria, l’atleta di Fano o la testa di Porticello. Il satiro ha il braccio sinistro steso - quello destro è “adattato” alla forma circolare del tondo della coppa -, la testa volta all’indietro con i capelli “fiammati”, la gamba destra sollevata e quella sinistra sollevata sulla punta del piede (perduta nell’originale bronzeo), la coda diritta nello slancio della danza (nell'originale rimane solo il foro di attacco). Il nuovo vaso consente di riaffermare per il satiro, oltreché l'appartenenza ad un tiaso dionisiaco, la cronologia del IV secolo a.C. proposta al momento della scoperta. Esso permette, inoltre, di visualizzare gli ipotetici “gruppi” all’ interno del quale il satiro ritratto in posizione estatica poteva essere inserito: davanti a lui è un giovane personaggio maschile nudo seduto sul suo mantello – ipostasi dello stesso dio Dioniso? -, il quale accompagna con un braccio la cadenza della danza, acquietandone con la posizione di riposo il ritmo frenetico.

Un vaso ateniese del IV sec. a.C. restituisce il gruppo all’interno del quale il satiro di Mazara

poteva essere inserito

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Satiro in estasi, bronzo, attribuito a Passitele, 360 a. C. circa. Dal mare del canale di Sicilia, 1997-1998. Mazara del Vallo, Sant’Egidio. Ricostruzione di Paolo Moreno, disegno di Ilaria Loquenzi.

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Fufluns Menerva Aplu Tinia Uni

Dei etruschiDei etruschi

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Sileno etruscoSileno etrusco

Antefissa etrusca con Sileno e Antefissa etrusca con Sileno e Menade danzanti, Menade danzanti,

inizi V secolo a.Cinizi V secolo a.C

Fufluns il re del vinoFufluns il re del vino

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KANTHAROS KANTHAROS In etrusco "ZAVENA", tazza In etrusco "ZAVENA", tazza con corpo profondo fornita di con corpo profondo fornita di due anse verticali e di un due anse verticali e di un piedistallo: nelle decorazioni piedistallo: nelle decorazioni dei vasi si trova spesso in mano dei vasi si trova spesso in mano a Dioniso (Fusfuns in etrusco) a Dioniso (Fusfuns in etrusco) dio del vino. dio del vino.     VII - VI sec. a. C.VII - VI sec. a. C.

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(metà II sec. d.C.) Storico, geografo e erudito greco, originario della Lidia, fu un gran conoscitore del mondo mediterraneo e in particolare della Grecia. Scrisse una vasta opera in dieci libri, Periegesi della Grecia. L'opera è fonte preziosissima per la conoscenza dei più diversi aspetti del mondo antico, perché ricchissima di notizie sulla geografia, l'archeologia, i culti, le tradizioni anche se si pone semplicemente come una guida d'insieme per il viaggiatore curioso.

Publio Ovidio Nasone(Sulmona, Abruzzo 43 a.C. – Tomi, Mar Nero 17-18 d.C.)Le "Metamorfosi" ("Metamorphoseon libri XV"), il "poema delle trasformazioni“. Pigmalione libro X, 243-297

Pusania

torna

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In nome della “teoria delle Idee” l’arte subisce una condanna inappellabile: essa non ha diritto ad alcuna libertà o autonomia. Socrate parla in prima persona; il suo interlocutore è Glaucone Platone, Opere, vol. II,

La Teogonia, cioè la "nascita degli dei" è un poema didattico, nel quale Esiodo (VIII-VII sec. a. C.) raccoglie e rende sistematico un complesso di miti e tradizioni orali concernenti le divinità. Il mondo divino, come già nei poemi omerici, rispecchia la cultura e la gerarchia del mondo umano. Ma Esiodo, a differenza di Omero, riflette in modo esplicito sulla sua funzione, che è metaforicamente adombrata nel suo rapporto con le Muse, come viene descritto nei primi cento versi della Teogonia (trad. tratta, con alcune variazioni, da G. Arrighetti, Teogonia, Milano, Rizzoli, 1998).

«Mythos» (in greco = discorso o parola) si contrappone al «Logos», cioè il pensiero scientifico.

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Bibliografia e fontiL’Effetto Pigmalione – Breve storia dei simulacri da Ovidio a HitchcockEditore: Il Saggiatore

G.C. Argan Storia dell’arte italiana

Bibl. O.Primavesi, Plastica policroma nella letteratura antica?, in Il colore in scultura, 2004

Tusa,Adragna,I mille volti del satiro danzante.Langella

Marguerite Yourcenar (1954) in Il tempo, grande scultore,

Torino, Einaudi, 1994.

articolo pubblicato sul numero 76 (lug./ago. 1999) della rivista Archeologia viva