Sostenibilità ed Ambienti Urbani, Antonio Caperna, PhD

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La lecture introduce i concetti base dello sviluppo sostenibile. i documenti politici, elementi di economia e indicatori di sostenibilità

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SOSTENIBILITÁ

Documenti politici Approcci socio-economici Aspetti scientifici

• economia classica

• environmental economics

• teorie bio-economiche

• approccio territorialisti

il percorso politico verso la sostenibilità

Stoccolma 1972

Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo

Agenda 21

• Misurare la sostenibilità (?)

PARADIGMA CULTURALE

ECONOMIA, SOCIETA’, CITTA’

CARTESIO

MECCANICISMO

MATERIA

MOVIMENTO

atteggiamento riduzionista: gli elementi che formano il Mondo si muovono in uno

spazio e in un tempo assoluti i fenomeni fisici si riconducono al moto di particelle

elementari e materiali causato dalla loro attrazione reciproca

visione meccanicistica della natura

determinismo, atteggiamento che tende a interpretare ogni fenomeno come la manifestazione di una semplice catena di causa/effetto

Conoscenza frammentaria

Nel XVII sec. con la cultura illuminista viene ad esaltarsi il ruolo dell’uomo e quindi il rafforzarsi dell’antropocentrismo che costituiva il supporto filosofico della concezione dello sviluppo inteso come modernizzazione, cioè come evoluzione delle attività umane. Nasce così uno stretto legame tra sviluppo economico e progresso(inteso come dominio della natura).

ENERGIA

POLITICHE

ECONOMIA

CITTA’

SVILUPPO

Nell’antichità classica si parlava di sviluppo in termini di progresso, inteso come progresso spirituale, senza far riferimento al miglioramento delle condizioni materiali della società.

Con l’avvento del Mercantilismo (politica di espansione e sviluppo sviluppatasi in Europa a metà del XVII sec.) e ancor prima in epoca rinascimentale, matura la convinzione che la crescita (intesa come progresso materiale) determini lo sviluppo dell’uomo che viene quindi concepito come fine per l’affermazione della potenza militare di uno stato e quindi della sua egemonia territoriale. La scienza

CAPITALALISMO Sistema economico di produzione e distribuzione di beni e servizi basato sul principio della divisione del lavoro, sulla proprietà privata e sullo scambio.

SISTEMA ECONOMICO CLASSICO

L’attività economica può essere vista come un processo di trasformazione di materiali ed energia.

Alla fine del processo, materiali ed energia sono trasformati in ‘rifiuti’ e scaricati nell’ambiente

Il modello richiede di riuscire a produrre sempre di più, a qualsiasi costo e, in particolare, a qualsiasi costo ambientale.

Tanto maggiore è la crescita economica, tanto maggiore è la quantità di rifiuti prodotti.

Obsolescenza pianificata Obsolescenza percepita

Alimentazione, consumi & rifiuti

Nel campo dell’alimentazione, le emissioni di CO2 dipendono da ciò che compriamo e dalla provenienza di tali prodotti.

« energetivoro » il nostro stile di vita. ..

… Un barattolo di yogurt alla fragola i suoi ingredienti e il suo contenitore in vetro totalizzavano almeno 3500 Km di trasporto prima di arrivare sulla tavola del consumatore

(Fonte. Istituto Wuppertal)

ISEW (Index of Sustainable Economic Welfare) o GPI (Genuine Progress Indicator). L’ISEW apporta al calcolo del PIL alcune correzioni, sottraendo: - i costi sociali derivanti dall’inquinamento dell’aria e dell’acqua - i danni ambientali di lungo termine - le spese sostenute dalle famiglie per la salute e l’istruzione - il deterioramento delle risorse naturali rinnovabili e l’esaurimento di quelle non rinnovabili.

COSA NON VA’ NEL PIL non tiene conto dei costi sociali e ambientali. i costi del declino sociale (ad es. crimine) e dei

disastri naturali vengono considerati come guadagni economici

l’esaurimento delle risorse naturali (petrolio, legname) non viene contabilizzato

il costo del disinquinamento va ad aumentare il PIL

Vengono ignorate le economie non di mercato

ENERGIA

questioni legate al modello energetico

limitatezza delle risorse

contesto geopolitico

Pianificazione urbana (urban sprawl)

Architettura (megastruture)

Alterazioni climatiche

Inquinamento

….

The 'carbon canyons' of the city of London.

Each tower represents the annual carbon footprint (2009/10) of a public building.

http://uk-energy-ratings.carbonvisuals.com/

A year's carbon dioxide emissions from New York City: 54,349,650 one-tonne sphere

http://uk-energy-ratings.carbonvisuals.com/

Ambiente. Costi dell’inquinamento

Stima dei danni per effetto dell’inquinamento in Cina 5.8% del PIL, ovvero 100 miliardi/anno di $

La riduzione della concentrazione di polveri (PM10 e PM 2,5) alle soglie di sicurezza raccomandate dall'OMS (rispettivamente 20 µg/m3 e 10 µg/m3) Permetterebbe un risparmio di 31,5 miliardi di euro e salverebbe la vita a 19.000 persone

(di cui 15.000 per malattie cardiovascolari)

Architettura ed urbanistica del XX secolo

Relatore
Note di presentazione
http://en.wikipedia.org/wiki/The_Limits_to_Growth http://www.preservenet.com/index.html

L'organizzazione dello spazio urbano ha evidenti influssi sociali, politici, economici, sanitari, ecc.

Nel 1972 Dennis MEADOWS

Donella MEADOWS e Jorgen RANDERS

dell’MIT pubblicavano il libro

LIMITS TO GROWTH

Approccio Territorialista

valorizzazione del patrimonio territoriale - nelle sue componenti ambientali, urbanistiche, culturali e sociali

Il territorio viene concepito come prodotto storico di processi coevolutivi

sostenibilità dello sviluppo riproducibilità delle risorse naturali (sostenibilità

ambientale)

l’organizzazione non gerarchica dei sistemi territoriali e urbani (sostenibilità territoriale)

la coerenza dei sistemi produttivi con la valorizzazione del patrimonio territoriale e con lo sviluppo dell’imprenditorialità locale (sostenibilità economica)

crescita di autogoverno delle società locali (sostenibilità sociale e politica).

.

Environmental Economics (Economia Ambientale) (i) inadeguatezza del mercato e della gestione di beni liberi; (ii) contenere i livelli di inquinamento (iii) occorre pianificare l'evoluzione tecnologica (iv) il capitale rinnovabile può essere sfruttato a patto di salvaguardarne la

capacità rigenerativa; (v) la portata complessiva dell'attività economica deve restare all'interno

della capacità di sopportazione del capitale naturale:

Environmental Economics (Economia Ambientale) da questo approccio metodologico è scaturita la proposta nota come Fattore 4, ovvero orientare in modo innovativo il progresso tecnico, attraverso una rivoluzione dell'efficienza In tal modo si è dimostrano come sia possibile quadruplicare concretamente la produttività delle risorse (da cui Fattore 4) raddoppiando il benessere e dimezzando contestualmente il prelievo di risorse naturali.

BIOECONOMIA

è segnata dai lavori di N. Georgescu-Roegen, un economista che verso la fine degli anni sessanta si fece promotore di un programma bioeconomico

Nel suo celebre libro The Entropy Law and the Economic Process (1971) Georgescu analizza i processi economici attraverso la lente della fisica

Decrescita

Con la D si afferma il concetto che la crescita economica, intesa come accrescimento costante del PIL, non è sostenibile per l'ecosistema della terra poiché che le risorse naturali sono limitate

«Per gli obiettori di crescita, nella misura in cui è escluso il rilancio dell’occupazione attraverso il consumo, una riduzione drastica del tempo di lavoro imposto è una condizione indispensabile per uscire da un modello lavorista di crescita. Allora, la sfida per noi è né austerità, che è di una stupidità assoluta, né rilancio: si tratta di creare occupazione, riducendo gli orari di lavoro, di uscire dall’euro e avere un’economia protezionista.

Senza riprendere la logica della crescita infinita… Con una politica protezionista e inflazionista e la svalutazione della moneta per sviluppare l’esportazione dei prodotti, allora si ricrea un tessuto industriale. Sia in Italia che in Francia ci sono molti operai qualificati che potrebbero riprodurre il tessile per esempio, o la meccanica, e tutto quello che ora importiamo dalla Cina e dalla Romania. Gli imprenditori oggi delocalizzano. In questo modo invece ritornerebbero a casa e ricreerebbero nuovi posti di lavoro. Poi, il secondo passo nella politica della decrescita è quello di passare dall’agricoltura produttivista all’agricoltura sostenibile senza concimi chimici, senza pesticidi. Un’agricoltura biologica creerebbe milioni di posti di lavoro».

Documenti politici sul concetto di sviluppo sostenibile

Discorso inaugurale al Congresso del nuovo Presidente Truman I popoli della terra devono far convergere le loro aspirazioni ed azioni verso un unico scopo: “lo sviluppo”. Le nazioni vengono suddivise in ritardatarie (le aree sottosviluppate, il Sud del mondo, il terzo mondo, …) e in fuoriclasse (il Nord, l’Occidente con capofila gli Stati Uniti). Compito di quest’ultime: elaborare dei programmi di aiuto tecnico ed industriale per “eliminare le sofferenze di questi popoli ed aumentarne lo standard di vita”.

La strategia? “accrescere la produzione, è questa la chiave del benessere e della pace”

W. Sachs (a cura di), Dizionario dello sviluppo, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998..

1972 Stoccolma - Svezia Conferenza delle Nazioni Unite sull'Ambiente Umano

Dichiarazione recante 26 principi su diritti e

responsabilità dell'uomo in relazione all'ambiente

Negli anni '80 si fa strada l'esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse in un nuovo modello di sviluppo.

concetto di sostenibilità dello sviluppo: un insieme di valori che interessa tutti i campi dell'attività umana, in modo trasversale e in una prospettiva di lungo termine.

1980, (World Conservation Strategy) Lo sviluppo sostenibile come

"mantenimento dei processi ecologici

essenziali per la produzione di alimenti,… salvaguardia della diversità genetica nel

mondo animale e vegetale,.. sviluppo degli ecosistemi"

Sviluppo: uso delle risorse umane, finanziarie, viventi e non, volto a soddisfare i bisogni umani e a migliorare la qualità della vita

Conservazione: gestione della biosfera al fine di: • Produrre benefici maggiormente sostenibili per le generazioni presenti • Mantenere il suo potenziale per soddisfare i bisogni e le aspirazioni delle generazioni future

Conciliare Sviluppo e ambiente

World Conservation Strategy (1980)

1987 - Our Common Future (Rapporto Bruntland)

lo sviluppo sostenibile è un processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento

delle risorse, l’andamento degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i

mutamenti istituzionali sono in reciproca armonia e incrementano il potenziale attuale e futuro di

soddisfazione dei bisogni e delle aspirazioni umane (W.E.C.D., 1988)

Our Common Future

Legame tra povertà e ambiente: povertà = causa e effetto dei problemi ambientali

ostacoli allo sviluppo sostenibile: dipendenza dai combustibili fossili esplosione demografica dei paesi del Terzo

Mondo inadeguatezza istituzionale

I parte: preoccupazioni comuni "La sostenibilità richiede una

considerazione dei bisogni e del benessere umani tale da comprendere variabili non economiche come l'istruzione e la salute, valide di per sé, l'acqua e l'aria pulite e la protezione delle bellezze naturali…"

II parte: sfide collettive "… Nella pianificazione e nei processi

decisionali di governi e industrie devono essere inserite considerazioni relative a risorse e ambiente, in modo da permettere una continua riduzione della parte che energie e risorse hanno nella crescita, incrementando l'efficienza nell'uso delle seconde, incoraggiandone la riduzione e il riciclaggio dei rifiuti …"

III parte: sforzi comuni "… La protezione ambientale e lo sviluppo

sostenibile devono diventare parte integrante dei mandati di tutti gli enti governativi, organizzazioni internazionali e grandi istituzioni del settore privato; a essi va attribuita la responsabilità di garantire che le loro politiche, programmi e bilanci favoriscano e sostengano attività economicamente ed ecologicamente accettabili a breve e a lungo termine …

Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e

Sviluppo (1992 Rio de Janeiro)

“lo sviluppo sostenibile come miglioramento di qualità della

vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi…”

Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo 1992 , Rio de Janeiro

La Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo

Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (1992 Rio de Janeiro)

La Convenzione quadro sui cambiamenti climatici cui seguirà la Convenzione sulla Desertificazione - pone obblighi di carattere generale miranti a contenere e stabilizzare la produzione di gas che contribuiscono

all'effetto serra

La Convenzione quadro sulla biodiversità, con l'obiettivo di tutelare le specie nei loro habitat naturali e riabilitare quelle

in via di estinzione

Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (1992 Rio de Janeiro)

L'Agenda 21: il Programma d'Azione per il XXI

secolo,

La Dichiarazione dei principi per la gestione sostenibile delle foreste

1997 - Conferenza Mondiale: cambiamento climatico e varo Protocollo di Kyoto (ONU)

Obiettivi:

Riduzione complessiva del 5,2% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990 (anno di riferimento) da attuarsi entro il 2012

Nella ripartizione degli impegni la riduzione è così suddivisa:

Europa: 8% (e in ambito europeo) Italia: 6,5%

1997 - Conferenza Mondiale: cambiamento climatico e varo Protocollo di Kyoto (ONU)

Strumenti e meccanismi flessibili Attuazione congiunta degli impegni fra paesi industrializzati

Compravendita di quote di emissioni di gas serra fra paesi industrializzati

Acquisizione da parte dei paesi industrializzati di crediti alle emissioni attraverso aiuti allo sviluppo sostenibile nei paesi in via di sviluppo

Durante il secondo summit mondiale sull’ambiente (Johannesburg – 2002) è stata riconosciuta all’unanimità l’urgenza di intraprendere una serie di azioni rivolte all’informazione e all’educazione delle persone affinché si raggiunga uno stile di vita più sostenibile per l'ambiente entro il decennio 2005-2015, dichiarato dall’Unesco il decennio dell’educazione allo sviluppo sostenibile.

AGENDA XXI

AGENDA XXI Cos’è ? è il Piano di Azione dell'ONU per lo

sviluppo sostenibile per il XXI secolo definito dalla Conferenza ONU Sviluppo e

Ambiente di Rio de Janeiro nel 1992 e sottoscritto da 180 Governi

Nessun obbligo giuridico solo una dichiarazione di intenti

“I governi... dovrebbero adottare una strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.

AGIRE LOCALMENTE PENSARE GLOBALMENTE

Perché?

le radici di molti dei problemi indicati dal documento di Rio sono “locali”

le soluzioni a tali problemi sono “risposte a livello locale” (pensa globalmente, agisci localmente)

Come?

introduce un modo “nuovo” intersettoriale di affrontare i problemi (relazioni tra ambiente, economia e società)

consente di analizzare i problemi trovando idee, soluzioni, in modo partecipato e condiviso

richiede la responsabilità e il contributo di ogni attore alla realizzazione delle azioni

aree urbane Aree urbane affette da rumore; cattiva qualità dell’aria; traffico intenso; …..

Problemi di salute e

peggioramento della

qualità della vita

COSTI SOCIO-ECONOMICI

“CITTA’ SOSTENIBILE” la città è il luogo di maggiore consumo di

risorse e produzione di rifiuti

il confine tra città e non-città non è più chiaramente identificabile

la città è il luogo dove vive la maggioranza della popolazione; la qualità della vita dipende dalla qualità dello spazio urbano

Autorità Locali

Come fattore determinante per conseguirne gli obiettivi. livello di governo più vicino ai cittadini curano aspetti economici, sociali ed ambientali coordinano i processi di pianificazione fissano le politiche e le regole locali

principio di equità principio precauzionale principio di sussidiarietà

I PRINCIPI ISPIRATORI

PROCESSO PARTECIPATO GOVERNANCE VISIONE CONDIVISA

FORUM MIGLIORAMENTO CONTINUO APPROCCIO ORIZZONTALE

Agenda 21 Locale: come funziona?

L’A21L è un processo partecipato,

Utilizzazione di tecniche per favorire la partecipazione:

focus group

Immaginare la comunità dove vorremmo abitare

I valori dei gruppi sociali coinvolti nel processo

Per affrontare problemi comuni

tecniche di visioning

comitati di cittadini

Presentare una visione futura

Definire un piano d’azione

Definire un sistema per la realizzazione

• identificare i temi fondamentali

• definire gli obiettivi espliciti

• fornire un’immagine guida per lo sviluppo della comunità

• progetti e iniziative

• cambiamenti nelle priorità

• cambiamenti nelle politiche legislative

• come le azioni dovranno essere realizzate

• come le attività e risultati saranno misurati e valutati

• come la strategia sarà rivista e aggiornata

Analisi dello stato di fatto: si analizzano i problemi esistenti Definizione delle strategie di intervento: all'interno dei gruppi di lavoro tematici si definiscono gli obiettivi e le azioni di miglioramento che confluiscono nel Piano d'Azione

Le quattro fasi proposte dall'ONU per lo svolgimento del processo di A21L

Realizzazione delle azioni: si procede a dare concreta attuazione alle azioni di miglioramento, il Piano Operativo

Monitoraggio: si valutano i risultati ottenuti e si ridefiniscono gli obiettivi del

Piano d'Azione

MISURARE LO SVILUPPO URBANO SOSTENIBILE

INDICATORI DI SOSTENIBILITA’

Il loro scopo è quello di fornire una misura della distanza esistente nell'uso dell'ambiente fra la situazione effettiva e quella considerata come "sostenibile".

Metodologie e strumenti per la sostenibilità urbana

Indicatori

indici ambientali e di sostenibilità

Impronta ecologica

INDICATORI DI SOSTENIBILITA’ … dalla Carta di Aalborg:

“Strumenti amministrativi e di gestione urbana per l’attuazione di un modello sostenibile” “Le città sono coscienti di dover basare le proprie attività decisionali e di controllo, in particolare per quanto riguarda i sistemi di monitoraggio ambientale, di valutazione degli impatti, nonché quelli relativi alla contabilità, al bilancio, alla revisione e all’informazione, su diversi tipi di indicatori, compresi quelli relativi alla qualità dell’ambiente urbano, ai diversi flussi urbani, ai modelli urbani, e ancor più importante, su indicatori di sostenibilità urbana”

INDICATORI DI SOSTENIBILITA’

Gran parte della difficoltà risiede nella determinazione delle soglie di sostenibilità di lungo periodo, che dipendono strettamente dalla interpretazione del concetto di sostenibilità.

Nel caso in cui si abbia a che fare con un indicatore sullo stato dell'ambiente, per esempio la concentrazione di un inquinante in un certo media ambientale, l'indicatore di sostenibilità si ottiene generalmente rapportando quel valore (o comunque confrontandolo) con quello definito sostenibile.

Il concetto di "sostenibilità" è stato (ed è) largamente dibattuto nella letteratura economica ed ecologica, ma non possiamo dire di poter definire un criterio semplice da poter applicare ad ogni singolo indicatore per identificarne la rispettiva soglia di sostenibilità.

INDICATORI - Definizioni

Un indicatore è “un segnale” che consente di interpretare un fenomeno complesso, in cui sono presenti molte variabili

Un indicatore è una misura di qualcosa che permette di capire, in maniera più o meno precisa e in relazione ad un certo obiettivo, "a che punto si è” o "quanto si è distanti"

Indicatori vengono utilizzati in molti campi, in particolare in quello economico, medico e ambientale

INDICATORI - Funzioni

Gli indicatori ambientali sono strumenti per:

rappresentare in modo semplice problemi complessi

aiutare a comprendere le correlazioni identificare le tendenze, e i rischi permettere la comparazione tra le diverse

comunità supportare i processi decisionali

INDICATORI - Funzioni

promuovere l’innovazione aiutare ad anticipare i problemi fare un bilancio (e monitorare l’efficacia) delle azioni

adottate facilitare la partecipazione locale, aumentare le possibilità di collaborazione tra le

comunità locali, e tra loro e i livelli superiori di governo

INDICATORI - Caratteristiche (OCSE/OECD *)

1. Rilevanza 2. Consistenza

3. Misurabilità

•www.oecd.org • Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico • Organisation for Economic Co-operation and Development

Indicatori Comuni Europei 1 Soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunità locale 2 Contributo locale al cambiamento climatico globale 3 Mobilità locale e trasporto passeggeri 4 Accessibilità delle aree verdi pubbliche e dei servizi locali 5 Qualità dell’aria locale

Indicatori Comuni Europei 6 Spostamenti Casa - Scuola dei Bambini 7 Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali 8 Inquinamento acustico 9 Uso sostenibile del territorio 10 Prodotti sostenibili

CARRYING CAPACITY

La capacità di carico è un concetto sviluppato per

consentire di stabilire quale sia il numero massimo di individui di una popolazione animale o vegetale che può essere sopportato da un ecosistema a tempo indefinito, senza ridurre la produttività dell'ecosistema stesso

La capacità di carico si esprime come numero di individui per unità di superficie (in genere: Ha o Km2) e varia a seconda di come la specie in questione usa la capacità dell'ecosistema, ad esempio per produrre cibo, assorbire i rifiuti prodotti, ...

IMPRONTA ECOLOGICA

L'analisi dell'IMPRONTA ECOLOGICA supera alcune delle difficoltà del concetto tradizionale di carrying capacity invertendo i termini del problema

L'impronta ecologica parte dal presupposto che ogni categoria di consumo di energia e di materia e ogni emissione di scarti ha bisogno della capacità produttiva o di assorbimento di una determinata superficie di terra o di acqua

L’impronta ecologica misura la “porzione di territorio” (terra e del mare ecologicamente produttivi, ma anche la superficie forestale necessaria ad assorbire la emissioni di anidride carbonica, quando si produce energia) di cui una popolazione necessita per produrre in maniera sostenibile tutte le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti.

IMPRONTA ECOLOGICA

L'Impronta Ecologica parte dall'assunto che qualunque cosa noi produciamo e usiamo, qualunque sia la tecnologia produttiva, comunque avremo bisogno di un flusso di materiali ed energia che deve essere prodotto da un sistema ecologico e comunque avremo bisogno di sistemi ecologici per riassorbire gli scarti generati durante il ciclo di produzione e uso e al termine della vita dei prodotti

IMPRONTA ECOLOGICA

L'impronta ecologica media pro capite può essere paragonata con una suddivisione equa della Terra, cioè quella fetta di terra produttiva del pianeta teoricamente a disposizione di ogni persona:

Oggi questa porzione è di 1,5 Ha (corrispondenti a un quadrato di 122 m di lato)

La superficie di sistemi ecologici produttivi necessaria per sostenere a lungo termine i consumi di un Italiano medio è 4,2 Ha, di cui 2,98 Ha di sistemi ecologici terrestri, e 1,22 Ha di sistemi produttivi marini, ovvero un quadrato di 205 m di lato, costituito per il 29% da mare

IMPRONTA ECOLOGICA

Il consumo di un kg di pane comporta un’impronta ecologica di circa 9,7 m2

Il consumo di un kg di carne bovina comporta una impronta di 140 m2

I vegetali, il cui ciclo di produzione e consumo è più breve, comportano un’impronta di 2,6 m2

Il consumo di un uovo comporta un’impronta di circa 12 m2

Un bicchiere di latte corrisponde a 2,3 m2

IMPRONTA ECOLOGICA

Mobili, apparecchiature, vestiario, calzature e altri beni di consumo partecipano in modo significativo alla formazione dell’impronta ecologica

Considerando solo la voce ‘abbigliamento e calzature’ --> si stima che, per ogni 100 € spesi, si crei una impronta di ≈ 77 m2

Fare una telefonata, stipulare un’assicurazione ed altre utilizzazioni di servizi pubblici o privati sono attività che comportano consumi di energia e materiali e, di conseguenza, la partecipazione alla formazione dell’impronta ecologica --> si stima che per ogni 100 € in servizi telefonici comporti un’impronta di ≈ 50 m2

CONCLUSIONI

Il concetto di sostenibilità è definito attraverso quattro dimensioni

Sostenibilità economica, come capacità di generare reddito e

lavoro per il sostentamento delle popolazioni. Sostenibilità istituzionale, come capacità di assicurare

condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione e giustizia. Sostenibilità sociale, come capacità di garantire condizioni di

benessere umano (sicurezza, salute, istruzione) equamente distribuite (per classi e per genere).

Sostenibilità ambientale, come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali.

(United Nation Department of Policy Coordination and Sustainable Development, UN

DPSCD)

Fonte: WWF

BIBLIOGRAFIA • Commissione Europea DGXLD3 (1994), Le città sostenibili in Europa (prima relazione), Bruxelles. • Caperna A., Information Communication Technology per un progetto urbano Sostenibile, Tesionline (http://www.tesionline.it), Roma, 2005 • ICLEI (1995), European Local Agenda 21 Planning Guide, ed. European Sustainable Cities & Town Campaign, Brussels. • ICLEI/DPCSD/UNCHS (1995), The role of Local Authorities in Sustainable Development, UN Dept. for Policy Coordination and Sustainable Development, New York. • Quarrie J. (1992), Earth Summit '92: The United Nations Conference on Environment and Development, Regency Press, London. • UNCED (1992), Agenda 21 ? Action Plan for the Next Century, Rio de Janeiro. • UN Centre for Human Settlements (1996), An urbanising world: Global review of human settlements, Habitat, Nairobi. • UNEP (1980), World Conservation Strategy, Oxford University Press, Oxford. • United Nations Information Centre of Rome (1996), The Habitat Agenda, mimeo, Roma. • WCED (1987), Our Common Future, Oxford University Press, Oxford. (trad. italiana: WCED (1988), Il futuro di noi tutti, Bompiani,Milano)